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Questa, l'America!

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di Mario Setta - Mi ha dato lo spunto di questa riflessione la recente missione di Goffredo Palmerini negli Stati Uniti.
Il nostro infaticabile ambasciatore d’Abruzzo nel mondo ha il merito, con le assidue notizie e con i suoi racconti di viaggio in quel Paese, di metterne in luce - tra l’altro - pregi e difetti, ma soprattutto i valori fondanti di quella grande democrazia. Anche riguardo la capacità di accogliere ed integrare progressivamente gli emigrati italiani - che ora si contano in quasi 18 milioni -, affrancandosi man mano dal demone del pregiudizio e della discriminazione, quello stesso che per diversi decenni, dall’inizio del fenomeno migratorio, ha infettato la società americana contro i nostri connazionali e non solo. Ma veniamo ora alla riflessione.

Chissà se, parafrasando il titolo di un libro di Benedetto Croce che si riferiva ai cristiani, si può ancora condividere l’affermazione: “non possiamo non dirci americani”. Nonostante l’attuale presidente Trump. Per quel che è stata l’America e quel che è chiamata ad essere ancora per il futuro. Nonostante i vari e molti presidenti che non sempre hanno tenuto alto l’ideale politico dei padri fondatori. Perché l’aspetto più efficace del modello istituzionale statunitense consiste nella “provvisorietà” delle cariche, dal momento che un presidente non lo sarà mai a vita. Finito il mandato, rientra nell’anonimato. Come se il potere si autonegasse. Si evita quindi che un leader possa diventare un “duce”. 

D’altronde, nella Dichiarazione di indipendenza, redatta da Jefferson e approvata a Filadelfia il 4 luglio 1776, si afferma: “Quando una lunga serie di abusi e di usurpazioni […] mette in piena evidenza il disegno di ridurre un popolo alla soggezione di un dispotismo assoluto, esso ha il diritto e il dovere di abbattere un simile governo e di provvedere con nuove garanzie alla propria sicurezza futura”. Parole così rivoluzionarie espresse in termini giuridici e apodittici non si trovano in altre Costituzioni, anche se, purtroppo, la Costituzione del 1787 non risolse la questione della tratta dei negri, catturati e ingabbiati come bestie e spediti nelle fattorie degli Stati del Sud.  

Alexis De Tocqueville, nell’opera “La democrazia in America”, scritta dopo un suo soggiorno negli USA, affermava: “Le due razze sono legate l’una all’altra, senza tuttavia confondersi ed è per esse altrettanto difficile separarsi completamente o unirsi”. E ci fu la “guerra civile”. Gettysburg, in Pennsylvania, è oggi il monumento storico in cui, nel 1863, fu combattuta la battaglia decisiva durante la guerra di secessione. Non fu direttamente una guerra di liberazione dei negri, anche se, in seguito, nel 1865, fu approvato il XIII emendamento che aboliva la schiavitù in tutti gli Stati dell’Unione. Ma proprio a Gettysburg, il 19 novembre 1863, Lincoln aveva tenuto un discorso, che ancor oggi resta un insegnamento per ogni nazione che vuole essere democratica: “government of the people, by the people, and for the people”. Il programma di Lincoln era sostanzialmente moderato, ma non fu sufficiente per salvargli la vita. Fu assassinato da un sudista a colpi di pistola. 

Cento anni dopo, un altro assassinio scosse l’America. L’assassinio di John F. Kennedy. Anch’egli aveva cercato di realizzare un programma politico di rinnovamento, definito “nuova frontiera”, con l’intento di attuare una democrazia compiuta, superando le divisioni sociali e razziali. Un tentativo morto sul nascere. Visitando Berlino, allora la città-carcere cinta dal muro della vergogna, Kennedy aveva pronunciato la famosa frase in tedesco: “ich bin ein berliner” (io sono un berlinese), volendo così affermare come la politica americana fosse in difesa della libertà dei popoli. La frase, divenuta celebre, fu pronunciata il 26 giugno 1963, durante il discorso tenuto a Rudolph Wilde Platz, di fronte al Municipio di Schöneberg, mentre era in visita ufficiale alla città di Berlino. 

Un dato storico indiscusso è il contributo determinante degli Stati Uniti nelle due guerre mondiali, per la salvaguardia della democrazia. Senza la partecipazione di quel grande Paese e le centinaia di migliaia dei suoi morti, l’Europa e il mondo sarebbero stati sotto la dominazione dei “totalitarismi”. Purtroppo, e spesso, nell’ambito di alcuni Stati dell’Unione, la libertà appare come una chimera. Basti pensare al problema della pena di morte. E sulla discriminazione razziale, di cui si è scritto e dibattuto moltissimo, le soluzioni restano ancora un palliativo. Il sogno di Martin Luther King, l’uomo che s’era battuto energicamente per far riconoscere i diritti civili alle popolazioni di colore, è svanito sotto i colpi d’un sicario che l’ha assassinato nell’aprile del 1968. 

Alcuni anni fa, in visita tra gli Amish, una comunità di stampo religioso senza elettricità e con uno stile di vita fermo ai tempi della colonizzazione, parlando con un amico nero sono stato colpito da queste sue considerazioni: “Noi siamo oriundi africani. Ma ora siamo americani. Ci sentiamo americani. Gli Amish hanno una loro privacy: vivono in una riserva. Ma noi non vogliamo riserve. Non vogliamo ghetti. Noi siamo americani neri, come ci sono americani bianchi. Abbiamo dato sudore e sangue per questa nazione, che amiamo e dalla quale vogliamo essere amati e rispettati”. 

Nel romanzo “Vita” di Melania Mazzucco, in cui si racconta il dramma degli emigrati italiani in America, si giunge a questa conclusione: “Se gli avessero chiesto cos’è la libertà, che aveva tanto cercato, adesso avrebbe saputo cosa rispondere: non provare vergogna di se stessi. È questa l’unica vera e autentica libertà”. Una grande lezione americana. 

* Storico


Teatrosophia, La gabbia di carne dal 26 al 28 ottobre scritto e diretto da Luca Gaeta con Valentina Ghetti

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Arriva al Teatrosophia La gabbia di carne lo spettacolo, in scena dal 26 al 28 ottobre, è nato da un'idea di Valentina Ghetti e Luca Gaeta, scritto e diretto da Luca Gaeta con Valentina Ghetti.

Una ragazza. Un medico carnefice. Quante donne, giovani e meno giovani, si rivolgono oggi alla chirurgia estetica alla ricerca di un ideale di bellezza? E quante vedono infranti i loro sogni per errori medici, sprofondando in un silenzio doloroso, non riconoscendo più il loro corpo... non potendo uscire allo scoperto? La società che impone i canoni non accetta gli errori e così si trovano in gabbie di carne senza riuscir a trovarne la chiave d‘uscita. 

Una ragazza chiusa nel suo essere che da sola affronta i suoi errori dentro una stanza d'ospedale. Un'operazione. Tagli dell'anima. In uno spazio scenico fatto da pareti di luci si scava dentro il concetto dell'essere e non essere che ognuno porta con sé. 



Teatrosophia

via della Vetrina 7 – Roma

dal 26 al 28 ottobre

venerdì e sabato ore 21.00

domenica ore 18.00

Info e contatti: info@teatrosophia.it– 

tel: 06.68801089 – 375.5488661

web. www.teatrosophia.com

Bigietti 13€ + 2€ tessera associativa del teatro 

Fb: www.facebook.com/teatrosophia2018/

La masa madre, dal 25 al 28 ottobre allo Spazio 18b lo spettacolo “etico, biologico, lievitato naturalmente”

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Dal 25 al 28 ottobre il palcoscenico dello Spazio 18b, l’innovativa sala teatrale polifunzionale diretta da Jacopo Bezzi e Massimo Roberto Beato, accoglie La masa madre, spettacolo “etico, biologico, lievitato naturalmente” nato dall'intuizione dell'attore Dario Tamiazzo che, durante la sua permanenza a Buenos Aires, ha studiato e approfondito il mondo dei fornai porteños e l'uso della pasta madre (’o criscito, lo chiamano i napoletani), lievito naturale che si tramanda di generazione in generazione nelle famiglie dei fornai. Il testo ha poi raggiunto la sua forma definitiva a Napoli con Ettore Nigro che ne ha firmato la regia.

Uno spettacolo fortunato che ha girato il mondo e continua a
farlo: da Napoli a Padova fino all'Expo di Milano, da Parigi a Witten a Madrid, da Zurigo a Caracas fino al Festival internazionale di Bogotà.

La masa madreè la storia di Sante, un ragazzo che vuole diventare fornaio perché ha un sogno: fare il pane per tutti. E così lotta per mantenere viva la pasta madre ( ’o criscito, come lo chiamano i napoletani) che ha ereditato dal nonno fornaio. Parte alla volta di Buenos Aires dove inizia a lavorare in un panificio, lotta insieme ai compagni per salvaguardare la naturalezza del pane e distribuirlo a tutti, segnando in tal modo la storia politica e gastronomica dell'Argentina.

