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Aspettando Medea a Spazio Diamante con Franca Abategiovanni e Antonella Ippolito, regia Nadia Baldi

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Dal 10 al 12 gennaio sarà in scena a Spazio Diamante lo spettacolo ASPETTANDO MEDEA di Franca Abategiovanni, Nadia Baldi, Antonella Ippolito con Franca Abategiovanni e Antonella Ippolito, regia Nadia Baldi.

Due donne…un copione, le prove di uno spettacolo. Due donne diverse fra loro che interagiscono con un testo, la loro vita privata, i loro sogni e le loro follie.
Nell’ordito della trama del copione si confondono i due personaggi, ora impegnate a trovare la loro miglior interpretazione ora a risolvere problematiche quotidiane ora a sviscerare storie e sentimenti che trascinano lo spettatore in mondi e storie parallele. Medea personaggio complesso di grande forza drammatica ed espressività, affascina e cattura le due attrici. Esse si troveranno più volte a confondersi con Medea, a rappresentare le due facce della sua stessa mente scissa, conflittuale. L’abbandono, l’indifferenza, la vendetta, la ferocia, la forza e la fragilità del personaggio sono sentimenti dai quali restano rapite e condizionate durante le prove. Ma come spesso accade anche nella vita comune il limite fra tragedia e comicità è sempre labile e le due protagoniste finiranno per passare dal comico al tragico restituendo allo spettatore uno scenario godibile e leggero. 

SPAZIO DIAMANTE
Via Prenestina 230B - tel. 06 27858101 
CENTRALINO OPERATIVO PER INFO E PRENOTAZIONI: lunedì-venerdì h. 12:00/19:00, sabato h 14:00/19:00, domenica h 14:00/18:00
Info e prenotazioni: botteghino@spaziodiamante.it - WhatsApp 345 9409718
Prezzo biglietti
PROSA Intero € 18,00, Ridotto (Universitari, Under 30, Over 65, Residenti Municipio V) 15 euro

Di seguito gli orari del botteghino Sala Umberto e Brancaccio
Sala Umberto:
APERTURA AL PUBBLICO: martedì-venerdì h. 12:00/19:00 - sabato h 14:00/19:00 - domenica h 14:00/18:00
lunedì chiuso
La biglietteria, dopo le 19, resterà aperta fino ad inizio spettacolo per le operazioni riguardanti lo stesso 
Teatro Brancaccio:
Orari martedì - venerdì h. 11.00/13.00 – 14.00/19.00
sabato h. 14.00 – 19.00 / domenica h. 14.00 – 18.00
lunedì chiuso
CENTRALINO OPERATIVO PER INFO E PRENOTAZIONI
lunedì - venerdì h. 11.00/13.00 – 14.00/19.00
sabato h. 14.00 – 19.00 / domenica h. 14.00 – 18.00

Trasporto Pubblico
Con l’autobus 150F, N12 – Fermata Prenestina/Conti
Con il Tram 5 / 14 / 19 – Fermata Prenestina/Conti
Con l’automobile è possibile parcheggiare sulla via Prenestina e strade adiacenti.
Taxi Stazione taxi Largo Preneste


Nicola Pistoia e Paolo Triestino in IL ROMPIBALLE al Teatro Ghione dal 9 al 26 gennaio

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Nicola Pistoia e Paolo Triestino saranno i protagonisti al Teatro Ghione - dal 9 al 26 gennaio - dell’irresistibile commedia IL ROMPIBALLE di Francis Veber, con Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Matteo Montaperto, Alessio Sardelli. Regia di PISTOIATRIESTINO. 

Un classico della commedia francese. Dopo il grande successo de LA CENA DEI CRETINI, ecco ancora la coppia Pistoia-Triestino alle prese con un’altra esilarante creazione di Francis Veber: IL ROMPIBALLE. L’intreccio della commedia è travolgente: un aspirante suicida per amore ed un killer si trovano ad occupare due stanze comunicanti in un hotel, il primo per porre fine ai suoi giorni ed il secondo per porre fine ai giorni di qualcun altro dalla finestra della sua stanza. Ma il suo piano sarà sconvolto, appunto, dal “rompiballe” suicida. Attorno ai due protagonisti ruotano altre quattro figure magnificamente tratteggiate dall’autore: la ex-moglie dell’aspirante suicida, il nuovo compagno della medesima, il cameriere dell’Hotel ed uno stravagante poliziotto. Tra risate e colpi di scena, IL ROMPIBALLE riafferma il talento di Veber nel costruire commedie mai banali e capaci di regalare emozioni e grande divertimento.

Note di regia

“Dopo LA CENA DEI CRETINI, eccoci ancora alle prese con un testo creato dalla fantasia di François Veber: IL ROMPIBALLE.  François Pignon, la “maschera” ideata dal genio francese, parla al cuore di ciascuno di noi. Quel cuore che una volta pulsava per le piccole cose, per i nostri sogni più ingenui, per le grandi aspettative e che oggi invece batte sempre più flebile, perché sommerso da mille rumori: la fretta, l’arroganza, la volgarità, l’egoismo, la rabbia e la crisi profonda di tutto ciò che si può definire “bellezza”. 
Il tema in fondo è lo stesso: l’arroganza contro il candore, i cattivi sentimenti contro i buoni, la violenza contro una mano tesa. Il tutto, ovviamente, tra una risata e l’altra. 
Veber ha il dono dell’apparente leggerezza che, con mano sapiente, tratteggia l’umanità variegata che ci circonda e la rende affettuosamente risibile. I suoi progenitori sono Goldoni, Moliere, e più vicini a noi, Labiche e Feuydau. Noi proveremo a restituire al pubblico la Sua profondità leggera, quella che regala risate fino alle lacrime e però anche un pizzico di malinconia per la gentilezza che abbiamo conosciuto o, forse, ci illudiamo di aver conosciuto. Non una sola nota volgare, in un mondo dove ormai tutto è volgarmente assordante. Un inno alla gentilezza e al garbo, appunto, che siamo convinti alberghi ancora in ciascuno di noi. In scena con noi, un cast di eccellenti attori: Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Alessio Sardelli e Matteo Montaperto”.

Nicola Pistoia e Paolo Triestino
Teatro Ghione
9 gennaio | 26 gennaio 2020
IL ROMPIBALLE
di Francis Veber
traduzione Filippo Ottoni
con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Antonio Conte, Loredana Piedimonte, Matteo Montaperto, Alessio Sardelli
scene Francesco Montanaro
costumi Lucrezia Farinella
luci Alessandro Nigro
regia PISTOIATRIESTINO
Teatro Ghione
Via delle Fornaci 37 - 00165 Roma
Tel: 06.6372294 / 06.39670340 / 3341411539 || info@teatroghione.it
Il botteghino è aperto tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30
BIGLIETTI: INTERO Platea (27 + 3) 30 € - INTERO Galleria (20 + 3) 23 €


Orari spettacolo: dal martedì al sabato ore 21.00. Domenica ore 17.00 

2020, i buoni propositi degli studenti italiani: dalla laurea al lavoro a tempo indeterminato

