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Nove, HIDDEN SINGER: domani alle 21:15 terzo appuntamento con LOREDANA BERTÈ

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Giovedì 9 marzo alle 21:15 sul canale NOVE terzo appuntamento con un’esclusiva assoluta: “HIDDEN SINGER ITALIA”. Il format NBC, prodotto da Ballandi Multimedia per Discovery Italia, celebra 6 grandi star della musica italiana in un contesto tutto speciale: una festa per i loro fan.

Protagonista assoluta della puntata sarà Loredana Bertè, icona della musica italiana e interprete di grandissimi successi come “Sei bellissima” e “Non sono una signora”, fino all’ultimo singolo “È andata così”: le sue hit sono il manifesto di intere generazioni e ancora oggi riesce a fare colpo con il suo estro trasgressivo ed unico. Come sempre, Federico Russo avrà il compito di svelare il rapporto tra Loredana Bertè e i suoi fan attraverso musica, aneddoti, ricordi, giochi e sorprese speciali ed emozionanti. Tra gli ospiti della serata anche alcuni grandi amici di Loredana Bertè come Rosita Celentano, Syria e la sua storica corista Aida Cooper.
Come nelle migliori feste, però, non mancherà il gioco: un’originale “sfida al buio” in 4 manche sulle note dei più grandi successi di Loredana Bertè, in cui i fan dovranno riconoscere la voce del loro mito nascosto in una delle sei cabine in studio insieme ai cinque tra i suoi più fedeli imitatori. Nel corso delle singole sessioni di gara, scopriremo quali saranno i sosia vocali più abili nell’imitare il proprio beniamino, in un’escalation di emozioni e curiosità che culminerà nell’ultima manche con 3 cabine attive: il pubblico in studio sarà in grado di riconoscere quale, tra i cantanti in gara, è la “Loredana Bertè originale”?
In un’atmosfera carica di ritmo e di suspence, “Hidden Singer Italia” spazierà tra musica, game ed entertainment con uno show moderno e di forte impatto. Una vera e propria festa per i fan dell’artista presenti in studio e per il pubblico a casa.
I prossimi appuntamenti saranno: Gianna Nannini (16 marzo), Nek (23 marzo), Arisa (30 marzo).
Radio Italia è radio ufficiale di “Hidden Singer Italia”. L’emittente di sola musica italiana supporterà il programma con comunicazione sui propri mezzi, sul sito radioitalia.it dove sarà prevista una pagina dedicata, e con aggiornamenti sulle proprie pagine social ufficiali. Ogni settimana, inoltre, i protagonisti della trasmissione saranno ospiti sulle frequenze di Radio Italia per raccontare la loro esperienza.

Teatro Anfitrione, "Il Misantropo" di Molière dal 15 al 26 marzo. Regia Marco Belocchi

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In scena dal 15 al 26 marzo al Teatro Anfitrione di Roma Il Misantropo di Molière.

Sul palco del teatro di via San Saba, Marco Belocchi, Eleonora Pariante, Giustino De Filippis, Giuseppe Alagna, Maurizio Castè, Vittorio Ciardo, Valentina Maselli, Teresa Marra, Vittorio Aparo diretti da Marco Belocchi.
Alceste ha un carattere particolare, malinconico e ombroso, non tollera le ipocrisie degli uomini ed è convinto che dire sempre la verità in ogni occasione sia la miglior virtù possibile. Ne discute spesso con l’amico Filinte, che invece propone una visione del mondo più accondiscendente e volta alla pacifica convivenza civile. Alceste è anche innamorato di Céliméne, una ragazza cui piace essere sempre al centro dell’attenzione, viziata e corteggiata. Naturalmente ne è gelosissimo e mal sopporta di vederla attorniata da uno stuolo di spasimanti a cui lei dà ovviamente corda. Alceste stesso d’altronde è corteggiato e ammirato da Arsinoé e da Eliante, ma nonostante le profferte dell’una e la disponibilità dell’altra, rimane sempre Celiméne colei che ama. Quando però scopre alcuni comportamenti non proprio irreprensibili della donna, acconsente al perdono a patto che lei accetti di fuggire con lui dal mondo e rifugiarsi in un eremo lontano da tutto e da tutti. Céliméne non si sente pronta per una scelta così estrema e Alceste andrà via solo, mentre l’amico Filinte, gentiluomo di buonsenso, convolerà a nozze con la saggia Eliante.

Il Misantropo è unanimemente considerato uno dei grandi capolavori di Molière. Andato in scena per la prima volta nel 1666, aveva inizialmente come sottotitolo L’atrabiliare innamorato, appellativo che già definisce, almeno in parte, il carattere del protagonista Alceste. Ed in effetti tutta la commedia ruota intorno ad Alceste che, con la sua etica inflessibile, non solo si oppone al buonsenso e all’urbanità che la società impone, rappresentata del suo amico e uomo di mondo Filinte, ma è anche innamorato di Céliméne, una bella ragazza alquanto civetta, sentimento che contraddice la sua etica e ne fa infine un personaggio complesso, oltre che ridicolo. L’intransigenza del protagonista lo porterà infine ad isolarsi da un mondo dove troppo spesso dilaga l’ipocrisia, la corruzione, la piaggeria e la maldicenza, rinunciando perfino all’amore di Celimene che non può invece rinunciare a vivere la mondanità. Una commedia amara in cui il lieto fine è assegnato solo all’amico Filinte che riuscirà a sposarsi con l’equilibrata Eliante e a ricomporre l’ideale, sebbene in minore nell’architettura drammaturgica, della convivenza civile.

