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Arianna Ulian, il 1° romanzo "La questione dei cavalli" inaugura la collana Fremen diretta da Giulio Mozzi

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La questione dei cavalli, primo romanzo di Arianna Ulian, in uscita il 24 settembre, inaugura presso le Edizioni Laurana la collana di narrativa italiana «fremen», curata da Gulio Mozzi. «I Fremen», ricorda Mozzi, «sono al centro di Dune, il famoso ciclo di romanzi di Frank Herbert: il popolo che vive negli enormi spazi aridi del pianeta Arrakis. I Fremen hanno fatto del deserto, temuto da tutti e da tutti ritenuto inabitabile e disabitato, la propria casa, la propria risorsa, la propria forza». Il romanzo, come scrive Dario Voltolini nella postfazione, è ambientato in «una Venezia che nessuno si poteva aspettare: una decisa liquidazione di ogni stereotipo, di ogni immagine prefabbricata»; ed è «una prova autoriale che merita il più grande rispetto». Arianna Ullian racconta con assoluta naturalezza – e con una lingua impeccabile – una storia impossibile.

Mr. C., un visionario regista canadese, sceglie Venezia come ambientazione per il sequel del film western Il mio nome è Nessuno. «Lo sbarco a Venezia», spiega a un giornalista, «è seriamente l’impresa da leggenda che manca a Jack Beauregard», coprotagonista – interpretato da Henry Fonda – del film di Tonino Valerii. È giugno: attori e tecnici sono pronti per iniziare le riprese, ma una catena di errori, omissioni e storture burocratiche complica lo sbarco dei sette cavalli che sarebbero dovuti comparire nelle riprese. L’afa rende l’attesa opprimente. Corrono voci, fomentate da un giornalista locale, che collegano la presenza della troupe in città ad alcuni eventi inquietanti: una moria di pesci in laguna e una strana muffa rosa sui muri delle case.

Angelo, giovane direttore tecnico di origine italiana, e la sua collaboratrice Sarah tentano di mediare fra le esigenze della produzione e le posizioni sempre più pressanti di alcuni residenti; ma la tensione cresce fino a quando un gruppo di comparse aderisce così tanto al proprio ruolo da impossessarsi dei costumi da cowboy e battere la città come un Mucchio Selvaggio. 

Un bambino che tutti conoscono come Momo, figlio di genitori separati e in terapia presso uno psicologo, il dottor Lastra, forse più per i timori della donna che per la sua particolare personalità, osserva i movimenti delle persone e delle cose e li collega alle mezze frasi che sente dai genitori, dalle bambine più grandi, a scuola. La sua sensibilità lo rende un bambino speciale, adorato dai coetanei, capace di sentire le emozioni degli altri; anche quelle dei cavalli, scoperti malati e stallati provvisoriamente sull’isola di San Secondo. I cavalli diventano la sua fissazione: li sogna, percepisce il loro dolore. Momo sente che sono in pericolo e decide di scoprirne il destino a tutti i costi, anche sottraendosi alla sorveglianza dei grandi.

Attraverso la vicenda dei cavalli, protagonisti inermi che subiscono le volontà e i capricci dell’uomo, Arianna Ulian conduce il lettore in una Venezia insolita e distopica, governata da un’amministrazione esitante tra regolamenti, norme, divieti e deroghe; e ogni volta «c’era qualcuno che alzava le spalle e diceva: qua, è un Far West». E come i protagonisti dei film americani, così si muovono anche i veneziani, con quel loro incedere “da pistoleri” che li rende adatti per il ruolo di comparse in questo western da laguna: «Chi si muove così, si nota», osserva Angelo: «Non tocca contro nessuno e contro niente, stabilisce la velocità del proprio passo e la mantiene scartando gli ostacoli. Ha la schiena dritta, lo sguardo che anticipa il percorso. Sale scende volta gira. Se rallenti quel movimento, se lo segmenti fino a farne attitudine corporea. Sì, sono cowboy».

Nella polifonia del romanzo si intrecciano la narrazione al tempo presente dei fatti, le interviste raccolte – qualche tempo dopo i fatti – da una giornalista animalista, lo sguardo di Momo sui grandi, sulla città e sugli animali; e la voce dei cavalli stessi, un «esperanto creaturale» (Gilda Policastro, in «Repubblica»), spesso resa in versi che ricordano certi poemetti del primo Antonio Porta (Aprire, Come se fosse un ritmo): «la curva più bella del collo /  le code e le spalle /  vedemmo mutare / ma non sapevamo // girava la luce del giorno / tornava l’odore di sera / il fieno cattivo lasciato / sul bordo dell’acqua / e fili di erba di sale / e luridi stracci fluttuare // con soffi gentili / con bussi di teste accaldate / abbiamo sospinto le schiene / vicini stavamo / abbiamo provato chiamare […] l’uomo-paura parlava / ciascuno ci ha nominati / ricordo di donna era il nome / con questo ci ha sempre chiamati // ma non il ricordo / ci ha fatti svegliare / invece più lenti più laschi / noi siamo affondati / nei giorni passati // abbiamo iniziato morire».

L’AUTRICE

Arianna Ulianè nata nel 1975. Vive a Venezia in sestiere Cannaregio. È laureata in filosofia. Ha una formazione musicale. Ha lavorato come sound designer. Attualmente insegna arte e musica in una scuola elementare. La questione dei cavalliè il suo primo romanzo.

LA COLLANA

La collana fremen - diretta da Giulio Mozzi

Il lavoro editoriale di Giulio Mozzi, fin dalla collana «Indicativo presente» pubblicata presso Sironi – che ha diretto dal 2002 al 2008: nella quale esordirono tra gli altri Laura Pugno, Nicola Gardini, Maurizio Torchio, Giorgio Falco, e nella quale pubblicarono Marosia Castaldi, Vitaliano Trevisan, Giuseppe Caliceti  – si caratterizza per la curiosità verso le scritture non conformi e le narrazioni formalmente innovative. Nella collana fremen Mozzi intende proseguire su questa linea, proponendo opere – opere prime, ma non solo – che si offrano, in virtù della loro bellezza, come alternative al “romanzo ben fatto”.


Arianna Ulian

La questione dei cavalli

ISBN 978-88-3198-461-4

Collana fremen

Pagine 292

Formato 12x19 cm

Prezzo € 18



Ornella Vanoni, in uscita due collezioni imperdibili in vinili e cofanetto

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Due eleganti, imperdibili collezioni per tutti i fan di Ornella Vanoni, vengono pubblicate il 26 settembre (in occasione del Record Store Day) e il 25 settembre, su etichetta Nar International e distribuzione Warner Music: un doppio vinile in edizione limitata e un cofanetto con 4 cd che raccolgono non solo i più grandi successi degli anni d’oro della carriera della grande artista italiana, ma anche quelli in collaborazione con i più importanti musicisti jazz di sempre.

La prima uscita si intitola “ORNELLA &... (DUETTI, TRII, QUARTETTI)”, ed è un vero e proprio omaggio di Ornella alla musica e alla cultura jazz. Viene pubblicata il 26 settembre, in occasione del Record Store Day 2020: una raffinatissima ristampa in edizione limitata di due LP - 12’’ 180 gr., per la prima volta in vinile bianco e blu. Questo doppio album, uscito originariamente nel 1986, ideato e prodotto da Sergio Bardotti, contiene grandi classici italiani (tra cui Amarsi un po’, Chissà se lo sai, Il mondo, Poesia, Sì viaggiare, La donna cannone, Ancora, La notte dell’addio, Occhi di ragazza, Se stasera sono qui, Canzone per te, E penso a te) reinterpretati dall’artista assieme ad alcuni dei migliori musicisti jazz del panorama internazionale: George Benson, Michael Brecker, Randy Brecker, Ron Carter, Eliane Elias, Gil Evans, Steve Gadd, Herbie Hancock, Chris Hunter, Lee Konitz e Herbie Mann. “ORNELLA &…”  era stato arrangiato da Mike Abene e registrato negli Stati Uniti presso lo Studio Broadway Productions di Englewood (New Jersey,). “ORNELLA &... (DUETTI, TRII, QUARTETTI)” sarà disponibile nei migliori negozi di dischi aderenti al Record Store Day 2020 (la lista completa è disponibile sul sito https://recordstoredayitalia.com/Home). La pubblicazione sarà eccezionalmente disponibile anche in formato CD, nei migliori negozi di dischi e sui principali store online.

 

Il 25 settembre esce un’altra imperdibile collezione, il cofanetto “OGGI LE CANTO COSÌ - VOL. 1,2,3,4”, la raccolta completa delle quattro straordinarie compilation “Oggi le canto così” originariamente pubblicate nel 1979, 1980 e 1982, e ora per la prima volta raccolte in un unico box formato CD da collezione, con una grafica del tutto inedita.

Il primo volume raccoglie i maggiori successi della Vanoni pubblicati da Ricordi e Ariston fino al 1979, tra cui Domani è un altro giorno, L'appuntamento, Tristezza (per favore va via), Albergo a ore, Un'ora sola ti vorrei, La musica è finita. Il secondo volume è dedicato a Paoli e Tenco: ad eccezione de “Il cielo in una stanza” qui proposta per la prima volta, contiene alcuni loro pezzi che Ornella aveva già inciso nella sua carriera, tra i quali Senza fine, Che cosa c’è, Mi sono innamorata di te, Vedrai vedrai, Lontano lontano. Il terzo volume, del 1982, contiene “Le canzoni della mala”, qui riarrangiate. Infine conclude la serie il volume 4 con le reinterpretazioni di altri grandi successi della cantante, tra i quali Dettagli, Una ragione di più, Eternità, Io ti darò di più, ma anche Resta cu’mme e Roma nun fa’ la stupida stasera.

 

 

Official Artist Channel

http://www.ornellavanoni.it/

https://www.facebook.com/ornellavanoniofficialpage

https://www.instagram.com/ornellavanoniofficialpage/

https://twitter.com/OrnellaVanoni

INCONTRI D’ARTE: ELISABETTA ROGAI, UNA RAFFINATA INNOVATRICE

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Nel periodo che stiamo vivendo c’è - fra gli altri - un paradosso: il Sars-Cov2 - affermano da più parti - ha messo in crisi il sistema economico derivante dalla globalizzazione. Nulla sarà come prima, come se il mondo aperto e denso di spostamenti cui siamo stati abituati stesse per tornare indietro, in una condizione precedente. Ma si registra anche una conseguenza positiva, quella di far riscoprire l’arte come valore aggiunto nella nostra vita e il suo valore economico,  molti italiani infatti hanno riscoperto il desiderio di circondarsi di arte e bellezza, per rendere quello che ci circonda più piacevole.

