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Agrigento, il 29 luglio si presentano i libri di Pascal Schembri e Simona Mancuso

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Venerdì 29 luglio presso il Circolo Culturale Empedocleo di Agrigento saranno presentati i seguenti due libri.

Schede
Il Burraco delle signore grigioverde di Pascal Schembri

“Se quella leggenda si era dimostrata reale, ora si trattava di imprimere alla realtà una deriva che invertisse la direzione di tutto il male procurato, verso un bene continuo, inestinguibile”.
Alle serate romane delle signore benestanti che si trovano per giocare, per stare insieme, nascondendo o rivelando trascorsi deludenti di passioni soffocate sotto la cenere degli anni, si alterna la vicenda di una ragazza che non conosce il proprio passato e che dovrà perderlo interamente prima di riappropriarsene. 
Il dissolvimento totale di se stessa, la scoperta e la fine dell’amore, il tormento della prigionia e l’insanabile ferita del lutto sono le dure tappe della sua formazione personale.
Tra il thriller e il romanzo rosa, come spesso accade nella narrativa di Pascal Schembri, s’insinua una nota di tensione sociale, un tocco d’indagine sull’amore e su certe usanze del meridione italiano, sull’inquadramento storico di una organizzazione sovranazionale come “Il Clan”, composta da famiglie in continua faida, sprovviste di scrupoli e dedite ad affari d’ogni genere. E che relazione c’è tra essa e la comunità femminile delle giocatrici di Burraco che tutte le settimane si riuniscono per ammazzare il tempo?

                                                                L’autore

Agrigentino residente a Parigi, Pascal Schembri esordisce in Italia nel 2008 con il romanzo Il miracolo di San Calogero, seguito presto dal giallo Macelleria siciliana, dopo aver pubblicato in Francia e nel Belpaese, sotto vari pseudonimi, libri inchiesta sulla violenza coniugale,Perché gli uomini picchiano le donne,G H B la droga dello stupro,Femminicidio e romanzi sulla libertà sessuale e di opinione.
In ambito biografico ha pubblicato saggi su Françoise Sagan, Ennio Flaiano, Marilyn Monroe, Mario Monicelli e Édith Piaf.
Premio Telamone 2014, Pergamena Luigi Pirandello 2015.

***
Io sono più forte di Simona Mancuso e Pascal Schembri

Un romanzo a quattro mani, che combina la fresca fantasia di Simona Mancuso, qui alla sua seconda opera, con l'esperienza narrativa del suo mentore Pascal Schembri. Un thriller che coniuga giovinezza e maturità in una miscela sorprendente di suspense, inchiesta sul disagio adolescenziale, sulla piaga dell'anoressia, e riflessione mozzafiato sul difficile rapporto tra genitori e figli.

Ispirata a una storia realmente accaduta la vicenda si snoda tra azione e riflessione, tensione e sentimento, come il più classico dei thriller.
Una ragazza viene bloccata da uno sconosciuto al cinquantaseiesimo piano della Tour de Montparnasse, a Parigi. Un ordigno è fissato al suo collo tramite un antifurto da bicicletta. Mentre le forze dell’ordine tentano di liberarla, la vita della protagonista si dipana insieme a tutti gli elementi necessari alla soluzione del mistero.

“Il suo corpo è così sottile che se ne intravvede lo spirito”.
“Maurine fugge la banalità più del burro”.
La descrizione della protagonista attraverso gli occhi di uno dei personaggi ben definisce la figura dell’esile Maurine, sedicenne costretta a confrontarsi con la brutalità dell’esistenza in una situazione emozionante che ne fa brillare tutte le qualità.
Il thriller di Simona Mancuso e Pascal Schembri unisce alla forza della suspense la profondità del ritratto moderno di un’adolescenza problematica. Alle domande classiche del genere - chi ha aggredito la ragazza ponendola in una situazione al limite della sopportazione psicofisica e perché l’ha fatto - gli autori rispondono con precisione impressionista, lasciando al lettore libertà di movimento nel ricostruire la sequenza dei fatti, delle cause e degli effetti, alimentando il gioco delle conseguenze con gli elementi ambigui dell’enigma perfetto.

La Mancuso e Schembri architettano un meccanismo a orologeria che non si esaurisce nel suo epilogo, ricaricandosi di significati e conclusioni che esorbitano dal testo per proseguire nella coscienza e nell’intelligenza del lettore.

Simona Mancuso 

Ha esordito da sedicenne molto determinata, con Tre metri sopra il muro R & J Jerusalem, una miscela letteraria
tra passione amorosa e impegno sociale.
Sin da piccola aveva pensato che sarebbe diventata un chirurgo, ma ultimamente sta valutando l’idea di arruolarsi nell’esercito, non appena avrà conseguito la maturità scientifica.
Ama disegnare ritratti classici o caricature. Pratica la pallavolo, il tennis ed è cintura nera di karate.
Le sue idee sui coetanei mutano rapidamente, come cambia il suo orizzonte di ragazza riflessiva e dinamica.
Pascal Schembri
Agrigentino residente a Parigi, esordisce in Italia nel 2008 con il romanzo Il miracolo di San Calogero, seguito presto dal giallo Macelleria siciliana, dopo aver pubblicato in Francia e nel Belpaese, sotto vari pseudonimi, libri inchiesta sulla violenza coniugale, Perché gli uomini picchiano le donne, G H B la droga dello stupro, Femminicidio - Loro si sono salvate e romanzi sulla libertà sessuale e di opinione.
In ambito biografico ha pubblicato saggi su Françoise Sagan, Ennio Flaiano, Marilyn Monroe, Mario Monicelli, Kennedy e Berlusconi, Edith Piaf e Vittorio Sgarbi. 

GIÒ SADA, primo album di inediti anticipato in radio, dal 2 settembre, con il singolo "Volando al contrario"

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È fissata per il 2 settembre la radio date di “Volando al contrario”, il singolo del vincitore di X Factor 2015 GIÒ SADA che anticiperà il lancio del suo primo album di inediti previsto per metà settembre.
Sono trascorsi 9 mesi per dar vita a un progetto discografico unico nel suo genere e che ha richiesto un accurato percorso produttivo affichè il risultato finale fosse un album che rappresentasse quanto più possibile il mondo sonoro di Giò e non lo snaturasse rispetto alla sua verve rock.
I brani sono stati scritti e composti da Giò insieme alla sua band BariSmoothSquad, al compositore Stefano Milella dei Fabryka/Big Charlie e a Matteo Palieri (aka Ganzo); la produzione è stata invece affidata a due teste di serie del panorama musicale italiano, Luca Rustici e Luca Chiaravalli. 

Biografia:

Figlio di un musicista e di una danzatrice, Giò Sada viene incoraggiato a sviluppare una propria personalità artistica fin da bambino. Il background familiare di contaminazione tra le arti lo porta da subito a espandere le proprie potenzialità artistiche in diverse direzioni: è musicista, cantautore, compositore, attore, perfino youtuber, in contesti del tutto diversi ma sempre mantenendo il proprio tocco personale e caratteristico.
Musicalmente, Giò cresce nel panorama dell’underground indipendente punk hardcore, formandosi una solida esperienza di palco e una forte consapevolezza della propria identità live. Con i Waiting For Better Days e i BariSmoothSquad gira in furgone l’Italia e l’Europa, con più 300 date live su ogni tipo di palco, da quelli dei grandi festival europei fino ai piccoli club, ai centri sociali, agli squat.
Nel 2015 partecipa a X-Factor Italia, vincendo con il suo primo singolo Il rimpianto di te (scritto dallo stesso Giosada con l’intervento di Pacifico e prodotto da Antonio Filippelli e Fabrizio Ferraguzzo), diventato disco d’oro in sei settimane. Nonostante il contesto del tutto anomalo rispetto al suo background, Giò porta all’interno del programma televisivo tutta la sua personalità e il suo mondo. Il Giò Sada hardcore non si ammorbidisce per costruire un personaggio più gradevole al grande pubblico, ma diventa il mezzo con cui un’intera scena underground irrompe nel mainstream, portando il pubblico idealmente con sé in sale prova umide e tour disagevoli in furgone in giro per l’Europa.
Oggi Giò Sada è un musicista curioso e propositivo, che non ha paura di mettersi in gioco e contaminarsi alla ricerca di stimoli artistici sempre nuovi; in più, ha una diversa consapevolezza di se stesso e della propria musica, data dal contatto e dal supporto del grande pubblico.
Ne è dimostrazione “Nowhere Stage”, il format lanciato da Giò e la sua band su Vevo che li vede andare alla ricerca di location inedite, urbane, posti abbandonati e dismessi o normalmente non aperti al pubblico per allestire piccoli live, anche acustici, con ospiti d’eccezione.

Foto di Daniele Notaristefano

Festival Segreti D'Autore, il 28 luglio "L'agnello di Dio" spettacolo teatrale di e con Angelo Colosimo

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Nel cuore di Valle Cilento, il cui centro è designato dalle splendide architetture di Palazzo Coppola, edificato tra la seconda metà del 1700 e gli inizi del secolo successivo, con la sua quattrocentesca torre quadrangolare, si svolgerà, il 28 luglio, il quarto appuntamento con Segreti d’Autore.

La serata del Festival si aprirà conStoria e archeologia nell’area del Monte Stella, tra culti, riti e architetture, un incontro con l’archeologa Giovanna Baldosui misteri del centro preistorico cilentano situato sul Monte della Stella.
Seguirà L’Agnello di Dio, spettacolo teatraledi econAngelo Colosimo,attore di origini calabre che con questo testo è alla sua seconda drammaturgia. Il monologo,diretto da Roberto Turchetta, racconta la storia di una vittima. “Fare la vittima è un modo come un altro per sentirsi speciale – scrive il regista-è un’estetica, un linguaggio del bello, molto particolare, che mette al centro del piacere la propria distruzione. È la storia di un essere che chiede pietà e canta.”
La serata sarà introdotta da Elisabetta Nepitelli Alegiani.
Per l’intera durata del Festival, Palazzo Coppola ospiterà tre mostre: L’arte della scena, disegni e progetti dello scenografo Carlo Savi; Storie e Segreti, scatti di Armando Cerzosimo; Ritratti, dipinti di Romeo Civilli.

L’ingresso agli eventi è gratuito.

Si ringrazia il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni per la collaborazione.

Informazioni:



Boom di "tattoo-changing" in estate, si pentono 6 tatuati su 10: la top10 dei più cancellati

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Riescono a perdonarsi qualche chilo di troppo, sopportano le smagliature e a volte non fanno caso ai peli superflui, ma i vecchi tatuaggi di cui si sono pentiti proprio non riescono a tollerarli.
Rappresentano infatti il 57% del totale dei tatuati che si pentono di un tatuaggio sulla propria pelle prima delle vacanze estive, un esercito di persone che ricorre sempre più spesso alle sedute laser per eliminare o modificare un tattoo di cui si vergogna, seguendo la tendenza internazionale del “tattoo-changing”, che in estate diventa ancora più forte e diffusa. Un pentimento che porta, secondo l'Istituto Superiore di Sanità, circa il 30% dei 7 milioni di tatuati italiani alla rimozione o alla modifica del tatuaggio. Dei 6 “tattoo-pentiti” su 10 ben il 41% vuole sostituire il tatuaggio, mentre il 34% lo vuole modificare, mentre il 25% se ne vuole proprio sbarazzare, per fini estetici (38%), per vergogna (35%) o per eliminare definitivamente un ricordo da lasciarsi alle spalle (28%). Nella speciale top 10 dei tatuaggi che hanno provocato più pentimenti, le iniziali degli ex (61%), quelli disegnati male dal tatuatore (45%) e i tatuaggi fatti con vecchi amici che ora non si sopportano più (41%). Tra i “tattoo-pentiti” ci sono le donne (54%), che battono gli uomini (46%), soprattutto manager e professionisti nella fascia 30-40 anni (65%).      

