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Gianluca Mech applaudito sul red-carpet della Mostra del Cinema di Venezia

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Grande accoglienza durante la 76esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia per il guru delle diete Gianluca Mech. Mr Tisanoreica, sin dall’arrivo presso la prestigiosa darsena dell’Hotel Excelsior, è stato accolto da una standing ovation da parte dei suoi numerosi fan presenti che, dopo aver aspettato che i fotografi lo immortalassero, lo hanno applaudito durante la passerella.
Subito dopo, Gianluca Mech ha incontrato una sua carissima amica, Elvia Llauder, lanciatissima attrice spagnola, famosa a livello mondiale, con cui ha sfilato sul prestigioso red-carpet ufficiale della kermesse per poi prendere parte alla riservatissima cena inaugurale. “Prendere parte al Festival del Cinema di Venezia è sempre una grandissima emozione e lo è ancora di più da quando ho cominciato a lavorare nel mondo della settima arte. Di conseguenza, spero presto di poter tornare in questa importante kermesse con un film” racconta entusiasta Gianluca Mech. Gli fa eco l’attrice spagnola Elvia Llauder: “È stato meraviglioso tornare in Italia per partecipare a una delle più importanti manifestazioni cinematografiche a livello mondiale. E condividere tutte queste belle emozioni con il mio amico Gianluca Mech è stato semplicemente stupendo”.

Archeologia e storia in Abruzzo e Molise

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di Nicola F. PomponioDuemilatrecentoquaranta anni fa, nel 321 a.C. si consumò uno degli eventi più ingloriosi della storia di Roma.
Le legioni consolari, bloccate tra due strette gole e circondate dai nemici sulle alture, dovettero arrendersi, senza combattere, alle bellicose tribù sannite; è l’episodio delle “forche caudine” in cui i consoli e tutti i legionari furono costretti a passare, seminudi, sotto un bastone in segno di sottomissione. Ciò però non impedì che una ventina d’anni dopo i Sanniti (un insieme di popolazioni che controllavano l’Abruzzo, il Molise e la Campania settentrionale) fossero sconfitti e inglobati nei domini romani.

Di quelle lontane epoche non è rimasto molto ma due siti collegati a questo evento, ambedue in Molise, sono di grande interesse e suggestione e se ne consiglia la visita. Il primo, non lontano dal fiume Trigno che separa l’Abruzzo dal Molise, è il santuario italico di Pietrabbondante. Questo complesso, costruito tra il III e il I sec. a.C., è costituito da due templi e un teatro. Luogo principe di identità collettiva, Pietrabbondante non era riservata solo al culto ma anche alle decisioni politiche pubbliche. Il complesso si adagia sul dorso di una collina con un panorama, siamo a poco più di 1000 m. di altezza, mozzafiato. Alture fittamente boscose si stendono a perdita d’occhio mentre il santuario si articola in un grande tempio che sovrasta un ampio teatro, unico esempio dell’antichità in cui i sedili sono completati da schienali (!), e un altro tempio più piccolo a fianco del teatro. E’ dal tempio maggiore che lo sguardo spazia sia sul sito sia sulla vallata che si stende davanti; l’impressione è di una grande, solenne, composta austerità nonché di un tesoro ancora tutto da scoprirsi quando, osservando la zona non aperta al pubblico, si notano colonne e muri portati recentemente alla luce con gli scavi tuttora attivi.

Il santuario fu utilizzato fino al I secolo a.C. perché questa data segnò la fine delle popolazioni sannite come soggetti ancora in parte autonomi e la definitiva romanizzazione dell’area. Il tutto avvenne molto rapidamente, in meno di dieci anni. Nel 91 a.C. scoppiò la Guerra sociale (da “socii”, cioè alleati) in cui i Sanniti insieme ad altre popolazioni italiche insorsero per ottenere lo status di cittadini romani. Militarmente sconfitti, vinsero politicamente perché i Romani per terminare il conflitto riconobbero le loro rivendicazioni concedendo la cittadinanza a tutti i popoli al sud del Po. Ma pochi anni dopo i Sanniti (che avevano continuato lo scontro con Roma), coinvolti nelle guerre civili che porteranno alla fine della Repubblica e alla nascita dell’Impero, si schierarono contro Silla e il Senato e a favore dei “populares”. La sconfitta di questi nel 82 a.C. segnò l’inizio di un vero e proprio genocidio con l’eliminazione fisica e la crocifissione di migliaia di persone ed è in questo contesto che Pietrabbondante venne proibito come luogo di riunione e ben presto abbandonato.

A pochi chilometri dal santuario vale la pena visitare un altro sito archeologico che rappresenta la continuazione di questa storia e aiuta a comprendere cosa significò per queste terre la conquista romana. Ai piedi del massiccio del Matese, in pianura, lungo l’antico tratturo Pescasseroli-Candela e oggi sulla statale per Benevento, la città di Saepinumè un esempio illuminante per comprendere come la romanizzazione agì attraverso la fondazione di nuovi centri urbani. Questo luogo, che prende il nome da un antico insediamento sannita sui monti circostanti e distrutto dalle legioni nel 293 a.C., risale al I secolo d.C. ed è quindi posteriore solo di alcune decine di anni alla chiusura di Pietrabbondantema vi si rinvengono, con una chiarezza ammirevole, tutte le caratteristiche delle città romane. Oggi è istruttivo percorrere le due vie principali, cardo e decumano, intersecantesi ad angolo retto e ben conservate, anche se bisognose di più manutenzione; ammirare i resti della basilica con colonne con capitelli ionici; osservare il teatro perfettamente leggibile o l’unico esempio che ci è giunto dall’antichità di mulino ad acqua.

Non mancano poi quei luoghi pubblici che caratterizzano le città romane nei tre continenti su cui si stendeva l’impero: le terme, il “macellum”, il foro. Insomma, nonostante siano passati una manciata di decenni dalla chiusura di Pietrabbondante, ci si ritrova in un ambito completamente diverso; lì era il luogo di ritrovo, in un ambiente dalla selvaggia bellezza, di popoli montanari con riti e cariche politiche comuni, qui è un ordinato “municipium” di pianura ben inserito in un grande impero con pratiche e cultura comune; lì vive ancora la fierezza per la propria autonomia, ma non più indipendenza, con l’esaltazione di una particolarità in contrasto con il mondo latino, qui è l’”Urbs” che domina, ma non lo fa più con la forza bensì inserendo il territorio in un ambito più vasto attraverso, si noti il particolare fondamentale, la cittadinanza e la cooptazione delle aristocrazie nel governo locale o addirittura in quello imperiale. Pietrabbondante e Saepinum rappresentano così due momenti diversi, vicini nel tempo e nello spazio, fondamentali nella storia dei popoli di questa parte d’Italia; nella prima popolazioni fiaccate, ma non ancora domate, si adeguano ai nuovi tempi con un santuario che risente delle caratteristiche costruttive ellenistiche pur mantenendo stilemi italici, come il rialzo dei templi, nella seconda si manifesta, sia urbanisticamente sia socialmente, il pieno inserimento di questi popoli nella “pax romana”.

Ma questi siti sono da mettere in connessione da un lato con il Museo Archeologico di Chieti, ove oltre al famosissimo Guerriero di Capestrano vengono ricostruite la storia e i caratteri di queste popolazioni prima della conquista romana, dall’altro con il piccolo ma brillantissimo gioiellino che è il Museo Archeologico di Corfinio. Questo paese in provincia dell’Aquila in epoca romana era una grande città e fu la capitale dei rivoltosi della guerra sociale. Qui si trova un elemento di notevole interesse nel passaggio storico-politico tra Pietrabbondante e Saepinum. La preziosissima collezione numismatica del museo mostra, tra le tante, due monete coniate dai ribelli sulle quali in una il toro italico abbatte la lupa romana e, nell’altra, si raffigura il giuramento di fedeltà anti-romano delle popolazioni (“sacramentum”); in ambedue i casi è iscritta sulla moneta, per la prima volta nella storia in modo coscientemente politico in quanto simbolo dell’unione di tutti i popoli della penisola coalizzati contro Roma, il nome della nazione che si era ribellata: Italia!

Come si è detto è la prima volta nella storia che questo termine geografico assume valenza politica, ma è bene non perdere la testa dietro fantasime romantico-nazionalistiche o, peggio ancora, campanilistiche. Roma vinse sull’Italia non solo per la forza delle legioni ma soprattutto per la capacità di assimilare attraverso la concessione della cittadinanza, quello che allora era il “diverso”. Saepinummostra questa abilità e apertura al nuovo che alla fine costituì la forza di un impero durato più di quattro secoli in cui non solo gli italici potevano aspirare ai più alti posti di comando ma potevano diventare imperatori uomini provenienti dalle più lontane periferie come l’Africa, la Siria, la Britannia, la Spagna e, addirittura, l’Arabia. Forse si può dire che l’assimilazione degli italici, ben rappresentata dalla parabola Pietrabbondante-Saepinum, divenne il modello per la costruzione di un impero in grado, in questo caso, di eliminare la grettezza e chiusura dei popoli montanari per inserirli in tutto il mondo mediterraneo e oltre. Forse questa fu la più grande vittoria che i Sannitipotessero riportare e che effettivamente riportarono sull’egoismo e le paure della parte più retriva e xenofoba delle classi dirigenti dell’Urbe.