Un inno alla resistenza alimentare, contro l'industrializzazione selvaggia dei processi alimentari che porta alla perdita delle tradizioni gastronomiche , contro la manipolazione dei cibi e dell'essere umano.  Un lavoro che mira a rendere consapevole gli spettatori nella scelta degli alimenti sviluppando senso critico. Lo spettacolo nella sua struttura prevede, al termine della messinscena, un dibattito col pubblico che ovunque – da nord a sud, in Italia e all'estero – ha riscosso un enorme successo.

 “La masa madre” è stato scelto da Legambiente e Coldiretti della regione Veneto per la lotta contro il biocidio e da Expo Milano 2016 – Padiglione Kip International School come esempio di sviluppo all'interno della tematica «Nutrire il Pianeta». 

La IV Giornata della Critica Sociale - Sorriso Diverso 2018 alla Festa del Cinema di Roma

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Si terrà il prossimo giovedì 25 ottobre, dalle ore 17.30 alle 19, presso l'Auditorium Parco della Musica, la IV Giornata della Critica Sociale - Sorriso Diverso 2018, nell'ambito della Festa del Cinema di Roma.
L'Auditorium Arte, situato all'interno dello Spazio Roma Lazio Film Commission, farà da cornice a un interessante dibattito intitolato "Affrontare le difficoltà, affrontare se stessi", a cura della dottoressa Paola Tassone e moderato dalla conduttrice Rai Metis Di Meo. Prenderanno parte al convegno: Antonio Monda, direttore della Festa del Cinema di Roma; Mario Sesti, coordinatore artistico della Festa del Cinema di Roma; Carlo Brancaleoni, Rai Cinema; i critici cinematografici Paola Dei, Catello Masullo, Massimo Nardin e Franco Mariotti. Presenti, inoltre, giornalisti, registi e i membri del cast dei film: "Tutte le mie notti" di  Manfredi Lucibello, "Il vizio della speranza" di Edoardo De Angelis, "Womanity" di Barbara Cupisti e "Butterfly" di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman. Durante l'incontro verranno svelate importanti anticipazioni legate alla prossima edizione del Festival Tulipani di Seta nera. La IV Giornata della Critica Sociale – Sorriso Diverso 2018 è prodotta da Tulipani di Seta Nera e Università Cerca Lavoro con la partnership di Born To Fly  Network. Ingresso libero con accredito. È possibile richiedere ulteriori informazioni con una e-mail a accrediti.tsn@gmail.com.

Roma Sposa 2018, Carlotta Maggiorana Miss Italia 2018 in abito da sposa ospite della stilista Maria Celli

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Battesimo capitolino per Carlotta Maggiorana Miss Italia 2018.
Prima uscita ufficiale a Roma della bella marchigiana dopo l'incoronazione avvenuta lo scorso 19 Settembre, nel corso della diretta televisiva su La7 condotta da Francesco Facchinetti e Diletta Leotta.
Nell'area della Casa di Moda di Maria Celli  allestita nella Fiera Roma Sposa al Palazzo dei Congressi dell'Eur, la più bella d'Italia è arrivata con quel romantico abito da sposa indossato nella finale, una creazione con corpetto a cuore, strettissimo in vita, ampia gonna con sovrapposizioni in seta e tulle. 
E' stata accolta dalla stilista assieme all'amministratore delegato di Interflora - Luca Iannarone - che le ha donato un  delicato bouquet creato appositamente per lei dal flower designer Marco Mariani con ortensie, rose bianche e gli stessi tessuti dell'abito. "Mi sono già sposata, fatto unico per il concorso" - ha detto Carlotta - "ma lo rifare volentieri anche domani con questo meraviglioso abito di Maria Celli".
Gran via vai e selfie, Miss Italia ha dispensato autografi sulla foto che la ritraeva col candido abito da sposa e poi tutti a cena con Maria e Giampaolo Celli per festeggiare la bellezza.
In occasione di Roma Sposa, presso lo stand della Maison Celli Alta Moda è stato consegnato il catalogo che raccoglie le ultime collezioni sposi firmate dalla Casa di Moda con sede nei Castelli Romani.

Martin Scorsese e i maestri del cinema italiano.Premio alla carriera alla Festa del Cinema

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di Emanuela Del Zompo - Il direttore artistico Antonio Monda conduce il dibattito con Martin Scorsese che nel corso della serata è stato premiato alla carriera dal regista Vittorio Taviani.

Martin Scorsese, profondo conoscitore e  stimatore del cinema italiano, ha scelto 9 pellicole di grandi registi italiani per parlare al pubblico della festa del cinema di Roma.
Pasolini, Rossellini, De Sica, Olmi, Rosi, Visconti e Fellini sono i registi selezionati da Scorsese per la sua lezione di cinema.
"Accattone, film di Pasolini del 1963, l'ho visto la prima volta a New York ed è stato per me di grande impatto emotivo" esordisce così alla conferenza Martin Scorsese. 
É stato un film con cui mi sono identificato: sono cresciuto a New York in un quartiere duro e quando ho visto per la prima volta al cinema Pasolini, non sapevo chi fosse, però capivo i personaggi di questo suo film, la Santità del film. Devo dire che è difficile parlare di Pasolini, ma io ho imparato molto dai suoi film, anche dalla sua musica. I personaggi che lui descrive, le persone che vengono dalla strada sono quelle più vicino a Cristo.
Rossellini è un altro grande maestro del neorealismo e devo dire per me quello è il mondo reale. I film di questo regista, mi apparivano come vita vera. Anche la sua opera, l'ho vista al New York film festival. Lui non era interessato all'arte rivolta a se stessa. Era il regista dei film didattici, basta vedere la composizione dei suoi lavori. Si potrebbe parlare ore ed ore di Rossellini: lui riduceva tutto all'essenziale, la narrazione non è astratta alla storia. Io ho usato la sua tecnica quando ho realizzato Toro Scatenato, Re per una notte e alcuni miei film recenti sono stati ispirati da Rossellini. Ho incontrato il Maestro in Italia, a Roma e quando gli dissi che era molto popolare in America, lui si limitò a rispondermi che con il suo lavoro intendeva educare, istruire. 
Dopo Rossellini, Scorsese cita Olmi con il film Il Posto: il distributore del film di Olmi in America, ha talmente apprezzato questo regista che ha voluto proiettare il film nelle sale senza far pagare il biglietto al pubblico. Olmi usa nella narrazione uno stile documentaristico, molto vicino a me. La Stradaè un film che è stato doppiato in inglese ed era un film che faceva parte della mia vita ed ho imparato molto da questa pellicola.
Per Antonioni, prosegue Scorsese, ho scelto il film L'eclissi e L'avventura.
Ho dovuto imparare a leggere L'avventura: osservare l'immagine nel cinema mi ha dato la possibilità di concentrazione e di studio dell'inquadratura.
Ho intuito da questo regista come guardare al cinema, ripetutamente, imparando a dare importanza al ritmo. In realtà se guardate bene questo film, qui c'è una narrativa che sembra per certi aspetti analitica ed ogni volta che vedo i personaggi di questo film mi fanno emozionare.
Antonioni ha realizzato una trilogia di film, L'avventura, La notte e l'Eclissi: le inquadrature, la composizione di questi film sono usate come narrazione attraverso le quali, Antonioni ha ridefinito il linguaggio del cinema.
Pietro Germi con Divorzio all'italiana, è un altro capolavoro del cinema italiano che ha influenzato la mia formazione di regista attraverso l'umorismo e l'uso della macchina da presa che Germi fà.
Mi ha colpito molto di questo regista, lo stile in Bianco e Nero e l'elemento satirico e della verità che usa nella storia. Salvatore Giuliano di F. Rosi è un film che mi ha cambiato la vita. Rosi ti fa vedere i fatti, ma i fatti non sono la verità. I miei nonni si sono trasferiti dalla Sicilia a New York nel 1910 e devo dire che la tradizione del sud è stato un peso eccessivo sulle loro spalle, una cosa con cui io sono cresciuto. A noi americani è stato sempre detto di non mostrare le nostre emozioni e in questo film di Rosi  vedi tutto il dolore e la sofferenza di una madre del sud che non ti lascia indifferente.
Per concludere, Martin Scorsese si sofferma sul Gattopardo di Visconti. Il senso antropologico di questo film mi interessava dal minimo dettaglio al macrocosmo ed è la lezione più grande che Visconti ha lasciato. 
C'è in questo film una grande influenza del New Wave, un dramma senza vincoli, un ritmo fermo, un passaggio del tempo e i valori lasciano spazio ad un qualcosa di nuovo che non è cambiato. Tutto perché rimanga com'è, deve cambiare. Se avete modo di rivedere il fim, osservate come la musica segna stilisticamente  il film, il movimento degli attori.
Dimenticavo Fellini, dice Scorsese: con La strada, il primo film che ho visto di Fellini, c'è una rinascita spirituale. Ho incontrato questo regista nel '79 e sono andato sul set della città delle donne, dovevamo fare insieme un documentario poi purtroppo lui ci ha lasciato.

