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L'Attesa, il debutto di Ornella Cerniglia, pianista e compositrice

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L'attesa è oggi il luogo in cui riparare dai troppi input che assillano la nostra quotidianità, la creazione di uno spazio di tempo bianco, liberato dal rumore di fondo in cui siamo immersi, vittime e complici del tutto-e-subito.

Disporci in attesa, oggi, è il gesto iniziale (rivoluzionario?) della creazione di uno spazio in cui ascoltare e riascoltare, virtuosamente esposti alla sorpresa per ciò che non conosciamo o riconosciamo, esposti al rischio e alle eccitazioni del tradimento, della perdita di controllo, magari per scoprire, rientrati nel mondo quotidiano, che l'ospite o l'istante tanto attesi dal futuro, siano giunti infine da una memoria che non sapevamo più neppure di avere.
Nel secolo scorso l'attesa è stato uno degli atteggiamenti più comuni tra le mille rifrazioni di sensibilità in cui si sono articolate le avanguardie artistiche e musicali: l'attesa utopica, positiva, di una rivoluzione infine rivelatasi più ritardataria del proverbiale Godot, o l'attesa della catastrofe nucleare, ugualmente utopica e terrorizzante.

L'Attesaè il titolo dell'EP di debutto solista di Ornella Cerniglia, pianista, compositrice e catalizzatrice di sensibilità, che anticipa l'album full-lenght in preparazione, anch'esso con Almendra Music. È l'invito a condividere lo spazio dell'attesa, a compiere insieme, musicista e ascoltatori, la sospensione del tempo razionale del profitto, per inventare un comune spazio interiore in cui memoria e futuro, sapienza e sensualità, artigianato e arte possano coincidere nel presente dell'ascolto.

L'Attesanasce da un incontro inevitabile, quello dell'artista siciliana con Almendra Music, allo Zeit Studio– l'atelier creativo della factory a Palermo, da cui stanno nascendo alcune delle perle più interessanti e promettenti della nuova musica nazionale - durante la produzione di Kinderheim, il recentissimo album di Mezz Gacanocon la “piccola orchestra avant-rock” Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble, di cui Ornella è pianista residente. In omaggio alle connessioni creative che nascono nello Zeit Studio e nello spirito di Almendra Music, L'Attesaospita anche un contributo di Giovanni Di Giandomenicoal synth analogico, presente nel pezzo che dà il titolo al disco.

Con L'Attesa la pianista palermitana concentra la sua attenzione su quattro brani di notevole interesse: Cu' va e cu'ì veni e L'Attesa sono sue composizioni, con la partecipazione di Giovanni Di Giandomenico al synth analogico (Korg MS20 e Korg MS2000) nella seconda; Sinister Resonance è un brano del compositore americano Henry Cowell (1897-1965) risalente al 1930, Una Pastorale Etnea è un inedito del compositore catanese Francesco Pennisi (1934-2000), risalente al 1995. Ornella si confronta dunque con due grandi autori del Novecento, con una menzione particolare per il lavoro su Pennisi, che prelude a uno sviluppo che arriverà con il prossimo album di lunga durata, al quale sta lavorando. In omaggio ai richiami incrociati spesso presenti negli album Almendra, è interessante notare che il primo dei brani firmati Cerniglia, Cu' va e cu' veni, nasce da un antico canto popolare siciliano, lo stesso che ispirò Pennisi per un brano gemello della Pastorale Etnea.

I quattro brani dell'EP sono singole tracce, ognuna con la propria indipendenza artistica e il proprio mix, anticipate da un originale esperimento: la "continous listening experience", ovvero un “continuous mix” concettuale, con un missaggio "narrativo" sottilmente ma sensibilmente diverso da quello delle singole tracce, con passaggi nuovi tra i pezzi e un'evoluzione dello stesso suono del piano, elementi che conferiscono un'esperienza sonora nuova all'opera. Tra i primi due Ornella canta attraverso le corde – è stata registrata col pedale di risonanza abbassato con lei sdraiata a terra sotto la tavola armonica – e tra gli altri tre il synth di Di Giandomenico realizza un ulteriore raccordo, in una concatenazione di eventi sonori che rievocano - in un gioco di specchi - l'ossatura e il movimento raffigurati nella copertina, ancora una volta opera del visual artist Antonio Cusimano aka 3112htm. 

Ornella Cerniglia presenterà ufficialmente L'Attesa sabato 9 dicembre a Palermo nel prestigioso cartellone del MainOFF Festival, giunto alla XIV Edizione. Per l'occasione insieme a lei ci sarà Mezz Gacano, in un dialogo pianoforte e chitarra alla Sala Wenders (Goethe-Institut), con il quale volgerà alla chiusura la terza giornata del festival.
L'Attesa:

piano: Ornella Cerniglia
synthesizer on track "L'attesa": Giovanni Di Giandomenico
"Sinister Resonance" by Henry Cowell
"Cu' va e cu' veni" and "L'attesa" by Ornella Cerniglia
"Pastorale etnea" by Francesco Pennisi

produced by Gianluca Cangemi & Luca Rinaudo
co-executive producer: Danilo Romancino
Recorded by Luca Rinaudo and Gianluca Cangemi at Zeit Studiio, Palermo (Italy).

Synthesizer recorded by Giovanni Di Giandomenico at Marzahn Sessantunodue, Berlin (Germany).
Mixed and mastered by Luca Rinaudo at Zeit Studio, Palermo (Italy).
artwork and design by Antonio Cusimano a.k.a. 3112htm

Bruxelles, omaggio a Sossio Giametta, un "intruso" della filosofia: giovedì 14 dicembre

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Sossio Giametta dialogherà con Mario Carparelli (Università del Salento).  

Il nome di Sossio Giametta (Frattamaggiore, 1929) è indissolubilmente legato a quello di Friedrich Nietzsche. È stato, infatti, collaboratore di Giorgio Colli e Mazzino Montinari per l'edizione critica delle opere del grande pensatore tedesco. Filosofo in proprio e saggista, traduttore di Schopenhauer, Spinoza, Goethe, Hegel e Freud, Sossio Giametta è anche autore di diversi libri di narrativa. In una recente intervista a “Repubblica” ha dichiarato di considerarsi “un intruso della filosofia” e ha aggiunto: “ troppa parte della filosofia è oggi fatta di chiacchiere (…) credo di essere dotato di un pensiero umile. L'umiltà consiste nell'investirsi delle esigenze degli uomini comuni e nel parlare il linguaggio chiaro, nel seguire la logica delle cose sotto la logica delle parole e nell'onorare come mia maestra suprema non l'erudizione, ma la vita”.
Prenotazione obligatoria qui
Informazioni

Data: Gio 14 Dic 2017
Orario: Dalle 19:00 alle 21:00
Organizzato da : Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles
Ingresso : Libero

i MITI in mostra a Roma, dal 15 dicembre "LE MUSE DEL QUADRARO", diciotto artisti a Casa Vuota

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Plutone e Proserpina seduti in salotto, Cassandra pensosa, i muscoli di Ercole tesi nella lotta, un Marte bambino, Edipo scandaloso e Narciso floreale, Prometeo portatore di luce e un Adone silvano, la triplice Ecate, il filo di Arianna che arriva alle stelle, il cuore alieno dell’Idra di Lerna, Icaro alla finestra, Tantalo legato davanti al frigorifero, il ratto delle Sabine, una Nike alata fatta di capelli, un Sireno cinerino, Pan cornuto e le visioni del Ciclope accecato.

Tra tradimenti e omaggi, ironia e originali riletture contemporanee, il mito classico rivive a Casa Vuota. Lo spazio espositivo domestico al secondo piano di un condominio in via Maia 12, in zona Quadraro a Roma, apre infatti le sue porte dal 15 dicembre al 7 gennaio per una mostra collettiva che proprio al mito si richiama. La mostra si intitola “Le muse del Quadraro”, è curata da Francesco Paolo Del Re e raccoglie interventi di diciotto artisti, tra pittura, disegno, scultura e fotografia: Justin Bradshaw, Giulio Catelli, Franco Cenci, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Sabino de Nichilo, Giulia Del Papa, Stefania Fabrizi, Giovanni Gaggia, Massimo Livadiotti, Pierpaolo Miccolis, Riccardo Monachesi, Gonzalo Orquín, Gianluca Panareo, Francesca Romana Pinzari, Andrea Romagnoli, Massimo Ruiu, Beppe Stasi.

La mostra si inaugura venerdì 15 dicembre a partire dalle ore 18:30, in un dialogo ideale con la ricerca della studiosa di poesia Bianca Sorrentino, autrice dei libri “Sempre verso Itaca. Itinerari tra mito e riletture contemporanee” e “Mito classico e poeti del ‘900” pubblicati da Stilo Editrice, ed è inserita nel programma delle “Notti del Mito”, una manifestazione nazionale di poesia promossa dalla Samuele Editore dal 12 al 17 dicembre.

All’interno delle “Notti del Mito”, l’arte contemporanea incontra la poesia e “Le muse del Quadraro” ospitano, domenica 17 dicembre alle 18, una serie di letture di Luigia Sorrentino, Simone Di Biasio, Claudio Damiani, Sonia Gentili, Rachel Slade, Bianca Sorrentino e Francesco Paolo Del Re.