Film, 5 È IL NUMERO PERFETTO: Toni Servillo e Igort a Roma sabato 31 agosto

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In arrivo a Roma direttamente dal Festival di Venezia, Toni Servillo e Igort presentano 5 È IL NUMERO PERFETTO sabato 31 agosto alle ore 18.15 all’Eurcinema, alle 20.00 all’Eden e alle 21.00 al Giulio Cesare. 

Introdurrà il critico giornalista Enrico Magrelli.
5 è il numero perfetto di Igort, grande artista e narratore del fumetto italiano, alla regia cinematografica per la prima volta con l’adattamento della sua omonima graphic novel, è l’unico film italiano in Concorso alle Giornate degli Autori ed è in sala da giovedì 29 agosto distribuito da 01 distribution.

  Un piccolo affresco napoletano nell’Italia anni Settanta. 5 è il numero perfetto è una storia di amicizia, vendetta e tradimento, e in fondo, di una seconda opportunità e di una rinascita.

 In una piovosa e notturna Napoli anni Settanta, seguiamo le vicende di Peppino Lo Cicero, interpretato da un irriconoscibile Toni Servillo. Peppino è un guappo e sicario in pensione costretto dagli eventi a tornare in azione. Nel film, al fianco di Toni Servillo, Valeria Golino (Rita) e Carlo Buccirosso (Totò o’ Macellaio).

Il film è prodotto da Propaganda Italia e da Jean Vigo Italia con Rai Cinema, ed è una coproduzione con Belgio (Potemkino Film) e Francia (Mact Productions e Cité Film), prodotto da Marina Marzotto, Elda Ferri e Mattia Oddone.

LUCA DIRISIO, esce nuovo singolo "COME IL MARE A SETTEMBRE"

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Esce oggi, venerdì 30 agosto, “Come il mare a settembre”(Music Ahead)il nuovo singolo di Luca Dirisio su tutte le piattaforme digitali, streaming e in rotazione radiofonica.

Dopo il primo singolo “La mia gente”, un brano interamente dedicato alla sua terra, l’Abruzzo, Luca Dirisio ci presenta “Come il mare a settembre” che anticipa il suo nuovo album in uscita il 25 ottobre 2019.

La premiére del video oggi, 30 agosto, alle 10:30 al seguente link https://youtu.be/vkJV9pVlCjk

«Solo chi è nato in un posto di mare – racconta il cantautore Luca Dirisio - può comprendere la sua potenza e la sua attrazione viscerale che comporta nel cuore e nell’anima. Il mare è vita e morte, è l’inizio e la fine di tutto. È il ricordo di passioni estive, la fatica dei pescatori, la gioia dei bambini e il dolore dei marinai che lo solcano per dar da vivere alle loro famiglie lontane. In questo caso “Come il mare a settembre” è una storia d’amore o meglio una dichiarazione d’amore dove il mare funge da cornice, da silente compagno di viaggio per un innamorato che sente la mancanza della donna che ama, l’angoscia e la malinconia che gli straziano il cuore, la ricerca dei suoi occhi in qualunque oggetto lo circondi. La metafora del mare quindi si trasforma in sentimento, dalla gioia, dall’amore pulsante e sfrenato in estate, alla tristezza fredda e malinconica dovuta alla lontananza a fine stagione quando tutti si allontanano dalle spiagge per tornare alla vita di sempre. E sembra che tutto questo il mare lo capisca e ne soffra proprio come un essere umano che si rattrista mutando colore, chiamando a se venti freddi e nuvole, come non volesse accettare la fine della sua amata estate e il ritorno alla solitudine».


“Come il mare a settembre” è il secondo singolo dell’atteso album, interamente prodotto e arrangiato daGiuliano Boursier, storico produttore e manager di Luca, a distanza di 8 anni dall’ultimo disco, un progetto nato dalla maturità e dalla consapevolezza dell’Artista che con questo album propone di riscoprire, il vero cantautore Luca Dirisio:  un disco che arriva dopo tanto tempo, pensato e ponderato a lungo.


“Lighea. Il mito e la Sirena” di Alessandro La Motta in mostra nell'Isola Bella di Taormina

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Seducente e immortale, dalle onde del mare una sirena approda all’Isola Bella di Taormina nella suggestione di uno sito unico al mondo, col suo piccolo museo lambito dalle acque e da raggiungere e visitare a piedi nudi. E’ qui che sabato 31 agosto, ore 12, sarà inaugurata la mostra “Lighea. Il mito e la Sirena” di Alessandro La Motta, evento organizzato nell’ambito di Naxos Legge e in collaborazione con il Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano.

Il progetto espositivo, visitabile per tutto il mese di settembre, propone una raccolta di circa 30 tavole, realizzate da La Motta con tecnica mista nel 2017 in occasione dell’anniversario della nascita dello scrittore Tomasi di Lampedusa, autore – oltre che del celeberrimo Gattopardo – anche del racconto “Lighea”, in cui si narra della sensuale e memorabile storia d’amore fra il giovane Sasà La Ciura e la sirena Lighea. Scenario della love story la spiaggia di Punta Izzo, ad Augusta, nel silenzio e nella temporanea e benefica “tregua” dalla Grande Guerra – La Ciura era in congedo da militare - di una torrida estate sicula del primo Novecento.
La mostra approda all’Isola Bella, in uno scenario naturalistico e paesaggistico congeniale alla narrazione fantastica di Tomasi Di Lampedusa, dopo varie tappe: inaugurata ad Augusta due anni fa, è stata al Teatro Tondelli di Riccione, accompagnata dal recital di Luca Zingaretti - che della Lighea di Tomasi di Lampedusa ha fatto un suo cavallo di battaglia a teatro (di recente, proprio nel teatro greco di Siracusa) -  la mostra è stata anche al Caffè letterario italiano di Malta e, proprio questa estate, a Villa Piccolo a Calanovella (Capo d’Orlando, ME), sede della Fondazione Famiglia Piccolo. Alla mostra è dedicato un catalogo curato da Marinella Fiume, Mariada Pansera e Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, presenti insieme all’artista all’inaugurazione nel corso della quale l’attore Mario Curcuruto leggerà alcuni brani del racconto fantastico di Tomasi di Lampedusa.

Appuntamenti al Parco sabato 31 e domenica 1 settembre
Sabato pomeriggio, a Naxos, ultimo laboratorio didattico con gli archeologi di Civita Sicilia: in programma leggende e fiabe di altri tempi con letture animate e visita alla collezione del museo archeologico (ore 16.30, prenotazioni 335 7304378). Domenica 1 settembre, infine, torna l’ingresso gratuito in tutti i siti del Parco (Teatro Antico e Isola Bella di Taormina, Area archeologica e museo di Naxos). Nel pomeriggio, nell’ambito di Naxos Legge, in programma alle 17.30 la passeggiata filosofica fra gli scavi, conAngelo Tonelli (e che torneranno ogni prima domenica del mese in coincidenza con l’ingresso gratuito); alle 18.30 la consegna del premio “Comunicare l'Antico”, realizzato in sinergia col Parco e l’Archeoclub Naxos-Taormina-Valle Alcantara e dedicato a quanti, a vario titolo, custodiscono e promuovono la cultura classica e dell’antico. Riconoscimenti assegnati a Vera Greco, ora Dirigente generale sezione paesaggistica dell'Assessorato ai B.B.C.C. e I.S. della Regione siciliana e già direttore del Parco di Naxos, con cui è stato avviato il progetto Comunicare l'antico; Luigi Nifosì, fotografo di fama internazionale, protagonista di un importante progetto di aerofotografia dei siti archeologici della nostra isola. Rocco Schembra, classicista, docente del Liceo classico di Acireale, ideatore della Notte nazionale del Liceo Classico; Valeria Li Vigni, alla guida della Soprintendenza del Mare, al cui nome è indissolubilmente legato quello di Sebastiano Tusa. Quinto premio per Angelo Tonelli, traduttore, saggista, direttore artistico del festival MythosLogos di Lerici.

VERDENA 20th Anniversary Edition (1999-2019) IN USCITA IL 20 SETTEMBRE

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Il 24 settembre del 1999 esce Verdena, omonimo esordio di una delle band più amate della musica italiana. In occasione del 20° anniversario dalla pubblicazione, il prossimo 20 settembre il trio bergamasco darà nuova vita a questa pietra miliare attraverso una nuova edizione arricchita da contenuti – sinora tenuti nel cassetto– che includono brani inediti, versioni demo, acustiche e live.

