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Parigi, lunedì 23 ottobre dibattito su "Milano oggi: le metamorfosi di una città creativa e laboriosa" e proiezione film

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Milan ville active et productive, Milan industrieuse et post-industrielle, Milan écologique, ou, encore, Milan hypsterisée et multiculturelle.
Entre financiarisation et tertiarisation de l’économie, renouveau culturel et architectural, quels sont les visages de la ville qui en 2015 a accueilli l’Exposition universelle ? Pour dresser la physionomie des changements urbanistiques et socio-culturels dont Milan a été le chantier et le banc d’essai, nous avons invité quelques-uns des protagonistes de sa vie culturelle et entrepreneuriale: Italo Rota, architecte et auteur avec Fabio Fornasari de la conception et de la réalisation du Museo del Novecento à Milan, Alberto Rollo, éditeur et auteur de Un’educazione milanese (Manni éditions, 2016) et Antonio Calabrò, Directeur de la Fondation Pirelli et Vice-Président de Assolombarda.
Le débat sera suivi de la projection du film Milano 2015 [Italie, 2015, vostf, 106’] de Roberto Bolle, Cristiana Capotondi, Silvio Soldini, Walter Veltroni, Giorgio Diritti, Elio. Avec maestria et passion, six réalisateurs d’exception racontent Milan à travers une fresque polyphonique et émouvante.
Projéction en collaboration avec Lumière & Co.

Informations
Istituto italiano di cultura
Date: Lun 23 Oct 2017
Horaire: À 18:30
Entrée : Libre
Prenotazione qui 

Londra, 4° incontro Book Club: “Baires" di Chiara Rapaccini”, modera Fiorella Carollo

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Quarto incontro della serie d’incontri del Book Club dell’Istituto Italiano di Cultura, dedicato al tema "Viaggiatrici e reporter". Gli incontri verranno condotti da Fiorella Carollo e saranno aperti a chiunque voglia leggere e discutere, in italiano, di libri di autori italiani.

Il tema è quello del viaggio – declinabile in molti modi, dal viaggio tradizionale di esplorazione di luoghi sconosciuti a quello più interiore ed "esperienziale" di trasformazione e rinascita – e in particolare il viaggio femminile di "Viaggiatrici e Reporter".
Perché Baires? Perché é meglio perdersi a Buenos Aires se sei una donna di mezza etá, bella e sensuale, addolorata per un lutto tremendo, ma ancora  curiosa e combattiva. Nella sterminata metropoli sudamericana potrai seguire sentieri incrociati, potrai farti accompagnare da simulacri della Santeria argentino brasilera, potrai innamorarti senza rete di uomini improbabili dondolando  sui tuoi tacchi da tangheira solitaria.. La piccola italia perbenista, vecchia vecchia, ti sembrerà lontana e asfittica, se ti trovi al sud del mondo, un abito cucito nel piombo, perfetto ma soffocante.
Buenos Aires, la città che ho conosciuto con Mario e che ci affascinò entrambi, è un inno al nuovo mondo, quello che ci salverà, perché popolato da bambini e da adolescenti e dove regna la sperimentazione, la solidariedad e l'utopia. Un mondo povero ma autentico dove tutto puó accadere.
(da un'intervista dell'autrice all Espresso)
Chiara Rapaccini è meglio nota come autrice di libri per bambini e pittrice, spirito versatile è stata per trent'anni la compagna del regista Mario Monicelli
Fiorella Carollo, veneziana d’adozione, orientalista di formazione, blogger, collabora per una decina d’anni col Centro Donna, un servizio del Comune di Venezia, organizzando una cinquantina di rassegne cinematografiche sul tema della multiculturalità e delle questioni femminili. Cura il sito donnecinema.it e pubblica la raccolta di recensioni Nuove eroine al cinema. Vent’anni di cinema declinato al femminile. Dall'autunno 2012 anni è inoltre animatrice di un blook club sulla letteratura femminile ai Castelli Romani.
Di prossima pubblicazione è il suo libro Alla ricerca di Afrodite tra le risaie balinesi, una raccolta di racconti, articoli e reportage.
Prossimo incontro del Book Club:
Lunedì 20 Novembre 2017 dalle 18.30 alle 20.00
La partecipazione è libera e gratuita, i posti sono limitati.
Per informazioni e prenotazioni: library.icilondon@esteri.it / 020 7396 4425
Informazioni

Data: Lun 23 Ott 2017
Orario: Dalle 18:30 alle 20:00
Organizzato da : IIC Londra
Ingresso : Libero

La Valletta, lunedì 23 ottobre presentazione libro "I cieli su Torino" di Renzo Sicco

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Evento organizzato nell'ambito della XVII Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. Sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica

Con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell'Accademia della Crusca e dell'Ambasciata d'Italia

I CIELI SU TORINO
Presentazione del libro a cura di Renzo Sicco, con l’ausilio dell’attrice Gisella Bein e del musicista Salvatore Chillemi.
Un volume di racconti, una fotografia letteraria, tra cambiamento e continuità, della Torino pre-olimpica e della città europea di oggi, riservata ma più apertamente ospitale e orgogliosa di sé.
20 scrittori, 20 differenti poetiche, 40 occhi guardano e scrivono di una Città e del territorio che la circonda: le colline e l’arco alpino a fare da cornice, la pianura che porta verso il mare, la campagna e l’industria, il cambiamento, i musei, l’arte e le strade rigidamente disegnate a perpendicolo.
La città viene osservata attraverso sguardi attenti e premurosi, raccontata con storie capaci di legare presente e passato.
INGRESSO LIBERO
Informazioni

Data: Lun 23 Ott 2017
Orario: Dalle 18:30 alle 20:30
Organizzato da : Ambasciata d'Italia a Malta, Istituto Italiano di Cultura
In collaborazione con : Assemblea Teatro
Ingresso : Libero

MIA: OLTRE 1800 ACCREDITATI E 60 MILA MEETING, I NUMERI DI UN SUCCESSO. MILAZZOTTO, È IL NUOVO BRAND DELL’INNOVAZIONE ITALIANA

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Oltre 1800 accreditati, 58 Paesi partecipanti, 45 progetti, più di 60 mila meeting, 120 film, affollati TV Upfront e What’s next Italy.
E’ il boom registrato dalla terza edizione del MIA, il Mercato internazionale dell’audiovisivo che si conclude oggi a Roma, al Distretto Barberini con un successo clamoroso contrassegnato anche dal milione di visualizzazioni su twitter. Un successo dovuto alla scelta degli organizzatori di dare un forte tratto identitario, grazie alla chiarezza del format costruito sull’industria che ha avuto un eccellente riscontro nel mercato italiano e internazionale. Un’identità, dovuta alla riorganizzazione fortemente innovativa ed europea della gestione autonoma di ANICA e APT, guidata dai Presidenti Francesco Rutelli e Giancarlo Leone, dai Direttori generali Mina Larocca e Chiara Sbarigia e sostenuta da tutte le imprese che le due associazioni rappresentano.

Grande soddisfazione viene espressa da Lucia Milazzotto, direttore del MIA, che sceglie di affidare il suo commento agli aggettivi che i 1839 accreditati hanno maggiormente utilizzato in questi frenetici giorni parlando del Mercato.  “E’ stato un mercato vibrante, perché il numero di meeting e di affari è stato al di sopra delle aspettative - spiega Milazzotto - rilevante, perché il MIA  è un mercato che raccoglie i leader del settore. Importante, perché un mercato a forte carattere europeo che ha visto allo stesso tempo una grande partecipazione degli Stati Uniti. Qualificato, per la qualità dei partecipanti, dei film e dei progetti presentati”.

Ancora, sempre proseguendo nell’elenco degli aggettivi maggiormente usati in questi giorni dagli ospiti, il MIA è stato, spiega Milazzotto, “utile, perché l’industria italiana ed europea ha sempre più bisogno di spazi non scontati di incontro. Ma il MIA è soprattutto strategico: MIA sta diventando un appuntamento da non perdere, subito dopo MIP e prima di AFM”. Infine, conclude Milazzotto, il MIA è stato “italiano, internazionale e bello, che è stato l’aggettivo che ho sentito di più in questi giorni. Italiano: l’Italia sta vivendo un momento cruciale della sua storia per quanto riguarda lo sviluppo in campo internazionale; in questo ambito l’Italia giocherà un ruolo importante ai tavoli di negoziazione globale. Ed è internazionale perché raccoglie le industrie di 58 Paesi arrivati a Roma per fare business. Infine, in una parola semplice ma che sintetizza tutta l’eccezionale atmosfera di questi 4 giorni, il MIA è stato bello perché è l’unico mercato che vive e si anima in location straordinarie che attraversano duemila anni di storia”.

MAKEPOP, uscito "How Many Others?" 1° album dell'eclettico progetto torinese

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Uscito Venerdì 13 Ottobre “How Many Others”, primo atteso album dell'eclettico progetto torinese Make Pop.