“Roma, Città Eterna, non è solo Colosseo o Fori Imperiali, cartoline per turisti distratti – scrive Francesco Paolo Del Re – ma si conferma eterna in ogni piega. Anche le borgate sorte nel Novecento ai bordi delle grandi vie consolari, tra i palazzoni popolari, serbano rovine, suggestivi toponimi, reminiscenze di un passato che non ci abbandona. E gli echi del mito classico permeano, a Roma più che altrove, la nostra quotidianità. Proprio dalla convinzione che il passato non è mai passato davvero e che le muse ancora ispirano e incantano il nostro presente un po’ scordevole nasce questa mostra giocosa. Le muse del Quadraro non sono però maiuscole. Non sono auliche. Vivono, sì, di citazioni e ripensamenti della tradizione grecoromana, ma sono muse sbarazzine, muse contemporanee. E così, liberati dal peso della tradizione antica e rinvigoriti da suggestioni novecentesche e contemporanee, le figure, i personaggi, le storie, le metamorfosi, le fatiche, gli attributi, i travagli e i perigli delle narrazioni mitiche si ritrovano tra le mura stupefatte di un piccolo appartamento borghese e, intrecciando un fitto dialogo di gusto postmoderno, provano a squarciare il velo del presente per indovinare, in filigrana, l’aruspicina di futuro più felice, radicato nell’antico mai scordato che ci sostanzia”.

Le “Notti del Mito” sono una proposta della Samuele Editore dedicate al mito inteso come occasione di confronto, paragone con l’antico e come presa di coscienza delle nuove rivisitazioni, delle nuove creazioni, delle nuove scritture e riscritture. Per sei giorni editori, autori, promotori culturali, artisti e insegnanti di diversi istituti scolastici parlano, leggono, si confrontano con dibattiti e conferenze, propongono mostre su un tema tra i più affascinanti e contemporanei possibili. Perché in fondo il mito già aveva spiegato tutto della natura umana, della storia, anche quello che nonostante i secoli trascorsi non abbiamo ancora capito, che ancora poniamo come interrogativo.

INFORMAZIONI TECNICHE:

TITOLO DELLA MOSTRA: LE MUSE DEL QUADRARO

OPERE DI: Justin Bradshaw, Giulio Catelli, Franco Cenci, Tiziana Cera Rosco, Pierluca Cetera, Sabino de Nichilo, Giulia Del Papa, Stefania Fabrizi, Giovanni Gaggia, Massimo Livadiotti, Pierpaolo Miccolis, Riccardo Monachesi, Gonzalo Orquín, Gianluca Panareo, Francesca Romana Pinzari, Andrea Romagnoli, Massimo Ruiu, Beppe Stasi

A CURA DI: Francesco Paolo Del Re

LUOGO: Casa Vuota – Roma, via Maia 12, int. 4A

QUANDO: dal 15 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018

ORARI: visitabile su appuntamento
VERNISSAGE: venerdì 15 dicembre 2017, ore 18.30

READING DI POESIE: domenica 17 dicembre 2017, ore 18.00. Leggono Luigia Sorrentino, Simone Di Biasio, Claudio Damiani, Sonia Gentili, Rachel Slade, Bianca Sorrentino e Francesco Paolo Del Re

INFORMAZIONI: cell. 392.8918793 – 328.4615638 | email vuotacasa@gmail.com

INGRESSO GRATUITO

UN DONO PER TE, PARATA DI VIP A SOSTEGNO DELLE CASE FAMIGLIA DI ROMA

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Solidarietà, impegno sociale e tanti vip: sono stati questi gli ingredienti vincenti della prima edizione di “Un Dono Per Te”, organizzata dall’agenzia  Zaccaria Communication.
Nell’incantevole cornice dell’Hotel Sina Bernini Bristol di Roma, ha avuto luogo la manifestazione ideata con lo scopo di raccogliere doni natalizi da destinare ai piccoli ospiti di tre case-famiglia di Roma: “Casa protetta Leda Colombini”, “A Roma Insieme” e ”Ain Karim”. Un’occasione importante per accendere l’attenzione su tematiche sociali di stringente attualità. Un piccolo aiuto, ma dal significativo valore simbolico, per sostenere le attività quotidiane di chi concretamente opera per assistere, sostenere e regalare un futuro migliore a tanti bambini. Hanno sposato con entusiasmo l’iniziativa, accompagnati da parenti e amici, tanti volti noti del mondo dello spettacolo, della cultura, del giornalismo e dell’imprenditoria, pronti a offrire il proprio contributo per poter regalare un Natale di gioia ai bimbi seguiti dalle tre associazioni romane. Tra loro: Luca Capuano e la moglie Carlotta Lo Greco, Niki Vendola, Gloria Radulescu, Fabio Canino, Lisa Marzoli, Elena Russo, Francesca Rettondini, Eleonora Ivone, Nina Torresi, Sofia Bruscoli, Marcelo Fuentes, Emanuela Tittocchia, Ester Vinci, Eleonora Belcamino, Gina Amarante, Luca Avallone, Anastasiya Craze, Luca Cesa, Pino Calabrese, Angela Achilli, Micaela, Sara Galimberti, Ruggero Freddi, Eleonora Russo,Barbara Chicchiarelli, Flavia Roberto, Riccardo Meli, Andrea Paone, Andrea Garofalo, Giulia Todaro, Nadia Bengala, Francesca De Martini, Ivan Iaboni, Beppe Convertini, Marco Simon Puccioni e Giampietro Preziosa, Maria Monsè e tanti altri.

La serata, organizzata dalla Zaccaria Communication, è stata presentata dall'attrice Eleonora Ivone e ha ottenuto il sostegno dei seguenti partner: Rocco Giocattoli, Sina Hotels, Garden Nomentano che ha realizzato gli allestimenti natalizi del salone che ha ospitato l’evento, Gps Group e Casale del Giglio.​

REGALI DI NATALE, UN ITALIANO SU 2 SOTTO L’ALBERO METTERÀ LA CULTURA

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La corsa agli ultimi regali natalizi è iniziata e come ogni anno si ripropone il dilemma di cosa mettere sotto l’albero. La soluzione trovata da oltre un italiano su due (51%)? Regalare cultura.
Il desiderio di donare esperienze da condividere con la famiglia, gli amici e le persone care (51%), la facilità di fruizione e di acquisto di prodotti ed esperienze culturali (49%) e la possibilità di regalare un momento di arricchimento culturale (37%) sono solo alcune delle motivazioni che si nascondono dietro la scelta di donare cultura. Tra i regali più gettonati i tour e le gite alla scoperta delle meraviglie artistiche e culinarie del Bel Paese (41%), un buon libro (38%), biglietti e abbonamenti per assistere a uno o più proiezioni cinematografiche (31%) o spettacoli teatrali (27%) e infine visite guidate alla scoperta di edifici storici, monumenti o siti archeologici (30%). Una tendenza che riguarda tutto lo stivale ma diffusa principalmente al Nord (69%), seguito dal Centro (55%) e dal Sud e Isole (30%) e confermata dai recenti dati pubblicati nel 13° rapporto annuale di Federculture che evidenziano significativi segnali di ripresa del settore culturale e una spesa complessiva dei cittadini pari a 68,4 miliardi nel 2016, +1,7% rispetto al 2015.
È quanto emerge da una indagine promossa dall’agenzia Espresso Communication su circa 1000 persone tra i 20 e i 70 anni, distribuite in tutta Italia, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community.
“Regalare la cultura per Natale rappresenta un modo diverso e intelligente per rilanciare un settore basilare per il nostro Paese – spiega l’attore e regista Edoardo Sylos Labini – Non parliamo di bonus elettorali ma di una chiara strategia di educazione dei giovani di oggi, che saranno la classe dirigente del futuro, ad amare e difendere il patrimonio artistico e culturale che tutto il mondo ci invidia. Mettere sotto l’albero un biglietto per andare a teatro, un libro, un ingresso ad una mostra rappresenta quindi un atto d’amore non solo verso chi lo riceve ma soprattutto verso il futuro del nostro Paese”.
Una propensione a spendere in cultura che, secondo i dati del 13° rapporto annuale di Federculture, ha riguardato tutti i settori. In crescita gli italiani che vanno a teatro +2%, al cinema +5%, visitano i musei, mostre +4% e siti archeologici +5,4%. Per ricreazione, spettacoli e cultura la spesa media mensile, a livello nazionale pari a 130 euro al mese, è nettamente superiore al Nord (circa 160 euro) seguita da Centro (129 euro), Sud (90 euro) e Isole (80). Tra le regione che anche nel 2016 hanno mostrato una maggiore propensione ai consumi culturali ci sono il Trentino Alto Adige (209 euro), seguita dalla Lombardia (177 euro). In aumento anche il turismo culturale, uno dei segmenti più importanti del turismo nazionale del quale costituisce il 36% in termini di arrivi (quasi 42 milioni nel 2016), e il 27% per le presenze, che hanno invece raggiunto i 110 milioni.
Partendo dal presupposto che leggere, approfondire, essere curiosi e dedicarsi alle proprie passioni rappresentano un toccasana per se stessi e per l’economia, quali sono le ragioni principali che spingono gli italiani a regalare cultura? Tra le motivazioni principali ci sono un insieme di valori intangibili e individuali legati alle esperienze culturali, quali per esempio il desiderio di condividere momenti di intrattenimento e svago (51%), la facilità di fruizione e di acquisto di prodotti culturali (49%), soddisfare una passione (41%), fornire occasioni di arricchimento culturale (37%) e infine le particolari agevolazioni e gli sconti riservati al periodo natalizio (35%).
E se è vero, come sosteneva il filosofo Hans Georg Gadamer, che “La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande”, l’offerta per Natale è davvero illimitata e variegata. Per chi vuole regalare un’esperienza culturale nel luogo simbolo della città di Milano, la Veneranda Fabbrica del Duomo propone una gift card alla scoperta dei tesori racchiusi nella Cattedrale. Per chi desidera trascorrere le feste in famiglia, regali irrinunciabili sono i libri “Nonno parlami di te” e “Nonna parlami di te”, un diario per condividere e conservare il prezioso patrimonio dei ricordi, da far compilare ai propri nonni tra buon cibo e uno sguardo alle foto del passato. Per confezionare un regalo a regola d’arte, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia propone una membership card con accesso illimitato al museo. E ancora per gli appassionati di musica il Lingottomusica riserva prezzi speciali per assistere ai concerti. Si conferma anche quest’anno la Manzoni Card Natale, un prezioso pass per assistere agli spettacoli di uno tra i più prestigiosi teatri italiani. Infine, per visitare le principali città italiane senza pensieri e saltando le code un regalo molto gradito è il city pass.