Incontriamo l’Artista fiorentina Elisabetta Rogai, famosa in tutto il mondo e  conosciuta per tante importanti opere come l’Affresco celebrativo eseguito per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze ed una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore Aeronautico al Presidente della Repubblica, il Drappellone del Palio di Siena del 2015, la pala a tecnica di affresco alla Pieve Romanica di San Pietro in Bossolo, nel 2015 insignita del titolo di “Accademica all'Accademia delle Arti del disegno” l'accademia più antica del mondo che vide iscritti, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Nel 2011 la sua scoperta, EnoArte, la tecnica registrata di dipingere con il vino.  al posto dei colori

 

Quali sono le sue quotazioni?

 

Attualmente dai 12000 ai 15000 euro per un'opera di misura  70x100

 

Che  cos'è che determina la valutazione di un'opera?

 

Le commissioni pubbliche, le acquisizioni in collezioni private di rilievo, la risonanza nazionale e internazionale riscontrata sui media, le acquisizioni da parte di amministrazioni comunali o statali e non ultima l'innovazione.

 

Chi decide le quotazioni?

 

Nel mio caso è stato il referente di una casa d'aste e nella fattispecie Iacopo Antolini, allora responsabile del dipartimento di arte moderna e contemporanea della Pandolfini Casa d'Aste. Nel 2013 Chianti Banca chiese di fare una verifica sul  valore delle mie opere volendo acquisire alcuni miei dipinti.

 


Nel suo caso che cosa ha contribuito a fare salire le sue quotazioni?

 

Vede, le mie tele 70x100 ad esempio, nel 2012 avevano un valore di 5.000 euro, poi c'è stato il consolidamento dell'EnoArte, la tecnica registrata di dipingere con il vino, che ho inventato nel 2011, l'esecuzione del Drappellone del Palio dell'Assunta a Siena del 2015, anno dell’Expo, ritratti commissionati da personaggi di rilievo, affreschi acquisiti da fondazioni bancarie per luoghi storici come pievi romaniche, mostre in luoghi istituzionali ed entrare in piattaforme per l'innovazione, come è accaduto per Audi: sono nel loro progetto di Innovative Thinking.

 

Le quotazioni valgono solo per le opere wine made?

 

Assolutamente no, le quotazioni valgono per tutte le mie opere eseguite con tutte le tecniche e su tutti i supporti, ovviamente delle dimensioni di riferimento.

 

È soddisfatta del suo lavoro?

 

Molto, ma ritengo di avere ancora tanto raccontare. Sono una curiosa ricercatrice, sperimentatrice, sempre volta al dinamismo. Non amo sedermi sugli allori, in fondo, come dico io, il bello deve ancora venire.

 

Diciamo allora che sotto le vesti di signora “bene” si cela in realtà un'eccentrica, raffinata innovatrice.

 

www.elisabettarogai.it

 

38° Annecy Cinéma Italien, fino al 27 settembre in Francia lo storico appuntamento dedicato al cinema italiano

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Annecy Cinéma Italien, il più importante appuntamento internazionale interamente dedicato al cinema italiano, torna dal 21 al 27 settembre con un'edizione ibrida - in programma nelle sale del capoluogo dell'Alta Savoia e online in tutta la Francia e in Svizzera grazie alla piattaforma streaming sviluppata in collaborazione con FestivalScope e Shift72 - che testimonia la volontà del festival di continuare a essere, pur tra le molte difficoltà di questi tempi incerti, ciò che è sempre stato nei suoi 38 anni di storia: il luogo privilegiato della conoscenza e della promozione del cinema italiano oltralpe.

«È stato un anno difficile, inutile nasconderlo - spiega il direttore artistico Francesco Giai Via - e ci troviamo oggi in uno strano limbo dove luoghi e gesti familiari si sovrappongono ad un nuovo mondo, dal quale vorremmo tutti uscire il prima possibile. Anche il cinema e il festival, da sempre per noi luoghi di incontro e condivisione, sono stati profondamente colpiti dalla crisi sanitaria. Questa 38. edizione sarà per forza di cose diversa, ma sono certo che sapremo trovare ugualmente insieme quel calore e quell'atmosfera di curiosità e scoperta che anima il nostro lavoro e quello dei registi, interpreti e produttori che hanno deciso di supportarci e di condividere con noi un'avventura inedita».

7 le sezioni in cui si articola il programma, a cominciare dal CONCORSO dove, accanto a due titoli appena premiati all'ultima Mostra di Venezia come Padrenostro di Claudio Noce e I predatori di Pietro Castellitto, trovano spazio opere spesso molto applaudite nei festival di tutto il mondo ma meno conosciute – se non del tutto inedite – per il pubblico italiano: Faith di Valentina Pedicini, Palazzo di giustizia di Chiara Bellosi, L’Agnello di Mario Piredda, Rosa Pietra Stella di Marcello Sannino, Simple Women di Chiara Malta e Punta Sacra di Francesca Mazzoleni. Un totale di otto film in perfetto equilibrio di genere, con cui il festival è felice di aderire agli obiettivi di 5050x2020. Ad assegnare i premi per il miglior film e la migliore regia sarà una giuria composta dalla giornalista Yael Hirsch e dai registi Beniamino Barrese e Gianluca e Massimiliano De Serio.

E ancora: la sezione PRIMA, che mostrerà in anteprima al pubblico alcuni titoli che arriveranno nelle sale francesi nei prossimi mesi, a cominciare dai film di apertura (Volevo nascondermi di Giorgio Diritti) e di chiusura (Notturno di Gianfranco Rosi, preceduto dal cortometraggio d’esordio di Jasmine Trinca, BMM – Being My Mom), e poi Tolo Tolo di Checco Zalone, Hammamet di Gianni Amelio, Figli di Giuseppe Bonito, Il mio corpo di Michele Pennetta, Spaccapietre dei fratelli De Serio.

Temi sociali e civili sono al centro dei due documentari che compongono la sezione ITALIANI BRAVA GENTE, Marco Polo di Duccio Chiarini e Fuori tutto di Gianluca Matarrese, mentre in ACI GIOVANI trovano spazio Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani e One More Jump di Emanuele Gerosa.

Con VIAGGIO IN ITALIA il festival apre invece una finestra speciale dedicata all'opera di Corso Salani, nel decimo anniversario della sua scomparsa, in collaborazione con l'Associazione Corso Salani, la Cinémathèque Suisse de Lausanne e Vivo Film. Attore, sceneggiatore e soprattutto regista, Corso Salani, ancora poco conosciuto in Francia, è stato un precursore dell autofiction cinematografica, capace di osservare e rielaborare la realtà con una forza poetica rara. Ad Annecy si vedranno due capitoli del ciclo “Confini d’Europa”, Imatra, Premio speciale della giuria a Locarno nel 2007, e Yotvata, e altri due titoli, il cortometraggio Tracce e Mirna.

Inoltre, in VIAGGIO IN ITALIA - Au-delà des frontières, anche gli ultimi lavori di due filmaker tra i più originali del panorama indipendente italiano, Fabrizio Ferraro e Luca Ferri, di cui saranno proiettati  Checkpoint Berlin e La casa dell’amore.

Infine gli omaggi: ad Alberto Sordi e Federico Fellini, nel centenario delle nascite, con le proiezioni di Lo scopone scientifico di Luigi Comencini e Le notti di Cabiria.

Annecy cinéma italien è organizzato da Bonlieu Scène nationale, è realizzato grazie al sostegno delle istituzioni francesi: Annecy, Haute-Savoie le Département, la Région Auvergne-Rhône-Alpes, con il riconoscimento del MiBACT - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, con il sostegno di Istituto Luce Cinecittà, Rai Cinema, Istituto Italiano di Cultura Parigi, Ministero degli Affari Esteri, Istituto Italiano di Cultura Lione, Consolato Generale d'Italia Lione, con la collaborazione dell'Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello.

Foto: il manifesto del festival, realizzato da Emiliano Ponzi.

Caterina Civallero presenta il libro “Il mio gemello mai nato” scritto insieme a Maria Luisa Rossi

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«Confesso che da adolescente non mi fu subito chiaro che avevo per le mani una dote da allenare: ero ingenuamente convinta che tutti avessero passione per la scrittura e la lettura; fu un’amara delusione quando mi resi conto di essere una delle poche persone che preferiva stare a casa a leggere un libro piuttosto che uscire per andare a ballare in discoteca.» (Caterina Civallero) - di Andrea Giostra

Ciao Caterina, benvenuta e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori? Chi è Caterina scrittrice?

È una donna appassionata, curiosa, talvolta irriverente e dissacrante, ironica, ma anche dolce, romantica, capace di muoversi nel Rinascimento o nel futuro a seconda se alle prese con un romanzo o con un saggio. Parlando di me in prima persona amo definirmi organizzata e disponibile all’ascolto, dote quest’ultima che ho ereditato non so bene da chi, tenendo conto che sono cresciuta in una famiglia rumorosa che aveva tanto da esprimere. Spesso mi si chiede come io riesca a saper ascoltare con tanta attenzione e pazienza, e allora io rispondo: “basta tenere la bocca chiusa mentre l’altro parla, senza mai smettere di guardarlo negli occhi”.

…chi è invece Caterina donna nella sua quotidianità?

Sono una donna pratica, figlia d’arte per la parte che mi ha condotta alla mia professione ufficiale: sono Consulente alimentare e Facilitatrice di Psicogenealogia junghiana. Ho senso dell’umorismo e sono ironica, amo la natura e chiamo i fiori con il loro nome: conosco un numero incalcolabile di specie botaniche e le loro peculiarità. Trovo sia essenziale conoscere i dettagli di ciò che ci circonda, sono una grande osservatrice e ho sviluppato un certo sesto senso che mi consente di anticipare lo sviluppo degli eventi. Questa caratteristica mi aiuta molto nella messa a fuoco dei personaggi dei miei racconti. 

Qual è la tua formazione professionale e letteraria? Ci racconti il percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?

Sono scrittrice quasi per caso, oserei dire. La mia formazione è di carattere scientifico, e mi ha portata a pubblicare, inizialmente, saggi scritti a quattro e sei mani su La sindrome del gemello. A ottobre 2020 uscirà La porta d’oro, un saggio scritto con Maria Luisa Rossi e Davide Baroni sulle origini dell’immortalità; si tratta del mio quarto saggio scritto con altri ricercatori indipendenti. Amo scrivere da sempre, per rispondere alla tua domanda; da bambina ho iniziato a parlare tardi ma ho sempre avuto ben chiaro che scrivere è fra tutte le forme di espressione la mia preferita: quando scrivo ho accesso a una parte di me che nel parlare resta celata dalla necessità di stare in un tempo consono. Mentre lascio libero sfogo alla mia fantasia sono capace di scrivere per ore senza accorgermene e la mole di parole e discorsi che posso esprimere è senza limite. Durante la stesura del mio storytelling Certe cose capitano solo a te, pubblicato a Luglio del 2020 in coincidenza con il mio compleanno, ho esplorato la modalità letteraria epistolare tipica di molti libri. Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin, nel 1818 scelse questa forma per comporre la sua famosissima opera intitolata Frankenstein; rifacendomi a quegli autori che usano questa forma ho dato vita a un racconto che mescola passato e fantasia con assoluta armonia. Amo sperimentare e sono certa che in futuro intraprenderò esperimenti letterari innovativi, senza perdere di vista le origini che hanno permesso alla nostra lingua di diventare fra le più apprezzate in campo letterario. 

Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?

Da bambina, per l’appunto. Se volevo che i miei genitori capissero le mie esigenze, dovevo scrivere. A parole otteniamo molto meno di ciò a cui aspiriamo. Senza rendermene conto divenne una pratica quasi quotidiana che mi portò a stilare testi complessi quando ancora ero un’adolescente. Confesso che non mi fu subito chiaro che avevo per le mani una dote da allenare: ero ingenuamente convinta che tutti avessero passione per la scrittura e la lettura; fu un’amara delusione quando mi resi conto di essere una delle poche persone che preferiva stare a casa a leggere un libro piuttosto che uscire per andare a ballare in discoteca. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua ma cercai di sopravvivere a quella solitudine che ebbe come risultato di spingermi a leggere ancor di più. 

Ci parli del tuo libro, “Il mio gemello mai nato”, scritto insieme a Maria Luisa Rossi? Come nasce, qual è il messaggio che volete che arrivi al lettore, quale la storia che ci raccontate senza ovviamente fare spoiler?

Difficile "spoilerare" un tema che a oggi ha necessità di essere ancora approfondito: Il mio gemello mai natoè stato seguito da Modalità Gemellare e Doppi per essere uniciper arrivare a completare, solo in parte, la sua missione, ovvero spiegare alle persone, con un linguaggio semplice, quale dinamica biologica condizioni il concepimento del 98% delle persone. Veniamo concepiti in forma gemellare e nasciamo soli: questa scoperta, figlia della fine degli anni ’80, ha ristrutturato le fondamenta di grandi appendici: psicologia, pedagogia, psichiatria e chirurgia concordano sull’importanza che il gemello non nato, conosciuto da molti come il gemello scomparso, superstite, evanescente o parassita ha nella nostra vita. L’imprinting che ci viene offerto nel nostro primo nido di vita lascia un’orma davvero determinante al fine del nostro sviluppo psicobiologico e ci orienta, quasi fosse una bussola, nelle relazioni interpersonali. Comprendere la sindrome del gemello che resta, come è definito nel sottotitolo del libro, vivendo il gemello come una fonte energetica ed elettromagnetica, apre le porte alla presa di coscienza e all’integrazione del nostro potenziale vitale. Una grande scoperta, quindi, che influenzerà l’umanità in genere. 

Chi sono i destinatari che avete immaginato mentre lo scrivevate?

Le persone di tutto il mondo, mamme, donne e uomini, genitori e figli, terapeuti e pazienti. Sentivamo la necessità di produrre testi semplici da consultare, evocativi, chiari e comprensibili: per questo motivo i nostri libri contengono le testimonianze delle persone che ci hanno contattate chiedendoci di parlare delle loro esperienze; inoltre abbiamo deciso di scrivere la storia di personaggi famosi per spiegare quale fosse il loro rapporto, tacito o manifesto, con la gemellarità incompiuta. Cantanti, attori, registi, performers, imprenditori di successo, sono descritti nei nostri testi con grande accuratezza al fine di permettere a tutti una chiara identificazione con la sindrome.

Una domanda difficile Caterina: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Il mio gemello mai nato”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.

Sono certa che le domande precedenti abbiano gettato una certa curiosità. Per chi non avesse ancora sentito l’impulso di cercarlo, potrei aggiungere che Il mio gemello mai natoè un libro cardine per pacificare gli stati emotivi che ci portano a reiterare schemi relazionali, o lavorativi, insani.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Ringrazio la collega Maria Luisa Rossi, sono dell’idea che sia impossibile scrivere un libro sulla sindrome del gemello da soli. In due ci si specchia, ci si stimola e sostiene. Scrivendo a quattro mani si ha modo di sperimentare e verificare. La ricerca del materiale necessario per la stesura del libro avrebbe richiesto anni di lavoro. In due, aiutate dal proprio potenziale gemellare integrato, abbiamo catalizzato velocemente riuscendo a scrivere, in soli tre anni, quattro libri. 

Nella tua attività letteraria hai pubblicato altri libri o romanzi? Ci racconti quali sono, di cosa trattano e quale l’ispirazione che li ha generati?

Ho pubblicato Amapola e la finestra magica.Favola per grandi che vogliono crescere; Madagascar. Un viaggio per liberare due cuori; Figli della terra. Il canto di Nosy Be; Certe cose capitano solo a te; Realizzo il mio sogno. Creo Scrivo Pubblico, scritto con Alessandro Zecchinato, che ha recentemente pubblicato Qualche sottile differenza. Parte prima. È uscito da poco Un sorso e un morso e a Ottobre uscirà La porta d’oro di cui parlavo prima. Li ho scritti in ordine cronologico e sono rispettivamente un libro di narrativa iniziatica adatto a tutti, un romanzo ispirato a una storia vera scritto grazie all’aiuto del Dottor Antonio di Natale responsabile scientifico dell’Acquario di Genova, una raccolta di racconti scritta grazie all’aiuto di Luciano Uboldi che all’epoca della stesura era il Console del Madagascar. Certe cose capitano solo a te è stato scritto durante il lock-down dopo che ho aiutato dieci donne che si sono conosciute sui social a pubblicare una raccolta di racconti che ha permesso loro di realizzare il sogno di diventare autrici; il libro si intitola Donne e un Filo di Seta– Dal Social al libro −.Questi libri hanno tutti avuto origine da storie vere, vissute in prima persona o raccontate da persone che ho incontrato nella vita, con cui ho condiviso momenti speciali. L’ispirazione che mi porta a scrivere nasce sempre dal quotidiano che spesso sa essere più incredibile della fantasia più sfrenata.

«Quando la lettura è per noi l’iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa, così che la verità non ci appare più come un ideale che possiamo realizzare solo con il progresso interiore del nostro pensiero e con lo sforzo del nostro cuore, ma come qualcosa di materiale, raccolto infra le pagine dei libri come un miele già preparato dagli altri e che noi non dobbiamo fare altro che attingere e degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Qual è la riflessione che ti porta a fare questa frase di Marcel Proust sul mondo della lettura e sull’arte dello scrivere?

Che il confine sottile fra realtà e fantasia possa, in certe condizioni, assottigliarsi fino a divenire impercettibile. Dovremmo aprire un dibattito sul concetto di realtà ma temo si farebbe notte. Proust sapeva il fatto suo come ogni scrittore che, impugnando la penna con coerenza, meriti questo termine. 

«Nei tempi andati la vita degli scrittori era più interessante di quello che scrivevano. Al giorno d’oggi né le loro vite né quello che scrivono è interessante.» (Charles Bukowski, “Pulp. Una storia del XX secolo”, Giangiacomo Feltrinelli Ed., 1995, Milano, p. 52). Ha ragione Bukowski a scrivere queste cose a proposito degli scrittori contemporanei? Cosa ne pensi in merito?

Il grande Bukowski! Certo che no, ma come potrei dargli torto. La sua affermazione però è priva di contesto e scollare una definizione dal suo contenitore è come gustare una fragola senza i suoi piccoli semi. Se dovessi basarmi sulla mia esperienza direi che se dovessi scrivere della mia vita non me ne basterebbero tre.

«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Qualche secolo dopo Marcel Proust dice invece che: «La lettura, al contrario della conversazione, consiste, per ciascuno di noi, nel ricevere un pensiero nella solitudine, continuando cioè a godere dei poteri intellettuali che abbiamo quando siamo soli con noi stessi e che invece la conversazione vanifica, a poter essere stimolati, a lavorare su noi stessi nel pieno possesso delle nostre facoltà spirituali.»(Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905 | In italiano, Marcel Proust, “Del piacere di leggere”, Passigli ed., Firenze-Antella, 1998, p.30). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto, come dice Cartesio, oppure è “ricevere un pensiero nella solitudine” come dice Proust? Dicci il tuo pensiero…

Credo sia la somma e la moltiplicazione di entrambe i pensieri: leggo nella mia solitudine i pensieri dello scrittore e ingaggio con esso un dialogo magico e unico. Solo io so cosa intendeva comunicare, solo a me ha comunicato quelle cose. 

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?

Gianni Rodari con C’era due volte il Barone Lambertoè stato il primo autore letto d’un fiato senza interruzioni; ho amato molto Italo Calvino, Giovanni Pascoli, Carlo Cassola, Grazie Deledda, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Chiara Gamberale. Come non citare Jane Austen, Shelley, Byron, Wilde, Lawrence, Orwell, Shakespeare, Virginia Woolf,poi mi sono spostata più a est e ho incontrato Dostoevskij, Tolstoi, Checov, Banana Yoshimoto, Haruki Murakami, Durian Sukegawa. Fra gli autori francesi amo Dumas, De Sade, Hugo, Flaubert, Balzac, George Sand, Barbery, Pennac. Non potrei scordare Omero, Giulio Verne, Emilio Salgari, Hanckok, Mellville, Gabriel García Márquez, Isabel Allende, Marcela Serrano, Carlos Ruiz Zafón, Mauro Biglino, Davide Baroni. Potrei fare una lista da qui al fondo dello spazio che mi è consentito, con il rischio di dimenticare involontariamente qualcuno. 

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere questa estate dicendoci il motivo del tuo consiglio.

Italo Calvino con Il barone rampante: se si ama l’Italia non si può mancare di leggere questo romanzo basato sull’ostinazione e sull’onore. Una ripassata al concetto di dignità e determinazione, almeno una volta nella vita, ci vuole. E poi Estasi culinarie della Mariel Barbery che molti conoscono per il suo secondo testo L’eleganza del riccio, da cui è stato tratto un film che ne è il prosieguo. Immancabile La casa degli spiriti di Isabel Allende. Appassionato, sanguigno, vigoroso: uno spaccato di vita che non possiamo mancare di gustare. Come vedi sono titoli e autori molto diversi fra loro ma c’è una stretta relazione che li rende simili: lo stile e l’audacia degli autori che, benché appartengano a epoche differenti, conducono il lettore a esplorare territori emotivi basilari. 

E tre film da vedere assolutamente? Perché proprio questi?

