Quantcast
Channel: Fattitaliani.it
Viewing all 38491 articles
Browse latest View live

PIETRO NAPOLANO: esce il 20 marzo il nuovo singolo “RELATIVO”

$
0
0

Da venerdì 20 marzo sarà in rotazione radiofonica “Relativo” il nuovo singolo di Pietro Napolano, scritto dallo stesso Pietro con Piero Romitelli, è disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download.

« "Relativo"è una canzone di natura pop, attuale e dalle sonorità moderne. Il testo, in cui tutti si possono rispecchiare, si rifà alla relatività della vita e della nostra contemporaneità. È un brano che in qualche modo invita a guardare al di là delle apparenze e a smettere di cercare in ogni cosa una verità assoluta, che non esiste ma piuttosto a trarre il meglio dal dono più bello, che abbiamo ricevuto "la vita"», commenta il cantautore.

Il videoclip, che sarà presto online, è diretto da Saraca e Blaukeimn e ha come protagonisti gli attori: Clemente OlivaAntonio FurianoAttilio Vigoriti.

Pietro Napolano nasce a Mugnano Di Napoli il 19 maggio 1984. Sin da piccolo ha la passione per la musica e per il canto. Divide il suo tempo tra scuola, lezioni di canto, attività parrocchiali e lavori estivi sempre inerenti al campo musicale. Man mano apprende l’uso della chitarra da autodidatta, scoprendo così il mondo della scrittura.
Nel 2004 entra a far parte della scuola di “Amici” di Maria De Filippi e vi resta fino alle fasi finali.
Per tutto il 2005 fa parte del cast del musical “Footloose”.
Nel 2006 fonda con Piero Romitelli il duo Pquadro e vincono il concorso SanremoLab, che consente loro di partecipare al Festival di Sanremo 2007, nella categoria Giovani, con il brano “Malinconiche Sere”, classificandosi al terzo posto. Nell'estate dello stesso anno sono scelti dalla Disney per interpretare “Tu Sei La musica In me”, la versione italiana di “You Are The Music In Me”, tratto dal film High School Musical 2.
Nel 2008, i Pquadro pubblicano “A24” il loro primo album e girano per diversi anni tutta l'Italia con il loro tour.
Nel 2012 però il duo si scioglie, spinto da un’esigenza comune di sviluppare un percorso individuale.
Pietro prova quindi a perseguire il suo obiettivo di “dialogo” preparando i suoi nuovi brani, attraverso un viaggio musicale e introspettivo. Così produce, e scrive insieme con altri autori e musicisti, i suoi due primi singoli, da solista “Martello e Incudine” e “Chi Sei?”.
Nel Marzo 2014 partecipa al programma di Rai 2 THE VOICE OF ITALY entrando a far parte del team di J-Ax. Subito dopo la breve esperienza televisiva, Pietro, affronta un periodo buio, dove decide di mettere la musica da parte.
Dal 2014 al 2018 svolge vari lavori al di fuori del mondo artistico ma sente crescere sempre di più un senso di vuoto che solo la musica avrebbe potuto colmare.
Per questo motivo nel 2019 decide di rimettersi in gioco, riprendendo a scrivere e dando vita al suo progetto di rinascita che parte dal nuovo singolo “Relativo”, in radio dal 20 marzo.












Coronavirus, parla il Professor Filippo Vari, costituzionalista

$
0
0
Il Professor Filippo Vari, costituzionalista, Ordinario di diritto costituzionale presso Università Europea di Roma, risponde a delle domande sull'attuale emergenza Coronavirus.
Qual è il precedente nel mondo libero?
Siamo di fronte a una crisi che non ha pari nella storia delle democrazie occidentali.
Anche le restrizioni ai diritti fondamentali oggi in vigore non hanno precedenti negli ultimi settant’anni per intensità ed estensione spaziale.
La Costituzione italiana proclama diritti fondamentali e disciplina poi i limiti a essi apponibili. Al di fuori della vita e della dignità, tutti i diritti sono soggetti a limiti. Ad esempio la libertà di circolazione può essere ristretta, dice la Costituzione, per “motivi di sanità o di sicurezza”. Dunque, le restrizioni cui siamo oggi sottoposti, per quanto stringenti, sono sotto il profilo sostanziale pienamente legittime e proporzionate rispetto alla situazione, ai beni che vanno salvaguardati. Abbiamo tutti il dovere di rispettarle scrupolosamente. Dal nostro impegno dipende la salute e la vita nostra, dei nostri familiari, dei nostri amici, dei più deboli e di tutti. 
Sulla salute perché non c'è la voce dall'Europa?  
L’Unione europea non ha una competenza diretta in materia di epidemie. Solo per alcuni aspetti marginali, per la crisi in atto, si può occupare di salute. Vige al riguardo il principio d’attribuzione. L’UE può fare solo ciò che gli Stati si sono accordati per “affidarle”. Finora non si era mai pensato a una gestione unitaria di crisi di questo tipo. La realtà ha preso tutti alla sprovvista. È evidente che, però, passata la tempesta bisognerà riflettere in proposito. Bisogna evitare che uno Stato adotti misure restrittive che eliminano il virus, ma poi esso rientri dalla finestra perché portato da persone che vengono da altri Stati dove le politiche non sono state così severe. Già oggi la libertà di circolazione nell’UE può essere limitata dai singoli Stati per crisi come quella in atto. Probabilmente, in futuro sarà necessario un coordinamento maggiore. Intanto, però, è bene dirlo, in relazione agli aspetti economici della crisi, mi sembra che l’Unione abbia fornito risposte all’altezza della situazione. Il Presidente della Commissione è stato molto chiaro nel dire che in questo momento “siamo tutti italiani”. Ci è stata data senza battere ciglio, anche da parte dei c.d. falchi, la possibilità di sforare sul debito per fronteggiare l’emergenza. Mi sembra che sotto questo profilo all’UE non si possa rimproverare nulla. Poi ricordiamoci che organi importanti dell’Unione sono composti da politici provenienti dagli Stati membri, che hanno preso sotto gamba la questione, facendosi trovare impreparati di fronte alla tempesta.
Come è affrontata la crisi in Italia?
C’è  - ed è naturale che sia così - un ruolo “guida” del Governo. L’Esecutivo ha adottato una serie di decreti-legge, che sono lo strumento per eccellenza previsto in Costituzione per fronteggiare le emergenze. È, però, fondamentale coinvolgere maggiormente le Camere. Proprio per questa ragione è indispensabile che ciascun ramo del Parlamento, seguendo l’esempio di altri Paesi e anche del Parlamento europeo, si prepari tempestivamente per consentire, in caso di ulteriore diffusione dell’epidemia, ai parlamentari di lavorare e di votare da remoto. Non si tratterebbe di un privilegio della “casta”. Al contrario occorre proteggere non solo i parlamentari, ma anche tutti coloro che sarebbero a contatto con loro (funzionari, autisti etc.) e garantire che il Parlamento, in una crisi e in una sfida che non ha pari nella storia della nostra democrazia, possa lavorare in ogni condizione.



Leibei presentano “My Earth My Heart” un album tra il rock e l'elettronica. L'intervista

$
0
0
L’album “My Earth My Heart” delle Leibeiè una raccolta di storie. Alcune sono nate dall’esigenza di mettere nero su bianco sensazioni ed emozioni come la rabbia, il senso di abbandono, la paura, ma anche l’amore che fa perdonare e l’amore che fa sperare. Altre invece nascono dalla consapevolezza di essere non solo un’entità con sentimenti, ma di essere parte di un tutto unico che ha bisogno, come il nostro cuore, di protezione.

A differenza dell’album precedente, questo secondo lavoro lascia più spazio alle parole, e seppure la scelta della lingua inglese potrebbe sembrare andar contro alla volontà di farsi capire, è invece una sua diretta conseguenza.
Altra svolta importante è stato l’abbandono della batteria e l’inserimento di tastiere, sintetizzatori e drum machine. L’incastro di voci, chitarre, basso ed elettronica è così sviluppato da una collaborazione a due, e trova la sua espressione in questo lavoro che per la band è un nuovo punto di partenza. Dopo vari cambi di formazione il duo ha trovato il suo equilibrio e “My Earth My Heart” ha dato il via ad un nuovo cammino. L'intervista.
Parlateci del nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?  
My Earth My Heart è un album tra il rock e l'elettronica; in realtà non abbiamo voluto dargli nessuna impronta specifica, è nato così, spontaneamente.   
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?  
Apprezziamo svariati artisti, ma non ne abbiamo di riferimento per quanto riguarda la composizione dei brani. Dalle parole alla musica, ci ispiriamo a noi stesse e alle nostre esperienze.   
Qual è l’esperienza lavorativa che più vi ha segnato fino ad ora? 
Abbiamo ideato e condotto dal 2006 al 2012 una trasmissione radiofonica dedicata alla musica emergente. In quegli anni abbiamo intervistato più di 200 artisti e abbiamo fatto sentire la loro musica, provando a dare un contributo a ciò che troppo spesso rimane underground e che invece meriterebbe più ascolti. Di sicuro è l'esperienza che fino ad ora ci ha dato più gratificazioni!
Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare? 
Ci piacerebbe vivere di musica e di yoga.
Progetti futuri? Farete un tour?   
Contiamo di fare presto un tour in Italia ed Europa, auspicandoci che si sblocchi in fretta e nel migliore dei modi la situazione attuale.  

