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Il Made in Italy al tempo dei social: come viene percepito all’estero?

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Secondo l’indagine integrata (social + survey) svolta da Blogmeter - “Italian Excellence – una ricerca sul Made in Italy all’estero” - il Made in Italy vince sui social, con oltre 3 milioni di conversazioni e 97 milioni di interazioni sul solo Instagram. Il Food è il settore più citato nella survey, ma sui social sono il Fashion ed il Design a dominare le conversazioni con il 72%. A svettare nella classifica delle icone italiane nel mondo troviamo Giorgio Armani e Sophia Loren, ma mancano gli innovatori delle nuove generazioni

Il made in Italy è uno dei brand più conosciuti e apprezzati al mondo, forse il più imitato, di certo il più contraffatto. Il made in Italy è la differenza che ci distingue agli occhi degli altri Paesi facendo innamorare di sè milioni di consumatori internazionali perché evoca uno specifico stile di vita, una qualità peculiare dei prodotti e delle esperienze, un certo tipo di suggestioni e di autenticità. Certamente il valore emozionale di questo brand nell'immaginario degli stranieri è una delle carte vincenti della nostra industria. Ma ad un esame più ravvicinato che cos’è in realtà il Made in Italy per i consumatori internazionali? Che valori vi associano queste persone? Quali sono i valori già sedimentati e quelli su cui puntare? Per rispondere a questa teoria di interrogativi, Blogmeter, ha condotto uno studio su come il made in Italy viene percepito fuori dai confini nazionali, un lavoro nato per offrire una visione diversa sul tema rispetto a come se ne parla solitamente, una visione che prende seriamente in considerazione l’opinione e gli spunti dei consumatori o potenziali tali con l’obiettivo di offrire alle aziende italiane non solo dati numerici, ma anche concreti spunti sociologici e di marketing sui quali lavorare all’interno delle strategie di brand. L’indagine “Italian Excellence - una ricerca sul Made in Italy all’estero”, è stata costruita da Blogmeter integrando dati derivanti da due differenti fonti: da un lato sono state analizzate oltre quattro milioni di conversazioni social in lingua inglese; dall’altro è stata elaborata una survey, sottoposta ad un campione di individui di cinque diversi Paesi, Regno Unito, Germania, Francia, Stati Uniti e Russia.
Il primo dato che emerge dall’indagine “Italian Excellence” è che Instagram svolge un ruolo decisamente predominante rispetto agli altri canali social: infatti delle oltre quattro milioni di conversazioni analizzate da Blogmeter, ben tre milioni sono avvenute proprio su questo social, producendo qualcosa come 97 milioni di interazioni complessive. Un dato, a ben guardare, non così sorprendente, se si pensa che proprio Instagram sta crescendo a ritmi incalzanti e solo in Italia conta oggi 14 milioni di utenti attivi al mese. Analizzando il linguaggio con cui si parla del Made in Italy su Instagram è interessante notare come le parole che ritornano più spesso nelle conversazioni sono termini emozionali come beauty, passion e wow. Il Made in Italy è dunque riconducibile alla dimensione del sentimento.

A che settori è associato il Made in Italy? Social e survey ci dicono cose diverse

Per quanto riguarda le categorie di prodotto che generano più discussioni, i social e la survey offrono insights alquanto diversi. Da una parte vediamo che sui social dominano largamente i settori del Fashion e del Design (rispettivamente con il 52% e il 20% delle interazioni complessive), mentre il Food e i Motori si fermano sorprendentemente al 2% ciascuno. Tuttavia, a fronte di una domanda diretta, gli individui che hanno risposto alla survey hanno associato all’Italia soprattutto il Food, che domina su tutti gli altri settori con un nettissimo 63%. In questo caso il Fashion si attesta al 42%, dieci punti percentuali in meno rispetto ai dati emersi sui social. Se poi suddividiamo i risultati della survey per singolo Paese emerge uno spaccato eterogeneo: se addirittura l’83% degli americani pensa all’Italia come Cibo, il 51% dei russi ci vede come produttori di Scarpe, mentre il 45% dei tedeschi ci associa al settore Automobilistico. Infine è curioso notare che solamente l’1% dei francesi collega l’Italia al Vino, una delle eccellenze del nostro Paese, a riprova del fatto che la “guerra” con i cugini transalpini su questo prodotto è ancora viva e sentita.   

I valori di marca del Made in Italy: siamo belli ed eleganti, ma poco tecnologici

Ai partecipanti alla survey è stata posta anche una domanda a risposta multipla sui valori che il Made in Italy veicola. I risultati mostrano da un lato che il Made in Italy tiene botta riguardo ai suoi valori più consolidati, infatti viene considerato sinonimo di bellezza, tradizione, eleganza e qualità, ma dall’altro sembra essere carente sotto altri aspetti, quali la prossimità, il value for money, la tecnologia e la desiderabilità. Si potrebbe dunque affermare che le persone all’estero ci sentono in qualche modo distanti, poco attraenti e tecnologicamente non all’avanguardia, senza dimenticare che anche il rapporto qualità-prezzo dei nostri prodotti andrebbe rivisto. In realtà questa visione viene, almeno in parte, attutita dalle opinioni espresse sui social dove effettivamente si trovano molti post di segno positivo associati alla tecnologia e all’eccellenza del saper fare; dai motori Ferrari, ai telai in carbonio delle biciclette Pinarello, passando per la maestria dei numerosi artigiani attivi in tutta Italia.

L’Italia, i suoi territori e i suoi ambassador

L’indagine ha preso in esame anche i luoghi e in generale i territori più citati nelle conversazioni analizzate. Per quanto riguarda i social, tra le città e le regioni più menzionate, spiccano Bologna e Modena, aree storicamente legate alla produzione di auto di lusso, da Ferrari a Maserati a Lamborghini. Seguono Lombardia e Milano mentre al terzo posto per numero di citazioni spunta la Campania con Capri, Amalfi, Positano e naturalmente Napoli. Infine, alla domanda “Quali personaggi ti vengono in mente se pensi al Made in Italy”, il più citato è stato Giorgio Armani, seguito dalla grande Sophia Loren e da Versace. Sicuramente tre nomi che hanno esportato l’eccellenza italiana in tutto il mondo, ma la domanda nasce spontanea: non mancherà forse prospettiva? «L’assenza in questa classifica di un innovatore come Alessandro Michele di Gucci mi ha sorpresa, ma è emblematica - fa notare Paola Nannelli, Senior Strategist & Head of Influencer Marketing - e ci fornisce una fotografia del made in Italy molto legato all'heritage e troppo poco proiettato al futuro. E' tempo di guardare oltre»

Janet De Nardis è diventata mamma: è nata Joy

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Sabato 21 ottobre alle ore 9:57, Janet De Nardis ha dato alla luce la piccola Joy. Nata nella Casa di cura Santa Famiglia, la mamma e la nuova arrivata stanno bene.
L’annuncio della nascita è arrivato attraverso il profilo facebook della conduttrice. La dolce attesa è finalmente finita e Janet , mamma sprint, che fino a pochi giorni fa era in radio con il suo programma Incidentalis Arte (RID 96.8), ora può godere della nascita della bimba tanto attesa e desiderata. La vedremo prossimamente con un’altra sua creatura, il Roma Web Fest, che con la quinta edizione tornerà nella suggestiva location del MAXXI – Museo delle Arti del XXI secolo, dal 25 al 26 Novembre e il 24 Novembre presso La Sapienza. Mascotte di quest’anno pronta a farsi “coccolare” dai tantissimi personaggi del mondo dello spettacolo e della rete, sarà la piccola Joy.

Ellis Cloud, uscito “Born in The 20’s” il 1° album del cantautore e polistrumentista palermitano

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“Born in The 20’s” è il titolo dell’album d’esordio di Ellis Cloud, nome d’arte di Riccardo Lo Faso, cantautore e polistrumentista palermitano, uscito il 17 ottobre in digital download.
Un disco che nasce nei due anni passati a New York, tra Brooklyn e Manhattan, e che vede la luce grazie all’incontro con il produttore Gabriele Plescia nel 2016. È anticipato dal primo singolo estratto, “Walk on Water”, attualmente in rotazione radiofonica e accompagnato dal video del brano, girato da Francesco Lonatro e co-diretto da Ellis Cloud stesso, disponibile su Youtube: https://www.youtube.com/watch?v=8NswGc-Y8Zw

Il disco autoprodotto è “un miscuglio acustico ed elettronico sempre sul filo di una malinconia che finge più volte di lasciare l’ascoltatore, - racconta l’artista -  ma che non lo fa mai davvero. L’ambientazione è futura ed i nati sono quelli dei 2020’s. L’album è una raccolta di storie di persone ambientate nel 2040, raccontate con una naturalezza estranea all’uomo del presente e collocate in un futuro in cui tecnologie e strati sociali si sono spinti così lontano annullando totalmente il concetto di ‘bizzarro’ e di ‘incredibile’. In Born in The 20’s – prosegue Ellis Cloud - convivono il mood kitsch scanzonato dei Vampire Weekend, i suoni caldi di kick e snare di J. Dilla, la grezza brevità dei Beatles, il sorriso sornione di Duke Ellington ed i tocchi ska della Winehouse”.

Ellis Cloud è co-produttore del disco e dei suoi arrangiamenti ed oltre a cantare suona chitarre, bassi e sintetizzatori. Nelle registrazioni sono stati coinvolti alcuni dei musicisti più talentuosi della sua città tra cui Federico Quartana, Ciro Pusateri, Dario Grizzaffi, Lorenzo Passalacqua e Giorgio Bovì.

Questa la tracklist: si parte con dagli attacchi di panico di “Street Star”, si passa alle storie di ibernazione di “So Young” in cui un uomo spera di ritrovarsi tra 50 anni in un futuro in cui la sua sessualità sfrenata possa essere totalmente accettata. Poi spazio alla pazzia di “Moody Movie” e a “Walk On Water”, un racconto di pubblicità, una dedica ai fenomeni che riescono a monetizzare sul web senza avere alcun talento o particolare vocazione. La gelosia di “Tangled Wires” e la “retromania” di “New Flying Socks” aprono la strada alla titletrack, “Born in the 20’s”: case su Marte, robot/babysitter, una generazione condensata in microepisodi. “Leave me Alone”, “Invincible” e “Play” chiudono le dieci tracce dell’album.

