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Ravenna, dal 7 al 10 settembre l'anteprima di Dante2021: D.H.O. Dante Hors d'oeuvre

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Quest’anno Dante2021, il Festival dedicato al padre della lingua italiana promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, arriva alla propria sesta edizione con un’importante novità: preludio al percorso che si svolgerà a Ravenna dal 14 al 18 settembre negli spazi danteschi della città, D.H.O. Dante Hors d’Oeuvre è un’inedita anteprima in quattro appuntamenti - dal 7 al 10 settembre, alle 17 al Caffè Letterario di Ravenna (Via Diaz 26) - per stuzzicare l’appetito e risvegliare la curiosità, ma anche per riannodare i fili dell’interesse e dell’affetto con il pubblico in una conversazione distesa fra bicchieri, tazzine e un sorriso. 
Le quattro piccole letture, ognuna di circa mezzora, sono state affidate non a dantisti, bensì a quattro professionisti di altri settori: uno scrittore Marco Vichi (mercoledì 7 settembre), un attore Amerigo Fontani (giovedì 8), due giornaliste televisive Silvia Brasca e Adriana Pannitteri (rispettivamente venerdì 9 e sabato 10); ognuno impegnato a tracciare il proprio personalissimo ritratto di Dante intrecciato al loro vissuto anche professionale. 

Una confessione dantesca davanti ad altri possibili protagonisti di prossime edizioni di DHO: non c’è forse in ognuno di noi un incontro con Dante da raccontare? Così D.H.O. prelude a Dante2021 anche nel tentativo di svelare le ragioni individuali di quella curiosità diffusa e di quella ampia “sensibilità dantesca” che nel Festival trovano ascolto e soddisfazione. Ancora una volta Dante sarà accanto a tutti, così distante e insieme, così vicino, nelle parole, nei significati, nella memoria. Con questi inediti appuntamenti, Dante2021 conferma e arricchisce la propria natura “in movimento” e continuo progresso, come illustra la citazione «A piè del vero il dubbio» (Paradiso IV, v. 131) che quest’anno definisce l’orizzonte del Festival. 

Mercoledì 7 settembre il primo appuntamento con Marco Vichi, autore del Commissario Bordelli, con L’orrore dell’orranza, per il racconto di una scoperta giovanile di un errore (tipografico? interpretativo? una distratta faciloneria?) in un serio commento a “Piangete, amanti, poi che piange Amore” nella Vita nova di Dante. Premio Scerbanenco nel 2009, Vichi svelerà come si è divertito a fingersi un serio professore nel rivolgersi al titolato editore per segnalare la svista, poi almeno in parte corretta.

Giovedì 8 settembre è invece la volta dell’attore Amerigo Fontani (nella foto), volto televisivo e cinematografico, che ricorderà la propria scoperta da bambino della Commedia attraverso i racconti della zia, in una disinvolta confusione tra il Dante poeta antico e il Dante carbonaio vicino di casa e probabile amante della zia: in Mia zia conosceva Dantenonostante tutto chi vince è la poesia, sempre rimasta nella memoria (e nel cuore) dell’attore, comprese le parole dell’Inferno X «O Tosco che per la città del foco vivo ten vai».
Venerdì 9 settembre la parola passa alla giornalista di TG La7 Silvia Brasca - formatasi sulla cronaca di Mani Pulite - quando il celebre «Guido, l’ vorrei che tu e Lapo ed io» delle Rime si farà incipit di I ragazzi di via de’ Calzaiuoli, un “servizio” tra note vagamente sociologiche, indagine ambientale e osservazioni psicologiche, nel quale prendono luce i due i grandi amici poeti, compagni di gioventù, Dante e Guido Cavalcanti: giovani che frequentano la medesima strada fiorentina. Come in via Panisperna alcuni ragazzi faranno nascere la moderna fisica, così in via Calzaiuoli Dante e Guido fanno nascere la poesia d’amore.

Sabato 10 settembre l’ultimo di questi speciali appuntamenti vedrà la giornalista Adriana Pannitteri, abituata a porgere notizie con il distacco professionale di RAI TG1, fare i conti con la passione e la rabbia dell’invettiva dantesca e interrogarsi anche sui suoi dubbi sul lavoro in Un commento politico a partire da «Ahi serva Italia, di dolore ostello» (Purgatorio VI). Sarà mai possibile, e nel caso sarebbe anche giusto, che una professionista della cronaca si abbandoni al cuore, come Dante? O almeno che nutra la sua professione di un sentimento civile forte?

Info e programma completo: www.dante2021.it

JOHNNY BEMOLLE'S, uscito "JB" il 1° disco (illustrato) del cantautore romano. La recensione di Fattitaliani

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Ricordate il modo in cui Manzoni racconta la genesi dei Promessi Sposi? Il manoscritto trovato per cui l'autore avrebbe solo il merito di averlo reso pubblico? Ecco, qui è più o meno la stessa storia. L'unica differenza è che alle peripezie di Renzo e Lucia vengono a sostituirsi nove storie di viaggi in terre più o meno lontane.

Johnny Bemolle, infatti, è un cantautore vagabondo, Antonello D'Ippolito & Co. hanno solo avuto il merito di trovare una valigia con all'interno i testi di alcune canzoni. Ed è in questo modo che nasce il progetto Johnny Bemolle's, fisicamente composto da tre musicisti romani,che nella calda estate del 2016 ha lanciato il suo primo disco: JB. 
Un album ricco di folk tradizionale, che pur facendo riferimento a diversi artisti del passato, rimpasta il genere con le proprie attitudini e il proprio stile. Quello che ne viene fuori è un disco folk che si serve di strumenti come l'ukulele, di blues energici e di racconti sognanti. Un prodotto che consente all'ascoltatore di compiere un vero e proprio tour del vecchio continente senza muoversi dalla sedia, con solo le cuffie nelle orecchie o la musica nello stereo. In questo modo appaiono vividamente gli scenari della Francia, degli immensi spazi aperti scozzesi o delle fredde terre dell'est. Si ergono sopra gli altri brani Johnny (traccia che funge da presentazione del disco) e The cripple of Bruges, brano che si apre e si chiude con un ricco e potente blues, ma lascia grande spazio alla sperimentazione folk a cui il gruppo fa continuamente ritorno.
La ciliegina sulla torta è rappresentata dall'impatto visivo della matita di Laura Re, che ha disegnato la copertina del disco e ha rappresentato le tracce con delle splendide illustrazioni.
In conclusione, un disco che viaggia alla scoperta di terre lontane e contemporaneamente indaga e rivela l'animo del misterioso Johnny Bemolle. Paradossalmente, però, non si allontana più di tanto, mantenendo le sue radici salde nel terreno della tradizione e dello stile da cantastorie.

Giuseppe Vignanello
©Riproduzione riservata

FolkBluesTechno'n'Roll..., 2° album dei NiggaRadio "Siciliani ma figli di questi tempi e di questo mondo". L'intervista di Fattitaliani

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Secondo capitolo per NiggaRadio (Andrea Soggiu, Daniele Grasso, Peppe Scalia, Vanessa Pappalardo). A poco meno di due anni dal fortunato e così bene accolto esordio di ‘Na storia (Dcave records 2014) e dei prestigiosi risultati ottenuti (Il Concertone del Primo Maggio 2015, il Cous Cous Festival, un loro brano sigla del prestigioso festival cinematografico Gold Elephant World, ospiti al Medimex 2015, selezionati per la Targa Tenco come Miglior Opera Prima, due tour in giro per la penisola e in più vari festival) la band ritorna con la sua particolarissima miscela di suoni e rumori, chitarre slide, sinth, marranzani e dialetto siciliano. E anche il secondo disco "FolkBluesTechno'n'Roll... e altre musiche primitive per domani"è candidato al premio Tenco: è stato prodotto, registrato e missato da Daniele Grasso per Dcave records e vede, insieme ad altri amici, la partecipazione di Cesare Basile e Alessandro Deidda; masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio e distribuito da Believe Digital. Fattitaliani li ha intervistati.