É quanto emerge da uno studio condotto da Quanta System Observatory effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 2000 italiani di età compresa tra i 18 e i 60 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, per scoprire quali sono le ultime tendenze del momento nel campo dei tatuaggi e quali sono quelli più cancellati o modificati prima della prova costume.

“L’80% della mia attività clinica è rappresentata da pazienti che si sono pentiti del loro tatuaggio – sottolinea il dermatologo Valerio Pedretti, esperto in rimozione di tatuaggi dello studio medico Ink Removal Milano – Il tatuarsi è una moda e, come tutte le mode, tende a stancare le persone. Questo sentimento tocca sia gli uomini sia le donne, la differenza è che solitamente la donna si pente del soggetto mentre l'uomo delle dimensioni del tatuaggio. Per intervenire sui tatuaggi utilizzo il laser ai picosecondi Discovery Pico di Quanta System, una tecnologia tutta italiana che permette, grazie ad un reale effetto fotoacustico la frammentazione del pigmento in polvere, una vera svolta rispetto ai laser di precedente generazione che frammentavano l’inchiostro in granuli, Con questa nuova tecnologia è possibile una più rapida rimozione del pigmento da parte dei macrofagi che lo veicolano al sistema linfatico. In media si va dalle 3 sedute per lo schiarimento alle 7/8 per la rimozione completa”.

Milioni di tatuati in tutto il mondo si affidano quindi agli specialisti in Medicina Estetica esperti di tecnologia laser per sostituire o modificare i tattoo di cui si sono pentiti. Ma quali sono i 10 tatuaggi di cui le persone si pentono prima delle vacanze estive? Al primo posto, per distacco, le iniziali degli ex o i loro nomi impressi sulla propria pelle (61%), un problema che accomuna decine di migliaia di persone. Sul secondo gradino del podio quelli disegnati male o concepiti scorrettamente dal tatuatore (45%), come i tattoo poco definiti, scoloriti, o che non rispettano più le aspettative del cliente. Medaglia di bronzo infine per i tatuaggi fatti con vecchi amici o perfino con parenti, che ora non si frequentano o addirittura non si sopportano più (41%).

I “tatuaggi del pentimento” sono variegati e toccano tutti i generi. Completano la speciale top 10 dei tatuaggi più detestati prima della prova costume quelli dallo stile tribale (33%), quelli di grandi dimensioni che risultano troppo evidenti (31%), quelli troppo colorati o con linee troppo marcate (28%), gli stemmi della propria squadra del cuore (25%), quelli ritenuti troppo imbarazzanti, come scritte goliardiche o forme equivoche (22%), quelli che sono caratterizzati da elementi che riportano a ideologie politiche o religiose (17%) e quelli con ideogrammi in cinese o giapponese di cui non si conosce nemmeno il reale significato (15%).

Ma qual è l’identikit del “pentito del tatuaggio” estivo? Il 54% delle donne tatuate e il 46% degli uomini ha dichiarato di volere rimuovere o cambiare un tatuaggio sulla propria pelle in vista della prova costume in spiaggia. La maggior parte dei “pentiti” ha tra i 30 e i 40 anni (65%), mentre la percentuale scende al 55% tra i 18 e i 29 anni e al 51% tra gli over 40. Tra di loro ci sono manager (25%), professionisti (22%), impiegati statali (17%), insegnanti (13%), impiegati (12%) e operai (10%), svelando un pentimento che abbraccia tutte le categorie.

Dati confermati anche dagli esperti del settore: “Statisticamente la scelta di modificare o rimuovere il tattoo arriva attorno ai 35 anni e tocca tutti, dai militari agli studenti – prosegue il dott. Pedretti – Circa il 70% dei miei clienti sceglie di ricoprire il proprio tatuaggio, mentre il 30% lo rimuove completamente. Tra quelli che hanno causato più pentimenti nella mia personale esperienza segnalo i tribali, le scritte o le dediche, i nomi di persone care o ex, le composizioni floreali, le correzione di tatuaggi sbavati, quelli troppo colorati, i ritratti, le croci, quelli in cinese o giapponese e i disegni in stile horror”.

Ma perché sempre più persone scelgono di cancellare o modificare un tatuaggio? Secondo gli esperti intervengono soprattutto ragioni di carattere psicologico: “Accanto ai molteplici motivi per cui farsi un tatuaggio, è interessante considerare anche quelli per cui alcune persone scelgano di toglierseli, fatto che avviene sempre più spesso prima delle vacanze estive – afferma la psicologa Roberta Ganzetti, V.P. dell’associazione Elice Onlus Milano – La pelle infatti è contemporaneamente organo di separazione-confine da quanto è fuori da noi e luogo privilegiato della comunicazione con gli altri. Farsi un tatuaggio può essere una risposta al bisogno di appartenere ad un gruppo, ma anche a quello di differenziarsi affermando la propria personalità. Alcuni momenti nella vita delle persone sono così significativi che emerge il desiderio di celebrarne l’esistenza e realizzarne la presenza a livello visivo, sulla pelle, quasi ad indossare un’emozione. Se pensiamo alla nostra personalità come una struttura in continua evoluzione non risulta difficile comprendere questo cambiamento come elemento fondamentale alla base di nuovi adattamenti creativi. A prescindere dalle tendenze, cancellare o sostituire un tatuaggio può rappresentare un’ulteriore forma di libertà per molte persone. Un segno stabile sulla pelle potrebbe allora non essere più congruente con l’intenzionalità comunicativa originaria. Cancellare un tatuaggio oggi è possibile, così come è possibile elaborare le esperienze della nostra vita, integrandole nella personalità. Cancellare una traccia sulla pelle è una decisione innanzitutto interiore, che oggi è anche realizzabile grazie all’innovativa tecnologia laser del picosecondo italiano”.


INFINE LA TOP 10 DEI TATUAGGI DI CUI GLI ITALIANI SI SONO PIU’ PENTITI PRIMA DELLE VACANZE:

1.  Le iniziali degli ex o i loro nomi impressi sulla propria pelle (61%)
2.  I tattoo disegnati male o concepiti scorrettamente dal tatuatore (45%)
3.  i tatuaggi fatti con amici o parenti, che ora non si frequentano più (41%)
4.  Quelli disegnati in stile tribale (33%)
5.  Quelli di grandi dimensioni che risultano troppo evidenti (31%)
6.  I tattoo troppo colorati o con linee troppo marcate (28%)
7.  Gli stemmi o i campioni della propria squadra del cuore (25%)
8.  I tatuaggi ritenuti imbarazzanti con scritte goliardiche o forme equivoche (22%)
9.  Quelli che sono caratterizzati da elementi che riportano a ideologie politiche o religiose (17%)
10. Quelli in cinese o giapponese di cui non si conosce il significato (15%)

BIENNALE TEATRO 2016, sabato 30 luglio Francesca Cuttica in "Please, continue (Hamlet)"

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L’attrice - già protagonista de “L’arrivo di Wang” e di “Paura 3D” dei Manetti Bros - sarà di nuovo in scena nel ruolo di Ofelia nello spettacolo diretto dal regista catalano Roger Bernat, in scena alla Biennale Teatro 2016 sabato 30 Luglio.

Please, continue (Hamlet) è la radicale operazione compiuta dal regista catalano Roger Bernat, realizzata con l’artista olandese Yan Duyvendak. La vicenda é ridotta a un fatto di cronaca nera, dove Amleto è un giovane sbandato che uccide il padre della sua ex fidanzata. Lo spettacolo mette in scena il processo secondo tutte le regole: il teatro è l’aula di un tribunale dove veri pubblici ministeri, giudici, avvocati nel ruolo di se stessi processano Amleto, accusato dell’omicidio del padre di Ofelia, con gli spettatori nel ruolo di giudici popolari. L’imputato è Amleto, la parte civile è Ofelia.
Lo spettacolo ha raggiunto oltre 100 rappresentazioni in tanti Paesi del mondo. 




FRANCESCA CUTTICA

Francesca Cuttica studia e si diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico (2003/2006), completando i suoi studi tra l’Italia e gli Stati Uniti. 
Oltre alle numerose esperienze teatrali e alle partecipazioni televisive, il suo debutto sul grande schermo risale al 2003, anno in cui appare nel drammatico Io che amo solo te, diretta da Gianfranco Pannone. Nel frattempo recita anche in teatro. Nel 2008 fa la sua prima apparizione in tv nella fiction Terapia d'urgenza, a cui seguiranno Quo vadis, baby? e Crimini bianchi. Nel 2009 viene diretta da Valerio Mieli in 10 inverni e da Renato De Maria nel drammatico La prima linea. Nel 2012 è la protagonista del thriller sci-fi dei Manetti Bros L’arrivo di Wang, nel quale recita al fianco di Ennio Fantastichini e Antonello Morroni, e di Paura 3D, sempre dei due fratelli romani, accanto a Beppe Servillo.

BIENNALE TEATRO 2016 


Ravenna, 28 luglio Teatro Alighieri: Riccardo Muti, 75 anni insegnando Verdi ai direttori di domani

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Riccardo Muti festeggia domani, giovedì 28 luglio, il proprio 75esimo compleanno al Teatro Alighieri di Ravenna, circondato dai giovani allievi e dagli uditori delle seconda edizione dell’Italian Opera Academy che porta il suo nome. A misurarsi con la conduzione di Traviata - titolo cui quest’anno è dedicata, dopo l’altro capolavoro verdiano scelto nel 2015, Falstaff – i quattro giovani direttori d’orchestra selezionati tra le oltre 400 domande di ammissione giunte da tutto il mondo: Jiao Yang (30 anni, Cina), Alberto Maniaci (29 anni, Palermo), Dawid Runtz (24 anni, Polonia) e Giedre Slekyte (27 anni, Lituania). Sul podio della “sua” Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, insegnando a giovani e talentuosi direttori d’orchestra, maestri collaboratori e cantanti (questi ultimi selezionati e preparati da Renata Scotto) come affrontare l’opera di Giuseppe Verdi, di cui è uno dei più grandi interpreti di sempre: è difficile immaginare una celebrazione più significativa per il compleanno di Riccardo Muti; difficile dimostrare maggiore coerenza e costanza nella missione, che Muti mai ha perso di vista, di trasmettere alle giovani generazioni l’amore per la musica e per lo studio rigoroso. 

Le lezioni-prove dell’Accademia continuano tutti i giorni al Teatro Alighieri e, per la giornata di sabato 30 luglio (prove di assieme al mattino dalle 10.30 alle 13 e al pomeriggio dalle 16.30 alle 19) 100 posti saranno offerti gratuitamente al pubblico grazie all’importante contributo degli sponsor (Barilla, Unipol Banca, UnipolSai Assicurazioni, C.M.C. Ravenna, Coop Alleanza 3.0, Itway, FBS, Mercedes Benz – De Stefani e QN-Il Resto del Carlino) che sostengono il progetto. 