Francesco Riccardo Lo Faso in arte Ellis Cloud nasce a Palermo nel novembre ‘87. Cantautore e polistrumentista, è cresciuto in un contesto musicale quasi interamente nazionalpopolare: viene preso miracolosamente in salvo da Duke Ellington e Benny Goodman a 14 anni. Studia clarinetto, e quando tolgono per 9 mesi l’adsl dal suo quartiere decide di imparare seriamente la chitarra. Scrive le prime canzoni a 19 anni. Spende troppi soldi in pedali ed a quest’ora invece di parlare di shoegaze probabilmente avrebbe un monolocale tutto suo.  Ossessionato dal periodo musicale 1977/1984 ha suonato in tante formazioni, dal dream pop al new-rave al math-rock. Nel 2011 intraprende un’esperienza lavorativa newyorkese per un’azienda che sfortunatamente dopo pochi mesi chiude i battenti lasciandolo per due anni preda delle tensioni della Grande Mela e ispirandolo a raccontare le storie presenti in Born in The 20’s".  Tra i suoi artisti contemporanei preferiti puoi trovare St. Vincent, Flying Lotus, Thundercat, Unknown Mortal Orchestra, Janelle Monae, Amy Winehouse e i Deerhunter, e sogna di potersi ubriacare con Mac DeMarco prima dei 30 anni.

Silvia Maxia, l’Artista sarda vola con il suo talento nella casa di moda statunitense Vida Design

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L’artista Silvia Maxia originaria di Ardauli, approda alla casa di moda americana Vida design.
Dopo aver partecipato a molte mostre e manifestazioni culturali in diverse parti dell’isola, ha deciso da due anni di far conoscere un po’ della sua arte e della sua Sardegna, anche nel resto d’Italia. Si è dedicata all’arte in tutte le sue sfumature, con un impegno a livello professionale, ormai quasi al termine dei suoi studi universitari, nell’indirizzo Storico di Beni culturali dell’Università di Cagliari, avviandosi in questo campo di studi e lavorativo. Recentemente si è accorta di Silvia Maxia e delle sue doti, anche una prestigiosa casa di moda degli Stati Uniti. Si tratta della VIDA design, che ha già confezionato una serie di abiti, realizzati con materiali di altissima qualità, che vengono venduti in tutto il mondo, utilizzando alcuni suoi disegni. E con l’attuale collezione autunno e inverno, Silvia è già alla sua seconda collezione moda per la VIDA design. Per realizzarla, si è ispirata a tre borghi della Sardegna e ad alcune loro particolarità tradizionali ed etnografiche. Una scelta è caduta su Desulo, con una linea ispirata ai preziosi ricami delle bellissime cuffie dell’abito tradizionale. Dai ricami dei grembiuli delle donne di Orgosolo, è nata la linea ispirata a questo paese, mentre per la linea Ardauli, il paese natale della sua famiglia, ha preso lo spunto da un tappetto ottocentesco (per sas mustras), ereditato da una trisavola della sua famiglia e custodito con estrema attenzione in casa.

“Ho voluto scommettere sulla Sardegna – ha sottolineato Silvia Maxia – e sono molto contenta e orgogliosa dei miei risultati, perchè questa è la conferma dei tanti anni di lavoro e sacrifici che ho fatto, oltre che di intensa e continua ricerca sul campo. Ormai sono passati 21 anni dalla mia prima tela dipinta nel 1996 quando avevo solo sei anni. Oggi i miei lavori prendono aerei e solcano il mare, per raggiungere altre città italiane e presto anche europee. Con il marchio statunitense VIDA, ho avuto una grandissima opportunità, perchè mi ha dato la possibilità di creare una mia personale linea di moda, che può essere ordinata e spedita in tutto il mondo, per poi essere indossata da chiunque lo desideri. Per il 2018, prevedo un anno ancora più intenso, artisticamente parlando, ormai la mia agendina di appuntamenti, è quasi piena anche per il nuovo anno, grazie anche all’appoggio e al sostegno che ricevo da diverse associazioni, amministrazioni comunali e anche da qualche museo e galleria d’arte, che mi hanno richiesto in anticipo una grande novità su cui sto lavorando da tempo. 
Un progetto un po’ diverso dal solito, si tratta dell’arte della vetrofusione, la pasta vitrea e la ceramica, tecniche da me apprese all’Istituto d’Arte Carlo Contini di Oristano, che in questi anni ho volute rivalutare, per farle sposare con tecniche antiche, legate agli accessori della storia e dell’archeologia sarda”.
Le mie opere possono essere visionabili in diversi siti e social network:

Ar.Ma Teatro, "Qui è così": dal 26 ottobre un nuovo format con Mauro Perugini

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Il 26 ottobre prende il via all'Ar.Ma Teatro un nuovo e originalissimo format, ideato e realizzato da Mauro Perugini. QUI È COSÌ! è il titolo di questo appuntamento con cadenza quindicinale.

Più di uno spettacolo, forse un aperitivo o magari una cena dove il pubblico sarà partecipe, elemento attivo e reattivo di un gioco, un’alchimia in cui si fonderanno intrattenimento, coinvolgimento, chiacchiere, visioni, idee, giochi, proposte, magie, musiche, poesie, cibi, ricette, libri, letture, consigli, risse, amplessi, orgasmi, insomma le solite cose o quasi che non troverete mai in un teatro normale!
Un Teatro finalmente transgender, diverso, luminoso, non convenzionale, con musica ed ospiti.
Quasi un circo con la sua pista, il Fido Assistente Doctor Flower e il suo Bravo Direttore che sarà anche anfitrione, chef, intrattenitore, mago, cicerone, comico, conduttore, ma anche attore, predicattore, mentalista, apripista, affarista, femminista, armonicista, musicista (perché limitarsi... quando il limite è la fantasia?).
Un appuntamento quindicinale che accompagnerà il pubblico per tutta la stagione, per uno spettacolo ogni volta nuovo e diverso, perché nuovo e diverso sarà ogni volta il pubblico.

Ar.Ma Teatro
via Ruggero di Lauria 21
26 ottobre ore 21.00
Telefono 06 39744093 - cell. 333 9329662
Mail: info@capsaservice.it
Biglietti. Intero 12 - ridotto 10

Mauro Perugini comico, autore, attore nei primi anni ottanta inizia la sua personale formazione partendo dalla Commedia dell’Arte con Carlo Boso alla mimo-clownerie con Roy Boisier, tecniche che poi perfeziona con insegnanti europei e americani come Andrey Leparschy e Claire Mallardi.
Per un semestre studia a New York teatrodanza e danza moderna, con Alwin Nikolais e Murray Louis. Tornato in Italia approfondisce la recitazione teatrale e cinematografica con Dominique De Fazio dell'Actor's Studio di N.Y.C. e con Lena Lessing.
Nella seconda metà degli anni ‘80 entra a far parte della Compagnia di Checco & Anita Durante, dove rimane per 3 stagioni.
Nel 1990 fonda il gruppo musicale The Fool & The Night Band ed inizia la sua carriera come comico che lo porta ad oggi ad aver collezionato oltre 1400 serate nei locali più importanti del settore.
In seguito crea e perfeziona una personale forma di conduzione/intrattenimento, facendo confluire le sue capacità di comico ed improvvisatore con quelle di attore.
Tra il ’92 al ’96 è autore e conduttore per 52 puntate della trasmissione radiofonica “In diretta da...” su Rai Radio 1, esperienza radiofonica che riprende qualche anno più tardi partecipando a “610” con Lillo & Greg.
In televisione è a D.O.C. di Renzo Arbore e a Televiggiù con Gianfranco D’Angelo.
Affina l'arte affabulatoria con Laura Curino e tra il 2004 e il 2012 crea e mette in scena alcuni spettacoli-monologo, l’ultimo dal titolo “Chapeaux!”.
Nel 2013 è protagonista a Palermo con lo spettacolo “Bobby Fischer vive a Pasadena” per la regia di Beno Mazzone.
Il 2016 lo vede prendere parte allo stage italiano di Ivana Chubbuck e al seguito cinematografico di “Smetto quando voglio” per la regia di Sydney Sibilia.
Tra il 2013 e il 2017 partecipa alla 6^ edizione della fiction “I Cesaroni”, alla 3^ edizione di “Un passo dal cielo”, alla 10^ di “Un Medico in Famiglia” e alla 2^ di “E’ Arrivata la Felicità”.
Firma vari progetti di spettacolo, l'ultimo finalizzato al mercato statunitense denominato “The Cooking Show by Italian Style” e “QUI È COSÌ!” che debutterà a Roma ad ottobre 2017.

Da alcuni anni si dedica all'attività d'insegnamento con il suo workshop “Tu & il Pubblico!!!” finalizzato ad attori, cantanti & musicisti e conducendo laboratori di teatro sul Comico e la Comicità.

ROMA WEB FEST, TUTTO PRONTO PER LA QUINTA EDIZIONE

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Negli ultimi anni siamo passati dalle star della televisione alle webstar, la fama 2.0 passa attraverso Internet: è qui che nascono e vivono i nuovi personaggi mediatici seguiti dai nativi digitali.

Le webstar più conosciute non solo dagli internauti hanno raggiunto i vertici del successo grazie
a like, retweet e followers. Nel video/promo della quinta edizione del Roma Web Fest, (https://youtu.be/2g4yZSCcS0U) lanciato da pochissimo tempo e già diventato virale ottenendo più di 50.000 visualizzazioni, appaiono personaggi come i "Casa Surace", "Geppo Show”, “Chiara Paradisi”, “Edoardo Mecca”, “Che fatica la vita da bomber” ,“i Minimad”, “Frax”, “Gli Actual”, “I panpers”, “Gns Luke”.

Il Roma Web Fest, giunto alla quinta edizione si terrà il 24 Novembre all’Università La Sapienza di Roma e il 25 e 26 Novembre al Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo.

Anche quest'anno Media Partner dell'evento sarà Sky Atlantic, la casa delle grandi storie su Sky, dove la serialità, ma non solo, sperimenta nuovi generi e linguaggi e promuove nuovi talenti. 

Il Festival, ideato e diretto dal 2013 dalla Dott.ssa Janet De Nardis, si pone l’obiettivo di supportare i creativi che scelgono di utilizzare “la rete” come canale produttivo e distributivo. Riflettori puntati in questi anni anche su filmmaker e giovani talentuosi, italiani e stranieri, che grazie alle potenzialità del digitale hanno l’opportunità di sperimentare e sviluppare nuove tecniche di storytelling. Nell’ultimo anno, in particolare, la manifestazione è riuscita a richiamare un pubblico, eterogeneo per fasce di età e interessi culturali. Chiuso da pochi giorni il concorso delle webserie, sul sito del Festival (www.romawebfest.it) la lista dei finalisti.

È ancora possibile partecipare al Bando del Concorso “MOVIELAND” che lo scorso anno ha visto vincitrice la webserie “Romolo + July”, divenuta un prodotto di grande successo.

Roma Lazio Film Commission, attraverso Movieland, premierà anche quest'anno i
giovani filmmakers italiani e stranieri che sapranno valorizzare al meglio il territorio della Regione Lazio. A loro un premio di 3.000,00 Euro.

Spazio anche per gli studenti di scuole e Università che potranno presentare in modo gratuito la propria puntata pilota. Inoltre,tutti coloro i quali avranno idee innovative da realizzare avranno l’occasione di partecipare ai pitch con alcuni dei produttori e broadcasters più importanti d’Italia.

