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Robertinho De Paula ed Ana Flora in una serata dedicata ad Irio De Paula, Palermo 16 febbraio

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Un omaggio doveroso al passato per poter guardare con fiducia al futuro, è questo il leit-motiv del concerto “Tribute to Irio”, che andrà in scena domenica 16 febbraio alle ore 18.30 al Real Teatro Santa Cecilia per la rassegna Extra Series della Fondazione the Brass Group. 
Il concerto dedicato ad Irio De Paula, grande artista espressione della musica brasiliana affascinerà il pubblico tra bosse, samba, ballads, con sonorità striate dal più corposo e robusto jazz di tradizione afro-americana. Sul palco Robertihno De Paula, figlio e degno erede, sarà accompagnato per l’occasione dalla cantante Ana Flora e da una ritmica di maestri della Scuola Popolare di Musica della FondazioneDiego Spitaleri, Fabrizio Giambanco, Fabio Lannino, e completata dal percussionista Vincenzo Favara. Un commosso omaggio alla figura ed al repertorio di Irio De Paula, chitarrista di eccelse virtù che ha lasciato un’orma indelebile nella storia della musica della nostra città e, in particolare, in quella della Fondazione The Brass Group. La sua prima esibizione, infatti, avvenne 50 anni fa allo stadio della Favorita in occasione del leggendario festival Palermo Pop 70 (al seguito della cantante Elza Soares) e successivamente fu proprio lui a certificare la nascita del Brass Group nella storica cantina di via Duca della Verdura, inaugurandola il 22 febbraio del 1974 con una memorabile performance che accanto ad Irio De Paula ed al connazionale Afonso Vieira alla batteria allineava Ignazio Garsia al piano, e Manlio Salerno al basso. Irio, una delle maggiori espressioni chitarristiche contemporanee della musica brasiliana votata al jazz, omaggiato dal figlio e questa consanguineità varrebbe da sola ad assicurargli un’accoglienza speciale nella nostra città perché il padre, scomparso tre anni fa, è stato per quasi mezzo secolo beniamino del pubblico palermitano. Robertinho De Paula ha saputo comunque conquistarsi un personale prestigio internazionale grazie al notevole virtuosismo chitarristico e a indiscusse doti artistiche che gli consentono di esprimere un linguaggio nel quale l’improvvisazione jazzistica si fonde con spontaneità ai suoni ed ai ritmi della sua terra ed anche a moderate inflessioni new age e funky. Robertinho de Paula ha iniziato proprio in Italia nel 1982 la sua attività artistica (a Palermo è venuto la prima volta nel 2009 e poi nel 2011 assieme al padre) per poi svilupparla in Brasile accanto a big come Marcio Bahia, Wagner Tiso, Ivan Lins, Robertinho Silva, Seu Jorge e numerose altre celebrità internazionali del calibro di Larry Coryell, Paul Wertico, Martin Taylor e Dave King. 
Info www.bluetickets.it o tramite i  due punti di prevendita, uno presso il Real Teatro Santa Cecilia (Piazza Santa Cecilia n. 5 – 90133 Palermo – 091\ 88 75 201, 091 88 75 119, dal martedì al sabato a partire dalle 9.30 sino alle 12.30, ed un altro presso Santa Maria dello Spasimo (Via dello Spasimo, n. 15 – 90133 Palermo – 091 77 82 860, 091 77 82 861) dal lunedì al venerdì a partire dalle ore 15.30 alle 19.30. Infoline Fondazione The Brass Group: 091 778 2860 - 334.7391972, info@thebrassgroup.itwww.brassgroup.it, fb fondazionethebrassgroup. 

GATTO PANCERI in concerto al Memo Music Club di Milano

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Stasera 15 febbraio 2020, dalle ore 22.00 all'1.00, al Memo Music Club di via Monte Ortigara 30 a Milano, Gatto Panceri in concerto. 

Sul palco con lui suoneranno: Tato Illiano alla batteria, Giovanni Mautone al basso, Paolo Galletto alle tastiere e programmazioni, Francesco Buonaugurio alla  chitarra e cori ed Edoardo Fascione alla chitarra e Nicola Petruccelli al flauto. Nel concerto oltre ai suoi grandi successi saranno proposti i brani tratti dal suo ultimo album Pelle d’oca e lividi.

Luigi Giovanni Maria Panceri, in arte Gatto Panceri, è nato a Monza: è autore, compositore,
cantautore, chitarrista e musicista diplomato in Armonia e Composizione al Conservatorio di Milano. Debutta fra le "Nuove Proposte" al Festival di Sanremo 1986, ma il suo vero esordio è da considerarsi con la partecipazione a Sanremo nel 1992 con la hit “L’amore va oltre”. Ha pubblicato 12 dischi di inediti (i primi con la supervisione di Patrick Dijivas della PFM, suo primo mentore artistico). Al suo attivo anche un album live. Suoi sono anche i successi senza tempo come Un qualunque posto fuori o dentro di te, Abita in te, Le tue mani, Mia, È solo musica, Stellina, Io sto bene dove sto, Accarezzami domani, Di Te, Dove dov’è (presentata da Gatto Panceri al Festival di Sanremo, a cui ha partecipato 3 volte come Big e 8 come autore per affermati colleghi). Ha scritto anche il successo mondiale Vivo per Lei, brano con 45 milioni di copie vendute nel mondo, portato al successo dalla coppia Giorgia-Andrea Bocelli e ha firmato evergreen per artisti di prim’ordine tra i quali Mina, Giorgia (8 brani), Mietta, Syria, Gianni Morandi, Massimo Ranieri, Fausto Leali, Riccardo Fogli, Raffaella Carrà e molti altri. Gatto Panceri ha fondato nel 2017 la "Vivo Per Lei Edizioni Musicali".






Alta Moda dello stilista Michele Miglionico nei saloni della sede di Roma di Banca Generali Private

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Banca Generali, la prima banca privata di Piazza Affari, ha ospitato per la prima volta nella propria sede di Roma di Via Bertoloni, 2 l’Alta Moda dello stilista Michele Miglionico.

Con una presentazione intima per un numero selezionatissimo di ospiti tra i clienti di Banca Generali Private, giornalisti del settore e personaggi dello spettacolo lo stilista Michele Miglionico ha mandato in passerella la sua ultima collezione dedicata ancora una volta alla Basilicata, terra di origine della sua famiglia, e alla suggestione del nero colore simbolo delle figure femminili della tradizione di questo territorio.
Una collezione lavorata quasi esclusivamente in questo colore che mette a fuoco la costruzione e la silhouette dell’abito come prima regola dell’Alta Moda. Ed anche i dettagli: lane con trame di fibra di ginestra e cardo realizzate da artigiani tessitori lucani, broccati di seta, lurex, organza prodotta con sete riciclate e ricami fatti completamente a mano.
Dalla tradizione popolare è preso anche il ri-uso come espressione di continuità; molti degli abiti della collezione sono stati realizzati con tessuti presi da vecchi archivi o magazzini di tessutai con lo scopo di dare una seconda vita ad un tessuto di eccellenza.
A completare il look delle modelle il team degli hair stylist Pixelc3 ed il team make-up artist Academy di Antonio Riccardo e Nicola Acella.
Michele Miglionico con   Stefania Marchetti  - Elisabetta Scarinci  e  Federico Baiocchi Di Silvestri della Banca Generali Private
Banca Generali ha come vision quello di essere la prima banca private per valore del servizio, innovazione e sostenibilità. Un modo diverso di aprire i suoi spazi trasformandoli in una vera e propria passerella passando attraverso i grandi connettori della creatività, del glamour ai tempi dei social network.
L’evento, ideato e organizzato da Stefania Marchetti , si è avvalso della regia di Stefania Coralluzzo , della video produzione di Francesco Sellari , fotografie Carbonelli&Seganti e di Antonio Nasca de La Semicroma per l’audio e luci.
La serata è proseguita con un cocktail dinatoire

Roberto Herlitzka al Teatro Basilica in ENRICO IV di Luigi Pirandello, regia di Antonio Calenda

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Roberto Herlitzka sarà in scena al Teatro Basilica dal 25 febbraio all’8 marzo - in prima nazionale assoluta - con lo spettacolo evento: ENRICO IV, di Luigi Pirandello, con la regia di Antonio Calenda. 

In scena con Herlitzka: Daniela Giovanetti, Armando De Ceccon, Sergio Mancinelli, Giorgia Battistoni, Lorenzo Guadalupi, Alessio Esposito, Stefano Bramini, Lorenzo Garufo, Dino Lopardo.