Prima foto di Sara Monti. Make-up: Milena Raggetti MUA e Arianna

La rabbia di chi resta: per #andràtuttobene le riflessioni di Annarita Tallo

$
0
0

"#andràtuttobene C’è poesia, oltre il virus"  è l'iniziativa lanciata da Kaos Festival, in collaborazione con Fattitaliani.it, l'Accademia BB. AA. “Michelangelo” di AG, Casa editrice Medinova e la Fondazione Teatro “L. Pirandello” di Agrigento. È un invito a raccontare questi giorni. A farlo in versi, con le immagini, con le parole. Tutti i lettori sono invitati a raccogliere emozioni, incertezze, ansie, scoperte di un tempo inconsueto e imposto e a condividerle mandando fino al 3 aprile una poesia, un racconto, un aneddoto, una foto, una canzone, un video a premiokaos@gmail.com o tramite whatApp al numero +393284234076. Ecco il primo contributo che abbiamo ricevuto, una lettera di un'insegnante siciliana che vive e lavora ed è rimasta a Milano.

Salve, sono una docente di 35 anni, siciliana, ma ho deciso di rimanere a Milano per tutelare i miei cari. Tutti parlano delle persone che sono scese, ma molte, come me, hanno deciso di restare. Queste sono le mie riflessioni dopo 25 giorni di reclusione forzata in casa. 

Forse non è chiaro. 
Non è chiaro nonostante le vittime, nonostante le limitazioni, nonostante le pubblicità, gli appelli. Sento ancora parlare di bisogni. Come se tutto fosse normale o peggio ancora come se questa condizione fosse un capriccio, uno sfizio di un governo che impone il suo potere. 
Allora io non ci sto. 
Ve lo dico che mi date fastidio. Non ci sto perché voglio riabbracciare mia mamma senza alcuna paura. Non ci sto perché voglio tornare in Sicilia senza timore di far male a qualcuno. 
Non ci sto perché mi manca il mare e sognarlo ormai non mi basta più. Non ci sto perché rivoglio la mia moto, e perdermi con lei nelle strade di una Sicilia che so che mi aspetta. 
Non ci sto perché rivoglio la fiducia rassicurante di un abbraccio, la liberazione delle serate trascorse davanti ad un buon vino, la bellezza dei sorrisi all’ incrocio di uno sguardo amico, quando guardarsi basta per tutto. 
Rivoglio la palestra e il cuore a mille, rivoglio i ragazzi a scuola e la loro confusione. Rivoglio le uscite e le cene in compagnia, rivoglio tutto come prima, senza alcuna paura. 
Ed è proprio per questo che oggi ogni esigenza che si scontra con le prescrizioni del governo mi sembra una follia, un gesto omicida, un attacco alla vita stessa. Perché qui è della vita che si discute, è la vita che si protegge. 
Ogni altra esigenza diventa una minchiata. Uscire, allenarsi, camminare, prendere aria, tutte minchiate. 
C’è chi quell’aria che potete respirare anche solo aprendo la finestra non riesce più ad inalarla. Forse non è chiaro. 
Non è chiaro nonostante le immagini, nonostante i trasferimenti dagli ospedali dove la sanità è sempre stata la migliore d’Italia, cazzo. Gli stessi ospedali che oggi sono al collasso, che non sanno più dove mettere gli ammalati, situazione che rischia di travolgere gli stessi ospedali del sud di cui non vi siete mai fidati. A proposito, quelli costruiti in 24 ore… perché non li hanno fatti prima? 
Schifo facciamo. 
Quella sanità martoriata, ridotta all’osso che oggi è così importante. E mi chiedo: ma a che servono gli applausi, a che servono i ringraziamenti, a che serve che sti poveri cristi fanno il loro lavoro se ci sono ancora così tante persone in giro? Non lo sanno loro che uscendo di casa aumenta il contagio? Tutto devono chiudere, e a chiave, pure la porta di casa vostra. E i problemi psicologici….dopo. Intanto siamo a casa ma siamo vivi, siamo stanchi, ma vivi, annoiati, ma vivi, frustrati, ma siamo vivi. Chiusi, serrati. E possibilmente senza lamentarci. 
Riflettere, leggere, approfondire ed aspettare, con coscienza e senso del rispetto.
Riflettere, leggere, pregare con pazienza e coraggio. 
Restare fermi, restare lucidi, negli obiettivi, nelle scelte, nel decidere quello che è essenziale. 
Io non ci sto a rinunciare a tutto per colpa degli altri. E se devo denunciare lo farò. Con rabbia e disprezzo perché trovo irresponsabile chi agisce ridicolizzando la vita. 
Siamo tutti sotto lo stesso cielo e per tornare a riprenderci la vita di prima tutti dobbiamo seguire le indicazioni del governo. Tutti vuol dire tutti, guardate il vocabolario se non capite. 
Se avete qualcuno che vi aspetta, un sogno da realizzare, qualcosa da fare, qualcosa in cui credere. State a casa. E se non volete farlo per voi stessi fatelo per gli altri, per far qualcosa di utile per gli altri. 
Stavolta fidatevi che serve davvero.

YHARON: uscito in radio e in digitale il nuovo singolo "RONDINE"

$
0
0

Da venerdì 20 marzo in radio, sulle piattaforme streaming e negli store digitali “Rondine” il nuovo singolo di Yharon. Il brano racconta la storia d’amore di una coppia che vive un rapporto a distanza.

A proposito del brano, l’artista commenta: «La canzone vuole trasmettere all’ascoltatore quella mancanza che si prova quando due persone, unite dall’amore, non hanno la possibilità di vedersi e condividere ogni giorno il quotidiano. La metafora della rondine è l’esempio più giusto e d’impatto per descrivere la sensazione della mancanza e soprattutto la voglia di “volare via come le rondini ogni volta che la coppia si riunisce”».

Il brano è accompagnato da un videoclipdiretto da Maurizio Ghiotti, girato in provincia di Milano.

Shiaron Isabella Belloni in arte Yharon, nasce il 12 gennaio 2002 a Lelystad (Paesi Bassi). Adesso vive a Milano, città che l'ha avvicinata al mondo della musica rap.
La musica per lei rappresenta la sua salvezza perché l'ha aiutata a uscire dal circolo vizioso del bullismo, è l'unico modo per far capire agli altri chi è Yharon. All'età di 8 anni scrive la sua prima canzone e inizia a partecipare a diversi eventi. A 12 anni vince i regionali di danza Hip Hop e in seguito scrive il brano "Yeah".
Nel 2016 esce "Il buio" in collaborazione con Irene Arabia, brano contro la violenza sulle donne. Nello stesso anno esce "Resta qui", canzone che parla di amore, accompagnato da un video girato a Torino.
Nel 2017 esce "Non fermarti" con il featuring di Esa.
Nel 2018 con il brano "Musica" vince due premi musicali e si aggiudica il terzo posto di Area Sanremo e Premio FIM Music 2017.
Negli anni oltre a scrivere canzoni, ha aperto i concerti di Lowlow, Mostro, Ensi, Nitro, Cristian Marchi, Blocco Boys, GionnyScandal, Lazza e tanti altri.
Il 20 marzo 2020 esce "Rondine" il nuovo singolo, accompagnato da un video girato a Milano.



Il 21 marzo del 1939 nasceva Luigi Tenco

$
0
0
Averne oggi di Luigi Tenco! Che bello sarebbe! Chissà cosa avrebbe scritto in questi giorni cupi! Chissà cosa avrebbe prodotto quella sua mente immensa!

