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Taormina, intervista a Enrico Castiglione, regista di "Madama Butterfly" in diretta mondovisione

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TAORMINA - Cresce l'attesa per il nuovo allestimento di "Madama Butterfly" firmato dal regista e scenografo Enrico Castiglione, che stasera 7 luglio alle ore 21.30 andrà in onda dal Teatro Antico di Taormina  in diretta mondovisione via satellite, raggiungendo oltre 30 paesi, dove sarà trasmesso e proiettato in più di 200 sale cinematografiche dotate dei sistemi ad alta definizione.
Si tratta dell'unico evento lirico che quest’estate andrà in diretta nei circuiti cinematografici. Si replica il 9 luglio, sempre alle 21.30. Enrico Castiglione, artista di rilievo internazionale, sigla la regia teatrale e cinematografica insieme alla scenografia, Sonia Cammarata i costumi. Sul podio Myron Michailidis dirige un cast d'eccezione, con il soprano coreano Hye Myung Kang (Cio-Cio-San), nuova scoperta della lirica, il celebre tenore serbo Zoran Todorovich (Pinkerton) e il mezzosoprano Annunziata Vestri (Suzuki), il baritono Piero Terranova (Sharpless). Coro e Orchestra del Taormina Opera Festival, che inaugura proprio con il capolavoro pucciniano. Lo spettacolo sarà ripreso e trasmesso simultaneamente dalla Danimarca alla Spagna, dalla Polonia alla Francia, dall'Inghilterra all'Italia (circuiti The Space e Uci Cinemas), dall'Irlanda alla Cecoslovacchia, dall'Olanda alla Svizzera.
Incontriamo Enrico Castiglione mentre è intento alle prove che fervono nella cavea millenaria. L’artista romano di origini siciliane, reduce dai trionfi di pubblico e di critica riportati in Cina, America e Grecia, nel 2016 festeggia peraltro a Taormina un duplice importante anniversario, che sancisce il suo profondo legame con la Città del Centauro.


 - Un doppio record per lei, maestro Castiglione: dieci anni di successi al Teatro Antico di Taormina e, dal 2011, sei anni di dirette delle sue regie in mondovisione nei cinema e in televisione . Qual è il bilancio di questo percorso in crescendo, fatto di sold out ma anche di tanta tenacia di fronte all’evidente crisi della cultura e dei teatri?

"Non amo fare bilanci e lascio questo compito a chi si occupa del settore. Certamente, fin da quando sono stato nominato direttore artistico della sezione "Musica e Danza" di Taormina Arte nel 2007, ho avviato un percorso che il pubblico ha dimostrato di apprezzare in maniera sempre più eccezionale, un pubblico proveniente da ogni parte del mondo ed abituato a frequentare i grandi teatri dell'opera delle grandi città. Ho esordito nel 2007 con la "Medea" di Luigi Cherubini, trasmessa da RAI UNO, poi è stato un crescendo di allestimenti che hanno riscosso consensi internazionali, come "Aida" del 2009 prodotta con la UNITEL e trasmessa in tutto il mondo sui canali di SKY Classica, per poi iniziare nel 2011, nell'anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, con la diretta RAI nei cinema in tutto il mondo del "Nabucco", un successo veramente travolgente, con migliaia di persone a vedere l'opera in diretta sui grandi schermi delle sale cinematografiche dotate dell'alta definizione. Da allora con la RAI e con i distributori cinematografici abbiamo avviato un'intensa collaborazione che ci ha portato a trasmettere ogni estate una mia regia operistica in diretta nei cinema, unico regista in Italia e in Europa! La "Norma" nel 2012, "Rigoletto" nel 2013 (con record di ascolti anche per RAI 5), "Cavalleria rusticana" e "Pagliacci" nel 2014, "Carmen" nel 2015 e quest'anno, il prossimo 7 luglio, "Madama Butterfly", questa volta addirittura registrata in 4K ovvero come se fosse pellicola".

- I suoi allestimenti lirici hanno uno spiccato taglio cinematografico che li rende particolarmente attraenti. Vanno perciò a ruba anche i video, mentre i network televisivi (Rai, Sky) se li contendono e li programmano a lungo. Anche le dirette dal Teatro Antico nei cinema in tutto il mondo hanno fatto registrare numeri da capogiro: quest’anno tocca alla struggente "Butterfly". Quanto la affascina la regia televisiva rispetto a quella teatrale? Le riproduzioni in video minacciano o promuovono lo spettacolo dal vivo?

"La particolarità di queste mie regie teatrali, ed ora sempre più cinematografiche, è che lo spettatore, al cinema, può vivere l'emozione di un film... che viene però realizzato live, in diretta. E' ogni volta una sfida difficilissima. Il cinema "tradizionale" si costruisce scena dopo scena, non c'è pubblico: qui, per l'Opera lirica il discorso è diverso e forse più arduo, perché una volta che parte lo spettacolo la regia cinematografica deve essere fatta con otto dieci o dodici camere in diretta, senza possibilità di ripetere una scena venuta male o che non soddisfa, e senza potersi fermare. Il tutto davanti agli occhi del pubblico seduto in teatro e di quello seduto in tutto il mondo, nello stesso momento, nelle poltrone delle sale cinematografiche. E' un cimento affascinante, non c'è che dire... Ma tutto parte dalla regia teatrale, che bisogna costruire appunto con spiccato senso teatrale, muovendo i personaggi e costruendo le loro relazioni, i movimenti, gli itinerari, ma anche e soprattutto le prese, gli sguardi.... insomma, possiamo parlare di un modo di fare spettacolo totale, che già grazie alla musica è universale. Poi, dopo il "live" si può rifinire il prodotto e creare il dvd, il blu-ray, per vedere ed ascoltare l'opera con ancora maggiore attenzione e dovizia di particolari: ma il fascino dello spettacolo dal vivo, ed ora anche il fascino della diretta cinematografica, di un qualcosa che gli artisti e il pubblico vivono insieme contemporaneamente, sono assolutamente straordinari ed insostituibili".

- Senza svelaci troppo, ci porti dentro alla sua regia di "Butterfly", opera che mette in scena per la prima volta  

"E' la tragica storia d'amore di una "farfalla", una bambina giapponese di 15 anni... una ragazza divenuta donna, una donna divenuta femmina delicatissima, fragilissima, ingenua, che crede nella vita e nell'amore. Ho voluto creare per il suo personaggio continue movenze leggere, e Cio-Cio-San si muove per tutta l'opera con la grazia, la fragilità, la delicatezza e la dolcezza di un essere fragilissimo, appunto la farfalla. Pinkerton, americano sfrontato e conquistatore, se ne innamora subito, ma il suo è un amore effimero, è possesso. Cio-Cio-San, invece, si innamora per davvero e questo la porterà alla morte quando il destino spezzerà le sue ali da farfalla e lei perderà, in un attimo, tutto. Spero di trasmettere al pubblico come la più grande delicatezza possa essere distrutta dall'egoismo dell'uomo e di ciò a cui possiamo arrivare".

- Come ha scelto il cast internazionale che sarà protagonista del film opera che sarà visto in diretta da migliaia di spettatori in teatro e al cinema, e poi in differita su RAI1, RAI 5 e sulle principali emittenti?

"Ho scelto il cast, come sempre, per la qualità delle voci, veramente eccezionali, ma anche per l'intensità dei volti e per il saper stare in scena, che nella mia regia ho plasmato in funzione sia del pubblico presente in teatro che per il grande schermo cinematografico. Proviamo già da venti giorni  e posso dire di avere selezionato un cast di cui sono molto contento. 

- Lei è un artista globetrotter, applaudito dalla Cina alle Americhe e naturalmente in Europa: è vero che all’estero le cose vanno meglio? Cosa si può e si deve cambiare?

"La crisi sta investendo tutto il mondo e sono in crisi anche istituzioni come il Metropolitan di New York. Ma all'estero generalmente, dalla Cina agli Stati Uniti, c'è rigore, precisione, rispetto, una maggiore efficienza ed organizzazione. Tutti aspetti che in Italia stiamo perdendo, per tanti motivi: dalle regole sbagliate del sistema, al tracollo in corso degli enti locali che una volta sostenevano l'arte e la cultura e che ora stanno riducendo sempre di più non solo l'entità dei finanziamenti, ma anche e soprattutto i tempi di liquidazione. In Italia è diventato difficilissimo produrre e dirigere festival e teatri, perché potremmo dire benevolmente che non funziona quasi più nulla, dappertutto".

- Il suo lungo e collaudato sodalizio di regista e scenografo con la costumista Sonia Cammarata ha portato entrambi a definire una cifra stilistica armoniosa e inconfondibile, sempre diversa da un allestimento all’altro eppure riconoscibile. Su quali basi stilistiche operate, a quali correnti artistiche siete più legati?

"Siamo una coppia nella vita e nel teatro, Sonia ed io, fin dal 2003, quando su invito di Giorgio Albertazzi ho firmato la regia e la scenografia di un'opera capolavoro di Leonard Bernstein, "Candide", al Teatro Argentina di Roma. Da allora siamo inseparabili ed abbiamo firmato decine e decine di allestimenti in tutto il mondo. Sonia ha un estro straordinario nel ricreare il costume storico, reinventandolo, e la qualità delle sue creazioni, sia per fattura che per disegno, sono unanimemente riconosciuti in tutto il mondo. Condividendo anche la vita privata, è ovvio che un allestimento prima nasce tra di noi, lo studio dell'epoca, la ricerca delle soluzioni, e siamo sempre in sintonia quando una volta trovata l'idea scenografica in cui accogliere quella registica passiamo allo studio di tutto ciò che è visuale, dai costumi ai cappelli, dalle scarpe all'attrezzeria. E' uno studio continuo, in cui ci si reinventa ogni volta... perché ogni volta è come se fosse la prima volta".

MARIE AND THE SUN, “VELENO” È IL NUOVO SINGOLO SCRITTO IN COLLABORAZIONE CON ZIBBA

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"Veleno"è un brano che racconta come l'attrazione per qualcuno o per qualcosa possa essere forte fino a diventare tossica, ma, non per questo, si affievolisce. Il testo del brano, ispirato a un'esperienza vissuta nella città di Londra, è stato scritto insieme al cantautore Zibba.

Guarda qui il videoclip

"Marie and the Sun"è un duo nu soul che mescola atmosfere black e elettroniche. La loro musica si ispira da un lato a grandi artisti soul come Stevie Wonder, Erykah Badu, Amy Winehouse e dall'altro a sonorità elettroniche della scena internazionale come James Blake e Flying Lotus. 
Il loro primo lavoro in studio, un EP di sei brani in italiano, è stato arrangiato e prodotto insieme al beatmaker torinese Natty Dub dei Funk Shui Project, e coniuga sonorità contemporanee a testi in italiano con un stile essenziale.
Il progetto sarà in parte prodotto grazie a una campagna di crowdfunding che sarà online dal 20 giugno al 10 luglio sulla piattaforma Eppela tramite cui sarà possibile sostenere il progetto pre-acquistando l’album in copia fisica o digitale, un pezzo di merchandise della band, o prenotando un esclusivo private show del duo.

