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Cinema, CORPO E ANIMA di Ildikó Enyedi dal 4 gennaio

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(trailer) SINOSSI: Endre, direttore amministrativo di un mattatoio industriale, è sospettoso nei confronti di Mária, nuova responsabile del controllo qualità inviata dalle autorità. Endre pensa che Mária sia eccessivamente formale e troppo concentrata su sé stessa. E trova anche che sia troppo severa nel valutare la qualità delle carni. Semplicemente, Mária applica sul lavoro lo stesso ordine che utilizza nella gestione della sua vita.

Nel corso di colloqui di routine, una psicologa scopre che Mária ed Endre condividono lo stesso ricorrente sogno. Introversi, non sanno che cosa significhi e si sentono a disagio. Il giorno successivo verificano un’altra volta: hanno fatto ancora lo stesso identico sogno. Diventa così chiaro che Mária ed Endre si incontrano ogni notte in un territorio comune: una foresta innevata, calma, dove sono due leggiadri cervi che si amano.

Esitando, Mária ed Endre accettano quella strana coincidenza. Non possono ignorare l’intimità che li lega così facilmente nei loro sogni. Per due persone in apparenza del tutto estranee all’amore non è semplice ricreare nell’ampia luce del giorno la relazione armoniosa delle loro notti solitarie…

USCITA 4 GENNAIO 2018
Regia:  Ildikó Enyedi
Cast: Alexandra Borbély, Géza Morcsányi, Réka Tenki, Zoltán Schneider

GIUSEPPE ANASTASI, il 19 gennaio esce il 1° album "Canzoni ravvicinate del vecchio tipo"

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Il 19 gennaio uscirà “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” (Giuro Universal Music/Artist First), il primo album di GIUSEPPE ANASTASI, autore e compositore di alcune tra le più famose hit italiane, da “La notte” di Arisa a “Il diario degli errori” di Michele BraviIl disco è stato anticipato in radio dal singolo “2089”.

Video di “2089”: https://youtu.be/TV4aYnKWz_w.

Canzoni ravvicinate del vecchio tipo raccoglierà 11 brani, scritti dallo stesso Giuseppe Anastasi.

«”Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”, come dice lo stesso titolo è un album “old style” – racconta Giuseppe Anastasi - un album acustico, suonato in tutte le sue parti, con pochissima elettronica e quindi con poca modernità. Un album di canzoni che trattano vari argomenti, con un unico denominatore, l’osservazione della vita che mi circonda in tutte le sue sfumature». 

Giuseppe Anastasi è autore e compositore, nato a Palermo nel 1976. Durante la sua carriera artistica, ha collaborato con Mogol, Arisa, Cheope, Noemi, Emma, Anna Tatangelo, Michele Bravi, Tazenda, Mauro Ermanno Giovanardi, Francesco Baccini, Mietta, Alexia, Mauro Pagani, Adriano Pennino, Tony Bungaro, Cesare Chiodo, Mario Lavezzi, Ferdinando Arnò, Federica Abbate, Amara. Nel 2006 è tra i vincitori di Musicultura e nel 2009 vince il suo primoSanremo Giovani con la canzone “Sincerità”, interpretata dalla cantante Arisa, brano estratto dall’omonimo album scritto interamente dal cantautore siciliano. Nel 2010 partecipa al suo secondo Sanremo con la canzone, interpretata sempre da Arisa, dal titolo “Malamorenò”, brano anch’esso estratto dall’album omonimo di cui Giuseppe è autore e coautore di tutti i testi. Nel 2012 partecipa al terzo Sanremo con la canzone “La notte”, seconda classificata, vincitrice di 4 dischi di platino e canzone italiana più venduta del 2012, estratta dall’album “Amami” dove Giuseppe è autore e coautore di 8 brani, tra i quali “L’amore è un’altra cosa” ed “Il tempo che verrà”, quest’ultima è stata inserita nel film di Ricky Tognazzi “Tutta colpa della musica”. Nello stesso anno scrive insieme all’amico e collega Alfredo Rapetti Mogol (Cheope) il manuale Scrivere una canzone”, edito dalla Zanichelli, e pubblica il brano “Meraviglioso amore mio” canzone inserita nel film Pazze di me” di Fausto Brizzi e vincitrice di due dischi di platino. Nel 2014, alla quarta partecipazione, vince il suo secondo Sanremo, sempre con Arisa, con la canzone “Controvento”, che registra due dischi di platino.  Nel 2016 è la volta di “Guardando il cielo”, quinta partecipazione al festival dei fiori e disco d’oro. Nel 2017 partecipa per la sesta volta a Sanremo con la canzone “Il diario degli errori” scritta insieme agli amici e colleghi Cheope e Federica Abbate e portata al successo da Michele Bravi. Durante lo stesso anno Giuseppe è autore della canzone “Democrazia” inserita nel film “L’ora legale” di Ficarra e Picone e della canzone “Ho perso il mio amore”, scritta con Cheope e Federica Abbate e inserita nel film “La verità, vi spiego, sull’amore”, e partecipa come autore e produttore tra le nuove proposte con il brano “Insieme”, interpretato da Valeria Farinacci.
Foto di Marta Lispi



NICOLA CAVALLARO, dalla Sicilia a THE VOICE FRANCIA: 1° singolo e contratto con Universal Music France

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Si chiama NICOLA CAVALLARO ed è il protagonista di una favola moderna, quella che racconta di un giovane siciliano che lascia la sua terra per approdare a Parigi, partecipare a The Voice Francia e arrivare in finale.
Non vince ma Universal Music France gli offre un contratto che lo porta a pubblicare a pochi giorni dal Natale un singolo inedito “Monster”, disponibile in tutti gli store digitali (https://itunes.apple.com/it/album/monster-single/1313309515  e https://open.spotify.com/album/7LUDJ8rKvXSJZcSpsenzZt).
Cavallaro è stato ospite sabato sera di Paolo Bonolis a Music, il programma in onda in prima serata su Canale 5, prima di approdare a Gennaio in tutte le radio italiane.
Barba folta, sguardo penetrante, voce profonda e presenza scenica di chi il palco lo incendia anche solo con un gesto. Nicola Cavallaro potrebbe essere descritto in queste poche parole eppure il cantautore di Catania ha molto di più da raccontare e lo dimostra ogni volta che ci regala una performance.
La sua voce inconfondibile, così potente e graffiante ma allo stesso tempo capace di raggiungere le note più intime della musica con grande sensibilità, ha un sapore rock e un retrogusto di soul e blues che si unisce alla continua sperimentazione di nuove sonorità con confidenza e maturità artistica.
Cavallaro di anni ne ha solo 26 ma ha alle spalle una vita alla ricerca dell’adrenalina in ogni sua forma e porta nella sua carriera da cantautore tutta la tenacia e la sicurezza apprese durante gli anni da paracadutista della Folgore, la dedizione e la meticolosità necessarie agli studi in medicina che ha quasi concluso, e la creatività e l’entusiasmo di chi ha deciso di dare tutto alla musica. Di questo carisma si accorge prima il web, con centinaia di migliaia di visualizzazioni su YouTube e poi i vari talent show italiani, a cui Nicola inizialmente rinuncia perché la sua carriera musicale è all’inizio e non vuole bruciare le tappe in favore dei riflettori.
Nel momento giusto, dopo centinaia di palchi italiani calcati con la sua band e con un progetto solido in mano, partecipa alle blind audition di The Voice Francia dove batte ogni record: in 15 secondi conquista l’approvazione di tutti e 4 i coach del programma. Anche il pubblico francese, travolto dall’energia di Nicola ed incollato allo schermo durante le esibizioni, lo accoglie con standing ovation e lo porta in finale.
Entrato a pieno diritto nel cuore di francesi ed italiani, Nicola Cavallaro firma un contratto discografico della durata di 5 anni e 3 album con UNIVERSAL FRANCE, MERCURY MUSIC GROUP e risponde a questo grande affetto con un progetto discografico ambizioso e poliedrico che ci trasporterà nel suo mondo artistico in cui la musica è amore e condivisione, e la sincerità delle emozioni l’unica via per la libertà.


Gennaro Cannavacciuolo racconta le scelte politiche e la sofferenza di “Yves Montand. Un italiano a Parigi”. L'intervista di Fattitaliani

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Dal 28 al 31 dicembre al Teatro Fontana di Milano“Yves Montand. Un italiano a Parigi” di e con Gennaro Cannavacciuolo. Sul palco il Midnigt Jazz Quartet con Dario Pierini al pianoforte, Andrea Tardioli al sax, Flavia Ostini al contrabbasso, Antonio Donatone alla Batteria. Regia di Gennaro Cannavacciuolo. Spettacolo voluto e cofinanziato dalla vedova di Montand, Carole Amiel.