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Un tempo sognavano di viaggiare in giro per il mondo e di avere una macchina di lusso: oggi gli studenti italiani, nella lista degli obiettivi del nuovo anno, mettono il potersi laureare in tempo (52%) senza andare fuori corso e trovare un lavoro (47%) consono al proprio percorso formativo e alle proprie qualità.
Dalla ricerca di indipendenza economica (32%) al desiderio di ottenere soddisfazioni per sé (28%) e per i propri cari (22%) i ragazzi d’oggi mettono tra i buoni propositi obiettivi concreti, frutto del proprio lavoro e dei sacrifici personali, senza ricercare scorciatoie o raccomandazioni.
È quanto emerge da uno studio del Sanpellegrino Campus condotto su circa 2.000 studenti tra i 18 e i 25 anni con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community per capire quali siano desideri e buoni propositi per il 2020.
Quali bisogni sentono i giovani italiani legati al loro futuro? Se un tempo i modelli per i giovani erano “vita spericolata” o “vado al massimo”, che si traducevano nella voglia di togliersi sfizi personali come auto sfarzose e viaggi in tutto il mondo, oggi la voglia di emergere e autoaffermarsi, tipica della mentalità giovanile di questi tempi, sembra essere il leitmotiv della loro esistenza. Per oltre 6 studenti su 10 (64%) l’esigenza più grande consiste nel realizzare un obiettivo concreto che ponga le basi per un futuro migliore. Naturalmente c’è sempre chi rimane sognatore e desidera vivere nuove esperienze ed essere protagonista di grandi avventure (28%) senza pensare troppo al medio e lungo termine.
Quali esigenze dovrebbe soddisfare la realizzazione di un sogno per gli studenti italiani? Per la maggioranza (37%) il primo obiettivo consiste nel “migliorare il proprio tenore di vita”, un bisogno a cui si affianca “la voglia di ottenere una maggiore indipendenza dalla propria famiglia” (32%), la voglia di autoaffermarsi (28%) e dare soddisfazione ad amici e parenti (22%).
Sarà una notte di San Silvestro all’insegna della concretezza, quindi, per la maggioranza dei giovani studenti italiani. Ma quali sono i buoni propositi che i ragazzi si prefissano di raggiungere appena entrati nel 2020? In cima alla lista troviamo il potersi laureare in tempo (52%) senza andare fuori corso e trovare un lavoro (47%) consono al proprio percorso formativo e alle proprie qualità. Sul gradino più basso del podio, invece, la ricerca dell’anima gemella (39%). 
Che tipo di occupazione sognano di trovare i giovani con il nuovo anno? Nativi digitali e sempre iperconnessi, i ragazzi desiderano un contratto nel mondo della comunicazione web e social, vero obiettivo per oltre uno studente su 3 (34%); tra questi, c’è chi sogna di lavorare creativamente come social media manager (40%), chi invece di essere protagonista di una start-up digitale (37%) mentre altri di lanciare un e-commerce (23%) per ottenere subito gratificazione e successo. Molto più staccati le professioni più tradizionali, come lavorare nel mondo dell’economia (28%), o in campo ingegneristico (23%) e legato al marketing (19%).
Ma quali sono i modelli aspirazionali dei giovani italiani oggi? A primeggiare anche in questo caso è il mondo dello sport con i suoi punti di riferimento, alla ribalta per le loro performance agonistiche e non solo: sul podio il calciatore della Juventus Cristiano Ronaldo (56%), vera e propria “industria vivente” capace di fare business anche fuori dal campo di gioco, e Lewis Hamilton (51%), anch’egli capace di alternare alle proprie vittorie sportive numerosi successi imprenditoriali. Tra i primi nomi in classifica spiccano quelli del “papà di Microsoft” Bill Gates (42%), un modello per la sua capacità di rivoluzionare ed innovare ancora oggi, e l’eterno Barack Obama (36%) esempio di integrità e di carisma nonostante non sia più Presidente degli Stati Uniti. Tra gli italiani menzione d’onore per Alberto Angela (31%), personaggio cult capace di affermarsi tra il pubblico facendo divulgazione in maniera coinvolgente e mai noiosa. E tra le donne? Come punti di riferimento legati all’universo femminile troviamo due esempi di caparbietà come Michelle Obama (37%) apprezzata per la sua capacità di affermarsi dimostrata sin dai tempi dell’università, e J.K. Rowling (34%), autrice di bestseller tra le più amate al mondo, giunta al successo dopo una lunga gavetta e molti sacrifici. Tra le italiane, invece, i giovani menzionano la celebre influencer e imprenditrice digitale Chiara Ferragni (26%) e Samantha Cristoforetti (22%), prima donna italiana negli equipaggi dell'Agenzia Spaziale Europea, per le loro doti di leader e per la loro determinazione nell’affermarsi nei rispettivi ambiti. 

La Mite con Leonardo Sbragia e Giorgia Di Cristofalo in prima nazionale all’OffOff Theatre, dal 7 al 9 gennaio 2020

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Liberamente tratto dall’opera letteraria di Fedor Dostoevskij, debutta in prima nazionale all’OffOff Theatre, dal 7 al 9 gennaio 2020, lo spettacolo “La Mite”, testo adattato da Rossana Banti e Raffaella Mattioli, che ne cura la regia, e interpretato da Leonardo Sbragia e Giorgia Di Cristofalo.

“Immaginate un uomo, accanto al quale giace, stesa su di un tavolo, la moglie suicida che qualche ora prima si è gettata dalla finestra.   L’uomo è sgomento e ancora non gli è riuscito di raccogliere i propri pensieri… Ecco, parla da solo, si racconta la vicenda, la chiarisce a se stesso”
Russia 1876. Una ragazza si getta dal sesto piano del proprio palazzo tenendo tra le mani un santino della Madonna.
Preso come spunto da un caso di cronaca realmente accaduto, il racconto si apre con un uomo che parla da solo davanti al cadavere della moglie appena morta, sdraiata su un tavolo. Si racconta ad alta voce: il pensiero diventa parola. E così la storia prende forma.

Lui un ex ufficiale reinventatosi usuraio. Lei una ragazzina, un’adolescente totalmente in balia della vita e delle sue vicissitudini. S’incontrano. Si sposano. La differenza di età, i dettami di un tempo che non c’è più, il rigore formale che strozza le interrelazioni personali sono la base di un rapporto pieno di silenzi. Di parole “non dette”. Ora è l’uomo che sembra avere il sopravvento, a dettare le regole di una giusta e retta convivenza. Ora è la ragazza, che non parla mai, a trasmettere una resistenza passiva che si fa via via sempre più forte

Entrambi sono colpevoli di non rivelare all’altro il proprio “monologo interiore”. L’inverno passa e il silenzio si rafforza sempre di più. L’incomprensione di lei, la presunzione di lui. Ed è proprio attraverso la sola ed unica voce di quest’uomo che il racconto si dipana. Prima accusa, poi si discolpa, dopo rimpiange. Non c’è logica negli eventi, logica che Dostoevskij rifiuta, esiste solo una multiformità di quest’essere umano che tenta di spiegarsi una serie di eventi finiti in tragedia. Ma non ottiene risposta. Quello che emerge è una profonda analisi dell’essere umano. Uomo e donna che sia. In maniera sublime viene narrata una storia d’amore che va oltre gli stilemi e le dietrologie della società. Una storia d’amore che racconta l’animo di un uomo “arrivato troppo tardi” a capire l’anima di una donna.

Campagna "Fai una magia: fai sparire i botti. È Capodanno anche per cani e gatti"

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(video) Dalla parte degli animali anche, e soprattutto, a Capodanno.
Per sensibilizzare contro l'uso di botti e fuochi d’artificio che sono motivo di traumi e forti disagi per cani, gatti, e non solo, scende di nuovo in campo l’Ordine dei Medici Veterinari di Roma e provincia, quest’anno affiancato da un team internazionale di noti professionisti delle arti magiche.
Con lo slogan “Fai una magia: fai sparire i botti. E’ Capodanno anche per cani e gatti” ecco la campagna social realizzata, da I Disguido, Luca Lombardo con il suo Poubelle, Gigi Speciale,  Benny Hiu Yeung Li,  Jaime Figueroa, Magico Alivernini, Raffaello Corti, per ribadire quanto l'esplosione di giochi pirotecnici possa trasformarsi in un pericolo per gli esseri umani che li utilizzano e rappresentare un serio rischio per gli amici a quattrozampe con gravi conseguenze per entrambi.  L’eccessivo livello di rumorosità provoca una forte dose di stress negli animali che terrorizzati  rischiano di fuggire, ferirsi e magari provocare incidenti sia casalinghi che stradali. La magia si rende portavoce di un messaggio positivo, perché l’esplosione di un sorriso è sempre la soluzione migliore e quindi... Abracadabra!

AFRICA, Uil Scuola Rua SOLLECITA INTERVENTI URGENTI PER LE SCUOLE STATALI DI ASMARA E DI ADDIS ABEBA

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La Uil Scuola Rua AFRICA si unisce alle preoccupazioni del personale docente delle scuole statali italiane di Addis Abeba e di Asmara e denuncia gli ingiustificabili ritardi con cui gli insegnanti in graduatoria prendono servizio nelle due scuole statali.
Per entrambe esiste il rischio concreto di non aver garantito il diritto allo studio di centinaia di studenti per tutto il primo quadrimestre di scuola! Ribadiamo che la Uil Scuola Rua Africa ha nei mesi scorsi denunciato le gravi difficoltà di avvio dell’anno scolastico e sta sollecitando Maeci e Miur a mettere in atto un effettivo coordinamento per garantire l’offerta formativa delle nostre prestigiose scuole statali in Africa. In queste settimane, come noto, insieme alle altre OO.SS. abbiamo chiesto che nell’imminente rinnovo del CCNL scuola siano affrontate le criticità e i limiti applicativi del Decreto Lgsl.64/2017, soprattutto in merito alla materia della mobilità professionale all’estero. E’ particolarmente sentita l’urgenza di un intervento contrattuale in deroga alle suddette norme dalle istituzioni scolastiche del Corno d’Africa, per le gravi ripercussioni che stanno mettendo a rischio le scuole di Asmara e di Addis Abeba. La Responsabile Uil Scuola Rua Africa Rossana Di Bianco

Erinni di Giancarlo Loffarelli, 10-12 gennaio al Nuovo Teatro San Paolo

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Erinniè il quinto spettacolo della stagione teatrale 2019-2020 del Nuovo Teatro San Paolo, che porta il titolo programmatico di “Belli Lunghi”.
Dopo quattro stagioni della Rassegna “Belli Corti”, selezione di corti teatrali, che ha riscosso un enorme successo di pubblico e partecipazione da parte di nuovi autori emergenti, il Nuovo Teatro San Paolo ha aperto le porte a testi teatrali di durata tradizionale, ma non tradizionali nel contenuto.

