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Ennio Flaiano “L’occhiale indiscreto” Adelphi, recensione

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di Nicola F. Pomponio

Il godibilissimo testo che si presenta è una raccolta di articoli che lo scrittore abruzzese pubblicò negli anni Quaranta e, con un salto di tempo, nei primi anni Settanta. Ennio Flaiano esercita qui le sue ben note capacità analitiche e descrittive che lo hanno collocato tra gli esempi più interessanti della letteratura italiana novecentesca. La brevità degli scritti e la chiarezza cartesiana di una prosa limpida e mai cedevole alle tentazioni della retorica sono alcuni elementi caratteristici degli articoli riprodotti. Si conosce bene il Flaiano ironico osservatore della quotidianità, ma queste pagine ci tratteggiano un autore non solo ironico o talvolta sarcastico, ci restituiscono uno sguardo fortemente empatico verso l’umanità dolente.

Flaiano fa notare i dettagli, i piccoli particolari che aprono una via maestra alla comprensione dei grandi avvenimenti. Quando la parabola del fascismo è riassunta nei tipi di copricapi indossati dal duce, l’annotazione non è solo di costume ma apre la mente a riflessioni che giungono al cuore stesso del fenomeno storico, segnandone la vuotezza d’idee, la disponibilità al compromesso con i più forti, la retorica, la infausta alleanza col nazismo. E’ il particolare che rivela il tutto e questo particolare diventa più significativo di un’infinità di parole.

Flaiano si segnala in tal modo come un grande antidoto a tanti vecchi vizi italici, a cominciare dalla retorica, ed è questo aspetto che rende attuali i suoi scritti; leggendoli si scopre quanto di ciò che si credeva passato è ancora ben presente nel quotidiano attuale e quanto ancora si può vivere nell’oggi i vizi di ieri. Dal tifo calcistico alla ricerca disperata dell’evasione, dai manifesti interni ai teatri alla mania delle crociere, dalle motociclette al traffico automobilistico emerge quell’Italia, eternamente Italietta, che meno ci piace vedere e da cui facilmente, troppo facilmente, distogliamo il disgustato sguardo.

Ma l’ironia di Flaiano non provoca disgusto bensì amarezza: vi è sempre un elemento di dolore nel constatare lo scarto tra ciò che è e ciò che potrebbe/dovrebbe essere. L’ampio periodo temporale proposto dalla raccolta permette così di evidenziare una sorta di presenza costante di alcune caratteristiche negative nella vita italiana che il miracolo economico non solo non ha lenito ma, se possibile, ha ingrandito. Quando viene notata la totale inadeguatezza del tessuto urbano dei centri storici al traffico moderno, Flaiano, con decine di anni di anticipo, denuncia ciò che tutti (in primis amministratori e politici) sapevano bene ma che tutti fingevano di non vedere.

La modernità non solo non migliora l’italica popolazione ma ne esalta i lati peggiori e diventano in tal modo gustosissime le annotazioni fatte sulle motociclette. Ma attenzione. La critica della motocicletta, vista quasi come la summa dell’arroganza e della spacconeria italiana, ha un contraltare letterario “alto” se pensiamo che solo una cinquantina d’anni prima i futuristi e Marinetti avevano affermato la superiorità estetica dei tubi e dei motori rispetto alla “Vittoria di Samotracia”!

Flaianoè un profondo conoscitore non solo dell’attualità ma anche, e forse soprattutto, della cultura e per questo dietro ogni annotazione che potrebbe risultare solo un brillante aforisma si cela un “sovrappiù” di senso che colora il particolare della grandezza dell’universale. Leggendo il testo torna alla mente l’invito di Oscar Wilde a cercare la profondità nella superficie con la differenza che lo scrittore abruzzese non è un dandy “fin de siècle” ma un uomo che attraverso l’esperienza del fascismo, della guerra e della ricostruzione ha visto il proprio paese mutare pelle ma non assolutamente sostanza, quella sostanza che oggi ritroviamo intatta in una quotidianità per certi versi ancor più involgarita e incattivita del passato.

La constatazione della permanenza di caratteri negativi non induce però mai l’autore a un sarcasmo senza speranza e, in fin dei conti, misantropo. Flaiano non è Swift e a differenza di quest’ultimo in tutte le pagine emerge una vicinanza, attraverso l’ironia, al dolore umano. Sono illuminanti così le descrizioni quasi da pagine veriste degli sfollati, della desolazione del dopoguerra, della atavica resistenza ai disastri dei conflitti degli uomini e dei contadini abruzzesi in primis. Sono pagine intense dove l’autore non cede mai né a un sentimentalismo romanticheggiante, né ad una facile retorica populistica: Flaianoosserva, descrive e nell’osservazione e nella descrizione fa emergere, spontaneamente, senza nemmeno citarlo, il dolore degli uomini e la loro caparbia volontà di continuare a vivere.

In ciò si avvicina a un altro grande autore abruzzese da lui espressamente citato: Ignazio Silone. Come in questi, Flaiano non vede nei “cafoni” il bene per definizione, conosce nel dettaglio tutti i limiti di esistenze passate nello sfiancante lavoro della terra, conosce le ristrettezze, anche mentali, del mondo contadino ma ciò non gli impedisce di provare una grande com-passione, un sentire comune verso chi soffre, senza per questo idealizzarlo. Così gli articoli scritti nella Roma o nell’Abruzzo del periodo 1944-47 ci sembrano di grande interesse non solo per valutare da vicino gli enormi problemi della ricostruzione ma anche la permanenza di caratteri italici di dubbio valore; diventa così chiarificatore l’annotazione sulla quantità sospetta di nuovi antifascisti: “C’è molto traffico sulla via di Damasco e troppi Saul si disarcionano al minimo scarto dei loro cavalli”.


Davide Vigore a Fattitaliani: la vera vita è quanto si ha a che fare con l'imprevisto. L'intervista

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La bellezza imperfetta è l’ultimo lavoro di Davide Vigore, giovane talentuoso regista siciliano. Al Digital Media Fest il festival creato e diretto da Janet De Nardis ha vinto come miglior cortometraggio.

Come nasce l'idea del corto "la bellezza imperfetta"?

L'idea del corto nasce da un concetto a me tanto caro "Vivere vuol dire rischiare" e che la vera vita è quanto si ha a che fare con l'imprevisto. Partendo da questo concetto ho iniziato a costruire un personaggio, Girolamo Scimone, (si perchè le mie storie partono sempre da un personaggio che sta al centro della narrazione) e poi ho aggiunto certe suggestioni uniche e a me care come il  volto della mia protagonista Victoria e le atmosfere di una Palermo dark e sotterranea.

Nel tuo lavoro ci sono registi dai quali prendi ispirazione?

Diciamo che non mi ispiro volutamente  ad altri registi, però chiaramente incosciamente il mio immaginario è condizionato da film e registi che ho amato, pertanto non posso non essere debitore a Fellini e al suo "Le Notti di Cabiria" oppure a "La Notte" di Antonioni o a certi personaggi di Garrone o al mondo di scrivere di Paolo Sorrentino.  

Hai lavorato con Paolo Sorrentino, ci puoi raccontare la tua esperienza sul set di "Loro"?

E' stata molto utile e formativa, perchè Paolo mi ha concesso la sua amicizia e questo mi ha dato l'occasione, ovviamente quanto era possibile dato le tante ore di lavoro serrate, di avere un rapporto con lui e un confronto sulla scrittura, il cinema e certi registi che amiamo entrambi o libri. Abbiamo chiacchierato per giorni di un film di cui siamo debitori  e giocavamo a ricordare le battute  a memoria del film, si tratta "L'Uomo che amava le donne" di François Truffaut o ancora di Lumet e i suoi personaggi. Insomma sono stato fortunato.

Al Digital Media Fest “la bellezza imperfetta” ha vinto come miglior cortometraggio, a chi dedichi  la vittoria?

La dedico ai miei amici che sono anche i miei produttori Giovanni Rosa e Rocco Pascale,, a Silvia La Porta che senza la sua musica non avrei alcuna bussola, al mio attore Melino Imparato e al suo volto unico,  a Victoria Pisotska per l'ispirazioni. A Palermo che mi ha fatto scoprire certe sere l'imprevisto, alla mia città Enna che con la sua nebbia che porta alla cecità mi ha fatto sviluppare una fantasia e una insaziabile curiosità. Ai mie genitori che non mi hanno mai detto di lasciar perdere.

Secondo te, qual è il ruolo del cinema per le nuove generazioni?

Qual'è non lo so, ma cose dovrebbe essere o a cosa dovrebbe servire, si. Il cinema è il modo migliore per avere un educazione all'immagine e al racconto. E' lo strumento più adeguato per frequentare la bellezza e le emozioni. Tutto questo porta a formare le coscienze delle future generazioni che troppo spesso vengono distratte da un bombardamento di immagini provenienti dai social che allontanano i ragazzi  da suggestioni necessarie per la formazione dell'individuo.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? 
Questa estate ho scritto un romanzo e in questo momento è al vaglio di un importante casa di produzione cinematografica. C'è l'idea di poterne fare un film questa volta lungometraggio. Ed io mi sento pronto. Aspetto, nel frattempo vivo. 

7 italiani su 10 indecisi sul party di Capodanno. Arrivano le regole per la serata perfetta

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Tra la tavola imbandita e gli argomenti di discussione, spesso il tanto atteso Veglione di Capodanno rischia di diventare un flop per amici e parenti. Dal sottofondo musicale all’outfit passando per la drinklist, ecco le 5 regole da seguire secondo gli esperti

Solite discussioni a tavola tra calcio e politica, vestiti sfarzosi spesso eccessivi, tavolate apparecchiate non correttamente e portate distribuite in maniera casuale. Quasi 7 italiani su 10 (67%) non sanno come organizzare il Veglione di Capodanno, rischiando che l’appuntamento tanto atteso si trasformi in un flop. I maggiori dubbi riguardano il menù da preparare (55%), gli argomenti da trattare a tavola (49%) e i capi d’abbigliamento da indossare (41%). La location ideale della serata? Quasi la metà preferirebbe organizzarsi in casa (48%),mentre altri hanno intenzione di optare per locali con cenone e animazione (36%). Sulla tavola largo agli antipasti (45%) abbinati a cocktail facili da preparare in casa, per rendere speciale la serata.

È quanto emerge da uno studio condotto dall’osservatorio Sanbittèr Aperitivo Cool Hunting,effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 2000 italianidietà compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, oltre che su un panel di 20 esperti tra specialisti del bon ton per capire come organizzare nel migliore dei modi il Veglione di Capodanno.

Come si apprestano gli italiani ad organizzare l’ultima sera dell’anno? Il 67% si sente sicuro o quasi certo di cosa farà, mentre il 33% si dichiara ancora in alto mare.
Le maggiori preoccupazioni? Riguardano l’incertezza sul menù da preparare (55%), con il dilemma tra cena a portate e aperitivo a buffet. Nel secondo caso è fondamentale unire al cibo dei cocktail studiati. Anche la scelta del giusto aperitivo, tra cui quelli analcolici, rappresenta secondo gli esperti un viatico per iniziare nel migliore dei modi il cenone (45%) e riscaldare l’atmosfera con il giusto approccio di festa e di divertimento (38%). L’importante è scegliere gusti che piacciano a tutti e che diano quel tocco di vivacità, anche cromatica, in grado di soddisfare tutti i commensali. Una volta dato il via alla cena, il momento topico della serata è senza dubbio il brindisi, magari con un buon cocktail di Capodanno. E se il classico brindisi di mezzanotte con spumante ha stufato, gli esperti di bon ton danno il loro via libera per sostituirlo tranquillamente con un pestato o un mix vincente. Altro pensiero riguarda gli argomenti di discussione (49%), spesso capaci di scaturire disagio e nei peggiori dei casi anche motivo di bisticci inopportuni. Gli argomenti più scomodi? Politica (41%), calcio/sport (34%) e situazione sentimentale (25%) nella top 3 degli argomenti tabù che le persone solitamente preferiscono evitare.

Ma quale sarà verosimilmente la location del Cenone di Capodanno? Il 48% degli italiani pensa di preparare il veglione nella propria casa, in un contesto familiare o tra amici. Il 36% è propenso invece a trascorrerlo in locali già organizzati con cenone e animazione. Città, mare o montagna? La maggioranza (39%) è incline a scegliere un contesto metropolitano, pronti poi a riversarsi presso le piazze cittadine dopo la mezzanotte per festeggiare con concerti e animazione fino all’alba. Altri (27%) opteranno per la casa o chalet di montagna, pronti ad impugnare gli sci il primo dell’anno e lanciarsi sulle piste dei maggiori comprensori italiani, mentre il 15% pensa di raggiungere lacasa al mare, per gustarne la magia in pieno inverno.

Qualisono i piatti ai quali gli italiani non vogliono rinunciare a Capodanno? Il 59% non vorrebbe fare a meno degli antipasti(45%), sfiziosi e veloci da preparare, sempre apprezzati dagli ospiti che, oltre ad essere gustosi, non passano mai di moda.  Il pesce (44%) è un piatto molto apprezzato anche d’inverno, più al Sud (49%) che al Nord (39%). Il 38%, invece, vorrebbe proporre piatti a base di carne, molto apprezzati soprattutto nel Nordest-Italia. Dallo spezzatino all’abbacchio, difficile rinunciare ai sapori di casa.

Cosa rende tanto atteso un momento fatidico dell’anno come la notte di San Silvestro? Per la maggioranza (58%) rappresenta l’occasione migliore per trascorrere alcune ore in compagnia dei più stretti familiari, spesso distanti nel resto dell’anno. Per altri è pretesto per mangiare piatti particolari e succulenti (45%), senza preoccuparsi troppo della linea, e di scatenarsi festeggiando fino a tardi (35%) per lasciarsi alle spalle ansie e preoccupazioni dell’anno appena trascorso.

LE 5 REGOLE D’ORO PER IL PARTY DI CAPODANNO


1) ATTENTO A NON ANDARE FUORI TEMA: la serata di Capodanno deve essere perfetta e  deve restare per sempre nei ricordi delle persone. Si devono trattare argomenti piacevoli e condivisi da tutti. La politica è meglio dimenticarla per una sera, mentre il calcio può essere argomento di discussione per non più di 2 minuti, altrimenti si rischia di discutere o di escludere  delle persone dalla conversazione

2)L’ABITO FA LA FESTA: Casa o ristorante non fa differenza, il 31dicembre è un giorno speciale che ci accompagna verso un nuovo anno. Vestirsi bene è molto importante non tanto per gli altri, ma per noi stessi. In città spazio ad abito lungo per lei, pantalone e camicia per lui. In montagna pantalone di raso o di pelle, con maglione ricamato per lei e blazer classico indossato su un pullover girocollo o, per i più freddolosi, a collo alto.

3) NO MUSICA NO PARTY: il sottofondo musicale deve essere piacevole e selezionato. Deve tenere conto non solo dell’età media degli invitati, ma anche del contesto. Se il party è organizzato in famiglia, spazio ai grandi classici di Natale per i più piccoli e vecchie hit per i più grandi. Se il veglione è tra amici, spazio alle hit del momento, inframmezzate da grandi successi del passato che non devono essere necessariamente di stampo natalizio.

4)LA DISCREZIONE PRIMA DI TUTTO: quando incontriamo i nostri parenti o i nostri amici al Cenone, è importante dedicargli del tempo senza indagare troppo sulla vita personale. Fare troppe domande potrebbe mettere in difficoltà la persona cara, che in queste occasioni preferisce ricevere gesti affettuosi come un abbraccio e una parola di stima.

5) LA TAVOLA VUOLE LA SUA PARTE: La cura della tavola è importante non solo dal punto di vista estetico, ma anche dal punto di vista della proposta culinaria. Saper fondere insieme stile e qualità, senza cadere nell’esagerazione permette di accontentare tutti gli ospiti. Si deve proporre un menù o un buffet semplice, ma vario, fatto con prodotti di qualità e disposto su un ripiano ben ordinato. Il mix diventa perfetto se il cibo viene abbinato al cocktail adatto: l’importante è che sia facile da preparare in casa.



