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“Sciaboletta” di e con Alessandro Blasioli al Teatro Studio Uno 16-17-18 novembre: la grande fuga di Vittorio Emanuele III di Savoia

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Vincitore del “Premio Giurie” Direction Under 30 - 2018 del Teatro Sociale Gualtieri e vincitore come “Miglior Testo” al Festival ShortLab di Roma 2018, torna in scena al Teatro Studio Uno il 16-17-18 novembre “Sciaboletta”, pungente ed ironico monologo scritto, diretto e interpretato da Alessandro Blasioli che ripercorre le ultime ore da sovrano del “piccolo” di casa Savoia, attraverso i suoi occhi e di tutti coloro fuggirono con lui, lasciando di fatto lo Stato italiano in mano ad un manipolo di tedeschi.

9 settembre ’43, 5.30 del mattino: una colonna di 40 auto nere sta valicando gli Appennini lungo Via Tiburtina, direzione Abruzzo; in testa alla colonna una Fiat 2800 grigio-verde con i vetri oscurati e le bandierine italiane poste sopra i fanali anteriori.”
Inizia così la fuga di Re Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia, a seguito della dichiarazione d’armistizio proclamata dal Generale americano Eisenhower. Districandosi nella notte fra i selvaggi paesaggi abruzzesi, il Re troverà non pochi problemi lungo la via per la salvezza. Avrebbe potuto evitare la disfatta? Certo è che l’ombra di Mussolini oscura la figura reale, che si infervora di fronte all’ennesima canzone in cui il lemma “re” fa rima con “duce” e si lascia andare in una invettiva antifascista quantomai attuale.
Con intelligente ironia, un linguaggio incalzante derivato dalla Commedia dell’Arte ed una scenografia scarna, Sciaboletta” tira fendenti e pone domande ad una società che pare stia entrando – ancora una volta – in un’epoca nazionalista e di malcelato odio del diverso, andando a raccogliere e riportare gli insegnamenti del nostro passato.

Alessandro Blasioli
Attore e cantante abruzzese, Bachelor (Hons) in Acting presso l’University of Wales. Studia Commedia dell’Arte in Francia con il Maestro Carlo Boso e in Italia segue workshop di Giorgio Bongiovanni. Fonda assieme a colleghi la “Compagnia Sasiski!”, commedianti dell’arte con cui vince il “Premio Attilio Betti” del Festival Lunathica di Torino e partecipa alla VI e VII giornata mondiale della Commedia dell’Arte a Padova. è Menzione d’Onore del Presidente di Giuria presso il Festival Internazionale “Silver Sword” di Mosca e Premio NUOVOImaie come “Miglior interprete maschile” al Festival Dominio Pubblico di Roma con il monologo civile da lui scritto, diretto e interpretato, intitolato “Questa è casa mia”, che racconta le vicende del post sisma aquilano; suoi anche i monologhi DPR_Web_Sommerso” (“Menzione d’onore” al Festival InDivenire di Roma) sulla storia di Anonymous e Dark Web e "Sciaboletta".

Sciaboletta” 16-17-18 novembre 2018 (Sala Teatro)
Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Ven – Sab ore 21.00, Dom. ore
 18.00
Per info: 3494356219- 3298027943


Agosto a Palermo, seconda puntata dei “Racconti brevi da leggere online”

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di Andrea Giostra - La seconda puntata dei “Racconti brevi da leggere online”, presenta la Novella “Agosto a Palermo”.

Chi fosse curioso di leggere la Novella della prima puntata, può cliccare qui:

Il secondo dei racconti è tratto dalle “Novelle brevi di Sicilia”. Buona lettura a tutti voi…

Note dell’autore:
«Quelle che leggerete sono delle novelle brevi, anzi, brevissime, di vita di Sicilia, di vita di siciliani, di vita vera e raccontata spontaneamente senza mediazioni linguistiche; che non vogliono rappresentare metafore o meta-significati. Sono delle piccole storie e rappresentano quello che dicono, quello che leggerete! Rappresentano la mia esperienza diretta, vissuta in prima persona e che ho scritto di getto con il mio vecchio Nokia E90, oggi da museo di archeologia informatica. Il senso, la morale, se c'è un senso o una morale da dare, li darà il lettore che le leggerà.»

“Agosto a Palermo”, tratto da Andrea Giostra, “Novelle brevi di Sicilia”, StreetLib, Milano, 2017.

«Giro per la città col mio scooter, per sbrigare le ultime faccende prima di andare in vacanza.
Palermo è piena di turisti affollati nelle vie principali del centro storico, col naso all'insù e l’indice che taglia in due la guida Touring della Sicilia stretta nella mano sinistra che aspetta che la destra, sollevata a mostrare gli scuriti palazzi nobiliari decadenti e le sfavillanti chiese barocche ed arabo normanne appena restaurate, finisca di gesticolare nel mostrare sì contraddittoria architettura ad occhi attenti che al fianco seguono incantati le linee immaginarie tratteggiate dall'altro indice che proteso accompagna la lettura della storia dei monumenti palermitani.
Appena fuori dal centro le saracinesche dei negozi e dei ristoranti sono calate malgrado l’ora.
La città è deserta.
Mi sento al mio paese, incastrato tra le colline che dominano il golfo di Castellammare, quando ragazzino mi mettevo all'angolo della cantoniera e osservavo incantato il passaggio rispettoso del morto.
Evento raro un funerale in paese, almeno allora, che per giorni diventava l’argomento principale dei bar e dei saloni da barba: «Ma comu muriu? Comu fu? Ma quant’anni avieva? Ri subitu muriu? Ma...! Ma...! Tutti dà amu a ghiri a finiri, si sapi chistu!».
Sempre le stesse domande.
Sempre le stesse risposte.
Ripetute come in un disco di vinile incantato trasmesso in filodiffusione in ogni dove.
In paese rispetto voleva che al passaggio del morto si calassero le saracinesche dei negozi, dei bar, dei saloni da barba, e la gente ch’era per strada si fermasse e stesse immobile, in silenzio, col capo chino, aspettando che passasse il corteo, prima di riprendere chi a lavorare, chi a passeggiare, chi a proseguire nei suoi chiffari.
Così è Palermo oggi, aspetta che passi il corteo del morto.
E il morto è agosto.»

Angela Nobile, dal 16 novembre in radio e in digital download "Vivere", il nuovo singolo della cantautrice siciliana

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A partire dal 16 novembre sarà in radio e disponibile in digital download “Vivere” (Tantamuri Records), il nuovo singolo della cantautrice siciliana Angela Nobile. Il brano sarà accompagnato dal videoclip in uscita in contemporanea (qui il teaser: https://youtu.be/WYgE0jqXeCc)

“Vivere”, prodotto da Iacopo Pinna e scritto da Lorenzo Vizzini con la direzione artistica di Barbara Catera, "è semplicemente la storia della mia vita – racconta Angela Nobile -. Una storia che voglio raccontare attraverso questo brano. Ti svegli una mattina e ti senti come se non avessi fatto nulla della tua vita. Esattamente come un pesce che vede tutto da una boccia. La vita corre e ci passa davanti e si ha sempre la certezza in tasca di poterla afferrare quando vogliamo. Di poterla fermare quando vogliamo. Di poterla vivere quando lo vogliamo. Lei però va avanti anche senza di te. Cammina e corre anche se tu resti indietro. Mi sento nella perfetta condizione in cui ad un incrocio vedi macchine passare veloci e non sai che strada prendere e per non sbagliare, nel dubbio, resti immobile però le macchine continuano a passare, i semafori cambiano colore, la luna sorge ed il sole va a dormire. Invece è fondamentale afferrare la propria vita e stringerla tra le mani, uscire fuori dalla boccia e nuotare anche se con incertezze e paure dell’immenso blu. La vita non ti aspetta e tu non aspettare di viverla.”