Con il sostegno di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e in collaborazione con l’associazione “I 100autori”, il Roma Web Fest trasformerà le aule dell’Università La Sapienza e il MAXXI, in un “cantiere di creatività”. Tre giorni di workshop con sceneggiatori e autori provenienti dal mondo del cinema, della televisione e del web, che spiegheranno le fasi fondanti della scrittura di un prodotto seriale, partendo dai più trasizionali prodotti televisivi fino al format più breve della webserie. Non solo teoria: il workshop prevede il lavoro in team per costruire una storia a più mani di cui verrà realizzato un teaser.

Tantissimi gli incontri, i panel e le anteprime. Analizzeremo come finanziare una webserie e incontreremo e scopriremo i segreti dei più grandi Youtubers; Si parlerà
di Cyberbullismo; grazie alla collaborazione con l'Ufficio MEDIA del Creative Europe Desk si potrà assistere all'incontro dedicato all' introduzione su Europa Creativa e sul bando “Sviluppo di Contenuti per Progetti Singoli” e a come strutturare un buon pitch; per gli appassionati di musica un panel che ci illustrerà i cambiamenti del mercato discografico, ma anche una tavola rotonda sui nuovi mestieri del web. Molte le anteprime tra cui la presentazione di un progetto rivolto al "sociale" dal titolo Epatite C Zero, una co-produzione Pro Format Comunicazione e Meltin’Pot

         Ovviamente saranno presenti tantissimi i personaggi del mondo dello spettacolo e le più

         importanti webstar che si alterneranno nei vari incontri e nelle proiezioni. 
      Facebook: https://www.facebook.com/RWFRomaWebFest
           Twitter: @Roma_Web_Fest
           Instagram: https://www.instagram.com/roma_web_fest/
Per informazioni: info@romawebfest.it

Leonardo Angelucci, “Capigliatura” il 3° singolo dall'EP “Contemporaneamente”

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Disponibile dal 24 ottobre 2017 “Capigliatura” il terzo singolo di LEONARDO ANGELUCCI, estratto dall'EP “Contemporaneamente”, distribuito e promosso da Alka Record Label (video).

Una canzone sfacciata e irriverente, satirica e pungente, un punk rock ironico che ci porta a riflettere sul pregiudizio ai giorni nostri. Un video molto divertente, come la canzone d'altronde, ma con un pizzico di sana satira ed ironia verso tutti quei pregiudizi che ormai risultano veramente ridicoli, appartenendo ormai al secolo passato e per fortuna a mentalità bigotte ormai in gran parte superate. La canzone, terzo singolo del cantautore rock romano sul tubo, apre la stagione autunnale-invernale di concerti che lo vedranno girare l’Italia anche in collaborazione con Daniele Coccia Paifelman, già voce dei Surgery, Muro del Canto e Montelupo, appena uscito con il suo primo disco solista “Il cielo di sotto”. Già annunciata l’inizio della lavorazione per la produzione del primo album solista di Angelucci, dal titolo “Questo frastuono immenso”, con molte collaborazioni importanti (Daniele Coccia, Roberto Billi, Metrica e molte altre), che uscirà per Alka Record Label nel 2018.

Regia, sceneggiatura e montaggio: Marco Mari
Direttore della fotografia: Marco Caverna
VFX: Giuseppe Bravo
Con: Leonardo Angelucci, Massimiliano Piara, Marco Caverna, Rosa Troiani, Mauro Cola, Giorgio Capogrosso, Daniele Moscatelli, Luca Fattinnanzi, Tommaso Guerrieri, Simone Pierotti, Matteo Troiani.
Si ringraziano: Valeria Santivetti, Flavio Savini, Red Barber Shop, Mosca Barber Shop.
Testi e Musica: Leonardo Angelucci
Registrato, missato e masterizzato da Michele Guberti presso il Freedom Recording Studio di Jolanda di Savoia (FE)
Prodotto da Leonardo Angelucci, Michele Guberti e Massimiliano Lambertini
Distribuito e promosso da: Alka Record Label
Management e Booking: Serena Calabrò

LEONARDO ANGELUCCI Nasce a Roma nel 1991. Sin da piccolo si innamora di qualsiasi strumento musicale e scopre fin dalla tenera età una spiccata dote per lo spettacolo, esibendosi in ogni occasione con performance teatrali, comiche, canore, e quant’altro.

All’età di 7 anni inizia a studiare musica con il M° Francesco Capogrossi, proseguendo gli studi con vari strumenti (sax, pianoforte, percussioni, flauto) nell’associazione di musica del proprio paese e durante il percorso scolastico, fino a rimanere finalmente sedotto dalle sei corde di una chitarra acustica trovata in casa e di proprietà del babbo.

E’ proprio per imitare la “verve” musicale paterna ed arrivare a quella goliardia che si respirava nelle cene fra parenti, con zii e cugini musicisti, che decide di iniziare a strimpellare i primi accordi, innamorandosi dello strumento. 
Studia chitarra con diversi insegnanti passando dall’impostazione e la teoria classica (M° Fabrizio Quacquarini) alle distorsioni elettriche rock-blues del M° Carlo Rosati, coltivando contemporaneamente con i suoi coetanei i primi progetti di band musicali e la passione per la scrittura di testi e musiche originali.

Tali progetti si concretizzano nel 2006 con la fondazione della sua prima band i “Black Butterfly” e con l’incisione del primo disco di canzoni originali intitolato “Nightbus”, uscito nel 2011. Numerosi i concerti, i concorsi e i premi vinti dal musicista e dalla sua band; da sempre innamorato del palco e dello spettacolo fonda nell’ottobre del 2011 i Lateral Blast, dopo lo scioglimento del progetto precedente, incontrando l’entusiasmo di vecchi e nuovi amici-musicisti pronti per un’altra avventura.

Nel gennaio 2014 produce il suo secondo disco ed il primo lavoro in studio dei Lateral Blast, “I am free” e continua a suonare a Roma e nel centro Italia conquistando premi, aperture prestigiose, vincendo festival e facendosi pian piano strada nell’underground musicale indipendente.
Dopo l’ennesimo cambio di formazione della band nel settembre 2014 inizia a lavorare come musicista e produttore sul secondo progetto discografico dei Lateral Blast, “La luna nel pozzo”.
Studente di Geologia per quattro anni, che preferisce ricordare solo e soltanto per il suggerimento sul nome della band (letteralmente “esplosione laterale”)e qualche piacevole scampagnata, presidente dell’Associazione Culturale FREE CLUB fondata nel 2010 con la quale organizza eventi (Castello di C’Arte) e gestisce un centro culturale (Biblioteca-Centro Culturale “Nerina Poltronieri”) nella provincia di Roma, con il fratello di avventure Matteo Troiani condivide anche la passione per il mondo della radio, fondando dapprima una trasmissione nel 2011 (Mind The Gap Radio Show), partecipando a corsi e stage (Radio Città Aperta) e poi entrando a far parte dello staff della prima web radio della Sabina romana “Radio Manzo”, dove tuttora conduce diversi programmi musicali e di talk.

Da sempre appassionato di grafica, video e audio editing e produzioni musicali, verso la fine del 2016 intraprende un percorso formativo come tecnico del suono. Da ottobre 2016 inizia a lavorare sul suo primo progetto solista cantautorale, con il nome Leonardo Angelucci, in un trio pop-rock/folk, insieme ai compagni di musica di una vita, Matteo Troiani e Tommaso Guerrieri. Registra e produce l'ep “Contemporaneamente” nelle campagne ferraresi, a Jolanda di Savoia, presso il Freedom Recording Studio. L'ep esce a Maggio 2017 per il per l’etichetta ALKA RECORD LABEL e contiene cinque brani inediti che presenteranno il cantautore in questa nuova veste, anticipando sicuramente un futuro album di brani inediti, già in lavorazione con importanti collaborazioni.

I componenti della band di Leonardo Angelucci sono:
Leonardo Angelucci (Voce, Chitarra Acustica) 
Matteo Troiani (Basso)
Tommaso Guerrieri (Batteria, Percussioni)
Simone Pierotti (Voce, Chitarra Elettrica) 

GIULIA PRATELLI, “VENTO D’ESTATE” è la reinterpretazione in chiave malinconica del brano di Gazzè-Fabi

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Giulia Pratelli omaggia un pilastro del suo mondo musicale di riferimento in una cover a cui conferisce una nuova veste elettro-acustica sfumata da toni più scuri è più malinconici: «… come il ricordo dell’estate passata, come la voglia di perdersi al mare in un giorno d’inverno».

Vento d'estate, singolo in uscita il 20 ottobre, sarà accompagnato da un video diretto da Megan Stancanelli, che rappresenta alla perfezione l'atmosfera della canzone omaggio.
“Tutto bene”, pubblicato dall’etichetta Rusty Records vede la produzione artistica del cantautore Zibba. I testi sono di Giulia Pratelli e Marco Rettani, tranne che in “Vento d’estate” cover tratta dal brano cantato da Max Gazzè e Niccolò Fabi. Le musiche sono di Giulia Pratelli. 
Le tracce sono state registrate da Simone Sproccati presso i Crono Sound Factory di Vimodrone (MI), mixato da Riccardo Parravicini presso MaM Recording Studio di Cavallermaggiore (Cuneo), masterizzato da Andrea de Bernardi presso Eleven Mastering Studio di Busto Arsizio (Varese). La grafica è curata da Davide Incorvaia. Foto di Giorgia Borneto. Edizioni Musicali Rusty Records/Museo dei Sognatori.