Festa del Cinema, sul red carpet "Il flauto magico" di Piazza Vittorio

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Il flauto magico di Piazza Vittorio con Fabrizio Bentivoglio, Mario Tronco, Alessandro Arfuso, Fabio Natale, Mario Tronco, Leonardo Piccioni, Isabella Cocuzza, Arturo Paglia (Produttore), Denis Friedman (Co-Produttore) sul red carpet della Festa del cinema di Roma.

di Emanuela Del Zompo - Il flauto magico è un'opera in due atti, musicata da Mozart. Libretto editore Barion 1940.
La trama, densa di significati esoterici e massonici, si svolge in un immaginario antico Egitto; caratterizzata da un'alternanza di riferimenti al giorno e alla notte, si sviluppa lungo un graduale passaggio dalle tenebre dell'inganno e della superstizione, verso la luce della sapienza solare, al quale corrisponde un progressivo capovolgimento di prospettiva nel ruolo dei buoni e dei malvagi, i cui poli contrapposti sono rappresentati da Sarastro e dalla Regina della Notte, Astrifiammante.
Il film proposto alla festa del cinema è stato totalmente girato nei giardini di Piazza Vittorio e le riprese sono durate qualche anno. 
Mario Tronco e Gianfranco Cabiddu, i registi del  film hanno dichiarato di aver scelto questo  progetto perché Mozart ha cavalcato diversi generi di musica che si mescolavano. "Si trattava di mettersi al servizio di un opera teatrale ed inoltre il film ha anche un tema politico.
Per comporre il film, abbiamo cercato diversi musicisti e ci siamo affidati all'orchestra di Piazza Vittorio, un'orchestra dove ognuno si sente protagonista. L'orchestra parla di fratellanza ed era poco interessante parlare della massoneria di oggi.
I personaggi sono stati rielaborati attraverso la musica. I cantanti sono abituati a parlare con il canto, la musica è recitazione".
Fabrizio Bentivoglio dice che la musica è la sua passione e che trovarsi dentro questo personaggio è stato magnifico perché la regia gli ha lasciato tanta libertà di interpretazione.
Proseguono i registi, dicendo che il teatro ha insegnato loro a trovare delle soluzioni nei punti nevralgici della storia. Inoltre i costumi  e la scenografia hanno aiutato la recitazione degli attori.
In questo film si accentua l'importanza della figura della donna, il libretto da cui è tratto il film è pieno di misoginia.

Grunda l'angelo dalle ali rotte, il fumetto a sfondo sociale arriva alla Festa del Cinema

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Dopo la 75° Mostra del cinema di Venezia, Grunda l'angelo dalle ali rotte, il fumetto a sfondo sociale, ideato, interpretato e prodotto da Emanuela Del Zompo con la collaborazione della regista Annie Depardieu approda alla 13° edizione della festa del cinema di Roma e sarà presentato il 26 ottobre alle 17.30 presso la sala Arte (Lazio film Commission) dell'Auditorium Parco della Musica, da Cinemadamare, (Cinemadamare - Travelling Campus è il più lungo campus di cinema e formazione che nel 2018 ha visto la sua XVI edizione con partecipazione di oltre 300 registi di oltre 65 nazionalità, che hanno girato oltre 250 film nelle 13 settimane di svolgimento nel 2018), che  continua il suo lavoro di promozione dei giovani filmmaker e dei loro film.
Grazie ad una collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma e con la Roma Lazio Film Commission, in occasione della 13.esima edizione della Festa del Cinema di Roma, in programma dal 18 ottobre al 28 ottobre, mette a disposizione degli aspiranti cineasti uno spazio per la presentazione delle loro opere. L’obiettivo è proprio quello di assicurare visibilità anche a lavori realizzati al di fuori del circuito professionale, ma che contengono notevoli elementi di qualità. E farlo proprio durante uno degli appuntamenti più prestigiosi per la cinematografia nazionale e internazionale.

Nella stessa occasione, sarà assicurata oltre ai registi, agli sceneggiatori e agli attori (e altre figure artistiche), protagonisti dei film proiettati, anche la presenza, in platea, di “addetti ai lavori” che possano, al termine della fruizione, offrire una loro opinione sui lavori visti (e anche sul possibile mercato del film).

Alla presentazione di Grunda, l'angelo dalle ali rotte, sarà presente la regista Annie Depardieu, la protagonista e produttrice Emanuela Del Zompo, il cast artistico e tecnico del fumetto e sarà proiettato un corto di animazione tratto dal fumetto di 3 minuti.

Ricordiamo che il progetto oltre ad un valore artistico, ha un obiettivo sociale: arrivare sui banchi di scuola a scopo didattico.
Grunda, l'angelo dalle ali rotte è distribuito da www.amazon.it.
Foto di Renata Marzeda


MARCO ROTELLI, IN RADIO E NEI DIGITAL STORE IL BRANO “DINASAURO” scritto da Mogol e da Francesco Rapetti

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Da venerdì 19 ottobre è in radio e nei negozi digitali “DINOSAURO”, il nuovo singolo del cantautore milanese MARCO ROTELLI. Un brano scritto dal grande Mogol e dal figlio Francesco Rapetti.  

«Dinosauro” - sottolinea l’artista - è un inno alla vita, al coraggio di credere in se stessi e nelle sorprese che a volte non mollando mai possono capitare. Mogol e il figlio Francesco hanno scritto questo brano per poi metterlo in un cassetto. Francesco me l’ha fatto ascoltare non molto tempo fa e sono rimasto stupito, sembrava che Mogol, 10 anni prima, avesse scritto quelle parole pensando proprio a me, descrivendo delle parti precise del mio carattere e raccontando il mio stato d'animo. Cantare una canzone inedita scritta da Mogol credo sia il sogno di tutti i cantanti in Italia, un po' come salire sul palco di Sanremo. Sono quei sogni che hai fin da piccolo. Sarò per sempre grato a Mogol e a Francesco per l'opportunità che mi hanno dato e che mi stanno dando, so che non è cosa ordinaria».
A questo proposito Mogol ha dichiarato: «Marco Rotelli è un giovane cantante che è riuscito a interpretare “Dinosauro” con il giusto feeling».

Biografia

Marco Rotelli, classe 1992, si avvicina giovanissimo alla musica e nel 2011 si diploma in tromba al conservatorio G. Verdi di Milano.
Presto si accorge che suonare non gli basta e, sperimentando qualche melodia al pianoforte, si avvicina al canto. Capisce che quella è la sua vera dimensione artistica e scrive il suo primo brano in pochi giorni. Nel 2012, con un consistente numero di canzoni finite, contatta il produttore  artisticoMarco Sfratato (Modà) per sottoporgli il materiale.
Sfratato rimane colpito dai brani e i due iniziano un’intensa collaborazione. Dopo un periodo di lavoro e miglioramento, nel 2014 Sfratato presenta il progetto a New Music International, che mette sotto contratto Marco. I brani arrivano poi all’attenzione di Mario Volanti e di Radio Italia, che appoggiano subito il progetto.
Il primo singolo “Il mio domani” esce il 4 dicembre 2014 ed entra in classifica Earone tra i 20 brani più trasmessi dalle radio italiane.
Successivamente pubblica i brani “Parlami cercami” feat. Stef Burns, “Vivi”, “Fermeremo il tempo” con Deborah Iurato, “Mille volte me”, che anticipano il disco “Il mio domani”, uscito il 17 gennaio 2016 e presentato con un concerto all’auditorium di Radio Italia.
A giugno 2017 s’interrompe la collaborazione con New Music International e Marco, libero da vincoli, sperimenta nuove strade e nuovi generi musicali.
Si avvicina al rock e incontra, tramite amicizie comuni, il produttore Larsen Premoli, con il quale l’intesa è immediata.
I due iniziano a lavorare insieme su altre sonorità, arricchendo le melodie di Marco con elementi rock più aggressivi.
Sotto la guida di Larsen, Marco abbandona l’uso di synth e strumenti “finti”. Solo voce, chitarre, basso, batteria, pianoforte e violini.
Il lavoro porta alla produzione di un nuovo singolo, “La musica è finita”, pubblicato il 17 novembre 2017.
Successivamente, grazie a un viaggio in Spagna, Marco conosce il cantante spagnolo David Neria.
Con lui inizia una nuova e importante collaborazione che li porta a pubblicare il 1 marzo del 2018 un nuovo singolo in duetto dal titolo "El Amor Que No Se Vive" attualmente in promozione nel mercato spagnolo e Sud Americano. Dal 19 ottobre è in radio il brano “Dinosauro”, scritto dal grande Mogol e dal figlio Francesco Rapetti.

IL CORPO PERFETTO Scritto, diretto e interpretato da LAVINIA SAVIGNONI al Brancaccino dal 26 ottobre

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Una donna di quarant'anni fa le prove a casa del suo programma "Il Corpo Perfetto" che andrà in onda in diretta tv il giorno dopo e che è anche il nome del Metodo da lei creato per vivere in salute.
La prova si trasforma in un flusso di coscienza sul percorso verso la perfezione di corpo e mente, intervallato da ricordi di bambina, che romperanno il suo precario equilibrio mentale mostrando al pubblico lati tenuti a bada fino ad allora, trasformandosi a tratti in un mostro.
 Scoprire il vaso di pandora delle frustrazioni represse le farà affiorare una consapevolezza che prenderà vita nel dialogo finale con un vecchio a lei molto caro.

