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Antonio de Lieto Vollaro, scrittore catanese, presenta il romanzo “Rivoluzione silente”. L'intervista

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«Ogni libro è un dialogo tra lo scrittore e il lettore. Lo scrittor
e racconta e il lettore ascolta. E risponde pure sicuramente tra sé e sé. » - 
di Andrea Giostra
Ciao Antonio, benvenuto e grazie per aver accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori? Chi è Antonio scrittore e chi Antonio nella sua quotidianità? 

L' Antonio quotidiano è un padre di famiglia, di quelli che antepone le esigenze dei suoi figli alle proprie, o quantomeno cerca di equilibrarle affinché restiamo tutti soddisfatti. Sono sempre stato molto attento alla loro formazione fin da piccoli e di motivarli e gratificarli continuamente. Si deve sbagliare per imparare, cadere e rialzarsi da soli, perché il papà prima o poi non sarà più con loro. Mio padre mi è stato di grande insegnamento per i valori morali, per la giustizia a 360 gradi. Ho avuto particolare cura d'insegnare loro come andare in bicicletta, motorino, guidare, nuoto, pesca, sci e altre cose, creando in essi, dei ricordi indimenticabili, patrimonio familiare di ognuno di noi, con i propri genitori. Ovviamente sempre con occhio vivo, intervenendo prima che si facessero male davvero. Da quanto predetto, rispondo adesso alla prima domanda: Antonio scrittore. Il mio spirito ribelle mi ha sempre portato a un comportamento molto distinto, seppur conservatore in alcuni aspetti. Nella scrittura sono impulsivo, scrivo di getto, dipende dell'umore del momento. È fondamentale per me, dare un messaggio ben chiaro, da cogliere tra le righe e fuori le righe. Sempre restando nel rispetto della legge. Attenzione, sappiamo benissimo che le leggi sono a libera interpretazione del giudici e avvocati. L'importante è che restino sempre dalla parte del giusto e che l'interpretazione sia sempre a favore del più debole e non di chi è arrogante e usa il suo denaro per cavarsela indenne.

Qual è la tua formazione professionale e letteraria? Ci racconti il percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?

La mia formazione culturale e letteraria è avvenuta in modo personale, così come tutte le altre cose a cui mi sono interessato, a prescindere da quella scolastica, è iniziata da uno stimolo ribelle a scuola. Da una reazione di rabbia verso una professoressa d'italiano, in 1^ media, che non ha rispettato il titolo del tema, dopo che lei stessa aveva dato libertà d'espressione alla fantasia. Mi ribollì il sangue, dopo aver visto che segnò tutto il pensiero con la matita blu, come errore, per aver descritto, a suo avviso, in modo inverosimile, una scena d'azione, stile Indiana Jones. Inutili le mie contestazioni. Ero e sono consapevole che il mio italiano gravava e grava tutt'oggi di lacune in sintassi e tempi dei verbi. Alcuni decenni dopo, diedi la bozza del mio 1 volume della trilogia genere fantasy, ad un docente universitario. Non potrò mai dimenticare il suo nome, il prof. Poiatti, per avere una sua opinione, il quale mi disse complimentandosi: non deve temere e vergognarsi delle sue lacune che non sono tanto più gravi di chi ha fatto corsi di studi specifici, quindi classici. Oltretutto le garantisco che ci sono anche laureati e non per questo, meno giustificati di lei nel fare stessi errori. Lei invece ha un talento innato, quello non solo di narrare in modo fantastico, bensì di riuscire a rendere reale ciò che è frutto della sua fantasia. Mi creda, continui tranquillamente che esistono i correttori di bozze, che renderanno i suoi scritti piacevolmente leggibili e intriganti, grazie al suo unico stile di scrittura. Pochi sanno che esiste e lei già lo usa con disinvoltura, il presente storico e mi creda, non è da tutti riuscire a scrivere senza confondersi con gli eventi da descrivere e narrare cronologicamente.

Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?

Come ho detto nella domanda precedente, la mia passione per la scrittura è nata in quel momento, in 1^ media, da quel tema in classe, in cui mi sono sentito defraudato dalla mia libertà di espressione, pensiero, soprattutto libertà di fantasia. Ho sentito come imbrigliare la mia fantasia e indirizzarla in una linea razionale. La fantasia non può essere razionale, assolutamente come dire che l'amore non è follia. L'amore non può essere razionale, altrimenti non esisterebbero gli atti di follia per amore. Così è la scrittura. Un testo scientifico è razionale, universitario di cronologia storica è razionale. Tutti gli altri testi di sceneggiatura, teatrali, commedie, noir, non hanno nulla di razionale altrimenti non esisterebbero. La passione è lievitata come un dolce nel forno, sempre più. Ebbe un momento di stasi solo all'inizio, nello scrivere a penna. Purtroppo delle cose scritte a mano, mi era rimasto poco e niente, a causa di due traslochi, in cui andarono persi i miei diari, su cui scrivevo poesie e piccoli racconti. Avevo ancora una ventina di anni e da poco fidanzato. Come da biografia, mi dedicai a diverse cose, prima di riprendere a scrivere. Avevo già 35 anni quando trovai una macchina da scrivere di mio padre, in mansarda, e ripresi a scrivere. Doveva essere un racconto un po' biografico, però non prosegui, per via dei continui errori di battitura. Nulla però avviene per caso e io sono un fatalista per eccellenza. Nel 1995 ci fu l'avvento del pc domestico: il mitico 496 con il dos, senza connessione però. All'epoca era un po' complicato connettersi. Per fortuna si viaggiava tecnologicamente già alla velocità della luce. Fu una esplosione della mia passione per la scrittura, poter dar sfogo alla mia fantasia con il word. Scrivere cancellare e salvare e ritrovare da dove si era lasciati senza spreco di tempo e carta. Bellissima invenzione e investimento per l'acquisto del pc. Fu un'altra fantastica sorpresa poter eseguire ricerche su Internet, Google e altri siti web in pochissimi istanti con un solo click.


Ci parli del tuo nuovo libro, “Rivoluzione silente”? Come nasce, qual è il messaggio che vuoi che arrivi al lettore, quale la storia che ci racconti senza ovviamente fare spoiler?

Rivoluzione silente nasce innanzitutto da una rivoluzione interiore a tutte le obbrobriosità politiche di bugie e prese per i fondelli il popolo italiano da parte della classe politica e magistratura. Rivoluzione nasce anche da una voglia di rinascita, di proposizione positiva, sia nella magistratura che nel governo, e soprattutto dare una risposta precisa con un messaggio preciso anche a tutte le attività malavitose e mafiose in tutto il mondo, non solo in Italia che la lotta sarà ancora più cruenta e senza sconti di favori. Non c'è politica, bensì 70 anni di cronistoria giornalistica, dalla morte del presidente dell'Eni fino a Roma capitale, con tutte le schifezze politiche, derivanti da collusioni mafia-stato. Correva il periodo del PD di Renzi al governo e tutti i suoi scandali ad iniziare da Banca Etruria. Il messaggio che io intendo dare sempre è quello sociale, che ho sintetizzato in una mia personale frase che scrivo in ogni volume con dedica autografata: L'omertà e l'indifferenza terranno sempre in ostaggio chiunque volgerà lo sguardo dall'altro lato, rendendosi anch'esso complice dei crimini mafiosi e di qualsiasi altro genere d'illegalità e illecito. Il silenzio uccide insieme alla mafia. Il messaggio è rivolto a tutti, ovviamente, in particolare ai giovani che sono loro stessi il presente e il futuro. Devono dire basta con i fatti e non imitare più i padri e nonni per paura di ritorsioni verso sé stessi o parenti o amici. Devono capire che si deve cambiare radicalmente iniziando a puntare su sé stessi e non accettare lavori e favori in cambio di voti. Questo è il principio fondamentale dei miei messaggi. Meglio emigrare e credere in sé stessi che restare ostaggi di un sistema criminale politico-mafioso.

Chi sono i destinatari che hai immaginato mentre lo scrivevi?

Involontariamente ho già risposto nella domanda precedente. I destinatari sono i ragazzi di oggi, dai 16 ai 50 anni, quelli che formeranno la classe dirigente di ogni settore e di quelli che lo sono già e prima di agire devono pensare alle conseguenze, delle quali molte ne sta pagando il popolo italiano da decenni. Spero che arrivi pure a molti politici che si rendono conto che il vento è cambiato dalle due ultime due stragi di Falcone e Borsellino. I capi veri della nuova mafia l'hanno capito subito cambiando strategia, con nuovi strumenti non violenti, sicuramente più efficaci nel fare breccia con altri mezzi di comunicazione e pagamenti dei favori, forti della scarsa responsabilità dei politici, i quali ancora pensano che il popolo italiano beva ancora le loro bugiarde propagande elettorali.

Una domanda difficile Antonio: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Rivoluzione silente”? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria o nei portali online per acquistarlo.

È la più facile invece, in quanto i motivi sono tanti, da come si evincono dalle risposte precedenti. Ne aggiungo altri, per cui in tanti dovranno affrettarsi a comprarlo, o prenotarlo e poi gustarne con massima rilassatezza la lettura. È un romanzo dove troverete di tutto tranne che politica come predetto. È un romanzo, innanzitutto, che io ho definito una fictionda leggere, dove ho utilizzato per i dialoghi, tutte le indagini e notizie dei vari attentati, intercettazioni. Tuttavia c'è pure molto di me, nei protagonisti impegnati nella lotta alla criminalità. Pur essendo il soggetto tratto da eventi storici reali, collegati tra loro, con diversi aneddoti, non è venuta meno un pizzico di fantasia. Come collante ho usato: romanticismo, poesia, ironia, sarcasmo, ideologia e molta action e suspense, pagina dopo pagina, dove nulla è scontato.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare che ti ha aiutato a realizzare questa opera letteraria? Se sì, chi sono queste persone e perché le ringrazi pubblicamente?

Sono diverse le persone che mi hanno aiutato nel realizzarlo e soprattutto nel supportarlo nella vendita e organizzazione delle presentazioni. Il primo è l'amico Salvatore Peci, titolare della A2 communications, che ha fatto realizzare la copertina del volume dal suo grafico, gratuitamente, la seconda è la mia cara amica Irene Sparagnache ha creduto subito nell'opera, da correggere la bozza con grande professionalità e non ha esitato a pubblicare, senza timore dei nomi reali citati, in quanto già con sentenze passate in giudicato e pubblicati dai giornali nei decenni scorsi. In egual misura ringrazio l'attrice Diana Iaconetti, autrice del reading dei testi e interprete eccezionale degli stessi, nel corso delle presentazioni. Ringrazio Il musicista compositore Fabio di Biagio, che oltre a curare l'arrangiamento delle musiche di sottofondo, ha creato tutte le locandine delle diverse presentazioni avvenute. Ringrazio l'ex presidentessa del Kiwanis di Catania, Lucia Ciavola, nell’aver organizzato la prima presentazione avvenuta a Catania e supportato con passaparola, successivamente alla presentazione. In ultimo e non per questo meno importanti, tutti gli oltre 1200 lettori che non solo si sono complimentati, bensì hanno acquistato altre copie da regalare ad amici e parenti.

Nella tua attività letteraria hai pubblicato altri libri e romanzi. Ci racconti quali sono, di cosa trattano e quale l’ispirazione che li ha generati?

Diciamo che ufficialmente ho iniziato la mia attività di scrittore nel 1° aprile 2001, quando mi sedetti e iniziai a battere alla tastiera del mio pc, le prime righe del 1 volume della trilogia genere fantasy. dal titolo Amica terrore telematico. Avevo quasi profetizzato il fatidico 11 settembre che poi avvenne. Era come se sentissi qualcosa dentro, ma non immaginavo che fosse così tremendo. Eravamo già in pieno terrorismo, anche se non avevamo vissuto quello che sarebbe stata la miccia della guerra in Iraq, fino ai successivi sanguinosi terrificanti attentati dei nostri tempi. In quel momento non sapevo nulla di cosa avrei voluto scrivere, però scrivevo come sotto dettatura, e prese corpo, una strana storia, tra l'irreale e il quotidiano. Scrivendo, man mano che capivo cosa stavo scrivendo, prese corpo una trama fantastica, piena di buoni propositi e di eventi profetici, realizzati pian piano realmente nei vari settori medici, astronomici, scientifici e tecnologici. La realizzazione di tante soluzioni per l'umanità. Ho sempre amato i film e libri aventi almeno un super eroe che riesce ad evitare il peggio, tuttavia i miei non sono mai dei super eroi, sono dei comuni mortali che però credono fermamente nei loro principi, con difetti e pregi. Il messaggio però ha un unico comune denominatore: "Credere in ciò che si fa a difesa del più debole e di un mondo migliore”. Seppure, convinto di ciò, nella trilogia ho creato un soggetto molto strano che pur avendo sembianze umane, è un alieno, la cui sua unica arma è la sua astuzia guidata da un fortissimo istinto e intuito, oltre alla sua straordinaria aliena preparazione su tutto. Quindi nel corso della trama, il lettore soffrirà di angoscia e ansia, perché nulla è scontato. Tuttavia alla fine però ne resta soddisfatto, per lo spessore dei punti sociali trattati, denunciati e con soluzioni proposte realmente attuabili, con grande senso e forte impegno di riuscirvi. Quindi decisi di dare seguito al primo quasi subito. Dopo il primo seguì il secondo volume dal titolo "Indietro nel futuro, surreali percezioni". Era il periodo poi delle scoperte astronomiche e si parlava molto del bullismo, sia come conseguenza di apatia sociale del benessere che anche l'appartenenza a ceti sociali di bassissimo livello e criminale, dove si dà l'esempio che arroganza e presunzione aprono tutte le porte. Il terzo volume s'intitola "Enigma Mortale" scritto quando scoppiò la pandemia della SARS o aviaria, un preludio a cui saremmo stati chiamati a partecipare con il Covid-19, in questo anno. Inizialmente doveva essere dedicato al premio Nobel Carlo Urbani, però la vedova è stata contraria, perché non ha riconosciuto il reale profilo del marito, in quanto le notizie trovate sul web erano fortemente discostanti dalla realtà da lei indicata. Quindi lasciai la trama, così come avevo creato il soggetto e misi un nome di fantasia. Dopo sei anni di ricerche e studi, pubblicai “Rivoluzione Silente in nome del popolo sovrano tutti dentro". Un noir che non deve mancare nella libreria di ogni italiano.


Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto dissacratore, a proposito dell’arte dello scrivere diceva:«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.» (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale e accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?