BIO
Giovane cantautrice toscana, Giulia Pratelli ha più volte attirato l’attenzione di grandi artisti quali FiorelloMarco MasiniEnrico Ruggeri. Ha vinto diversi premi e riconoscimenti: Premio Castelletto 2008, secondo posto e premio F.I.O.F.A. al Golden Disc 2008 (oltre a premio Radio Stop e il premio della critica giornalistica de "Il Tirreno"), premio della critica al Discanto 2008, premio della critica al Gran Galà Discanto 2011, primo posto al Festival di Ghedi Cover 2009, terzo posto al Festival Città del Palladio 2010. Nell'estate 2009 è in tour con Gatto Panceri come supporter. Nello stesso periodo inizia una collaborazione con il musicista, arrangiatore e produttore Valter Vincenti (Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Paola Turci, Mogol, Mario Lavezzi), a cui affida la direzione artistica del suo primo album “Via!” (maggio 2012 – Rosso di Sera/EMI). Nell’estate 2011 vince il concorso “T Rumors” e partecipa alla compilation della manifestazione con due inediti: “Una margherita viola” e “Davanti a un caffè”, per l’occasione suonati e ri-arrangiati da Ferruccio Spinetti (Musica Nuda, Avion Travel). Nel 2013 pubblica due nuovi singoli, arrangiati da Marco Adami: “Piccole Donne”, scritto da Grazia Di Michele, e “Cartoline”. Nello stesso anno partecipa al tour “La mia storia…piano e voce” di Marco Masini, che la sceglie come ospite di ogni serata in tutta Italia. Nel Gennaio 2014 pubblica un’inedita versione di “Ah che sarà”, nella quale è accompagnata solamente dal bassista Luca Pirozzi. Nello stesso periodo approda all’EdicolaFiore, dove Fiorello la accoglie con grande entusiasmo. Giulia diventa parte del cast e da tre anni partecipa ai live show di Fiorello in diretta dall’Edicola, ora trasmessi su SkyUno e Tv8. Nel Luglio 2014 pubblica il singolo “Scegli il meglio” feat. Violapolvere (band pop-rock), che porta le firme di Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone. Il 1° gennaio 2015 si esibisce nello spettacolo “Let It Beatles” a Lucca, che omaggia  l’Anniversario dei 50 anni del tour dei Beatles in Italia. Il 31 gennaio la replica con un fantastico tutto esaurito. Comincia poi, sul suo canale YouTube, un appuntamento settimanale con “Musica in camera…”, dove reinterpreta grandi successi della musica italiana e internazionale, con un'ottima risposta del pubblico. Il 20 Giugno 2015 si esibisce a Firenze al concerto dedicato al World Refugee Day, insieme a Elisa, Piero Pelù, Bandabardò, Brunori Sas. A luglio 2015 partecipa all'evento "Serenata per Roma" ("Roma incontra il mondo"/Villa Ada) insieme a Dolcenera, Enzo Gragnaniello, Luca Madonia, Stag, Erica Mou. In questa occasione, Giulia duetta con Zibba e da qui ha inizio una solida collaborazione: al momento è impegnata nella produzione del suo secondo album, con la partecipazione e sotto la direzione artistica dello stesso. Nel frattempo Giulia ha completato gli studi in Giurisprudenza, presso l'Università di Pisa, con il massimo dei voti. Il 13 gennaio 2017 esce il singolo "Dall'altra parte delle cose", primo brano che preannuncia il nuovo lavoro in studio. Il 12 maggio 2017 esce l'album "TUTTO BENE”, sotto la direzione artistica di Zibba.

Contatti e Social
Instagram: @giuliapratelli

Modena, dal 25 novembre 2017 la mostra "Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità"

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Inaugura il 25 novembre 2017 alle 18.00 al Foro Boario di Modena la mostra Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità a cura di Musei Civici di Modena e Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e Regione Emilia Romagna. L’evento espositivo si svolge nell’ambito del programma omonimo Mutina Splendidissima, dedicato alle celebrazioni dei 2200 anni dalla fondazione della città di Modena.

Definita da Cicerone firmissima et splendidissima, una delle più importanti colonie romane dell’Italia settentrionale, Mutina si trova al di sotto delle strade del centro storico, custodita dai depositi delle alluvioni che si verificarono in epoca tardoantica.
Le celebrazioni del 2017 intendono rendere percepibile questa realtà sepolta attraverso una serie di iniziative che culminano nella grande mostra Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità che ne racconta attraverso nuove scoperte le origini, lo sviluppo ed il lascito che essa ha trasmesso alla città moderna. Un racconto, con un linguaggio accessibile a tutti, fondato su dati archeologici e storici esaminati con uno sguardo pluridisciplinare grazie alle collaborazioni di studiosi di diversi ambiti scientifici.

In mostra i reperti e le opere d’arte, accostati a preziose testimonianze provenienti da numerosi musei italiani, affiancano le ricostruzioni virtuali dei principali monumenti di Mutina (le mura, il foro, l’anfitetaro, le terme, una domus) realizzate a cura di Altair4 Multimedia e coinvolgenti videoracconti che fanno da contrappunto alla descrizione delle città dal periodo precedente la sua fondazione, avvenuta nel 183 a.C., alla decadenza verificatasi nella tarda età imperiale. Molte le novità che si presentano per la prima volta al pubblico, tra cui le decorazioni parietali con scene figurate tracciate con pigmenti pregiati e stucchi a rilievo, equiparabili per qualità a quelli provenienti da Pompei, esposte a fianco di elementi di arredo di elevato pregio artistico.
Uno spazio significativo è dedicato alle testimonianze delle produzioni di eccellenza che le fonti attribuiscono a Modena: lucerne e laterizi, vino e quelle lane che erano tra le più pregiate e ricercate dell’impero, tanto da essere ricordate ancora nell’Editto dei prezzi, nel III secolo d.C.

Un’intera sezione è dedicata ai profili dei Mutinenses, dai primi coloni ai cittadini emigrati in altre regioni dell’impero, svelati coniugando dati epigrafici e storici che consentono di ricostruire il profilo sociale multiforme e variegato della città.

Dati geologici, archeobotanici e archeozoologici, presentati attraverso un linguaggio comprensibile al vasto pubblico, permettono di conoscere l’assetto ambientale di 2200 anni fa; alluvioni e terremoti, che hanno profondamente mutato il paesaggio antico, soprattutto in coincidenza con la fine dell’impero romano e le invasioni barbariche, sono ora interpretati anche alla luce dei recenti fenomeni naturali che hanno profondamente colpito il territorio modenese e la pianura padana.

La sezione dedicata al periodo tardo-antico e all’alto-medioevo affronta in modo problematico il tema della continuità della città antica e costituisce la cerniera tra le due parti di una mostra che affronta con coraggio e spirito innovativo la sfida della continuità tra dimensione archeologica e dimensione storico-artistica.

Il tema dell’eredità viene sviluppato nella seconda parte dell’esposizione evidenziando alcuni momenti particolarmente significativi, attraverso opere d’arte e documenti provenienti da diversi musei  e biblioteche italiane, numerosi video e due ricostruzioni virtuali dedicate alle antichità esposte intorno al Duomo nel Rinascimento e alla perduta Galleria delle antichità di Francesco II in Palazzo ducale, anch’esse curate da Altair.
La costruzione del duomo romanico a opera dell’architetto Lanfranco e dello scultore Wiligelmo, nel quale il rapporto con l’antichità appare strettissimo, costituisce la giuntura tra la città antica e quella moderna. Il periodo rinascimentale è quello in cui più consapevole diventa il richiamo al glorioso passato romano della città, le cui vestigia sono pubblicamente esibite nei luoghi più significativi. Tra Sei e Settecento il tema si declina variamente tra passioni collezionistiche, richiamo a un’antichità esemplare e nascita della grande tradizione erudita legata al nome di Muratori, che culmina nel primo Ottocento con la creazione del Museo Lapidario Estense. La precoce nascita di una cultura scientifico sperimentale a metà Ottocento e la fondazione del Museo Civico in epoca post-unitaria determinano approcci diversi al recupero della città sepolta fino al progressivo affermarsi nel corso del Novecento di una coerente politica di tutela e valorizzazione

In questo percorso che collega passato e presente viene affrontata anche la dimensione del futuro attraverso il progetto “Capsule del tempo. Da Mutina al futuro”, che favorisce, attraverso la partecipazione diretta del pubblico, una riflessione sul ruolo imprescindibile della memoria nella costruzione della storia collettiva e delle storie individuali.  

Alla mostra Mutina Splendidissima allestita negli spazi del Foro Boario si collegano le iniziative curate dalle Gallerie Estensi. Presso la Biblioteca Estense apre il 26 novembre in Sala Campori la mostra Da Umanisti a Bibliotecari. Il Fascino dell’Antico nelle Collezioni Ducali. Contestualmente sarà disponibile la nuova APP di guida al Museo Lapidario Estense che attraverso un percorso narrato conduce i visitatori a scoprire la storia di questa importante collezione. 

L’esposizione Mutina Splendidissima. La città romana e la sua eredità si inserisce nel più ampio progetto 2200 anni lungo la Via Emilia, promosso dai Comuni di Modena, Reggio Emilia e Parma, dalle Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle sedi di Bologna e Parma, dal Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l'Emilia-Romagna e dalla Regione Emilia-Romagna.

Informazioni
Musei Civici di Modena
Largo porta Sant’Agostino 337
musei.civici@comune.modena.it
tel. 059 2033122, fax 0592033110
www.museicivici.modena.it
www.mutinasplendidissima.it
www.2200anniemilia.it

Teatro L'Aura, Gate 2348 dal 26 ottobre al 5 novembre: testo di Sergio Tosti, regia di Andrea Gizzi

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Dal 26 ottobre al 5 novembre al Teatro L'Aura di Roma arriva GATE 2348 - Quando la candela si spegne rimane il buio un testo di Sergio Tosti diretto da Andrea Gizzi. In scena Massimo Vincenzi e le musiche dal vivo di Fabio Menditto e Angelo Ercoli.

Una vita sfavillante, un lavoro di successo, un fascino irresistibile e il completo dominio sulla tecnologia. A chi non piacerebbe? … e invece la realtà è completamente diversa.
La storia di Dante è lo specchio della realtà che tutti noi viviamo. Isolamento e anaffettività fanno da cornice a una vita frenetica che non ha tempo per coscienza e consapevolezza. Dante è alle prese con il grande problema dei giorni nostri: il lavoro. Vive questa realtà a modo suo e trasforma l’ambiente attorno a sé “sfruttando” le proprie debolezze. Vive “sulla superficie delle cose”, usa le proprie debolezze per tirare avanti e da questo ne trae una inconsapevole forza. Incontra nella sua giornata tutta una serie di improbabili personaggi che prova a dribblare e a fregare pur di raggiungere il suo scopo. Cambia voce, sesso, ruolo, crea situazioni e persone che lo aiutino a centrare l’obiettivo. Il fine giustifica i mezzi, e quindi ecco che è pronto a dare la “sòla” alla madre pur di arrivare a stipulare un contratto. E così pensa di essere forte, crede di dominare la tecnologia non capendo che la stessa lo sta fagocitando. A un certo punto un incubo notturno lo costringe a fare i conti con se stesso. Il senso di soffocamento si veste di malinconia.
Il messaggio finale? Sta tutto nella fiamma di una candela che si spegne….


