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L’ARTE DI VALAN AL CALVI FESTIVAL: OMAGGIO AD ANTONIO VALENTINI CON UNA MOSTRA PERSONALE

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CALVI DELL’UMBRIA - La quinta edizione del Calvi Festival sta per concludersi e per il mese di settembre propone tre giornate dedicate alla sezione Arte con la mostra personale dell’artista Antonio Valentini, in arte Valan. Nato a Calvi dell’Umbria nel 1934, disegnatore e incisore figurativo moderno, ha allestito circa duecento mostre personali nelle più varie città italiane, d’Europa e del mondo. Le sue opere sono ospitate in numerosi musei e accademie pubbliche. L’inaugurazione della Mostra avrà luogo giovedì 3 settembre dalle ore 18.30 nell’Area Teatro del Monastero (al primo piano) con la presentazione di Nicola Fano (autore, regista e critico teatrale).

Omaggio a Valan: “Valan (Antonio Valentini) è un calvese del mondo. Benché egli abbia spaziato con la sua arte attraverso numerosissimi soggetti, ha sempre mantenuto fede alla sua vocazione di pittore. Nel senso di colui che riproduce la natura su una tela filtrandola attraverso la propria personale tecnica di interpretazione. Ora, Calvi dell’Umbria rende omaggio a Valan – ossia un artista che tanto le ha dato – recuperando il filo rosso della memoria del nostro borgo nelle sue opere. Nei suoi paesaggi, nei suoi abbozzi di campagna, nei suoi muretti bassi, nelle sue nature morte. La selezione di dipinti esposti negli spazi del monastero, infatti, inseguono deliberatamente gli scorci, i colori, la luce che, nella pittura di Valan, provengono proprio da Calvi, il luogo dove è nato e dove da tanto tempo è tornato a vivere dopo aver girovagato a lungo. È un modo per rivendicare a Calvi il suo pittore, colui che ha portato nel mondo la memoria del borgo” (Nicola Fano).

La personale rimarrà aperta al pubblico da giovedì 3 settembre a sabato 5 settembre dalle ore 18.30 alle 20.30. L’ingresso è libero. Il Calvi Festival si svolgerà nel rispetto delle vigenti regole di sicurezza anti-covid-19. Per questo evento non è necessario prenotarsi ma recarsi direttamente in loco (ingresso da Piazzetta dei Martiri). Per qualsiasi informazione rivolgersi al Punto Informazioni Turistiche presso la sede in piazza Mazzini n°14 – Calvi dell’Umbria (Terni). Orario di apertura al pubblico: mattino 10/13; pomeriggio da un’ora prima dell’evento). Numero telefonico del Punto Informazioni Turistiche: 3339615741.  Sito ufficiale: www.calvifestival.it.


The Women's Angels, la storia di due donne “coì diverse ma così uguali”

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Il 5 settembre ore 13.00 “spazio della Regione del Veneto, Hotel Excelsior - Lido di Venezia”, La Lidu (associazione per i diritti umani) e la bon't worry (associazione contro la violenza sulla donna), presentano "The Women's Angels", prodotto da Cinemadamare, scritto, diretto ed interpretato da Emanuela Del Zompo con Rosanna Gambone: nel cast, Lorenzo Sammicheli, Steven Kemps, Nicolò Goattin, Natalia Simonova, Fatou Kinè Fall, Lucio Chiaradonna. Leandro Sosa ha curato la fotografia mentre Salvatore Piccirillo il montaggio, le musiche e l'assistente regia. Dopo la proiezione dello short movie, sarà presentato anche il fumetto "La leggenda di Kaira", prodotto e diretto dalla stessa autrice e regista con i disegni di Leonhard Resehvesky.

Emanuela Del Zompo, oltre che regista, è protagonista di questa storia che affronta importanti temi sociali come la diversità e la disabilità, in un modo mai eccessivo, ma utilizzando metafore che portano lo spettatore ad intuire pian piano le difficoltà di una donna che ha amato un uomo violento.

Raccontata in tono ironico, due donne “coì diverse ma così uguali” sono l’una lo specchio dell’altra. Ed in effetti l’attrice disabile Rosanna Gambone alla sua prima esperienza davanti all’obiettivo, interpreta brillantemente il lato nascosto dell’anima della sposa - Del Zompo, che cela anche a sé stessa gli errori compiuti. Il confronto tra le due porterà alla riflessione profonda della protagonista che, sposa triste vestita di bianco in attesa di salire sull’altare, realizzerà nel suo animo di essere sospesa in un non tempo. Un tema caro ad Emanuela Del Zompo  che già con il fumetto ‘Grunda, l’angelo dalle ali rotte’ aveva affrontato le difficoltà delle donne che vivono un mondo violento e irrispettoso della figura femminile, difficoltà in parte vissute anche personalmente. “Non è semplice per una donna sola - spiega la Del Zompo che ha al suo attivo una lunga carriera di attrice - l’approccio al mondo dell’arte e della recitazione. Se da un lato si assiste ad un forte e schiacciante potere maschile, dall’altro le donne sono poco solidali tra loro. Questo genera invidie che possono essere più deleterie della pura violenza. Ecco perché questa volta ho voluto raccontare due donne che specchiandosi l’una nell’altra alla fine sono la stessa persona. E con la splendida partecipazione di Rosanna Gambone sono riuscita a dare evidenza alle disabilità. Il femminile quindi che è svantaggiato in partenza, ma ci si deve chiedere: chi è davvero disabile e cosa implica?
Il corto ‘The Women’s Angels’, patrocinato da Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo (Lidu onlus) e dalla Bon’t Worry onlus di cui Emanuela Del Zompo è anche socio onorario, è un invito alla riflessione profonda sul senso della vita e sui valori di umanità che sono il fulcro della nostra vita sociale. Ma è anche un invito al risveglio dell’anima, che eternamente vaga alla ricerca dell’amore.  (fonte Thedailycases.com)

La leggenda di Kaira è il nuovo fumetto prodotto e diretto da Emanuela Del Zompo, già autrice di Grace di Monaco e Grunda, l’angelo dalle ali rotte, fumetto sul tema del femminicidio presentato alla 75° Mostra del Cinema di Venezia e alla 69° edizione di Berlino (in lingua tedesca). 
L' autrice ha voluto di nuovo esplorare la condizione della donna nelle varie epoche storiche e lo fa con questo fantasy ambientato nel Medioevo, Rinascimento e giorni odierni. La protagonista è una Guerriera che compie un viaggio nel tempo per adempiere ad una profezia che cambierà il suo destino. Un amore ostacolato, forze oscure, allucinazioni e sogni confusi riflettono uno spirito che invoca il nome dell’Amazzone, mentre Templari e Santa Inquisizione incrociano la loro strada con il Paranormale, la risposta ad ogni domanda è celata in un vecchio monastero che custodisce un libro antico e un quadro che raffigura una donna dai capelli fluttuanti ed il suo Unicorno. Buon viaggio impavido lettore!
Il fumetto in formato e-book e versione cartacea è in esclusiva su Amazon.it (versione italiana). A breve anche la versione in inglese!
Curiosità: i personaggi del fantasy sono opera di fantasia dell’autrice che si è ispirata nella collocazione storica ai borghi medioevali delle Marche, sua terra d’origine. La voce narrante del trailer book è dell’attore Michael Segal.
Kaira, è il mio alter ego, ma ogni donna libera ed indipendente può identificarsi in questo personaggio, dice l’autrice, la guerriera che è in ognuna di noi, ormai è esplosa!

Le follie di Frankenstein regia di Emilia Miscio dall’8 al 13 settembre, Teatro degli Eroi di Roma

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Riparte la stagione all’insegna del divertimento con la Compagnia Sogni di Scena, che dopo il forzato periodo di blocco torna in scena con una commedia inedita in Italia, tradotta e diretta da Emilia Miscio, e un cast di giovanissimi attori.

Dall’8 al 13 settembre il teatro degli Eroi di Roma ospiterà per la prima volta la compagnia con un’horror comedy del 1977 firmata dagli statunitensi Peter Walker e Katherine Jean Leslie, Le follie di Frankenstein.

A seguito di una tempesta di neve, un gruppo di sciatrici americane e il loro maestro trovano rifugio in un antico castello abitato dai discendenti del famoso Dottor Frankenstein: i due fratelli Frankenstein - il dottor Frank e il prestigiatore George -  la zia Elizabeth, la Creatura Mike e l’assistente di Frank.

Quando il dottor Frank Frankenstein annuncia la sua intenzione di creare una sposa per la Creatura usando i nuovi ospiti femminili come “pezzi di ricambio”, brividi e caos si scatenano nel castello.

In una scenografia dai colori tetri, inseguimenti e rumori sinistri, i vari e strambi personaggi si susseguono sul palco con ritmo serrato e gag divertenti, che lasciano però spazio ad alcune domande che l’uomo non smetterà mai di porsi: cosa si farebbe pur di restare per sempre giovani e immortali? Fino a dove si spingerebbe l’uomo per sfidare la morte?


LE FOLLIE DI FRANKENSTEIN

Horror comedy scritta da Peter Walker e Katherine Jean Leslie

Traduzione, adattamento e regia di Emilia Miscio

con Cristiano Migali, Emanuele Vircillo, Marco Gargiulo, Jessica Ferro, Mattia Cirelli, Antonino Palmeri, Arianna Bigazzi, Federica Pallozzi Lavorante, Fabrizia Sorrentino, Sara Zottoli, Gabriella Iovino, Giada Randazzo, Alessia Borgioni, Elisa Forte, Stella Isoli

Scene: Giorgio Miscio

Direttore di scena: Simona Borrazzo

Fonica e disegno luci: Giorgia Caredda

Foto e video: Riccardo Dell’Era
Ufficio Stampa: Chiara Bencivenga

 

 

 

TEATRO DEGLI EROI (via Girolamo Savonarola, 36 - Roma)

Dall’8 al 13 settembre 2020

Dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 17.30

Info e prenotazioni compagniasognidiscena@gmail.com - 0639745514 / 3470619618

INTERO 15,00 €

RIDOTTO 12,00 € (over 65 e studenti)

www.compagniateatralesognidiscena.it

www.teatrodeglieroi.it

ROMA, FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLO STREET FOOD DAL 3 AL 6 SETTEMBRE

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Dopo il successo delle precedenti tappe che hanno visto ripartire, dopo il lockdown a causa della pandemia, la IV edizione del  Festival Internazionale dello street food, il più importante festival di questo settore. 

Da giovedì 3 a domenica  6 settembre si svolgerà la VIIl tappa di questo Festival a Piazza  San Giovanni Bosco a Roma.

Il Festival il giovedì inizierà alle ore 18 e sarà aperto fino alle 24, il venerdì, il sabato e la domenica si anticiperà l'apertura alle 12, per chiudere sempre alle ore 24. 