Un nobile del primo ‘900 prende parte ad una cavalcata in costume nella quale impersona l’imperatore Enrico IV di Franconia; alla messa in scena, prendono parte anche Matilde Spina, donna della quale è innamorato, ed il suo rivale in amore Belcredi. Quest’ultimo disarciona Enrico IV, il quale nella caduta batte la testa e si convince di essere realmente il personaggio storico che stava impersonando. La follia dell’uomo viene assecondata dai servitori che il nipote Di Nolli mette al suo servizio per alleviare le sue sofferenze; dopo 12 anni Enrico guarisce e comprende che Belcredi lo ha fatto cadere intenzionalmente per rubargli l’amore di Matilde. Decide così di fingersi ancora pazzo, di immedesimarsi nella sua maschera per non voler vedere la realtà dolorosa. Dopo 20 anni dalla caduta, Matilde, Belcredi, Frida (la figlia di Matilde), Di Nolli e uno psichiatra vanno a trovare Enrico IV. Lo psichiatra è molto interessato al caso della pazzia di Enrico IV, che continua, a loro insaputa, la sua finzione, e dice che per farlo guarire si potrebbe provare a ricostruire la stessa scena di 20 anni prima e ripetere la caduta da cavallo. La scena viene così allestita, ma al posto di Matilde recita la figlia. Enrico IV si ritrova così di fronte la ragazza, che è esattamente uguale alla madre Matilde da giovane, la donna che Enrico aveva amato e che ama ancora. Ha così uno slancio che lo porta ad abbracciare la ragazza, ma Belcredi, il suo rivale, non vuole che la ragazza venga abbracciata e si oppone. Enrico IV sguaina così la spada e uccide Belcredi. Per sfuggire definitivamente alla realtà (e alle conseguenze del suo gesto), decide di fingersi pazzo per sempre.

Enrico IV: folle o rabdomante?

Cosa mi lega così fortemente all’Enrico IV di Pirandello? Perché, dopo averlo messo in scena nel 1980 con Giorgio Albertazzi, vado a interrogare di nuovo questo classico contemporaneo che considero non solo altamente simbolico ma dirompente? Il tempo interiore mi pone davanti a un mistero, a un disagio, e a un desiderio. E invece di guardare indietro, rinvangando glorie, cadute, riprese, onori e critiche, mi trovo a guardare avanti. In fondo è l’unico gesto sensato, in questi tempi sconnessi e folli. E guardando avanti ritrovo un compagno di tanti viaggi teatrali, un attore raffinato e implacabile nel suo volere continuamente cercare, una delle figure rare di artista-intellettuale. Guardo Roberto Herlitzka e ripenso alle tante esperienze artistiche condivise. Lo sento pronunciare le prime battute dell’Enrico IV e mi convinco che siamo nel momento giusto per mettere in scena quest’opera-mondo, un trattato purissimo di filosofia sciolto in forma drammatica, in grado di raccontare, meglio e più di altri testi, la follia di un mondo deragliato, il nostro, in cui regna la pura legge del caos. Pirandello dispone sul suo campo di battaglia un labirinto che moltiplica e inverte continuamente i propri dispositivi di visione e rappresentazione. Chi sta mistificando? Chi dice il vero? Chi è pazzo? E’ mai stato veramente pazzo Enrico IV? E perché, nel momento in cui sembrano cadere tutte le maschere, questo grandioso demiurgo si ostina a indossarne un’altra ancora, l’ultima, che lo porta a commettere un omicidio? Per affrontare scenicamente questo labirinto di specchi, ho voluto far cadere i riferimenti puntuali agli anni Venti del secolo scorso. Rappresentare l’Enrico IV in senso filologico ci avrebbe messo in una situazione di stallo. Ci troviamo invece, in un momento del tempo presente, a teatro. Una compagnia di attori è in scena intenta alla scelta dei costumi per la messa in scena che si appresta a fare. Citando Giovanni Macchia, si entra in una “stanza della tortura” in cui i folli passano per pazzi e i pazzi appaiono come infermieri e guaritori, finendo con l’essere travolti dalla macchina stringente e feroce che Enrico IV, nella ripetizione ossessiva del proprio incubo, ha azionato infinite volte. Trattando il testo di Pirandello come un classico contemporaneo, intendo scavarne le necessità che l’oggi ci impone: nell’ossessione del protagonista, vedo un magma di sentimenti, un dispositivo infinito di proiezioni e sdoppiamenti che apre, usando una chiave mitica e onirica, alla tragedia di questo nostro tempo, dove basta operare un piccolo gesto di dissenso per sentirsi diseredati, soli. Mi sostengono in questa mia visione le pagine che un altro fine studioso di Pirandello, Nino Borsellino, dedica al rapporto tra il nostro autore e il drammaturgo e teorico russo Nikolaj Evrèinov, una delle figure più rilevanti di quel Teatro d’Arte di Mosca che è poi l’oggetto di studio. di Ripellino ne “Il trucco e l’anima”: «Più che le teorie, erano le possibilità drammaturgiche del monodramma evreinoviano a interessare Pirandello, cioè del dramma che si immedesima con la concezione del protagonista e in cui il mondo appare come quello lo percepisce». In questo, Enrico IV è fratello di Hinkfuss e del Mago Cotrone. Ma, diversamente da loro, spinge la sua magnifica ossessione, e il suo dolore esistenziale, fino all’atto estremo, l’omicidio, sulla cui natura continuiamo ad interrogarci. Belcredi muore veramente? O si tratta dell’ulteriore strappo nel teatrino di carta, dell’ultimo prodigio di un demiurgo per il quale non esiste che il teatro, «bocca spalancata di una grande macchina che ha fame»? Mettendo sul capo di Roberto Herlitzka la corona del re pazzo, gli affido il bastone del rabdomante, perché possa rivelarci senza paura fino a che punto il mondo ha saputo convivere con la propria follia, fino a farla coincidere con il pensiero dominante, erigendo sull’ipocrisia e sul consenso i pilastri di questa nostra società.  Antonio Calenda

Teatro Basilica
25 febbraio | 8 marzo 2020
prosa – prima assoluta
Evento Speciale***
Roberto Herlitzka IN
ENRICO IV
di Luigi Pirandello 
regia Antonio Calenda
con 
Enrico IV Roberto Herlitzka
La Marchesa Matilde Spina Daniela Giovanetti 
Sua figlia Frida Giorgia Battistoni 
Il Marchese Carlo di Nolli Lorenzo Guadalupi 
Il Barone Tito Belcredi Armando De Ceccon 
Il Dottore Sergio Mancinelli 
Landolfo (Lolo) Alessio Esposito
Arialdo (Franco) Stefano Bramini 
Ordulfo (Momo) Lorenzo Garufo 
Bertoldo (Fino) Dino Lopardo

Regista assistente Alessandro Di Murro 
Scene e Costumi Laura Giannisi 
Aiuto regia Emma Aquino 
Foto di scena Tommaso Le Pera 
Direttore di produzione Pino Le Pera 
Progetto grafico Cristiano Demurtas 
Organizzazione Bruna Sdao
                                                                                                             
Teatro Basilica
Piazza Porta S. Giovanni, 10 Roma (RM)
Contatti / Prenotazioni: +39 392 97.68.519 - info@teatrobasilica.com
Marketing: comunicazione@teatrobasilica.com
Direzione: direzione@teatrobasilica.com
Biglietti 30 euro – ridotto 20
Orario spettacoli dal martedì al sabato ore 21.00
Domenica ore 17.45

American Highways, a breve l'uscita del 1° album "Country Goes On"

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"Descrivere la quotidianità attraverso la musica permette di isolarsi dalla tossicità quotidiana"

Questa l'intenzione dietro il progetto American Highways, band dalle forti ispirazioni country rock, che con la loro musica non vuole raccontare favole, ma storie di vita quotidiana.
Senso di appartenenza ad una famiglia o un gruppo di amici, essere innamorati sempre della stessa persona, la sensazione di libertà durante un viaggio, sono all'apparenza piccole cose, in grado di scatenare grandi emozioni e grandi cambiamenti in tutti noi e proprio per questo sono le tematiche affrontate dagli American Highways nei loro testi.

Ispirati da artisti come Keith Urban, Brad Paisley, Luke Bryan, Florida Georgia Line, Aaron Watson, Luke Combs, a breve uscirà l'album d'esordio "Country Goes On", anticipato dall'omonimo singolo.

Il Boia e il Re, adattamento e regia di Gina Merulla al Teatro Hamlet 19 e 20 Febbraio 2020.

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Il Boia e il Re: due corpi vivi... Due anime tormentate... Due universi speculari che si completano a vicenda si incontrano in una dimensione priva di speranza.  
Un reading fisico in cui la parola resta protagonista. “Il Boia e il Re” è un monologo sull’umanità. Il nostro protagonista racconta la sua vita straordinaria e ordinaria al tempo stesso: la sua nascita, l’infanzia, la scoperta del talento, dell’altro sesso, del potere. Un’ascesa e una caduta che trascendono l’ambientazione storica in una scala di valori distorta e snaturata più contemporanea che mai.
L’essere umano nasce sconfitto, annientato, impotente. In un mondo in cui la felicità è impossibile persino i sogni sono modesti. Nulla è veramente desiderato se non l’indifferenza. Solo  l’insensibilità, il distacco da se stessi, l’anestesia dell’anima può salvarci dal dolore, dalla paura, dall’angoscia del vivere.
E così si sopravvive perdendo ogni speranza e ogni illusione fagocitati da un mondo cruento in cui per non essere vittima bisogna necessariamente essere carnefice.

Un reading originale in cui le parole sono ovunque e il corpo dell’attore deve cercarle, raggiungerle e sentirle in ogni cellula prima di restituirle allo spettatore. Un testo spietato e inclemente e una regia cruda e brutale che non risparmiano niente e nessuno. Lo spettacolo diviene un’indagine sulla violenza come strategia di conservazione e di autoaffermazione. Senza giudizi, mediazioni o giustificazioni viene illustrata la parte più feroce e primordiale dell’essere umano. Con tutte le sue conseguenze...