GATE 2348- Quando la candela si spegne rimane il buio
Testo di Sergio Tosti
Regia di Andrea Gizzi
Con Massimo Vincenzi
Musiche dal vivo di Fabio Menditto e Angelo Ercoli
Teatro L'aura
vicolo di Pietra Papa, 64
dal 26 ottobre al 5 novembre 2017
dal giovedì al sabato alle ore 21.00 domenica alle ore 18.00
Biglietti Intero 13.00 + 2.00 (tessera associativa)
Ridotto 10.00 + 2.00 (tessera associativa)
Info e prenotazioni 0683777148 - 346 470 3609
oppure nuovoteatrolaura@gmail.com

Segnalibro, Giacomo Pilati a Fattitaliani: di un libro mi attrae la sintassi dei sentimenti. L'intervista

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Nuovo appuntamento con "Segnalibro": protagonista della chiacchierata con Fattitalianiè Giacomo Pilati, scrittore e giornalista trapanese, che di recente con Imprimatur ha pubblicato Piccolo almanacco di emozioni presentato ieri alla biblioteca comunale di Paceco. L'intervista.
Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino? 
“Le otto montagne” di Paolo Cognetti e “Cortile nostalgia” di Giuseppina Torregrossa.
L'ultimo "grande" libro che ha letto? 
“Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro? 
L’approccio con i libri riguarda la pelle, il sentimenti. Non c’è una sola ragione a colpirmi. È un colpo di fulmine a indicarmi le parole da scegliere. Un tocco ancestrale che giunge al momento giusto.
Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta? 
“ I Vicerè” di  Federico De Roberto.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? (narrativa, giornalismo, fumetti, saggistica...) 
La saggistica senza dubbio. C’è tanta voglia in giro di  conoscere  la storia dietro la cronaca.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?
Non vado mai per generi. Mi attraggono le parole, la sintassi dei sentimenti. Cerco di ascoltare  le pulsazioni, se queste sono lontane o assenti cambio libro. 
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere? 
Ho riletto Rimini di Pier Vittorio Tondelli. Gli anni '80, l’ingenuità degli incontri, la consapevolezza ironica del vivere.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere?
Un libro scritto da un attore bravissimo e da sua moglie: Cesare Bocci e Daniela Spada “Pesce d’aprile”. Un viaggio dentro la malattia, ma anche l’ascesa verso la speranza e la guarigione. 
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare?  
“Il segreto dei marò” di Toni Capuozzo. Una vicenda che è diventata un limbo giudiziario imbarazzante ed estenuante. Toni Capuozzo ricostruisce gli eventi, spiega il groviglio giuridico che ha intrappolato due Paesi amici, l’Italia e l’India, e il peso degli interessi economici e politici.
Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Non mi è piaciuta la traduzione cinematografica del romanzo di Paolo Giordano “La solitudine dei numeri primi”. Mi ha convinto la fiction tratta dai libri di Antonio Manzini “Rocco Schiavone”.
Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca? 
Il manuale delle Giovani marmotte.
Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista? 
Ettore e Achille.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?
Ernest Hemingway, lui da solo. Avrei troppe cose da chiedergli. Starei sveglio fino all’alba a ragionare di facce e di morti nel pomeriggio.
Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire?
“È tutta vita" di Fabio Volo. Mi incuriosiva il suo successo di vendite. Dopo venti pagine mi sono arreso. Continuo a non capire.
Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia? 
Garcia Marquez. Se uno deve sognare in grande… Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Piccolo almanacco di emozioni Imprimatur 2017

Un prezioso elogio dell’infanzia. Un romanzo  civile  e personale  intriso di  emozioni scolpite nel cuore. Una lettura  autobiografica del passato, tra odori e sapori, desideri e delusioni. E in mezzo l’infanzia felice e consapevole. Come solo i bambini sanno viverla. Sorprende in ogni pagina la memoria prodigiosa che esalta e rivela i particolari. Stupisce la dovizia delle insistite sfumature narrative, l’abbondanza dei più minuti dettagli descrittivi. Il terremoto del Belice, il viaggio in ascensore, la scoperta del mare, la testa fuori dal tettuccio della cinquecento,  il telefono col lucchetto, le sigarette alla menta, le feste in casa, i  primi turbamenti . Gli anni drammatici del cambiamento esplodono con il rapimento Moro. La realtà assume altre direzioni.  La cronaca degli avvenimenti diventa inesorabilmente la storia. La strage di Pizzolungo, l’antimafia, l’incontro con Mauro Rostagno. I giornali e le televisioni locali.  Trapani è il luogo del racconto, dove i  drammatici eventi diventano l’emblema delle storture del mondo, delle ingiustizie. Le cronache televisive in diretta segnano definitivamente la fine delle illusioni.  E ancora  l’omicidio del giudice  Ciaccio Montalto con la targa a lui dedicata. Bisogna non si riveli il vero motivo della sua morte. Uno stupore disvela le connivenze, i ritardi culturali delle istituzioni. Denunzia la paura e l’impotenza nell’ affrontare il cancro mafioso. Anzi il sospetto e la diffidenza che la provincia vive sono l’unico modo per non prendere coscienza della realtà.  Non serve, in fondo, sapere se i ricordi  sono veri o inventati dalla scrittura, ma nel suo dispiegarsi diventano palpabili e credibili cronache di un tempo che non tornerà mai più. Emerge come ultimo capitolo la cronistoria di Minchia di Re, una storia vera diventata romanzo di successo e film premiato in ogni parte del mondo. L’autore come in un eterno ritorno rivede, però, sempre se stesso bambino. Non vuole e non deve dimenticarlo. Non rinuncia all’infanzia. Tutto è conseguente. La scrittura racconta tra le righe i vizi, le abitudini della provincia  siciliana. Vuole cioè in tal modo riscattarla e affrancarla dal torpore. Restituirci la speranza. Attraverso il valore immutabile dell’umanità. E la irripetibile poesia del quotidiano. Il matrimonio, il servizio militare, le malattie improvvise, la nascita di un figlio. Contrabbandando la difficile realtà sempre con la speranza. Parlando dell’amore struggente per la propria madre. Parlando dell’amore per i propri cari attraverso i ricordi. Le sensazioni intime, spesso inconfessabili della vita comune.  

L'AUTORE
Giacomo Pilati è nato a Trapani il 2 settembre 1962.
Scrittore e  giornalista, collabora con diversi periodici nazionali. Per le sue inchieste ha vinto due volte il Premio nazionale di giornalismo Giuseppe Fava, l’ Oscar Millecanali  delle televisioni private per la sezione cultura, il premio Unesco.  Ha collaborato ai testi di numerose trasmissioni televisive fra cui il Maurizio Costanzo Show. Ha scritto per  i settimanali Anna, la Domenica  del Corriere,  Chi e per i quotidiani Giornale  di Sicilia, la Sicilia, Reporter, Il Diario. Ha curato rubriche televisive per le televisioni RTC e Telesud.
Ha pubblicato diversi libri: Le Siciliane,  Erice la montagna incantata, La cucina trapanese e delle isole,   La città dei poveri, Le altre Siciliane, Minchia di re, Sulla Punta del mare, Morsi d’Italia, Viola di mare, un viaggio, Sicilia Rewind  (cofanetto con 5 DVD). Nel 2008  per la Legas di New York , con la traduzione del professore Fragola, le Siciliane è arrivato nelle librerie americane  con il titolo  di   Sicilian Women. Le Siciliane è stato tradotto e pubblicato in Francia e in Germania
Dal romanzo Minchia di Re, giunto alla dodicesima   ristampa,   è stato tratto il film Viola di Mare  recensito dalla critica come uno dei film italiani più belli di questi  ultimi anni, vincitore del Nice film festival di New York come miglior film italiano approdato  negli Usa ,  vincitore del Premio Afrodite .  Viola di mare, presentato  in  concorso al Festival del cinema di Roma,  è stato  prodotto dalla IDF di Maria Grazia Cucinotta  e da Medusa. Ha collaborato alla sceneggiatura  e alla  scrittura   dei dialoghi  del film.  Nel 2010  la trasposizione teatrale del libro, per la  regia di  Isabella Carloni, spettacolo che  vanta decine di  repliche, in scena  anche in America nel più importante festival   degli  Stati Uniti.
Da diciotto   anni cura a San Vito lo Capo la rassegna di incontri con l'autore “Libri, autori e buganvillee”, da quattro anni a Favignana la rassegna letteraria “L’Altramarea”, da tre anni a Menfi “ Dialoghi di vino”. Per i comuni di Erice, Valderice e Castelvetrano ha organizzato e  moderato stagioni  di incontri culturali.
È docente in corsi di scrittura creativa nelle scuole.
Nel 2012 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ha insignito del titolo di  Cavaliere dell’Ordine della Repubblica  per meriti culturali.
Nel 2015 Minchia di re è stato  tradotto e pubblicato dal Chicago Quarterly Review
Nel 2016 Minchia di Re è stato pubblicato in Russia dalla Ripol Classic di Mosca.
Nel 2016 ha diretto lo spettacolo teatrale “In  Sicilia, suite in 12 tracce”, in onda sul canale streaming della Rai.
Nel 2016  ha pubblicato per Di Girolamo editore una edizione aggiornata delle Siciliane.
Nel 2017 per Imprimatur Piccolo almanacco di emozioni


Bruxelles, il 26 ottobre incontro con Claudio Magris per la pubblicazione dell'edizione francese di "Non luogo a procedere"

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In questo romanzo violento, tenero e appassionato, Claudio Magris si confronta con l’ossessione della guerra di ogni tempo e paese, quasi indistinguibile dalla vita stessa: una guerra universale, rossa di sangue, nera come le stive delle navi negriere, cupa come il mare che inghiotte tesori e destini, grigia come il fumo dei corpi bruciati nel forno crematorio della Risiera di San Sabba, bianca come la calce che copre il sepolcro.
Non luogo a procedere è la storia di un grottesco Museo della Guerra per l’avvento della pace, delle sue sale e delle sue armi, ognuna delle quali racconta vicende di passione e delirio; è la storia dell’uomo che sacrifica la vita alla sua maniacale costruzione, per riscattarsi alla fine nell’accanita ricerca di un’orribile verità soppressa; è la storia di una donna, Luisa, erede dell’esilio ebraico e della schiavitù dei neri.
Con una narrazione totale e frantumata, precisa e insieme visionaria, Magris scava con ferocia nell’inferno spietato delle nostre colpe, e racconta l’epos travolgente di tragedie e silenzi dell’amore e dell’orrore.
Claudio Magris è nato a Trieste nel 1939. Saggista e romanziere, le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.

Evento in francese
Prenotazione obbligatoria qui
 Venerdì 27 ottobre, Claudio Magris, sarà ospite all'Università di Liegi.
Informazioni

Data: Gio 26 Ott 2017
Orario: Dalle 18:00 alle 20:00
Organizzato da : Istituto Italiano di Cultura
Ingresso : Libero

Arte, giornata di studi “La pittura del rinascimento a Venezia e nel suo stato da mar”

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Presentata, il 24 ottobre, alla Sala Gianfranco Imperatori presso l’Associazione Civita a Piazza Venezia, Roma la Giornata di Studi con tema: “La pittura del rinascimento a Venezia e nel suo stato da mar”.

Nel corso del convegno organizzato a cura di Maria Grazie Chiappori che ha introdotto l’incontro insieme a Donatella Schurzel, moderatrice dello stesso, con diversi gli illustri relatori intervenuti che hanno esaminato alcuni aspetti della storia e dell’arte veneziana proponendo aggiornamenti attributivi e critici, allargando lo sguardo ai diversi territori che, dall’Adriatico al Mediterraneo orientale, componevano, secondo la definizione quattrocentesca, lo stato da mar, cioè l’impero marittimo di Venezia.