Il blues rock e l'elettronica (a tratti addirittura noise e martellante), si incontrano con i testi in dialetto a Catania. Una strana congiunzione astrale. Ci siamo persi qualcosa?
Ma no, nessuno strano allineamento siderale... Cose tipiche della nostra terra: Andrea vive per un po' a Capo Verde, Daniele con madre newyorker, padre siciliano e un po' di tempo in Scandinavia,  Vanessa in Burkina Faso e Peppe fra Milano e Londra... siamo migranti figli di migranti passati da casa, con in spalla il bagaglio che abbiamo raccolto in giro, per controllare lo stato delle nostre radici che abbiamo scoperto buono e forte. Siamo Siciliani ma figli di questi tempi e di questo mondo. Ecco tutto, ecco NiggaRadio.
Cosa c'è in “Folk Blues Tecnho Roll” che mancava in “ Na Storia”?
Mmm... bella domanda. Diciamo che "Na storia" continua a piacerci. Qui c'è, forse, più consapevolezza di noi (non troppa, ché fa male) e un pizzico in più di incoscienza (sappiamo che sembrano due cose in antitesi ma è proprio così).
Ho notato un richiamo a gruppi come Jon Spencer Blues Explosion o simili per quanto riguarda l'aspetto Blues della vostra musica. Confermate? Smentite? In ogni caso che nomi citereste fra le vostre influenze? Anche nel folk o nell'elettronica visto il titolo dell'album?
Smentiamo decisamente (sorridono, ndr)). In realtà partiamo dalla radice del blues rurale ed è possibile che siamo approdati, come molti,  a soluzioni simili. Trooooppe influenze da dirle tutte... Proviamoci: per il Blues diremmo Skip James, Blind Willie Johnson, Mavis Staple, troooppi...  e poi i primi Black Keys, J. White e l'elettronica di Wendy Carlos i Tangerin Dream, la Techno di Detroit, i C2C e poi Rosa Balistreri, Ignazio Buttitta, Bombino, la musica del Maghreb e... Non scordare "'n' Roll"... gli Stones, Sky and family Stones... ci fermiamo se no ti finiamo la rivista.
Parliamo dei testi: c'è molto di “sociale” nelle parole che si possono ascoltare all'interno di questo disco. C'è qualche tema che vi tocca in particolare, o per cui vi sentite di battervi particolarmente?
Per la seconda parte della domanda... beh, guardati intorno e scegli pure liberamente: diseguaglianza e disgregazione sociale, mancanza dei diritti di base, il debito come arma... per la prima parte, ci piacerebbe che il paese rivedesse le origini della sua "unità". Servirebbe per una vera rinascita.
Fra non molto le Targhe Tenco, per cui il vostro album è fra i finalisti nella categoria “Album in Dialetto”: come vi sentite a riguardo?
Felici, senza ombra di dubbio e anche un po' orgogliosi.... due candidature su due dischi non è certo male. Poi se andiamo ancora più avanti...  
E dopo il premio Tenco?
e beh,  suonare suonare. Un tour autunnale in giro per l'Italia per portare a più persone possibili le nostre storie. Una sorpresa che se ti diciamo che sorpresa è?!?  Un periodo di controllo sul materiale nuovo che abbiamo appuntato e in primavera il nostro primo tour europeo... insomma seguiteci, ci sarà da "sentire". Giuseppe Vignanello.
©Riproduzione riservata
Contatti e social
 
Official website: www.niggaradio.com (in ricostruzione)
 
 
 
 
 

LUGANOMUSICA, dal 22 settembre la nuova stagione: Pollini, Koopman, Pappano, Berezovskij, Volodos, Haitink, Temirkanov....

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Il concerto inaugurale della seconda stagione di LuganoMusica al LAC è legato da un filo rosso al cartellone dell’edizione precedente: torna infatti il grande direttore Charles Dutoit alla testa della Royal Philharmonic Orchestra, per proseguire il ciclo pluriennale dedicato ai capolavori di Igor Stravinskij. Dopo Petruška, è la volta della Sagra della Primavera, opera quanto mai rivoluzionaria, la cui unicità non cessa di affascinare gli ascoltatori ad un secolo abbondante dalla sua comparsa. Nella serata del 22 settembre il pubblico di LuganoMusica ascolterà anche uno dei più interessanti pianisti francesi della nuova generazione, Bertrand Chamayou, impegnato nel Quinto Concerto di Saint-Saëns. 

Apertura in grande stile per la seconda edizione al LAC di LuganoMusica, con la Royal Philharmonic Orchestra, la compagine nazionale britannica, guidata dal suo attuale direttore principale Charles Dutoit. Formatosi tra Losanna – sua città natale – e Ginevra, Dutoit è considerato uno degli eredi spirituali di Ernest Ansermet, maestro che ebbe modo di conoscere direttamente Stravinskij e di lavorare con lui. Questo aspetto rende particolarmente significativa la scelta di affidare a Dutoit la direzione, nel corso di più anni, di alcuni dei massimi lavori del compositore russo. Per la stagione 2016/17 il titolo proposto è una pagina nodale nella multiforme traiettoria creativa tracciata da Stravinskij nella sua lunga carriera: il balletto La sagra della Primavera che, al suo apparire nel 1913 a Parigi nella stagione dei Balletti russi di Diaghilev, fece enorme scalpore per la novità assoluta della concezione. Una partitura in cui l’impasto sonoro della grande orchestra viene rivoluzionato, con un peso inedito dato a fiati e percussioni rispetto agli archi, e in cui la componente ritmica, con la sua ossessività motoria, è persino più importante di quella melodica. 
Ironico e divertente l’accostamento di Saint-Saëns a Stravinskij, dal momento che il compositore francese, già piuttosto anziano nel 1913, fu tra coloro che più rimasero scossi dall’ascolto della Sagra e che abbandonarono la sala prima che la rappresentazione, contestatissima (complici anche le irriverenti coreografie del folle genio di Nijinkij), avesse termine. Ad interpretare il suo Quinto ed ultimo concerto solistico per pianoforte, detto “Egiziano”, LuganoMusica ha invitato uno dei più intelligenti e dotati pianisti della nuova generazione, il francese Bertrand Chamayou. Un artista che ama spaziare dal grande repertorio romantico alla musica d’oggi, collaborando con giganti quali Henri Dutilleux e György Kurtág, e che affianca spesso il proprio talento a quello di altri interpreti, dal Quartetto Ysaÿe alla violoncellista Sol Gabetta, per coltivare la sua passione per la musica da camera. 
Fanno da sipario iniziale alla serata le Danze polovesiane di Borodin, un autore russo come Stravinskij, ma appartenente alla generazione precedente, quella che vide nascere il Gruppo dei Cinque - cui Borodin apparteneva pur essendo un chimico per professione e un compositore solo nel tempo libero - con la volontà di ritrovare un’anima musicale profondamente russa, svincolata dalle suggestioni della tradizione mitteleuropea. Una posizione che Stravinskij in qualche modo sconvolgerà, creando non uno ma diversi nuovi linguaggi personali all’insegna del cosmopolitismo più eclettico, pur senza dimenticare le melodie e i ritmi della sua terra, che proprio nella Sagra trovano un’inedita e potente celebrazione.


Sponsor del concerto: BANQUE CRAMER.
Appuntamento alle 20.30 alla Sala Teatro LAC
Giovedì 22 settembre 2016 – 20.30
Sala Teatro LAC

Concerto di apertura della stagione 2016/17 - Ciclo Orchestre
Interpreti
Royal Philharmonic Orchestra
Charles Dutoit, direttore
Bertrand Chamayou, pianoforte

Programma

Alexandr Borodin (1833-1887)
Danze polovesiane da Il principe Igor' (1887) - orchestrazione di Nikolaj Rimskij-Korsakov

Camille Saint-Saëns (1835-1921)
Concerto per pianoforte e orchestra n. 5 in fa maggiore, op. 103 Egiziano (1896)

Igor Stravinskij (1882-1971)
La sagra della Primavera, quadri della Russia pagana in due parti (1913)