Ecco infine la top 10 dei regali culturali che gli italiani troveranno sotto l’albero di Natale:

1 - Un tour culturale tra i tesori artistici e culinari delle principali città d’arte racchiuso in un cofanetto o un buono regalo (41%)

2 - Un buon libro (38%)

3 - Un carnet di ingressi al cinema (31%)

4 - Una visita guidata alla scoperta di edifici storici, monumenti o siti archeologici (30%)

5 - Un pass per visitare mostre temporanee o collezioni permanenti (28%)

6 - Un mini abbonamento a teatro (27%)

7 - Un biglietto per assistere ad un concerto (25%)

8 - Un corso di teatro, fotografia, pittura… (16%)

9 - Gli intramontabili dischi e vinili (12%)

10 - Un abbonamento a una rivista (6%)

TRAINER INTERNO: COME RIPROGETTARE UN RUOLO CHIAVE IN AZIENDA

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Come sta cambiando questa professione nelle imprese in trasformazione? Logotel con il percorso “Train the trainer”, costruito sui punti di forza delle persone, propone una serie di strumenti per progettare e gestire la migliore Learning Experience per ogni occasione

Viviamo un contesto in perenne cambiamento, in cui i tempi rapidi e le complessità impongono nuove sfide alle imprese. Nascono sempre più progetti di change management, il ruolo delle risorse umane sta evolvendo, le funzioni aziendali si riorganizzano, le professioni vengono ridisegnate.  Anche nella formazione c’è aria nuova e la modalità del blended learning – che combina corsi in aula all’online e/o al mobile - è solo il primo passo di una trasformazione in cui anche i luoghi e i tempi stano diventando ibridi. Oggi non parliamo più solo di “formazione”, ma di apprendimento, di sfide personali e collettive. L’attenzione a un’experience disegnata su misura per le persone è perciò cruciale. La formazione è distribuita, l’apprendimento non può che essere continuo in aziende dove convivono generazioni diverse, portatrici di valore con modalità differenti ma anche di diverse esigenze e aspettative.

Come ingaggiamo quindi le persone per fare cose “vecchie” e nuove in modo nuovo o in percorsi più ampi di change? Come creiamo per loro esperienze uniche e preziose? Come far esprimere e amplificare le loro potenzialità? Come alternare momenti di formazione continua a incontri formativi fisici progettati insieme a figure che supportino la crescita delle persone in modalità esperienziale? Il percorso “Train the trainer” è una delle risposte di Logotel a queste nuove urgenze che hanno bisogno di nuovi “snodi” in azienda, attivatori, persone motivate, formate per accompagnare percorsi di cambiamento, per portare stimoli ma anche per diffondere con efficacia ed efficienza “i cosa, i come e i perché” dell’azienda. Questo percorso intenso è pensato e progettato per supportare sia trainer già formati che vogliono arricchire le loro competenze, sia persone che, con expertise e ruoli diversi, vengono scelti dalle aziende per questo ruolo, quello di trainer interno, sempre più strategico.

“Penso che il motto di queste persone debba essere Be Ready - spiega Maria Grazia Gasparoni, Manager of Education Logotel, che come impresa si occupa ogni giorno di progettare sistemi di formazione per supportare la crescita delle persone - in questi ultimi mesi abbiamo accompagnato diverse aziende in questo percorso che noi chiamiamo “Train the trainer”: ad esempio con un’importante azienda leader a livello mondiale del designer, produzione e distribuzione di occhiali, abbiamo lavorato con un team internazionale di figure chiave trasversali che volevano allenarsi a offrire Learning Experience nel quotidiano, con differenze culturali, ma anche con obiettivi diversi. In un altro caso, per un’ importante realtà della grande distribuzione organizzata abbiamo lavorato con un team di venditori esperti che hanno fatto proprio un nuovo stile di vendita e acquisito una nuova identità di trainer rendendo quindi possibile una formazione capillare sul territorio mettendo a frutto quelli che si chiamano in gergo ‘i momenti di calma piatta’ per formare, allenare i colleghi appunto su queste tematiche legate alla vendita. Crediamo sia importante – precisa sempre Maria Grazia Gasparoni - che ogni trainer che ha partecipato a questi nostri percorsi sappia sempre rispondere a una domanda: perché il mio collega dovrebbe dedicarmi mezz’ora del suo tempo? Il suo tempo infatti è sempre più prezioso e così la sua attenzione. Logotel pensa che la sfida del trainer, ma anche la sfida della formazione sia quella di generare sempre uno scambio significativo”.


Per quanto riguarda il 2017, la service design company Logotel ha sviluppato e seguito oltre 120 progetti di formazione, engagement e change management con diversi format: corsi e percorsi di più giornate, workshop, team building ed eventi con centinaia di partecipanti. Ogni anno i suoi formatori incontrano oltre 5.000 persone, in Italia e in molti paesi del mondo, accompagnandole in percorsi di trasformazione professionale con contenuti, metodologie e strumenti concreti. “Affrontiamo i nostri progetti partendo dalle persone e dall’experience più adatta – conclude Maria Grazia Gasparoni - mixando dimensione fisica e digitale e, soprattutto, generando impatto sull’ecosistema dei partecipanti in ogni step progettuale”.

Fiuggi-Storia 2017: i finalisti della VIII edizione

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ROMA - Alla vigilia della festa ebraica di Chanukkà sono stati annunciati da Pino Pelloni e dalla Segretaria del Premio Vera Manacorda i finalisti della ottava edizione del Premio Fiuggi-Storia 2017. I libri selezionati, per questo Premio che nasce dal basso, sono stati segnalati dai vincitori le edizioni precedenti e dal Comitato di lettura composto dagli “Amici del Fiuggi-Storia”. Il prossimo 23 gennaio 2018, presso la Pontificia Università Antonianum di Roma (Via Merulana, 124), la cerimonia della premiazione. Il Premio, promosso dalla Fondazione Levi-Pelloni, quest’anno è dedicato allo scrittore e giornalista Enzo Bettiza e vedrà anche l’inserimento della sezione Fiuggi-Storia Europa, destinata a storici e ad opere pubblicate nei paesi della Comunità europea.

SAGGISTICA: Caporetto di Alessandro Barbero (Laterza, 2017); Ribelli contro Roma. Gli schiavi, Spartaco, l’altra Italia di Giovanni Brizzi (Il Mulino, 2017), La scoperta dell’Italia. Il Fascismo raccontato dai corrispondenti americani di Mauro Canali (Marsilio, 2017); Dunkerque di Franco Cardini e Sergio Valsania (Mondadori, 2017); Repubblica inquieta. L’Italia della Costituzione. 1946-1948 di Giovanni De Luna (Feltrinelli, 2017); Gli eroi di Unterluss di Andrea Parodi (Mursia, 2017).

BIOGRAFIE: Anita. Storia e mito di Anita Garibaldi di Silvia Cavicchioli (Einaudi 2017); Dalla Chiesa. Storia del generale dei carabinieri che sconfisse il terrorismo e morì a Palermo ucciso dalla mafia di Andrea Galli (Mondadori, 2017); Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna di Marco Mondini (Il Mulino, 2017); Cultura e Petrolio. Marcello Boldrini dall’Università Cattolica ai vertici dell’Eni di Maurizio Romano (Il Mulino); Presidenti di Adam Smulevich (Giuntina, 2017).