Tra gli eccellenti relatori gli interventi si sono susseguito con:

– Il Prof Enrico Malizia, che in ambito letterario ha avanzato la sua suggestiva ipotesi di un viaggio di Bosch a Venezia, esaminando i trittici del Maestro fiammingo pervenuti e tuttora conservati nelle Gallerie dell’Accademia.

– Visnja Bralić  che ha presentato alcune miniature risalenti alla seconda metà del Quattrocento, riconducibili alla mano del Maestro di Pico.

– Marco Bussagli  che ha offerto una nuova lettura di alcuni capolavori del grande Tiziano, in relazione alle valenze simboliche che la costruzione prospettica può sottendere.

– Monica Grasso che ha proposto un “caso iconologico” riferito alla figura di San Sebastiano nella produzione pittorica veneziana.

– Emilio Spedicato che ha ricostruito, sulla base delle testimonianze evangeliche, la realtà storica di Maria Maddalena, figura ricorrente – pur con accenti interpretativi diversi – nell’iconografia veneziana.

– Maria Grazia Chiappori nei suoi interventi ha infine esaminato alcuni aspetti relativi alla diffusione dell’arte pittorica veneziana nei centri istriani e dalmati soffermandosi poi su una nota sull’iconografia di Maria Maddalena.

NAPOLI, Mostra Internazionale "L'esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina" fino al 28 gennaio 2018

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Prima italiana a Napoli per la mostra internazionale “L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina”, in esposizione dal 24 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018 nella Ba- silica dello Spirito Santo, in via Toledo 402 a Napoli.

Un viaggio straordinario nell’Antica Cina di 2.200 anni fa. La mostra rappresenta l’esposizione più completa mai creata sulla necropoli, sulla vita del Primo Imperatore e sull’Esercito di Terracotta, ottava meraviglia del mondo per l’impatto visivo, perfettamente restituito dall’estensione della Basilica cinquecentesca dello Spirito Santo, situata nel cuore del centro storico di Napoli.
Si rafforza così il legame tra la città partenopea e l’antichissima cultura cinese, facendo seguito   a molte iniziative, nel cui novero rientrano il Festival del film documentario “Luci dalla Cina” e “Milleunacina”, realizzati dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi L’Orientale di Napoli. L’estremo Oriente incontra ancora il Meridione, in un incredibile scenario, con più di 300 ripro- duzioni tra statue – oltre 170 soldati -, carri, armi e oggetti scoperti nella necropoli. La scelta della Basilica dello Spirito Santo non è casuale: l’imponente luogo di culto, simbolo della spiritualità e della cultura cattolica, richiama la sacralità e la forza del Mausoleo che ospita le statue in Cina. Un parallelismo unico nel suo genere in un incontro tra culture antichissime che pone al centro l’Esercito di Terracotta del Primo Imperatore della Cina, una delle più grandi scoperte archeo- logiche del 20° secolo, proprio come il ritrovamento della tomba di Tutankhamon, le grotte di Lascaux e Machu Picchu.
Sotterrato nel suolo dello Xi’An, nella Cina orientale, l’esercito fa parte del mausoleo dedicato all’Imperatore. Le statue, le armi, le armature, i carri da guerra, il vasellame e gli oggetti che richia- mano alla vita quotidiana dell’antica Cina, presenti nella mostra, sono ricavati dagli unici calchi esistenti, frutto del lavoro e delle attente rifiniture di artigiani cinesi della regione dello Xi’An, che portano avanti la grande tradizione dell’arte orientale. La spettacolarità delle statue è esaltata anche da un’installazione luminosa con inserti audiovisivi, creata per la mostra. Videoproiezioni su schermi giganti, audioguide e una zona interattiva contribuiscono a far immergere il visitatore in un’atmosfera unica.
La soddisfazione per questa importante realizzazione è nelle parole del curatore italiano, Fabio Di Gioia:
- La scelta di Napoli per esporre la grande mostra internazionale sull’Esercito di Terracotta e il Primo Im- peratore, poggia su importanti affinità culturali. Basti pensare alla grandiosa e vivida operosità che fu ne- cessaria alla realizzazione dell’imponente meraviglia oggi ritrovata nella Necropoli di Xi’an, all’ingegnosa capacità organizzativa, alla velocità di produzione e alla notevole raffinatezza del lavoro degli artigiani che hanno dato volto e carattere sempre diversi a oltre 8.000 sculture. Altro segno di vicinanza culturale con il carattere della città e le sue tradizioni è l’importanza data nel quotidiano al culto dei morti e alla vita oltre la morte. Sempre per analogia, a Napoli anche la scultura in sé, tanto nelle rappresentazioni del sacro quanto in quelle del profano, possiede una particolare forza evocativa. La rappresentazione fisica e tridimensionale della realtà sa essere arte da contemplare e nel contempo strumento molto efficace di comunicazione. Alla medesima combinazione di fattori, il Primo Imperatore della Cina, Qin Shi Huan- gdi, affidò, in maniera stupefacente e grandiosa, la sua sicurezza ultraterrena. Nelle nostre intenzioni, la mostra che apre i battenti a Napoli è anche un’occasione importante per collegare e stimolare l’attività di Istituzioni ed eccellenze culturali e del territorio e del bacino regionale. Tale attività darà il via alla programmazione di appuntamenti di grande interesse e occasione di studio per scuole, licei, università e accademie - .
Questo viaggio nel cuore della necropoli della Cina del Primo Imperatore, che attraversa i 1800 metri quadrati della Basilica dello Spirito Santo, si rivolge ad un pubblico di tutte le età.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni fino al 28 gennaio 2018.

Dal 24 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018

L’esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina

PRIMA ITALIANA A NAPOLI

Una produzione LiveTree e Terminal 2 con la collaborazione di Medea Art e Vivaticket

Basilica dello Spirito Santo

Via Toledo, 402
(a 100 metri da Metropolitana linea 1 e 2, funicolare di Montesanto e Cumana)

Foto: Mario Zifarelli

Beverly Pepper per la rinascita de L'Aquila: l’artista americana ha donato 2 opere alla città

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La Fondazione Carispaq ha accolto oggi l’artista americana Beverly Pepper in visita all’Aquila per un sopralluogo al Parco del Sole dove si sta realizzando la sua opera “Amphiteather” per la quale ha donato, tramite la Fondazione stessa, alla città due sue sculture storiche: “le Colonne di Narni”, dell’altezza di oltre 6 metri e diametro di 60 centimetri.
Beverly Pepper, artista di fama mondiale, è uno dei massimi esponenti del movimento della Land Art,  è conosciuta per le sue opere monumentali e architettoniche. La Pepper è presente in tutti i più importanti musei del mondo e attualmente vive e lavora tra Todi e  New York, all’Aquila sta realizzando, appunto, il progetto “Amphiteather” che vedrà posizionate all’ingresso le due Colonne di Narni. Amphiteather fa parte dell’intervento di riqualificazione dello spazio verde di Parco del Sole che sta effettuando l’Eni S.p.a. La visita odierna, organizzata dalla Fondazione Carispaq ha avuto un primo momento di sopralluogo  nell’area verde   in questione dove andranno installate le opere; successivamente Beverly Pepper è stata salutata e ringraziata in un incontro svoltosi presso la sede del Consiglio Regionale d’Abruzzo dal Presidente Giuseppe Di Pangrazio, dal Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e dal Presidente della Fondazione Carispaq Marco Fanfani.
Il progetto di donazione, iniziato alcuni anni fa con il Comune dell’Aquila, è stato portato a termine dalla Fondazione Carispaq a cui Beverly Pepper   ha donato le due sculture, per questo la stessa Fondazione ha sostenuto tutte le spese di trasporto delle opere dagli Stati Uniti all’Aquila. Tutta la vicenda rientra nell’ambito di un più vasto programma denominato  NOVE ARTISTI PER LA RICOSTRUZIONE a cura del critico d'arte Roberta Semeraro, proposto nel  2010 al Comune dell'Aquila in seguito al dibattito apertosi nell'ambito della Biennale d’Architettura del 2009 con l'evento collaterale E-picentro sul tema della ricostruzione nel territorio aquilano come ricostruzione di un’identità collettiva. Il progetto è stato sostenuto nella fase organizzativa iniziale dalla Fondazione Cassa di Risparmio dell'Aquila, e dall'Ambasciata degli Stati Uniti d'America in Italia (limitatamente all'opera dell'artista americana Beverly Pepper). Il 30 ottobre del 2012 il Comune ha deliberato  la donazione di Beverly Pepper e il 29 agosto del 2013 è stato firmato un protocollo d'intesa con ENI S.p.A.  per il restauro della Basilica di Collemaggio e la riqualificazione di Parco del Sole il cui fulcro è l’ amphiteather di Pepper. Il 3 agosto del 2017 Beverly Pepper ha donato le due sculture storiche denominate “Colonne di Narni” alla Fondazione Carispaq per essere installate permanentemente all'ingresso del teatro che sarà inaugurato nella primavera/estate del 2018.