A sentire il Pubblico che era scatenatissimo negli applausi ed a leggere le recensioni favorevoli, sicuramente possiamo pensare di poter catalogare l’arte sopraffina con il quale Cannavacciuolo ci ammalia. Instancabile, imperturbabile, mentre termina una battuta ammonisce un signore in sala che gioca col telefonino, lo fa con grande non chalance, tant’è che per una frazione di secondo quasi non ce ne accorgiamo ma poi segue un applauso immenso a voler condividere il suo pensiero. 

Narra la vita di Yves Montand dalla nascita a Monsummano Terme in provincia di Pistoia fino agli ultimi istanti della sua vita,  nel 1991. 
Cannavacciuolo immortala ogni momento e racconta con delicatezza anche i momenti più tristi della seconda Guerra Mondiale. Il tono cambia quando parla di Montand come “Tombeur de femmes” attraversando la sua vita sentimentale da Simone Signoret a Marylin Monroe fino alla Signora Amiel. Ricordi belli e tristi che narra con la sapienza di grande affabulatore. Siamo tutti rapiti, incantati e cala il silenzio nell’ultimo istante di vita di Montand.  
Lo spettacolo riprenderà la prossima stagione e sarà a Milano per la seconda volta. 
Dopo “Yves Montand” andrà all’estero con “Volare” per portarlo poi il 14 maggio a Latina con una serata di beneficenza per una causa molto importante. L’anno prossimo debutterò al Della Cometa con un nuovo spettacolo dedicato ad una Grande Cantante italiana, una cantante teatrale, la grande Milly che è stata la prima cantante de “L’Opera da tre soldi” con Strehler ed è stata poi sostituita da Milva.  

Cosa ti ha convinto a portare in scena la storia di Ivo Livi in arte Yves Montand? Dalle prime volte che son andato a Parigi, ho avuto sempre una passione per lui. Ho scoperto in seguito che fosse italiano. Mi piaceva raccontare la storia di questo Grande Italiano.

L’arte sopraffina del Teatro di cui sei fautore può essere catalogata? 
È una definizione molto importante lascio decidere a voi se si può catalogare.  
Perché hai voluto definire lo spettacolo come docu-recital? 
Perché come hai visto, è un documentario che comincia dai primi giorni di vita e continua fino alla sua dipartita. È stato molto difficile raccontarlo perché era un documentario molto vasto perché Montand ha avuto una vita pazzesca. Ho documentato i momenti più salienti, sia quelli politici che a me interessavano molto mettere in luceche quelli artistici perché ha avuto una carriera invidiabile e anche quella sentimentale perché non si è fatto mancare qualche donna.
Dal nulla al successo, allora era più facile o è stato dettato dalla straordinaria bravura di questo personaggio?  
Secondo me è stata solo bravura, se pensiamo che lui ha iniziato nel '39, in piena guerra, è stato senz’altro tutto molto più difficile e senza neanche i mezzi che abbiamo oggi. È stata questa l’abilità del personaggio.
Si è fatto portavoce di tante brutture della guerra, racconta i fatti di Budapest, Praga, Mosca… 
Si è fatto portavoce perché il padre era scappato dall’Italia e dai fascisti perché era uno dei fondatori del Partito Comunista che si era formato a Livorno nel 1920, era un militante convinto e viene perseguitato addirittura dal marito della sorella. È un comunista convinto e scappa perché viene seviziato, straziato e tutta la famiglia crescerà con questa convinzione comunista. Ci saranno gli eventi che dilanieranno il Mondo, cominciando da Budapest e man mano Montand cambierà fede politica. 
Perché ti interessava così tanto portare in scena i fatti politici? 
Mi piaceva raccontare che uno chansonnier non è fatto solo di canzoni.  A volte qualcuno pensa che uno canti perché ha una bella voce ed una bella presenza. Non sempre è così perché ci sono degli artisti molto impegnati ai quali faceva piacere raccontare queste scelte politiche sofferte e la sofferenza di Montand. 
Nel testo c’è una citazionedi Prevert“Non solo bisogna tentare di vivere ma bisogna tentare di essere felicie l’altra che è dello stesso Montand “I morti non sono assenti ma sono solo invisibili”.  
Documentandomi per lo spettacolo ho letto che Montand non si ricorda se la frase l’avesse sentita o sognata. Quella di Prevert finisce con “per tentare di dare il buon esempio”. 
Lo diamo il Buon esempio?  
Se si tenta di essere felici, sicuramente sì.
Tu sei felice? 
Sono felice perché vivo la bellissima esperienza di essere papà e sono felice anche per questo spettacolo che il pubblico ama molto. Credo che lo spettacolo più importante sia quello di vedere crescere il proprio figlio, con i pro e i contro, sappiamo che non è una passeggiata.


Elisabetta Ruffolo


Leggi qui gli articoli di Elisabetta Ruffolo

Se ti sposo mi rovino di Marco Cavallaro al Teatro Nino Manfredi di Ostia dal 26 dicembre al 7 gennaio

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Sarà Marco Cavallaro a salutare il nuovo anno insieme al pubblico del Teatro Nino Manfredi e lo farà con allegria e tante risate grazie al suo fortunato spettacolo Se ti sposo mi rovino.

Dal 26 dicembre fino al 7 gennaio uno dei lavori più applauditi dell'autore siciliano sarà in scena al Teatro Nino Manfredi di Ostia. E per la serata di Capodanno, doppio appuntamento alle ore 19.30 e alle ore 22.30.
Insieme a Cavallaro, che firma anche la regia, saliranno sul palco Ramona Gargano, Olimpia Giuliana Alvino, Ludovica Bei, Valentina Tramontana e Alberto Barbi.
Cosa succede a un miliardario scapolo con “il vizio delle donne” se chiede a tutte di sposarlo? E se tutte piombano a casa sua con l’intento di organizzare le nozze, ma nessuna sa dell’esistenza dell’altra? Semplice, la sua vita è rovinata. Da qui una serie di girandole per non far incontrare le malcapitate e, soprattutto, per non concludere alcun matrimonio. Il tutto coinvolgendo il povero maggiordomo Ugo in un turbinio di bugie e di porte che si aprono e si chiudono.

Se ti sposo mi rovino

scritto e diretto da Marco Cavallaro

con Marco Cavallaro Ramona Gargano, Olimpia Giuliana Alvino, Ludovica Bei, Valentina Tramontana e Alberto Barbi

Luci e fonica Emilio Caro

Direttore di scena Teresa Calabrese

Macchinisti Pierfrancesco Ciulla ed Emanuele Russo

Teatro Nino Manfredi

via dei Pallottini 10 – Ostia

dal 26 dicembre al 7 gennaio

Orari

Sempre ore 21.00 tranne

Sabato 30 dicembre e sabato 6 gennaio ore 17.30 e 21.00

Domenica 31 dicembre ore 19.30 e 22.30

mercoledì 3, domenica 7 gennaio ore 17.30

Prezzi

intero: € 26 Platea, € 22 Galleria

ridotto: € 22 Platea, € 20 Galleria

Serata di Capodanno

ore 19.30 -35€ - Abbonati 25€

ore 22.30 – 65€ - Abbonati 55€

www.teatroninomanfredi.it

Per info e prenotazioni: 06 56 32 48 49

info@teatroninomanfredi.it

Il testimone di nozze al Teatro Marconi di Roma dal 28 dicembre al 7 gennaio. Regia di Felice Della Corte e Siddhartha Prestinari

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È Il testimone di nozze il titolo con il quale Felice Della Corte, direttore del Teatro Marconi di Roma, ha deciso di chiudere il 2017. Scritto da Jean-Luc Lemoine lo spettacolo sarà in scena dal 28 dicembre al 7 gennaio. Sul palco diretti da Felice Della Corte e Siddhartha Prestinari saranno in scena Maria Vittoria Argenti e Massimo Ceccovecchi insieme ai due registi.

Il testimone di nozze non è solo lo spettacolo in scena durante il periodo natalizio ma accompagnerà il pubblico nel 2018. La sera del 31 dicembre infatti saranno proprio questi attori a dare il benvenuto al nuovo anno e brinderanno con il pubblico con spumante, panettone e mini catering preparato dal bistrot del Teatro Marconi.
Sulle note della classica commedia francese, fatta di humor, ritmo e suggestioni agrodolci si muovono Benny e Lili che, dopo 17 anni di convivenza, decidono di sposarsi ed hanno l'infelice idea di invitare a cena un “carissimo” amico, Thomas, che non vedono da molto tempo a causa della separazione dalla sua donna, grande amica della coppia. Quest'ultimo si presenta, in veste di futuro testimone di nozze, con la sua nuovissima fiamma, Elynea. In questo scenario di tensione ed imbarazzi, una cena prematrimoniale che non sarà mai consumata, diverrà un concentrato di veleni, di amicizie tradite, di sordide e vigliacche strategie e di perfidi inganni. Tra imprevedibili confessioni e sorprendenti conclusioni, i nostri protagonisti scopriranno la colpevolezza dove sembrava regnare la sicurezza e la lealtà dove imperava la finzione.