Uno spettacolo sull’ossessione odierna dell’essere sani, belli, mangiare bio, avere corpi perfettamente funzionanti. Le diverse facce della protagonista danno voce, a volte in modo grottesco, ad alcuni aspetti disturbati del nostro mondo contemporaneo.
Si snoda un conflitto aperto tra il bisogno di un corpo perfettamente funzionante, i modi che si usano per ottenerlo, e il tentativo di non perdere genuinità e umanità contro tutto ciò che è inquinato, artificiale.
Questa corsa per trovare l’elisir di eterna giovinezza si scontra con l’incedere inesorabile della vecchiaia che ci riguarda tutti, indipendentemente dagli sforzi fatti per contrastarla con diete e cure di ogni sorta. 

“Faccio il verso alla nevrosi che c’è dietro queste ossessioni per la perfezione. Un’attenzione esagerata a cibo, benessere, essere sani. Tutto questo nasconde vere e proprie manie ossessive. L’obiettivo è raggiungere questo corpo perfetto. Un corpo perfettamente funzionante e talmente efficiente che ti permette di generare vita anche oltre il tempo limite. Scrivere questo testo è stata una medicina per la testa e per l’anima, recitarlo è una pillola benefica che mi rende più forte. Credo che questo testo parli a molti, che il messaggio ci riguardi tutti, che si possa fare una riflessione fisica dopo averlo visto”.
Lavinia Savignoni

Light Designer: Maurizio Fabretti
Supervisione costumi: Fabrizia Migliarotti
Allestimento scena: Rita Coleine
Aiuto regia audio e luci: Giancarlo Chiancone e Francesca Stranieri
La frutta e la verdura di scena è gentilmente offerta da FRUTTERIA ROBERTO via Cesare Fracassini 17, Roma
Le foto di scena sono di Claudia Pajewski
La grafica del logo e della locandina sono di Susanna Contoli
Produzione di LA LOBA PRODUCTION

26-28 ottobre – 1-4 novembre 2018
dal giovedì al sabato ore 19.45; domenica ore 16

BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Biglietto: 18€ - ridotto 12,50€
card open 5 ingressi: 55 €
Prevendita su Ticketone.it e presso i punti vendita tradizionali
BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO 
Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it
http://www.teatrobrancaccio.it/

ph cpajewski

LA MIA TERRA di Antonio Bruno al Teatro degli Audaci dal 1° all'11 novembre

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“È successo anche a me, come ad altri milioni di giovani.
 Pensate sia possibile che il profumo di una terra ci possa accompagnare per tutta la vita, sempre vicino a noi, per non lasciarci mai? A me è successo.
E’ vero tutto quello che racconterò. Il Signore mi è testimone.”

Dal 1 all’11 novembre il palcoscenico del Teatro degli Audaci accoglie “ La Mia Terra”, spettacolo interpretato da Flavio De Paola e diretto da Pablo Màximo Taddei, il quale traspone in scena il toccante testo di Antonio Bruno, fondendo il linguaggio teatrale e cinematografico.

Un monologo in cui è protagonista Rosario Blanco, l’elemento di congiunzione fra i dolori, le paure, gli orrori della guerra e il profumo, il sole, la gente della sua terra: la Sicilia.
 Nel suo racconto si ritrova, infatti,  ciò che  ha caratterizzato la guerra e il suo territorio: la vita in trincea, la morte, il dolore, il sole, il fico d’india, il mare, i personaggi e il cuore della sua gente. Luoghi comuni che diventano parte integrante di una condizione drammatica ,come un conflitto, e di una terra aspra e forte come la Sicilia.

Sebbene la lettura di un racconto regali sempre momenti di meditazione, il monologo “La Mia Terra,” è stato pensato come rappresentazione teatrale, dove il calore del palco restituisce al meglio la vita di Rosario Blanco e appunto la sua “terra”.

Per la prima volta in questo spettacolo viene sperimentato l’incontro e la fusione del linguaggio cinematografico con quello teatrale, facendo in modo che  personaggi del passato si materializzino sulla scena come se fossero fantasmi, rappresentati in video da Gianluca Delle Fontane - Antonio Coppola Silvia Coghe - Michele Schena Antonella Rebecchi - Matteo De Paola Alessia Calascibetta - Tiziana Garofano Francesco Sirabella - Emanuela Fineschi.

Teatro e cinema si fondono in scena per narrare una storia di “radici”, paesaggi e stati d’animo.



Note di regia



Il testo di Antonio Bruno ci accompagna nei meandri dei ricordi e ci fa conoscere volti e personaggi di una Sicilia arcaica, dove il sole ed il tempo si nutrono di faticose e placide ripetizioni e dove la povertà è piena di ricchezze ... Irrompe la prima guerra mondiale e la morte rompe i cristalli di molte speranze.  Vanno in frantumi numerose esistenze e la follia e la morte siedono sul trono della vita. Nel testo di Antonio Bruno, così come  nello spettacolo.



I ricordi verranno evocati da un narratore (Flavio De Paola) che, con una sorta di ritualità, “trascinerà” lo spettatore in un non luogo, mentre le apparizioni fugaci delle reminiscenze circonderanno lo spazio (nuove tecnologie per la prima volta sulle scene teatrali : filmati simili ad “ologrammi”) e, come si sa, i ricordi, col passare degli anni, assumono le stesse sembianze dei sogni.



La scena teatrale sarà “inghiottita” dalla scatola nera del palcoscenico dove non si può fare teatro solo con il teatro dove non si può fare cinema solo con il cinema ... dove non si può vivere solo con la vita ... Serve sempre qualcos'altro  per completarsi. Così, in un altrove luogo, i personaggi saranno raccontati dal racconto di un narratore che, a sua volta, verrà narrato.
Il protagonista sarà lo “psicopompo” di un viaggio mnemonico tra le apparizioni sonore e visive.

L’attore userà la tecnica ... degli “psicosuoni” .



LA MIA TERRA

Di Antonio Bruno

Regia Pablo Màximo Taddei

Con Flavio De Paola

Adattamento Regia Pablo Màximo Taddei

Testo Antonio Bruno

Riprese audio e video Pixel srls

Montaggio video Francesca Conforti



TEATRO DEGLI AUDACI

Via Giuseppe De Santis, 29 (zona Porta di Roma)

Dal 01 all’ 11 Novembre 2018

info e prenotazioni 06 94 37 60 57

Biglietti Intero 18€ - Ridotto 15€

organizzazione@teatrodegliaudaci.it 

Parcheggio gratuito

 www.teatrodegliaudaci.it

Sigourney Weaver: volevo semplicemente essere un'attrice di teatro

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Presentata dal direttore artistico Antonio Monda, l'attrice si racconta al pubblico con grande umiltà e generosità.

di Emanuela Del Zompo - L'icona del genere dei film di fantascienza è approdata a Roma accolta dal caloroso pubblico dell'auditorium.
Come scegli i tuoi film? Ad esempio come è nato il progetto di Ghostbusters?
La storia è il punto di partenza, deve accattivarmi, ma Ghostbusters per me era una fantasia che ho sempre accarezzato.
Ti saresti aspettata all'inizio di carriera tutto questo successo?
Io volevo semplicemente essere un'attrice di teatro, il resto è venuto da sé.
Mio padre lavorava in tv  e mi ha fatto innamorare di questo lavoro, quando la sera tornava a casa aveva sempre un'aria giocosa mentre mia madre che era un'attrice ha dovuto abbandonare le scene quando si è sposata. Non ha mai superato questa cosa e mi sconsigliava sempre di andare ad Hollywood perché tutti cercano di portarti a letto diceva.
Cosa pensa appunto delle recenti vicende e scandali che hanno colpito Hollywood sulle molestie sessuali alle attrici e la loro reazione?
Bé era ora che qualcosa cambiasse soprattutto per la lotta della qualità sul posto di lavoro. E queste donne coraggiose che hanno denunciato queste azioni, hanno fatto il primo passo ed ora ci sono più possibilità, tutti devono confrontarsi in parità.
Abbiamo ancora tanto cammino da fare in merito a ciò, molti uomini hanno apprezzato questo cambiamento, forse altri no, ma era ora di uscire allo scoperto.
Quali dei registi con cui hai lavorato, ti sei sentita più capita?
Ho lavorato con tanti registi meravigliosi, tra cui James Cameron che ha intuito come dovevo essere diretta. Con Ang Lee bastava uno sguardo per capirci. 
C'è un regista italiano con cui vorresti lavorare?
Ho incontrato Luca Guadagnino, che mi ha proposto dei progetti; sappiamo tutti quanta importanza ha avuto il cinema italiano e si spero in futuro di lavorare con voi.
Come è stata l'esperienza con Ridley Scott?
Ridley non ama fare molte prove, quando ho lavorato con lui era al suo secondo film, è stata una grande sfida, ma  tutto subito ha funzionato. Alienè stato un film innovatore, un film che non si era mai fatto, ma ha avuto un successo planetario.
Come ti sei trovata a lavorare sul set di Gorilla nella nebbia?
È stata un'esperienza emozionante, ho avuto l'opportunità di lavorare in Africa e mi sono sentita felice di essere in mezzo ai gorilla: loro ci somigliano così tanto, ti trasmettono delle cose uniche, forti.
Sei stata classificata come attrice di film di fantascienza, con ruoli più da cattiva che da fidanzatina, che ne pensi di questo appellativo?
Mi piacciono le storie d'amore, ma con la mia altezza e la mia personalità i registi non pensano a me come alla fidanzatina d'America, ma questo non mi dà fastidio, ripeto io volevo solo fare teatro e non cinema e soprattutto di fantascienza, il resto è capitato e certo non mi dispiace.
Come è stato lavorare con Harrison Ford e Melanie Griffith?
Harrison Ford ha una grande energia ed humor, lavorare con loro due è stata una grande cosa, siamo stati  squadra che si è supportata a vicenda.
Hai mai pensato di fare la regista?
Sì, però ho solo una figlia e il lavoro di regista mi avrebbe tolto molto tempo almeno 2 anni da dedicare a mia figlia. Lei non ha visto molti dei miei film. Per lei sono solo sua madre, ha preso le distanze dal mio ruolo pubblico.