Di lui ci resta la sua morte clamorosa al Festival di Sanremo, un’uscita di scena ancora oggi avvolta nel mistero.
E ci resta la profonda poesia racchiusa nelle sue parole, piene di grandi verità che non sbiadiranno mai.
Mi sono innamorato di te, perché non avevo niente da fare…
In un tempo piccolo, direbbe Califano , più o meno 5 anni di carriera, Tenco ci ha donato delle righe di testo scolpite nel cuore e cresciute nella sua anima artista, schiva, intelligente. Parole irripetibili-
Ma poi guardando indietro, mi accorgo che in quei 5 anni intensi , Tenco ci ha lasciato tutto.
Si! Tutto quello che oggi, come una borsa degli arnesi, ci può ancora servire.
Soprattutto ci ha lasciato la profonda certezza che la sua anima non viveva in un tempo preciso, ma si spostava avanti e indietro e poi tornava al presente come un mangianastri, intercettando la vita
vedrai  vedrai che cambierà non so dirti come e quando…
com’è difficile, con questa voglia che ho d’andare via di andarmene per il mondo” !(Luigi Tenco) 
Paola Palma

Ritrovare la solidarietà e calore umano

$
0
0
Questo momento  è  estremamente difficile, una situazione  che non abbiamo  mai vissuto  e mette a dura prova ognuno di noi.
Bisogna  ringraziare tutti quelli che lavorano  per salvare la vita agli altri. La medicina, ultimamente  si era un po'  scordata del giuramento  di Ippocrate e, tranne alcune eccezione, era sempre più  rivolta al mero guadagno. Io in questo periodo cerco di scrivere  perché  è  liberatorio e cerco  di essere positiva  nonostante tutto, perché  credo che solo immaginare un futuro dove forse potremmo  ritrovare un po'  di solidarietà  e calore umano sia la soluzione  per non affondare.
Paola De Nisco

La quarantena dell'amore, per #andràtuttobene il racconto di Giuseppe Graceffa

$
0
0

Con il contest "#andràtuttobene C’è poesia, oltre il virus" Kaos Festival, in collaborazione con Fattitaliani.it, l'Accademia BB. AA. “Michelangelo” di AG, Casa editrice Medinova e la Fondazione Teatro “L. Pirandello” di Agrigento, invita a raccontare questi giorni tramite versi, immagini, parole. Tutti i lettori sono invitati a raccogliere emozioni, incertezze, ansie, scoperte di un tempo inconsueto e imposto e a condividerle mandando fino al 3 aprile una poesia, un racconto, un aneddoto, una foto, una canzone, un video a premiokaos@gmail.com o tramite whatApp al numero +393284234076. Oggi pubblichiamo il racconto di Giuseppe Graceffa di Aragona (AG).

Piccole mani che cercano un colore per riempire il bianco e trasformarlo in oro, dita sottili che spingono una matita in lievi tratteggi, che si stringono attorno a una fede a cui aggrapparsi, che cercano una luce che illumini la speranza.
Piccole mani che si muovono furtive su un foglio bianco da colmare di meraviglia perché anche il suo piccolo cuore possa essere partecipe di un sogno più grande, il sogno di una vita ritrovata, di una vita scampata alla reclusione in casa, di un pericolo invisibile che si aggira per le strade e la costringe a rimanere chiusa e distante, senza i compagni, senza le maestre, senza le corse felici e i giochi sfrenati.    
Tutti ripetevano che tutto sarebbe andato bene e anche Elisa ci sperava. Le piaceva stare a casa e non andare  a scuola, ma con il passare del tempo e il trascorrere dei giorni, la mancanza dei compagni e delle maestre cominciava a farsi sentire. 
I compiti erano tanti e Marta faticava a stare dietro a tutto, a scaricare le lezioni da guardare, le schede da completare, le lezioni da studiare. Elisa era una bambina che si applicava molto, era sempre stata brava a scuola, ma era pur sempre una bambina. E come tutte la bambine doveva essere spronata, incentivata, sgridata in continuazione se voleva che facesse tutti i compiti ogni santo giorno.
Era una continua battaglia per fare in modo che quel barlume di normalità e di quotidianità facesse da diga alle preoccupazioni e da argine alla disperazione.
Marta era sempre stata una donna forte. Aveva affrontato la vita con un piglio deciso e determinato nonostante tutti i problemi che la quotidianità le aveva posto davanti, e insieme a suo marito Filippo avevano combattuto per creare e mandare avanti una piccola attività e ottenere quello che avevano. Una piccola casa, un lavoro che permetteva loro di vivere dignitosamente e soprattutto quella splendida bambina che riempiva le loro vite di luce purissima e di amore incondizionato e feroce.
Filippo amava sua figlia di un amore viscerale, totale, sintomatico. I suoi lunghi capelli lisci che avvolgevano un viso dalla pelle morbida e vellutata, un nasino che faceva a gara con la forza di gravità e due occhi d’ebano scuri e profondi, lo avevano fatto innamorare ogni giorno di più.
- Elisa, la tua bellezza trascende la realtà e sconfina nell’immaginazione – le diceva mentre la osservava giocare, mentre rideva, mentre scherzava. Non si saziava mai di guardare quello splendore che gli gironzolava intorno ogni giorno e lo spingeva a chiedersi sempre come avesse fatto a partecipare alla sua creazione.
La bambina, ogni volta che sentiva quelle parole, lo ammoniva bonariamente, si scherniva e gli intimava di smetterla, prima di donargli uno dei suoi sorrisi che gli incatenavano il cuore e gli riempivano gli occhi di tenera commozione.
- sei l’essere più meraviglioso di tutti gli universi conosciuti e sconosciuti – continuava però lui imperterrito e incurante dei rimproveri della figlia, incapace di frenare il desiderio ardente di manifestare alla sua bambina tutto lo stupore e la meraviglia che lei gli suscitava.
E ancora lei lo rimproverava per quelle frasi che la imbarazzavano, protestava, insorgeva, disapprovava, chiamava in aiuto la mamma, ma alla fine, rimaneva sempre incollata a suo padre a ricevere tutti i complimenti che lui continuava a rivolgerle.
Poi arrivò la febbre. E con la febbre i dolori in tutto il corpo. E con i dolori, la tosse. Sempre più insistente. E la spossatezza.
Poi fu il turno dei tamponi e dell’attesa. Poi quello dell’ambulanza. Infine quello dell’ospedale e della lontananza.
E dell’angoscia.
- che stai facendo? – le chiese Marta guardando la bambina che rovistava tra i colori, davanti a un foglio che cominciava a riempirsi di varie tinte
- sto facendo un disegno per papà – rispose la bambina senza alzare lo sguardo da quel foglio che la teneva così impegnata e senza distogliere lo sguardo assorto dal suo prezioso lavoro. La donna si mise dietro di lei  e la baciò sul capo soffermandosi con le labbra tra i suoi capelli di seta che profumavano di mela e di giovinezza
- lo sai che non possiamo andare all’ospedale a trovare papà –
- si lo so – disse Elisa - ma potremmo fare avere il disegno a qualcuno che possa darglielo per me –
Marta sorrise stanca e le accarezzò i capelli. Si allontanò da lei prima che la piccola si accorgesse delle lacrime che non riuscì a trattenere. Non riusciva a evitare di piangere ogni volta che pensava a suo marito ricoverato in terapia intensiva senza che potessero nemmeno vederlo da dietro un vetro. E ci pensava spesso. E piangeva spesso. Sola. Di nascosto. Perchè sua figlia non doveva vederla piangere.
Dopo qualche minuto la bambina si alzò tutta trionfante con in mano il foglio su cui aveva lavorato fino a qualche istante prima, accuratamente piegato e sigillato con del nastro adesivo trasparente. Su un lato c’era scritto “PER PAPA’” tra una nuvola festosa di cuoricini colorati di rosso.
Diede il foglio alla madre e la pregò di farlo avere al papà prima possibile.
Marta anche quella volta non pianse. La guardò con gli occhi gonfi di disperazione e si sforzò ancora una volta di sorridere. Prese il foglio e baciò la bambina con tutto il trasporto e l’emozione che provava in quel momento.
Poi le disse di andare a giocare e che ci avrebbe pensato lei, e mentre la bambina era impegnata con i suoi giochi, si chiuse nella sua stanza e iniziò a piangere come mai aveva fatto prima di allora. Ma fu solo un attimo perché si costrinse a ricomporsi e si attaccò subito al telefono. Chiamò tutti quelli che potevano aiutarla a recapitare al marito la lettera di sua figlia, e continuò a farlo fino a quando non ci riuscì.
L’indomani passò da casa l’amico di un loro amico, un uomo che lei non conosceva e che non aveva mai visto ma che si era dichiarato disponibile per quel compito per il quale lo avevano pregato. Si chiamava Guido e faceva l’infermiere nell’ospedale dove era ricoverato Filippo anche se in un reparto diverso da quello della terapia intensiva.
Presero tutte le precauzioni del caso per rispettare la quarantena e non mettere in pericolo la salute dell’infermiere che era stato così generoso e disponibile a eseguire quel compito. Marta gli fece trovare sotto casa la lettera di sua figlia dentro una busta di plastica trasparente, sigillata e disinfettata. Se non fosse stata la letterina di una bambina al proprio papà sarebbe potuta sembrare una missiva di importanza vitale per la nazione, data la cura e l’attenzione con cui era maneggiata.
L’uomo la prese con i guanti, la infilò in un contenitore ermetico e la portò con se mentre si recava al lavoro in quell’ospedale che era diventato la prima trincea di una guerra silenziosa e mortale, una guerra che stava cambiando la vita di molte persone e che stava radicalmente trasformando l’intera società.
Una società che si sentiva protetta dalla sua tecnologia e dalla sua scienza e che si era improvvisamente ritrovata spiazzata e  impotente, privata di quelle certezze che fino ad allora l’avevano accompagnata nella sua recente storia.
Una società che non si era ancora perduta e che poteva ancora vincere e che probabilmente avrebbe vinto, ma che non sarebbe più stata la stessa. 
Arrivato in ospedale, Guido si recò per prima cosa nel padiglione che avevano destinato alle infezioni  da Covid-19 dopo aver indossato tutti i dispositivi di protezione, e andò direttamente nel reparto di terapia intensiva dove lavorava un amico medico che lo avrebbe sicuramente aiutato nonostante l’immenso e gravoso lavoro dal quale tutti loro erano gravati.
Dietro la mascherina e gli occhiali di protezione, il medico aveva gli occhi stanchi e si muoveva lentamente, forse per lo sforzo fisico di quel lavoro spossante ma anche per l’impegno psicologico di un’attività come quella, che sottoponeva tutti loro a pressioni e responsabilità indicibili.
Nonostante ciò, il medico prese la lettera, la guardò e scosse lentamente la testa senza riuscire a trattenere le lacrime
- il paziente è morto proprio poco fa – disse con un filo di voce mentre quella lettera sembrava scottargli tra le dita – ma il corpo non è ancora stato portato via ed è ancora adagiato sul letto e fosse l’ultima cosa che faccio, ti prometto che gli farò avere questa lettera –
Guido rimase impietrito e incapace di proferire alcuna parola mentre osservava l’amico allontanarsi con passo svelto e la lettera in mano.
Il medico entrò nella stanza dove si trovava il corpo di Filippo che non era più intubato e in attesa di essere trasferito altrove per fare posto ad un altro ammalato. Aprì la busta di plastica, dispiegò il foglio e lo appoggiò sul petto dell’uomo che aveva da poco smesso di vivere.
All’interno della lettera era disegnato un grande arcobaleno di tanti colori sorretto da due nuvolette bianche, e sotto di esso la scritta “ ti voglio bene papà, mi manchi moltissimo”   # ANDRA’ TUTTO BENE