Alcune note al programma
"Borodin è un professore cinquantenne di chimica all'Accademia di Medicina. Ancora un talento, perfino grande, ma perduto per colpa della mancanza di nozioni e di un destino cieco che l'ha condotto alla cattedra di chimica invece che a una vivace attività musicale". Così scriveva Čajkovskij nei primi anni Ottanta dell’Ottocento alla sua mecenate signora von Meck, che gli aveva chiesto di fornirle un ritratto dei compositori del Gruppo dei Cinque, di cui Borodin faceva parte. Il dato oggettivo è che il compositore coltivò davvero la musica da dilettante, nei ritagli di tempo consentitigli da quell'attività di chimico che, oltre ad assicurargli il sostentamento materiale, gli dette anche vasta notorietà negli ambienti scientifici. Il principe Igor'è la sua unica opera teatrale. Borodin scrisse in prima persona anche il libretto, basandosi sul poema epico slavo Canto della schiera di Igor', che narra la fallita campagna del principe Igor' Svjatoslavič di Novgorod-Severskij nell'antica Rus' di Kiev contro gli invasori polovesiani, nel 1185. Proprio mentre il principe è tenuto prigioniero nel campo di questo popolo di stirpe tartara, il Khan Roncale, signore dei Polovesi, fa eseguire delle danze in suo onore. Danze rimaste come le più celebri pagine di tutta l’opera e per questo spesso suonate anche indipendentemente. Nel 1953 Robert Wright e George Forrest saccheggiarono ed elaborarono le musiche del Principe Igor’ per il musical Kismet rappresentato a Broadway. Il musical ottenne un tal successo internazionale che nel 1954 fu assegnato, postumo, un Tony Award proprio a Borodin. La canzone Stranger in Paradise, adattata dal più celebre tema delle Danze polovesiane, è diventata una vera e propria hit grazie alle interpretazioni di cantanti quali Tony Bennett e Bing Crosby.
Ultimo dei concerti per pianoforte e orchestra scritti da Saint-Saëns, il Quinto in fa maggiore – a vent'anni di distanza dal Concerto in do minore – fu in gran parte composto durante un soggiorno del musicista a Luxor in Egitto, da cui il sottotitolo "Egiziano" o anche "Orientale". Tale attributo non è però solo un riferimento geografico, ma concerne anche i contenuti musicali della pagina, dove si ritrovano alcuni spunti armonici e ritmici d'ascendenza mediorientale. Parlando del secondo movimento, Andante, lo stesso autore ha precisato: “l'episodio in sol evoca un canto d'amore nubiano che una volta ho udito intonare dai battellieri sul Nilo e che, per l'assenza d'un foglio di carta, annotai sul mio polsino inamidato”. La prima esecuzione assoluta del Quinto Concerto ebbe luogo alla Salle Pleyel di Parigi nel giugno del 1896, in occasione di una serata celebrativa per ricordare i cinquant’anni del debutto solistico di Saint-Saëns, enfant-prodige di dieci anni impegnato a suonare Mozart nella medesima sala mezzo secolo prima. 
Presentata al Théâtre des Champs Élisées il 29 maggio del 1913, dopo L'uccello di fuoco del 1910 e Petruška del 1911, La sagra della Primavera è il terzo grande lavoro scritto da Stravinskij per i Balletti russi, la vincente impresa culturale parigina di Sergej Djagilev. La genesi dell’opera è spiegata dallo stesso autore nelle Cronache della mia vita: “un giorno intravidi nella mia immaginazione lo spettacolo di un grande rito sacro pagano: i vecchi saggi seduti in cerchio osservano la danza mortale di una giovinetta, che essi sacrificano per rendersi propizio il dio della primavera”. La messinscena scatenò uno dei tumulti più celebri di tutta la storia musicale, più per le nudità coreografiche volute da Vaslav Nijinskij che non per l’aggressività – a tratti effettivamente brutale – della partitura. Il ritmo è l'aspetto più innovatore, spettacolare e sconcertante de La sagra della Primavera, che la fa apparire come un fenomeno totalmente isolato nella musica d’inizio Novecento. Si avverte questa novità subito dopo l’Introduzione: la sezione intitolata Auguri primaverili gioca su un accordo dalla pulsazione compatta e dall'accentazione irregolare: un andamento quasi macchinistico che in qualche modo tradisce l'attesa dell’ascoltatore, perché la difficoltà a individuare la sequenza ritmica genera un labirintico senso di straniamento.

Roma Web Fest, quarta edizione: dal 30 settembre al 2 ottobre al Maxxi

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A Venezia presso l’Hotel Excelsior, nello Spazio Fondazione Ente dello Spettacolo, è stato presentato il programma della quarta edizione del Roma Web Fest.

RWF in una veste nuova presenta un programma nutrito con anteprime, workshop, incontri e soprattutto con eventi dedicati al lancio di  prodotti innovativi nel campo delle web serie.
Il direttore artistico del RWF Janet De Nardis ha accolto Riccardo Pugnalin (Communcation & Pubblic Affairs di Sky) e  Remo Tebaldi (Senior Director Sky Branded Channels) presenti in quanto Sky Atlantic, quest’anno, è Mediapartner del festival e  oltre ad assegnare due importanti premi (alla migliore web serie in concorso e alla migliore idea presentata ai pitch), contribuirà ad arricchire il programma del festival con prestigiosi incontri.
Sono intervenuti:
Nicola Borrelli (Direttore Generale per il Cinema del MIBACT) “Le web serie non sono solo un luogo di sperimentazione, ma sono prodotti a sé stanti, costituiscono un settore dell’audiovisivo che ha una propria dignità” ed ha aggiunto “abbiamo già dedicato spazio alle web serie con il tax credit, ma molto deve essere migliorato, molto verrà fatto”;
Cristina Priarone (Direttore Generale della Roma Lazio Film Commission) “Dal  primo anno abbiamo creduto nella scommessa del Roma Web Fest. Siamo orgogliosi di dire che il settore è cresciuto grazie al sostegno di tante importanti realtà istituzionali e non, e che quest’anno il progetto Movieland, realizzato con l’agenzia del Turismo della Regione Lazio è un altro piccolo passo per incentivare la creatività dei giovani talentuosi verso progetti costruttivi e di valore”.
Eleonora Cimpanelli (sceneggiatrice e membro del consiglio direttivo 100autori) “Quest’anno sono in giuria e credo sarà un’esperienza interessante. Mi aspetto idee nuove e punti di vista diversi da quelli a cui siamo abituati.”
Antonio Urrata “Crediamo nei giovani, in un nuovo linguaggio, in persone che creano luoghi di incontro e sviluppo come nel caso del Roma Web Fest che abbiamo sostenuto fin al primo anno, ma vogliamo reali opportunità. Questo è solo l’inizio”.
Presenti anche produttori come Carlo Degli Esposti (Presidente della Palomar) che grazie al RWF ha prodotto la web serie “Lontana da me” per la regia del filmmaker Claudio Di Biagio   e molti artisti che interverranno al festival come Francesca Cardinale (nipote di Claudia Cardinale) che sarà la protagonista di Excape Martina, la prima web serie realizzata in diretta su facebook live.
Infine il Direttore Artistico Janet De Nardis ha illustrato il programma 2016 ricco di anteprime come nel caso del 1^ Ottobre quando verrà presentata da Sky Atlantic “Westworld”, l’attesissima serie prodotta da Jonathan Nolan e J.J. Abrams che sarà trasmessa negli USA e in contemporanea in Italia su Sky Atlantic dal 2 Ottobre.
Le tre giornate saranno ricche anche di proiezioni, panel e workshop  come quello realizzato grazie al sostegno della SIAE “Come scrivere una web serie”, o  “Come diventare uno Youtuber” a cui prenderanno parte giovani autori famosi nel web. Tra i molti eventi ricordiamo anche il panel sul Tax Credit in collaborazione con il Mibact;  Il Panel Fapav dedicato a “Io faccio film”, L’evento dell’Osservatorio Web e tv per scoprire quanto emerso sulla recente ricerca sui prodotti seriali più amati dalla rete; Il panel sul Branded Content in collaborazione con l’OBE; una nutrita sezione fashion che ha come presidente di giuria Anna Fendi. Infine faremo un bagno tra i guru delle web serie internazionali (saranno presenti i direttori del web fest di Los Angeles –Michael Ajakwe, del web fest di Marsiglia Jean Michel-Albert, Del Korea web fest –Young Man Kang; del berlino web fest – Meredith Burkholder) e tra le star nazionali come Francesco Montanari, Giorgio Colangeli ed Enzo Salvi (web serie FIRED);Vincenzo Alfieri, Gianmarco Tognazzi, Sara Zanier (web serie FORSE SONO IO 2); Valeria Solarino, Antonia Liskova, Giulia Michelini, Carolina Crescentini  (web serie IN THE PARK); Lillo e Greg e gli Zero (web serie Lo Staggista); Sabina Guzzanti (web serie TG PORCO); Massimo Bonetti e Massimiliano Buzzanca (web serie IL POTERE DI ROMA); Matteo Branciamore, Primo Reggiani, Nicolas Vaporidis, Niccolò Senni e Matto Nicoletti (web serie Segreti ) e molti altri ancora…
Il Roma Web Fest vi da appuntamento dal 30 Settembre al 2 Ottobre al Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo

Per Info e contatti:

"Rock Progressivo 3. A Gentile Richiesta", il nuovo libro di Stefano Orlando Puracchio

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A gentile richiesta. Torna a un anno di distanza dal fortunato Rock Progressivo 2. Linee di confine il giornalista Stefano Orlando Puracchio, con il suo nuovo libro Rock Progressivo 3. A Gentile Richiesta, indicativo già dal titolo di un bel responso e di un atteso ritorno. Proprio grazie all'ottimo feedback da parte di lettori e giornalisti specializzati, ma anche grazie alla convinzione sempre più ferma delle ragioni del self-Publishing, oltre che all'esigenza di tirare le somme dopo due volumi di interviste e riflessioni, Puracchio ha deciso di affrontare ancora una volta il fenomeno progressive, come nel suo stile da un'angolazione diversa e stimolante. Più che un saggio analitico, più che una trattazione scientifica, Puracchio immagina il suo testo ancora una volta come una sorta di "zibaldone" composto da interviste, saggi tematici e riflessioni su passato, presente e futuro del prog-rock.
Dalle 'linee di confine' del secondo volume, l'autore si è spinto oltre per incontrare diverse esperienze, alcune radicalmente opposte tra di loro eppure complementari nella qualità, nell'influenza e nello spessore: è il caso di una figura leggendaria come Christian Vander dei Magma, dei paladini del new prog britannico Pendragon, di una personalità cruciale per l'affermazione del rock italiano come Lino Vairetti degli Osanna, di uno dei batteristi più popolari e celebrati dell'epoca jazz-rock (e non solo) come Billy Cobham, di un instancabile folletto della musica di frontiera tedesca come Christian Burchard degli Embryo. Nei lavori di Puracchio l'Italia è sempre ottimamente rappresentata: dai redivivi Agorà e Cerchio d'Oro all'ambiziosa orchestra heavy prog dei Magni Animi Viri, da nuovi alfieri come VIII Strada, Marchesi Scamorza e Unreal City al lavoro sulla memoria e l'informazione di un giornalista instancabile come Athos Enrile. Non mancano contributi tematici di ospiti (Donato Zoppo, Valentina Tomasetti e Sadhbh de Barra), accanto ad approfondimenti dedicati all'Ungheria (After Crying, Vargas Janos, Periferic Records), la nazione in cui l'autore vive, amatissima dai cultori progressive.