BIO
Marie and the Sun è un duo che nasce nell’autunno del 2011 quando Giulia Magnani e Francesco Drovandi si incontrano in una sala prove di La Spezia e registrano una cover di “Walk on the Wild Side” di Lou Reed. Da qui in poi i due cominciano a reinterpretare brani Soul, Jazz e della tradizione black.
Dal 2012 il duo comincia a comporre brani inediti in italiano e in inglese; nello stesso anno ha inizio anche la loro attività ‘live’ che li vede portare il proprio repertorio a festival e concorsi a livello nazionale.
Partecipano al Tour Music Fest e alla finale al Piper Club di Roma vincono il premio Discografia. Grazie a questo premio arrivano a suonare a un festival partner presso l’IndigO2, all’O2 di Londra.
Nel 2013 partecipano a Emergenza Festival arrivando a suonare alla finale all’Hiroshima Mon Amour di Torino. Al concorso ‘sottoilcielodifred’, dedicato a Fred Buscaglione, vincono il premio Postumi di Fred.
Nel 2014 suonano a diversi festival nazionali quali l’Acmé Festival, il Reload Sound Festival e il Reset Festival.
Nel 2015 il duo intensifica la propria attività ‘live’, che porta i due a suonare in molte regioni d’Italia, sia in locali che in importanti manifestazioni (Collisioni, Aria di Friuli Venezia Giulia, Citabiunda Fest, IScream Festival) e ad aprire i concerti di artisti quali Zibba, Alex Britti, Musica Nuda, Erica Mou, The Niro.
Nell’estate del 2015 partecipano al concorso di Radio Deejay DEEJAY ON STAGE, arrivando alle semifinali ed esibendosi sul palco di Riccione. Marie and the Sun hanno portato la loro musica anche alla Fashion Week di Parigi nella primavera e nell’autunno del 2015, avendo incuriosito una stilista italiana che li ha scelti per le sue presentazioni.
Ad ottobre il duo presenta un brano, scritto a quattro mani insieme a Zibba, per il concorso Area Sanremo, arrivando fino alla finale e aggiudicandosi la partecipazione al master AKAMU ad Asti. Parallelamente all’attività live, il duo sta lavorando in studio alla realizzazione di un primo EP di prossima uscita.


CONTATTI E SOCIAL
Sito : http://www.marieandthesun.com/
Facebook : https://www.facebook.com/marieandthesun/
Instagram : https://www.instagram.com/marieandthesun/
Youtube : https://www.youtube.com/channel/UCKxN1dOK45NCbsNV50Wz_aQ

Sonia Iorco, esce “Il caffè delle 8 di mattina” brano d'esordio della giovane cantante siciliana

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Sonia Iorco, giovanissima cantante messinese, fa il suo esordio discografico con il brano “Il caffè delle 8 di mattina” (MTM Metamorfosi di Carmen Villalba), in rotazione radiofonica e in digital download a partire da oggi, venerdì 8 luglio. Il singolo sarà accompagnato dal videoclip ufficiale, curato da Ezio Cosenza (The cube Production), a breve online su YouTube e sul sito MTM Metamoforsi.

Il brano è scritto da Domenico Bianco in arte Niko e arrangiato da Gianluca Rando che in passato ha collaborato con Nino Frassica, Carmen Villalba, Gianfranco D'angelo, Barbara Cola, Massimo Lopez, Serena Autieri, Enrico Montesano.

“Ciò che conta è rimanere se stessi – racconta Sonia – e forse l’unica cosa che resta davvero per sempre in ognuno di noi è il passato. Come un puzzle, si ricompone quando il tempo sembra passare troppo in fretta e molte cose intorno a noi stanno cambiando. Si, mentre tutto cambia e si trasforma, certi giorni il passato ritorna”.

Sonia Iorco, messinese di 15 anni, inizia a cantare da giovanissima, influenzata dalla bella voce della mamma. Inizia ad emularla, e cantano insieme e da qui esplode la sua passione per la musica. Nel 2011 l’insegnate della scuola elementare la invita a partecipare al suo primo concorso “Ugola D’oro”, dove si classifica al primo posto. Inizia così ad appassionarsi e a partecipare a vari concorsi: finalista al “Concorso Baby voice”, partecipa al “Festival show” a Vicenza, si piazza al secondo posto al “Voice for the summer festival” e al “Concorso la vara d’oro” e si aggiudica il “Rcs talent festival” e il “Gypsum art festival” di Gesso (il premio è un inedito curato e realizzato dalla MTM Metamorfosi di Carmen Villalba).

La Vespa compie 70 anni: storia ed esposizioni dello scooter più famoso del mondo

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Quest'anno la Vespa compie 70 anni: un'età davvero ragguardevole per lo scooter in assoluto più amato dagli italiani e in tutto il mondo, che merita di essere festeggiata come si deve, magari ricordando le tappe più importanti della sua lunga e affascinante storia, per poi cavalcare la nostra due ruote classica e recarci presso gli eventi che verranno dedicati al suo festeggiamento.
Non prima, però, di aver dato una rinfrescata alla nostra Vespa storica grazie al web, attraverso il quale non solo è possibile trovare pezzi di ricambio assolutamente originali, ma anche richiedere l'apposita assicurazione per Vespa d'epoca: un ottimo sistema per risparmiare se la vostra Vespa ha almeno 20 anni.

70 volte Vespa: una storia ricca di fascino
Il suo nome è Leggenda: la Vespa compie 70 anni fatti di brevetti dal nome impronunciabile, di passione alla portata di tutti e, soprattutto, di un'identità sempre ben chiara e mai messa in discussione dal marchio. Un fattore determinante per il suo successo, considerando che mantenere la stessa linea per quasi un secolo è stata una missione che ha richiesto tanto coraggio e tanta fiducia.

Era il 23 aprile 1946

Il 23 aprile 1946, immediatamente a ridosso della fine della Seconda Guerra Mondiale, Corradino D'Ascanio depositò il brevetto per il suo motociclo MP6, subito battezzato 'Vespa' dal mitico Enrico Piaggio. Da lì il successo fu immediato, e portò la Vespa a farsi conoscere in tutto il mondo, anche per merito dei due studenti spagnoli che nel 1962 fecero il giro del mondo in 79 giorni cavalcando le loro fidate Vespe. Per non parlare poi del film Vacanze Romane, con Gregory Peck e Audrey Hepburn in sella ad una Vespa.

L'Italia festeggia i 70 anni della Vespa

In molte delle città dello Stivale, questa data non è passata certo inosservata. Il Comune di Genova, ad esempio, festeggerà i 70 anni della Vespa questo autunno, organizzando in collaborazione con il MoMa di New York un evento culturale mirato a sottolineare la grandiosità del Made in Italy, prendendo spunto proprio dal gioiello di D'Ascanio. Anche il Museo Nicolis di Villafranca ha inaugurato il 6 luglio una mostra dedicata alla Vespa come simbolo della rinascita italiana del dopoguerra, dell'emancipazione femminile, della libertà e, ovviamente, della storia che ha accompagnato tante generazioni durante la loro fase adolescenziale.

La Vespa e le contaminazioni

Vespa non significa solo libertà in strada, ma anche tantissimi camei all'interno di settori come ad esempio il cinema. E Torino ha deciso di festeggiare i 70 anni della Vespa proprio così, ricordandola con una mostra intitolata 'La Vespa e il Cinema', e tenutasi nello spazio espositivo Adplog di Alessandro Del Piero l'8 giugno, organizzata direttamente dalla Piaggio. Ma la storia della Vespa non termina certo oggi, ed è destinata a proseguire ancora per decadi: tanti auguri alla Vespa.

Docu-film “Andrea Doria: I passeggeri sono in salvo?”: 3 domande a Giordano Petri

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A 60 anni dal naufragio l’Andrea Doria rivive nei ricordi dei sopravvissuti.
Il 25 luglio a Genova, in occasione dei 60 anni dall’affondamento, sarà presentato il docu-film “Andrea Doria: I passeggeri sono in salvo?”, che attraverso il racconto della sopravvissuta Pierrette Simpson (con l'attore nella foto, ndr) ripercorre la storia della collisione e del naufragio. Sarà una presentazione per la stampa e per gli addetti ai lavori mentre a settembre inizieranno le proiezioni per il pubblico con tappe negli Stati Uniti (si inizia de Detroit) e in Italia.
Giordano Petri vestirà i panni di un giornalista che ripercorre la storia di quei momenti attraverso i racconti dei sopravvissuti e si è detto molto emozionato di essere nel cast insieme a Fabio Mazzari, Lucia Bendia e Eva Evola. La regia è affidata a Luca Guardabascio. L’abbiamo raggiunto e gli abbiamo fatto qualche domanda.
D.: Giordano raccontaci quest’esperienza. 
G: Far parte di questo progetto è stato un po’ come far parte di quell’equipaggio. Attraverso gli occhi di Pierrette tutto il set ha rivissuto quegli attimi drammatici. Per fortuna, grazie alla generosità delle navi accorse in aiuto e il coraggio eccezionale della gente comune, quasi tutti i passeggeri furono messi in salvo. Questo docu-film è un racconto fatto con le voci dei passeggeri, dei loro familiari, di storici e di giornalisti.  Sono storie di uomini e donne alla ricerca di un futuro migliore.
D.: I tuoi progetti futuri? 
G: Ho appena finito di girare un cortometraggio sul tema delle adozioni internazionali insieme a Cristina D’Alberto per la regia di Alessandro Genitori. Il progetto si inserisce in un percorso iniziato da un po’ a sostegno di CIFA ONLUS, un’associazione che si occupa di sostenere le adozioni internazionali e soprattutto affiancare gli aspiranti genitori adottivi nel processo di accrescimento delle proprie capacità genitoriali durante il percorso adottivo. Già ad inizio anno, insieme a Keite Balde Diao, Sara Galimberti e Simona Guatieri, ho partecipato alla campagna stampa #noiconloro.
D.: Dove andrai in vacanza? 
G.:  Quest’anno  mi farò coccolare dalla famiglia e dagli amici più cari. Nessuna meta oltrealpe, mi godrò la nostra bella Italia dal nord al sud. Qualche giorno in Liguria, poi una sosta doverosa nella mia Umbria, e poi per non farmi mancare il sud una tappa in Sicilia.
Foto di Federico Guberti