Sono stati letti e apprezzati oltre 400 testi da un gruppo di professionisti con esperienza pluridecennale in ambito teatrale, e sono stati selezionati 8 lavori, che saranno portati in scena dai migliori registi del Nuovo Teatro San Paolo.
“Belli Lunghi” sono testi drammatici, ironici, grotteschi, e ciascuno nel proprio registro offre uno spaccato della realtà contemporanea diretto e immediato, in cui il pubblico si riconoscerà senza compiacimenti e velleità intellettuali. :
Scrive Giancarlo Loffarelli, autore di Erinni: “Le Erinni colpiscono chi è stato ingiustamente fortunato’. Così dice Eschilo nell’Agamennone. Questo, per me, è stato il punto di partenza per il mio testo: calare quel detto in un altro contesto storico. Per il resto, ho bloccato lo spazio e dilatato il tempo. Il primo è fisso: una trattoria di Trastevere. Il secondo si muove: dall’anno 2000 al 1938, poi al 1944 per tornare al 2000. E poi le Erinni, figure femminili nel mito greco, che non potevano che restar tali nel mio lavoro

Sinossi: Dal giudizio della Giuria del Premio “Calcante”: “Il testo è drammaturgicamente ben svolto, con l’andamento di un dialogo realistico più cinematografico che teatrale, a cui non sono estranei riferimenti simbolici e la volontà di individuare una sorta di nemesi storica applicata al privato, con risvolti che richiamano, fin dal titolo il mito greco e la volontà ineluttabile di una oscura divinità abitante l’uomo. La vicenda si svolge in vari anni: nel 2000, nel 1938 (l’anno delle leggi razziali), poi nel 1944 (durante l’occupazione nazista). La scena unica è una trattoria romana. L'autore padroneggia la vicenda con il gusto dell'intreccio e dei colpi di scena che conducono ogni volta lo spettatore a una situazione imprevista. Il finale è tragico e fulminante.” Le Erinni erano, nella mitologia greca, la personificazione della vendetta. Quando lo spirito di vendetta viene annullato, le Erinni si trasformano in Eumenidi, le Benevole. Ma non sempre questa trasformazione accade e le Erinni rimangono Erinni: la vendetta resta l’unico sentiero che qualcuno pensa di poter praticare.
Note di regia: Violenza, amore, morte, idealismo e attrazione sessuale sono lo sfondo di una storia ambientata, all'inizio in una Roma della fine degli anni '30 colpita dal fascismo e dalle leggi razziali, e in seguito ai giorni nostri.
Erinni, personificazione della vendetta di chi colpisce la propria famiglia, è il titolo dell'opera che, come "la figlia della notte", è incarnata qui dalla figlia del dolore, più che della colpa, e simboleggia forse la generazione che nasce da quel periodo buio che ci auguriamo, attraverso questo atto catartico, diventi una benevola eumenide.
Appena ho letto il testo ho avuto la sensazione di aver visto un film. Per questo mi è sembrato importante rispettare quella che credo sia la visione dell'autore. Per questo ho deciso di raccontare questa storia in modo cinematografico. Per risolvere teatralmente i numerosi passaggi temporali (dal 1938 al 1944, con una conclusione ai giorni nostri) ho inserito dei filmati dell’epoca. 
Ho mantenuto la prospettiva realistica di un film anche nella direzione degli attori, permettendo loro di lavorare in modo introspettivo nella ricerca della verità dei sentimenti. 
Numerosi sono gli accadimenti che si susseguono nel testo, con cambi continui di atmosfere, e ho cercato di evidenziare questi mutamenti tramite variazioni nei ritmi interiori degli attori, a volte in aperto contrasto con quello che sembra avvenire in scena. (Margherita Adorisio e Maurizio Faraoni)
Scheda autore: Giancarlo Loffarelli è drammaturgo, sceneggiatore e regista. È docente di Discipline dello spettacolo presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma. Nel 2018, con il testo teatrale ‘Erinni’ vince la XVIII edizione del Premio nazionale Calcante organizzato dalla Società Italiana Autori Drammatici. Il testo viene pubblicato sulla rivista della SIAD “Ridotto”. Nel 2017, con il testo teatrale ‘Stupidi anni! (Vita e morte di Cesare Pavese)’ vince il Premio “Francesco de Lemene”, sezione per il Teatro del Premio letterario internazionale “Lago Gerundo”. Nel 2014, vince la 58ª edizione del Premio nazionale di drammaturgia “Vallecorsi” di Pistoia con il dramma ‘Da quali stelle?’, sugli ultimi anni di vita di Friedrich Nietzsche. Nel mese di ottobre 2013, il suo testo ‘Se ci fosse luce (i misteri del caso Moro)’ vince il Festival Nazionale d’Arte Drammatica di Pesaro. Il 16 gennaio 2012 è uno dei fondatori del Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea.
ERINNI

Di Giancarlo Loffarelli
Regia Margherita Adorisio e Maurizio Faraoni

Venerdì 10 Gennaio ore 20:30Sabato 11 Gennaio ore 20:30
Domenica 12 Gennaio ore 18:00

Con Lorenzo De LiberatoMary Di TommasoFerruccio Ferrante e Andrea Monti
e con Federica Palleschi 

Aiuto Regia Matelda Sabatiello
Scene e Costumi
 Angela Di Donna, Mariagrazia Iovine e Giorgia Rauccio
Assistenti Scene e Costumi Lara Cannito e Joyce Giordano

Pagina Web dello spettacolo



IIC Bruxelles, La notte all'indietro pesa: 14 gennaio Vernissage dell'installazione di Diego Perrone

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(prenota) Il progetto, promosso dal Museo Nazionale Romano, è vincitore della terza edizione di Italian Council, il bando ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie Urbane del MiBACT per promuovere l'arte contemporanea italiana nel mondo.

Diego Perrone (Asti, 1970) vive e lavora tra Asti, Milano e Berlino. Utilizza una vasta gamma di tecniche e di linguaggi, dalla fotografia al disegno alla lavorazione del vetro, creando un interessante connubio tra l’utilizzo di procedimenti classici e l’arte concettuale.


Un giocattolo “sospeso” dai bimbi per i bimbi

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YOUNGO Parco Prato per queste feste lancia l’iniziativa del “giocattolo sospeso” per coinvolgere i piccoli in una catena di generosità e altruismo: sabato 4 gennaio festa aperta a tutti per raccogliere i giochi da donare all’Opera Santa Rita Fondazione Onlus 

Un “giocattolo sospeso”: un piccolo gesto di affetto e solidarietà dai bimbi che hanno di più verso quelli che hanno di meno. A lanciare l’iniziativa è il Grande Locale Leisure toscano per il divertimento delle famiglie YOUNGO Parco Prato, che per queste festività natalizie invita i suoi piccoli amici a pensare anche agli altri.
L’idea è quella di diffondere anche tra i bambini, con i loro linguaggi e mezzi, la solare usanza napoletana del “caffè sospeso”: lasciare al bar, quando si va a prendere un caffè, un caffè pagato per chi non se lo può permettere. Una tradizione che racchiude l’essenza più vera della italianità - ospitalità, altruismo, empatia, generosità -, che si è diffusa per la sua bellezza in Italia e nel mondo e ora può contagiare anche i più piccoli.
Qualsiasi bimbo desideri aderire può portare il suo “giocattolo sospeso”, nuovo o usato non ha importanza, nel Grande Locale Leisure YOUNGO Parco Prato (CC Parco Prato - Primo Piano Via Delle Pleiadi 53, San Giusto) sabato 4 gennaio dalle ore 16.30. Sarà l’occasione ideale per fare festa tutti assieme con un pomeriggio, gratuito e aperto a tutti, di animazione, giochi e truccabimbi.Tutti i giocattoli raccolti verranno donati all’Opera Santa Rita Fondazione Onlus, realtà privata promossa dalla Diocesi di Prato che svolge attività educative a favore di minori con difficoltà personali, familiari e sociali (https://operasantarita.it).

La Tempesta con Renato Carpentieri regia Roberto Andò dal 10 al 19 gennaio 2020 Teatro Vascello

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La tempesta, ultimo capolavoro di William Shakespeare e suo definitivo congedo dalle scene, è un congegno teatrale prodigioso, in cui s’incrociano alcuni temi che prefigurano l’orizzonte della modernità: lo sguardo occidentale a confronto con quello dell’altro, la realtà e l’illusione, l’incantesimo della mente e il potere come complotto e usurpazione, il mistero della giovinezza e l’incombere della fine.