Inizio col rispondere alla prima domanda: che sia poesia o prosa, l'importante è il messaggio che si vuole trasmettere. E su questo è importante riuscire a trasmettere le stesse emozioni che si provano e condividerle con i lettori. Se ci si riesce, si è già oltre tre quarti dell'obiettivo prefissato. La parte finale è data dal ricordo che resta nei lettori della poesia o prosa. Non importa se negativa o positiva, l'importante è che se ne parli sempre, come disse una volta Berlusconi, grande esperto di comunicazione. Preciso e specifico che non sono pro Berlusconi, però ne riconosco le qualità di grande comunicatore, ma non come politico. Adesso passo alla successiva domanda: la trama senza dubbio è importante perché contiene ciò che si vuole trasmettere, il motivo per cui si è scritto il volume. Lo stile, il modo, la terminologia utilizzata dall'autore non è sindacabile, a mio avviso. Dipende tuttavia che genere di lettore si prefigge l'autore di voler raggiungere e ciò è dato anche dal messaggio che si è prefissato dare. Quindi se lo scrittore, pur scrivendo un noir, un thriller o commedia, in base al lessico utilizzato, mira ad un livello basso, medio o medio alto o esclusivamente alto, dei suoi lettori, non si cura di utilizzare una terminologia elegante e altisonante, bensì comprensibile a tutti. Infatti, per quanto riguarda la mia personale necessità di raggiungere tutti i livelli di lettori, cerco di essere quanto più comprensibile a tutte le età e livello di cultura. Ciononostante non mi esimo di utilizzare una terminologia elegante, con termini nuovi e tecnica, o dialettale, a cui allego come mio stile personale, un dialogo dove viene spiegato cosa non potrebbe essere comprensibile a qualcuno.

«Quando la lettura è per noi l’iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa, così che la verità non ci appare più come un ideale che possiamo realizzare solo con il progresso interiore del nostro pensiero e con lo sforzo del nostro cuore, ma come qualcosa di materiale, raccolto infra le pagine dei libri come un miele già preparato dagli altri e che noi non dobbiamo fare altro che attingere e degustare poi passivamente, in un perfetto riposo del corpo e dello spirito.» (Marcel Proust, in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Qual è la riflessione che ti porta a fare questa frase di Marcel Proust sul mondo della lettura e sull’arte dello scrivere?

Marcel Proust morì senza mai ritrovare il suo tempo perduto. Se solo avesse saputo che la legge della relatività fa sì che siamo noi stessi a gestirlo, si sarebbe concentrato a lasciare messaggi più diretti che complicarsi la vita. Infatti è tutto relativo e soggettivo su come gestire il nostro tempo. Io quando mi metto a scrivere, m'immergo nella stesura della trama e non è che perdo il senso del tempo, bensì lo congelo finché non ho terminato di scrivere. Ma cosa intendo per congelare? Congelo il tempo di ciò che sto scrivendo. Preso dal raccontare, descrivere, creare, vestire i protagonisti del loro carattere, del loro modo di fare, creare le azioni. Mi diverto ad essere regista, produttore, costumista, costruttore delle scene, e soprattutto, ecco, creatore del tempo in quel romanzo o che sia. Il tempo non lo perdo perché è già trascorso in partenza. Allora lo definisco investito, come lo stesso tempo che abbiamo investito nella nostra vita, nel e con il lavoro, figli, famiglia, svaghi, sport, hobby, tutto ciò che ci ha creato un patrimonio di ricordi. Si un patrimonio prezioso che è la nostra vita. Uguale è riferito ai nostri libri scritti, ai nostri protagonisti, e poi dei lettori a leggerci, commentarci, criticarci o complimentarsi. Il tempo è ciò che è legato alla nostra vita. Per alcuni non deve passare mai, perché li priverebbe dei momenti più belli della loro vita, altri invece che passasse presto. Non esiste il tempo perduto, esiste il tempo vissuto. Sta a noi valutare le conseguenze prima di agire, perché poi il tempo gestirà ciò che avverrà dopo. Solo nella scrittura possiamo diventare blasfemi, imitando Dio, nel gestire ciò che Lui è padrone assoluto. Ma non ci punisce per questo, perché la scrittura è l'unica cosa con cui possiamo permetterci di giocare a fare i creatori di tutto. Come i bambini che giocano inventandosi di tutto e sognare di essere qualcuno in quei momenti. Lo scrittore sogna e fa sognare chi legge, facendolo immergere in un sogno che a volte può diventare realtà, solo con la volontà di Dio.

«Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.» (Marcel Proust,in “Sur la lecture”, pubblicato su “La Renaissance Latine”, 15 giugno 1905). Cosa ne pensi tu in proposito? Cosa legge il lettore in uno scritto? Quello che ha nella testa “chi lo ha scritto” oppure quello che gli appartiene e che altrimenti non vedrebbe?

Concordo perfettamente con Proust. Quanti di noi ci siamo trovati a riconoscersi nel protagonista della trama di un film o di un romanzo, e condividere i suoi stessi pensieri e modi di agire, vivere, comportarsi ed etica morale? Oppure è vero sì, che ciò che l'autore ha scritto, trova riscontro favorevole, che si tratti appunto di un progetto, descrizione di un luogo, modo di agire, illustrazione di una teoria tecnica, filosofica o professionale. Certo è molto importante appunto, ciò che il lettore si trova tra le mani, ma ritornando alla domanda "se è più importante la trama o il linguaggio con cui si è scritta”, infatti ecco che la risposta viene da sola, concorde con ciò che risposi io: dipende anche a quale livello di lettori lo scrittore si rivolge. Quindi io giungo alla conclusione che il lettore di modeste qualità intellettuali potrebbe vedere ciò che non aveva mai pensato, se non avesse mai letto, ciò che lo scrittore suggerisce nella sua opera, scritto in modo comprensibile, oppure in un linguaggio altamente tecnico e rivolto ad un livello più alto. E gioca, che ho dimenticato di dire, anche l'intelligenza di saper comprendere ciò che lo scrittore, ha voluto espletare nel suo volume. Con questa domanda potrei scrivere a lungo, in quanto implica molte lunghe risposte.

«La lettura di buoni libri è una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano i loro pensieri migliori» (René Descartes in “Il discorso del metodo”, Leida, 1637). Tu cosa ne pensi in proposito? Cos’è oggi leggere un libro? È davvero una conversazione con chi lo ha scritto?

Ogni libro è un dialogo tra lo scrittore e il lettore. Lo scrittore racconta e il lettore ascolta. E risponde pure sicuramente tra sé e sé. La risposta è data dall'interesse attivo che dimostra il lettore, nel leggere e andare avanti spedito o lentamente. Poi è data pure dal commentare con altri se hanno letto il libro. La lettura di libri classici o meno, comunque di autori importanti del passato, è un percorso secondo me obbligato, in quanto profondamente formativo per tutti, iniziando dalle più tenere età. Il mio primo libro fu Moby Dick, capitani coraggiosi, già dalle elementari. Alle medie lessi Ernest HemingwayIl vecchio e il mare, Addio alle armi. Poi fui attratto daPaulo Coelho e lessi molti dei suoi libri. E mi formarono moltissimo nel riflettere su molte cose della vita. Leggere oggi è sempre formativo. Io personalmente spazio la mia lettura tra diversi generi. Adoro leggere autori inediti, e mi diverto moltissimo nel confrontare gli stili che mi meravigliano quanti bravissimi talenti emergenti ci sono e che stentano ad emergere, perché non tutti trovano l'editore che li sa valorizzare. Essi riescono con semplicità ad attirare l'attenzione anche su cose banali, tuttavia descritti con eleganza e classe, stili che rispecchiano la loro personalità di porsi, far diventare anche una semplice descrizione di apertura di una porta o rubinetto, come un movimento comico o drammatico e non pensi che sia una banalità, bensì fondamentale per tutta la scena successiva. Leggere oggi è importante, e la scelta dell'autore per i ragazzi è fondamentale. Se si sbaglia lettura, un ragazzo potrebbe allontanarsi dal modo migliore per la sua formazione di comunicazione e appropriazione del linguaggio vasto e ricco di moltissimi termini.

Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea tecnologica e social? E se sì, a cosa serve oggi l’arte secondo te, e l’arte dello scrivere in particolare?

L'arte è la migliore palestra divertente per la mente di chiunque per mantenerla elastica e viva. L'arte è ovunque in ogni cosa che si crea. L'arte è la vita dell'intera umanità e va divulgata gratis e sostenuta insieme all'autore artista e la proporrei come patrimonio culturale dell'UNESCO. È un bene fondamentale che è innato nell'uomo e pure negli animali. Non dimentichiamo cosa sono capaci di fare gli animali e l'uomo con loro prodotti. Il disegno, la manifattura, la musica, la cucina, i drink, la fotografia, la recitazione e via all'infinito nell’elencare quante discipline contiene. L'arte in sé è infinita nelle sue discipline perché si creano su altre creatività. È una disciplina che non conosce confini. La scrittura poi è la comunicazione per eccellenza della nostra anima. Tramite la scrittura e il linguaggio umano utilizzato, spesso universale, lega da secoli l'intera umanità e chissà pure un domani anche altre umanità aliene. L'arte è un collante universale più forte che sia mai esistito. L'arte è innata nell'uomo già come primo mezzo di comunicazione, così come nei bambini già con la sabbia, oppure con le cose semplici trovate a casa.

Quando parliamo di bellezza, siamo così sicuri che quello che noi intendiamo per bellezza sia lo stesso, per esempio, per i Millennial, per gli adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono uguali tra loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale bellezza ci riferiamo?

Questa è la domanda del secolo. Io rispondo con un semplice detto: non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace. Quindi si parte da una prospettiva soggettiva come per tutte le cose. C'è anche l'educazione che entra di soppiatto e cioè non si dovrebbe mai dire, questo non è bello o buono, ma a me non piace. Punto. L'educazione oggi è in coma, perché i genitori di oggi sono i ragazzi di ieri e i genitori, i ragazzi ancora prima. Qui viene la dolente nota. Man mano che si è andati avanti, l'educazione si è persa strada facendo. L'educazione c'entra in tutto e sarebbe educare a fare qualcosa, a vedere qualcosa nel modo giusto. Educare non vuol dire plagiare la personalità, bensì ad essere coerenti. Educare istruire formare, oggi questo non è più permesso a nessuno ma tutti vogliono dire la loro senza neanche sapere di cosa si tratta. Oggi è solo apparire. I social hanno sepolto l'istruzione, la formazione dal sapere prescindere da una cosa realmente bella e che vale la pena elogiare da altra, che deve essere elogiata per forza. I millennialsono il frutto del frutto dei sessantottini, degli ignoranti per eccellenza, a cui tutto era dovuto. Oggi sono pochi quelli che capiscono di opere d'arte veramente, di saper classificare un buon libro, da un libro commerciale creato per il Premio Strega solo per interessi editoriali e non per il valore del libro in sé e dello spessore dell'autore. Oggi tutto è inflazionato e pure la bellezza è rimasta vittima del business di ogni genere. Quindi parlare di bellezza oggi è bene parlarne con chi ha avuto il buon senso di essersi lasciato formare, istruire ed educare all'arte, da chi ancora ha tanto da trasmettere. Chi si sentirà colpito nell'orgoglio, dalla mia intervista, significa che è uno che non capisce niente della bellezza, nel suo termine letterario, quindi ignorante. Che poi non è un insulto, bensì la verità di chi ignora, di ciò che si parla. Pure io sono ignorante in tante altre cose e non mi offendo se mi danno dell'ignorante, perché non presumo, cioè non sono presuntuoso in cui non sono preparato.

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?

I miei modelli per poesia, sono Neruda e Leopardi. Neruda frizzante, passionale e romantico. Leopardi malinconico e un pochino romantico e della sua era, mi piace molto il suo stile come linguaggio. Come autori di romanzi, in primis Giorgio Faletti, grandissimo. Da quando lessi il suo primo giallo, rimasi affascinato dal suo stile fresco e nello stesso tempo scorrevole e mai scontato. Devo dire che ho imparato molto da lui pian piano. PoiDan Brown solo per tre volumi suoi e altri autori meno famosi, ma non per questo meno bravi e di spessore tipoPatricia Crowell americana maestra nei gialli stile americani, smussata nelle americanate, tuttavia scorrevole e intrigante nelle sue indagini.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere questa estate dicendoci il motivo del tuo consiglio.

Io personalmente tornerei sui classici tipo Ernest Hemingway di cui devo leggere altri suoi libri, devo cercare due libri di Giorgio Faletti che li ho persi, perché impegnato a scrivere con l'intento di comprarli e poi non lo feci più. Chi non ha letto Faletti lo consiglio vivamente. Attualmente sto leggendo un libro formativo molto interessante e intrigante nelle sue istruzioni etimologiche delle parole, dalla radice del greco, come reale significato e il senso reale della parola, il cui titolo è "La fonte delle parole". Per chi scrive come me, lo consiglio sinceramente ed è sempre di valido aiuto sapere la radice delle parole prima di usarle a vanvera.

E tre film da vedere assolutamente? Perché proprio questi?

Esordisco questa risposta col dire che odio i cinepanettoni. Io adoro i film actione di fantascienza tipo Guerre stellari. I bei film commedia con dentro sempre dei messaggi sociali e psicologici che fanno riflettere. Ho apprezzato molto pure i film di Harry Potter, per gli effetti speciali audio e visivi. Per il resto adoro i classici di Alberto Sordi, il mitico Francesco Nuti del quale purtroppo non vedremo più i suoi nuovi lavori per la sua condizione di salute. Altri film la cui regia è curata da Leonardo Pieraccioni, Carlo Verdone, Roberto Benigni. Dei film stranieri adoro pure i musical quali Saturday Night Fever e Grease, oppure profondi come Forrest Gump, Dead Poets Society-L’attimo fuggente, e tantissimi splendidi film stranieri uguali. Dei film nuovi non saprei dire, ultimamente non ho avuto modo di vedere quali potrei vedere, forse non sono rimasto convinto degli ultimi e così non ricordo nemmeno i titoli. Sinceramente sono anni che non vado più al cinema né ho seguito le ultime rassegna stampa della locandina.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?

I progetti per scaramanzia non li rivelo quasi quasi nemmeno a me stesso (sorride). Tuttavia posso anticipare perché già in imminente pubblicazione, bloccata. Sempre per scaramanzia non intendo dare date e scadenze. Posso tuttavia anticiparvi che è già in visione presso una nuova casa editrice di Napoli, il nuovo romanzo thriller, con la spettacolare copertina curata questa volta dall'amico Fabio di Biagio. Vi annuncio solo il titolo: “Moventi incrociati". Anche qui troverete sfondi sociali quali omosessualità non riconosciuta in famiglia e droga e alcol tra i ragazzi del jet set, attività sconosciuti totalmente dalle famiglie. È un giallo mozzafiato, pieno di colpi di scena come tutti i miei romanzi, e con sfondi sociali.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire ai nostri lettori?