Presentato il Giffoni, il 46° festival cinematografico dei ragazzi. Tema: “Destinazione”

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È stato presentato a Roma il 46° Giffoni Experience, il Festival per i bambini e i giovani che saranno ospiti ancora una volta nella cittadina campana in provincia di Salerno dal 15 al 24 luglio per condividere un’esperienza umana e di cinema unica e inimitabile. Il servizio di Luca Pellegrini: 

Torna Giffoni con i suoi giovanissimi giurati, provenienti da 51 paesi del mondo, tornano i film, che sono 175, torna l’entusiasmo e una delle più belle esperienze di cinema e di cultura che insegnano a condividere e ad assumere un atteggiamento maturo e critico in una delle fasi più delicate della crescita. Giffoni è una esperienza unica. Ogni hanno ci sono novità che Claudio Gubitosi, ideatore e direttore del Festival, annuncia con orgoglio. Gli abbiamo chiesto quali sono quelle del 2016:
R. – La novità è che Giffoni si fa, è vivo, è in salute, è in crescita e che abbiamo dovuto costruire altri cinema, perché c’è stata una richiesta enorme da parte dei ragazzi. Pensate che siamo arrivati a 4150 giurati. Parlare di novità è sempre particolare per Giffoni, perché l’impostazione dell’evento culturale sta lì, è forte quest’anno. La complessità del progetto di Giffoni è che è composto da tanti programmi. Certo, quello di luglio è la parte più visibile, la parte più forte, quella storica. Siamo arrivati a 46 anni. La domanda la prendo come uno spunto, perché la novità è proprio il fatto che un’idea che ha 46 anni non è ancora nata. Nel senso che è talmente forte ed attraente, che mette a dura prova tutto quello che è la nostra organizzazione. Avremo momenti importanti dove i ragazzi e le famiglie potranno ritrovare un loro modo di amarsi e pure di conoscersi. Abbiamo costruito un cinema tutto per le famiglie. Questa è una scelta di politica culturale. Ho voluto dare un grande segno ai giovani del cinema italiano, a quelli noti e a quelli non noti. Quindi tanto cinema italiano, senza escludere ovviamente i talenti internazionali.
D. - Quest’anno Giffoni sceglie un tema che è in sé un obiettivo: “Destinazione”. Ce lo vuole spiegare?
R. – Guardi, è un tema aperto. Cosa succede ad un ragazzo a Giffoni? Si conosce, si mette a nudo, si guarda allo specchio, accetta la propria personalità, accetta la propria identità e anche la propria diversità. E’ in quel momento che Giffoni dà l’opportunità di creare, come quest’anno farà, la destinazione di ognuno di noi o le varie destinazioni. La cosa importante è che si parte sempre da un punto per arrivare alle destinazioni. Ma non è solo questo: immaginate quelli che invece scelgono l’Italia e l’Europa per vivere e invece muoiono. C’è tutto un lavoro quindi che faremo durante questo evento. C’è un’Europa in grande movimento. Questo è un interrogativo che si debbono porre tutti. Noi da Giffoni facciamo solo provocazioni. Ed io sono sicuro che i ragazzi che hanno scelto questo tema, sapranno viverlo nel migliore dei modi e forse, perché no, diranno anche a noi quali destinazioni poi prendere.
D. - Lei Gubitosi compie quest’anno 65 anni d’età: 46 li ha passati dedicandosi al Festival che ha creato. Che cosa significa per lei avere raggiunto questa meta?
R. – Di avere fatto una cosa che ha lasciato il segno nel tempo, ma che si è auto rinnovata anno per anno e che il tempo non ha corroso, anzi non ha toccato. E il fatto che ci siano decine di migliaia di bambini che non conoscono Giffoni, ma che vogliono venire, lo dice chiaramente. Quindi avere investito la mia vita in questa idea e aver reso famoso Giffoni; avere investito la mia vita nel mio Paese, in questa idea, e nello stesso tempo, avere intuito che il mondo cambiava e che si doveva stare al passo con i tempi, con i ragazzi, e quindi fare quello che loro volevano e non quello che tu desideravi. Quando arriveremo a regime, i ragazzi saranno felici di lavorare e avranno una casa: Giffoni. Luca Pellegrini, Radio Vaticana, Radiogiornale dell'8 luglio 2016.

Aupi, NELLA CAPITALE UNO PSICOLOGO OGNI 300 ABITANTI. CRESCE L'ALLARME DISOCCUPAZIONE

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L’Italia è al primo posto, rispetto al resto d’Europa, per il numero di psicologi iscritti all’Ordine. Si tratta di cento mila professionisti ma, a differenza degli altri Paesi, solo la metà di loro lavora e questa professione fatica a decollare. Dati in controtendenza e nessuna intenzione di invertire la rotta, almeno così sembra.
La scorsa settimana l’Aupi, l’associazione unitaria psicologi italiani, tramite il suo segretario generale, Mario Sellini, aveva lanciato l’allarme ed esortato i giovani studenti a non iscriversi alla facoltà di Psicologia, poiché – drammaticamente – la possibilità di lavorare è pari a zero. I numeri dei laureati e degli iscritti all’Ordine aumenta di anno in anno in maniera esorbitante. Ed oggi c’è un altro dato ad indicare una situazione davvero esplosiva: nella Capitale si può trovare uno psicologo ogni 300 abitanti.
Secondo una ricerca che l’Ordine degli Psicologi aveva commissionato ad Eurisiko nel 2014, tra i 45 mila che al momento della ricerca lavoravano solo seimila avevano trovato posto in strutture pubbliche. Un migliaio lavorava presso gli enti locali, gli altri esercitavano la libera professione, ma con livelli di reddito molto bassi, tranne in piccoli casi, di professionisti con studi avviati e grande esperienza.
“Il punto è che a Medicina, per esempio – spiega Sellini - i posti vengono decisi sulla base di quanti medici potrà assorbire il sistema sanitario. A Psicologia no. E pensare che a Roma la facoltà si chiama Medicina e Psicologia… E come se non bastasse i laureati che vogliono continuare il proprio percorso accademico e frequentare una scuola di specializzazione, non hanno molte chance: ci sono circa 100 posti in tutta Italia per 15 scuole di specializzazione. Con la beffa che il Miur ha autorizzato numerose scuole di specializzazione private che rilasciano un titolo equipollente a quello pubblico. Possibile che nessuno vigila su questo? Se a Roma si trova uno psicologo ogni 300 abitanti la responsabilità è delle Università che non orientano oppure orientano male? E intanto il contributo pubblico arriva – circa 6 mila euro l’anno per studente universitario – ma è del tutto sprecato, senza una pianificazione seria dei corsi di studio. Come AUPI – conclude Sellini – cercheremo di approfondire la questione e se ci sono delle responsabilità precise, qualcuno dovrà risponderne. Per il momento invitiamo ad una seria razionalizzazione dei posti nella facoltà di Psicologia e, contemporaneamente, ci rivolgiamo gli studenti e le loro famiglie affinchè prendano in considerazione il nostro appello”.

Cinema, Mario Acampa protagonista in “Press, storie di false verità”: alla prima 10 minuti di applausi. L'intervista

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Uno straordinario debutto nelle sale per Press, sala piena per la prima e 10 minuti di applausi. La storia è avvincente: un giornalista ambizioso pronto a tutto pur di dimostrare quanto vale, anche a modificare la realtà dei fatti...e allora ecco che prende vita una commedia esilarante fatta di notizie inventate, personaggi talmente veri da essere assurdi e un pizzico di amaro in bocca. Questa la ricetta di “Press, storie di false verità”. Protagonista della vicenda Mario Acampa, attore e conduttore prima di Rai Ragazzi e poi sui palchi nazionali e sui set internazionali.Volto di numerose fiction e campagne pubblicitarie.

Il film è diretto dai due giovani e talentuosi registi Paolo Bertino e Alessandro Isetta, prodotto da Luna Film in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
Una commedia agrodolce, fresca, che rispecchia però la realtà dell’attuale mondo del lavoro e ironizza con intelligenza e soprattutto con una pesante domanda sulla coscienza: Cosa sei disposto a fare per emergere?
Pressè stato girato interamente a Torino con il contributo del MiBACT (opere prime e seconde), il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, la consulenza di FIP Film Investimenti Piemonte.
Un debutto al cinema importante, come ti senti?
Mi sento pronto. E’ stata un’avventura incredibile quella di Press, ho preparato il ruolo di Maurizio Nardi fino in fondo senza risparmiarmi. Mi sono divertito e a volte mi sono commosso... insomma è il momento di condividerlo col pubblico.

Come ti sei preparato?
Ho la fortuna di avere un’actor coach americana che mi ha guidato e soprattutto mi ha insegnato a non giudicare il mio personaggio. Maurizio non è solo un uomo senza scrupoli, è anche un ragazzo che crede nel suo lavoro e affronta per la prima volta il muro della realtà contro i propri sogni. Ho cercato di guardare alla sua forza, alla sua intraprendenza e il resto è stato un gioco.

E’ vero che andavi a cavallo per rilassarti nelle pause?
(ride) sì!! come lo sai? Era l’unico modo per scaricare la tensione e non pensare. Ho lavorato per mesi tutti i giorni e le mie convocazioni all’alba non lasciavano molto tempo. Però appena avevo due ore correvo con Gibly (il suo cavallo bianco ndr). E’ stato terapeutico.

Prima la tv poi il cinema e adesso?
Ad essere precisi prima il teatro. Non rinnego le mie origini, sono stato Primo Attore allo stabile privato di Torino per tanti anni e ho imparato tanto come attore e come uomo. Poi il Nazionale di Milano, tempio del musical e Rai Ragazzi che di sicuro è stata una finestra da conduttore incredibile. Mi piace alternare...mi fa sentire vivo e mi fa confrontare sempre con nuovi stimoli, è vitale per me

Adesso però sei già su un nuovo set? una produzione americana con molte star Hollywoodiane!
Ebbene sì, sto girando “Ulysses” e la produzione è per metà americana. Insieme a me sul set c’è Danny Glover (il collega di Mel Gibson in Arma Letale), Udo Kier (in Armageddon ma soprattutto in praticamente tutti i film di Lars Von Trier), Gianni Capaldi, Jessica Polsky, Charlotte Kirk, Sigal Diamant, Ariana Rodriguez, Christopher Jones, Cassandra Gava e Stewart Arnold.
Io sarò il dio Hermes e non sarò affatto convenzionale... (ride, ndr) per ora tutto top secret.