Le persone hanno accolto con entusiasmo la riapertura di questa manifestazione, nel rispetto delle regole stabilite dalle normative per  il distanziamento sociale, applicate dall'organizzatore della manifestazione.

Dopo l’enorme successo della terza edizione 2019, con oltre cinque milioni di presenze registrate in più di 30 città italiane, il Festival Internazionale dello street food che era ripartito quest’anno con una fittissima programmazione di appuntamenti in tutte le regioni italiane, tanto da aver programmato più di 100 tappe, riprende  il suo percorso con truck e stand.  

Questo Festival nasce dall’idea di portare nelle piazze, all’aria aperta, il cibo che generalmente non si ha modo di mangiare a casa, gustando sapori di varie nazionalità, con l’intento di far conoscere in tutta Italia una nuova ristorazione, una ristorazione mobile, realizzata solo ed esclusivamente con cibi che puntano alla qualità senza tralasciare il buon bere, l’accoglienza e l’aggregazione sempre nel rispetto del distanziamento.

Ideatore, mente, anima e braccio operativo di questo Festival è Alfredo Orofino definito unanimemente “un portatore sano di energia” con una grande passione, quella per il cibo, grandissima professionalità, un uomo vulcanico, un tornado di idee creative, soprannominato da molti espositori il “Re dello street food”. Un passato nel mondo dello spettacolo, nell’organizzazione di grandi eventi, gestore di locali vincenti nella sua città d’origine, Torino. Curiosità, dedizione, una spiccata capacità imprenditoriale, oltre alla sua dote di lavoratore instancabile, tutte queste caratteristiche lo hanno portato in pochi anni ad essere una” star dello street food”, passando in poco tempo dal mercato locale a quello nazionale, creando un circuito in continua espansione.  

Nel 2019 il suo Festival è stato il primo a livello nazionale per presenze, toccando in lungo ed in largo l’Italia con tantissimi appuntamenti. L’edizione 2020 riparte  sempre all’insegna dell’eccellenza.

Ogni tappa avrà come protagonisti oltre 20 Chef su strada, che difendono con caparbietà e orgoglio i loro street food. Impastano, friggono, bollono, infornano, arrostiscono come se fossero tra le mura dei loro laboratori d’origine, immutando così la passione per la buona cucina e la qualità del risultato. 

Tanti ristoranti itineranti, chef qualificati pronti a stupire con le particolarità e la qualità della loro cucina. 

In questa tappa saranno presenti fra gli altri:  la cucina pugliese con i pasticciotti, il polipo alla griglia, le polpette al sugo con la burrata,  la porchetta di Ariccia, la cucina argentina con delle ottime specialità alla griglia, la cucina siciliana, il panuozzo con gli affettati DOP, le olive all'ascolana, i fritti, ma anche la birreria cecoslovacca, il pesce fritto, il kurtos ungherese, lo gnocco fritto, la bombetta di Alberobello, il caciocavallo impiccato e i sempre presenti arrosticini. Una serie di birrifici artigianali e amburgherie con vari tipi di carne dal cinghiale, al patanegra, al manzo, arricchiranno l'offerta. 

Il Tour 2019 ha di fatto creato un appuntamento culinario di grande originalità per le cucine internazionali presenti, non tralasciando mai l’attenzione alle realtà gastronomiche regionali provenienti da tutta Italia. 

Qualità, originalità, tradizione e pulizia sono state le parole d’ordine in ogni Tappa e lo sono anche nel 2020.

Lo street food in Italia nasce con materie prime semplici, come l’acqua, la farina, l’olio e il pomodoro per creare tante specialità come i maccheroni e la pizza, simboli della cucina italiana, nati proprio come cibo di strada. A New York con i carretti di Hot dog, ad Istanbul con i chioschi del Kebab, a Parigi con le creperie sui boulevard di sono tutti luoghi simbolo del cibo di strada.

Rimanendo in Italia, basta ricordare che a Napoli, nelle strade, si mangiavano i maccheroni e la pizza a portafoglio, in Valle d’Aosta la polenta con il lardo di Arnad, in Liguria la focaccia di Recco, la farinata o la panissa genovese, in Emilia Romagna la piadina o lo gnocco fritto gonfio e dorato asciutto e vuoto all’interno pronto per essere farcito con  salumi e formaggi, come antipasto, spuntino o secondo piatto accompagnato da un buon bicchiere di Lambrusco, senza dimenticare il pinzone di Ferrara.

Tante le locations in programma per il 2020, in un tour gastronomico di altissimo profilo, fonte di qualità nelle piazze dove verrà ospitato. 

“QUARTA EDIZIONE FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLO STREET FOOD 2020”

Ottava  Tappa del Tour  

Roma – Piazza San Giovanni Bosco 

da giovedì 3 a domenica  6 settembre

giovedì ore 18- 24 , ven. sab. e dom. dalle ore 12 alle 24 


RICORDO DI PHILIPPE DAVERIO

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La cultura italiana ricorda con affetto Philippe Daverio, appassionato e colto storico e critico d’arte. Ai tanti ricordi ufficiali voglio aggiungerne uno personale perché, quando ero sindaco di Verbania, Philippe accettò il mio invito di diventare presidente del “Museo del Paesaggio”, storica istituzione della nostra città, colpito dal valore di quanto raccolto ed entusiasta nel voler rilanciare questa nostra realtà culturale locale.

Eletto presidente dalla maggioranza del Consiglio Comunale l’ “intellighenzia” della sinistra verbanese apertamente non poteva soffrirlo e in segno di scherno qualche imbecille – per dargli il benvenuto – gli fece perfino trovare sigillata con il vinavil la serratura degli uffici del museo. Un brutto gesto vandalico che la dice lunga sull’ intelligenza dell’autore, ovviamente rimasto ignoto. Philippe non si scompose più di tanto e - a chi gli chiedeva commenti o dichiarazioni di sdegno - rispose con l’ironia di sempre “Speriamo che domani sia bel tempo”.

Marco Zacchera

Cambiare o morire lentamente! Quando l’ideologia acceca, i problemi non si vedono!

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di Giuseppe Arnò* - Agli inizi degli anni ´90 Tangentopoli avrebbe dovuto realizzare la “disinfestazione” della malapolitica italiana o almeno questo è quello che hanno voluto farci credere! In realtà si è trattato solo dell’eliminazione di un determinato schieramento politico, non attraverso le regole democratiche, ma attraverso la politicizzazione di una parte della magistratura, tant’è che non sempre i processi di quell’epico periodo riuscirono a dimostrare la colpevolezza dei vari personaggi coinvolti. Molti di essi furono assolti, ma coperti d’ignominia nella vita e nella reputazione. Molti altri finirono tristemente i loro giorni nell’oblio generale o in esilio, come Craxi. 

Era ciò che, in pratica, si voleva ottenere, ma gli effetti collaterali in termini di vite umane furono disastrosi: oltre quaranta le persone che si tolsero la vita a causa di quelle indagini. Ma la storia si ripete? Secondo alcuni è un assioma, secondo altri la storia non si ripete; sono gli storici che si ripetono. Noi, ad essere sinceri, concordiamo con Marx, allorché afferma: “I fenomeni storici accadono sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa”.

 

E difatti siamo, a distanza di anni, alla farsa finale, che fa seguito alla tragedia di “Mani Pulite”: l'annuncio di Conte, che prevede la proroga dello stato di emergenza a tutto il 2020 e la forzata desecretazione dei verbali, sono solo la punta dell’iceberg, un piccolo esempio di come oramai, da noi, i rappresentanti delle istituzioni, oggi grazie all´emergenza e domani chissà con quale scusante, non seguono più le regole del buon senso e della democrazia, ma governano la res publica, se non in contrasto, quanto meno ai limiti della costituzionalità.

 

Più incisiva, in sostanza, appare essere la Camera Penale di Trieste e non solo, allorché dichiara che l’epidemia sembra stia divenendo un laboratorio per sperimentare forme nuove di governo contrarie ai principi costituzionali. In altre parole, ci troviamo con un governo che, in funzione dell’evoluzione dell’epidemia, tratta questioni d’interesse nazionale in edizione «poteri speciali», a furia di secretazioni (anche sulle tabelle Eurostat sulla crescita delle costruzioni manca solo l´Italia; per Palazzo Chigi l´informazione è riservata) e DPCM (atti che non vengono sottoposti ad alcun intervento di verifica da parte dell’organo legislativo).

 

E “Nel momento culminante del finale travolgente” - per dirla col compositore Ruggero Pasquarelli - la farsa si supera con Salvinopoli: i processi contro Salvini. Il voltafaccia di Italia Viva e del M5S, che adesso votano per processare Salvini per la vicenda Open Arms, la dice lunga sull´incoerenza partitica e sull’intreccio politica-giustizia. Non a caso l’autorevole Massimo Cacciari afferma che uno dei drammi della giustizia è, appunto, il suo intreccio con politica e giornalismo. Difatti alla politicizzazione di parte della magistratura si aggiunge, da un lato, la giudiziarizzazione della politica, ovvero l’ampliamento degli spazi di policy-making (elaborazione della linea guida sulle questioni più rilevanti per la società e la politica) delle Corti, e, dall’altro, il rapporto incestuoso di quest’ultima col giornalismo.

 

Vale la pena ricordare, a questo proposito, che manipolare le notizie a scopi politici non è più giornalismo, ma malcelata politica! Gli avvisi di garanzia per Conte e sei ministri, per la questionata gestione dell’emergenza “Coronavirus” e per la richiesta di archiviazione da parte della Procura romana al Tribunale dei Ministri, confermano le nostre preoccupazioni.

Ma, perbacco, non gioiamone! Oggi tocca a chi tocca, domani, probabilmente, a chi oggi si rallegra, a seconda dei biechi interessi degli oscuri “manovratori”, che decidono le sorti dei popoli e dei governi.

 

Certi si è che all’onesto cittadino questo machiavello, indipendentemente da chi sia il malcapitato di turno, di sicuro non va giù. Bisogna avere il coraggio di dire che in politica non tutto è possibile, avverte A. Camilleri. Tutto ha un limite. Soprattutto la pazienza! E chiaramente nessuno fa più caso a quanto affermava sul buon politico Niccolò Machiavelli, il fondatore della scienza politica moderna, i cui principi base emergono dalla sua opera più famosa, Il Principe: “Il ministro deve morire più ricco di buona fama e di benevolenza, che di tesoro”.