Roberto Andò - regista abituato a muoversi agilmente tra cinema e teatro - rilegge La tempesta attraverso il fluire, grandioso e imprevedibile, della mente di Prospero, assecondando l’incedere minuzioso e incalzante del suo piano per congedarsi dal mondo e iniziare la figlia Miranda al mistero dell’esistenza. Protagonista è Renato Carpentieri, un attore giunto alla sua piena maturità, qui affiancato da un cast di eccellenti interpreti.
Scrive Andò nelle sue note: “penso che La tempesta sia un geniale omaggio al teatro, e una delle commedie più profonde che siano state dedicate al senso della vita. È l’opera della rigenerazione, dove il naufrago, il disperso, l’usurpato ritrovano il filo interrotto delle loro esistenze. Se c’è una ragione per cui ancora oggi questa commedia ci parla, è nell’idea, per nulla semplice o banale, che l’essere umano sia destinato a convivere con la tempesta, e che dopo ogni tempesta debba fare chiarezza dentro di sé.
La tempesta appartiene a quel florilegio di opere accomunate dalla tardività, affratellate cioè da uno stile attraverso cui autori diversi hanno espresso in forma drammatica il proprio rapporto col mondo. Nel capolavoro di Shakespeare, apparentemente, tutto sembra destinato alla conciliazione, non a caso si tratta di una favola. Eppure, anche nella Tempesta domina il tono della retrospezione, ma il poeta vi trasfonde uno spirito nuovo, di pietosa serenità, e la fa coincidere con la metamorfosi degli esseri umani che vi sono rappresentati.
Nella visione che abbiamo voluto darle con Gianni Carluccio, l’isola è diventata una casa disastrata (allagata dalla pioggia e dal mare?), di cui Prospero ha fatto il laboratorio di una speciale esplorazione dell’anima, un interno-esterno circondato da un mare all’inizio in tempesta, poi calmo, e, alla fine, quando Calibano resta il solo abitante dell’isola, di nuovo in preda a un disordine di cui non si prefigura l’esito.
Renato Carpentieri, un attore giunto all’essenza del suo grandissimo talento, mi dà la certezza di un Prospero memore di quell’accento che ancora si ritrova in certi preziosi, e isolati, intellettuali del Sud, mossi da una disperata intelligenza, e, insieme, da una infinita disposizione al fantasticare, offesi dall’intollerabilità del reale, ma vocati a una dolente dolcezza, a un indomabile furore”.
dal 10 al 19 gennaio 2020

martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 21 - sabato ore 19 - domenica ore 17

La tempesta
traduzione Nadia Fusini
adattamento Roberto Andò e Nadia Fusini
regia Roberto Andò
personaggi e interpreti
(in ordine di apparizione)
Prospero Renato Carpentieri
Miranda Giulia Andò
Ariel Filippo Luna
Calibano Vincenzo Pirrotta
Ferdinando Paolo Briguglia
Gonzalo, Iris Gianni Salvo
Trinculo, Antonio Paride Benassai
Stefano, Alonzo Francesco Villano
scena Gianni Carluccio
costumi Daniela Cernigliaro
musiche originali Franco Piersanti
flautista Roberto Fabbriciani
light designer Angelo Linzalata
suono Hubert Westkemper

collaborazione artistica Alfio Scuderi
aiuto regia Luca Bargagna

scenografi realizzatori Giuseppe Ciaccio, Sebastiana Di Gesù, Carlo Gillè
assistente ai costumi Agnese Rabatti

il regista ringrazia per la collaborazione Alex Vella

produzione Teatro Biondo Palermo
Biglietti: intero € 25 - ridotto over 65 € 18 - ridotto under 26 € 15

Costo aggiuntivo €1 per l’eventuale servizio di prenotazione
Info 06.5881021 / 06.5898031  promozione@teatrovascello.it promozioneteatrovascello@gmail.com - www.teatrovascello.it

Abbonamenti e card a partire da 60 euro

PONENTINO CARD € 60,00 a 5 spettacoli a scelta (rateo a 12 euro), tra le proposte di teatro, musica e danza (giorno e posto libero)

ACQUISTA ON LINE QUI https://www.vivaticket.it/ita/event/ponentino-card/138602

TEATRO VASCELLO STRUTTURA DOTATA DI ARIA CONDIZIONATA

Programma completo su: https://www.teatrovascello.it/

Roberta Cannata, attrice e conduttrice: La bellezza esteriore non deve avere canoni. L'intervista

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Roberta Cannata, attrice e conduttrice| «La bellezza esteriore non deve avere canoni, è bello ciò che piace. La bellezza interiore invece deve avere standard ben definiti e sani, quella sì che salverà il mondo!» . Intervista.
«In occasione dell’Evento artistico ShowVillage2020 ed.2° “Ballerini, Attori e Presentatori”, Roberta Cannata regala 3 borse di studio ai lettori di fattitaliani.it. Basta inviare la propria candidatura a showvillage2020@gmail.com, allegando il Curriculum Vitae e un breve video. I migliori 3 candidati saranno selezionati per partecipare gratuitamente alle 15 ore di formazione e stage per il weekend del prossimo aprile!» di Andrea Giostra
Ciao Roberta, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Se volessi presentarti ai nostri lettori cosa racconteresti di te quale artista?
A 19 anni lo start nel mondo dello spettacolo come ballerina! Nel corso degli anni ho avuto l’onore di lavorare con grandi coreografi e direttori artistici come Luca Tommassini, Roberto Croce, Evelyn Hanack, Luciano Melandri e tanti altri. Le emozioni che mi ha regalato la danza sono state immense, come: ballare negli stadi davanti a 80mila persone nel Tour di Claudio Baglioni, oppure scendere le scalinate di piazza di Spagna per “Donna sotto le Stelle”, ballare nel concerto di Giorgia o a Montecarlo con Amy Stuart… insomma la danza e la musica mi hanno dato tanto! A 23 anni poi il debutto come attrice e primadonna nella Compagnia del grande maestro Oreste Lionello per approdare alla Tvcome Inviata per Rai International, Rete 4, passando per Castrocaroed arrivando alla Vita In Diretta su Rai 1. Con la Vita in Diretta ho avuto il piacere di intervistare grandi nomi della musica come Mogol, Tony Hadley, Simone Cristicchi, Albano, Erman Metal… emozioni in viaggio come le chiamo Io! Oltre al lato artistico personale mi occupo anche di eventi e di format che vedono come focus la formazione dei Giovani nel mondo dello Spettacolo, “ShowVillage2020”è l’evento di quest’anno dedicato al Teatro, Danza, Conduzione e Cinema con docenti professionisti del settore! Format full immersion di spettacolo dove talenti e professionisti lavoreranno a stretto contatto per un intero weekend. 
Qual è la tua formazione artistico/professionale che ti ha condotto dove sei ora? 
Avevo circa 6 anni, accendo la Tv e dico: “voglio ballare, cantare, recitare e presentare” … ahahah capito la bambina eh! Quindi con l’appoggio dei miei Genitori e di mio padre Roberto in particolar modo ho iniziato un percorso artistico, parallelo a quello scolastico ovviamente. Inizio a studiare Danza moderna e classica al Centro Coreografico di Roma, mi perfeziono con tanti maestri e coreografi anche a New York e Los Angeles. Poi la Recitazione con il grande maestro Oreste Lionello, il canto con il maestro Guarnera e la conduzione che amo tantissimo facendo esperienza con tanti Autori e Registi! Devo dire che lo studio della Dizione, comunicazione e il continuo aggiornarsi con masterclass e workshop mi ha aiutato a migliorarmi e a maturare come artista e soprattutto come persona. 
Come definiresti il tuo stile recitativo? C’è qualche attore o attrice ai quali ti ispiri? 
È troppo chiamarmi Attrice con la A maiuscola… io faccio Show! Il mio stile è “commedia”, sorrido e mi piace regalare un sorriso agli altri, perché ridere fa bene! Posso dirti che sono una spettatrice/fan di cinema e di teatro. Venero Meryl Streep e adoro allo stesso modo la commedia di Jennifer Aniston, Meg Ryan,Sandra Bullock… come uomini sono pazza di Billy Crystal,Dustin Hoffman, De Niro, Al Pacino, Cruise… devo continuare?! 
Chi sono stati i tuoi maestri che ami ricordare e che ti hanno insegnato il mestiere? 
Il grande maestro Oreste Lionello che mi ha insegnato tanto, una sua frase su tutte alla fine di una lunga tournée: «Si ricordi che quello che ha imparato in 44 date di teatro adesso deve saperlo fare in 3 giorni!» unico direi… Ho imparato tanto anche dal duo Battaglia&Miseferidella famosa Compagnia del Bagaglino, lavorare con un duo comico è una scuola importantissima, tempi serrati, battute pronte, non ti lasciano scampo! Giacomo Battaglia poi è colui che mi ha spronato a presentare e a vestire i panni dell’inviata… il lavoro che amo più di tutti! 
Chi i registi secondo te più importati nel panorama contemporaneo con cui vorresti lavorare? 
Rimango in Italia… e ti dirò il mio sogno è lavorare con Vincenzo Salemme, lo adoro come attore e come regista. 