Le ricette della signora Toku della regista e sceneggiatrice Naomi Kawase, tratto dal romanzo omonimo scritto da Durian Sukegava: vi stordirà di emozioni. È un film molto particolare che utilizza le “Quattro fasi”, una tecnica di scrittura che insegno nei miei corsi di scrittura consapevole. Sicuramente nel cocktail cinematografico non può mancare il pluripremiato Lezioni di pianoscritto e diretto da Jane Campion, con la splendida colonna sonora di Micheal Nyman. Un film come questo resiste nel tempo. Pensa che ha ispirato un gran numero di persone che hanno portato la storia della protagonista Ada come argomento di Tesi di Laurea in Psicologia. Favoloso! Ultimo, ma solo per caso, Un’ottima annata di Ridley Scott, la cui sceneggiatura non originale è tratta dal romanzo omonimo di Peter Mayle. Il film narra la trasformazione, e poi l’evoluzione, del carattere di un giovane che cresce senza genitori sotto la tutela di uno zio apparentemente vizioso e goliardico. Gli eccessi e le virtù respirate durante l’infanzia, unite alla cicatrice emotiva di sentirsi orfano, sapranno renderlo spietato e cinico. Il tempo, come per un ottimo vino, farà il resto: imperdibile!

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?

Mensilmente tengo on-line, su Zoom, un corso di scrittura in tre lezioni di due ore circa a cui segue un follow-up molto intenso che aiuta, chi sogna di arrivare a pubblicare un libro, a raggiungere il suo desiderio e realizzarlo. Sempre con la stessa cadenza organizzo la presentazione dei miei nuovi libri che normalmente avviene nella città di Torino e on-line. Nel cassetto ci sono tre opere a cui sto lavorando. Non credo di saper resistere fino al 2021 e nonostante entro ottobre saranno già usciti gli ultimi due libri in programma Un sorso e un morso e La porta d’oro credo che prima di Natale farò una sorpresa ai miei lettori. 

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?

Vorrei ringraziarli di aver letto fin qui. Molto spesso gli articoli lunghi vengono letti solo a metà. Solo gli audaci, i curiosi e gli appassionati arrivano fino in fondo alle cose.

 

Caterina Civallero

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VINO E WINE DESTINATION DECISIVI PER LA RIPRESA DEL TURISMO ITALIANO

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Trasformare cantine e denominazioni del vino in attrattori per i turisti italiani ed esteri ed acquisire visibilità strategica sui canali ufficiali online le priorità. Grazie al web, gli accessi nelle cantine torneranno presto ai 15 milioni e il business ai 2,5-3 miliardi registrati nel 2019

A differenza delle città d’arte, le wine destination con Montalcino e Barolo in primis, si sono riempite persino nell’estate 2020. A dirlo è Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata Cantine Aperte e prima portabandiera dell’enoturismo italiano. 

L’onda lunga del Covid infatti non ha favorito la fruizione di mostre e musei, teatri e monumenti d’arte al chiuso, ma ha lanciato virtualmente la sfida per operare una trasformazione delle denominazioni del vino in attrattori capaci di richiamare visitatori dall’Italia e dall’estero e, così facendo, rimettere in piedi il settore del turismo italiano.

“Perché la locomotiva vino trascini la ripresa – commenta Donatella Cinelli Colombini - bisogna che le grandi bottiglie ed i loro luoghi di produzione diventino molto più visibili, acquisendo spazio e rilevanza nei siti ufficiali del turismo dove attualmente sembrano desaparecidos. Devono diventare delle vere rockstar: Chianti, Prosecco e vini dell’Etna per esempio, sono calamite turistiche più potenti del Museo dell’Accademia, di Palazzo Vecchio o della Cattedrale di Monreale. Sarebbe opportuno che il Governo li utilizzasse mostrandoli on line, in TV, facendoli raccontare per radio e spingendoli con B2B e press tour. L’economia italiana ha bisogno del turismo e il turismo italiano può e deve tornare forte, ma per farlo ha bisogno del vino per recuperare slancio. Sono certa che i produttori italiani – conclude - siano pronti ad affrontare e vincere questa grande sfida”.

Una manovra che, se i luoghi dove nascono le eccellenze alimentari fossero organizzati come le cantine, potrebbe funzionare anche ad esempio con i forni del pane di Altamura, le cattedrali del prosciutto San Daniele o i profumatissimi magazzini di stagionatura del Parmigiano Reggiano. In Italia ci sono 25-30.000 aziende enologiche aperte al pubblico di cui il 96% con punto vendita, visita guidata e degustazione (dati ENIT 2020) e circa 8.000 con una vera organizzazione per la wine hospitality.

“Per questo il compito di battistrada nella ripartenza del turismo in Italia tocca al vino ai suoi meravigliosi territori e ai vignaioli che lo popolano e che ora devono accogliere i turisti anche la domenica, raccontando la propria storia in modo divertente in italiano e inglese”. Questo il commento di Donatella Cinelli Colombini ai dati dell’Osservatorio della Reale Mutua (elaborati da Nextplora) che rivelano quanto il turismo del vino entusiasmi anche gli italiani: il 38% desidera fare un’esperienza enoturistica in patria mentre uno su quattro non intende andare a visitare cantine estere prima di aver visto le nostre. Il 41% vede il vino come la punta di diamante del made in Italy, il 37% si ritiene appassionato di vino e attribuisce al nettare di bacco un ruolo determinate della convivialità (41%). Altissime le percentuali di chi è attratto dalla scoperta del mondo rurale (38%) e si sente appagato dalle esperienze legate alla visita dei territori del vino (44%) e dal contatto rilassante con la natura (27%). Si tratta di wine lovers che fanno turismo del vino soprattutto all’interno della propria regione (60%), come ha evidenziato l’ultimo rapporto dell’Osservatorio delle Città del Vino, il quale conferma con percentuali addirittura più altre (45%) l’attività enoturistica dei connazionali.

“Questi enoappassionati postano foto, video, pubblicano commenti trasformandosi in evangelisti virali delle bellezze golose del nostro Paese - aggiunge Donatella Cinelli Colombini, ribadendo come il web sia, da anni, il primo canale di diffusione dell’enoturismo. “Una capacità di ripartenza che può quindi trasformare il vino nel locomotore della riscossa turistica – termina -  come ha profetizzato Magda Antonioni Corigliano dell’Università Bocconi”.

Informazioni e programma dettagliato al sito www.cinellicolombini.it

Per maggiori informazioni

Casato Prime Donne, Montalcino - Fattoria del Colle, Trequanda SI  0577 662108 pr@cinellicolombini.it

VASCO BARBIERI: Esce il 25 settembre il nuovo album “THE TURTLE”

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Da venerdì 25 settembre disponibile nei negozi di dischi e in digitale “The Turtle” (Maqueta Records / Artist First), il primo album di Vasco Barbieri, con gli arrangiamenti di Francesco Santalucia e la direzione artistica di Fernando Alba. Inoltre, sempre lo stesso giorno, sarà in radio il nuovo singolo “Hey”.

 

“The Turtle” è un album che riunisce i momenti fondamentali della vita del cantautore romano, da quelli più oscuri in cui le canzoni arrivano per consolarlo e dargli forza, ai bivi che trova sulla sua strada. I brani del disco sono le colonne sonore dei suoi momenti di svolta della vita, li scrive e vuole condividerli per chi, come lui,  ha bisogno di essere consolato. Può sembrare un viaggio molto solitario, finché non ci si rende conto di essere invece diventati parte di qualche cosa di molto più grande.

 

La parola chiave per descrivere “The Turtle” ed il suo progetto musicale è “riscatto”, ovvero trovare finalmente la forza per tirare fuori le proprie potenzialità.

 

Questa la tracklist di “The Turtle”: “Yet”, “Believe”, “Stuck In”, “Occurs”, “Convert”, “Hey”, “Love Remains”, “A Little Bit Of Present”, “To Be Grabbed”, “Take It Easier”.

 

“Hey”, disponibile sempre dal 25 settembre in radio e digitale, invita a riprendere coraggio in se stessi e a non arrendersi mai, a insistere, a creare e disfare le proprie speranze.

 

A proposito del singolo,Vasco Barbieri commenta« “Hey” ha segnato il punto di svolta della mia rivoluzione personale. E’ stato un segnale di crescita artistica ed è arrivata in una fase in cui stavo perdendo di vista il mio obiettivo, ma grazie ad Hey è cominciato il processo di accettazione ed evoluzione del mio nuovo me. Ho scritto questa canzone in un momento di strana frenesia, una sorta di ansia mescolata all’ispirazione. Iniziai a improvvisare in La bemolle minore, così spontaneamente nacquero i primi accordi e le prime parole della canzone. Il testo che ne uscì fu sia una preghiera che un rimprovero, mi ricordava che facevo parte di qualche cosa di più immenso e dovevo fare la mia parte».

 

Venerdì 25 settembre alle 21.30, Vasco Barbieri sarà in concerto al live club “Le Mura” di Roma per presentare il nuovo album. Ad accompagnarlo sul palco ci saranno Vincenzo Tacci alla batteria, Fernando Alba alla chitarra, Agostino Casella al pianoforte e Gabriele Calanca al basso. Special guest della serata Noemi Smorra, anche lei artista della scuderia Maqueta Records.

 

 

Vasco Barbieri, compositore e filosofo, nasce la prima volta il 6 agosto 1985, la seconda volta il 30 aprile 1993,


dopo un coma, che lo riporta allo stato iniziale. A 7 anni torna a casa con gravi danni alla vista, si avvicina al pianoforte ed esegue ad orecchio “Caruso” di Lucio Dalla, senza aver mai suonato prima.

Da quel momento la musica diventa per lui un luogo e rifugio sicuro che gli permette di conoscere se stesso e costruire il suo nuovo mondo. A 9 anni i genitori lo mandano a studiare in America in una Music School nell’Ohio, in cui scopre per la prima volta la musica classica.

Successivamente studia 3 anni presso l’Actor Studio di Roma, dove si convince che la realtà sociale, come il teatro, si compone di un gioco di ruoli e di maschere. Proprio per questo motivo si iscrive alla facoltà di Filosofia e nel 2013 consegue la laurea.

Nel frattempo lavora come Web Designer e si esibisce in numerosi locali della scena romana. Durante uno dei suoi live viene notato dalla regista Sibilla Barbieri che lo presenta a Maqueta Records. L’etichetta discografica decide di pubblicare i primi singoli “A little bit of present” e “Convert”.

Il 15 maggio 2020, dopo la quarantena forzata, è uscito “Love Remains”, brano che parla di emozioni vissute che diventano tatuaggi sulla pelle dell’anima.

 

 

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RECmedia comunicazione e promozione

Triplo disco di platino per "Karaoke" canzone brutta di Boomdabash e Alessandra Amoroso

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Hit regina assoluta dell’estate 2020. Il travolgente successo di Karaoke di Boomdabash e Alessandra Amorosoè stato ufficialmente riconosciuto anche con il triplo disco di platino dalla FIMI/GFK.
Ottimo risultato, ma la canzone è proprio brutta, diciamocelo tranquillamente.

Il gruppo salentino sa sfornare successi e questo è senza dubbio un merito (Per un milioneè un brano davvero ben scritto e interpretato), ma "Karaoke" no. Così come il tormentone dell'estate scorsa "Mambo salentino" non era granché.

A 'sto punto sarà per la presenza di Alessandra Amoroso e della sua voce sgraziata, che urla e pure balla nei video mostrandosi in tutta la sua indiscussa bellezza e che sembra suggerire: "Guardate, ammiratemi! sono figa". 