La Libia, a quindici minuti di MIG da noi

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di Carlo Barbieri
Scommettiamo che il parlamento turco darà immediatamente il consenso all’invio di truppe in Libia? Beh, se è vero che El Serraj (il leader di Tripoli “legittimo”, che pensava che Italia e Europa lo avrebbero aiutato) si è messo d’accordo con la Turchia per consentirgli, in cambio di aiuto militare, di trivellare in acque territoriali libiche, è una scommessa facile. E scommettiamo pure che la Russia, che invece aiuta Haftar, il leader di Bengasi, allungherà le mani sulla Libia come ha fatto con la Siria? E che magari alla fine si metterà d’accordo con la Turchia – “Tu trivelli a mare e io mi prendo i giacimenti di terra, e l’italiana ENI va a quel paese”?
Perché vedete, Russia e Turchia non fanno i “cavalieri bianchi” delle fazioni contrapposte in Medio Oriente per puro altruismo: giocano la partita dell’influenza geopolitica sull’intera zona ricca di energia. Approfittando della ritirata di Trump, e dalla cronica assenza dell’Europa, la Turchia affamata di risorse ricomincia ad accarezzare il sogno imperiale ottomano. E lo fa mostrando i muscoli anche a noi, suoi “alleati” (!) NATO: come quando, nel febbraio scorso, le sue navi militari hanno costretto al dietro-front le piattaforme SAIPEM/ ENI che si accingevano a raggiungere la zona ida trivellare. E la Russia, che proteggendo la Siria è riuscita a conservare in quel paese le uniche basi navali nel mediterraneo (Tartus), sarebbe felice di crearne altre in Libia, a tre quarti d’ora d’aereo dall’Italia (quindici minuti nel caso di un MIG). Ma l’obiettivo di Turchia e Russia non è solo quello di mettere le mani sui rubinetti del petrolio e del gas libico: ma di metterle anche sui “rubinetti” che regolano il flusso dei migranti, che sanno bene quanto pesano nei miseri giochi politici europei. Potranno così ricattarci: “Se rompete le scatole vi mandiamo un bel po’ di migranti e facciamo cadere i vostri governi”.
Sono questi  i nuovi vicini di casa che stanno per insediarsi a pochi minuti da noi. Stupisce il coma dell’Europa e soprattutto dell’Italia. D’altra parte come potrebbero i leader fare una vera politica estera se sono impegnatissimi con temi acchiappavoti emozionalpopolari nella disperata ricerca della conservazione della poltrona? Come potrebbero preoccuparsi del futuro nostro, se quello loro si misura nei pochi anni (quando va bene) di una legislatura? Bisogna capirli, poveretti, e smetterla di ricordare politici disinteressati a sé stessi come De Gasperi, Togliatti e persino Almirante – gente che gli avversari potevano criticare per le loro idee, ma non certo accusare di incompetenza, miopia e mancanza serietà.

MattO, esce oggi il nuovo singolo "VASCO DA GAMA" estratto dall'album "THE FUTURE OF YOUR PAST"

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Il 27 dicembre come a chiudere un anno di soddisfazioni ecco che arriva Vasco da Gama”, il nuovo singolo di MattO.
Il brano racconta la storia della scoperta del mondo nuovo che ha ispirato l’artista a scrivere appunto un testo dedicato al grande navigatore portoghese che trovò il passaggio per l’India circumnavigando il Sudafrica. L’artista si mette nei panni dei marinai che non sapevano dove il viaggio li avrebbe portati. Volevano tanto credere al loro capitano, ma allo stesso tempo avevano molti dubbi e sentivano il bisogno delle sue rassicurazioni. In poche parole: che sarebbe successo se Vasco da Gama stava sbagliando? Sono sempre domande quelle che si pone MattO con i suoi testi. Domande a cui ognuno di noi che ascolta può trovare le proprie risposte.

Registrato negli studi Lakehouse Music a Asbury Park, nel New Jersey, luogo noto per essere il centro della musica e meta di artisti del calibro di Bruce Springsteen, Bon Jovi, South Side Johnny e Stevie van Zandt, scritto da MattO che lo ha suonato con Sally Boyd, Winston Roye, Mark Masefield, PK Lavengood, Matt O’Ree. Produzione esecutiva di Jon Leidersdorff.
MattO vive tra la Svizzera tedesca e gli Stati Uniti. É musicistaparoliere e produttore discografico. Dopo aver ottenuto una fama internazionale come autore di svariati brani, ha deciso di intraprendere la carriera di cantautoreIl suo ultimo album “The Future of Your Past”, infatti, è frutto di anni di lavoro, di studio e come dice lo stesso artista, “non sarebbe stato possibile realizzarlo se non avessi incontrato nel mio percorso tanti giovani talenti che mi hanno ispirato verso nuove sonorità”. Come questo brano tratti dallo stesso album sono già stati pubblicati: "The future of your past", "Strongman", "Looking for love" e "What's there to learn" e "Next in line". Artista, musicista, paroliere e produttore eclettico che ama il rock ma non disdegna il blues, non dimentica la melodia nei suoi brani e tocca sempre con i testi argomenti di attualità e legati al sociale. 
MattO sta scrivendo e si appresta a rientrare in sala di registrazione con la band per un nuovo capitolo della sua storia musicale.






Scuole italiane all'estero, manca oltre il 30% dei docenti. Ancora in stallo le nomine da pare del MIUR

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La UIL SCUOLA RUA chiede un immediato chiarimento politico al MIUR e al MAECI. 

Dichiarazione Di Pino Turi  "Segretario Generale Uil Scuola Rua"

E’ ormai innegabile il totale fallimento delle procedure concorsuali avviate dal MIUR a per la selezione del personale dirigente scolastico, docente e Ata di ruolo da destinare alle scuole italiane all'estero, un vero e proprio “reclutamento” imposto dalla Legge 107 per il settore scolastico italiano all’estero.
Gli effetti nefasti del “ sinergico coordinamento” tra MIUR e MAECI tanto decantato dalla “Buona Scuola” hanno prodotto un vero e proprio “ mostro” di cavilli procedurali e burocratici tra i due ministeri con il risultato, sotto gli occhi di tutti, che a due mesi dall’inizio delle lezioni le scuole all’estero sono ancora prive del 30% del personale e rischiano la chiusura!
Ancora una volta ribadiamo imprescindibile l'applicazione delle norme contrattuali che disciplinano la mobilità professionale del personale della scuola all'estero e chiediamo un confronto urgente con i Ministri dell’Istruzione e degli esteri per un immediato intervento atto restituire alle nostre istituzioni scolastiche italiane la possibilità di svolgere la loro funzione essenziale di promozione della nostra lingua e della nostra cultura nel mondo.

L'ATTRICE IMMA PIRONE HA CONQUISTATO UN POSTO AL SOLE

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Momento d'oro per la bionda e affascinante Imma Pirone.

Originaria di Torre del Greco, la bella attrice, anche ballerina, è uno dei nuovi giovani volti di Un posto al sole.
Ne ha fatta di strada Imma. Da Finalista Nazionale Miss Italia nel  2010 a ballerina di Made in Sud per qualche anno, si è imposta poi come attrice, con le prime esperienze al cinema in  “Loro2”di Paolo Sorrentino, in vari Videoclip Musicali, primo fra tutti, “Non è Mai un Errore” con RAF, e poi la sit com Ombrelloni per Rai 2 e infine, ora il ruolo di Clara nella soap opera di Rai 3. 
La brava Imma è stata premiata anche al Festival del Cinema di Salerno per il film Il Manutentore
La Pirone ha studiato con grandi artisti come l'attore Yuri Gagliucci, il regista Alessio Inturri, il coreografo Fabrizio Mainini per migliorare la sua formazione, ed appagare il desiderio, giorno dopo giorno, di essere un'artista completa.
Con impegno e umiltà, Imma sta realizzando pian piano tutti i suoi sogni.

PINOCCHIO, primo al box office di Santo Stefano

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Il film di Matteo Garrone supera i 3 milioni di euro tra Natale e il 26 dicembre, con un totale complessivo di oltre 6,5 milioni di incasso.

Nel giorno di Santo Stefano, per tradizione uno dei più ricchi dell'intero box office italiano, Pinocchio di Matteo Garrone è primo al botteghino, sfiorando 1,9 milioni di euro e superando così i 6,5 milioni di incasso complessivo.

Un dato eccezionale che, unito a quello altrettanto positivo del 25 dicembre (oltre 1 milione di euro), fa di Pinocchio il maggiore risultato del Natale 2019.

Dichiara Matteo Garrone: "Che emozione sapere che il film è stato visto da tanti spettatori, grandi e piccoli. Vogliamo ringraziare tutto il pubblico che ha scelto Pinocchio e che si è lasciato trasportare per un paio di ore in un mondo magico, dove il reale si mescola al fantastico". 

PINOCCHIO, una coproduzione internazionale Italia/Francia, è prodotto da ARCHIMEDE con RAI CINEMA e LE PACTE, con RECORDED PICTURE COMPANY, in associazione con LEONE FILM GROUP, in associazione con BPER BANCA, con il contributo del MIBACT – DIREZIONE GENERALE CINEMA E AUDIOVISIVO e di EURIMAGES, con il sostegno della REGIONE LAZIO – Avviso pubblico Attrazione produzioni cinematografiche (POR FESR LAZIO 2014-2020) Progetto Cofinanziato dall’Unione Europea e Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo, con il contributo della REGIONE PUGLIA (POR Puglia FESR-FSE 2014/2020) Fondazione Apulia Film Commission e della REGIONE TOSCANA – Toscana Promozioni, con il contributo di CANAL + e di CINE +.

Vendite internazionali: HANWAY FILMS. Distribuzione italiana: 01 DISTRIBUTION.


CAST:

Roberto Benigni, Federico Ielapi, Rocco Papaleo, Massimo Ceccherini, Marine Vacth, Gigi Proietti

Maria Teresa De Donato, scrittrice e naturopata, ci presenta il suo ultimo libro “Oceano di sensi”

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di Andrea Giostra
«Sono una persona eclettica. Ho molti interessi che abbracciano svariate discipline... che io vedo comunque collegate le une alle altre in un tutto armonico anche se a volte piuttosto ‘esoterico’ ... Sono una ricercatrice spirituale in fondo...»

Ciao Maria Teresa, benvenuta e grazie per avere accettato il nostro invito. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Ciao Andrea e grazie a te per questa intervista. Ai lettori voglio presentarmi esattamente come sono nella vita reale, ossia una persona eclettica e che ha molti interessi. Sono “intellettualmente curiosa”. Mi è sempre piaciuto studiare, amo la conoscenza, la cultura, cerco continuamente di migliorarmi, di ‘ampliare i miei orizzonti’, di approfondire o esplorare nuove aree, nuovi argomenti. Resterò una studentessa a vita.  Questa mia natura si rivela anche nelle mie pubblicazioni attraverso un approccio olistico e multidisciplinare. Olistico non solo inteso nel senso di mente, corpo e spirito quali componenti inscindibili, ma anche in quanto credo fermamente che tutto – essendo ogni cosa fondamentalmente energia – sia unito a tutto il resto, a tutto ciò che ci circonda. Multidisciplinare in quanto sono convinta che non ci sia alcuna disciplina, né alcun sistema medico per quanto concerne il discorso ‘salute’, che detenga la Verità assoluta o una risposta a tutte le nostre domande, quindi una soluzione a tutti i nostri problemi. Al contrario, ritengo che ogni disciplina, ogni scienza, così come ogni sistema medico, abbia in sé una parte della Verità e che tutte/i insieme possano contribuire a completare il quadro, qualunque esso sia e di qualunque settore si tratti.

Qual è la tua formazione professionale e artistica? Ci racconti il tuo percorso che ti ha portato a svolgere quello che fai oggi?

Come ho accennato sopra, ho sempre avuto molti interessi. Questo mi ha portata, in ambito professionale, a maturare esperienze nei settori più svariati e a ricoprire incarichi diversi. Molti anni lavorati al Ministero della Salute ed un successivo corso manageriale amministrativo in ambito medico hanno spianato la strada agli studi accademici, proprio qui negli USA, in Salute Olistica, che si sono conclusi dopo anni con un Dottorato di ricerca e l’inizio della mia attività come Naturopata. Per quanto riguarda la mia vena artistica, sin da bambina ho amato leggere e scrivere. Anche i miei erano amanti della cultura e casa nostra è sempre stata piena di libri di ogni genere e di enciclopedie. I miei primi articoli furono pubblicati sul giornale In camminoquando frequentavo ancora le elementari. Ho sempre sognato di intraprendere la carriera di scrittrice a tempo pieno, ma almeno in Italia questa possibilità non l’ho mai avuta, quindi ho optato, fino a quando vi sono rimasta, per altri lavori. Sono stati proprio gli USA ad offrirmi l’opportunità di riprendere e completare anche gli studi giornalistici, di collaborare con vari giornali e riviste e di pubblicare molti libri su tematiche diverse ad iniziare proprio dalla dissertazione di dottorato.

Nel 2019 hai pubblicato il tuo primo romanzo, “Oceano di sensi”editato con indipendenti. Ci racconti come nasce questo libro, dove è ambientato e di cosa narra?

Oceano di sensinasce non solo dalla mia grande passione per la scrittura, ma anche dall’incontro
con alcune persone di origine italiana – generalmente siciliana – che sono vissute molti anni nella Libiapre-Gheddafi e che, in alcuni casi, ci sono persino nate. I racconti delle loro esperienze vissute in quel Paese mi hanno affascinata a tal punto che ho deciso di fare delle ricerche per approfondire sia una cultura di cui sappiamo molto poco, sia quella che è stata l’esperienza coloniale italiana in Africa durante e dopo il fascismo. La storia, esaminata con un atteggiamento di totale neutralità da parte mia, fa da sfondo a questo romanzo. Ho voluto immedesimarmi sia negli italiani che erano emigrati in Libia prevalentemente perché alla ricerca di un lavoro la cui precarietà nel nostro Paese e soprattutto nel Meridione sembra da sempre essere ‘nota dolente’, sia nei nativi libici che hanno sofferto a causa della colonizzazione con tutte le conseguenze del caso che hanno poi portato al colpo di stato del Colonnello Gheddafi. Il romanzo è ambientato in parte in Libia ed in parte in Italia. La protagonista è, per l’appunto, una giovane donna, Claudia, che nasce in Libia da genitori siciliani, la quale avrà una vita piena di colpi di scena. Fondamentalmente è un romanzo a sfondo storico, ma anche e soprattutto un romanzo d’Amore, quello vero, con la A maiuscola, che può arrivare all’improvviso, a qualsiasi età e travolgerti come un’onda gigantesca: di qui il titolo “Oceano di sensi”. Parlando d’amore, proprio in virtù della mia veduta dell’Uomo, della Vita e del Tutto, mi è sembrato naturale esaminare anche la sfera dei sentimenti, della sessualità e sensualità. Il risultato finale è stato che – benché all’inizio non lo avessi pianificato – il romanzo è diventato profondamente erotico e sicuramente adatto ad un pubblico adulto. Sta piacendo molto e ne sono veramente felice.

Cosa dovranno aspettarsi i lettori e quale il messaggio che vuoi lanciare loro con questo romanzo?

I lettori – stando al mio proposito iniziale e ai riscontri estremamente favorevoli che sto avendo – saranno trasportati in un mondo bello, bello in quanto a ricchezza e profondità di sentimenti e pensieri, benché non privo di sfide. Una narrativa semplice e diretta, ma ricca di cenni culturali e descrizioni paesaggistiche, ma anche di domande altamente introspettive, affascineranno il lettore, trasportandolo in luoghi che forse non conosce e di cui sa poco oltre a farlo riflettere sul significato profondo della Vita e dell’Amore.