1) How many others. Brano che dà il titolo all'album parla del processo creativo, di come le canzoni che affollano le nostre menti vogliono essere realizzate e uscire dalla mente dell'artista. Ma non finisce lì! Una volta uscite, chiedono di essere suonate e risuonate in giro per il mondo.
2)Keep still. La vita è uno show con un inizio e una fine. Sapendo questo le paure potrebbero attenuarsi e ognuno potrebbe godersi il proprio presente, amando non solo nei momenti liberi.
3) You have changed my life. L'estate è finita e anche un breve amore che ha cambiato la vita del protagonista. Egli ripensa ai bei momenti e sa che fino alla fine dei tempi cercherà la sua amata, combattendo l'oblio finché la memoria non lo ingannerà.
4)Tiki tiki. Un esploratore ha viaggiato in lungo e in largo, imparando centinaia di lingue e dialetti, poi incontra una ragazza che gli insegna una lingua a lui nuovo e mai conosciuta: il linguaggio dell'amore. L'uomo capisce che viaggiare è uno stato mentale.
5) Personal Store. Un negozio che da consigli e sicurezze, dove puoi trasformare i tuoi punti deboli in punti forti. Per aprire un' attività di questo tipo bisogna avere una "buona licenza".
6) Mayday. Un uomo sostituisce la notte alla sua amata ormai lontana; egli vaga per le strade in macchina cercando il suo amore in vari luoghi e il suo destino rimane improvvisare sulla tela della vita.
7) The white room. Il protagonista viene internato in una stanza bianca perché inetto alla società. Isolato in questa stanza inventerà un mondo tutto suo, dove viene accettato e amato dalle sue stesse creazioni: niente sarà meglio della realtà.
8) Plan B. Qui si sfata il mito che per amore non si muore: il protagonista della canzone si suicida a causa di una grandissima delusione amorosa. Prima di farlo fa alcune riflessioni, considerando il suo gesto come una conseguenza naturale di un problema.
9) You'll never know. Questa canzone parla dei misteri delle ragioni umane e di chi vuole ottenere il controllo sulle cose. Saper perdere il controllo è un ottimo modo per averlo.
10) Hell and paradise. L'ultimo brano dell'album è un confronto tra bene e male, il confine è labile e relativo. A volte inferno e paradiso diventano le stessa cosa.


MAKEPOP - I Makepop nascono dall'idea di due individui, Andrea Ciuchetti e Luca Cicchelli. L'idea è di fare pop in maniera libera e creativa, fuori dagli schemi troppo rigidi degli standard contemporanei, prendendo spunto da tutti i generi musicali (jazz, dance, rock, funk, musica da film) per creare un mix divertente e variopinto dove ogni brano nasconde una sorpresa. I testi parlano d'amore e filosofia in maniera tragicomica. Gli spettacoli live sono conditi da una buona dosa di improvvisazione psichedelica che trasforma il brano in un' esperienza nuova. Le influenze dovute alla letteratura e al cinema, ma anche dai cartoons, condizionano l'immagine e lo spirito della band, sia nei videoclip, che nei processi creativi nella stesura delle canzoni e degli arrangiamenti.

HOW MANY OTHERS È PRESENTE IN TUTTI I DIGITAL STORES E PIATTAFORME STREAMING.






Medison, "Identico" il nuovo singolo della band pugliese dall'album omonimo

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Arriva nelle radio italiane Identico, il nuovo singolo della band pugliese MEDISON, estratto dall'omonimo album Identico, già disponibile su iTunes e su tutte le piattaforme digitali.

Identico  è un brano che racconta l’umanità, l’uomo che è identico a suo fratello, nonostante le diversità di razza, cultura, colore e religione, e lo fa con un sound deciso e una voce particolarmente raffinata che diventa corale chiedendo la Pace.

«Il passato trascorre / la storia è fatta di novità / se ti guardo negli occhi mi laceri dentro nell’anima / a me sei identico - canta Francesco Cioffi in Identico e racconta - Le vecchie strade, le piazze, i monumenti delle nostre città hanno impressa una storia di guerra e di morte, scritta con il sangue e con la vernice della bomboletta spray. Vorrei che cominciassimo invece a scrivere una storia di Pace attraverso il dialogo, instaurandolo soprattutto con quelle persone che più ci fanno paura perché diverse da noi nell’aspetto e nella cultura, scoprendo che in realtà abbiamo tutti lo stesso identico anelito alla felicità».

Il brano è estratto dal disco d’esordio della band dal titolo IDENTICO, composto da 10 brani inediti. Dalle ballate sino al rock più definito è musica che dialoga. Testi impegnati, che incantano per la loro bellezza e la ricerca accurata delle parole che interrogano, contraddistinguono la scrittura di Francesco Cioffi, voce della band e autore dei brani.

La band infatti è formata da Francesco Cioffi (autore dei brani, voce e chitarra acustica), Fabrizio Loiodice (chitarre), Mario Ardito (basso), Andrea Piangiolino   (batteria e percussioni) e Antonio Piangiolino  (produttore artistico, tastiere e sintetizzatori). 

Questa la tracklist dell’album IDENTICO: Un’altra birra però, Identico, Uno nel blu, Il senso di tutto, Portami via, Correndo dall’altra parte, Dimenticherò, Non è vero, Prima che le nuvole tornino a piovere, Come fa il vento.

Note biografiche
La storia della band MEDISON comincia in Puglia nel 2008 dall'incontro  tra il cantautore Francesco Cioffi, autore, voce e chitarra acustica, e Fabrizio Loioice, chitarrista e arrangiatore. Al duo in seguito si sono aggiunti Andrea Piangolino, batteria e percussioni, Antonio Piangolino, tastiere e sintetizzatori, e infine Mario Ardito, basso.

Dopo diverse sperimentazioni a livello compositivo,  la band si identifica pienamente nelle sonorità rock/pop del cd Identico, interamente autoprodotto e pubblicato nel 2017 che presentano live con Cos’è l’amore per te Tour. Nello stesso anno escono i singoli Il senso di tutto, Come fa il vento, Un’altra birra però e Identico.

Nel frattempo la band si fa notare esibendosi in numerosi concerti e fra le varie date ha suonato nel 2012 all’Arena di Budapest per il GenFest, mentre il primo maggio del 2017 si è esibita a Lappiano (FI) davanti cinquemila persone.

I brani sono scritti da Francesco Cioffi e gli arrangiamenti sono curati da tutti i componenti della band, che portano ad ogni pezzo la loro esperienza musicale. Testi curati fra chitarre distorte che raccontano le varie sfaccettature della quotidianità. La vita, la morte, l'amore, il viaggio, la delusione, il coraggio legati insieme dalla centralità dell'uomo che è identico non solo a se stesso ma all'intera umanità.  

La band MEDISON è di supporto ad una compagnia teatrale, di cui è parte integrante, che porta lo stesso nome e che raggiunge 15 elementi tra cui ballerini e attori. L’ultimo lavoro della compagnia si chiama In(di)visibili e racconta di rapporti nati in contesti particolari, di sensibilità differenti, di identità, uguaglianza e diversità. In(di)visibili è nato dalla relazione e dall’amicizia con alcuni ragazzi migranti ospiti di un centro d’accoglienza della città di Bisceglie che recitano sul palco insieme agli attori di Medison e raccontano del viaggio che li ha portati in Italia.

Francesco Cioffi è un cantautore e chitarrista che alterna l’attività musicale con la band alla composizione di brani liturgici, vantando un percorso decennale di concerti e collaborazioni, ha infatti scritto anche per le Paoline il cd Una terra buona, un’opera pensata per animare momenti di preghiera esaltando la bellezza della coralità e per Città Nuova il cd Quando tu ci sei, un disco che nasce dall'incanto del Natale.

RITA ATRIA UN'ADOLESCENTE CONTRO LA MAFIA, al Teatro Lo Spazio dal 24 al 29 ottobre

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RITA ATRIA-UN'ADOLESCENTE CONTRO LA MAFIA Scritto da Francesco Rallo. Rielaborazione drammaturgica e regia di Caterina Venturini. Con: Maurizio Palladino, Maurizia Grossi, Francesco Rallo, Giuseppe Russo e gli attori della Horti Lamiani Teatro: Paola Pirri, Valeria Trellini e Irene Petracci.

Rita Atria, 17 anni, si ribella al sistema mafioso. Paolo Borsellino la sostiene e la protegge. Alla morte del magistrato, Rita sente che è finita anche per lei. Muore a 18 anni, gettandosi dal settimo piano del condominio in cui viveva in segregazione. 
Nella messa in scena di Caterina Venturini, la valorizzazione del dramma ‘al femminile’: una giovanissima donna, coraggiosa e indomabile, pronta a immolare la vita pur di ribellarsi a un sistema costruito sulla paura e l’omertà; una madre ‘d’onore’ capace di difendere quel sistema fino al ripudio della propria figlia; un coro di donne a sostegno ora dell’uno ora dell’altro percorso di vita.
In una messinscena lucida e serrata, tra cronaca e poesia, la storia di un dramma umano che ha i colori e la potenza della tragedia greca. 
Una storia vera. Una storia da non dimenticare.

Biglietto intero 12 euro
Biglietto ridotto 9 euro
Tessera semestrale 3 euro

Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it


Rkomi, nuove date per “IO IN TERRA TOUR” del nuovo fenomeno rap milanese

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Dopo l’annuncio delle prime venti tappe si aggiungono nuove date per l’esplosivo "Io in Terra tour” di Rkomi, nuovo tour che lo vedrà protagonista nelle principali città italiane per tutto l’inverno, accompagnato dal producer The Night Skinny.

Si aggiungono altre otto date dal vivo al calendario: 31/10 Arcore (MB), 24/11 Alba (Cuneo), 7/12 Parma, 15/12 Castione (Svizzera), 16/12 Catania, 28/12 Potenza, 27/01 Brindisi e il 4 Febbraio a Bari.