Verdena – 20° Anniversary Edition sarà disponibile in due formati: 2CD e 3LP.
Il doppio CD contiene l’album originale, la cui prima traccia – Ovunque – presenta un mix alternativo alla prima versione ormai dispersa. Come si evince dal sottotitolo, il secondo disco contiene, invece, “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo”. Due di questi brani sono già contenuti nell’EP Valvonauta (Bonne Nouvelle e Piuma), altri due pezzi (accantonati dalla band perché non soddisfatti dell’esecuzione) sono Corpi (inedita) e Fiato Adolescenziale, registrati entrambi da Giorgio Canali nella stessa sessione del disco del 1999 e poi mixati nel 2019 da Alberto Ferrari all’Henhouse. A completare la tracklist, una versione acustica di Fuxia, una di Ormogenia recuperata da vinile (poiché anch’essa dispersa) e una “primordiale” Ormogenia, registrata su 4 piste a cassetta nel corso di una delle tante jam casalinghe (Da Giordi); in chiusura un passaggio abbozzato in acustico (Oggi) e una versione live di Shika (altro inedito).
Il triplo vinile contiene 2 LP interamente dedicati all’album originale rimasterizzato da Giovanni Versari, sound engineer di fiducia dei Verdena, mentre il terzo LP contiene gli stessi “5 Relitti, 2 Residui, 2 Avanzi e un Demo” del secondo cd in digipack.
Il disco è prodotto da Giorgio Canali (ex-chitarrista di CCCP, ai tempi membro dei CSI) allo Studio Sonica di Calenzano (FI). L’album venderà più di quarantamila copie e varrà alla band il Premio PIM di Repubblica come “Miglior gruppo rivelazione del 1999”.
Questo il prezioso ricordo di Giorgio Canali:
“Ho delle immagini precise dei Verdena in registrazione nello studio B di Sonica a Calenzano, in trio, tutto dal vivo tranne le voci, senza cuffie e senza metronomo, come del resto sono solito fare da trent’anni a questa parte. Francesca ed io a piazzare microfoni in giro e a sperimentare qualche soluzione tecnica che lei aveva imparato a Seattle nello studio di Stone Gossard “
Il racconto di Canali continua con un paio di aneddoti:
“Mi chiamano dalla casa discografica e mi dicono: ‘Devi venire a fare due chiacchiere, abbiamo un gruppo che ci piacerebbe producessi tu, visto che con il rock ci sai fare, ma non possiamo dirti nulla per telefono perché blahblahblah (solite menate di segretezza che non capirò mai)”. Io fermo subito il mio interlocutore e gli dico “Guarda, ti dico subito che se non sono i Verdena o gli Ulla ‘la bambola che ti trastulla’ (chissà che fine hanno fatto?) è inutile che venga a Milano perché non produco cose che non mi piacciono’. Piccolo silenzio dall’altra parte del filo… E poi mi rispondono che sì, si tratta dei Verdena, stupiti che io li conoscessi e di mantenere la segretezza.

Prima di registrare l’album, per conoscerci meglio e capire come funzionavano, ho fatto aprire ai Verdena qualche mio concerto. Fra questi ce n’era uno al Fuori Orario vicino a Parma. Qualche anno dopo mentre ero in tour in quel club con Le Luci Della Centrale Elettrica, uno dei proprietari mi chiese che fine aveva fatto quel gruppo fighissimo con una bambina che suonava la batteria e una ragazza al basso che aveva aperto la serata prima di me… non voleva credere che fossero i Verdena… Pensava lo stessi prendendo in giro”.
Uno dei primi giornalisti ad accorgersi del loro talento fu Luca Bernini, che racconta così l’incontro con i Verdena e con quel loro primo album:
“Questa storia inizia con una musicassetta appoggiata su un tavolo, a Roma. Aveva una sorta di poliziotto in copertina, in evidenza la scritta ‘VERDENA’. L’avevo ricevuta da Giampaolo Giabini, al tempo loro manager, ma non l’avevo mai ascoltata, a dirla tutta. Era l’estate del ’98, una telefonata con un amico e collega giornalista, Paolo Giovanazzi (“ascoltali, sono bravi, Giabini vorrebbe presentarli a Luca Fantacone della Black Out”) mi spinse a cambiare idea e a metterla su. Era musica grezza, scura, urgente. Parlava da sé. Chiamai Fantacone, i Verdena avrebbero suonato a inizio settembre ad una sorta di Festa Giovani nel bergamasco. Li andammo a vedere. Ricordo che il loro palco era un camion da ristorazione svuotato, con le luci al neon, ma lì dentro loro sembravano starci benissimo. Fin da allora erano un colpo allo stomaco: Alberto e il suo sguardo da diamante pazzo, Roberta, al basso, a suonare e a guardarsi i piedi, dietro di loro ai tamburi Luca, al tempo ancora minorenne, a cercarli costantemente con gli occhi. Fecero i primi pezzi e la loro furia ci arrivò subito addosso. Luca Fantacone dopo dieci minuti aveva già deciso di firmarli. A ripensarci oggi sembrava una scena da uno di quei film tipo ‘I Love Radio Rock’ o ’24 Hour Party People’, invece era tutta roba nostra. Fatto sta che la firma arrivò. Arrivò anche un produttore (Giorgio Canali) e, a seguire, il loro primo disco, ‘Verdena’, anno di grazia 1999.
Il loro primo disco viene da un altro posto, è ancora oggi, a vent’anni di distanza dalla sua uscita, un oggetto oscuro e al tempo stesso incontaminato per purezza e intensità. Ascoltandolo, certamente vi si troveranno dentro infatuazioni e amori e urgenze di quel tempo – i Nirvana, Kurt Cobain – ma queste di certo non ne ridimensionano il valore, l’importanza, la forza, l’enorme impatto, casomai lo amplificano perché i Verdena ne fanno materia per qualcos’altro, di altrettanto urgente, sfrenato, nuovo. ‘Verdena’ era una dichiarazione, arrivava con la forza di una pietra miliare al primo colpo, e, cosa più unica che rara nel mondo del rock’n’roll, sanciva una serie di condizioni unilaterali cui la band non ha mai abdicato. Nessun compromesso artistico, nessuna tentazione al mercato, nessun cedimento al futile. La musica, e solo la musica, parla. I Verdena la prendono da dovunque sia e la portano tra noi. I loro album successivi al primo raccontano capitolo dopo capitolo questa storia: di come siano stati gli unici ad aver davvero fatto sempre tutto a modo loro riportando ogni volta a casa la pelle nel modo migliore, lasciando per noi sul tavolo canzoni che hanno una potenza e un’intensità senza pari”.

Antonio Straface, uscito il video del suo ultimo singolo "Un giorno di sole"

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Qual è la prima parola che i bambini pronunciano appena iniziano a parlare? Bene, qualunque essa sia, non si può utilizzare per parlare di Antonio Straface, il giovane cantante italo-tedesco che, ancora in fasce, ha preferito esercitare l’ugola cantando al posto di provare a dire “mamma”.
Antonio Straface, classe 1991, nato a Heilbronn, nel sud della Germania ma figlio di italiani, fin dai primi anni della sua vita ha vissuto oltralpe ma, malgrado ciò, si sente al 100% italiano e nutre un profondo legame con la Città di Castello Ducale che ha dato i natali a suo padre. Grazie ai suoi genitori, Antonio è cresciuto ascoltando musica. Elvis Presley, Michael Jackson, Stevie Wonder e tanti altri grandissimi musicisti e interpreti hanno accompagnato i pomeriggi e i fine settimana in casa di questo enfant prodige tanto da avvicinarlo al Funk, al Pop e al Rhythm and Blues, portarlo a soli 3 anni sul palco a cantare Superstition e, addirittura, vederlo a 10 anni compositore. L’infanzia di Antonio Starace, si è riempita di tour in discoteche e in locali regionali in tutta la Germania. La sua voce, conosciuta in tutto il Paese grazie al suo timbro riconoscibile e la capacità di cantare in tedesco, italiano, inglese, francese e spagnolo lo ha consacrato una young star. Straface, a 16 anni, ad esempio, ha partecipato a “Deutschland sucht den Superstar” versione tedesca di “American Idol” classificandosi tra i migliori a Berlino, tanto che la sua persona è stata richiesta in una serie di importanti eventi e manifestazioni sociali rivolte specialmente ai più bisognosi.

Nel 2016 è uscito il primo album di Antonio, #IAM, mentre nel 2019, con il singolo “Il vero amore” Straface ha vinto il premio della critica al Festival della canzone italiana a Stoccarda classificandosi, inoltre, al secondo posto.
Di recente il giovane cantante ha pubblicato un nuovo brano, “Un giorno di sole”, scritto da Luca Sala e Remo Elia che è accompagnato anche da un videoclip girato nelle aree urbane di Corigliano e Rossano, per la regia di Pier Luigi Sposato e prodotto da Roka Production.

Ho deciso di rimanere in Italia e girare nei luoghi a me cari il videoclip della mia ultima fatica” dichiara Antonio Straface “il White Beach, il White Club e il Frederik on the Beach” sono tre location meravigliose ma, quello che più mi fa piacere è poter far vedere, grazie al web, quanto sia bella la nostra Italia!”.