Giuseppe Graceffa


#andratuttobene continua …, Le persone scrivono, condividono e sperano

$
0
0

di Antonella Biscardi e Andrea Giostra 

#andratuttobene ...
Dopo il nostro primo articolo - https://www.fattitaliani.it/2020/03/la-solitudine-ai-tempi-del-covid-19.html- su questo sempre più drammatico momento della Pandemia Covid-19 e la creazione del BlogFacebook#aiutiamochiesolo, decine e decine di persone scrivono e condividono con noi i loro pensieri, i post della pagina e sperano che tutto finisca presto per tornare a quella che fino a qualche giorno fa era la nostra normalità sociale e relazionale.

Cosa ci aspetta nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, nei prossimi mesi?

Quello che i tanti messaggi e le tante e-mail lanciano è un “grido” che lascia trasparire paura, incertezza, solitudine… il disorientamento più inquietante. Uno stato di melanconia domina tutti gli scritti, la paura di cadere in uno stato depressivo lento e inesorabile è in agguato, il tentativo di aggrapparsi a tutto quello che sembra apparentemente confortante e sicuro è “la regola”: e allora tutti a partecipare con un entusiasmo solidale ai flash mob, alle piacevoli conversazioni da un balcone all’altro, agli scambi di saluto e di reciproca preoccupazione tra le “dirimpette” finestre di appartamenti metropolitani o di paesini di montagna, di messaggi con cuoricini e bacini su Messenger o WhatsAppanche ad “amici” ai quali mai fino a pochi giorni fa avremmo pensato di offrire un caffè al bar sotto casa o di fermarci per strada e scambiarci un saluto veloce e due chiacchiere di cortesia.
Insomma, “sperare” sembra l’unica cosa che possa servire per tenere alto l’umore.
Sì, l’umore del popolo! Non fu forse la propaganda delle grandi potenze coloniali e imperialiste del Novecentoche si preoccupava di tenere “sollevato l’umore della truppa” con l’aiuto della stampa e dei mass-media di regime? Non fu forse così che, malgrado i centinaia di migliaia di morti in battaglie e sotto le bombe che distrussero le città, i “giornaletti satirico-umoristici” venivano chiamati a tenere alto l’umore delle truppe e dell’opinione pubblica dei rispettivi paesi in guerra?
E allora parliamo sì di Pandemia-Covid-19, perché la gente capisca il pericolo che stiamo tutti correndo e stia buona in casa, ma al contempo mandiamo in onda programmi d’intrattenimento comico, satirico, di commedie leggere, di talent demenziali e di tutto il resto che distragga le persone recluse in casa dalla paura e dall’incertezza di un domani che non si sa quale sarà.

Chi ci ha scritto e chi ci scrive sul nostro Blog Facebook #aiutiamochiesolo, utilizza una scrittura dettagliata, ricercata, lunga, novecentesca per certi versi, quella segnata con la penna stilografica Montblanc in fogli di carta pregiata, nella carta riciclata degli eleganti taccuini Moleskine, dei diari con copertine di cuoio colorato, insomma, di chi è nato nel secolo scorso e non possiede la necessaria dimestichezza con questi “terribili” mezzi di comunicazione del Ventesimo secolo quali i social o i veloci mezzi informatici che utilizzano messaggi “cifrati”, smozzicati, diretti e spogli di pathos. In questi scritti si legge l’intimità, la voglia di farsi ascoltare/leggere, la voglia di raccontarsi, di percepire seppur virtualmente la sensazione che c’è qualcuno dall’altra parte, una “fibra”immaginaria che legge/ascolta le loro storie, quelle storie che adesso sono di isolamento forzato, ricordate e vissute all’interno di ben arredate e confortevoli camere di appartamento delle quali non si era mai compresa l’architettura, ora vissute costretti in “cattività”, o in spoglie camere di “ospice”, o nel “metro quadro” imposto.

Sono tutte “storie di solitudine”.
Ma sono anche storie d’introspezione, di persone che usano la comunicazione per analizzarsi e comprendersi.
E già, perché spesso tutto scorre veloce e senza che ci fermiamo a guardarci dentro.
Ecco cosa ha portato il #virus, un’analisi implacabile di noi stessi.

In tutto questo scenario, imprevedibile fino a ieri ma oggi reale, cosa dobbiamo fare per rispondere a questa condizione mentale di disorientamento sociale, di forme di convivenza affettiva a distanza, di comunicazione mediata da Smartphone, Skype, Internet?

Forse le teorie del secolo scorso sulla Prossemica dell’antropologo statunitense Edward Twitchell Hall (1914-2009), richiamate tra l’altro proprio oggi (19-03-2020) da un interessante servizio della rubrica Leonardo su Rai 3, ritorneranno di attualità e i suoi studi saranno ripresi, approfonditi, riformulati alla luce del dopo-Covid-19.
Quanto sono vere e sagge le parole di qualche mese fa di Paolo Mieli che disse che in questo secolo tecnologico «Il futuro si trova nel passato»!
Su questo punto dovremo confrontarci ed elaborare dei modelli di comportamento sociale nuovi e imprevedibili. Dovremmo porci tante domande e certamente ascoltare con attenzione le storie e i consigli di coloro che con distacco e un cinismo globalista, fino a pochi giorni fa chiamavamo anziani, termine oramai impregnato fortemente con accezioni di “disabilità” e “incompetenza”…

E in tutto questo qual è oggi la nostra salute mentale?
Come possiamo mantenere alto l’umore?

Anche queste domande dovremmo porcele insieme, e lasciar perdere i consigli di tuttologi e pseudo psicoterapeuti (di fama si intende!) che proprio qualche giorno fa in una TV di stato consigliavano ai telespettatori di spegnere tutte le TV, gli Smartphone, i social, Internet, e giocare in casa a nascondino, colorare fogli di carta, disegnare il sole, le montagne, l’azzurro del cielo, competere in famiglia a costruire castelli con mazzi di carte da poker americano e soprattutto fare finta che nulla stia accadendo fuori casa per ritrovare la serenità dentro le confortevoli mura domestiche, per recuperare antiche usanze isolandosi mediaticamente dal mondo esterno, perché questo sarebbe stato – secondo “l’esperto” - l’unico modo per non cadere inesorabili in depressione irreversibile.
Forse a questo suggerimento, se Totò l’avesse ascoltato in diretta tv, non avrebbe che replicato con una sonora e napoletana pernacchia! Ed avrebbe avuto ragione da vendere…

Detto questo, come “risultato”del secondo appuntamento della nostra riflessione a due tra Roma e Palermosu #lasolitudine ai tempi del Covid-19, consigliamo di guardare insieme oltre quel “muro” che adesso appare invalicabile.
Perché oltre ci sarà qualcosa, certo, diverso rispetto a ieri, ma c’è un futuro che dobbiamo scoprire, costruire giorno dopo giorno e al quale dovremo adattarci per continuare a vivere i nostri sogni e le nostre relazioni… ed è lì che oggi, percorrendo impauriti questa strada tortuosa senza vie di fuga, che dobbiamo guardare… oltre il “muro” del Covid-19.