Straordinario talento della nuova scuola rap italiana tra i più apprezzati nella scena odierna in grado di mettere d’accordo tutti, Rkomi, durante il suo “Io in Terra tour” proporrà dal vivo tutti i brani tratti dal suo ultimo album “Io in terra”, uscito lo scorso 8 Settembre su etichetta Thaurus/Universal e già ai vertici di ogni classifica.

Dopo essere entrato direttamente alla numero 1 nella classifica FIMI dei dischi più venduti in Italia, l’album “Io in terra”, continua a registrare eccellenti performance di vendita sia per il mercato digitale, sia per il mercato fisico. Il disco è un eccezionale e variegato miscuglio di sonorità e melodie che s’intrecciano perfettamente con lo scorrevole flow del giovane rapper milanese che con questo suo primo album ha già dato prova del suo contagioso e sorprendente modo di rappare.

Da “Solo”, a “Apnea”e “Mai Più”, quest’ultimi due brani già certificati disco d’oro e che hanno raggiunto milioni di views sulla rete, il disco si arricchisce di preziosissime e importanti collaborazioni con alcuni dei produttori più influenti del panorama rap italiano. Da Marco Zangirolami a Carl Brave, Shablo e Parix, The Night Skinny, Nebbia, Zef, Marz e Fritz da Cat, non manca inoltre il feat con il direttore artistico dell’intero progetto Marracash nel brano “Milano Bachata”.

Accanto ai brani del suo ultimo lavoro, l’artista, durante le sue performance dal vivo, riproporrà al contempo i successi che hanno segnato definitivamente l’inizio del suo singolare percorso musicale; non mancherà inoltre l’occasione di riascoltare “Aeroplani di carta”, brano in feat con Izi, il cui video ha già superato i 4 milioni di views sulla rete.

L’intero tour è ideato e organizzato da Thaurus Live, nota agenzia di booking e management di riferimento nel panorama rap italiano.
Per maggiori info

Di seguito il calendario in continuo aggiornamento:


CALENDARIO

OTTOBRE

28/10  Bergamo – Setai
31/10 Arcore (MB) - Urban color Festival (NUOVA)
31/10 Castelfranco Veneto – Eurobaita
31/10 Jesolo – Kings club


NOVEMBRE

10/11 Napoli - Duel Beat
11/11 Nonantola (MO) -  Vox Club 
17/11 Genova - BANGARANG @Crazy Bull
18/11 Crema -  Momà Club 
24/11 Alba (Cuneo)  – Xl Club (NUOVA)
24/11 Torino  - Spazio Dora
25/11 Viterbo -   Subway


DICEMBRE

1/12 Roma  - Goa Club 
2/ 12 Cesena - Vidia Club 
7/12 Parma – Campus Industry Music (NUOVA)
8/12  Caldogno (Vicenza)  - Nord Est
9/12  Prato - Naif 
15/12 Castione (Svizzera) – La Fabrique (NUOVA)
16/12 Catania – Afrobar (NUOVA)
22/12 Milano - Gate club
23/ 12 Campobasso  - Invidia Club
28/12 Potenza - Basilikos (NUOVA)


GENNAIO

13/01 Perugia – Urban
20/01 Carbonia (Ca) - Bliss 
27//01 Brindisi – Dopolavoro (NUOVA)

FEBBRAIO
03/02 Mantova – Priscilla disco club
04/02 Bari – Demodè club (NUOVA)

Canali ufficiali dell'artista:
Facebook: facebook.com/ rkomiofficial/
Instagraminstagram.com/ rkomimirko

Canali ufficiali Thaurus Music
Sito ufficialewww.thaurus.it

Ferpi, il 30 ottobre workshop “Nuovi Linguaggi tra Cinema e Comunicazione”

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Lunedì 30 ottobre FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, sarà presente alla dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma con il workshop “Nuovi Linguaggi tra Cinema e Comunicazione”.

L’appuntamento si terrà dalle ore 15:00 alle ore 17:00 presso lo spazio AuditoriumArte dell’Auditorium Parco della Musica e vedrà come protagonisti dell’incontro giovani professionisti, esperti di comunicazione e del settore cinematografico, giornalisti che offriranno spunti di riflessione sui possibili scenari e le nuove modalità di fruizione del cinema.
Con questo workshop Ferpi vuole promuovere le storie di talenti, innovatori e visionari che si racconteranno ricostruendo i percorsi fatti fino ad ora che li hanno portati ad affermarsi.

Programma
Intervengono in apertura
Piera Detassis, Presidente Fondazione Cinema per Roma
Elisa Greco, Consigliere Direttivo Nazionale Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana

Francesca Nocerino, Giornalista TG2 
incontra 
Francesca Medolago Albani, vice Presidente MediCinema Italia Onlus
proiezione del video di Giuseppe Tornatore “Il Film come Terapia”

Alberto Crespi, conduttore “Hollywood Party” e Responsabile comunicazione
Centro Sperimentale di Cinematografia

dialoga con

Lorenzo Gangarossa, Producer Wildside
I progetti audiovisivi partecipativi. Case study di “Life in a Day” e dei suoi adattamenti locali

Federico Francioni, vincitore di Pesaro53
I documentari CineVoyage

Andrea Frenguelli, Cinema Post Modernissimo
Il primo cinema di comunità in Italia

con la partecipazione di Daniele Luchetti, regista*
È prevista anche una interazione con il pubblico dei social network
conclude
Pier Donato Vercellone, Presidente Ferpi - Federazione Relazioni Pubbliche Italiana

A cura di
Elisa Greco   Consiglio Direttivo Ferpi
Federica Carini e Susanna Zirizzotti  Delegazione Ferpi Lazio

Nina Pedersen, "Eyes Wide Op"è il 3° album della cantautrice jazz. L'intervista: il mio è un mestiere che si impara strada facendo

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Passione e nuove direzioni, immersione nella scrittura come irresistibile bisogno espressivo, songwriting come esperienza di vita e di cammino: parlare con Nina Pedersen significa scoprire, già dalle prime parole, una affascinante dimensione artistica nella quale la canzone d'autore e il jazz convivono con serenità e continui scambi. Proprio come accade in Eyes Wide Open, il nuovo album di Nina Pedersen, primo per la prestigiosa etichetta norvegese Losen Records. 