FIASCONARO a Londra per la 20^ edizione di SPECIALITY & FINE FOOD FAIR

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Da domenica 1° a martedì 3 settembre, all’ Olimpia London (Stand 940  Olimpia National Ground) FIASCONARO sarà a Londra per la 20esima edizione di SPECIALITY & FINE FOOD FAIR: una tre giorni nella capitale inglese dedicata ai più importanti e riconosciuti produttori di cibi e bevande artigianali di tutto il mondo.
Un’opportunità unica per chef, ristoratori, albergatori, importatori, distributori e non solo per fare rete e aggiornarsi sulle ultime tendenze; oltre 10.000 professionisti del settore, più di 700 produttori provenienti da tutto il mondo con più di 200 nuove creazioni alimentari, incontri e lezioni aperte.   
«È dal 2017 che Fiasconaro partecipa allo Speciality & Fine Food Fair di Londra - racconta il Maestro Pasticcere Nicola Fiasconaro - Siamo alla nostra terza presenza e per noi è già come una tradizione: essendo a settembre, nel nostro stand abbiamo modo di presentare le novità per il Natale in arrivo, con moltissimi visitatori tutti sempre curiosi di assaggiare il panettone, dolce simbolo della tradizione natalizia italiana…insomma, possiamo quasi considerare questa fiera una sorta di “inaugurazione ufficiale della stagione natalizia”». 
La partecipazione di FIASCONARO alla manifestazione è l’ennesima consacrazione di un rapporto ormai consolidato con l’Inghilterra, che da anni conosce e apprezza i dolci dell’azienda dolciaria di Castelbuono; anche grazie al sostegno dei loro partner nel Regno Unito, Fiasconaro si sta sempre più facendo conoscere e si sta espandendo anche in quei territori con tutti i suoi prodotti “made in Sicily”.
Sapori, profumi e alchimie della Sicilia sono la suggestiva cornice della storia e della tradizione dell’azienda dolciaria Fiasconaro, nata nel 1953 a Castelbuono, nel cuore del parco delle Madonie, in provincia di Palermo. Oggi l'azienda, giunta alla terza generazione è un'eccellenza del made in Italy, con un fatturato di oltre 18 milioni di euro e una crescita del 20% su tutti i principali mercati: Italia, Canada, Francia, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda e con un orizzonte strategico rivolto al mercato asiatico. Fiasconaro è totalmente made in Sicily e anche il suo indotto segue la territorialità. Il panettone e la colomba Fiasconaro rappresentano il core-business dell’azienda e cresce sempre di più l’incidenza della linea di prodotti continuativi: torroncini, cubaite, creme da spalmare, mieli, marmellate, confetture e spumanti aromatici.

LA CANTANTE SILVIA TANCREDI FIRMA PER UNA LABEL AMERICANA

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La musica di Silvia Tancredi ha sempre avuto un respiro internazionale, tanto da conquistare anche il raffinato pubblico statunitense con i suoi live dalla forte impronta Gospel.
Non c'è quindi da stupirsi se ora la cantante abbia firmato un contratto discografico con una label americana: si tratta della SMG Record & Media di Garrett Clark, che viene distribuita da Sony / Orchard.
"Silvia Tancredi ha una splendida voce ed è una grande artista. Noi di SMG Records & Media crediamo molto in lei e pensiamo che sia affine allo stile della nostra label” - dichiara Garrett Clark - “Conosciamo e rispettiamo sia lei che Gigi Rivetti (il suo produttore artistico) e non vediamo l'ora di iniziare una bella collaborazione che ci auguriamo possa essere lunga e meravigliosa”.

"Questa firma per me rappresenta un traguardo importante ma soprattutto un nuovo stimolante trampolino da cui ripartire" – dichiara invece Silvia Tancredi, che è infatti pronta per farci ascoltare la sua nuova musica.

Stay tuned!

Silvia Tancredi sui social:

Nick Difino, la battaglia contro il cancro del food performer pugliese nel documentario "Alla salute"

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“È possibile essere felici anche se gravemente malati?”: questa la domanda da cui prende il via il racconto di “Alla Salute”, documentario vincitore del Premio del Pubblico e del Lifetales Award al Biografilm Festival 2018, presentato al Toronto Hotdocs 2019 e in onda in prima tv assoluta su laF (Sky 135) lunedì 2 settembre alle ore 21:10.
Il film racconta la storia di Nick Difino, food performer pugliese a cui viene diagnosticato il cancro nel febbraio 2015, e il suo percorso per combattere la malattia attraverso il sostegno degli amici più intimi, come l’infermiere Nicola e la migliore amica Lella, e la grande passione per la cucina.

Diretto da Brunella Filì, regista barese e amica personale del protagonista, il documentario nasce dall’esigenza di Nick di raccontare, fin dal momento della diagnosi, quanto gli stava succedendo e allo stesso tempo di reagire alla notizia che gli aveva appena sconvolto la vita. La pellicola alterna riprese in soggettiva e video-selfie di Nick agli interventi di alcuni dei suoi più cari amici, come il musicista Roy Paci, la giornalista Paola Maugeri, l’attivista del cibo Don Pasta e gli chef Simone Salvini e Diego Rossi, che si mettono ai fornelli per cucinare le ricette citate di volta in volta da Nick e raccontare la propria versione di questa vicenda che li ha coinvolti personalmente. 

Il risultato non è però un racconto della malattia, bensì di vita: sebbene raccolga anche i momenti drammatici, il film, grazie alla leggerezza e all’ironia che non abbandonano mai il protagonista, trasforma la lotta contro il Linfoma non-Hodgkin in un’occasione per indagare cosa sia realmente la felicità. Nick rifiuta di dover rinunciare a ciò che ama di più e, nonostante le gravi difficoltà e una crisi d’identità che lo assale dopo la trasformazione fisica a cui è sottoposto, nella fase più acuta della malattia riesce addirittura a condurre il programma televisivo “Vegetale” insieme allo chef vegano Simone Salvini. Proprio la cucina diventa quindi lo strumento per creare la propria “ricetta della felicità”, realizzando piatti gourmet e interrogandosi al contempo sull’amore, sul rapporto con i propri cari, sui piaceri della vita e anche sul tema della morte.

“Alla Salute”, scritto da Brunella Filì, Nicola Difino e Antonella Gaeta, è prodotto da Officinema Doc con Nightswim ed è sostenuto dalla Regione Puglia, Apulia Film Commission e Istituto Tumori "Giovanni Paolo II" di Bari. Le musiche sono firmate da Vincenzo Deluci e Gabriele Panico, con la partecipazione speciale di Roy Paci.
L’appuntamento con la prima tv assoluta di “Alla Salute” (Italia 2018, 75’) è per lunedì 2 settembre 2019 alle 21.10 su laF (Sky 135).

Interflora e Miss Italia, un sodalizio all’insegna della bellezza e del rispetto della natura

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I fiori, incredibili messaggeri della Natura per comunicare i sentimenti.
Lo sa bene Interflora che, da oltre novant’anni, è attiva nella promozione della Bellezza che la Natura offre. In occasione di una ricorrenza importante o, semplicemente, per manifestare un sentimento come l’amore, l’amicizia, la gratitudine, donare fiori è un gesto intramontabile che racchiude in sé profondità e generosità. Interflora consente di poter esprimere qualunque messaggio grazie alla grande varietà di scelta ed alla originalità delle proposte dei suoi creativi: rose, romantici bouquet, piante verdi e fiorite, composizioni, bonsai, piante da giardino; le varianti sono infinite e adatte ad ogni occasione. Interflora si avvale di flower designer selezionati con attenzione per la loro unicità, in grado di soddisfare tutte le esigenze. Interflora è il più grande gruppo internazionale al mondo attivo nel servizio di consegna a domicilio di omaggi floreali e regali abbinati, grazie ad una rete di oltre 1.500 affiliati su tutto il territorio nazionale. Leader assoluto in questo settore, è un modello di business unico con i suoi trecentomila omaggi floreali recapitati a domicilio ogni anno in Italia, superando gli oltre venti milioni di ordini in tutto il mondo. Donare fiori non è da considerarsi un gesto desueto, di altri tempi, ma un modo per esprimere le emozioni in maniera naturale e rendere ogni momento unico. 
INTERFLORA SPONSOR UFFICIALE DI MISS ITALIA 2019 Si rinnova il fortunato sodalizio tra Interflora ed il concorso di bellezza Miss Italia by Patrizia Mirigliani, giunto, quest’anno, alla sua ottantesima edizione. Un sodalizio all’insegna della Bellezza e del rispetto per la Natura, raccontato attraverso le composizioni floreali che i maestri fioristi di Interflora hanno creato appositamente per celebrare gli ottant’anni di Miss Italia. Miss Interflora 2019 – Domenica 1 Settembre viene eletta Miss Interflora 2019, che riceve la relativa fascia sponsor dedicata e partecipa come testimonial alle attività di comunicazione dell’Interflora. Alla prescelta viene offerto un particolare bouquet ispirato al sentito - e, tristemente, attuale – tema del femminicidio. Rose rosse e calle candide per dire, ancora una volta, NO alla violenza sulle donne. Miss Italia 2019 - Venerdì 6 Settembre, nel corso della serata di gala in diretta su Rai 1 presso il PalaInvent di Jesolo, viene eletta Miss Italia 2019. A lei un particolare bouquet floreale composto da fiori e foglie tipiche dei paesi tropicali con piccoli elementi lignei recuperati da incendi. Si chiama “Interflora for Amazzonia” (#interfloraforamazzonia) la preziosa composizione floreale che Interflora ha ideato per invitare ad una riflessione sul disastro ambientale che sta devastando in questi giorni l’Amazzonia, afflitta da incendi di origine dolosa. “Interflora for Amazzonia” è composto da: Leucospermum Cordifolium, Tillandsia Cianea, Vriesea, Orchidea Vanda, Philodendron Monstera, Anthurium Clarinervium, Anthurium Snowy e legno carbonizzato. Per tutto il mese di settembre Interflora propone uno speciale bouquet ispirato a “Interflora for Amazzonia” sul sito www.interflora.it. Con ogni bouquet acquistato si potrà dare un contributo alla salvaguardia del Polmone Verde. Il ricavato verrà versato direttamente da Interflora Italia sul conto Amazon Forest Fund – Earth Alliance. A tutte le ragazze che ricevono un titolo con relativa fascia offerta dagli sponsor di Miss Italia, Interflora dona una preziosa rosa dal gambo lungo in ricordo della manifestazione.