Teatro Hamlet
Via Alberto da Giussano 13 - Pigneto - Roma

Mercoledì 19 e Giovedì 20 Febbraio 2020
ore 21:00

Biglietti: 13,00 euro

info e prenotazioni:
06 94 84 24 63 - 333 43 13 086

Tesseramento obbligatorio su http://www.teatrohamlet.it/Online/Associati.html  

Ufficio Stampa: Nuvole Rapide Produzioni
Marco Aquilanti

Women. Un mondo in cambiamento, mostra organizzata da National Geographic a Bologna fino al 17 maggio

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Uno sguardo sulla condizione femminile che attraversa ogni latitudine e 100 anni di storia delle donne, viste dall’obiettivo dei - e delle - grandi reporter della National Geographic Society: ha aperto al pubblico lo scorso 15 febbraio nel complesso museale di Santa Maria della Vita (via Clavature 8/10) a Bologna Women. Un mondo in cambiamento, mostra organizzata da National Geographic in collaborazione con Genus Bononiae. Musei nella città e Fondazione Carisbo, in programma fino al 17 maggio 2020.  
La mostra gode del patrocinio del Comune di Bologna. Main sponsor della manifestazione è Stefauto; sostengono l’iniziativa anche Coop Alleanza 3.0, BPER Banca, Anaci Bologna e Lloyds Farmacia.


Il percorso espositivo, articolato in 6 sezioni - Beauty/BellezzaJoy/GioiaLove/AmoreWisdom/SaggezzaStrength/ForzaHope/Speranza - raccoglie una selezione di immagini tratte dallo straordinario archivio del National Geographic, disegnando un viaggio attraverso un secolo di storia delle donne in tutti i continenti, con diverse prospettive e focalizzando l’attenzione sui problemi e le sfide di ieri, oggi e domani nei vari paesi ed epoche. 
Ogni immagine crea un ritratto di alcuni aspetti dell’esistenza femminile e mostra ai visitatori come la rappresentazione delle donne si è evoluta nel tempo. Così le immagini festose delle ballerine di samba che si riversano nelle strade durante il carnevale di Salvador da Bahia si alternano a quelle delle raccoglitrici di foglie di the in Sri Lanka. 
E ancora il ritratto di donna afghana in burqa integrale rosso che trasporta sulla testa una gabbia di cardellini, potente metafora di oppressione, si contrappone all’immagine di libertà e bellezza di una ragazza in pausa sigaretta a Lagos, in Nigeria. 
A 100 anni dalla concessione del diritto di voto alle donne negli Stati Uniti, la mostra riflette sul passato, presente e futuro delle donne illustrandone alcuni aspetti e incentrandosi sugli obiettivi di sviluppo che le vedono al centro di ogni processo di crescita sociale, politica, economica.

Completa la mostra la sezione Portraits/Ritratti, scatti intimi e biografici di un gruppo iconico di attiviste, politiche, scienziate e celebrità intervistate da National Geographic per il numero speciale della rivista di novembre 2019 pubblicato ai tempi della prima donna alla direzione del National, Susan Goldberg: tra esse Nancy PelosiOprah Winfrey, il Primo Ministro neozelandese Jacinda Ardern e la Senatrice a vita Liliana Segre.

“Continua, con questa esposizione, la felice collaborazione avviata già nel 2019 con il National Geographic su tematiche fondamentali nel dibattito socio-culturale. – commenta il Presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi-Monaco –. Dopo aver riflettuto sul tema della plastica e degli inesorabili danni che la stessa sta provocando al nostro pianeta, con questa mostra esprimiamo uno sguardo critico sulla situazione femminile nel mondo, celebrando la forza delle donne nelle sue infinite sfaccettature, ma al tempo stesso denunciando quanto ancora lungo sia, in molti casi, il percorso verso una cultura diffusa e capillare di uguaglianza”.

“In un secolo la condizione femminile è cambiata radicalmente, in alcune parti del mondo ma non dappertutto: in Occidente, sicuramente, anche se ci sono ancora sfide importanti – dice Marco Cattaneo -.  La parità salariale, per esempio, sul fronte pratico, ma anche questioni assai più sottili come i pregiudizi radicati nella società sulla violenza sulle donne. Altrove le sfide sono ancora più fondamentali. E se il cammino da percorrere è ancora lungo, in questa mostra abbiamo cercato di raccontare i passi compiuti e di accendere una speranza per un futuro in cui a nessuno siano negati i propri diritti".
Stefauto vanta una lunga tradizione di imprenditoria al femminile - spiega Francesca Stefanelli, Direttrice Generale di Stefauto, storica concessionaria Mercedes Benz Bologna e main sponsor della mostra  - e ha voluto sostenere l’exhibition proprio come omaggio al ruolo delle donne in azienda”.

Women. Un mondo in cambiamento
A cura di Marco Cattaneo
Dal 15 febbraio al 17 maggio 2020
Chiesa S. Maria della Vita, via Clavature, 8-10, 40124 Bologna BO
Orari: martedì/domenica, ore 10.00 – 19.00
Ingresso: intero 10 euro, ridotto 8 euro
Informazioni mostra: tel. +39 051 19936343 - mail: esposizioni@genusbononiae.it

Te lo Faccio Vedere Chi sono Io!, decima serata di beneficienza in onore di Gianni Elsner

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Martedì 18 febbraio 2020 ORE 20,30 Teatro Brancaccio – Via Merulana 244 Roma

Antonio Giuliani, Andrea Rivera, Maurizio Mattioli, Dado, Agnese Fallongo e Tiziano Caputo, Rumba de Mar, Dani Bra, Shany Martin, Daniela Mei, Antonio Mezzancella, sono gli artisti che si alterneranno sul palco nel corso di Te lo Faccio Vedere Chi sono Io!,decimaserata di beneficienza in onore di Gianni Elsner, condotta da Luciano Lembo e Alberto Laurenti, che si terrà martedì 18 febbraio 2020 alle 20,30 al Teatro Brancaccio di Roma. 
 
Anche quest’anno la serata, giunta alla sua decima edizione ed organizzata dall’Associazione Gianni Elsner ONLUS, permetterà di raccogliere fondi a sostegno delle iniziative di solidarietà promosse dall’Associazione stessa, prima fra tutte il progetto dedicato alle adozioni a distanza in Paraguay.
Era il 1988 quando Gianni Elsner, attore e conduttore radiofonico nato a Merano ma romano di adozione, ebbe questa idea, sull’aereo che lo riportava in Italia dal Paraguay. Era andato a trovare il cugino missionario redentorista, Padre Attilio Cordioli. Nel corso del viaggio scoprì le condizioni precarie in cui i bambini facevano lezione, disegnando e scrivendo con bastoncini di legno sulla sabbia del fiume. Gianni ebbe un’intuizione: adottare a distanza quei bambini, chiedendo aiuto ai tanti ascoltatori della sua trasmissione, Te lo Faccio vedere chi sono io!, per acquistare il materiale che permettesse ai bambini paraguaiani di andare a scuola regolarmente. Nel corso degli anni il progetto è cresciuto in maniera esponenziale, dalle 50 adozioni iniziali, grazie alla fiducia che gli ascoltatori di riponevano in Gianni. Ogni anno, a gennaio, i Missionari vengono a Roma a incontrare i padrini italiani, a consegnar loro le pagelle e a permettere di rinnovare il sostegno economico. La famiglia di Gianni Elsner è diventata sempre più grande!
 
Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2009, è nata la Associazione che porta il suo nome e che, soprattutto, porta avanti il suo progetto.
Con l’aiuto e la generosità dei sostenitori, in più di 30 anni sono arrivati in Paraguay circa 130 container pieni di merce di ogni genere, sono stati aiutati circa 15 mila bambini, costruite 5 scuole, oltre a 120 aule in altre 50 scuolegià presenti, e sono state realizzate due grandi opere: nel 2006 è stata difatti inaugurata l’Università di Carapeguà e nel 2012 l’inaugurazione della Sala Polifunzionale multiuso intitolata proprio a Gianni Elsner. 
 
Dopo la morte di Gianni, l’Associazione ha anche deciso di organizzare una serata annuale di raccolta fondi. Le serate hanno sempre avuto un grande riscontro in termini di partecipazione, grazie agli artisti e grazie a coloro che hanno deciso di investire in una buona causa.
 
L’appuntamento con la decima edizione è quindi per martedì 18 febbraio 2020 alle ore 20,30 al Teatro Brancaccio, Via Merulana 244 – Roma.
 
Per informazioni e acquisto biglietti: www.associazionegiannielsner.it  - 3450624445
Per informazioni sulla storia di Gianni Elsner, sull’Associazione e le su attività: www.associazionegiannielsner.it 


Memoria ANIEF sul funzionamento del servizio scolastico nelle scuole statali italiane all’estero

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In occasione dell'incontro con i sindacati rappresentativi sul funzionamento del servizio scolastico nelle scuole statali italiane all’estero, Anief ritiene opportuno evidenziare come le scuole italiane all'estero siano un baluardo fondamentale per la promozione della nostra cultura e della nostra lingua nel mondo. 