Hashtag:
#aiutiamochiesolo #andratuttobene #solitudine #ilmiopensiero #iorestoacasa #miglioriamoci #guardiamoavanti #rispettiamoleregole #resistere #fiducia #consapevolezza #sentimenti #speranza #libri #lettura #amore #unione #costruzione #reciprocità #pezzidinoi #vilma #covid19 #pandemia #coronavirus

Antonella Biscardi

Andrea Giostra


Stronzetti italiani al tempo del Covid-19, Adolescenti arroganti e presuntuosi vs Carabinieri

$
0
0

di Andrea Giostra

Mentre gli operatori sanitari danno la loro vita per salvare migliaia di persone infette da Covid-19, mentre migliaia di operatori delle forze dell’ordine fanno il loro dovere per far rispettare le giuste regole imposte dal Governo per ridurre i contatti tra le persone, mentre decine di migliaia di lavoratori cercano di non far mancare a tutta la popolazione i beni di prima necessità rischiando il contagio, mentre milioni di cittadini italiani stanno chiusi in casa per evitare contatti e quindi la diffusione del virus Covid19 ad altre persone, ci sono questi STRONZETTI ITALIANI, figli di altrettanto stronzi e idioti genitori che non hanno saputo dare ai loro figli un minino di educazione e un minimo di insegnamento e di rispetto del prossimo e delle regole, che si permettono con arroganza e con prepotenza di minacciare e offendere i Carabinieri sol perché stanno facendo il loro lavoro e il loro dovere…  STRONZETTI ITALIANI che offendono e non hanno rispetto per lo Stato, e quindi per l’Italia, e quindi per tutti quei medici, infermieri, operatori sanitari, lavoratori in prima linea, cittadini italiani chiusi da settimane rispettosamente e rigorosamente in casa...
Per salvare davvero l’Italia, quando questa terribile Pandemia-Covid-19 sarà finita… e non sappiamo quando! … bisogna iniziare da qui: dall’educazione, dal rispetto delle regole, dal senso civico e civile di una nazione a partire dai bambini, dal dare una bella lezione di educazione e di rispetto delle regole e dello Stato a questi STRONZETTI ITALIANI! … che purtroppo sono tanti (ma certamente e per fortuna non la maggioranza! … tantissimi ragazzi e adolescenti per fortuna hanno ricevuto una eccellente educazione e un importante senso civico e civile!) È ora di finirla con il buonismo, con il permissivismo irresponsabile di genitori e educatori che si definiscono “democratici”per questi loro strambalati modelli educativi del kaiser, con le pacche sulle spalle quando si commettono minchiate o reati, con genitori incapaci e inadeguati a fare i genitori perché poi i danni che commettono i loro figli sono quelli che vediamo in questo video!
Tutti questi soggetti, complici per anni di questi “pseudo-modelli educativi” all’insegna del permessivismo e del buonismo ad oltranza, avete rotto… pardon… non lo posso dire né scrivere! Ma lo direi ad altissima voce a questi stronzi! E tutti avete capito cosa… e sarete certamente d'accordo con me!


Andrea Giostra



©Vota la Cover de "I Giardini di Marzo" di Mogol-Battisti: Mina, Ligabue, Goggi, Tozzi, Ramazzotti, Ruggeri, Finardi

$
0
0
Secondo appuntamento con la rubrica "©Vota la Cover": è la volta de "I giardini di marzo" celeberrima canzone di Lucio Battisti scritta con Mogol, il 15º singolo della sua carriera, uscito con la casa discografica Numero Uno. Qui la versione originale. Pubblicata nell'aprile del 1972, fu ininterrottamente al primo posto in classifica dal 27 maggio all'8 luglio di quell'anno. Estratto dall'album "Umanamente uomo: il sogno", il brano risulterà il quarto singolo più venduto del 1972 in Italia.

Seguono le cover realizzate da diversi artisti. Ai lettori il giudizio che decreterà la più bella, la più riuscita fra tutte. Spazio ai commenti degli ascoltatori sulla pagina Facebook della rubrica. 
Ascolta le cover
Mina: pubblica la sua cover nel 1975 all'interno dell'album "Minacantalucio", omaggio monografico al cantautore.
Luciano Ligabue: riarrangiamento in chiave acustica da parte del rocker contenuto nell'album-tributo a Battisti "Innocenti evasioni".
Loretta Goggi: durante la serata tributo organizzata in Piazza del Campidoglio nel 1998 subito dopo la morte del cantautore, l'artista romana conduce l'evento e interpreta il brano.
Umberto Tozzi: versione live del 2009.
Eros Ramazzotti: versione live del 2016.
Enrico Ruggeri (dal minuto 2.30''): interpretazione nella trasmissione Una storia da cantare del 30 novembre 2019.
Eugenio Finardi: inclusa nella compilation "Innocenti evasioni" del 1993. Registrata e missata da Paolo Iafelice.


Il testo
Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati
Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti
Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti
Il piu' bello era nero coi fiori non ancora appassiti
All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri
Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli
Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli
E alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli (mm, mm)
Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è
I giardini di marzo si vestono di nuovi colori
E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori
Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti "Tu muori"
"Se mi aiuti, son certa che io ne verrò fuori"
Ma non una parola chiarì i miei pensieri
Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri (mm)
Che anno è, che giorno è?
Questo è il tempo di vivere con te
Le mie mani come vedi non tremano più
E ho nell'anima
In fondo all'anima cieli immensi
E immenso amore
E poi ancora, ancora amore, amor per te
Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L'universo trova spazio dentro me
Ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è

La Monnaie, disponibili in streaming: Aida, Lucio Silla, La Gioconda... Il link

$
0
0
Anche a Bruxelles e in Belgio si sta a casa per contrastare la diffusione del Covid-19. Il Teatro La Monnaie ha messo a disposizione alcune opere visibili gratuitamente e senza registrazione in streaming.
Ecco il link diretto al canale.
Aida, Lucio Silla, La Gioconda, Frankenstein, Tristan und Isolde, Le conte du Tsar Saltane, Macbeth Underworld.
Buona visione! 

Teatro Le Maschere, Tre omini nel bosco dei fratelli Grimm in streaming su Facebook

$
0
0

Sembra che questo brutto virus ci costringa ancora un bel po' a casa e, visto che siamo molto bravi e ligi, cerchiamo di organizzare il tempo dei nostri bambini...

Dal momento che non potete venire a Teatro, sarà il Teatro a venire da voi!!!Infatti a partire da lunedì 23 marzo alle 15:00 alcuni dei nostri spettacoli del Teatro Le Maschere, saranno in streaming sulla nostra pagina Facebookhttps://www.facebook.com/teatrolemaschere/?ref=br_rs
Forse qualcuno lo avrete già visto, ma sicuramente ai bambini farà piacere rivederli (ricordate che i bambini amano risentire le stesse fiabe con le STESSE parole!!!).
Sarà un modo di passare un’oretta in compagnia dei nostri attori (che vogliamo ringraziare per il sostegno dato a quest'iniziativa).
I piccoli potranno prendere spunto dallo spettacolo per creare tutti i disegni che vorranno e li potrete inviare direttamente all'indirizzo mail seguente: comunicazione@teatrolemaschere.it
L’ accesso naturalmente è totalmente gratuito.
In questo modo non vi dimenticherete del Teatro Le Maschere che, appena si potrà, vi accoglierà a braccia aperte!
Anche noi restiamo a casa!!!
Il vostro Teatro Le Maschere

Dunque il primo appuntamento sarà lunedì 23 alle ore 15 sulla pagina Facebook del Teatro Le Maschere con lo spettacolo lo spettacoloTRE OMINI NEL BOSCO dalla fiaba dei fratelli Grimm, testo di Franco Mescolini, regia di Gigi Palla, con Martina Carletti, Rodolfo Mantovani, Gabriella Praticò. I costumi sono diCarla Marchinie lescene di Giuseppe Convertini.

Un cantastorie accompagna il pubblico in un alternarsi di narrazione e azione attraverso il complesso percorso di crescita di una fanciulla narrato nel rispetto della ricca e tradizionale simbologia delle fiabe. Due sorellastre, una matrigna, un principe e tre misteriosi omini del bosco rappresentano gli elementi principali di una storia che tra metamorfosi, prodigi, oggetti magici e prove da superare conduce la protagonista al raggiungimento di un nuovo essere pronto ad affrontare le difficoltà dopo aver conquistato fiducia e coraggio.

Note di regia di Gigi Palla
Tutti sanno quanta importanza possono avere le fiabe sull’animo del bambino, importanza non solo dal punto di vista del piacere che può dare ascoltarla, ma per un vero e proprio motivo pedagogico. Il bambino dai 5 ai 9/10 anni si identifica completamente con i personaggi della fiaba, vivendo i loro sentimenti operando una vera e propria “ginnastica”del sentimento, così dimenticata ma così salutare! È per tutto ciò che abbiamo scelto una favola dei Fratelli Grimm molto classica (buono, cattivo, elemento fantastico, giusta punizione ecc....) da mettere in scena nel modo più classico e rispettando non solo il testo ma anche i ... bambini. Anche se potrebbe sembrare superfluo sottolinearlo, la fiaba dei Tre Omini del Bosco, rimanda ad una ben più ampia riflessione sulla fatica, l’impegno che la vita, costantemente, ci richiede visto che assai di rado ci è dato di vivere in una condizione ottimale, vale a dire, priva delle difficoltà e dei pesanti condizionamenti determinati dalla nostra ed altrui immaturità. Anche nella cattiva sorte, tuttavia, la vita ci concederà sempre l’occasione di ripresa (quello che, nella fiaba è rappresentato dall’elemento magico) la possibilità di risolvere, attraverso l’accettazione di alcune prove, di volta in volta, i problemi ......c’est le vie......