Viggo Mortensen in "Green Book": una follia, un viaggio straordinario

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Viggo Mortensen presenta "Green Book" un film del 2018 diretto da Peter Farrelly. Protagonisti sono Viggo Mortensen e Mahershala Ali e racconta l'amicizia tra un buttafuori italoamericano e un pianista afroamericano nell'America negli anni sessanta. È ispirato alla storia vera di Tony Lip, padre dello sceneggiatore Nick Vallelonga.

di Emanuela Del Zompo - Viggo Mortensen, stupisce in conferenza stampa parlando un buon italiano. 
Questa è la storia di un'amicizia, dice Viggo, quando ho letto la sceneggiatura l'ho trovata così incredibile che sono riusciti a realizzare una storia vera che mi ha emozionato, mi ha fatto piangere e ridere allo stesso tempo. Ero sicuramente nervoso perché non avevo mai recitato il ruolo di un italo-americano e soprattutto con battute in dialetto della lingua del personaggio che ho interpretato.
Come ti sei preparato al personaggio?
So che avevo dei limiti e non fare una caricatura del personaggio. È stato al tempo stesso, una sfida ed una responsabilità.
Ho passato molto tempo con la Famiglia Vallelonga che mi hanno aiutato e supportato sul set.
Questo è un film speciale, non ti dice cosa ti devi aspettare: è un invito a fare un viaggio, a ridere e a piangere. E queste sono le storie importanti che valgono la pena essere raccontate.
Nella mia carriera di attore sono stato fortunato, ho incontrato tanti registi e come regista sto attento a quello che trovo nelle storie. Quando sono arrivato sul set di questo film, ho chiamato tutto il cast artistico e tecnico dicendo che dovevamo fare lavoro di squadra, che non sapevo tutto  e i suggerimenti potevano arrivare da chiunque. Ho spronato le persone a non essere timide ad esprimere il proprio talento.
Penso che sia importante sul set ascoltare il proprio partner. Una storia con 2 persone in una macchina poteva essere noiosa, ma con la complicità e l'ascolto del tuo compagno di lavoro il film ha preso una direzione inaspettata ed ha funzionato.
E' un film che parla di un amicizia fra due persone diverse che possono imparare l'uno dall'altro. C'è tanta ignoranza in giro, che si parli di razzismo, di immigrazione, di Dio, di misogenia o di omosessualità: ma è più spaventosa l'ignoranza dei leader che ci guidano ed allora ti domandi... a che serve votare? come posso cambiare il mondo?
Questo film ti consente allora di pensare.
Come ti sei preparato fisicamente al film?
Ho preso 20 kg e non è stato difficile. Ero spesso a casa dei Vallelonga, che di cibo se ne intendono. Hanno un ristorante e quando li ho incontrati per studiare il mio personaggio... la prima cosa che hanno detto.... prima si mangia. E' una famiglia tipicamente italiana, hanno un buon rapporto con il cibo. Un pranzo da loro durava circa 5 ore e se non  mangiavi quasi si offendevano.
Per il dialetto, ti sei fatto aiutare da un coach?
No, sul copione c'era scritto... parla in italiano ( più che parlare erano battute in dialetto italiano): il Padre di Vallelonga veniva dalla Calabria e usavano un linguaggio con vecchi modi di dire, poi usavano a volte parole inventate come Tuzun (cioccolatino) per riferirsi all'uomo di colore nero. Questa è stata la mia scuola. Ho detto loro che volevo essere fedele allo spirito del padre e volevo fare bene questo personaggio dell'italo-americano. Quando ero con questa famiglia osservavo i loro modi di fare e molti di loro anche se non sono attori sono nel film. E' stato divertente e caotico lavorare con loro, perché quando il regista dava lo stop all'azione, loro continuavano a mangiare (si riferisce alla scena del pranzo). E' stata una follia che ha funzionato ed è stato un viaggio straordinario.
Ti piacerebbe lavorare in Italia?
Sì, mi piacerebbe lavorare in un film italiano. Tornatore è uno dei registi che preferisco: ha un grande talento ed una filmografia formidabile. Perché no?

Spika, il giovane cantautore palermitano vola a Sanremo

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Con il brano "Niente da perdere" il diciassettenne punta a conquistare tutti e arrivare alla finale di dicembre.

Spika vola a Sanremo: il giovane cantautore di Altavilla è partito per la città del Festival. Il suo obiettivo ottenere un posto nella finale Giovani in programma per dicembre. 
Spika, il cui vero nome è Francesco Quartararo a soli 17 anni punta ad essere una delle maggiori rivelazioni del rap italiano del momento. Nato e cresciuto a Palermo, nel quartiere Ciaculli, giovanissimo scopre di avere una straordinaria propensione alla scrittura. I suoi testi sono lo sfogo di un adolescente contro i mali del mondo; le sue doti e grandi capacità nel freestyle lo introducono nel mondo dell’hip hop. 
Partecipa ai contest “Diamante crew” a Bagheria e allo “Zsa Zsa” di Palermo, arrivando sempre in finale e riscuotendo successo di pubblico e critica. Ora mira a un grande obiettivo: conquistare Sanremo con il brano "Niente da perdere".

Nella foto Spika con il suo produttore Vincenzo Balli

Parioli Theatre Club, inaugurata la prima stagione di uno spazio dove si fondono cultura e night life

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Inaugura a Roma il Parioli Theatre Club, uno spazio completamente nuovo in cui si fondono cultura e night life.

A ospitare il progetto è il rinnovato Teatro Parioli, che si smarca dai limiti imposti dal classico panorama teatrale ponendo al centro delle sue attività un intrattenimento culturale fatto di concerti, live show, spettacoli interattivi e immersivi, puntando i riflettori su una modalità unica di intendere lo spazio teatrale. 

La rivoluzione concettuale passa anche da un’azione estremamente concreta: un foyer allestito con elementi caratteristici del mondo teatrale come camerini, sale prove e aree tecniche, che si trasforma in un gigantesco expo del backstage teatrale. Le installazioni architettoniche rappresenteranno, per il pubblico che varcherà la soglia del Parioli Theatre Club, il primo elemento di intrattenimento e ricerca: gli avventori scopriranno le aree segrete degli ambienti teatrali, interagiranno con esse e “giocheranno” con lo spazio.

In platea, le poltrone fanno posto a tavoli e divanetti. Il pubblico, seduto, potrà sorseggiare un drink realizzato da esperti mixologist o assaggiare le selezioni dei plateau gastronomici, abbinando all’esperienza culturale un piccolo percorso enogastronomico. 

L’obiettivo della sfida è segnare – in una fase di crisi degli spazi teatrali canonici – un modo nuovo di fruire del prodotto culturale. 

La programmazione è affidata ad artisti, fra i migliori del panorama nazionale ed europeo, ed è declinata e pensata per essere quanto più possibile site specific: gli eventi inizieranno alle 20.00 e termineranno alle 2.00, e il contenuto artistico rappresenterà l’unicità della venue, trasformandosi ogni sera insieme a essa, con l’ausilio di una programmazione di eventi collaterali a supporto del prodotto principale. 

Tutto questo per creare un luogo unico, che si caratterizzi per l’alta qualità delle proposte e possa divenire, allo stesso tempo, garanzia di riuscita, grazie alla propria peculiarità, per i contenuti e gli eventi più disparati. Svariate lepartnership attive, come quella con Barley Arts, che organizza, su scala nazionale e mondiale concerti, spettacoli di musica live, edutainment e festival, o Ex Dogana, factory di creatività che ha ospitato i migliori eventi della Capitale.

Il Parioli Theatre Club ha inaugurato il 20 ottobre con una serata evento, una “opening night” pensata come una vera e propria festa delle arti: sarà l’occasione ideale per far scoprire al pubblico della Capitale questo nuovo, originale e interattivo spazio multiculturale.

Protagonista della serata inaugurale è statolo spettacolo The Freaks Circus,de "La bottega degli artisti", l’incredibile show diretto da Francesco Felli, che porta in scena il diverso, mostruose creature capaci di impressionare per l’aspetto insolito ma anche, o soprattutto, con l’unicità della loro arte. Unico esemplare in Italia, The Freaks Circus è l’incontro tra circo e musical, in uno spettacolo emozionante, coinvolgente e sempre diverso, che ha come protagonisti nani, donne barbute, fratelli siamesi, mangia fuoco, contorsionisti, uomini tatuati e molte altre figure assolutamente sensazionali.