AMPHITEATHER di Beverly Pepper
La scultrice statunitense Beverly Pepper conosciuta nel mondo per le sue splendide sculture monumentali e opere di Land Art, ha ideato per lo spazio verde pubblico di Parco del Sole dove si trova la Basilica di Collemaggio, un grande teatro all’aperto considerando che la città dell’Aquila dopo il terremoto si è trovata sprovvista di luoghi di aggregazione soprattutto per i giovani. L’Anfiteatro della Pepper assume questa emergenza sociale, diventando un luogo d’incontro e come ha dichiarato l’artista "Sarà una scultura ambientale che le persone possono utilizzare, non solo per eventi teatrali, ma anche per scopi sociali e culturali. E’ stato progettato anche per riunire le persone durante gli inverni freddi d’Abruzzo: lo stadio può diventare una pista di pattinaggio.” La promozione dell'opera di Pepper per l'Aquila ha ricevuto il sostegno dall'Ambasciata degli Stati Uniti d'America. L'8 giugno del 2012 il bozzetto dell'opera è stato presentato per la prima volta da Jaqueline Falk Maggi alle sue associate, nell'ambito della riunione AWAR (American Women Association Rome) con la partecipazione dell'assessore alla Cultura del Comune dell'Aquila Stefania Pezzopane, Beverly Pepper e Roberta Semeraro. Dal 2 dicembre 2014 al 30 marzo 201, la città di Roma ha dedicato all'artista americana una grande mostra di scultura ambientale al Museo dell'Ara Pacis. La mostra è stata curata da Roberta Semeraro con il fondamentale contributo della Fondazione Roma Arte-Eventi e la partecipazione dell'Ambasciata degli Stati Uniti d'America. Nel mese di gennaio 2015 il Presidente Napolitano ha riconosciuto il lungo operato di Beverly Pepper nel nostro Paese e la sua grande donazione alla città dell'Aquila, conferendole l'onorificenza di Commendatore all'Ordine del Merito della Repubblica Italiana. Come ha dichiarato Roberta Semeraro: “Attraversando circa un secolo di storia Beverly Pepper ha dimostrato con il suo lavoro, come l’arte sia un linguaggio internazionale che supera il tempo e i confini fisici e geografici. Dalle monumentali sculture urbane alle opere di land art realizzate in tutto il mondo, Pepper dialoga sempre con l’ambiente circostante. Le sue opere s’inseriscono nello spazio come presenze concrete con le quali lo spettatore può relazionarsi e interagire. Lo spazio per Pepper è anche il luogo della memoria, ed è per questo che l’artista statunitense nella sua Amphiscultpture ideata per la città dell’Aquila, richiama la Basilica di Collemaggio nei suoi materiali e motivi architettonici. Progettare una grande scultura pubblica non può prescindere dal considerare il contesto architettonico e naturalistico nel quale si inserisce, affinché la modernità si ponga in un rapporto di continuità e non di rottura con il passato e con il territorio. L’8 marzo del 2011 durante il suo primo sopralluogo all’Aquila, Beverly Pepper oltre ad ammirare la bellezza del Parco del Sole incorniciato dalle splendide montagne, ha incontrato alcuni giovani seduti sul prato a prendere il sole e a chiacchierare. Ed è soprattutto a loro che l’artista ha pensato quando ha ideato l’Amphisculpture perché possano continuare ad avere un luogo comune dove vivere insieme momenti di svago e di cultura. Infatti il teatro di Pepper potrà accogliere durante la stagione estiva spettacoli, concerti ed eventi culturali mentre d’inverno si trasformerà in una pista di pattinaggio. L’aspetto funzionale caratterizza l’opera pubblica destinandola alla comunità che ne fruisce dal punto di vista ideologico, estetico e pratico. L’Amphisculpture non è un monumento celebrativo dell’arte ma una scultura, una forma viva, un teatro universale dove troveranno posto tutti coloro che vorranno accedervi e dove si svolgerà l’intramontabile spettacolo della natura. Questo senso di grande apertura che si respira in tutta l’opera Beverly Pepper è espressione di alta modernità.”
 Info: 
www.noveartistiricostruzione.com; www.rosam.it; www.beverlypepper.net;   
Contacts:

Sanremo 2018, 646 NUOVE PROPOSTE PER LA SELEZIONE DEL FESTIVAL

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Sono 646 le domande valide per l'ammissione alla selezione delle Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo: tra queste, 76 sono relative a gruppi e 570 a singoli (a loro volta, suddivisi in 305 uomini e 265 donne).

Oltre ad un nuovo record, l'incremento rispetto allo scorso anno supera il 15 per cento (con un saldo netto di 86 domande) quest'anno si assiste al sorpasso del Centro rispetto al Nord, con il Lazio, a quota 123, che svetta in classifica.
La Commissione Musicale, presieduta da Claudio Baglioni - in veste di direttore artistico - e formata da alcuni dei professionisti che realizzeranno la 68ᵃ edizione del Festival (Claudio Fasulo, vice direttore Rai1 ed autore di numerose edizioni del Festival; Massimo Giuliano, ex discografico e conoscitore del panorama musicale italiano ed internazionale; Massimo Martelli, autore tv -già più volte autore del Festival- e regista cinematografico; Duccio Forzano, regista tv con diversi Festival all’ attivo, e Geoff Westley, tra i più celebri produttori musicali internazionali, autore di alcuni memorabili lavori discografici italiani) dovrà selezionare gli artisti che parteciperanno alle audizioni dal vivo che si terranno a Roma il 6 novembre.
In particolare, per ogni singola Regione, in ordine alfabetico, questa la suddivisione delle domande di iscrizione: Abruzzo, 20; Basilicata, 5; Calabria, 34; Campania, 88; Emilia Romagna, 27; Friuli Venezia Giulia, 5; Lazio, 123; Lombardia, 63; Marche, 14; Molise, 6; Piemonte, 35; Puglia, 55; Sardegna, 14; Sicilia, 50; Toscana, 44; Trentino, 4; Umbria, 6; Valle D'Aosta, 1; Veneto, 17. Dall'estero si sono iscritti in 29.
Dopo le audizioni dei 60 giovani saranno individuati i 12 finalisti che parteciperanno, il 15 dicembre, alla serata televisiva di Rai1 "Sarà Sanremo" in cui saranno selezionate le 6 Nuove Proposte del 68ᵒ Festival della Canzone italiana a cui si aggiungeranno i 2 vincitori di "Area Sanremo".

Teatro Vascello, "Who is Biancaneve" 31 ottobre h 21 e 1 novembre h 18 e h 21

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Lo spettacolo prende spunto dalla fiaba originale di Biancaneve, fiaba nordica di grande effetto drammaturgico.
La regia fresca e divertente punta ad approfondire e rivisitare anche in chiave comica il racconto e renderlo adatto ad ogni fascia d’età, le invenzioni sceniche, le canzoni originali appositamente composte per l'occasione, i balletti e i continui rimandi al contemporaneo ne fanno uno spettacolo spassoso da godere insieme a tutta la famiglia e con gli amici, ideale per una serata all' insegna del divertimento e un modo per ritornare a teatro sotto una nuova veste, infatti chi vorrà per la sera di Halloween sì può partecipare in costume.
La compagnia di 9 attori Piccoli Briganti presenta questo progetto per la regia di Maurizio Lombardi vi delizierà con continui ribaltamenti di fronte e piccole sorprese. Uno spettacolo per tutti grandi e piccini. Who is Biancaneve andrà in scena per Halloween martedì 31 ottobre ore 21 a seguire dj-set  con cibo e bevande e mercoledì 1° novembre doppia replica spettacolo ore 18 e ore 21 presso il Teatro Vascello di Roma. Maurizio Lombardi dopo aver accompagnato per anni con le sue regie di successo La Compagnia dei giovani del Teatro Vascello, ritorna sul questo palcoscenico in versione “strega cattiva” e con la sua straordinaria capacità di coinvolgimento, comicità e bravura presenterà questo nuovo lavoro a Roma insieme a un nuovo giovane cast con canto dal vivo in versione musical. Vogliamo solo segnalare nel cast Beatrice Baldaccini meravigliosa interprete di Sandy in Grease e ne Il Musical Footloose Età consigliata: davvero per tutti. Dai 3 ai 99 anni 
Inoltre il nostro ART Theatre Biobistrò è sempre aperto prima e dopo lo spettacolo offrirà cocktail bar con l’offerta 2 cocktail +1 in omaggio.
Il Teatro Vascello è accessibile a persone con disabilità chiedete al botteghino e potrete entrare tutti ! Monteverde il primo quartiere accessibile di Roma
Teatro Vascello
Teatro - musica e teatro ragazzi
Martedì 31 ottobre ore 21 a seguire dj-set con cibo e bevande
Posto Unico 20€  
Mercoledì 1° novembre 2017 (ore 18 e ore 21) │Intero € 15 ridotto 10 €
Who is Biancaneve
regia Maurizio Lombardi 
Zocotoco Produzioni in collaborazioni con Piccoli Briganti
ideazione Piccoli Briganti con Nicola Magnini e Maurizio Lombardi
con Maurizio Lombardi, Roberto Caccavo, Alessandro Scaretti, Beatrice Baldaccini, Natasha Fonzetti, Benedetta Boschi, Simone Marzola, Ginevra Fenyes Tim Daish
musiche Claudio Corona Belgrave
costumi Daniele Davitti e Niccolò Gabbrielli
luci di Nicola Magnini 

Abbonamenti
FREE CLASSIC € 90,00
10 spettacoli a scelta programmazione prosa, musica e danza
LOVE € 80,00
4 spettacoli in coppia, a scelta programmazione prosa, musica e danza
FAMILY € 40,00 programmazione Vascello dei Piccoli
5 ingressi cumulabili

Cristina D’Aquanno 
Ufficio Stampa, promozione e comunicazione Teatro Vascello 
06 5881021 – 06 5898031
Whatsapp 340 5319449 promozione@teatrovascello.it
Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78
Cap 00152 Monteverde Roma
www.teatrovascello.it 
IL Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di Monteverde vicino al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti, la platea a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un'ottima visibilità da ogni postazione.
Il Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli per Bambini, Danza, Drammaturgia Contemporanea, Eventi, FestivaL, Rassegne, Concerti, Laboratori
Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma 

Con mezzi pubblici : autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano : da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello 

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Jack Anselmi, dal 3 novembre in radio "Bye" nuovo singolo del cantautore milanese

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Il singolo “Bye” del cantautore milanese Jack Anselmi sarà in programmazione radiofonica a partire dal 3 novembre.  

Il brano “Bye”, registrato live in studio, è uno swing dal ritmo “coinvolgente” che accompagna una riflessione ironica su un rapporto di coppia finito. 

Nel brano, il protagonista della vicenda ironizza sul vuoto creatosi dopo l'abbandono, cercando in questo modo di esorcizzare la sofferenza. 

“Bye” è il primo singolo dell'album “Via Emilia” in cui sono raccolti tutti i brani scaturiti dall'esperienza di vita in Emilia dell’artista 

Jack Anselmi, all'anagrafe Giacomo, ha preso parte, come cantante e chitarrista, in diverse band rock, come la Jacks Daniel’s Band o i Just Peanuts. 

Jack Anselmi ha già prodotto un primo EP dal titolo “JACK” contenente 5 pezzi inediti e una cover di Massimo Riva, realizzato con la collaborazione nella produzione/arrangiamenti del chitarrista Mauro Palermo.  

Con la Jack & Jack Band, invece ha pubblicato l’EP “L’America in un Bar”, preceduto dal singolo “America”. L'EP presentato in giro per l'Italia in diverse occasioni, - come aperture ai concerti di grandi chitarristi come Maurizio Solieri (Vasco Rossi), Alberto Radius (Lucio Battisti), Ricky Portera (Lucio Dalla) – ha ottenuto lusinghieri successi. 

Dopo la svolta cantautorale Jack è stato notato dal cantante emiliano Paolo Belli che lo ha invitato a suonare un brano in apertura alla Partita del Cuore svoltasi allo Juventus Stadium di Torino 

Libri, “I Rifugiati” di Viet Thanh Nguyen: 8 racconti di persone e di famiglie “deportate” o “fuggite”. la recensione di Fattitaliani

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Viet Thanh Nguyen, “I Rifugiati”, Neri Pozza Ed., Vicenza, 2017. Recensione di Andrea Giostra.