Quattro sorelle modelle

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Jalabert, C.F. Maria Pasqua,38x23,7
Walters Art Museum, Baltimora
Oggi si parla e si legge di top models, donne e uomini, nella moda, nella pubblicità e propaganda, nelle pubbliche relazioni ed eventi, una categoria di professionisti ricercati e di successo che trova la sua origine e storia agli inizi del 1800 a Roma:
in effetti a quell’epoca la città iniziava a diventare la patria d’elezione di una umanità affamata e miserabile in fuga  da località e frazioni  sperdute di certi paesetti appollaiati sulle montagne  ai piedi del Monte Meta,uno spicchio di terra tra Cassino e Sora in quella che all’epoca era Terra di Lavoro borbonica:  in effetti pochi sanno che tale mestiere e tale professione, oggi così appetiti, sono invenzione vera e propria di questi uomini e donne, lavoratori della terra, gli ultimi della società, di queste creature sporche e lacere, coperte di stracci colorati,  piedi scalzi o ricoperti da quei simulacri di calzature che sono stati da sempre contrassegni della miseria e cioè la pelle rinsecchita di qualche animale tagliata a pezzi e adagiata sotto la pianta del piede e tenuta ferma con qualche legaccio! E furono quegli stracci colorati e quelle calzatureche immediatamente attrassero e colpirono i giovani artisti europei che da sempre affollavano Roma antica in ogni giorno dell’anno. I colori sgargianti e sfavillanti, quei rossi, quei marroni, quegli azzurri…che quasi schizzavano fuori in mezzo alla folla informe e opaca che affollava all’epoca le strade di Roma.  E nacque l’amore: e nelle esposizioni artistiche di Parigi, Londra, Bruxelles, perfino di  Mosca e dei paesi scandinavi cominciarono a circolare numerosi per la prima volta nella storia i dipinti con questi soggetti nei loro abiti variopinti. Gli stracci a poco a poco divennero…il costume ciociaro e quelle calzature informi…si trasformarono in cioce ‘classiche ed eleganti’. Ed il rapporto tra artisti stranieri e queste giovani creature venute dalla Valcomino gradualmente evolse divenendo una professione vera e propria: fu coniato perfino il termine   ‘modella’ al femminile, solo nella lingua italiana. Per conoscerne di più consiglio “MODELLE E MODELLI CIOCIARI A ROMA, PARIGI E LONDRA NEL 1800-1900”.  E in questo mondo inimmaginabile vogliamo richiamare alla memoria la presenza a Parigi di, quasi incredibile, quattro sorellemodelle della Valcomino, le sorelle Apruzzese.  La prima fu Maria Pasqua che fu modella dall’età di sei anni a dieci e oggi la ammiriamo nelle opere di Bonnat, di Jalabert, di Hébert, De Curzon, Henner e altri.Una nobildonna inglese si invaghì della bimbetta notata per le strade di Parigi, la comprò letteralmente dal padre a guisa di un pollo o di un capretto, e in cambio di due borse di monete d’oro, Domenico vendette Maria Pasqua: la nobildonna ne ebbe grande cura, la educò, la rese una aristocratica e poi a tempo opportuno la maritò a nobiluomo inglese col quale trascorse la sua esistenza tranquilla: mai, però dimentica della sua esperienza di modella a Parigi e mai dimentica del suo paesino -del quale non ricordava più il nome!-  dal quale quasi a 360 gradi si ammirava tutta la vallata e le montagne innevate d’Abruzzo nelle giornate invernali e i due corsi d’acqua che scorrevano ai suoi piedi.

 Qualche anno più tardi incontriamo la sorella Maria Antonia che a diciotto anni inizia a posare per Rodin: fu la modella della celeberrima ‘Eva incompiuta’, la modella dell’altrettanto famoso ’Torso’,  la conturbante modella dal ‘corpo di pantera’  della ‘Donna accovacciata’,  la donna che posò sicuramente per la prima edizione del ‘Bacio’:  oggi  è arduo non rinvenire Maria Antonia nei musei e gallerie  ovunque nel mondo. Maria Antonia ebbe il destino inaudito di sposare un nobile scozzese e di acquisire il titolo di ‘ baronessa’. Pur vivendo entrambe nel Regno Unito -entrambe morirono a pochi anni di distanza negli anni ’30 del Novecento-  le due sorelle in realtà non si conoscevano, ignoravano le rispettive esistenze: il padre non confessò mai di aver ‘venduto’ la sua primogenita. La terza sorella fu Adele, il cui corpo morbido e flessuoso quasi insegnò all’artista a disegnare dal vero, mentre si muoveva davanti a lui e si esibiva nelle posizioni e movenze più stravaganti: le sculture più conosciute per le quali diede il proprio corpo e la propria anima e alle quali deve la sua eternità artistica, furono ‘Iris, la messaggera degli dei’ e la ‘Cariatide caduta’. La quarta sorella fu Anna, la cui grazia e fascino furono parecchio decantate nella stampa.  Fu la più vicina a Rodin, per molti anni: il suo corpo è scolpito nella ‘Toletta o nascita di Venere’, nelle due edizioni di ‘Cibele’ e in tanti disegni dell’artista. E si consenta, a questo punto, la nota solo apparentemente polemica: è grottesco e perfino ridicolo che il Museo Rodin di Parigi che profonde ricerche e investimenti in tutti gli ambiti e contesti che concernono il grande artista, ancora oggi ignora perfino il nome delle modelle e dei modelli, tutti ciociari!!, che hanno dato il loro corpo e la loro fisionomia ai capolavori assoluti dell’artista.

Michele Santulli
                                               

Venezia, Campari ospita Greta Scarano per una performance d’autore

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Classe ’86, romana. Greta Scaranoè una delle più belle scoperte del cinema italiano degli ultimi tempi.  

Attrice di cinema e televisione, Campari, in qualità di Main Sponsor e che da sempre vuole celebrare il suo legame con il mondo del cinema, l’ha voluta con sé durante la 76. Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia. 

Dopo aver vinto il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista del 2015 per il ruolo di Viola in Suburra e il Ciak d’Oro come rivelazione dell’anno 2016, non si è più fermata. Greta Scarano è anche la protagonista del film basato sulla sparizione di Emanuela Orlandi e, nel febbraio 2017, è protagonista in Smetto quando voglio – Masterclass. Per queste due interpretazioni viene anche candidata ai Nastri d’argento 2017 come migliore attrice protagonista.   

Ieri sera, verso le 23.00, l’attrice ha regalato un’interpretazione di un suo monologo ironico e coinvolgente presso la Campari Lounge, nella Terrazza che affaccia direttamente sull’iconico Red Carpet del Palazzo del Cinema – La Biennale di Venezia.

Il testo è stato scritto anche con la collaborazione di Debora Attanasio, autrice del romanzo Non dite alla mamma che faccio la segretaria. Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell’hard, romanzo di Debora Attanasio che racconta l’esperienza della stessa autrice come segretaria a Diva Futura, la mitica agenzia delle più famose pornostar italiane fondata nel 1983 da Riccardo Schicchi e Ilona Staller.

“In un momento in cui tutto ciò che sembra essere importante è apparire sui social media, io che sono una persona molto riservata, ho scelto di interagire con il pubblico scrivendo un testo più intimo che mi rappresenta in modo diretto e privo di sovrastrutture. Per un’attrice abituata ad interpretare sempre dei personaggi, raccontare un po’ della mia storia personale davanti ad un pubblico rappresenta una sfida, anche se l’ho fatto in chiave divertente e autoironica” ha affermato Greta Scarano.

Dopo che le luci del Red Carpet si sono abbassate pochi fortunati hanno avuto la possibilità di vivere un momento intenso e indimenticabile che ha celebrato il profondo legame tra Campari e il mondo del cinema.

PROPAGANDA FESTIVAL, 2 grandi show dal vivo a Milano e Roma con NOYZ NARCOS, THE NIGHT SKINNY, GEMELLO & SINE ONE, KETAMA 126 e molti altri

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Dopo il successo delle passate edizioni torna anche quest’anno il Propaganda Festival per due imperdibili appuntamenti live che si svolgeranno il 13 Settembre a Milano presso il Circolo Magnolia e il 15 Settembre a Roma presso l’India Estate.