Ci parli delle tue precedenti opere e pubblicazioni? Quali sono, qual è stata l’ispirazione che li ha generati, quale messaggio che vuoi lanciare a chi li leggerà?

Il mio primo libro è stato The Dynamics Of Disease and Healing: The Role That Perception and Beliefs Play In Our Health and Wellness (Cartaceo) (De Donato, 2015) (Dinamiche della Malattia e della Guarigione: Il Ruolo che Percezione e Credenze rivestono nella nostra Salute e nel nostro Benessere),che è la versione integrale della mia tesi di dottorato di ricerca, da cui successivamente ho tratto Disease and Healing Dynamics (eBook/Kindle) (De Donato, 2016) (Dinamiche della Malattia e della Guarigione),cheè la versione ridotta ed in cui mancano solo le tre sessioni relative alle interviste con i 7 partecipanti. Anche in questa versione ridotta, comunque, sono stati inseriti i risultati ottenuti dallo studio e le mie personali osservazioni, analisi e conseguenti deduzioni sui casi clinici. CONQUISTARE L'INVISIBILE: Approccio Olistico al PTSD (Disordine da Stress Post-traumatico) (De Donato, 2015, 2016, 2019) è una pubblicazione che, partendo da un’analisi generale della salute e dei traumi, si focalizza sul Disordine da Stress Post-traumatico, una grave condizione mentale che sconvolge ogni anno migliaia di vite.  Cosa si può fare per aiutare le sue vittime a conviverci meglio, a gestirlo o persino a superarlo? Queste le principali domande che mi sono posta.  In questo lavoro vengono esaminate varie metodologie olistiche che possono essere utilizzate come terapie a sé stanti o integrative ai trattamenti medici convenzionali sia farmacologici sia psicoterapeutici (ad esempio nutrizione, erbalismo, omeopatia, oli essenziali, Fiori di Bach e Rescue Remedy, arteterapia, danza, giardinaggio, tecniche di rilassamento, ipnosi, etc.). Il materiale in esso incluso ha lo scopo di informare i lettori circa le molte terapie ed attività che possono sostenere le vittime del PTSD nel loro percorso verso la guarigione o quantomeno nel gestire questa condizione al meglio delle loro abilità, motivandoli affinché partecipino in maniera attiva al recupero della propria salute.  Laddove farmaci e terapia psicoanalitica fossero necessari le informazioni provvedute in questo libro, e quindi le metodologie olistiche e le attività in esso menzionate, potranno essere utilizzate ad integrazione dei trattamenti convenzionali. DARE TO RISE – Reshaping Humanity by Reshaping Yourself(OSA ELEVARTI – Rimodellare l’Umanità Rimodellando Te Stesso) (De Donato & Gorce-Bourge, 2016) è un libro a carattere motivazionale e che ispira lo sviluppo personale. Analizzando alcuni fondamentali cambiamenti che stanno avendo luogo nel mondo e che appaiono a molti di noi come un incubo da cui sembra non riusciamo a svegliarci nonché alcuni grandi passi che la Scienza ha fatto in questi ultimi decenni, nella Fisica Quantistica, nella Genetica e nella Neuroscienza, stiamo capendo che il Mondo non è così come pensavamo fosse. Sviluppare Consapevolezza e Presenza nella vita può cambiare completamente la nostra percezione, dimostrare come possiamo assumerci appieno le nostre responsabilità e contribuire nell’insieme alla creazione di un mondo migliore. Attraverso una profonda esplorazione dell’Amore, delle relazioni, del sesso, della salute e del lavoro, il lettore è invitato ad intraprendere un incredibile viaggio interiore che – confidiamo – lo porterà a cambiare sé stesso in meglio contribuendo, così facendo, alla creazione di una migliore Umanità. Hunting for The TREE of LIFE: A Spiritual Journey in the Garden Traditions(A caccia dell’Albero della Vita) (De Donato & Sinkko, 2016), di cui sto realizzando l’edizione in lingua italiana che uscirà a breve, è un libro di carattere spirituale-religioso ed è dedicato a tutti coloro che riconoscono la propria esistenza, e tutto ciò che di visibile o invisibile esiste, come la conseguenza dell’operato di un’Intelligenza Superiore da cui ogni cosa ha avuto origine, dipende e a cui è collegata. Qualunque sia il concetto di Dio da parte del lettore – ossia che Dio venga concepito come l’Iddio Onnipotente, il Creatore di ogni cosa, Yahweh, Geova, Allah, il Grande Spirito, la Fonte, la Consapevolezza Suprema, la Mente dell’Universo, il Campo o comunque desideri chiamarlo in armonia con il proprio intendimento, la propria conoscenza ed abilità a connettersi a Lui/Lei in maniera profonda a livello personale concependolo/a come un Padre amorevole o piuttosto come Energia Dinamica in movimento, ma entrambi aventi personalità, volontà ed uno scopo, l’invito rivolto da parte nostra al lettore è quello di unirsi a noi in questo entusiasmante viaggio spirituale. Nel farlo noi autrici speriamo che il lettore possa concentrarsi su, ed apprezzare il Messaggio Universale rivolto a tutta l’Umanità così come sugli aspetti simili e che accomunano tutte le religioni e che possono aiutarci a costruire una base d’intesa al fine di negoziare e, possibilmente, superare le nostre differenze, i nostri contrasti ed i motivi che ci separano. MENOPAUSA - I migliori anni della mia vita: Come prepararsi per godere appieno degli anni della perimenopausa, menopausa e post-menopausa(De Donato, 2018) è un libro che si propone di rivoluzionare la veduta che la maggioranza degli uomini e delle donne ha della perimenopausa, menopausa e post-menopausa, ossia come l’inizio della ‘decadenza’. Questo mio lavoro, dal titolo decisamente provocatorio, mira proprio a questo: a sfatare certe false convinzioni; a guidare, ispirare e a motivare tutte le donne a cambiare prospettiva e ad approcciare questo tempo della loro vita come una straordinaria esperienza di cui godere appieno grazie ad un’alimentazione e ad uno stile di vita ottimali e ad un’esistenza molto più sana, felice, soddisfacente, gratificante, a livello fisico, mentale, emotivo e sessuale. Il libro si rivolge non solo alle donne, ma anche ai loro mariti e/o compagni/partner per aiutare anche loro a capire in cosa consistono questi ‘grandi cambiamenti’, come si manifestano ed in che modo anche loro possono aiutare e supportare la donna. Dopo Oceano di Sensi, che ho già menzionato, ho pubblicato ANELLI MANCANTIun romanzo autobiografico-storico-genealogico che appassionerà il lettore trasportandolo nella storia d’Italia e non solo. Per citare un breve parte della sua Prefazione“…Il libro è scorrevole, leggibile con piacere.  Permeato di cultura e capacità di ricerca, si manifesta con una sintesi precisa e fluida che piace al lettore. ...  In un contesto di notizie, belle ed interessanti, la trama si snoda partendo da diverse province italiane per arrivare a Roma, che diventa centro della loro esistenza e viene descritta con amore nei suoi aspetti durante tutto il secolo scorso.” (Dalla Prefazione del Dr. Edmondo Marra). Questo mio libro, proprio per la sua natura ed i suoi intenti, che comunque erano lungi dal desiderio da parte mia di risalire ad una mera lista di nomi e vincoli di parentela, ma che ha piuttosto mirato ad una vera e propria ricostruzione storica, ha richiesto lunghe e profonde ricerche. Il tempo che ho impiegato per le ricerche è stato di gran lunga superiore a quello impiegato per scrivere.  Si è trattato di un lavoro che mi ha affascinata come sta affascinando i lettori. È stato come un aprire una serie infinita di scatole cinesi mentre io, aggirandomi in una sorta di labirinto di informazioni, continuavo ad andare a caccia di un ‘tesoro nascosto’. L'ultimo libro che ho pubblicato è L’AUTISMO visto da una PROSPETTIVA DIVERSA– La storia di successo di Cesare (De Donato & Tommasini, 2019), in cui io ed il mio collega-autore abbiamo affrontato l’aspetto ‘Autismo’ da una prospettiva olistica e multiculturale che mira a rivoluzionare non solo la veduta sull’autismo che la maggioranza delle persone ancora ha, purtroppo, ma anche e soprattutto il modo di approcciare le persone che ne sono direttamente coinvolte, nonché l’eventuale sostegno da dare ai familiari che troppo spesso sono lasciati soli senza la possibilità di avere una vita sociale. Piuttosto che focalizzarci su quella che viene definita una ‘patologia’, quali autori abbiamo voluto evidenziare l’unicità di questi ragazzi ed il grande potenziale che è in loro e che anche loro hanno il diritto di esprimere, nei loro modi e tempi, per vivere una vita al meglio delle loro possibilità ed abilità. Questi ragazzi non chiedono altro che di avere l’opportunità di manifestare il proprio modo di essere e di venire accettati per come sono da una società di cui io e Tommasini abbiamo voluto mettere in discussione il concetto di ‘normalità’ così tanto usato ed abusato, che loro generalmente percepiscono come pericolosa, se non addirittura come nemica, e con cui hanno difficoltà a relazionarsi. Anche questa pubblicazione sta piacendo molto e ci sta dando tante soddisfazioni.

Come nasce la tua passione per la scrittura? Ci racconti come hai iniziato e quando hai capito che amavi scrivere?

Come ho già anticipato, la mia passione nasce da bambina proprio grazie al fatto che, venendo da una famiglia che ha sempre attribuito grande importanza alla cultura, sono sempre stata circondata da libri. Ho iniziato a leggere all’asilo ed alle elementari ero già immersa nella lettura dei grandi della letteratura non solo italiana ed europea, ma mondiale. La lettura mi ha sempre ispirata andando di fatto sempre a braccetto, nel mio caso, con la scrittura. Fino a quando non ho pubblicato il mio primo libro, ho scritto tanto ugualmente, ma si trattava di diari personali e di corrispondenza con amici.... fino a quando non sono stata pronta per il salto dal privato al grande pubblico.

Una domanda difficile: perché i nostri lettori dovrebbero comprare “Oceano di sensi”e gli altri tuoi libri? Prova a incuriosirli perché vadano in libreria a comprarne alcuni.

Come ho spiegato sono una persona eclettica. Ho molti interessi che abbracciano svariate discipline...che io vedo comunque collegate le une alle altre in un tutto armonico anche se a volte piuttosto ‘esoterico’...da scoprire insomma...cercando di vedere ‘oltre’ l’apparenza... Sono una ricercatrice spirituale in fondo... Le tematiche che tratto sono molteplici e possono interessare un vasto pubblico i cui lettori possono avere interessi diversi: da tematiche legate alle terapie/metodologie/medicine naturali passo ad aspetti psicologici, sociologici, religiosi, spirituali, mistici... Indago, mi pongo domande cercando di coinvolgere quanto più possibile il lettore, ispirandolo e motivandolo a seguirmi nei miei “viaggi” letterari... offrendo sempre una doppia chiave di lettura...al tutto...di qualsiasi cosa si tratti... Ho uno stile semplice e diretto: le mie narrazioni piacciono molto, a quanto mi dicono i lettori che mi scrivono, e li fanno anche sognare..., li aiutano, aprono nuovi orizzonti..., prospettive diverse... Questa è una sintesi, un “summary”, dei messaggi che ricevo da coloro che mi leggono e che amano le mie pubblicazioni. Accetto il fatto che non posso piacere a tutti. Purtroppo, o per fortuna, pur amando il Vate..., sono tutt’altro che dannunziana!

Nel gigantesco frontale del Teatro Massimo di Palermo c’è una grande scritta, voluta dall’allora potente Ministro di Grazia e Giustizia Camillo Finocchiaro Aprile del Regno di Vittorio Emanuele II di Savoia, che recita così: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu cosa ne pensi di questa frase? Davvero l’arte e la bellezza servono a qualcosa in questa nostra società contemporanea tecnologica e social? E se sì, a cosa serve oggi l’arte secondo te?


Assolutamente sì! “Fatti non foste a viver come bruti...ma per seguir virtute e canoscenza...” recitava il Sommo poeta ed aveva ragione. Solo l’arte e la bellezza in tutte le loro manifestazioni e dimensioni possono salvare il Mondo. In effetti l’Arte e la Bellezza nella loro essenza più pura dovrebbero essere sinonimo di sensibilità, profondità di animo, di spirito, riflettere anche empatia, solidarietà e quindi amore incondizionato, a mio modesto avviso. Dovrebbero andare di pari passo ed essere una metafora di una spiritualità elevata, quindi anche di un modo di porsi e relazionarsi con gli altri, con il Mondo, con il Tutto. Tutto questo non è di per sé in contrapposizione alla “nostra società contemporanea tecnologica e social”. Il problema, anche in questo ambito, non è mai causato da cose, strutture, processi, o strumenti utilizzati, ma dall’uso che se ne fa e dai motivi che spingono all’azione. Il male – quindi, l’errata applicazione, l’uso improprio della tecnologia – risiede sempre nell’individuo. Triste a dirsi, in questi ultimi decenni abbiamo assistito ad un impoverimento culturale e ad un degrado ad ogni livello dell’uomo che si è rispecchiato in ogni cosa, in ogni azione intrapresa, dando risultati spesso catastrofici e peggiorando situazioni che, in alcuni casi, erano già precarie o comunque compromesse. A mio avviso – stando ai risultati che vedo – mi sembra ci sia stata anche, forse volutamente provocata, persino una diminuzione del quoziente intellettivo... altrimenti è molto difficile spiegarsi certi ragionamenti e certe logiche che caratterizzano il pensiero corrente di molti... L’arte e la bellezza trascendono da tutto ciò (o almeno dovrebbero trascendere) e proprio perché trascendono da tutto questo e mirano o comunque sono (o dovrebbero almeno esserlo) la manifestazione dell’elevazione dello spirito costituiscono gli unici strumenti che abbiamo, oltre all’amore, per cambiare tutto e partecipare alla creazione di un Mondo migliore. Sono molto felice di assistere ad un pullulare di iniziative, di associazioni e di organizzazioni che operano nell’ambito dell’Arte in tutte le sue forme, cui partecipano persone di ogni età, ceto sociale, etnia, e con background personali e professionali dei più svariati e che sono estremamente attive su tutto il territorio nazionale. Questo aiuta il recupero dei valori, ma anche del senso della Vita, che non può assolutamente essere basato sull’amore per il denaro e per il potere, il cui risultato catastrofico è sotto gli occhi di noi tutti.

Quando parliamo di bellezza, siamo così sicuri che quello che noi intendiamo per bellezza sia lo stesso, per esempio, per i Millennial, per gli adolescenti nati nel Ventunesimo secolo? E se questi canoni non sono uguali tra loro, quando parliamo di bellezza che salverà il mondo, a quale bellezza ci riferiamo?

La risposta a questa domanda non è semplice, ma piuttosto articolata. Prima di tutto dobbiamo accettare il fatto che sarà ben difficile per noi tutti concordare sul concetto di “bellezza”, di “bello” perché, se esaminato attentamente, ognuno di noi ha una veduta del tutto personale su ciò che è bello e ciò che non lo è. Questa veduta dipende da innumerevoli fattori tra cui interessi e gusti personali e una percezione propria di ciò che viene osservato e ritenuto bello o meno. “Bello” diventa quindi un attributo estremamente soggettivo... A volte anche ciò che è ritenuto dalla maggioranza “bello” a qualcuno potrebbe non piacere...   E qui mi fermo prima di finire in discorsi filosofici e persino metafisici... Il concetto di bellezza può, quindi, non solo essere soggettivo, ma anche generazionale... e certamente, come è implicito nella tua domanda, i gusti – o meglio, le tendenze – possono cambiare a seconda delle generazioni. Questo però non significa, a mio avviso, che i Millennial, tanto per rifarmi all’esempio da te citato, non possano ammirare dipinti, opere teatrali e/o letterarie di Grandi artisti del passato... Ci sono cose, quali ad esempio l’amore ed il senso della spiritualità – che può trasmettere anche un’opera d’arte – che trascendono da tutto, sono universali, ricercati, amati e perseguiti da sempre nel corso della storia...