Perché secondo te oggi il teatro e il cinema sono importanti e vanno seguiti? 
Oggi più che mai direi! Internet, i social, il web, tutti strumenti importanti e potenti che però stanno anestetizzando i giovani anzi paradossalmente direi “disconnettendoli” dalla loro parte emozionale e più vera. Il Teatro e il Cinema sono energia pura, iniezioni di sana adrenalina e fanno sognare! 
Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto dissacratore, in una bella intervista del 1967 disse… «A cosa serve l’Arte se non ad aiutare gli uomini a vivere?» (Intervista a Michael Perkins, Charles Bukowski: the Angry Poet, “In New York”, New York, vol 1, n. 17, 1967, pp. 15-18). Tu cosa ne pensi in proposito?
Certo, sono d’accordo, l’arte aiuta, ma aggiungo che anche la solidarietà aiuta, fare del bene, aiuta, difendere i più deboli aiuta, prendersi meno sul serio aiuta, su questa terra a volte Vivere è davvero difficile ma dobbiamo cercare una missione che sia da stimolo per andare avanti. 
A risvegliare anime sempre più robotiche aimè… uscite, vivete, guardate il film L’attimo fuggente… è una Bibbia ragazzi! 
La bellezza esteriore non deve avere canoni, è bello ciò che piace. La bellezza interiore invece Deve avere standard ben definiti e sani, quella sì che salverà il mondo! 
Esiste oggi secondo te una disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura dell'antica Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi Novecento? 
Il contatto con la Natura e Gli Animali in primis… insegnano tanto, donano tanta bellezza e amore vero e leale. Le discipline artistiche e sportive educano alla bellezza interiore, ma anche la lettura e lo studio, l’arte della curiosità educa alla bellezza!
Quali sono gli autori, gli scrittori, i registi che ti hanno forgiata artisticamente e culturalmente, che ami, che hai amato sin da ragazza e che segui ancora oggi?
Scrittori come Italo Calvino ed Edgar Allan Poe mi hanno incantato, Spielberg emozionato, Bob Fossemi ha fatto sognare, le mie letture però sono imprevedibili quindi passo periodi che amo follemente Kafka a periodi in cui la mia migliore amica e valvola di sfogo è Sophie Kinsella! Il Love Libri sempre. 
So dovessi consigliare ai lettori del nostro magazine tre film da vedere e tre libri da leggere assolutamente, quali consiglieresti e perché proprio questi? 
Film:1. L’Attimo Fuggentediretto da Peter Weir e con protagonista Robin Williams perché ti apre la mente. 2. E.T. l'extra-terrestre diretto da Steven Spielberg perché ti apre il cuore. 3. Hachiko - Il Tuo Migliore Amico diretto da Lasse Hallström, con Richard Gere, Joan Allen e Jason Alexander, perché ti insegna ad amare. Libri: Tutti dai fumetti ai romanzi leggete e siate avidi di pagine… 
I tuoi prossimi progetti? Cosa ti aspetta nel tuo futuro professionale che vuoi raccontarci? 
Come ti dicevo, il 24.25.26 aprilesiamo pronti per l’evento weekend ShowVillage 2020, evento ideato da me e con un cast di Special Guest dello Spettacolo! Un format esclusivo dedicato al Teatro, Danza, Conduzione e Cinema aperto ai giovani Talenti per una full immersion di show e come location abbiamo scelto un meraviglioso resort con un teatro al chiuso da 800 posti. Tra i docenti Eleonora Scopelliti prima ballerina di Amici di Maria De Filippi, Gigi Miseferi attore della compagnia del bagaglino e giudice di All together now, Alessio Stia primo ballerino di Ciao Darwine Tale Quale Show, Sebastiano Rizzo regista Vincitore cinquina David di Donatello 2018, Luciano Melandri coreografo internazionale e poi tanti altri docenti compresa me!
Ovviamente progetti in tv sempre come Inviata per raccontare belle storie in giro per l’Italia.
Dove potranno seguirti i nostri lettori e come vuoi chiudere questa breve chiacchierata?
Seguitemi dove volete, sui social, in tv, al supermercato, per strada… anzi Seguiamoci e Vogliamoci bene perché La Vita è un attimo!

Roberta Cannata
Facebook: Roby Cannata

Andrea Giostra



La scena ritrovata, Da Cambellotti ai contemporanei: in mostra a Siracusa 105 anni di arti sceniche e visive

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L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 12 gennaio, da giovedì a domenica, dalle 18 alle 21
Un percorso nel teatro, nelle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, nella storia delle arti visive e sceniche attraverso le opere di artisti come Duilio Cambellotti, Alfonso Amorelli e Lele Luzzati. La scena ritrovata - Da Cambellotti ai contemporanei è la mostra inaugurata a Siracusa, all’ex convento di San Francesco.
L’esposizione è curata dalla Fondazione Inda in collaborazione con l’assessorato alle Politiche per la valorizzazione del Territorio, lo Sviluppo Culturale e l’Incoming del Comune di Siracusa nell’ambito degli eventi direttamente promossi dall’assessorato del Turismo della Regione Siciliana.
"La scena ritrovatadocumenta lo stretto legame fra le rappresentazioni classiche al Teatro Greco e il mondo delle arti visive e non solo visive che Inda ha sempre nutrito – ha detto Antonio Calbi, sovrintendente della Fondazione Inda -. Il teatro è arte dell’ascolto e del vedere. La relazione fra
arti sceniche e arti visive è stato uno dei più fertili delle avanguardie del primo Novecento, e questa vivacità fra discipline che potrebbero risultare fra loro distanti è stata un segno forte del secolo scorso, ma con origini che affondano nel Quattro e Cinquecento, a partire dalle progettazioni di teatri e scenografie realizzate da Leonardo nelle sale del Castello Sforzesco di Milano. Ma pensiamo anche agli artisti coinvolti nella creazioni di spazi scenici, da Picasso a Leger a Arnaldo Pomodoro. Alla straordinaria avventura della Bauhaus, di Weimar e Dessau. Pensiamo all’apporto alla reinvenzione dello spazio scenico degli architetti, un capitolo del quale voglio ricordare almeno Gae Aulenti e il suo sodalizio con Luca Ronconi. O Stefano Boeri e il suo bosco morto come limbo drammatico delle Troiane della passata stagione al Teatro Greco”.
Le rappresentazioni classiche rappresentano uno dei tasselli preziosi dell’Heritage materiale e immaterialedi Siracusa– sono state le parole di Fabio Granata, l’assessorato alle Politiche per la valorizzazione del Territorio, lo Sviluppo Culturale e l’Incoming del Comune di Siracusa -. Questa mostra offrirà a cittadini e viaggiatori una grande emozione e una attrattiva legata alla tradizione Classica e a Cambellotti. La prossima riapertura della sede storica del Gargallo e la trasformazione di San Francesco in un presidio di teatro, arte e cultura saranno ulteriori importanti tappe del progetto”
La mostra, il cui titolo, La scena ritrovata,è stato pensato da Manuel Giliberti in occasione della pubblicazione del volume dedicato ai 90 anni di teatro antico a Siracusa scritto dallo stesso Giliberti insieme a Loredana Faraci, nasce con l’obiettivo di proporre al pubblico l’evoluzione scenica in oltre 100 anni di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa.
Il percorso espositivo è suddiviso in quattro sezioni che consentiranno di ammirare elementi di scenografia, disegni, abiti di scena, fotografie, maquette, macchine sceniche:. Duilio Cambellotti. Lo scenografo autodidatta; La scena ritrovata. Dal teatro d’attore al teatro di regia; Antica Mirabilia: Deus ex Machina e macchine scenicheDal testo alla scena. Studio e visione dei classici(con la partecipazione degli allievi dell’Accademia d’arte del Dramma Antico di Siracusa); Contemporanei: abiti di scena disegnati da grandi costumisti teatrali e realizzati dal laboratorio sartoriale della Fondazione Inda, i visitatori avranno così la possibilità di conoscere e scoprire l’evoluzione stilistica e la tecnica decorativa attraverso i costumi di scena pensati per le rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa. L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 12 gennaio, da giovedì a domenica, dalle 18 alle 21. L’ingresso è libero.


Foto: Ballarino

“Vita di Pi” di Ang Lee, Oscar 2013, giovedì alle 21:20 su RAI3. PRESENTAZIONE E RECENSIONE

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di Andrea Giostra
Un film spettacolare e bellissimo finalmente in chiaro su Rai3, il prossimo giovedì 2 gennaio 2020 alle ore 21:20. Film pluripremiato: miglior regia a Ang Lee, migliore fotografia a Claudio Miranda, migliori effetti speciali a Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer e Donald R. Elliott, miglior colonna sonora a Mychael Danna. E ci fermiamo qui in questo breve scritto perché la lista sarebbe lunghissima, ma facile da recuperare su Internet per chi fosse curioso.