Concludo ringraziando te per la tua squisita disponibilità e gentilezza. Non amo ostentare le mie virtù, però vi dico che Rivoluzione Silente l'ho scritto per essere letto da quasi tutti gli italiani. Non scrivo mai per me, bensì per parlare a quante più persone, di svariate problematiche sociali, delle quali tutti ci lamentiamo e indigniamo, poi pochissimi ci attiviamo per migliorare le condizioni sociali. È un romanzo pieno delle stesse considerazioni di tutti noi italiani, stanchi della nostra classe politica e propositivo di buone speranze che il popolo italiano si riprenda la dignità perduta.

 

Antonio de Lieto Vollaro

https://www.facebook.com/antonio.delietovollaro1

https://www.antoniodelietovollaro.it/

 

Link del libro:

https://www.antoniodelietovollaro.it/prodotto/rivoluzione-silente/

 

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/ 

https://andreagiostrafilm.blogspot.it 

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg


Opera, Elena Farnova interpreta Amneris "personaggio splendido, ricco di sfaccettature". L'intervista di Fattitaliani

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Al Teatro antico di Taormina il 31 agosto torna in scena nell'ambito del Mythos Opera Festival "Aida" di Giuseppe Verdi interpretata dal soprano Marina Gubareva, mentre il mezzo soprano Elena Farnova vestirà i panni di Amneris, la rivale in amore. Il condottiero egizio Radames sarà interpretato dal tenore Roberto Cresca (intervista), già protagonista al debutto dello scorso 11 agosto. L’opera, a causa delle ormai note ed inevitabili restrizioni dettate dalle norme anti Covid-19, andrà in scena in forma concertata. Fattitaliani ha intervistato Elena Farnova.
Amneris è un personaggio "negativo" nell'immaginario: per un'artista che significato ha interpretarlo, anche vocalmente?
Io non vedo "negatività" in Amneris, io vedo solo una donna innamorata! Amneris è la figlia del Faraone, ha potere, è bellissima e intelligente ma tutto questo non basta a garantirle l'amore di Radames, che le preferisce una schiava!!!!!!! È questa cosa che non riesce ad accettare e che la fa infuriare, ma questo non la rende un personaggio negativo, anzi, alla fine lei stessa soccomberà al potere di una religione che non lascia scampo al suo amore e che la renderà a sua volta vittima. Amneris alla fine perde tutto, non riesce a conquistare Radames e non riesce a far prevalere il suo potere "politico" su quello dei sacerdoti e a salvargli la vita. È un personaggio splendido, dalla personalità ricca di sfaccettature: passa dalla gelosia alla frustrazione, dalla simulazione alla gioia più autentica, alla disperazione... È certamente uno dei ruoli che dà più soddisfazione interpretare, non è monocorde, ti regala mille colori da sfruttare, che Verdi ha saputo rendere magnificamente con una tessitura complessa come il personaggio che alterna al colore brunito della vocalità, slanci decisamente sopranili, alla drammaticità di un amore profondo ma non corrisposto, il lirismo dell'amore puro.
Il suo comportamento potrebbe essere in parte giustificato? che cosa Le direbbe se ne avesse l'opportunità?
Certo che il comportamento è giustificato! Non dimentichiamoci che la causa del dramma non è Amneris, lei non ha colpa per la condanna di Radames, mai avrebbe voluto che succedesse e fa di tutto perché non accada. È Aida che porta Radames a rivelare i piani degli Egiziani, Amneris non può che prenderne atto ("Traditor!") e arrabbiarsi. Quindi, quello che rimane da giustificare è la gelosia verso il suo amore e il non capacitarsi di come possa preferire a lei, bella, potente, passionale, un'umile schiava, meno bella e dal carattere decisamente meno definito. Al posto suo, credo che qualunque donna farebbe fatica ad accettarlo, no? ...cosa le direi? Cosa si può dire a un amore coinvolgente e totalizzante?

La formula concerto cosa toglie alla resa di un personaggio? o che cosa dà?

Aida è un'opera decisamente scenica, basti pensare che per la prima rappresentazione le scene e i costumi furono ricostruiti sulla base di descrizioni storiche e bassorilievi artististici. La forma di concerto però, secondo me, può aprire un'ulteriore dimensione, lasciando che sia la musica stessa a disegnare nell'immaginario dell'ascoltatore la sua forma visiva senza i limiti obiettivi della materia e stimolando l'esecutore a cesellare musicalmente ancora di più il personaggio, che, scevro di tutte quelle caratterizzazioni che i costumi e le scene danno, deve essere colorato e sfumato.
C'è un personaggio femminile dell'opera in cui personalmente si riconosce maggiormente?
In realtà, trovo un pezzo di me in ogni personaggio... e ogni personaggio riesce sempre a regalarmi qualcosa che non mi appartiene: è mio lo spirito libero di Carmen, la combattività di Amneris, la passionalità di Santuzza... ma è tremendamente coinvolgente anche provare la sensualità di Dalila, la magia di Ulrica, il rimorso di Azucena...
Come vede il suo percorso? si guarda indietro per fare di volta in volta un bilancio?
Per carattere tendo a non guardarmi indietro, piuttosto tengo quello che di buono ho trovato nel percorso e lo porto con me nel presente e nel futuro. Quello che per me è assolutamente fondamentale è cercare di dare il massimo che posso nel momento specifico, poi chiaro che il tempo e l'esperienza fanno il loro corso e aiutano a crescere (almeno si spera!).
Ci sono stati degli incontri particolarmente formativi che hanno rinforzato in Lei l'amore verso l'opera?
La mia prima, vera insegnante è stata Anita Cerquetti. Più che un rapporto insegnante/allieva, avevamo un rapporto madre/figlia e questa estrema confidenza mi ha permesso di entrare e toccare con mano il mondo dell'opera attraverso una grandissima artista. Poi l'incontro con il M° Marco Boemi prima, e il M° Carlo Colombara dopo, artisti straordinari e uomini di una levatura eccezionale, ha fatto il resto... Devo confessare che non so cosa farei senza di loro, per me sono fondamentali nella vita come nell'arte. Giovanni Zambito.


Sul palco del suggestivo Teatro greco saliranno anche Alessio Quaresima Escobar, nei panni di Amonasro; Sinan Yan, in quelli di Ramfis; Dante Roberto Muro, nel ruolo del Re; Federico Parisi, in quello del messaggero; ed infine Dominika Zamara nei panni della sacerdotessa. Un pianista d’eccezione accompagnerà i solisti ed il coro Katane, diretto da Carlo Palazzo, il maestro Marco Boemi, direttore d’orchestra tra i più apprezzati sulla scena internazionale. Soddisfazione per i risultati sin qui ottenuti sono stati espressi dal Sovrintendente e dal direttore artistico del Mythos Opera Festival, rispettivamente Gianfranco Pappalardo Fiumara e Nino Strano. “Il 31 agosto al Teatro antico di Taormina, perché è nostra abitudine privilegiare questi siti di pietra così importanti che io, tra l’altro, valorizzai anni fa con il Circuito del Mito, su idea di Franco Zeffirelli e con la direzione di Giancarlo Zanetti, sarà eseguita ancora una volta l’Aida - dichiara Nino Strano - Sarà impreziosita, rispetto a quella che abbiamo con successo già fatto nello stesso Teatro antico da alcuni movimenti scenici ed altro. Sono sicuro che riscuoterà l’apprezzamento del pubblico. Aida è un’opera eccezionale, amata dal pubblico di tutto il mondo, che ha visto le più grandi voci cimentarsi nei diversi ruoli, sia maschili che femminili. Aspettiamo il consenso del pubblico e siamo certi che ci sarà”.
  


CONCLUSO IL CONFRONTO O.SS. MAECI: TOTALE DISSENSO DELLA UIL SCUOLA

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Si è concluso il 28 agosto il confronto tra le OO.SS. firmatarie del CCNL scuola e la delegazione Maeci sulle ipotesi di variazione del contingente scolastico determinate dalla imminente sospensione delle attività didattiche della scuola statale di Asmara. Stante lo stallo della mediazione diplomatica, al termine della discussione il Maeci ha confermato la sospensione delle attività della Scuola di Asmara e la rimodulazione del contingente per il ricollocamento delle unità di personale, lasciando in loco un numero di posti congelati in caso di una possibile ripartenza. Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato la loro contrarietà al congelamento dei posti: tale accantonamento rappresenta un inutile congelamento di risorse per il prossimo a.s. a fronte di una richiesta crescente di personale scolastico nelle altre realtà estere. Le OO.SS. evidenziano ancora che, mentre sul territorio italiano si adottano misure straordinarie, benché insufficienti, per affrontare le esigenze delle scuole e consentire una ripresa delle attività in presenza anche con incremento degli organici, per il sistema delle scuole italiane all'estero si percorre una strada di senso opposto riducendo le disponibilità. Inoltre ritengono grave l’aver perso 2 posti di sostegno, a fronte di richieste ben precise di diverse altre sedi organico sul quale sono stati allocati fondi specifici ed anche funzioni specifiche di coordinamento. Parimenti ritengono che ci fossero tutti gli spazi per garantire a tutti i docenti attualmente in servizio una collocazione nelle sedi estere, anche come organico di potenziamento. Le organizzazioni sindacali hanno infine ribadito l’importanza che i trasferimenti avvengano con modalità concordate da un accordo o da un’intesa politica, perché possano essere definiti criteri oggettivi che superino la perentorietà della circolare 5 del 2017, dando ai docenti la possibilità di esprimere una preferenza di sede e/o di scambiare le sedi ad operazione terminata. Il trasferimento sarà effettivo fino al termine naturale del mandato.

2° CONCORSO TEATRALE TEATRAMM’ al TEATRO MARCONI dal 3 al 5 settembre 2020

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Il Teatro Marconi spalanca il sipario sulla seconda edizione di TEATRAMM’ il Concorso organizzato e diretto da Emiliano De Martino che si terrà a Roma al Teatro Marconi con il sostegno di Felice Della Corte.

 

Miglior attore, Migliore Attrice, Miglior Regia, Migliore Testo Inedito, Migliori Costumi, sono queste le categorie in concorso  il 3 e 4 settembre 2020. Sul palco si alterneranno tre spettacoli al giorno, mentre sabato 5 settembre si terrà la serata finale di gala con la premiazione delle  categorie in concorso, con ospiti a sorpresa, presentazione di due film, lancio di un libro e show live.

Al termine del Festival verrà decretato lo spettacolo vincitore che vedrà l’inserimento nel cartellone teatrale del Teatro Marconi per la stagione 2020/2021.

 

TEATRAMM’ ossia “noi facciamo il teatro = noi teatriamo” è il nome che Emiliano De Martino ha dato a un concorso che vuole dimostrare come il teatro si fa in cooperazione tra varie figure. Attori, autori, registi, tecnici saranno presenti nei tre giorni e avranno l'occasione di confrontarsi e valutare i lavori. Lo scopo di Teatramm, infatti, è quello di rendere un contesto di gara un’occasione per creare sinergie lavorative.

Le compagnie non si contendono solamente l’entrata in uno dei cartelloni più rappresentativi del panorama teatrale romano; ma hanno l'occasione di mostrare la loro arte  a una giuria composta da addetti ai lavori, nove elementi di spicco nel settore più un giurato extra diverso per ogni serata. 

 

 

Programma degli spettacoli selezionati per la Seconda Edizione di Teatramm' 

GIOVEDI 03 SETTEMBRE:

ore 18.30: ANTI – GONE (60 min.) - Compagnia SG Project

ore 20.00: CONRAD (60 min.) - Produzione Maria Teresa Audino

ore 21.30: LA VALIGIA E’ QUASI PRONTA (70 min.) - Compagnia della Farsa

 

VENERDI 04 SETTEMBRE:

ore 18.30: SOFFIANDO NEL VENTO (65 min.) - Compagnia Arte&Dintorni

ore 20.00: ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO   (75 min.) - Compagnia FSSL

ore 21.30: LA METAMORFOSI DI PULCINELLA (75 min.) - Compagnia Pulcinellarte 

 

 

SABATO 05 SETTEMBRE

ore 21.00 SERATA DI GALA

 

La giuria tecnica delle serate sarà così composta:

Presidente di giuria Felice Della Corte - Direttore artistico Teatro Marconi di Roma e Teatro Nino Manfredi di Ostia

Mario Parruccini - Regista cinematografico

Irene Antonucci - Attrice e Conduttrice

Teresa Combierati - Giornalista per Velvet Mag

Sissi Corrado - Blogger per CulturSocialArt

Maria Lauria - Attrice

Rossella Pugliese - Attrice

Yassmin Pucci - Attrice e produttrice cinematografica 

Vito Loprete - Agente cinematografico 

 

Comunicazione e Promozione: Orietta Giorgio

Produzione Esecutiva E Organizzazione: Valentina Proietto Scipioni

Direzione Artistica Emiliano De Martino

 

TEATRAMM

dal 3 al 5 settembre 2020

dalle 18.30

Teatro Marconi 

viale Guglielmo Marconi 698e

tel 065943554 – mail: info@teatromarconi.it

 

Costo del biglietto €16 comprensivo di tre spettacoli. 