IL TESTIMONE DI NOZZE

Di Jean - Luc Lemoine

con Felice Della Corte, Siddhartha Prestinari,

Maria Vittoria Argenti e Massimo Ceccovecchi

regia di Felice Della Corte, Siddhartha Prestinari

Teatro Marconi

viale Guglielmo Marconi 698e

tel 065943554

info@teatromarconi.it

Biglietti

Intero 24€ - Ridotto 20€

Under 25 9€

Per il 31 dicembre 65€ - Under 19 - 40€

Capodanno al Teatro L'aura con CHE CASINO… LA MEMORIA, regia di Rossella Serrato

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È ambientata nel 1948 la commedia che il Teatro L'Aura ha scelto per dare il benvenuto al nuovo anno. Che casino la memoriaè il titolo del divertente spettacolo in scena il 31 dicembre alle 21.30. Sul palco del Teatro diretto da Laura Monaco si esibiranno Helene Olivi Borghese, Michele Carnevale, Marco Lupi e la stessa direttrice artistica. La regia è firmata da Rossella Serrato.

Siamo nel 1948 proprio dopo il secondo conflitto mondiale. Ricostruzione, cambiamenti, speranza in un'Italia in cui esistono ancora le case chiuse. La è ambientata proprio in un casino, poco prima del boom economico.

Una tenutaria dall’aria austera, una prostituta e un femminiello si muovono nello spazio chiuso cercando di portare avanti un’attività che però da anni sembra avere misteriosamente un solo cliente… perché? La maîtresse cerca di spiegare il mestiere ai due giovani sottoposti, attenti ascoltatori. Ma se il femminiello in realtà nascondesse altre mire?

I ricordi spesso sfuggono, altre volte si cancellano per non farsi travolgere e riuscire ad andare avanti nella vita, a volte i ricordi ci vengono prepotentemente a cercare e nemmeno un’amnesia riesce a fermarli, ma non è proprio questo il bello della vita?

Chi sarà questo cliente esclusivo? Un commedia di situazione dai risvolti imprevisti vi terrà incollati alla poltrona tra risate e ricordi di un’epoca diversa.


Dopo lo spettacolo gli attori brinderanno con il pubblico e non può mancare il classico cenone di Capodanno che prevede antipasto, primi, secondi, contorni, dolci e bevande.


Che casino la memoria

con con Helene Olivi Borghese, Michele Carnevale, Marco Lupi e Laura Monaco

Regia Rossella Serrato

Teatro L'aura

vicolo di Pietra Papa, 64

31 dicembre 2017 dalle ore 21.30

Biglietto 40€ Spettacolo + cena

info e prenotazioni 0683777148 oppure 3464703609

nuovoteatrolaura@gmail.com

Il metodo cinese, a Capodanno La commedia più giallo rossa che c’è al Teatro Cyrano

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Mario è in cassa integrazione da due anni e Luigi, seppur laureato in ingegneria aerospaziale, è disoccupato. 

Mario saltuariamente aiuta nel lavoro il suo amico Armando, ex carcerato, con una piccola azienda di traslochi e Luigi si barcamena a chiamata presso il ristorante cinese sotto casa.

Una sera però Luigi torna a casa con la bellissima Ming Ling, a capo del centro massaggi "Piccolo Loto", che è stata cacciata dal pericoloso Mister Lee.Ming Ling coinvolgerà tutti in una nuova società di affari mettendo a profitto lo spazio. 

Il Metodo Cinese di Ming Ling coinvolgerà non solo Mario e Luigi ma anche Armando, Rosalina e anche il pericoloso Mister Lee.

Una commedia divertente e irriverente piena di colpi di scena e di buon umore e adatta anche alle famiglie.Un cast di attori eccellenti , firmato da Enrico Maria Falconi e la regia di Giancarlo Fares!



Teatro Cyrano

Via di Santa Maria Mediatrice 22 - Roma


Il metodo cinese
La commedia più giallo rossa che c’è
di Enrico Maria Falconi
regia di Giancarlo Fares
co-diretto da Enrico Maria Falconi
con 
Enrico Maria Falconi,Francesca Simonelli,Federico Baldini,Patrizio De Paolis,
Anastasia Velesco,Roberto Fazioli
31 dicembre 2017 ore 20.00
Il biglietto è acquistabile su

https://www.ciaotickets.com/location/teatro-cyrano-roma 

Orari botteghino:

lun – merc – ven ore 17.00 – 20.00

Telefono: 3481012415

http://www.teatrocyrano.net/index.html 

Parcheggio interno a disposizione

La voce del corpo di Luca Vullo, regista siciliano famoso nel mondo per i suoi corsi sulla gestualità il 27 dicembre a Caltanissetta

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Luca Vullo, autore, regista e produttore, mercoledì 27 dicembre 2017 alle ore 20:30 va in scena al Teatro Comunale “Regina Margherita” di Caltanissetta con la première nazionale de LA VOCE DEL CORPO. Attraverso un cocktail di mimica, cinesica e prossemica, nel corso dello show l’esperto rivela i significati della gestualità del Bel Paese tra stereotipistorialinguacultura e scienza senza tralasciare aneddoti divertenti e possibili errori interculturali nei quali si può incorrere in altri paesi.

Luca Vullo, siciliano di origini, da anni risiede a Londra e insegna in tutte le università del mondo una materia unica, la gestualità italiana, divenendo in breve tempo l’ambasciatore del ‘body language made in Italy’. Da Los Angeles a Sydney, passando per la Cambridge University, illustra agli studenti stranieri di lingua italiana il significato delle centinaia di gesti tipici (almeno 250 in un giorno, secondo l’Università degli Studi Roma Tre) che nel nostro paese usiamo quotidianamente. 
Forse non riflettiamo mai abbastanza – racconta Luca - su quanto sia importante la comunicazione non verbale per tutti gli esseri umani. Per manifestare emozioni o esprimere concetti e pensieri, alcuni popoli fanno un maggiore uso del corpo e, tra questi, di certo gli italiani hanno una posizione di rilievo riconosciutale in tutto il mondo. La molla è scattata quando durante uno dei miei viaggi all'estero, un ragazzo americano mi disse che avrebbe saputo come ordinare un cornetto in un bar italiano solamente con un gesto. Per dimostrarmelo, fece il tipico gesto delle corna con il palmo rivolto verso di me con la certezza matematica che ci fosse un collegamento tra le "corna" e il cornetto! Ecco perché ho pensato che fosse necessario e utile spiegare al mondo il nostro meraviglioso e articolato codice linguistico che ci rende unici”.
LA VOCE DEL CORPO è uno show divertente, ma dal taglio culturale ed educativo, che affronta anche il tema dell’intelligenza emotiva, ossia quell’aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di comprendere in modo consapevole le emozioni proprie e degli altri, dal punto di vista scientifico. Ed è per questo che, per la prima volta, Vullo invita la madre Angela a lasciare le quinte per salire sul palco insieme al figlio: “Il nostro è un cordone che, nonostante la mia vita all’estero, non si è mai spezzato – racconta Vullo – e oggi voglio portarla con me in tournée per averla sempre vicina, anche perché riconosco in lei la mia vera maestra di intelligenza emotiva che mi ha permesso di potermi dedicare con profonda sensibilità al linguaggio del corpo non verbale e di insegnarlo nel mondo”. Per confermare la sua tesi, nello spettacolo Luca si avvale dell’aiuto della prof.ssa Daniela Lucangeli, docente di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università di Padova, attraverso un’originale intervista scientifica in cui l’esperta coinvolge sia il protagonista sia il pubblico in sala. Partendo dalle emozioni provate nell’infanzia e dal rapporto tra una mamma e il suo bambino, la famosa scienziata guida lo spettatore alla scoperta delle potenti reazioni neurofisiologiche e biochimiche che, per esempio, si scatenano nel nostro cervello a fronte di semplici gesti come un abbraccio o una carezza.
Una vera e propria esplorazione emozionale resa ancora più profonda dalle musiche eseguite dal vivo del Maestro Giuseppe Vasapolli, fedele autore delle colonne sonore di quasi tutti i lavori cinematografici di Luca Vullo. Dopo il diploma in pianoforte, jazz e composizione al Conservatorio di Palermo, Vasapolli si è perfezionato negli Stati Uniti presso la University of Southern California di Los Angeles. Ha collaborato con alcuni tra i migliori musicisti italiani (Fabrizio Bosso, Francesco Cafiso), ha tenuto concerti in Australia, Stati Uniti, Sud Africa, Germania, Emirati Arabi e ha scritto vari arrangiamenti per big band e jazz ensembles. Nello spettacolo LA VOCE DEL CORPO, le sue musiche si armonizzano con le immagini girate dal regista e proiettate sullo schermo in modo da stimolare i sensi dello spettatore facendolo immergere in questo viaggio tra teatro, cinema, musica, scienza e… perché no… la cucina.
Le grafiche e l’animazione sono realizzate da un altro artista poliedrico della città, Roberto Gallà, con il quale Luca ha intrapreso diverse collaborazioni nell’arco degli anni.