I pass che consentono l’accesso libero alle prove del mattino e del pomeriggio potranno essere conquistati, uno per persona e fino ad esaurimento, a partire dalle ore 10 di venerdì 29 luglio. Due le modalità: 50 alla biglietteria del Teatro Alighieri, mentre 50 saranno assegnati tramite la pagina Facebook ufficiale di Riccardo Muti.

info: 0544 249244 – www.riccardomutimusic.com

"Il figlio sospeso" un film sull'utero in affitto. Intervista al regista Egidio Termine

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Solo se conosciuta la verità rende liberi. Parte da questo assunto ‘Il figlio sospeso’, l’opera del regista siciliano Egidio Termine proiettato oggi alla Camera dei deputati nell’ambito un’iniziativa organizzata dal Movimento per la vita.
Il film, nelle sale il prossimo autunno, affronta il tema della maternità surrogata senza entrare nel merito di questioni bioetiche o legali, ma piuttosto affrontando lo stato di sospensione del protagonista, Lauro, la cui sete di verità lo spinge ad un "viaggio" alla ricerca della sua identità. Senza essere un film di “denuncia”, "Il figlio sospeso" riesce a raccontare tutta la drammaticità legata alla pratica dell’utero in affitto. Per conoscere il vero intento di questa narrazione cinematografica Marco Guerra ha intervistato il regista Egidio Termine:
R. - Avevo lasciato il cinema 20 anni fa, in seguito ad una conversione verso il cattolicesimo. Mi sono iscritto alla facoltà di teologia e studiando materie come antropologia, psicologia, sociologia, mi sono sentito tirato in causa dell’impegno come cristiano di dare un contributo alla cinematografia. In quel periodo, circa dieci anni fa, si cominciava a parlare di maternità surrogata.
D. - C’è un pubblico pronto a recepire queste storie?
R. - Io non ho scritto un saggio sulla maternità surrogata; ho scritto una storia cinematografica. Mi sono servito del cinema che è emozione. Se non arrivi al cuore del pubblico non hai fatto cinema e quindi hai tradito in qualche modo la verità dello strumento. Ho cercato di rispettare questo e i riscontri sono stati questi: ho visto persone piangere in sala al Festival di Taormina e al Festival di Bari. Tutto questo, poi, deve essere razionalizzato, ma prima arriva al cuore, mentre a volte le leggi, i saggi, i ragionamenti arrivano direttamente alla mente e lì ci si può anche inquinare con pregiudizi di carattere politico e di parte. Però nel cuore non ci sono schieramenti né politici né scientifici: il cuore è il cuore e basta.
D. - Con la sua narrazione cinematografica, quali aspetti ha voluto mettere a fuoco di questo drammatico fenomeno della maternità surrogata?
R. - Si parla spesso di maternità surrogata focalizzando l’attenzione sulle madri che oggi possono essere anche quattro. Nessuno pensa invece al bambino, al figlio che è il protagonista di questo fatto sociale nuovo. Quindi mi sono messo dalla parte del bambino e lo stesso titolo “Il figlio sospeso” è esplicativo di questo mio punto di vista che parte appunto dalla necessità di attenzionare il bambino, il protagonista che viene scambiato nella maternità surrogata.
D. - Lei racconta un giovane uomo alla ricerca e una madre biologica che non si è mai arresa all’idea di riveder suo figlio. Questa storia poi non è molto lontana dalla realtà che emerge dalle testimonianze di persone concepite in questo modo …
R. - Intanto mi oppongo ad un fatto storico che sta avvenendo da un punto di vista sociologico: il passaggio dall’umanesimo al post-umanesimo che vuole vedere e rielaborare la stessa antropologia umana. Da un punto di vista scientifico, filosofico ci si inventano delle teorie ma, purtoppo per loro, ci si scontra sempre con quella che è la natura dell’uomo, la vera antropologia dell’uomo, quasi a volere forzare un sentimento che mai potrà morire. Questa ricerca c’è sempre: una mamma sa sempre e comunque che da qualche parte ha un figlio.
D. - Il protagonista di questa storia indica anche una strada per la riconciliazione. Nel film si afferma che solo se conosciuta per intera la verità rende liberi. Sembra un manifesto per la felicità …
R. - Intanto il Vangelo stesso ci dice che la verità ci fa liberi, e la verità è Gesù. Ma anche laicamente questa frase ha il suo valore essenziale: solo con la verità si può raggiungere una concretezza di situazioni che fanno migliorare l’essere umano. Con la bugia accade tutto il contrario; l’essere umano si perde. Questo personaggio, il protagonista del film, va alla ricerca della verità in quanto insito nell’essere umano, nell’antropologia vera. Questa ricerca della verità si ottiene pagando anche a caro prezzo con una ferita che comunque resterà per sempre incisa nell’essere umano. La conoscenza della verità ti fa soffrire, ma ti rende anche libero con una ferita, quindi rende vero, reale. Tutto questo non può che portare un beneficio anche a coloro che sono responsabili di questa sofferenza. Le madri alla fine si riconciliano e riescono a continuare a vivere dal momento in cui il figlio li riconcilia un po’. Il personaggio principale è Lauro che paga ma dà la vita agli altri, dà l’armonia nella crescita anche alle madri che hanno commesso il fatto. Marco Guerra, Radio Vaticana, Radiogiornale del 27 luglio 2016.

Ariano International Film Festival, gli ospiti della quarta edizione

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L'Ariano International Film Festival sta per accendere i riflettori sulla sua IV Edizione, dall'1 al 6 agosto, nella splendida cornice di Ariano Irpino (AV).

Al suo quarto anno di vita, il Festival conferma il valore dell'intuizione che gli ha fatto guadagnare un posto sulla Croisette di Cannes. Sotto la guida di Annarita Cocca, la città nel cuore dell'Appennino campano è diventata, in questo breve arco di tempo, una vetrina di grande interesse per il cinema contemporaneo, italiano e internazionale. Uno spazio per riscoprire il Cinema in tutte le sue sfaccettature. Interessanti e appassionanti opere in concorso per le varie sezioni: lungometraggi, cortometraggi, documentari, web series e animazione. Film di ogni genere, provenienti da ogni parte del mondo,selezionati da una scrupolosa e esperta giuria composta da nomi prestigiosi quali: Franco Oppini, Ada Alberti, Angelo Bassi, Lucia Di Spirito, Franco Mariotti, Nino Celeste, Roberto Girometti, Maurizio Gennaro, Yuri Rossi. Un lavoro fatto attentamente da un team di esperti che ha reso questo appuntamento sempre più qualificante e degno di una crescente attenzione nel panorama dei festival internazionali presenti sul territorio italiano.
Nell'arco dei sei giorni il pubblico potrà incontrare ospiti che rendono omaggioalla nostra cinematografia che è apprezzata ed amata in tutto il mondo,grandi personaggi dello spettacolo italiano come : Enrico Montesano la cui sfolgorante carriera ricca di incursioni che vanno dal cinema, al teatro, alla tv, saranno il motivo di un premio speciale a luidedicato. Durante la serata del 5 agosto gli sarà assegnata una targa per aver contribuito con la sua arte alla diffusione della grande “Commedia Italiana” nel cinema mondiale. E poi altri grandi nomi: Enrico Lo Verso, Margaret Madè, Paolo Conticini, Emanuela Tittocchia, Andy Luotto.Grandi artisti che il pubblico ama ed apprezza e che renderanno questo nuovo appuntamento ancora più speciale.
Nell'arco dei sei giorni il pubblico potrà incontrare gli ospiti, assistere gratuitamente alla proiezione delle opere in concorso e partecipare a corsi e workshop gratuiti con professionisti del cinema ma anche dell'editoria, della fotografia, della musica, senza dimenticare l’originale concorso Cosplay.
Si partirà con due doverosi omaggi. Lunedì 1 agosto giornata dedicata al grande Bud Spencer, per proseguire martedì 2 agosto con le proiezione di alcuni film di Ettore Scola per salutare un maestro di origini Irpine. Il 3 agosto Gaetano Amato presenterà il suo libro:”IL MISTERO DELLA I LUNGA” presso la Sala Castello, che, sarà la stessa ambientazione il 4 agosto per l’originale convegno “CIBO E CINEMA” a cura di FARINE MAGICHE che presenteranno: A OGNI FILM LA SUA MAGIA Con Andy Luotto e Federico Quaranta

Una settimana di grandi emozioni targata ARIANO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL.

Tutte le informazioni sul sito www.arianofilmfestival.com
E-mail: news.arianofilmfestival@gmail.com

 

Jack Queralt, nuovo sexy symbol al cinema con "Canto finale". L'intervista di Fattitaliani: "vorrei cambiare il mondo"

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Jack Queralt, l'attore protagonista di Canto Finale e dello spot "Cenerentolo" accanto a Francesca Nunzi (insieme nella terza foto), era presente alla VI edizione di Effetto Notte insieme ad Emanuela Del Zompo (autrice di Grace di Monaco con lui nella seconda foto). Ha posato come nella "Dolce vita" di Fellini con l'auto che fu guidata da Marcello Mastroianni. Fattitaliani lo ha intervistato.

CHI È JACK QUERALT?
SONO UN CONQUISTATORE DEL MONDO, SONO UN AMANTE DELLA VITA, UN'ANIMA LIBERA E UN UOMO CHE SI MANIFESTA ATTRAVERSO L'IMPULSO DEL CUORE. SONO UNA PERSONA MOLTO UMILE E CON GRANDI SOGNI, ILLUSIONI E TANTO AMORE DA DARE. AMO IL CINEMA ED IL CINEMA E' LA MIA VITA PERCHE' FACCIO GIA' PARTE DEL MONDO CINEMATOGRAFICO. AMO LA BELLEZZA DELLE PERSONE, AMMIRO LE GRANDI PERSONE, QUELLE PERSONE CHE SONO ARTISTI CONSACRATI E MI PIACE IMPARARE DA LORO, ASCOLTARLI E CONDIVIDERE COSE INSIEME SIA A LIVELLO ARTISTICO CHE A LIVELLO UMANO. HO LASCIATO L'EGO DA UNA PARTE, ANCHE SE QUESTO NON PUO' SPARIRE PERCHE' FA PARTE DI NOI; NON LO NASCONDO MA NEANCHE POSSO POTENZIARLO. PERCHE' SE NO TI ROVINI. CI DEVE ESSERE UN EQUILIBRIO.
SEI UN NARCISISTA?
NO, AMO ME STESSO, MA NON IN MANIERA EGOCENTRICA O NARCISISTICA. AMO IL MIO INTERIORE E LA CRESCITA E' DENTRO. CURO LA MIA PERSONA PER STARE BENE CON ME STESSO E  PER IL LAVORO CHE FACCIO.
HAI LAVORATO NEL NOSTRO PAESE: COME TI SEI TROVATO IN ITALIA? CHE DIFFERENZE TROVI NEL LAVORO TRA QUI E LA SPAGNA E QUALI ALTRI PROGETTI HAI ?