Biglietto Under 18 € 9

EDM Produzione e Distribuzione

Emiliano De Martino

Valentina Proietto Scipioni

Roma – Contatti 333.7491357 

LE TABELLE DEFINITIVE DEL CONTINGENTE SCOLASTICO ALL'ESTERO PER IL 2020-21

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LE TABELLE DEFINITIVE DEL CONTINGENTE SCOLASTICO ALL'ESTERO PER IL 2020-21

 

SEDI

 

Numero progressivo

Codice funzione

 

 

DISCIPLINA

 

 

 

 

 

ADDIS ABEBA - scuola statale

1

002

Scuola primaria

2

002

Scuola primaria

3

002

Scuola primaria

4

002

Scuola primaria

5

022

Scuola primaria

6

1 posto 003

Italiano, sec. I grado

7

1 posto 020

Italiano, sec. II grado

8

1 posto 013

Scienze e Tecnologie delle costruzioni, sec. II grado

 

9

 

024

Scienze e tecniche agrarie, sec. II grado

 

 

 

 

ALESSANDRIA - scuola paritaria “Don Bosco”

 

10

 

017

 

Matematica, sec. II grado

 

 

 

 

 

ATENE - scuola statale

11

002

Scuola primaria

12

002

Scuola primaria

13

003

Italiano, sec. I grado

 

 

 

 

BARCELLONA - scuola statale

14

002

Scuola primaria

15

006

Matematica e scienze, sec. di I grado

 

16

 

010

 

Musica, sec. di I grado

 

 

 

 

BUCAREST - scuola paritaria “A. Moro”

 

17

 

002

 

Scuola primaria

BUCAREST - scuola paritaria “A. Moro”

 

18

 

006

Matematica e scienze, sec. I grado

 

 

 

 

EDIMBURGO - corsi

19

002

Scuola primaria

 

 

 

 

IL CAIRO - scuola paritaria “Don Bosco”

 

20

 

038

Scienze e tecnologie informatiche, sec. II grado

 

 

 

 

ISTANBUL - scuola statale

21

003

Italiano, sec. I grado

22

025

Scienze naturali, sec. II grado

23

007

Inglese, sec. I grado

24

020

Italiano alla sec. II grado

 

25

019

Matematica e fisica, sec. II grado


 

 

 

 

LAGOS - scuola paritaria “E. Mattei”

 

26

 

002

 

Scuola primaria

 

 

 

 

LONDRA - scuola paritaria

“SIAL”

 

27

 

002

 

Scuola primaria

 

 

 

 

MADRID - scuola statale

28

002

Scuola primaria

MADRID - scuola statale

29

002

Scuola primaria

MADRID - scuola statale

30

003

Italiano, sec. I grado

 

 

 

 

MOSCA - scuola paritaria “I. Calvino”

 

31

 

002

 

Scuola primaria

MOSCA - scuola paritaria “I. Calvino”

 

32

 

002

 

Scuola primaria

 

 

 

 

PARIGI - scuolastatale

PARIGI - scuolastatale

33

34

002

02S

Scuola primaria

Sostegno scuola primaria

PARIGI - scuola statale

 

35

 

006

Matematica e scienze, sec. I grado

PARIGI - scuola statale

 

36

 

025

Scienze, sec. II grado

 

 

 

 

PRISTINA

37

 

Lettorato

 

 

 

 

TEHERAN - scuola paritaria “Della Valle”

 

38

 

006

Matematica e scienze, sec. I grado

 

 

 

 

TUNISI - Scuola paritaria “Hodierna”

 

39

 

019

 

Matematica e fisica, sec. II grado

 

 

 

 


Bif&st, a Roberto Benigni il Fellini Award

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Il direttore del Bif&st Felice Laudadio e la presidente Margarethe von Trotta conferiranno questa sera il premio Federico Fellini per l’eccellenza artistica a una delle principali personalità del cinema italiano e internazionale: all’attore, all’autore satirico, allo sceneggiatore, al regista, al fine dicitore, al Premio Oscar ROBERTO BENIGNI.

Ecco la motivazione del Premio

 

Un artista a trecentosessanta gradi che nel corso della sua straordinaria carriera ha saputo divertirci, emozionarci e commuoverci come pochi altri nella storia del cinema e della televisione riuscendo a dimostrare che -  se usati con sapienza - intrattenimento e cultura; ironia e saggezza; impegno civile e sberleffo; irriverenza ed eleganza, poesia e satira possono costituire una miscela unica, formidabile ed irresistibile per conquistare il pubblico italiano ed internazionale.

Esattamente trenta anni fa, nel 1990, usciva La Voce della Luna, l’ultimo film di Federico Fellini con Roberto Benigni e Paolo Villaggio protagonisti di un viaggio cinematografico toccante ed emozionante, reso ancora più rilevante dall’essere stato l’ultimo sogno cinematografico di Fellini.

Il suo personaggio - che si chiamava Ivo Salvini - passa il tempo a inseguire la luna nei pozzi e pronuncia una delle frasi più famose del cinema di Fellini: “Eppure credo che se ci fosse un po’ più di silenzio, se tutti facessimo un po’ più di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”. Parole emblematiche ed attualissime – e quanto mai necessarie - che abbiamo posto come distico del nostro catalogo.

Una delle qualità più preziose alla base dello sguardo e dell’arte di Roberto Benigni è la sua curiosità nei confronti degli altri e della vita, presa non troppo sul serio, ma con ironia, lungimiranza e partecipazione da trasferire a storie e personaggi indimenticabili come quelli di Non ci resta che piangereIl piccolo diavolo e La vita è bella. Film che brillano nel firmamento del cinema italiano accanto a quelli di Fellini che del suo “Robertino” Benigni ha detto: “Ha il fascino dei personaggi delle fiabe, delle grandi invenzioni letterarie. Rende credibile qualunque personaggio e tutti può abitarli. Amico degli orchi e delle principesse, dei ranocchi che parlano. Roberto Benigni è come Pinocchio.”

Gli itinerari emozionali di Alan Davìd Baumann. L'intervista

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di Miriam Di Pasquale - ROMA - Per la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2020, che quest’anno avrà come tematica i “Percorsi Ebraici” ed avrà un risvolto particolare prettamente on-line a causa della pandemia Covid-19, abbiamo incontrato nella “sua” Trastevere Alan Davìd Baumann, giornalista ed esperto in comunicazione, che presenterà tre video “emozionali”, come lui stesso li definisce.

Caro direttore (Baumann ha creato e dirige da 15 anni la testata giornalistica on-line “L’ideale” – www.lideale.info -ndr), puoi illustrarci i filmati creati per la Giornata di domenica 6 settembre?

Volentieri e ringrazio da subito coloro che condivideranno questi miei spunti che “legano il tempo”. I Percorsi Ebraici narrano di una storia plurimillenaria sopravvissuta a miriadi di soprusi, discriminazioni, ghetti, olocausti ed alla Shoah. Parte di quella, che sotto una particolare ottica potrebbe essere paragonata ad una “Resistenza”, ha partecipato intrinsecamente alla cultura di ogni luogo fosse stata accolta. Spesso si è trattato di veri itinerari lungo la vita di artisti, di comunicatori: dagli antichi cantastorie che ripercorsero la strada della fuga dalla Grande Inquisizione, raccontando e cantando quanto accaduto principalmente in una nuova lingua chiamata Yiddish, ai sogni romantici di Marc Chagall o alle proteste pittoriche di Frida Kahlo, come ho presentato in un filmato per la Giornata del 2019.

(https://www.youtube.com/watch?v=NgZDcj_1S4k&t=7s).

Ho voluto dedicare un paio di video di quest’anno ai percorsi che mi hanno fatto nascere: persone che grazie alle loro vicissitudini ed all’estro che possedevano, si sono incontrati a Roma all’inizio degli anni ’60.

Sei quindi la combinazione di vari itinerari?

Praticamente sono una sorta di incrocio stradale: i cammini delle loro vite spinsero Eva Fischer ed Alberto Baumann ad arrivare a Roma, congiungendo la loro arte, le emozioni, le loro storie personali. Posso testimoniare che “tutte le strade portano a Roma”. Mia madre Eva era nata nel 1920 nella ex-Jugoslavia. Al termine del 2019 ho iniziato – senza sapere la tematica delle Giornate della Cultura 2020 – a contattare le ambasciate degli stati europei da lei attraversati dapprima per sfuggire ai nazifascisti e successivamente per parlare di arte con i suoi amici dell’epoca. Avrei voluto parlare di un secolo storico-culturale – dal titolo EuropEva 192020 -, attraverso le rappresentanze di Ungheria, Croazia, Serbia, Francia, Svizzera, Germania, Spagna. Purtroppo la pandemia ha fermato bruscamente ogni contatto culturale. Descrivo ora questi suoi itinerari nel video “Le Strade dei Colori” (https://youtu.be/XTkFQXqJLvY).

Mio padre Alberto era invece di Montecatini Terme, figlio di Alessandro- giornalista ungherese prigioniero degli italiani nella Grande Guerra - e della livornese (benché nata a Nizza) Estella Piperno. Durante il periodo dell’occupazione Alberto attraversò il Paese per fuggire alle deportazioni, mentre nel primo dopoguerra si recò a lavorare in Svizzera ed in Germania. Nel 1967 partì per la Guerra dei Sei Giorni e quando tornò propose di creare a Roma un giornale per far conoscere le diverse voci dell’ebraismo al di fuori dalla Comunità. Nacque il mensile “Shalom”. Nel video “I Colori rubati da Alberto Baumann” (https://youtu.be/GKvcvJlMwas), c’è anche una bella testimonianza di Lia Levi, prima direttrice del mensile.

Nulla contro l’omaggio che hai fatto ai tuoi, ma si tratta forse del tuo ego smisurato?

Non prevalentemente. Ho sempre sostenuto di esser nato fortunato e per questo intendo condividere le testimonianze dei miei genitori. Le loro opere d’arte vivranno in eterno, ma vanno trasmessa anche le loro storie di fuga e ricostruzione. Non è detto che le nuove generazioni siano a conoscenza di coloro che riuscirono a scappare agli orrori del XX° secolo.  In ambito ebraico, i giovani non sono solo i discendenti di 6 milioni di uccisi, ma anche di coloro che riuscirono a sopravvivere. Credere nella vita è una delle forze insite in ogni ebreo.

Sappiamo che hai anche “varcato” i confini comunitari romani …

Vicino alla Capitale, precisamente poco al di fuori dallo stato Pontificio, esiste un borgo con una sua storia ebraica, tanto da essere chiamato Piccola Gerusalemme. Pitiglianofa storia a sé, pur facendo parte della Comunità livornese. La splendida Sinagoga “cela” un mondo ebraico in estinzione, costituito dal Forno delle azzime, i locali del bagno rituale Mikveh e di dove si faceva la macellazione rituale. Vi è anche un ampia cantina dove si manteneva il vino e tanto altro ancora. Arroccata nel tufo, un’antica comunità è riuscita a vivere ed a condividere con i Gentili le proprie usanze. E’ stata accettata ed aiutata a tramandarsi nel corso dei secoli. Chi fuggiva trovava nella cittadella toscana accoglienza e rispetto. Un percorso obbligato dell’ebraismo italiano.

Diversi sono stati i documentari sulla “Piccola Gerusalemme”. Perché ne hai voluto parlare anche tu?

Oltre trent’anni or sono rimasto incantato da Pitigliano. Ho poi collaborato con il Pitifest che per alcuni anni era riuscito a far rivivere la presenza ebraica fuori dalle consuete sedi museali. Poi lo scorrere del tempo non ha più dato credito a questa importante rassegna culturale. Perfino il locale vino kasher (uno dei primi in Italia) non ha avuto gran seguito. La presenza ebraica si sofferma oggi solo nella signora Elena Servi: suo figlio è l’ultimo israelita nato lì. Con lei, Presidente dell’Associazione “La Piccola Gerusalemme”, abbiamo avuto una piacevole chiacchierata. Aveva finito da poco di scrivere un riassunto storico sulla sua comunità e l’ho pregata di leggermelo. E’ stato un susseguirsi di emozioni, di ricordi. Con rammarico Elena teme che il seguito dell’ebraismo pitiglianese verrà tramandato solo nelle pagine dei libri. Mi sono unito a lei nello sforzo di dare un seguito all’ebraismo locale, almeno nelle attenzioni che dovrebbero essere rivolte verso la sua storia. La storia non va calpestata o dimenticata, ma tramandata. Pitigliano è posto soave e rilassante dove ogni tanto bisognerebbe recarsi, se non altro per lasciare al di fuori le amarezze di questo mondo, attualmente parecchio strano. Per far questo c’è bisogno di aiuti morali e materiali. A mio avviso il nome “Piccola Gerusalemme” non è dovuto solo alla forte presenza ebraica del passato, ma a quell’aria magica che vi si respira, simile a quella della capitale di Israele. E’ possibile vedere parte del mio incontro con la signora Servi in un video (https://youtu.be/2DpU5MBXGLs) che presenterò con lei presso la Sinagoga-Museo di Pitigliano, alle ore 17.00 di domenica 6 settembre.

 

Milano Virtual Fashion Week Donna 22/28 settembre, Collezioni SS 2021

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La MILANO DIGITAL FASHION WEEK DONNAnasce come risposta al distanziamento sociale e alla difficoltà di viaggiare imposta dalla situazione sanitaria mondiale, ma vuole anche essere una soluzione dinamica alle complessità del presente, uno strumento progettato per vivere di vita propria o per sostenere l’appuntamento con le sfilate fisiche, quando sarà possibile tornare agli  appuntamenti in presenza, che restano fondamentali nel promuovere l’enorme valore produttivo e creativo della Moda nel mondo.

La 4a edizione di Fashion VibesRunWay Show ideato da Yuliia  Palchykova presenta 9 designers ed è trasmesso in streaming attraverso la piattaforma e le news sono amplificate  in tutto il mondo facendo si che le fiere vivano per 365 giorni l’anno, per mantenere in maniera costante i contatti tra espositori e compratori.

La nuova piattaforma di Fashion Vibes  offre tanti servizi e opportunità in quanto diventerà un catalogo mondiale per le aziende per effettuare  shop on line, oltre alla lista dei designers con i loro riferimenti.

 

L’Edizione Virtuale della  Fashion Vibes sarà molto importante per  i buyers:  

i buyers – al momento dell’accredito - avranno una password per entrare nella piattaforma, questo per facilitare i contatti, accedere alla press list e  scaricare i look book di ogni designer, pensato e ideato come un  biglietto da visita – virtuale – mapuntuale ed efficiente per essere ricontattati e fare a loro volta richieste di contatti, la stessa filosofia che è la base dei social -  facebook e instagram -  la possibilità per tutti i  fashion addicted del mondo, i blogger, personal shopper e  designers, modelle/i, fotografi, di accreditarsi proprio per facilitare i contatti, richieste servizi, opportunità di lavoro,  la Virtual Fashion Vibes una piattaforma virtuale dunque che diventa un catalogo mondiale dove ci saranno notizie press e articoli suogni designers, le news su eventi, sempre del settore moda in Italia, Milano e in altri eventi moda  in altre parti del mondo.

 

I DESIGNERS PRESENTI  - IL GIORNO E L’ORA DI OGNI SFILATA:

 

K.F-KEL FEREY  (BRASILE) Runway Show       22.09    ore 18:00

 

MAYAR NAYEL ( EGITTO ) Runway Show          23.09    ore 20:00

 

NATALIJA JANSONE  ( RIGA ) Runway  Show    24.09    ore 17:00

 

CHIARA GULLO  ( ITALY ) Runway  Show         26.09     ore 15:00   

MOMMYDOLLS ( ITALY ) Runway Show            26.09     ore 18:00

BY VEL ( KIEV ) Runway Show                         26.09     ore 19:00  

 

RASENA ( PERM ) Runway Show                       27.09     ore 18:00

 

FRISCIANO ( ITALY )  Runway Show                 28.09     ore 18:00  

 

ELSA FAIRY DRESSES ( UKRAINA ) R. Show    28.09     ore 19:00

 

Un grazie ai partner:

Yulia Shkolenko  Miss Universe 2018, Fondatore della società ICB

Olga VediPresidente del premio internazionale "Pride of civilization", fondatrice del marchio TOP-VEDI

Isabella Mueller testimonial per Alzheimer's Research, - Regno Unito e Warriors of Purpose, - USA

 

Abyzova Irina  Organizzatrice e direttrice della scuola di trucco in Russia. Membro del Fondo Internazionale per le Arti.  Primo insegnante di trucco e immagine  della scuola televisiva di Ostankino 

 

Cristian Mitranescu Presidente della Camera della Moda in România. 