ROMANZO STORICO: Il Corregidor di Francesco Abate e Carlo A. Melis (Piemme, 2017); I fantasmi dell’Impero di Marco Cosentino, Domenico Dodaro e Luigi Panella (Sellerio, 2017); La ragazza con la Leica di Helena Janeczek (Guanda, 2017); Ritorno in Egitto di Giovanna Mozzillo (Marlin, 2017); Elio, l’ultimo dei Giusti. Una storia dimenticata di resistenza di Frediano Sessi (Marsilio, 2017); Nessuno può fermarmi di Caterina Soffici (Feltrinelli, 2017); Eredità di Corrado Stajano (Il Saggiatore, 2017).

DIARI, EPISTOLARI & MEMORIE: Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute di Piero Angela (Mondadori, 2017); Ad onor del vero. Un’autobiografia politica e civile di Francesco Forte (Il Mulino, 2017); Carteggio 1923 di Piero Gobetti a cura di E. Alessandrone Perona (Einaudi, 2017). 

Nel corso della cerimonia del 23 gennaio verranno assegnati anche i riconoscimenti per le sezioni Fiuggi-Storia Europa, Multimedia, Fotografia e “Gian Gaspare Napolitano-Inviato Speciale”.



Sebastiano Catte

RODIN, LA VALCOMINO E I SUOI MODELLI

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Ai cultori del grande Maestro e dell’arte già un titolo del genere fa rizzare i capelli in testa alla prima lettura: che rapporto può mai esserci tra il titano della scultura del Novecento europeo, le cui opere sono letteralmente in ogni museo e galleria del pianeta, e questa piccola valle sconosciuta,  sfigurata dalla cementificazione selvaggia, un angolo ignorato della Ciociaria : eppure la relazione esiste, addirittura storicamente, ed è perfino di grande impatto: Rodin e i suoi modelli ciociari. 

Come abbiamo avuto occasione di ricordare in qualche intervento  trascorso, quest’anno è il  centenario della morte dell' artista  e  solenni  commemorazioni della sua opera stanno avendo luogo in tutto il mondo;  una esposizione della sua opera  per la quale si può impiegare il termine ‘eccezionale’ si è conclusa da poco  al Grand Palais di Parigi, uno dei grandi musei della città: per l’occasione è stato redatto  un catalogo il quale anche,  solo vederlo e toccarlo, conferma  il significato della mostra. 
E veniamo alla Ciociaria, anzi alla Valcomino.  
La visita della esposizione al Grand Palais e la consultazione del catalogo comprovano e confermano  -per quanto riferito al presente tema-  che la pagina sicuramente la più significativa nella esistenza artistica di Rodin, e cioè i suoi rapporti coi modelli, viene quasi completamente ignorata e trascurata. ‘Presenza significativa’  non tanto perché, l’anticipiamo subito, i modelli ciociari sono stati fondamentali e determinanti, ma perché per sue esplicite e ripetute e ribadite osservazioni, la presenza del modello davanti a lui sulla pedana o che si muoveva liberamente, era l’ingrediente più stimolante della sua espressione, alla guisa di Degas, di Corot, di Matisse, di Modigliani… : anzi, quasi sempre, la sua creazione artistica veniva favorita  e suggerita, quasi provocata  proprio dal modello davanti a lui, al punto che le sue opere più conosciute e alle quali il suo nome è legato per sempre, non sono altro che i ritratti veri e propri di questi modelli.  Ecco motivata la ragione del ruolo basilare quasi vitale dei modelli nella opera dell’artista. Non solo, nelle  memorie dettate al suo biografo e in altri documenti,  Rodin illustra  il ruolo decisivo e risolutivo della figura del modello  per la sua arte e ricorda alcuni di quelli  più  considerati e quasi amati. E questi modelli  sono tutti ciociari e tutti originari della Valcomino, in massima parte di un paesino appollaiato su un  monte, il vero e proprio  Olimpo dei modelli! Pur essendo evidente a ogni studioso che la presenza del modello sulla pedana davanti a lui era ingrediente indispensabile della propria ispirazione, nella esposizione di cui sopra, incredibile che possa sembrare, ogni accenno ai modelli ciociari delle opere è stato perfino accuratamente  evitato. L’’Eva’  celebre in tutto il mondo dell’arte, come pure l’altrettanto celebre  ‘Torso’, come pure la famosissima ‘Donna Accovacciata’,  la modella ne fu Maria Antonia, dal corpo turgido e morbido e selvaggio, divenuta poi baronessa scozzese, a seguito di matrimonio aristocratico.  Il ‘San Giovanni Battista’ illustrato in tutti i libri di scuola e di  arte, presente nei musei maggiori del pianeta,  ‘Il pensatore’ divenuto anche esso una vera icona dell’arte e della storia,  la immagine terrificante del ‘Conte Ugolino’,  l’’Uomo che cammina’ raffigurano tutti  il corpo e il volto e l’anima di Cesidio, modello anche lui della Valcomino; e al Museo, ulteriore motivo di dissenso e di critica, ancora oggi dopo oltre cento anni, ne ignorano il vero nome! Poi ‘Iris la messaggera degli dei’, la versione grande della ‘Donna accovacciata’, le prime pose dei disegni dell’artista, ‘Il Torso di Adele’,  ‘la cariatide che porta la pietra’ sono tutte sculture conosciute dovunque che illustrano e eternano il corpo flessuoso e sinuoso di Adele, anche del medesimo luogo; poi ci sono ‘La toletta di Venere’, ‘Cibele’, ‘Danae’ che non sono altro che il corpo elegante e pieno di grazia di Anna, sorella di Adele; poi si ammira il volto leonino di Balzac con le chiome al vento, il volto scavato e incavato,  in realtà il sembiante quasi fotografico di Celestino,  pure lui umile figlio di questo angolo d’Italia benedetto dal destino.  Ma altri, in aggiunta, sono stati i modelli ciociari di Rodin,  quasi settanta nominativi presenti nella sua agenda, tutti pure assenti nella commemorazione ufficiale di cui sopra. E quanto deve accrescere il disappunto, a dir poco, a seguito di tali omissioni ed ignoranze, non è il fatto che tutto quanto sopra ricordato possano essere invenzioni letterarie o elucubrazioni dello scrivente:  si tratta al contrario di notizie e dettagli alcuni direttamente scritti di pugno dell’artista stesso e altri risultanti da sue confessioni ai suoi biografi o da documenti d’archivio. E anche se non ci si può esimere dalla impressione che il Museo da anni quasi accarezzi il disegno  -per ragioni non difficili a comprendere- di gradualmente attutire se non perfino di raschiare e di eliminare la pagina storica dei modelli ciociari dell’artista, la sola realtà a contare veramente è che prima dei documenti, esistono le opere che parlano e dicono tutto: ed è perciò inevitabile che prima o dopo il Museo sentirà la esigenza affianco alla scultura dell’Eva o del Balzac  o del Pensatore o del Torso, di indicare il nome della modella o del modello. Il comportamento certamente anacronistico del Museo Rodin,  cozza fragorosamente con la iniziativa del Comune di Parigi che ha addirittura collocato una targa a Montmartre in onore di una modella ciociara un paio di anni fa! Per saperne di più su questa affascinante pagina della storia dell’arte dei modelli ciociari raccomando caldamente: “MODELLE E MODELLI CIOCIARI A ROMA, PARIGI, LONDRA NEL 1800-1900”
  
Michele Santulli


Teatro, PROSEGUE LA TOURNEE DE “IL VIAGGIO DI ECUBA”, INTERVISTA AL REGISTA FRANCESCO BRANCHETTI

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Prosegue il 21 e 22 dicembre allo Spazio Avirex Tertulliano di Milano la tournée  dell’intenso testo di Gianni Guardigli IL VIAGGIO DI ECUBA, interpretato da Isabella Giannone, con la regia di Francesco Branchetti (intervista di Fattitaliani) e  le musiche di Pino Cangialosi.

Protagonista del monologo Isabella Giannone, attrice, produttrice e insegnante di recitazione che ha al suo attivo una lunga carriera tra teatro, cinema e tv, ricoprendo sempre ruoli da protagonista nei maggiori teatri italiani. A dirigere Isabella Giannone sarà Francesco Branchetti, che ha ricevuto, tra i tanti premi, nel 2010 il PREMIO SPECIALE VALLECORSI – protagonisti della scena contemporanea 56°  edizione e il PREMIO GIBELLINA-RANDONE XIV Edizione PREMIO SALVO RANDONE – OSCAR DEL TEATRO ITALIANO per la sua attività di regista e attore, gli è stato assegnato poi nel 2016 il PREMIO CAESAR alla carriera, nel 2017 al Teatro Olimpico di Roma ha ricevuto il prestigioso Premio ROMA È...ARTE e recentemente insieme a Barbara De Rossi il PREMIO PENISOLA SORRENTINA per l’interpretazione nello spettacolo “Il Bacio” di Ger Thijs in tournée nella stagione 2017/2018.

JACOPO MICHELINI, esce oggi “ANDRÀ TUTTO BENE” 1° album del giovane cantautore bolognese

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Esce oggi, venerdì 15 dicembre, “ANDRÀ TUTTO BENE” (Fonoprint/Artist First), l’album d’esordio del giovane cantautore bolognese JACOPO MICHELINI prodotto ed arrangiato da Vittorio Corbisiero per Fonoprint. È attualmente in rotazione radiofonica il singolo "Un mondo da salvare".