LA PARTE DELLA MIA CARRIERA PIU' IMPORTANTE L' HO FATTA IN ITALIA PERCHE' HO VISSUTO QUI  5 ANNI E  MI SENTO A CASA E GLI ITALIANI MI HANNO APERTO LE PORTE ED IL LORO CUORE: HO IMPARATO TANTO CON GENTE DELLA VECCHIA SCUOLA, HO LAVORATO CON TERENCE HILL.... LAVORARE CON LUI È STATO UN ONORE PERCHE' LO GUARDAVO DA PICCOLO CON BUD SPENCER CHE OGGI CI HA LASCIATI..... TROVARMI SUL SET CON LUI MI E' SEMBRATO UN SOGNO.  SONO L'UNICO CHE GLI HA SALVATO LA VITA SUL SET  DI DON MATTEO. E' STATO UN MITO PER ME. QUI IN ITALIA HO TROVATO LA  MIA FORTUNA. HO TROVATO PIU' CREATIVITA' E GENTE CHE GUARDA IL TALENTO DEGLI ATTORI E GLI ADDETTI AI LAVORI  HANNO VISTO IN ME IL TALENTO E LA PROFESSIONE E LO HANNO RISALTATO. IN SPAGNA,  NEL MIO PAESE GRAZIE AL LAVORO CHE HO FATTO NEL VOSTRO PAESE, MI HANNO DATO OPPORTUNITA' DI ALTRI PROGETTI, HO INFATTI HO GIRATO UN CORTOMETRAGGIO CON IL REGISTA  E PRODUTTORE DANI VILLANUEVA CHE HA VINTO LA PALMA D'ORO A CANNES 2016. L'ULTIMO CORTOMETRAGGIO CHE SI PRESENTA QUEST' ESTATE IN SPAGNA E' PRODOTTO DA LUI. (EL IDOLO)
CANTO FINALE: PARLACI DI QUESTO FILM CHE TI VEDE PROTAGONISTA IN ITALIA...
E' BASATO SULL' ILLUSIONE E SUI SOGNI, SULL'AMORE PER IL CINEMA E PER UNA DONNA (INTERPRETATA DA JUNI ICHIKAWA). IL PROTAGONISTA SI RENDE CONTO CHE LA COSA  PIU' IMPORTANTE NELLA VITA E' L'AMORE.
C'È QUALCOSA DI TE NEL PERSONAGGIO CHE INTERPRETI?

SÌ, IL SOGNO CHE IL PERSONAGGIO HA DI LAVORARE NEL MONDO DEL CINEMA; GLI HO DATO PARTE DI ME, LA MIA PASSIONE PER IL CINEMA. QUESTO PERCORSO CHE LUI FA, ED IL CONFRONTO CON IL FRATELLO, SONO EMOZIONI MIE.  ANCHE IO COME IL PERSONAGGIO DEL FILM  HO IL MIO MONDO INTERIORE; VORREI CAMBIARE IL MONDO E  QUANDO TU CAMBI IL TUO MONDO SEI CAPACE DI CAMBIARE IL RESTO.... "SE TU RICONOSCI TE STESSO E SEI COSCIENTE ED APRI LA TUA COSCIENZA CON IL TUO UNIVERSO E VIVI CON QUESTA TUA IDEOLOGIA..... IL RESTO VIENE DA SÈ , SE TU NON CI SEI  IL MONDO SE NE FREGA. SE TU VIVI CON LA PARTE DIVINA, IL MONDO TI AMA. PERCHE' SEI PARTE DELLA BELLEZZA DI QUESTO MONDO.

COSA METTI AL PRIMO POSTO NELLA SCALA DEI TUOI VALORI?
L'AMORE IN SENSO GENERALE, L'AMORE PER MIO FIGLIO DAL QUALE HO IMPARATO AD ESSERE UN PADRE ( HO AVUTO UN FIGLIO CHE HA 2 ANNI). L'AMORE SPIRITUALE, L'AMORE PER DIO E PER LA VITA. CREDO IN DIO, CREDO IN GESU' MA NON PER QUELLO CHE DICE LA CHIESA. CREDO CHE CON LA VITA CHE VA AVANTI, OGNUNO DEVE RIEMPIRE IL SUO SPIRITO DI BELLEZZA PER ARRIVARE ALLA LUCE E A GESU'. NOI SIAMO DIO! CERCO LA BELLEZZA SPIRITUALE NELLE PERSONE. LA FEDE CHE OGNUNO PORTA DENTRO DI SÈ. LA DIVINITA' E DENTRO DI NOI. LA COSA PIU' IMPORTANTE PER ME E' L'AMORE UNIVERSALE!
Emanuela Del Zompo

Santa Croce Effetto Notte VI edizione 2016

I grandi successi e le migliori opere prime della stagione, i capolavori del passato in pellicola, ciak d’arte, musica e visite archeologiche: tutto offerto gratuitamente al pubblico.

In più una grande mostra dedicata a Marcello Mastroianni, arricchita dall’esposizione della mitica spider de “La Dolce Vita”.

Un sogno di molte notti di mezza estate: è questo il biglietto da visita della rassegna Santa Croce Effetto Notte, che quest’anno approda alla sesta edizione.
Dal 15 al 31 luglio il parco archeologico di Santa Croce in Gerusalemme si trasforma in un’isola verde nel cuore della città, dove un mix esclusivo di cinema, archeologia, musica e cultura attende il pubblico.
Visite guidate, musei aperti, concerti e, soprattutto, la magia del cinema in una delle più grandi e suggestive arene estive di Roma, con una programmazione che abbina il cinema di oggi ai classici del passato.

Nel dettaglio, “Schermi Italiani” (15-24 luglio) propone per dieci serate una selezione in digitale dei migliori film italiani della stagione, con un’ attenzione particolare alle opere prime.

Ad inaugurare la proiezione dell’ultima opera di Claudio Caligari “Non essere cattivo”, e, a seguire, il film italiano rivelazione dell’anno, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, di Gabriele Mainetti.

Le proiezioni sono precedute o seguite da incontri con registi e attori, tra cui, per citarne solo alcuni fra quelli invitati a incontrare il pubblico, Gabriele Mainetti, Carlo Verdone, Monica Guerritore, Gianfranco Rosi, Stefano Accorsi, Elio Germano, Pierfrancesco Favino (si allega il programma).
Dopo i dieci appuntamenti dedicati al meglio del cinema di oggi, il cinema a Santa Croce in Gerusalemme torna protagonista con “Amarcord 35mm” (25-31 luglio), rassegna che rende omaggio ai classici italiani, con proiezioni in pellicola, un vero e proprio avvenimento nell’era del cinema “digitale”.
Tra i dodici capolavori che potranno essere visti in formato originale (alcuni anche con sottotitoli in inglese per gentile concessione di Cinecittà Luce) ci sono “Il Gattopardo” e “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti, “Ballando ballando” di Ettore Scola, “L’armata Brancaleone” di Mario Monicelli, “Mamma Roma” di Pier Paolo Pasolini, un omaggio ad Anna Magnani a 60 anni dall’Oscar, “Caro Diario” di Nanni Moretti, “Il segno di Venere” di Dino Risi (si allega il programma).
In più quest’anno, sempre nell’area cinema, tre grandi novità e prime assolute:

1. Per l’intera durata della manifestazione, nel cortile dell’Arena Mibact, sarà allestita la Mostra di manifesti cinematografici originali, curata dall’Archivio Storico del Cinema Italiano – Associazione Culturale Onlus “Caro Marcello…” dedicata a Marcello Mastroianni nel ventennale dalla sua scomparsa. La mostra sarà arricchita dall’esposizione della mitica automobile Triumph Tr3, spider del film “La dolce vita” (1959) di Federico Fellini;

2. Dal 15 al 17 luglio, nell’ambito di Schermi italiani, di pomeriggio a partire dalle 17.00/18.00, nella Sala Rocca della Direzione Cinema, si terrà Ciak d’arte, rassegna di film sull’arte e sul patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico a cura di Barbara Cannata. La rassegna sarà inaugurata il 15 luglio alle 17.00 con una tavola rotonda avente per tema: Cinema/Arte, alla quale parteciperanno Antonio Paolucci, Achille Bonito Oliva, Italo Moscati, Marco Maria Gazzano (si allega il programma); proseguirà il 16 /17 luglio con una monografica di film sull’arte del regista svizzero Adriano Kestenholz presentata da Bruno Di Marino. Prima delle proiezioni del 17 luglio alle 18.00 si terrà anche un concerto dell’Ensamble Chordis di Remo Guerrini;

3. Domenica 24 luglio e venerdì 29 luglio ci saranno, sempre nella Sala Rocca della Direzione Cinema, due eventi speciali a cura dell’Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti: il 24 alle 19.30 Serata sull’animazione con Giuseppe Squillaci e il 29 alle 19.00 proiezione di WAX: We Are the X di Lorenzo Corvino (2015, 85’). A seguire incontro con l’autore.
Sul fronte storia, archeologia e musica, Santa Croce Effetto Notte apre l’intera Area Archeologica al pubblico per l’intera durata della manifestazione.

Ogni sera alle ore 19.00 verranno effettuate visite guidate all’Acquedotto Claudio, al Circo Variano, ad alcune parti del Palazzo Sessoriano, alla Basilica civile, al Tempio di Venere e Cupido, alle case private a due piani, costruite per i dignitari della corte di Elena, e alla Domus di Via Eleniana.

In particolare, sabato 16 luglio alle ore 18.00 la visita al complesso archeologico sarà sostituita da ricostruzioni storiche e laboratori didattici a cura della Legio XXX Ulpia Victrix dal titolo “Una giornata in una casa dell’antica Roma”. Per mezzo di un plastico sarà possibile entrare all’interno di una casa romana e visitare tavoli espositivi a tema su alcuni aspetti della vita quotidiana dell’epoca.
Il Museo dei Granatieri rimarrà aperto dalle ore 19.00 per tutta la durata della manifestazione e il 15 luglio alle ore 20.00, nel Museo dei Granatieri, si terrà il Concerto Inaugurale eseguito dalla “Banda dei Granatieri di Sardegna”.
La Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e gli annessi orti saranno visitabili in apertura straordinaria notturna fino alle ore 22.30.
Santa Croce Effetto Notte è realizzata da:

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo;

Direzione Generale Cinema;
Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di
Roma;
Museo Nazionale degli Strumenti Musicali del Polo Museale del Lazio;
Esercito Italiano – Museo dei Granatieri;
Con la collaborazione di:
Cinecittà Luce
Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale
Accademia del Cinema Italiano – Premio David di Donatello
Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI)
Archivio Storico del Cinema Italiano – Associazione Culturale Onlus
Associazione Giovani Produttori Cinematografici Indipendenti
Con la partecipazione di:
Parrocchia di Santa Croce in Gerusalemme.

"Sofia", esce il video di MICHELE BRAVI e CLAIRE con ALVARO SOLER: alchimia che diventa energia

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Esce oggi l’originale nuovo video di Michele Bravi, nato da un’idea di Claire Audrin e con la straordinaria partecipazione di Alvaro Soler, primo artista quest’anno a raggiungere contemporaneamente la posizione #1 sia nella classifica di vendita degli album con "Eterno Agosto" che in quella dei singoli con "Sofia", già certificata 4 volte platino in Italia.

I due giovani cantanti, molto noti sul web, ripropongono la hit estiva “Sofia” di Alvaro Soler in una nuova veste, senza l’uso di strumenti musicali, la base è suonata solo con oggetti della vita quotidiana, creando dei rumori che vengono tra loro armonizzati.
 
Dall’incontro di Michele bravi, vincitore di XFactor 7 e caso musicale con l’album “I hate music”, e Claire Audrin, creator romana con la passione per la musica, è nata l’idea di realizzare un video speciale, ispirato da due youtubers americani Andrew Huang e Mystery Guitar Man.
 
Il video è stato girato in soli tre giorni, in collaborazione con Slim Dogs. A questo particolare progetto, ha generosamente preso parte anche l’autore della canzone, Alvaro Soler, artista spagnolo che ha scalato le classifiche in tutto il mondo.
 