Angela Nobile inizia il suo percorso artistico quasi per gioco nell'estate 2007 quando scopre le sue doti vocali con il Maestro Barbara Catera che ancora oggi è per lei mentore, guida e insostituibile vocal coach. Da subito sperimenta generi diversi mettendosi in gioco in grandi contesti e arriva, per il suo primo provino agli studi della trasmissione tv "X Factor". Partecipa a diversi concorsi canori raggiungendo sempre risultati gratificanti, come la fase finale del Festival di San Valentino a Terni nel 2009. Nel 2010 è all'interno dell'Accademia di Sanremo. Nel 2011 accede alla fase finale delle selezioni per "Amici", il talent show diretto da Maria De Filippi. Nel frattempo si dedica alla formazione di una band e dal 2012 si esibisce in tutta la Sicilia Nel 2012 realizza il primo videoclip, diretto da Rita Abela, con la canzone inedita "Ma l'amore cos'è" di Chiara Catera. In questo periodo inizia a prendere forma il progetto discografico "In bilico”. Nel 2013 si classifica nella terna finale al concorso "Cantagiro". Nello stesso anno forma anche un trio jazz e uno acustico con i quali continua le esibizioni concertistiche a Siracusa e provincia. Nel 2014 approda a "The Voice of Italy", il talent show di Rai 2, nel quale ha riscosso grandi consensi di pubblico e di critica. Nel team di J-AX, infatti, è stata apprezzata, oltre che per la penetrante vocalità, anche per il suo inconfondibile stile: connubio perfetto che fa di lei un'artista dal forte carattere. Sempre nel 2014 è la volta di Rai 1 con Domenica In in cui sarà impegnata fino alla fine dell'anno. Nel 2015 ha partecipato ai concerti del suo Vocal coach JAX, nelle date siciliane. Nel 2016 si è avvicinata anche al mondo del teatro e del musical dando vita, con altre colleghe, ad una compagnia teatrale e portando in scena una rivisitazione del famoso musical “Fame” e un testo inedito dal titolo LIFE nell’appena trascorsa estate 2017.Sia a luglio sia ad agosto 2017 ha collaborato all’apertura dei concerti di JAX e Fedez nella suggestiva cornice del Teatro Greco di Taormina. Nell’autunno 2017 arriva tra i 60 semifinalisti di Sanremo Giovani con la direzione artistica di Claudio Baglioni. Nel gennaio 2018 esce con il suo singolo “un vuoto al cuore”, cui segue il brano “LA vita in 2”

RAI1, LA COPPIA BAUDO-ROVAZZI PER UN DOPPIO SANREMO GIOVANI

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Due prime serate, il 20 e 21 dicembre in diretta su Rai1 dal Teatro del Casinò di Sanremo, e quattro appuntamenti di presentazione degli artisti finalisti, dal 17 al 20 dicembre sempre su Rai1, per Sanremo Giovani.
Per la prima volta Sanremo Giovani catapulterà 2 promesse direttamente sul palco del Teatro Ariston per la 69ᵃ edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo che vede, per il secondo anno, come direttore artistico Claudio Baglioni.
A presentare Sanremo Giovani, con 24 artisti in gara, 12 a sera, un’inedita ed “esplosiva” coppia: il veterano di tante edizioni, Pippo Baudo, e uno degli artisti più apprezzati dalle nuove generazioni, Fabio Rovazzi. I quattro appuntamenti in onda su Rai1 alle 17.45 vedranno invece al timone il cantante e conduttore radiofonico Luca Barbarossa.
E, a proposito di radio, anche quest’anno importante sinergia con Rai Radio2, radio ufficiale del Festival di Sanremo, che trasmetterà in diretta dal Teatro del Casinò le 2 serate di Sanremo Giovani con la conduzione di Tamara Donà e Melissa Greta Marchetto e in differita, alle 20, i 4 appuntamenti del pomeriggio.
Oggi, 12 novembre, nella sede di Via Asiago di Rai Radio, la Commissione musicale presieduta da Claudio Baglioni sta già valutando i primi 69 artisti selezionati, mentre i 24 finalisti di Sanremo Giovani saranno svelati il 27 novembre, dopo aver ascoltato anche i vincitori del concorso Area Sanremo.

Kimono, non solo tradizionale abito ma l’arte di indossare storie. In mostra a Roma

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di Riccardo Bramante - All’Istituto di Cultura Giapponese in Roma è in corso una interessante mostra che ha per oggetto il kimono, il tradizionale abito giapponese che ancora oggi, dopo 800 anni, è rimasto praticamente identico nella forma, semplificandosi soltanto per rispondere alle moderne esigenze di praticità; si pensi, infatti, che il tradizionale kimono era composto da almeno 12 parti separate che richiedevano quasi un’ora per essere sovrapposte l’una sull’altra secondo regole ben precise, tanto da richiedere l’assistenza di esperti professionisti per aiutare ad indossarli.

Influenzato inizialmente dall’abbigliamento tradizionale cinese, il kimono diviene successivamente come una tela su cui esperti maestri riportano disegni e decorazioni rifacentisi alla natura, alla religione, all’infanzia e, in quelli più recenti, anche ad immagini della pittura pop e moderna mentre i colori, con l’avvento delle tinture chimiche, divengono più brillanti e fantastici.

Non per nulla, tutti i maggiori artisti dell’ 800 giapponese da Utagawa Hiroshige a Kitagawa Utamaro, a Katsushiku Hokusai hanno rappresentato nei loro dipinti il kimono come simbolo strettamente legato al mondo femminile delle geishe ed al fascino dei leggendari guerrieri (perché il kimono è indossato anche al maschile) con tutte le sue variazioni di colore e foggia indicative del grado sociale e culturale dei soggetti.

Ma la cosa più interessante, che rispecchia l’essenza stessa della cultura giapponese in cui l’essere è più importante dell’apparire, è che questi disegni e decorazioni si trovano non fuori ma all’interno, nella fodera del kimono stesso, appunto a contatto con il cuore e con l’anima.

Tutto ciò risulta evidente attraverso i magnifici disegni che si possono ammirare nelle vesti esposte, in cui si alternano, tra le altre, raffigurazioni del dio della pesca Ebisu, del dio della saggezza Fukurokuju o di Daruma, il fondatore del buddismo zen.

La mostra, che è curata da Maria Cristina Gasperini e Yurina Tsurui in collaborazione con il Museo delle Civiltà di Roma, presenta circa 200 pezzi raccolti in 15 anni di paziente ricerca dalla storica dell’arte Lydia Manavello e si articola in quattro sezioni dedicate, rispettivamente all’infanzia, alla natura, alla religione e alla tradizione e fornisce un quadro esaustivo di questo particolare e tipico capo di abbigliamento.

La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 19 gennaio 2019.

MISS UNIVERSE ITALY 2018, ERICA DE MATTEIS VINCE E VOLA ALLA FINALE MONDIALE A BANGKOK

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Un gran gala per celebrare la bellezza italiana nel mondo. Torna nella Capitale il più importante concorso di bellezza del pianeta, per leggere la rappresentante italiana che darà il diritto di partecipare alla Finale Mondiale di Miss Universe 2018.