Non è la prima volta su un set americano, hai lavorato con Tom Hanks...
Già...se ci penso non me ne capacito. Ron Howard mi ha scelto per un’apparizione a Budapest in Inferno, dalla trilogia di Dan Brown. Tom è un professionista instancabile, ho imparato così tanto in quei giorni...la concentrazione, la gestione delle emozioni. E’ un maestro, ma soprattutto un uomo umile e simpaticissimo.

Cosa ha fatto appena vi siete visti?
Si è presentato! “Hi! I’m Tom!” e io gli ho risposto “E si...lo so...”. Si è messo a ridere. E’ stato molto amichevole. Ho passato dei giorni bellissimi.

E adesso Press come protagonista sul grande schermo. Di cosa parla il film?
Press è una commedia dei giorni nostri ed è intrisa di comicità ma anche di drammaticità, così come è la vita in fondo. E’ la storia di un giornalista pronto a tutto pur di salvare il suo posto e avere successo. Le sue ambizioni e la sua rabbia a volte gli fanno dimenticare la coscienza e a quel punto si trova al bivio...cosa sceglierà? non ve lo posso dire.

Quanto c’è di te in Maurizio Nardi?
Provo a mettere in tutti i personaggi che faccio la verità delle emozioni che provo nella mia vita. Maurizio rispecchia il dark side di tutti quelli che vorrebbero fregarsene di ogni cosa e fare come gli pare. In questo un pò mi ci ritrovo, non mi piacciono le costrizioni, cerco di lottare per ciò in cui credo e sono un ribelle. Dall’altra parte Maurizio Nardi è spudorato e senza scrupoli e io sono l’esatto opposto! Sono un uomo piuttosto sensibile e non riesco a farmi scivolare tutto addosso

Nella vita privata intendi? come fai ad averne una tra il set e il palco?
E infatti è impossibile! (ride) Sono molto felice di quello che faccio e ringrazio Dio ogni giorno per il sostegno delle persone che mi seguono e che credono in me. Certo viaggiare tanto e concentrarsi sul lavoro comporta dei sacrifici...non sempre riesco a pensarci col sorriso...Allontanarmi dalla famiglia e non riuscire a vedere gli amici a volte fa male...però sono circondato da persone meravigliose, mi sento molto fortunato. E poi da poco sono zio e quindi mi sforzo di essere più presente possibile!

E tuo nipote?
Non perché è mio nipote, ma è il più bello del mondo! (ride). Si chiama Mario come me in onore dei nonni di entrambi i genitori. Mia sorella è una donna davvero meravigliosa e il suo compagno altrettanto. E’ lo zio ad essere sempre sul set! Prima o poi ce lo porto...Guarda in questa foto quanto è bello! (ndr, mi fa vedere le foto sul cellulare e per un attimo si dimentica pure di Press)


Prossimi impegni? Vacanze?
(sorride) Non ho bisogno di andare in vacanza! Mi diverto troppo per fermarmi! Ancora per tutto luglio sono sul set di Ulysses nei panni di Hermes, e poi ad agosto inizio l’allestimento di un nuovo spettacolo al Nazionale di Milano con la regia della meravigliosa Chiara Noschese, lavorare con lei è una delle gioie più grandi della mia vita. Non vedo l’ora di cominciare! E poi a settembre un pò di novità...ma per ora non dico nulla e mi godo Press al cinema! Vi aspetto tutti in sala!



DIEGO MANCINO, in radio “Succede d’estate” il nuovo singolo. Nel video Ambra Angiolini

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Sarà in radio da venerdì 8 luglio il nuovo singolo di Diego Mancino, “Succede d’estate”,  tratto dall’album “Un invito a te” in pubblicazione a settembre per Universal Music Italia.
Il brano, scritto interamente da Mancino, è accompagnato da un video interpretato dal cantautore insieme ad Ambra Angiolini e Lorenzo Quaglia e diretto da Yuri Santurri e Davide Tofani (Trilathera) in anteprima su Corriere.it  bit.ly/DiegoMancino
Cosi lo racconta Diego: 
“Abbiamo rappresentato l’assenza con tutto l’amore che potevamo.
L’assenza di una casa l’assenza dell’estate stessa, del cibo del vino e dell’amore.
Ambra è una donna che dà le vertigini, quando ho visto come lavora mi sono reso conto di essere davvero fortunato, questa canzone come questo video, sono pieni di empatia e questo ci lega molto come amici.”

Acquista e Ascolta qui: https://umi.lnk.to/SDE
Diego Mancino, già autore di brani di successo (interpretati tra gli altri da Francesco Renga, Emma, Noemi e Cristiano De Andrè) dopo essersi affidato a Music Raiser, piattaforma leader nel crowdfunding musicale in Italia, per finanziare la registrazione del suo nuovo album d’inediti “Un Invito A Te” ha firmato con Universal Music Italia. Diego Mancino inizia Il suo percorso cantautorale dopo la decisione di lasciare il sound più duro che aveva caratterizzato i suoi precedenti lavori . Nel 2005 pubblica l'album Cose che cambiano tutto, che riceve molti elogi dalla critica specializzata. Nel 2006 registra con Fabri Fibra il brano Idee stupide, presente nell'album del rapper, Tradimento. Nel 2008 pubblica il suo secondo album, L'evidenza. Nel 2011 insieme a Matteo Buzzanca è coautore di musiche e testi del singolo Odio tutti i cantanti e coautore del testo di Musa contenuti nell'album RossoNoemi di Noemi. Nello stesso anno collabora con Daniele Silvestriall’album S.C.O.T.C.H. nel brano Acqua Che Scorre. Collaborazione che si rinnova anche nel recente Acrobati nel branoL’Orologio. Nel 2012, Mancino partecipa come autore al Festival di Sanremo con il brano La Tua Bellezza (scritto insieme aDario Faini) ed interpretato da Francesco Renga. Nello stesso anno è autore del brano La felicità che Nina Zilli pubblica nel suo album L'amore è femmina. Nel 2012 pubblica il suo terzo album È necessario. Nel 2014 partecipa al Festival di Sanremo come autore di Un uomo è un albero di Noemi Il cielo è vuoto di Cristiano De André. Nel 2015 ha cofirmato due brani del nuovo album di Emma “Adesso”: Quando le canzoni finiranno ed Il Paradiso Non esiste. Quest’ultimo brano è il singolo scelto per promuovere l’album nell’estate 2016. A settembre 2016 verrà pubblicato il nuovo album “Un Invito A Te”.
Foto di Viola Damiani

A Zucchero il 10 luglio l'ISCHIA HUMANITARIAN AWARD per il brano “Streets of Surrender"

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Domenica 10 luglio ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI a ISCHIA riceverà l’“ISCHIA HUMANITARIAN AWARD”, uno dei premi speciali della 14esima edizione dell’“Ischia Global Film & Music Fest”, assegnato all’artista in quanto autore con Bono del brano “Streets of Surrender (S.O.S)”.
Contenuta nel suo ultimo disco di inediti “Black Cat”, Streets of Surrender (S.O.S) è una canzone contro l’odio, scritta a seguito della tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi, un inno alla libertà.
È in rotazione radiofonica “13 BUONE RAGIONI”, il nuovo singolo di ZUCCHERO “SUGAR” FORNACIARI estratto da “BLACK CAT”, (certificato oro). Prodotto dal celebre Don Was, “13 buone ragioni” è un brano coinvolgente, ricco di suggestioni e allegorie raccontate con sarcasmo e ironia, il cui videoclip, diretto da Gaetano Morbioli per RUN Multimedia, è visibile al seguente link: http://vevo.ly/a2urGU.

“BLACK CAT” è prodotto da tre grandi nomi del panorama internazionale, T Bone Burnett (Elvis Costello, Elton John, Tony Bennett e altri), Brendan O’Brien (Bruce Springsteen, Pearl Jam, Bob Dylan e altri) e Don Was (The Rolling Stones, Iggy Pop, Bob Dylan e altri), e si compone di 13 brani dalle nervature rock-blues. L’album annovera, anche, la collaborazione artistica di Bono, che in seguito alla tragedia avvenuta al Bataclan di Parigi ha scritto con Zucchero il brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)”, la partecipazione alle chitarre di Mark Knopfler, che suona sia nel brano “Streets Of Surrender (S.O.S.)” sia nel brano “Ci si arrende” e il contributo artistico di Elvis Costello che ha scritto la versione inglese del brano "Love Again", dal titolo "Turn the world down" (canzone presente solo nelle versioni estere di “Black Cat”).

“BLACK CAT” verrà presentato live da Zucchero in anteprima mondiale all’Arena di Verona, dal 16 settembre, nei suoi unici 11 concerti in Italia per tutto il 2016, prima tappa di un tour che impegnerà l’artista in tutto il mondo. Saranno “10+1” gli show previsti a settembre in cui l’artista porterà in scena uno spettacolo unico, regalando così al pubblico la possibilità di vivere un’esperienza inedita e irripetibile attraverso i suoi nuovi e vecchi successi. RTL 102.5 è la radio media partner ufficiale dell’“Arena di Verona - 10 + 1 show”, evento organizzato da F&P Group. I biglietti sono disponibili sui circuiti TicketOne e nelle prevendite abituali.

Durante gli undici appuntamenti live, la città di Verona si trasformerà nella “città di Zucchero” grazie anche a delle iniziative collaterali che mirano a consolidare il rapporto tra l’artista e la Città.
Verrà infatti allestita nei pressi dell’Arena di Verona una mostra interamente dedicata a Zucchero, una retrospettiva per celebrare, attraverso immagini e parole, una tra le carriere più importanti della musica italiana e non solo. Un’occasione per rivivere le numerose tappe e i momenti di successo degli oltre trent’anni di attività del bluesman italiano, dagli esordi fino ai riconoscimenti internazionali.