Eppure un servizio di tale importanza - cui dovrebbe essere riconosciuto il giusto valore e la fondamentale funzione che svolge per un Paese che affonda le sue radici più profonde proprio nella tradizione storica e nella cultura della lingua - risulta, ad oggi, praticamente “abbandonato a se stesso”, vittima di una serie di norme che nel tempo si sono succedute e che hanno, in pratica, “ingolfato il sistema” rendendolo molto meno funzionale ed efficace sia dal punto di vista gestionale sia per quanto riguarda l'efficacia stessa dell'azione educativa e della formazione che si dovrebbe garantire. Anief ritiene opportuno evidenziare come sia indispensabile: L'immediata emanazione dei decreti di destinazione all'estero per l'a.s. 2019/2020 già in forte ritardo rispetto all'inizio delle regolari attività didattiche; Il ripristino delle graduatorie d’istituto per le supplenze dalle quali attingere per l'attribuzione dei contratti annuali sugli spezzoni orari non costituenti cattedra e per le sostituzioni dei docenti temporaneamente assenti, abolendo i contratti “locali”; La revisione dei requisiti per l'accesso alle destinazioni all'estero e la revisione del limite dei 25 punti per partecipare all’orale che va garantita anche ai docenti che hanno già svolto fino a 9 anni di servizio all’estero, riducendo da 6 a 3 gli anni che si devono assicurare per il mandato; La conferma della precedenza specifica per il rientro in Italia del personale; L'adeguamento dell'organico di sostegno alle reali esigenze anche per il personale da destinare all'estero; L'equiparazione del coefficiente di sede del personale scolastico a quello riconosciuto al personale dei consolati e delle ambasciate e l'adeguamento dell'indennità per i DSGA; In particolare, si tiene ad approfondire alcuni punti particolarmente critici nell'attuale normativa che disciplina il funzionamento delle scuole italiane statali all'estero: 

1. Ritardo nell'emanazione dei decreti di destinazione all'estero 
Dopo 5 mesi dall’avvio delle attività didattiche per l’anno scolastico 2019/2020 sono oltre un terzo i docenti che non hanno ancora preso servizio nella sede estera loro assegnata. Tali ritardi, di carattere burocratico, non possono non pregiudicare l'immagine dell’Italia nel mondo e ledono i diritti di quel personale scolastico che, dopo aver superato le prove di selezione, attende i decreti di destinazione all’estero ancora “bloccati”. Di conseguenza, dunque, le istituzioni scolastiche estere operano al momento con gravi carenze di organico e sono costrette a porre in essere interventi “provvisori” e non sempre efficaci per garantire quel fondamentale principio costituzionale che è il diritto allo studio di tutti gli alunni. 
2. Sostituzione del personale assente e attribuzione degli spezzoni orari 
Quanto riportato come “innovazione” nel D.Lgs. n. 64/2017 sta avendo, al contrario, effetti negativi sul funzionamento delle nostre scuole all’estero. L'art. 23 del D.Lgs. n. 64/2017 abolisce, ad esempio, le graduatorie d’istituto e le supplenze (da graduatorie d’istituto) per la sostituzione dei docenti assenti e per l'attribuzione degli incarichi su spezzoni di cattedra. L'innovazione normativa, infatti, prevede la possibilità di affidare intere cattedre di discipline dell’ordinamento scolastico italiano e tutti gli spezzoni non costituenti cattedra a docenti assunti localmente, a volte privi dei requisiti professionali necessari ad insegnare in una scuola italiana e non sempre formati sul piano educativo, didattico e organizzativo del nostro Sistema Scolastico. Tale prassi, autorizzata dalla norma, ha fatto registrare un abbassamento preoccupante della qualità dell’offerta formativa delle nostre scuole italiane all'estero. Questo ha comportato, nella prassi applicata dai singoli istituti, un obbligo, in pratica, per il docente individuato come “sostituto” di dover accettare un monte ore settimanale che va, nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, oltre le 18 ore contrattuali e raggiunge le 24 ore. Occorre ribadire che l’orario obbligatorio per i docenti, pur se assegnati all’estero, resta di 18 ore settimanali nella scuola secondaria e che tutti i docenti, precari e di ruolo, possono andare oltre questo monte ore solo su base volontaria e non, come sta succedendo negli ultimi anni, in base a un ordine di servizio impartito dal DS in violazione di norme contrattuali chiare e precise. 
3. Mandato nelle scuole italiane all'estero e accesso alla selezione 
Risulta fondamentale intervenire sul periodo di servizio da svolgere in territorio metropolitano tra un mandato e l’altro, riducendolo da 6 a 3 anni, per fare in modo che i 12 anni di servizio all’estero, previsti dall’articolo 21 del D.Lgs. n. 64/2017, siano concretamente fruibili. Il servizio nelle sedi italiane all’estero è da considerarsi mobilità e la partecipazione alle prove di selezione deve essere garantita a tutti i docenti con contratto a tempo indeterminato. Bisogna, quindi, superare quanto stabilito nell’intesa MIUR/OO.SS del 23 aprile 2018 sui requisiti e rivedere il limite dei 25 punti per accedere alla selezione e partecipare all’orale. Questa possibilità va garantita anche ai docenti che hanno già svolto fino a 9 anni di servizio all’estero, riducendo da 6 a 3 gli anni che si devono assicurare all’estero. 
4. Trasferimenti  
Risulta necessaria l’integrale applicazione di quanto riportato nell’articolo 144 del D.P.R. n. 18/1967, tutt'ora in vigore, riguardo il trasferimento per il personale in servizio nelle sedi particolarmente disagiate con diritto al trasferimento, a richiesta, dopo due anni di effettiva permanenza nella stessa residenza. Indispensabile appare, inoltre, che siano garantiti i trasferimenti anche dalle altre tipologie di sedi nel rispetto del CCNL di comparto. Risulta indispensabile, inoltre, che venga riconosciuta la specifica precedenza per il rientro dalla sede estera. 
5. Ripristino dell'indennità di rischio e adeguamento indennità per i DSGA all'estero
 Il “coefficiente di sede” fissato dal MAECI per tutte le sedi in cui il lavoratore ottiene il mandato risulta inspiegabilmente ridotto per il personale scolastico che dovrebbe essere equiparato, invece, al resto del personale in servizio all'estero. Si pone in essere, in pratica, una vera e propria disparità di trattamento economico a discapito del solo personale scolastico in servizio all'estero. Indispensabile risulta, inoltre, un adeguamento dell’assegno base per il calcolo della ISE dei DSGA, che risale alle tabelle retributive riprese dal CCNL 94/97. La retribuzione dei DSGA è stata man mano adeguata, infatti, alle maggiori competenze e responsabilità che le varie disposizioni di legge andavano attribuendo in capo ai DSGA. Se questa maggiore professionalità è stata riconosciuta dal Ministero dell'Istruzione per i DSGA in Italia, resta la perplessità sul mancato analogo adeguamento per i DSGA in servizio all’estero. Riteniamo, pertanto, legittimo avanzare richiesta di valutazione delle maggiori competenze e responsabilità con conseguente adeguamento dell’assegno base dei DSGA anche nel rispetto delle nuove funzioni attribuite proprio con l'innovazione del D.Lgs. n. 64/2017. 
6. Istituzione dei Consigli d’Istituto all'estero 
Con l’abolizione delle 'casse scolastiche', delle quali facevano parte anche i rappresentanti delle famiglie, è venuto meno il solo organismo plurale di programmazione economica delle scuole. Si chiede che vengano istituiti i Consigli d’Istituto anche all’estero con la convinzione che sia necessaria l’esistenza di un organismo plurale per la programmazione e la gestione delle risorse finanziarie, specie nelle scuole italiane all’estero dove l’utenza partecipa attraverso il pagamento diretto di una retta per il funzionamento della scuola. 
7. Lettorati con IEA 
Risulta necessario specificare con precisione gli incarichi aggiuntivi per i lettori in servizio presso i lettorati con IEA (Incarichi Extra Accademici) calcolando il monte ore necessario a svolgere tale incarico e fissandolo a 18 ore settimanali come per i docenti della scuola secondaria. Le ore eccedenti oltre le 18 ore settimanali, inoltre, dovrebbero essere calcolate e retribuite secondo gli stessi i parametri usati per le ore eccedenti svolte dai docenti in servizio presso le scuole italiane all’estero. 
8. Organico di sostegno adeguato alle effettive esigenze 
È evidente che il numero dei docenti di sostegno previsti nel contingente per le scuole italiane all'estero, pari a 17 unità, risulta assolutamente insufficiente rispetto alle reali esigenze. Il numero dei docenti di sostegno deve essere stabilito con cadenza triennale in funzione delle richieste delle scuole, adeguato anche alle previsioni di aumento di necessità nel medesimo triennio e scorporato e considerato come aggiuntivo rispetto al contingente di 674 unità. Si rileva, inoltre, un'esigenza particolare che riguarda il riconoscimento delle certificazioni estere per gli alunni con disabilità anche grave di nazionalità non italiana che hanno serie difficoltà a vedersi riconosciuto il loro giusto diritto a essere affiancati nelle attività didattiche dal docente di sostegno. Alcune certificazioni prodotte in Paesi dove insistono le nostre Scuole Statali, infatti, non vengono riconosciute dalle nostre Autorità con grave lesione del diritto inalienabile dell'alunno disabile. Indispensabile, dunque, appare che le autorità diplomatiche e/o consolari si attivino per riconoscere le certificazioni prodotte in tutti i paesi esteri. 
9. Organico di potenziamento nelle scuole italiane all'estero 
Apprezzabile l’introduzione di una quota di organico per il potenziamento dell’organico dell’autonomia, ma risulta, tuttavia, non coerente con la finalità dell’istituto del potenziamento previste dalla Legge 107/2015, la collocazione di queste cattedre all’interno del contingente scolastico assegnato, ad esempio, ai corsi di lingua italiana e ai lettorati. 