Esiste oggi secondo te una disciplina che educa alla bellezza? La cosiddetta estetica della cultura dell'antica Grecia e della filosofia speculativa di fine Ottocento inizi Novecento?


Vivo da 25 anni negli USA. So che nel frattempo ci sono state varie riforme, qualcuna anche scolastica, molte con effetti deleteri, a mio avviso... Il solo fatto di ‘proporre’, ad esempio, l’abolizione di una materia come la geografia è da folli, a mio avviso.  Pensare di abolire il latino perché “lingua morta”, diventa addirittura un insulto e, per noi italiani che siamo, siamo stati e saremo sempre, quali discendenti dei Romani, un popolo circondato dall’Arte – cosa che ci invidia il mondo intero (non smetterò mai di ripeterlo) – è addirittura un suicidio. Ciò premesso e per rispondere alla tua domanda, tutto ciò che ho appena menzionato mi fa intuire il livello di degrado intellettuale, culturale e probabilmente anche mentale che c’è stato e che dobbiamo assolutamente recuperare. Mi sembra che in una situazione di questo tipo sia difficile individuare un canale o una disciplina specifica che possa di per sé educare alla bellezza. Credo piuttosto che, almeno al momento, il tutto dipenda prevalentemente dalle iniziative che i singoli individui, le associazioni e le organizzazioni ed anche la stampa alternativa prendono sul territorio e dal livello di partecipazione e di interesse che viene manifestato localmente dalla popolazione. Mi auguro che le istituzioni possano intervenire in maniera più incisiva nel recupero di tutto ciò che è andato perso – Arte e Bellezza incluse. Non si tratta solo di informare, ma piuttosto di ‘rieducare’, a mio modesto avviso, alla bellezza e alla cultura.

Charles Bukowski, grandissimo poeta e scrittore del Novecento, artista tanto geniale quanto dissacratore, a proposito dei corsi di scrittura diceva … «Per quanto riguarda i corsi di scrittura io li chiamo Club per cuori solitari. Perlopiù sono gruppetti di scrittori scadenti che si riuniscono e … emerge sempre un leader, che si autopropone, in genere, e leggono la loro roba tra loro e di solito si autoincensano l’un l’altro, e la cosa è più distruttiva che altro, perché la loro roba gli rimbalza addosso quando la spediscono da qualche parte e dicono: “Oh, mio dio, quando l’ho letto l’altra sera al gruppo hanno detto tutti che era un lavoro geniale”» (Intervista a William J. Robson and Josette Bryson, Looking for the Giants: An Interview with charles Bukowski, “Southern California Literary Scene”, Los Angeles, vol. 1, n. 1, December 1970, pp. 30-46). Cosa pensi dei corsi di scrittura assai alla moda in questi anni? Pensi che servano davvero per imparare a scrivere e per far diventare scrittori di successo chi li frequenta?

A mio avviso Bukowski ha ragione al 50%. Quello che dice lo condivido perché spesso dimostra d’essere vero... Esiste però anche un’altra faccia della medaglia altrettanto vera e valida. Ci sono corsi di scrittura ottimi e che possono realmente essere utili. Il problema, però, a mio avviso è un altro: tutto può servire, anche un corso di scrittura fatto da gente seria, preparata e competente. L’importante è rendersi conto del proprio stato, del proprio livello di preparazione, accettare la realtà per quella che è. Se si hanno già limiti con la grammatica, la sintassi, la punteggiatura, l’ortografia e quant’altro... la nostra passione per la scrittura non sarà sufficiente e sarà meglio dedicarsi ad altro, magari ad un’altra forma di arte. Un corso di scrittura non può creare il talento in nessuno. Il talento o lo si ha o non lo si ha. Semmai lo si può raffinare, ma non improvvisare. Inoltre è altrettanto importante non confondere il nostro desiderio o anche bisogno di scrivere con il talento. Dobbiamo essere sinceri ed onesti con noi stessi e capire quali sono i nostri limiti e quali le nostre potenzialità.

«Non mi preoccupo di cosa sia o meno una poesia, di cosa sia un romanzo. Li scrivo e basta… i casi sono due: o funzionano o non funzionano. Non sono preoccupato con: “Questa è una poesia, questo è un romanzo, questa è una scarpa, questo è un guanto”. Lo butto giù e questo è quanto. Io la penso così.»  (Ben Pleasants, The Free Press Symposium: Conversations with Charles Bukowski, “Los Angeles Free Press”, October 31-November 6, 1975, pp. 14-16.) Secondo te perché un romanzo, un libro, una raccolta di poesie abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale e accattivante per chi legge), volendo rimanere nel concetto di Bukowski?


In questo caso mi sento molto vicina a Bukowski perché quando scrivo sono una fiume in piena, quindi estremamente concentrata sul contenuto. Personalmente, pur essendomi cimentata nella poesia ed avendo avuto anche dei riconoscimenti – una Honorable Mention e un President’s Award of Literary Excellence– sento di essere più portata per saggistica e narrativa che non per altro, quindi non mi pongo nemmeno io troppe domande sulla forma che il mio lavoro assumerà. Per rispondere alla tua domanda... Credo siano importanti entrambe e che per avere successo debbano comunicare delle forti sensazioni ed emozioni al pubblico. Se l’autore non riesce a raggiungere questo risultato... dubito che possa ottenere successo.

Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle qualità?

Alcuni aspetti li abbiamo già menzionati, ad iniziare dal talento che, come ho già spiegato, ritengo che o lo si ha o non lo si ha e che non lo si può né creare né improvvisare, ma eventualmente solo ‘raffinare’. Il talento è, generalmente, affiancato anche da una grande passione, il che incrementa la possibilità di successo in maniera esponenziale. I veri scrittori sono generalmente anche persone molo autodisciplinate, che manifestano anche un grande spirito di sacrificio ed una grande determinazione: si prefiggono una meta e lavorano senza sosta fino a quando non l’hanno perseguita. Non tutti sono dotati di queste caratteristiche né tutti hanno intenzione o sono motivati a svilupparle, ragion per cui già da qui inizia una vera e propria suddivisione tra coloro che scrivono per hobby... e coloro che invece ne hanno fatto o vogliono farne lo scopo della loro vita...

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?

Sono troppi per poterli nominare tutti. I classici della letteratura soprattutto di quella a cavallo tra ‘800 e ‘900 sicuramente. Sono amante di Luigi Pirandello, di Pier Paolo Pasolini, di Bertolt Brecht, ma anche di Oriana Fallaci e Tiziano Terzani che sento molto vicini, di Erich Fromm, di Milan Kundera, Oscar Wilde...

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno tre libri e tre autori da leggere nei prossimi mesi dicendoci il motivo della tua scelta.

Le Mille e una notte (opera di autori vari e sconosciuti): è una raccolta di novelle orientali scritte da autori diversi a partire dal X secolo e caratterizzata da uno stile narrativo rappresentato da quello che viene definito il ‘metateatro’ o ‘teatro nel teatro’, una tecnica utilizzata successivamente anche da Shakespeare e Pirandello. Sia i racconti sia le ambientazioni sono particolarmente suggestivi ed offrono, a mio avviso, un modo per assaporare un mondo ed una cultura da noi così diversi, di cui sappiamo purtroppo ancora molto poco e che, comunque, per ragioni varie affascinano. La metamorfosi (di Franz Kafka): un’opera allegorica che ben rappresenta come nella nostra società – anche attuale – la ‘diversità’ venga non solo non compresa ma, peggio ancora, stigmatizzata ed emarginata. Un libro estremamente attuale e che spinge alla riflessione e ad una presa di coscienza. Fuga dalla libertà (di Erich Fromm): un’opera assolutamente da leggere e su cui riflettere. Non esiste nulla che spaventi l’uomo più della libertà... perché la libertà – quella vera – implica assumersi delle responsabilità, uscire dal proprio guscio ed affacciarsi al mondo, alla possibilità di avere successo, ma anche di fallire, di fare un salto nel buio/nel vuoto. Di fronte a tutto ciò, all’incognito, alla possibilità di fallire la storia mostra che la stragrande maggioranza degli uomini preferisce obbedire ad un capo che dica loro cosa fare e cosa non fare... perché, così facendo, li farà sentire al sicuro e protetti.

Quali sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti che vuoi condividere con i nostri lettori?

Al momento sto ultimando la versione italiana del mio libro Hunting for the TREE of LIFE che, come ho già spiegato, spero di pubblicare quanto prima. Al tempo stesso sto lavorando ad altre pubblicazioni che dovrebbero essere disponibili entro primavera 2020.

Dove potremo seguirti e come vuoi concludere questa chiacchierata?

Coloro che desiderassero seguirmi potranno farlo tramite i social, il mio sito, il mio blog e sulla mia pagina di Autore Amazon. Basta comunque che mi cerchino su Google (Maria Teresa De Donato) per avere tutte le informazioni al riguardo. Sarò ben lieta di entrare in contatto con tutti gli amici che mi seguiranno e/o scriveranno. Grazie a te, Andrea, per questa opportunità. È stato un vero piacere.

Maria Teresa De Donato

Oceano di sensi

Andrea Giostra

Nevrotika vol.1-2-3 dal 6 all'8 gennaio al Teatro de’ Servi di Roma

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Inaugura il nuovo anno dal 6 all’ 8 gennaio al Teatro de’ Servi, nell’ambito della Stagione Fuoriclasse dedicata alla drammaturgia contemporanea, Nevrotika vol.1-2-3, spettacoloscritto e diretto da Fabiana Fazio.

Un piccolo ironico tuffo nell'inconsapevolezza, che ci rende vittima di noi stessi, delle nostre piccole o grandi nevrosi e del tempo in cui viviamo.
Fobie, manie, ossessioni, ansie... nessuno può dirsi salvo.
Tre “appestate emozionali”, prese come esempio tra le altre. Tre donne affette, come altri, da quella “malattia” che si manifesta proprio nella convivenza sociale.
Un vero catalogo in tre volumi in cui si racchiudono aspetti di alcune delle nevrosi contemporanee.
C'è il prototipo di chi è dominata dalla paura, dubbiosa, iper vigile, paranoica, goffa... certa della propria scarsa intelligenza  e del fatto che tutti la considerino una scema.
C'è l'ipocondriaca - masochista che vive cercando malattie da attribuirsi sfogliando la sua enciclopedia medica. Affannata da sempre a sentirsi speciale e a farsi notare nei suoi tentativi di soffrire, sempre di più, agognando disperatamente alla meta della morte e pregustando la scena del suo funerale
E infine c'è, l'innamorata cronica, certa di essere l'unica in grado di saper amare, e di non essere, al contrario, “mai stata amata, proprio mai”.  Ossessionata dalla ricerca di un partner, che sia “per sempre” (parola che in assoluto ama di più) è disposta a non considerare i segnali evidenti del rifiuto dell’altro pur di attaccarvisi come una calamita fino a raggiungere deliri paranoici. Ipercontrollo, perfezionismo, e una generosità verso l’altro, affatto richiesta. Rabbia inespressa... pronta ad esplodere!
Una serie di vite disastrate, in cui non c'è spazio neanche per  spunti di benessere e brevi attimi di serenità. 

Liberamente ispirato agli scritti dello psicologo e filosofo P. Watzlawick (Istruzioni per rendersi infelici) e a quelli dello psichiatra, psicologo e antropologo cileno,  C. Naranjo (Caratttere e Nevrosi), lo spettacolo è frutto di una riflessione  su quelle che sono le conseguenze che una società “sempre più malata” come la nostra può avere sui singoli individui. E se è vero che le nevrosi sono principalmente un “disturbo dell'adattamento”, “Nevrotika” si propone di attraversare, con uno sguardo ironico, tagliente ed esorcizzante, i vari aspetti di questo “moderno disagio”, con un lavoro che prevede varie successive tappe, al fine di creare un vero e proprio  “catalogo completo” dei disadattati. Un lavoro in divenire, insomma che prova a enfatizzare e mettere alla berlina i meccanismi mentali che ci allontanano inconsapevolmente dalla felicità.

“Si va ormai verso la dimenticanza del sé”_ annota l’autrice e regista Fabiana Fazio. “ Il proprio sé scivola sempre più nell’oblio, nella società di oggi, in cui è invece sempre più pressante l'esigenza di amalgamarsi all'identità di massa.
I nostri impulsi, i nostri desideri, la nostra felicità vengono così sacrificati.
Dunque siamo noi stessi a renderci infelici (come dice Watzlawick nel suo “istruzioni per rendersi infelici”)... e allora perchè non provare a farlo come si deve, andandone persino fieri? Perchè cercare disperatamente e inutilmente di essere felici quando si potrebbe diventare dei veri artisti nell'arte della sofferenza?
In fondo... “della felicità non sapremmo cosa farcene!”.
Questa la nostra piccola provocazione.
Avete anche voi il timore di essere affetti da questo “degrado della coscienza”? Cercate rassicurazioni?
Noi vi toglieremo ogni piccolo dubbio...
Disadattati di tutto il mondo unitevi! “

Nevrotika vol.1-2-3

spettacolo scritto e diretto da Fabiana Fazio
con Fabiana Fazio, Valeria Fralicciardi, Giulia Musciacco
aiuto regia: Angela Carrano
progetto grafico: Annachiara Iannone



TEATRO DE’ SERVI
Via del Mortaro, 22
Roma 00187
Info e Prenotazioni: 06 6795130
promozione@teatroservi.it

BIGLIETTI:

Intero: 18€
Ridotto: 15€
Under 35: 12€

"Guarda che Mun Tunait", il nuovo libro del giornalista Rai Antonio Emilio Caggiano

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“Guarda che Mun Tunait” è il titolo dell’attesissimo romanzo scritto dal giornalista Rai Antonio Emilio Caggiano. La prefazione è a cura di Federico Moccia. Il libro, edito da Gruppo Albatros il Filo, è composto da 138 pagine e costa 12,90 euro.

IL LIBRO
Un gruppo di studenti universitari di “stanza” a Roma, con provenienze e interessi molto diversi e distanti l’uno dall’altro, ma tutti con l’obiettivo di ritagliarsi un posto nel presente, si interroga tanto sul significato dell’amore quanto sulla fierezza dell’indipendenza e della propria moralità.
L’AUTORE
Antonio Emilio Caggiano è giornalista, inviato, scrittore, autore. Dal fervore degli inizi nella sua Irpinia che lo hanno portato a dirigere l’emittente televisiva TeleNostra e i quotidiani «Il Giornale di Avellino» e «La Nuova Gazzetta di Avellino», fino a giungere alla grande famiglia Rai, realtà in cui ora è in forza a RaiNews24. Nel suo percorso lavorativo ha ricoperto l’incarico di Responsabile Comunicazione, Promozione e Media Partnership di Rai Radio2, passando per importanti trasmissioni — I Fatti Vostri, Mi Manda Rai Tre, TeleCamere —, per collaborazioni con La7 e Tv 2000 e per il ruolo di Responsabile della Comunicazione di Rai1. Originario di Mirabella Eclano (Av), di sé dice: «La sintesi del mio percorso giornalistico in particolare e della mia vita in generale potrebbe essere la ricerca della verità, sempre e comunque».
Il libro, acquistabile nei formati e-Book e cartaceo in libreria e nei principali store online, sarà presentato a Roma il prossimo 8 gennaio, alle ore 18.15, a Palazzo Esposizioni. Presenti all’evento, oltre a Caggiano e a Moccia, numerosi vip.