«Nello scrivere amo i contrasti, contrapporre bianco e nero ed evidenziare le sfumature che fanno la differenza e colpiscono l'anima quotidianamente - dichiara Jacopo - le canzoni dell'album, si dividono principalmente in due filoni. Il primo è quello più intimo, che vive galleggiando sulla malinconia lasciata dai sentimenti, quella che nasce da sguardi, da mani, da notti e porta a imprimere nero su bianco immagini e sensazioni di storie e di relazioni vissute. Attraverso le canzoni, cerco di chiudere quei brevi attimi di felicità e nostalgia che la vita concede. La canzone “Un mondo da salvare” esprime bene questa sensazione, lasciando il mondo con le sue contrarietà fuori da una camera in cui far durare i secondi quasi all'infinito. Il secondo filone è quello più rivolto alla critica verso società e costumi. Con disillusione e un velo di ironia, faccio quadri di ciò che vedo: una dissacrante realtà persa dentro futili routine e luoghi comuni. Da qui nasce “Non ho inventato nulla”, canzone costruita tramite slogan pubblicitari messi in fila a dare il senso di smarrimento e di bombardamento che il marketing crea. Oppure “Cosa rimane” canzone che tocca tanti temi, dall'ecologia al razzismo al consumismo. In genere, la scrittura nasce dall'osservazione e dall'ascolto ed ogni volta che qualcosa, qualcuno, colpisce quel sensibile buco nello stomaco allora è lì che vengono fuori musica e parole.

Nella costruzione musicale dei brani c'è stato un lavoro molto articolato, partito dalla band con cui collaboro: Alessandro De Gregorio (basso), Marco Paganelli (batteria), Pietro Posani (chitarra) insieme a Davide Maggioni, con cui sono stati prodotti i primi tre singoli: “Biglietto per Londra”, “Guarda chi c'è” e “Tra il Pavimento e il Tetto”. Successivamente il lavoro è stato rivisto dalla direzione artistica di Vittorio Corbisiero che ha curato il resto dei brani dell’album.»





Jacopo Michelini, classe 1993, cresce tra i portici e i colli di Bologna, accompagnato dai dischi dei grandi cantautori italiani, le lezioni di chitarra e le partite di baseball. Inizia a scrivere i primi brani durante l’adolescenza e, per anni, suona con svariate formazioni nei locali bolognesi, per lo più come chitarrista. Risale agli anni dell'università la scelta di seguire una direzione cantautorale autonoma così da dare sfogo alle proprie canzoni.
Affascinato dal cantautorato italiano e dalle influenze musicali anglosassoni, riassume in note e parole le impressioni che colpiscono l’anima quotidianamente. La passione per la profondità e le sfumature della lingua italiana, passano attraverso un rock melodico ricco di energia e intimità, proponendosi di esprimere con disillusione il disagio di una generazione senza futuro e di affrontare le emozioni con malinconia e sensibilità, alla ricerca di un senso di libertà lontano.

Nel 2014 si aggiudica il primo premio al “Nuke fighters contest” presso Zona Roveri (BO). Nello stesso anno arriva in finale ai concorsi “Senza Etichetta” e “Dentro Che Fuori Piove”.

Alla fine del 2015 entra a far parte del roster di artisti Fonoprint, e pubblica i singoli “Biglietto per Londra”, “Guarda chi C'è” e “Tra il Pavimento e il Tetto”, col quale arriva in finale ad Area Sanremo 2016 e inizia ad esibirsi in numerose eventi live lungo lo stivale.

LOWLOW, ESCE “INCOMPLETI” IL NUOVO SINGOLO DEL RAPPER RIVELAZIONE DEL 2017

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Dopo il grande successo del disco d’esordio “Redenzione”, pubblicato a gennaio da Sugar, che ha debuttato al #4 della classifica Fimi-Nielsen, due dischi di platino per “Supereroi Falliti”, due certificazioni oro per “Il Sentiero dei Nidi di Ragno” e “Scusate per il sangue” e oltre 29 milioni di views per il video di “Ulisse”,  lowlow, nome di punta dell’hip hop italiano, torna con un nuovo inedito “Incompleti” in uscita venerdì 15 dicembre. Il singolo segna l’inizio di un nuovo percorso per l’artista che ha dato una scossa alla scena e continua a stupire pubblico e critica.

Prodotto da Fish il brano mette a nudo le paure e le incertezze nel confronto con se stessi e con i propri sentimenti. Un racconto fra solitudine, ambizione e fragilità, dove l’inquietudine personale diventa un tema universale alla ricerca della propria irraggiungibile completezza e attraverso le strofe trova una possibile risoluzione.

“Come un amuleto spezzato in due frammenti nascosti uno al Polo Nord e l’altro in Antartide. Come la conoscenza di noi stessi. Come un quadro di Pollock che si domanda quale debba essere l’ultima, definitiva pennellata. Incompleti. Questo è il titolo del mio nuovo singolo. Parlo di me ma anche di voi. Inseguite la perfezione e avvicinatevi al Sole, anche se brucia.”

La forza che a tratti diventa rabbia, riversata nelle rime, si ritrova nel videoclip, diretto da The Astronauts. In un monologo con se stesso lowlow narra una storia finita, mai iniziata o forse solo immaginata, verso la scoperta di sé e dell’altro.

Linguaggio diretto, ma mai banale, flow fuori dal comune, testi incisivi e di grande impatto emotivo e una poetica fresca capace di catalizzare l’attenzione hanno portato il ventiquattrenne lowlow a occupare un posto di primo piano nella scena musicale italiana.

Romano, classe 1993, vero nome Giulio Elia Sabatello, lowlow è cresciuto con i miti di Eminem e Muhammad Alì e ha esordito a soli 13 anni sulla scena romana distinguendosi nelle gare di freestyle. Dopo i successi con Honiro Label e la partecipazione, insieme a tutti i pesi massimi della scena italiana, alla colonna sonora del film Zeta di Cosimo Alemà, con il pezzo La solitudine del numero 1, lowlow è il primo rapper ad entrare nel roster Sugar. A gennaio 2017 pubblica il suo album d’esordio “Redenzione”. Ulisse, il primo estratto dall’album, è certificato disco di platino. A settembre 2017 pubblica con Mondadori “Tutti zitti devo dire una cosa”. Grazie alle produzioni firmate da Fausto Cogliati, rispetto alla prima parte della sua carriera, c’è un netto salto di qualità nella scrittura: lowlow parla alla sua generazione, a cui dà voce, ma si fa capire bene anche dal pubblico adulto, caratteristica non così scontata. lowlow porta il linguaggio del rap su un altro livello in cui la schiettezza non si affida semplicemente al gergo ma rimpasta riferimenti “alti” e “bassi” di un bagaglio culturale composito come può esserlo quello di un ragazzo cresciuto negli anni duemila.

È nato negli anni Novanta, cresciuto nei 2000, ha il cuore impastato di vita urbana e rime rap, l'aria di chi, nonostante la giovane età, crede di averne già viste abbastanza e di avere voglia di raccontarle. Ernesto Assante, REPUBBLICA

Omaggi a Shakespeare, Dante e Italo Calvino si alternano a citazioni dei Club Dogo. LowLow parla senza mezzi termini alla sua generazione, ne racconta malesseri e desideri. Alice Castagneri, LA STAMPA

Se nasci nella Roma bene e vuoi fare il freestyler (di successo) le cose non sono facili, ma lowlow ci è riuscito grazie a Jung, Scarface, Maradona, mamma e papà. Sara Faillaci, VANITY FAIR

Finora le premesse giocano tutte a suo favore: con una gavetta iniziata a tredici anni è riuscito a farsi strada e ad emergere nella scena underground romana, una delle più competitive d’Italia. A soli ventitré anni è diventato il primo rapper ad essere contrattualizzato dalla Sugar di Caterina Caselli, una delle etichette più prestigiose (e rigorose) dello stivale.  Marta Blumi Tripodi, HOTMC

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Previsioni per il futuro

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Il Centro Europei Studi Strategici (vi risparmio la sigla) ha pubblicato un rapporto in cui si fanno le previsioni per il nostro futuro.
Hanno tenuto conto di tutto: dei cambiamenti climatici, dell'integralismo islamico, degli effetti combinati della globalizzazione, deIl'industria 4.0 e dello strapotere della finanza, delle manovre destabilizzanti di USA, Russia e rispettivi alleati in Medio Oriente e di Kim Jong-Un dall'altra parte del globo, della tendenza dei singoli stati europei a fregarsi l'un l'altro e a concentrarsi su problemi interni anziché difendere i propri interessi internazionali come Europa Unita.
Carlo Barbieri
Ritrova qui gli articoli di Carlo Barbieri

Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, Ultima Voce e Malgrado Tutto, testata a cui hanno collaborato Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha pubblicato fra l’altro le raccolte di racconti “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non” e "Uno sì e Uno no" (D. Flaccovio Editore); i gialli “La pietra al collo” (ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco 2015), ambedue con Todaro Editore ; "Il marchio sulle labbra" (premiato al Giallo Garda), "Assassinio alla Targa Florio" e "La difesa del bufalo, tutti e tre con D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati al Premio Internazionale Città di Cattolica, al Premio di letteratura umoristica Umberto Domina, al Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.