“Vita di Pi” di Ang Lee è una straordinaria e spettacolare metafora della vita dell’uomo, delle emozioni devastanti e dei moti d’animo ri-nascenti che l’attraversano dalla nascita alla morte terrena. Sono la sintesi e la semplicità descrittiva gli elementi che fanno del film di Ang Lee un’opera d’arte che sa colpire al cuore lo spettatore in modo indolore e subliminale. Salvo poi, quando alla fine i titoli cominciano a scorrere sul grande schermo, costringerlo a riflettere sul significato del film, a renderlo consapevole, lentamente, che il messaggio è arrivato e che questo messaggio è silenziosamente fragoroso all’interno della sua “anima”, della sua sensibilità di essere umano. I piani di lettura di Lee sono molteplici e si succedono repentini intrecciandosi ripetutamente, quasi a voler confondere lo spettatore, obbligandolo a cambiare celermente punto di vista, prospettiva, griglia di lettura, matrice interpretativa. Gli “elementi primari” con i quali Lee ha creato questa sua “meravigliosa opera” – nel senso che per lunghi tratti il film rappresenta una “realtà filmica” meravigliosamente (wondrous things!) onirica e ipnotizzante – sono tanti, ma rimangono incontaminati e sempre chiaramente riconoscibili in ogni momento del film: allegorici e metafisici, politici e religiosi, etici e morali, ludici ed esistenziali, sentimentali e razionali, passionali e cinici, opportunistici e altruistici, darwiniani e cristiano/musulmano/induisti. Già questo risultato riuscirebbe ad ergere il film come uno dei migliori dell’anno del Signore 2012.
Ma a Lee questo già straordinario risultato non è bastato!
Dopo aver costruito una preliminare cornice narrativa apparentemente scontata, Lee fa entrare in scena il naufrago protagonista del film, il giovanissimo e bravissimo Suraj Sharma, che, provando a rinnegare la dolorosissima tragedia del naufragio subìto, e non potendo cancellare le improvvise e laceranti ferite lasciate dal dolore inflittogli dall’improvvisa perdita dei suoi familiari, trasforma lentamente il suo terribile pathos interiore nella fantastica avventura evolutiva e spirituale dell’uomo di ogni tempo.
Tra imprevedibili peripezie, inaspettati e pericolosi attacchi mortali, minacciosi uragani e tempeste oceaniche, in Sharmaprendono irruentemente e prepotentemente il sopravvento, per condurlo alla salvezza di giovane naufrago, l’ancòra ignorato istinto di sopravvivenza, la fiducia sempre più vigorosa nel proprio talento, la forza umana che si sprigiona dall’immenso amore ricevuto dai suoi cari oramai persi per sempre. Sono la speranza e la fede in Dio i porti sicuri nei quali ci dobbiamo rifugiare nei “momenti di tempesta”. È questa la rotta di vita e l’àncora di salvezza terrena, prima ancora che divina, che magnificamente con un film fantastico traccia Lee: solo la fede e la speranza possono farci superare i momenti di grande dolore, i momenti in cui tristi ci sentiamo soli al mondo, i momenti in cui abbiamo irrimediabilmente perso ogni cosa. Solo la fede e la speranza possono darci la giusta spinta vitale, dopo le “terribili sciagure” subìte, per gustare con passione ed entusiasmo la nostra vita, e dare un senso compiuto alla nostra esistenza terrena.

Post Scriptum.
È interessante conoscere la genesi del romanzo e della storia narrata nel film di Lee.
Intorno agli anni Novanta lo scrittore e viaggiatore canadese Yann Martel, leggendo una recensione di John Updike sul “New York Times Review of Books”, viene a conoscenza dell’ultimo romanzo dello scrittore brasiliano Moacyr Scliar, che narra la storia di una famiglia ebrea che nel 1933 gestisce uno zoo a Berlino. A causa della crisi economica di quegli anni, la famiglia decide di emigrare in Brasileportando con sé tutti gli animali dello zoo, trasportandoli su una grande nave mercantile. Durante il viaggio, però, la nave affonda. Gli unici superstiti, che si ritrovano su una scialuppa in mezzo all’oceano, sono un ebreo e una pantera nera. È chiara l’allegoria della storia di Scliar: la pantera nera rappresenta il temuto regime nazista.
Cinque anni dopo, durante il suo secondo viaggio in India, mentre ammira la splendida vista sulla pianura di Bombay dalla silenziosa e isolata stazione arroccata sulla collina di Matheran, Martel ha l’ispirazione. Prendendo spunto dalla premessa della storia di Scliar, nella sua mente improvvisamente esplodono le idee per quello che già allora immagina il romanzo della sua vita. Martel ha due protagonisti principali: un ragazzo indiano e una tigre del Bengala che per 277 giornidovranno condividere una scialuppa di salvataggio in mezzo all’oceano. Tre le caratteristiche umane che vuole impersonare nella sua storia: la iena (la vigliaccheria), l’orango tango (l’istinto materno), la zebra (l’esoterismo), che si ritrovano, assieme a Pi e a Richard Parker, sulla scialuppa.
Richard Parker è il nome che Martel dà alla “sua” tigre del Bengala. Richard Parker è il nome di diversi naufraghi di epoca vittoriana, alcuni realmente esistiti, cannibalizzati o uccisi in mare dai loro stessi compagni di sventura. Il più noto è quello raccontato nel 1838nell’unico romanzo di Edgard Allan Poe dal titolo “the Adventures of Arthur Gordon Pym”. Altri Richard Parker naufraghi cannibalizzati o impiccati in mare, si succedono negli anni: 1797, Richard Parker marinaio, capo rivolta di uno dei due grandi ammutinamenti della Royal Navyvittoriana passati alla storia come “Spithead and Nore mutinies”; 1846, Richard Parker apprendista, naufrago del “Francis Spaight”; 1884, Richard Parker mozzo, naufrago della “Mignonette”.
Il romanzo di Martel viene pubblicato nel 2002. Nello stesso anno vince il prestigiosissimo “Man Booker Prize for Fictioon”, istituito nel 1968 da un’azienda privata britannica con la sponsorizzazione della McConnell, e assegnato al miglior romanzo scritto in inglese da un cittadino del Commonwealth delle nazioni, dell’Irlanda o dello Zimbabwe. Dal 2002 la gestione e la titolarità del premio sono della “Booker Prize Foundation”.

“Vita di Pi” (2012) di Ang Lee, pagina ufficiale IMDb:

Trailer ufficiale “Vita di Pi”:

Andrea Giostra


TY1, “Sciacalli” nuovo singolo "nato così come lo sentite", Feat NOYZ NARCOS & SPERANZA

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Da venerdì 3 gennaio sarà disponibile su Spotify, Apple Music e su tutte le principali piattaforme digitali “Sciacalli”, l’atteso nuovo singolo di TY1, uno dei maggiori producer della scena rap italiana, featuring Noyz Narcos e Speranza. Il singolo in uscita su etichetta Thaurus Music / Believe Digital da Venerdì 3 Gennaio sarà fuori ovunque.

Considerato come uno dei più talentuosi producer della scena contemporanea, TY1, al secolo Gianluca Cranco, è un veterano della scuola hip hop, attivo da più di 20 anni. Poliedrico e trasversale nel corso della sua carriera da producer e dj TY1 ha saputo interpretare al meglio la scena urban, cogliendo i punti di forza di ogni artista con cui ha collaborato durante gli anni, rinnovandosi nel tempo attraverso la continua ricerca musicale mai scontata in grado di abbracciare l’esplosione di diversi stili e range musicali.
Dal 1997, quando venne incoronato campione italiano di DJing (vincendo il primo ITF), passando per Alien Army, alle collaborazioni con i migliori artisti Hip Hop italiani come Clementino, fino ad arrivare al suo primo LP solista, "Hardship" dove ha lavorato anche con artisti come Eamon e Sirah, sperimentando sonorità elettro-pop di respiro più internazionale, durante il suo singolare percorso in musica non sono mancate le collaborazioni anche con Rkomi, Calcutta, tantissimi altri protagonisti del rap italiano e non solo. Recente anche la sua collaborazione con Marracash nei brani “Non sono Marra” feat Mahmood e “Quelli che non Pensano”, brani inclusi nell’ultimo disco di Marracash, di cui ha curato le produzioni.
Grazie ad un sound ipnotico in grado di catturare sin dal primo ascolto, “Sciacalli” è un pezzo street di grande impatto che unisce in un tutt’uno davvero sorprendente i flow di Noyz Narcos e di Speranza. Due generazioni a confronto che in questo brano s’intrecciano perfettamente sotto l’attenta regia dell’avveniristico producer di origine campana.
“Lavorare con Noyz Narcos e con Speranza a questo brano è per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione - dichiara TY1 -  Noyz è un mostro sacro del rap italiano che non ha bisogno di presentazioni mentre Speranza è una delle voci più autorevoli e rappresentative della nuova scuola. La forza di Sciacalliè da ricercare nella sua spontaneità. Per la prima volta non ho modificato la struttura del pezzo, è nato così come lo sentite, rimanendo fedele alla prima incisione. La strofa di Speranza si è legata talmente bene a quella di Noyz che non vi è stata alcuna necessità di modificare la costruzione del brano”
Dopo il successo di “C’est la vie” , singolo che ha infuocato Spotify con Capo Plaza & Dosseh e il cui video ha superato oltre 2,7 milioni di views sulla rete, con “Sciacalli” il geniale TY1 si rimette  in gioco e a più di tre anni di distanza da “Hardship” potrebbe rimettersi in discussione con un nuovo lavoro.

CLAUDIO BAGLIONI, "GLI ANNI PIÙ BELLI” il nuovo emozionante brano inedito

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Da domani, venerdì 3 gennaio, in radio e in digitale “GLI ANNI PIÙ BELLI”, il nuovo emozionante brano inedito di CLAUDIO BAGLIONI.