E la stagione continua con tantissimi eventi. Tre i filoni che sono stati scelti per questo primo anno del Parioli Theatre Club: le rassegne Teatro Indie,diretta da Alessandro Bardani e Francesco Montanari e Stand Up Comedy Live, la cui direzione artistica è affidata adAltra Scena, ed eventi dallo spiccato contenuto culturale. A miscelare questi elementi, selezionando i vari partner e le molteplici collaborazioni, e coordinando i lavori, è Nanni Venditti, che ha sviluppato il concept scegliendo di avvalersi dell'aiuto di figure di eccellenza all'interno del panorama artistico italiano nell'ottica di avviare una direzione artistica "condivisa", che posi sul parere di consiglieri con background diversi o esperienze eterogenee, uniti dal proposito di offrire alla città un nuovo spazio di aggregazione mediata da nuovi format culturali. A sostenere e impostare il delicato lavoro di comunicazione che è legato al concept è Carlo Mogiani, creativo di lungo corso, fotografo di fama internazionale, collaboratore stabile del National Geographic, che ha sposato l'avventura del Parioli Theatre Club a livello strutturale. 

Quella dedicata al Teatro Indie è una rassegna innovativa, rivolta a quelle eccellenze teatrali underground che non hanno avuto ancora la possibilità di circuitare nell'ambiente mainstream. Sei appuntamenti che vogliono elogiare una drammaturgia contemporanea in cui gli autori sono anche interpreti dei testi proposti. Valerio Lundini, Josaphat Vagni, Paola Pessot, Andrea De Rose, Francesco Foti, Lidia Micelisono i protagonisti di questo filone oltre ad Alessandro Bardani e Francesco Montanari in scena con La più meglio gioventù.I responsabili artistici dell'area Indie, che spesso abbiamo visto lavorare insieme, hanno unito i loro gusti teatrali selezionando spettacoli con spiccata matrice comica.

Grande spazio all'interno della programmazione è dato alla Stand Up Comedy,il nuovo must della comicità contemporanea. Il primo appuntamento è con Francesco De CarloLiveil 25 ottobre. Un mix di riflessioni dalla comicità tagliente per smontare tutti i luoghi comuni e le certezze che accomunano il nostro benpensante Paese. I comici di stand up sparano sul buonismo degli italiani e li distruggono. Una satira feroce, politicamente scorretta che caratterizza gli spettacoli dei migliori comedians italiani tutti presenti sul palco del Parioli Theatre Club: Daniele Fabbri (20 dicembre)Velia Lalli(17 gennaio) Francesco Arienzo (21 febbraio) Mauro Fratini (14 marzo),Giorgio Montanini(18/19/20 aprile),Pietro Sparacino(9/11 maggio).

Non mancano eventi musicali come i Carmina Burana,oltre cento elementi diretti dal Maestro Pier Giorgio Dionsi (28 ottobre), prodotto dal team di ExDogana;Spleen Orchestra, in scena il 14 dicembre, è un progetto musical-teatrale che omaggia, con un linguaggio proprio, l’immaginario poetico del regista Tim Burton. Trucchi costumi, scenografie, proiezioni ed effetti speciali per un folle viaggio, sulle note dello straordinario autore delle colonne sonore Danny Elfman, in una serata che vedrà lo spazio trasformarsi in un universo cinematografico visionario, con a disposizione del pubblico performer, truccatori, e artisti, che costruiranno intorno al concerto il format "Nightmare before Christmas"; Public Service Broadcasting, il trio londinese prosegue il tour che ha accompagnato l’uscita dell’album "Every Valley" e arriva a Roma il 23 novembre;Carl Palmer, il live concert del famoso batterista britannico sul palco il 6 febbraio e ancora spettacoli come La Vedova Allegra, Murder Ballad e il festival burlesque Caput Mundi o la comicità di Marco Passiglia. 

L’improvvisazione teatrale targata Bugiardini è ospite con due appuntamenti mensili.B.L.U.E Il Musical completamente improvvisatodopo i sold out di Milano, Bologna, Torino, Padova e Firenze approda al Parioli Theatre Club: nessun canovaccio ma uno spettacolo in cui i testi, le coreografie, le musiche sono tutte improvvisate e sarà il pubblico a scegliere titolo e location dello spettacolo.

Un cambiamento che si pone come principale obiettivo quello di creare un modo nuovo di proporre contenuti culturali mixando vari linguaggi performativi fino ad oggi fruiti in compartimenti separati. 


Parioli Theatre Club

via Giosuè Borsi 20 - Roma

www.pariolitheatreclub.it
https://www.facebook.com/pariolitheatreclub/




Indra Marino, è NAPOLETANA LA MISS EUROPE CONTINENTAL 2018 ITALY TRA LE FINALISTE EUROPEE IL 24 NOVEMBRE

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Giunto alla sua sesta edizione, il concorso di bellezza europeo Miss Europe Continental fa tappa a Monselice, in provincia di Padova.
È proprio il Veneto, infatti, ad ospitare la finale italiana svoltasi negli studi televisivi di Canale Italia, sabato 20 ottobre scorso. A condurre l’evento è stata la presentatrice Stefania Orlando, volto noto delle reti Rai, attualmente impegnata con Unomattina in famiglia in onda alla domenica su Raiuno. Le giovani partecipanti sono state valutate da tre giurati d’eccezione tra i quali spicca un’attrice e conduttrice televisiva il cui nome si inserisce tra i protagonisti della storia del cinema italiano: Sandra Milo. Attenta e pronta a incoraggiare le ragazze, la Milo è stata affiancata dal comico e attore Stefano Chiodaroli che, dopo aver calcato i pachi di Colorado e Zelig, è attualmente nelle sale cinematografiche come protagonista della commedia di Pasquale Marrazzo “Te lo dico pianissimo” e da Fabio Rondinelli, già Mr. Mondo Italia, indossatore per prestigiose case d’alta moda e attore di fiction come “Onore e rispetto 4” e film (a breve lo vedremo in una cine-comedy girata negli USA).

Bellezza femminile e bellezza del patrimonio storico-artistico della città hanno formato un connubio senza dubbio affascinante che, se da una parte esalta gli scatti realizzati, dall’altra non può che contribuire a far conoscere le ricchezze di una città che affonda le proprie origini nel Medioevo, come testimonia l’imponente e visitatissimo Castello Cini.

Altro tema di rilievo toccato durante la finale è stato rappresentato dall’attenzione per il rispetto dell’ambiente e la moda eco-sostenibile. Gli abiti da sera indossati dalle ragazze, infatti, appartengono alla collezione dello stilista Emilio Ricci, pioniere dell’eco-fashion made in Ialy.

“Miss Europe Continental è un concorso pulito”- ha affermato il patron Alberto Cerqua durante la conferenza stampa conclusiva, in un clima di palpabile soddisfazione ed emozione condivisa da tutti i presenti: ospiti, concorrenti familiari e operatori.  

Di certo l’emozione più grande è stata quella della vincitrice Indra Marino, splendida diciannovenne di origine campana, che accede così alla finale europea in programma a Napoli per il 24 novembre prossimo.

L'ATTRICE BELGA PAULINE BURLET alla finale europea di Miss Europe Continental 2018

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Un'altra icona internazionale impreziosirà la finalissima di Miss Europe Continental 2018, di scena a Napoli il prossimo 24 novembre al Teatro Mediterraneo della Mostra d'Oltremare.

Tra i giurati, ci sarà anche l'attrice belga Pauline Burlet , tra gli ospiti del giovane patron partenopeo  Alberto Cerqua. 
Protagonista di film come  "La Vie en Rose" di Olivier Dahan, un film in cui ha interpretato Edith Piaf da bambina, con altre decine di pellicole all'attivo, la bella e brava   Pauline Burlet è un importante nome del cinema europeo e affiancherà Anita Del Rey, Danilo Brugia e Daniela Martani, i giurati già annunciati.

L'appuntamento con la finalissima delle Olimpiadi della Bellezza, alla sesta edizione, si preannuncia un evento unico, da red carpet esclusivo.

La serata sarà condotta da Veronica Maya e Marco Senise, con la partecipazione di Gianluca Magni e Maria Monsè come inviati.

Il patron Alberto Cerqua ci tiene a ringraziare i partner ufficiali: SAMSUNG, RAYBAN, AUDI, RED BULL, LEGEA, MASSIMO FIORDIPONTI COUTURE, MISSION BEAUTY e PIRAs?S PARRUCCHIERI.

E le sorprese non sono ancora finite: Cerqya è al lavoro col suo staff per rendere il cast ancora più stellare.

GIORGIA TRASSELLI E SIMONE MARZOLA IN “ANALISI ILLOGICA” AL TEATRO MARCONI IL 2 E IL 3 NOVEMBRE

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Un debutto nazionale da non perdere. Al Teatro Marconi il 2 e 3 novembre Giorgia Trasselli e Simone Marzola sono i protagonisti del testo scritto e diretto da Marco Predieri ANALISI ILLOGICA,  presentato da Altrove Teatro. Una commedia ricca di ironia e di colpi di scena, uno spettacolo brillante che partendo da un semplice malinteso cattura lo spettatore con la suspense del thriller.