Dodici le finaliste - tra i diciotto e i ventotto anni, selezionate da tutte le regioni italiane - si sono sfidante Domenica  11 Novembre 2018 per ottenere il titolo di Miss Universe Italy 2018, il concorso di bellezza che quest’anno ha fatto tappa a Roma presso A.Roma LifeStyle Hotel, in Via Giorgio Zoega 59, sotto la direzione del neo patron Marco Ciriaci.
 “Dopo un intensa trattativa iniziata la scorsa estate” – ha spiegato Ciriaci – “ho ricevuto il prestigioso incarico ufficiale direttamente da Paula M. Shugart, presidente mondiale di Miss Universe. Dal 2014 mancava in Italia un referente per questo importante progetto. Io e i mie collaboratori ci siamo dovuti attivare immediatamente avendo a nostra disposizione soltanto poche settimane per organizzare la data italiana. Nelle priorità di lavoro: l’assegnazione delle regioni e la riorganizzazione dei tour regionali su tutto il territorio nazionale, la costruzione di una squadra di esperti finalizzata al brand e la realizzazione del nuovo Format Televisivo Miss Universe Italy”.
Il neo patron del concorso e direttore artistico di Mediaseven Produzioni ha chiamato in ritiro per due giorni di preparazione le dodici aspiranti al titolo di Miss Universe Italy 2018 - selezionate con un lungo casting online in tutte le regioni italiane -  prima della serata finale diretta dal regista Alberto Gangi Chiodo.
Una dopo l'altra, presentate da Emilio Sturla Furnò, le ragazze hanno sfilato di fronte alla giuria tecnica composta da Vittorio Cecchi Gori - nel ruolo di presidente di giuria - Ada Alberti, Franco Oppini, Kaspar Capparoni, Antonio Giuliani, Livio Beshir, Gigi Miseferi e Giuseppe Lepore. In sala anche una folta giuria stampa che ha votato in tutte le fasi della competizione.
Tre le uscite in passerella prima interpretando i grandi successi del cinema, poi in costume da bagno e ,infine, in abito da sera dell’Atelier Dell’Olio Sposa di Paola Nobili e di Maxmilian, stilista ufficiale Miss Universe Italy, che ha confezionato due creazioni per la neo eletta Miss Universe Italy 2018  da indossare nella Finale Mondiale in Thailandia. Nell’uscita in costume da bagno le finaliste interpretano le creazioni in cuoio e materiali pregiati di Contància, neo partner Miss Universe Italy, con le sue borse e pochette esclusive.
Il trucco è stato affidato allo staff di truccatori e parrucchieri coordinati da Deacosmesi 80 di Pietro Vessella.
A fine serata ha vinto su tette la bellissima Erica De Matteis, 24 anni di Ostia che ha ricevuto uno splendido bouquet tricolore creato da Marco Mariani e un prezioso cadeau di Flavio Di Nacci.
Uno speciale riconoscimento per Marianna di Treviso che ha ricevuto il riconoscimento del mensile Lei Style, aggiudicandosi un importante contratto per un servizio fotografico sul giornale di moda diretto da Lorella Ridenti.
E, poi, tutti a cena al termine della serata  presso I Gauchos, in via Mattia Battistini, a pochi passi dall’hotel, dove la vincitrice è stata festeggiata tra brindisi e una grande torta.
La bella Erica partirà alla volta di Bangkok il prossimo 29 Novembre, dove il 17 Dicembre rappresenterà l’Italia nella grandiosa Finale Mondiale di Miss Universe in diretta televisiva su FOX LIFE.

Fiore Gemello di Laura Luchetti colleziona numerosi successi nei festival del cinema internazionali

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“Fiore Gemello” di Laura Luchetti continua a collezionare successi a livello internazionale, riuscendo a sorprendere e ad entusiasmare il pubblico di tutto il mondo. 

Dopo l’anteprima mondiale al Toronto Film Festival, dove è stato l’unico film italiano premiato con la Menzione della critica Fipresci, il debutto europeo al LONDON Film Festival e la prima italiana in concorso ad Alice nella città, sezione parallela del Cinema di Roma, la delicata e intima pellicola di Laura Luchetti continua il suo viaggio nei più importanti festival a livello internazionale. “Fiore Gemello” arriva anche in Francia dove trova anche qui un’altra calorosa accoglienza. Infatti dopo aver vinto il Festival CINEMED di Montpellier guadagnandosi l'ambito premio L'Antigone D'Oro, il film vince il Premio della Giuria Giovani al Festival del Cinema Italiano a Villerupt. 
"Fiore Gemello” è in questi giorni in Svezia al Festival di Stoccolma, sarà poi in concorso a fine novembre al Festival de Cine Italiano de Madrid e all'interno dello stesso Festival sarà presentato, come evento speciale, anche il cortometraggio in stop motion “Sugarlove” sempre scritto e diretto da Laura Luchetti, che ha avuto il suo debutto a Venezia alla Settimana Internazionale della Critica 2018. A dicembre Fiore Gemello tornerà nuovamente in Francia, a Parigi, in occasione del festival di cinema italiano “De Rome à Paris”. 

Fiore Gemello di Laura Luchetti è un lungometraggio delicato e molto intenso. Tratta la storia d’amore tra due adolescenti Anna e Basim. Anna è la figlia di un trafficante di migranti, mentre Basim è un immigrato clandestino proveniente dall’Africa. Nonostante provengano da due mondi diversi e non parlino la stessa lingua, i due condividono la stessa voglia di fuga dal loro passato. I due iniziano così insieme un viaggio attraverso i paesaggi della Sardegna che li porterà a guardare al futuro, grazie al loro amore e ad abbandonare il loro diverso, ma in entrambi i casi rovinoso passato.

Laura Luchetti ha girato negli anni cortometraggi premiati in vari Festival Internazionali, video musicali, e pubblicità. Ha scritto e diretto due episodi del film corale “Feisbum” e due opere teatrali legate al mondo della musica classica (“Il Giardino del Maestro” con Alessio Boni e l’adattamento di “Histoire du Soldat” con Andrea Bosca). Ha diretto e prodotto un documentario per Channel Four e Miramax sul regista inglese Anthony Minghella. Nel 2014 negli Stati Uniti ha fatto parte del progetto Consenses Art International Exhbition con la sua prima Video Installazione "Searching". Il suo primo lungometraggio “Febbre da Fieno” e’ stato selezionato e premiato in importanti Festival internazionali.
Ha appena terminato il suo primo progetto in animazione "Bagni", che è entrato nella Cinquina dei Nastri D'Argento 2016 ed è stato selezionato in concorso in numerosi festival internazionali ricevendo numerosi premi. "Fiore Gemello" il suo secondo lungometraggio, già selezionato all'Atelier del Festival di Cannes nel 2015 e al Sundance Screenwriters Lab 2015, è ora in presentazione nei più importanti festival internazionali.

GROPPI D'AMORE NELLA SCURAGLIA di Tiziano Scarpa 15/18 Novembre al TEATROSOPHIA con Silvio Barbiero

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Ha fatto innamorare il pubblico e la critica al suo personaggio tanto da richiederlo a gran voce.  Silvio Barbiero, dopo il successo del Roma Fringe Festival di Roma in cui è stato premiato come Miglior Attore nel 2014 e dopo le repliche al in diversi teatri della Capitale, torna a Roma con Groppi d'amore nella scuraglia di Tiziano Scarpa. Uno spettacolo che la Compagnia Carichi Sospesi porta in scena al Teatrosophia dal 15 al 18 novembre.

In tournée ormai dal 2011, l'attore padovano interpreta uno dei testi più poetici di Tiziano Scarpa. Unico attore sul un palco libero da elementi scenici, Silvio Barbiero dà vita ad un'ora di spettacolo puntando tutto sulla parola. Groppi d'amore nella scuraglia, infatti, è un racconto in versi che, attraverso una lingua inventata, descrive un percorso di rinascita e di redenzione. Questo linguaggio fatto di parole stravaganti, bizzarre, onomatopeiche ed evocative, deforma il nostro immaginario e i corpi dei protagonisti divengono archetipi grotteschi di un mondo in sfacelo. Una storia ricca di ingredienti narrativi, che non manca di sorprendere per l’originalità delle soluzioni messe in atto. Lo spettatore si trova così immerso in una dimensione fatta di suoni antichi ma pur sempre riconoscibili, di immagini e musiche che creano un’atmosfera naïf,tracciata con pennellate severe e marcate. Immagini che richiamano l'immaginario di Bosch raccontando la storia di Scatorchio e del suo amore per Sirocchia in un paese sommerso dai rifiuti. I personaggi di cui si racconta compaiono sulla scena, grazie alle brillanti capacità attoriali di Barbiero: il sindaco, la vedova Capecchia, Sirocchia, il popolo e ancora, la storia del ripetitore, l'amore di Scatorchio per Sirocchia che gli preferisce il rivale Cicerchio, la discarica che fa fuggire tutti i cittadini. Un turbinio di immagini e personaggi inventati che fa tornare bambini e riassaporare quella curiosità gioiosa e inebriante di quando si ascoltava la favola più bella.