NICOLE HUSEL IN ARTE KISS&MAKEUP01, LA REGINA DEL BEAUTY

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Il make-up, nel corso del tempo, è diventato un elemento sempre più essenziale nella vita di ogni donna (e ormai lo è anche per qualche uomo)!
Solo pochi decenni fa, era sufficiente un filo di rossetto o  un’incipriata per fare ritenere una donna truccata, oggi, invece, quasi ogni ragazza non esce di casa senza almeno un filo di matita, un tocco di mascara o un velo di gloss sulle labbra. Questo, ovviamente è il trucco base, quello delle “giovanissime” che iniziano a sperimentare la propria immagine con i cosmetici della mamma; crescendo, invece, le cose si complicano e, con loro, la routine quotidiana: gli immancabili diventano correttore e fondotinta, che per le grandi occasioni vengono usati, mischiati e sovrapposti in diverse tonalità (il tanto amato conturing); a questi si aggiungono ombretti, ciprie, matite, fard e quant’altro di tutti i colori, tipi e dimensioni.

Ovviamente, tutti questi prodotti a disposizione delle donne, richiedono consapevolezza e abilità per ottenere buoni risultati (basti vedere il proliferare di makeup-artist); grazie a internet, però, le “istruzioni per l’uso” sono alla portata di tutti, con i numerosi tutorial dedicati le cui regine sono le “beauty blogger”.

Regina in questo campo, subito dopo ClioMakeUp è Nicole Husel, in arte Kiss&MakeUp01, che conta più di 500.000 iscritti al suo canale, aperto su YouTube nel Luglio del 2009, e che ha come missione quella di consigliare le donne in ambito beauty, trend e hair-style. La famosa blogger è una delle webstar curate dall’Influencer Network, Greater Fool Media.

Nicole nasce il 14 Novembre del 1984 a Trieste, amante del nuoto sincronizzato che ha praticato a livello agonistico, si definisce, al contrario delle aspettative, una bambina timida e introversa. Scopre e si appassiona al mondo di Youtube e dei tutorial durante gli anni dell’Università. Convinta dalle amiche a buttarsi in questa nuova avventura, apre un canale youtube e  riscontra subito l’apprezzamento degli utenti.

Poi, per seguire il compagno, si trasferisce ad Amsterdam, dove vive per diversi anni, segnati anche dai numerosi viaggi di lavoro. In questo periodo Nicole raggiunge anche un altro traguardo e pubblica un libro con la casa editrice italiana Rizzoli.

A fine 2015 è tornata in Italia, dove risiede oggi, per raggiungere quello che nell’Agosto di quest’anno è diventato suo marito con una cerimonia all’insegna della bellezza e del fashion.

Nicole è molto amata dal pubblico della rete. Le iscritte al suo canale la considerano un’amica alla quale affidarsi per avere consigli su come presentarsi alle occasioni importanti. Alcune le chiedono consigli sul trucco e sull'abbigliamento, altre scrivono semplicemente per salutare e per raccontare un po' di loro. KissAndMakeup01 registra milioni di visualizzazioni al mese, un risultato incredibile per Nicole che afferma di avere iniziato a caricare video su YouTube per puro divertimento, per condividere la sua passione per il trucco e per la moda con altre ragazze come lei sfruttando la potenza della rete.

“La bellezza al tempo dei social” potrebbe essere il titolo di un video di Nicole Husel che nel 2017 è stata la regina del “fashion 2.0”.

Teatro, Giovanna Lombardi a Fattitaliani: ho coronato il mio sogno di lavorare con Gianni De Feo. L'intervista

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Giovanna Lombardi in Diario Licenzioso di una Cameriera di Mario Moretti. Liberamente tratto dal Romanzo Journale d’une femme de chambre di Octave Mirbeau, Regia di Gianni De Feo. Teatro Stanze Segrete - Roma - fino al 17 dicembre.

Celestine è una donna molto forte che arriva ad accettare di concedere il suo corpo, per amore, per noia o per sfida. Per alcuni potrebbe sembrare una resa ma non è così. Il tutto si svolge in uno spazio molto intimo, a diretto contatto con il pubblico che è attento e che ascolta il respiro dell’attrice e capta anche un battito di ciglia.
Cosa racconta lo spettacolo?  
È l’occhio distaccato di Celestine, una cameriera che osserva con uno sguardo ironico tutti i suoi padroni ed in generale la borghesia in cui lavora. Celestine è un’icona, è una donna che va al di là di tutto, oltre il sesso, il potere e la ricchezza. 

È più l’occhio della gente o quello del grande fratello? 
Secondo me tutti e due. Ha l’occhio curioso quando spia il signore che fa il bagno nella vasca ma osserva e spia anche altro. Diventa poi uno sguardo dall’alto che però non è di superiorità. Lei è sempre calata nella situazione. Nello spettacolo non c’è né un discorso di bene e né di male. Non c’è nessun giudizio né di peccato e né di redenzione. Si diverte osservando i seni penduli delle padrone o il feticista che va pazzo per i suoi stivaletti rossi. Questa cosa mi è piaciuta molto. Il merito di essere entrata nel testo e nel personaggio è tutto di Gianni De Feo, il regista. Sarebbe stato pericoloso affidarlo ad altri.
Come si è preparata al personaggio? 
In modo istintivo, mi lascio trasportare molto dalle emozioni e in questo caso il regista mi ha preso per mano e mi ha portato in questo reticolato di movimenti, guidandomi tra gli oggetti, il rosolio che offro al pubblico, in una situazione di intimità data dallo stesso Teatro e mi sono lasciata andare a quelle che sono le sensazioni, nella parte buia che molto spesso le persone non riescono a vedere, dove tutti non vogliamo entrare. Chi viene a vedere questo spettacolo è un po’ portato a vedere oltre il personaggio e ad esaminare i suoi lati oscuri. E’ solo attraversandolo che possono illuminarsi. Lo spettacolo ha anche un lato morboso, lei si eccita di un uomo che è sospettato di aver stuprato una bambina e guarda l’uccisione di un animale, oppure bacia un tubercolitico. Sono aspetti della vita che possono succedere a tutti.
È la prima volta che lo porta in scena? 
Sì, dieci anni fa avevo detto no a Mario Moretti che aveva adattato questo testo. Ero molto giovane e non mi sentivo pronta ad affrontarlo. Venivo dal Diario intimo di Sally Mara di Raymond Queineau. Una diciottenne che descrive in maniera esplicita le sue prime esperienze sessuali. Era più lezioso. Celestine potrebbe essere Sally cresciuta. Ho coronato il mio sogno di lavorare con De Feo perché lo ammiravo molto quando facevo la scuola al teatro dell’Orologio. Celestine mi ha permesso di lavorare su me stesso e di affinare delle corde ancora inutilizzate. Elisabetta Ruffolo.
Leggi qui gli articoli di Elisabetta Ruffolo

Iunema, esce “Un po’ di me” nuovo singolo del cantautore lucano

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Oggi, venerdì 15 dicembre, esce in radio e in digital download “Un po’ di me” (Acoustic version) feat. Mario Rosini, nuovo singolo estratto dall’album “Nuvole Apparenti” (Ed. MTM Metamorfosi di Carmen Villalba) scritto ed interpretato dal cantautore lucano Iunema.

Iunema descrive così il suo nuovo brano: “Un po’ di me è un brano molto intimo. E’ stato scritto di getto, quasi come se fosse stato per me un’esigenza, un bisogno urgente di esprimere un sentimento molto forte che provavo in quel momento. Credo che nel testo ci sia la più importante dichiarazione che si possa fare ad una persona: voler donare noi stessi per far stare bene chi ci sta accanto, senza promesse, senza falsi progetti, ma solo con un desiderio assoluto che l’altra persona non stia più male. Nella sua versione acustica, poi, questa canzone viene spogliata da ogni ‘accessorio’ e rimane nuda nella sua essenza, che mi auguro possa colpire e coinvolgere chi la ascolterà.”

In Un po’ di me (Acoustic version), presente nell’album “Nuvole Apparenti” anche nella sua versione non acustica, collabora il musicista Mario Rosini, la cui esecuzione al pianoforte contribuisce a rendere magica l’atmosfera del brano.

TUMORI TESTA-COLLO: ANZIANI, NEL 2030 UN MALATO SU 2 SARÀ OVER 65. FUMO, ALCOL E SESSO AUMENTANO IL RISCHIO

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Entro il 2030, in Italia, tra coloro che sono affetti dal tumore testa-collo, uno su due sarà over 65. Numeri non sorprendenti se si pensa che già oggi una persona su tre tra chi è colpito da questo tumore ha superato i 65 anni. Una tendenza che si mischia con l’invecchiamento della popolazione italiana, che già oggi su circa 60 milioni di persone, conta 10 milioni di anziani. Aspre le conseguenze non solo sul singolo, ma anche sul pubblico, con ingenti spese anche a carico del Sistema Sanitario Nazionale, per una malattia invalidante e costosa.