Norvegese è anche Nina Pedersen, anche se il suo legame con l'Italia è ormai lunghissimo: da oltre vent'anni vive e Roma, dove insegna, scrive e pratica musica. Un amore completo per le note, come si evince anche dall'intensità di questo suo terzo album, che coincide con un approfondimento della composizione e del songwriting, ma anche con un arricchimento della sua dimensione autorale, che si impreziosisce di elementi elettronici e soprattutto dell'empatia tra i musicisti coinvolti. Partecipano alla realizzazione di Eyes Wide Open straordinarie figure del jazz nostrano: Giampaolo Scatozza, Pierpaolo Principato, Marco Loddo più due special guest come Aldo Bassi e Paolo Innarella rendono il disco particolarmente fluido e avvolgente.
Profondamente legata alla sua terra d'origine, Nina Pedersen ha sempre un occhio di riguardo per la musica tradizionale norvegese (alla quale ha dedicato studio e lavori) e al jazz nordico, pur definendosi oggi una "cantautrice jazz" con uno stile contemporaneo. Nina ha debuttato nel 2011 con Songs From The Top Of The World, al quale è seguito So Far So Good (2014); ospite dell’orchestra Hardanger Big Band, della Moonlight Big Band, ha lavorato a colonne sonore ed è molto coinvolta nella didattica del canto a Roma, ma la è scrittura a far emergere tutto il suo mondo interiore. Eyes Wide Open vuol dire avere gli occhi spalancati, ma anche chiedere di “osservare e ascoltare" con attenzione se stessi e il mondo, in otto brani in cui Nina si mette a nudo. 
Accanto ai brani scritti da Nina trova spazio Ribbon Of Sand di John Surman e Karin Krog (che firma anche le note di copertina). 
A fine ottobre Nina Pedersen presenterà il disco in Norvegia come ospite della Hardanger Big Band in quattro concerti. La presentazione ufficiale italiana si terrà venerdì 10 novembre all’Auditorium della Musica a Roma con il trio Principato/Loddo/Scatozza, la partecipazione di Aldo Bassi e Paolo Innarella e il coro jazz ConCorde, diretto proprio da Nina e da lei fondato 16 anni fa. L'intervista.
Eyes Wide Openè il tuo terzo album, primo per Losen Records.  Che differenze ci sono dai precedenti Songs From The Top Of The World (2011) e So Far So Good (2014)?
Le differenze sono tante, in primis sono cambiata io. Sono più sicura di me, ho capito cosa voglio fare e dove voglio andare. I primi tentativi di comporre erano degli esperimenti, un passo insicuro in un campo minato, ora scrivo perché non ne posso fare a meno. Amo quel processo creativo più di tutto il resto, amo potermi immergere in quella dimensione. Il mestiere di musicista e autore è un mestiere che si impara strada facendo. Finire un disco è come finire un capitolo. Subito cominci a pensare al prossimo. È una strana sensazione: lo promuovi, fai concerti, ne parli, quando in realtà la tua testa è già altrove. Un disco ti fa capire quale direzione prendere per il prossimo.                
Anche in questo album ti sei circondata di grandi personalità del jazz italiano: Scatozza, Principato e Loddo, con la partecipazione di Aldo Bassi e Paolo Innarella. Dicci qualcosa di più su questa collaborazione.
La scelta dei musicisti è nata in realtà un po’ per caso. Conoscevo ed apprezzavo il lavoro di Pierpaolo Principato. Siamo colleghi alla Saint Louis College of Music a Roma, spesso ci si incontrava nei corridoi, così un giorno gli chiesi se gli andava di fare una suonatina. Avevo questi brani scritti da un po’ di tempo, avevo voglia di mettermi in gioco e farli sentire a qualcuno anche se ero terrorizzata dall’idea. Sono una persona estremamente timida e un’insicura cronica! Comunque avevo un concerto in un locale romano e ho chiamato anche Marco Loddo che già conoscevo tramite collaborazioni precedenti. Non pensavo che quel progetto poi sarebbe risultato in un disco. 
Giampaolo Scatozza è entrato a far parte del gruppo dall’ultimo disco. È stato il batterista del mio primo quartetto jazz una ventina d’anni fa, poi lui si è trasferito all’estero, ma quando è tornato a vivere in Italia ci siamo di nuovo trovati a suonare insieme. Avevo voglia di “modernizzare” un po’ il sound del gruppo, e lui essendo un esperto in musica elettronica ha portato quel tocco in più oltre ad essere ovviamente molto bravo! 
Aldo Bassi ha suonato nel mio primo disco (quello dedicato alla musica norvegese) e mi faceva piacere averlo come ospite. Mi piace molto il suo sound. Ho conosciuto invece Paolo Innarella un anno fa, e ci siamo subito trovati molto bene, ha un suono molto nordico. Abbiamo anche un altro progetto insieme. È fondamentale per me avere non solo musicisti bravi e capaci, ma avere, soprattutto, persone con cui mi trovo bene, c’è una bella atmosfera quando lavoriamo insieme.
Eyes Wide Open contiene brani firmati da te, fatta eccezione per Ribbon of Sand di John Surman e Karin Grok. Cosa ti ha spinto a interpretare questo pezzo?
Ho trovato questo brano in un libro di spartiti comprato in Norvegia. Me ne sono innamorata subito. Mi assomiglia molto e me lo sono sentito subito mio. Questa sua melodia così semplice, essenziale, è quasi disarmante, poi il testo è stupendo. Però sentivamo il bisogno di stravolgerlo e ci ha pensato Pierpaolo, dandogli un’atmosfera quasi ipnotica. Mi piaceva tanto come veniva e l’ho voluto inserire nel disco. 
Ho avuto il grande piacere qualche anno fa di incontrare tutti e due gli autori nella loro casa ad Oslo. Io cantavo e John Surman mi accompagnava divinamente al pianoforte! Karin Krog è un mito, mi sento molto vicina al suo modo di cantare. Lei quando canta parla, è la regina assoluta del jazz vocale norvegese ed è tutt’ora molto attiva. Ha compiuto 80 anni quest’anno.
Non è un caso che la stessa Krog abbia firmato le liner notes dell’album. Karin ha apprezzato la vena narrativa dei tuoi brani: quali “storie” hai raccontato in Eyes Wide Open?
Ci sono storie e racconti ispirato da persone ed affetti che fanno parte della mia vita, ma che potrebbero benissimo fare parte della vita di tutti noi. 
Ho scritto Mrs. Nilsen, per esempio, durante il nostro primo tournée in Norvegia per promuovere So Far So Good. Io ho perso i miei genitori presto, non hanno fatto in tempo ad invecchiare e me li sono sempre immaginati come sarebbero stati da vecchi. Forse per questo le persone anziane mi affascinano così tanto, mi piace guardarle e qualche volta mi sembra di poter leggere la loro storia nelle rughe sul loro viso. Potrei stare ore ed ore ad ascoltarli raccontare la loro vita, ho un ricordo lontano di mio nonno che mi parlava della guerra mondiale. Solo dopo un po’ mi accorgo che stava parlando non della seconda, ma della prima guerra mondiale! Questo uomo visse due guerre mondiali, vide nascere la macchina, l’aereo, il telefono, è  emigrato negli Stati Uniti, si è fatto una famiglia lì, poi è tornato in Norvegia, ha incontrato mia nonna ed è nata mia madre. Quanto abbiamo da imparare dalle persone che hanno vissuto tutta una vita, invece spesso li vediamo solamente come dei vecchi. Questa è la storia di Mrs. Nilsen, conosciamo tutti una Mrs. Nilsen. Il cognome Nilsen è molto comune in Norvegia (come anche Pedersen tra l’altro), un po’ come il vostro Rossi.  L’ho chiamata così perché la prima volta che l’abbiamo suonato è stato al jazz club storico di Oslo: Herr Nilsen.
Poi parlo della solitudine di una casa vuota (These Empty Walls), tutta la poesia del sorgere di un nuovo giorno (Eyes Wide Open), e la necessità di ogni tanto stare da soli (Me, Myself and I). Granny’s Waltz è un inno alle nonne, in Now I’m Here cerco di esprimere quella piacevole sensazione di serenità e maturità trovata arrivando ad un certo punto della vita. Questo brano l’ho scritto di getto il giorno prima di entrare in studio. Succede molto raramente! Infine il rapporto madre e figlio. Ci ho messo più di due anni per scrivere Mother & Son ed ho scritto credo cinque versioni. Alla fine Giampaolo ha detto Basta! E mi sono arresa! Storie di vita vissuta, sarà banale, ma la vita stessa lo è…
Sei una figura anomala, al confine tra canzone d’autore e jazz: cosa ti affascina di queste due dimensioni musicali?
Il jazz è la musica che mi sta più a cuore. Lo amo, l’ho studiato e lo insegno. Quello che non amo sono alcune mentalità nell’ambiente. Mi piace sentire musicisti che sono tecnicamente molto bravi ma mi emoziono di più sentire meno note e più personalità. Non amo le jam, non amo il fatto di dover sempre “dimostrare” qualcosa. Spesso ho la sensazione che i jazzisti suonino solamente per i jazzisti, ma questo in fondo forse è il jazz.
Sono note la tua attenzione e cura verso le tue radici scandinave, ma da anni vivi a Roma: quanto ti influenza nella scrittura e in generale nel fare musica vivere in una città così diversa da quelle norvegesi?
Mi sento sicuramente più vicina al jazz nordico come forma d’espressione. La semplicità nelle cose, il minimalismo. Un musicista norvegese è sicuramente meno indirizzato ad uno studio di linguaggio conforme, e probabilmente è spesso meno capace tecnicamente parlando, ma credo che siano più creativi. Trovo che siano più bravi nella ricerca di un proprio linguaggio, che poi spesso va al di fuori di quello che noi chiamiamo jazz. 
Il mondo dei cantautori a dire la verità  lo conosco poco… specialmente quelli italiani, ma mi hanno sempre affascinato alcuni cantautori norvegesi e la loro padronanza della lingua. Testi meravigliosi, a volte poetici, a volte divertenti, a volte tristi. Il testo nel jazz è all’ultimo posto, se c’è o non c’è tante volte non ha nessuna importanza. Principalmente è la musica che conta. In Italia poi c’è il fatto che, ahimè, spesso e volentieri chi ti ascolta non capisce l’inglese (spesso anche chi canta). Al mio primo tour norvegese, mentre cantavo, mi accorgevo che il pubblico capiva le parole, stavano seguendo il testo! È stato un momento pazzesco, mi sono resa conto che non solo stavo cantando, ma gli stavo raccontando una storia. Per me le parole sono importanti quanto la musica e ci metto tanto lavoro nello scrivere un testo. Ci sono tanti artisti bravissimi che scrivono bene, Norma Winston, David Linx per esempio, ma credo di non aver mai letto in una recensione italiana che “i testi sono belli!”…
Mi sento un po’ sdoppiata in questo senso. In tutti i sensi in realtà. Mi trovo ad essere straniera ovunque sia, mi sento norvegese in Italia e italiana in Norvegia. Non ho più una madrelingua, parlo norvegese pensando in italiano e il mio accento nordico si sente, e come se si sente! In giro per Roma dove vivo da 27 anni, in qualsiasi negozio mi trattano da turista. Nel bene e nel male, è un po’ come avere due patrie, ma nessun posto che chiami “casa”. Una sensazione strana. Potrei dire che mi sento un po’ così anche musicalmente, e questo ha tanti lati positivi, ma non sempre gioca a mio favore...
Da Terje Rypdal a Nils Petter Molvaer, il jazz “nordico” ha sempre mostrato delle interessanti peculiarità: c’è qualche artista della tua terra che ammiri in modo particolare e che vuoi segnalarci?
Ci sono tanti artisti che ammiro! Ho un debole in assoluto per i contrabbassisti, quando ascolto musica strumentale sono quasi sempre artisti contrabbassisti quelli che mi catturano. Scrivono in un modo sicuramente diverso, non essendo il contrabbasso uno strumento armonico. Trovo che scrivano in modo molto “cantabile” suonando uno strumento che originariamente non era previsto come uno strumento che poteva anche fare dei soli o delle melodie. 
Io sono una di quelli che NON si addormenta durante il solo di basso. Adoro il contrabbassista svedese Lars Danielsson, le sue composizioni sono meravigliose, amo anche molto Arild Andersen, un altro contrabbassista norvegese. Poi c’è  Anders Jormin, Palle Danielsson, sempre svedesi. E poi amo Esbjorn Svensson, e non sono la sola. 
Di cantanti nordici segnalerei Radka Toneff, dotata di un immenso talento comunicativo, più che doti vocali, scomparsa purtroppo in età molto giovane.  Sidsel Endresen è l’erede di Karin Krog, anche se sono degli artisti molto diversi.  Sidsel ha un timbro che fa invidia ed una espressività unica.  Poi ci sono tante altre voci interessanti ed innovative: Live Maria Roggen, Solveig Slettahjell, Elin Rosseland, Eldbjørg Raknes, Susanna Wallumrød, e non dimentichiamo Mari Boine, di origine lappone. Le sue collaborazioni con Jan Garbarek sono note. 
Dalla Norvegia all’Italia: cosa ne pensi del panorama jazz nostrano?
Trovo che il jazz italiano goda di ottima salute! Ho il privilegio e la fortuna di insegnare in una delle scuole di jazz più importanti del paese e vedo crescere la nuova generazione di musicisti… Sono svegli, si impegnano, e sono bravi! Ci sono tanti di quei talenti in giro… 
Però amo il jazz italiano quando, appunto, è jazz ITALIANO! Amo quegli artisti che riescono a creare del jazz basandosi alla propria tradizione. Gli italiani sono un popolo così pieno di colori, un popolo molto più estroverso rispetto a noi nordici, c’è più fantasia e avete un bagaglio culturale ed una storia che noi ce la sogniamo. L’Italia è uno degli paesi più belli del mondo, esteticamente parlando. I miei occhi nordici non si stancano mai di questa bellezza mozzafiato, è bello quando tutte queste cose si rispecchiano nella musica. Non capisco perché per forza bisogna andare oltreoceano per trovare l’ispirazione. Non voglio essere fraintesa: sono molto legata alla tradizione americana, adoro gli standard e il “Songbook” americano, ma una volta imparato il Realbook a memoria, bisognerebbe chiuderlo, rimetterlo nella libreria e camminare con le proprie gambe. Secondo me.
Eyes Wide Open apparirà anche dal vivo, a partire dal 10 novembre all’Auditorium. Cosa accadrà durante i concerti?
Parto a fine mese per i fiordi norvegesi dove presenterò il disco in versione Big Band! È iniziata una bellissima collaborazione con Hardanger Big Band qualche anno fa, è piaciuto così tanto il mio lavoro che hanno deciso di far arrangiare i brani per Big Band. Sarà davvero una grande emozione, faremo quattro concerti a Bergen e nelle vicinanze. 
Poi c’è la presentazione ufficiale del disco all’Auditorium a Roma il 10 di novembre. Ci sarà ovviamente il mio trio e i due ospiti, Aldo Bassi e Paolo Innarella, e poi ci sarà anche la presenza del mio coro jazz, che dirigo e che ho fondato ben 16 anni fa. Occuparsi della musica anche a livello amatoriale per me è fondamentale. Mi aiuta a livello professionale, perchè è incredibile vedere come la musica sia in grado di trasformare le persone. Queste persone a loro volta trasformano me. Il coro è un po’ diventato la mia famiglia, e sono contenta di poter portare con me sul palco nella sala Petrassi una quarantina di parenti. 
Eyes Wide Open: 