Nato a Roma nel 1980, Stefano Orlando Puracchio vive tra l'Abruzzo e l'Ungheria. Laureato in Scienze della comunicazione, nel 2009 è diventato giornalista professionista: ha lavorato come autore radiofonico e conduttore per Radiofrequenza, ha curato uno speciale radiofonico sul Prog per Radio Rai3, attualmente è un freelance e si occupa esclusivamente di scrittura. Il suo primo libro sul prog è uscito nel 2014: un piccolo ‘caso’ editoriale al quale ha fatto seguito il secondo volume nel 2015. Rock Progressivo 3 è disponibile in italiano e in inglese sulle principali piattaforme di vendita online come Amazon e iTunes.

Info:

Rock Progressivo Vol. 3:

Synpress44 Ufficio stampa:

Endless Harmony, video di “Pennyroyal Tea” cover della celebre canzone dei Nirvana

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Il brano è la rivisitazione della celebre canzone dei Nirvana, in una chiave molto più intima e dal sapore acustico rispetto all'originale, dove la voce al femminile di Pamela Perez prende il sopravvento.
La scelta della band è ricaduta proprio su questo pezzo per il loro forte legame con l'album "In Utero".
Il riarrangiamento acustico di “Pennyroyal Tea”, inclusa originariamente nella compilation tributo a Kurt Cobain uscita in occasione del ventennale della morte, è stata rimasterizzata e pubblicata come singolo con l’aggiunta del brano ““Illusion of breakdown”” incluso nel loro ultimo album “Hyperspace” (Vrec/Audioglobe).
Dal 15 Luglio la canzone è  in rotazione su Virgin Radio, in seguito ad una première ad hoc sul programma Virgin Radio Italy Generation, condotto da Andrea Rock e Giulia Salvi.
Il video, girato in versione live,  porta la firma di Alessia Emme.


VIDEO: www.youtube.com/watch?v=p39Cat9igF8

FB: www.facebook.com/endlessharmony.music

Teatro Brancaccio, Michelle Hunziker il 13 settembre presenta gli Italian Musical Awards

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Quest'anno a condurre gli Italian Musical Awards sarà Michelle Hunziker.

Presidente della giuria del premio Christian De Sica.
Ma la più grande novità di quest'anno sono gli spettacoli ospiti che saliranno sul palco:
- Notre Dame De Paris,
- Sister Act,
- Vacanze Romane,
- Jersey Boys,
- Peter Pan.
La formula del premio è sempre la stessa, i vincitori saranno premiati da importanti figure del mondo dello spettacolo, tra cui:
- Max Tortora,
- Pintus,
- Francesco Mandelli
ma alcune importanti sorprese saranno presentate da qui alla sera dell'evento.
La regia è affidata a Roberto Cenci.
La serata andrà in onda prossimamente su Canale 5 
La ENPI ENTERTAINMENT srl di Niccolò Petitto conferma la produzione della terza edizione di una grande festa del Musical italiano, forse oggi la festa per eccellenza che premia i migliori spettacoli dell’anno ed i migliori artisti esibitisi sui palcoscenici italiani.
La serata presentata da MICHELLE HUNZIKER prevede l’assegnazione dei premi per le migliori categorie (miglior attore, attrice, regia, coreografia, etc.) e l’assegnazione di alcuni premi alla carriera ad ospiti a sorpresa veramente eccezionali.
L’ Oscar presentato lunedì 13 settembre alle ore 20.30 presso il Teatro Brancaccio di Roma sarà ripreso da Canale 5 per una bellissima serata che andrà in onda entro la fine dell'anno.


Martedì 13 settembre ore 20,30

TEATRO BRANCACCIO
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
 Tel 06 80687231/2  Fax 06 80687235  www.teatrobrancaccio.it
poltronissima gold   55euro, poltronissima 45euro
poltrona a- galleria a 39 euro, poltrona b - galleria b 29 euro

ETHNOS, dal 22 settembre la XXI edizione del Festival Internazionale della Musica Etnica

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Giovedì 22 settembre, alle ore 21, nella splendida cornice di Villa Vannucchi a San Giorgio a Cremano (via Cavalli di Bronzo - ingresso 7 euro) con il concerto della cantante e attrice maliana Fatoumata Diawara (nella fotoparte Ethnos - Festival internazionale della musica etnica, con undici concerti nei comuni vesuviani in provincia di Napoli con artisti provenienti da tutto il mondo come Aziz Sahmaoui & University Of Gnawa, Kamilya Jubran & Werner Hasler, Mashrou' Leila e Barcelona Gipsy Balkan Orchestra.

Il festival coinvolge otto comuni, per un percorso di rivalorizzazione del territorio non solo attraverso concerti di grande spessore ma anche attraverso itinerari naturalistici sui sentieri del Parco Nazionale del Vesuvio, visite alleville vesuviane del 1700, degustazioni di prodotti tipici, convegni, seminari sulle danze popolari e visite guidate aisiti archeologici di Ercolano, Castellammare di Stabia, Boscoreale e ad altri siti di particolare interesse turistico.

Ecco tutti gli appuntamenti:


22 settembre - Fatoumata Diawara (Mali)  Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano;
23 settembre - Aziz Sahmaoui & University of Gnawa (Marocco) – Ex Molini Marzoli, Torre del Greco;
24 settembre - Kamilya Jubran & Werner Hasler (Palestina, Svizzera) – Cimitero delle Fontanelle, Napoli;
25 settembre - Davide Rondoni & Ambrogio Sparagna. – Piazzale Quota 1000, Vesuvio - Ercolano;
Mashrou'Leila (Libano) – Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano;
26 settembre - Barcelona Gipsy Balkan Orchestra (Spagna) – Antiche Terme, Castellammare di Stabia;
27 settembre - Stefano Saletti & Banda Ikona – Parco Pubblico, Boscoreale;
29 settembre - Mieko Miyazaki (Giappone) – Palazzo Criscuolo, Torre Annunziata;
30 settembre - Egschiglen (Mongolia) - Reggia, Portici;
1 ottobre - Peppe Barra - Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano;
2 ottobre - Palenque La Papayera (Colombia) - Villa Vannucchi, San Giorgio a Cremano


L’evento, giunto alla sua XXI edizione, con la direzione artistica di Gigi Di Luca, si svolge nei comuni di San Giorgio a CremanoNapoli, ErcolanoTorre del GrecoCastellammare di StabiaBoscoreale, Portici, Torre Annunziata, ed è co-finanziato dalla Regione Campania con il Poc Campania 2014-2020 e dal Comune di san Giorgio a Cremano, ente capofila ed organizzatore finanziato.

Da quest’anno viene istituito il Premio Ethnos per dare un riconoscimento ad artisti e personalità della musica etnica e popolare che abbiano saputo interpretare al meglio lo spirito della tradizione anche attraverso la contaminazione ed il cambiamento sociale. Ad essere premiato, per la prima edizione, sarà Peppe Barra.

Altra novità della XXI Edizione è l’appuntamento “Il Canto del Vulcano”, un format che prevede di anno in anno la partecipazione di musicisti, scrittori, poeti che, con il loro sguardo artistico e creativo, possano cantare Il canto del Vulcano nella particolare cornice del piazzale quota 1000 al Vesuvio. L’edizione 2016 e stata affidata ad Ambrogio Sparagna e al poeta Davide Rondoni.