27 dicembre 2017 ore 20:30
Teatro Comunale “Regina Margherita”, Caltanissetta 
Ingresso gratuito
LUCA VULLO IN
“LA VOCE DEL CORPO”
Un viaggio emozionale tra teatro, cultura, scienza e musica
27 DICEMBRE 2017 ORE 20:30
TEATRO COMUNALE “REGINA MARGHERITA” CALTANISSETTA
Scritto diretto e interpretato da LUCA VULLO
Musiche originali eseguite live dal Maestro GIUSEPPE VASAPOLLI
Con la partecipazione straordinaria della mamma dell’autore ANGELA GABRIELE
E con l’intervista scientifica alla prof.ssa DANIELA LUCANGELI

Lo spettacolo è organizzato e promosso dalla città di Caltanissetta

Luca Vullo è autore, regista e produttore cinematografico con base a Londra. 
Con la sua casa di produzione Ondemotive Productions Ltd ha realizzato documentari socio-antropologici, quali Dallo zolfo al carbone sull’emigrazione italiana nelle miniere di carbone in Belgio a seguito del Patto Italo Belga del ’46. Successivamente, crea La Voce del Corpo, una docu-fiction sulla gestualità del popolo siciliano, che si è evoluta in un successo internazionale di crossmedialità. Luca, infatti, ha collaborato con il National Theatre di Londra in qualità di coach di gestualità siciliana per gli attori dello spettacolo Liolà di Pirandello, ha collaborato con la BBC TWO in qualità di esperto e conduce, da diversi anni, un'attività didattica e formativa sulla gestualità italiana in prestigiose Università in giro per il mondo (USA, Australia, Europa). Una delle sue ultime produzioni è il documentario INFLUX, che narra dell’emigrazione italiana contemporanea nel Regno Unito prima della BREXIT.
In uscita nel 2018 due documentari con la sua regia: Dallas in Prizzi, girato in Sicilia e prodotto dallo psichiatra americano Dave Atkinson e Cà Semu, girato a Lampedusa e prodotto dall'Università UCL di Londra.  
Dopo anni di confronto con la comunicazione non verbale di diversi paesi, Luca porta in scena LA VOCE DEL CORPO, il suo primo spettacolo teatrale nel quale, oltre a essere il protagonista, è anche autore e regista.
WEBSITES:

ANNA MARIA BARBERA, a teatro torna Sconsolata con lo spettacolo “MA VOI…COME STAI?!”

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Dopo aver conquistato il grande pubblico con le sue interpretazioni in tv e al cinema, ANNA MARIA BARBERA porta in teatro lo spettacolo “MA VOI…COME STAI?!”.

«"La vita è l'arte dell'incontro" dice il poeta de Moraes e, come interprete del mio tempo, aggiunge l'autrice, sento il dovere di restituire valore all'incontro umano laddove l'era digitale vorrebbe ridurlo a virtuale, spacciandone il surrogato per nutriente con voragini di bulimica solitudine. Nella domanda che il titolo annuncia rivolgendosi al Pubblico, il rispetto per quanto ci portiamo dentro inascoltato, il sentimento per un'umanità sperduta senza il faro della divina direzione, un desto riserbo verso le seduzioni tecnologiche di questa realtà sempre accesa, che spegne a poco a poco la nostra potenza vitale ammalandola di dipendenza e nostalgia, per un'esistenza a cui assistiamo senza poterla sentire profondamente, istintualmente e sacralmente "nostra"».
“MA VOI..COME STAI?” è un'attenzione allo spirito con spirito. Una riflessione che diventa dialogo senza rinunciare alla forza liberante di una risata o alle suggestioni musicali del LEORAVERAJAZZ TRIO che accompagna l'artista.
Un appuntamento per dirci di noi! In una programmazione che registra il tutto esaurito, da gennaio le date ancora disponibili per chi desidera ribadire il proprio esserci, sempre più omologati dall'industria e sempre meno considerati nella nostra vibrante unicità.


02/02/2016 – Teatro Garden – RENDE (Cosenza)

03/02/2016 – Teatro Apollo – CROTONE

09/12/2016 – Teatro Garibaldi – ENNA

10/12/2016 – Teatro Impero – MARSALA (Trapani)

14/02/2017 – Teatro LinearCiak – MILANO

18/02/2017 – Teatro Celebrazioni – BOLOGNA

25/02/2017 – Teatro Apollonio – VARESE

28/03/2017 – Teatro Coccia – NOVARA

06/04/2017 – Teatro Vittoria – VIADANA (Moden)

21/05/2017 – Teatro Massimo – PESCARA

28/07/2017 - Castiglione della Pescaia - (Grosseto)

29/07/2017 - Palio dei Bracieri -PESARO

02/08/2017 - Front - TORINO

25/07/2017 - Alassio

31/08/2017 - Festareggio - REGGIO EMILIA

15/09/2017 - Nave De Vero - Venezia

21/09/2017 - Casinò Perla - Slovenia

28 OTTOBRE – Teatro Anche Cinema Royal - BARI

16 NOVEMBRE – Teatro Agorà - CARATE BRIANZA (Monza e Brianza)

14 DICEMBRE – Teatro Nuovo Mario Monicelli - OSTIGLIA (Mantova)

15 DICEMBRE – Nuovo Teatro Comunale - GRADISCA D’ISONZO (Gorizia)

28 DICEMBRE – MARCIANISE (Caserta)

31 DICEMBRE – Capodanno in Piazza Mazzini – ARENZANO (Genova)

20 GENNAIO – Teatro Galleria Legnano – LEGNANO (Milano)

26 GENNAIO – Teatro Michelangelo – MODENA

27 GENNAIO – Teatro Brixia Forum – BRESCIA

17 FEBBRAIO – Teatro Politeama Ruzzi – VASTO (Chieti)

28 FEBBRAIO – Palacongressi Lugano – LUGANO (Svizzera)

19 MARZO – Teatro Nazionale – MILANO

11 APRILE – Teatro Duse - BOLOGNA

05 MAGGIO – Pala Creberg Bergamo – BERGAMO


I biglietti sono attualmente disponibili in prevendita su www.ticketone.it.


www.annamariabarbera.it

MANU, “DISTANZA 0” è il 1° album del cantautore pop/r&b: emozioni che arrivano dritte al cuore

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L’album ripercorre la vita dell’artista dall’adolescenza ad oggi, mostrandone ogni singola sfaccettatura.
Così come nel percorso esistenziale si cresce, si matura, arrivando a toccare traguardi sempre più importanti ed impegnativi, anche nell’album troviamo brani leggeri e gioiosi come “Un Piccolo Bacio” o “Sarai La Sola” ed altri più impegnativi come “L’Ultima Lacrima Nera” e “Un Addio”, a testimonianza del percorso non solo personale ma anche artistico fatto in questi anni.
«Il progetto nasce da un mio sogno concretizzatosi grazie alla Manu Production, la mia etichetta discografica, che ha creduto in me, mi ha sostenuto, dandomi la possibilità di poter esprimere in assoluta libertà la mia arte ed il mio essere. Nelle mie canzoni è possibile scoprire il fantastico e l’autobiografico che fondendosi ad appassionate note, danno vita a forti emozioni che arrivano dritte al cuore». Manu
Guarda qui il videoclip del singolo in radio "Flashback"
Contatti e social

Caffè Fortuna, il 2° album dei Traindeville: nuovo capitolo del viaggio musicale della band

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Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) è uscito il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band. 
Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all'album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. La visita alle miniere di Esch-Sur-Alzette, in cui lavoravano tanti italiani, ha dato l'ispirazione per una canzone che parla di migrazione, di speranza e di lavoro. Lungo la strada verso la miniera, l’insegna di un bar che portava questo nome ha evocato una melodia di fisarmonica, la visione di un valzer tra passato e presente, il dialogo sognato tra un figlio e un padre. E all'interno del disco, come in uno specchio, c'è anche Taranta Migrante, brano composto dopo il tragico naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 368 persone. 

E non può mancare Roma nel cuore musicale del duo: in Serenata Leggera una donna disillusa canta sotto il balcone di un amante poco sensibile, mentre nella rumba Roma Randagia c'è un omaggio al mondo degli artisti di strada che si esibiscono sfidando divieti e multe nel magico scenario della Città Eterna. E nel discotroviamo naturalmente anche il brano del videoclip uscito nel 2016 La mia strada, girato a New York.