 

Tant’è che la politica continua ad essere, spesso e volentieri, malapolitica, come lo era trenta anni addietro o ancora peggio. La malversazione, la corruzione, il peculato, l’appropriazione indebita e ogni altro reato contro il patrimonio sono all’ordine del giorno, oramai dappertutto. La Magistratura, che dovrebbe amministrare la Giustizia con indipendenza e autonomia, ha sofferto una mutazione genetica: da servizio a strumento di potere personale. Essa è sprofondata clamorosamente in una vergognosa crisi mai provata prima d’ora (vedasi inchiesta “Palamara”) e se il valore autentico dell’associazionismo e dell’autogoverno della stessa non riuscirà a epurarsi, per farlo sopravvivere si dovrà pensare inevitabilmente a un diverso modello di potere giudiziario, che riguadagni la fiducia dei cittadini.

 

Lo stesso dicasi per gli altri due poteri: il legislativo e l’esecutivo, evidentemente incapaci di espletare, come si conviene, i compiti istituzionali di loro competenza. Orbene, è tutto il sistema che è sbagliato!

 

Cambiare o morire lentamente: per accorciare le distanze tra politica e cittadini non basta cambiare solo la legge elettorale o ricorrere a un qualsiasi marchingegno legislativo. La politica esiste sin dall’inizio dei tempi. Già Aristotele e Platone avevano un’idea chiara sul funzionamento dello Stato e della politica. Il primo definì la politica come l’amministrazione della polis per il bene di tutti; per il secondo, l’esercizio del potere non costituiva affatto un privilegio materiale; tale funzione era demandata ai filosofi perché solo loro avevano la conoscenza necessaria per poter svolgere un compito tanto delicato, il cui obiettivo finale era il bene comune.

 

La politica col tempo ha però perso il lustro originario e nella sua lunga evoluzione si è dimostrata contaminante e contaminabile. Essa, oramai, viene usata ad arte per rafforzare il potere e la già enorme ricchezza accumulata nelle mani di pochi “Signori”. Nel decorso degli anni potrà cambiare il nome di questi ultimi, ma il problema continuerà a rimanere nella sua esiziale gravità in quanto, se è vero che la colpa è del sistema, è pur vero che i comportamenti sono personali.

Ciò stante, se i cattivi leader, per come è chiaro, non hanno interesse a cambiare, vanno cambiati dal popolo, che ha il potere e il diritto di riservare per sé e per le future generazioni un’esistenza migliore.

 

È quanto, in pratica, sostiene lo scrittore ed economista Peter Druker, allorché afferma: “Se i leader non sono in grado di rompere con il passato, di abbandonare le logiche di ieri, non saranno in grado di creare il domani”. Ma dove sono i nostri leader?  I grandi statisti, ahinoi, rimarranno solo un ricordo: “La morta gente, o epigoni, fra noi non torna più! (Carducci)”. E il popolo? Che si arrangi! Solo che questa volta, ve lo assicuriamo, non ci sarà Mosè a salvarlo.

 

In molti si domandano: la nostra Costituzione è ancora attuale? No, va cambiata e principalmente, riteniamo, per metterci alle spalle 73 anni di storture, che non stiamo qui ad elencare! Le relative procedure, è vero, sono lunghe e complesse (di esse si occupano gli att.138 e 139), ma siamo giunti al capolinea: cambiare o morire lentamente! 

 

A tal proposito ci viene in mente Marco D’Antonio, uno dei maggiori costituzionalisti, direttore dell´ufficio studi della Camera dei deputati e autore di un libro edito nel 1977 - La costituzione di carta - in cui afferma a chiare lettere: «La costituzione è morta». D´Antonio denuncia nella sua opera, tra l´altro, una degenerazione che favorisce più gli abusi che l´efficienza dei servizi, nonché l´estrema politicizzazione del potere giudiziario. C´è poi da considerare che dal 1977 ad oggi la situazione è esponenzialmente peggiorata. E allora?

 

Si rendono quindi necessari un nuovo atto normativo fondamentale, che definisca la natura, la conformazione, l'attività e le regole dell’ordinamento giuridico di uno Stato di diritto, e nuove concezioni politico-giudiziarie, fondate su norme imperative di coerenza e responsabilità, che rigorosamente tutelino una diversa strutturazione della società e di chi la governa. Queste misure rappresentano le uniche panacee del nefasto “male” che attualmente ci opprime. “Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce” – Pablo Neruda. L’allusione è trasparente.

 

Orbene, per scoprire la falsa democrazia delle mascherate, del terrorismo psicologico e pseudosanitario basta considerare che coloro che hanno imposto la chiusura e l’isolamento sono gli stessi che vogliono gli immigrati liberi di sbarcare e di muoversi per ogni dove, mentre l’apparato che la rappresenta tende a omologarci e spersonalizzarci subdolamente sempre di più, con la benedizione di Bruxelles e di coloro che stanno ancora più in su.

 

L´UE, poi, per quello che serve, (da quando ne facciamo parte siamo andati a passo di gambero: se nel 2014 il PIL tricolore risultava dell’1,9% al di sotto di quello medio dell’Unione Europea, nel 2015 lo scarto è peggiorato, raggiungendo il 3%, mentre nel 2001 il PIL pro capite italiano superava quello medio europeo del 18,8%.), è meglio che si riformuli di sana pianta o che si danni, ma, vivaddio! In quest´ultimo caso, senza di noi. Siamo nel caos, che fare?

 

Ordnung muß sein” (Deve esserci ordine)! Questa tipica e opportuna espressione tedesca ci ricorda che a tutto c’è un limite, perché possa regnare l’ordine ed evitare il peggio. “Guardi là fuori. Conosce il gioco. Disordini, guerra... Il passo è breve.” - Alexander Pierce.

 

Quando l´ideologia acceca, i problemi non si vedono!

La nostra, sia ben chiaro, non è l’apologia di un pensiero politico, è l’amara disamina della realtà storica; non siamo interessati a difendere una determinata ideologia, ma solo ad analizzare le vere cause che ci hanno ridotti ad essere l´ ultima ruota sgangherata del carro “Europa”. Siamo per la democrazia intesa come potere del popolo, per il popolo. Siamo per la libertà e la pace, la giustizia e la parità dei diritti. Siamo decisamente contro i “pieni poteri” da qualunque parte essi vengano invocati o assunti.

 

Comunque, né potremmo difendere alcuna linea politica, perché è tutta la politica, intesa come scienza e arte di governare, che ha clamorosamente fallito nel suo insieme. Essa è stata infingarda e assente, ha preferito raccogliere il consenso più ampio possibile, al momento, per beneficio proprio, dimenticando che, amministrando allegramente, senza fare gli interessi del popolo e del Paese, si arriva al punto in cui ci troviamo, con un pauroso indebitamento di oltre 2.500 miliardi, ovvero 41.000 euro per ogni contribuente, che ha generato il degrado, il declino e la crisi, ipotecando il futuro di molte generazioni e spingendole - di conseguenza - tra le braccia dei pifferai magici del populismo di turno. E che populismo! Quello imbonitore e non di certo quello illuminato, che - perlomeno - scavalca le ideologie, rinnega la globalizzazione per come si è sviluppata e si propone di rinnovare valori, ideali e classi politiche!

 

Utopia e Distopia

“A Taprobana (Sri Lanka), in una città fortificata e inespugnabile, costruita su un colle, esiste una società felice, che non conosce conflitti interni, corruzione, inimicizia, invidie, tradimenti o fame”. È “la città del sole”, luogo inesistente, immaginato e descritto da Campanella nell’omonimo dialogo, come esempio di organizzazione politico-sociale perfetta. L’opera di Tommaso Campanella ci descrive l’immaginario, l’utopia, ciò che vorremmo fosse. In contrapposizione citiamo il romanzo fantascientifico di Orwell “1984’, che ci prospetta l’opposto, la distopia (utopia negativa), ciò che, invece, non vorremmo fosse. Orwell presenta una società totalitaria in cui il “Grande fratello”, l´occhio che vede tutto, controlla il nostro modo di essere, la coscienza e la libertà dei cittadini; inoltre inscena uno Stato brutale e in declino a causa dell’evoluzione tecnologica destinata al servizio del male.

 

E qui siamo noi! Tutti attori di un film distopico che, non potendo contare sull’eroe salvatore dell’umanità, come succede in cinematografia, fatichiamo a sopravvivere nell’inferno quotidiano, alla cui realizzazione abbiamo contribuito con il nostro impecorimento, per poi morire lentamente per gli stenti e l’inedia nel nostro Paese, tradito, svilito e impotente. Sorge spontanea una domanda: C’è qualche speranza di salvezza? Rispondiamo con una citazione di Lewis: “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale”.

Epperciò: Cambiare o morire lentamente!

 

http://rivistalagazzettaonline.info/articolo/3050/editoriale-settembre-2020

 

*direttore ed editore de La Gazzetta italo-brasiliana

La cantautrice Mari Conti a Fattitaliani: l'ispirazione è un lampo improvviso. L'intervista

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La cantautrice romana Mari Conti
torna con un nuovo singolo pluridimensionale "Live Now"
, un imperativo categorico finalizzato alla riscoperta continua dell’eternità relativa, un elogio “all’eterno presente”, il qui e ora. Ne parla a Fattitaliani: l'intervista.

Il brano "Live now"è stato composto durante il confinamento o prescinde dall'attuale situazione?

Live Nowè stato scritto molto tempo fa.. Inizialmente avevo pensato ad un "urlo" imperativo agli uomini e alle loro coscienze, di non pensare troppo al futuro ma di cercare di vedere il bello della vita nella sua quotidianità. Però capisco perché farebbe pensare ad un brano ispirato da questo difficile momento storico che stiamo vivendo. Se solo potessimo tornare indietro nel tempo, non daremmo per scontate molte cose. In primis la libertà. 

Quali sono le certezze e i valori su cui stai fondando il tuo percorso umano e artistico?
Le mie certezze sono gli affetti a me piùcari. I valori sono senz'altra l'onestà, la pazienza e la perseveranza. 

La tua ispirazione si accende a volte in modo particolare in un determinato momento e luogo o nasce sempre spontanea e all'improvviso?
Credo che l'ispirazione in generale sia come un lampo improvviso, uno squarcio di creatività che ti arriva per miracolo. In me nasce assolutamente in maniera spontanea, quasi sempre.

Ci sono stati degli incontri che stanno influenzando/hanno influenzato la tua carriera?
Sicuramente l'incontro con il mio produttore Mozez Wright, con il quale co-scrivo quasi tutti i miei brani. Ha creduto in me ascoltando delle mie demo e producendo il mio primo album Gentle Beauty. Grazie a lui sono riuscita a trovare la mia vera identità musicale.

Qual è l'aspetto più bello e meno bello di lavorare nella musica?
Non ci sono aspetti meno belli lavorando nella musica. Lei è la passione che riesce a colorare anche le giornate più grigie. L'aspetto più bello è per me la sensazione unica di quando concepisci una melodia dal nulla.. una vera magia. Giovanni Zambito.