Groppi d'amore nella scuraglia
di Tiziano Scarpa
con Silvio Barbiero 
scene di Paolo Bandiera
costumi di Anna Cavaliere
foto di scena e locandina di Fabrizio Caperchi 
musiche di Sergio Marchesini e Debora Petrina
regia di Marco Caldiron 
ufficio stampa Rocchina Ceglia 3464783266

AVVISO AI SOCI

Teatrosophia

via della Vetrina 7 – Roma

dal 15 al 18 novembre

venerdì e sabato ore 21.00

domenica ore 18.00

Info e contatti: info@teatrosophia.it– 

tel: 06.68801089 – 375.5488661

web. www.teatrosophia.com

Bigietti 13€ + 2€ tessera associativa del teatro 

Fb: www.facebook.com/teatrosophia2018/

Paris, "Inflammation du verbe vivre" de Wajdi Mouawad à La Colline: Crise de conscience

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Wajdi Mouawad, dans sa nouvelle pièce au titre évocateur, nous entraîne dans un voyage multiple, celui de la conscience, du doute du poète, un voyage dans le temps, dans la littérature en relisant Sophocle, un voyage au cœur de la crise grecque, entre monde des vivants et monde des morts.
C’est au prime abord un voyage initiatique personnel. Comment continuer à vivre lors de l’épreuve d’un deuil d’un être cher, quel sens trouver à ce monde sans cesse absurde, cruel et contrasté? Il lui faut alors aller de l’autre côté du miroir, accomplir l’itinéraire réservé à quelques-uns tels Orphée Ulysse ou Énée et choisir s’il voudra rester de l’autre côté du Styx ou rejoindre le monde des vivants, continuer à écrire , à jouer du théâtre.
Le dispositif scénique illustre ce passage d’un univers à l’autre car Wajdi Mouawad, seul en scène rentre et sort d’un film projeté dans lequel il interagit. En même temps, il nous entraîne dans ce voyage pour nous faire découvrir l’univers  de l’Hadès, de la littérature antique, revisités par des images poignantes de la Grèce d’aujourd’hui et de nouveaux héros des temps modernes.
On se laisse emporter à son tour par cette quête, par cette vision tour à tour désespérée, pleine de poésie et de cruauté. On sourit également au détour d’une allusion à la littérature ou à la mythologie actualisée avec humour. Les images projetées sur un écran qui devient scène nous emmènent dans cette recherche du sens. L’image et la réalité de la scène se confondent parfois créant des visions pleines de magie et d’incertitude, sacs poubelle virevoltant, eau qui coule, rencontres avec des personnages insolites.
Il reste la poésie, la beauté du verbe qui mène à cette Inflammation du verbe vivre.
Fabienne Maugey-Cadilhac
Photo © Simon Gosselin

texte, mise en scène et jeu Wajdi Mouawad
à l'écran 
Dimitris Kranias

dramaturgie 
Charlotte Farcet

scénographie 
Emmanuel Clolus
réalisation sonore 
Michel Maurer

du 8 au 30 novembre 2018
du mercredi au samedi à 20h30, le mardi à 19h30 et le dimanche à 15h30

Théâtre de la Colline

DOMENICO MODUGNO, il 23 novembre esce “UN CILINDRO, UN FIORE E UN FRACK” una raccolta per celebrare il 60° anniversario di “Nel blu dipinto di blu”

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Esce il 23 novembre per Warner Music “UN CILINDRO, UN FIORE E UN FRACK”, la raccolta che racchiude i momenti più importanti della carriera di DOMENICO MODUGNO e che vuol celebrare il 60° Anniversario del brano italiano più celebre al mondo: “NEL BLU DIPINTO DI BLU” aka  VOLARE.

L’album è composto da 3 CD con i brani rimasterizzati dai nastri originali. Nel terzo CD sono presenti le versioni di artisti come Luciano Pavarotti, Andrea Bocelli, Juliette Gréco, Jovanotti, Stylophonic, Malika Ayane e altri ancora, che negli anni hanno interpretato “Nel blu dipinto di blu”.

A completamento della raccolta troviamo inoltre le bonus track di Negramaro con “Meraviglioso” e Massimo Ranieri  con “Amara terra mia”.

Tante piccole “chicche” che ci fanno comprendere la bravura e il genio del nostro Mimmo nazionale…un autore e interprete veramente unico!


TRACKLIST: CD 1: “Nel blu dipinto di blu”, “Piove (Ciao ciao bambina)”, “Vecchio frack”, “Tu si ‘na cosa grande”, “Strada ‘nfosa”, “Cosa sono le nuvole”, “Resta cu’mme”, “Dio, come ti amo!”, “Musetto”, “L'avventura”, “Come prima”, “Notte di luna calante”, “Non sei più la mia bambina”, “Stasera pago io”, “Pasqualino Maragià”, “Selene”, “Bagno di mare a mezzanotte”, “Marinai, donne e guai”, “Mariti in città”, “Mogli pericolose”, “La lontananza (Live)”. Bonus track: NEGRAMARO  Meraviglioso. CD 2: “La donna riccia”, “Io, mammeta e tu”, “O ccafè”, “‘O sole mio”, “Lazzarella”, “‘Na musica”, “Zitto zitto, doce doce”, “Mese ‘e settembre”, “‘A pizza c’’a pummarola”, “Tre briganti e tre somari”, “La sveglietta”, “La cicoria”, “Tambureddu (pizzica pizzica po)”, “Lu sciccareddu ‘mbriacu”, “Lu pisce spada”, “Attimu d’amuri”, “Sole, sole, sole (E vene ‘o sole)”, “Cavaddu cecu de la minera”, “Lu minaturi”, “Mafia”, “Malarazza”. Bonus track: MASSIMO RANIERI  Amara terra mia (Live). CD 3: “DEMO MORSELLI  Nel blu dipinto di blu (feat. JOVANOTTI)”, “MALIKA AYANE  Nel blu dipinto di blu”, “ANDREA BOCELLI  Nel blu dipinto di blu (David Foster: piano)”, “LUCIANO PAVAROTTI  Nel blu, dipinto di blu  (Orchestra diretta da Henry Mancini)”, “CATERINA VALENTE  Nel blu dipinto di blu  (Stanley Black: piano)”, “FRED BUSCAGLIONE  Nel blu dipinto di blu”, “JOHNNY DORELLI  Nel blu dipinto di blu”,  “JULIETTE GRÉCO  Nel blu dipinto di blu”, “PETER VAN WOOD  Nel blu dipinto di blu”, “LISA ONO  Nel blu dipinto di blu”, “STYLOPHONIC  Nel blu dipinto di blu (Stylophonic Remix)”.

Domenico Modugno era un artista completo, cantante prima di tutto, ma anche attore, scrittore, attento osservatore della realtà che lo circondava. Dopo qualche anno di gavetta raggiunse il successo nel modo più strepitoso e incredibile possibile, vincendo il Festival di Sanremo con “Nel blu dipinto di blu”  nel 1958, unica canzone italiana a vendere in tutto il mondo, persino negli Stati Uniti, mercato già da allora ostile alla musica melodica italiana. Improvvisamente famoso, Domenico Modugno si ritrovò a dover affrontare tutte le richieste che arrivavano dall’America, dalla Francia, dalla Spagna, che lo volevano ospite dei loro programmi televisivi. Prima di tutto ciò il cantante pugliese aveva già calcato le classifiche con “Vecchio frack” e “Musetto” nel 1956 e “Strada ‘nfosa” nel 1957, ma niente in confronto a quello che successe nel 1958.  L’anno successivo doppiò il successo sanremese con “Piove (ciao ciao bambina)”, e anche in questo caso il mondo spalancò le porte al fenomeno del momento. Domenico Modugno non poteva chiedere niente di più. Capace di raggiungere il successo, riuscì anche a confermarlo. Era entrato nel cuore del pubblico italiano e del mondo. Gli anni a seguire lo videro anche protagonista di successi teatrali come “Rinaldo in campo” (1961) e di altre edizioni del Festival di Sanremo: con “Libero” (1960) dove  giunse secondo e con “Addio addio” (1962) che  lo vide di nuovo vincitore.