Un doppio e attesissimo speciale show con due serate con il meglio della scena Hip Hop odierna in una veste inedita e rinnovata.
Protagonista assoluta del Propaganda Festival sarà come sempre la musica con una heavy rotation di artisti e amici del mondo Propaganda che nel corso delle due serate  si alterneranno sul palco per una grande festa in musica.
Padrone di casa il grande NOYZ NARCOS in un’inedita combinazione con The Nightskinny per uno show che si preannuncia davvero esplosivo. Dopo il grande successo dell’uscita del suo ultimo album “Enemy”, già certificato disco di platino, entrato direttamente alla numero 1 della classifica FIMI e dopo aver registrato il tutto esaurito con il suo tour, Noyz Narcos  è considerato come uno dei migliori rapper di sempre e maestro d’ispirazione per moltissimi giovani della nuova generazione hip hop. Dopo anni di assenza dalle scene musicali è tornato re indiscusso con il suo ultimo lavoro, un vero e proprio best seller della cultura urban che si avvale delle produzioni dei migliori producers della scena odierna. “Enemy” si arricchisce inoltre di preziosissime collaborazioni e featuring con alcuni dei migliori rapper del panorama italiano, come il feat con Salmo nel brano “Mic check”, “Sputapalline” in feat con Coez, “Casa Mia” in feat con Luchè e Capo Plaza, “R.I.P.” con Achille Lauro, “Matanza” in feat con Rkomi e “Borotalco” feat Carl Brave & Franco
Le sorprese di “Propaganda Festival” non finiscono qui.. .non mancherà inoltre la presentazione del nuovo progetto discografico di Gemello insieme al suo producer Sine e l'unione  esclusiva di Speranza e Ketama 126, due promesse del panorama italiano reduci da tour trionfali in tutta Italia.
In seguito alle performance delle guests andranno in scena speciali Aftershow a cura di TY1, Dj Gengis, WHTRSH (il dj ufficiale di Coez) e Dj 2p (dj ufficiale di MadMan).

Simone Cristicchi chiude il Todi Festival con “Abbi cura di me”

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L’1 settembre è a Todi al Teatro Comunale, il 3 settembre a Pollenzo (Cn) nel Cortile dell'Agenzia, il 6 settembre a Brescia in Piazza della Loggia, il 18 dicembre a Trieste nel Politeama Rossetti - Sala Assicurazioni Generali. 

Si tratta del grande cantautore italiano Simone Cristicchi che chiuderà il Todi Festival al Teatro Comunale con il suo “Abbi cura di me”. 
Todi Festival si avvia alla conclusione della sua 33° edizione e lo fa proponendo la musica di un grandissimo nome della scena italiana. 
Il cantautore calcherà il palcoscenico del Teatro Comunale domenica 1 settembre alle ore 21. 
A sei anni dal suo ultimo lavoro discografico torna sulle scene con la prima raccolta dei suoi più grandi successi uscita lo scorso 8 febbraio. 
L’album, oltre a racchiudere le canzoni più celebri del cantautore romano, conterrà anche due inediti tra cui “Abbi cura di me”, il brano con cui Simone Cristicchi ha partecipato al 69° Festival di Sanremo.
“Sono molto contento - aveva affermato Simone Cristicchi presentando questa esclusiva regionale -perché riesco a portare il mio concerto, dopo sei anni, anche qui in questa regione in esclusiva a Todi Festival. ‘Abbi cura di me Tour’ vuole essere una sorta di racconto e di resoconto di quattordici anni di musica e teatro. Sono felice che il mio spettacolo si svolgerà al Teatro Comunale di Todi, perché in effetti la mia vita è divisa in due: da una parte l’attore, il narratore; dall’altra il cantante. Ovviamente con il palcoscenico di Sanremo quest’anno c’è stato un ritorno al primo amore. Abbi cura di me è una canzone che mi ha dato tantissimo, ha vinto due premi molto importanti: il primo dedicato a Sergio Endrigo per la migliore interpretazione; l’altro è il premio Bigazzi, per la migliore composizione. Ma il premio più grande è stato quello di essere adottata da molte scuole italiane, elementari, superiori e medie per far riflettere i ragazzi sul testo, che racchiude una ricerca cominciata qualche anno fa sul mondo dell’invisibile. Mi piace parlare delle priorità, tornare a parlare della bellezza ad esempio, della felicità, del superamento del dolore, della forza del perdono. Nei versi della canzone, ricorre il tema millenario dell’accettazione, della fiducia, dell’abbandonarsi all’altro da sé, che sia esso un compagno, un padre, una madre, un figlio o Dio – racconta Cristicchi – Nelle mie intenzioni, questo brano vuole essere una preghiera d’Amore universale, una dichiarazione di fragilità, una disarmante richiesta d’aiuto”.
Il cantautore (voce e chitarra) sarà accompagnato da Riccardo Corso (chitarre e bouzouki), da
Andrea Rosatelli (basso e contrabbasso), da Giuseppe Tortora (violoncello), da Riccardo Ciaramellari (pianoforte, tastiera e fisarmonica) e da Valter Sacripanti (batteria). 
Oltre ai successi presentati negli anni al Festival di Sanremo, il nuovo progetto discografico di Simone Cristicchi ripercorrerà tutta la sua straordinaria carriera partendo dai giorni nostri fino ad arrivare agli esordi nel 2005 con il popolarissimo “Vorrei cantare come Biagio”. 
Un viaggio alla scoperta e alla riscoperta del mondo versatile e dalle mille sfaccettature di questo eclettico artista, che ha fatto della sottile ironia unita alla riflessione profonda la sua cifra stilistica.
Questa la tracklist di ABBI CURA DI ME: “Abbi cura di me”, “Lo chiederemo agli alberi”, “Ti regalerò una rosa”, “Studentessa universitaria”, “L’ultimo valzer”, “La vita all’incontrario”, “La prima volta (che sono morto)”, “Meno male”, “Vorrei cantare come Biagio”, “La cosa più bella del mondo”, “Laura”, “Magazzino 18”, “Angelo custode”, “L’Italia di Piero”, “Fabbricante di canzoni”, “I matti de Roma”, “Genova brucia”, “Che bella gente”, “Cellulare e carta sim”, “Mi manchi”, “Insegnami”.                                                                                                                                                        
Vito Piepoli

Il cantastorie ripostese Luigi Di Pino torna con lo spettacolo "E chiamamula cu vera fidi"

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Il 4 settembre va in scena a Giardini Naxos (ME) “E chiamamula cu vera fidi!”

“Sullo schermo le immagini di un’alba quasi buia. Versi di gabbiani. Sulla destra, in ginocchio, ci sta Nedda, con una coroncina in mano. Entra in scena Pancrazio, il pescatore. Nedda ha pregato tutta la notte la Madonna per ottenere una grazia…”. Sono le prime suggestioni dell’atteso nuovo spettacolo, “E chiamamula cu vera fidi!”, che il cantastorie Luigi Di Pino porterà sulle scene il prossimo 4 settembre, alle 21, nella centralissima piazza Abate Cacciola di Giardini Naxos (ME). Per la prima volta l’artista ripostese rappresenterà, in occasione dei solenni festeggiamenti in onore della Patrona del comune naxiota, la storia di Santa Maria Raccomandata. Un’idea accolta sin da subito con entusiasmo dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Nello Lo Turco, da sempre attento alla valorizzazione delle tradizioni locali. Già lo scorso anno lo spettacolo “I paladini di Francia”, in piazza Municipio a Giardini Naxos, in occasione della festa della Patrona, ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica. Molto apprezzati l’originale formula di spettacolo ed una magistrale regia attraverso cui Luigi Di Pino ha ripercorso, tra canti, parole e suoni, i propri trascorsi a Giardini Naxos, i luoghi e le persone da lui frequentate, citando e valorizzando molteplici personaggi legati a vario titolo al comune naxiota, tra tutti l’indimenticato Nino Martoglio. Per la festa della Patrona di quest’anno Di Pino ha voluto proporre un’opera che toccasse direttamente il cuore dei cittadini e dei fedeli. “Ho avuto la netta sensazione che “Qualcuno” mi avesse suggerito l’idea, quasi investendomi di una missione – dichiara il cantastorie - Pur avendola partorita all’interno della mia stessa mente sapevo con certezza che proveniva dal cuore. Era come se sapessi di avere dentro di me l’opera compiuta, si trattava solo di tirarla fuori. Considero questo mio lavoro – prosegue Luigi Di Pino - un atto di riconoscenza nei confronti della città di Giardini Naxos e della popolazione giardinese. Mi propongo infatti, a spettacolo concluso, di consegnare il copione, completo di riferimenti bibliografici, oltreché al sindaco Pancrazio Lo Turco, a Padre Giuseppe, che lo riceverà, come concordato – conclude Di Pino - in rappresentanza della Parrocchia, affinché possa essere conservato negli archivi ecclesiastici”.