E come ha commentato un utente di Facebook, la Amoroso è da due anni che mi rovina musicalmente l'estate. Colpa anche dei Boomdabash, anzi Boomdatrash.


I Tarocchi Nuovo metodo intuitivo, nuovo libro di Loredana F. Monti edito da Pruriversum

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Loredana F. Monti in questo libro illustra un metodo originale di lettura dei Tarocchi, in cui sono fuse assieme diverse interpretazioni seguendo il modo di pensare di 5000 anni fa e le libere intuizioni nate dal nostro inconscio. È un metodo facile da memorizzare, usato dall’autrice e perfezionato in decenni di pratica divinatoria.

L’AUTRICE
Loredana F. Monti nasce a Como nel 1964. All’età di 12 anni riceve in regalo il suo primo mazzo di Tarocchi: usarlo le viene istintivo e da lì nasce una passione che dura sino a oggi. Contemporaneamente, a scuola stringe amicizia con un suo compagno italo-egiziano, che si interessa di Magia e con il quale inizia i primi studi. Si dedica a tutto lo scibile: dalle varie tecniche divinatorie, alla Magia bianca, rossa e nera, ai Grimori, alla Telepatia, la Radioestesia, l’Astrologia. Frequenta il Liceo classico dove impara il latino e il greco antico, dedicandosi poi autonomamente all’ebraico, lingue spesso usate nei testi di occultismo. A 20 anni acquista la sua prima sfera di cristallo del diametro di 82 mm in un antico negozio di Magia a Parigi, vicino al Louvre. Continua la sua passione per l’esoterismo, ampliando poi le sue conoscenze con studi sulla mente umana e in particolar modo sull’inconscio. Raggiunge quindi il livello di Certified Master Hypnotist, di Master Practitioner di Comunicare con l’Inconscio, di Neuro-Linguistic Programming Master Practitioner, di Time Line Theraphy (tm) Master Practitioner, di Certified NLP Master Coach. Tieni corsi sulla sfera di cristallo, sui metodi divinatori e sui Tarocchi. Con Pluriversum Edizioni (novembre 2019) ha già pubblicato La sfera di cristallo. Manuale di cristallomanzia.

FATTITALIANI: RINGRAZIAMO SENTITAMENTE CHI LA BUONA INFORMAZIONE CONSENTE

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È un fatto che qui siamo, per raccontare e andare lontano. Ai lettori ci rivolgiamo e felici proseguiamo. A spiegare proviamo, tutto ciò in cui crediamo e qui incontriamo quel popolo sovrano dove ragione ed emozione entrano bene in connessione.

Un quotidiano come strumento perfetto, rimanda subito l’effetto, informare per insegnare ed onorare il pubblico che sa ascoltare,  che per sua naturale capacità, trae l’essenza che lo nutre in profondità.

Si mette il punto sull’arte e sulla scrittura, che non son solo doti di natura, diventano cinema e televisione dove traspare molta preparazione. A quei sogni si aggiungono desideri, che si incarnano pensieri, per interpretare misteri, così da trasportare coralmente sulla nuvola che fa da salvagente. Questo giornale, propone in modo magistrale, contenuti che sanno ispirare, per incrementare fatti gioiosi di destini amorosi. Son persone che pensano al futuro come bene imperituro, puntando su un progetto sicuro: la bellezza della propria cultura, che trova nel mondo la congiuntura.

Siamo qui riuniti per assaporare, contenuti graditi che vanno a incantare, istantaneamente, perché on line è subito presente, non costa niente e premia tanta gente. Ci sono artisti e letterati già conosciuti e fortemente ispirati, anche talenti selezionati che mostrano geniali ritrovati. Siamo insieme per riverire, un giornale che fa confluire, aspirazioni ed ambizioni, che si raccolgono in un carniere di emozioni. Questo fatto concreto è mondo lieto, gli scritti andiamo ad annoverare, dove si racchiude il nostro anelare.

Non c’è inizio e non c’è fine, in un lavoro che nasce dalla passione, è giunta l’ora in questo tempo, per un preciso ringraziamento.

Fattitaliani vogliamo omaggiare, perché ci permette di partecipare, in una rete che è sintonia e trasporta nell’etere pura magia. 

IL MANTRA DELL’ASSOLUTO di Edoardo Flaccomio

Pè alef tav -  teit iod tav  - alef lamed iod - alef noun iod

In cima, lassù in cima, Dio è il vascello.

Questo è il mantra delle lettere che formano la parola Fattitaliani: fat- tit-ali-ani

Lo scrivo nella lingua divina:

טית אלי  אני פאת

Pè alef tav -  teit iod tav  - alef lamed iod - alef noun iod

 

Sembra impossibile tale concordanza semplicemente trasmutando le lettere italiane con quelle ebraiche, eppure non ci sono dubbi sul significato che ne scaturisce: In cima, lassù in cima, Dio è il vascello.

Sorprendentemente la potenza universale penetra all’interno di queste dodici lettere.

Prese a tre a tre, tripletti inconfondibili, suggeriscono a gran voce il pensiero della Mente Universale.

In effetti la vetta è simbolo di elevazione spirituale, raggiungerla dovrebbe essere obiettivo di tutti gli esseri viventi.

Dagli atomi alle stelle è un gran concerto vitale. Tutto parte da un punto per raggiungere la sommità, l’apice conclusivo, quello che introduce nella successiva esistenza. L’essere umano ha un ulteriore compito, giungere a tale vertice evolutivo superando le avversità che spesso crea il libero arbitrio.

Siamo qui e ci resteremo ancora per molto giacché il lampo esistenziale, per quanto breve, è immensamente lungo nella scala della creazione.

Fattitaliani è uno degli spartiti che permette a bocche specializzate di esprimere concetti che aiutano a imbarcarsi sul vascello annunciato dal mantra.  

Ma anche ascoltandole singolarmente le le lettere del telegramma sono eloquenti il loro messaggio è questo:

la bocca può emettere le Leggi del creato, completare con determinazione il ciclo dell’esistenza e annunciare con grazia il Dotto Creatore, non inteso come principio maschile e basta, bensì come dato informatore di cui la Natura tutta si fa complice accogliendolo nel proprio ventre.

MUSEO LINGUA GRECO-CALABRA GERARD ROHLFS DI BOVA, DUE NUOVE INSTALLAZIONI DI ARTE CONTEMPORANEA EN PLEIN AIR

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Termina sabato 26 settembre 2020, con l’inaugurazione, alle ore 17:00, di due interessantissime installazioni artistiche, il progetto “Dal contenitore museale al museo en plein air”, progetto cofinanziato dalla Regione Calabria (Dip. Cultura - Azione 2 - Rafforzamento del sistema museale Annualità 2019 - Fondi PAC Calabria 2014/2020 Asse 6 Azione 6.7.1.), e che ha visto protagonista il Museo della Lingua Greco-Calabra Gerard Rohlfs di Bova durante tutta l’estate con una fittissima rassegna di eventi culturali volta a valorizzare non soltanto le preziose collezioni museali ma anche l’antico borgo grecanico e il suo meraviglioso paesaggio.

Il progetto, avviato il 6 Agosto a Bova, in presenza dell’assessore alla Cultura e Vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria Antonino Spirlì, ha animato il capoluogo dei Greci di Calabria con oltre 30 diversi appuntamenti: seminari, itinerari storico-artistici, visite guidate teatrali, trekking urbani e naturalisti, laboratori di ludo linguistica, degustazioni di vini, e poi ancora una esposizione di icone, arricchita da workshops sulla lingua greco-calabra, sulla lira calabrese, sulla valorizzazione dei beni culturali in Calabria, sul significato del dipingere icone oggi nell’area grecanica, sull’eredità lasciata dei Bizantini nella nostra Regione, sulla figura del grande viaggiatore inglese Edward Lear e sulla tutela e fruizione del fondo librario Franco Mosino. Oltre trenta esperti, di materie diverse, hanno indicato percorsi per una più oculata valorizzazione del patrimonio culturale Greco-Calabro, motore di sviluppo di un borgo diventato oramai simbolo di resilienza dell’Aspromonte. Su questa scia si pone l’intervento di riqualificazione delle nuove sezioni urbane del museo “G. Rohlfs” attraverso l’arte contemporanea. Due splendide installazioni arricchiranno infatti il borgo di Bova, aggiungendo bellezza ad un centro storico sempre più animato di turisti, visitatori, studiosi rapiti dalla storia ancestrale della Calabria greca. Le due opere d’arte sono, inoltre, un ulteriore spunto per riflettere sulla funzione educativa del museo bovese, caratteristica che va considerata intrinseca nell'identità museale stessa, ed in quanto tale deve essere costantemente valorizzata.

Il programma del prossimo Sabato 26 settembre, incluso nelle giornate del patrimonio culturale 2020, prevede l’inaugurazione due installazioni di arte contemporanea: “O cipo ton logo - Il giardino delle parole” di opera di Roberto Lucifero, realizzata nel parco antistante il museo, e “Pirgos” ceramiche parlanti, creata da Antonio Pujia Veneziano al fine di implementare un lavoro di ricerca pluriennale alla Giudecca di Bova. L’incontro presenziato dell’assessore alla Cultura e Vicepresidente della Giunta Regionale della Calabria Antonino Spirlì, Salvatore Patamia, Segretario Regionale del Mibact, Santo Casile, sindaco di Bova, Leo Autelitano, Presidente Parco Naz. Aspromonte, Domenico Penna, Presidente Gal Area Grecanica, e Pasquale Faenza, direttore del Museo G. Rohlfs e curatore della rassegna ““Dal contenitore museale al museo en plein air”, avrà due illustri relatori: Maria Angela Falà, Presidente Tavolo interreligioso di Roma e Gian Ludovico De Martino, Presidente della Sez. Calabria dell'Associazione Dimore Storiche Italiane. Ad impreziosire la serata, le poesie in greco calabro di Salvino Nucera, deputate a dare vita all’installazione artistica “O cipo ton logo Il giardino delle parole”, incentrata proprio sulle testimonianze letterarie prodotte a Bova nel corso dei secoli, e la musica di Francesco Siviglia, tra gli ultimi liutai della Calabria Greca. Conclude l’evento l’omaggio del ceramista Rocco Condurso di una maschera di Seminara al Museo G. Rohlfs, in presenza della conservatrice del Museo della Ceramica della Calabria, Monica de Marco, ideatrice della Rete Museale Calabria Lab – Etnografia Viva promossa dal Centro Studi Esperide, a cui ha aderito anche il Museo Bovese. Un buffet enogastronomico di pietanze e vini grecanici sarà il momento per salutare l’intenso programma culturale curato dal direttore del Museo G. Rohlfs, Pasquale Faenza, per potenziare non solo la struttura museale bovese ma anche il processo di valorizzazione del patrimonio culturale dei Greci di Calabria, tra le più antiche identità linguistiche d’Europa, grazie anche il sostegno di un partenariato d’eccellenza composta da: il Segretario Regionale del Mibact, l’Ente Parco Naz. dell’Aspromonte, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, il Gal Area Grecanica, l’AIAB Calabria, la parrocchia di San Teodoro di Bova, l’Associazione Ellenofona "Jalò tu Vua" e il Teatro Proskenion 


La scrittrice siciliana Giovanna Giordano candidata al Premio Nobel per la Letteratura

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“La vita è piena di meraviglie, riesce a stupirti sempre”, così la scrittrice siciliana Giovanna Giordano commenta la notizia della sua candidatura ufficiale al Premio Nobel per la Letteratura 2020. La candidatura è stata avanzata da una delle quattro maggiori Università di Svezia e i suoi romanzi sono oggetto dell’attento studio della Commissione Nobel dell’Accademia.