 “Quando Michele mi ha chiamata dicendomi che Alvaro Soler era interessato a collaborare con noi non volevo crederci... – racconta Claire - Non ho praticamente dormito due notti per lavorare al video, ma sono molto fiera del risultato ed è stata un'esperienza incredibile e surreale che rifarei subito.
 
 
“Sono sempre più convinto che un altro modo per dire musica sia la parola "collaborazione": condividere un progetto con altri giovani artisti, scherzare su se stessi e riscoprirsi anche negli altri. – dichiara Michele - Alvaro è stata una delle persone più dirette e consapevoli con cui ho avuto il piacere di lavorare. Il suo voler rileggere "Sofia" con le nostre voci e la grande abilità di un altro giovane talento, Claire Audrin, la dice lunga sulla sua ampia visione di musica. È bello vedere che esiste la voglia di cantare insieme e di divertirsi al di là dei numeri e del successo: solo una pura empatia e alchimia che diventa energia”.
 
 
Il video, con la produzione esecutiva Show Reel factory creativa milanese, è disponibile sulla pagina Facebook ufficiale di Michele Bravi.
 
CREDITS
Produzione: Slim Dogs
Produzione esecutiva: Show Reel, il brand operativo di Massa di Leoni Srl
Post produzione audio: Francesco Catitti
 
MICHELE BRAVI
Twitter: …
 
CLAIRE AUDRIN
 
ALVARO SOLER
 
SLIM DOGS
 
SHOW REEL
 
 
 
Michele Bravi
Michele Bravi con la sua storia e il suo percorso ha rivoluzionato il concetto di carriera musicale in Italia. Vincitore della  settima  edizione  di  X-Factor,  pubblica nel  2013  il  suo  primo  EP “La  vita  e  la  felicità”, rifiuta l’invito al Festival di Sanremo del 2014.
Nel 2015 si  affaccia  al  mondo  del  web,  aprendo  un  canale  YouTube  nel  quale  racconta  la  sua  vita  di  tutti  i giorni e la nascita del nuovo album. Il suo canale diventa uno dei più seguiti in Italia e grazie alla nuova relazione con il suo ultimo disco “I hate music”, pubblicato con Universal, ha venduto 20.000 copie diventando uno dei casi musicali dell’anno.
 
Claire Audrin
Nasce a Roma. Con una forte passione per la musica fin da quando era piccola, scrive la sua prima canzone in inglese a 14 anni, dedicata ad un ragazzo che non voleva saperne di lei. In quel momento capisce che scrivere era un importante mezzo di sfogo. Claire scopre il web: apre un canale YouTube iniziando a caricare cover in acustico, a cappella e suonate con tutti gli strumenti più strani, iniziando ad avere i suoi primi follower e i suoi primi contatti importanti. Un anno fa ha realizzato il suo primo Ep di brani inediti, prodotto grazie al supporto dei suoi follower tramite il crowdfunding. Attualmente, la creator romana sta realizzando il suo disco di esordio con una produzione e sta lavorando al tour promozionale.
 

ZIKA E OLIMPIADI: "RISCHIO MINIMO, AD AGOSTO ANCORA PIÙ BASSO". LE MISURE DA ADOTTARE E IL NUOVO STUDIO SULLA ZANZARA TIGRE

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La Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ritiene che le evidenze disponibili non controindichino viaggi in Brasile nel periodo agosto-settembre, quando il rischio appare minimo, per le persone non gravide e senza progetti di gravidanza. Tali viaggi richiedono tuttavia la adozione di misure comportamentali adeguate a scopo precauzionale che appare opportuno concordare con un esperto in medicina dei viaggi prima della partenza.

COS'E' IL VIRUS - Il virus Zika, considerato fino a pochi anni or sono poco più che una curiosità biologica ed asintomatico nell’80% dei casi, è di recente balzato alla ribalta della attenzione internazionale per le sue potenziali complicanze di natura teratogena (microcefalia) e neurologica (sindrome post-infettiva di Guillain-Barré). Il virus Zika è trasmesso dalla puntura della zanzara Aedes aegypti (potenzialmente anche da A. albopictus, sebbene con una efficienza molto minore) e mediante rapporti sessuali anche per alcune settimane dopo la conclusione del periodo sintomatico. Le zanzare del genere Aedes trovano il loro habitat replicativo ideale laddove siano presenti piccole raccolte di acqua stagnante (copertoni, sottovasi, gocciolatoi, gronde, asperità stradali, etc.) che caratterizzano solitamente le periferie delle grandi città.
La imponente diffusione del virus Zika nel continente latino-americano ed in Brasile in particolare, con una stima di 0,5 – 1,5 milioni di casi, ha fatto nascere timori relativamente ai rischi connessi allo svolgimento dei Giochi Olimpici (5-21 agosto 2016) e Para-Olimpici (7-18 settembre 2016 ) in programma a Rio de Janeiro e in alcune altre città brasiliane. I timori attengono a due ordini di considerazioni: 1) Quale il rischio di contrarre la infezione per gli atleti (circa 10.500), gli accompagnatori ed i visitatori internazionali (stimati in circa 400.000)? 2) Quale il rischio di diffusione mondiale che la concentrazione di persone provenienti da tutto il pianeta comporta?
"PERIODO FREDDO, RISCHIO ANCORA PIU' BASSO (3/100.000)" - "Per rispondere alla prima domanda - afferma il Prof. Francesco Castelli, Responsabile del reparto Malattie Tropicali e di Importazione dell'Ospedale "Spedali Civili" di Brescia e membro SIMIT - è necessario considerare i dati delle evidenze scientifiche disponibili, che evidenziano come i mesi di agosto e settembre corrispondano al periodo più freddo dell’anno in Brasile, con ridottissima attività vettoriale. Le stime disponibili indicano infatti un rischio di contrarre l’infezione Zika che varia da 9/1.000.000 a 3/100.000 nel mese di agosto. Una recentissima analisi del network EuroTravNet, cui partecipa per l’Italia anche il Centro di Brescia e pubblicata su Eurosurveillance, ha confermato il bassissimo rischio di infezioni trasmesse da vettori nei viaggiatori europei di ritorno dal Brasile nei mesi di agosto - settembre nel periodo giugno 2013 – maggio 2016, evidenziando al contempo come i rischi sanitari per la specifica destinazione Brasile siano piuttosto di natura gastrointestinale e dermatologica. Le autorità brasiliane hanno inoltre condotto una imponente opera di disinfezione in Rio de Janeiro, anche focalizzate alle periferie urbane dove la precarietà abitativa ed infrastrutturale offre migliori condizioni di replicazione vettoriale"
"Per rispondere alla seconda domanda  -prosegue il Professore - è necessario considerare che il numero dei visitatori dei Giochi (stimati in circa 400.000 persone) rappresentano solo circa 1% di tutti i viaggiatori nelle aree geografiche endemiche per il virus Zika. L’impatto del flusso di visitatori da e per il Brasile a causa dei Giochi Olimpici e Para-Olimpici nella diffusione della epidemia appare dunque marginale".
LE MISURE DA ADOTTARE - In conclusione, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT) ritiene che le evidenze disponibili non controindichino viaggi in Brasile nel periodo agosto-settembre, quando il rischio appare minimo, per le persone non gravide e senza progetti di gravidanza. Tali viaggi richiedono tuttavia la adozione di misure comportamentali adeguate a scopo precauzionale che appare opportuno concordare con un esperto in medicina dei viaggi prima della partenza.
"Tali misure specifiche - aggiunge Castelli - per il virus Zika, oltre a quelle necessarie per prevenire le altre infezioni di natura malarica (area amazzonica), sessuale, gastrointestinale e dermatologica, sono: (i) prevenzione del contatto uomo-vettore (che punge prevalentemente nelle ore diurne con preferenza per alba e tardo pomeriggio) mediante l’uso di insetticidi, di vestiti coprenti preferibilmente di colore bianco, e di condizionatori; (ii) evitare le zone periferiche delle città; (iii) astenersi dai rapporti sessuali durante il viaggio od utilizzare con continuità di metodi di barriera per almeno 3 mesi (che diventano 6 per i viaggiatori maschi che hanno lamentato sintomi riconducibili a Zika) dopo il ritorno; (vi) astensione dalle donazioni di sangue nelle 4 settimane dopo il rientro dal Brasile o comunque dalle aree segnalate infette; (v) vaccinazione anti-influenzale per i soggetti a rischio".

UNO STUDIO SULLA ZANZARA TIGRE - "Dati recenti sulla suscettibilità all’infezione con virus zika della zanzara tigre (Ae. albopictus), il potenziale vettore del virus Zika presente in Italia, confermano che l’attitudine di questa specie ad infettarsi è molto inferiore a quella di Aedes aegypty - conclude il Prof. Massimo Galli, Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano e Vicepresidente Nazionale SIMIT - Un lavoro sperimentale recentemente pubblicato da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità su zanzare tigre catturate in Italia ha dimostrato che le femmine della specie si infettano nel 10% dei casi e risultano positive per il virus nella saliva nel 3 % dei casi ( contro il 43% di infezioni e il 26% di positività nella saliva di Ae. aegypti. ) Questi dati sembrano quindi ulteriormente confermare, unitamente a quanto già esposto, che la probabilità di trasmissione dell’infezione da virus Zika sul territorio nazionale debba essere considerata molto bassa".

Epatite: 400 milioni di persone sono affette, 1 su 20 sa di averla. Parla Giovanni Covini