Racalmuto, l'1 marzo tavola rotonda sulla storia del culto di Santa Rosalia in Sicilia

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L'1 marzo 2020 alle ore 17 il Centro Culturale "Lo Bue", presso la casa dei ricordi in via Manzoni 53 a Racalmuto, presenta una tavola rotonda sulla storia del culto di Santa Rosalia in Sicilia. Saranno discusse le nuove acquisizioni della ricerca storica, attraverso i documenti trovati e studiati da Angelo Cutaia e Paolo Busub. 

Nel corso dell'evento, inoltre, sarà mostrata una reliquia della Santa. 
L'evento è stato promosso dallo scrittore Piero Carbone, che modererà il dibattito. 
Di seguito il programma:
Saluti:
Lia Lo Bue, presidente del Centro Culturale “Lo Bue”, scrittrice
Presentazione delle attività del Centro: Angelo Campanella, vicepresidente, scrittore

Interventi:
- Paolo Busub, autore del libro “Delia e Santa Rosalia. Tra devozione, culto e marchesato Lucchese", Assessorato alla Cultura di Delia e SiciliAntica, Delia 2019
- Pippo Perconti, presidente comitato festeggiamenti Santa Rosalia 2019
- Angelo Cutaia, cultore di storia locale

Modera: Piero Carbone, scrittore

Letture di Federica Piazza e Giulio Seminerio

Racalmuto, Concorso di poesia “Francesco Setticasi” dedicato al poeta inventore del sonetto sicano

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Il Concorso Letterario Nazionale “Francesco Setticasi” è stato ideato e fondato nel 2020 dal Centro Culturale “Lo Bue”, che lo ha promosso con la volontà di dare impulso alla città di Racalmuto e alla provincia di Agrigento e ricordare la figura dell’amico e poeta Francesco Setticasi scomparso il 26 dicembre del 2019 e inventore del sonetto sicano.
Alla base c’è l’idea che un valido progetto culturale e di diffusione della letteratura contemporanea possa servire a creare, nella società, un arricchimento del clima sociale mediante la promozione di una iniziativa concorsuale a dimensione nazionale per amanti della scrittura poetica.
La data di scadenza per l'invio delle poesie è il 31 maggio. 
Il concorso è diviso in due sezioni :sezione a per i giovani dai 12 ai 18 anni e sezione b per gli adulti. Per informazioni e per il bando del concorso visitare la pagina Facebook centro culturale Lo Bue.

Obesità infantile, Italia quarta in Europa

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I disturbi del comportamento alimentare sono un’emergenza di salute pubblica, nel corso del convegno di studi sui disturbi del comportamento alimentare che si è tenuto sabato 15 febbraio a Palermo, presso l’associazione culturale “Quarto Tempo”, in via Bara all’Olivella 67, è emerso che l'Italia è quarta in europa per l'obesità infantile. Sono stati analizzati differenti aspetti dell’etiopatogenesi, della diagnosi e della terapia dei disturbi del comportamento alimentare, dal punto di vista della prevenzione primaria, secondaria e terziaria.  
I relatori sono stati Angela Ganci, psicologo psicoterapeuta, Erika Maniscalco, psicologo, Antonino Leonardi, pedagogista, Maurizio Bongiovanni (che ha fornito tra le altre cose i dati dell'obesità infantile in Europa) biologo patologo clinico e Alessandra Landino, nutrizionista.  
Nel corso dell’evento è stato inoltre presentato il volume “Pianeta Salute”, attraverso la videoproiezione del reading dell’opera della dottoressa Angela Ganci, a cura di Giovanna Macaluso, compagnia teatrale Showlab, diretta da Enzo Carnese. 

Piccola Patria di Lucia Franchi e Luca Ricci al Teatro Argot di Studio di Roma dal 20 al 23 febbraio

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Dopo il successo dello spettacolo La lotta al terrore, andato in scena per 62 repliche in 50 città italiane, Lucia Franchi e Luca Ricci con la compagnia CapoTrave continuano a esplorare l’universo sociale e politico contemporaneo, firmando un nuovo lavoro: Piccola Patria, in scena al Teatro Argot di Studio di Roma, dal 20 al 23 febbraio, con Simone Faloppa, Gabriele Paolocà e Gioia Salvatori, interpreti della pièce. 

Ambientata nel nostro presente, in una cittadina di provincia non specificata, dove si sta per svolgere un referendum che decreterà l’eventuale autonomia dall’Italia, la vicenda si sviluppa su tre giorni: il giorno antecedente, il giorno stesso e quello successivo al voto. Il vorticoso climax di tensione innescato dall’imminente scelta politica fa emergere le contraddizioni individuali, familiari e sociali, che si palesano nella relazione tra i tre protagonisti. Quando si rompe qualcosa, altre lacerazioni si vengono a creare incidentalmente, e ogni rottura ne porta altre, sia nei rapporti tra le persone, sia interni alle persone stesse.

Lucia Franchi e Luca Ricci firmano uno spettacolo dalle tinte cupe che riflette su uno dei fenomeni del nostro tempo: la frammentazione in piccole patrie e l’incapacità della politica di comprendere le reali necessità dei cittadini. Nella stesura drammaturgica gli autori si sono ispirati alla vicenda storica della Repubblica di Cospaia, situata tra la Toscana e l’Umbria: un lembo di terra lungo 2 km e largo 500 metri che fu Repubblica indipendente dal 1440 al 1826, a causa di un errore di tracciamento dei confini da parte dei geografi della Repubblica di Firenze e dello Stato Pontificio. Per anni quella striscia di terra, che non doveva pagare tasse a nessuno, senza esercito, né carceri, ha conservato uno spirito indipendentista pieno di velleità e diffidenze verso l’esterno.


Note di drammaturgia di Lucia Franchi e Luca Ricci

Ci siamo chiesti più volte durante la scrittura perché avessimo deciso di raccontare questa storia, attraverso questi i tre personaggi di Caterina, Corrado e Lorenzo. Non volevamo prendere parte per nessuno di loro. Li capiamo tutti e tre, e li rispettiamo, anche se non condividiamo le scelte di nessuno dei tre. Non avremmo però votato “sì” a questo referendum, ma diamo il beneficio del dubbio a Corrado, come lo diamo a ogni politico che ci governa, anche se non l’abbiamo votato, fino a prova contraria. Capiamo bene Caterina che è stufa di tutto questo, che ha provato a ritornare, sentendosi però “isolata” e lontana, ma le sue ragioni non sono solo nobili, e non contribuirà a migliorare il suo paese. Lorenzo era un violento, e questo non lo possiamo approvare: mandare a fuoco una scuola è illecito, anche nella più veemente delle battaglie. In lui rivediamo, perché gliel’abbiamo data, la nostra rabbia, la nostra frustrazione nel vedere affermarsi un pensiero dominante in cui non ci riconosciamo; da lì nasce il suo restare in silenzio, ammutolito, mentre nessuna alternativa prende voce. Così pare che tutti siamo d’accordo con Corrado, oppure ritorniamo alle nostre isole, come Caterina, o non sappiamo che altro proporre, come Lorenzo. Davvero finisce così?
PICCOLA PATRIA
uno spettacolo di Lucia Franchi Luca Ricci
con Simone FaloppaGabriele Paolocà e Gioia Salvatori
e con la partecipazione in video di Alessandro Marini
scene e costumi Alessandra Muschella
disegno luci Pierfrancesco Pisaniregia Luca Ricciproduzione CapoTrave – Infinitocon il sostegno di Comune di Sansepolcro, Regione Toscana, Mibac

Marina Perini in "Madri" da "Quattro ritratti di madri" di A. Wesker, regia di Sandro Di Biagio

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In scena alla Sala Paolo Poli via Capitan Consalvo 2, 00122 Ostia Lido-Roma  dal 28 febbraio al 1 marzo 2020

"Madri"è un monologo intenso ed ironico capace di restituire attimi di vita quotidiana, piccoli e grandi pensieri che ci attraversano la strada e spesso non vediamo. Sono i pensieri delle persone con cui viviamo o semplicemente quelli di noi stessi, indaffarati a far altro. In scena si alternano quattro personaggi, tutti interpretati da Marina Perini, quattro madri profondamente differenti: Ruth, una madre single; Miriam una madre depressa/fallita; Naomi, una anziana ebrea mancata madre; Deborah madre “perfetta”, definita da Wesker madre terra. Quattro madri con le loro fragilità e debolezze che ci fanno pensare, sorridere ed emozionare. 
Scritti nel 1982 in forma di monologhi per una sola attrice, “Quattro ritratti di madri” è uno dei testi esemplari del drammaturgo londinese Arnold Wesker, scomparso nel 2016, un autore particolarmente attento ed efficace nel dipingere nei suoi lavori la fisionomia di donne che danno libero sfogo alle loro contraddittorie voci interiori. Nella commedia quattro donne/madri lontane fra loro sono spinte dallo stesso profondo senso di inadeguatezza con sé stesse, alla ricerca di qualcosa di introvabile…

Sala Paolo Poli
via Capitan Consalvo 2, 00122 Ostia Lido- Roma 
dal 28 febbraio al 1 marzo 2020 
venerdì e sabato ore 21; domenica ore 18
Info e prenotazioni: 0656320304 - 3484093777 (whatsapp)
biglietto: € 12 - (over 65 e under 12: € 10)
“Madri” 
da "Quattro ritratti di madri" di Arnold Wesker
interpretato da MARINA PERINI
regia di Sandro di Biagio
con interventi musicali dal vivo di Enrico Angarano 
L'autore
Arnold Wesker (1932-2016) è nato a Londra da una famiglia operaia ebrea, giunge alla notorietà con la trilogia teatrale rappresentata al Royal Court composta da Brodo di pollo con orzo (1958), Radici (1958), Parlo di Jerusalem (1960). Wesker è poi passato a un atteggiamento concretamente riformista, con opere dal carattere grottesco, autobiografiche in chiave simbolica o dove sono analizzati i rapporti d'amore: La cucina (1961), Patatine con tutto (1962), Le quattro stagioni (1965) e L'amico (1970).
Nelle ultime opere sembra specializzarsi in ritratti femminili la cui migliore riuscita è senza dubbio il volume “Atti unici per donne sole” del 1989 da cui è tratto “Quattro ritratti di madri”. 