Tra i maggiori interpreti del blues in Italia, Zucchero (all’anagrafe Adelmo Fornaciari) nella sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi, di cui 8 milioni con l’album “Oro, incenso & birra”. Oltre ad essere il primo artista occidentale a essersi esibito al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino, Zucchero è anche l’unico artista italiano ad aver partecipato al Festival di Woodstock nel 1994, al Freddie Mercury Tribute nel 1992 e a tutti gli eventi del 46664 per Nelson Mandela. È inoltre l’unico artista italiano nominato ai Grammy con Billy Preston ed Eric Clapton come best "R&B Traditional Vocal Collaboration”. Il suo concerto nel dicembre 2012 all'Istituto Superiore di Arte di L'Avana è ritenuto il più grande live mai tenuto da un cantante straniero a Cuba sotto embargo. La sua musica si è estesa oltre i confini nazionali grazie anche alle numerose collaborazioni con artisti internazionali del calibro di Bryan Adams, The Blues Brothers, Bono, Jeff Beck, Ray Charles, Eric Clapton, Joe Cocker, Elvis Costello, Miles Davis, Peter Gabriel, John Lee Hooker, B.B. King, Mark Knopfler, Brian May, Luciano Pavarotti, Iggy Pop, Alejandro Sanz, Sting e molti altri.
Foto di Meeno

GALATONE, LA SUA REGINA E IL TASSELLO MANCANTE

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GALATONE (Lecce) - L’autostrada accompagna la mia voglia d’arrivare. Nell’ultima sosta il frinire ciclopico delle cicale m’occupa l’udito. Rumoreggiano cadenzate da folate di vento secco, sembrano dare canto alle piante.
A sud, nel sud, con tutta la voglia di sole che disseta la mia solita voglia di vivere, con l’emozione di un Premio e il piacere di rivedere Regina Resta, una cara amica di penna, fra poco si ricomincia ed io ci sarò. Già mi prende il Salento. Già la calma la senti negli ulivi, la vivi con la gente. È caldo ma non c’è deserto ed il sorriso disponibile dell’albergatore mi fa sentire famiglia: solo in essa vale la vita, solo in essa c’è l’andare ed è sempre essa che ti dona speranza. Parcheggio davanti a grosse foglie di fichi d’india piene di verdi frutti. La terra è arsa e la polvere s’alza, sollevata da uno scirocco bollente. Dei gattini miagolano. Conoscono gli ospiti e sanno che il loro saluto sarà ricambiato, più tardi, con del buon cibo.
Scanso le borse, stacco il vestito, trascino anche una valigia, poi abbasso la testa sotto un magnifico fico. Finalmente l’ombra e l’atrio esterno della stanza. L’accoglienza è già parte di ciò che mi aspettavo. Mi piace quel caldo secco ventoso e quello scambiarsi parole, intensamente umili, con chi li lavora. Alle diciotto ci ritroviamo nella piazza tra il Santuario e il Palazzo Marchesale. Vedo tante facce curiose: eccoli gli artisti, se ne vede l’abbigliamento e se ne sentono gli accenti. L’Europa può divenire piccola se c’è l’incontro, se tutti nel dialogo cerchiamo il giusto comune presente. Confesso che quel che avrei ascoltato di lì a poco, non me lo aspettavo. Mi convinco sempre più che il caso arricchisce il fato e che certi attimi scaturiscono improvvisi e d’impatto ti cambiano la mente … e la vita!

È l’ora dove le parole dei grandi debbono essere ascoltate. La sera porta un vento che frescheggia le membra e che aiuta la mente a comprendere la pace. Tra le sedie in ordine militare, mi trovo con a fianco un lui che poi vi dirò, e di spalle, sulla fila davanti, una scultrice di stoffe. Entrambi m’hanno passato l’incanto. Il primo Goffredo Palmerini che poi sul palco regalerà energia e chiarezza di vita. La seconda, Gabriella Pucciarelli, con l’amicizia e la sua capacità di creare l’emozione, la sofferenza, con le sue mani creare la stravaganza di visi reali che ti bruciano dentro: li sentivo parlarmi e ne sentivo il soffio vitale. M’alzo, è caldo, in piedi vicino un uomo che mi parla di cose semplici e d’arte. Non so chi sia, ma il suo viso è noto. Si presenta: Carlo Roberto Sciascia, noto critico d’arte. Ci scambiamo parole e simpatia, mi fa tornare la voglia di dipingere … forse lo farò! Con lui l’arte si tocca con mano, te la sa spiegare con la passione di chi conosce ed ama il proprio lavoro. Per due sere, allo stesso tavolo, ho avuto, per me, un professore speciale …. Grazie di questo. 

L’ora s’appresta alla notte, le persone si siedono attente, molte sotto il palco e tre sopra, a sinistra Rosa Nicoletta Tomasone, scrittrice e presidente del Centro Culturale “Luigi Einaudi” di San Severo. Al centro Hafez Haidar, candidato al premio Nobel per la Pace, poeta e romanziere, libanese per nascita ed italiano d’adozione, è docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’Università degli Studi di Pavia. A destra il mio e vicino di sedia Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, per molti anni amministratore e vice sindaco dell’Aquila. Tre persone di quelle che vanno nell’oltre dell’intelligenza, affiancandosi all’umanità e dettando all’andare le proprie regole, come se il destino le rispetti e da esse prenda spunti.

Il dialogo tra tre grandi genera silenzi, l’ascolto è totale, non m’aspettavo personalità di questo livello: cara Regina, grazie per avercele fatte conoscere. Il Premio è cosa bella ma sentire chi ti completa dentro è “dono del cielo”! Mi soffermerò sul prof. Hafez Haidar. E’ da molto che mi si pone un conflitto tra sentire e razionalità. La domanda è: Islamismo e Cristianità, cosa fare? O forse meglio, nel mio caso: cosa pensare? Il Professore con semplicità entra nell’incontro …. Parlo d’incontro e non di scontro. Ciò che mi ha colpito, che può sembrare una banalità, è che se c’è un conflitto, la prima cosa è il dialogo, non si può rimanere sulle proprie posizioni sperando che l’altro ceda. Bisogna impegnarsi nella ricerca di ciò che di umano ci unisce, se rimaniamo su posizioni proprie è inutile poi dire che si cerca la Pace. 

Caricato dall’ascolto collettivo e dalle sue forti convinzioni, il prof. Haidar spiega di Abramo e dei suoi figli Ismaele e Isacco, di Agar e di Sara: dei fratelli che hanno dato all’umanità il loro messaggio di figli di un unico Dio … stesso padre ed unico Dio …. Poi oltre, in questa sera galatonese, solo il coraggio di Hafez Haidar, l’urlo di un uomo che in prima persona cerca la Pace. E’ stato proposto al premio Nobel proprio per questo … Il tassello mancante è il coraggio delle proprie idee, il coraggio di lottare per l’una e l’altra parte, senza distinzione …. Ecco cari amici, questo è il ponte per il cambiamento. L’aria fresca aiuta il respiro, le emozioni prendono meglio se ci si trova nell’ambiente giusto. Hafez è sceso dal palco ed ho avuto il bisogno di stringergli la mano …. Gli ho sussurrato … grazie del “tassello mancante”. E dentro di me: grazie di esistere! Nell’esempio comprendo le cose, nella semplicità di un’umanità vera mi lascio coinvolgere.
Roberto Ioannilli

RomaèModa, il 20 luglio le collezioni di Mario Orfei, Abitart di Vanessa Foglia e B Glam

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In via Della Croce, nel cuore pulsante di un città dove la bellezza da sempre dimora, il 20 luglio alle 21 si terrà un evento eccezionale: RomaèModa.
Oltre la moda. Oltre il luogo comune delle passerelle. RomaèModa e un insieme ulteriore di idee. E' una rete di imprese che si incontrano in un centro virtuoso per generare idee di bellezza, iniziative ricche di energia. ABITART di Vanessa Foglia, B GLAM e Mario Orfei presenteranno le loro collezioni autunno/inverno 2016/17 sotto il cielo di Roma.
Un' idea dell'essere insieme, tenendosi per mano. Una sfilata di moda come un modo d'essere in infiniti modi ma univocamente uniti. Accompagnerà la sfilata B GLAM il cantante Vito Iacoviello che interpreterà Mina in modo inedito in MINA DIVENTA ROCK!, un medley di 20 minuti dei brani più conosciuti della famosa cantante riarrangiati in chiave rock. Direttore artistico del progetto Nadia Patti. L'arrangiamento delle chitarre  è di Gabriele Bertozzi. La sfilata ABITART, invece, sarà accompagnata dalle note di Sally Moriconi e dalla ballerina Dominga Giardullo. Ricco il parterre di volti noti che verrà ad ammirare la magia di RomaE’Moda. Fotografi moda Franco Olivetti e Salvatore Dragone. Make up & Hair Style a cura di Gruppo Spanò, direttore creativo Luca Barile. RomaèModa ha il Patrocinio del Municipio Roma I. 

AbitArt di Vanessa Foglia
Panta Rei, tutto scorre nel fiume della via. E' la saggezza dell'Antica Grecia che fluisce eterna e ancora oggi ci attraversa. L'ispirazione di Vanessa Foglia s'immerge in quella filosofia, s'ispira per le sue creazioni per forme, colori e accostamenti che non solo disegnano una figura femminile sempre in evoluzione, ma si traducono in messaggio vitale ed emozione pura. La collezione di Vanessa Foglia è quindi complessa e completa. Rimanda bagliori che vengono da un sempre infinito e sostano in approdi fantastici tra zampilli ricchi di simbologie. Approdi le cui rive si chiamano: Logos, Ethos, Pathos, Kosmos, Alfa e Omega.
-Logos è il Pensiero. E' la Parola. Ed anche il Racconto e l'Enumerazione. Ed ecco che questa linea azzarda uno stile concettuale libero che riassume suggestioni opposte eppure mirabilmente conciliate: il gusto per lo Chic e l'energia del Rock.
-Ethos è il carattere, il temperamento. E' quel modo di apparire che si fa ricordare; che viene dalla ricchezza elegante di ieri ma sa raggiungere la vitalità dell'oggi in geometrie sinuose e sensuali
-Pathos è il senso delle emozioni, la forza dell'irrazionale e dell'istinto che sempre anima il lavoro di un artista. Questa linea è narrata dal pregio di tessuti classici declinati in forme inusuali interrotta da fasce in punto Milano che ricordano l'estetica disinvolta dell'abbigliamento ginnico.
-Alfa e Omega sono la prima e l'ultima lettera dell'alfabeto greco. Un insieme di pensiero e di esistenza. Questa linea riassume il detto e il non detto. Il sogno e la realtà. Colori intensi e profondi. Accostamenti straordinari in stampe macro-dettagliate. La collezione Panta Rei è un percorso d'amore. Una navigazione tra le onde delle emozioni. E' ispirata eppure ispiratrice. E da tutto questo non poteva non nascere un dipinto.
-Kosmos Il quadro che Vanessa Foglia ci regala pone su uno sfondo monocolore la verità di forme elementari. Grafismo che si esprime in un segno morfologicamente puro come un abbraccio metafisico, un morbido intreccio spirituale


Mario Orfei
presenta
DANDY RIVERSAL
la collezione uomo inedita autunno-inverno 2016/17


(Roma): Dandy Riversal è una collezione dallo spirito raffinato e dedicata all’uomo padrone di sé stesso, a suo agio in ogni luogo osando nello stile. I capi creati da Mario Orfei sviluppano una proposta di tessuti performanti e una gamma di tinte uniche e preziose. Dal bianco alle nuance più scure. Un look da moderno dandy che indossa capi dalle texture ricercate. Focus su abbinamenti spezzati che rinnovano la monotonia del classico completo. Ritornano il gessato e il Principe di Galles abbinati a tinte più decise come i marroni e i blu. I capi spalla sono abilmente sagomati e avvolgenti e si impreziosiscono di dettagli ed effetti fur.
I pantaloni sono a vita alta e morbidi sino alle caviglie caratterizzati da una cura estrema del dettaglio e delle lavorazioni tradizionali, ma con uno spirito in perfetta linea con la velocità della vita moderna. La collezione uomo spicca per la sua energia istintiva e la sua vitalità creativa. Una proposta valida capace di impressionare gli spettatori per il suo estro. A una marcata abilità tecnica e d’innovazione si unisce una sapiente rielaborazione della tradizione manifatturiera italiana, per un progetto dinamico e dall’immagine internazionale. Il lavoro di Mario Orfei, alla sua prima collezione personale, è il risultato di un’accurata e ampia attività̀ di ricerca e di una sperimentazione che spicca per le sue eclettiche ispirazioni, frutto delle esperienze professionali del designer.