Ethnos - Festival Internazionale di Musica Etnica, nasce nel 1995 con l’intento di recuperare le arcaiche tradizioni dell’area vesuviana, da allora ha allargato il suo raggio di azione, diventando uno dei maggiori osservatori di musica etnica e uno tra i festival di musica più importanti e attesi d’Italia. Il festival, con la sua formula itinerante da sempre ha coinvolto contemporaneamente più siti culturali dell’area vesuviana, tra cui le ville vesuviane del Miglio d’Oro, il Parco Nazionale del Vesuvio, i beni culturali della costa del Vesuvio, valorizzandoli ed aprendoli al grande pubblico e garantendo l’allungamento della permanenza media dei flussi turistici sul territorio. Il Festival, mediante la programmazione di numerose attività tese all’incontro e alla comunione tra i popoli e i diversi linguaggi, durante le quali la musica e l’arte si fondono e diventano strumento per la valorizzazione delle location, si propone di creare un ponte tra la memoria del passato e la visione del futuro, tra la tradizione e la contemporaneità dell’arte con uno sguardo attento alle problematiche delle migrazioni, delle integrazioni e del Mediterraneo. La manifestazione, consolidatasi e rafforzatasi nel tempo ha abbracciato innumerevoli culture musicali ed etniche, tra gli artisti che si sono esibiti al festival ricordiamo Miriam Makeba, Mercedes Sosa, Inti Illimani, Bombino, Khaled, Dulce Pontes, Buena Vista Social Club, Gilberto Gil, The Cheftains, Rokia Traorè, il premio oscar Sakamoto, Cheikka Remitti, Abdelli, Omar Sosa, il progetto Le Vie della Seta con 30 artisti del centro Asia, e poi popoli Tuareg, Aborigeni, Indiani d’America, Mongoli, artisti Sufi, Gnawa, Israeliani e Palestinesi, provenienti dai piu svariati luoghi della terra ed artisti italiani del calibro di Ivano Fossati, Angelo Branduardi, Teresa De Sio, Capossela, Eugenio Bennato, Enzo Avitabile, Mauro Pagani, Elena Ledda, Tenores di Bitti, Nuova Compagnia di Canto Popolare, confermando così la sua natura di grande evento culturale ed interculturale e garantendo oltre ad una base di pubblico oramai fidelizzato anche una continua affluenza di nuovi visitatori.

Galleria Varsi, dal 16 settembre "Rivelazioni" installazione partecipativa dello scultore romano Jacopo Mandich

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Il 16 settembre 2016 la Galleria Varsi - tra le più giovani realtà che producono street culture nella capitale - presenta Rivelazioniinstallazione partecipativa dello scultore romano Jacopo Mandich. La mostra rimarrà aperta fino al 24 settembre. Il vernissage si terrà alle ore 18.00 del 16 settembre.

Dopo la personale del 2014, l'artista torna nella galleria per proporre un'esposizione circa la propria evoluzione creativa degli ultimi anni.

L'opera, realizzata site specific, si sviluppa nell'arco di un lungo periodo di lavoro a stretto contatto con lo spazio. L'equilibrio e la neutralità dell'ambiente espositivo sono stati progressivamente stravolti dall'impatto con il legno e il ferro, materiali che accompagno la produzione artistica di Mandich dagli esordi e che si compongono secondo nuove forme e significati.
"Ferro e legno sono materie che hanno sempre esercitato un fascino misterioso su di me; quando ho iniziato a occuparmi di scultura, la mia indagine si è proiettata spontaneamente su di loro.", afferma Jacopo Mandich.
Il progetto nasce dalla volontà di raccontare l'uomo attraverso due materiali antitetici che ne simboleggiano la natura e le sorti. "Il contrasto, lo scontro-incontro fra un elemento naturale, biologico, caldo e morbido e uno industriale, minerale, freddo e spigoloso, crea una sinergia, un’opposizione, un contrasto armonico che per me esemplifica la dualità umana, una relazione conflittuale e virtuosa contemporaneamente."
Rivelazioni è un titolo evocativo che vuole sottolineare come le sculture di Jacopo Mandich, nonostante partano da una ricerca profonda legata al materiale, si sviluppino cercando di superare il confine della dimensione terrena per alludere ad una dimensione altra.

Un'opera dinamica, simbolo di un luogo interiore, emozionale, in cui l'osservatore è invitato ad interagire, costruendo una personale interpretazione e quindi un rapporto più profondo con l'installazione. 


Foto e intervista all'artista scaricabili qui: https://we.tl/5IZxiI5Rsz
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La Galleria
La Galleria Varsi è tra le più giovani realtà che producono street culture nella capitale dal 2013, rivolgendo il suo sguardo alla scena underground continuando ad accogliere i migliori artisti del momento. Situata nel centro storico di Roma apre le sue porte permettendo ad artisti contemporanei e d’avanguardia di alternarsi con mostre personali. Numerosi sono infatti gli artisti (writer, street artists, illustratori, scultori e fotografi) per o più appartenenti alla street culture, la cui innovazione ha consacrato la galleria come spazio originale nel panorama omano. “Nonostante abbia pochissimi anni di esperienza – dichiara Massimo Scrocca, il fondatore – la Galleria Varsi è sicuramente riconosciuta a livello internazionale, grazie anche alle continue collaborazioni con artisti internazionali del calibro degli Etam Cru, Herakut, Dulk, Etnik, Run, Alice Pasquini, Nosego, M.City, Solo, Daniele Tozzi, Mr. Thoms, Jacopo Mandich, Diamond e due leggende sacre nella scena dei graffiti americana anni 80, Blade eSkeme. Fin dall’inizio, la Galleria ha infatti puntato sull’importanza di comunicare con l'estero tramite i propri canali (sito web, shop online, social, etc) divenendo, soprattutto per i turisti americani, tappa fissa durante un viaggio a Roma”.
L’artista
Jacopo Mandich nasce a Roma il 30 marzo 1979. Nel 2005 si laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, presentando una tesi su arte, riciclaggio e magia. Nello stesso anno vince il concorso Edgardo Manucci e nel 2006 realizza per il Museo Manucci una mostra personale portata in seguito a Milano, negli spazi del Rotary Club. La ricerca stilistica, in continua evoluzione, è incentrata su una scelta di materiali che verte principalmente sul ferro, legno e pietra. La sperimentazione di Jacopo Mandich è una continua sfida, basata sul desiderio di plasmare materiali difficili in direzione di un contenuto emotivo e sensoriale. I suoi lavori sono stati esposti a Parigi, a Londra e in diverse città italiane tra cui Roma, dove nel 2014 ha presentato la sua mostra personale: "Cosmogonie", alla Galleria Varsi e realizzato progetti espositivi in spazi istituzionali quali l’Auditorium Parco della Musica e Il Museo dei Fori Imperiali, a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2015 ha partecipato alla terza Biennale Industriale di Arte Contemporanea di Ekaterinburg, in Russia, e realizzato un'installazione permanente nella città di Satka.

DOVE: Galleria Varsi - Via di San Salvatore in Campo 51, Roma
QUANDO: 16 - 24 settembre
ORARI: da martedì a sabato dalle ore 12 alle 20, domenica dalle ore 15 alle 20, lunedì chiuso
CONTATTI: info@galleriavarsi.it | www.galleriavarsi.it | 06 68309410

Teatro lo Spazio, B di Massimo Stinco in scena con Santiago Bernardi il 10 settembre ore 21.00

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La vita è come un filo in cui ognuno cerca di stare in equilibrio per non cadere. Ma spesso cadiamo. O da una parte o dall'altra. B è la storia di una spaccatura. Un giovane uomo porta con se una valigia retrò e all'interno nasconde il suo destino. B comunica con lo strumento più bello che abbiamo. Il proprio corpo.

10 SETTEMBRE
ore 21.00
 B
 Di Massimo Stinco
Con 
Santiago Bernardi
Biglietto intero 10 euro
Biglietto ridotto 7 euro
Tessera semestrale 3 euro
 
 
 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it

TEATRO LO SPAZIO, DAL 13 AL 15 SETTEMBRE "PERSONALITÀ BORDERLINE" REGIA DI FABRIZIO CATARCI

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Personalità borderlineè uno spettacolo che ha l’intento di sorprendere lo spettatore, cambiando il suo punto di vista, catapultandolo in un ambiente buio, brulicante di attori che faranno vivere i loro personaggi in luoghi non consueti, non saranno propriamente su un palco come il pubblico non sarà seduto in platea. 
Gli abitanti di questo mondo dalla mente impazzita sono entità che vivono al limite, pochissima (se non quando nessuna) luce a illuminarli, per ricreare ambienti più consoni a questa sperimentazione teatrale, dove lo spettatore potrà ascoltare alle sue spalle respiri claustrofobici, sedersi accanto a maniaci o assassini, fare escursioni nelle paure più oscure, diventando testimoni più che spettatori.
 