Alle Scuderie del Quirinale, a marzo, la celebrazione dei 500 anni dalla morte di Raffaello

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di Riccardo Bramante

Fervono già i preparativi per la grande mostra che si terrà alle Scuderie del Quirinale per celebrare i 500 anni dalla morte di Raffaello. La mostra, che sarà inaugurata il 3 o il 5 marzo dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, compatibilmente con la sua agenda di lavoro, sarà l’occasione per illustrare il genio versatile di questo artista non solo come pittore ma anche come architetto, disegnatore e poeta.
Tante saranno le opere che giungeranno in prestito da musei italiani e stranieri, dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini, dagli Uffizi di Firenze al Louvre di Parigi.
Potremo, così, ammirare alcune opere simbolo di Raffaello come “La Velata”, ritratto di donna conservato agli Uffizi come pure l’ “Autoritratto” oltre a circa 20 disegni legati all’artista, mentre da Palazzo Barberini giungerà la famosa “Fornarina” e dalla Galleria Borghese la “Dama con liocorno”. A sua volta il Louvre ricambierà il recente prestito dell’”Uomo vitruviano” di Leonardo inviando a Roma il “Ritratto di Baldassarre Castiglione” e l’”Autoritratto con un amico” mentre non sono ancora certe le opere che concederà la National Gallery di Londra in quanto la stessa Gallery ha in programma una sua personale mostra celebrativa dell’urbinate.
Delle tante “Madonne” da lui dipinte e per varie vicende disperse nel mondo, torneranno alle Scuderie del Quirinale la “Madonna Aldobrandini” già nella collezione di Alfonso d’Este e ora a Londra, la “Conestabile” da San Pietroburgo, la “Colonna” da Berlino, chiaro segno dell’apprezzamento che il pittore ha avuto anche all’estero.
Anche i Musei Vaticani contribuiscono alla mostra e, non potendo certamente trasferire gli affreschi delle Stanze o delle Logge, arriveranno gli arazzi commissionati a Raffaello da Papa Leone X per abbellire la Cappella Sistina.
Nel complesso, dunque, l’esposizione costituirà in particolare il modo di approfondire la conoscenza del fondamentale “periodo romano” di Raffaello che lo ha consacrato artista di fama universale ed ineguagliabile.
Da non dimenticare, infine, che il primo omaggio all’artista è giunto proprio dalla sua città natale, Urbino, che fino al 19 gennaio 2020, ha organizzato al Palazzo Ducale una mostra intitolata “Raffaello e gli amici di Urbino” in cui sono esposte sue opere insieme agli umbri Luca Signorelli e Perugino insieme ai suoi concittadini Girolamo Genga e Timoteo Viti, artisti che si sono incrociati con il periodo fiorentino e con il primo periodo romano di Raffaello.

Conto alla rovescia per Capodanno, programma completo della Festa di Roma 2020

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È iniziato il countdown per La Festa di Roma Capodanno 2020: mancano pochi giorni all'evento del 31 dicembre che prenderà il via a partire dalle ore 21.00 al Circo Massimo.
Il pubblico potrà accedere all’area da cinque accessi pedonali: viale Aventino angolo via dei Cerchi, viale Aventino angolo via del Circo Massimo, via delle Terme Deciane, via della Greca e via dei Cerchi angolo via San Teodoro. L’ingresso all’area del Circo Massimo è gratuito e consentito fino al limite massimo permesso dal nuovo dispositivo di sicurezza.

Per le persone con disabilità, provviste di documentazione che attesti l’invalidità, è prevista un’apposita area al Belvedere Romolo e Remo su via del Circo Massimo, fino ad esaurimento dei posti disponibili. Si accede a quest’area provenendo da via delle Terme Deciane. Gli accompagnatori potranno parcheggiare l’auto, fino ad esaurimento dei posti disponibili, presso l’antistante piazzale Ugo La Malfa.

Da quest’anno grazie ai tre palchi distribuiti ai due lati opposti e al centro del Circo Massimo sui quali si svilupperà lo spettacolo, con gli artisti che vi si alterneranno, sarà possibile godere della serata da ogni punto dell’area anche grazie a 12 schermi che rimanderanno in diretta le diverse performance.

La Jazz Village Roma, vincitrice dell'avviso pubblico emanato da Zètema Progetto Cultura per la selezione di proposte per l’organizzazione e la gestione di attività di ristoro in occasione della manifestazione, gestirà le aree food & beverage de La Festa di Roma 2020, in collaborazione con Mela Eventi ed il suo format TTS FOOD (Typical Truck Street Food). Venti Street Chef proporranno al pubblico punti ristoro in cui offriranno il meglio dello street food italiano dalle ore 20 del 31 dicembre nell'area del Circo Massimo e per l'intera giornata del 1 gennaio nei vari luoghi della Festa.

Per raggiungere l’area del Circo Massimo è consigliabile l’uso della metropolitana con fermata Circo Massimo. La notte di Capodanno saranno aperte fino alle ore 2.30 (ora delle ultime partenze dal capolinea) le linee metro A-B/B1-C, le ferrovie regionali Roma-Lido e la tratta urbana della linea Roma - Viterbo. Le ultime partenze della ferrovia Termini-Centocelle saranno invece alle ore 21.30 con partenza da Termini e alle 21.03 con partenza da Centocelle.
Dalle ore 2.30 alle ore 8.00 entreranno in servizio le linee bus notturne che seguono i percorsi di metro e ferrovie: nMA (Battistini-Anagnina), sul percorso della linea A della metropolitana; nMB (Laurentina-Rebibbia) sul percorso della linea B della metropolitana; nMB1 (Termini-Conca d'Oro) sul percorso della linea B/B1 della metropolitana; nMC (San Giovanni-Pantano) sul percorso della linea C della metropolitana; nME (piazza Venezia-stazione Colombo) sul percorso della ferrovia regionale Roma-Lido. La rete di superficie diurna Atac e Roma Tpl terminerà le proprie corse alle ore 21.00 sull’intera rete ad eccezione delle linee bus e tram H, 128, 170, 200, 280, 301, 336, 544, 766, 881, 905, 913 e MA13 che prolungheranno il servizio sino alle 2.30 di notte.

Il 1 gennaio il servizio sull'intera rete inizierà alle ore 8.00 con l'orario dei giorni festivi. Per la ferrovia regionale Roma Lido: prima e ultima corsa da Piramide alle ore 8.00 e alle ore 23.30, prima e ultima corsa da Colombo alle ore 7.45 e alle 23.30. Per la ferrovia regionale Termini Centocelle: prima e ultima corsa da Termini alle ore 8.00 e alle ore 23.00, prima e ultima corsa da Centocelle alle ore 8.03 e alle ore 22.33. Per la tratta urbana della ferrovia regionale Roma Viterbo: prima e ultima corsa da Flaminio alle ore 8.20 e alle ore 21.40, prima e ultima corsa da Montebello alle ore 8.48 e alle ore 22.08.
Per tutte le info consultare il sito www.muoversiaroma.it.

Per gli eventi della Festa previsti per il 1 gennaio, sempre ad ingresso gratuito, il pubblico potrà accedere da Piazza dell’Emporio, Ponte Palatino, via della Greca, via dei Cerchi, via Petroselli, Isola Tiberina e Lungotevere de’ Cenci. Si consiglia di spostarsi in metro (fermate Piramide e Circo Massimo) e con il tram 8.

La manifestazione, promossa da Roma Capitale, è realizzata con la collaborazione del Tavolo tecnico per la produzione culturale contemporanea coordinato dal Dipartimento Attività Culturali di cui fanno parte: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Associazione Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo, la Casa del Cinema, la Fondazione Cinema per Roma, la Fondazione Musica per Roma, la Fondazione Romaeuropa, la Fondazione Teatro dell’Opera, l’Istituzione Biblioteche di Roma e il coordinamento organizzativo di Zètema Progetto Cultura. Quest’anno la regia e il coordinamento artistico della Festa di Roma 2020 sono a cura di Fabrizio Arcuri, Claudia Sorace e Francesca Macrì.

Ecco il programma completo de La Festa di Roma 2020, la quarta edizione della grande manifestazione gratuita promossa da Roma Capitale che si svolgerà per 24 ore dalla sera del 31 dicembre alla sera dell’1 gennaio, in occasione del Capodanno.

Alle performance già annunciate, si aggiungono il 31 dicembre il djset di LADY COCO e nella giornata dell'1 gennaio questi nuovi progetti artistici italiani e internazionali: la compagnia italiana EVENTI VERTICALI con il progetto di danza VERTICAL PLANET e la performance di teatro aereo THE ICE EXPERIENCE, gli artisti del ghiaccio ANDREA E ALESSANDRO VITALE con le loro sculture, la compagnia belga SHOWFLAMME con l’installazione di fuoco SPARKLING VIBES e la performance GAÏA con fulmini di luce, lo spettacolo acrobatico di parkour della compagnia francese CIE LÉZARDS BLEUS, la performance NOUSTUBE del francese JÖRGE MÜLLER e la video installazione 8bit NATURE di FLxER TEAM ispirata agli animali che abitano i poli.

Inoltre, il 1° gennaio, saranno eccezionalmente aperti dalle 14 alle 20 i Musei Capitolini, i Mercati di Traiano, il Museo dell’Ara Pacis e il Museo di Roma Palazzo Braschi con biglietto di ingresso a tariffazione ordinaria. L’ingresso sarà invece completamente gratuito per i possessori della MIC.

La manifestazione è realizzata con la collaborazione del Tavolo tecnico per la produzione culturale contemporanea coordinato dal Dipartimento Attività Culturali di cui fanno parte: l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Associazione Teatro di Roma, l’Azienda Speciale Palaexpo, la Casa del Cinema, laFondazione Cinema per Roma, la Fondazione Musica per Roma, laFondazione Romaeuropa, la Fondazione Teatro dell’Opera, l’Istituzione Biblioteche di Roma e il coordinamento organizzativo di Zètema Progetto Cultura. Quest’anno la regia e il coordinamento artistico della Festa di Roma 2020 sono a cura di Fabrizio Arcuri, Claudia Sorace e Francesca Macrì.

La Festa di Roma 2020 è dedicata al tema della Terra e alla relazione fra uomo e Natura. Un’ode alla straordinaria bellezza, vitalità e grandiosità della Natura, che partirà la sera del 31 dicembre al Circo Massimo e proseguirà per 24 ore, come il ciclo di una giornata e come il tempo di una rotazione del nostro pianeta. Una festa pensata come un viaggio nella Natura, all’interno degli ecosistemi terrestri e delle loro biodiversità, interpretato poeticamente nella giornata dell’1 gennaio come un percorso attraverso cinque ambienti immersivi. Questi cinque ecosistemi, coesisteranno e si contamineranno nella vasta area a disposizione della festa (compresa tra Piazza dell’Emporio, Ponte Fabricio, Giardino degli Aranci e Piazza Bocca delle Verità): il mondo del ghiaccio e dell’acqua dolce / il mondo colorato dei pascoli e delle praterie / il mondo dei deserti / il mondo delle giungle, delle foreste e dei boschi / il mondo del mare.
Ogni ambiente, che il pubblico potrà attraversare a proprio piacimento, sarà animato da performance artistiche sorprendenti, scenari visionari e installazioni a tema realizzate appositamente, site specific, da importanti artisti internazionali. Gli spettatoridiverranno così i protagonisti di un viaggio spettacolare dentro e intorno alla Terra, una Terra senza confini e barriere che fa della diversità il suo valore.

Saranno parte integrante del viaggio anche gli elementi della natura che dialogano con l’architettura della città: il fiume, in primo luogo, che rappresenta la grande arteria che accompagna il percorso, con gli alberi che incorniciano il tratto, i giardini e le altre aree verdi che, colorando il cammino, ci ricordano che la natura è ovunque fra di noi, è la casa che condividiamo con tutti gli esseri viventi, dentro cui abbiamo il privilegio di vivere, e di cui tutti dovremmo prenderci cura. 
L'immagine di quest'anno, realizzata dall’illustratrice Chiara Fazi, è stata cucita sul tema dell'evento: la Madre Terra. L'artwork, interamente dipinto a mano e animato digitalmente, racconta la festa visionaria coinvolgendo lo spettatore attraverso tanti sipari che celano altrettanto mondi: un grande collage, un festival di dimensioni surreali e universi naturali. 

Ecco il programma completo della Festa.

31 DICEMBRE 2019
La Festa di Roma 2020 inizierà il 31 dicembre al Circo Massimo a partire dalle ore 21.10 con DEEP NATURE, uno spettacolo di luci, proiezioni e musica dedicato al nostro Pianeta con immagini del videoartista olandese ARMAND DIJCKS e degli italiani OFFICINE_K.

Seguirà alle ore 21.25ASCANIO CELESTINI, moderno cantastorie, che intratterrà il pubblico con lo spettacolo LA TERRA INVENTATA raccontando favole della tradizione orale in una veste inedita e duetterà, per l’occasione, con la RUSTICA X BAND diretta da PASQUALE INNARELLA, una numerosa orchestra di bambini e adolescenti nata all’interno del Centro Diurno della Cooperativa Sociale Onlus Nuove Risposte, come attività di formazione e intrattenimento per prevenire il disagio giovanile nella periferia romana.

Le favole raccontate da Celestini apriranno la strada a una serata con grandi artisti italiani e stranieri: vivremo il racconto di una Terra Madre, di una fertilità artistica capace di raccontare con la musica e con lo spettacolo dal vivo una Terra diversa e migliore.

Alle ore 22.10 si svolgerà lo spettacolo aereo di grande impatto e rara delicatezza dedicato alle silfidi figure dei boschi, SYLPHES, della compagnia spagnola AERIAL STRADA, con le coreografie di EDUARDO ZÚÑIGA, la regia di ROBERTO STRADA e la musica della PMCE - PARCO DELLA MUSICA CONTEMPORANEA ENSEMBLE, diretta da TONINO BATTISTA che, in questa felice coproduzione Italia-Spagna, suonerà dal vivo Le Quattro Stagioni di Vivaldi riscritte dal compositore contemporaneo Max Richter. Violino solista Francesco Peverini.

Dalla danza aerea si passerà agli echi di sirena della musica rock di CARMEN CONSOLI (ore 22.55), che eseguirà dal vivo alcuni dei suoi brani più famosi accompagnata da Massimo Roccaforte alla chitarra, Luciana Luccini al basso, Antonio Marra alla batteria ed Elena Guerriero alle tastiere.

Alle ore 23.50inizierà il COUNTDOWN PER LA MEZZANOTTE e lo SPETTACOLO PIROTECNICO A CURA DI ACEA con musica dal vivo della PMCE - PARCO DELLA MUSICA CONTEMPORANEA ENSEMBLE, che suonerà December del noto e geniale compositore statunitense Michael Torke.

Alle ore 00.10 salirà sul palco PRIESTESS, la sacerdotessa della musica urban che si sta affermando nel mondo del rap e che ha dedicato a nomi di donne famose la maggior parte dei suoi pezzi. Surriscalderà il Circo Massimo con una performance che unisce sonorità hip-hop e trap al suo talento nel canto e lo consegnerà alle 00.30 direttamente nelle mani dell’artista più in grado, fra tutte e tutti, di essere il simbolo di una terra che esplode e ingloba: SKIN, icona pop rock, leader della band londinese Skunk Anansie e portavoce indiscussa dei diritti umani. SKIN, dal centro del Circo Massimo, come in un ideale centro della Terra, proporrà 2 ore di djset con una miscela esplosiva di suoni di derivazione Tech/House. Alle ore 2.30 la Notte più lunga dell’anno sarà infuocata dal ritmo impetuoso del dj set di LADY COCO: HipHop, RnB, DanceHall, Moobathon il suo inconfondibile sound magico e irriverente contaminerà ogni dove.

La Festa di Roma 2020 proseguirà, come in un flusso continuo, fino alla sera dell’1 gennaiocon interventi artistici di importanti compagnie internazionali, parate, spettacoli, installazioni site specific, performance musicali e video, che saranno realizzate tra Piazza dell’Emporio, Isola Tiberina, Giardino degli Aranci e Piazza Bocca delle Verità.