Numerosi anche gli ospiti presenti in questo lavoro: dal bouzouki di Stefano Saletti (Novalia, Banda Ikona, Caracas) alla voce della polistrumentista e compositrice indipendente di Seattle Amy Denio (Kultur Shock, OU), oltre a Edoardo Inglese (storica voce della Original Slammer Band) e a musicisti noti della scena capitolina come Adriano Dragotta (violino), Franco Pietropaoli (chitarre, mandola), Dario Esposito (batteria), Antonio Merola (tamburello), il tutto mixato da Eugenio Vatta nel suo nuovo studio romano.


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Biografia
A Roma i due si sono esibiti in svariate manifestazioni estive, serate di comicità, danza e poesia, mercatini, presentazioni di libri e mostre artistiche oltre a tante altre situazioni di strada e di festa. I componenti del duo provengono dalle più varie esperienze musicali, dalla storica formazione gypsy-folk-rock Nuove Tribù Zulu alla tradizione romana rielaborata da Ardecore e BandaJorona, fino al klezmer del Dragan Trio, agli scatenati ottoni della street band Titubanda e alle collaborazioni con attori, giocolieri e danzatori: percorsi che si sono spesso intersecati creando nuove sonorità e affascinanti suggestioni narrative. Con il primo cd Shadows and lights il percorso del gruppo si è arricchito di nuove sonorità: bouzouki e violino, ukulele e chitarra acustica impreziosiscono composizioni originali in italiano, inglese e spagnolo per un appassionante nuovo capitolo del viaggio dei due musicisti, già attivi da molti anni sulla scena folk-rock romana. Il disco è stato incluso nella lista dei migliori dischi indipendenti usciti a Roma nel 2015 da Romasuona.it e nella lista dei 30 cd italiani indie segnalati dal MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti). Il secondo discoCaffè Fortuna, coprodotto tramite una campagna di crowdfunding e uscito a dicembre 2017, contiene dieci brani originali in italiano e inglese oltre a due brani tradizionali: una versione molto particolare di Maremma Amara e il classico balcanico Ajde Jano.

CONTATTI

In uscita "Rabbia Rosa. Tributo a Rosa Balistreri". Presentazione il 12 gennaio al Circolo Arci Il Progresso di Firenze

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È in uscita “Rabbia Rosa”, progetto discografico nato da un’idea del cantautore fiorentino Fabio Balzano, il quale ha radunato intorno a sé un gruppo di eccellenti strumentisti composto da Riccardo Brizzi (batteria e percussioni), Michele Mingrone (chitarra elettrica) e Gabriele Savarese (violino, chitarra flamenca) per rendere omaggio al repertorio di Rosa Balistreri, cantastorie siciliana e depositaria della tradizione musicale isolana.
“Quannu iu moru/cantati li me' canti/nun li scurdati/cantati pi l'antri (quando morirò/cantate i miei canti/non li dimenticate/cantateli per gli altri)”, così cantava Rosa Balisteri nel suo ultimo canto e quell’invito è diventato ispirazione profonda nel ripensare, riscrivere e riarrangiare il suo songbook, seguendo il filo rosso della sua passionalità nel denunciare le contraddizioni della sua terra, le condizioni di vita delle donne, dei contadini e dei carcerati, lo sfruttamento dei lavoratori, la mafia e la corruzione. Registrato presso il Boomker Studio di Firenze da Federico Cioni e Matteo Marliani, il disco raccoglie sette brani, frutto di un rigoroso lavoro di ricerca sulle registrazioni storiche effettuate dalla cantante siciliana per il Tauro Record e Cetra Folk, che nel loro insieme disegnano un ideale viaggio nella memoria alla riscoperta di un patrimonio culturale di valore inestimabile. Dal punto di vista musicale l’album si caratterizza per eleganti arrangiamenti dal moderno côté sonoro che partendo dall’utilizzo di strumenti contemporanei, incrociano ed attraversano sonorità differenti dai Balcani ai suoni del Mediterraneo, dal rock alla roots music, il tutto senza perdere mai il legame con la matrice popolare. Le scelte sonore rimandano direttamente ai luoghi, ai fatti e alle azioni raccontate nei testi delle canzoni, imprimendo allo spettacolo nuances che uniscono antico e moderno, presente e passato. Il risultato è un lavoro di rara intensità dal cui ascolto emerge il profondo legame familiare che unisce il cantautore toscano a Rosa Balisteri, come racconta lui stesso: “Avevo all’incirca dodici anni quando in televisione, al telegiornale, diedero la notizia della morte Rosa Balisteri. Vidi i miei parenti molto tristi ed amareggiati e fu in quell’occasione che mia madre mi raccontò la storia di sua zia Rosa, giunta in Toscana dalla sua Sicilia alla ricerca di un futuro migliore, dopo una vita costellata da povertà e sofferenze. Trascorse del tempo prima che mi interessassi alla sua vita, ma in casa i racconti, gli episodi e le storie su questa donna non finivano mai. Fu così che incominciai ad appassionarmi ai suoi canti che ascoltavo su vecchi vinili in casa di mia nonna. E’ stato in quel momento che mi sono affacciato al mondo della musica, cominciando anche a comporre brani inediti. Con questo progetto ritrovo le radici della mia storia familiare”. L’album realizzato con il patrocinio dell’Istituto Ernesto de Martino, verrà presentato a Firenze, il 12 gennaio 2018 alle ore 21.45 al Circolo Arci Il Progresso in Via Vittorio Emanuele II 135.

TRACKLIST

1.Carzari ca si fattu cruci cruci
2.Buttana di to mà
3.Guarda chi vita fa lu zappaturi
4.Cantu e cuntu
5.Terra ca nun senti
6.Pirati a palermu
7.Primo viaggio

CREDITS

Fabio Balzano - voce e chitarra
Riccardo Brizzi - percussioni e batteria
Michele Mingrone - chitarra elettrica
Gabriele Savarese - violino, chitarra flamenca
exc. “Primo viaggio”: Fabio Balzano - voce; Gabriele Savarese - chitarra classica;
Mirco Capecchi - contrabbasso; Nicola Cellai - tromba; Federico Cioni - percussioni
Produzione artistica Rabbia Rosa e Boomker Sound Studio Firenze
Registrazione, mix e mastering Federico Cioni e Matteo Marliani
presso Boomker Sound Studio Firenze - www.boomker.net
ph. Sabrina Casiroli - Serie ineffabile imperfezione
model Silvia Torri - progetto grafico Michele Mingrone
logo rabbia rosa Noumeda Carbone

Rabbia Rosa ringrazia:
Istituto Ernesto de Martino, Stefano Gragnani, Ugo Galasso,
Giacomo Tosti Giacobazzi, Chille De La Balanza, Circolo Arci Il Progresso Firenze
finito di registrare a ottobre 2017
per Rosa e Dodi

NOTE BIOGRAFICHE
 
FABIO BALZANO
Voce e chitarra
Cantautore e chitarrista, Fabio Balzano è nato il 5 settembre 1978 e cresciuto a Firenze. Le origini siciliane e il legame di sangue con Rosa Balistreri, lo portano ben presto ad appassionarsi al mondo della musica. L’incontro con il jazz e il blues americano, lo portano nel 1995 a cominciare a muovere i primi passi nel mondo della musica, frequentando dapprima l’Accademia di Musica di Firenze, approfondendo la teoria sul metodo di Gianni Zei, di cui è allievo, e successivamente l’Accademia Lizard di Fiesole. Abbandonate in parte le prime influenze musicali, il cantautore toscano inizia a comporre brani originali nel 2010 per la band Sei Pollici, nata come tributo al genio di Charles Bukowski e successivamente decide di dedicarsi ad un proprio percorso come solista. Complice l’incontro con il cantautore e produttore, Gianfilippo Boni, registra il suo album di esordio “..per 10 minestre” che vede la luce nel febbraio del 2015 ed al quale prendono parte numerosi musicisti come: Maurizio Geri, Giacomo Tosti, Gabriele Savarese, Mirco Capecchi, Nicola Cellai, Marco Zenzocchi, Claudia Borghesi e Andrea Melani. Nel 2016, in collaborazione con L’Istituto Ernesto de Martino, il principale Istituto italiano di Etnomusicologia, dà vita al progetto “Rabbia Rosa” tributo a Rosa Balistreri che, dopo aver portato in scena al Teatro di San Salvi, raccoglie grandi apprezzamenti.


GABRIELE SAVARESE
Violino, mandolino
Diplomato in chitarra e violino ed affascinato dal flamenco, Gabriele Savaerese ha studiato con Juan Lorenzo, Oscar Herrero e frequentato le master class di Manuel Granados, Gerardo Nunez, Josè Luis Postigo, J.Grecos. Come chitarrista col quintetto Rojo Porteno ha vinto vari concorsi musicali e suonato in
prestigiosi festival in Italia. Con la Baro Drom Orkestar ha approfondito il repertorio gipsy dalla Mitteleuropa all’Europa dell’Est e ha all’attivo più di 200 concerti tra Italia, Svizzera, Germania e Austria. Collabora con l’orchestra “Nuova Eventi Musicali” (Petra Magoni, Ginevra Di Marco, Simone Cristicchi) e con l’Orchestra Giovanile del Veneto (Lucio Dalla, Amedeo Minghi) e, come violinista, con varie compagnie di flamenco italiano. In teatro ha lavorato con attori del calibro di Ugo Pagliai, Debora Caprioglio, Paolo Hendel, Carlo Monni. Collabora con l’autore Beppe Dati.