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400 milioni di persone nel mondo sono affette delle cinque forme di epatite (A, B, C, D o E), la maggior parte dei quali senza saperlo. I dati sono allarmanti, soprattuto perchè ogni anno quasi un milione e mezzo di pazienti perdono la vita.
Per questo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) lancia l'appello invitando i Paesi membri a rafforzare l’impegno per migliorare la conoscenza sull’epatite e incrementare l’accesso ai test e ai trattamenti. L'odierna Giornata Mondiale dell’Epatite, è un’occasione per riflettere, informarsi e  prevenire: l’infiammazione del fegato è infatti provocata da virus che possono essere evitati seguendo alcune semplici regole. Nel complesso, e su scala globale, le malattie infettive fanno meno morti rispetto al passato. Se le si considera singolarmente, però, lo scenario può risultare opposto. Si è passati infatti da 890mila a 1,45 milioni di decessi nel 2013, provocati dalle complicanze acute e croniche (cirrosi epatica e tumore del fegato) delle infezioni. Michele Ungolo ne ha parlato con il professor Giovanni Covini, epatologo al Centro Diagnostico Humanitas Lab:
R. – La malattia nella stragrande maggioranza dei casi evolve come una malattia subdola perché il paziente si infetta, viene a contatto con il virus non ha una sintomatologia acuta, quindi non diventa giallo, non ha sintomi particolari e subdolamente il virus di insinua nel fegato dando una patologia cronica con un lievissimo movimento delle transaminasi. È una malattia completamente asintomatica.
D. - Cosa bisognerebbe fare per ridurre il rischio di contrarre l’epatite?
R. - Nei Paesi occidentali esistono principalmente tre tipi di epatite: A, B e C. L’epatite A si contrae attraverso un’infezione oro-fecale, cioè veniamo a contatto, mangiamo del cibo contaminato e pertanto bisogna lavare bene gli alimenti, quindi frutta e verdura, e vi è la possibilità di una vaccinazione. Per quanto riguarda l’epatite B, la modalità di contagio è per via sessuale o via parenterale, cioè che il contagio può avvenire attraverso una puntura, quindi aghi infetti, trasfusioni,… Per prevenire l’infezione è importante avere rapporti sessuali protetti e, anche qui, c’è la possibilità di vaccinarsi grazie ad un vaccino molto efficace. In questo modo noi ci proteggiamo. Per quanto riguarda le modalità di trasmissione dell’epatite C, è molto simile a quella dell’epatite B anche se la via sessuale è meno predominante. Purtroppo per l’epatite C non esistono vaccini.
D. - I costi per le cure sono ancora molti elevati e non tutti i cittadini italiani possono permettersi l’acquisto di farmaci. Ci si affida a farmaci generali provenienti dall’Oriente. Cosa comporta nel paziente questa scelta?
R. - È vero. Intanto i farmaci per l’epatite C sono molto costosi e la scelta dello Stato italiano è stata quella di iniziare a trattare pazienti solamente i più gravi. Noi crediamo che nel prossimo futuro usciranno farmaci concorrenti. Il prezzo del farmaco scenderà e probabilmente verrà esteso a tutte classi di gravità dell’epatite. Per quanto riguarda i farmaci che si comprano in Stati come l’India, io sinceramente preferirei attendere anche perché poi c’è una mancanza di monitoraggio del paziente perché tutto avviene attraverso internet, anche il consulto con medici e sinceramente e noi non consigliamo questa pratica.
D. - Quale potrebbe esser un appello rivolto al premier Renzi per facilitarne l’acquisto?
R. - Se riuscissimo a curare tutti i pazienti con epatite C, probabilmente quei soldi che spendiamo ora in farmaci li risparmieremmo sicuramente nei prossimi 10, 15 anni perché evitiamo che questi pazienti vadano verso la cirrosa e l’epatocarcinoma. Quindi portando avanti ora una campagna preventiva potremmo risparmiare tra 15, 20 anni.
D. - Lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è conoscere l’epatite e agire subito. Quindi invita i cittadini ad informarsi su quelle che sono le epatiti virali. Come può avvenire la prevenzione e come comprendere quali sono i primi sintomi?
R. - Su questo l’Italia è stato uno dei primi Stati al mondo a rendere obbligatoria la vaccinazione contro l’epatite B nel 1991. In questo siamo sicuramente molto all’avanguardia; sono stati vaccinati tutti i nuovi nati e tutti i ragazzi che compivano il dodicesimo anno di età. Per cui su questo aspetto siamo molto avanti. Sicuramente l’altra cosa che possiamo fare è suggerire di vaccinarsi contro l’epatite A perché può essere una malattia pericolosa in fase acuta. Michele Ungolo, Radio Vaticana, Radiogiornale del 28 luglio 2016.

Calici di Stelle, XVIII edizione: Daunia e Salento le tappe pugliesi

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Saranno la Daunia e il Salento le tappe pugliesi della XVIII edizione Calici di Stelle, l'attesissima manifestazione estiva del Movimento Turismo del Vino organizzata in collaborazione con le Città del Vino che mette insieme vino, territorio e un ricco programma di iniziative per accompagnare le degustazioni delle migliori etichette regionali.

Quest'anno la prima tappa pugliese apre la manifestazione a livello nazionale con l'ospite d'eccezione Donatella Cinelli Colombini, fondatrice del Mtv Italia e ideatrice dell'evento, che taglierà il nastro di Calici di Stelle sabato 6 agosto a Lucera. Un grande ritorno, questo, dopo otto anni di assenza dalla splendida città romanica dauna, già scenario di ben 4 edizioni. Calici di Stelle farà il bis poi mercoledì 10 agosto a Copertino, ormai tappa classica salentina degli ultimi anni nella notte di San Lorenzo. Anche quest’anno l’evento rientra nel progetto PSR 2014-2020 dell' Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, che dalla prima edizione collabora per la buona riuscita della manifestazione:

“Un’interessante manifestazione per promuovere etichette e varietà enologiche tipiche della Puglia – commenta l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia -, offrendo al visitatore anche un’occasione di scoprire suggestivi luoghi della nostra ruralità. Calici di Stelle è una manifestazione estiva per animare i territori, tra cultura e gastronomia, attraverso il prodotto vino, tra i protagonisti indiscussi delle nostre eccellenze. Sono certo della buona riuscita della manifestazione e dell’attenzione che turisti, esperti e non, grandi e piccoli, dimostreranno. Attività di valorizzazione e promozione di prodotti enogastronomici di qualità, sono importanti strumenti di crescita e sviluppo per le filiere e i territori.  Sono strategie di sviluppo che come Struttura regionale sosteniamo, anche grazie al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020”.

Degustazioni, vini di qualità, divertenti e istruttive attività collaterali e spettacoli di musica e danza animeranno le due serate all'insegna del motto “Bevi consapevole”, il messaggio cardine della manifestazione di quest'anno insieme, ovviamente, a quello da sempre veicolato dal Movimento Turismo del Vino Puglia di scegliere solo vini di qualità e degustarli correttamente nel calice in vetro. A supporto della campagna per il consumo responsabile, all'atto dell'acquisto del kit degustazione (10 €, calice con tasca portabicchiere, tarallini, 8 ticket degustazione) i visitatori riceveranno un utile gadget, la cannuccia per effettuare l'alcol test prima di lasciare la manifestazione contenuta in un flyer informativo con la mappa della serata.

In questi due scenari fantastici, che attirano turisti italiani e stranieri, resteranno protagonisti assoluti i vini dei produttori soci del Movimento, che ogni giorno contribuiscono ad affermare la qualità e affidabilità dei produttori regionali. 

“Calici di Stelle è l’evento dell’estate per i vignaioli soci del Movimento Turismo del Vino Puglia e per i tanti enoturisti che si godono le vacanze nella nostra bellissima regione – commenta Sebastiano de Corato, Presidente del Consorzio. - Si tratta di una grande occasione per celebrare il legame fra vino e territorio attraverso la valorizzazione dei centri storici di Lucera e Copertino che si trasformeranno in contenitori di sapori, conoscenza, suoni ed emozioni diventando il palcoscenico di un tour virtuale nella variegata offerta enologica dell’intera regione”. 

In entrambe le città le degustazioni saranno organizzate in tre itinerari che idealmente ripercorrono i territori enologici -Terre del Nero di Troia, Terre del Primitivo, Terre del Negroamaro-, consentendo ai tanti winelovers di intraprendere un viaggio reale e virtuale nella Puglia del vino, tra i banchi di assaggio dove scoprire il ricco patrimonio vitivinicolo pugliese fatto di suggestivi territori, vitigni autoctoni e denominazioni d'origine. A guidare i visitatori nel loro percorso ci saranno i sommelier e aspiranti sommelier dell'AIS Puglia, che presidieranno i banchi d'assaggio fornendo informazioni e dettagli di degustazione.

 E quest'anno Calici di Stelle riserva anche una novità tecnologica, per seguire la serata con il proprio smartphone:  il percorso di degustazione e l'intero programma della serata saranno scaricabili con la app Calici di Stelle (personalizzata per Lucera e Copertino), che conterrà anche l'elenco delle cantine divise per territorio e il nome della loro etichetta in degustazione a base del vitigno autoctono di riferimento. La app sarà scaricabile dal QR code pubblicato su tutto il materiale di comunicazione disponibile durante la serata, sui pannelli che individueranno il percorso, sul flyer contenente la cannuccia-gadget oppure collegandosi con il proprio smartphone o tablet su Play Store o Apple Store. E per conoscere tutto sui vini di Puglia e portare con sé le informazioni anche dopo la manifestazione, un altro QR code sarà disponibile per scaricare la app Ampelopuglia, un vademecum utile ed esaustivo sulla vitivinicoltura di Puglia.

Non mancheranno i momenti di spettacolo, due in entrambe le città, per accompagnare la degustazione sotto le stelle e completare il racconto dei vini anche attraverso l'arte della musica e della danza. Sia a Copertino che a Lucera la compagnia ResExtensa si esibirà con l'emozionante performance di danza aerea "Il Vino nella Danza”, spettacolo ispirato al tema della nascita del vino in cui i danzatori, decorati in body painting a cura di “Nouvelle Esthètique Acadèmie”, rappresenteranno differenti momenti della magia del vino. A Lucera l'associazione culturale “Gershwin” si esibirà nel suggestivo scenario dell'Anfiteatro romano con lo spettacolo di musica lirica “Il vino nell'Opera”, un concerto d'arie d’Opera inneggianti alla convivialità del vino. A Copertino l'intrattenimento musicale sarà affidato al gruppo di musica folkoristica pugliese “U'munacidde”, interprete di un emozionante repertorio di musiche popolari in un'atmosfera da osteria.

E, tornando alle degustazioni, come ogni anno un focus particolare sarà dedicato alle degustazioni guidate delle Doc simbolo delle due città, condotte da sommelier professionisti. A Lucera, nel Museo Civico Fiorelli si degusterà una selezione di Cacc'e Mmitte di Lucera a cura del Consorzio di Tutela della Doc, mentre a Copertino lo stupendo ex Convento delle Clarisse ospiterà la degustazione di Copertino Doc (in entrambe le città su prenotazione,  gratuito, a rotazione max 25 persone per volta). Un'occasione istruttiva, piacevole e interessante per cimentarsi con la degustazione professionale e approfondire la conoscenza dei vini che portano due importanti denominazioni della nostra regione.

Sempre istruttivo, ma in chiave più curiosa e divertente il gioco sensoriale “A prova di naso”, che si svolgerà a Lucera nella suggestiva corte di Palazzo Petrilli, e a Copertino nella Corte del Castello Angioino. Si gioca con il proprio olfatto, cercando di individuare nel calice i sentori principali di Primitivo, Nero di Troia, Negroamaro. I nasi più bravi si aggiudicano in omaggio una fornitura di vini regionali (in entrambe le città su prenotazione, gratuito, a rotazione max 25 persone per volta).

Infine, Calici di Stelle sarà anche in cantina, per consentire anche agli enoturisti più lontani di godere della bellezza di vino e stelle visitando le aziende e degustando i vini direttamente nei luoghi di produzione. Sei le cantine che apriranno le porte ai visitatori nella notte di San Lorenzo, il 10 agosto: Tor de' Falchi (Minervino Murge – Bt), Vignuolo (Andria), Azienda Agricola Mazzone (Ruvo di Puglia – Ba), Terre di San Vito (Polignano a Mare – Ba), Amastuola  (Massafra – Ta), Cantina Due Palme (Cellino San Marco – Br), con tante iniziative, spettacoli e degustazioni.

Calici di Stelle è un marchio di proprietà del Movimento Turismo del Vino, registrato e protetto giuridicamente per contrastarne qualunque abuso/imitazione e garantire ai consumatori qualità e professionalità. L'evento è organizzato in collaborazione con Le Città del Vino. 

Antonio Possenti, morto a 83 anni il pittore lucchese. La mostra a Castelnuovo Garfagnana

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È scomparso questa mattina, all’età di 83 anni, il pittore Antonio Possenti. Era nato a Lucca e alla sua città era sempre rimasto legato. Aveva lo studio nella piazza dell’Anfiteatro.