L’attrice
Marina Perini ha iniziato la sua carriera di attrice nel 1991 con Francesca Satta Flores. Da allora, dopo aver studiato per tre anni presso la scuola stanislavskijana di Nino Scardina e aver frequentato alcuni seminari di approfondimento sul lavoro dell'attore, con Rocco Mortelliti, Hervé Ducroux, Tonino Valeri e Giovanni Veronesi, completando la sua formazione con la danza jazz (con Anna Cuocolo), salsa cubana, tango argentino e il canto con il maestro Osvaldo Guidotti e canto jazz con la maestra Sara della Porta. 
Cinema: nel lungometraggio “L’ultima ruota del carro”, regia di Giovanni Veronesi (2012), lungometraggio Fuori, ruolo secondario, regia Alfredo di Marco (2015). 
Ha partecipato come protagonista nei cortometraggi: ”Non è difficile”, regia di Francesco D’Ascenzo, “Fuori” di Alfredo di Marco,  “Di spalle” di Mario Parruccini, “Poeti, Santi e Maledetti” di M.Giovagnorio, “Unclaimed” di V.Mezzacappa 
In TV: “Solo una mamma” (Mediaset), regia di Giuseppe Toia, Fabrizio Lauri (2017),  "Sei forte maestro 2" (Mediaset), regia F.Giordani e C.Risi (2001), nel filmTV "Gioco con la morte" di M. Longhi (2000), Faccia a faccia per la trasmissione “EROI PER CASO” (Mediaset) (1998)
In Teatro ricordiamo tra gli altri: “Speriamo che sia femmina”, adatt. di M. Cesari dal film omonimo di Mario Monicelli, regia di D.Zapelloni (2019), “Fuga da Calipubber”, di Enrico Angarano,  monologo, regia di Lucilla Lupaioli (2018), “The Globe girls”, di Mauro Corsini, regia di D. Zapelloni (2017-2018), “Alice, la prospettiva delle regole”, testo e regia di Jessica Pacioni (2016), “Non sparate sulla mamma”, di Carlo Terron, regia di D.Zapelloni (2016), “Ahi, Carmela!, da José Sanchis Sinisterra, regia di D.Zapelloni (2014), “L’albero di Huelva”, di M.Giovagnorio, regia di Donatella Zapelloni (2010), “Camere da letto”, di A.Ayckbourn, regia di Ciro Melillo (2010), “Macbeth”, di W.Shakespeare, regia di Romano Talevi (2007), “La voce umana”, di Jean Cocteau, con la regia di D.Zapelloni (2006), “Re Riccardo III, di W.Shakespeare, regia di Romano Talevi (2005), “L’amante”, di Harold Pinter, regia di Ciro Melillo (2005), Madri da “Quattro ritratti di madri”, monologo di A.Wesker, regia di Ciro Melillo (2004-2006), “La signorina Papillon” di Stefano Benni, regia Ciro Melillo e M. de la Vallèe (2001-02), “BANG! Un giallo a fumetti!?!”  di Lorenzo De Feo, regia di Massimo Milazzo (2000), “Il percorso artistico”, regia di Giuliano Vasilicò, (1997), “La fuga” di L.Sclapari, regia di Giovanni Anfuso (1996-1997), “Gente in Aspromonte” da Corrado Alvaro, regia di F. Molè (1996-1997), “L’uomo, la bestia e la virtù” di Luigi Pirandello, regia di Nino Scardina (1996) 

Teatro, "La Mostra" Amanda Fagiani racconta frammenti
 di
 vita 
al
 femminile. L'intervista di Fattitaliani

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Il 27 febbraio 2020 alle ore 21,00 approda al Teatro Portaportese il divertentissimo one-woman show “LA MOSTRA - QUASI DEL TUTTO ESAURITA” con Amanda Fagiani, che intratterrà il pubblico in un'ora di spettacolo scritto da Giuseppe Della Misericordia. L'intervista di Fattitaliani.

Già a partire dal titolo presumo che dentro lo spettacolo ci sia una massiccia dose di ironia. È così? soprattutto sotto quale aspetto? 
L’ironiaèlingredienteprincipaledituttolospettacolo. Gli argomenti dellamiaMOSTRA#quasideltuttoesauritasonoconcreti,umani.Iltuttoèesasperatodasituazioniquotidiane, arricchitedaunafantasiadolce.Mipiacedefinirlacosìperchécredochealcune verità,se edulcoratedalla “leggerezza”dell’ironia,arrivinoadestinazionecondelicatezza:unmessaggioforte,consegnatolealmenteconconsapevolezza,eunsorriso.
Ha avuto qualche periodo nella sua vita in cui si è avvertita come "una mostra" o particolarmente esposta e sensibile ai giudizi altrui? Lo
 spettacolo
è 
in 
parte 
autobiografico.
 Ciò
 che 
“LA
 MOSTRA”
 racconta 
è
 quindi 
anche
 un 
po’
 mio. Il
 titolo 
vuole 
rimarcare 
l’eccesso
 di
 alcuni
 stati
 d’animo
 del
 sentire
femminile,
 giocando
 proprio 
sull’esagerazione; 
sul
 voler 
aggiungere 
colore
 e
fantasia 
a
 situazioni
 che
 appartengono
 a
 molti:
 alle 
donne
 e
 a 
chi 
con 
loro 
le 
vive.
Ed 
ecco
 “LA
MOSTRA
 #quasideltuttoesaurita”:
 trasformazione 
di 
un 
essere
umano, 
di
 genere
 femminile,
 prima
 dell’esplosione.
 Come
 quando
 s’insiste 
per
fare 
stare
 ancora
 roba,
 in
 una 
valigia
 che 
ormai
 è
 già
 stracolma.

 “La
Mostra”,
perché
 si 
racconta 
con
 tutti
 i
 suoi
 sali‐scendi;
 perché mentre 
lo 
fa, 
è
 liberamente
 abbandonata
 agli 
eccessi.
 “Quasi
 del
 tutto 
esaurita”
 e
 senza
 filtro.

 
In che cosa a livello generale le donne potranno identificarsi nei diversi passaggi del monologo?
Tra 
donne
 si
 dice
 spesso:
 “La 
giornata
 di
 una
 donna
 dovrebbe
 essere
 di
venticinque
 ore”.
 Ridere 
insieme
 di
 come 
potremmo
 apparire ‐ provate 
da
 questa
condizione -
agli
 occhi
 di
 chi
 ci
 sopporta,
 è
 il
 filo
 narrativo
 e
 umano
 che
 tiene
insieme il
 tutto:
 frammenti
 di
 vita 
al
 femminile,
 contornati
 dai
 tempi
 della
 vita
famigliare
 e 
viceversa.
Lo spettacolo è stato scelto da EDA Italia Onlus in occasione della giornata contro la depressione femminile: mi può illuminare sul fatto della depressione "di genere"? perché distinguerla da quella maschile? ha senso farne una classificazione in base al sesso? 
Sono 
d’accordo
 con 
lei
 sul
 fatto 
che
 non 
esista
 una 
depressione 
di
 genere.
 Lo
spettacolo
 