MICHELE MINGRONE
Chitarra elettrica
Chitarrista anomalo innamorato dei suoni desertici e sghembi di gente come Marc Ribot, Nick Cave e Calexico, cantante e autore di canzoni, scrittore per passione e su commissione, Michele Mingrone ha composto musiche per spettacoli teatrali, cortometraggi e mostre d’arte. Ha pubblicato nel 2006 il disco “Scaramouche” della band omonima per Emi Records, suonando in contesti importanti quali il Neapolis Festival e il festival Metarock di Pisa. Ha pubblicato inoltre, nel 2008, il cd di ambient noise “Hindenburg” pubblicato per l’etichetta russa Clinical Archives. Nel 2012 è uscito il suo primo romanzo “L’ultima tournée di Sally O’Hara” (Ed.it), naturalmente legato al mondo della musica. Collabora alla serie di volumi "Appunti di Rock" curati da Andrea Gozzi per l'editore "Il Foglio Letterario". Dodi Moscati era una sua amica di famiglia, anche se purtroppo non l’ha mai conosciuta di persona: grazie a questo progetto può ricordarne l’opera.

RICCARDO BRIZZI
Percussioni e batteria
Maremmano, architetto, appassionato interprete del folk di tutto il mondo, Riccardo Brizzi ha un’anima hard rock che si intravede dall’energia con cui suona le percussioni. Ha suonato tra gli altri con Magnapasta, Scaramouche, Matti delle Giuncaie, aprendo i concerti di svariate band tra cui Toto, Roy Paci e Aretuska, Tonino Carotone.

ORA MI PRESENTO. IL MIO NOME È SARA TACCHI

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Pensavo fosse un fatto isolato. Invece continuo a dialogare con Deborah Fait.

Le sue parole sono di una donna che ha compreso cose di me senza conoscermi. Questo riesce solo ha chi vive intensamente.
"Cara Sara si paga sempre per le proprie idee diverse dalla maggioranza, i pecoroni, quelli che Manzoni definiva popolo bue. Ti ringrazio di esserci.
Spesso le persone non capiscono che ognuno di noi appartiene a sé stesso e non deve sottostare alle idee altrui. 
Conosco benissimo quel tipo di perbenismo ipocrita. Vai avanti, perché da quanto posso capire senza conoscerti  personalmente, non potresti fare altrimenti. Il giusto si paga ma va bene così. Ti aspetto qui. Hazaka a te e forza".

Basta essere modeste. Ho 48 anni ma posso ancora fare la modella.
Vengo chiamata per dare un'opinione alle sfilate milanesi, ho scritto un libro, voglio diventare gallerista. 
Sarebbe semplice anche per me mostrare "culo e tette" anche perché nonostante i miei fantastici 48 anni posso farlo quando donne di 30 anni se lo sognano.
Ma non è la mia strada.
Voglio fare tutto quello che è nelle mie possibilità. 
Ma questo, come mi ha scritto la Signora Fait, ha un costo, ma come lei stessa ha precisato: sta nella mia natura.
Io sono una donna di classe, assolutamente stilosa che dà voce a chi non ci riesce, a chi fa fatica, a chi non è capito.
Voglio lasciare un segno nella mia vita.
E Deborah Fait me lo sta dando.
Ho la padronanza del mio linguaggio, so che anche se tentano di prendermi alla gola, di fermarmi, io mi rialzo.
Vi voglio raccontare un fatto che mi è accaduto la vigilia di Natale.
Sto rientrando a casa. Incontro una donna che a causa dei miei molteplici impegni non chiamavo da molto tempo come del resto accade con altre amicizie. Una donna che come tante altre non lavora perché non ne hanno bisogno, e  avrebbe potuto chiamarmi in qualsiasi momento. Io rispondo sempre. Pensavo fosse un'amica. La saluto e lei mi risponde che non mi saluta perché sono diventata troppo preziosa.
Ignorante io lavoro mentre tu giochi. E questo è capitato con altre donne nullafacenti... Mentre altre donne che lavorano mi hanno rivalutata. 

Come mi ha insegnato un grande maestro di vita queste persone vanno eliminate e massacrate. Mai lasciare superstiti. 
Ti ho massacrata  come prima e dopo tutte le donne inutili come te. 

Le parole di Deborah Fait mi hanno fatto capire che il mio percorso è vero, è sano.
Non si può abbassare il capo per piacere a tutti. 
Io non devo vendere nulla. Io scrivo.
Non voglio accanto a me persone inutili. 
Prima fanno le Signore e poi dopo una vita a non pensare a nulla si distruggono. 
No di voi non ho alcuna compassione, nessuna stima.
Voi non combattete .
Il Natale... cos'è  il Natale?
Non vedo Natale intorno a me perché non vedo amore.

Io continuerò nel mio mondo della moda, dell'arte, a tendere la mano per chi non riesce a parlare, a vestirmi da Regina, a difendere donne come Deborah Fait che combattono tutta la vita per ciò in cui credono. A massacrare uomini insulsi che non sono uomini.
Chi ha detto che non posso combattere essendo femmina ed indossando i miei tacchi a spillo. 
Tacchi che è il mio vero cognome, la mia provenienza, il mio destino. 

Ora alzo il mio trofeo, sei tu Deborah Fait e ti assicuro che verrò a trovarti.
La vita è così imprevedibile. 
Imprenditrice, modella, esperta di moda e arte, scrittrice, gallerista e chissà anche inviata in Israele..
Io non mi fermo, non l'ho mai fatto. Questa è l'intervista migliore che abbia fatto. E l'ho fatta io a me stessa.
Il vostro camaleonte.
Sara Tacchi.

Link : https://www.facebook.com/sara.tacchi.33

https://www.facebook.com/SaraTacchi777/

VINNI A U’ MUNNU DAL 28 AL 29 DICEMBRE al Teatro Lo Spazio

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Sicilia. Una Palermo, quella dei primi anni ‘90, Rosi, giovane ostetrica, racconta la storia di quel 13 ottobre 1991.

DAL 28 AL 29 DICEMBRE "VINNI A U’ MUNNU", III classificato al concorso Corti Teatrali lo Spazio 2017.
In scena al  Teatro Lo Spazio
info e prenotazioni:
info@teatrolospazio.it
oppure 0677076486 - 0677204149  (15,30/20,15)

Dentro il mare, il cortometraggio di Leonardo Dell’Olio girato in Puglia

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(trailer) Sinossi. Il film parla di Mario un ragazzo molto giovane che, a seguito di un evento traumatico, ha perso ogni riferimento e vive questa condizione con rabbia, distacco e una costante voglia di correre via per non fare i conti con il proprio dolore (lo vediamo correre anche in apertura del film). Rientrato a casa, nella solitudine della sua stanza egli ritrova un fermaglio che fa affiorare nella sua mente ricordi che pensava di aver rimosso. Durante una passeggiata sul lungomare suo nonno Carlo vede il giovane in difficoltà e, dopo aver ricordato i tempi della sua infanzia quando andavano a guardare i pescatori, gli consiglia di ascoltare il rumore del mare al fine di imparare la dolcezza dell’attesa. Mario che continua a fuggire il suo dolore dovrà confrontarsi con i fantasmi del proprio passato proprio in riva al mare dove rivede una delle prime uscite al mare con sua madre.
Dichiara Leonardo Dell’Olio:
Il cortometraggio è stato girato interamente in Puglia nelle giornate del 4, 5 e 6 luglio 2017 tra il lungomare di Bari Araldo di Crollalanza, la zona sud della città (la spiaggia di Torre Quetta e Cala San Giorgio) e le spiagge incontaminate del nord barese, più precisamente quelle adiacenti il Resort Riva del Sole di Giovinazzo. Abbiamo girato anche in interni nel quartiere di Bari Poggiofranco.  Le spese del film sono state finanziate in maniera del tutto indipendente dal regista Dell’Olio e la maggior parte del cast tecnico ha lavorato volontariamente senza compenso per tutta la durata dei 3 giorni di lavorazione in modo da supplire alla carenza di risorse.