BGLAM
presenta
ONE MORE TIME
la collezione donna autunno-inverno 2016-17


(Roma): Quarant’anni dopo B GLAM rende omaggio allo stile dei mitici anni ‘70, il decennio in cui la donna diventa sempre più protagonista ed emancipata e la moda ne prende atto donandoci dei veri e propri must have senza tempo. Gli anni 70 si muovono sulla scia di rinnovamento che aveva caratterizzato il decennio precedente: fermenti sociali, lotte per l'indipendenza, arte sempre meno convenzionale. Tutto questo è il background di un mondo in continuo divenire, mentre il glamour e lo spirito anticonformista convivono in un unicum sociale.
Da qui B GLAM e il suo art director Mario Orfei prendono ispirazione per dare vita alla sua collezione autunno/inverno 2016-17. Gli anni ‘70 e la loro rivoluzionaria freschezza si fondono con l'elegante compostezza dello stille collegiale con ispirazioni dal gusto British. La classica divisa da college facoltoso viene rivisitata nei tessuti jacquard, pelle e pied de poule mescolati a colori intriganti e a vari giochi di lunghezze.
La collezione B GLAM è caratterizzata da capi d' abbigliamento dai colori caldi impreziositi da grafiche geometriche e da stampe floreali dal gusto retrò. Pantaloni a zampa, gonne a 3/4 e giacche in tessuti operati si sposano con raffinate bluse e camicie di georgette che conferiscono un tocco sexy e glamour per una donna sempre più emancipata e indipendente.
I colori caldi della terra si miscelano a stampe in devorè, alla morbidezza del punto Milano e del suede, dando vita a capi di elevato confort per vestire con eleganza e disinvoltura la donna nel suo quotidiano.
Non possono mancare abiti con diverse lunghezze che catturano a pieno il tema optical, concretizzato dai contrasti cromatici del panna, nero e blu; da tagli curvi e seducenti come la musica di quell'epoca. Lo sportswear è distinto da tessuti moderni e innovativi come il neoprene lavorato a laser e stampe tecniche.
Focus sul total black veste una donna intrigante e misteriosa, i capi spalla mixano pelle e tessuti damascati. Gli abiti vengono sagomati sul corpo e arricchiti da riflessi luminosi conferiti da paillette, da rifiniture metalliche e da laminati gold. La collezione è una equilibrata fusione tra modernità e passato e trasporta perfettamente il glamour anni 70 in un'evoluzione di stile davvero all' avanguardia.

"Bianconeri. Juventus Story" arriva al cinema dal 10 al 12 ottobre: ecco il trailer ufficiale

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Prendete la squadra che più di ogni altra ha vinto tutto quello che si poteva desiderare vincere. Aggiungete una famiglia che ha fatto la storia d’Italia e della sua industria: gli Agnelli. Gli ingredienti per dar vita a un film che tenga attaccati allo schermo ci sono già tutti.

È stata questa l’intuizione dei fratelli Marco e Mauro La Villa, che firmano la regia di Bianconeri. Juventus Story (prodotto da Marco e Mauro La Villa e Damien Mastroprimiano), il film in arrivo nelle sale italiane solo per tre giorni, dal 10 al 12 ottobre, distribuito da Nexo Digital e Good Films (elenco dei cinema su www.juvestory.it. Trailer https://youtu.be/dt4MaqOVii4. Kit fotografico: https://we.tl/4cepLaqzNG).

La Juventus F.C. è la società di calcio più famosa e vincente d’Italia. Viene fondata a Torino il primo novembre del 1897 da un gruppo di amici uniti dalla passione per il football, quello sport così speciale da poco “importato” dall’Inghilterra. Nasce così, quasi per gioco, il team più glorioso del campionato italiano. Nel 1923 la Juventus viene acquistata dalla famiglia Agnelli, risultando a oggi la sola squadra professionale ad aver mantenuto la stessa proprietà per quasi un secolo.

Costruito con un sapiente mix di immagini esclusive, interviste ai nomi più illustri del calcio mondiale, video di repertorio emateriali inediti provenienti dagli archivi privati della società, Bianconeri. Juventus Story è il film indipendente attraverso cuiMarco e Mauro La Villa raccontano per la prima volta la storia ufficiale del club, ma è anche un viaggio attraverso le fasi salienti che hanno contribuito a costruire il sogno della Juventus fino alla conquista della terza stella ed è il racconto, intimo e appassionato, della “storia d’amore” tra la squadra e la famiglia Agnelli. Su grande schermo i fan di tutta Italia ritroveranno alcuni dei momenti più emozionanti, intensi, drammatici e trionfali della storia della squadra bianconera: dall’acquisto segreto di Platini alla tragedia dello stadio Heysel di Bruxelles, dall’arrivo di Roberto Baggio all’era Lippi, dalla retrocessione in B alla straordinaria stagione 2015/2016. Sempre uniti e determinati, sempre “fino alla fine”, come recita il motto dei giocatori.

Narrato dal Candidato al Premio Oscar Giancarlo Giannini, il film vede tra i produttori esecutivi Lapo Elkann e David Franzoni, sceneggiatore del film Premio Oscar Il Gladiatore, oltre che la collaborazione speciale del Premio Oscar Ennio Morricone.

Ma Bianconeri. Juventus Story è anche un libro pubblicato da Rizzoli, disponibile in libreria dal 13 ottobre, in occasione dell’uscita del film nelle sale. Il volume di Marco e Mauro La Villa, con testi di Gianluigi Buffon, Alessandro del Piero, Andrea Agnelli, John e Lapo Elkann, racconta per la prima volta la storia ufficiale del club attraverso i suoi momenti chiave, compresi scandali e tragedie. Un oggetto imprescindibile per ogni tifoso, costruito con materiali inediti provenienti dagli archivi privati della società: fotografie, documenti e interviste.

Spiegano i registi Marco e Mauro La Villa: “Nati Juventini, abbiamo avuto l’idea di realizzare ‘un film’ sulla nostra amata Juventus in onore di nostro padre, Rosindo La Villa, bianconero sfegatato. Ci siamo tuffati immediatamente nella ricerca per trovare ‘una storia’ che potesse comunicare al mondo chi è davvero la Juve. Dopo la prima fase di ricerche, era chiaro che la famiglia Agnelli sarebbe stata protagonista: c’è un legame tra gli Agnelli e la squadra che non esiste in nessun’altra parte del mondo e in nessun altro sport. Per questo nelle parole dell’avvocato Gianni Agnelli abbiamo trovato in fondo una delle chiavi del nostro film: “La vera gara tra noi e le squadre milanesi -spiegava- sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda”.  Partendo nel 1981 con la grande squadra di Trapattoni e Liam Brady, la storia della Juve continua con tutti i suoi alti e bassi e le svolte inaspettate verso quella terza stella che sembrava irraggiungibile! Lavorare per gli ultimi 5 anni direttamente con la società, i giocatori e la famiglia Agnelli è stato impegnativo ma soprattutto meraviglioso: speriamo di aver portato a termine nel modo migliore l’obiettivo che ci eravamo prefissati: portare questa epica storia d'amore sul grande schermo per il pubblico Juventino in Italia e nel mondo.”

Lapo Elkann racconta: “Quando Marco e Mauro La Villa sono venuti da me con l’idea di realizzare un film indipendente sulla Juventus, due cose mi sono state immediatamente chiare: la loro “Juventinità” era innegabile così come la loro determinazione a portare questo film sul grande schermo. Essendo stato coinvolto sin da principio e avendo seguito l'intero sviluppo del progetto nel corso di questi anni –dall’elaborazione dello script sino all’uscita cinematografica- è con grande orgoglio che posso definirmi produttore esecutivo di questo importante, emozionante e appassionante film”.

Aggiunge Ginevra Elkann per Good Films: “Il film dei fratelli La Villa racconta in modo emozionante la storia della Juventus, con un punto di vista nuovo, umano, familiare”. 

Conclude Franco di Sarro per Nexo Digital “Siamo davvero felici di distribuire Bianconeri. Juventus Story assieme a Ginevra Elkann e a Good Films. Siamo sicuri che sarà una grande festa per i tifosi di tutta Italia e per tutti i cinema che parteciperanno all’evento”.

Marco e Mauro La Villa sono due fratelli gemelli registi e produttori di origine italiana e vivono a New York City. Al momento stanno lavorando sui loro prossimi lungometraggi, collaborando anche su alcuni film con il produttore/attore, Damien Mastroprimiano. Insieme hanno diretto e prodotto il documentario musicale Hang The DJ dedicato alla cultura di dj come Roger Sanchez, Junior Vasquez, DJ Qbert, Mix Master Mike, John "Jellybean" Benitez, Carl Cox, Dj Red Alert, e Claudio Coccoluto. Hang The DJ è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e presentato anche al Festival Internazionale del Documentario di Amsterdam. 

Foto: La Presse

Bianconeri. Juventus Story sarà distribuito in Italia dal 10 al 12 ottobre da Nexo Digital e Good Films in collaborazione coi media partner Radio DEEJAY, Corriere dello Sport – Stadio, TuttoSport e con ADIDAS.

La campagna di comunicazione del film - e nello specifico il poster, i formati web ed i materiali below the line - è stata sviluppata dall’agenzia creativa Independent Ideas, già partner di Juventus F.C. dal 2012.

#JuveStory
#Hi5tory

MAXXI, TALK LIKE A PHOTOGRAPHER: 5 protagonisti della fotografia contemporanea. Il 19 luglio Guido Guidi

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È Guidi Guidi (Cesena 1941) in conversazione con Antonello Frongia storico della fotografia, Università Roma Tre e Laura Moro Direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), il protagonista martedì 19 luglio alle ore 20.00 (Piazza del MAXXI, spazio YAP) del terzo appuntamento con TALK LIKE A PHOTOGRAPHER, il ciclo di incontri con alcuni dei fotografi i cui lavori sono esposti nella mostra EXTRAORDINARY VISIONS. L’ITALIA CI GUARDA, al MAXXI fino al prossimo 23 ottobre 2016.