“Certi incontri  - afferma l’autore e regista Marco Predieri - proprio non te li aspetteresti mai! Ma quando il destino decide di burlarsi di te … allora o provi a riderci sopra, o pensi alla vendetta … o ricorri in analisi, tuo malgrado! Questa nuova commedia ha la struttura e la suspense di un thriller con tutta l’ironia che può scaturire da un goffo malinteso, ma da quale parte verterà il finale è tutto da capire. Ospite per una notte dello studio, con cameretta e cucinotto annessi, di un’amica psicologa, la nostra protagonista, la splendida Giorgia Trasselli, si troverà a fronteggiare un maldestro visitatore, con tanto di pistola e le idee un po’ confuse, introdottosi dalla finestra in cerca di … chiarimenti … circa la propria situazione sentimentale. un perfetto sconosciuto, forse uno squilibrato, dal quel certo la signora non si aspetterebbe mai di raccogliere rivelazioni che potrebbero costringerla a rivedere le proprie stesse convinzioni. Un intreccio brillante, che si colora di comicità e sfumature noir in un crescendo vorticoso che mette in gioco tutti i talenti dei suoi due splendidi interpreti”.
In scena troviamo Giorgia Trasselli, una carriera costellata di successi in teatro, cinema e televisione, una signora delle scene, che il grande pubblico ha conosciuto e amato per anni nel ruolo della Tata nella serie tv “Casa Vianello”, accanto a Sandra Mondaini e Raimondo Vianello. Insieme a Giorgia Trasselli è in scena Simone Marzola, uno tra i più apprezzati doppiatori italiani, attualmente voce principale della serie “Il segreto” nonché apprezzato performer di musical. Due talenti straordinari che si integrano a vicenda in questo intreccio al fulmicotone, dalla penna e nella regia di Marco Predieri.


Teatro Marconi  
viale Marconi 698, Roma
tel. 065943554
info@teatromarconi.it
ore 21
intero: € 24
ridotto: € 20
Under € 25 -  9 
Gruppi € 15

Giorgia Trasselli 
Formatasi artisticamente tra Roma (nelle file del Teatro Stabile di Roma) e New York (Actor’s Studio) ha iniziato la carriera di attrice giovanissima, sulle assi del palcoscenico diretta da Maestri del Teatro italiano quali Luigi Squarzina, Francesco Macedonio, Giancarlo Sbragia (solo per citarne alcuni). Raggiunge la notorietà del grande pubblico alle fine degli anni 80, quando viene chiamata a interpretare il ruolo della Tata nella serie tv “Casa Vianello” con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, accanto ai quali resterà fino alla fine stessa della serie ne 2006. La ricordiamo anche protagonista del Quiz per ragazzi su rai 2 “Che fine ha fatto Carmen Sandiego”. Inoltre è stata tra i protagonisti di numerose serie tv,tra queste “Diritto di difesa”, “Distretto di polizia 2”, “R.i.s. – delitti imperfetti”, “Un medico in famiglia 7” . Numerosi i ruoli che la vedono impegnata in teatro, tra le interpretazioni più recenti la ricordiamo in “Dignità autonome di prostituzione” e “Parenti serpenti” diretta da Luciano Melchionna e in “Fiori di Cactus” accanto a Eleonora Giorgi e Remo Girone.
Simone Marzola 
Classe 1984, Simone nasce a Firenze dove inizia a studiare recitazione a otto anni presso L'Accademia Teatrale Di Firenze seguito dai maestri Saverio Contarini e Ivan Periccioli. Studia doppiaggio presso Ancam Vox Video e studia per formarsi come performer di Musical presso la MTA - Musical Theatre Academy di Roma. La sua avventura teatrale professionale come attore di commedie musicali e operette inizia nella Compagnia del primo comico e regista Beppe Ghiglioni negli anni Novanta. In questo periodo è protagonista degli spettacoli "La Dodicesima Notte", tratta dall'opera di William Shakespeare e "Il Paese Dei Campanelli". Negli anni affronta generi teatrali che spaziano dalla commedia al dramma: "L'importanza di Chiamarsi Ernest", spettacolo prodotto in collaborazione con il Teatro Della, “La Signorina Papillon" di Stefano Benni, "Trappola Per Topi" di Agatha Christie. Nel 2010 è co-protagonista della prima edizione italiana di "The Laramie Project" al fianco di Vladimir Luxuria, per la regia di Massimo Stinco che lo dirige nello stesso anno anche in "The Houseboy", spettacolo dalla tournèe internazionale che si concluderà a Miami. Tanti i musical che lo vedono protagonista sui principali palcoscenici italiani, da "The Rocky Horror Show", a "Hair", "Who is Biancaneve" fino a "La sposa cadavere". Nel dicembre 2016 é coprotagonista della commedia "Chi ha incastrato Mary Poppins" di e con Marco Predieri e con lo stesso veste il ruolo di Cristiano in due fortunate produzioni del Cyrano de Bergerac di Rostand. Nel 2003 inizia la sua attività di doppiatore, che lo porta oggi a essere uno dei più richiesti e stimati professionisti del settore. Tra le prime serie doppiate "Sabrina, vita da Strega". Attualmente è la voce principale dello sceneggiato “Il Segreto”, doppiano il protagonista nel ruolo di Prudencio. 
Marco Predieri
Si forma come attore fin da bambino presso l’Accademia dei Piccoli di Firenze, con il Maestro Dino Parretti. A 19 anni il primo contrato da professionista, con la Compagnia Cenacolo delle Follie del Regista Oresta Pelagati, dove entra come attor giovane, prendendo parte alla commedia “Arsenico e Vecchi Merletti”. Successivamente sarà interprete in ruoli primari in altre produzioni tra le quali la rivista “Quel lazzarone di Nerone”, dove per lui viene scritto ex novo il ruolo di Mercurio, e il classico di Agatha Christie “Trappola per topi” nel ruolo di Cristopher Wren. Nel 2005 Fiorella Sciarretta lo dirige ne “Il Visitatore” di Eric Emmanuel Schmitt, nella seconda edizione italiana dell’opera e l’anno seguente è protagonista di “Nel Nome del padre” di Luigi Lunari, per la regia di Rosaria Bux e la supervisione dello stesso autore. Dal 2008 ha fatto parte, fino alla sua chiusura, della compagnia di prosa radiofonica della Rai di Firenze, registrando i principali radiodrammi per Radio 2, Radio 3 e Rai International. Negli anni ha assunto la direzione artistica di vari teatri e festival, inaugurando a Firenze il Nuovo teatro Lumière, che lascerà nel 2015 per collaborare con il Teatro di Cestello, che fu suo primo palcoscenico con Pelagatti. Il 31 gennaio 2014 debutta la sua prima opera da autore, la commedia “Cuori matti”. A quel debutto seguono 4 anni di tournèe e altri 5 copioni da autore, tra i quali appunto Analisi Illogica. Negli anni ha diretto numerosi spettacoli per festival e produzioni nazionali, tra questi due premiate edizioni di “Cyrano” delle quali è stato anche protagonista come attore. Tra i colleghi che ha affiancato in scena Claudia Koll, Fiorenza Brogi e Bob Marchese, Franco di Francescantonio, Virginio Gazzolo, Manuelita Baylon e numerosi altri. 

Cani e gatti in casa: nel cambio di stagione occhio ai parassiti in autunno. Mai abbassare la guardia!

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Difendere i propri animali in casa implica un impegno anche, e soprattutto, con il cambio di stagione.
E’ l’Ordine dei Medici Veterinari di Roma provincia a spiegare che il passaggio dal caldo al freddo non va trascurato, anzi con il cambiamento climatico è sempre opportuno prevedere un piccolo check-up al nostro amico con una visita dal veterinario, che saprà valutare lo stato delle vaccinazioni e prevedere un monitoraggio delle sue condizioni generali di salute. Eventuali viaggi con cane al seguito potrebbero, infatti, averlo esposto a vettori di malattie (in particolare parassitarie, quali Leishmaniosi o Filariosi) potenzialmente molto pericolose, da individuare e trattare per tempo prima che possano manifestarsi nella loro piena patogenicità. Dalle vacanze si potrebbe inoltre essere tornati con sgraditi ospiti “a bordo” come, ad esempio, agenti parassitari (in particolare intestinali), ospiti indesiderati ma facilmente eliminabili dopo uno screening parassitologico. Nell’ ottica di un sempre più consapevole e responsabile possesso degli animali screening e prevenzione devono diventare le parole d’ordine dei proprietari attenti. Solo il veterinario curante, o comunque un professionista qualificato, potranno indirizzare i proprietari nella direzione opportuna, evitando potenziali rischi sanitari, intercettando per tempo eventuali patologie subcliniche o in incubazione, salvaguardando in definitiva il nostro amico da problemi potenzialmente gravi.

URANIA D’AGOSTO DI LUCIA CALAMARO, ALLO SPAZIO DIAMANTE DAL 26 AL 28 OTTOBRE LA PRIMA NAZIONALE

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Debutto nazionale dal 26 al 28 ottobre allo Spazio Diamante per il nuovo spettacolo firmato da Lucia Calamaro URANIA D’AGOSTO, regia di Davide Iodice, con Maria Grazia Sughi e Michela Atzeni. Una proposta Sardegna Teatro.