Il film si avvale di figure di primo piano come il grande maestro Ettore Toscano, attore di lunga tradizione e allievo di Orazio Costa che nella sua carriera ha lavorato con i più grandi registi della storia del teatro italiano: Gabriele Lavia, e Luca Ronconi su tutti. Toscano si era allontanato dalle scene ormai da qualche anno, dedicandosi in particolare all’attività poetica, perciò quando siamo venuti a conoscenza della sua disponibilità ad interpretare il ruolo del nonno Carlo (un poeta anch’egli) la cosa ci ha colpito profondamente. Come ci ha toccato la sua estrema professionalità e l’umiltà con la quale ha affrontato questa prova (nonostante i limiti di budget e le innegabili difficoltà legate al clima e alla logistica).
Altro nome di rilievo la direttrice della fotografia Miria Furio che ha vinto diversi premi a livello nazionale collaborando con il regista toscano Samuele Rossi per la casa di produzione Echivisivi.

Il film, è attualmente in fase di post-produzione. A breve lanceremo una campagna di crowdfunding per raggiungere il budget necessario ad ultimare e distribuire il film.
Un cortometraggio di Leonardo Dell'Olio Con Ettore Toscano, Michele Carella, Emilia Brescia, Thomas Iaia Scritto e prodotto da Leonardo Dell'Olio, Gianluca Perrino Fotografia: Miria Furio Ass. operatore: Francesca Devicienti, Roberto Farinacci Fonico: Tommaso Danisi Edizione: Ilia Caldarulo Organizzatore: Mario De Serio Coordinatrice: Antonella Sibilia Assistente alla regia: Giuseppe Memeo Trailer: Lorenzo Conte
Bio
Leonardo Dell’Olio nasce a Canosa di Puglia nel 1985. Vissuto tra il Lazio e la Puglia, fin da molto giovane studia musica diplomandosi in clarinetto.
Studia altresì lettere ad indirizzo teatrale presso l’Università degli studi di Bari. Frequenta il corso di regia documentaria Ciak migrantes nel 2009, con Paolo De Falco e, nel 2014, il corso Tecnico aiuto regista e segretario di edizione promosso dalla Regione Puglia attraverso il Fondo Sociale Europeo, con rilascio di qualifica professionale.
Nel 2014 collabora con la Dinamo Film seguendo la lavorazione del film di Mario Bucci: Una meravigliosa stagione fallimentare per uno stage di regia, e poi in qualità di story editor.
Tra i suoi lavori il documentario sul tema dell’integrazione Al Amal, speranza (2012), e il cortometraggio Primo incontro (2014) prodotto dalla scuola Septima Ars di Madrid, sulla fugacità delle relazioni sentimentali.

LEGNO 4.0, UN VIAGGIO AL CENTRO DELL’INNOVAZIONE CON IL NUOVO MAGAZINE DI CONLEGNO

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Dall’esigenza di rispondere alla continua evoluzione del mondo imprenditoriale che gravita attorno al legno e agli imballaggi è nata la nuova rivista di Conlegno (Consorzio Servizi Legno Sughero). LEGNO 4.0 Imballaggio, ambiente, logistica, foreste già nel nome suggerisce la volontà di proporsi come catalizzatore dell’innovazione, veicolando idee, progetti, iniziative e contenuti specifici dei singoli settori strategici e promuovendo una nuova cultura del legno capace di ampliare i suoi orizzonti alla logistica, all’imballaggio e all’ambiente in generale. 

“In un mondo sempre più interconnesso, nel quale le politiche di sviluppo imprenditoriale richiedono approcci multisettoriali e integrati, Conlegno ha sentito l’esigenza di rinnovare e soprattutto innovare la rivista che, dal 2010, si propone di essere punto di riferimento del settore degli imballaggi in legno – spiega Fausto Iaccheri, presidente di Conlegno – L’intento del Consorzio non è stato solo quello di modificare la veste grafica del periodico, ma dare vita ad un nuovo strumento editoriale capace di fornire una risposta sempre attuale ai consorziati ma anche a tutti gli operatori del settore.”



La copertina di LEGNO 4.0, raffigurante gli anelli di accrescimento del legno, è la rappresentazione dell’essenza del Consorzio, il tessuto vegetale che lo costituisce, la materia che prende forma, l’interconnessione delle attività e delle imprese, la centralità dell’impegno che ogni giorno Conlegno mette per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente. I colori accesi e intensi raccontano la forza rivoluzionaria che porta con sé l’innovazione mentre le icone, che identificano le singole rubriche, hanno il compito di facilitare la “navigazione” dei lettori all’interno della rivista. I differenti stili di comunicazione si intrecciano e convivono armoniosamente: il rigore e la precisione del presente unito alla linea morbida e fluida del futuro, in costante evoluzione e movimento. Particolare attenzione è inoltre riservata alle immagini che si alternano a segnalazioni di notizie brevi di attualità, articoli di approfondimento, studi di tendenza, interviste e schede tecniche. Fil rouge del primo numero è il legno strutturale, considerato il mattone del futuro “Solo negli ultimi decenni l’innovazione tecnologica ha individuato nuovi orizzonti per il legno strutturale – spiega Sebastiano Cerullo, segretario generale di Conlegno –  Ma affinché il tema dell’architettura ecosostenibile non sia solo una tendenza passeggera è necessario sviluppare una vera e propria cultura del legno, investendo nella formazione e adottando certificazioni per un corretto impiego del materiale, nel rispetto della normativa vigente. Per questo motivo il Consorzio si impegna da un lato a preservare il patrimonio forestale, dall’altro a incentivare una visione del mondo in cui la sostenibilità sia al centro di ogni futuro progetto e di ogni costruzione al passo coi tempi.”

Quadrimestrale distribuito in oltre 2.000 copie a imprenditori, amministratori delegati, logistics manager, operatori del settore e pubblica amministrazione, LEGNO 4.0, in versione pdf, è anche liberamente scaricabile dal sito www.legnoquattropuntozero.it

INDAGINE IPSOS, Welfare: la classifica dei benefit più apprezzati dagli italiani nel 2017