“Tutto può succedere nella vita, ho ragione a credere nell’impossibile” è la prima reazione di Giovanna Giordano, autrice di tre romanzi pubblicati da Marsilio: “Trentaseimila giorni”, “Un volo magico” e “Il mistero di Lithian”.


 “I libri sono come messaggi nella bottiglia, viaggiano e raggiungono chi vogliono loro”. In questo caso i romanzi hanno fatto una lunga strada, percorrendo la distanza dalle terre calde di Sicilia alla lontana Svezia per finire all’attenzione e allo studio dei docenti universitari che hanno avanzato la proposta.
 

“Sto vivendo una girandola di emozioni, dall’incredulità allo stupore per la candidatura a questo prestigioso riconoscimento andato a giganti della letteratura, tra cui i siciliani Quasimodo e Pirandello. Sono perfettamente consapevole che siamo nani sulle spalle di giganti”.

 

Giovanna Giordano è nata a Milano e vive a Catania e a Messina. E’ autrice dei romanzi:  “Trentaseimila giorni” nel 1996, “Un volo magico” nel 1998 e “Il mistero di Lithian” nel 2004, tutti con la casa editrice Marsilio. Vincitrice per due volte del Premio Racalmare Sciascia, nel 2017 vince il Premio internazionale di giornalismo Media Award André Gide.

Da un anno sta lavorando al suo nuovo romanzo, una storia che inizia un secolo fa di mare e avventura.

Il vincitore del Nobel della Letteratura 2020 sarà annunciato a Stoccolma giovedì 8 ottobre alle ore 13.

Foto: Carmelo Bongiorno

Henry Kolt, il nuovo romanzo "Tutto come (im)previsto. La scatola delle Ex". La recensione

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Immaginate di ritrovare una vecchia scatola in cantina, e di scovare al suo interno le lettere dimenticate dei passati amori della vostra vita; presi dall’impulso irrefrenabile di leggerle, vi trovereste improvvisamente a viaggiare nel tempo come in un episodio di Doctor Who. Ed è quello che accade al protagonista di Tutto come (im)previsto. La scatola delle Ex di Henry Kolt. In questo intrigante romanzo parzialmente autobiografico si racconta infatti di un viaggio nel passato alla riscoperta dei sentimenti provati in gioventù, e delle esperienze vissute con la spontaneità degli anni giovanili, osservate però con sguardo più maturo. Il protagonista si immerge nei ricordi e tira le somme di quella che è stata la sua vita, rispolvera le sue passioni di un tempo e fronteggia i suoi errori. Egli instaura un dialogo con ciascuna delle donne che hanno deciso di lasciare un segno del loro passaggio scrivendogli delle lettere, e in questa conversazione a senso unico si rende conto di quanto la vita sia strana, di quanto sia semplice deviare dal proprio percorso, perdere le occasioni, fuggire dall’amore. “Quello che è possibile prevedere è del tutto imprevedibile” è una frase significativa del libro, che racchiude il nucleo dell’opera: tutto può capovolgersi in un istante, niente è certo, ma nonostante questo la vita va vissuta e assaporata fino in fondo, abbandonandosi al flusso, lasciandosi stupire. Equilibristi sul filo siamo noi essere umani, ed è proprio il bello e il brutto dell’esistenza. Il protagonista ricorda e sogna il suo passato, si lascia avvincere dai ricordi e in quei momenti capisce che tutto ha avuto un senso, anche se in apparenza non l’aveva. Che tutto doveva portare al tempo presente, alla donna che aveva scelto, alla famiglia che aveva creato, anche se durante il percorso aveva dovuto soffrire, perdere e cadere. La vicenda raccontata nel romanzo è anche un pretesto per parlare della nostra Storia: rivivendo gli anni Settanta, l’autore ci rende testimonianza delle fasi più accese del sessantotto, delle contestazioni studentesche e del periodo oscuro delle Brigate Rosse. Un motivo in più per immergersi in una storia che parla di ognuno di noi, del nostro bisogno di far pace con il passato per ricomporre il puzzle della nostra vita, e della nostra folle necessità di comprendere il disegno dell’esistenza, pur dovendo alla fine ammettere che siamo governati dalla casualità e che niente, o quasi niente, andrà mai come previsto.

Titolo: Tutto come (im)previsto. La scatola delle Ex

Autore: Henry Kolt

Genere: Romanzo di formazione

Casa Editrice: Self-publishing

Pagine: 252

Prezzo: 9,90

Codice ISBN: 979-12-200-54-263

Contatti

https://www.facebook.com/henry.kolt

https://www.facebook.com/kolthenry019/

https://www.amazon.it/dp/B0826PN2FK

NUNZIO BELLINO E GIUSEPPE COSSENTINO PREMIATI DALL'ACCADEMIA UNIVERSALE PADRE PIO

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Nel suo significato più sublime l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità e dell'animo umano. Rispecchia le opinioni, i sentimenti e i pensieri dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione.

Questa è l'idea di arte di Nunzio Bellino e Giuseppe Cossentino, il primo attore e personaggio, l'uomo elastico che ha commosso l'Italia e il mondo. Il secondo sceneggiatore e regista, che sono stati premiati con un altro prestigioso riconoscimento internazionale per il loro operato artistico e sociale di questi anni, dall'Accademia Universale" Padre Pio", ( Universal Padre Pio Academy) Centro Culturale di Lettere, Arti, Scienze e Musica, Presidenza Regione Campania, presieduta dal Cav. Domenico Cannone con la benedizione di Padre Pio che scende copiosa su di loro, li illumini, li ispiri, li guidi e li  aiuti a portare in ogni parte del mondo la voce, il pensiero e lo spirito del " Frate Cappuccino Santo". L'evento è stato moderato egregiamente dal giornalista Giuseppe Nappa, direttore del quotidiano online "Occhio All'Artista Magazine" tra flash, foto, video dirette,  insieme  a Daria Terracciano, la Miss Accademia Internazionale Partenopea Federico II di Napoli, stessa accademia che l'anno scorso ha eletto i due artisti tra le personalità che con il loro operato artistico portano la cultura italiana nel mondo.

Pasqua della Solitudine, il libro di Nicoletta Ruggiero

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L’opera nasce dall’esigenza di far capire al mondo che si può cambiare la propria vita, poiché questa la dobbiamo immaginare come se stessimo partecipando a una mostra d’arte, ossia a una manifestazione di linee e di colori che ci illustrano i momenti salienti dell’evoluzione culturale, storica, artistica e religiosa. È una retrospettiva letteraria e illustrativa che caratterizza la voglia di esprimere sensazioni.

Si tratta di ripensare insieme, in questo assurdo periodo di COVID-19, i valori della solidarietà, della comunità e dell’amicizia, per ritrovare sé stessi e un nuovo slancio verso il futuro.

Particolare cura è dedicata alla ricerca di un linguaggio semplice e chiaro che renda la lettura accessibile a ogni ricercatore attento e aperto al sapere.

 

L’AUTRICE

è nata in un paesino, Calvizzano, della provincia di Napoli. Prima di tre figli. Diplomata all’Istituto tecnico per geometri G.B. Della Porta di Napoli e conseguita la Laurea di Dottore Magistrale presso la Parthenope di Napoli in Economia del commercio internazionale e mercati valutari. Docente di matematica applicata. Ha una sua personale famiglia allargata, sono in 6. I suoi figlioli sono Angelo di 9 anni e Ingrid di 6 anni avuti dal compagno Alfredo.


LE TENDENZE: esce il 25 settembre il nuovo singolo "BUGIARDO (Happy Birthday)"

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Da venerdì 25 settembre in radio e digitale “BUGIARDO (Happy Birthday)” (Aurora Dischi / Artist First), il nuovo singolo del duo pop indie milanese LE TENDENZE. Il brano attraverso il “rapconto” del testo guida l'ascoltatore dentro un mood notturno governato da monologhi, dubbi e paranoie. La canzone è un invito a non prendere troppo sul serio i pensieri ossessivi nella vita.

A proposito della canzone, Le Tendenze raccontano: «Lo scenario è quello di una persona vagante di notte in città nel tentativo di liberarsi da pensieri rivolti ad una ‘lei’, una relazione che non funziona più. Tra monologhi e ricordi il protagonista decide di lasciare la ormai ex amata proprio il giorno del suo compleanno… Nel brano spiccano le venature pop, indie e da cantautorato. Abbiamo condito e suonato il brano con svariati strumenti: dalle chitarre elettriche alla batteria, al basso fino a synth analogici di svariate epoche».

Il video è diretto da Steve Saints, che afferma:  «Per questo specifico lavoro, abbiamo voluto cogliere un mood riflessivo e notturno, sfruttando una particolare colorazione delle immagini unita ad inquadrature ben studiate, lasciando comunque spazio alla creatività del momento, da lì nasce un lavoro vero. Collaborare con i ragazzi è stata un’esperienza interessante, mi ha incuriosito molto la presenza di questi personaggi chiamati: “Psiconauti” ovvero i viaggiatori della psiche umana, siccome la copertina del brano è un dipinto dove viene mostrato uno di loro, abbiamo deciso di dargli vita nel videoclip e ci siamo riusciti! Grazie all’uso di apposite tute verdi utilizzate come green screen e qualche imprecazione da parte di chi ci stava dentro. Abbiamo girato tutto a Milano, siamo passati dal tram, al parco alle vie… non potete immaginare ! Abbiamo staccato alle 4.30 di notte, una levataccia, ma ne è valsa la pena!»

Le Tendenze sono un duo di Milano: i fratelli Daniele e Francesco Saibene.


Il loro rapporto con la musica da bambini, è cominciato in modo molto strano: quando papà suonava la chitarra, si mettevano a piangere e lo facevano smettere. 

Ma il caso ha voluto che Daniele a 17 anni, spinto dalla necessità di sfogare le frustrazioni adolescenziali e le problematiche con i bulli della scuola, chiedesse: 'papà, mi insegni a suonare la chitarra?'

Francesco, subendo anche lui problemi simili, pensò di 'usare' la batteria come mezzo di sfogo.