1. Eyes Wide Open
2. Ribbon Of Sand
3. Granny´s Waltz
4. Now I´m Here
5. These Empty Walls
6. Mrs. Nilsen
7. Me, Myself And I
8. Mother And Son

All music and lyrics by Nina Pedersen 
except 2 by John Surman and Karin Krog.


Nina Pedersen: vocal
Pierpaolo Principato: piano & keyboards
Marco Loddo: bass
Giampaolo Scatozza: drums & loops

Guests:
Aldo Bassi: trumpet
Paolo Innarella: sax


Info:

Nina Pedersen:

Nina Pedersen Facebook:

Losen Records:

Synpress44:

Teatro Studio Uno, dal 2 al 5 novembre “Ubu me” della compagnia Divisoperzero

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Torna in scena al Teatro Studio Uno dal 2 al 5 novembre “Ubu me” libero adattamento da “Ubu Re” di Alfred Jarry della compagnia Divisoperzero, uno spettacolo che unisce abilmente le diverse tecniche del teatro di figura, scritto, diretto e costruito da Francesca Villa e Francesco Picciotti, due attori e artigiani che riescono, rimodernandolo e attualizzandolo, a far riscoprire la forza del linguaggio dei burattini e dell’opera originale, costruendo uno spettacolo per adulti con la forza evocativa dei giochi per bambini.

Pupazzi, fantocciburattini fatti a pezzi e ricostruiti sono i protagonisti della pièce che segue la trama del testo di Jarry, ma che in questa versione viene trasformato in una messa/rievocazione dei due burattinai, improbabili sacerdoti di una cerimonia grottescairriverente e surreale organizzata per far rivivere l’improbabile saga cavalleresca e i suoi assurdi protagonisti.
Madre e Padre Ubu sono due nobili piccoli e buffi, apparentemente inoffensivi come solo i burattini sanno essere. La fame insaziabile di Padre Ubu, alimentata dall’avidità di Madre Ubu, lo convincerà a uccidere il re e a usurparne il trono. Preso il potere però, Padre Ubu si rivelerà un essere ignobile e vigliacco, finendo inesorabilmente per perdere ogni cosa.
Sulla scena la grande pancia di Ubu, è il centro di tutto, simulacro, urna, teatrino dei burattini, ogni cosa si svolgerà dentro, intorno o sopra di essa, come forza centripeta e centrifuga della scena. “Ubu me” è un omaggio e una cerimonia funebre, dedicato a quell’essere immondo che è Padre Ubu, un nobile vigliacco e cattivo, ma anche fonte di ispirazione per tutti quanti, con la sua capacità di vivere la sua imperfezione con impeto cavalleresco.
La Compagnia Divisoperzero realizza spettacoli e laboratori che esplorano, con curiosità, i diversi rami del teatro di figura: marionette, burattini, pupazzi, oggetti, ombre. Si definiscono, fieramente, burattinai: un lavoro che, nella materia, trova la sua più alta spiritualità. Il teatro di figura è una forma di resistenza: quando le cose vanno male e diventa difficile avere spazi e risorse, i burattini, umili ed eterni, corrono in nostro aiuto: in qualunque parte del mondo, in qualunque epoca sono sempre stati lì, a raccontarsi e a raccontare, senza aver bisogno di altro che di se stessi.          


 “Ubu me”  dal 2 al 5 novembre 2017
Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).
Ingr. 12 euro. Tessera associativa gratuita
Giov – Sab ore 21.00, Dom. ore 18.00
Per info: 349 4356219- 329 8027943

Digital Party, pioggia di vip allo Studio Dentistico Digitale di Foti & Petrone

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Studio Dentistico Digitale, il photo-call del "Digital Party" preso d'assalto dalle celebrità

Grande successo per il Digital Party, ospitato all'interno dello Studio Dentistico Digitale, a Roma, in zona Prati. A dare il benvenuto alle tantissime celebrità, intervenute presso la struttura concepita secondo i criteri della moderna ergonomia per accogliere i pazienti in un ambiente professionale e confortevole, la dottoressa Roberta Foti, titolare dello Studio Dentistico Digitale con suo marito Vincenzo Petrone. Tra i vip accorsi: le cantanti Silvia Salemi e Sara Galimberti, la conduttrice Michelle Carpente (intervista), l'ex Miss Italia Nadia Bengala, i conduttori Beppe Convertini e Cataldo Calabretta, gli attori Luca Cesa, Greta Berti, Antonella Salvucci, Marialuisa Bosso, Maria Monsè, Marina Loi, i giornalisti Marco Castoro, Giancarla Rondinelli e Peppe Malara, amici e colleghi. Non potevano mancare, naturalmente, la sorella di Roberta Foti, la cantante Micaela, nota al grande pubblico per un secondo posto al Festival di Sanremo con "Fuoco e cenere" e per aver scalato le classifiche con "Splendida stupida" e la mamma, Elisabetta Mazzei, esperta press-agent. Tutti gli ospiti, tra un ricco buffet e l'immancabile photocall, hanno potuto visitare le diverse stanze dello Studio Dentistico Digitale, specializzato in tutte le discipline odontoiatriche, avvalendosi della collaborazione di un’equipe di giovani professionisti qualificati, offrendo prestazioni odontoiatriche di alta qualità con un'ampia disponibilità nell'accogliere le esigenze del paziente. Un team, quello guidato da Foti &  Petrone, che segue costantemente corsi di aggiornamento, per poter fornire prestazioni sempre migliori e all’avanguardia.

Teatro Marconi, Federico Perrotta in "Uomini sull’orlo di una crisi di nervi". L'intervista di Fattitaliani

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"Uomini sull’orlo di una crisi di nervi"è uno spettacolo scritto nel 1993 da Galli & Capone, è un Cult della Commedia Teatrale. In scena al Teatro Marconi di Roma per le ultime repliche dal 26 al 29 ottobre.
Con Federico Perrotta, Andrea Carli, Salvatore Mincione, Ferdinando Smaldone. Interpreti straordinari, convince un po’ meno Valentina Olla.
Il pubblico partecipa entusiasta, perché ognuno riconosce se stesso o qualche amico all’interno del gruppo. Uno spettacolo inossidabile che piace ancora oggi perché tratta di temi che sono sempre attuali. Si ride, ci si diverte ma si ha anche il tempo di riflettere. Fattitaliani ha intervistato Federico Perrotta.