Premessa.
Come per tutti i grandi artisti, come per tutti i grandi scrittori, per comprendere la poietica di Viet Thanh Nguyen (intervista), occorre inevitabilmente conoscere la sua storia, le origini, le vicende che hanno attraversato la sua vita, da cosa è stato segnato e da quali esperienze vissute si sprigiona folgorante la sua arte. Non c’è altro modo se non questo.
Viet Thanh è nato a Buôn Ma Thuôt, in Vietnam, nel 1971. Nel 1975 la sua famiglia fugge negli Stati Uniti d’America per chiedere asilo politico, dopo la caduta del regime sostenuto dagli Americani nel tentativo di colonizzare il Paese motivando l’“invasione armata” col più nobile degli obiettivi della politica occidentale: “importare la democrazia” in Vietnam attraverso una guerra sanguinaria, sanguinosa e dolorosa di cui il popolo americano ancora oggi porta ferite profonde e incancellabili. Tutti i profughi vietnamiti che avevano sostenuto il Governo Statunitense e che riuscirono a fuggire dalla Rivoluzione vietnamita, vennero accolti da subito in diversi campi di accoglienza in territorio americano: la famiglia di Viet Thanh Nguyen passa il primo periodo della sua permanenza in Pennsylvania, presso il campo profughi di Fort Indiantown Gap. Solo alla fine degli anni ’70 Viet e la sua famiglia possono iniziare una vita da cittadini liberi e da cittadini americani veri, ottenendo dal Governo Americano il permesso di traferirsi dove avrebbero voluto vivere dal momento in cui hanno messo piede negli U.S.A., la California, a San Jose, che per clima e humus era ritenuto dai Nguyen, almeno nell’immaginario, il più vicino e “prossimo” a quello del Paese che avevamo amato e abbandonato per sempre, per sfuggire a morte certa. È dalla California che il piccolo Viet Thanh Nguyen inizia gli studi, con passione, intelligenza e determinazione, laureandosi nel maggio del 1992 col massimo dei voti in “Letteratura Inglese e Studi Etici”; divenendo poi, nel 1997, professore universitario in “English and American Studies and Ethnicity” nella prestigiosa University of Southern California di Los Angeles. Inizia a scrivere novelle, racconti brevi, e libri di saggistica, oltre a svolgere con grande diligenza, competenza e preparazione la sua professione di professore universitario. Nel 2015 pubblica il suo primo romanzo, “The Sympathizer”, edito da Grove Press, New York. Il 18 aprile 2016 Viet Thanh Nguyen vince il più prestigioso dei premi letterari al mondo, il Premio Pulitzer, nella categoria “Fiction” (Narrativa), con la seguente motivazione «a layered immigrant tale told in the wry, confessional voice of a “man of two minds” and “two countries”, Vietnam and the United States» («una storia di immigrati raccontata a strati e con sottile ironia; la confessione di una voce di un “uomo con due menti” e “due Paesi”, il Vietnam e gli U.S.A.»).
È questa la premessa inevitabile per comprendere la poietica di Viet Thanh Nguyen. È questa la premessa per comprendere il talento che ha permesso a questo grande scrittore di vincere il più prestigioso dei premi letterari al mondo, il Pulitzer Prize for Fiction, assegnatogli il 18 aprile 2016 alla Columbia University di Broadway (Pulitzer Hall 709, New York, U.S.A.).

Recensione.
“I Rifugiati” sono otto racconti di persone e di famiglie “deportate” o “fuggite” dalla loro terra, dal Vietnam del Sud, ma anche da altre nazioni, per cercare di sopravvivere ai comunisti, rifugiandosi negli Stati Uniti d’America. «… i comunisti avevano marciato dal Vietnam del Nord nel 1975 per invadere il Vietnam del Sud, costringendoci a fuggire attraverso il Pacifico e ad approdare in California.» Sono storie di rifugiati, di vite interrotte da dolori e da lutti, di vite da ricostruire in una terra apparentemente ospitale, ma dura e ostile nell’accogliere nuove popolazioni che si chiudono al loro interno in comunità costrette a vivere una doppia identità: quella vietnamita da dimenticare e quella statunitense da costruire, quella delle loro origini e quella della terra dove tutto è possibile. I ricordi sono l’ancora che li sostiene e dà loro forza. Così come il futuro per i loro figli che devono costruirsi una nuova vita e una professione che dia loro identità, sicurezza, lavoro. Una comunità di rifugiati che credono in Dio e perché hanno fede possono sperare. Una comunità di rifugiati scampati alla dittatura dei nord-vietnamiti che avevano invaso il loro territorio. «I comunisti sono l’incarnazione del male … su questo non c’è il minimo dubbio. Non credono in Dio, e non credono nel denaro … Però credono sia giusto prenderlo agli altri.» Più che da una guerra, il ragazzino che immaginiamo racconti queste storie, questi racconti, è fuggito da una ideologia che si è rivelata spietata, cinica, senza pietà, senza religione, che ha ucciso donne e bambini per conquistare il potere, così come racconta Hoa, una mamma alla quale hanno ucciso il figlio, una delle protagoniste di Viet Thanh rifugiatasi in California: «Ai comunisti non è bastato ucciderlo una volta, mio figlio … Lo hanno ucciso anche la seconda volta, quando hanno profanato la sua tomba. Non rispettano nessuno, neanche i morti.»
Sono gli orrori di questi racconti che Viet Thanh cerca di trasmettere al lettore. Sono i ricordi degli adulti fuggiti al male che hanno lasciato un solco profondo nella memoria della sua giovane vita. Sono i ricordi il bene più prezioso che hanno portato con loro i rifugiati, seppur doloroso e terribile. È da questi ricordi che bisogna partire. È da questi ricordi che bisogna ricominciare. È da questi ricordi che bisogna costruire una nuova identità e una nuova prospettiva. È da questi che si deve attingere la forza per sperare in un futuro migliore seppur in un'altra terra che adesso è anche la loro.

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ANDREA GIOSTRA

Roberta Faccani, esce il 3 novembre il 3° album “Matrioska italiana” un omaggio alla Russia e ai nostri artisti

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Un omaggio alla Russia e ai nostri Artisti che in quel Paese hanno portato al successo la bella musica italiana. 

Esce il 3 novembre in digitale e il 10 novembre in tutti i negozi “Matrioska italiana”, il nuovo album di Roberta Faccani, il terzo della sua carriera da solista.

L'album contiene 14 tracce, di cui 3 inediti scritti da Roberta insieme a Giordano Tittarelli: “Non sai il mio nome”, “Ventiquattrore” e “L’altra metà di me”, primo singolo estratto, corredato da un video giocoso per la regia di Riccardo Borsini con la partecipazione dell’attore Maurizio Socci. Le altre 11 tracce sono altrettante indimenticabili canzoni italiane che in Russia hanno avuto grande successo e godono ancora oggi di molta popolarità: da “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli a “Solo noi” di Toto Cutugno, da “Piccola e fragile” di Drupi a “Con le mani” di Zucchero, da “Stella stai” di Umberto Tozzi a “Canzoni stonate” di Gianni Morandi, e, ancora, “È la mia vita” di Albano, “Ti sento” dei Matia Bazar, “Come vorrei” dei Ricchi e Poveri, “Su di noi” di Pupo e “Svalutation” di Adriano Celentano. 

“L’album è nato da un incontro fortuito con la produttrice russa Regina Azizova, che mi stimava ai tempi dei Matia Bazar - racconta Faccani. - Mi ha cercata tempo dopo con l’intenzione di realizzare un disco dal sapore russo ma con un’impronta italiana”. 
Da qui il titolo “Matrioska italiana”: un ringraziamento da parte di una grande interprete ad un Paese che l’ha accolta calorosamente negli anni dei tour come voce dei Matia Bazar, e al tempo stesso un tributo a tutti quegli Artisti che hanno portato il pop melodico italiano in quella parte di mondo. Un concept ben sintetizzato anche dalle matrioske-Faccani tricolori della copertina, realizzata da Regina Azizova.
  
“Ho voluto rispettare le canzoni per come sono nate all’epoca, senza stravolgimenti” spiega Roberta, che ora, con la pubblicazione del disco per la sua etichetta Bandidos Records, distribuito da Lungomare e Universal Music, regala al pubblico italiano 14 nuove straordinarie interpretazioni.  

“MATRIOSKA ITALIANA

Tracce:
1. STORIE DI TUTTI I GIORNI (Riccardo Fogli)
2. SOLO NOI (Toto Cutugno)
3. PICCOLA E FRAGILE (Drupi)
4. CON LE MANI (Zucchero)
5. STELLA STAI (Umberto Tozzi)
6. CANZONI STONATE (Gianni Morandi)
7. È LA MIA VITA (Albano)
8. TI SENTO (Matia Bazar)
9. COME VORREI (Ricchi e Poveri)
10. SU DI NOI (Pupo) 
11. SVALUTATION (Adriano Celentano)
Inediti:
12.  VENTIQUATTRORE 
13. L’ALTRA METÀ DI ME 
14.  NON SAI IL MIO NOME  

Arrangiamenti: Giordano Tittarelli e Roberta Faccani
Fotografie e realizzazione grafica: Regina Azizova 
Produzione artistica: Giordano Tittarelli e Roberta Faccani
Etichetta: Bandidos Records 
Distribuzione: Lungomare Srl e Universal Music Group

ROBERTA FACCANI BIOGRAFIA
Cantautrice e performer teatrale anconetana, Roberta Faccani ("MATA" per i fans), dopo un inizio come vocalist per importanti artisti italiani, debutta nel 2000 col primo singolo "Rido", prodotto da Mario Lavezzi. 
Dal 1999 accosta al percorso discografico quello di performer a teatro e negli anni sarà interprete dei musical “Rent” (prodotto da Luciano Pavarotti e Nicoletta Manovani), "Pinocchio, il Grande Musical" (prodotto dalla Compagnia della Rancia su musiche dei Pooh),  "Alice nel Paese Delle Meraviglie” e il campione di incassi "Romeo e Giulietta ama e cambia il mondo" di David Zard, tuttora in tour.
Dal 2004 al 2010 è la voce dei Matia Bazar. Insieme arrivano terzi nella categoria gruppi al Festival di Sanremo 2005 con il brano “Grido d'amore” e incidono tre album e un dvd.  
Nel 2012 esce il suo primo album da solista "Un po' Matt(i)a, un po' no...Controtempo Live Tour 2012", seguito nel 2013 da "Stato di grazia" di cui è anche autrice di liriche e musiche.
Nel 2017 con la sua etichetta “Bandidos Records” pubblica il singolo "Non sai il mio nome". 
Roberta attualmente è in tour con Audio2 e Tony Esposito nel progetto live AUDIOBAZAREXPerience, dove i tre artisti, accompagnati da una band, ripropongono grandi successi della musica leggera italiana. È inoltre  al fianco di Renato Zero nel tour "Zerovskij, Solo Per Amore", dove canta e recita.
Il 3 novembre 2017 in digitale -e il 10 novembre su supporto fisico- esce il suo nuovo album "Matrioska Italiana", omaggio agli artisti italiani più famosi in Russia.

Sito ufficiale: http://www.robertafaccani.com
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/roberta.faccani
Istagram: robertafaccani
Youtube: RobertaFaccaniOFFICIAL
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