Biglietto intero 10 euro
tessera semestrale 3 euro

DAL 13 AL 15 SETTEMBRE
ore 21.00
PERSONALITA' BORDELINE
Regia
Fabrizio Catarci 
con
Giulia Shou Catacci 
Ortensia Macioci 
Ylenia Assogna 
Jacopo Zonca
Francesca Paolozzi 
Dario biancone 
Fabio rosi
Margherita Frisone 
Rossella Ambrosini 
 
 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149


SILVIO MAURO, “A ROMA MI DIMENTICHERAI” È IL SINGOLO DEL CANTAUTORE SARDO: la storia di un’apparente rassegnazione

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"A Roma mi dimenticherai" descrive la vicenda di una coppia le cui strade si dividono pur non riuscendo mai effettivamente ad abituarsi ad una tale separazione.

Il brano sarà contenuto nel disco “Amanti eroi”, un concept album che parla dell'evoluzione di un rapporto tra due persone la cui uscita è prevista per il prossimo autunno.

BIO
Silvio Mauro nasce a Nuoro il 28 Gennaio 1990. Il suo percorso musicale ha inizio intorno ai 16 anni, esibendosi con alcune cover band alternandosi al basso e alla chitarra. Nel 2009 fonda il progetto "Vonhoa" con la quale raccoglie molte esperienze live nella provincia cosentina, pubblicando nel 2016 il singolo "Chi eri?". Il progetto solista invece, inizia nel 2015 e prevedeva solamente l'uscita di un singolo che poi si è trasformato in un intero album. Senza nessuna etichetta discografica di supporto, inizia a finanziare il suo progetto artistico registrando al "The box studio" di Rende (CS). L'opera creata è un "concept album" basato su una storia personale, che traccia un percorso emotivo/narrativo tra le canzoni. Album di prossima uscita.

Contatti e social
 

Savignano sul Rubicone (FC), 10-11 settembre 8° tappa di Portfolio Italia "25° Premio SI Fest Portfolio"

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Prosegue “Portfolio Italia - Gran Premio Hasselblad”, la prestigiosa rassegna annuale ideata nel 2004 dalla FIAF, la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, che riunisce le più importanti manifestazioni nazionali caratterizzate da incontri di lettura di Portfolio
Sabato 10 e domenica 11 settembre Portfolio Italia farà tappa a Savignano sul Rubicone (FC) con il “25° Premio SI Fest Portfolio”, rassegna che fa parte della più ampia manifestazione “25° SI Fest Savignano Immagini Festival” che si tiene nella cittadina di Savignano dal 9 all’11 settembre 2016.
La lettura dei Portfolio si svolgerà nei giorni 10 e 11 settembre nella Vecchia Pescheria di Corso Vendemini 51. Gli esperti che avranno la funzione di lettori sono: Massimo Agus, Roberto Alfano & Laura De Marco, Peggy Sue Amison, Marco Antonetto, Dejan Atanackovic, Aniello Barone, Paola Binante, Maria Livia Brunelli & Fabrizio Casetti, Daniele De Luigi, Francesca Fabiani, Niccolò Fano, Luciano Ferrara, Christian Gattinoni, Anna Iuzzolini, Fulvio Merlak, Marinella Paderni, Mario Peliti, Maurizio Rebuzzini, Bärbel Reinhard, Michael Weir.
Oltre agli incontri di lettura portfolio, il Festival “25° SI Fest Savignano Immagini Festival” presenta un ricco programma culturale con mostre fotografiche, atelier, workshop, premi, librerie specializzate, la sezione OFF, video proiezioni, happening e performance, Notte Bianca ed eventi speciali, oltre agli esiti dei progetti fotografici prodotti annualmente in ambito territoriale che documentano aspetti legati al paesaggio umano e sociale. Tra gli altri autori esporranno: Duane Michals, Olivo Barbieri, Guido Guidi, Andrea Modica, Albert&Verzone, Danila Tkachenko, AA.VV., Ulisse Bezzi, Paola Di Bello, Luigi Erba, Fabio Sandri, Jan Van Der Donk, Giuseppe De Mattia/Home Movies, Julien Lombardi, Ilaria Abbiento e Michela Benaglia.
Grazie alla partnership tra FIAF e Fowa, che vede Hasselblad come sponsor unico di Portfolio Italia 2016, numerosi saranno i premi in palio per i vincitori.

Fiction e Teatro, Marco Falaguasta a Fattitaliani: la mia maggior prerogativa è creare subito un contatto con la gente. L'intervista

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Marco Falaguasta attore a tutto tondo ama portare nei personaggi che interpreta la leggerezza con cui vive guardando con grande fiducia al futuro. Non abbattendosi mai neanche quando la vita si accanisce e riserva delle sorprese sgradite. Ha un grande senso del dovere che è andato di pari passo con l’età e lo dimostra anche quando dice di sognare di arrivare in un grande Teatro perché la sua bravura è cresciuta e quindi la sua popolarità. Invertendo le proporzioni c’è qualcosa di marcio e lui se n’è sempre tirato fuori. Ciò gli fa sicuramente Onore. Fattitaliani lo ha intervistato.

Sulle Reti Mediaset in “Rimbocchiamoci le maniche” nei panni di un carabiniere. Che personaggio è? 
Molto interessante perché ha tante dimensioni. E’ un tutore dell’ordine perché è il Maresciallo di Offidella, si attiene al suo ruolo, orgoglioso d’indossare la divisa ed è anche abbastanza simpatico. Mi piaceva la coesione tra l’aspetto istituzionale e quello più “guascone” che nello stesso tempo ha.
Non sei nuovo ad indossare la divisa, l’avevi già fatto in “Il Restauratore” in cui eri un Commissario di Polizia.
I due personaggi hanno delle similitudini. Il Commissario di Polizia Sandro Maccari rispettava anche lui la legge, seguiva le procedure e si affidava al buon senso ma nel personaggio di “Rimbocchiamoci le maniche” viene esaltato molto l’aspetto umano ed il forte senso di responsabilità che il Maresciallo ha nei confronti dei cittadini. Dalla penna degli autori è uscito un personaggio innamorato di se stesso, è un po’ “piacione” e piace anche agli altri.
Cosa hai portato di tuo? 
L’umanità ed il fatto che tendo a sdrammatizzare un po’ tutto cercando di cogliere il lato positivo non per superficialità ma perché tendo a vivere con leggerezza e con grande fiducia nel futuro, in ogni caso mi ha molto divertito. Avevo già avuto occasione di fare un Maggiore dei Carabinieri, Guido Salimbeni, in "La Terza verità", film in due puntate sempre per la regia di Stefano Reali, ma in quell’occasione c’era meno spazio per l’umanità perché essendo un giallo, il Maggiore era impegnato a 360 gradi nella risoluzione del delitto per trovare un serial killer, non c’era da stare allegri ma bisognava condurre le indagini con molta cura. Essendo l’altro un Maresciallo di un piccolo centro, le problematiche sono senz’altro minori e ha modo di dimostrare l’umanità e la simpatia che molto spesso non si rileva. Ciò dà uno sguardo anche più completo al Tutore dell’ordine perché mostra sia il suo lato professionale che quello umano, con i suoi lati caratteriali, con le sue debolezze.
Questo tuo senso del dovere nasce dai tuoi studi giuridici? 
No, è andato di pari passo con l’età. Nel momento in cui decido di raggiungere un obiettivo, dedico tutto me stesso enon lascio nulla al caso. Sono convinto che la fortuna aiuti gli audaci. Da parte mia, impiego tutte le mie risorse, la mia inventiva, tutta la mia forza di volontà, poi è la vita che mi dà ciò che merito. Nella vita ho passato sia dei momenti belli che dei momenti difficili ma non ho mai recriminato su nulla. Ho sempre trovato una ragione sia quando la vita mi regalava dei momenti allegri e sia quando la vita sembrava accanirsi contro di me.
L’interesse per il Teatro quando nasce? 
Nel 1985 quando a 15 anni mi ritrovai a lavorare in un Villaggio turistico e lì ho capito che il contatto con la gente mi piaceva moltissimo. Credo che la mia maggior prerogativa sia quella di creare subito un contatto con la gente. Tra le varie forme con le quali avrei potuto esplicare questa mia capacità, quella che sentivo più vicino era la recitazione. Sentivo di arrivare al cuore delle persone, raccontando delle storie.
Hai debuttato con la commedia “So tutto sulle donne”, riproponendo lo stesso testo venti anni dopo. Cosa è cambiato? 
Che di donne si sa sempre poco anzi quasi niente. Il titolo mantiene sempre questo contenuto utopico al quale ogni uomo aspira e suppone di sapere tutto sulle donne ed invece non sappiamo mai niente e forse è proprio questo che rende estremamente affascinante il rapporto con ogni donna. L’unica cosa che ho capito dopo molti anni è che le donne sono molto più profonde, sensibili, pratiche rispetto a noi uomini che siamo sempre molto basici.
Quest’estate hai riportato in tournée “Trenta senza lode” riscuotendo sempre lo stesso successo? 
E’ una commedia fatata che esce dalla penna e diventa un Cult. Sono esattamente tredici anni che la facciamo e ciclicamente ogni quattro o cinque anni ce la richiedono. E’ una Commedia che ha in sé quella visione leggera della vita e le trovate così comiche che va bene anche in un momento come questo in cui c’è un grande desiderio di evasione e Trenta senza lode ti consente per un’ora e mezzo di pensare ai guai di un altro e a riderne. Serve anche questo ad esorcizzare i problemi.
I tuoi ruoli drammatici quali sono stati? 
Pietro Marconi in “Il bene e il male” una serie di Raiuno, un uomo che aveva perso i genitori in circostanze tragiche e che sconfina nella delinquenza. In “Paura di amare” interpretavo Paride, il più cattivo dei personaggi. L’allenatore di “Come un delfino” che era un personaggio completamente negativo che addirittura incitava i ragazzi al doping per un proprio tornaconto. Rocco in “Borgo Larici” ero un Capo bastone al soldo di un benestante. Credo che per un attore sia una grande risorsa attingere con grande disinvoltura alle proprie sfaccettature più leggere, così come attingere a quella parte più cattiva che ognuno di noi ha.
Cosa vorresti fare e ancora non ti è stato proposto? 
Tutto quello che non ho fatto. Mi manca un film al Cinema con un bel ruolo, la Commedia in televisione, recitare in un grande Teatro. Finora ho lavorato in tutti i Teatri più importanti ma non ho fatto il Sistina a Roma, l’Alfieri a Torino. L’ambizione è quella di arrivare un giorno in questi grandi teatri da mille, millecinquecento posti. Significherebbe che la mia bravura è cresciuta e di conseguenza anche la popolarità. A me piace pensare che la popolarità sia la diretta conseguenza delle capacità. Nel momento in cui noi invertiamo le proporzioni, cioè la popolarità ti dà quelle possibilità che vanno oltre le tue capacità, c’è qualcosa di cariato e di marcio. Ad oggi quando ho visto il marcio mi sono sempre fermato.
Elisabetta Ruffolo