1 GENNAIO 2020
Già a partire dalla mezzanotte si attiveranno lungo il percorso le installazioniKEYFRAMES/GAME STORIES e SPIDER CIRCUS, realizzate ad hoc per la Festa di Roma dagli artisti francesi di GROUPE LAPS a cura dell’Associazione Teatro di Roma. Lunghi tentacoli di polipo spunteranno inoltre dalle finestre del Palazzo dell’Anagrafe grazie all'installazione artistica TENTACLES degli artisti inglesi FILTHY LUKER & PEDRO ESTRELLAS, a cura dell’Azienda Speciale Palaexpo.

L’alba dell’1 gennaio sarà festeggiata al Giardino degli Aranci dove avrà luogo,dalle ore 7 alle ore 8.30, il concerto THE FIRST HOUR/LA PRIMA ORA (a cura dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia) del pianista e performer MARINO FORMENTI. Nella liturgia ecclesiastica, l’Ora Prima era il primo servizio di preghiera del mattino. Così Formenti offrirà una celebrazione musicale invitando tutti a mettersi comodi e inaugurare con lui l’inizio del primo giorno del nuovo anno. Suonerà sia brani propri che musiche di Bach, Brian Eno, Frescobaldi, Nirvana, Pink Floyd, canzoni popolari zingare, arabe ed altro.

La mattina dell’1 gennaio sarà dedicata alla conoscenza del territorio e dello spazio che ci circondacon il progetto AUGURALE - RITUALE D’INIZIO PER IL 2020a cura delle Biblioteche di Roma e con la progettazione di LEONARDO DELOGUe VALERIO SIRNA, fondatori del progetto di ricerca DOM. Il rito inizierà al Teatro Tor Bella Monaca con una camminata pubblica dall'alba al tramonto attraverso la città di Roma, dalle sue propaggini est fino alle densità del centro e dunque ai luoghi della festa.
Questa passeggiata artistica per adulti e bambini - che sarà condotta da Delogu e Sirna in collaborazione con una comunità di artisti, architetti, fotografi e performer - prevederà una serie di tappe nelle biblioteche situate lungo il tragitto: Biblioteca Gianni Rodari ore 10.30, Teatro Biblioteca Quarticciolo ore 12.00, Biblioteca Goffredo Mameli ore 12.30.

Dalle prime ore del pomeriggio del 1° gennaio la festa si sposterà tra Piazza dell’Emporio, Ponte Fabricio, Giardino degli Aranci e Piazza Bocca delle Verità  con interventi artistici di importanti compagnie internazionali e 18 site specific realizzati in esclusiva per la manifestazione, che consentiranno agli spettatori di immergersi in ogni singolo ecosistema e, all’interno di questo, di partecipare attivamente a spettacoli, installazioni, performance musicali e video ad esso specificatamente dedicati. 

Si entrerà nei mondi della festa attraverso quattro STARGATE, immaginarie porte d’accessoche consentiranno di ammirare le video installazioni a tema concepite dai video artisti TOMMASO FAGIOLI, VIRGINIA ELEUTERI SERPIERI e GIANLUCA ABBATE (a cura di Casa del Cinema e Fondazione Cinema per Roma) e di mettere in connessione le persone grazie ad una diretta live che permetterà loro di guardarsi da una parte all’altre del percorso.
Saranno molteplici anche gli interventi artistici con il diretto coinvolgimento dei cittadini, sia all’interno delle singole performance che mediante specifiche call.
Un ruolo importante all’interno della festa sarà, inoltre, quello delle parate che, attraversando più ambienti, avranno il compito di ricordare poeticamente agli spettatori che gli ecosistemi si toccano e si contaminano e che è nella contaminazione dei suoi elementi che la Terra diventa più forte e sprigiona ancora più bellezza.

CALL E PARATE
Grazie alle call pubbliche quest’anno la Festa di Roma è riuscita a dialogare ancora di più con la città di Roma, facendo aderire a dei progetti artistici un numero alto di cittadini.
Fondazione Musica per Roma ha chiamato a raccolta i chitarristi amatori attraverso la CALL 100 CHITARRE finalizzata a formare una orchestra di 100 elementi, diretta dal Maestro TONINO BATTISTA e guidata dai solisti del PMCE - PARCO DELLA MUSICA CONTEMPORANEA ENSEMBLE, che eseguirà dal vivo in prima mondiale il nuovo lavoro commissionato al compositore statunitense Mark Grey e ispirato all’opera “La Mer” di Charles Debussy. I 100 chitarristi occuperanno il marciapiede e le finestre del Palazzo dell’Anagrafe.

Con l’Azienda Speciale Palaexpo arriverà alla Festa di Romal’artista danese KAROLINE H. LARSEN che,come una novella Arianna e con il sostegno di una squadra di venti persone che hanno risposto alla sua chiamata, realizzerà la performance partecipativa COLLECTIVE STRINGS tessendo lunghissimi fili colorati su un gigantesco ordito e trasformando così in un labirinto l’area verde di largo Amerigo Petrucci.
Dal Teatro di Roma è partita, invece, una call pubblica rivolta a circa 200 cittadini, adulti e bambini, che prenderanno parte alla grande opera collettiva che sarà realizzata dall’artista francese OLIVIER GROSSETÊTE, uno dei più geniali protagonisti della scena europea e famoso nel mondo per le sue costruzioni di Città Effimere, realizzate con il solo utilizzo di cartoni e la partecipazione della cittadinanza. Per la Festa di Roma creerà appositamente, utilizzando solo scotch e cartoni, un’opera site specificmai realizzata prima d’ora, dal titolo EPHEMERAL THEATRE: una costruzione alta 17 metri che riproduce il Teatro di Marcello e su cui alla fine si esibirà anche ANTOINE LE MÉNESTREL, un acrobata specializzato in parkour, con una performance dal titolo LA SURPRISE.
Due sono le call che sono state lanciate dalla Fondazione Romaeuropa. Una riguarda la scultrice, artista visiva e ricercatrice indipendente brasiliana NELÈ AZEVEDO, conosciuta in tutto il mondo per le sue installazioni di ghiaccio. Per la Festa di Roma, la Azevedo si aprirà alla formazione di un nucleo di dieci persone che la aiuteranno nella realizzazione del suo intervento urbano. L’altra call è stata lanciata, invece, per la PARATA TIBERINA DEGLI INIZI di ANDRECO. Il noto artista visivo e performativo, impegnato in una ricerca sul rapporto tra spazio urbano e paesaggio naturale, darà vita a una marcia composta da cittadini e performer che dall’Isola Tiberina giungerà al Basamento Aventino. La marcia, che renderà omaggio alla natura e all’acqua, sarà realizzata anche grazie alle voci della CANTORIA DELLA SCUOLA DI CANTO CORALE DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA, un gruppo di quaranta giovani coristi che eseguiranno opere di Mozart e Vivaldi, e alla musica dell’ENSEMBLE DI ARCHI DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA, con un programma che da Bach spazierà fino a Nyman.
Tutti, invece, potranno cantare e ballare durante la grande parata, IL SUONO DELLA TERRA, proposta dall’ORCHESTRA POPOLARE ITALIANA DIRETTA DA AMBROGIO SPARAGNA in cui musicisti che incedono ostentando maschere di arieti si esibiranno in un repertorio di canti e di balli popolari dell’Italia centro-meridionale, tra saltarello, pizzica e tarantella. Una vera e propria festa itinerante con organetti, tamburelli, ciaramelle, voci e ballerini, a cui prenderanno parte anche il Corpo di Ballo Popolare dell’Auditorium e le maschere e i campanacci degli Aurunci.
Il Teatro di Roma porterà per le strade della Festa altre tre parate spettacolari. Due sono a cura della compagnia francese REMUE MÉNAGE, sono ispirate alle creature del cielo e degli abissi e prevedono la partecipazione, su chiamata, di circa venti persone. La parata L’ENVOLnel Mondo colorato delle praterie e dei pascoli, sarà un’affascinante processione di uccelli che ci cattureranno con la loro danza aerea e la loro vitalità e ci trascineranno in un’opera pop-rock. La parata ABYSSES, nel Mondo del mare, darà invece vita a un sorprendente corteo luminoso di meduse, cavallucci marini, stelle e pesci scintillanti, che prenderanno vita grazie ad audaci burattinai.
La terza parata, LES TAMBOURS DE FEU, a cura dei baschi CIE DEABRU BELTZAK, sarà un musicale incedere di fuoco e teste di arieti che mette in comunicazione il Mondo dei deserti con il Mondo colorato dei pascoli e delle praterie.  

ALTRI EVENTI NEL POMERIGGIO DELL’1 GENNAIO
La Fondazione Musica per Roma proporrà nel pomeriggio altre due performance ispirate a “La Mer” di Charles Debussy: la performance di musica elettronica con installazione interattiva a cura del compositore GIOSUÈ GRASSIA e dei suoi allievi dei corsi di Composizione Musicale Elettroacustica del Conservatorio di Benevento, e la performance TOUT LA MER DU MONDE del DANIELE ROCCATO QUINTET, un viaggio multietnico e multiculturale nell’ignoto mare del mondo, guidato dal contrabbassista Daniele Roccato, tra le sonorità della musica classica indiana  e persiana, della musica classica contemporanea, e della musica elettronica. Con lui i musicisti Alireza Mortazavi - santur, Mariasole De Pascali - flauti, Sanjay Kansa Banik - tabla, Luigi Ceccarelli - elettronica.

Una maratona attraverso generi musicali diversi è quella che affronterà ilpianista e direttore d’orchestra noto in tutto il mondo: MARINO FORMENTI, in Italia grazie alla collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per tutto il pomeriggio del primo gennaio Marino Formenti si esibirà in una lunga performance all’interno del Giardino degli Aranci, ribattezzato per la festa Il Giardino d’Inverno e popolato per l’occasione dalle famose statue di ghiaccio del progettoMINIMUM MONUMENT dell’artista brasiliana NÉLE AZEVEDO, in collaborazione con la Fondazione Romaeuropa. Centinaia di piccole sculture in ghiaccio, rappresentanti uomini e donne di 20cm, saranno posizionate sulla scalinata del Giardino degli Aranci. Si tratta di sculture temporanee che lentamente si sciolgono per raffigurare la scomparsa dell’individualità e la perdita di personalità all’interno della massa.Tra le altre proposte internazionali della Fondazione Romaeuropa: la performance NOUSTUBE del francese JÖRGE MÜLLER con suggestive acrobazie ed evoluzioniospitate da un enorme cilindro pieno di acqua; l’installazione interattiva BLOOM GAMES degli architetti-designer ALISA ANDRASEK & JOSÉ SANCHEZ - posizionata tra via Santa Maria in Cosmedin e Lungotevere Aventino - che consentirà ai visitatori di partecipare a un gigantesco gioco di costruzioni, con 2.800 pezzi di plastica riciclata, creando installazioni uniche e irripetibili di ispirazione vegetale e floreale; la performance Floe, tra acrobazia e arti visive, dell’artista circense JEAN-BAPTISTE ANDRÈ e dell’artista visivo VINCENT LAMOUROUX, in cui una spettacolare scultura di giganteschi iceberg bianchi diventerà spazio per danza ed evoluzioni acrobatiche.

A cura dell’Azienda Speciale Palaexpo i seguenti progetti artistici.
Lo sguardo dell'astronauta olandese André Kuipers, che ha avuto la fortuna di osservare da lontano il nostro Pianeta, sarà protagonista del progetto video Space cinemagraphsdell’artista ARMAND DIJCKS (NL) che ha elaborato le immagini fotografiche scattate durante la Missione Spaziale Internazionale trasformandole in un video in slowmotion, per regalare agli osservatori una sensazione realistica e vivida della Terra in movimento vista dallo Spazio. Dalle finestre e dalla sommità di un palazzo di via Petroselli ondeggeranno sul pubblico le sculture a forma di lunghissimi tentacoli della proposta artistica Tentaclesdi FILTHY LUKER & PEDRO ESTRELLAS (Designs In Air - UK). Una enorme piovra nel pieno centro della città che, attraverso il gioco e lo stupore, inviterà a considerare l’impatto di ognuno sul Pianeta e la necessità di comportamenti ecologicamente sostenibili. Allo stesso immaginario è riconducibile la proposta dell’artista ARMAND DIJCKS (NL), che con Elementaltramuterà gli scatti fotografici - che l’artista Ray Collins (AU) ha dedicato alle onde oceaniche - in sequenze di video in loop, trasformando gli spettatori in esploratori alla scoperta delle profondità marine.
Come pure il video progetto inedito del collettivo FLxER TEAM (IT), creato appositamente per questa edizione della Festa, farà emergere gli elementi della natura dalle “viscere” architettoniche dell’area del Basamento Aventino: 8bit NATURE, una video installazione ispirata agli animali che abitano i poli.
La scultura Water Beardel collettivo LIMELIGHT (HU), allestita per la prima volta in Italia grazie al sostegno dell’Accademia di Ungheria a Roma, offre una suggestione rivolta alle capacità di adattamento e resistenza al mutare delle condizioni ambientali. Collocata nel Giardino d’Inverno (Il Giardino degli Aranci), trasformato per l’occasione nel Mondo di ghiaccio, l’opera riproduce in grande scala un microscopico organismo invertebrato, il tardigrado, capace di sopravvivere a condizioni climatiche letali per quasi tutti gli altri animali.

L’Associazione Teatro di Romaproporrà un’invasione di artisti, performer, danzatori e circensi conosciuti in tutto il mondo. Nel Mondo del mare, ilLeone d’Argento per la danza alla Biennale di Venezia, MICHELE DI STEFANO, presenterà Bermudas outdoor, un lavoro coreografico ispirato dalle teorie del caos, dalla generazione di insiemi complessi a partire da condizioni semplici, dai sistemi evolutivi della fisica e della meteorologia. Pensato per un numero variabile di interpreti (da tre a tredici), ciascuno con le proprie caratteristiche, lo spettacolo darà vita a un mondo ritmicamente condiviso e in moto perpetuo, in grado di evolvere all’ingresso di ogni nuovo danzatore, trasformando così la coreografia in un progetto di incontro e mediazione tra individui.
Nel pomeriggio dell’1 gennaio tornerà il gruppo francese GROUPE LAPS che, con la performanceSpider Circus,trasformerà piazza Bocca della Verità in una enorme ragnatela su cui si muoveranno, a un’altezza di 3 o 4 metri, giganteschi ragni, che - grazie a giochi di luce e al supporto di suoni selvaggi e musica da orchestra - animeranno il Mondo delle giungle, delle foreste e dei boschimostrando e ingigantendo ciò che normalmente è nascosto agli occhi degli uomini.
Passeggiando nel Mondo colorato dei pascoli e delle praterie si potrà godere invece della visione di un vero e proprio fulmine con la proposta dal grandissimo impatto visivo Luce, dei MASQUE TEATRO, che riprodurrà uno fra i più forti e spettacolari elementi della natura sfruttando la variazione di frequenza di un generatore di potenza elettrica trasmessa via etere.
La compagnia italiana EVENTI VERTICALI proporrà due progetti: nel Mondo colorato delle Praterie e dei PascoliVERTICAL PLANET, una performance di danza verticale sul Palazzo dell’Anagrafe accompagnata dalla videoinstallazione ERBAALTAdegli artisti di OFFICINE KLORENZO BRUNO E IGOR RENZETTI; nel Mondo del ghiaccio e dell’acqua dolce la performance di teatro aereo CUBO: THE ICE EXPERIENCE. Un grande cubo bianco, un palco tridimensionale sospeso, sarà abitato da performer che utilizzano sia le pareti verticali esterne che gli spazi interni. 
All’interno sempre dello stesso mondo, ma nel cosiddetto Giardino d’Invernosi potrà godere di POLAR EVERYDAY LIFE, l’installazione con sculture di ghiaccio raffiguranti orsi polari creata dai due artisti del ghiaccio ANDREA E ALESSANDRO VITALE, che lavoreranno anche dal vivo alla costruzione di nuove sculture. Contemporaneamente un’installazione, dedicata all’acqua dolce, con fontane danzanti, DANCING WATER FALL, stupirà i partecipanti alla festa all’ingresso in direzione Piazza dell’Emporio.
Il Mondo dei deserti sarà occupato dalla compagnia belga SHOWFLAMME che presenterà un’installazione di fuoco pensata appositamente per il Clivo di Rocca Savella, SPARKLING VIBES, e una performance, GAÏA, che ha come scenografia una sfera che simboleggia la terra e che, essendo cava al suo interno, permette la fuoriuscita di fulmini di luce e fuoco. La presenza di un controtenore arricchirà musicalmente questa performance dal grande impatto visivo.
Nel Mondo del mare, invece, si potrà assistere ad uno spettacolo acrobatico di parkour, LIGNES DE VIE, della compagnia francese CIE LÉZARDS BLEUS: degli uomini, dei traceurs, scendono nelle profondità del mare e immaginano nuovi percorsi per attraversarlo.