Un brano sulla limpidezza, la vitalità e il richiamo di libertà dei sogni dell’adolescenza: “Noi che volevamo fare nostro il mondo e vincere o andare tutti a fondo”; sul valore dell’amicizia e sul rapporto tra amore e dolore: “E sapere già cos'è un dolore e chiedere in cambio un po' d'amore”; sull’esigenza di cercare dentro di noi le energie per vivere il futuro: “Noi in una fuga da ribelli un pugno di granelli noi che abbiamo preso strade per cercare in noi gli anni più belli”.

“GLI ANNI PIÙ BELLI” dà anche il titolo al nuovo film di Gabriele Muccino, nelle sale cinematografiche dal 13 febbraio 2020.

“GLI ANNI PIÙ BELLI” è anche una delle 12 tracce che comporranno il nuovo album di inediti di CLAUDIO BAGLIONI, in uscita nella primavera 2020.

12 come le serate di “DODICI NOTE”: 12 concerti a giugno 2020 alle Terme di Caracalla di Roma, in cui tutti i classici di Claudio Baglioni verranno presentati per la prima volta in un’inedita e raffinata dimensione classica: grande voce, solisti d’eccezione, grande orchestra e coro.

DODICI NOTE” è anche una ‘prima nella prima’: per la prima volta in assoluto, infatti, la stagione estiva dell’Opera di Roma alle Terme di Caracalla ospiterà dodici serate consecutive dello stesso artista. Fino a oggi, nessuno si era esibito per dodici spettacoli di fila, in questo spazio letteralmente unico al mondo, nel quale storia, arte e bellezza si fondono in una magia che non ha eguali.

Queste le date di “DODICI NOTE”, prodotte e organizzate da Friends & Partners in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma:
6 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
7 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
8 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
9 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
10 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
11 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
13 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
14 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
15 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
16 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
17 giugno – Terme di Caracalla – ROMA
18 giugno – Terme di Caracalla – ROMA

Biglietti disponibili in prevendita su TicketOne.it, nei punti vendita e nelle prevendite abituali (tutte le info su www.friendsandpartners.it).

50 anni vissuti in musica, 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sono i numeri essenziali di una carriera unica e irripetibile: quella di CLAUDIO BAGLIONI, musicista, autore, interprete, che, dalla fine degli anni Sessanta a oggi, è riuscito a conquistare una generazione dopo l’altra, grazie a un repertorio pop, melodico e raffinato, nel quale ha saputo fondere canzone d’autore e rock, sonorità internazionali, world music e jazz, rivoluzionando il concetto stesso di performance live – il primo a inaugurare la stagione dei grandi raduni negli stadi e ancora il primo, nel 1991, a “far scomparire il palco” e portare la scena al centro delle Arene più importanti e prestigiose d’Italia – in ambito musicale, sociale e televisivo.

ph Alessandro Dobici


A CAMARDA SI RIPETE LA MAGIA DEL PRESEPE

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di Giuseppe Lalli - CAMARDA (L’Aquila) - Domenica 29 dicembre 2019 si è svolto a Camarda, per iniziativa dell’associazione culturale “Il Treo”, la XXXI edizione del Presepe Vivente. Il percorso ha preso le mosse dalla piazzetta di Piedi la Forma, dove si esibiva la “Corale aquilana” con suggestivo concerto, per snodarsi poi parallelamente alla strada del Fossato, raggiungendo le vie strette dei suggestivi quartieri del Collee di Camardella.

In questi vicoli che sanno di antico, all’entrata di piccole incantevoli grotte, in una delle quali sostavano giovani figuranti vestiti da briganti (figura, questa del brigante, mai scomparsa dall’immaginario del mondo contadino abruzzese), venivano riproposti da uomini e donne vestiti con abiti tradizionali antichi ed affascinanti mestieri, quali il fabbro, il ciabattino, il mastàro (colui che aggiustava il basto - “u mmàstu”, in dialetto -, una grossa  rudimentale sella che veniva posta sulla groppa dell’asino, animale da soma indispensabile ai nostri contadini fino a cinquanta anni fa), lo scrivano.

Oltre ad attività domestiche quali la tessitura e la cardatura della lana, la conciatura del grano con uno strumento anch’esso rudimentale, chiamato “u corveju”, che, consistente in un ampio telaio circolare di latta bucherellato, delimitato da una circonferenza di legno e appeso tramite una fune al punto di convergenza di tre grossi pali poggiati sul terreno, richiedeva mani di donne esperte; o infine la pasta fatta in casa con farina amalgamata con uova fresche, ammassata e poi spianata sulla tavola con il mattarello, come facevano le nostre mamme e, ancor più, le nostre nonne.

Molti i punti gastronomici, nei quali si potevano degustare saporite pizze fritte, la “joncata”, la giuncata, fresco ed invitante formaggio ancora allo stato fluido che si ricavava da quel che restava nel fondo del recipiente allorché le massaie preparavano forme di cacio di vacca o di pecora per il consumo familiare. Sempre gradito, alla fine del percorso, il piatto di saporite cotiche e fagioli; gustosissima e piccante al punto giusto, infine, la minestra di tritoli, pasta ammassata con acqua e farina, con patate e fagioli. Il tutto innaffiato da ottimo vin brulé.

Suggestivo anche l’allestimento della grotta della Natività, ai piedi dell’Intagliata, con una bimba appena nata a fare da Bambinello. Appropriati erano i canti che facevano da colonna sonora alle parole dello speaker, che riproponevano il mistero antico e sempre nuovo della nascita del Salvatore. Il merito di tutto va agli animatori dell’associazione culturale “Il Treo” e alle oltre centocinquanta comparse che anche quest’anno hanno regalato ai visitatori un’affascinante tuffo nel passato, in uno scenario reso ancor più poetico dai fiocchi di neve che volteggiavano nell’aria rigida, portati dal vento del vicino Gran Sasso.

Camarda conserva un suo fascino tutto particolare, con i suoi vicoletti pieni di mistero, dove risuonano voci antiche che non si sono mai spente; e con le sue grotte fiabesche, dove la fantasia rivede donne anziane e ragazze in fiore che nelle lunghe sere invernali attendevano con pazienza ai lavori di maglia o di uncinetto. Ad ammirarla dall’alto, dolcemente adagiata sulle propaggini del monte Intagliata, Camarda appare un grande, incantevole presepe anche quando non è Natale.

Barbara De Rossi e Francesco Branchetti di nuovo insieme con "Un Grande Grido d'amore", dal 10 gennaio in tour in molte città italiane

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Barbara De Rossi e Francesco Branchetti di nuovo insieme sul palcoscenico con uno spettacolo tutto nuovo, davvero coinvolgente: dal 10 gennaio, infatti, i due straordinari interpreti, protagonisti negli ultimi anni di numerose rappresentazioni di successo, porteranno in giro per l’Italia “Un grande grido d’amore” di Josiane Balansko con la traduzione di Davide Norisco e la regia dello stesso Francesco Branchetti.
In scena anche Isabella Giannone e Simone Lambertini, musiche originali di Pino Cangialosi. Da Milano a Napoli, passando per Torino, Firenze e tantissime altre città, la commedia attraverserà l’Italia in lungo e largo, toccando numerose regioni, con una lunga e impegnativa tournée.

Al centro della vicenda i protagonisti Gigì Ortega e Hugo Martial, attori e coppia famosissima anni prima, fino all’abbandono delle scene da parte di lei e il conseguente declino della carriera di lui. La rinuncia improvvisa di un’attrice, protagonista con Martial di uno spettacolo pronto al debutto, fornisce all’agente il pretesto per tentare di formare di nuovo la mitica coppia e garantire il successo dello show. Da qui una serie di stratagemmi e imbrogli per convincere gli attori a tornare insieme e una serie di esilaranti situazioni ed equivoci in un’atmosfera spesso deflagrante, ricca di suspense ma anche di tenerezza.