Ro_map, dal 9 all’11 settembre la seconda edizione del LIGHT INTERACTIVE FESTIVAL

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Ro _map alla sua seconda edizione trasforma il cuore di Roma in un museo di arte contemporanea a cielo aperto, esplorando le più innovative frontiere dell’arte digitale applicata alle architetture ed agli spazi urbani.
Nella prima edizione il Festival ha attratto oltre cinquantamila persone. Quest’anno dal 9 all’11 settembre moltiplica le location e si concentra nel cuore storico ed artistico di Roma tra Piazza Navona, il cortile di Palazzo Braschi, Piazza Sant’Agostino ed il cortile di Palazzo Altemps. Il legame del Festival con il territorio è connaturato allo sviluppo progettuale. Ogni opera è studiata e realizzata al fine di valorizzare la portata estetica ed architettonica dei luoghi eletti e nello stesso tempo favorire la conoscenza dei luoghi a turisti e romani. Due i videomapping in 3D che si calano in un viaggio surreale. Il collettivo turco Ouchhh presenta in prima mondiale Sphinx, Connecting cities, ispirandosi alla topografia ed alle mappe astrali di Roma ed Istanbul per instaurare un dialogo visivo tra i paesaggi urbani e stellari delle due città. Grazie all’uso della grafica e delle animazioni 3D le caratteristiche delle due città si fonderanno in armonie geometriche, figure astratte, disegni e skyline di grande effetto. Altre creazioni sono Axioma dello studio spagnolo Onionlab. Obiettivo a lungo termine è quello di promuovere un’immagine inconsueta e contemporanea della Capitale e dimostrarne la bellezza sotto altre luci e nello stesso tempo collocarla in un circolo virtuoso di festival internazionali di arte digitale applicata alle architetture ed agli spazi urbani, favorendo il turismo culturale e la diffusione delle più moderne tecniche artistiche.
Elisabetta Ruffolo

ONEREPUBLIC, il nuovo album ʺOH MY MYʺ nei negozi dal 7 ottobre con collaborazioni con PETER GABRIEL, CASSIUS e SANTIGOLD

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Manca 1 mese all’uscita del nuovo disco dei OneRepublic, la band che negli ultimi anni ha sfornato un successo dietro l’altro in Italia e all’estero da “Apologize” e “Stop and Stare” passando per “If I Lose Myself ”,˝Counting Stars˝,˝i Lived˝ fino ad arrivare all’ultimo singolo WHEREVER I GO”, certificato PLATINO in Italia e al nuovo singolo “KIDS” dal 23 settembre nelle radio italiane.

La band capitanata dal cantante, autore e produttore RYAN TEDDER ha annunciato sui suoi canali ufficiali che il nuovo album “OH MY MY” sarà disponibile nei negozi di tutto il mondo dal 7 ottobre sia in formato tradizionale che in digitale in versione standard e deluxe. L’album è da oggi anche ordinabile su iTunes.

Svelata la tracklist, i OneRepublic hanno reso note anche le preziose collaborazioni che compongono il nuovo disco di studio e così troviamo i CASSIUS nella Title Track “Oh My MY”, SANTIGOLD in “NbHD” e PETER GABRIEL in “A.I”.

OneRepublic daranno un assaggio del nuovo disco il prossimo 21 settembre durante l’Apple Music Festival in diretta dalla Roundhouse di Londra (Tim Cook durante la presentazione di ieri ha citato la band come il suo gruppo preferito e cantando insieme a James Corden “I Lived” in una versione Carpool Karaoke fatta ad hoc per la presentazione dell’azienda di Cupertino https://www.youtube.com/watch?v=Ve-ozoq7ud0).

Questa la tracklist della versione standard: “Let’s Hurt Tonight”, “Future Looks Good”, “Oh My My” feat. Cassius, “Kids”, “Dream”, “Choke”, “A.I.” feat. Peter Gabriel, “Better”, “Born”, “Fingertips”, “Human”, “Lift Me Up”, “NbHD” feat. Santigold, “Wherever I Go”, “All These Things”, “Heaven”.

La versione Deluxe del disco contiene 4 brani in più: “Colors”, “The Less I Know”, “Heaven” in versione acustica e “Better” in una versione con archi.

La carriera dei OneRepublic è costellata di grandi successi sia discografici che live (ad esempio l’ultimo concerto italiano del 2014 al Forum di Assago di Milano ha registrato il tutto esaurito).
Il nuovo album arriva dopo il successo di “Native” (2013), disco che ha debuttato al #4 della classifica americana e ha venduto più di 5 milioni di copie nel mondo. Nel disco erano contenuti i singoli di successo If I Lose Myself” (disco d’ORO in Italia), “Feel Again”, “Love Runs Out” (certificato PLATINO in Italia), “I Lived” (certificato PLATINO in Italia e in vetta alla classifica radio) e Counting Stars”, singolo che ha raggiunto la posizione #1 in 54 paesi vendendo oltre 10 milioni di copie, certificato 3 volte PLATINO in Italia).

I OneRepublic (Ryan Tedder – voce, basso, chitarra acustica, pianoforte, tastiera, sintetizzatore, tamburello, Zach Filkins – voce, chitarra, viola, violino, Eddie Fisher – batteria e percussioni, Drew Brown - chitarra, basso, tastiera, xilofono, cori eBrent Kutzle - basso, violoncello, violino, tastiera, sintetizzatori, programmazioni) hanno pubblicato il loro disco di debutto “Dreaming Out Loud” nel 2007.
Nel disco era contenuta “Apologize”, brano che ha ottenuto da subito un successo mondiale sia di vendite che di airplay ottenendo anche una nomination ai Grammy e oltre 10 milioni di download e  “Stop and Stare”, altro successo mondiale.
Il secondo album “Waking Up” del 2009 conteneva i successi All the Right Moves”, “Secrets” eGood Life”.

Il frontman Ryan Tedder porta avanti con successo una carriera di autore e produttore grazie alla quale si è aggiudicato anche un Grammy. Tra le sue collaborazioni quella con Taylor Swift (per il disco dell’artista dell’anno “1989”), Adele (per l’album “21” che ha ottenuto un Grammy come disco dell’anno), Beyoncé (Halo), U2 (per il disco “Songs of Innocence”), Ellie Goulding, Maroon 5, Leona Lewis (per i successi “Bleeding Love”, “Happy”) e molti altri.

Roma, il 20 novembre torna "Life of Wine" evento unico dedicato alle vecchie annate

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Dopo l'ultima scoppiettante edizione, che ha visto la partecipazione di 600 persone tra operatori, giornalisti ed appassionaticomincia il conto alla rovescia per LIFE OF WINE (www.lifeofwine.it), evento unico nel mondo del vino interamente dedicato alle vecchie annate, in programma DOMENICA 20 NOVEMBRE a Roma.