 scelto
 e 
inserito 
nell’ambito 
di
 una 
serie
 di 
convegni
 e 
incontri,
organizzati
 in
 più
 appuntamenti
 e 
in
 diverse
 giornate,
 a
 sostegno
 della 
ONLUS,
per 
la 
Giornata 
Europea
 della
 Depressione. 
La
 serata 
in
 cui 
ho 
portato
 in
 scena
 il
mio
 monologo 
comico,
 poi 
seguito
 da
 un
 convegno
‐ condotto 
dal
 Presidente
 della
 ONLUS 
Giuseppe 
Tavormina
‐
 era specificatamente
 dedicata 
alle
 donne.
I testi di Giuseppe Della Misericordia come fanno a calzare su di lei, sulla sua vita, sulle donne?
Giuseppe
 Della
 Misericordia 
è 
un 
premiato
autore,
 che
 scrive 
testi
 per 
molti
 famosi
 attori
e
 comici
 italiani. Ho 
la
 fortuna
 di
 conoscerlo
dai
 tempi
 del
 liceo
 e, 
avendo
 poi
 proseguito
su
 strade 
simili, 
ecco 
che 
è 
iniziata 
la
 nostra
collaborazione:
 abbiamo
 costruito 
insieme 
le
trame
 dei
 pezzi, 
che
 poi
 Della 
Misericordia 
ha
 composto
 ad 
hoc.
 L’assemblaggio
 dei
 testi
è 
stato
 fatto
 da
 me
 e
 su 
sua 
approvazione,
 ho
inserito
 anche
 una 
parte 
tutta mia. 
Così,
 è 
nato
 il
 copione
 dello 
spettacolo “LA
MOSTRA
#quasideltuttoesaurita”.
Ha visto altri one woman show di colleghe come Goggi, Melato, Cortellesi, Raffaele...?
Non
 ho 
avuto 
occasione
 di
 vederle
 dal
 vivo,
 purtroppo.
 Quando 
ho 
deciso
 di
preparare 
il
 mio monologo,
 queste
 Magnifiche 
Dee 
che 
ha
 nominato,
 con
 anche
Franca 
Rame, 
Ottavia
 Piccolo,
 Lella
 Costa...
 sono 
state 
la
 mia 
fonte
 d’ispirazione
 assoluta.
 Ognuna
 di
 loro
 ha 
Spessore,
 ha 
le
 proprie
 caratteristiche 
interpretative e
 narrative. 
Ciò
 che 
più
 di
 tutto 
mi
 ha 
illuminato, 
è
 che
 tutte 
hanno
 la 
capacità
 di 
rapire 
l’attenzione 
dello 
spettatore, di
 travolgerlo
 nella
storia,
 attraverso
 una 
sorta
di
 “Semplicità
 Quotidiana”.
 Ben
 lontana
 dal
 finto 
brillio
 ampolloso,
 che
 spesso 
invece 
caratterizza chi
 ancora
 non 
brilla; 
e
 cerca
 quindi
 di
 riempirsi
 di 
ego.
 La
 vera
 capacità sta
 nel
 rendersi
 conto
 che in realtà,
 la 
Quarta
 Parete 
non 
c’è.
LA MOSTRA 
#quasideltuttoesaurita 
Con AMANDA FAGIANI
Testi di Giuseppe Della Misericordia

Un monologo comico, brillante, un’ora di spettacolo che tiene incollati gli spettatori, con il suo ritmo vivace. Spettacolo ironico, divertente, leggero nel suo essere vero. Poetico. 
A tratti, paradossalmente surreale. 
Proprio come gli esseri umani... 
 LA MOSTRA #quasideltuttoesaurita è una lei.
Una lei e... il suo tempo, che è sempre troppo poco. 
Il figlio, il marito, il lavoro 
la difficoltà di coesistere in una società ancora tanto patriarcale.
In una società sempre più lontana dalle “relazioni reali” e dai rapporti umani.
Una società che vive “l’essere diversi” con fastidio, intolleranza, arrivismo e competizione.
 Saper arrivare a sorridere di fronte alla consapevolezza della diversità, significa saper  accogliere.
Significa, saper amare.
E... “Amare qualcuno è fa-ti-co-so!”  Cimentarsi nel farlo è la vera prova di coraggio.
Il pubblico si ritroverà a ridere a crepapelle e a sorridere, ad emozionarsi e a riflettere, mentre “si guarda allo specchio”.
Spettacolo scelto da EDA Italia Onlus in occasione della giornata contro la depressione femminile. Per questa occasione,  é stato rappresentato a Milano il 24 ottobre 2018.  Nel 2019 conta una decina di repliche, nel Nord Italia.
TEATRO PORTAPORTESE
Via Portuense 102 – Roma Tel.065812395
BIGLIETTI INTERO 15,00 EURO (13,00 EURO +2,00 DI TESSERA)
RIDOTTO 12,00 EURO (10,00 + 2,00 DI TESSERA)


Libri, “Sto bene, grazie”: la meravigliosa storia a lieto fine di Michela D’Adamo

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Cosa succede nella vita di una persona quando un evento inatteso arriva prepotentemente a sconvolgere priorità, certezze e aspettative?

La malattia ti costringe a rimescolare le priorità, ovunque tu sia, qualsiasi cosa tu stia facendo. Il puzzle della vita si ricompone in un nuovo disegno che non confeziona promesse, ma ti apre gli occhi al suo miracolo, ti invita a seguirla senza fare domande e ti esorta ad arricchire il suo battito di gratitudine e speranza.
Dieci anni fa Michela D’Adamo lascia l’Italia per seguire l’intuito e l’amore in Canada. È sotto il cielo di Montreal, dall’umore instabile e dai colori minacciosi, che inizia a scrivere un diario, per raccontare con leggerezza e ironia la sua esperienza in terra straniera. Fino al giorno in cui la diagnosi di due tumori la costringe ad affrontare la sfida più grande.
Le pagine del suo diario, raccolte nel libro “Sto bene, grazie” per Mind Edizioni, spaziano tra il Canada, il Texas, la California, la Francia e l’Italia, intrecciandosi in una trama avventurosa di episodi. La testimonianza autentica di un percorso di lotta e crescita interiore che trova nella medicina integrata un tassello fondamentale verso la guarigione.
“La malattia aiuta a comprendere la vita e il suo mistero. Michela, impeccabile, ha imparato a vivere nonostante. Procedendo a passi lenti, ma instancabili. Nonostante…” (dalla prefazione di Massimo Citro, medico chirurgo e psicoterapeuta).
MICHELA D'ADAMO è operatrice turistica, massoterapista e posturologa. Appassionata sportiva, amante della natura e cultrice del benessere psicofisico, crede che la medicina tradizionale debba iniziare a integrarsi con altre metodologie per potenziare i propri effetti e migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici. Sua è l'iniziativa "Feel Your Life - Sapere è salute" per divulgare notizie, spunti e informazioni medico- scientifiche utili.

Michela D’Adamo, Sto bene, grazie

Mind Edizioni, pagine 176, 14 euro

www.mindedizioni.com

PAOLO PALUMBO: esce il 18 febbraio "IO SONO PAOLO" il singolo presentato al 70° Festival di Sanremo

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Da martedì 18 febbraio arriva in radio, sulle piattaforme streaming e negli store digitali "Io sono Paolo" il nuovo singolo di Paolo Palumbo, che combatte da anni con la SLA, prodotto da Daniela Tripodi per Cristiani Music Italy.

Presentatosi alle selezioni di Sanremo Giovani 2020, Paolo colpisce da subito la giuria e Amadeus, che l’ha fortemente voluto come ospite d’onore al 70° Festival di Sanremo, dove ha commosso il pubblico con il brano "Io sono Paolo", cantato grazie a un sistema di riproduzione vocale.

La canzone scritta da Paolo in collaborazione con Cristian Pintus, parla della sua malattia nel senso più duro. Nel testo il cantautore parla anche dei sacrifici quotidiani che fanno le famiglie, come la sua, per combattere questa malattia: il fratello Rosario rappresenta le sue braccia e il padre le sue gambe.

«Il brano nasce dalla voglia di raccontare la mia esperienza di vita e la vita di tutti i guerrieri come me. È un inno alla vita nato dalla mia voglia di combattere e diffondere un messaggio di vita e speranza», commenta Paolo Palumbo.

«Ho conosciuto Paolo grazie ad un brano che ho scritto dal titolo "Un motivo in più" dedicato a mio padre, venuto a mancare 6 anni fa a causa di una malattia neurodegenerativa. Raccontavo le nostre giornate difficili, la nostra sofferenza, la speranza di trovare una cura. Paolo rimase colpito perché quel dolore lo viveva sulla sua pelle. Ci siamo visti per la prima volta a casa sua quando passai a trovarlo, non vedevo l'ora di conoscerlo. Si respirava un profumo speciale, il profumo dell'amore, una famiglia bella forte e unita. Da subito c'è stata un’intesa incredibile.» - afferma Cristian Pintus - «La sofferenza ci ha unito, abbiamo raccontato la sua storia nel modo più semplice e pulito, senza mai cadere nel vittimismo. Paolo è una persona speciale. La vita mi ha portato via un padre troppo giovane, ma mi ha regalato un fratellino. Non pensavo potessimo arrivare così in alto, mi ha insegnato che nulla è impossibile e Sanremo ne è stata  la prova».

Nel brano viene menzionato come “ridare il gusto ai malati”, un’importantissima invenzione che distingue Paolo nel suo ambito: un’essenza ottenuta attraverso la cucina molecolare che permette - se messa su un tampone per la pulizia orale - di far riprovare i sapori dei piatti complessi a chi soffre di disfagia. (www.saporiacolori.it)

Paolo sarà impegnato in giro nelle scuole italiane con la sua canzone "Io sono Paolo" per sensibilizzare i giovani a non fare uso di alcol e droga e insegnare a loro ad "AMARE LA VITA".

Nato a Nuoro nel 1997, Paolo combatte da anni con una malattia che ha cambiato il corso della sua vita: la SLA.

Chef acclamato, dopo la malattia, decide di scrivere in musica i suoi sentimenti, nonostante la sua voce sia stata bloccata dalla malattia. Grazie a un comunicatore vocale, infatti, Paolo riesce ad esprimere la sua musica, con la quale fa emozionare il grande pubblico.

«Nell’estate 2015, da un momento all’altro, è successo qualcosa di strano: ho cominciato a perdere gli oggetti dalla mano destra. Le cose più leggere mi sfuggivano dalle mani, senza che le diagnosi dei medici portassero a nulla. In un primo momento si pensava ad una lesione del plesso brachiale, tant’è che sono stato operato ma senza ottenere miglioramenti» - dichiara Paolo - «Dopo mesi di diagnosi che non hanno portato a niente, ecco emergere la dura verità, pochi giorni dopo il mio 18esimo compleanno: da quel momento in poi la SLA sarebbe diventata il mio nemico numero uno».