L’APPUNTAMENTO - Se ne parlerà martedì 19 dicembre a Milano, presso la Fondazione IRCCS - Istituto Nazionale dei Tumori (via Giacomo Venezian, 1) in occasione del seminario “Il paziente anziano: le sfide di un approccio multidisciplinare e il tumore testa-collo”, organizzato dalla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con la Fondazione don Gnocchi di Milano e gli Spedali Civili di Brescia, con la supervisione scientifica della prof.ssa Lisa Licitra e del dr Paolo Bossi e il patrocinio di diverse società scientifiche italiane

COSA SONO I TUMORI TESTA – COLLO - Per tumori testa – collo si intendono l’insieme di neoplasie che hanno origine nelle cavità nasali e nei seni paranasali, nella faringe, nella cavità orale, nella laringe e nelle ghiandole salivari. Il più frequente, circa un caso su due, riguarda la laringe, seguito da quello del cavo orale e della faringe. Il 90% di questi tumori sono carcinomi spinocellulari; la restante parte, invece, riguarda melanomi, sarcomi, linfomi e altri tipi di tumore.

“Queste malattie – spiega Paolo Bossi SC Oncologia Medica 3 Tumori Testa-Collo e Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori - interessano soprattutto il cavo orale, faringe o faringe/laringe, e riguardano una popolazione sempre più adulta, sopra i 65 anni. La popolazione più soggetta a rischio è quella che beve alcol e fuma, ma ultimamente si è evidenziata anche un’epidemia legata al virus del papilloma”

I DATI - In Italia questi tumori rappresentano circa il 5% di tutti i tumori maligni, al quinto posto tra i più frequenti. Sono circa 12mila i casi che vengono diagnosticati ogni anno, con un tasso di incidenza pari a 17 nuovi casi per 100mila abitanti l’anno. Solo un malato su due, a 5 anni dalla diagnosi, riesce a sopravvivere, ovviamente a seconda dello stadio di malattia riconosciuto e dalla tardività della diagnosi stessa.

La regione maggiormente colpita risulta il Veneto: circa 50 casi per 100 mila tra gli uomini e 8 per 100 mila tra le donne. A livello nazionale a rischiare di più sono gli uomini, loro si ammalano 7 volte più spesso rispetto alle donne. La fascia di età più colpita è quella tra i 50 e i 70 anni, ma i tumori delle ghiandole salivari e i sarcomi colpiscono in età più precoce.

I SINTOMI - I sintomi più frequenti sono dolore persistente alla gola, difficoltà nel deglutire, raucedine o cambiamenti di voce, dolore all’orecchio e sanguinamento. Se tali condizioni dovessero presentarsi in maniera assidua per due settimane, si consiglia di richiedere al più presto alcuni esami specifici, avendo accesso ad una visita otorinolaringoiatrica. A seguire verranno poi effettuati eventuali altri esami, quali, risonanza magnetica, TAC o PET.

L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE – “L’approccio alla diagnosi e al trattamento di questa malattia – dichiara Paolo Bossi - nei prossimi anni richiederà sempre di più una valutazione medica multidisciplinare, con una stretta collaborazione tra oncologi, radioterapisti e chirurghi, in modo da decidere la terapia in base ai trattamenti disponibili, allo stadio di malattia, alle condizioni cliniche del singolo paziente. La presenza chiave della figura del geriatra, in supporto, permetterà di disegnare e personalizzare le terapie per i pazienti anziani, di gestire meglio il recupero dopo il trattamento.  Un approccio multidisciplinare garantisce, ad ogni modo, risultati migliori e più efficaci, sia da un punto di vista temporale che qualitativo”.

PERCHE’ L’ATTENZIONE AL PAZIENTE ANZIANO? – Il Paziente anziano con tumore del distretto testa-collo Ha una sopravvivenza più ridotta rispetto al giovane. Non è chiaro però se questo sia dovuto alla fragilità generale nell’età anziana, alla impossibilità ad effettuare le migliori terapie, ad una tendenza del medico a ridurre l’intensità delle cure per il rischio di effetti collaterali, alle maggiori complicanze o alle altre patologie di cui soffre la persona anziana. In generale nella popolazione sopra i 70 anni l’intensificazione delle cure con strategie di radioterapia massimali o con l’aggiunta di farmaci chemioterapici o biologici sembra non avere lo stesso effetto che nei giovani. D’altra parte è probabile che la vera questione stia nella selezione del paziente che può ricevere questi trattamenti e che ne possa beneficiare. Per questo è cruciale la valutazione con il gruppo multidisciplinare, che possa permettere la scelta del trattamento migliore dalla prima visita.

ALCOL E FUMO AUMENTANO IL RISCHIO – Oltre ad essere una delle principali cause della malattia, il fumo, continuato durante le terapie, è anche un fattore che riduce le probabilità di cura.  Secondo lo studio della Saint Louis University School of Medicine, coloro che fumavano al momento della diagnosi avevano il doppio delle probabilità di morire rispetto ai non fumatori.

Analogo il discorso di chi faceva uso di alcolici: per loro le probabilità di decesso erano maggiori del 68%. Inoltre l’equipe ha sottolineato come le persone non sposate presentassero l’87% di probabilità in più di morire.

IL RUOLO DEL SESSO NELLA MALATTIA – “Anche il Papilloma virus gioca un ruolo fondamentale, avendo modificato negli ultimi venti anni l’epidemiologia stessa della malattia – spiega Paolo Bossi -  Sappiamo per certo che i tumori legati al papilloma virus tenderanno a crescere per almeno altri 20-30 anni. Poi è possibile che si possano verificare gli effetti benefici della vaccinazione anti-papilloma, sempre che possa raggiungere una copertura vaccinale adeguata. Se così fosse, si potrebbe prevedere per il 2040 un calo di questo tipo di malattie. Si tratta però di scenari solo ipotizzabili, su cui possono intervenire molte variabili”

Sanremo 2018, MIRKOEILCANE in gara fra le nuove proposte con "STIAMO TUTTI BENE"

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Mirkoeilcane, già vincitore del Premio Bindi e di Musicultura 2017, dal 6 al 10 febbraio sarà in gara per la 68° edizione del Festival di Sanremo nella categoria“Nuove Proposte”.

Nella serata di "Sarà Sanremo", in onda ieri sera in diretta da Villa Ormond su Rai1, il brano del cantautore romano “Stiamo tutti bene” ha superato tre selezioni: quella televisiva - formata da Ambra Angiolini, Gabriele Salvatores, Piero Pelù, Irene Grandi e Francesco Facchinetti; quella della Commissione musicale - composta da Claudio Baglioni e da Claudio Fasulo, Massimo Giuliano, Duccio Forzano, Massimo Martelli e Geoff Westley - e quella del televoto riservato al pubblico a casa.

«Bravo per tante cose - ha commentato Gabriele Salvatores al termine dell’esibizione - per il coraggio di portare a Sanremo una canzone parlata, tra l’altro musicalmente molto interessante, e per il coraggio di provare a fare qualcosa di diverso e di parlare dell’oggi. Io mi sono commosso!»

Stiamo tutti bene” – musica e parole di Mirko Mancini, prodotto da Steve Lyon – è un vortice sonoro in cui l’ascoltatore viene risucchiato ad ogni minuto in cui il brano avanza e le parole assumono colori sempre più intensi. Mirkoeilcane canta, con tono narrante, il racconto tratto da una storia vera di un bambino che vede scorrere gli eventi davanti a sé ed evoca l’innocenza di uno sguardo che non ha abbastanza strumenti per capire ma inizia a comprendere la realtà che gli si svela davanti.

Ma guarda te la iella proprio a me doveva capitare
4 giorni su 'sta barca e intorno ancora solo mare
ma ti pare giusto uno va in vacanza per la prima volta
e quelli li davanti son capaci di sbagliare rotta

Mirko Mancini, in arte Mirkoeilcane, nasce il 6 maggio 1986 ed è un cantautore romano. Negli anni lavora come chitarrista in studio e suona dal vivo con diversi artisti. Compone diverse colonne sonore come quella della web serie “Forse sono io”, dei corti “Memories”, “Il lato oscuro” e “Quattro battiti” e del film “I peggiori”. Impegnato nella scrittura di testi e musica per altri artisti, nel 2016 decide di avviare una carriera musicale da solista, che viene consacrata con l’uscita del suo primo disco omonimo a gennaio. Nello stesso anno, Mirkoeilcane vince il Premio Bindi, il Premio Incanto, miglior testo e migliore interpretazione di cover al Premio Musica Controcorrente e il suo album figura tra le cinquanta opere prime candidate al Premio Tenco. Le tematiche sociali e i rapporti affettivi, figurano spesso al centro delle sue canzoni. A giugno di quest’anno vince Musicultura e a luglio firma un contratto discografico con l’etichetta Fenix Entertainment.

Film, L'ora più buia: Gary Oldman è Winston Churchill che guidò la propria Nazione verso la vittoria. La recensione di Fattitaliani

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di Emanuela Del Zompo - (trailer) Il film più atteso del nuovo anno vanta per Gary Oldman una nomination ai Golden Globes e a gli Screen Actors Guild Awards come migliore attore  e subito si grida all'Oscar.