Oggi la loro curiosità e diversità, li porta a mescolare svariati stili, dal pop all'elettronica al rap, creando la coesione sonora che solo due fratelli possono avere.

Nel 2016 approdano sui palchi come trio, aprendo i concerti di Adriano Viterbini e Cosmo durante l’evento “Polisuona”, e di supporto a Rigo Righetti (storico bassista di Ligabue) durante il “Rock in Park”. Nella primavera 2018 esce l’omonimo EP d’esordio autoprodotto caratterizzato da sonorità elettro-rock, che dà il via ad un tour di 16 date fra Lombardia, Piemonte e Liguria.

Ad ottobre 2018 sono ospiti a Rai2 nella trasmissione Generazione Giovani, condotta da Milo Infante.

Nell'ottobre 2019 pubblicano il singolo “La vita di un clown”, caratterizzato da potenti sonorità elettro-pop unite al rap, che racconta in maniera danzante e a tratti autoironica la depressione.

 

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RECmediacomunicazione e promozione



DOG LOVER’S DAY: I 5 FALSI MITI SUI CANI

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Il 26 settembre è una data che per gli appassionati di Fido, ha un significato molto particolare: in tutto il mondo ricorre la Giornata Mondiale degli amanti dei cani con cui celebrare l'amicizia tra uomo e quattrozampe. Un rapporto particolarmente solido, considerando i numeri: secondo l’ultimo Rapporto Assalco Zoomark 2020, i cani presenti nelle famiglie italiane sono 7 milioni. Ma il loro amore è letteralmente sconfinato e a dichiararsi autentici “dog-lovers” sono anche le più importanti celebrities Oltreoceano: da Orlando Bloom, che si è persino tatuato sul cuore il nome del suo cagnolino di recente scomparso, Mighty, ad Ariana Grande che ha ben 12 cani, tutti puntualmente ritratti sul suo account Instagram e abituati ad andare con lei in tournée. Selena Gomez, star della musica pop, invece ha di recente pubblicato un lungo video dove racconta il suo amore per le sue cagnoline, Winnie e Daisy.

Siamo però sicuri di conoscere tutto degli amici a quattrozampe più amati? Ad esempio, è opinione diffusa che i cani non vedano i colori oppure che siano onnivori o che 1 anno della loro vita equivalgano a 7 di quelli umani. Secondo gli esperti però, la verità è un’altra.

“Pur essendo tra gli animali da compagnia più diffusi nelle case – afferma Marco Maggi, coordinatore dei servizi veterinari di Ca’ Zampa, il primo Gruppo in Italia di Centri per il benessere degli animali domestici presenti a Milano, Brugherio (MB), Cremona, Udine e Mestre – il cane è spesso oggetto di una cattiva informazione popolare che trascende da ciò che invece è stato appurato in ambito veterinario. Fare chiarezza su alcuni punti, permette al proprietario di essere più consapevole e di pensare al suo benessere in maniera più completa. Poiché l’amore per lui è molto forte, la sua serenità incide su quella dell’intera famiglia”.

Ecco i 5 principali “falsi miti”:

1. I cani vedono solo in bianco e nero

Gli studi scientifici dimostrano che i cani vedono il mondo a colori. Di meno rispetto all’uomo e con contorni sfocati. A variare è anche la percezione: nessun problema per il blu e il giallo, qualche difficoltà invece per il rosso e il rosa.

2.Un anno umano equivale a sette anni del cane

È tra le credenze più diffuse. Gli esperti ritengono che sia molto difficile trovare una equivalenza tra uomo e animali da compagnia dal punto di vista anagrafico. A due anni sono considerati già adulti e dai 9 in poi anziani. Ad influire sulla loro aspettativa di vita sono diversi fattori, tra cui la taglia. I cani più grandi invecchiano prima di quelli piccoli.

3. Se il cane ha il naso secco significa che è malato

A far destare preoccupazione sono altri segnali, come la presenza di sangue, muco o rigonfiamenti. Svariati le ragioni per cui il naso è secco, tra le quali il caldo, ma comunque nessuna che rappresenti una problematica per la salute dell’animale domestico. 

4. Il cane è onnivoro

È un animale carnivoro “facoltativo”: hanno tutte le caratteristiche che definiscono i carnivori, sia a livello anatomico che fisiologico, ma, grazie alla loro flora intestinale, sono anche capaci di digerire e assimilare le sostanze nutritive come i carboidrati, presenti in alimenti come cereali, legumi e frutta.

5. I cani amano essere abbracciati

A dirlo sono gli esperti di educazione cinofila: quello che per l’uomo è un segno di affetto, per il cane è una fonte di stress perché è considerata una limitazione dello spazio personale. Lo fa sentire trattenuto e bloccato, mettendolo in grande disagio.

Per maggiori informazioni, www.cazampa.it

L’Arte di creare un pezzo unico

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MarosEtti Borse alla Milano Virtual Fashion Week Donna 2020

Arte e Moda, in definitiva un confine molto labile ma che fa capire come l’arte e la moda compongono un progetto visivo contemporaneo, anche per il fatto che “arte artigiana” vuole anche dire “pezzo unico”.

Presente all’ultima edizione  della settimana della moda a Milano 2020, Els Demeersman, designer belga creatrice del brand MarosEtti Borse, ha presentato, su piattaforma virtuale,  un suo progetto inedito sull’accessorio “borsa” sospeso sul filo dell’arte.

La designer belga,  coerente su un percorso di ricerca fra unicità della forma, modernità e sostenibilità del materiale, è mossa dalla curiosità che la stimola a cercare concetti nuovi, non banali, forme, una sofisticazione che porta alla manualità originale, prodotte da artigiani italiani, infatti la designer crea prodotti pensati e creati nel suo paese che diventano come elemento diversificatore, un prodotto unico, hand made italiano, arte pura abbinata al pellame, rigorosamente biologico italiano, flash di emozioni d’arte per aprire una strada nuova, unica e originale, per una elevata qualità del prodotto, con grande attenzione al concetto della sostenibilità, Els Demeersman crea un accessorio che veste, MarosEtti Borse, ma è talmente glamour da diventare un opera d’arte.

Una tecnica innovativa la sua, abbinata all’immagine di una testimonial di livello, Elisa Caterina Egger, giovanissima rampolla di nobile famiglia italo/serba, figlia di Cristina Vittoria Egger, Dama della Casa Reale Savoia,  astro nascente nel palcoscenico della moda, già testimonial di Marosetti sul Red Carpet della 77esima edizione del festival del Cinema di Venezia.

Borse senza tempo, attuali, per esprimere la personalità di chi le porta, pellame di altissima qualità, metallerie preziose, lettere dell’alfabeto che personalizzano,  farfalle e fiori dipinti, pietre, gioielli dunque, ed infine l’opera d’arte della borsa Marosetti che ne diventa cifra di base, si potrebbe chiamare contaminazioni d’autore  on thestreet.

Crediti Ph: Herlan Garcia Photography

Intervista a Giuseppe Mincuzzi, poeta e attore, protagonista del corto premiato al “Pet Carpet Film Festival” 2020

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«Se questa intervista vi è piaciuta, ditelo a tutti, ai vostri contatti social, condividetela come pazzi, ma se non vi è piaciuta, fatelo lo stesso, perché non è giusto che la fregatura, l’abbiate presa solo voi» Giuseppe Mincuzzi - di Andrea Giostra.

Ciao Giuseppe, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Vuoi farci una breve presentazione di te quale artista, poeta e attore?

Ciao Andrea, io sono sempre stato, sin da piccolo, quello che raccontava le barzellette, che faceva imitazioni dei parenti prima e dei professori dopo, passando per gli amici e colleghi di lavoro: Insomma, il simpatico della situazione. Il mio primo amore, però, è stata la fotografia, poi è arrivata la poesia, ma la mia passione per il cinema e per il teatro ha fatto sì che mi cimentassi nella recitazione. Purtroppo, il destino ha voluto che non realizzassi questa passione come professione, ma tutto quello che ho fatto e creato, l’ho realizzato come se lo fosse stata. 

Recentemente, insieme al grande attore Massimo Wertmuller, sei stato l’attore protagonista nel corto vincitore di due premi, quello della critica e del miglior corto di categoria, al “Pet Carpet Film Festival”. “Quel giorno, quel cane…” di Aiman Sadek tratto dall’opera di Vittorio Rombolà che è l’ideatore, sceneggiatore e produttore del cortometraggio. Ci racconti come nasce e di cosa parla questo cortometraggio?

Nasce dall’amore che si ha per i “pelosetti” che, come tutte le anime indifese, e parlo dei bambini e degli anziani, subiscono ogni giorno violenze e abbandoni. La storia è una storia comune a tanti cani, adottati o comprati da persone indegne, che lo fanno solo per moda o per accontentare le richieste di un figlio piccolo, non sapendo a cosa vanno incontro. Balto, il meraviglioso cane protagonista, viene abbandonato da un infame e, dopo essersi liberato, cerca di andare avanti adattandosi alla sua nuova vita da randagio: la sua fine sarà la morte o il canile, nella speranza di poter trovare un nuovo amico. In cuor suo, però, accetterebbe di tornare nella sua vecchia casa, perché i cani non portano rancore, è un sentimento che non gli appartiene, e dimostrerebbe al suo padrone lo stesso immutato amore o forse anche di più.

… e di questi prestigiosissimi premi ricevuti? Come è maturato e quali i riscontri che hai avuto, insomma, facci sognare …

Non è stata una grande sorpresa. Quando due personaggi, come il produttore e ideatore Vittorio Rombolà ed il regista Aiman Saidek (due nomi importanti nel mondo del cinema e dello spettacolo in genere) decidono di creare qualcosa, prima o poi il riconoscimento arriva. A parte le capacità tecniche di ognuno dei due, la cosa importante che li accomuna, e che secondo me è indice di successo, è che mettono sempre la propria passione nei propri lavori. Certo, il sogno c’è stato nel momento in cui è arrivata la chiamata da parte di Vittorio. Ho pensato ad uno sbaglio oppure ad un’omonimia: io attore “fai da me”, coinvolto in un progetto così ambizioso. Poi, lavorare con un nome così importante come Massimo Wertmuller, nella possibilità di non essere all’altezza e di potergli, come dire, “rovinargli” l’immagine e la certezza che Vittorio avesse sbagliato persona, erano diventate una convinzione. Poi mi sono svegliato e, invece, ero proprio io. Da quel momento ho pensato solo a far bene e a prepararmi nel modo più professionale possibile. È stata la parte più difficile dove abbia mai recitato: abbandonare un cane, io che ho adottato una cagnetta e che porto in macchina diversi guinzagli da poter utilizzare ogni qualvolta, purtroppo e per fortuna loro, mi imbatta in un cane abbandonato. Mi devi credere: ad ogni stop del regista, andavo da Balto. e dai suoi educatori Riccardo Di Fausto e Enrico Casucci, a chiedere scusa per i numerosi abbandoni, finti, ma pur sempre abbandoni. Nel mio curriculum personale, posso dire di aver salvato almeno 5 cani e tutti riportati ai propri padroni: pensa che uno l’ho ritrovato due volte a distanza di 8 mesi. 