Elisabetta Rogai– artista Italiana

 

Media Partner:

AEROFLOT

CANALE MOSCA 24

TV HOST

VIVA VICENZO VIVA (Fashion) U.S.A e CINA

                                                                               

Per info:

press.fashionvibes@gmail.com

IG @fashionvibesmilano

 

www.fashion-vibes.com


La top influencer Katiuscia Cavaliere incanta i follower alla "Gdd fashion week" 2020

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La top influencer ha partecipato alla ‘fashion factory’ che ogni anno sostiene i giovani talenti nel campo della moda.

È indubbiamente inarrestabile l’escalation della top influencer Katiuscia Cavaliere, in particolare durante questa estate 2020 che si sta rivelando davvero ricca di successi e traguardi.

Talent dell’agenzia fashion influencer marketing Star-let's Go, Katiuscia ha partecipato alle tre serate-evento della "Gdd Fashion Week" 2020 tenutasi dal 25 al 27 agosto ad Amantea, in Calabria. Un contest di moda dedicato al sostegno e alla promozione dei giovani talenti nel campo della moda: una vera e propria ‘fashion factory’ in cui gli stilisti vivono a stretto contatto, confrontandosi con addetti ai lavori, esperti e consulenti.

Sono davvero felice di aver partecipato a questa manifestazione: una luce che fa ben sperare per testimoniare, condividere e sostenere il rilancio della moda dopo il lockdown” commenta Katiuscia Cavaliere, che aggiunge: “Sono da sempre molto attenta alle novità e alle ultime tendenze proponendo in prima persona sui miei social ultimi modelli d’abbigliamento non ancora in commercio grazie alle numerose partnership che intraprendo anche con giovani talenti”.

Modella e fashion influencer, laureata in scienze politiche e relazioni internazionali, Katiuscia si è diplomata presso l’Accademia del lusso, scuola di moda e di designer. Fin da piccola ha coltivato la passione per la moda trasformandola in un vero e proprio lavoro.

Ormai richiestissima alle sfilate e sui red carpet che contano, attualmente Katiuscia Cavaliere ha una sua rubrica “Il diavolo veste Kate” sul mensile “Voi – In primo piano” in edicola in tutta Italia.


Il soprano Marina Gubareva interpreta Aida e debutta a Taormina. L'intervista di Fattitaliani

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Stasera alle ore 21, al Teatro antico di Taormina, torna l’Aida di Giuseppe Verdi, che, 
a causa delle restrizioni per il Covid-19, andrà in scena in forma concertata. Nel ruolo della sfortunata protagonista il soprano Marina Gubareva, intervistata da Fattitaliani.

A che punto della sua carriera si situa l'interpretazione di Aida? che tappa rappresenta nel suo percorso artistico?
Ho già interpretato diversi personaggi dal comico, come la Cesca in "Gianni Schicchi", al drammatico come Floria Tosca e Suora Angelica, al disperato come la Santuzza in "Cavalleria Rusticana ", ma Aida è diversa da loro. È una donna dolce e tenera e, nello stesso tempo, forte come una roccia. Una donna che, nonostante la sua tragica posizione - ridotta da figlia del Re a schiava - nella sua sventura riesce a trovare il suo punto di felicità, il suo piccolo mondo d'amore, costruito lontano e nascosto dagli occhi estranei. Purtroppo non mi è capitato spesso di interpretare i personaggi di Verdi. La parte di Aida la interpreto per la seconda volta ed a Taormina sarà il mio debutto in assoluto. Non ho mai cantato su questo palcoscenico perciò posso dire che sono molto emozionata nell'interpretare questo ruolo. Le opere verdiane che ho cantato finora sono Amelia in "Un ballo in maschera" e Abigaille in "Nabucco ". La maggior parte delle volte mi sono esibita nelle opere di Puccini, tra cui più frequentemente nei panni di Floria Tosca, che tra l'altro è un'altra delle mie opere preferite. 
Aida Le piace come donna? Avete qualcosa in comune oppure siete molto diverse?
Sì, Aida mi piace come donna. In lei mi piace questa sintesi tra dolcezza, tenerezza e grande forza. Credo di non somigliarle ma, valutando la sua posizione, non credo che ci si potrebbe comportare in modo diverso.
In che maniera un palco come il Teatro antico di Taormina e la forma concerto potrebbero influenzare la resa di un personaggio? 

La scenografia affascinante del teatro greco certamente contribuisce a rendere lo spettacolo ancora più bello. Mentre la forma di concerto e l'obbligo di distanze, ovviamente, tolgono tante possibilità interpretative. Nello stesso momento però ti costringe a cercare un altro modo per essere espressivi: nei colori, nelle dinamiche e nelle pause, vista l'impossibilità di agire tra i personaggi. Io lo prendo come input per cercare altri modi di interpretazione che potrebbero comunque far giungere allo spettatore tutti i sentimenti del mio personaggio. 
Aida è un personaggio chiave dell'opera interpretato infinite volte: è possibile trovare in lei delle sfumature inedite in base anche alla personalità di chi la interpreta? Nel suo caso quale aspetto di Aida cerca di mettere più in evidenza? 
Sì, certo che Aida è un personaggio tra quelli più interpretati, ma questo non impedisce di trovare qualcosa di individuale in questo ruolo. Come non esistono due persone uguali nel mondo, così non esistono due interpretazioni uguali. Ogni cantante la vede attraverso il suo cuore e le sensazioni che prova sono diverse dagli altri. Dico di più. Anche la stessa cantante non riesce mai cantare due volte in modo uguale la stessa parte. Sono tanti i fattori che influiscono: la regia, i colleghi, le situazioni impreviste. Una delle cose più belle dell'opera è proprio questo. L'azione succede in tempo reale, non si può fermare, tagliare, ripetere la scena, lo spettacolo va avanti e questo lo rende unico, con alcune improvvisazioni che nascono in quell'esatto momento. Per quel che riguarda il mio lavoro sul personaggio, io cerco sempre di immedesimarmi nei suoi panni. Mi chiedo perché ha fatto così e non diversamente, che cosa lo ha spinto a rispondere in quella maniera e non in un'altra. Come ho già detto, in Aida vorrei sottolineare questa sua dolcezza e tenerezza, nonostante tutte le sue difficoltà.
Fra i tanti personaggi dell'opera italiana ce n'è uno che sente più "suo" rispetto ad altri?  
Tra i personaggi che sento più mia c'è Tosca. Direi che siamo più simili come carattere. 
Ci sono delle figure o persone incontrate che reputa fondamentali e arricchenti nel suo percorso?
Io credo che ogni persona che incontriamo nella nostra vita è fondamentale, perché ci insegna sempre qualcosa, incluse le esperienze negative. Comunque nel mio percorso musicale ci sono due persone che mi hanno accompagnato, insegnandomi a camminare sul palco. La mia prima insegnante di canto in Moldavia, Elena Gherman, che mi ha insegnato i principi della tecnica vocale. Un altro incontro molto speciale è stato quello con Antonio Vincenzo Manno, un ottimo insegnante ed una persona speciale, che purtroppo è venuta a mancare nel 2018, ma continua a vivere nel mio cuore e nel cuore delle persone che lo conoscevano.
Qual è stato il suo primo assoluto approccio con l'opera? come se ne è innamorata? 
Il mio primo assoluto approccio con l'opera è stato quando studiavo al collegio musicale. Nella mia città non c'è il teatro d'opera, perciò questo stile lo conoscevo dai libri di storia di musica e da qualche registrazione. Ero al secondo anno degli studi di fisarmonica quando la nostra insegnante di storia della musica ha organizzato una gita al teatro per vedere "Carmen". Sono andata senza tanto entusiasmo e devo dire che ero mossa più dall'interesse a passare del tempo con i miei compagni di studio che dal guardare lo spettacolo. Invece è stato amore a prima vista. Per tutto lo spettacolo non ho battuto ciglio! Sono rimasta affascinata da questa sintesi tra musica e teatro. In quel momento ho deciso che quello sarebbe stato ciò che avrei fatto nella mia vita: cantare l'opera. Ancora non sapevo se ne avevo le capacità e la voce, ma ho deciso che avrei tentato. A casa mia inizialmente non hanno preso questa mia decisione con tanto entusiasmo e ovviamente mi sono diplomata nella fisarmonica e poi ho iniziato con il canto. Giovanni Zambito.

Caso Covid-19 a "Io e te". Chiude il programma di Diaco

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Rettore doveva intervenire domani nel programma "Io e te"  su Raiuno ed essere intervistata da Pierluigi Diaco.
Come dichiara la stessa cantautrice veneta con un post su Facebook, la trasmissione salta perché sembra esserci un caso Covid-19 nello staff del programma.

Si legge su Adnkronos: Pierluigi Diaco - a quanto apprende l'Adnkronos - è appena uscito dall'Istituto San Gallicano di Roma, nel quartiere dell'Eur, dove si è sottoposto sia a tampone che ad esame sierologico. I risultati dovrebbero essere noti nel pomeriggio. Il giornalista-conduttore si è sottoposto agli esami dopo che la sua trasmissione 'Io e Te' (che doveva andare in onda ancora tutta questa settimana, alle 14 su Rai1) è stata sospesa in seguito ad un caso di positività all'interno del gruppo di lavoro del programma.

Ieri una persona che lavora nel programma ha avvertito la Rai della propria positività ed subito è scattato il protocollo previsto dalla task force anti-Covid dell'azienda, che prevede la sospensione della trasmissione per permettere i controlli su tutte le persone entrate in contatto con la persona positiva ed evitare ulteriori contagi.
Diaco - a quanto si apprende - si collegherà oggi alle 14 da casa sua con 'La Vita in Diretta Estate', che si allungherà in questi giorni, prendendo anche lo spazio che era della trasmissione di Diaco, dalle 14 alle 15.40.


La Seduzione: un timone per la direzione

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Approfondimento della puntata in onda sulle frequenze di Radio CRT di Flaviana Pier Elena Fusi con Edoardo Flaccomio

Preludio di Flaviana Pier Elena Fusi

La seduzione è polo di attrazione, basta guardare al particolare e non soffermarsi troppo a ragionare. A volte trae in inganno e fa cadere dallo scranno, perdi quella posizione guadagnata con cura e attenzione, di colpo appare strano, ma qui porsi domande non è vano. Sarà beltà o sotto il trucco c’è un’altra realtà? Questo è intelligente, prendere spunto per riflettere egregiamente: la vita non è cosa stabilita, segue il flusso di una passione infinita.

L’amore è il timone da usare, l’unico mezzo per ben navigare, tutto fa davvero gustare insieme al sale c’è altro sapore di mare, solo se arrivi a quello, vivere è davvero bello.


Approfondimenti di Edoardo Flaccomio

La seduzione può riguardare diversi campi, ma l’accezione più conosciuta concerne due persone di sesso opposto.

Nell’immaginario collettivo è la donna a sedurre l’uomo. Bellezza, eleganza, sorriso, trucco e gioielli, fan sì che la femmina seduca il maschio, più di quanto questi possa viceversa fare.

Dei cinque sensi, la seduzione riguarda principalmente la vista. Seduce ciò che piace, ciò che rompe la monotonia dell’osservazione.

Sedurre, dal latino seducere, riporta alla mente il verbo sedare. La persona sedotta è sedata, incantata da qualcosa che sa di elisir.

La seduzione richiama il PARDES, il Paradiso Terrestre. Eva è sedotta dal Serpente, inteso come animale-ente malvagio. Errore grossolano in quanto il rettile è il passato di Eva che si desta in prossimità della fine del ciclo chiamato Eden.

Eva seduce Adamo al risveglio. Alla Conoscenza interiore, fornitagli dal ruolo di maschio donatore di seme, Adamo preferisce la seduzione, rinnegando il principio ultimo e primo che lo vorrebbe con Eva in marcia verso la tappa creatrice di un nuovo Paradiso. Adamo cede alla tentazione, che da quel momento diventerà portatrice di significato negativo.

C’è un’altra storia che proviene dal passato. Questa volta è l’Ente Mascolino per eccellenza a sedurre: Krisna. Mentre pascola le mucche insieme a dei pastori, fa vibrare il suo sublime flauto. Sedotte da quel suono, le Gopi ricordano la piuma di pavone sulla Testa del Creatore e il nettare che lascia scorrere dal flauto attraverso le Labbra.

Racconto che rinvia tassativamente al Modello Assoluto Pensante, chiamato Mana nei Veda, Rosc nei versetti ebraici, essenza della Mente nei sutra buddisti, si tratta sempre dello stesso Modello Corticale, (di cui il nostro cervello parlante è a immagine), le cui Leggi diventano suono, in altri termini, Parole emanate dalla Bocca di Dio: Krisna.

In un altro racconto dei Veda, le spose degli abitanti celesti sedute nelle aeronavi spaziali, si divertono a viaggiare con i loro sposi, ma come sentono il flauto di Krisna, i loro capelli si sciolgono e i loro vestiti aderenti si allentano.

Storia seducente al pensiero degli abiti che si slacciano e di fronte alla chioma femminile che si delinea in tutta la sua lunghezza e bellezza. Seduzione che si amplifica di fronte al fatto che la capigliatura è un Archetipo simboleggiante le Leggi dell’Ordine Celeste. Le spose viaggiatrici lo sanno.

La seducente e mitica forza del biblico Sansone, per esempio, svanisce del tutto nel momento in cui gli tagliano i capelli di notte mentre dorme. Al risveglio si accorge che la sua forza, cioè l’Energia Evolutiva, alias Spirito Santo, è rifluita e lui non è più l’uomo eccezionale e seducente del giorno prima.

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Ricetta erboristica di Anna Maria Esposito
: responsabile della testata giornalistica di Radio CRT, conduttrice del programma ‘BLATERANDO’

Un proverbio della Franca Contea così recita: “Se l’uomo conoscesse l’effetto del sedano ne riempirebbe il suo cortile.Fin dal Medioevo, tale ortaggio era considerato un afrodisiaco naturale. Michele Savonarola, medico, metteva in guardia le donne dal consumarlo perché “istigava il coito” anche quelle che in cuor loro volevano restare caste.

Il termine sedano riporta alla Luna: deriva dal greco selinon, quindi dedicato a Seline, regina della notte, collegato alla natura, al culto dei morti e dea della fecondità.

Oggi il sedano è usato dagli erboristi per curare calcolosi, infezioni reumatiche e meteorismo. Prezioso alleato per chi ha problemi di colesterolo e pressione.

Il sedano abbraccia anche il campo della cosmetica

Maschera idratante antistress per il viso al sedano.

Ingredienti:

1 gambo di sedano

5 cucchiai di acqua

Farina q.b.

Preparazione:

tagliare il gambo a tocchetti e frullarlo in 5 cucchiai d’acqua. Con un colino recuperare la polpa e amalgamarla con la farina aggiungendone fino ad ottenere una consistenza cremosa. Stendere la crema sul viso e lasciarla in posa per 15 minuti.

Risciacquare con acqua tiepida.