Foto di Tony Zecchinelli

Live Now
 parla di una persona che scopre all'improvviso il valore assoluto di chi cammina e vive al suo fianco e, conseguentemente, la paura di perderla. 

Live Now è una corsa contro il tempo, dove il conto alla rovescia è già cominciato. 

'Vivi ora, perché' non saremo più gli stessi di prima. Non sentiremo più come prima"...


Il video

Un viaggio sequenziale e psichedelico, tra immagini oniriche e figuranti magici, attraverso mondi sconosciuti, paralleli al mondo reale... 

Esseri viventi che si muovono negli abissi degli oceani ...  

Esseri immortali e mitologici - a metà fra donne e sirene - che all'improvviso scoprono di essere "umani" e vogliono risalire a galla, respirare, danzare, riportare indietro il tempo… per sopravvivere ancora un po'. Sembra voler ritrarre il tempo che scorre e che delinea come scintille pazze l'energia della vita.

Come cita il testo della canzone Attraverserò il confine, dove so che non troverò mai piu’ qualcuno come te, qualcuno come te…

In questo mondo che sta crollando sei l'unica scintilla di luce 

ti voglio ancora…

 

Note d'autore

Mari Conti, cantautrice italiana, nasce a Roma.

Fin da adolescente si appassiona alla musica cominciando a cantare prima come corista e poi come solista, in molte cover band della Capitale. Comincia a scrivere le sue canzoni solo alcuni anni dopo, grazie all’incontro con il chitarrista americano Gary Lucas – con il quale scrive You Will See My Flame Again, dedicato al suo cantante preferito Jeff Buckley ( con il quale Gary Lucas scrisse due fra i suoi brani diventati storici del rock, Grace e Mojo Pin) – e a quello successivo, nel 2009, con Mozez Wright ( Mozez), ex front man della band pioniera del trip hop degli Zero 7.

Con Mozez, Mari scrive il suo primo album d’esordio intitolato Gentle Beauty ( uscito nel 2012 ) che contiene dodici brani ispirati al mondo sonoro del trip hop. Di questi, Free viene remixato dal producer e dj inglese Raj Mang (Roxy Music, Freddy Mercury, Shirley Bassey,Gorillaz). La canzone, che ottiene un grande riscontro, diventa colonna sonora dell’edizione 2014 della rassegna di musica elettronica Electric Elephant –  Festival di Tisno .  Inoltre Vincenzo Incenzo (autore di successi della musica italiana cantati da Michele Zarrillo, Renato Zero e molti altri) scrive insieme a lei e a Mozez Blue Is My Favourite Colour.

Dopo il suo primo album Mari inizia una serie di collaborazioni con diversi dj e producer europei quali Claudio Fiore (Eternal) seguito da Milo S (Just a Fool) e GoldLounge (Like a Feather

Mari collabora successivamente con la band WA (Paolo Palazzoli e Roberto Cosimi) inserendo due brani nel loro album Blue Thinking, uscito nell’autunno 2019.

Nell'aprile 2020 esce con il singolo "Hangin on a Kiss", scritto assieme a Mozez Wright.

http://www.mariofficial.com


Scritto da Marina Conti e Osmond Wright

prodotto da Osmond Wright per l'etichetta indipendente inglese Numen Records
Distribuito da Fuga
Mix e Master : Tommy Bianchi
Videomaker: Diego Monfredini

La Monnaie inaugura la stagione con una live filmed opera: IS THIS THE END?

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La persona che vuole raccontare non trova né il pubblico né la scena. E' questa la fine? Questa domanda - esplicitata, elaborata, solo percepita o forse completamente rimossa - è la domanda che ciascuno di noi si è posto in questo periodo di isolamento esteriore, di mancanza o di diminuzione dei contatti, dove il mondo di prima - per il  battito d'ali di un impercettibile microscopico nemico - è scomparso, sostituito da una transizione verso un altrove che ci è ancora ignoto.... E l'artista, più di ogni altro,sente l'assenza del suo pubblico come come un angosciante segnale, un presagio, un tremendo messaggio da capire, interpretare, sviscerare per dare voce alla sua e alla nostra inquietudine e per indicarci - forse - un percorso interiore in questa difficile transizione....

La Monnaie inizia la nuova stagione lirica con un "poprequiem"  del compositore belga Jean-Luc Fafchamps. Questo  è un progetto in tre parti su libretto di Éric Brucher e ha ricevuto il titolo globaleÈ questa la fine?  La prima parte, Dead little girl, sarà presentata a settembre come un'opera filmata dal vivo: una miscela unica di cinema d'opera e musica dal vivo. Il risultato è una proiezione video, trasmessa direttamente da La Monnaie ma che non guardi a teatro ma a casa tua sul sito web. 

Una ragazza adolescente rimane intrappolata in un limbo tra la vita e la morte. Incontra tutti i tipi di personaggi, "anime in partenza", che, proprio come lei, sono in uno stato di transizione. È un tema a cui viene data una toccante attualità a causa della crisi del corona, in cui così tante persone non sono state in grado di congedarsi da un amico o da un familiare defunto.

La regista Ingrid von Wantoch Rekowski fornisce questa "messa per i semivivi" con una rappresentazione inedita. Episodi che vengono prima girati in teatro, dialogano con un'esibizione dal vivo di tre solisti, diciassette musicisti dell'Orchestra Sinfonica e diciotto cantanti del Coro de La Monnaie.



Is this the end? | A live-filmed opera experience 

Passeggiando per un teatro stranamente silenzioso, Ingrid von Wantoch Rekowski - È questa la fine? La regista - ci racconta il suo piano per dare nuova vita all'Opera. Per questa produzione virtuale unica La Monnaie cambia le sue rappresentazioni tradizionali e ci offre un "programma virtuale" fedele allo spirito di questo progetto ambizioso senza precedenti.



 Nel sito de La Monnaie una conversazione con INGRID VON WANTOCH REKOWSKI 


A pop requiem in three parts by Jean-Luc Fafchamps

PART ONE : DEAD LITTLE GIRL

Muzikale leiding PATRICK DAVIN

Regie INGRID VON WANTOCH REKOWSKI

Kostuums REGINE BECKER

Koorleider ALBERTO MORO

Libretto ÉRIC BRUCHER

Realisatie JEAN CLAUDE WOUTERS

The Teenager ARAH DEFRISE

The Man AMAURY MASSION (LYLAC)

The Woman ALBANE CARRÈRE

Symfonieorkest van de Munt

Koor van de Munt

Kooracademie van de Munt o.l.v. Benoît Giaux

Productie DE MUNT / LA MONNAIE

Filmproductie HELIOX FILMS

Met de steun van ARS MUSICA EN LUCILIA CAESAR

sabato 12 SEPT 2020, 20:00

domenica 13 SEPT 2020, 15:00

Le immagini che corredano l'articolo sono tratte dal video Is this the end? | A live-filmed opera experience




PFC CHALLENGE: L’ITALIA IN SALUTE IN 21 GIORNI. SI PARTE IL 20 SETTEMBRE

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Da soli è sempre molto difficile mettersi a dieta, fare attività fisica e, soprattutto, avere il giusto stimolo. Ma tutti insieme sarà molto più facile e divertente con la challenge proposta da Luca Ruggeri, fondatore di PFC Academy, l’accademia specializzata nella formazione d’eccellenza di Personal Fitness Coach®, che sarà lanciata il prossimo 20 settembre.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che occorre fare almeno 30 minuti di attività al giorno, mangiare sano e avere un giusto atteggiamento per mantenere sotto controllo il proprio peso e stare in salute. Partendo proprio da questo assunto, la PFC Challenge si pone l’obiettivo di far perdere peso all’Italia, un peso che minaccia la salute e il benessere delle persone.

“È una sfida che voglio lanciare a tutta l’Italia, e non solo, per aiutare le persone a raggiungere il proprio peso forma” commenta Luca Ruggeri, che aggiunge: “Per tre settimane ci alleneremo insieme online, una volta al giorno per trenta minuti, grazie alle centinaia di lezioni proposte da 101 Personal Fitness Coach che entreranno virtualmente a casa di tutti i partecipanti proponendo ogni giorno attività diverse. Si potrà scegliere tra tonificazione, functional, core training, pilates, yoga, cardio…”

Per partecipare basterà compilare un form sul gruppo Facebook “Allenati con i Personal Fintess Coach” nel quale verranno lasciati i propri dati. All’inizio della sfida verrà sommato il peso di tutti i partecipanti e verrà fatto lo stesso alla fine per valutare quanti chili ha perso tutta l’Italia: al termine dei 21 giorni chi sarà stato più costante e con la maggiore riduzione di peso, vincerà uno splendido premio.

Un’altra bella iniziativa di Luca Ruggeri che durante il lockdown ha creato “Allenati con i Personal Fitness Coach”, la palestra digitale più grande in Italia su Facebook: un programma di Charity dedicato a tutte le persone che volevano allenarsi ma non avevano le possibilità di essere seguite da un Personal Fitness Coach. Un gruppo composto da oltre 100 Personal Fitness Coach certificati, attraverso video lezioni in diretta, hanno permesso a decine di migliaia di persone di potersi mantenere in forma, gratuitamente, seguendo i programmi proposti.

Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma dal 12 settembre 2020 Fondazione Modena Arti Visive

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Fondazione Modena Arti Visive
è lieta di presentare La luce, la traccia, la forma, personale di Mario Cresci (Chiavari, 1942) a cura di Chiara Dall’Olio.Per l’occasione l’artista ha ideato, all’interno della sede espositiva di Palazzo Santa Margherita, un allestimento composto da opere realizzate con linguaggi differenti e tecniche sperimentali, che da sempre connotano la sua cifra stilistica. 

Mario Cresci è autore, fin dagli anni Settanta, di opere eclettiche caratterizzate da una libertà di ricerca che attraversa il disegno, la fotografia, il video, l’installazione, il site specific. Il suo lavoro si è sempre rivolto a una continua investigazione sulla natura del linguaggio visivo attraverso il mezzo fotografico usato come pretesto opposto al concetto di veridicità del reale. 

Fondazione Modena Arti Visive ha invitato l’artista a creare un dialogo con la mostra L’impronta del reale. W. H. Fox Talbot alle origini della fotografia che contemporaneamente le Gallerie Estensi, in collaborazione con FMAV, dedicano al noto fotografo inglese, inventore della fotografia su carta, e ai procedimenti di riproduzione delle immagini. Mario Cresci si è ispirato alle origini della fotografia come traccia creata dalla luce e ha selezionato per La luce, la traccia, la formauna serie di opere che evidenziano il suo interesse per l'incisione e più in generale per il "segno" che fin dal primo momento è stato, in senso più ampio, un tema costante della sua ricerca artistica. Come sottolinea Cresci, prima dell'invenzione della fotografia, le immagini venivano diffuse attraverso l'uso della tecnica calcografica, ovvero attraverso delle lastre di rame incise con le tecniche dell’acquaforte e del bulino. Con l'avvento del dagherrotipo è la luce che impressiona la lastra metallica sostituendosi alla mano dell'artista e, poco tempo dopo, sarà Talbot a inventare il negativo su supporto cartaceo.