ANTICORPI: nuovo appuntamento per il VOTA ESTINZIONE TOUR 2020, una grande festa a tema medical per esorcizzare la paura del virus

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Nuovo appuntamento per il Vota Estinzione Tour 2020 degli Anticorpi. In una speciale serata dedicata all’estetica medical, la band sarà in concerto venerdì 21 febbraio alle ore 22.00 al Decadence di Bologna  
È  attualmente in radio “Curami” (Cazzimma Dischi/Believe)il nuovo singolo degli Anticorpi, che reinterpretano in chiave elettronica il brano della storica band dei CCCP.

Il brano “Curami”, che anticipa l’album “Vota Estinzione” in uscita il 25 aprile, è una danza intensa, intima ed elettronica, che si articola nella voglia di avere qualcuno che ci stia vicino, che guarisca le nostre ferite, che ci protegga da minacce anche future ("Verranno al contrattacco con elmi ed armi nuove/ma intanto adesso curami") insieme all’esigenza viscerale di rendere questo bisogno reciproco ("Che ti venga voglia di me").

Virginia Jukuki Capoluongo è l’autrice del videoclip del singolo (visibile al seguente link: https://youtu.be/DrLKy4_51F0). Nella clip sono state utilizzate centinaia di confezioni, blister e farmaci sfusi raccolti durante il party di lancio della band.
«Attraverso la tecnica “stop-motion” farmaci, pillole e bugiardini si muovono, ballano e vivono costruendo ambienti, vicende e immaginari umani con una ironia che sembra sottolineare che le vere medicine (per noi stessi e per gli altri) siamo proprio noi», commentano gli Anticorpi.

Il Vota Estinzione Tour 2020, partito il 25 Gennaio vedrà la band suonare anche in Europa e negli States. Dopo la data del 31 Gennaio a Roma, ecco i prossimi concerti: 21 Febbraio Bologna, Decadence; 27 Febbraio Berlino, Oblomov; 14 Marzo Teramo, Sound. (calendario in aggiornamento)

Anticorpi è una band electropop che punta a unire musica elettronica intelligente,veloce e intensa con testi molto ricchi e coinvolgenti, ben concepiti, ironici e provocatori.
L’estetica della band è interamente medical. Dal vivo indossano camici medici personalizzati, strumenti musicali bianchi e agili installazioni medico-futuribili realizzate grazie a una factory di videoartisti e graphic designer che collabora con Anticorpi.
Il gruppo punta molto sulle performance dal vivo: frontali, veloci e cariche di energia e coinvolgimento. I membri della band sono tre: due “in carne ed ossa” ed Electra, frontgirl virtuale che dal vivo canta e interagisce tramite animazioni in uno schermo verticale posto tra gli altri due membri. I primi singoli della band sono “Lavastoviglie” e “Curami”. Il 25 aprile uscirà il nuovo album “Vota Estinzione”.

Giovanni Di Iacovo, autore di sei romanzi (tre tradotti in inglese e dall’ultimo è stato tratto un film), sceneggiatore televisivo (Rai Due) e per il cinema, è stato Assessore alla Cultura di Pescara e poi Vice Sindaco con delega alla Crescita culturale.
Ha pubblicato numerosi saggi di letteratura e di musica, docente di Letteratura Contemporanea e docente di storia della musica elettronica presso Master di Musica e Teatro (Università D’Annunzio) e cantante della band Aural Smog.
Vive tra Pescara e Berlino dove da oltre venti anni è dj di musica elettronica (con il nick Der Vescovo). É tatuatore e piercer professionista e docente al corso di formazione europeo per tatuatori e piercer.

Arnaldo Guido, sviluppatore software, speaker, produttore musicale, event manager, autore di canzoni. Ha diretto l’e-magazine MusicaItaliana.com per oltre 15 anni, ha fondato e gestito l’underground dance club ‘Tipografia’ con migliaia di presenze a weekend e dj internazionali.
Ha prestato la sua voce a diversi programmi radio e televisivi, spettacoli teatrali, reading letterari, festival musicali (IndieRocket, Future Days), giochi elettronici.
Ha co-prodotto il secondo film del regista Berardo Carboni “Vola, Vola” ambientato sulla piattaforma Second Life e tre album di musica house tra i quali “DeepChoice EP One” (Universal Music) attualmente in ristampa.

Electra, voce e leader di Anticorpi. Infermiera virtuale la cui voce è presente nei brani e che nei live canta e interagisce tramite animazione trasmessa in un apposito schermo verticale sul palco accanto agli altri due Anticorpi.

Nurse X, dancer professionista in abiti da infermiera che dal vivo esegue performance di danza durante i brani.








Milano, ONCE A DAY GIVE YOURSELF A PRESENT: Live Performance di Angelo Orazio Pregoni 19 marzo

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Il terzo lavoro di “antropomorfismo olfattivo” della storia Angelo Orazio Pregoni, sinestetico puro, pittore e perfume maker di fama internazionale, si esibirà presso il CnC HUB nella Milano dei Navigli in una performance intensa e rivelatoria, che culminerà con la creazione della terza opera d’arteA L’OMBRA DELLA MADONNINA.
Dopo il rivoluzionario Please don’t touch me, e il crudo The Eaters and the Haters, Angelo Orazio Pregoni giunge alla terza esibizione live e alla realizzazione del terzo lavoro di “antropomorfismo olfattivo” della storia. Attraverso un’opera artistica di denuncia sociale, Pregoni contagia creando anticorpi per la coscienza, svelando la natura autentica della donnae andando oltre i concetti di modella, telo e rappresentazione. Il Naso fonde etica ed estetica con un dripping di profumi, per diffondere un potente messaggio. Suscitando emozioni inaspettate, reazioni estreme e stimoli multisensoriali è il Deus ex machina, lui condiziona, decide, induce e rivela. Il suo dipinto è una realistica rappresentazione della condizione sociale della donna: spirito libero, ma bloccata dal costante non riconoscimento dei propri diritti, e intrappolata dalla morale comune e dalle ipocrisie del mondo contemporaneo.
Il nudo femminile bendato è tuttavia espressione di autodeterminazione, contrapposto alla costrizione dei vincoli di un adamitico maschilismo. Nelle prime due opere d’arte si è definita una nuova gestualità pittorica, già diventata iconica. L’avanguardia stilistica attinge da un passato naturalista ed espressionista, per svelare una meta-realtà dai contorni ben definiti. Nella seconda tela, PANE PRO CAPITE - Mensa di Guerra Piazza Diaz, la posizione delle gambe e il pane poggiato sul grembo femminile sono un inequivocabile simbolo di fecondità e nutrimento.
Il riferimento alla mensa di guerra, una delle 16 aperte dal Comune durante la Seconda guerra mondiale, rimanda al ruolo attivo della donna che si doveva recare a ritirare il pane pro capite, per la singola famiglia. Mentre all’uomo era riservato il ruolo di soldato, di assassino, alla donna spettava il ruolo di portatrice di nutrimento, di vita. Ogni singolo capolavoro di Pregoni subisce una caratteristica conclusione rituale: per emarginare una volta per tutte il corpo della donna dalla società, e per rilevare la sua anima oltre alla sua bellezza, l’artista lascia che sia il caso a determinare la formazione di maculazioni frutto di dripping e pennellature di pregiate essenze profumate, in una sorta di trance performativa dal carattere fluxus. Screziature che circondano la forma dipinta come un’aura, conferendo al dipinto un’identità originale e irripetibile. La creazione artistica è la nascita di un profilo olfattivo e visivo tridimensionale permanente, la genesi di un’opera sinestetica.

Un ciclo artistico mistico e irreligioso.
Il 19 marzo, in un ambiente sospeso tra reale e irreale, creato dallo scultore e scenografo Marco Ventura, sarà completato davanti al pubblico il terzo dipinto del percorso artistico di Pregoni: A L’OMBRA DELLA MADONNINA.

Location
CnC HUB
Alzaia Naviglio Grande 10820144, Milano

Installazione di Marco Ventura
Ingresso gratuito

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Smako Acustico presentano "Il cartello", album profondamente politico e di parte. L'intervista

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Un’immagine: un party notturno. Un party funebre? Gli inconsapevoli e il sistema. “Il Cartello” è Dracula nel 2020, è il narcotraffico di Don Winslow, è il tossico di giorno che nessuno ascolta. Asia zone atomiche, il pericolo dei nuovi barbari. Una quotidianità che soffoca, generazione’80 schiava e regina del mondo osserva il paesaggio e il passaggio  dei suoi quarant’anni. “Il Cartello” è nichilista, ma un nichilismo che agisce consapevole. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza.
Parlateci del nuovo album. Che impronta avete voluto dargli?
L’album è profondamente politico e di parte. Parla di attualità narcos e muri, prove di forza nei porti. Dalla decadenza del potere al potere della decadenza. Ma il punto è l’ironia e te lo racconto senza nessuna predica. E’ un disco più per la rivolta che per la predica.   
Quali sono i vostri cantanti di riferimento?
Per questo disco i Molotov, i CCCP, Coltiverò l’ortica de Il Pan del Diavolo, Tony La Muerte.

Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?

I live a Monaco per strada nel 2000.

Invece quella mai fatta e che vi piacerebbe fare?
Un tour nei club dell’est Europa e prima o dopo lo facciamo…
Progetti futuri? un tour?
…già deciso, sciogliamo la band e andiamo a fare cose in Svezia.


Prima foto di Alessandro Colombara
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