Una  donna  matura  scocciata,  seccata,  asociale,  accanita  lettrice  notturna  di  Urania  e  fanatica  della  vita  e  delle  opere  degli  astronauti,  durante  un  isolatissimo  agosto  in  città,  soffre  di  un’estrema  crisi  di  alienazione  e  comincia  a  confondere  le  cose.  Poco  a  poco  il  suo  spazio  interiore,  fratturato  dall’insonnia,  trasformerà  lo  spazio  esteriore  in  spazio  siderale.  Da  questa  stagione  di  lotta  interiore  uscirà  profondamente  trasformata.  Urania  d’Agosto  ha  le  qualità  morali  di  un  romanzo  di  formazione  accidentale  sviluppato  su  una  figura  amara,  indecisa  su  tutto,  delusa  a  prescindere,  dove  lo  scandaglio  dell’inazione  e  della  crisi  esistenziale,  anche  se  sostenuti  dal  fermento  della  fantasia,  vengono  sempre  traditi  dalla  caduta  nel  reale,  che  è  più  forte,  più  vasto,  più  tutto:  “è  l’impossibile,  quello  vero”.  
Lavorare  sulla  scrittura  di  Lucia  (Calamaro)   - afferma il regista Davide Iodice - fornisce  un’esperienza  intima,  caotica  e  indocile  come  sono  gli  ingarbugli  dei  pensieri,  il  flusso  irrisolto  della  psiche.  Senza  un  filo  narrativo,  affiorano  tratti  densi  di  umanità  e  la  riscrittura  scenica  verso  la  quale  abbiamo  proceduto  si  articola  sulle  modulazioni  sentimentali  di  figure  che  abitano  un  universo  di  solitudine.  Questo  testo  è  un  canto  psichico,  rappresenta  lo  sprofondamento  esistenziale  di  Urania,  una  signora  anziana,  stra-lunata  che  galleggia  nel  suo  cosmo  personale,  nell’interiorità  negletta  di  una  vecchiaia  irretita  dal  tedio  dell’esistenza.  La  scena  è  spazio  medicale,  dal  colore  azzurro  di  Urano,  dove  si  dispiega  la  dinamica  tra  Maria  Grazia  Sughi  –  attrice  cui  il  testo  è  dedicato,  fervente  fulcro  di  questo  immaginario  –e  Michela  Atzeni,  coro  corporeo  e  contraltare  di  un  costante  flusso  di  coscienza.  Già  presenze  preziose  di  Sonnai,  ho  lavorato  con  loro  per  operare  una  sintesi  del  testo  non  prosastica  ma  poetica,  in  cui  risuonasse  espanso  l’eco  del  vuoto  siderale  di  un  unico  stato  di  coscienza.  La  metafora  cosmologica  funge  come  basso  continuo;  la  casa  è  una  stazione  orbitante  in  cui  i  significati  
fluttuano.  La  solitudine  dell’astronauta  si  rispecchia  nella  condizione  ovattata  e  sbiadita  dell’anzianità,  in  cui  i  contorni  dei  ricordi  si  illanguidiscono  e  la  domanda  di  senso  rimbomba  scottante  e  insieme  distorta”.

Davide  Iodice,  regista  e  drammaturgo    
Nel  1991  si  laurea  in  regia  presso  l’Accademia  Nazionale  d’Arte  Drammatica  “Silvio  d’Amico”  di  Roma  con  il  Maestro  Andrea  Camilleri.  Nel  corso  del  triennio  studia  tra  gli  altri  con:  Orazio  Costa,  Enzo  Siciliano,  Giuseppe  Rocca,  Paolo  Terni,  Mario  Ferrero,  Elena  Povoledo,  Marise  Flach,  Angelo  Corti,  Adriana  Martino,  Luigi  M.  Musati,  Nikolaj  Karpov  e  Ghennadi  Bogdanov.  
PROGETTI  ANTROPOLOGICI  Accanto  al  lavoro  specifico  di  creazione  e  produzione,  conduce  da  anni  in  varie  parti  d’Italia  una  intensa  ricerca  antropologica  alla  ricerca  di  una  coniugazione  viva  tra  il  fare  artistico  e  il  senso  ‘sociale’,  ‘pubblico’  del  suo  intendimento  e  della  sua  prassi,  attraverso  il  coinvolgimento  diretto  di  quei  territori  e  di  quelle  comunità  viventi,  nascoste  e  ancora  ‘culturalmente’  resistenti  nella  propria  identità.  
PREMI  2017  Mal’essere  è  finalista  al  Premio  Le  Maschere  del  Teatro  Italiano  2016  Euridice  e  Orfeo  è  finalista  al  Premio  Le  Maschere  del  Teatro  Italiano  2009  Premio  Girulà  Teatro  a  Napoli  per  ‘A  Sciaveca  2006  Nomination  Premio  Golden  Graal  per  la  regia  di  Psicosi  4.48/Cantico  da  Sarah  Kane  2000  Premio  Girulà  Teatro  a  Napoli  per  La  Tempesta  dormiti  gallina  dormiti  2000  Premio  Lo  Straniero  a  Salvatore  Caruso  per  la  sua  interpretazione  in  Io  non  mi  ricordo  niente,  drammaturgia  e  regia  Davide  Iodice  e  Mauro  Maggioni  1999  Premio  Speciale  Ubu  per  La  Tempesta,  dormiti  gallina  dormiti1998  Premio  Lo  Straniero  1997  Segnalazione  premio  Ubu  per  Senza  naso  né  padroni,  una  specie  di  Pinocchio  1993  Menzione  speciale  Premio  Nazionale  Eti  Scenario  con  Dove  gli  angeli  esitano  1992  Vincitore  selezione  nazionale  Pèpiniére  Internationale  1991  Vincitore  della  borsa  di  studio  per  giovani  registi  “Roberto  Mazzucco,  SIAD  (Società  Italiana  Autori  Drammatici)”.

Lucia  Calamaro, regista e drammaturga
Dall’Uruguay  alla  Francia  fino  all’Italia,  è  una  corsa  tra  due  continenti  la  carriera  di  Lucia  Calamaro,  drammaturga,  regista  e  attrice.  Nata  a  Roma,  a  tredici  anni  si  trasferisce  a  Montevideo,  seguendo  il  padre  diplomatico.  Laureata  in  Arte  e  Estetica  alla  Sorbona  di  Parigi,  oltre  all’insegnamento  presso  l’Universidad  Catolica  de  Montevideo,  ha  preso  parte  come  attrice  e  regista  in  molti  spettacoli  nella  stessa  città,  e  poi  a  Parigi  e  soprattutto  a  Roma,  dove  dagli  inizi  collabora  ed  è  sostenuta  dalla  struttura  indipendente  Rialto  Sant’  Ambrogio.  Fonda  l’associazione  Malebolge  nel  2003  e  attraverso  di  essa  dà  corpo  alla  propria  scrittura  scenica,  allestendo  i  seguenti  spettacoli:  nel  2003  “Medea,  tracce,  di  Euripide”  (adattamento  e  regia  di  Lucia  Calamaro)  e  “Woyzeck”  (adattamento  e  regia  di  Lucia  Calamaro);  “Guerra”  (scritto  e  diretto  da  Lucia  Calamaro),  nel  2004;  “Cattivi  maestri”  (scritto  e  diretto  da  Lucia  Calamaro),  2005;  “Tumore,  uno  spettacolo  desolato”  (scritto  e  diretto  da  Lucia  Calamaro)  nel  2006;  “Magick,  autobiografia  della  vergogna”  (scritto  e  diretto  da  Lucia  Calamaro  )  nell’ambito  del  progetto  “giovani  talenti  del  Teatro  di  Roma”,  Teatro  India,  2008.  Nel  2011  realizza  lo  spettacolo  “L’origine  del  mondo,  ritratto  di  un  interno”  con  cui  ha  vinto  3  premi  UBU  tra  cui  miglior  nuovo  testo  italiano  o  ricerca  drammaturgica.  Nel  2012  vince  il  Premio  Enriquez  per  regia  e  drammaturgia.  Nello  stesso  anno  esce  il  libro  “Il  ritorno  della  Madre”,  a  cura  di  Renato  Palazzi  con  Editoria  e  Spettacolo  che  raccoglie  tre  testi:  “Tumore,  uno  spettacolo  desolato”,  “Magick,  autobiografia  della  vergogna” e  “L’Origine  del  mondo,  ritratto  di  un  interno”.  Nel  2014  ha  debuttato  a  Roma,  al  Teatro  India,  lo  spettacolo  "Diario  del  tempo,  l'epopea  quotidiana",  rimasto  incompiuto,  prodotto  dallo  Stabile  dell’Umbria  e  dal  Teatro  di  Roma  in  collaborazione  col  Teatro  Franco  Parenti.  La  vita  ferma:  sguardi  sul  dolore  del  ricordo,    attualmente  in  tournée,  è  la  sua  ultima  creazione.  Ha  debuttato  a  settembre  2016  al  Festival  di  Terni,  una  produzione  Sardegna  teatro,  Teatro  Stabile  dell’Umbria,  Angelo  Mai  Occupato  in  collaborazione  con  Théâtre  National  de  l’Odeon,  Parigi  e  Teatro  di  Roma.  Lucia  Calamaro  insegna  drammaturgia  alla  scuola  Civica  Paolo  Grassi  di  Milano  dal  2014.



Spazio Diamante
Via Prenestina 230, info@spaziodiamante.it , tel. 0627858101
orario spettacoli: serali ore 21, pomeridiana ore 17
biglietti euro 18 intero, 10 ridotto 
Ufficio stampa brizzi comunicazione-Monica Brizzi 3345210057 

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