In occasione della mostra, l'artista riprende un lavoro fatto nel 2011 per l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, che si focalizzava in parte sui segni incisi da Giovanni Battista Piranesi,Annibale Carracci e Luigi Calamatta, analizzati attraverso opere video e scatti fotografici capaci di disvelarne la matericitànel rapporto con la lastra di rame. In mostra, Cresci espone iRivelati (Roma 2010), tre inclinazioni diverse della lastra che rivelano tre “diverse” immagini modificate dalla luce della “Madonna della Seggiola” di Raffaello, incisa al bulino da Calamatta nel 1863. Integra la serie con macro prelievi estratti dalle fotografie (realizzate ad hocda Alfredo Corrao all’inizio 2020) delle lastre dei tre incisori. Queste elaborazioni di Cresci manifestano la loro natura di opere d’arte autonome generando, attraverso tracce e segni, altre opere, utilizzando riproduzioni di riproduzioni della realtà, in un continuo circolo interpretativo e creativo. Nel video Tre focus su Piranesi (Roma 2011-Bergamo 2020), l’artista ha invece operato per sottrazione isolando, a partire da una macrofotografia, i solchi del bulino incisi da Piranesi intorno al 1745 sulle lastre di rame dalla serie Le Carceri. Cresci trasforma i segni incisi in segni luminosi in movimento che si sommano ridefinendo il disegno originario, operando così un’analisi della percezione visiva attraverso i suoi componenti elementari: le linee.

Al centro dello spazio espositivo, la grande teca retroilluminata contiene l’opera Alterazione del quadrato, dalla serie “Geometria non euclidea” (Venezia, 1964), sequenza di immagini su pellicola auto-positiva, dove la riflessione di Cresci si concentra sullo spostamento del punto di vista, sull’esperienza della percezione e sulla sua ambiguità, e lo fa ricorrendo ancora una volta alla geometria, struttura elementare dell’analisi, punto di partenza di molti dei suoi lavori.

Tra le opere in mostra è significativo anche il dittico Autoritratto, dalla serie “Attraverso la traccia” (Bergamo, 2010) realizzato usando la superficie specchiante del retro di un "grande rame" che, modificata dall'ossidazione del tempo, restituisce un’immagine alterata della figura. Un gesto simbolico quello dell'intervento di Mario Cresci perché in questo caso è la fotografia a "incidere" la lastra di rame: un omaggio a quello sperimentalismo che caratterizzò l'invenzione della fotografia fin dalla sua comparsa nel mondo dell'arte.

 La mostra Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma, realizzata in collaborazione con le Gallerie Estensi, sarà aperta al pubblico dal 12 settembre 2020 al 10 gennaio 2021 presso la Sala Grande di Palazzo Santa Margherita.

Anche quest’anno Mario Cresci svolgerà il ruolo di docente del Master sull'immagine contemporanea della Scuola di alta formazione di Fondazione Modena Arti Visive, progettato per formare giovani talenti artistici, i quali hanno l’opportunità straordinaria di confrontarsi con i grandi artisti italiani e internazionali protagonisti del programma espositivo di FMAV, che accompagnano gli studenti nella ricerca e sperimentazione di nuovi approcci, linguaggi e progetti (scuola.fmav.org).  

Mario Cresci nascea Chiavari, in Liguria, nel 1942, e oggi vive e lavora a Bergamo. Nel 2004 realizza la sua prima antologica, Le case della fotografia. 1966-2003, alla GAM di Torino, mentre nel 2017 riassume i suoi cinquant’anni di attività artistica nella mostra La fotografia del No. 1964-2016 alla GAMeC di Bergamo. Dal 2010 al 2012 realizza il progetto Forse Fotografia: Attraverso l’arte; Attraverso la traccia; Attraverso l’umano con una mostra itinerante rispettivamente nelle città di Bologna (Pinacoteca Nazionale), Roma (Istituto Centrale per la Grafica), Matera (Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata), pubblicando per i tipi Allemandi il catalogo omonimo, un volume ricco di testi critici e immagini sul suo lavoro. Partecipa alla Biennale d'Arte di Venezia nel 1971, 1979 e nel 1993 in Muri di carta. Fotografia e paesaggio dopo le avanguardie curata da Arturo Carlo Quintavalle. Dal 1974 alcune sue fotografie fanno parte della collezione del MoMA di New York. Molti lavori sono raccolti in diverse collezioni d’arte e fotografia contemporanea di note collezioni museali permanenti. Dalla fine degli anni Settanta si dedica anche all’insegnamento come attività di esperienza creativa condivisa e intesa come parte integrante del suo lavoro d’autore, nella convinzione che l’opera d’arte può anche nascere da un processo sociale. Dal 1991 al 1999 ha diretto l'Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo. Ha insegnato in diverse scuole, accademie e università come lo IED, l’Accademia di Brera, la NABA, il Politecnico di Milano e attualmente insegna all’Università ISIA di Urbino e alla Fondazione Modena Arti Visive. Ampia e articolata è la sua produzione di libri e più̀ in generale di contributi, anche teorici, sulla fotografia e la comunicazione visiva. Nel 2019 pubblica Segni migranti. Storia di grafica e fotografia (Postcart Edizioni), un compendio della sua ricerca grafica e fotografica. 

Mario Cresci

La luce, la traccia, la forma 

A cura di

Chiara Dall’Olio 

Sede

FMAV – Palazzo Santa Margherita

Corso Canalgrande 103, Modena

Date

12 settembre 2020 – 10 gennaio 2021

Orari

Mercoledì, giovedì e venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19

25 dicembre 2020 e 1 gennaio 2021: 16-19

Durante festivalfilosofia

18-19 settembre: 9-23; 20 settembre: 9-21

 

Biglietto unico

Mario Cresci. La luce, la traccia, la forma + Quayola. Ultima perfezione

Intero € 6,00 | Ridotto € 4,00

Ingresso libero: mercoledì | prima domenica del mese | fino al 17 settembre | festivalfilosofia (18-20 settembre 2020)

Acquista online su Vivaticket

Ridotto per i possessori del biglietto intero della mostra L’impronta del reale. W. H. Fox Talbot alle origini della fotografia. Per tutte le altre convenzioni consultare fmav.org

 

In collaborazione con

Gallerie Estensi

 

Informazioni

Tel. +39 059 2032919 (in orario di mostra) | www.fmav.org

 

Julie debutta con il singolo "Scie chimiche": finalmente si concretizzano le mie aspirazioni. L'intervista di Fattitaliani

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Oggi la giovanissima cantautrice siciliana Julie, nome d'arte di Giulia Scroppo, debutta nel mondo discografico con il singolo "Scie chimiche" uscito per Carioca Records e distribuito da Artist First: è un brano pop dalle note spensierate e romantiche in grado di trasportare l’ascoltatore in un mondo musicale allegro e frizzante, mettendolo fin da subito in una propensione positiva. Il ritmo è coinvolgente e il testo racconta di un amore giovanile vissuto con la leggerezza di quegli anni con al suo interno un dualismo costante fra elementi che si contrappongono. La canzone è nata durante il periodo di lockdown che ha costretto Julie, come il resto degli italiani, a rimanere tra le mura di casa. Perciò, di fatto, è stato ispirato dalla voglia di evasione e dalla nostalgia dei momenti passati. L'intervista di Fattitaliani.

Quali sono le sensazioni alla vigilia del debutto?
Sono molto agitata e ansiosa a dir la verità, ma allo stesso tempo carichissima ed entusiasta. È un momento molto importante per me, in cui finalmente si concretizza un po' tutto ciò a cui ho aspirato nell'ultimo periodo. Lo aspettavo da tempo e adesso non posso credere che sia arrivato.
Ci puoi riassumere le tappe che ti hanno condotto fino a "Scie chimiche"?
Scie chimicheè un brano molto romantico che ho scritto in un periodo in cui, in realtà, nella mia vita mancava solo l'amore. La Storia dietro il brano infatti è quasi del tutto un'invenzione della mia mente che ho buttato giù in un pomeriggio di noia durante la quarantena. Credo di essere stata ispirata proprio dalla voglia di rivivere i bei momenti passati e di crearne di nuovi. Quando la realtà non mi basta e non mi soddisfa mi rifugio nella fantasia e nella musica.
Quanto il tuo territorio ti ha influenzato nella voglia di emergere?
Mi ha influenzato molto, ma indirettamente in maniera negativa. Ho sempre voluto emergere e ho lavorato sodo per raggiungere i miei obiettivi, ma non sono mancati i momenti di sconforto e ciò anche a causa del territorio in cui vivo, in cui è molto difficile riuscire come artista in questo campo. Nonostante ciò, tutto questo non sarebbe stato possibile se non grazie a delle persone della mia zona con tanta voglia di fare e a cui devo molto.
Ci sono dei riferimenti musicali che tieni costantemente presenti?
Ho sempre ascoltato generi musicali diversi e artisti di tutti i tipi a livello mondiale. Mi piace variare e sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo che mi trasmetta emozioni o vibrazioni positive. In particolare però sono sempre stata affascinata dalle grandi dive della mia generazione, come Ariana Grande o Dua Lipa. Per quanto riguarda il cantautorato italiano, invece, sono molto legata ad artisti nuovi come Frah Quintale o Cosmo, ma anche agli intramontabili come Gino Paoli.
Cosa ti auguri che gli ascoltatori percepiscano e comprendano della canzone e di te?
Scie chimicheè una canzone volutamente frivola che spero possa mettere subito di buon umore. Mi auguro che riesca a far divertire gli ascoltatori  e a far vivere loro un momento di leggerezza e spensieratezza, trasmettendo l'allegria di un amore adolescenziale. Tuttavia spero che non si fermino all'apparenza: so essere leggera e scherzosa ma tutto ciò che scrivo è ispirato a qualcosa di più profondo e non superficiale.
"Scie chimiche" farà parte di un progetto più ampio?
Certo, Scie Chimicheè il primo brano di un progetto musicale che sto curando insieme alla redazione di Carioca Records, che voglio ringraziare per tutto e per aver creduto in me e nella mia musica fin da subito. Abbiamo voluto iniziare con un brano leggero, ma le prossime uscite saranno ben diverse e più profonde. Giovanni Zambito.