La maschera al sedano è utile in caso di pelli secche e grasse.

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Ricetta di chefDomenico

Nel mare della seduzione c’è un sedano al profumo di mare

Ingredienti:

moscardini

gamberoni

sedano bianco

pomodorini pachino

ravanelli con foglia

succo di limone

prezzemolo

salvia, alloro, rosmarino

olio extra vergine di oliva

sale q.b.

Preparazione:

pulire i moscardini e gettarli in acqua bollente aromatizzata con rosmarino, salvia e alloro. Cuocere per circa trenta minuti, avendo l’accortezza di appoggiare una rete sopra la pentola al posto del coperchio, su cui adagiare i gamberi per poterli cuocere a vapore negli ultimi 5 minuti. Togliere i gamberi e privarli del carapace, nel frattempo lasciar raffreddare i moscardini nella loro acqua di cottura per mezz’ora circa (questo è il segreto per renderli più morbidi). Preparare l’insalata col sedano tagliato sottilmente, i pomodorini e i ravanelli. Unire i molluschi e crostacei, condire con olio, sale, prezzemolo e succo di limone. Buon appetito

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Bollettino radiometeo di Flaviana Pier Elena Fusi

La seduzione è fascino, è attrazione

È parola che si forma sola

Quando un desiderio consola.

Un calore che avvampa

Quando scorgi quella gamba

Uno spacco, una scollatura

Che smuove la cintura.

Un profumo, un gesto, un sorriso

Che arriva all’improvviso

Una voce e un odore

Avvolge rapido col suo sapore

Quello dolce

che vorresti ricordare

Nei sogni più belli

Dove indugi a restare.

Il tatto dato da un contatto

Una stretta di mano

è all’improvviso uragano

lo sconvolgimento

vorrebbe essere intento.

Un desiderio, una passione

Che traccia una situazione

La seduzione avvolge piano

Ma lega a lei portando lontano.

 

Consiglio radiometeo: la seduzione nasce da dentro e si mostra fuori con profusione di battiti di cuore.

Anime Manga. Storie di maghette, calciatori e robottoni dal 12 settembre Fondazione Modena Arti Visive

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Fondazione Modena Arti Visive
è lieta di presentare la mostra Anime Manga. Storie di maghette, calciatori e robottoni, che apre al pubblico sabato 12 settembre a Palazzo Santa Margherita.

L’esposizione, a cura di Francesca Fontana ed Enrico Valbonesi, è realizzata a partire dai materiali conservati all’interno della Collezione Museo della Figurina, donata nel 1992 da Giuseppe Panini al Comune di Modena e oggi gestita da Fondazione Modena Arti Visive.

Come indica il titolo, la mostra si focalizza sul legame tra manga e anime, mettendo in evidenza come nella maggior parte dei casi i cartoni animati giapponesi siano derivati da prodotti editoriali, sebbene non manchino esempi del percorso inverso, per cui celebri anime hanno ispirato la creazione dei corrispettivi manga.

 

Il percorso espositivo illustra la nascita e le modalità di diffusione tipiche di queste forme di intrattenimento, insegna a decodificarne il linguaggio peculiare e i segni grafici, spiega i generi principali in cui vengono suddivisi i manga, da quelli per l'infanzia - i cosiddetti kodomo - agli spokon a tema sportivo, passando attraverso i cartoni animati del World Masterpiece Theater tratti da opere letterarie occidentali. Alcune sezioni sono dedicate al genere femminile shōjo, di cui fanno parte le celeberrime maghette e le storie sentimentali, e shōnen, storie avventurose per il pubblico maschile, con un focus sui mitici robottoni come Mazinga e Danguard.

 

Proprio gli anime risultano i protagonisti assoluti dell'editoria delle figurine dagli anni Ottanta in poi. Kiss me Licia, L'incantevole Creamy, Occhi di gatto, Holly e Benji, per fare solo qualche esempio, sono stati compagni dei pomeriggi di bambini e adolescenti che negli album di figurine e nelle card hanno trovato l'opportunità di giocare con i loro personaggi preferiti, intrattenendosi secondo modi e tempi diversi rispetto a quelli televisivi.

Oggetto di censura che spesso li ha snaturati, questi cartoni animati sono stati criticati aspramente da pedagoghi, genitori e opinionisti. Oggi invece, anche in ambito accademico, sono fioriti studi che riconoscono agli anime un posto importante nel cinema di animazione internazionale, il merito di avere reinventato generi come la fantascienza, il feuilleton, la sit-com e di aver saputo sviluppare un linguaggio nuovo all'interno dei limiti di un budget ridotto.

 

Anime Manga. Storie di maghette, calciatori e robottoni è un viaggio dalla fine degli anni Settanta ai giorni nostri, una mostra dal forte impatto emozionale, che suscita i ricordi d'infanzia accompagnando il visitatore all'interno di quella stagione di 'anime boom' che tanto profondamente ha segnato l'immaginario collettivo.

 

Anime Manga.

Storie di maghette, calciatori e robottoni

A cura di

Francesca Fontana ed Enrico Valbonesi 

Sede

Fondazione Modena Arti Visive | Collezione Museo della Figurina

Palazzo Santa Margherita | Corso Canalgrande 103, Modena

 

Date

12 settembre 2020 – 10 gennaio 2021

Orari

Mercoledì, giovedì e venerdì: 11-13 / 16-19; sabato, domenica e festivi: 11-19

25 dicembre 2020 e 1 gennaio 2021: 16-19

Durante festivalfilosofia

18-19 settembre: 9-23; 20 settembre: 9-21

Ingresso

Intero € 6,00 | Ridotto € 4,00

Ingresso libero: mercoledì | prima domenica del mese | festivalfilosofia (18-20 settembre 2020)

Acquista online su Vivaticket 

Informazioni
Tel. +39
059 2032919 (in orario di mostra) | www.fmav.org


Ufficio stampa FONDAZIONE MODENA ARTI VISIVE

Fondazione Modena Arti Visive nasce nel 2017 per iniziativa del Comune di Modena e della Fondazione di Modena come centro di produzione culturale e di formazione professionale e didattica finalizzato a diffondere l’arte e la cultura visiva contemporanee. Grazie alla molteplicità delle sedi che gestisce e raccogliendo l’eredità delle tre istituzioni confluite in essa – Galleria Civica di Modena, Fondazione Fotografia Modena, Museo della Figurina – Fondazione Modena Arti Visive si presenta come un distretto culturale che propone e organizza mostre e corsi di alta formazione, laboratori, performance e conferenze, valorizzando il proprio patrimonio e costruendo un sistema di reti a livello locale ed extraterritoriale. Alle attività espositive di Fondazione Modena Arti Visive si intrecciano sempre più quelle formative della Scuola di alta formazione che propone il Master sull’immagine contemporanea e il Corso per curatori dell’immagine contemporanea ICON.

 

Fiorella Mannoia, nuovo singolo: Grazie a Ultimo per questo regalo

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Fiorella Mannoia torna con un nuovo inedito intitolato Chissà da dove arriva una canzone”, scritto per lei da Ultimo.

«La musica, le canzoni… sono capaci di abbattere ogni barriera, anche quella generazionale - racconta Fiorella Mannoia - Le canzoni non hanno tempo e rimangono nel tempo per chi le vorrà ascoltare. Grazie a Ultimo per questo regalo».

 

Chissà da dove arriva una canzone riesce ad arrivare dritta a tutti, attraverso le emozioni che esprime e le domande che quotidianamente ci poniamo sulla nostra vita. E così anche la musica è difficile da descrivere, si lascia guidare dalle ispirazioni… “io non trovo mai una spiegazione, ma forse è proprio dai tuoi occhi che nasce una canzone”.

 

Interprete in tutta la sua carriera di brani scritti dai più grandi cantautori, con “Chissà da dove arriva una canzone” per la prima volta Fiorella canta parole e le melodie scritte da Ultimo.

 


Chissà da dove arriva una canzone
” sarà disponibile sulle piattaforme digitali da mercoledì 2 settembre e in radio da venerdì 4 settembre e verrà presentato per la prima volta live da Fiorella mercoledì 2 settembre, all’Arena di Verona e in diretta in prima serata su RAI 1, durante i Seat Music Awards 2020 - edizione speciale a sostegno dei lavoratori dello spettacolo.

 

L’ALTRA ITALIA Un viaggio nella tradizione, un progetto di Gianni Sperti

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Il progetto nasce nel particolare periodo di pandemia nella volontà di contribuire a valorizzare il territorio, la tradizione e la cultura italiana con servizi fotografici dedicati e pubblicati su Instagram con hashtag #laltraitalia #theotheritaly #scoprilitalia#italianstyle

Gianni Sperti da sempre sensibile alla valorizzazione dei territori e delle tradizioni, uomo del sud, vuole prestare la sua immagine e la sua notorietà per far conoscere un turismo alternativo a quello di massa ponendo l’accento sul territorio e l’artigianato.

 

Non mi arrendo alla logica dei grandi numeri, hanno sicuramente contribuito a farci sentire tutti dei consumatori ma anche più smarriti e forse ha favoritoil diffondere di “mali transnazionali” ai quali provare a opporre uno stile di vita più intimo e di valore

 

Negli ultimi quarant’anni l’Italia è stata attraversata da cambiamenti strutturali che hanno provocatol’abbandono della ricchezza del territorio a favore di quella dei mercati. La desertificazione delle zone di elezione artigianale e di piccola produzione, specialmente al sud, ha cambiato il volto di un paese,il nostro, che invece ha costruito la propria identitàstorica sull’unicità

 

“Non vorrei vedere navi da crociera attraccare a due passi da piazza San Marco o vedere misurare la ricchezza di un territorio al Billionaire  

 

Credo nella diversità come valore morale, pratico e,infine, economico e da qui l’esigenza di incoraggiareil mio pubblico a stili di vita diversi, più veri, sentiti, sinceri. Credo che dovremmo sempre andare avanti per innovare ma nella tradizione. Ai miei nipoti ricordo sempre: quanto un albero è più alto quanto ha radici più profonde

 

 

I valori che vorremmo trasmettere sonoTradizioni Popolari – Prodotti Tipici Territoriali – Valorizzazione Paesaggistica – Turismo Eco-Sostenibile

 

 

 

L’ALTRA SARDEGNA 

Progetto fotografico di Gianni Sperti

in collaborazione con Simone Pilia

 

Iniziamo da “l’altra Sardegna” intesa come entroterra, alternativa al turismo di massa confinato nelle, seppur bellissime, coste. C’è molto di più, tradizione, paesaggi incredibili e ospitalità. La dimensione è quella di un viaggio alla scoperta di una terra legata alla pastorizia, ai prodotti tipici, alla natura e alla cultura antica e pagana della civiltà Nuragica.  La Sardegna dell’entroterra come simbolo di una madre terra ancora “incontaminata” dalla globalizzazione, dalla cultura di massa e dallo sfruttamento economico dove trovare una dimensione di ospitalità e appagamento unica.


AL PREMIO “IL POETA EBBRO” VINCE IL DIALOGO CULTURALE TRA LE CITTÀ

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L’edizione speciale 2020 si è tenuta sabato scorso a Spoleto, presso l’Hotel dei Duchi.di Alessandro Clementi*

SPOLETO - In piena atmosfera Festival dei due Mondi, nella splendida cornice dell’Hotel dei Duchi, si è svolta sabato 29 agosto a Spoleto(Perugia) la Cerimonia di premiazione del prestigioso Premio IL POETA EBBRO, fondato dalla scrittrice romana Anna Manna. Alla sua terza edizione, il Premio ha brillato per i contenuti ed i messaggi dei personaggi che hanno preso parte all’evento, sia come premiati che come giurati.

Conduzione vivace ma misurata, la cifra del Premio, innovativa ma ancorata alle regole classiche del bello stile italiano,ha lanciato un bellissimo messaggio di dialogo e di confronto culturale. Il Premio, che avrà la sua conclusione a Romanell’edizione autunnale, ha puntato soprattutto sulla nuova Sezione letteraria che ha portato a Spoletonomi prestigiosi, nella Giuria e nei premiati.

SezioneLetteratura

La Giuria della nuova Sezione letteraria è tutta aquilana! Il poeta, scrittore e giornalista aquilano Mario Narducciè presidente della Giuria, attorniato da Liliana Biondi, scrittrice, docente universitaria, donna di cultura di grande spessore e operatrice in significative iniziative culturali che trattano la figura femminile nel mondo dell’espressione letteraria, Goffredo Palmeriniscrittore e giornalista noto a livello internazionale (reduce dai successi del suo ultimo libro Italia ante Covid) e la pluripremiata poetessa Clara Di Stefano.

Mario Narducci ha salutato all’Hotel dei Duchi le scelte della Giuria attraverso premiati di grande valore e forte rilevanza nel mondo della cultura. Personaggio dell’Annoè stata proclamata la giornalista e sociologa TIZIANA GRASSI. Insigne studiosa di migrazioni, Tiziana Grassi ha donato ai presenti un discorso di grande impatto e profondità, sulla scia dei suoi studi e delle sue pubblicazioni che mirano all’analisi dei fenomeni migratori in una visione mai faziosa, sempre al di sopra di ogni strumentalizzazione. Discorso di pace, invito alla consapevolezza ed alla maturità nell’affrontare tali fenomeni sociali di portata epocale.

Momento centrale dell’evento è stato l’intervento dell’Ambasciatore GAETANO CORTESE, Premio Speciale per la CulturaPer essere fondatore e curatore, dal 2000 ad oggi, della Collana di libri dell’Editore Carlo Colombo dedicata alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero”. L’Ambasciatore Cortese ha deliziato il pubblico raccontando il suo impegno pluriennale nel valorizzare lo straordinario patrimonio d’architettura e l’arte che impreziosisce e arreda le ambasciate d’Italia nel mondo, i Consolati e le altre rappresentanze diplomatiche, documentato attraverso 30 corposi volumi che egli ha curato, disponibili in numerose lingue ma non commerciabili, utilizzati dallo Stato italiano per farne omaggio a Personalità istituzionali, di Stato e di Governo, in Italia e all’estero.

Al Prof. GIUSEPPE NICOLò BRANCATO è andatol’ambito riconoscimentoPremio Leonardo per il suo prezioso volume “Le Favole” di Leonardo da Vinci. Un vero gioiello di cultura che, con un certosino lavoro di ricerca condotto in Italia e all’estero, ha portato l’autore a rinvenire in diversi Paesi e a raccogliere oltre una cinquantina di favole di Leonardo, trascritte in lingua originale e in italiano corrente. Uno straordinario risultato che testimonia il suo grande e appassionato lavoro di ricerca, oltre quello di epigrafista tra i più insigni e fecondi. Il libro è stato presentato nella scorsa primavera a Roma, alla Biblioteca Vallicelliana, ricorrendo il 500° anniversario dalla morte di Leonardo.