Nei suoi lavori Guido Guidi sembra “ascoltare” il paesaggio. Con un linguaggio poeticamente minimale, rivela quegli aspetti della realtà che sfuggono al nostro sguardo cosciente, l'aspetto visibile della realtà si svela per indizi parziali, apparentemente poco significativi.

Tra i maestri di quel rinnovamento della tradizione fotografica italiana che, a partire dagli anni '80, ha posto come centro d'indagine il paesaggio - scardinandone ogni visione precostituita - Guidi ha sviluppato una personale e complessa ricerca che approda alla consapevolezza che quello contemporaneo è uno scenario complesso, frammentario,  di difficile definizione. Un paesaggio che mette in crisi la anche la capacità di distinguere il rappresentativo dall'insignificante.
A fronte di tale complessità, il lavoro di Guidi sembra voler indicare non tanto una risposta ma proporre un atteggiamento: quello dell'ascolto. E questo ascolto paziente, si traduce in un linguaggio fatto di immagini che sono l'opposto della spettacolarità, poeticamente minimali, che invitano a porsi sulla stessa discreta, silente e rispettosa lunghezza d'onda.

Una lettura della realtà che si ritrova anche nelle fotografie realizzate sulla A4 Torino-Venezia per Atlante Italiano 003, ed esposte in mostra al MAXXI.
Immagini composte di pochi elementi essenziali e in cui la sfocatura volontaria dei piani traduce in forma il processo mentale del ‘mettere a fuoco' queste tracce. Oggetti del nostro quotidiano distratto guardare cui la fotografia assegna certificazione di esistenza.

Dopo la pausa estiva, TALK LIKE A PHOTOGRAPHER riprende il 27 settembre con l’incontro con Alessandro Imbriaco, Fabio Severo e Tommaso Bonaventura, autori del progetto Corpi di Reato che racconta le mafie diffuse e, il 4 ottobre con Giovanni Gastel.

Con la mostra EXTRAORDINARY VISIONS, inaugurata lo scorso 2 giugno il MAXXI celebra in modo non retorico ai 70 anni della Repubblica Italiana, attraverso 150 scatti di 40 maestri della fotografia (tra cui Luigi Ghirri, Carlo Fontana, Ugo Mulas, Mustafa Sabbagh, Francesco Zizola, ecc), che raccontano bellezze e contraddizioni, degrado e speranze del nostro Paese.

ANONIMO ROMANO, il 20 luglio presentazione dell'autobiografia del maestro Stelvio Cipriani

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Esce in libreria, per Teke Editori, e verrà presentato in prima romana al Contestaccio il 20 luglio p.v., l’autobiografia del Maestro Stelvio Cipriani scritta insieme a Pino Ammendola e Rosario Montesanti. Il titolo, ANONIMO ROMANO, richiama uno dei suoi più grandi successi cinematografici: Anonimo veneziano, pellicola diretta da Enrico Maria Salerno e interpretata da  Tony Musante e Florinda Bolkan che conferì al compositore romano una serie di riconoscimenti internazionali.

Modesto e autorevole, disponibile al dialogo, ma severo consapevole del proprio talento, eppure umile, dotato di una solida preparazione musicale e di indubbie capacità conoscitive, oltreché esecutore, arrangiatore e direttore d’orchestra, Cipriani viene analizzato scientificamente e umoristicamente, proprio a partire dai suoi racconti – dalla nascita ai nostri giorni – attraverso una serie di incredibili episodi vissuti che lo descrivono come un artista rimasto sempre fedele a se stesso “tra classicismo e modernità” e un uomo libero che è sempre riuscito a superare con encomiabile nonchalance sia entusiasmanti momenti di gloria professionale che tristissimi accadimenti della sua vita personale.
Un “anonimo” giovinetto che a pochi anni di età era già in grado di suonare alla perfezione fisarmonica e organo e che, poco più che adolescente, si districava tra gli studi di ragioneria e Conservatorio per soddisfare le ambizioni di entrambi i genitori. Lezioni di musica ricevute da un prete in cambio di ottimi vinelli d’annata familiari, incontri casuali e intelligentemente coltivati con stimate figure del mondo musicale, da Nino Rota a Teddy Reno (in quanti sanno che Cipriani fu il maestro accompagnatore di Rita Pavone ai provini?); ideatore, compositore, trascrittore e orchestratore “last minute” di importanti colonne sonore che hanno in alcuni casi “salvato” pellicole rimaste nella storia del cinema italiano, Stelvio Cipriani ha saputo inventarsi la sua vita, familiare e professionale, con estrema semplicità, acuto rigore e determinazione nello studio, che si è saputo comunque anche ritagliare spazi per una collaterale attività di calciatore, affezionatissimo alla sua Roma, giocando anche numerosi “Derby del cuore” con famosi colleghi dello spettacolo.
Dalla prima formazione musicale con i “Principi” che lo porta a suonare, neo-ammogliato, in crociera ai Caraibi alle proficue lezioni di arrangiamento con il noto pianista Dave Brubeck da cui impara e perfeziona metodi di improvvisazione moderna; dalla lunga collaborazione alla Casa di Edizioni Musicali CAM che lo porta a comporre decine e decine di colonne sonore tra cui le serie poliziesche degli anni 70 (prima fra tutti “La polizia ringrazia”), fino alla musica sacra che lo vede comporre addirittura una Messa per Giovanni Paolo II – da lui stesso considerata la summa della sua intera carriera - e suonare alla sua presenza in più occasioni, la vita di Stelvio Cipriani è una piacevolissima avventura ricca di aneddoti che ci fanno anche riflettere su argomenti sociali e su come siano cambiati modi, abitudini e costumi nel modo di approcciarsi professionalmente ad un mestiere di cotanta difficoltà e prestigio. Nella scorrevolissima scrittura, integrata da immagini d’archivio privato e materiali fotografici inerenti i quartieri della Capitale “respirati” quotidianamente dall’autore, locandine e scatti cinematografici d’epoca, e una intrigante serie di illustrazioni a matita, la lettura corre rapida, offrendo un panorama unico di un grande, determinato ed insostituibile “anonimo romano”.
Teke Editori continua così, nella collana dedicata ad una serie di artisti giustamente da omaggiare, il suo lavoro di riscoperta testuale e iconografica nell'ambito di cinema teatro e musica: Anonimo romano, alla pari del precedente saggio su Massimo Girotti scritto da Roberto Liberatori, è infatti un volume dalle dimensioni importanti, impreziosito da rare e splendide immagini e realizzato con meticolosa attenzione, nell’ambito di un ambizioso progetto grafico.


Crime+Investigation, il 19 luglio in esclusiva YARA, l'instant doc sull'omicidio Gambirasio

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Vicino a una discoteca di Chignolo d’Isola, in provincia di Bergamo, precipita un aereo.  Non ci sono morti perché si tratta di un aereo giocattolo. Ma viene trovato un cadavere. Si tratta di Yara Gambirasio. Crime+Investigation (in esclusiva su Sky al canale 118) ne racconta la tragica fine, l’indagine e il processo nell’instant doc Yara, in onda martedì 19 luglio alle 22.40.


Il 26 novembre del 2010 Yara Gambirasio, una tredicenne che vive a Brembate di Sopra, scompare. Si teme il peggio. Per tre mesi la famiglia, le forze dell’ordine, un’intera popolazione la cercano senza successo. Il 26 febbraio del 2011 viene trovato il corpo senza vita. Non ci sono dubbi: Yara è stata uccisa. Parte la caccia all’assassino. Si arriva a prelevare il DNA a migliaia di persone, che viene messo a confronto con quello ritrovato sugli indumenti di Yara e segnato come  Ignoto 1.  L’analisi permette di dare un nome a Ignoto 1 e il 16 giugno del 2014 viene arrestato Massimo Giuseppe Bossetti, muratore incensurato. Processato ieri, 1 luglio 2016, Bossetti viene condannato in primo grado alla pena dell'ergastolo dalla Corte d'assise di Bergamo.

A raccontare la storia una delle firme di punta del Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini, che ha seguito il caso Yara Gambirasio: attraverso immagini di repertorio, accesso esclusivo ai laboratori dei RIS di Parma, che hanno svolto le analisi del DNA, e interviste a responsabili delle indagini, esperti scientifici e testimoni, la giornalista ricostruisce l’intera vicenda, dando vita ad un’inchiesta nell’inchiesta.
L'instant-doc è prodotto da Stand By Me per A+E Networks Italy. Il produttore creativo è Simona Ercolani, l’autrice Annalisa Raggi, mentre la regia è a cura di Jole Jovica e Edoardo Anselmi.


BIOGRAFIA FIORENZA SARZANINI

Fiorenza Sarzanini, è nata a Roma nel 1965.  E’ stata assunta nel 1988 dal quotidiano Il Messaggero dove è rimasta, occupandosi di cronaca giudiziaria, fino al 2000, quando è stata assunta presso il Corriere della Sera dove lavora come inviato e caporedattore presso la redazione romana. Ha seguito i principali casi giudiziari degli ultimi anni, dal G8 di Genova al delitto di Novi Ligure, dalla morte della contessa Vacca Agusta fino alle inchieste sui politici e sulla corruzione. In particolare: le indagini sui “Grandi Appalti” e quelli sulle feste del presidente del Consiglio fino agli arresti dei parlamentari accusati di aver rubato i fondi pubblici destinati alle spese dei partiti. Si occupa dei temi legati alla sicurezza e all’immigrazione. Per Bompiani ha pubblicato “Amanda e gli altri” sul delitto di Perugia, per il Corriere della Sera ha pubblicato con Marco Imarisio “Concordia, la vera storia” sul naufragio dell’isola del Giglio.

Pian di Nave, dal 15 al 20 agosto torna UNOJAZZ SANREMO festival internazionale di musica jazz

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Dopo il successo ottenuto lo scorso anno, torna UNOJAZZ SANREMO 2016, il Festival Internazionale di musica jazz, che dal 15 al 20 agosto porterà la Città dei Fiori nuovamente al centro del panorama musicale internazionale.