I prossimi appuntamenti del teatro in steaming al Teatro Le Maschere, si terranno lunedì 30 marzo e lunedì 6 e 13 aprile, sempre alle ore 15.00.

Durata 1 ora,
Età 3/8 anni
Teatro Le Maschere

Lunedì 23 ore 15.00
in streaming sulla pagina Facebook del Teatro Le Maschere
TRE OMINI NEL BOSCO                                                          
dalla fiaba dei fratelli Grimm
testo di Franco Mescolini
regia di Gigi Palla
con (in o. a.) Martina Carletti, Rodolfo Mantovani, Gabriella Praticò.
costumi e marionette Carla Marchini
scene Giuseppe Convertini
musiche Alessandro Cercato
luci Roberto Pietrangeli
assistente regia Gabriella Praticò
assistente costumi Amedeo D’Amicis


Teatro Le Maschere
Prossimi appuntamenti:lunedì 30 marzo e lunedì 6 e 13 aprile, sempre alle ore 15.00.

A Fattitaliani Angelo di Benedetto presenta il 1° singolo "Speciale": adesso mi sento parte di un mondo più grande di me. L'intervista

$
0
0
"Sei bella da togliere il fiato, ti guardo, ti penso, mi sento cadere nel vuoto". Così Angelo di Benedetto propone la sua dichiarazione d'amore, una dichiarazione dantesca dei tempi moderni scandita da un ritornello fresco, romantico e senza tempo. Parole semplici ma allo stesso tempo complesse che arrivano dritte al cuore, incitazioni all'amore e al presente. Un ritmo preciso e coinvolgente dal quale sarà davvero difficile liberarsi! Angelo di Benedetto si insinua così romanticamente nel panorama musicale con questo primo singolo ma si sta già facendo strada tra il suo pubblico attivo sui social che attende già con ansia il suo prossimo lavoro! Fattitaliani lo ha intervistato.

Come ti presenteresti ai nostri lettori come persona e come artista?
Mi definisco come persona per il momento perché sono all'inizio di un percorso che mi porterà magari a realizzare il sogno di diventare un artista vero che si guadagna da vivere facendo musica.
Musicalmente come ti sei formato?
Un giorno ho comprato una chirarra non avendo la minima idea di come si suonasse e mi sono fatto inserire nel coro della parrocchia del mio paese, sono partito così... Poi pian piano con l'aiuto di un amico e rubacchiando consigli e tecniche un po' ovunque ho iniziato ad avere una mia identità legata anche dai diversissimi generi musicali che ho ascoltato in vita mia, dal Metal al pop in sostanza..
Hai riferimenti artistici ben definiti che si potrebbero ritrovare nella tua musica?
In realtà non riesco a ritrovare dei riferimenti fissi nelle mie canzoni: Speciale per esempio è una ballata romantica vecchio stile con un ritornello da hit, magari si potrebbe definire pop vecchia scuola... altre canzoni sono un misto magari tra Ultimo o Tiziano Ferro o anche qualcosa di indie.
In che cosa "Speciale" ti rispecchia?
Rispecchia il mio modo di essere, il testo racchiude delle frasi che davvero direi ad una ragazza per conquistarla. Quindi semplicemente mi rispecchia perché è un testo vero, parole vere che direi ad una ragazza senza provare timidezza o vergogna di nessun tipo.
Che cosa rende il tuo primo singolo qualcosa di "Speciale"?
Io credo che il ritornello rimanga impresso nella mente, può tranquillamente essere dedicato a qualcuno o qualcuna di speciale. Inoltre esprime un concetto forse raro ai tempi nostri, l'amore semplice perché vero, magari all'antica per qualche ragazzetto di oggi ma nostalgica per la mia generazione in quanto siamo cresciuti forse con questa concezione dell'amore, per come lo vedo io.
In che senso trattasi di una dichiarazione "dantesca" dei tempi moderni?
Mah in realtà la storia è divertente, mio fratello stava ripetendo a voce alta la parafrasi di un'opera di Dante e qualcosa nei versi mi ha fatto pensare alla mia canzone: certo in chiave moderna, ma tutto sommato racchiude l'amore verso una ragazza che può essere tranquillamente paragonato all'amore di Dante per Beatrice.
Ci puoi descrivere un po' le tue emozioni e le tue paure alla vigilia di questo debutto?
Innanzitutto felicità ed emozione, per la prima volta mi sono sentito parte di un mondo più grande di me, quindi non più rinchiuso in camera mia a scrivere qualcosa che al massimo avrebbero potuto sentire amici o famigliari, ma tutto il mondo e questo già è tanto. Anche molta soddisfazione per essere riuscito a creare "Speciale" e poterla condividere con il mondo. La paura che ho avuto era di ricevere commenti negativi, di ricevere l'indifferenza delle persone che forse è anche peggio. Per fortuna la canzone è piaciuta e sono arrivato ai 2k stream per adesso quindi sono contento: spero che vada sempre meglio naturalmente. Giovanni Zambito.

Crediti:
 
Testo e Musica di Angelo di Benedetto
 
Arrangiamento di Marco Gatti
 
Registrato, Prodotto e Distribuito
presso:
 Artisti Online 
Rione CLN 4/b 
Reggio Emilia
 
 
Edizioni Musicali
Magilla Spettacoli
 


ALITALIA, VOLI SPECIALI PER IL RIENTRO DAL BELGIO

$
0
0
Alitalia è impegnata a facilitare il ritorno in Italia di migliaia di connazionali che si trovano all’estero e, in coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, sta predisponendo una serie di voli speciali con Paesi sui quali non è più possibile operare normali voli di linea, a causa delle restrizioni imposte al traffico aereo da e per l’Italia.

Dal Belgio, sono previsti due voli al giorno fino al 5 aprile.
Qui la pagina.

CORONAVIRUS, APPELLO DELL’ANFE ALL’ALITALIA: “BIGLIETTI A PREZZI SIMBOLICI PER RIENTRO ITALIANI DALL’ESTERO”

$
0
0
In questo momento di grande difficoltà il pensiero dell’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati) corre verso i nostri connazionali all’estero che si ritrovano intrappolati in “protocolli di sicurezza per i trasporti” attuati nei diversi Paesi che hanno iniziato - con qualche settimana di ritardo rispetto all’Italia - ad attuare misure per il contenimento del contagio da Covid-19.
Nelle scorse settimane tutti hanno guardato al modello Italia giudicando eccessive le misure restrittive, per trovarsi a doverle attuare in copia a distanza d’un paio di settimane.
Ovviamente la situazione è di piena emergenza e, come già riportato in un nostro articolo del 19 marzo, l’Unità di crisi della Farnesina è a lavoro per gestire al meglio i rientri dei nostri connazionali. Numerose segnalazioni ci arrivano dalle sedi estere dell’ANFE e dai nostri associati da ogni parte del mondo, per chiedere notizie e assistenza onde meglio informare i nostri connazionali all’estero. Per alcuni casi ci viene anche chiesto supporto nella prenotazione di biglietti aerei per il rientro in Italia.

Proprio sull’argomento biglietti e voli di rientro ci aspettiamo un intervento significativo della nostra Compagnia di bandiera che, fresca di “nazionalizzazione” con disponibilità di fondi per 600 mln, è già all’opera da diversi giorni, di concerto con le istituzioni, per riportare a casa i nostri connazionali. È di venerdì 20 marzo l’articolo su Repubblica, a firma di Alessandra Ziniti, che titola “Coronavirus, la lotteria del rientro per gli italiani all'estero” - Bloccati ancora a centinaia in Spagna. La denuncia: "L'Ambasciata ci dice di metterci davanti al sito Alitalia e provare ad aggiudicarci un posto online, ma è impossibile".  Appelli anche da Santo Domingo, Senegal e Marocco.  Mentre è sabato 21 marzo l’articolo de Il Giornale, a firma di Francesca Bernasconi, che titola “Gli italiani all'estero ai tempi del coronavirus” - Le difficoltà dei cittadini italiani all'estero di rientrare in patria: dalle frontiere chiuse al traffico aereo sospeso o ridotto. Nel pezzo si legge: “Tuttavia, sono arrivate segnalazioni da parte di studenti in difficoltà: telefoni che squillano senza risposta, proposte di biglietti aerei costosissimi e voli di rimpatrio proposti e poi cancellati.”

Alitalia ha messo in campo dei voli speciali per il rientro dei nostri connazionali ed attualmente, si legge nel sito del Ministero degli Esteri, i voli e le compagnie che li effettuano possono essere consultati al link https://www.esteri.it/voli-speciali-per-il-rientro-dei-connazionali.html. Vi si riporta che i voli speciali operati da Alitalia sono: dalla Francia tre voli al giorno, tre dalla Germania, due dagli USA e cinque dall’Inghilterra mentre dalla Spagna, che vede un’impennata dei contagi, vengono operati solo due voli giornalieri. La compagnia Neos opera un solo volo giornaliero dal Marocco, uno da Capo Verde ed un unico volo dall’Argentina disponibile solamente a partire da lunedì 23 marzo. Per chi invece, ad esempio, volesse aiutare un proprio familiare a rientrare dal Brasile, il volo di oggi, domenica 22 marzo, è disponibile sul sito Alitalia alla modica cifra di 2.171,95 euro.