BIO
Giulia Scroppoè nata sotto la prima Primavera del nuovo millennio.
Cresciuta a Campofranco (CL), piccolo centro dei Monti Sicani dove ha da piccolissima dimostrato la sua indole artistica prendendo lezioni di danza, cantando e recitando in vari Musical della compagnia teatrale locale. Dall’età di 8 anni studia canto moderno e partecipa a diversi stage e masterclass, esibendosi in diverse manifestazioni e programmi televisivi locali. Appena maggiorenne Giulia scopre il pianoforte e si ritrova a comporre le sue prime canzoni che vengono incise e curate presso il Master Play Studio seguito dalla direzione artistica di Leo Curiale che ne cura gli arrangiamenti. A Luglio 2020 firma per Carioca Records e i prossimi mesi vedranno la pubblicazione di due singoli.
JULIE nelle sue canzoni è semplice ma mai banale. Leggera come un bacio che lascia il segno. Senza filtri e diretta. Allegra e spensierata. canta di sé e dei suoi sogni con leggiadria ed emozione. Un’artista di cui sentirete molto parlare.

CONTATTI SOCIAL ARTISTA

Anna Rosenberg con Claudia Gerini, prodotto da Michela Scolari, al Terra di Siena Film Festival

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Anna Rosenberg”, film diretto da Michele Moscatelli (Una furtiva lagrima) e prodotto da Michela Scolari (“Best Art Film” a Cannes 2019), sarà presentato oggi, venerdì 4 settembre, alle ore 19:30, durante l’evento speciale organizzato dall’International Terra di Siena Film Festival nell’ambito della 77. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Il film - in competizione ufficiale alla 24 edizione della manifestazione ideata e fondata da Maria Pia Corbelli con la direzione artistica di Antonio Flamini, che si terrà dal 29 settembre al 4 ottobre 2020 - riceverà il “Seguso Award”, un importante riconoscimento che sarà consegnato anche a Cate Blanchett, ospite della serata, insieme a Roberto Cicutto, Alberto Barbera, Diego Boneta, Claudia Gerini, Michela Scolari e tanti altri.

 

Scritto dall’autore francese di crime thriller di successo, André Delauré (Assourdissants silences 2004 e per la serie Mortelles connivences, La banquière 2006 e Les sous-traitants 2007), “Anna Rosenberg” è un thriller psicologico ispirato ad una storia vera, che racconta della violenza psicologica e fisica che ha portato Anna alla morte. Anna, che diventa metafora di tutte le donne vittime di femminicidio. Da sempre dalla parte delle donne e dei più deboli, Claudia Gerini interpreta Anna in modo sensibile e profondo, riuscendo a restituirle voce, riscatto e dignità. Accanto a lei, nei panni di Duval, la star francese Christophe Favre e Pasquale Greco nel ruolo di Marco.

 

Anna Rosenberg è un coraggioso film indipendente che io e Claudia abbiamo appoggiato e abbracciato. Ringrazio il regista e amico Michele Moscatelli per avere condiviso con me il prezioso scritto di André Delauré, permettendoci così di continuare a lottare, in maniera sempre più concreta e sensibile, in favore dei diritti delle donne, una causa a cui sono visceralmente legata, anche per esperienza personale” dichiara la produttrice Michela Scolari, che aggiunge: “Sono grata a tutta la squadra, Claudia Gerini, Christophe Favre e Pasquale Greco, per avere dato tutto - e più di tutto - per dare vita ai loro importanti controversi difficili ruoli. Sono felice e commossa che il nostro piccolo film ‘manifesto’ inizi a raccogliere l’attenzione che merita, perché lo meritano tutte le donne. E questo è il loro film” conclude Scolari.

IL "GRAN GALÀ DEL MARE" ILLUMINA MAZARA DEL VALLO E PREMIA IL SETTORE MARITTIMO

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Il primo, vero, unico evento di questa estate un po’ diversa in Sicilia, lo ha ospitato Mazara del Vallo, splendida località in provincia di Trapani, illuminata dal sole e accarezzata dal profondo mar mediterraneo.

Al Mahara Hotel, infatti, si è tenuto il “Gran Galà del Mare”, elegante e istituzionale cerimonia di consegna degli Oscar dei Porti, il premio assegnato a moltissime personalità del settore marittimo, che si sono distinte per il loro gran lavoro e per il loro massimo impegno in una fase così delicata come l’emergenza Covid-19.

L’idea è venuta a Roberto Onofri, che tra l’altro ha condotto la serata assieme a Veronica Maya, il quale da sempre spende la sua vita professionale proprio nell’ambiente portuale. Uno show talmente importante, che perfino il Ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, e il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (lui è di Mazara del Vallo) hanno voluto essere presenti con un loro contributo filmato.

Il “Gran Galà dei Porti”, Patrocinato dal Comune, ha visto esibirsi sul palco tra un premio e l’altro, tantissimi artisti. A cominciare dalla voce inconfondibile di Mario Biondi, per passare a quella dei Matia Bazar. Sono intervenuti anche Giucas Casella, Craig Warwick, e Barbara Francesca Ovieni che ha ballato la sua hit estiva “Ballo Ballo” (cover del celebre brano di Raffaella Carrà, prodotta da Paolo D’Amico e  Dj Onofri).

Un momento di riflessione è stato suggerito da Elena Bonzanni, showgirl bergamasca che è intervenuta per raccontare i momenti drammatici della sua città, e per suggellare lo stretto legame con la Sicilia (due pazienti Covid di Bergamo nell’aprile scorso sono stati trasportati e salvati nell’Ospedale Civile di Palermo).

Roberto Onofri, perfetto padrone di casa, ha accolto sul palcoscenico diversi illustri rappresentanti del mondo dei porti: da Pasqualino Monti, Presidente Autorità di Sistema Portuale del mare di Sicilia occidentale, al Contro Ammiraglio Vincenzo Leone. Dal Professor Emilio Errigo (ex ufficiale della Guardia di Finanza) al dottor Daniele Rossi, presidente di Assoporti, l’associazione che raggruppa tutte le Autorità Portuali e le Capitanerie di Porto d’Italia.

Sono intervenuti anche il giovane manager portuale Massimo Scatà, l’Ammiraglio Roberto Isidori, Andrea Preti, ad di CiborTv (decoder mondiale per gli italiani all’estero), Marcello Di Caterina vicepresidente Alis Channel, progetto televisivo innovatore della comunicazione nel mondo dei trasporti.

E per finire Ugo Patroni Griffi, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico meridionale; Andrea Annunziata, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale; Mario Paolo Mega Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto; Luca Lupi rappresentante dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centro-settentrionale.

La serata, che a breve sarà trasmessa in tv, è stata organizzata grazie a Italian Television, Seven More, e Fratelli Campisi Group, in collaborazione con CiborTv. 

Simona Natale e Alessandra Friuli, due giovani e vincenti editrici. L'intervista

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di 
Laura Gorini - Com'è lavorare tra donne? Decisamente spumeggiante; sappiamo scherzare tra noi ma anche sgridarci con decisione.
Simona Natale e Alessandra Friuli sono riuscite, grazie alla loro determinazione e alla loro passione, a far diventare il loro hobby un lavoro, fondando nel 2017 Always Publishing, dedicata espressamente alla letteratura femminile. Le due giovani e talentuose imprenditrici ci parlando a cuore aperto di questa loro avventura lavorativa e di come sia affascinante lavorare in team.

Presentatevi ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...

Simona:Io sono Simona Natale, una delle amministratrici di Always Publishing. Sono sicuramente una persona piena di passioni: nella vita ho sperimentato tanto poiché mi piace apprendere nuove cose e lanciarmi sempre in avventure differenti. Non mi lascio scoraggiare, sono una tipa piuttosto battagliera (per questo vado incredibilmente d’accordo con Alessandra!), dunque vedo gli ostacoli come sfide e non come sbarramenti. Sembrano dei fantastici pregi, eh? Però sono anche i miei difetti! A volte mi perdo nei miei mille stimoli e inoltre sono anche una perfezionista, quindi tendo a soffermarmi troppo sui dettagli (e sui testi, poi, non ne parliamo...).

Alessandra:Ho sempre difficoltà a parlare di me stessa, ma posso iniziare col dire che sono una persona molto solare e socievole, nella vita tutte le cose belle e i traguardi (ma anche i fallimenti) che ho ottenuto sono arrivati seguendo il mio cuore e le mie passioni. E poi non riesco a pensare che ci sia un altro modo per fare delle scelte nella vita, in questo modo, quando si cade non ci sono rimpianti. Mi nutro letteralmente di emozioni: amo leggere, ascoltare musica, cucinare e trascorrere il tempo rendendo felice la mia famiglia e soprattutto mia figlia. Sul lavoro sono multitasking e molto organizzata e sono in primis orgogliosa di essere uno dei due amministratori della Always Publishingperché io e Simona abbiamo avuto la forza e la fortuna di trasformare un hobby in un lavoro che amiamo. Difetti? Forse sono un tantino autoritaria.

Com'è lavorare tra donne?

Simona:Decisamente spumeggiante; sappiamo scherzare tra noi ma anche sgridarci con decisione quando serve. Sicuramente la particolarità del nostro ambiente di lavoro è che c’è una grande attenzione ai dettagli in tutti gli aspetti della nostra attività.

Alessandra:Nel nostro caso è fantastico: siamo complici in tutto, ci intendiamo a volte ancor prima di parlare, siamo una squadra coesa e che funziona. Questo non vuol dire che non abbiamo divergenze di opinioni o che sia sempre tutto rose e fiori, ma semplicemente che il nostro grande affiatamento ci porta a superare tutto senza dissapori o invidie.

Si dice che il gentil sesso sappia fare sovente squadra. È veramente così o il cameratismo è una cosa che appartiene per lo più ai maschietti?

Simona: Posso affermare di sì! Io e Alessandra abbiamo fatto squadra da sempre – forse anche prima della nostra avventura Always Publishing– e con ottimi risultati e grandi soddisfazioni. Probabilmente ai maschietti, da questo punto di vista, avremmo anche qualcosa da insegnare!

Alessandra:Penso che il cameratismo non appartenga a un genere ma si crea fra persone in sintonia fra loro e legate da interessi e obiettivi comuni. Fortunatamente io e Simona lo siamo!

A livello umano e professionale, quali sono i pregi che apprezzate maggiormente l'una dell'altra?

Simona:Certamente, io apprezzo la pragmaticità e la costanza di Alessandra, anche perché sono aspetti in cui spesso pecco.

Alessandra:Simona penso che sia una delle persone più leali che conosca e la sua lealtà nei miei riguardi ha accresciuto giorno dopo la mia stima verso di lei. Poi è una donna capace di cavarsela in tanti ambiti con grande professionalità e questo fa di lei una figura preziosissima per la Always Publishing.

Come vi siete divise i compiti?