Unogas Energia, tra i leader italiani della vendita di gas naturale ed energia elettrica, ripropone la collaborazione colComune di Sanremo  per dar vita ad una manifestazione ancora più ricca, importante  e suggestiva della precedente.
Il video teaser di UnoJazz Sanremo 2016 è visibile qui: https://www.youtube.com/watch?v=e50Wk7KAdlw
Il direttore artistico, Antonio Faraò, quest'anno ha voluto costruire un programma fine e variegato per dar spazio alle  varie tendenze storiche della musica jazz e dei generi che la stessa ha contaminato.
Ecco quindi che il  16 agosto il pubblico potrà rivivere i fasti del Hard Bop con uno dei protagonisti del genere Benny Golson, oppure il 17 agosto rifugiarsi nel Funky degli Incognito, o ancora il 18 agosto essere coinvolto in un viaggio tra classica e jazz con l'Orchestra Sinfonica di Sanremo  e il suo brillante ospite Franco Ambrosetti, il 19 agosto essere allietato dalle armonie brasiliane di Tania Maria o il 20 agosto concentrarsi sulle più moderne concezioni jazz proposte dall'All Stars di Joe Lovano, Antonio Faraò, Lenny White, Lars Danielsson, Didier Lockwood.

Il programma, eccezionale sia per il valore degli interpreti sia per la multiforme  rappresentazione  dell'universo jazzistico, si completa con due storiche reunion del jazz Italiano: Il 16 agosto torneranno a Sanremo, dopo 32 anni, i Five for Jazz, guidati da Luigi Bonafede, e il 19 agosto, dopo i fasti degli anni '90, il pubblico avrà il piacere di riascoltare uno dei gruppi che più hanno segnato la crescita del jazz in Italia, i Lingomania di Roberto Gatto e Maurizio Giammarco. Il 16 agosto  il nuovo progetto di Stefano “Cocco” Cantini col pianista Luigi Martinale e in apertura della serata del 20 agosto un altro nome di rilievo internazionale, il cantante David Linx col suo quartetto.

La scaletta propone, come lo scorso anno,  un’anteprima del Festival che si terrà lunedì 15 agosto ad ingresso gratuito con la partecipazione di due interessanti realtà del territorio: l'Iroko 5tet, guidati dal sassofonista Livio Zanellato,  e la storica formazione Jazz Ambassadors Big Band, interessante realtà ponentina nata nel 1979, da molti anni portata avanti dal musicista imperiese Leo Lagorio. Ospiti della serata Luigi Tessarollo , chitarrista dalla lunga esperienza internazionale e il giovane ma già affermato sassofonista Luigi Di Nunzio.

I concerti si svolgeranno sul palco di Pian di Nave, accanto al Forte di Santa Tecla, location ideale sia per la posizione centrale che per lo spazio a disposizione.
Foto di Roberto Cifarelli

PROGRAMMA

LUNEDI 15 agosto
ANTEPRIMA FESTIVAL
Serata dedicata a valorizzare artisti locali.
Prima parte: Iroko Jazz quintet
Seconda parte: Jazz Ambassadors Big Band + ospiti Luigi Di Nunzio, Luigi Tessarollo

MARTEDI 16 agosto
Prima parteFIVE FOR JAZZ
Seconda parteBENNY GOLSON

MERCOLEDI 17 agosto
Prima parteSTEFANO COCCO CANTINI 4tet
Seconda parteINCOGNITO

GIOVEDI 18 agosto
ORCHESTRA SINFONICA di SANREMO diretta da MASSIMO NUNZI
Ospiti FRANCO AMBROSETTI, Mauro Battisti, Tony Arco, Fabrizio Bernasconi

VENERDI 19 agosto
Prima parteLINGOMANIA
Seconda parteTANIA MARIA

SABATO 20 agosto
Prima parteDAVID LINX 4tet
Seconda parteALL STARS: Antonio Faraò, Joe Lovano, Didier Lockwood, Lars Danielsson, Lenny White

Biglietto unico: € 22,00
Abbonamento serate 18 – 19 – 20 agosto: € 50,00
Abbonamento 5 serate: € 90,00
Entrata gratuita per il concerto del 15 agosto

L' Unogas Energia devolverà l'incasso a scopi benefici alla Missione Toko – Vato del Madagascar.

Valerio Scanu, DISCO D'ORO PER "IO VIVRÒ (Senza te)": felice e soddisfatto il cantante sardo

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E' un periodo d'oro per il giovane cantante sardo.

Dopo la certificazione oro per il singolo sanremese "Finalmente piove", prossimo al platino, arriva il secondo "disco d'oro" per Valerio Scanu: questa volta per il brano "Io vivrò (senza te)" brano di Mogol/Battisti, presentato a Sanremo 2016 durante la serata delle cover.
Così Valerio commenta questo ennesimo passo avanti:

"Un altro grande risultato per me, il mio staff, il mio pubblico e per la mia etichetta, la NatyLoveYou. Oltre 25mila copie vendute in un periodo dove ormai la musica si ascolta in streaming... continua Scanu. Sono felice, soddisfatto e pronto a nuovi, importanti, traguardi".

Attualmente Valerio sta portando in tour, le canzoni del suo ultimo cd "Finalmente Piove" (NatyLoveYou distr. Believe digital).

"Più che un concerto - spiega Valerio - sarà uno show: ci saranno momenti dedicati alla mia musica di adesso, momenti dedicati ai miei vecchi singoli riarrangiati in chiave vintage'. E poi ancora momenti dance e non potrà mancare un omaggio a Tale e Quale Show. Saranno circa due e mezza di musica e divertimento".

Valerio sarà accompagnato da Fabio Greco alle chitarre, Francesco Luzzio al basso, Gianluca Massetti alle tastiere, Moreno Maugliani alla batteria, Isabella Cananà e Bruno Corazza ai cori. 

Tra le date da segnalare, quella di domenica 28 agosto,nella prestigiosa cornice del Teatro Romano di Verona. Ospiti della serata, ci saranno, tra gli altri: Antonella Lo Coco, terze classificata ad XFactor nel 2012 e attualmente prodotta da Fiorella Mannoia e Maurizio Di Cesare, giovane cagliaritano in gara a The Voice 2015 e primo artista ad essere stato messo sotto contratto dalla NatyLoveYou, etichetta indipendente di proprietà dello stesso Valerio.

Prevendite su ticketone.it 
 
Tutte le date del tour sui social dell'artista  


CivitaFestival, 1616-2016: con Glauco Mauri 400 anni di Shakespeare in scena con "Il canto dell’usignolo"

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1616 - 2016: nel quattrocentesimo anniversario della morte del drammaturgo inglese, venerdì 22 luglio Civita Castellana, per Civitafestival, arriva Serata Shakespeare:  Il canto dell’usignolo.
Sul palco un grande del teatro italiano, Glauco Mauri - uno degli artisti più amati e autorevoli della prosa italiana- per presentare lo studio compiuto sulla produzione di Shakespeare assieme all’attore Roberto Sturno; i due, saranno accompagnati da musiche originali, composte ed eseguite in scena dal pianista Giovanni Zappalorto, già Maestro del Teatro dell’Opera di Roma.
In un excursus dell’opera shakespeariana - con brani tratti da Enrico V, Come vi piace, Riccardo II, Timone d’Atene, Giulio Cesare, I Sonetti, Re Lear e La Tempesta- i protagonisti della serata daranno voce all’immortale firma del poeta inglese, “l’usignolo” che con il suo canto parla della vita di ciascuno di noi.
«Il canto dell’usignolo» è una breve favola di Gotthold Ephraim Lessing.
Un pastore, in una triste sera di primavera dice a un usignolo – «Caro usignolo, perché non canti più? Te ne stai muto da tanto tempo. Il tuo canto mi teneva compagnia: era così dolce, mi aiutava nei momenti di tristezza, mi era di tanto aiuto. Perché, caro usignolo, non canti più ?»  «Ahimè – rispose l’usignolo – ma non senti come gracidano forte le rane? Fanno tanto tanto chiasso e io ho perso la voglia di cantare. Ma tu non le senti ?»  «Certo che le sento – rispose il pastore – ma è il tuo silenzio che mi condanna a sentirle».
Chi ha il dono di cantare quindi canti, per non condannarci a sentire il tanto gracidare della banalità e della volgarità che ci circonda.
C’è tanto chiasso intorno a noi che abbiamo bisogno che si alzi un canto di poesia e di umanità.
L’appuntamento con Shakespeare e la Compagnia Mauri-Sturno, dunque, è per venerdì 22 luglio 2016, alle ore 21.30, all’interno del fitto programma di Civitafestival, ormai giunto alla sua XXVIII edizione.
 
Venerdì 22  luglio 2016
Civita Castellana, Piazza Duomo, ore 21,30
                                      GLAUCO MAURI     
ROBERTO STURNO
in
Il canto dell’usignolo
musiche  originali eseguite dal vivo da Giovanni Zappalorto
brani di William Shakespeare tratti da:
Enrico V, Come vi piace, Riccardo II, Timone d’Atene,
I Sonetti, Giuli Cesare, Re Lear, La Tempesta
Ingresso gratuito 

Museo Civico Archeologico, Bologna: GRANDE SUCCESSO per la mostra con 163.976 visitatori

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Grandissimo successo per l’Egitto delle Piramidi e dei Faraoni, ma anche l’Egitto delle scoperte sensazionali, dell’archeologia avvincente e del collezionismo più appassionato che ha richiamato al Museo Civico Archeologico di Bologna un vastissimo pubblico: tra studenti di scuole di ogni ordine e grado, turisti, famiglie, appassionati e semplici curiosi in fila sotto i portici bolognesi 163.976 visitatori hanno ammirato le bellezze di Egitto. Splendore Millenario.

La mostra, con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, è stata prodotta da Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei | Museo Civico Archeologico e da Arthemisia Group e curata da Paola Giovetti, responsabile del Museo e Daniela Picchi, curatore della sezione egiziana.

Un’operazione che non ha precedenti nel panorama internazionale: la collezione egiziana del Museo Nazionale di Antichità di Leiden in Olanda - una delle prime dieci al mondo - e quella di Bologna - tra le prime in Italia per numero, qualità e stato conservativo dei suoi oggetti, si sono unite in un percorso espositivo di circa 1.700 metri quadrati di arte e storia.
500 reperti, databili dal Periodo Predinastico all’Epoca Romana, sono giunti a Bologna dall’Olanda integrandosi a importanti prestiti del Museo Egizio di Torino e del Museo Egizio di Firenze, all’insegna di un network che ha visto coinvolte le principali realtà museali italiane.

Un bellissimo successo per il Museo Civico Archeologico, che con questa mostra, ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato, ha colto l'occasione per far conoscere ad un pubblico sempre maggiore le sue ricche collezioni permanenti.

Sponsor della mostra Generali Italia, special partner Ricola, partner dell'iniziativa Trenitalia.
Sponsor tecnico UNA Hotels & Resorts. 
L'Evento è stato consigliato da Sky Arte HD.
Catalogo edito da Skira.
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