È in questo momento straordinario che ci aspettiamo risposte straordinarie; è questo momento straordinario che migliaia di volontari stanno facendo del loro meglio al fianco delle istituzioni e dei cittadini; è questo momento straordinario che migliaia di operatori del SSN stanno dando più di quanto nelle loro possibilità ed è in questo momento straordinario che ci aspettiamo dalla nostra Compagnia di bandiera risposte straordinarie!

Non è il momento delle critiche e la nostra nota non muove in tal senso. Vuole invece essere uno sprone a far meglio. Il nostro appello, come Associazione e come cittadini italiani, va al nuovo amministratore generale dell’Alitalia Giancarlo Zeni ed al commissario straordinario Giuseppe Leogrande affinché si possano applicare prezzi ridotti quasi simbolici, per tutti gli italiani che debbono rientrare in Italia fino a quando il Governo non dichiari la fine del periodo di emergenza.
Riteniamo infatti che in una situazione di emergenza, quale quella che stiamo vivendo, ritornare a casa sia un diritto e non l’usufruire di un “servizio”. Auspichiamo quindi che i vertici di Alitalia accolgano il nostro appello e mettano in campo ogni sforzo al fine di far meglio e di più, di dare il massimo, come sta facendo la maggior parte degli italiani, ciascuno nel proprio ruolo. È in momenti come questi che dobbiamo sentirci orgogliosi di essere italiani, così come vogliamo esserlo della nostra Compagnia di bandiera. 

Cristian Larocca presenta a Fattitaliani “Il Pregiudizio”, il 1° singolo "un piccolo traguardo che ha comportato sacrifici". L'intervista

$
0
0
Disponibile su tutti i principali digital store “Il Pregiudizio”, singolo d’esordio del cantautore calabrese Cristian LaroccaUn progetto indipendente per davvero, dalla stesura alla distribuzione, che si discosta dall'appellativo di genere “indie” mantenendo uno stile cantautorale. Fattitaliani lo ha intervistato.

Come ti presenteresti ai nostri lettori come persona e come artista?
Vengo da una piccola realtà di paese e ne vado fiero perché mi ha sempre spinto a guardare lontano restando coi piedi per terra. Come artista posso dire che cerco in tutti i modi di mettere passione in quello che faccio. Attento a descrivere le cose della vita con un senso sociale. Mi impegno a condividere con gli altri ciò che mi fa star bene.
Musicalmente come ti sei formato?
A quattro anni i miei genitori mi hanno iscritto ad un'accademia per studiare pianoforte. Da adolescente poi ho imbracciato una chitarra e pian piano ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa di mio. 
Hai riferimenti artistici ben definiti che si potrebbero ritrovare nella tua musica?
Lavoro per creare la mia musica. Inevitabilmente dentro c'è la musica che ascolto gli artisti che mi hanno ispirato. Il reggae, il country, il rockprogressive. De Andrè, Branduardi, Rino Gaetano, Capossela, Mannarino i Modena City Ramblers, la Bandabardò.
In che cosa "Il pregiudizio" ti rispecchia?
Il Pregiudizio parla di una storia vera. L'incontro di Mario mi ha fatto riflettere e mi ha dato forza. Il brano è concepito per trasmettere queste sensazioni.
Qual è secondo te "Il pregiudizio" oggi più difficile da estirpare?
Difficile da estirpare è la paura di affrontare qualcosa o qualcuno in grado di  destabilizzarci, è l'atteggiamento di rifiuto per il diverso come forma di difesa quando invece potrebbe essere un'opportunità per vedere le cose da altre prospettive.
Ci puoi descrivere un po' le tue emozioni e le tue paure alla vigilia di questo debutto?
Non ho paure in particolare. Autoprodurre questo progetto è stato un piccolo traguardo che ha comportato sacrifici. Credo in quello che faccio e mi auguro arrivi a più gente possibile. Può essere difficile emergere sì, ma ancor di più sperare di riuscirci senza consapevolezza di se stessi, cosa a cui mi dedicherò da ora in avanti. 
Nella tua musica è maggiormente presente la Calabria o la Puglia?
A loro modo entrambe. La Calabria rappresenta il lato romantico e spensierato della mia musica mentre la Puglia quello più riflessivo e sperimentale. La musica ha creato attorno a me opportunità, esperienze ed amicizie sia nell'una che nell'altra regione. Basti pensare che a questo brano collaborano un arrangiatore ed un illustratore pugliesi mentre io ed il percussionista siamo calabresi. Giovanni Zambito.

LA CANZONE
Mario, il protagonista del brano, è una persona incontrata dall'autore in un corridoio d’ospedale.
Un medico che ad un certo  punto della sua vita commette degli sbagli e perde tutto: casa, carriera e famiglia.
Decide, così, di isolarsi per non arrecare sofferenza a chi gli sta accanto.
Le emozioni e i sentimenti sono veicolati dal testo preciso, con una metrica serrata, che arriva dritto al punto.
Tratti intimi e parlati rincorrono momenti trascinanti ed incisivi. 
L’obiettivo è arrivare alla singola parola: Pregiudizio. Affrontarne il significato considerando gli effetti di un comportamento dettato dalla paura e dall’atteggiamento di difesa con cui si affronta la vita quando si vive di preconcetti.
Perché precludersi l’opportunità di conoscere persone splendide?
Dopotutto “se guardi bene negli occhi degli altri, trovi un pezzo anche di te”. 
Il sound è il prodotto di un lavoro fianco a fianco tra l’autore e il percussionista Vincenzo De Leo. È il sodalizio tra i due che conferisce al brano caratteri Folk, Etno, Pop, “Con l’anima che sa di Sud”, per usare le parole di un loro Post su Facebook. 
Potente, comunicativa e d’ispirazione è la copertina che presenta questo lavoro. Ruolo affidato all’illustratore pugliese Alessandro Cataldi (in arte Jericho), nonché sassofonista membro dei Brothertz con all’attivo l’album Mash hit up.
Registrata a Giovinazzo (BA) alla Four Walls Studio di Alessandro Grasso sound engineer e chitarrista, curatore nella canzone di arrangiamento, mix e master.

Biografia Cristian Larocca
cristian Larocca è un cantautore calabrese, classe ’93, che esordisce con il singolo “il Pregiudizio” il 21 marzo 2020.
Attiva da diversi anni la sua partecipazione ad eventi culturali pubblici e privati tra Puglia e Calabria.
Sebbene infatti sia cresciuto ad Amendolara (CS), piccolo Centro sul mare, si trasferisce a Bari per frequentare l’università e la città diventa presto anche un’opportunità per coltivare esperienze in campo musicale.
Scrive canzoni, poesie e musiche da quando aveva quindici anni, ma ora  è un mezzo di espressione concreto una libera scelta. Indossa una maschera, quella del cantautore, in una società frenetica e disattenta, per fermarsi ad ascoltare le storie della gente che incontra.
Da qualche anno coinvolge nei suoi progetti Musicisti di spessore che interpretano ed arricchiscono le sue idee. Insieme ad essi la ricerca e la sperimentazione danno vita a quel tipo di scrittura, di immagine e di sound tale da rendere l’autore riconoscibile in ogni suo brano.
Nel 2019 partecipa a Concorsi Internazionali di Scrittura poetica ricevendo numerosi riconoscimenti.
Due sue poesie “Uomini” e “Luna e Mare”  vengono pubblicate dalla prestigiosa casa editrice Aletti nelle raccolte di poesie rispettivamente “Il Federiciano 2019 libro verde” e “Tra un fiore colto e l’altro donato vol.16”, entrambi appartenenti alla collana “Orizzonti”.
In preparazione per l’anno 2020 il disco realizzato dalla stessa Aletti “Alessandro Quasimodo legge Cristian Larocca”, progetto di video poesie con la straordinaria collaborazione del sopracitato attore e regista teatrale.