REAL TIME, DAL 16 NOVEMBRE LORELLA BOCCIA CONDUCE "RIVELO", NUOVO PROGRAMMA CON INTERVISTE A VOLTI NOTI DELLO SPETTACOLO

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Dal 16 novembre ogni venerdì alle 23:45 arriva su REAL TIME il nuovo programma d’interviste “RIVELO”, conduce Lorella Boccia.

Protagonisti volti noti del mondo dello spettacolo che non si sono ancora del tutto rivelati.
Cosa si nasconde dietro al loro sorriso, alle copertine o meglio ancora alle loro dichiarazioni? Quale segreto tengono dentro di sé? Cosa c’è stata dietro a quella scelta pubblica?  Queste sono solo alcune delle domande che “RIVELO” si porrà per arrivare ad una sola ed unica conclusione: qual è la tua rivelazione?
Venerdì 16 novembre si comincia con Stefano De Martino e Malena.
Lorella Boccia è uno dei nuovi volti del gruppo Discovery alla guida con successo e spontaneità del day time di “AMICI CASTING” (dal lunedì al venerdì alle 13:50 su REAL TIME). Dopo numerose esperienze tra tv, teatro e cinema approda alla conduzione da solista con un nuovo programma accompagnando il telespettatore in questo viaggio fatto di emozioni e colpi di scena. 12 illustri ospiti siederanno davanti la chiave della verità ed apriranno con sincerità il loro cuore.

Alle pagine INSTAGRAM e FACEBOOK sarà possibile commentare le puntate con l’hashtag #Rivelo.
“RIVELO” (6 puntate da 60’). Le interviste disponibili anche su Dplay (sul sito dplay.com – o su App Store o Google Play).

Sara Rattaro a Fattitaliani: L’ispirazione si trova ovunque. Basta osservare e ascoltare le persone. L'intervista

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di Laura Gorini - È una delle scrittici più amate di oggi, Sara Rattaro che ha appena dato alle stampe Andiamo a vedere il giorno, il suo nuovo romanzo che a pochissimi giorni dalla sua uscita è già giunto alla sua ristampa.
In questa veloce chiacchierata l'autrice genovese, ci parla non solo della sua professione di scrittrice ma anche di insegnante.
Sara, sei attualmente in libreria con due tuoi lavori: un'antologia di racconti La vita vista da qui che contiene racconti dei tuoi alunni che hanno partecipato a un corso di scrittura creativa e un tuo racconto inedito davvero molto intenso, e Andiamo a vedere il giorno, il tuo nuovo atteso romanzo. Che effetto ti fa?
Sono felice e orgogliosa. Da un lato c’è il mio lavoro di autrice, dall’altra la mia passione per l’insegnamento.
Andiamo a vedere il giornoè uscito a meno di un anno di distanza circa da Uomini che restano, il tuo precedente romanzo. Ormai viaggi a un libro all'anno. Quando trovi il tempo per scrivere e soprattutto dove trovi l'ispirazione per le tue storie?
Dietro le porte di casa, si nascondono storie dolorose, emozionanti e avvincenti.
Il tempo di scrivere si trova, quando c’è qualcosa da raccontare.
Ma l'editoria in Italia è davvero in crisi secondo te?
Ci vorrebbe un’analisi dettagliata dei dati più precisa. Più che in crisi, però, credo stia vivendo un cambiamento. I grandi store on line danno visibilità anche a editori più piccoli e autori meno conosciuti e questo porta a un livellamento del mercato. Non saprei però se le vendite in termini di numeri sono cambiate, sicuramente la lettura ha dovuto condividere il suo tempo con internet e i social.
Come si potrebbe uscire da essa a tuo avviso?
Portando i libri e gli autori nelle scuole. Abituare i giovani a leggere.
E com'è svolgere il ruolo di insegnante all'interno di un corso di scrittura creativa e con quale criterio hai scelto i tuoi alunni?
Tutti i partecipanti hanno superato una selezione inviando un proprio scritto. Il corso ha la finalità della pubblicazione e per questo chi partecipa deve avere almeno un’attitudine alla scrittura e avere voglia di mettersi in gioco. Sono stata fortunata perché ho trovato delle penne davvero capaci.
Quali sono le cose che hai maggiormente loro insegnato?
Ho cercato di trasmettere soprattutto la passione per questo mestiere. Poi, li ho aiutati a sfidare sempre la propria storia, a non darle tregua, a stressarla al massimo. Solo così sarà in grado di reggere tutti gli urti che arriveranno.
E che a livello umano hanno insegnato loro a te?
Mi hanno restituito molto di più. Attraverso i loro racconti ma anche le loro storie di vita sono nate nuove amicizie. Sono fiera di loro.
foto: Damiano Conchieri

IIC Bruxelles, stasera proiezione Film "Rocco Chinnici" di Michele Soavi

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Ingresso libero. Prenota qui.

Tratto dal libro di Caterina Chinnici Così lieve il tuo bacio sulla fronte, il film racconta, attraverso lo sguardo di sua figlia, la vita di Rocco Chinnici, il magistrato "padre" del pool antimafia.

Con Sergio Castellitto, Cristiana Dell'Anna, Manuela Ventura

Per prenotarsi cliccare sul pulsante verde "Prenota ora" qui sotto ⬇️

Informazioni
Data: Mar 13 Nov 2018

Orario: Dalle 19:00 alle 21:00

Organizzato da : Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

In collaborazione con : Ambasciata d'Italia in Belgio, VUB

Ingresso : Libero

"L'altro giorno ho fatto quarant'anni" di Lucio Luca dal 15 novembre in libreria

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L’altro giorno ho fatto quarant’anni di Lucio Luca, edito da Laurana Editore nella collana Rimmel, è un romanzo che per la sua ironia e lucidità è riuscito a risvegliare l’attenzione di Roberto Saviano. Poco da sorprendersi.
Si tratta di un libro intenso. Tagliente. Emozionante. La penna dell’autore diventa un rasoio che traccia con dolorosa nitidezza la vita di un giornalista. La vera vita di un giornalista che, in Calabria, crede e ama il giornalismo. Ma che dalla sua terra e dal suo amore finirà con l’essere tradito.

La Trama– Alessandro è un ragazzo calabrese che seguendo la sua passione decide di fare il giornalista. Il ragazzo ha talento, mappa la politica, taccia le ’ndrine, ausculta il cuore pieno di aritmie della sua terra. Lo fermano, lo vessano, lo sottopagano, lo isolano ma lui resiste. Sa che ciò che fa è più grande della miseria che subisce. Si aspettava tutto questo ma poi qualcosa si rompe. E tutto lo schifo che lo assediava e il dolore che montava da dentro le fibre lo inghiotte. Per sempre.

L'AUTORE
Lucio Luca è nato a Ragusa nel 1967 e vive a Roma. Da oltre vent’anni lavora a “Repubblica” dove si è occupato di cronaca nera, giudiziaria e sport. Per Sigma Edizioni ha pubblicato Prove tecniche di trasmissione (2006) e Puellae (2006). Per Pietro Vittorietti Editore ha scritto il romanzo Il killer dell’ufficio accanto (2008) e Dall’altra parte della luna (2014). Questo è il suo quinto libro.


COLLANA: RIMMEL
pp. 208 - € 16,00 - ISBN 978-88-31984-14-0

LA GRANDE GUERRA: STORIA E PERSONAGGI

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di Mario Setta - Parlando delle innumerevoli morti della Prima Guerra mondiale, uno storico recentemente scomparso, Alfredo Fiorani, ha scritto “L’immortalità delle vittime. Gli abruzzesi alla grande guerra” (2015).
Un libro affascinante, nella sua brevità e nella sua polarizzazione sull’Abruzzo e gli abruzzesi, nel periodo della prima guerra mondiale. La gente d’Abruzzo come grande famiglia in guerra, con i suoi eroi e le sue tragedie. Una panoramica accurata, senza cedimenti alla retorica. Un libro che si legge con passione, perché racconta luoghi e persone familiari, anche se scomparse da tempo, ma che restano (o dovrebbero restare) “immortali” nella memoria.