Compiuti gli studi classici, aveva molto presto scoperto le qualità espressive del disegno, assecondando un’inclinazione al racconto favoloso che ha in seguito mantenuto, anche mediante l’osservazione attenta della “commedia umana”. Alla pittura è giunto, da autodidatta, dal disegno e dall’illustrazione.
Le sue occasioni formative sono state ideali ed elettive, frutto della curiosità intellettuali e della cultura letteraria e artistica che aveva respirato sin da bambino nella famiglia, spaziando dalla classicità greco-romana all’epoca moderna e contemporanea e con una predilezione particolare per le esperienze di più vivace e coinvolgente taglio fantastico. Ha viaggiato molto e conosciuto vari personaggi e culture, ma ritorna sempre a Lucca, luogo magico che raccoglie, come un’immensa valigia, le testimonianze delle sue “escursioni” nel mondo.
Ha esposto nelle principali gallerie italiane e straniere e partecipato a numerose manifestazioni espositive internazionali. Sue mostre personali si sono tenute al Museo degli Uffizi e nella Sala d’Armi di palazzo Vecchio, a Firenze, alla Reggia di Caserta, al Tour Fromage di Aosta, nel Palazzo Ducale di Massa e a Castel dell’Ovo di Napoli. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche italiane e straniere.

Attivo sino all’ultimo, Antonio Possenti aveva accettato con entusiasmo l’invito del Comune di Castelnuovo Garfagnana di partecipare con una mostra alle celebrazioni per il Cinquecentenario della prima edizione dell’Orlando Furioso. E in pochi mesi aveva dato vita una serie di disegni fantastici dedicati ai personaggi ariosteschi. La mostra s’intitola Altrove e altri luoghi. Occasioni e suggestioni dall’Orlando Furioso, e si è inaugurata lo scorso 16 luglio alla Fortezza di Mont’Alfonso, sopra Castelnuovo. Possenti già non stava bene e non aveva potuto partecipare alla festa. Era ricoverato all’ospedale San Luca di Lucca ed è lì che si è spento stamattina.


La mostra è promossa dal Comune di Castelnuovo di Garfagnana con la collaborazione della Provincia di Lucca, Unione dei Comuni della Garfagnana, Lucca Comics and Games

con il contributo di
Fondazione Banca del Monte di Lucca, Cassa di Risparmio di Lucca Piisa Livorno – Gruppo Banco Popolare, Idrotherm 2000 di Castelnuovo di Garfagnana

con il patrocinio di
Comitato nazionale per il V centenario del Orlando Furioso
Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
Regione Toscana


Antonio Possenti
Altrove e altri luoghi
Occasioni e suggestioni dall’Orlando Furioso
Fortezza di Mont’Alfonso, Castelnuovo Garfagnana
16 luglio – 31 agosto 2016
Orario 10.00 - 13.00 e 16.00 - 19.00, lunedì chiuso
Ingresso libero

VENEZIA 73, nella sezione Orizzonti IL PIÙ GRANDE SOGNO di Michele Vannucci, con Mirko Frezza e Alessandro Borghi

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A 39 anni Mirko è appena uscito dal carcere: fuori, nella periferia di Roma, lo aspetta un “futuro da riempire”, possibilmente in modo onesto. Quando viene eletto a furor di popolo Presidente del comitato di quartiere, decide di sognare un’esistenza diversa. Non solo per sé e per la propria famiglia, ma per tutta la borgata in cui vive.

Il più grande sogno di Mirko però è difficile da mettere in pratica, specie se tuo padre è un piccolo criminale. Il rapporto con le figlie è tutto da costruire e il passato è una porta sempre troppo facile da riaprire.
Questo film racconta di un “bandito” che si inventa custode di una felicità che neanche lui sa bene come raggiungere. È la storia di un sogno fragile e irrazionale, capace di regalare un futuro a chi non credeva di meritarsi neanche un presente.

Ci sono incontri che cambiano la percezione della nostra vita.
Nell’agosto 2012 ricordo d’aver provinato decine d’attori per il mio cortometraggio di diploma in regia al Centro Sperimentale.
Un giorno, dalla porta d’ingresso è entrato Mirko e qualcosa mi ha portato nella sua vita.
Mirko ha quarant’anni e una vita di strada alle spalle, una moglie, tre figli, una madre, un padre e un’intera borgata da sfamare. Mi ha raccontato che l’avevano eletto presidente di quartiere e che aveva aperto un centro sociale, ho capito che davanti ai miei occhi si stava scrivendo una storia che mi riguardava. Ho capito che ciò che cercava lui era ciò che cercavo anch’io da anni: un’altra vita.
La storia di Mirko è il racconto di un uomo fragile in cerca di futuro.
Michele Vannucci

Michele Vannucci è nato a Roma nel 1987. Nel 2012 si diploma in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. In circa tre anni ha diretto sei cortometraggi di finzione, cinque documentari (uno dei quali finalista al Premio Solinas), un mediometraggio documentario (Vigne Nuove). Nel 2015 ha realizzato il cortometraggio Una storia normale, cui è ispirato il suo primo lungometraggio, Il più grande sogno.

“ASPETTANDO BAKE OFF ITALIA”, il 29 luglio su Real Time PUNTATA SPECIALE DEDICATA AI CASTING

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Imperdibile appuntamento, in attesa della quarta stagione, con “ASPETTANDO BAKE OFF ITALIA” una puntata speciale interamente dedicata ai casting. Venerdì 29 luglio alle ore 23.05 in esclusiva su Real Time (Canale 31 Digitale Terrestre Free).

Assisteremo ai casting del programma che quest’anno si sono svolti in Piazza Dante a NAPOLI,dove aspiranti pasticceri provenienti da tutta Italia divisi in gruppi, hanno dato il massimo preparando il loro dolce migliore e cercando di conquistare il palato dei giudici.
Alla conduzione, come sempre, la padrona di casa BENEDETTA PARODI affiancata dai due giudici, il ‘re del cioccolato’ ERNST KNAM e la lady di ferro CLELIA D’ONOFRIO.

Dopo aver assaggiato tutti i dolci, ERNST KNAM e CLELIA D’ONOFRIO hanno scelto i venti migliori per affrontare l’ultima sfida che avverrà nella splendida cornice di Villa Annoni a Cuggiono (Mi), dove i concorrenti cercheranno di guadagnare l’ambita postazione, ma questa volta non saranno solo ERNST e CLELIA ad attenderli e a giudicarli: ci sarà infatti anche un terzo giudice, novità assoluta della nuova stagione.

Il programma è disponibile anche su www.dplay.com (scarica la App su App Store o Google Play o vai sul sito www.dplay.com).

Altilia Samnium Festival, il 30 luglio Manuela Kustermann e Melania Giglio in DICHIARO GUERRA AL TEMPO

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Due donne giacciono sprofondate negli abissi del tempo. Una in epoca elisabettiana, l’altra in epoca moderna. Abitano la stessa stanza.
Non si vedono, non si parlano direttamente, ma sicuramente si percepiscono. La stanza è la stanza della memoria. Ovunque, manoscritti, versi, perpetue parole, spartiti musicali. I versi appartengono a William Shakespeare. Nella stanza dell'immaginario del grande poeta ci si può anche smarrire. Là ci sono pochi oggetti, lo spazio è denso, percorso da sussurri e voci dimenticate, memorie di antiche interpretazioni, ombre in transito e riflessi di luce abbaglianti. Il poeta è testimone instancabile di un mondo che non c'è più, una realtà costruita con dedizione, fede, potenza espressiva, serietà, competenza e valori indiscutibili.Il poeta frequenta il futuro nella vita di ogni giorno, si batte per la verità, cade in deliquio, trema, sviene per un istante e in quell'istante elabora universi, sogna l'infinito e tenta di decifrarne la grammatica. Così è la scrittura di Shakespeare, scrittura “vivente”, tracciata nell'inconscio dei suoi interpreti. Così è la sua Poesia.
Questo viaggiatore dell’illusione e del sogno parla una lingua di cristallo, si misura con ogni possibile realtà, ogni forma di tradimento e, come dal fondo di un pozzo, si affanna a parlare a tutti gli uomini ancora “vivi”, tramite versi che ci parlano delle paure di un vecchio, degli incubi notturni di un Re lasciato solo dalle figlie, delle notti d’amore di una Regina, degli affanni di un giovane principe, dei pensieri di un grande condottiero... 
La stanza che ospita quest'uomo ha grandi pareti di fumo che soffrono dell’instabilità propria dei sogni e quindi mutano continuamente. Proprio perché è “strumento divino”, proprio perché dialoga con gli angeli, il Poeta non deve solo divertirci (di-vertere = distrarre da), ma ha la possibilità di aiutarci a ritrovare la nostra grazia perduta, la nostra innocenza, a lungo vagheggiata e rimpianta, cancellata inesorabilmente dal cinismo e dalla superficialità della nostra vita quotidiana. Così le due donne iniziano un dialogo senza fine, dove, da due diverse dimensioni, s’interrogano ancora e ancora sulla vera natura dell’amore. Sul confine tra amore e amicizia.
In che cosa differiscono l’amore passionale e quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive? Shakespeare nei suoi sonetti indaga tutti i possibili aspetti dell’amore. E l’amore stesso diviene così lo strumento d’eccellenza per conoscere se stessi, l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità.
Una conversazione infinita, dove il gioco dei sentimenti è vissuto fino in fondo e porta le due donne ad osservare con dolcissima compassione la fatale caducità del nostro tempo terreno. Perché è proprio il Tempo, con il suo inganno, il suo orrore, il suo splendore, a rappresentare il vero grande tema dei Sonetti di Shakespeare. Amore e Tempo. Entrambi caduchi. Entrambi infiniti. E noi sempre in guerra. Con entrambi.

Tratto da I Sonetti di William Shakespeare
a cura di Daniele Salvo
musiche Pink Floyd, David Bowie, Queen, Rolling Stones, Joni Mitchell, Peter Gabriel, Cat Stevens
costumi Anna Mode e Silvia Aimonino -  luci Valerio Geroldi
Basilica Foro - Scavi archeologici di Altilia, Sepino (CB)

SALENTO: COLORI, SAPORI E BELLEZZE D’UNA TERRA RICCA DI CULTURA. Il caso Galatone

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di Goffredo Palmerini - LECCE - E’ un sereno 7 luglio quando di mattina lasciamo il tranquillo lido di Metaponto, dove ci siamo concessi, mia moglie ed io, tre giorni di riposo.
Rinverdite le antiche amicizie, nate oltre trenta anni fa con il gemellaggio tra L’Aquila, città che ho avuto l’onore di servire per tre decenni come amministratore civico, e Bernalda, amena cittadina dominante la fertile piana metapontina. Un gemellaggio ricco di relazioni, grazie alla condivisione di San Bernardino da Siena quale Patrono delle due città. L’Aquila, città dove il Santo dell’Osservanza francescana scelse anche di morire, il 20 maggio 1444, e dove il suo corpo riposa in una magnificente basilica rinascimentale, di Santi protettori ne ha altri tre: San Massimo, Sant’Equizio abate e San Pietro Celestino, il papa della Perdonanza.
Metaponto, un mare di perla e la vasta pineta litoranea alle nostre spalle, la superstrada Jonica ci porta verso Taranto, città ricca di storia, purtroppo ferita dai guasti ambientali d’una grande industria siderurgica non ancora risanati. Aggirata la città, dopo S. Giorgio Jonico, la strada fila diritta nella Messapia, tra ulivi, vigneti, frutteti e campi coltivati, sovente confinati con ordinate muraglie in pietre disposte a secco. E’ la cifra di questa terra di sole: colori ed odori intensi, dove madre natura declina le sue copiose possibilità al riparo d’una edilizia sparsa, che invece viene compiendosi armonicamente nei centri urbani che si susseguono: Fragagnano, Sava, Manduria, Avetrana. Si sente l’odore del mare, già quando la strada s’avvicina alla costa, intorno a Porto Cesareo. 