“La fortuna scenica di Josiane Balasko – spiega il regista Francesco Branchetti -  è un fenomeno conosciuto che negli anni è diventato sempre più clamoroso. Ormai non c’è palcoscenico importante del mondo che non abbia ospitato una sua commedia e i suoi testi riscuotono ovunque straordinari successi.
L’estro e la genialità drammaturgica dell’autrice, in questo testo, ha caratteristiche molto precise – continua Branchetti - a poco a poco, senza quasi darlo a vedere, dall’ atmosfera da commedia, che vive sulla perfezione dei meccanismi e su un dialogo sfavillante e teatralmente perfetto, si passa a qualcosa di molto profondo che ci regala anche momenti di grande poesia e umanità; I personaggi  caratterizzati in maniera straordinaria,  non sono  solo pedine dell’azione scenica, ma si trasformano  in personaggi identificabili e riconoscibili di un ambiente, come quello del teatro e dello spettacolo, colti nei tic, nelle frustrazioni e nelle ambizioni spesso sbagliate o comunque bizzarre della loro esistenza.
Messaggio implicito – conclude il regista -  è, sempre e comunque, che finché si riesce a ridere della propria paralisi comportamentale e sociale, c’è speranza. La regia intende restituire al testo anche la straordinaria capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure, malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza forsennata in cui si alternano momenti comici e momenti intrisi di profonda umanità e poesia, che ci trascina nel “privato” di un rapporto, di una relazione, di un incontro tra un uomo e una donna “.
TOUR


Venerdì 10 gennaio - TREJA (MC)Sabato 11 gennaio  - VASTO (CH)
Da Martedì 21 a domenica 26 Gennaio - TEATRO SAN BABILA MILANO
Sabato 8 e Domenica 9 Febbraio -TEATRO CARDINAL MASSAIA TORINO
Mercoledì 12 Febbraio - GALATONE (LE)Venerdì  14 Febbraio - LIMBIATE (MI)
Sabato  15 Febbraio - OSOPPO  (UD)
Venerdì 28 Febbraio - MOGLIANO (MC)Sabato  29 Febbraio e Domenica  1 Marzo -  TEATRO DEL CESTELLO FIRENZE
Venerdì 6 Marzo - MACERATA FELTRIA (PU)
Sabato  7 Marzo - SAN MARCO IN LAMIS (FG)Domenica  8  Marzo - TEATRO CAESAR SAN VITO ROMANO (RM)
Venerdì  20 Marzo - TEATRO PALAPARTENOPE NAPOLIVenerdì 26 e Sabato  27 Marzo - OPERA (MI)
Venerdì  3 Aprile - BORGIO VEREZZI (SV)
Sabato  4 Aprile - CICAGNA (GE)Venerdì  17 Aprile - GORGONZOLA (MI)Sabato  18 Aprile - SANTENA (TO)
Domenica 10 e Lunedì  11 Maggio - TEATRO DEL LOTO FERRAZZANO (CB)Sabato  16 Maggio - RONCIGLIONE (VT)

Tour in continuo aggiornamento.

Last Minute, regia di Emilia Miscio dal 14 al 19 gennaio, teatro San Genesio Roma

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Dopo aver spaziato dalla comicità anglosassone a quella statunitense, la regista Emilia Miscio inaugura il 2020 al teatro San Genesio di Roma con un testo nostrano, Last Minute, di Adriano Bennicelli, in scena dal 14 al 19 gennaio. 

Una commedia dolceamara, frizzante e al tempo stesso provocatoria, un viaggio fisico ed emotivo per dieci personaggi che non hanno nulla in comune tra loro, se non il fatto di trovarsi nello stesso momento nello stesso luogo.
Un viaggio last minute in Thailandia si rivelerà un percorso all’interno di se stessi, tra ideali, sogni e frustrazioni: sessanta secondi per valutare la propria esistenza, prima di fare i conti con un evento inaspettato, da cui sarà impossibile fuggire.
Tra divertimento e riflessione, Last Minute offre un finale imprevisto e molto significativo sulla condizione umana: nell’allestimento della compagnia Sogni di scena, la scenografia si fa essenziale, lasciando spazio alla musica e al disegno luci per evidenziare, con particolare cura e tocco emozionale, la parola e il sentimento dei personaggi.

LAST MINUTE
di Adriano Bennicelli
Regia di Emilia Miscio

con Christian Cavallini, Daniele Di Luca, Dorinda Faustini, Jessica Ferro, Marco Gargiulo, Giulio Iaione, Cristiano Migali, Ezio Provaroni, Violetta Rogai, Emanuele Vircillo

Direttore di scena: Simona Borrazzo
Fonica: Giorgia Caredda
Scene: Giorgio Miscio
Assistenti di Scena: P.Aluigi – L.Lopomo – M.Camedda
Foto e Video: Riccardo dell’Era
Ufficio Stampa: Chiara Bencivenga

TEATRO SAN GENESIO (via Podgora, 1 – P.zza Mazzini)
dal 14 al 19 gennaio 2020
da martedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 17.30

BIGLIETTI: INTERO 15 €
           RIDOTTO 12 € (over 65, studenti, bambini, gruppi    superiori a 10 persone)
INFO E PRENOTAZIONI: 3470619618/063223432


Michele Mazzola, uscito in digitale "Who Knows" il nuovo singolo del sassofonista siciliano

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È uscito in digitale “Who Knows”, il nuovo singolo di Michele Mazzola.
Il sassofonista siciliano, autore di testo e musica, è stato accompagnato da Marco Ronca al piano, Diego Tarantino al contrabbasso, Marco Badami Davide Rizzuto al violino, Salvo D’Amato alla viola e Paolo Pellegrino al violoncello. Il brano è stato arrangiato da Giuseppe Vasapolli, mixato da Riccardo Piparo, il mastering è di Roberto Romano, ed è stato registrato presso i Cantieri 51 (PA) di Ciccio Leo e Riccardo Piparo. L’adattamento del testo è di Walter Mogavero e Anita Vitale.
Michele Mazzola è un sassofonista, didatta e compositore siciliano, nato a Palermo nell'ottobre del 1982. Si diploma in Sassofono Classico presso il conservatorio "V.Bellini" di Palermo  con il massimo dei voti. Presso lo stesso Istituto ha conseguito la laurea di secondo livello in Sassofono Jazz con il voto di 110/110 e la lode e l'abilitazione all'insegnamento strumentale nella classe di concorso AK77.
Ha partecipato al “The Bercklee Summer School at Umbria Jazz 2004” e al 1°, 2°, 3° “Balarm Sax Festival” tenuto dal Conservatorio V.Bellini di Palermo, sotto la guida di maestri del calibro di Bob Mintzer, Ernie Watts, Dave Liebeman, Breedly Wheeler e Dan Moretti e a delle  Masterclass di sassofono tenute  dai maestri Seamus Blake e Mark Turner. È stato scritturato come Sax Soprano nell'ensemble del teatro Biondo di Palermo, prendendo parte alla realizzazione dello spettacolo "Assassinio nella Cattedrale”, esibendosi nei seguenti teatri: Biondo di Palermo, Carignano di Torino, Piccolo di Milano, Storchi di Modena, Argentina di Roma.
Per la fondazione INDA (Istituto Nazionale Dramma Antico) di Siracusa, si è esibito al Teatro Greco di Siracusa per il XLIV ciclo di rappresentazioni classiche, contribuendo alla riuscita della monumentale trilogia di Eschilo: l'Orestea (Agamennone, Coefore ed Eumenidi).
Ha un'intensa attività concertistica sia come solista che come orchestrale; Si è esibito nei più prestigiosi festival di swing e rhythm and blues italiani ed europei:  Palermo, Teatro Metropolitan - Lipsia,  “Mc cormacks ballroom” – Senigallia, “New Year’s eve Jamboree” – Parigi, “Cabaret Sauvage” - Modica, “Teatro Garibaldi – Porto Cervo, “Ora d’ozio festival” - Padova , “Porshe live”-  Vibo Valentia, (Teatro Moderno) – Bellinzona (CH) (Teatro Sociale) – Roma ( Villa Celimontana) - "Rhythm Riot” di Camber (UK). Nel dicembre 2010 ha effettuato una tournèe in Grecia suonando al prestigioso “Half Note Jazz Club” di Atene, nonchè altre tournè, in Italia ed all’estero, riscuotendo consensi di pubblico e critica. Ha inciso diversi dischi come sideman, tra cui “Soyuz 10”, l’ultimo album del cantautore Mario Venuti.
Attualmente è Docente di Sassofono presso l’I.C. "Francesco Minà Palumbo "di Castelbuono.
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Arisa è la madrina del Premio Bianca d'Aponte per l'edizione 2020

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È Arisa la madrina dell’edizione 2020 del Premio Bianca d’Aponte di Aversa, il contest italiano per cantautrici ormai diventato un appuntamento di grande prestigio nel panorama musicale italiano.
L’annuncio è stato dato in una serata speciale del Premio, tenutasi a Roma il 18 dicembre al Teatro Eduardo De Filippo dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, serata in cui è stato anche presentato il nuovo bando di concorso.

Ad Arisa spetterà il compito di presiedere la giuria nella prossima edizione del concorso, prevista al teatro Cimarosa di Aversa il 23 e 24 ottobre 2020, e di cantare e incidere un brano di Bianca d’Aponte, la cantautrice a cui è dedicato il Premio.

Il Premio Bianca d’Aponte, che si avvale della direzione artistica di Ferruccio Spinetti, arriverà nel 2020 alla sua 16a edizione. Il bando di concorso e la scheda di iscrizione sono disponibili su www.premiobiancadaponte.it. La partecipazione è come sempre gratuita, mentre la scadenza è fissata al 28 aprile.

Arisa segue altre esponenti di rilievo della musica in Italia che hanno svolto il ruolo di madrine nelle precedenti edizioni: Rachele Bastreghi dei Baustelle, Rossana Casale, Ginevra di Marco, Cristina Donà, Irene Grandi, Elena Ledda, Petra Magoni, Andrea Mirò, Simona Molinari, Nada, Mariella Nava, Brunella Selo, Tosca, Paola Turci e Fausta Vetere.
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