Un gruppo di amici affiatato, entusiasta, folle… è l’incipit della Commedia e poi? 
Si incontrano ogni lunedì da quindici anni per giocare a poker ma anche per scappare dalle grinfie delle proprie mogli. Il lunedì che raccontiamo nello spettacolo sarà l’occasione per la resa dei conti dei vari componenti. Alla fine uno di loro, il padrone di casa o meglio quello che ha avuto la casa prestata dal nonno, dirà “Scusate, visto che litighiamo perché non proviamo ad avere un po’ di leggerezza? Chiamiamo una signorina, interpretata da Valentina Olla. Quella che doveva essere una leggerezza, in realtà diventa la botta finale.
Quali sono i tic e le miserie degli uomini? 
Intanto l’uomo cerca la libertà, vuole la donna, vuole la donna vuole accasarsi ma una volta preso l’impegno, cerca la libertà. Alla fine combattiamo l’eterno duello con la donna ma alla fine siete voi stesse a vincere. Noi soccombiamo. In realtà all’uomo basterebbe avere una volta a settimana la possibilità di fare quello che vuole, non prendersi le responsabilità dei figli, continuare a vivere come un Peter Pan. Ad un certo punto bisogna che si assuma le sue responsabilità ed i suoi impegni. Voi donne siete molto presenti, razionali, secondo me invece, noi siamo molto irrazionali. A volte a seconda dell’argomento di cui si parla, le posizioni s’invertono.
Sono ventitré anni che la Commedia va in scena. A cosa è dovuto questo grande successo?
Probabilmente è dovuto innanzitutto al Testo che è attuale ancora oggi perché parla di dinamiche di coppia che si replicano sempre. I dialoghi sono molto belli e sono interpretati molto bene dai vari attori che si sono succeduti negli anni, come Nicola Pistoia, Pino Ammendola e molti altri. E’ ormai un evergreen. Si ride tanto, si riflette ed in quello che abbiamo potuto constatare in queste settimane di replica, ogni spettatore ritrova se stesso o i propri amici all’interno del gruppo. E’ una dinamica forte, giocare a poker davvero con tutte le battute da dire, non è assolutamente facile. Chapeau a chi lo ha scritto e a chi lo dirige, in questo caso, Rosario Galli. 
A proposito di Rosario Galli, ha detto che sei il degno erede di quel gruppo. Cosa provi? 
Beh, questa cosa mi onora molto e mi dà anche tanta responsabilità perché gli interpreti che mi hanno preceduto, li conosco benissimo perché li vado a vedere a Teatro ma non ho avuto ancora il piacere di poter condividere il palco con loro ma sono i Mostri sacri della Commedia. Pino Ammendola più volte ha fatto di tutto per darmi un Premio, intitolato a Vincenzo Crocitti, come giovane emergente ma non ci sono mai riuscito perché stavo lavorando. Per me è veramente un onore essere solo avvicinato a quelli che considero degli esempi da seguire perché fanno grande la Commedia Teatrale in tutta Italia. Sono onorato e ringrazio Rosario di questo accostamento.
Tradotta in tantissimi Paesi, in quale è stata maggiormente apprezzata? Sicuramente la nostra anche se all’estero ha riscosso moltissimo successo. Paese che vai, usanza che trovi ma alla fine siamo tutti uguali. All’estero dicono che noi italiani gesticoliamo molto mentre gli inglesi stanno fermi quando spiegano una cosa, tanto che è difficile comprendere. Tante volte se ad una parola aggiungi un gesto magari è più facile comprendere. Invece loro fanno di tutto per metterti in difficoltà perché sono convinti che l’inglese lo devi conoscere e basta.   
Impegni per il futuro? 
Intanto speriamo di far girare questo spettacolo fino al 25° anno ed avremo delle repliche nella prossima stagione. Dopo Roma, saremo a Lucca, Vasto, Civitavecchia, Chieti, Pescara, Avezzano, L’Aquila. Roma ci sta dando tante soddisfazioni e rinnovo l’invito ai lettori di fattitaliani.it a vedere la Commedia nelle ultime quattro repliche, da giovedì 26 a domenica 29 ottobre e riserveremo loro un ridotto. Sarà un piacere poterli ospitare.


Elisabetta Ruffolo

PREMIO CAIRO 2017 A SERENA VESTRUCCI per l'opera "Trucco"

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SERENA VESTRUCCI vince il 18° PREMIO CAIRO con la sua opera “Trucco”. 
L’opera è stata giudicata la migliore con questa motivazione: “Se l’attitudine dell’arte è anche l’artificio e il mostrarsi, e il suo rinnovamento avviene attraverso materiali e strumenti inusuali, l’opera ‘Trucco’, 2017 (ombretti su tela), realizza efficacemente tale attitudine, trattando il quadro come la pelle di un corpo, facendo dell’opera non una rappresentazione, ma un’apparizione”.

SERENA VESTRUCCI è nata a Milano nel 1986. La sua opera ha vinto il premio di 25.000 euro e la copertina del mensile Arte di gennaio.
Sei personalità di rilievo del mondo dell’arte contemporanea italiana - Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino,  Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia, Bruno Corà, storico e critico d’arte, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri di Città di Castello, Claudia Dwek, Chairman Contemporary Art Europe, Deputy-Chairman di Sotheby's Europe e Chairman di Sotheby's Italia, Gianfranco Maraniello direttore del MART di Rovereto e Andrea Viliani, Direttore del MADRE di Napoli - si sono riunite nella prestigiosa sede di Palazzo Reale a Milano e hanno giudicato le opere inedite realizzate dai 20 artisti under 40, selezionati come i migliori rappresentanti della scena artistica italiana dalla rivista ARTE, leader di settore in Italia diretta da Michele Bonuomo. 

I nomi degli artisti di questa edizione: Dimitri Agnello, Meris Angioletti, Ludovico Bomben, Giuseppe Buffoli, Tiziano Doria, El Gato Chimney, Christian Fogarolli, Monica Mazzone, Matteo Negri, Maria Teresa Ortoleva, Ettore Pinelli, Michael Rotondi, Matteo Rubbi, Manuel Scano Larrazábal, Caterina Erica Shanta, Pietro Spirito, Kristian Sturi, Patrick Tabarelli, Serena Vestrucci e Giulio Zanet. 

Il PREMIO CAIRO nasce nel 2000 dalla volontà dell’editore Urbano Cairo per sostenere gli artisti emergenti e offrire un vero e proprio trampolino di lancio per i loro progetti. In 17 edizioni il Premio ha dato una concreta opportunità ai giovani di consolidarsi nel mondo dell’arte contemporanea a livello nazionale e internazionale: 41 dei 327 artisti che hanno partecipato in questi anni al premio sono stati invitati ad esporre alla Biennale di Venezia. 

Per la prima volta è possibile seguire le notizie dell’evento sul profilo Instagram: premiocairo -  #premiocairo

Serena Vestrucci
DA OGGI A MERCOLEDÌ 1° NOVEMBRE LE OPERE DEGLI ARTISTI DEL PREMIO CAIRO IN MOSTRA A PALAZZO REALE (INGRESSO GRATUITO)

Grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano – Cultura e Cairo Editore, anche quest’anno Palazzo Reale accoglierà l’esposizione dei lavori inediti realizzati dai 20 artisti Under 40 della 18a edizione del PREMIO CAIRO. 
La mostra a ingresso gratuito, in programma da martedì 24 ottobre a mercoledì 1° novembre, sarà visitabile nei seguenti orari: lunedì 14:30-19:30; martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9:30-19:30; giovedì e sabato 9:30-22:30.                               

Le prestigiose sale di Palazzo Reale accoglieranno inoltre le opere dei vincitori delle edizioni precedenti: Luca Pignatelli (2000), Bernardo Siciliano (2001), Federico Guida (2002), Matteo Bergamasco (2003), Andrea Chiesi (2004), Valentina D’Amaro (2005), Chris Gilmour (2006), Fausto Gilberti (2007), Alice Cattaneo (2008), Pietro Ruffo (2009), Masbedo (2010), Giovanni Ozzola (2011), Loredana Di Lillo (2012), Laura Pugno (2013), Fabio Viale (2014), Alessandro Piangiamore (2015), Paolo Bini (2016). 

A Palazzo Reale saranno anche presenti i lavori dei 40 finalisti del Premio Arte, la manifestazione riservata agli artisti e agli studenti delle accademie e delle scuole d'arte che non hanno esposto in mostre personali di rilievo. Nato nel 1984 con appuntamenti biennali, dal 2000 il Premio Arte diventa annuale in concomitanza con la nascita del Premio Cairo. Negli ultimi 5 anni sono stati circa duemila per edizione i partecipanti al Premio Arte che è diviso in quattro categorie: pittura, scultura, fotografia e grafica/computer grafica. Ai vincitori, uno per categoria, viene assegnata una targa d’oro e quattro borse di studio di mille euro ciascuna vengono consegnate agli studenti delle accademie e delle scuole a indirizzo artistico.
www.palazzorealemilano.it

BLUE NOTE MILANO, a novembre e dicembre la mostra ALL-COOL una personale di Massimo CHIOCCIA e Olga TSARKOVA

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BLUE NOTE MILANO, in partnership con il festival JAZZMI, dal 2 novembre al 31 dicembre ospiterà la mostra “ALL-COOL”, una personale di Massimo Chioccia e Olga Tsarkova.