LA GRANDE CHIUSURA DELLA FESTA DI ROMA
A chiusura del percorso della Festa l’Associazione Teatro di Roma propone Asteroide B-612 del Grupo Puja, una grande performance aerea che ci permette di guardare la Terra da lontano e di immaginare intorno un grande viaggio senza frontiere, senza muri e senza barriere. Si tratta della rivisitazione in danza aerea e musica de "Il Piccolo Principe": gli artisti argentini – che hanno affascinato oltre un milione di persone in tutto il mondo – saranno sospesi nel cielo a 50 metri di altezza. A pochi metri di distanza, come rito simbolico di chiusura, la parte conclusiva della grande opera corale di Olivier Grossetête: un gioioso e liberatorio atto di decostruzione collettiva della grande riproduzione in cartone del Teatro Marcello, alta 17 metri. Altri spettacoli lungo le vie di uscita dall'area dell'evento saluteranno il pubblico, dando appuntamento al Capodanno del 2021 con la prossima edizione de La Festa di Roma.

DAL 26 DICEMBRE ALLA CASA DEL CINEMA
Infine, anche quest’anno alla Casa del Cinema, in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, un programma di film legati ai temi della Festa di Roma, firmato da Giorgio Gosetti e Mario Sesti. Dal 26 dicembre si svolgerà infatti la rassegna IL QUINTO ELEMENTO per celebrare la Terra con 23 film di grande qualità ed impatto spettacolare: due spettacoli al giorno (sempre a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili) fino al 6 gennaio.

Disegno luci di Daniele Davino, sound design di Angelo Longo, e realizzazione video a cura di Officine K, Igor Renzetti, Lorenzo Bruno.
Cura e ottimizzazione tecnica a cura di Luca Brinchi e Daniele Spanò.

Si ringraziano per la collaborazione Siae, Acea, l’Ambasciata di Danimarca, la Real Academia de España en Roma, l’Accademia d'Ungheria in Roma, l’Istituto Cervantes.

Si ringraziano il Media Partner la Repubblica e la Radio Partner RDS 100% Grandi Successi.



INFO PER IL PUBBLICO
Ingresso libero per tutti gli appuntamenti
(fino ad esaurimento o a ingresso consentito)
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9-19; 31 dicembre ore 9-17;1 gennaio ore 11-17)
#lafestadiroma

Piramide, a gennaio esce "Sainte-Chapelle" il nuovo progetto del cantautore Paolo Previte

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È in arrivo, previsto il 2 gennaio 2020, Sainte-Chapelle il nuovo progetto di PIRAMIDE già anticipato dal singolo omonimo. Sono 4 le tracce in arrivo: Notte di Skopje, Piper, Plastica e Zeffiro.

Se la Piramide ha 3 lati e California (il precedente singolo) aveva fatto luce su uno di questi, queste restanti tracce espongono quasi completamente gli altri due, perché possiamo trovare pezzi che confermano il filone California e pezzi che hanno musicalità totalmente rinnovate.
Se con California l’artista aveva guadagnato una certa reputazione sul web, soprattutto mediante i mediante social network, questi nuovi pezzi rappresentano un punto di forza e di svolta, sia dal punto di vista dei generi, andando a toccare almeno 3 generi musicali differenti, sia dal punto di vista creativo, perché ogni traccia è stata definita ed arrangiata sin nei minimi dettagli, per non renderla noiosa o ripetitiva.
Racconta Piramide: “La cosa bella dell’essere un cantautore è che nessuno ti vincola a far niente. Il cantautore, o quantomeno il produttore, sono i ruoli più forti di tutta la musica, perché la costruiscono, danno delle basi e non hanno bisogno di una scuola o di un’università per farlo bene. L’ispirazione nasce in tutti i luoghi del mondo e il cantautore l’acchiappa e ci fa un impero, riesce a parlare e non lo fa solo tramite le parole, ma anche e soprattutto tramite le note. Mi è capitato recentemente di parlare con Vincenzo Cinaski, che mi ha detto: ‘se hai paura che l’unica persona che capisca le tue canzoni sei tu, quando butti giù un tema, chiedi alle persone cosa le parole gli provocano nella testa e poi facci una canzone’”.

Biografia:
Piramide, nome d’arte di Paolo Previte, nasce a Crotone, dove inizia a fare musica sin da giovanissimo scoprendo di avere l’orecchio relativo (riuscendo a suonare al piano canzoni che non aveva mai studiato prima). Nel 2011 impara a suonare la chitarra da autodidatta, ed incomincia ad ascoltare artisti punk e musica commerciale, ma nel corso degli anni amplia la sua conoscenza a tutti i generi musicali, cercando di entrare nell’ottica del cantautore e scrivendo testi, dapprima in inglese e poi in italiano.
Giunto a Roma per condurre gli studi universitari, scopre questa città, attraverso il suo mix straordinario di culture e di persone ed è qui che inizia a plasmare il suo spirito dedito all’arte della musica.
Nasce, quindi, California il suo primo singolo registrato a Crotone, che ottiene un buon riscontro di pubblico, e dopo un’estate passata ad “allenarsi”, facendo interviste e concerti, si reca a Milano al MassiveArts per produrre 6 nuove canzoni. Lì, oltre che una produzione eccellente, riesce ad “annusare” l’ambiente dei big, entrando in contatto con Charlie Charles, Emis Killa, Annalisa, i Canova, Irama, e gli One Republic. La sua aspirazione è affermarsi come il cantautore della gente, una persona che vuole trovare le parole che normalmente sono difficili da trovare nei normali dialoghi.

Palermo, “I Colori dell’Arte Siciliana” collettiva curata dal maestro Francesco Anastasi

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Alla Galleria Raffaello dal 28 dicembre al 18 gennaio

La Sicilia è una terra che vanta di colori, sfumature e la vivacità dell’arte trova massima espressione nella collettiva d’arte contemporanea curata del maestro Francesco Anastasi dal titolo “I Colori dell’Arte Siciliana”.

Il maestro Francesco Anastasi, artista poliedrico palermitano, è amante del colore brillante, intenso, traccia che lo contraddistingue e che segna il suo stile. “La Sicilia è la terra del colore, ha mille sfumature intense e la nostra terra del sole, è musa per generare arte”, dichiara Anastasi, la collettiva è supportata anche dalla Prof.ssa Patrizia Prado, con il suo costante impegno è l’autrice di opere sperimentali di pittura e scultura”.

Sabato 28 dicembre alle ore 17.00, la collettiva prenderà il via, è sarà il momento inaugurale alla presenza del critico d’arte Prof.ssa Anna Maria Esposito. La rassegna artistica allestita nella Galleria Raffaello a Palermo è aperta al pubblico dal 28 dicembre al 18 gennaio, ingresso libero, nei seguenti orari, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00.

Dieci artisti in galleria per la visione contemporanea: Prof.ssa Patrizia Parado, Prof.ssa Carmen Frisina, Giuseppe Majorana Orlando, Prof. Luigi Prado, Maria Felice Vadalà, Emilia Valsellini, Daniela Salamone, Benedetta Trudenti, Pietro Asaro, Cetty Pillitteri.

LondonONEradio, un 2019 con ascolti in crescita e per il 2020 nuove sfide in arrivo

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di Goffredo PalmeriniLondonONEradio, radio unica e ufficiale degli italiani a Londra, Bbc supplier, patrocinata dal Consolato Italiano, chiude l’anno 2019 con ottimi risultati, sia di ascolti che di investimenti.
Nel 2020 l’azienda ICS Ltd, di cui fanno parte la radio e il magazine italoeuropeo.com, porterà avanti il progetto base d’internazionalizzazione, per portare LondonONEradio (L1R) in altri paesi e continenti, consolidando sempre più la presenza in tutta l’UK e in Italia.
Già nell’anno che va concludendosi L1Rsi è allargata in paesi come Cina e Sud Corea, dove c’è una comunità di italiani che possono ascoltarla scaricando l’App o via streeming. L1R cerca di essere presente, anche creando degli spin off sul territorio. In paesi europei, come Spagna, Francia, Germania, Belgio, L1R è già presente per le varie comunità italiane. Anche in USA, Australia e Russia, nella sola area di Mosca, L1R è ascoltata sulle piattaforme social e anche on demand. Tutto parte da Londra, dove L1R ha la nuova sede, a Tottenham Hale. I nuovi studi sono pronti ad accogliere numerosi ospiti, già calendarizzati da dicembre, per iniziare un 2020 tutto nuovo e di intrattenimento.

L’editore e fondatore Philip Baglini Ollandsottolinea: “L’impegno e gli obiettivi sono sempre quelli delle origini, tre anni fa: portare l’Italia nel mondo attraverso la sua storia e cultura. Creare un ponte tra tutti gli italiani all’estero, farli sentire più vicini alla loro Patria. Un ponte che, con l’imminente Brexit in UK, diventa fondamentale per stringere e mantenere i rapporti con gli italiani in UK e nel resto d’Europa. La radio e la musica hanno e devono avere questa missione importante: unire i popoli e unire le nazioni. L1R è una radio unica nel suo genere – affermal’editore Baglini – innovativa, certe volte fuori dagli schemi comuni delle normali radio, ma sempre fatta con programmi mirati per divertire, informare e abbracciare gli ascoltatori”.

Il 2020 si aprirà con l’evento più importante ed atteso della musica italiana: il festival di Sanremo. L1R sarà la prima radio italiana nella storia della Gran Bretagna ad essere presente al festival, portando la voce degli italiani in UK nel festival più famoso nella storia della musica internazionale. Successivamente L1R sarà radio partner di molti concerti a Londra, come quelli di Francesco Renga, Zucchero, Gianna Nannini, Antonello Venditti, Francesco De Gregori e tanti altri. La fiducia delle case discografiche e dei cantanti testimoniano la determinazione del lavoro quotidiano del team di L1R nel portare agli ascoltatori il meglio della musica italiana all’estero.

Non dimentichiamo poi la promozione dei giovani talenti musicali, sui quali L1R negli ultimi tre anni ha puntato molto. Nel 2018 sono stati promossi - ogni venerdì nello show Young Music Talent - oltre 457 giovani artisti, italiani e stranieri. Giovani molto bravi che ancora non trovano la casa discografica giusta o il giusto trampolino per il grande salto. Ecco che L1R, nel suo piccolo, cerca di promuovere la loro musica, nel web e non solo. Nel 2020 ci saranno tante sorprese: un locale dove poter fare musica dal vivo, feste e intrattenimenti. Ci sarà poi un tour di L1R nelle più importanti città della Gran Bretagna per raggiungere gli italiani in tutta l’UK.

E inoltre ci sarà più informazione. Dalle 6.00 del mattino, con la prima rassegna stampa, l’informazione di L1R sarà presente ogni ora, con approfondimenti sulle notizie di maggior rilievo, sia locali che internazionali. Ci saranno quattro rubriche nuove di zecca dedicate allo sport, al benessere, al turismo e all’oroscopo. Tutte queste le novità, ma senza tralasciare la parte di produzione video. L1Rè infatti nota anche per i documentari e i brevi filmati che hanno riscontrato notevole interesse finanche da reti televisive italiane. Citiamo, tra queste produzioni di successo, il documentario inedito sulla vita di Guglielmo Marconi in UK e il documentario sull’Eton College.

Tutti questi progressi sono mirati a mandare in onda sempre più prodotti originali e soprattutto gratuiti per il grande pubblico. “C’è ancora tanta strada da fare, ed è in salita”, ci dice l’editore Philip Baglini Olland. “Non è stato facile arrivare fin dove siamo arrivati. Ma davanti a noi c’è ancora un mare infinito di cose da fare. E si faranno con l’entusiasmo di sempre, senza pensare di ottenere grandi successi immediati, ma piccole conquiste quotidiane. La nostra forza– aggiunge Philip sono gli ascoltatori, sono le Persone che ogni giorno ci ascoltano. Non è importante se siano una o un milione. L’importante da parte nostra è fare bene il nostro lavoro, migliorando anche noi stessi ogni giorno. Auguro a te Goffredo, e a voi tutti lettori, un buon 2020!”, conclude Philip Baglini Olland.

E’ utile aggiungere, proprio per rafforzare il valore del network fondato da Philip Baglini, quanto sia importante una radio per gli italiani in Gran Bretagna, dove la nostra comunità ha una significativa dimensione numerica (670mila) e negli anni recenti il Regno Unito è uno dei paesi più scelti dalla nuova emigrazione italiana. Nonostante il rallentamento dovuto alla Brexit e alle incertezze sul futuro che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sta generando, l’appeal del Regno Unito, pur attenuato rispetto agli anni precedenti, ha comunque segnato un primato, come certificano i dati dell’ultimo Rapporto Italiani nel mondo (2019) della Fondazione Migrantes. Infatti i dati riguardanti i cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani residenti all’estero) per solo espatrio, che hanno fatto registrare complessivamente 128.583 espatri, vedono al primo posto proprio il Regno Unito, con 20.598 emigrati, seguito da Germania (18.385), Francia (14.016), Brasile (11.663), Svizzera(10.265), Spagna (7.529), Stati Uniti d’America (6.003), Argentina (4.304), Belgio (3.036), Australia(2.758), per limitarci ai primi 10 paesi.

E’ un’emigrazione certamente diversa da quella delle ondate migratorie dei due secoli precedenti e nondimeno deve far molto riflettere. Si tratta, infatti, in gran parte di giovani laureati, talvolta con master e dottorati nel loro curriculum. Ma ora fermiamoci a Londra, dove ormai vivono quasi 350mila italiani, per considerare quale rilevanza in un contesto del genere abbia la comunicazione destinata alla comunità italiana. E dunque quanto sia stata importante la nascita d’una radio per gli italiani, LondonONEradio, per iniziativa di untoscano, emigrato nella capitale del Regno Unito. Una radio che sta raccogliendo consensi crescenti ed un successo assai lusinghiero. In effetti una radio italiana, prendendo a prestito frequenze della Bbc, a Londra c’era stata fin dal 1938, la famosa Radio Londra. Chiuse però nel 1981. Ci ha pensato appunto Philip Baglini a farla rinascere, sotto vesti sicuramente più adeguate ai gusti e alle esigenze dei tempi correnti.

Filippo (Philip) Bagliniè nato nel 1974 a Pietrasanta, in provincia di Lucca, ma è cresciuto a Pontasserchio, un borgo proprio alle porte di Pisa. Si è laureato nel 2003 in Fisica nucleare all’Università di Pisa, sebbene i suoi interessi abbiano anche spaziato nel giornalismo, nella filosofia e nella teologia, oltreché in campo umanistico e letterario, dove ha esercitato la sua creatività scrivendo poesie e racconti. Gli incontri con Alda Merini e Romano Battaglia lo hanno convinto a dare alle stampe i suoi lavori. Tre finora i libri pubblicati, una silloge poetica (Cento poesie d’amore) e due volumi di racconti (Passi nel silenzio e Intervista con le stelle).