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Il welfare sta vivendo una fase di forte sviluppo in Italia, ma nella "giungla" dei benefit a disposizione delle aziende, quali sono quelli preferiti dai lavoratori italiani?
Se i benefit più utilizzati sono buoni pasto (70%), strumenti hi-tech (38%) e polizze assicurative (36%), quelli più ambiti dai dipendenti italiani sono i servizi di sostegno alla famiglia (59%) come rimborso di tasse e testi scolastici e servizi nursery, di benessere personale (54%) come rimborsi delle spese mediche e viaggi ricreativi, e di shopping (52%) come buoni benzina, gift card e regali materiali. Sempre più aziende sono infatti interessate ad erogare un premio di produttività sotto forma di fringe benefit per incrementare la motivazione e la produttività dei dipendenti, oltre che a godere dei vantaggi fiscali previsti. Un trend che spinge le imprese erogatrici a pensare a nuovi prodotti dedicati ai lavoratori, come il nuovo Pass Shopping (http://pass-shoppingsodexo.it) lanciato da Sodexo per soddisfare la sempre maggiore richiesta di buoni da utilizzare sia nei negozi che online, da sfruttare ad esempio a Natale. Inoltre i benefits diventano sempre più personali: il vero protagonista non è l’azienda che li richiede, ma il beneficiario finale che può scegliere quando, come, dove e con chi utilizzarli, tornando concretamente al centro del processo decisionale ed emozionale.
È quanto emerge da una recente ricerca svolta da Ipsos Marketing per Sodexo Benefit&Rewards Services su un target di 800 dipendenti dai 25 ai 60 anni appartenenti ad aziende private, che ha voluto indagare su quali siano i servizi welfare più amati dai lavoratori italiani tra le diverse proposte sul mercato e raccogliere gli ultimi trend del welfare e i bisogni in evoluzione dei consumatori.
“Dalla ricerca è emerso che l’area dedicata alla cura personale e allo shopping riveste un ruolo importante nella motivazione e nell’engagement nei confronti dell’azienda – spiega Sergio Satriano, Managing Director di Sodexo Benefit&Rewards Services – Infatti, conscia dell’importanza del benessere dei dipendenti, Sodexo supporta le aziende da oltre 50 anni fornendo servizi che migliorano la qualità della vita mediante soluzioni adatte in ogni momento dell’anno e per molteplici occasioni, dai regali di Natale ai programmi benessere e servizi welfare per i dipendenti. Per rispondere al trend, Sodexo ha lanciato un nuovo prodotto attento ai bisogni extra lavorativi: il Pass Shopping, un buono acquisto che consente alle aziende di incentivare e premiare i propri collaboratori, donando la piena libertà di scegliere dove effettuare i propri acquisti. Inoltre, in linea con le evoluzioni sociali e tecnologiche e per rispondere positivamente alle esigenze di comodità e velocità, Sodexo ha implementato la digitalizzazione dell’offerta e dell’erogazione attraverso servizi sempre più hi-tech: i collaboratori potranno decidere in autonomia dove utilizzare il voucher, sia online che in negozi fisici, anche semplicemente dal proprio smartphone”.
Infatti, se da un lato viene dedicato uno spazio sempre più rilevante all’approccio multichannel, che permette la fruizione di alcuni benefit anche in versione mobile, dall’altro la tecnologia permette una nuova esperienza di shopping, in linea con l’evolvere dei bisogni dei consumatori, sempre più attenti alla loro individualità, pronti ad esser protagonisti delle loro scelte in ogni fase, partendo dall’individuazione di quale strumento utilizzare, alla tipologia di canale per l’acquisto, al momento migliore in cui sceglierlo e poi utilizzarlo. In questo contesto il benefit assume un significato differente, ancora di più all’interno di un piano di welfare, diventando uno strumento che, grazie all’adattabilità e ai vantaggi per tutti gli attori in campo, permette di soddisfare le esigenze sempre più flessibili e specifiche dei singoli dipendenti.
I benefit aziendali infatti sono da sempre un plusvalore a doppio impatto: migliorano e semplificano la vita lavorativa perché fonte di risparmio e mantengono alto il livello di performance dei dipendenti sviluppando l’engagement nei confronti dell’azienda e facendoli sentire capiti e coccolati. Secondo l’indagine, il 44% dei lavoratori italiani gode di benefit, ma la classifica dei servizi erogati non combacia con i desideri dei dipendenti. Infatti, nonostante i benefit più utilizzati siano buoni pasto (70%), strumenti tecnologici (38%) e polizze assicurative (36%), gli intervistati considerano Must Have quei servizi a supporto della famiglia, come sconti per libri scolastici, per le tasse degli asili nido e l’assistenza alla vecchiaia, e Nice To Have quelli legati a trasporto e pendolarismo come buoni per parcheggio, accordi con compagnie di noleggio, abbonamenti per car e bike sharing.
Ma quali sono nel dettaglio i benefit più apprezzati? Nella classifica stilata da Ipsos, primeggia il settore del supporto alla famiglia perché il senso di tranquillità conseguente al soddisfacimento delle spese di routine legate a figli e persone anziane è considerato fondamentale dal 59% degli intervistati, in particolare da dipendenti sposati con figli a carico e provenienti dal Sud. Tra i benefit più richiesti il rimborso delle tasse scolastiche dei figli (23%), le agevolazioni sui libri di testo (23%) e sugli asili nido (15%), per non parlare della cura degli anziani (17%), la baby sitter (7%) e i campi estivi per i figli (5%).
Al secondo posto, il 54% degli intervistati pone i servizi adibiti alla cura personale. In particolare, le donne dai 35 ai 44 anni del Nord-Est con figli maggiori di 16 anni, aventi una laurea e un’occupazione in ambito amministrativo in aziende di piccole dimensioni, preferiscono il rimborso delle spese mediche per il 45%, i viaggi ricreativi (12%) e le agevolazioni per visite specialistiche (9%). Si aggiungono inoltre buoni per centri benessere (6%), rimborsi per i trasporti (6%) e biglietti per le attività ludiche come cinema e giochi (5%).
Sul terzo gradino del podio (52%) i servizi legati allo shopping: come emerso dall’indagine, i dipendenti sono entusiasti dell’opportunità di gioire di servizi slegati dal lavoro e quest’iniziativa aiuta a percepire l’azienda come più “umana”, attenta ai bisogni emotivi e personali delle sue risorse interne. Molto apprezzati i coupon per la benzina (67%), seguiti dalle gift cards (27%) e dai regali materiali come dispositivi tecnologici e cesti di Natale (6%). In questo caso sono i dipendenti che risiedono nelle periferie del Centro, tra i 35 e i 44 anni, aventi figli di 4-5 anni, un’istruzione di scuola superiore e un lavoro in grandi aziende nel settore produttivo, a percepire come bisogno tali servizi (52%).
Rispettivamente al quarto, quinto e sesto posto della classifica invece si attestano i servizi assicurativi (47%), i buoni pasto (46%) e i rimborsi per il trasporto (42%), perché tendenzialmente dati per scontati e legati al tempo lavorativo. Ma non è tutto, perché l’aera dei benefit tocca un vasto range di esigenze: dall’abbonamento per la palestra a quello per la pay tv, dal colloquio psicoterapeutico all’assicurazione sul cane, dal buono pasto per la mensa scolastica dei figli al rimborso del trasporto per il tragitto casa lavoro. Quindi un benefit per tutti i gusti e per ogni tipo di dipendente.

Come studiare la scienza e la storia in modo divertente su Youtube

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La scienza e la storia sono sicuramente due pilastri per la nostra vita quotidiana: siamo quel che siamo, oggi, grazie a un mix di questi due elementi che, dalla notte dei tempi, ci hanno portato fino a qui.

Da ciò ne consegue che è importante essere informati su entrambi i fronti… però che noia! Le molte ore passate sui libri durante il periodo scolastico hanno reso queste due materie antipatiche ai più: fortunatamente ci sono due canali Youtube che hanno la missione di rendere la conoscenza una questione divertente e accattivante e si chiamano rispettivamente Scienziati subito Storici subito. Questi canali fanno parte della vasta library di canali curati da GreaterFool Media,  Multi-Channel Network, in forte crescita, che aggrega i migliori nuovi talenti esplosi online grazie ai social media e a YouTube.
Il canale dedicato alla scienza è stato aperto nell’estate 2014 ed è la versione italiana di ASAPScience, un altro canale Youtube creato dai canadesi Mitchell Moffit e Gregory Brown, che ad oggi conta più di 7.200.000 iscritti. Il fratello italiano, sebbene più piccolo, ha di base lo stesso scopo e lo stesso metodo: raccontare la scienza e le scoperte scientifiche in maniera spassosa, spesso esilarante, perché la scienza è una cosa da “tutti i giorni” ed è bello, oltre che utile, sapere perché un fenomeno agisce in un determinato modo. L’adattamento italiano è curato da Cesare Rascel e Andrea Materia e prodotto dalla Greeater Fool Media.
Scienziati subito, invece, è la versione italiana di Simple History, canale Youtube di Daniel Turner, autore e creatore dei video che propongono la storia in forma animata. Turner ha cominciato questo progetto con un video dedicato alla Prima Guerra Mondiale, ma, visto il successo riscosso, non si è fermato lì e ha aggiunto numerosi e svariati capitoli/episodi storici al suo canale.

IL VIOLINISTA ANDREA CASTA CHIUDE IL 2017 CON 4 LIVE NEI LOCALI PIÙ ESCLUSIVI DELLE ALPI

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Andrea Casta, violinista, cantante ed entertainer internazionale chiude il 2017 e apre il 2018 con 4 live nei locali più esclusivi delle Alpi. Per chiudere l’anno si esibirà a Madonna di Campiglio: il 30 dicembre al Des Alpes Mood Club in consolle con Frankie P e Ciuffo, e il 31 al Piano 54 per il concerto del New Year’s Eve che proseguirà insieme al dj-set. Il 5 e 6 gennaio, dopo essere stato ospite delle celebrazioni per i 50 anni lo scorso inverno, tornerà sul palco del rifugio-locale più in dell’Alto Adige, il Moritzino a San Cassiano in Alta Badia, sempre a fianco del dj producer Luca Noale.

Casta, negli ultimi anni, con il suo violino elettrico, grazie a una collaborazione con i più importanti dj del mondo e la sua anima di globe trotter, è stato uno dei protagonisti indiscussi dei più prestigiosi locali e club in Italia e all’estero toccando ormai più di 20 nazioni nei suoi tour. Andrea, ormai portavoce dello stile italiano, si è esibito nelle notti di mezzo continente, dal 2010 compie circa un tour all’anno in Medio Oriente, dove ha suonato a Dubai, ad Abu Dhabi, in Bahrein, in Israele, in Libano e in Qatar. Altre mete largamente esplorate appartengono alle Repubbliche ex - sovietiche: Russia, Ucraina, Kazakistan, Turkmenistan. Nel 2015 ha compiuto un tour estivo che lo ha portato in Turchia, Grecia ed Azerbaijan, insieme ad occasioni che lo hanno portato a Mauritius, Seychelles, Egitto e Spagna. Anche i club dislocati nel nucleo centrale dell’Europa lo hanno ospitato: da Berlino ad Amsterdam, da Nizza a Londra, dalla Svizzera alla Croazia per arrivare fino a Repubblica Ceca e Romania.

Nel 2018 è pronto il suo ingresso nel mercato della musica dance con le sue produzioni originali. Le prime canzoni sono pronte ad essere pubblicate, sotto la regia di North Border Group, un management norvegese con grande esperienza nel seguire dj e artisti internazionali nel mercato della musica elettronica e dance. La produzione non proporrà brani isolati ma collegati tra loro in un racconto unitario: un progetto musicale, visuale e di racconto che vuole valorizzare le potenzialità del violino elettrico e le capacità sceniche sviluppate negli anni dall’Artista.
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