Sezione Poesia e Pittura

La Giuria, composta da Eugenia Serafini (Presidente), Anna Manna, Alessandro Clementie Sandro Costanzi, in questa edizione ha deliberato di assegnare Premi Specialifuori concorso agli artisti che negli anni si sono ispirati, o hanno dedicato le loro opere, alle poesie d’amore della poetessa Anna Manna, fondatrice del Premio “Il Poeta ebbro”. Le poesie cui sono state ispirate le opere artistiche sono pubblicate nel volume Ebbrezze d’amore, dolcezze e furori” di Anna Manna (Nemapress Edizioni, 2019)Il libro ha vinto il primo premio assoluto per la Poesia edita al Premio Internazionale “Città del Galateo” 2020. Di seguito, in ordine alfabetico, gli insigniti del Premio Speciale.

Premiata specialeGIOVANNA GUBBIOTTI per il suo dipintoPartire da Roma, ispirato da una delle poesie di Anna Mannadedicate a Roma.

Un riconoscimento speciale alla pittriceEUGENIA SERAFINI, per una sua espressione pittorica legata allacittà di Spoleto: ha dipinto lapergamene della poesia di Anna Manna A Spoleto l’Oceano,che lo scorso anno allaGalleria Poli d’Arteè stata consegnata ufficialmente alla direttrice amministrativa delFestival dei due Mondi,Maria Teresa Bettarini.

A ROBERTA BIZZARRIil Premio DALL’UMBRIA CON AMORE! La nuovissima Sezione Dall’Umbria con amoreintende portare a visibilità internazionale Artisti del territorio che hanno conservato caratteristiche espressive di tradizioni antiche. Roberta Bizzarri, pittrice umbra, conserva e propone espressività della tradizione umbra, connotandosi in particolare per l’uso di colori naturali, ricavati direttamente da erbe e piante e prodotti della terra.

Il Premio speciale per la Fotografia è stato conferito aMARIO GIANNINI, professionista di grande valore che ha tra l’altro firmato la copertina del libro di Anna MannaEbbrezze d’amore dolcezze e furori”.

Infine queste considerazioni ha espresso Anna Mannaa chiusura della cerimonia di premiazione: “Ringrazio Sandro Costanzi e i Poeti di Spoleto per la deliziosa testimonianza poetica sul tema della Tenerezza. In questo periodo difficilissimo, dopo tanta distanza da abbracci, sorrisi, strette di mano, ritrovare il calore dell’applauso è stato commovente. Nella magnifica cornice dell’Hotel dei Duchi a Spoleto, con la loro accoglienza raffinata e cordiale, nella magica atmosfera del Festival dei due Mondi, ci siamo trovati tutti di nuovo a casa. Anche coloro che a Spoleto non erano mai venuti. Perché la casa è dove ti senti felice. La girandola di poesie sulla Tenerezza ci resterà nel cuore. Abbiamo retto senza commuoverci alla cerimonia ufficiale, ai discorsi di Personalità importanti, a progetti e speranze. Ma alla fine i Poeti di Spoleto hanno vinto, ci hanno commosso. La Tenerezza a digiuno…ubriaca! E da troppo tempo eravamo digiuni di poesia dal vivo. Con grazia, nostalgia e ironia – ha concluso Anna Manna– la tenerezza chi ha preso per mano e ci ha donato di nuovo l’ebbrezza. Quale conclusione migliore per il Premio IL POETA EBBRO?”

La voce dei poeti di Spoletoè scesa sul Premio come una carezza, a dare ristoro dal vento caldissimo di agosto, ad acquietare dubbi, incertezze e paure per il momento difficile che stiamo vivendo. Vale un discorso, un progetto culturale, un impegno, che stanno crescendo sempre di più tra le città. èuna carezza che unisce Roma, L’Aquilae Spoleto. èuna meravigliosa carezza italiana! A breve, entro settembre, sarà reso pubblico il Bando di concorso per la prossima edizione del Premio, nel 2021.

*Responsabile della comunicazione del Premio IL POETA EBBRO



Afrobrix, dal 4 al 6 settembre l’afrodiscendenza è protagonista a Brescia

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Al via venerdì 4 settembre la prima edizione di Afrobrix, il festival multiculturale dedicato alla musica, cinema, arte, teatro e cultura afrodiscendente.

Ispirati dal “Decennio Internazionale per le Persone di Origine di Africana dell’ONU”, il team organizzativo ha ideato la prima edizione di Afrobrix, una kermesse multidisciplinare rivolta a tutti gli artisti, media entertainers, influencers ma anche gruppi e il mondo dell’imprenditoria che sono legati alla realtà dell’afrodiscendenza e alla sua cultura, che si sta evolvendo e contaminando tra Europa e mondo afro.

L'afrodiscendenza nasce dal continente africano. Significa avere un legame culturale o geografico con l'Africa. Afrobrix vuole quindi celebrare l’afrodiscendenza, un concetto ampio e pluriforme, eterogeneo e in continua trasformazione. È un'appartenenza identitaria, collettiva e insieme soggettiva. È in certi casi una rivendicazione orgogliosa della propria pluriforme appartenenza sociale e culturale.

Da questo concetto Afrobrix vuole creare una piattaforma d’espressione per la moltitudine di persone nate e cresciute o giunte in Europa e di discendenza afro.  Con Afrobrix si vuole affermare che l’afrodiscendenza è un valore aggiunto, nella convinzione che appartenere a più luoghi, comunità e culture arricchisca l’individuo e la società, e permettendo un dialogo e la crescita di una società più universale.

Brescia da tempo ha una forte presenza afrodiscendente, è per questo che il team organizzativo immagina la città come futuro centro di riferimento per artisti ed eccellenze afrodiscententi provenienti dal contesto italiano ed europeo. Brescia come piattaforma e Afrobrix come appuntamento d’eccellenza per lo scambio di idee e pratiche, insieme alla continua rigenerazione di nuove forme d’arte.

Il festival è strutturato in 4 elementi:

  • Afrobrix Music: un DJ set di apertura, seguito da un concerto di musica dal vivo.
  • Afrobrix Film: Proiezione di cortometraggi “made in Brescia e Italia” insieme alla realtà afrodiscendente e dei lungometraggi di cinema africano contemporaneo.
  • Afrobrix Arts: una performance teatrale a cura delle associazioni bresciane MISO e Collettivo UNO.
  • Afrobrix Expo: esposizioni artistiche e stand dedicati all’artigianato e la micro impresa afro-europea.

Per tutta la durata della manifestazione saranno a disposizione del pubblico dei food truck con il meglio della cucina italiana e internazionale.

L’evento si svolge nel rispetto di tutte le norme vigenti in fatto di sicurezza sanitaria e distanziamento, come previsto dall’ART. 121 L.R. 6/2020.


Il programma

Venerdì 4 settembre

H 18:00           Music Lounge con DJ Senateur (selezione panafricana di musica afro-pop e dance)

h 19:30            Afrobrix Music - Seydou Kienou (Burkina Faso/Italia – Kora/Djembe/tradizionale)

h 21:00           Afrobrix Film - Lettere (Italia, 20', 2020)

h 21:15           Afrobrix Arts - Intermezzo teatrale (a cura di MISO e Collettivo Uno)

h 21:35           Afrobrix Film - The mercy of the jungle di Joel Karekezi (Rwanda, 91', 2018)

Sabato 5 settembre

H 18:00           Music Lounge con DJ Senateur

h 19:30            Afrobrix Music - Afroitalian Hip-Hop show con Slim Gong (Mauritania/Brescia) - Yank (Senegal/Brescia) - Tommy Kuti (Nigeria/Brescia)

h 21:00           Afrobrix Film - Cortometraggio a cura dell'Associazione MISO e Collettivo Uno

h 21:15           Afrobrix Arts - Intermezzo teatrale (a cura di MISO e Collettivo Uno)

h 21:35           Afrobrix Film - Keteke di Peter Sedufia (Ghana, 98', 2017)

Domenica 6 settembre

h 18:00           Music Lounge con DJ Senateur

h 19:30            Afrobrix Music con Anna Bassy (Verona/Nigeria – soul/afro-soul) - Lisa Marie Simmons (U.S.A. – jazz/afro-jazz) - E.D.A. (Lumezzane/Brescia/Senegal – pop/rock)

h 21:00           Afrobrix Film - Mandir di Vashish Soobah (Italia, 15', 2020)

h 21:15           Afrobrix Arts – Intermezzo teatrale (a cura di MISO e Collettivo Uno)

h 21:35           Afrobrix Film – Wallay di Berni Goldblat (Burkina Faso, 84', 2017)


Venerdì 4, sabato 5 e domenica 6 settembre 2020

dalle 18:00 alle 24:00

Centro Comboni
Viale Venezia, 116
25123 – Brescia


Ingresso Libero

www.afrobrix.it

www.facebook.com/afrobrixfestival2020

www.instagram.com/afrobrix

Pamela D'Amico, nuovo singolo "La notte", momento creativo per tutti i musicisti

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Disponibile su Spotify, iTunes e su tutte le principali piattaforme digitali “La notte”, il nuovo singolo della cantante, attrice e conduttrice italo brasiliana Pamela D’Amico. Il brano - che esce su etichetta Joseba Publishing ed è prodotto da Gianni Testa - è una cover cantata in due lingue (italiana e portoghese) di una delle canzoni più amate di Arisa, classificatasi al secondo posto al 62° Festival della Canzone Italiana di Sanremo.

"La notte è un momento creativo per tutti i musicisti: di notte è stata scritta questa canzone e di notte ho avuto l’idea di proporla in questa versione cantata per la prima volta in due lingue, italiano e portoghese” racconta Pamela D’Amico attualmente impegnata tutti i weekend su Radio Rai2, accanto a Max De Tomassi, con il programma "Brasil”. “𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎 𝑒 𝐵𝑟𝑎𝑠𝑖𝑙𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑚𝑖𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑒𝑖 𝑚𝑖𝑒𝑖 𝑑𝑢𝑒 𝑐𝑢𝑜𝑟𝑖𝑒 𝑙𝑖 𝑖𝑚𝑚𝑎𝑔𝑖𝑛𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑑𝑢𝑒 𝑎𝑙𝑏𝑒𝑟𝑖𝑙𝑒 𝑐𝑢𝑖 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑠𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑟𝑒𝑐𝑐𝑖𝑎𝑛𝑜𝑐𝑟𝑒𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑛𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑒 𝑢𝑛 𝑙𝑒𝑔𝑎𝑚𝑒 𝑐𝑒 𝑖𝑜 𝑟𝑎𝑐𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑖𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑜𝑙𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑎 “𝐵𝑟𝑎𝑠𝑖𝑙” 𝑠𝑢 Rai Radio2 𝐴𝑚𝑜 𝑙𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑐𝑟𝑒𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑒 Pelé 𝑖𝑛 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑜𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑛𝑔𝑎 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑐𝑎𝑙𝑐𝑖𝑜 𝑏𝑎𝑙𝑙𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑒 𝑟𝑖𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜 𝑏𝑎𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑜𝑒𝑖𝑟𝑎𝑎𝑛𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑎𝑛𝑧𝑎/𝑙𝑜𝑡𝑡𝑎 𝑑𝑖 𝑟𝑎𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑎𝑓𝑟𝑜/𝑏𝑟𝑎𝑠𝑖𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝐵𝑎𝑖𝑎𝑑𝑜𝑣𝑒 affondano le mie radici. 𝐼𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑐𝑐𝑖𝑜 𝑣𝑖𝑠𝑐𝑒𝑟𝑎𝑙𝑒𝑖𝑚𝑝𝑟𝑜𝑣𝑣𝑖𝑠𝑎𝑡𝑜𝑐𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑎 𝑙𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖𝑡à 𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑎 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑒𝑡𝑎𝑓𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑓𝑙𝑒𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖… 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑖!” conclude D’Amico.

 

Per questa nuova versione de “La notte”, Pamela D’Amico ha voluto accanto a sé importanti musicisti: Marco Ioannilli alle tastiere e Fabrizio Pantini alle chitarre (entrambi nella band di Ultimo); alla batteria Fabrizio Fratepietro (batterista di Paola Turci); Menotti Minervini al basso; il sound engineer Matteo Caretto.

 

iTunes: https://music.apple.com/py/album/la-notte-single/1526754803?l=en

Spotify: https://open.spotify.com/track/47zTkVxzALCKcSlSd7Mu6J?si=1wu1pDfnTpeYAVJtBhssyg

Amazon: https://music.amazon.it/albums/B08FCTWSCN?tab=CATALOG&ref=dm_wcp_albm_link_pr_s

YouTube: www.youtube.com/watch?v=it2MficpO3E


BIOGRAFIA

 

Pamela D'Amico è un'artista italobrasiliana, con le radici a metà tra l'Abruzzo e la colorata Salvador de Bahia. Le melodie e i ritmi, per lei, rappresentano il mezzo perfetto per esprimersi e poter attraversare, creandone un'originale connessione, l'Italia e il Sud America. Gli strumenti come il pianoforte, la chitarra e le percussioni sono i mezzi attraverso i quali esprime l’arte della vibrazione.

Il suo amore per la musica parte da lontano: infatti subito dopo la laurea e il diploma in canto, si esibisce sulle navi da crociera con l'obiettivo di conoscere il mondo ed approfondire le lingue dei popoli. Mossa dal desiderio di scoprire le sue radici, si trasferisce poi a Salvador de Bahia dove studia gli strumenti caratteristici e le tradizioni antiche. Dal Brasile, poi, si trasferisce in Germania, a Berlino, per poi prendere parte a svariate tournée in giro per il mondo, cantando in otto lingue tra cui l'armeno e il russo. Per questo, nel 2018 viene scelta dalla Federazione Russa per rappresentare la musica italiana a Mosca, capitale europea del teatro, esibendosi in vari concerti ed eventi. Oltre alla musica, la sua grande passione per la conduzione la spinge a proporre e realizzare varie puntate di un programma sudamericano "Sentir Latino" in lingua italiana e spagnola, in onda sulla piattaforma Sky e sul digitale terrestre, per la divulgazione della musica e della cultura che rappresenta l'incontro tra l'Italia e l’America Latina.

All’Isola del Cinema di Roma ha ideato e condotto il format “Talenti italiani", kermesse di cortometraggi legati a importanti premi nazionali ed internazionali, compresi i corti vincitori del Festival Internazionale Tulipani Di Seta Nera.