La storia che verrà rappresentata prende il via nel 1719 quando venne eretta la prima parrocchia “ai giardini”, dipendente dall’ Arcipretura di Taormina. La tradizione racconta che la parrocchia venne dedicata a Maria per la fede dei marinai e dei loro familiari i quali, prima di avventurarsi in mare, “si raccomandavano”, per essere protetti, alla Madonna. La stesura del copione è stata il frutto di un’attenta e meticolosa ricerca delle fonti storiche, durata alcuni mesi. Un lavoro che Luigi Di Pino ha svolto in collaborazione con il giardinese Rosario Bellingheri, cultore di tradizioni popolari. Tra le fonti utilizzate spiccano il libro “L’abate Salvatore Cacciola” di Padre Agostino lo Cascio; “I frati minori cappuccini in Taormina e Giardini” di Francesco Bottari; ed il volume “Giardini Naxos nel cuore” di Piero Montes, pubblicato recentemente. Proprio da una delle storie narrate nel volume di Montes, nello specifico uno dei racconti di nonna Angelina, trae spunto l’impalcatura dello spettacolo di Luigi Di Pino. Nonna Angelina narra di un pescatore locale che con la sua grossa imbarcazione era solito spingersi fino ai territori dove era vissuto Gesù. Alla vigilia di un nuovo viaggio egli fu avvicinato da una donna di grande fede che gli chiese la cortesia di portarle da quelle terre benedette un piccolo frammento di legno della croce su cui il Signore era stato crocefisso, perché aveva grande bisogno di quell’aiuto miracoloso. Il pescatore non seppe dirle di no e le promise che l’avrebbe accontentata. E’ questa la premessa da cui si snodano le vicende che saranno messe in scena il 4 settembre. A rendere l’evento ancora più originale è la formula della narrazione scelta dal cantastorie. Coinvolti infatti tutti i linguaggi dell’arte, dal teatro al canto, dalla poesia alla danza, dalla musica al video, in un cocktail ben dosato che offrirà al pubblico forti e contrastanti emozioni. Una scelta innovativa ma non nuova per l’artista Luigi Di Pino, fra i primi ad intuire, all’alba del terzo millennio, l’esigenza di una rivitalizzazione del canto siciliano, nonché pioniere della nuova generazione di cantastorie siciliani.

Luigi Di Pino avrà l’onore di essere affiancato da attori e cantattori d’eccezione: Ornella Brunetto, Alfio Zappalà, Gianfilippo Tomaselli, Eugenio Patanè ed Angela Giammuso. Sul palco anche la performer taorminese Roberta Pennisi, nei panni di un personaggio surreale. Ad eseguire le musiche dal vivo saranno Alba Roma, al violino; Matteo Briguglio, al tamburo; Angelo Caminiti, alla chitarra; Angelo Triolo, agli effetti sonori; Rosario Tomarchio, al contrabbasso; e Davide Ferraro e Marco Crisafulli, alle fisarmoniche. Il progetto prevede anche la partecipazione del coro della Parrocchia Santa Maria Raccomandata, diretto da Andrea  Gialloreto; del gruppo folk “Triskelion” di Roccalumera; del corpo musicale “Carmelo Puglia-Città di Giardini Naxos”; delle scuole di danza “Funny club” di Piedimonte Etneo e “Entra in scena” di Calatabiano, dirette dall’insegnante Claudia Patanè.



Paris XIII, convegno "Le rappresentazioni dei discorsi minoritari nei media e sui social network"

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Fra i relatori gli italiani Giovanni Zambito e Giampiero Marzi.

Venerdì 13 settembre 2019  dalle 9.30 all'Università Paris XIII di Villetaneuse avrà luogo la giornata dottorale dell'Ateneo: in programma un convegno dal titolo «Les Représentations des discours minoritaires dans les média et sur les réseaux sociaux ». 
Fra i relatori Giovanni Zambito che parlerà de "La diversità linguistica e i nuovi mass media" e Giampiero Marzi che affronterà il tema "I giornalisti italiani di fronte allo hate speech nell'era dei social network".


Campari e Alessandro Borghi alla scoperta dei nuovi talenti del cinema italiano

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Campari Labsi potrebbe descrivere così: un laboratorio didattico di branded contentnato dalla collaborazione con il Centro Sperimentale del Cinema; un progetto strutturato per aree interdisciplinarivolto a premiare i nuovi talenti del panorama cinematografico italiano.
Con la supervisione di Marco Diotallevi e Fabio Morici, gli alunni di Campari Labhanno creato cinque cortometraggi che traggono ispirazione dai valori portanti del brand Campari.
Questo pomeriggio si è svolta la proiezione di tutti i cinque corti, prezioso risultato del primo anno di lavoro tra Campari e il Centro Sperimentale del Cinema. Ospite d’eccezione l’attore Alessandro Borghi.
Borghi è senza dubbio uno degli attori che, da anni, sta regalando al cinema italiano interpretazioni di altissimo livello. Una grande versatilità, espressa tramite ruoli e interpretazioni diversissime e mai banali, lo ha reso uno degli attori più amati e ricercati nel panorama cinematografico nostrano. Con il ruolo di attore protagonista nel film “Sulla mia pelle”di Alessio Cremonini, infatti, si è aggiudicato anche il David di Donatello. Campari Lab quindi, non poteva scegliere testimonial migliore. 
Il programma didattico di Campari Lab è stato articolato in tre fasi: a seguito di una consegna di spunti e idee da parte degli studenti, è avvenuta la stesura e lo sviluppo delle sceneggiature che hanno portato alla produzione e al rilascio dei cortometraggi che sono stati proiettati ieri presso la Campari Lounge.
“Campari Lab è un progetto prestigioso e di valore che ho deciso di supportare perché penso sia fondamentale aiutare e stimolare i giovani ragazzi del cinema italiano” afferma Alessandro Borghi “Ho davvero apprezzato il tema della scelta, concetto alla base dei cinque cortometraggi in quanto rappresenta l’elemento fondante e condizionante della vita di ognuno di noi. La vita, a mio parere, è un mix di destino e scelte giuste” 
The Red Hour, è questo il nome della serie antologica di questi cortometraggi autoconclusivi, ma sempre connessi tra loro. Ogni storia declina in modo diverso lo stesso snodo narrativo: quel momento della vita in cui si aprono davanti a noi infinite strade, il momento in cui si ha la consapevolezza di avere molteplici possibilità di scelta.Le vite dei protagonisti si sfiorano in diversi momenti e luoghi. E, a un certo punto, si ritrovano tutti insieme in quello che è lo spaziotempo comune della serie: il bar Campari. È questa la red hour!
“Mantenendo come filo conduttore tutto ciò che nasce dalla passione, tema da sempre legato in modo indissolubile a Campari” -dichiara Lorenzo Sironi, Senior Marketing Director Campari Group – “Campari LAB è volto a sostenere e valorizzare i talenti emergenti che contribuiscono ogni giorno ad alimentare l’arte cinematografica, attribuendo grande importanza a ogni singola fase creativa che porta alla realizzazione di un film”.   
Campari Lab è un progetto ambizioso ed è stato inserito nei programmi didattici delle sedi di Roma e Milano della Scuola Nazionale di Cinema, ponendosi l’obiettivo di affermarsi come un incubatore culturale all’interno del quale scoprire e formare nuovi talenti nell’ambito di tutte le professioni che, con passione, danno vita al mondo della cinematografia: da produttori, registi, attori e sceneggiatori, fino a fotografi, scenografi, montatori e compositori. 
“Lo studio e la preparazione accademica sono davvero molto importanti così come credo che sia fondamentale allo stesso tempo per ognuno seguire un metodo che rispecchi la propria personalità, passione e predisposizione” ha concluso Alessandro Borghi.
La collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia consolida lo storico legame tra Camparie il grande schermo. Sin dalle sue origini, l’aperitivo italiano per eccellenza, ha sempre considerato il cinema come mezzo elettivo per comunicare la propria eclettica personalità, attraverso lo stile e la creatività di celebri maestri di fama internazionale come Federico Fellini, Joel Schumacher, Paolo Sorrentino, Stefano Sollima e Matteo Garrone. 

Campari e il cinema
Simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza, Campari è per il secondo anno consecutivo main sponsor della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia.
Da sempre, Campari sceglie il mezzo cinematografico come veicolo di comunicazione per raccontare, in modo avveniristico e aspirazionale, l’essenza di un marchio che ha sancito la nascita del mito dell’aperitivo italiano nel mondo. Un connubio, quello tra Campari e il grande schermo, che trova la massima espressione nelle numerose collaborazioni con registi e attori di fama internazionale, attraverso campagne innovative che hanno scritto la storia della comunicazione di marca.
Un percorso artistico che prende il via nel 1984, quando Federico Fellinigirò per Campari “Ragazza in treno”: un vero e proprio corto cinematografico che vede il celebre regista cimentarsi per la prima volta nella realizzazione di uno spot per un marchio privato.
Il sodalizio tra Campari e registi pluripremiati prosegue nel tempo e, tra le numerose collaborazioni, possono essere citate quelle con Tarsem Singh, autore della “Trilogia” negli anni Novanta, e Joel Schumachercon “L’attesa” (2011), fino ad arrivare a Paolo Sorrentinoche ha firmato l’attuale campagna di comunicazione “Creation”.
Non solo registi ma anche talenti hollywoodiani del calibro di Uma Thurman, Penelope Cruz o Benicio del Toro hanno affiancato il loro nome a quello del brand in qualità di protagonisti di diverse edizioni del Calendario Campari.
Infine, Campari Red Diaries, l’ultimo progetto che utilizza il cortometraggio per portare in scena il concetto che “ogni cocktail racconta una storia”, può vantare le regie di Paolo Sorrentino, Stefano Sollima e Matteo Garronee l’interpretazione di attori quali Clive Owen, Zoe Saldana, Ana de Armas e Adriano Giannini.