Alla sua quinta edizione, LIFE OF WINE – ideato e curato da Studio Umami(www.studioumami.com), agenzia con sede a Firenze specializzata da anni in comunicazione ed organizzazione di eventi enogastronomici - vedrà riunirsiDALLE 11.30 ALLE 19.30 nelle accoglienti sale dell'HOTEL RADISSON BLU (via Filippo Turati 171, di fronte alla Stazione Roma Termini – www.radissonblu.com)OLTRE SESSANTA GRANDI CANTINE da tutta Italia.

In postazioni individuali, presiedute dagli stessi produttori, o dai loro più stretti rappresentanti, ogni azienda porterà in assaggio l'ultima annata in commercio e almeno due vecchie annate della sua etichetta più rappresentativa. Un'occasione straordinaria per tutti gli appassionati che, attraverso l'assaggio di bottiglie spesso introvabili sul mercato, potranno esplorare l’evoluzione del vino nel tempo grazie agli oltre 200 vini presenti declinati in diverse annate; il tutto arricchito dalla possibilità di conoscere e confrontarsi con i vignerons, scoprendo, nei loro racconti, le storie ed i territori sempre unici che ne accompagnano lavoro e passione.

LIFE OF WINE si avvarrà da quest'anno della collaborazione di due noti wine writersFRANCESCO FALCONE e GIAMPAOLO GRAVINA, impegnati a rafforzare la selezione delle aziende per renderla ancor più rappresentativa delle tante anime del vino italiano. A loro sarà affidata parte della regia tecnica dell’evento, che quest’anno proporrà un’interessante novità: DEGUSTAZIONI GUIDATE, dedicate ad altrettante tematiche e accessibili su prenotazione, ed a pagamento, per un numero limitato di posti. Da segnalare come ulteriore new entry anche l'AREA FOOD.
Hotel Radisson Blu, Via Filippo Turati, 171 - Roma
Orario: Dalle 11.30 alle 19.30

Ingresso: Intero: euro 20 - Ridotto soci AIS/FIS/ONAV: euro 15

Elenco aziende e vini (in via di definizione) http://www.lifeofwine.it/vini-e-aziende-2016/

“Alien Passenger”, il disco di Libero Reina. L'intervista di Fattitaliani: la maggiore ispirazione viene da me stesso

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L'Italia può contare all'interno del suo territorio diverse “capitali” per quanto riguarda la scena musicale. Più o meno dense a seconda del genere di riferimento, ma, in linea di massima, ricalcano la cartina delle grandi metropoli della nostra nazione. Questo, tuttavia, non vuol dire che non esistano nelle varie realtà provinciali artisti di grande caratura e di talento. È il caso di Libero Reina, giovanissimo cantautore della provincia di Agrigento che lo scorso agosto ha fatto uscire il suo nuovo disco “Alien Passenger”. Fattitaliani lo ha incontrato e ha discusso con lui della realtà della musica emergente in Italia e del suo nuovo prodotto.

Ciao Libero, come va, come sta andando il disco?
Ciao, tutto bene, grazie. Il disco sta andando molto bene: lo abbiamo presentato a Seccagrande di Ribera (Ag), a Caltabellotta (Ag) e anche nel mio paese, Santo Stefano di Quisquina (Ag). Le copie disponibili le ho vendute tutte, è andata bene e sta piano piano cominciando a girare fisicamente.
Complimenti. Ascolta, stiamo parlando di un'autoproduzione? Da chi è prodotto?
Si, è un'autoproduzione, ho fatto tutto da solo, dalle grafiche a tutto il resto. Poi logicamente mi sono appoggiato alle tipografie e agli studi di registrazione, ma di base, è un prodotto mio.
Quando è iniziato il tuo approccio alla musica, come ti sei avvicinato a questa forma di comunicazione?
Mah, si può dire che la musica c'è sempre stata. L'ho accantonata per un periodo, anche abbastanza lungo, poi è ritornata violentemente. Una serie di alti e bassi insomma, ma da quando avevo dieci, undici anni e ho iniziato a suonare la chitarra è presente nella mia vita. Poi ho cominciato anche a suonare altri strumenti e adesso è abbastanza constante.
Ma tu oggi, con questo disco, senti di appartenere alla scena musicale italiana?
Questo non posso ancora dirlo, non lo so. Più che altro non ho ancora avuto modo di confrontarmi con una realtà po' più grande. In fin dei conti ancora siamo in una dimensione provinciale, nella zona e non posso avere una visione generale. Tuttavia sono felice e soddisfatto e sarei pronto a confrontarmi con altri lavori più in là.
Proprio per quanto riguarda la scena nazionale: a quali artisti ti senti più vicino, più simile?
Per quanto riguarda la scena italiana non saprei proprio dire. Cioè, ho preso molto da tutto ciò che ho ascoltato ma alla fine le mie canzoni sono sempre dei lavori personali, non ho un nome in particolare da dire.
Neanche qualche artista un po' più classico che ti ha influenzato?
Beh, sì. Sicuramente De Gregori, De Andrè, i cantautori italiani un po' più datati insomma. Ho preso un po' di sound che ho sentito qui e là: il folk americano si sente senza dubbio nel mio disco, ma non è preponderante. È un po' un miscuglio di tutto, come ho già detto Alien Passengerè un album molto personale, la maggiore ispirazione viene da me stesso.
Parliamo un po' del disco, come si lascia intendere dal nome, il tema sembra essere quello del viaggio e del viaggiatore, quanto c'è di autobiografico?
C'è tantissimo, probabilmente quasi tutto. Con Alien Passenger parliamo del viaggio e del viaggiatore, ma è come se viaggiassero all'interno di noi. Vuol dire che, secondo me, all'interno di noi stessi abbiamo dei forestieri che è come se ci portassero a conoscere e cercare nuovi obiettivi. In ogni canzone è come se un estraneo viaggiasse dentro di me, è tutto un percorso, è come se ci fossero otto estranei, otto forestieri, uno per ogni canzone. È molto intimo come tema, anche se lo vediamo dal punto di vista esterno, perché alcuni brani sono dedicati a storie di migrazioni, ma, di base, si tratta di un viaggio interiore.
C'è un brano in particolare che senti più tuo?
Hope #232.
Perché proprio questo?
Per scrivere questo brano mi sono inspirato molto alla storia del mio trisavolo che è andato in Louisiana intorno alla metà del 1800. Sento questa traccia molto personale, è come se fosse un intreccio di storie: da una parte una mia vicenda interiore e dall'altra un evento che posso trovare nei miei libri di storia, nelle mie radici. È questo connubio che mi fa amare questo brano.
Ho notato che, fra i brani, forse Caffelatte e foglie rosse è quello che possiamo definire più discografico, radiofonico insomma. È una scelta volontaria?
Guarda puoi dire anche commerciale (ride, ndr). Beh, sì, sicuramente sono d'accordo, ma non è assolutamente volontario, personalmente non scrivo mai un brano a tavolino. Questo brano è nato in cinque minuti, ho davvero perso l'autobus quel giorno, e meno male a questo punto (ride, ndr), perché è venuto fuori questo. È stato anche preso per un contratto semestrale da un'etichetta romana e ha fatto undicimila visualizzazioni su youtube in una settimana. A quanto pare è un brano che può funzionare.
Un'ultima domanda ormai di rito: dopo questo disco? Ovviamente suonarlo e portarlo in giro, ma ci sono altri progetti in cantiere?
Beh, a parte le presentazioni e suonare tanto, vedremo. Voglio cercare sempre di andare oltre, ma voglio anche continuare a fare ciò che sto facendo. Voglio lasciare tutto le porte aperte, se ci sarà da viaggiare si viaggerà, in questo momento devo riequilibrare tutto e poi continuare sempre dritto per come, d'altronde, ho sempre fatto.
Perfetto, grazie del tempo che ci hai dedicato e complimenti per disco.
Grazie a voi, è stato un piacere.

Giuseppe Vignanello

BOUCHRA, online il video di "Blanc ou Noir" il singolo di debutto

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Bouchra Dibe (pronuncia: Bushra) è una giovanissima cantante nata a Tiznit in Marocco.

Fin da piccola ha manifestato una grande passione per la musica e un forte desiderio di cantare che si è presto concretizzato grazie al suo impegno costante. Infatti, dopo un primo periodo passato a registrare e pubblicare cover che le hanno permesso di crearsi una sua dimensione sul web e una solida fanbase, la vera svolta è arrivata grazie all’incontro con Francesco De Benedittis, autore e produttore italiano, che ha scritto insieme ad Antonio Toni appositamente per lei Blanc ou Noir.
Questa canzone rispecchia alla perfezione la personalità di Bouchra e segna ufficialmente l’inizio del suo percorso discografico.

“E’ cominciato tutto casualmente ma poi ho capito che era lì dove volevo andare, il francese mi appartiene perché è la mia seconda lingua ed è stato naturale scegliere di partire con questa canzone così bella e speciale per me”.


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