Nel suo curriculum non manca il cinema: ha prestato la sua voce per alcune colonne sonore di film come “Lasciami per sempre” di Simona Izzo. Come autrice, con il maestro Paolo Vivaldi, compositore di colonne sonore per il cinema italiano, ha firmato il testo " Kinema/io volo alto " per la colonna sonora del film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, divenuta poi una canzone, e "Lacrime e Nuvole" per “La freccia del sud” di Ricky Tognazzi. Per il film “Brutti e Cattivi” con Claudio Santamaria ho composto e cantato il brano “A vida vai rolar", uscito in tutte le sale italiane. È autrice, inoltre, dei testi e cantante del disco di Tony Esposito, “Sun Sun Dance” che diventa la colonna sonora ufficiale della Valtur. Avendo una conoscenza approfondita della lingua portoghese, adatta vari brani italiani adattati in questa lingua. Collabora con il compositore Maurizio Fabrizio (autore di  brani del calibro di “Almeno tu nell’universo” e “ I Migliori anni della nostra vita"), e con il compositore Louis Siciliano. Nel 2018 è ospite della meravigliosa isola di Ischia in omaggio al celebre regista Luchino Visconti, presso la sua storica residenza La Colombaia divenuta adesso museo, in un Festival patrocinato dal Parlamento Europeo. Nello stesso anno, durante la Milano Fashion Week 2018, in concerto live e la Canonica dei Fiori di Anna Fendi. È la vincitrice del bando Europeo della prestigiosa scuola di alta formazione artistica Officina delle Arti di Roma intitolata a Pier Paolo Pasolini.

In televisione è ospite in studio nel programma "L'Italia con voi" su Rai Italia con Monica Marangoni, cantando dal vivo "Estate" di Bruno Martino, in doppia lingua, italiano e portoghese, con un adattamento inedito del testo. Il 24 novembre 2018, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si esibisce presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone, con l’orchestra al completo diretta dal maestro Gianluigi Zampieri , nell'ambito di un evento promosso dal Sovrano Ordine di Malta e con Maria Grazia Cucinotta come madrina.

A teatro, a Roma, allo storico PUFF di Lando Fiorini a Trastevere con Antonio Giuliani, comico e attore romano, si esibisce nelle vesti di cantante ed attrice interpretando il monologo da lei scritto denominato “Il Dramma della Cantante“. Tra gli ultimi workshop a cui ha partecipato, inerenti la recitazione, spicca quello sulla tecnica di Ivana Chubbuck, la famosa acting coach di Los Angeles.

Dall'8 agosto 2020, ogni week-end a partire dalle 23 su Radio Rai2, conduce il programma “Brasil” accanto a Max De Tomassi. Il 19 agosto 2020 pubblica il singolo “La notte”, cover cantata in italiano e portoghese della celebre hit di Arisa.

ITALIA E FRANCIA, ASSERGI E SAINT-GILLES, SAN FRANCO E SANT’EGIDIO

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La storia di due Santi, sul Gran Sasso e in Linguadoca, con singolari coincidenze - 
diGiuseppe Lalli.

L’AQUILA - Forse non tutti gli assergesi sanno che il primo patrono di Assergi non è stato San Franco, ma Sant’Egidio. Con l’avvento del ‘locale’ San Franco – c’è da supporre fin dalla seconda metà del XIII secolo, nell’epoca in cui con tutta probabilità la chiesa-santuario di Assergi viene assumendo l’attuale forma di basilica – Sant’Egidio diviene, di fatto, ‘compatrono’, o ‘patrono emerito’, come oggi si direbbe, secondo una prassi, verrebbe da pensare, tipicamente italica. Nella summenzionata chiesa di Assergi, come si vedrà, c’è abbondante traccia di questo riconoscimento. 

Le notizie su questo santo sono poche ed incerte, come avviene spesso per i santi dei primi secoli del Medio Evo. La biografia di Sant’Egidio fu scritta nel secolo X e raccolta più tardi nella Legenda Aurea da Jacopo daVarazze(o Varagine, 1230-1298), monaco domenicano e vescovo di Genova che attese alla sua opera agiografica dal 1260 fino alla sua morte. Giova ricordare che la Legenda Aurea, una sorta di piccola enciclopedia della santità medievale scritta in latino e assai presto tradotta in volgare, ebbe vasta diffusione fino al XVII secolo, e solo a partire dal secolo successivo fu di fatto soppiantata dagli studi agiografici dei cosiddetti Bollandisti(chiamati così dal nome dal loro fondatore, il gesuita belga Jean Bolland,1556/1665-), che dettero vita agli Acta Sanctorum (Atti dei Santi), una monumentale opera sulle vite dei santi che consta di ben sessantasette tomi.  

La tradizione vuole che Egidio, nato ad Atene attorno alla metà del VII secolo, fosse giunto nella Francia meridionale, nei pressi della foce del fiume Rodano, nell’attuale Linguadoca. Quivi, in un bosco, aveva preso a condurre vita da eremita, trascorrendo il suo tempo, come si può facilmente immaginare, in preghiere e digiuni. Si nutriva di erbe e frutti selvatici, avendo la nuda terra per materasso e una dura pietra per cuscino, come San Franco, l’eremita del Gran Sasso. Il Signore, sempre secondo la leggenda, avrebbe inviato ad Egidio una cerva affinché si nutrisse ogni giorno del suo latte.

Non si può qui fare a meno di osservare come ricorra spesso nella descrizione delle vicende dei santi antichi un loro rapporto particolare con gli animali. Viene da pensare al cane di San Rocco, che reca ogni giorno una pagnotta al pellegrino di Montpellier che giace malato in una grotta, o all’orsa di San Franco d’Assergi, che conduce l’eremita sprovvisto di viveri verso un favo di miele. La tentazione, in questi casi, è quella di ricorrere alle categorie “ecologiste”, tanto di moda al giorno d’oggi. In realtà, in una visione più profonda, questo rapporto armonico con gli animali e con la natura in generale altro non è che l’equivalente fisico di una dimensione soprannaturale che reclama i suoi diritti e che annuncia «i nuovi cieli e le nuove terre» che attendono un’umanità redenta dal peccato e riconciliata, nella Grazia, con il Creatore.

Un avvenimento imprevisto irruppe nella solitaria vita dell’anacoreta. Si narra che nel corso di una battuta di caccia, Flavio, il re dei Goti, invece di colpire la cerva, a cui aveva mirato, ferì il Santo, presso il quale l’animale si era rifugiato. Tra i due uomini nacque una sincera amicizia, e per farsi perdonare il re offrì all’uomo di Dio un grosso appezzamento di terra sul quale costruire un’abbazia. L’eremita accettò l’offerta e, pur rammaricato per aver perduto la solitudine della foresta, ebbe la soddisfazione di diventare padre spirituale di una numerosa comunità di monaci, che adottarono una regola di vita ispirata da quella spiritualità benedettina che aveva segnato fin dall’inizio il monachesimo occidentale. 

Insieme ai suoi compagni di avventura Egidio attese ad una grande opera di civilizzazione della regione, la Linguadoca, come s’è detto. Furono dissodati campi, fertilizzati terreni incolti, aperte vie di commercio, e fu condotta un’opera incessante di evangelizzazione: “Ora et labora”, secondo lo spirito del fondatore antico e sempre attuale, Benedetto da Norcia (480-547). Per i molti prodigi operati, Egidio divenne noto in Francia come “il santo taumaturgo”. Morì nell’abbazia da lui fondata il 1° settembre, probabilmente nell’anno 725.

Come stanno a dimostrare molte testimonianze, il suo culto si estese in Belgio, in Olanda e nella nostra Italia. Non stupisce dunque che sia diventato patrono di Assergi, la cui bella chiesa parrocchiale, per la quale si registra un crescente interesse da parte di turisti e studiosi, è disseminata di tracce benedettine. Un altare dedicato a Sant’Egidiogià figura nel 1580 nella visita del vescovo dell’Aquila mons.Racciaccaris. Era posto nella navata di sinistra, sul lato destro dell’attuale riscoperta cappella di San Franco (Cfr. D. Gianfrancesco, Assergi eSan Franco, nota 269 a p. 163). Venne demolito presumibilmente attorno alla metà del XVIII secolo e in seguito a detta demolizione, come ci informa il Tomei (N. Tomei, Dissertazione sopra gliAtti, e culto di San Franco d’Assergi, p. 29) fu rinvenuta una ciotola contenente, insieme ad alcune reliquie, una piccola pergamena scritta in latino riportante l’atto di consacrazione della chiesa, avvenuto nel 1150 ad opera di Berardo I, vescovo di Forcona (un piccolo miracolo di Sant’Egidio?)  

All’inizio della piana di Campo Imperatore, in prossimità del bivio “Campo Imperatore - Fonte Vetica”, a circa 1.800 metri di altitudine, si scorgono ancora i ruderi di un’antica chiesetta. Il piccolo edificio, che non a caso era intitolato a Sant’Egidio, apparteneva alla parrocchia di Assergi, come sta a testimoniare una bolla del vescovo dell’Aquila Paolo di Bazzanodiretta al preposto e al capitolo della chiesa S. Maria Assunta, datata 25 luglio 1362, riportata dal Tomeinella sua Dissertazione alle pagine 17-22 e la cui copia originale, conservata nell’archivio parrocchiale di Assergi, è andata perduta. Nel documento il vescovo lamentava il cattivo stato dell’edificio e auspicava che si procedesse ad un adeguato restauro da parte di un Capitolo cui spettava, tra l’altro, di nominare e rimuovere il rettore della piccola chiesa. 

Singolare appare la vicinanza iconografica tra San Francoe Sant’Egidio nella chiesa di Assergi, come si accennava all’inizio. Nella lunetta del portale principale, ora del tutto deteriorata dall’azione implacabile del tempo e dall’incuria delle passate generazioni, era dipinta una Madonna con Bambino con ai lati i due Santi. La stessa composizione appare in un dipinto che fino a qualche decennio fa, prima degli ultimi restauri, fungeva da pala d’altare sopra la piccola abside. Figura altresì nella cripta: nel cassone che contiene le reliquie di San Franco e nella facciata anteriore dell’urna che raccoglie le ossa del santo eremita. Inoltre, in un altare dedicato alla Madonna degli Angeli, che doveva ancora esistere nel XVIII secolo, figuravano in basso, di nuovo, Sant’Egidio e San Franco, questa volta però in compagnia di San Francesco d’Assisi(N. Tomei, Dissertazione…, pp. 131-132). 

Si ha l’impressione che tra i due santi si sia realizzata attraverso i secoli una sorta di “armonia prestabilita”. Altre sorprendenti analogie saltano agli occhi dello studioso: il santo del Gran Sassoè, se così si può dire, un ex benedettino; il santo francese è un neo-benedettino; l’uno rifiuta di diventare abate e si fa eremita, l’altro, da eremita che era, diventa abate di una grande comunità. Inoltre, la chiesa abbaziale di Sant’Egidio (in francese Saint Gilles) che si trova nel centro di Saint-Gilles -cittadina francese nel dipartimento di Gard di circa 14.000 abitanti, che prende nome dal santo - è romanica come quella di Assergi, ed è in prossimità di un parco naturale, il Parc naturel régionalde la Camargue, che molto ricorda il nostro Parco Nazionale del Gran Sasso. 

Fatto ancor più sorprendente, le spoglie mortali di Sant’Egidio, come quelle di San Franco, sono custodite in un sepolcro posto in una cripta sotterranea, alla quale, come avviene per la cripta della chiesa di Assergi, si accede mediante una lunga scala in pietra.    Chi scrive queste righe, nato e cresciuto ad Assergi, si è sempre chiesto perché mai questo antico e prestigioso protettore, di cui la chiesa-santuario conserva tanta traccia, non sia ricordato nel villaggio almeno con una funzione liturgica. Parlando con una persona non molto avanti con gli anni e di ottima memoria, una di quelle persone dotate di cultura sapienziale più che scolastica, lo scrivente ha scoperto che fino agli anni ‘50 del secolo scorso, e forse fino ai primi anni ‘60, il 1° settembre, giorno in cui la Chiesa Cattolica fa memoria di Sant’Egidio, si celebrava nella chiesa parrocchiale una messa in onore del santo.

Ci si potrebbe chiedere: perché non ripristinare questa sacra tradizione? E perché in futuro – ma questa forse è utopia – non adoperarsi per promuovere un gemellaggio tra il borgo di Assergi e la piccola città di Saint-Gilles? Un impegno – chissà? – per le giovani generazioni, cui queste modeste ricerche sono in gran parte destinate. Questo scritto vuole essere anche un piccolo atto di riparazione nei confronti di questo santo francese nato in Grecia(la vecchia Europa cristiana…), antico e un po’ dimenticato patrono di Assergi.

A Distanza di Una Nota, Lucio Battisti – I Giardino di Marzo

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“A DISTANZA DI UNA NOTA” è il nome del progetto, nato durante il periodo di lockdown , una singola nota a volte ci fa percorrere distanze che superano di gran lunga il Metro.

“I Giardini di Marzo”  una canzone struggente, intima e  forte allo stesso tempo, Marzo  il mese in cui il nostro paese si accorge di essere fragile e forte allo stesso tempo.

La musica è stata l’unione del paese da Nord a Sud, è stata la colonna sonora di un periodo di crisi che vogliamo dimenticare.

Venti giovani Artisti musicali, tutti del territorio veliterno, si sono uniti per incidere il brano più noto del grande Artista Lucio Battisti, "I giardini di Marzo".

Il progetto è stato voluto fortemente, Eros Nanni, durante il periodo di quarantena. Motore del gruppo, insieme a  Simone Pistolesi, che ha collaborato alla produzione, ed il giovane, ma talentuoso filmaker Giampiero Gratta.

 Il videoclip, è stato  girato in gran parte all'interno della Casa della Cultura e della Musica, situata nel centro storico di Velletri, e integrato con immagini in esterna di location locali.

E’ in rete da oggi  https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=a13QHPpiaIU

 

Tutto questo è stato possibile anche grazie al  consigliere comunale Mauro Leoni, per il forte sostegno dimostrato al progetto, insieme al Comune di Velletri e la FondArC, presieduta dal Maestro Claudio Micheli DirezioneArtistica FondArC, per l’utilizzo degli spazi della Casa delle Culture e della Musica.

Un ringraziamento particolare al ristorante “Il Traliccio” ed ai proprietari Fabrizio e Rossella per la loro immensa disponibilità.


Il grazie più grande a loro


CANTANTI

Guglielmo Corvi

Eros Nanni

Priscilla Macrì

Serena Cucca

Clarissa Antocchi

Carlotta Castellano

Agnese Mommo


CORI (rappresentanza del Coro Gospel “Trivium Music Work in Progress”)


Elisa Ierussi

Alessio Alex Fornini

Cristian D'Andrea

Irene Maria Cedroni

Eleonora Di Fazio


CHITARRE ACUSTICHE

Giacomo Antenozio

Guglielmo Corvi


CHITARRE ELETTRICHE

Mattia Monaco

Giacomo Ruisi


BASSO

Francesco Fiorentino


PIANOFORTE

Eros Nanni


BATTERIA 

Simone Pistolesi


PERCUSSIONI

Leonardo Mommo


PRODUZIONE & ARRANGIAMENTO

Simone Pistolesi

Eros Nanni

Giampiero Gratta


MIX & MASTER

Datstudios


VIDEOCLIP

Datstudios

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