Apprezzati e stimati in Italia e Oltreoceano, hanno firmato il manifesto per il 60° anniversario del più antico jazz festival del mondo, il Newport Jazz Festival, e le loro opere sono da anni esposte nella vetrina del “Jazz Corner of the World”, lo storico jazz club Birdland di New York.  Nel 2017 hanno realizzato il poster per il 25° Charlie Parker Jazz Festival di New York.

I loro quadri sono standard dipinti, ci sono assoli, interplay, volti trasformati dall’estasi creativa, mani tese nel rincorrere la nota giusta, e il jazz prende vita, come succede ogni sera “live” sul palco di un jazz club.

Olga Tsarkova e Massimo Chioccia si sono incontrati nel 1996 e da allora lavorano insieme, in “Duo”. Durante questi anni hanno lavorato per i più importanti Festival Jazz ed esposto in vari Jazz club, in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Importanti i lavori per Il North Sea Jazz (Paesi Bassi) e Umbria Jazz, sia nella versione estiva, con un progetto speciale per i 40 anni del festival, sia nella versione Winter portando a termine la realizzazione di due manifesti. Hanno esposto inoltre a Roma, al Festival Jazz di Villa Celimontana e alla Casa Del Jazz. Vari club hanno ospitato i loro lavori: in Italia l’Alexanderplatz, lo storico locale romano e il Blue Note Milano con la mostra JazzPò durante l’Esposizione Universale del 2015. Negli Stati Uniti, l’ultima esposizione è stata alla fine del 2016 al “The Jazz Gallery” di New York e sempre nella grande mela i loro lavori sono stati esposti per cinque lunghi anni nelle vetrine del Birdland il “The jazz corner of the world”. Durante quest’anno hanno realizzato il poster per il 25°anniversario del Charlie Parker Jazz Festival di New York City.

JAZZMI 2017, realizzato da Triennale Teatro dell'Arte e Ponderosa Music & Art, in collaborazione con Blue Note Milano, animerà la città di Milano dal 2 al 12 Novembre con 11 giorni di concerti, eventi, film e documentari inediti, mostre fotografiche, incontri e masterclass con i musicisti, reading, laboratori, residenze e feste di quartiere, produzioni originali, e il coinvolgimento dei bambini in progetti ludici ed educativi.

Gli spettacoli che animeranno il Blue Note Milano durante il JAZZMI vedranno alternarsi sul palco grandi artisti internazionali e la consueta varietà di generi: dal jazz vocale a quello strumentale più virtuosistico, dalle sonorità brasiliane ai ritmi moderni e underground! 

Ecco tutti i concerti previsti dal 2 al 12 novembre al BLUE NOTE MILANO:
02 novembre                    STACEY KENT
03 novembre                    AL DI MEOLA
04 novembre                    AL DI MEOLA
05 novembre                    AL DI MEOLA
07 novembre                    MIKE STERN & DAVE WECKL BAND
08 novembre                    MIKE STERN & DAVE WECKL BAND
09 novembre                    JOE LOVANO Classic Quartet
10 novembre                    MARIA GADÙ
11 novembre                    MARIA GADÙ
12 novembre                    KNEEBODY

In aggiunta ai consueti spettacoli serali, il Blue Note non solo amplierà la propria offerta presentando la mostra All-COOL di Chioccia & Tsarkova, ma organizzerà anche una Masterclass per tutti i musicisti con il grande chitarrista MIKE STERN.  

I biglietti per i concerti in programma si possono acquistare collegandosi al sito internet www.bluenotemilano.com, o ai siti www.ticketone.it, www.mailticket.it o www.vivaticket.it; oppure chiamando l’infoline del Blue Note 02 69016888 o direttamente presso il box office del locale. L’orario dell’infoline e del Box Office (via Borsieri, 37) è il seguente: Lunedì dalle 12.00 alle 19.00 e Martedì-Sabato dalle 12.00 alle 22.00.
                       
JAZZMI è ideato e prodotto da Triennale Teatro dell'Arte e Ponderosa Music & Art, in collaborazione con Blue Note Milano, realizzato grazie al Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività culturali, partner INTESA SANPAOLO, FLYING BLUE e HAMILTON, sotto la direzione artistica di Luciano Linzi e Titti Santini.

Il festival porterà il grande jazz a Milano, con oltre 130 eventi distribuiti in 40 location tra il centro e i quartieri più periferici, ospitando nomi leggendari e giovani artisti e coinvolgendo tutte le realtà cittadine che producono Jazz; come nella passata edizione, il Teatro dell’Arte e Blue Note Milano saranno i due poli principali della manifestazione.

Il BLUE NOTE MILANO, che ha aperto i battenti nel 2003, si estende su una superficie di 1000 metri quadrati con 300 posti a sedere su 3 diversi livelli. L’atmosfera è quella di un elegante jazz club, e da ogni posizione della platea e della balconata lo spettatore può ascoltare le esibizioni di artisti di fama internazionale con il massimo della qualità acustica. La struttura e le dimensioni del locale permettono a tutti di essere ad un passo dai musicisti e godersi appieno il concerto.

Come vuole la tradizione ereditata dal leggendario club del Greenwich Village, una serata al Blue Note è anche l’occasione per poter vivere al meglio il binomio musica e cibo. Il servizio si effettua nella stessa sala dei concerti ed offre una cucina semplice ma raffinata, con specialità italiane ed internazionali, un’ampia selezione di vini italiani e francesi, più di 200 cocktail e liquori dal bar e quell’atmosfera speciale che solo il contatto ravvicinato con i grandi artisti, tipico del jazz club, può creare. 

Ogni sera, salvo lo spettacolo unico della domenica ed eventuali variazioni di calendario tempestivamente segnalate sul sito internet (www.bluenotemilano.com), al Blue Note Milano si tengono due spettacoli (dal martedì al giovedì con inizio alle ore 21.00 e alle ore 23.00 mentre il venerdì e il sabato alle ore 21.00 e alle ore 23.30).

Bozar, mercoledì 25 ottobre "Nuove frontiere della scienza: intelligenza artificiale". Presentazione n°3 di "Cartaditalia"

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In collaborazione con il BOZAR e lo European Research Council (prenotarsi qui).
In occasione della presentazione del terzo numero di Cartaditalia dedicato alle nuove frontiere della scienza, l'Istituto Italiano di Cultura organizza una serie di dibattiti i cui temi saranno: l'intelligenza artificiale, la medicina di domani e le città del futuro.
Per il primo incontro sul tema dell'intelligenza artificiale Luca De Biase, capo-redattore della rivista Nova24 ("Il Sole 24ore"), intervisterà Cristina Becchio, ricercatrice all'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e Luc de Raedt, professore di Scienze Informatiche e intelligenza artificiale alla KU Leuven.
l cervello umano rimane l’organo più complesso e misterioso che gli scienziati abbiano mai studiato. Lo studio dell’intelligenza, naturale e artificiale, promette ricadute importantissime sia per la nostra qualità della vita sia per la nostra economia: da queste ricerche potranno per esempio arrivare nuove terapie e approcci per affrontare le malattie neurodegenerative che colpiscono circa un miliardo di persone nel mondo. La comprensione del funzionamento del nostro cervello e delle basi dell’intelligenza umana è inoltre la base per lo sviluppo di robot e intelligenze artificiali più avanzate, un settore che è in piena esplosione anche grazie agli investimenti delle multinazionali del digitale e che potrebbe presto introdurre cambiamenti epocali nella struttura delle nostre società.
L'evento si svolgerà in lingua inglese.
In collaborazione con BOZAR e Banca Monte Paschi Belgio. 

Alessio Bondì, esce in digitale in 10 Paesi “Di cu sì”, brano che anticipa l’uscita di “Sfardo”

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Oggi esce in digitale in 10 Paesi (Germania, Inghilterra, Francia, Spagna, Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Olanda e Brasile) “Di cu sì”, brano che anticipa l’uscita all’estero il 24 novembre di “Sfardo”, il fortunato album di esordio (uscito ad aprile 2015 per Malintenti Dischi e 800A Records) di Alessio Bondì e che sarà accompagnato dal videoclip, disponibile a breve.

I testi contenuti nel booklet del cd sono stati tradotti in 5 lingue, inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese e, per l’occasione, uscirà anche l’edizione speciale in vinile con tutte le traduzioni incluse all’interno.

Con “Sfardo”, Alessio Bondì ha conquistato pubblico e stampa italiana, come testimoniano il gran numero di concerti che in questi due anni hanno tenuto impegnato il cantautore siciliano in giro per l’Italia e questi stralci di recensioni di “Sfardo”:
"Sfardo è un disco che ti prende e potrebbe non lasciarti più" - Rockit.it
"Canzoni che vi sembrerà di conoscere da quando eravate piccoli" - Il Mucchio
"Uni di quei talenti che potremmo esportare con orgoglio al South by Southwest" - Il Fatto Quotidiano
"L'album di un autore che conta storie plasmando il dialetto come vuole" -Internazionale. 

La distribuzione e la promozione all’estero è realizzata con il supporto del MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - e SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura”.