L’ATTORE GIOVANNI AREZZO PROTAGONISTA DI “HUNGRY BIRDS”

$
0
0
SHORT FILM SCRITTO E DIRETTO DAL FILM MAKER RAFFAELE ROMANO, IN USCITA ONLINE IL 24 MARZO 
L’eclettico e promettente attore e regista ragusano, Giovanni Arezzo,  dal 24 marzo, sarà protagonista sugli schermi, accanto al celebre Dominic Chianese ( indimenticabile Zio Junior de “I Sopranos” e Johnny Ola de “Il Padrino” pt.2) , di “Hungry Birds”, short film scritto e diretto dal film maker  Raffaele Romano, già vincitore del premio BEST INDIE SHORT al LOS ANGELES FILM AWARDS.
"Hungry birds",  girato e ambientato interamente a Londra , offre una potente riflessione sulle dinamiche economico-sociali della nostra società accostandole al comportamento dei piccioni, attraverso uno stile innovativo e riconoscibile.
Giovanni Arezzo, nell’intenso ruolo di un  clochard, rivela il suo eclettismo e la capacità di fondersi nelle storie e nelle scritture, come  ha più volte dimostrato in teatro, dove ha spesso dato voce a vicende e personaggi complessi e dalla forte personalità. Tra questi, Chet Baker, il più celebre trombettista bianco della storia della musica mondiale,  del quale tratteggia un ritratto sincero, sentito ed empatico, dell'uomo e dell'artista, del suo genio e della sua sregolatezza, in CHET!, monologo di cui è anche coregista con Laura Tornambene. Lo spettacolo, che ha debuttato nel 2018,  gira l’Italia da un anno, e sarebbe andato in scena in questi giorni al Teatro Due di Roma.
Arezzo, diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma nel 2006, menzione speciale nel 2007 al Premio Hystrio alla Vocazione “per la padronanza dei mezzi espressivi e la curiosità intellettuale”, si divide tra teatro, televisione e musica.
In teatro è stato diretto da registi come Silvio Peroni (“The Aliens”, “Il giorno delmio compleanno”), Francesca Ferro (“Sogno di una notte a Bicocca”, “Romeo Q Giulietta”),Guglielmo Ferro (“I Malavoglia”, “Concetto al Buio”, “Lupo”), Nicola Alberto Orofino (“MeinKampf”, “Enrico IV”), Laura Tornambene (“Syrano”, “L’Ultimo Nessuno”), Franco Giorgio (“Variazioni Enigmatiche”).
Da regista, ha messo in scena nel 2017 “Natura morta in un fosso” di Fausto Paravidino, prodotto dal Centro Teatro Studi di Ragusa, e nel 2019 il monologo “Girasoli”, prodotto dal Teatro Mobile di Catania.
Ha lavorato anche per la TV  in “RIS”, “Il commissario Montalbano”, “Apnea”, “Donne”. È , inoltre, rapper e slammer, con lo pseudonimo di Soulcè, vincitore per la Sicilia dello slam ufficiale LIPS del 2019.

HUNGRY BIRDS
Written and Directed: Raffaele Romano
Starring: Dominic Chianese, Giovanni Arezzo
Dop: Richard Osborne
Sound mixer: James Tocher
1AD and Editor: Daniele Nania
Make up: Brooke Lee Davis
Costumes: Sarah Pollicita
Vfx Artist: Salvatore Lo Cascio
Music: Giovanni D’Allò
Sound Design: Vera Sorrentino
Production Assistant: Kira Dhaliwal
Producer: Raffaele e Giorgio Romano 
Teaser al link:  https://youtu.be/5Own4U8aFOM

LA BARRIERA ANTI-CORONAVIRUS È MADE IN ITALY, PER LIMITARE IL CONTAGIO TRA I LAVORATORI NASCE COVISTOP

$
0
0
Schermare i lavoratori che operano a distanza ravvicinata con il pubblico. 
È questo l’obiettivo di COVISTOP (Strategie di Controllo e Vigilanza per la salute degli Operatori), una barriera parafiato impermeabile pensata da Eurostands e disegnata dall’architetto Alessandro Ballocchi. Una risposta pratica ed efficace che arriva da una delle più importanti realtà mondiali nel settore della progettazione e produzione di allestimenti per sostenere gli operatori di quei comparti che non si possono fermare di fronte all’emergenza COVID-19, come i farmacisti e gli addetti impiegati nel settore alimentare.
Durante uno scambio verbale, uno starnuto o un colpo di tosse, infatti, accade frequentemente che si emettano particelle di saliva creando condizioni sfavorevoli al mantenimento dello stato di salute.
Per ridurre tali rischi è possibile posizionare tra gli operatori e gli interlocutori la barriera parafiato COVISTOP al fine di consentire di lavorare quotidianamente con maggiore sicurezza. Disponibile in sole 24 ore, è uno strumento che può essere installato autonomamente in modo semplice e rapido, contribuendo ad arginare il contagio e garantendo una protezione immediata contro il virus.

“In soli due giorni di lavoro abbiamo convertito la fabbrica e messo in produzione questo prodotto – spiega Maurizio CozzaniAmministratore Delegato di Eurostands – L’obiettivo è tutelare la messa in sicurezza del nostro sito produttivo andando a ricercare alternative che ci consentono di mantenere in moto i nostri macchinari durante questi difficili giorni che il nostro settore sta affrontando. Una risposta che la nostra azienda, con l’entusiasmo e la convinzione delle donne e degli uomini di Eurostands, ha saputo dare in maniera compatta e unita.”

La barriera parafiato è realizzata in plexiglass, un materiale infrangibile, riciclabile al 100%, resistente agli urti e, non da ultimo, di facile gestione igienica quotidiana. Essendo costituita da un’unica lastra di PMMA, infatti, la manutenzione è semplice da effettuare mediante l’utilizzo di panni non abrasivi e prodotti disinfettanti detergenti antistatici facilmente reperibili in commercio.
Inoltre, la trasparenza non crea la sensazione di barriera tra gli interlocutori mantenendo efficace la comunicazione.

VIOLA VALENTINO: uscito il nuovo album "E SARÀ PER SEMPRE"

$
0
0

Da venerdì 20 marzo disponibile in tutti gli store e piattaforme digitali “E sarà per sempre” (On the set/Artist First), il nuovo album di Viola Valentino, prodotto da Luca Venturi per Prima La Musica Italiana.

A proposito del nuovo lavoro discografico, l’artista commenta:  «Il disco rappresenta un inno alla vita e all'amore, due concetti ben rappresentati nella poesia “Inno alla Vita” di Madre Teresa di Calcutta - prosegue - È un viaggio speciale attraverso alcuni anni di musica particolarmente importanti e intensi, perché furono voluti e condivisi con gioia insieme a un uomo speciale, Luigi Matta, come le canzoni che insieme abbiamo costruito e realizzato con amore».

Il disco è composto da 20 brani di cui 3 inediti e 2 cover. Le canzoni scelte sono molto significative per Viola Valentino e sono state scritte da autori importanti della musica italiana, tra i quali Cristiano MinellonoAndrea GalloLuca VenturiGiovanni GermanelliFrancesco MignognaFrancesco AltobelliMirko Oliva (title track dell'album) e Francesco Serra, che duetta con Viola nel brano “Questo pensiero d'amore”.

Di seguito la tracklist dell’album: “E sarà per sempre” (inedito), “Stronza”, “Non ti ho perso” (inedito), “Le prove di un addio”, “Da qui all'eternità” (inedito),“Che caldo fa”, “D'estate”, “Questo pensiero d'amore (feat. Francesco Serra)”, “Un miraggio d'amore”, “Suoni di luce”, “I tacchi di Giada”, “Rose e Chanel”, “L'unica donna”, “Lungometraggio”, “Che m'importa del mondo” (cover), “Perduto amore”, “Domani è un altro giorno”, “Daisy”, “Dimenticare mai”, “La mia storia tra le dita” (cover).

Viola Valentino inizia giovanissima la carriera di cantante e modella. Dopo alcune esperienze nel campo della musica, raggiunge la notorietà nel 1979 con il 45 giri "Comprami", disco che in pochi mesi vende mezzo milione di copie. Il successo prosegue con i singoli "Sei una bomba""Sera coi fiocchi" (1980) e "Giorno popolare" (1981), e raggiunge il culmine con il lancio del brano "Sola", tratto dal film Delitto sull'autostrada, a cui partecipò in qualità di attrice al fianco di Tomas Milian.  Nello stesso anno partecipa anche al Festival di Sanremo con "Romantici", altro brano di grande successo che raggiunge le 400.000 copie vendute. Per lei hanno scritto: Gianni Bella, Alberto Camerini, Grazia Di Michele, Maurizio Fabrizio, Dario Gay, Bruno Lauzi, Mario Lavezzi, Mogol, Oscar Prudente, Scialpi, Vincenzo Spampinato, Cristiano Malgioglio, Paolo Limiti, Giovanna Nocetti e lo stesso Riccardo Fogli, col quale è stata sposata dagli anni 70 sino alla separazione avvenuta nei primi anni 90. Nel 2004 è uscita la doppia raccolta Made in Virginia vol. 1 e vol. 2 con cui la cantante festeggia i venticinque anni di carriera, raccogliendo il meglio della sua produzione, unitamente a tre inediti (Dea, F.a.T.a e La schiava). Viola Valentino da sempre attenta alle tematiche sociali come la violenza sulle donne con l'album del 2010 "I Tacchi di Giada" e la lotta all'omofobia con il singolo "Domani è un altro giorno" inciso in quattro lingue: italiano, francese, inglese e spagnolo. Nella sua carriera ha pubblicato undici album, l'ultimo nel 2017 Eterogenea Live 2016, su etichetta Latlantide, che oltre ai suoi maggiori successi contiene due brani inediti: "Ti amo troppo" e "Il suono dell'abbandono". Nel febbraio 2019 esce la raccolta “Le perle di Viola" con nuove versioni dei suoi storici successi.
Viola Valentino attualmente sta preparando il suo nuovo spettacolo “E SARA’ PER SEMPRE TOUR”.


https://www.facebook.com/Viola.valentino.ufficiale 
https://www.instagram.com/viola.valentino





comunicazione e promozione
Viewing all 38491 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>