CAMPARI GROUP
Campari Group è uno dei maggiori player a livello globale nel settore degli spirit, con un portafoglio di oltre 50 marchi che si estendono fra brand a priorità globale, regionale e locale. I brand a priorità globale rappresentano il maggiore focus del Gruppo e comprendono Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY, Wild Turkey e Grand Marnier. Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell'industria degli spirit di marca. Ha un network distributivo su scala globale che raggiunge oltre 190 Paesi nel mondo, con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe. La strategia del Gruppo punta a coniugare la propria crescita organica, attraverso un forte brand building, e la crescita esterna, attraverso acquisizioni mirate di marchi e business.
Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari conta 17 impianti produttivi e in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 19 paesi. Il Gruppo impiega circa 4.000 persone. Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano S.p.A. (Reuters CPRI.MI - Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001.
Per maggiori informazioni: http://www.camparigroup.com/it. Bevete responsabilmente

Gocce di Vita, Voli del Cuore, musica d'autore a Cagli

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La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. Sold out al Torrione Martiniano di Cagli (Pesaro Urbino) per il gruppo musicale Oasi.

“C'è tutta me stessa in questo progetto. Tutta la mia vita; i miei dolori, le mie prigioni, i miei sorrisi, la mia passione…ed esprimermi assieme a tre meravigliosi musicisti e professionisti di alto valore, significa toccare il cielo con un dito! - chi parla è Roberta Arduini, in azzurro come il cielo - grande è il privilegio di essere stati scelti come "Concerto esclusivo, proprio per portare il nostro "abbraccio di musica e parole" sul Torrione Martiniano, simbolo di Cagli!”
Si tratta di “Cagli delle musiche”, magie, musiche e spettacoli, in una notte d’estate, e in particolare del format “Gocce di Vita, Voli del cuore” del gruppo Oasi che ha eseguito solo la parte, "Dal buio della notte all'alba della Vita", con Paride Battistoni al violino, Colombo Silviotti al violoncello, Franca Moschini al pianoforte e con Roberta Arduini  autrice dei testi e voce narrante.
Il concerto esclusivo è stato eseguito all’interno del Torrione Martiniano, con un aperitivo di benvenuto con vista sulla città, in anticipo sulle esibizioni degli altri  gruppi musicali (otto in totale) che hanno suonato  in contemporanea in luoghi caratteristici del centro storico. 
L’evento ideato e organizzato dalla Pro Loco è alla sua 24° edizione ed è ormai una tappa fissa per gli appassionati di musica. L’appuntamento magico dell’estate cagliese….- si legge - ”dove la musica ci accompagna tra le antiche vie di una città sempre più accogliente...”.
Cagli, di fondazione preromana, provincia di Pesaro e Urbino, con i Montefeltro, signori di Urbino, acquistò ancora più lustro. Con  Federico di Montefeltro, divenne la terza città, per importanza, del ducato; trampolino di lancio per il controllo della vicina Gubbio e luogo dove edificare, su progetto di Francesco di Giorgio Martini, architetto senese, una celebre rocca, appunto il Torrione Martiniano.
Ancora oggi Cagli risplende di questa antica importanza, ospitale e serena, circondata  dagli splendidi ruderi di ben 52 castelli. 
Pare un’apparizione salvifica, come fosse un’”oasi”, termine che ricorre per la seconda volta in questo scritto (Oasi è il nome del gruppo musicale), in un deserto fatto di gole, montagne e intricati boschi. 
E per le sue strade, si respira ancora una mai sopita dignità cittadina, un vezzo aristocratico e superiore, un legame infinito e vitale alle proprie origini di centro di cultura, di arte e di meraviglie naturali. 
“I brani sono tratti da famose colonne sonore di film – ci dice Roberta Arduini -  tutti i grandi successi di Morricone, Micalizzi con "l'ultima neve di primavera" e così via per spaziare anche nella musica classica (Aria di Bach, il mattino di Grieg, concerto de Aranjuez di J.Rodrigo..).  Ciò che mi ha spinto, è stato il dolore enorme di una vita, la mia, che ho tramutato in grazia, in amore e sono così rinata. In fondo nel dolore c'è già un amore smisurato. E se riusciamo a sentirlo in profondità, non permettiamo alla sofferenza di plasmarci facendoci diventare dei mostri e tutto ciò che la sofferenza ha scavato, viene riempito dalla gioia della rinascita”.
“Aggiungo che dedico tutto alla mia adorata mamma, che ha lottato con una forza disumana fino alla fine della sua esistenza, e che ho accudito, annullandomi e senza tregua. Ma quello che le ho dato, è nulla in confronto a tutto ciò che ha donato lei a me, con amore incondizionato”. 
Lo scopo dell’esibizione è stato quello di arrivare al cuore dei presenti, far riflettere ed emozionare con la ricchezza e la bellezza dei componimenti letti da una dolce voce narrante e dei brani  magistralmente eseguiti dai tre musicisti classici di alto valore tecnico e musicale, appartenenti all’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro. 
Lo spettacolo è stato un emozionante connubio di parole e musica ad alto livello. I testi hanno toccato in profondità i diversi aspetti dell’esistenza umana e del suo mondo interiore, sviscerando dolcemente i lati psicologici profondi che regolano i comportamenti creando una sorta di riflessione che induce verso una maggiore consapevolezza interiore. 
Ogni emozionante argomento, è stato sviluppato dall’autrice, in maniera diversa ed originale, che ha coinvolto lo spettatore ed accompagnato a vivere in prima persona il proprio viaggio interiore, in maniera realistica ma allo stesso tempo poetica e meditativa. 
Le liriche, le poesie d’autore e gli evocativi brani musicali che si sposano con i testi, hanno contribuito  a rendere intenso e coinvolgente il percorso verso la propria interiorità.
“In  ‘Dal Buio della Notte all’Alba della Vita’ - ci ha riferito in conclusione Roberta Arduini –abbiamo esplorato con coinvolgimento, la Luce oltre la ferita, la Rinascita dopo una morte interiore, le fasi della Vita in cui ci partoriamo nuovamente, abbracciando sempre più la bellezza della nostra  autenticità. Siamo contentissimi, abbiamo suscitato grande emozione e commozione...persone che mi hanno fatto i complimenti stringendomi le mani e dicendo che hanno vissuto un viaggio nella Vita magnifico e recitato in modo egregio e con una bellissima voce, ma quello che è veramente importante è donare qualcosa di sé, la Vita ci ama e ci porta sempre dove Noi abbiamo bisogno!! ”.   
Vito Piepoli

La commedia "Manola" al Teatro Due di Roma il 21 e 22 settembre

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Il 21 settembre alle ore 21:00 e il 22 settembre alle h. 18:00 presso il Teatro Due di Roma (vicolo dei due macelli 37  metro Spagna), andrà in scena la brillante commedia Manola, tratta dall'omonimo best seller di Margaret Mazzantini.

Una produzione Teatro al Femminile, che ha trovato ospitalità e riscontri  favorevoli in numerosi Teatri italiani, racconta il rapporto tra Ortensia ed Anemone, due gemelle talmente diverse da rappresentare gli opposti archetipi della femminilità. Due monologhi intrecciati, dove le due donne si rivolgono ad una maga assente, e si rinfacciano, si raccontano, discutono e si sfogano senza incontrarsi mai. Celata da un umorismo graffiante e talora cinico, emerge però un'amara verità: spesso ciò che crediamo distante da noi è solamente un aspetto nascosto o rimosso, ma radicato nel nostro inconscio.
Virginia Risso e Gaia Contrafatto, attraverso un’esilarante capacità di  raccontarsi che conquista il pubblico nazionale da diversi anni, riveleranno infatti come i ruoli possono essere invertiti: la donna nera e la donna variopinta non sono due entità distinte, due estranee sorelle, ma le due facce della luna.

Teatro al Femminile produce spettacoli il cui intento è quello di valorizzare la Donna, presentandola in tutte le sue sfaccettature, senza  cadere in banali stereotipi.

MANOLA

una produzione Teatro al Femminile

con Virginia Risso e Gaia Contrafatto

direzione artistica Caterina Guida

tecnico audio-luci Fabio Settimi

musiche originali di Mon-Key

scene e costumi Maria Donzella

ufficio stampa Antonella De Tino - Marco Aquilanti

Teatro Due – vicolo dei due macelli 37 (RM)

21 settembre h. 21:00

22 settembre h. 18:00

Costo biglietto: 10 euro

Per info e prenotazioni teatroalfemminile@gmail.com
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