Simona:Non è semplicissimo rispondere a questa domanda! Siamo partite da una fase iniziale in cui vivevamo in un vero e proprio “calderone” di compiti e faccende da sbrigare e tutte e due sapevamo fare “tutto”. Oggi io mi occupo del lavoro sui testi e della gestione dei diritti stranieri, Alessandra di impaginazione e amministrazione e grafica, anche se la scelta delle copertine rimane un’attività dove ci piace “unire le menti”.

Alessandra:Abbiamo iniziato cercando di essere interscambiabili in più ambiti possibili ma andando avanti si è naturalmente tracciata una divisione dei compiti: Simona ha preso le redini dell’editing e dei Foreign Rights, mentre io curo prevalentemente il lato grafico, di impaginazione e amministrativo. Rimane comunque il fatto che lavoriamo sempre gomito a gomito confrontandoci e consigliandoci per ogni decisione.

E quando dovete scegliere un testo da pubblicare, vi trovate sempre in accordo?

Simona:Nella maggior parte dei casi, sì. Nel resto delle volte sappiamo ascoltarci a vicenda e comprendere perché l’altra propende per una decisione diversa. Alla base c’è sempre la fiducia!

Alessandra:Abbiamo gusti diversi in fatto di romance ma c’è da dire che conosciamo bene il nostro pubblico e quindi sui libri da pubblicare troviamo sempre un punto di incontro!

A proposito, con qual criterio lo scegliete?

Simona:Ehm, i criteri sono svariati. Una certa dose di gusto personale, ma non è certo l’unico criterio. In anni passati a recensire e analizzare il romance, riconosciamo un certo “smalto” nei testi quando lo abbiamo tra le mani.

Alessandra:Per noi il primo requisito è che sia un prodotto di qualità e già con una certa popolarità all’estero. Il nostro catalogo infatti, sin dalla prima pubblicazione, ha sempre e solo puntato su autrici bestseller o nuove penne che stanno accrescendo il loro prestigio repentinamente. Abbiamo sempre lo sguardo vigile sul mercato americano che è quello che maggiormente ci interessa, per il momento.

Date molta importanza anche alla copertina e alla grafica dei vostri romanzi. Ma come si può - secondo voi – scegliere l'immagine adatta per un testo? Su che cosa bisogna basarsi?

Simona: Spesso si parte dal presupposto che una copertina debba rappresentare dettagliatamente il contenuto di romanzo, o un protagonista, o addirittura una determinata scena tratta dal libro. Ma difficilmente un approccio del genere porta a un design che “funzioni”, che sia capace di attirare un lettore che è estraneo a questi riferimenti. Noi cerchiamo di basarci piuttosto sul sentimento, sul mood del tipo di storia che la copertina nasconde. Insomma, poiché il lettore spesso è in cerca di un’emozione tra le pagine, è quella che noi puntiamo a trasmettere.

Alessandra:Per noi la cura grafica dei libri è importantissima. Prima da lettrici e poi da blogger ci siamo sempre indignate di fronte a cover poco attinenti, così abbiamo fatto della cura del prodotto il nostro marchio di fabbrica.

Nella scelta della cover giusta le variabili sono tante e in Italia incide spesso anche il giudizio dei librai che non sono sempre aperti a cover particolarmente “romance”, che poi contrasta spesso con il gusto delle lettrici.

Noi cerchiamo comunque di fare cover attinenti alla storia e per farlo spesso occorrono ore e ore di ricerca fotografica. Ci siamo, a volte, avvalsi anche di professionisti del settore: il fotografo Domenico Semeraro, che ha allestito set fotografici su misura; l’illustratrice Mila Torro, che ha realizzato delle illustrazioni appositamente per noi. Pensiamo che curare l’immagine delle nostre edizioni, sia internamente che esternamente, sia essenziale per emergere e distinguersi in un mercato forse un po’ saturo.

Ci sono poi dei colori che vi sentireste di sconsigliare caldamente per la propria copertina?

Simona:In realtà, sì! Dipende sempre da ciò che si vuole veicolare, ma noi abbiamo notato che le tonalità dal beige al marrone bruciato non sono particolarmente fortunate.

Alessandra:Penso che le tonalità del marrone e del grigio siano le più delicate da usare poiché, se non ben contestualizzate, possono dare facilmente l’impressione di un romanzo di serie zeta.

A proposito di copertina, quale scegliereste per descrivere ora voi stesse e il vostro momento lavorativo?

Simona:Élite. Amore e potereha una cover che io adoro: misteriosa, affascinante, ricercata nei dettagli. Decisamente ciò a cui con Always Publishingpuntiamo.

Alessandra:Senza ombra di dubbio Sulle note di noi duedi Tillie Cole: un'esplosione di colori in movimento che rispecchia quella che è ora la nostra realtà.

Always Publishing in questo momento è brio, un turbinio di idee continue, in continua evoluzione, è tutte le tinte del romance che, a differenza di quel che si pensa, non è solo "rosa".

Scuole: le 10 regole dei medici di famiglia per ripartire in sicurezza, tra mascherine e distanziamento, disinfezione e gestione della Covid-19

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La SIMG - Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie in queste settimane si è schierata decisamente in favore della riapertura delle scuole. Tuttavia, ciò che hanno rilevato i Medici di famiglia è la necessità di prendere una serie di misure cautelative, visto che le numerose interazioni che si verificano dentro scuole e università possono moltiplicare i contagi e generare focolai in grado di coinvolgere anche chi è più avanti con l’età, a partire dal personale docente e non docente e dalle famiglie.

“Per questa nuova fase dell’epidemia è necessario adottare un approccio diverso – spiega il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Abbiamo controllato le modalità di diffusione e sappiamo quali contromisure prendere senza dover arrivare a un nuovo lockdown. L’istruzione è un settore chiave della nostra società: sono circa 10 milioni gli italiani coinvolti nelle scuole e nelle università del nostro Paese, ossia circa un sesto della popolazione. Queste persone convivono con le loro famiglie, usufruiscono dei mezzi di trasporto. Dobbiamo dunque monitorare attentamente la situazione. Per questo la SIMG ha prodotto un decalogo che contiene le misure essenziali a cui bisogna attenersi. I principali punti di riferimento sono le stesse regole base raccomandate a tutti, ma necessitano di un’attenzione particolare visto che i comportamenti dei più piccoli non sempre possono essere controllati facilmente”.

UN VADEMECUM DA TENERE PRESENTE - 1) Mascherine. Il principale presupposto per evitare i contagi è quello di stare lontani dalle vie aeree l’uno dell’altro: laddove non si possano mantenere distanze sufficienti, la mascherina diventa lo strumento più utile per limitare questi contatti. Ogni alunno deve quindi portare con sé un dispositivo medico chirurgico - quindi non le semplici mascherine di stoffa - da utilizzare durante le lezioni laddove necessario, durante i momenti ricreativi e durante gli spostamenti per i bagni. Contrariamente a quanto spesso si è visto, la mascherina non deve essere toccata, tolta o abbassata; deve essere sempre pulita e cambiata una volta al giorno. Si consiglia, ogni volta, di personalizzare il dispositivo così che possa essere facilmente riconoscibile e non confusa con altre similari

2) Igiene delle mani. Le mani possono essere veicolo di contagio: oltre a evitare di toccarsi naso e bocca, si devono lavare di frequente, a lungo (almeno 40 secondi) e con il sapone.

3) Gel igienizzante. Per rafforzare l’igiene delle mani o per sopperire alla mancata possibilità di lavarle, le mani devono essere disinfettate con gel igienizzante prima e dopo la frequentazione di qualsiasi ambiente, in particolare quando si accede ai mezzi pubblici. Gli alunni devono portare sempre con sé tale gel, soprattutto in aula, da utilizzare nelle occasioni in cui le attività didattiche prevedono eventuali contatti con oggetti in comune.

4) Distanziamento sociale. E' indispensabile mantenere uno o due metri di distanza tra personale e discenti, nonché tra gli stessi alunni. Occorre inoltre limitare al minimo le occasioni in cui questi possano comprometterla.

5) Disinfezione degli ambienti. Introdurre pratiche di disinfezione delle superfici con regolarità durante la giornata. Occorre prevedere anche la disinfezione degli oggetti comuni e punti per l'igienizzazione delle scarpe. Indispensabile la presenza di colonnine con distributore di gel.

6) Educazione e attenzione genitoriale. I genitori/parenti hanno un ruolo cruciale: è fondamentale, infatti, che loro intervengano preventivamente e severamente nel far osservare le norme, così da facilitarne l'osservanza all'interno degli ambienti scolastici. A tali figure, una volta a casa, si richiede massima attenzione alla salute degli alunni: si consiglia un quotidiano controllo della temperatura e il monitoraggio di eventuali sintomi. No alla somministrazione di farmaci senza prescrizione medica.

7) Accessi scaglionati. Bisogna scadenzare l’accesso nelle scuole e negli uffici per evitare affollamenti e pericolose code. Sarebbe opportuno, laddove possibile, la realizzazione di apposite corsie di ingresso e uscita.

8) Comunicazione. Per favorire la comunicazione tra personale scolastico e famiglie, si consiglia una mailing list o una chat di gruppo per eventuali comunicazioni urgenti, da utilizzare unicamente per denunciare casi di positività o per avvisare riguardo l'insorgenza di alcuni sintomi.

9) Test sierologici. E' indispensabile sollecitare i docenti a fare i test sierologici: questa pratica è stata talvolta sopravvalutata come soluzione o come forma di immunità. Il test sierologico è un elemento di conoscenza di come si muove il virus, che procede di nascosto. Su coloro che presentino test sierologico positivo o abbiano altri sintomi sospetti bisogna effettuare il tampone, al fine di proteggere coloro che si possono ammalare più facilmente, a partire dagli anziani.

10) I MMG. I Medici di Medicina Generale devono costituire un punto di riferimento costante per le famiglie e per ogni individuo. Devono essere vicini ai pazienti, contattarli personalmente e far presente loro quali siano i comportamenti corretti e se necessario convocarli presso i propri studi.

“In questi giorni noi Medici di Famiglia abbiamo ricevuto innumerevoli richieste di informazione e domande sugli argomenti più disparati relativi ai comportamenti quotidiani da tenersi da parte dei nostri concittadini. Le richieste hanno superato di gran lunga quelle ricevute nella fase acuta di Covid 19. Tutti hanno bisogno di avere risposte semplici e chiare ai mille interrogativi pratici che le persone e le famiglie e gli operatori si pongono ogni giorno. Abbiamo pensato dunque di raccogliere le domande più frequenti e di preparare un’agile e pratica guida indirizzata ai cittadini del nostro Paese con le risposte che noi Medici di Famiglia ogni giorno forniamo a voce o per telefono” aggiunge Cricelli. La guida è strutturata per FAQ e per momenti e settori della nostra vita quotidiana. Verrà condiviso con il Ministero della Salute e con l’ISS con l’obbiettivo di diffonderne migliaia di copie sia cartacee che digitali.