Irriconoscibile l'attore che ha dovuto subire una vera e propria trasformazione fisica che grazie al trucco (durato circa 3 ore ogni mattina) rende il personaggio molto verosimile grazie anche all'uso quasi sconsiderato che l'attore Gary
Oldman fa del sigaro pur di interpretare il Primo Ministro Britannico.
Le riprese mostrano nelle maggior parte del film il protagonista in penombra, il regista gioca con la luce sottolineando anche il dialogo tra Churchill e il Re Giorgio, che quasi soccombe difronte alla personalità del suo interlocutore, un uomo capace di essere tenuto a bada solo da sua moglie ( interpretata da Kristin Scott Thomas).
Gary Oldman da prova di una grande interpretazione  anche modulando la voce che rende il suo personaggio un capolavoro tecnicamente perfetto dal punto di vista recitativo.
Sin dall'inizio del film ci troviamo di fronte ad un Winston Churchill, ironico e goffo: Gary Oldman ci presenta un personaggio quasi superficiale mostrandolo al pubblico nel suo più intimo privato ( ci riferiamo alla scena di quando esce completamente nudo dalla doccia mentre detta una lettera alla sua segretaria o mentre beve whisky a colazione mentre si trova ancora a letto).
Ma il regista Joe Wright ( Anna Karenina) non descrive solo un biopic, ma racconta un' inedita figura di Winston Churchill che sottolinea il lato umano dell'uomo pubblico che superò  brillantemente la sua "Ora più Buia" nel conflitto della Seconda Guerra Mondiale portando la Nazione alla vittoria (V descrive la scena di Winston Churchill dove incrocia le dita in senso di Vittoria ma che molti scambiarono come segno di indice medio).
Un film non solo fatto bene e con  un cast di attori stellari ma anche reso grande dalla sinfonia della musica di Dario Marianelli: ancora una volta un italiano rende lustro al cinema italiano.

Rai3, Flavio Insinna conduce "La Strada senza tasse" una produzione Stand By Me dal 18 dicembre

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Tutti noi paghiamo le tasse comunali e riceviamo in cambio dei servizi, di cui spesso non siamo soddisfatti. Ma se i soldi delle tasse venissero restituiti e i servizi sospesi, saremmo in grado di autogovernarci?

È la domanda a cui vuole rispondere “La Strada senza tasse”, il nuovo programma di Rai3 condotto da Flavio Insinna, che andrà in onda alle 20.10 per 10 puntate, a partire da lunedì 18 dicembre e fino a venerdì 29 dicembre, giorno in cui sarà in onda con una puntata speciale anche in prima serata. Un esperimento sociale unico nel suo genere, che si svolge per la prima volta in Italia e che sarà raccontato con il linguaggio del docu-reality.

Teatro dell’esperimento sociale sarà un vicolo del centro storico Eboli, in provincia di Salerno. Qui dieci famiglie hanno accettato di vivere per 5 settimane “fuori dal Comune”: hanno rinunciato a tutti i servizi e hanno ricevuto in cambio un budget equivalente alla media nazionale delle tasse comunali pagate dai cittadini per quel periodo di tempo. I residenti della “Strada senza tasse” si troveranno così ad affrontare la quotidiana amministrazione - gestione dei rifiuti, illuminazione pubblica, manutenzione delle strade - ma anche diverse emergenze: atti di vandalismo, derattizzazione e guasti della rete fognaria.

Come si organizzerà la comunità per gestire la quotidianità e le emergenze? Ce la faranno i residenti della “Strada senza tasse” ad andare avanti senza le istituzioni? Sosterranno l’esperimento di autogoverno o si ritireranno alla prima difficoltà?

IL FORMAT

Il format, andato in onda in Gran Bretagna sulla BBC, è stato riadattato e prodotto per l’Italia da Stand By Me.
Per cinque settimane le telecamere della troupe di stanza ad Eboli hanno seguito ogni giorno i protagonisti dell’esperimento e hanno registrato tutto quello che è accaduto nella strada. Anche Flavio Insinna è stato a lungo sul set, diventando in poco tempo un punto di riferimento per le famiglie della “Strada senza tasse”.
Eboli è stata selezionata dopo un attento studio di fattibilità durato mesi, che ha coinvolto decine di province in tutta Italia. La forte partecipazione dei cittadini e l’ampia disponibilità dell’amministrazione comunale a prestarsi all’esperimento come fosse una vera sfida hanno convinto la produzione a scegliere questa cittadina. E così, per cinque settimane, una strada nel centro storico di Eboli è diventata per i telespettatori il simbolo della “Strada senza tasse”.

Lorella Cuccarini è REGINA DI GHIACCIO dal 20 dicembre al 7 gennaio al teatro Brancaccio di Roma

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Atteso il ritorno nel periodo di natale di Lorella Cuccarini in LA REGINA DI GHIACCIO il musical, ideato e diretto da Maurizio Colombi, ispirato alla fiaba persiana da cui nacque la Turandot di Giacomo Puccini.

Lorella Cuccarini interpreta il ruolo di una crudele e malefica regina vittima di un incantesimo, nel cui regno gli uomini indossano una maschera per non incrociare il suo sguardo e rimanere vittime della sua perfida bellezza. Solo colui che sarà in grado di risolvere tre enigmi potrà averla in sposa. Riuscirà il Principe Calaf, interpretato da Pietro Pignatelli, a sciogliere il cuore di ghiaccio della regina con il calore e il fuoco del suo amore?

L'Opera lirica Turandot, incompiuta per la prematura scomparsa di Puccini, ebbe nelle varie edizioni dei finali distinti. Il moderno adattamento in musical di Maurizio Colombi, che si conferma una delle menti più capaci del genere Musical in Italia (suoi Rapunzel, Peter pan), dà una nuova chiave di lettura fantastica, più vicina alla sensibilità dei bambini, grazie all’inserimento di personaggi inediti: le tre streghe Tormenta, Gelida e Nebbia, fautrici dell’incantesimo, in contrasto con i consiglieri dell’imperatore Ping, Pong e Pang; un albero parlante, la Dea della Luna Changé, il Dio del Sole Yao. Un cast artistico formato da venti straordinari performer fra attori, cantanti, ballerini, acrobati.
Alessandro Longobardi, direttore artistico del Teatro Brancaccio, produce per Viola Produzioni questo nuovo grande musical, riconfermando la squadra vincente di Rapunzel: Maurizio Colombi, Lorella Cuccarini, oltre al prezioso cast creativo: Davide Magnabosco, Alex Procacci e Paolo Barillari per le musiche, Giulio Nannini per i testi, Alessandro Chiti per le scenografie, Francesca Grossi per i costumi, Alessio De Simone per il disegno luci Emanuele Carlucci per il disegno suono, Rita Pivano per le coreografie.
Non mancheranno in sala gli effetti speciali che abbattono la quarta parete coinvolgendo tutti gli spettatori, grazie all’utilizzo di immagini video realizzate con le più moderne tecnologie.


La musica originale, composta da 18 emozionanti brani musicali arrangiata e diretta da Davide Magnabosco mantiene dei riferimenti melodici ad alcune tra le più famose arie di Puccini e di altri “grandi” dell’opera lirica.

 UNA PRODUZIONE ALESSANDRO LONGOBARDI PER VIOLA PRODUZIONI - TEATRO BRANCACCIO

MUSICA DAVIDE MAGNABOSCO, PAOLO BARILLARI, ALEX PROCACCI TESTI MAURIZIO COLOMBI, GIULIO NANNINI
SCENE ALESSANDRO CHITI, COSTUMI FRANCESCA GROSSI
DIREZIONE MUSICALE E ARRANGIAMENTI DAVIDE MAGNABOSCO COREOGRAFIE RITA PIVANO

con
LORELLA CUCCARINI nel ruolo di TURANDOT
PIETRO PIGNATELLI nel ruolo di CALAF
DANIELA SIMULA nel ruolo di CHANG’È,
SERGIO MANCINELLI nel ruolo di YAO,
VALENTINA FERRARI nel ruolo della strega TORMENTAFEDERICA BUDA nel ruolo della strega GELIDA
SILVIA SCARTOZZONI nel ruolo della strega NEBBIA
GIANCARLO TEODORI nel ruolo di PING
JONATHAN GUERRERO nel ruolo di PONG
ADONÀ MAMO nel ruolo di PANG
PAOLO BARILLARI nel ruolo di ALTOUM
FLAVIO TALLINI nel ruolo del PRINCIPE DI PERSIA
LAURA CONTARDI nel ruolo di ZELIMA

SCRITTO E DIRETTO DA MAURIZIO COLOMBI


ROMA teatro Brancaccio 20 DICEMBRE 2017 –  7 GENNAIO 2018

PRIMA STAMPA 22 dicembre ore 20
TEATRO BRANCACCIO
via Merulana 244, 00185 roma · tel 06 80687231/2  · 
www-teatrobrancaccio.it

Sabato 23, martedì 26, 1, 5,6 e 7 gennaio ore 17, 27, 28 e 29 dicembre
3 e 4 gennaio ore 20.
Prezzi da 55 a 26 euro

CAPODANNO 31 DICEMBRE ore 21,00 da euro 60

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