Alessio Bondì è un cantautore palermitano classe ’88, finalista al Premio Tenco 2015 con il suo album “Sfardo”, pubblicato ad aprile 2016 (Malintenti Dischi – 800A Records). Alessio Bondì è un autore di razza, la sua scrittura è meticcia: nasce da radici folk e si mescola con i ritmi contemporanei e il suono esotico della lingua natìa, il dialetto palermitano. Un autore dal sangue misto, insomma, che non a caso è stato definito una via di mezzo tra Rosa Balistreri e Jeff Buckley. Tra i temi più ricorrenti del suo lavoro ci sono l’infanzia, il racconto della terra lontana, la nostalgia. La sua scrittura, autentica per il linguaggio scelto, fa di Bondì un musicista atipico, artisticamente apolide, con alle spalle una ricca esperienza di concerti; si è già esibito in giro per l’Europa (Berlino, Parigi, Barcellona), in Georgia, ha militato in progetti paralleli “bilingue” con artisti d’oltreoceano (il duo “A Santa” con la cantautrice brasiliana Nega Lucas). Inoltre, ha già ricevuto importanti riconoscimenti sul territorio nazionale con il Premio De Andrè e la Targa Siae al Premio Andrea Parodi. Alessio Bondì è un artista ambizioso, che ha cercato a lungo la forma adatta per le sue canzoni e che, per paradosso, l’ha trovata solo dopo averle spogliate di ogni fronzolo.


Nel guardaroba di una donna “must have”

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Nel guardaroba di una donna non possono certamente mancare dei capi basic come abiti tubino, accessori ed i tacchi. Ma non trascuriamo le occasioni più informali in cui indossare un look più sportivo. Quello che di certo è importante è sentirsi a proprio agio in modo da muoversi elegantemente ed in modo femminile in ogni circostanza. Ma vediamo un po’ più in dettaglio cosa aver in un armadio femminile senza che per forza questo debba straboccare di cose,  magari poi dimenticate e non usate.

Per gli abiti è consigliabile avere dei capi master come:
  • un nero per le occasioni eleganti ma se combinato con i giusti accessori va bene anche per un appuntamento più casual
  • un abito con spalle scoperte per sentirsi seducenti ed eleganti
  • non scordiamo la schiena scoperta:  molto sexy. Fra l’altro indice di una donna sicura e sensuale
  • anche un abito morbidamente fasciante esalta le forme, ma solo per chi può. Perfetta la lunghezza al ginocchio.
Gli accessori completano sempre un look e regalo quel tocco in più, rendendolo personale e distinguendosi, se scelti nel modo corretto, dagli altri. Va bene osare, se ci si sente di farlo, ma con ironia anche se si può sfiorare talvolta l'eccentrico, e perché no? Allora vediamo:
  • qualcosa di rosso accentua la femminilità e l’eleganza e rende la donna più evidente ed attraente, quindi adatto senz'altro alle donne più sicure e perfetto sia per le more che le bionde.
  • Un giusto mix tra sensualità ed aggressività ce lo regala un accessorio come la giacca di pelle che sdrammatizza il look
  • pizzo for ever: i dettagli di pizzo esaltano sicuramente la femminilità aggiungendo un tocco di romanticismo al look, rendendolo dolce e sexy
  • Irrinunciabili i tacchi per le occasioni più formali ed eleganti. I tacchi migliorano la postura, obbligano a  rallentare il passo e donando femminilità. Non trascuriamo il fatto che visivamente le gambe sembreranno più lunghe e snelle. Per chi non sa camminare su un tacco 12 meglio uno un po’ più bassino, per evitare la sensazione goffa della camminata a "paperella”.
Non può mancare nel guardaroba di una donna qualche capo da indossare nelle occasioni meno formali, quindi per i look più sportivi indicatissimi i jeans e maglietta anche per chi ama la semplicità. A volta è molto meglio il minimal rispetto alla ricercatezza se ci si sente più a proprio agio, che poi è ciò che dona una spontanea sensualità.
Non sottovalutiamo anche i momenti in cui ci si può regalare, per chi lo pratica, un’oretta di attività sportiva. Anche i capi sportivi se scelti con cura possono essere molto femminili.
Un "accessorio" principale da non scordare mai è un sorriso, portatelo sempre con voi. In fondo il primo segreto su tutto è stare a proprio agio, osare se ci si sente, sentirsi in ogni circostanza bene con se stessi. Questo si rifletterà inevitabilmente come luce radiosa verso gli altri.
Ester Campese

Mantova, da oggi mostra con dipinti, disegni e sculture di Salvatore Fiume, a 20 anni dalla scomparsa

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Nel ventennale della sua morte Mantova omaggia con una mostra il Maestro Salvatore Fiume, l’esposizione allestita nella quattrocentesca dimora che fu di Andrea Mantegna è visitabile fino al 18 febbraio.
Presenti al vernissage svoltosi non a caso il 23 ottobre, data di nascita del pittore siciliano, nato a Cosimo proprio il 23 ottobre del 1915, ha visto la presenza dei curatori Marzio Dall'Acqua, Renzo Margonari e Vittorio Sgarbi che ha detto come l'artista fosse un pittore al di fuori del tempo: "dipinge come avrebbe dipinto un pittore del '600 o del '700. Ha il dono di far vivere una tela, di farla diventare una persona, nella pienezza della sua felicità nel dipingere".

Oltre cento le opere in esposizione tra cui anche disegni, sculture e dipinti realizzati negli anni ‘40 fino a giungere alle opere del ‘92, provenienti dalla collezione privata del Maestro, accuratamente selezionate dai figli Laura e Luciano Fiume, in collaborazione con la galleria Artesanterasmo di Milano.

Tra le opere anche il ricordo, attraverso il bozzetto originale, di una sezione del dipinto Le Leggende d’Italia, destinati al transatlantico Andrea Doria, ma anche alcuni dipinti che ci restituiscono la passione che Fiume aveva per la pittura balinese e per il teatro giapponese, un omaggio a quelle figure femminili in un loro mondo di eleganza, armonia, seduzione e sottile erotismo. Presenti in mostra anche alcuni dipinti ad olio da lui realizzati tra il 1947 e il 1948 firmati F. Queyo, nota come l’avventura Queyo, parentesi in cui il pittore ha rappresentato la tradizione e folklore spagnoli con narrazione di corride, danzatrici, musicisti esposti per la prima volta alla Galleria Gussoni di Milano con il nome di Francisco Queyo/Salvatore Fiume nel 1948.

Fu l’anno seguente il 1949 che segnò il vero e proprio inizio della carriera artistica di Salvatore Fiume con l’esposizione alla Galleria Borromini con la sua prima mostra ufficiale.

Nel ventennale della sua morte Mantova omaggia con una mostra il Maestro Salvatore Fiume, l’esposizione allestita nella quattrocentesca dimora che fu di Andrea Mantegna è visitabile fino al 18 febbraio. Presenti al vernissage inaugurato non a caso il 23 ottobre, data di nascita del pittore siciliano, nato a Cosimo proprio il 23 ottobre del 1915, ha visto la presenza dei curatori Marzio Dall'Acqua, Renzo Margonari e Vittorio Sgarbi che ha detto come l'artista fosse un pittore al di fuori del tempo: "dipinge come avrebbe dipinto un pittore del '600 o del '700. Ha il dono di far vivere una tela, di farla diventare una persona, nella pienezza della sua felicità nel dipingere".

Oltre cento le opere in esposizione tra cui anche disegni, sculture e dipinti realizzati negli anni ‘40 fino a giungere alle opere del ‘92, provenienti dalla collezione privata del Maestro, accuratamente selezionate dai figli Laura e Luciano Fiume, in collaborazione con la galleria Artesanterasmo di Milano.

Tra le opere anche il ricordo, attraverso il bozzetto originale, di una sezione del dipinto Le Leggende d’Italia, destinati al transatlantico Andrea Doria, ma anche alcuni dipinti che ci restituiscono la passione che Fiume aveva per la pittura balinese e per il teatro giapponese, un omaggio a quelle figure femminili in un loro mondo di eleganza, armonia, seduzione e sottile erotismo. Presenti in mostra anche alcuni dipinti ad olio da lui realizzati tra il 1947 e il 1948 firmati F. Queyo, nota come l’avventura Queyo, parentesi in cui il pittore ha rappresentato la tradizione e folklore spagnoli con narrazione di corride, danzatrici, musicisti esposti per la prima volta alla Galleria Gussoni di Milano con il nome di Francisco Queyo/Salvatore Fiume nel 1948.

Fu l’anno seguente il 1949 che segnò il vero e proprio inizio della carriera artistica di Salvatore Fiume con l’esposizione alla Galleria Borromini con la sua prima mostra ufficiale.
Ester Campese

Francesco Ciaponi, da Piola presentazione libro: Free spritz a chi viene in accappatoio

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Un volume pensato e realizzato da Francesco Ciaponi per la sua piccola casa editrice - Le Edizioni del Frisco. A Bruxelles alla libreria Piola il 26 ottobre si presenta il libro "The Big Lebowski Art Collection" con Free spritz a chi viene in accappatoio.

Il libro nasce dalla partecipazione spontanea di artisti che hanno risposto alla chiamata di Francesco Ciaponi per la creazione di un volume, unico nel suo genere, che partendo dall’amore ancora vivo per il film "Il grande Lebowski" arriva a raccogliere 68 opere grafiche provenienti da 22 stati diversi. 
Fino al 26 novembre sarà possibile vedere la mostra con le illustrazioni del libro.

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