Cosa è il “Pet Carpet Film Festival”? Ci racconti di questa manifestazione romana che ha risvolti internazionali. Di cosa si tratta?

Esistono tante iniziative e manifestazioni che si occupano di sensibilizzare la gente al problema dell’abbandono, ma il Pet Carpet Film Festival credo sia una delle più importanti. Riesce, infatti, a coinvolgere personaggi importanti nel mondo dello spettacolo, della cultura e della politica: quest’anno si è svolto a Cinecittà, nella sala dedicata a Federico Fellini. Si tratta di un concorso di cortometraggi, tutti incentrati sulla tematica del mondo animale: la selezione è rigida, poiché si tratta di scegliere filmati che possano arrivare non a noi che amiamo gli animali, ma di raggiungere l’anima di tanta gente priva di cuore, che non riesce a comprendere quanta violenza psicologica facciano agli animali nell’atto dell’abbandono. Difficile raggiungere coloro che li seviziano o li uccidono … Vincere due premi importanti, quello della critica e del corto di categoria, ha significato molto per tutti noi che ci abbiamo lavorato: significa che abbiamo convinto gli addetti ai lavori ed è già tanto. Non ti nascondo la mia emozione per aver recitato una parte che non avrei mai voluto fare: forse, sono pronto per altre avventure importanti, no? 

Come e quando nasce la tua passione per la recitazione, per il cinema per i cortometraggi?

Io ho sempre voluto recitare: è nel mio DNA ed amare il cinema è stata una conseguenza naturale. Non ho mai potuto fare il grande passo, ma la speranza è l’ultima a morire. Intanto, mi diverto a portare le mie poesie a teatro e le mie idee cinematografiche su web: ho ideato alcune web series e l’ultima che ho creato porta il nome de “I SOTTERRANEI”, dove sono il regista, lo sceneggiatore, curo le riprese e il montaggio e … ovviamente anche l’attore. In questa avventura sono affiancato da un altro attore e musicista, Cristian Giallini. Siamo una coppia affiatata. La speranza? Che qualcuno si innamori di questo prodotto e lo voglia far diventare un progetto importante. 

Qual è il percorso formativo ed esperienziale che hai maturato e che ti ha portare ad acquisire le competenze artistiche per esprimerti nel mondo dell’arte da più prospettive e con identità artistiche diverse ma complementari?

Non mi vergogno a dirlo, sono un autodidatta con tutti difetti che ne comporta, ma anche i suoi pregi: riesco ad improvvisare e nessuna scuola può insegnarti questo. Certo, lo studio è importante, ma posso elencarti bravissimi attori che hanno del talento, che non hanno studiato, ma hanno ricevuto premi importanti e sono campioni di botteghino: prendo non a caso una frase di Ettore Petrolini, frase che mi sono stampato su una t-shirt, “Sono contento che nessuno mi abbia insegnato a recitare: perché così, non sapendo recitare, recito benissimo.”

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi attori preferiti, quelli che ami e con i quali ti piacerebbe o ti sarebbe piaciuto lavorare?

Mi parlavi di sogni prima: ti faccio dei nomi irraggiungibili, Toni Servillo, Marco Giallini, Pier Francesco Favino, Elio Germano … Alberto Sordi, e siccome siamo in tema di pazzia, Robert De Niro e Al Pacino. 


Una domanda difficile Giuseppe: perché i nostri lettori dovrebbero vedere
“Quel giorno, quel cane…”? Prova a incuriosirli perché li vengano a vederlo al cinema o li cerchino e li vedano nei canali online dove è disponibile.

Perché credo che sia un lavoro di qualità, perché emoziona e perché, per chi ha già un animo nobile, deve vederlo, ma, soprattutto, condividerlo. Se riusciremo anche a convincere qualcuno in procinto di abbandonare un animale, anche fosse una sola persona, non dico che avremmo vinto la battaglia, ma sarebbe un inizio, un importantissimo inizio. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti di cui vuoi parlare ai nostri lettori?

La pandemia ci ha bloccati un po’ tutti, difficile ricominciare. Nell’attesa che riparta il carrozzone delle meraviglie, ho iniziato a vedermi con un musicista per portare in cantiere un progetto a cui tengo molto: cercare, molto umilmente, di tappare un buco che si è creato da quando ci hanno lasciato maestri come Franco Califano, nella “Vacanza di fine settimana”, e Remo Remotti, con il quale ho avuto l’onore di esibirmi più volte. Vorrei recitare le mie prose e poesie accompagnato da musicisti professionisti. L’intento è riempire i teatri off, quelli caldi, accoglienti: un tutt’uno musica, poesia e pubblico. Ci stiamo lavorando intensamente.   

Dove potranno seguirti i nostri lettori?

Su tutti i social. Su Facebookse vogliono parlare con me, mi trovano con il mio nome, Giuseppe Mincuzzi, e se vogliono vedere cosa faccio, sempre su Facebook alla pagina Er Poeta Metropolitano. Sotto l’account Giuseppe Mincuzzi, trovano tutte le mie pagine compreso I SOTTERRANEI. Mi trovano anche su YouTube oppure sul sito www.giuseppemincuzzi.net. Per scrivermi, possono farlo utilizzando il mio account e-mail giuseppe.mincuzzi@tiscali. Poi, se posso approfittare della tua intervista, in punta di piedi, è uscito il mio ultimo libro “SELFIE? NO! AUTOSCATTO!”. Si trova solo sul sito www.lulu.com o su Amazon. 

Come vuoi chiudere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa intervista?

Prima di tutto voglio ringraziarti per avermi ospitato nella tua rubrica, ringraziare tutti i lettori che leggeranno questa intervista e chiudere rubando una frase di Fiorenzo Fiorentini adattandola per l’occasione: “se questa intervista vi è piaciuta, ditelo a tutti, ai vostri contatti social, condividetela come pazzi, ma se non vi è piaciuta, fatelo lo stesso, perché non è giusto che la fregatura, l’abbiate presa solo voi”. Ciao Andrea e grazie di cuore

Giuseppe Mincuzzi

http://www.giuseppemincuzzi.net/

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“Quel giorno, quel cane…” di Aiman Sadek

https://youtu.be/WxUblE_ZKMk 

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/ 

https://andreagiostrafilm.blogspot.it 

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg


Antevenio e Rebold completano il processo di fusione

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La nuova società si chiamerà Rebold eintegrerà le unit di comunicazione, marketing, ecommerce, oltre alla tecnologia con i brand MDirector e Coobis e i Publishers con il brand Antevenio

Milano, 28settembre. Antevenio, agenzia spagnola di Digital Marketing quotata alla borsa Euronext Growth di Parigi, e Rebold, specializzata in Data Driven Marketing, hanno completato il loro processo di fusione. La nuova società si chiamerà Rebold eintegrerà le unit di comunicazione, marketing, ecommerce, compresa la tecnologia con i brand MDirector e Coobis e i Publishers con il brand Antevenio.

L'operazione chiude il progetto avviato dopo l'OPA lanciata nel 2016 da ISP Digital, azionista di riferimento di entrambe, con il fine di accelerare la ricerca di sinergie all'interno del Gruppo. Fernando Rodés continuerà come Presidente Esecutivo della nuova società, Andrea Monge sarà il CEO, Jordi Ustrell il CFO, Ruth Blanch il vicepresidente per l’ Europa e il CEO della Spagna, Alessandro Volpi il CEO della società italiana.

Il 4 settembre l’assemblea degli azionisti di Antevenio ha dato il via libera all'operazione, che ha valutato l'azienda 5,6 milioni di euroe Rebold 14,3 milioni. Antevenio ha realizzato un aumento di capitale di poco più di 10 milioni di titoli e ISP Digital ha contribuito al 100% del capitale di Rebold. Il cambio proposto è stato di 28 azioni di Antevenio per ogni 72 di Rebold e i nuovi titoli sono quotati alla borsa Euronext Growth dal giorno 8. L’intenzione di ISP è quella di mantenere l’azienda in borsa.

Per Fernando Rodés, che mantiene anche la caricadi presidente esecutivo di ISP, "completare l'integrazione di Antevenio e Rebold in un momento come quello attuale ci permette di concentrare i nostri sforzi e la nostra creatività in un'unica direzione. Questo ci renderà molto più efficienti nel rispondere a un ambiente caratterizzato da così tante sfide e complessità."

Nell'ultimo esercizio Antevenio ha fatturato 25,9 milioni di euro, Rebold 66,9 milioni. Andrea Monge, nuovo CEO di Rebold, afferma che "con questa operazione uniamo le aree di competenza e il talento del Gruppo a livello globale per offrire ai nostri clienti nuovi modi perfocalizzare le proprie strategie di business e adattarsi a uno scenario in piena trasformazione". Monge è anche Chief Operating Officer di ISP e dallo scorso autunno è diventata CEO di Antevenio.

L'unione delle due agenzie permette di valorizzare l'offerta di servizi data-driven come programmatic, consumer insightse data analysis con una forte complementarità geografica, soprattutto negli Stati Uniti.Inoltre, diversifica la tipologia e le dimensioni dei clienti, che comprendono così sia quelli storici, sia coloro che vogliono affidarsi per campagne e attività one-shot.Tutto ciò ha un impatto diretto sulle dimensioni e sulla redditività del progetto derivanti dalle conseguenti economie di scala.

Antevenio         

Antevenio è leader di riferimento nel mercato delle tecnologie e del marketing digitale, con sede principale in Spagna. Offre soluzioni sia per gli inserzionisti che per gli editori sulla base delle strategie di Branding, Performance e Loyalty. Ha tecnologie proprietarie con piattaforme come MDirector e Coobis. È quotata dal 2007 sul mercato Euronext Growth di Parigi e ha uffici a Madrid, Barcellona, Milano, Parigi, New York, Città del Messico, Bogotà e Buenos Aires.

Rebold                

Rebold è una società di marketing e comunicazione basata sull'analisi dei dati che crea opportunità di crescita per i brand attraverso una profonda conoscenza di consumatori, tecnologie di marketing e ecosistemi di datiL'azienda, nata con l'obiettivo di soddisfare le nuove esigenze dei clienti in un ambiente in trasformazione, ha lo staff, la metodologia, le tecnologie e il mind-set per affrontare il mercato da leader. Rebold porta trasparenza e semplicità in una realtà complessa, in cui i brand sono ora nelle mani dei consumatori, che guidano il cambiamento nella società digitale.Con sede a Madrid e Boston, Reboldha uffici in Cile, Colombia, Spagna, Stati Uniti, Messico, Panama e Perù.Reboldfa parte di ISPDigital, holding della famiglia Rodés.

Contatti media: 

Valeria Gennari   vgennari@antevenio.com

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