Se storici come Febvre, Braudel, Le Goff hanno sempre sottolineato il concetto che “la storia è l’uomo”, diventa necessario e importante raccoglierne il suggerimento, focalizzando la ricerca sugli uomini abruzzesi che parteciparono e morirono in quella “inutile strage”. A distanza di un secolo si può meglio capire perché fu “un’inutile strage”, per usare l’appellativo di papa Benedetto XV. I dati statistici sono per se stessi eloquenti: in totale 65 milioni di combattenti e 13 milioni di morti (20%). Per l’Italia, che entrò in guerra nel maggio dell’anno successivo, si ebbero 6 milioni di richiamati alle armi e 600 mila morti (10%). Una guerra che si svolse in un territorio piuttosto ristretto (guerra di posizione), ma che coinvolse l’Italia intera, l’Europa e il mondo, tanto da essere definita dagli storici “guerra totale”. 

L’epidemia “spagnola” falcerà parecchie vite dei prigionieri, tanto che al Cimitero Comunale di Sulmona resta ben visibile il sacrario con oltre quattrocento nomi, scolpiti sulle quattro facciate della piramide-ricordo. Erano le vite dei prigionieri di guerra, rinchiusi nel campo di concentramento di Fonte d’amore, aperto nel 1916 proprio per accogliere i prigionieri austro-ungarici. Furono utilizzati nei lavori di rimboschimento del Morrone e, probabilmente, nella costruzione dei cosiddetti “Pozzi”, di stile mitteleuropeo, per rifornire di acqua potabile l’Abbazia Celestiniana e le abitazioni limitrofe. 

È interessante come la volontà di non dimenticare nessuno è stata e continua ad essere stimolo ad una memoria che non può e non deve essere cancellata, abbandonata alla “damnatio”, ma conservata anche attraverso il tributo dei paesi ai loro eroi, edificando monumenti con l’elenco di tutti i caduti in guerra. Resta il fatto che l’opera fondamentale è quella di ridare vita ai personaggi che hanno segnato profondamente quel tempo e quella storia. 

Andrea Bafile, nato nel 1878 a Monticchio di Bagno, aveva studiato all’Accademia navale di Livorno, partecipando alla guerra, anche in azioni pericolose, come la spedizione alle bocche del Cattaro, con D’Annunzio, dove riporta una lesione alla cornea dell’occhio sinistro. Ma troverà la morte sul Piave, l’11 marzo 1918, colpito mortalmente, mentre va alla ricerca di uno dei suoi arditi.  Oggi le spoglie di Bafile riposano nel sacrario di Bocca di Valle nel comune di Guardiagrele.  

Umberto Pace, nato a Pettorano nel 1894, a venti anni assegnato al reggimento di Fanteria a San Remo. A 21 anni, il 14 agosto 1915, muore in combattimento lungo l’Isonzo. A Pettorano, sulla targa-ricordo è scritto: “Non curante del nutrito fuoco avversario, nell’ultima impresa, lasciava gloriosamente la vita”. Gli fu intitolata una caserma di fanteria, a Sulmona.

Vittorio Dellorto, maggiore piemontese, si trovava a Sulmona con la famiglia, quando viene richiamato. Muore il 4 agosto 1915 sulle asperità carsiche del San Michele. Al figlio, Peppino, anche lui in guerra, non venne concesso il permesso di raggiungere la madre a Sulmona e per confortarla scriveva: “Povero papà morto per la sua patria… Forte e coraggiosa sopporta la sventura che il destino ha voluto mandarci”. Peppino sarà fatto prigioniero sull’Isonzo nel 1917 e deportato al campo di Celle in Germania, descritto da Carlo Emilio Gadda nel “Giornale di guerra e di prigionia”.

Francesco Rossi, nato a Paganica nel 1865, entra nel reggimento di cavalleria e ne diventa colonnello. Lo storico compaesano e parente, Gioacchino Volpe, lo ricorda così: “Venne poi la guerra. Quattro anni di guerra o poco meno. Venne l’ottobre-novembre 1917, cioè Caporetto, il ripiegamento di tutto il fronte… Grossa azione a Pozzuolo del Friuli… E allora il vecchio colonnello, già ferito, il viso sanguinante, spronò alla testa dei suoi cavalieri, per rompere il cerchio. Lì morì.” Era il 9 novembre 1917. 

Le memorie di quella guerra non hanno ancora scritto  la parola fine, perché si continua a scavare negli archivi, nei documenti familiari,  nelle memorie come quelle del cappellano militare Giuseppe Abate o quelle riguardanti la solidarietà espressa nei confronti della popolazione terremotata della Marsica  dai “triestini” con Nazario Sauro, “che si prodigò senza risparmiarsi”; l’amicizia tra don Placido Carnevale di Capracotta e lo scrittore Ernest Hemingway, autore di “Addio alle armi”, e perfino il colossale business post-bellico della pandemia “la spagnola”, che causò dai 40 ai 100 milioni di decessi. Il recente incontro dei capi di Stato, a Parigi, per ricordare il centenario della fine della prima guerra mondiale non può ridursi ad una semplice stretta di mani, ma sfociare in un trattato che impegni ogni Stato a costruire un vero mondo di pace.    



MÅNESKIN, dal 6 febbraio 2019 il primo tour europeo

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Dopo la pubblicazione del nuovo album “IL BALLO DELLA VITA”, che ha debuttato al numero 1 della classifica Fimi/Gfk con 4 singoli nella top ten e che ha ottenuto la certificazione oro in una sola settimana, e dopo aver iniziato a girare l’Italia con il loro tour autunnale, sold out in tutte le 15 date nei più importanti club della penisola, i Måneskin annunciano oggi i concerti della loro prima tournée europea che da febbraio 2019 li vedrà protagonisti sui palchi di Spagna, Svizzera, Francia, Belgio, Inghilterra e Germania.