Emigrato oltre un decennio fa a Londra, Philip Bagliniè attualmente amministratore delegato (Ceo) della International Communication & Service Ltd (ICS), una società di comunicazione e servizi. L’interesse per il giornalismo, l’attenzione verso la comunità italiana, una spiccata sensibilità e il desiderio di sperimentare un modello di comunicazione più adatto alle esigenze culturali e sociali lo hanno presto portato a fondare e dirigere l’Italoeuropeo.com, testata on line prevalentemente in lingua inglese, con una redazione di giornalisti italiani e inglesi, liberi e indipendenti, tutti laureati ed esperti nei settori che vanno dall’editoria ai social media, dalla scienza alla sociologia. E successivamente a far nascere LondonONEradio. La radio ha subito attirato l’interesse del Consolato Generale d’Italia, che gli ha poi concesso il patrocinio, e della stessa RAI, incuriosita dal palinsesto dei programmi e dal linguaggio, così apprezzato specie dal mondo giovanile.  

Capodanno di concerti e spettacoli con “Il Natale che non ti aspetti” di Pesaro e Urbino

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Un tripudio di musica, colori, divertimento, sport e balli accoglierà il nuovo anno nelle piazze de “Il Natale che non ti aspetti”.
L’evento diffuso organizzato dalle Pro Loco di Pesaro e Urbino in collaborazione con Regione Marche e Provincia ha in serbo un ricco programma di iniziative per accogliere il 2020nel segno della musica live.
Il conto alla rovescia a Pesaro è previsto in Piazza del Popolo. Martedì 31 dicembreore 22.30 la città trascorrerà la “Notte di San Silvestro” con una grande festa di Capodanno: prevista musica, animazioni, concerti e spettacoli. 
Il giorno successivo, mercoledì 1° gennaio, alle 11, per gli sportivi l’appuntamento è con la 13^ edizione del “Giro di Capodanno”, corsa sportiva con iscrizione gratuita (presentarsi con un cappello di Babbo Natale) lungo un percorso cittadino di 10 km. Partenza e arrivo in Piazza del Popolo. Al traguardo si terrà lo scambio degli auguri con brindisi. A cura di “Atletica Banca di Pesaro - centro storico podismo”. La piazza principale della città accoglierà poi i piccoli con “Iniziamo l’anno con le Bolle”, dalle 15 alle 18, con "Nonno Bolla”. Il tradizionale Concerto di Capodannodedicato a Strauss e Progetto Beethoven si terrà al Teatro Rossini, alle ore 21.15. Sul palco la grande Orchestra Sinfonica Rossini diretta da Daniele Agiman, un pianista di grande livello, Pietro Bonfilio e una bella sorpresa organizzata in collaborazione con Center Stage.
A Urbania, l’evento “New Year 2020” accompagnerà con un pieno di divertimento l’attesa per il nuovo anno in piazza San Cristoforo. Dalle 19.30 aperitivo, alle 23 ritrovo in piazza per il countdown, a mezzanotte il brindisi collettivo anticiperà il dj set con Dj Circus, Tommy D., Purple. A Fermignano, dalle 20:30, in programma il Veglione di fine anno è organizzato dal Gruppo Giovani Fermignano che dà appuntamento al Palazzetto dello Sport. Dalle 23:30 Turn on the XX a cura di Evolve Events al PalaBCC.
Fano, per il Capodanno 2020, accoglierà l’animazione di Radio Studio Più, dalle 22.30, live da Piazza XX Settembre, con l’accompagnamento musicale di Alex Pari Dj al quale, alle 22.30 si unirà la vocalist Sabrina Ganzer. A seguire sarà il turno di Haiducii, artista rumena, conosciuta con la sua hit "DragosteaDin Tei" che avrà il compito di accompagnare i presenti fino al nuovo anno. La serata tornerà poi a essere guidata da Radio StudioPiù. 
Il 31 dicembre, la festa dell’ultimo dell’anno di Urbino sarà in Piazza della Repubblica, dalle 23, con l’animazione, musica, il “conto alla rovescia” e i tradizionali auguri. E il 1° gennaio il programma continuerà al Teatro Sanzio con il Concerto di Capodanno, alle ore 17, con le musiche di Strauss dell’Orchestra di Strumenti a Fiato di Urbino, diretta dal maestro Michele Mangani.
A Gradara l’attesa del 2020 sarà… gustosa! I ristoranti del borgo medievale accoglieranno gli ospiti che potranno gustare piatti tipici della tradizione per celebrare al meglio il Capodanno. Gli appuntamenti per le famiglie si svolgeranno anche nel pomeriggio del 31 dicembre (“Il Giullare del Castello” percorso adatto ai bambini dai 4 ai 9 anni e “Tra Torri e Grotte nel Castello di Paolo e Francesca”, emozionante itinerario, adatto a tutte le età) e riprenderanno dal 1° gennaio con i mercatini creativi e le visite alla Rocca al mattino.

Shonan, "Fall from Grace" il nuovo singolo del trio punk'n'roll

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Fall From Grace (video), nuovo singolo degli Shonan, è la traccia che apre l'album Farewells and Pillows.
È un brano autobiografico dal sound punk rock sostenuto, pieno e veloce, ma che non abbandona melodia e parti strumentali. Parla di un momento di sconforto, nel quale ci si lascia andare alla tristezza, e all'auto-commiserazione, mentre le delusioni per le nostre relazioni umane andate male sembrano avere il sopravvento. In tutto questo buio però ci si riesce ad appigliare ad un rimasuglio di luce interiore che ci fa sentire meno soli, permettendoci di salvarci e di andare avanti, seppure un po' malconci.

"Fall Form Grace è la prima canzone che abbiamo scritto, ecco perché abbiamo deciso di metterla all'inizio dell'album, perché tutto è un po' partito da lì... questo brano avrà sempre un significato speciale per noi”.

Gli Shonan sono un trio punk'n'roll nato a Parma, nel 2011. La band è formata da Federico Arcuri (voce, chitarra), Manuel Tramalloni (basso, voce) e DaniloTirillo (batteria, cori). Dopo solo pochi mesi dalla formazione, la band entra in studio e registra le 10 tracce che andranno a comporre“Farewells And Pillows”. Negli anni il trio riesce a mantenere costante l’attività live, affiancando gruppi come The Fire, Shandon e The Casualties, oltre che prendendo parte a numerosi festival (ultimo dei quali il grandissimo Tanta Robba Festival di Cremona). Nell'ottobre del 2018 esce “She's A Wolf”, un brano di ispirazione horror-punk per tutti gli amanti delle tematiche horror, regalo di Halloween ai fan.

www.facebook.com/shonanband

www.facebook.com/sorrymom.it

www.sorrymom.it

Alex Torchio, "Cabina Telefonica"è il nuovo singolo del cantante e attore

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(video) Cantante ed autore, Alex Torchio, si avvicina alla musica all'età di 11 anni, studiando pianoforte ed in seguito canto.
Inizia a scrivere i suoi primi inediti a diciannove anni assieme
a diverse band di musica elettronica e dark pop wave. Dal 2000 collabora con lo Studio Bottegadelsuono di Alessandria alla realizzazione di jingle radiotelevisivi e musiche per film.

Dopo la Laurea in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo presso l'Università degli Studi
di Torino inizia a cantare in diverse coverband.
Dal 2007 al 2010 è nel cast del musical 80 voglia di 80 di Paolino Ruffini e diretto da Fabrizio Angelini. Nella stagione 2009/2010 è interprete del brano Don't stop che accompagna lo spot radiotelevisvo della BMW Mini Ray.

Dal 2010 al 2015 è il frontman dei torinesi Divina, che lascia assieme ad altri quattro musicisti per dar vita agli eXplosion, tuttora in tour in alcuni tra i più grandi live club, festival
ed eventi pubblici in giro per l'Italia, con una media di 170 concerti all’anno.

Dal 2018 riprende l'attività di autore di brani originali e l'anno successivo è interprete del brano Don't be afraid, colonna sonora del film Non ho niente da perdere, con Carolina Crescentini. Nel 2019 entra nel roster dell'etichetta discografica TRB rec di Andrea Tognassi con cui pubblica il suo primo singolo Come un cane , seguito dall'emozionante brano Senza sapere , che a poche settimane dalla sua pubblicazione ha superato i 15000 ascolti su Spotify e oltre 90000 visualizzazioni sul videoclip ufficiale su Youtube.

"Cabina telefonica"è il nuovo singolo di Alex Torchio.
La chimica dell’attrazione, in quanto irrazionale, non si piega al convincimento esterno: quando si è attratti da qualcuno lo si è indipendentemente dagli sforzi della persona che abbiamo davanti.
"Cabina telefonica" distrugge il mito del corteggiamento: o ci piace qualcuno in modo del tutto naturale ed inspiegabile, oppure possiamo farci colpire da atteggiamenti lusinghieri di qualche corteggiatore, ma non per molto tempo, giusto il tempo di incontrare chi veramente rapirà senza troppo impegno il nostro desiderio.

Francesca Guidi, l’Artista “Dei Led”, si racconta a Fattitaliani. L'intervista

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Nasce e vive a Pesaro il 20 dicembre 1969 e si diploma nel 1988 in Moda e Costume all’Istituto Statale d’Arte Ferruccio Mengaroni. Negli anni scolastici 1988/89 e 1989/90 insegna Moda e Costume in qualità di supplente presso l’Istituto Statale d’Arte Ferruccio Mengaroni e inizia a impartire lezioni private di disegno a mano libera, attività che continua a svolgere tuttora.
Nel 1989 espone le sue opere alla saletta Mazzolari di Pesaro nella prima mostra personale, ma gli impegni familiari ben presto la allontanano dall’attività artistica. Cambia professione, ma nel 2011 dopo tanti anni riemerge prepotentemente la sua vena creativa e inizia di nuovo a produrre ed esporre nelle collettive di Montefabbri (2011), Acqualagna e Borgo Pace (2012) Dal 2014 ha all'attivo mostre Nazionali e Internazionali.
D. Quindi Francesca c’è stato un letargo di ben 20 anni durante i quali le tue emozioni, il tuo talento non hanno trovato sbocco, perché secondo te?
R. Ho iniziato con i colori, poi 20 anni di buio per andare verso la luce, sì. Un periodo di blocco forzato dalle situazioni, nel mio caso familiari, che la vita a volte ci pone davanti. Quindi rinunce, sofferenza e silente violenza fisica e psicologica. L’'unica cosa bella mia figlia, avuta molto giovane le mie emozioni non erano più di libertà e gioia ma di responsabilità e di angoscia. 
D. Cosa o quale è stato il fatto o l’elemento che ha riaperto gli argini al tuo “IO” sommerso?
R. In occasione di un invito da parte di una grandissima artista si è riacceso in me quel fuoco che era sopito dentro, per rinascere in una nuova veste con l’Arte dei Led.

D. Puntualizziamo cos’è l’Arte per te.
R. Per me l'arte è vita, è libertà di espressione attraverso le sue forme più svariate, ma principalmente il colore associato alle forme e alla luce, elementi che diventano magia pura, su legno, vetro, ferro, anche su un corpo. L’Arte è messaggio, vuol dire relazione con agli altri.
D. Quali sono le condizioni ideali che ti predispongono a creare?
R. Non c'è un preciso momento, spesso arriva così dal profondo manifestandosi come necessità, oppure quando creo su delle commissioni, mi esprimo al meglio quando sono tematiche che mi toccano nel profondo e vertono sul sociale come la diversità, la violenza, la beneficienza. Un esempio la istallazione dello stemma dell'Iraq, o la Pigotta della pace per L'UNICEF, oppure le performance di Body Painting legate al terremoto o realizzare la dea del cinema un omaggio al Festival del Cinema di Pesaro ecc. Quando dipingo adoro sporcarmi le mani di colore, provo una sensazione forte di felicità.
D. La tua Arte è fuori dagli schemi, è esatto?
R. Questo giudizio lo lascio agli altri perché ritengo il giudizio sull’Arte è soggettivo. Certo non copio nulla, spazio con i colori su materiali diversi e mi fermo quando mi ritengo appagata da quello che sto creando.
D. Quali materiali adoperi?
R. I materiali che uso sono tantissimi e non convenzionali, mi annoierei. Ho bisogno di stimoli sempre nuovi, il legno lo prediligo ma non solo su tavola creo forme, anche il vetro mi piace l'uso particolare degli effetti cromatici che si possono realizzare. Il ferro, invece, diventa più un modo per avere una struttura, il corpo umano, che uso anche per fare delle testimonianze, lo considero un opera d'arte in movimento, è il materiale più espressivo ed emozionante. Il muro mi fa spaziare sull’intonaco e realizzare pitture da sogno. 
D. Tu dici che la sequenza che scegli creando è: forma, luce, colore. Ci spieghi il perché di questa consequenzialità?
R.Si,è importante per comprendere la mia arte, La forma perché da lì ha inizio un vero percorso sensoriale, sempre tridimensionale spesso con l'aggiunta di malte o cemento, la luce nella maggior parte delle opere perché la vita è fatta di alti e bassi come i rilievi ma anche di momenti speciali che illuminano le anime. Il colore fondamentale per chi vuole vivere ed assaporare la verità della vita, dai toni scuri ai chiari, ai brillantini che uso spesso. 
D. Il tuo lavoro ha sempre una motivazione sociale e, talvolta solidale. Quanto ti appaga questo?
R. Molto, perché ritengo di aver avuto un dono e che metterlo al servizio di cause nobili ed importanti sia doveroso. Non potrei farne a meno, è una parte di me estremamente interessante, mi fa sentire appagata, utile e comunicativa attraverso le mie capacità.
D. E’ liberatorio quindi, in un certo senso, terapeutico per te quello che fai?
R. Liberatorio perché l'arte è riuscita a spezzare le catene che altri volevano impormi, ma ha anche avuto un effetto terapeutico, cioè mi ha salvato la vita facendomi aggrappare al senso di pienezza interiore attraverso l'uso dei colori, nel modo più istintivo possibile, dandomi la possibilità di riappropriarmi del mio io più profondo. 
D. C’è una commistione di elementi nelle tue creazioni e questo è abbastanza innovativo. Potresti aver creato le basi per un nuovo movimento artistico?
R. Come ripeto sono una persona molto semplice e umile, non lo so se ho creato una corrente innovativa, so solo che l'uso dei Led oggi è molto di moda, nel 2011 era agli esordi. La mia modalità di creare non è solo sugli effetti, c'è lavoro che avviene dentro me in modo inconsapevole. Ogni opera è unica sia nelle forme, nella modulazione della luce e nell'uso dei colori ma sempre in attinenza con i miei studi artistici. Diciamo una chiave di modernità nel rispetto della tradizione. 
D. Il Led, la tecnologia al servizio dell’arte, possiamo dire così?
R. Si bravissima Caterina proprio così, una ricerca accurata di come realizzare un oggetto    d'arte quale esso sia abbinato alla tecnologia e al risparmio energetico. 
D. Qual è la tua più grande ambizione?
R. Il dono più grande è possedere l'arte di saper vivere! La mia sensibilità spesso non me lo permette perché non mi schermo abbastanza, vorrei lasciare un segno indelebile di amore, pace e altruismo attraverso le mie creazioni luminose.
Fattitaliani ti ringrazia augurandoti Buon Natale. 
Siamo di fronte ad una donna la cui immagine riflette un’interiorità poliedrica e multicolore.
Certamente Francesca rompe gli schemi tradizionali perché ogni oggetto può essere un suo dipinto, un muro, un vetro, un foglio, una stoffa su cui imprimere la sua anima, il suo estro, il suo messaggio.
Riesce così a far vivere l’antico con il nuovo, dando una valenza artistica a cose che prese a sé possono sembrare banali.
Guardando i tuoi occhi azzurri luminosissimi possiamo dire con le parole di Schumann che il dovere dell’artista è mandare luce dentro le tenebre dei cuori degli uomini.
Caterina Guttadauro La Brasca

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