Ora ci siamo quasi. S’annuncia Nardò, che meriterebbe una sosta e una visita attenta per apprezzarla, ma a Galatone ci attendono per l’ora di pranzo. Già dal vestibolo, fermandoci in un ampio spazio alberato a mercato, si scorge il cuore della città antica nelle sue belle declinazioni architettoniche. Una buona cucina ci disvela i suoi sapori. E’ cifra d’una sapida cultura gastronomica che solo chi ha desiderio di scoprire il sorprendente scrigno di ricchezze della provincia italiana ha il privilegio d’apprezzare. E il Salento è una cornucopia feconda di bellezze, sapori, tradizioni, arte e storia millenaria. E di accoglienza ospitale. E di Cultura, con la maiuscola. 

La Cultura, infatti, è stato richiamo e motivo di questo viaggio: il Premio Galatone Arte e il Premio Letterario “Città del Galateo”. Due eventi che l’associazione internazionale VerbumlandiArt promuove, sotto la creativa guida della sua presidente Regina Resta e d’un affiatato team di collaboratori: Luigi De Giorgi, Maria Teresa Infante, Massimo Massa, Nadia Celi, Carlo Roberto Sciascia, Renato Arrigo, Carlo Alberto Augieri, Guido Vaglio ed altri ancora. Li incontriamo e conosciamo tutti a sera, al vernissage della mostra collettiva d’arte nello splendido Palazzo Marchesale, prezioso gioiello nel suo disegno architettonico ed ancor più nel sapiente restauro che l’ha restituito ad un uso culturale poliforme. Nei suoi diversi ambienti ospita esposizioni, nuclei museali, concerti, conferenze e nei suggestivi locali ipogei un’interessante mostra sulle Macchine di Leonardo da Vinci. 

La Mostra delle opere del Galatone Arte 2016 è al primo piano del Palazzo. Nadia Celi, Carlo Roberto Sciascia e Renato Arrigo, insigni critici d’arte, presentano l’esposizione che per tema ha “La Bellezza nell’Arte”, ispirato alla famosa lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II. Sottolineano, i tre esperti della giuria, la qualità degli artisti e delle numerose opere esposte. Sondra Dell’Oco, assessore alla Cultura, e il sindaco Livio Nisi portano il saluto della Municipalità, annotando quanto le politiche culturali siano importanti nel progetto di sviluppo della città. Poi la firma d’un Patto di collaborazione suggella l’amicizia tra VerbumlandiArt e l’Associazione dei Poeti della Serbia, presenti con una delegazione assai rappresentativa.

L’indomani, 8 luglio, nell’ampio atrio del Palazzo Marchesale, le cui origini risalgono al XII secolo, si tiene a sera una conversazione sul dialogo tra religioni: “La pace attraverso il dialogo”. Hafez Haidar, scrittore e poeta d’origine libanese, candidato al Premio Nobel per la Pace, porta la sua straordinaria testimonianza di vita, impegnata nel dialogo interreligioso, conversando con Rosa Nicoletta Tomasone, scrittrice e feconda animatrice di rilevanti progetti culturali europei che riguardano il dialogo tra le culture del Mediterraneo, e con chi scrive. Grande l’emozione quando viene richiamata l’essenza del messaggio di Pace che è alla base delle religioni e della necessità del perdono reciproco per riconciliarsi. E poi ancora quando si richiama il messaggio universale di Pace che Celestino V - il papa che dopo cinque mesi rinunciò alla tiara - con la sua Bolla, nel settembre 1294, consegnò in eredità alla città dell’Aquila e all’intera umanità la Perdonanza, il primo giubileo della cristianità. Da 722 anni, ogni anno, dal vespro del 28 a quello del 29 agosto, si celebra a L’Aquila il giubileo della Perdonanza, aprendo per un giorno la Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio. Hafez Haidar, docente di letteratura araba all’Università di Pavia, è persona di profonda sensibilità ed umiltà. Non cerca di dissimulare la commozione quando gli rivelo che la sua città natale, in Libano, la bella Baalbek con le meravigliose vestigia romane dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è gemellata con L’Aquila. Ma si alza e con gli occhi umidi viene ad abbracciarmi, facendo sbocciare una “fraternità” che fonda sull’affinità e la condivisione di profondi valori universali, spirituali e civili. Un sentimento che avvertiamo diffuso tra i protagonisti di queste giornate culturali.

Nella terza giornata, il 9 luglio, inizia nel pomeriggio la presentazione delle opere poetiche e narrative con la consegna del Premio “Città del Galateo” ai vincitori. Un grande lavoro, quello svolto dalla giuria presieduta dal prof. Carlo Alberto Augieri dell’Università del Salento, nella selezione delle tantissime opere in concorso, segnate da un alto livello creativo e qualitativo. Un vero successo questa quarta edizione del Premio. E una bella kermesse, che va avanti fino a tarda sera, l’andirivieni di vincitori e menzionati d’onore, trapuntata con sprazzi di buona musica, danza e belcanto. Infine, la consegna dei riconoscimenti a Personalità della cultura, insignite del Premio alla Carriera. Tre giorni, dunque, di iniziative culturali che hanno dato lustro e prestigio ad una ridente città come Galatone che, con le sue migliori espressioni, sa dimostrare quanto la prelazione dell’investimento in Cultura sia scelta determinante per la valorizzazione del territorio, delle sue risorse artistiche, del suo patrimonio di bellezze, tradizioni e singolarità. 

Un cespite eccezionale in Italia, sopra tutto nel meridione, così ricco di potenzialità sovente inespresse o largamente neglette. Galatone, città del Galateo (l’umanista, accademico e medico Antonio de Ferrariis, nato a Galatone nel 1444 e morto a Lecce nel 1517), propone una tendenza diversa, quella giusta, impegnativa ma ricca di prospettive. La valorizzazione dell’arte contemporanea e della creatività letteraria, unite al cenacolo di sensibilità sui grandi temi che disegnano un futuro migliore per l’Umanità, come il Dialogo tra culture e religioni, quale presupposto della Pace, fanno di questa splendida cittadina del Salento un esempio da emulare. Un caso davvero da osservare per quanto questi eventi di eccellente qualità, organizzati da un’associazione culturale di volontari, come VerbumlandiArt, siano fortemente utili e in grado d’attivare un’efficace promozione e valorizzazione della città che li ospita e del suo contesto territoriale. Se sono capaci di realizzare, come in effetti lo sono, presenze rimarchevoli in numero e qualità da ogni parte del Paese e anche dall’estero. 

L’investimento in Cultura dà frutti. Lo dicono le decine e decine di testate italiane, agenzie internazionali ma anche giornali all’estero, che hanno riportato notizie sugli eventi e commentato il loro esito. Un’attenzione giornalistica che farà certamente bene a Galatone e al Salento. E poi appunto la città, visitata gustata ed apprezzata in tutte le sue bellezze artistiche e architettoniche, con autentiche perle da scoprire. Galatone ha lasciato pieni di stupore i tanti ospiti presenti. Se poi s’aggiungono le visite a Lecce, seducente bomboniera lapidea di raffinato barocco e dei superbi resti romani dell’antica Lupiae, e alla splendida Gallipoli, con l’intrigante reticolo urbano del prezioso centro storico, contornato dall’intenso blu diafano del mare e dall’incanto della costiera, la promozione delle meraviglie presenti in questa parte di Salento assume un rilievo più lato. Ciascun ospite dei due eventi - l’artistico e il letterario - porterà di Galatone un segno duraturo, un desiderio di ritorno, un’esigenza a raccontarne la suggestione. Che poi è il più efficace modo di diffondere un luogo e stimolare la curiosità alla conoscenza d’un territorio. E il Salento davvero merita questa attenzione, per le sue bellezze e per la squisita cortesia della sua gente.

VENEZIA 73: in Orizzonti (Concorso Corti) STANZA 52, esordio alla regia dello sceneggiatore MAURIZIO BRAUCCI

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In un lussuoso albergo di Napoli, la stanza 52 ha qualcosa di magico e di misterioso. A esserne a conoscenza è soltanto Serena, una stramba cameriera cinquantenne che malgrado una vita difficile non ha perso il sorriso. Mentre fa le pulizie, Serena interroga la stanza sul destino che il proprio defunto marito ha avuto nell'aldilà e la stanza sembra risponderle, ma in modo confuso.
Ne nasce un dialogo surreale, durante il quale Serena racconta i propri e gli altrui peccati e affronta con semplicità un tema fondamentale della morale cristiana.
"La compassione è la base della moralità, ma spesso non riusciamo a perdonare a noi stessi né agli altri perché lo dimentichiamo. Ho voluto raccontare questo tema con leggerezza, filmando sempre da vicino l'attrice per mettere in luce il duro lavoro del personaggio e i suoi sentimenti di pietà e di speranza malgrado il dolore che la vita può dare"
Maurizio Braucci

Maurizio Braucci (Napoli, 1966) è coautore di sceneggiature di film come Gomorra e Reality di Matteo Garrone, Bella e perduta di Pietro Marcello, Anime nere di Francesco Munzi, L’intervallo di Leonardo Di Costanzo, Pasolini di Abel Ferrara, Piccola patria di Alessandro Rossetto. Ha pubblicato romanzi (“Il mare guasto”, “Una barca di uomini perfetti”, “Per sé e per gli altri”), racconti e reportage, scrive per il teatro. Stanza 52 è la sua prima regia.

Stanza 52 è una produzione Avventurosa in collaborazione con Rai Cinema e Francesco Bellusci. Con: Vincenza Modica. Direttore della fotografia: Salvatore Landi. Montaggio: Sara Fgaier. Montaggio del suono: Daniela Bassani.

TERESA DE SIO, Annuncio disco e tour "TERESA CANTA PINO"

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Teresa De Sio, impegnata in questi giorni nel tour estivo, annuncia il progetto a cui sta lavorando: un disco e un live tour dedicato a Pino Daniele.

Per un periodo a Napoli li chiamavano il re e la regina. PINO DANIELE aveva già scritto per lei 'Nanninella'. TERESA DE SIO dopo la sua scomparsa ha composto per lui ''O Jammone'. Insieme sul palco del Palapartenope nel 2013 avevano cantato "Voglia 'e turnà" e " Napul'è", condividendo canzoni, origini e quella napoletanità viscerale.

Ora TERESA DE SIO annuncia il suo progetto: un disco e un tour in cui reinterpreta le canzoni più amate dell'amico: TERESA CANTA PINO. I brani sono già stati selezionati da Teresa che sta lavorando agli arrangiamenti con Salvatore Flauto: dall'autunno si lavorerà alla produzione discografica e alla distribuzione dei concerti che toccheranno tutt'Italia a partire dalla prossima primavera con il patrocinio della CAMPANIA MUSIC COMMISSION.

"Per me questo è un progetto 'devozionale'– dichiara Tesera De Sio – “Pino sta sulle facce della gente, sulla facciata dei palazzi, per le strade. Non possiamo salutarlo che con la musica".

PROSSIME DATE TOUR ESTIVO
5 agosto, Monfalcone (GO) - Marina Julia
7 agosto, Montemarano (AV) - Tarantella for Africa
8 agosto, Satriano di Lucania (PZ) - Lucania Etno Folk
10 agosto, Francavilla - BluBar Festival
15 Agosto,  Melfi (PZ) -  Piazza Vescovado
18 Agosto,  San Rocco 
27 Agosto , Pertosa (SA) – Grotte di Pertosa
8 settembre, S. Giovanni Piro (SA) - Equinozio d'Autunno
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