La naturale vocazione internazionale della band trova la perfetta collocazione sui palchi delle città di Barcellona, Madrid, Parigi, Zurigo, Berna, Amburgo, Stuttgart, Bruxelles, Londra, Monaco e Lugano, dove i Måneskin proporranno uno show imperdibile per presentare “IL BALLO DELLA VITA” (26 ottobre 2018, Sony Music), L’album, in meno di due ore dalla pubblicazione, ha raggiunto la posizione #1 della classifica iTunes e, in un solo giorno dall’uscita, è entrato in TOP 50 Spotify con tutti i suoi brani, totalizzando 1 milione di stream in meno di 24h.
I Måneskin si sono già esibiti live in Europa a giugno 2018, sul palco di due tra i più importanti festival musicali internazionali: l’Hurricane Festival di Scheeßel (Germania) e O Son Do Camiño di Santiago de Compostela (Spagna), che hanno ospitato artisti del calibro di Jamiroquai, Lenny Kravitz, Martin Garrix, The Killers e Franz Ferdinand. Lo scorso settembre, inoltre, il gruppo si è unito alla straordinaria line up di “Milano Rocks”, aprendo il concerto degli Imagine Dragons con una performance memorabile davanti a oltre 60.000 persone sotto la pioggia scrosciante, che rimarrà nella storia della band.
Da sabato 10 novembre i Måneskin hanno iniziato ad esibirsi in Italia per la prima tranche tutta sold out de “IL BALLO DELLA VITA TOUR” (Vivo Concerti) nei club di Senigallia (AN) (10/11), Firenze (14/11 e 12/12), Padova (15/11), Bologna (17 e 18/11), Milano (23, 24/11 e 20/12), Bari (30/11), Napoli (1/12), Brescia (6/12), Torino (9/12), Roma (14 e 15/12).
Si aggiunge inoltre una nuova data: la band sarà protagonista dei festeggiamenti di Capodanno a Olbia il prossimo 31 dicembre.
Dal 7 marzo al 7 aprile 2019 i Måneskin saranno di nuovo a suonare dal vivo per altre 10 date nelle città italiane a Bologna (7/03 e 8/03), Firenze (13/03), Fontaneto d’Agogna (Novara – 15/03), Venaria (Torino – 16/03), Padova (22/03), Milano (24/03 e 07/04) e Roma (30/03 e 6/04).
Il gruppo, amatissimo dal pubblico, continua a collezionare successi e riconoscimenti, a partire dalle innumerevoli date sold out, per arrivare alle svariate certificazioni ottenute: un platino a un mese dall’uscita per “Torna a casa”, nuovo inedito in italiano, che ha debuttato al #1 della classifica ufficiale FIMI/GfK e ha mantenuto solida la posizione per cinque settimane consecutive; doppio disco di platino per il brano “Chosen”; un platino per l’omonimo EP di debutto; due certificazioni platino per il primo singolo in italiano uscito a marzo, “Morirò da re”. Notevoli sono anche i numeri digitali: oltre 90,9 milioni le views su YouTube, più di 109,8 milioni di streaming su Spotify.
CALENDARIO DATE TOUR EUROPEO – FEBBRAIO 2019:
Mercoledì 6 febbraio – Spagna, Barcellona @Razzmataz
Giovedì 7 febbraio – Spagna, Madrid @Cool Stage
Sabato 9 febbraio – Francia, Parigi @Café De La Danse
Martedì 12 febbraio – Svizzera, Zurigo @Kaufleuten
Mercoledì 13 febbraio – Svizzera, Berna @Bierhübel
Venerdì 15 febbraio – Germania, Amburgo @ Nochtwache
Domenica 17 febbraio – Germania, Stuttgart @Schräglage
Martedì 19 febbraio – Belgio, Bruxelles @Le Madeleine
Venerdì 22 febbraio – Inghilterra, Londra @Oslo
Domenica 24 febbraio – Inghilterra, Londra @Oslo
Mercoledì 27 febbraio – Germania, Monaco @Backstage Club
Giovedì 28 febbraio – Svizzera, Lugano @Palazzo dei Congressi

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Fattitaliani intervista il coach Luca Diddi: Il calcio è qualcosa che mi ha stregato e da cui, da troppo ormai, dipendo

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di Laura GoriniUn passato da calciatore e un presente da allenatore.

Luca Diddi, dopo numerose esperienze nei dilettanti tra settore giovanile e prime squadre con grandi risultati arriva nei professionisti con il Carpi FC 1909, dove in tre anni fa la scalata dall'under 16 alla Primavera.
Il suo libro "Il calcio che vorrei" in uscita in estate, è gia in pre-ordine: https://bookabook.it/libri/il-calcio-che-vorrei/.
Luca, perché scrivere un libro sul calcio oggi?
La mia idea era questa: quella di creare un concerto di emozioni che lasciasse qualcosa dentro. Qualcosa che facesse tornare I bambini per strada a giocare, farsi male e arrampicarsi. Perché in fondo, il calcio, è un divertimento, un piccolo attimo di felicità nel Caos, un fulmine in un temporale d'estate. Il calcio è qualcosa che mi ha stregato e da cui, da troppo ormai, dipendo.
Quando hai iniziato ad amarlo?
A Montemurlo non c’era molto da fare. Il calcio era aria pulita. Giocavamo dalle prime ore del pomeriggio fino al tramonto. Le porte le facevamo con quello che trovavamo: maglioni, sassi, pali di legno, qualsiasi cosa. Posso dire di essere stato un fortunato di quella generazione cresciuta a pane e pallone. Lo vedevamo e lo immaginavamo ovunque. Ricordo che ai tempi, andava di moda il ‘’Play Mobil’’, con tutti i suoi piccoli personaggi. Ovviamente mi importava poco dei poliziotti o dei pompieri io volevo solo il calcio, ovunque. Così, nelle giornate di noia, ritagliavo a forma di magliette e numeri vecchie scatole di scarpe e, applicandole sugli omini, mi creavo una sorta di "Subuteo’’. Con la carta stagnola creavo la palla ed il gioco era fatto. Il calcio è sempre stato così per me, una sorta di chiodo fisso a cui non sapevo resistere in nessun modo.
Ma quali sono i libri di settore che ti hanno maggiormente affascinato?
Ce ne sono molti, ma penso il libro di Ancelotti sia il mio preferito per un insieme di cose sento di essere piu’ vicino a lui come stile di allenare e gestire il gruppo.
Sii sincero: credi che le biografie dei grandi campioni siano davvero utili per comprendere il calcio odierno?
Alcune sì perchè vanno su aspetti interni e cose che nessuno ha mai saputo e che ci svelano il mondo dietro un campione o un allenatore. Aneddoti di spogliatoio e curiosità. Tuttavia fino ad oggi, prima che io scrivessi il mio, un libro che paragonasse il calcio ormai andato a questo non c'era ancora. E credetemi la differenza tra i due tipi di calcio è davvero tanta.
I giovani, con quale spirito pensi si apprestino a leggere il tuo libro?
Semplicemente con la curiosità di una cosa che si sono persi e che penso non tornerà più. Dove si viveva di calcio e di amicizie vere, senza social e telefonini. In questo libro ci sono le storie di tutti noi: i sacrifici e i panini mangiati di fretta prima di un allenamento. Ci sono io e ci siamo noi. Noi che in fin dei conti siamo una grande squadra, una squadra di persone innamorate a tal punto da sacrificare ogni cosa. Sì, sacrificare, quella parola di cui oggi si è perso il significato. Sacrificio per vincere, sacrificio per la gloria. Questo libro è un grido, un grido che ho voluto far sentire a tutti per dire: niente arriva senza sacrifici ma soprattutto niente arriva senza passione. Un grido forte per ricordare ma per non rendere vani i ricordi. I ricordi di pomeriggi spesi tra sogni e calci al pallone, tra una goccia di sudore e una di pianto, per un ginocchio sbucciato o per una palla uscita di “tanto così”. Quel “tanto così” che è lo stesso di Roby Baggio a Francia '98, perché non conta dove sei ma cosa fai e perché lo fai. Dagli amatori alla serie A, sarà sempre un “tanto così” dal massimo raggiungibile in quel momento. Qui, in questo libro, ci siamo tutti, senza esclusioni. Ci siamo noi e non solo noi. C'è posto anche per chi c'è stato e oggi vive nel ricordo. Per quel calcio genuino che si è fatto fino ai primi anni del 2000 quando il business c'era ma era più debole. Il calcio dei presidenti teasudanti di passione e delle bandiere eterne.
E infine, Luca: quale augurio ti senti di farti ora per la tua vita?
Di continuare a divertirmi allenando come sto facendo adesso e migliorare ogni singolo giocatore che mi capita fisicamente, mentalmente e sopratutto dare dei valori sinceri e veri.

Violenza sulle donne: il 20 novembre a Roma "Sorriso Diverso delle Donne": rassegna di cortometraggi e tavola rotonda

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Martedì 20 novembre, dalle ore 17.30 alle 19.30 a Roma, presso il padiglione 90 del Parco Santa Maria della Pietà (ingresso da Via Eugenio Di Mattei, 72, con parcheggio all’interno), si terrà l'evento "Sorriso Diverso delle Donne".

L'evento fa parte del progetto di comunicazione sociale promosso dall'Associazione UCL ed è organizzato da Tulipani di Seta Nera: l'obiettivo è quello di impiegare il cinema corto come canale di riflessione, senza trascurare la potenza del sorriso quale strumento per fronteggiare le difficoltà, per imparare a non perdersi d'animo e diventare più forti, insieme.