Esce Grand Hotel Europa: una conversazione con Ilja Leonard Pfeijffer (audio)

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 Clicca qui e ascolta la conversazione con Ilija Leonard Pfeijffer.  

di Giovanni Chiaramonte.

L'Europa, il suo passato e il suo futuro,  il devastante impatto del turismo di massa, il peso opprimente del passato nella cultura italiana e la  sua realtà di oggi, l'arte del passato e l'arte del presente, la relazione e il confronto fra le culture del Nord europeo e quelle del Sud dell'Europa, le migrazioni, i migranti e la portata epica del loro viaggio sono alcuni dei temi dell'ultimo libro di  Ilija Leonard Pfeijffer, Grand Hotel Europa, un libro che è un'opera letteraria con la profondità di un saggio, una riflessione coinvolgente e forse anche un diario culturale e sentimentale fra realtà e finzione creativa....


Con Grand Hotel Europa Pfeijffer ha scritto quello che ha tutti i connotati per essere definito il “Grande romanzo europeo”. Un libro che ha avuto un enorme successo in patria, e i cui diritti sono stati acquistati in 15 paesi, fra cui anche gli Stati Uniti. Il libro è in gran parte ambientato in Italia. Racconta di una storia d’amore travolgente ma ormai consumata, e attraverso questa, e con il passo dei grandi romanzi, parla di Europa e di cosa significhi oggi essere europei. Uno scrittore prende dimora nell’illustre ma decadente Grand Hotel Europa, per riflettere su dove e perché le cose sono andate male con Clio, della quale si innamorò a Genova e con cui si trasferì a Venezia. Racconta i loro viaggi a Malta, Palmaria, Portovenere e le Cinque Terre e la loro elettrizzante ricerca dell’ultimo dipinto di Caravaggio. Nel frattempo, rimane affascinato dai misteri del Grand Hotel Europa e sempre più coinvolto con i personaggi memorabili che lo abitano e che sembrano provenire da un’epoca più elegante. Grand Hotel Europa è il geniale romanzo-metafora di Pfeijffer sul vecchio continente. Nelle città europee, sostiene infatti, ad ogni angolo possiamo incontrare segni di un passato glorioso, ma nello stesso tempo talmente ingombrante da farci pensare che il tempo migliore sia quello alle nostre spalle. L’Europa, sostiene insomma Pfeijffer, o cambia direzione, o rischia di essere relegata al ruolo di grande Luna park del mondo.


Ilja Leonard Pfeijffer
ha pubblicato oltre quaranta libri tra raccolte di poesie, romanzi, racconti, testi per il teatro. Con La Superba, pubblicato da Nutrimenti nel 2018, ha vinto il Libris Literatuur Prijs, il più importante riconoscimento letterario olandese, il Premio quinquennale della Reale Accademia delle Lettere Nederlandesi di Gand, ed è stato fra i finalisti del Premio Strega europeo. 

Clicca sul Link per il book trailer

IIC Parigi, Fabiano De Martin Topranin "Contes sur bois", mostra di sculture

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Fabiano De Martin Topranin, originario di Belluno, studia scultura lignea presso la Scuola Professionale di Brunico e prosegue il suo percorso diplomandosi presso la Scuola d'Arte di Selva di Val Gardena.
Dopo essersi impregnato del lavoro dei grandi maestri del passato, segue la sua propria vena creativa dando vita a personaggi solenni e ieratici, che uniscono i modelli della tradizione scultorea con le tematiche e gli atteggiamenti propri del mondo contemporaneo. Le 12 sculture esposte nel salone dell'Hôtel de Galliffet ripercorrono dieci anni di ricerca: rappresentano di volta in volta la fuga dalla civilizzazione, la ricerca di nuove realtà e la scoperta di territori sconosciuti, il fascino per la natura alpina e le sue leggende. Le opere di Fabiano De Martin Topranin sono pensate come personaggi di storie non scritte; i loro titoli ne annunciano i capitoli. Ci mostrano l'intesa intima e silenziosa che unisce l'artista alla materia, e il suo desiderio di esplorare sia le foreste che gli incubi, lo spazio profondo e i meandri dell'anima.

Fino al 25 settembre (dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00) all'Istituto Italiano di Cultura di Parigi.

IIC Londra, Gianni Rodari: pubblicate le "Favole al telefono" in inglese tradotte da Antony Shugaar

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Fifteen audio stories from Telephone Tales, first appeared in Italian in 1962 and now published in English by Enchanted Lion Books, translated by Antony Shugaar.

Listen to Gianni Rodari's Telephone Tales for free on SpotifyApple PodcastAcast or Libsyn (until 31st December 2020).

A project by the Italian Cultural Institute in London, on the occasion of the 100th anniversary of Gianni Rodari’s birth.

Every night, at nine o’clock, wherever he is, Mr. Bianchi, an accountant who often travels for work, calls his daughter and tells her a bedtime story. Set in the 20th century era of pay phones, each story has to be told in the time that a single coin will buy. One night, it’s the story of a carousel so beloved by children that an old man, curious to find out why, sneaks in, and as he sails above the world, he understands. The next night, it’s a land filled with butter men, roads paved with chocolate, or a young shrimp who has the courage to defy expectations and do things differently.

Awarded the Hans Christian Andersen Award in 1970, Gianni Rodari is widely considered to be Italy’s most important children’s author of the 20th century. Rodari was born in 1920 in Omegna, a small town on Lake Orta in northern Italy. During World War II he participated in the Italian resistance movement. In 1948, as a journalist for the newspaper L'Unità, he began writing books for children. In 1973 he published Grammatica della fantasia. Introduzione all'arte di inventare storie [Grammar of Fantasy. An Introduction to the Art of Inventing Stories], in which he reflects on the use of imagination, fairy tales, folk tales, children's stories, cognitive development, and compassionate education in creative writing.

The first Italian edition of Telephone Tales, published by Einaudi in 1962, featured illustrations by renowned designer, artist and illustrator Bruno Munari.

Credits

Telephone Tales by Gianni Rodari is published by Enchanted Lion Books, translated by Antony Shugaar. For the English texts: Used with kind permission of Enchanted Lion Books, with thanks to Antony Shugaar for his wonderful English translations. 

Original edition in the Italian language: Favole al telefono by Gianni Rodari, published by Einaudi Ragazzi. © The Estate of Gianni Rodari. Published in agreement with Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency (PNLA)

For the illustration by Bruno Munari: © 1962 Bruno Munari. All rights reserved to Maurizio Corraini s.r.l.

Acknowledgements

The Italian Cultural Institute in London would like to thank the Estate of Gianni Rodari, the Piergiorgio Nicolazzini Literary Agency (PNLA), Claudia Zoe Bedrick, Alice Canosi, Antonio Carminati, Marzia Corraini, Emiliano Neri, Antony Shugaar for their help and support.

Data: Da Lun 7 Set 2020 a Gio 31 Dic 2020

organizzato da : ICI London

Ingresso : Libero

Gomorra la 3a stagione in 1a tv in chiaro su TV8 dal 7 settembre, ogni lunedì

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Arriva su 
TV8per la prima volta in chiarola terza stagione di Gomorra - La Serie, in onda dal 7 settembre, ogni lunedì, alle ore 21.15 con 2 episodi ogni sera.
Se i primi due capitoli di Gomorra - La Serie hanno raccontato la costruzione, il dominio e la crisi del Sistema degli Scissionisti, in questi nuovi episodi chi è sopravvissuto alle faide si troverà a gestire le ferite che quelle guerre hanno provocato.  La narrazione riprende dalla morte di Don Pietro: qualcuno deve occupare il suo posto nel più breve tempo possibile, prima che la notizia del suo omicidio si diffonda e Napoli Nord torni ad essere una polveriera.
Gomorra – La Serie, nata da un’idea di Roberto Saviano e tratta dal suo omonimo bestseller, è diretta da Claudio Cupellini e Francesca Comencini, e scritta da Leonardo FasoliMaddalena Ravagli, Ludovica Rampoldi. Nel cast Marco D’Amore (Ciro di Marzio), Salvatore Esposito (Genny Savastano), Cristiana Dell’Anna (Patrizia), Cristina Donadio (Scianel), a cui si aggiungono, tra gli altri, due giovani attori napoletani: Arturo Muselli, nel ruolo di Enzo, capo di una nuova fazione che cercherà di prendersi il centro di Napoli e Loris De Luna, che interpreta Valerio, un ragazzo della Napoli bene affascinato dalla prospettiva di entrare nella partita. Tornano anche nella terza stagione Fabio De Caro (Malamò), Ivana Lotito (Azzurra, la giovane moglie di Genny) e Gianfranco Gallo (Giuseppe Avitabile, il padre di Azzurra).

PFM, ©Vota la Cover di "Impressioni di settembre": Battiato, Marlene Kuntz, Renga, Baraldi, Ruggiero...

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Settembre, andiamo. È tempo di migrare.È l'incipit della celeberrima poesia di Gabriele D'Annunzio I Pastori, tratta dalla raccolta Alcyone del 1903. Settembre è sinonimo di ripresa della vita lavorativa e di sempre dopo la bella stagione. Dedichiamo questo capitolo di ©Vota la Cover a una delle pietre miliari della nostra musica rock "Impressioni di settembre" della PFM, lato B del singolo "La carrozza di Hans", anno 1972. 
Scritto da Franco Mussida con testo di Mogol e Mauro Pagani, divenne presto uno dei cavalli di battaglia del gruppo e un classico della musica italiana. In questo brano viene utilizzato per la prima volta in Italia il moog, strumento simbolo del rock progressivo di quegli anni. Pare che a quei tempi nemmeno il gruppo potesse permetterselo, così che ebbero in prestito l'unico esemplare in possesso dell'importatore italiano.

Tante le versioni cantante da altri artisti. Tra le più famose ricordiamo quella di Franco Battiato dell'album Fleurs 3 e quella del gruppo Marlene Kuntz nel loro Best of Marlene Kuntz. C'è l'omaggio live dei Nomadi e di Angela Baraldi, contenuto nella colonna sonora del film Quo vadis, baby? di Gabriele Salvatores.
Francesco Renga ha più volte proposto il brano in sede live. Le più recenti sono quelle di Dargen D'Amico e Nic Sarno e del gruppo musicale rock progressivo Epica, inserito nell'album Confini del 1995.
Antonella Ruggiero ha proposto il brano in occasione del concerto all'Auditorium Fazioli di Sacile, inserito nell'album Quando facevo la cantante del 2018.
Il pezzo è stato anche interpretato spesso dai concorrenti di diversi talent show.

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