Fulcro della manifestazione saranno una rassegna di cinema corto dedicata al tema della violenza sulle donne, proprio nel mese che ospita la Giornata internazionale per l'eliminazione di questa importante e diffusa problematica, e una tavola rotonda. 
Cinque i cortometraggi proiettati: "Manicure" di Francesco Natale, "Mia" di David Cinnella, "Donne&libertà" di Jo Squillo, "Apri le labbra" di Eleonora Ivone e "A heart in the drawer" di Roberto Leoni. 
A moderare l'evento ci sarà la conduttrice di Rai1 Metis Di Meo che, dopo i saluti istituzionali del presidente UCL Ilaria Battistelli e del presidente ANMIL Franco Bettoni, coinvolgerà in un interessante dibattito i prestigiosi ospiti: Giusy Versace, XII commissione affari sociali della Camera dei Deputati; Jo Squillo, presentatrice e regista; Daniela Scarpetta, ispettore della Polizia di Stato, criminologa, pedagogista familiare e psicologa dell'emergenza; Paola Dei, psicologa dell'arte e autrice del saggio "Le forme della violenza. Cinema e dintorni"; Eleonora Ivone, regista e attrice; Gaia De Laurentiis, attrice e conduttrice.
Presenti inoltre: Catello Masullo, giornalista cinematografico e presidente Cinecircolo romano; Franco Mariotti, giornalista, regista e critico cinematografico; Massimo Nardin, professore Università Lumsa in tecniche del linguaggio audiovisivo, sceneggiatura; Roberto Zappetta, istruttore di difesa personale. 
"Sorriso Diverso delle Donne"è a cura della Dott.ssa Paola Tassone che a proposito dell'evento dichiara: "Trovo che uno dei modi migliori per far riflettere, educare i giovani e raggiungere più pubblico si possa fare attraverso un mezzo immediato e d’impatto come il cinema. Attraverso le proiezioni di cortometraggi e documentari saremo catapultati in varie situazioni e racconti che affronteranno la questione della violenza rivolta alle donne e ne discuteremo in un’ottica onnicomprensiva, dettagliata, e non relegata alle solite riflessioni che abbondano sul tema".
A illustrare il percorso ci saranno, oltre ai cortometraggi, alcuni leitmotiv proposti durante il dibattito della tavola rotonda:
“Libere da ogni forma di violenza – a ferire non sono solo gli schiaffi”: il focus è incentrato sul concetto stesso di violenza a trecentosessanta gradi e su tutte quelle forme di brutalità o emarginazione che le donne subiscono, non solo connesse a danni fisici, ma anche di tipo psicologico, sul lavoro, nel pubblico e nel privato.
“Gli uomini hanno paura delle donne?”: il focus ruota intorno a una domanda che vuole essere uno spunto di riflessione: il cambiamento del ruolo della donna ha instaurato paura e competizione nell’uomo, al punto da alimentarne l’aggressività nei confronti della figura femminile?
“Donne che odiano le donne”: il focus riguarda la responsabilità delle donne stesse nel creare disparità all’interno del loro genere, spesso perpetrando gli stessi atteggiamenti volti all’emarginazione o alla discriminazione promossi dagli uomini.
“Figlie di Eva”: il focus verte sull’analisi degli stereotipi e dell’educazione che hanno condotto, nel tempo, a enfatizzare un certo ruolo della donna e la sua disparità rispetto alla figura maschile, entrambi fardelli da cui ancora, nonostante il progresso, non è facile svincolarsi.
L’evento ha ricevuto il patrocinio di ASLRoma1, Regione Lazio, FAND, ANMIL, Born To Fly. Durante la manifestazione sarà presente il camper della Polizia di Stato facente parte del progetto "Questo non è amore".

Accredito gratuito fino a esaurimento posti.
Si prega di inviare una mail con nome/cognome + nome/cognome degli accompagnatori all'indirizzo di posta accrediti.tsn@gmail.com 

Alex Cadili, DENTRO AL MIO AMORE il nuovo singolo del cantautore genovese

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“Dentro al mio amore” è il nuovo singolo di Alex Cadili che, ancora una volta, vede la produzione artistica di Roberto Drovandi e che precede l'uscita del nuovo album del cantautore genovese.

“Dentro al mio amore” racconta di come, quando si è permeati da un sentimento come questo, le nostre giornate possono volgere al sereno più luminoso facendo affrontare le difficoltà che ci si presentano con quell’energia che solo l’alzare il volume del bene può aiutare a fare.
“Rock è pensare che possiamo sorridere ai nostri guai - dice Alex - ed anche se questo non può renderli più piccoli, può rendere più grandi noi ed è questo ciò che ho voluto raccontare con questa mia seconda uscita”.
Dopo “Io e Te”, il suo primo singolo, Alex continua nella sua mission: "Alzare il volume del bene" e lo fa alla sua maniera ovvero con adrenalina, carica emotiva e tanta voglia di "condivivere" la propria voglia di sorridere.
Un arrangiamento dal respiro decisamente più internazionale incornicia un testo dai contenuti molto introspettivi che possono rappresentare le storie di ognuno di noi e che coinvolge dalla prima all'ultima nota avvolgendo completamente chi ascolta.
L'uscita di questo singolo precede la pubblicazione dell'album "Tutto quello che non si può dire al telefono" prevista per gennaio 2019.
Il videoclip del singolo sarà girato a Genova, la città dell’artista. Le ultime riprese si terranno il 18 novembre alle ore 20.30 presso i Bagni Liggia di Genova Quarto, dove Alex Cadili e la sua band, i Sinergia, faranno tappa per suonare e coinvolgere il loro pubblico nell’iniziativa.

ALEX CADILI
Alex Cadili nasce a Genova nel 1979 e già da bambino manifesta un interesse particolare per la musica iniziando, sin dai suoi 12 anni, a scrivere i primi pezzi che caratterizzeranno anche le sue scelte future.
Eclettico polistrumentista ed “anfitrionico” intrattenitore sul palco, Alex si cimenta in diverse esperienze artistiche per poi arrivare ad affermarsi in tutto il territorio ligure come cantautore ed intrattenitore dimostrando come, nonostante la sua disabilità visiva, la passione possa far superare tutti i tipi di difficoltà.
Nel 2018 prende forma il nuovo album "Tutto quello che non si può dire al telefono", uscita prevista per fine anno, e l'incontro con Roberto Drovandi, storico bassista degli Stadio e affermato produttore artistico, gli fanno fare un ulteriore salto di qualità per la crescita dei suoi progetti musicali.
"Alzare il volume del bene" resta il motto che più rappresenta la personalità di questo artista che, con la sua infinita energia, ha deciso di farsi largo per diffondere il suo messaggio musicale fatto di testi di grande carica emotiva e da un impatto artistico davvero intensi.

(presentazione di Vainer Broccoli)

L'OMBRA DI ALDO MORO reading dell'attore Pino Calabrese alla Cappella Orsini

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L'emozione del ricordo di un grande statista, raccontato attraverso le parole del giornalista Patrizio Macci nel testo l’Ombra di Aldo Moro e interpretato in un reading dall’alto tasso emozionale dall’attore Pino Calabrese, noto al grande pubblico per le sue interpretazioni in fiction di successo come I bastardi Pizzofalcone , la Squadra e di recente al cinema con il pluripremiato film Respiri.
In una location di grande impatto visivo come la Cappella Orsini, sita nel cuore di Roma, sono stati tanti gli amici, i giornalisti e i colleghi accorsi per applaudire il collega Pino Calabrese. Tra i primi ad arrivare: il regista Angelo Longoni con sua moglie, l’attrice Eleonora Ivone che ultimamente ha diretto Calabrese nel cortometraggio Apri Le labbra. Tra le prime file, commossa per l’intensa performance attoriale di Calabrese, sua moglie, la giornalista Angela Prudenzi, seduta accanto l’attrice Francesca Rettondini. Apprezzatissima l’accoglienza riservata all’evento culturale da Roberto Lucifero della Cappella Orsini Lab, che ha introdotto insieme all’autore Patrizio Macci l’intervento dell’attore. La serata, curata dalla ZaccariaCommunication, si è conclusa con un brindisi e una degustazione dei prodotti della cantina Casale del Giglio.
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