Il misantropo è quindi una opera dai tratti universali e in realtà modernissimi: la fuga da un mondo che si vorrebbe giusto e leale, e che invece giusto non lo è quasi mai, è un sentimento che molti hanno provato di fronte alle delusioni che la vita ci presenta. Non per questo si deve condividere la decisione di Alceste, che forse troppo chiede a una società umana, allora come adesso, fin troppo accomodante, ma certamente ci fa riflettere e ci mette di fronte ad un bivio: sporcarsi le mani per rendere il mondo migliore o isolarsi in una perfetta “torre d’avorio”? È uno dei grandi dilemmi che filosofi, santi ed eroi d’ogni tempo si sono posti e ancora si continuano a porre.

Nella nostra messa in scena, che per sottolineare l’attualità dell’assunto, portiamo verso un’epoca più vicina alla nostra, ovvero all'inizio del novecento, non propenderemo per una scelta o per l’altra, sicuramente verrà sottolineato l’aspetto “atrabiliare”, comico e ridicolo del protagonista, ma anche la superficialità del mondo che lo circonda con le sue ingiustizie, presunzioni e tradimenti. Starà poi al pubblico decidere quale sarà la posizione da preferire.

IL MISANTROPO
di Molière
con Marco Belocchi - Alceste; Eleonora Pariante – Céliméne; Giustino De Filippis- Filinte; 
Giuseppe Alagna – Oronte; Maurizio Castè – Acaste; Vittorio Ciardo – Clitandro; Valentina Maselli – Eliante; 
Teresa Marra - Lisette; Vittorio Aparo- La guardia / Du Bois
Scene e luci: Manuela Barbato
Costumi: Maria Letizia Avato
Aiuto regia: Vittorio Ciardo
Assistente regia: Anna Pizzato
Assistente scenografa: Francesca Forcella
Ufficio stampa: Rocchina Ceglia
Produzione: A.C. Genta Rosselli, Centro Teatrale Meridionale, 1° Agosto Film


TEATRO ANFITRIONE

via di San Saba 24 - Roma

dal 15 al 26 marzo 2017

ore 21.00 – domenica ore 18.00

Info e prenotazioni: 06.5750827 - 327.7386420

Biglietti Intero 20€ Ridotto 14€


L’autore


Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, è nato nel 1622 a Parigi da un tappezziere. Dopo aver studiato diritto, e forse filosofia, a soli ventun anni decide di unirsi ad una compagnia di teatranti e da allora dedicherà la sua vita al teatro. Dotato di un notevole talento comico, girerà per le province francesi per circa un decennio prima di tornare a Parigi ed esibirsi al cospetto di Luigi XIV, il Re Sole, che da allora lo prenderà sotto la sua protezione. Comincia a scrivere commedie nel 1653, dapprima farse sulla falsariga degli scenari italiani, poi commedie via via più complesse e pungenti che prendevano spesso di mira la buona società parigina, suscitando polemiche e proteste assai vivaci. Ma i capolavori, soprattutto apprezzati dal re, continuano a susseguirsi, dal Tartufo al Misantropo, dal Borghese gentiluomo al Malato immaginario, sua ultima commedia che lo vedrà ancora una volta protagonista, ma solo per poco. Molière, malato da tempo, si spegnerà dopo la quarta replica a soli cinquantuno anni.

Considerato uno dei grandi commediografi della storia del teatro, le sue opere sono state, nel corso dei secoli, costantemente rappresentate, non solo in Francia, ma in tutto il mondo, ribadendo ancora una volta la profondità del suo messaggio e dei caratteri che ha disegnato, facendone delle tipologie universali.

SAMANTA NOVELLI, “LADY COUPON”: DA PAZZI PER LA SPESA A “UN TIRCHIO QUASI PERFETTO”

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Continua il successo per Samanta Novelli, “Lady Coupon”, che è stata anche chiamata in causa come influencer per un video tutorial realizzato e lanciato sul web in occasione dell'uscita nelle sale italiane (previsto per il 16 marzo) di “Un tirchio quasi perfetto”, il nuovo divertentissimo film con Dany Boon.

Qui la nostra Samanta dà qualche consiglio utile su come fare la spesa risparmiando, una mission che porta avanti già da diverso tempo e che ha fatto di lei la regina italiana dei coupon.
Per vederlo: https://www.facebook.com/UnTirchioQuasiPerfetto

A testimoniarlo è anche il seguito che sta avendo non solo sui suoi profili social, ma anche sul sito www.pazziperlaspesa.eu (interamente dedicato al risparmio) con cui collabora.

Chi è Samanta:

Samanta Novelli è nata il 15 Ottobre 1989 a Pisa.
Attualmente vive a Piombino con il marito Vincenzo e i due figli Mattia (di quasi 6 anni) e Alice (3 anni).
Al momento fa la casalinga, dopo aver lavorato per 7 anni nell’azienda di famiglia come segretaria: all'arrivo di Alice, infatti, ha deciso di dedicarsi interamente alla famiglia.
La sua abilità con i coupon le ha regalato una certa notorietà, tanto che un noto periodico le ha persino affidato una rubrica.

MoveOn, 15 e 16 marzo a Milano corso di perfezionamento Hip Hop Hawks Method

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Mercoledì 15 e giovedì 16 marzo MoveOn Performing Arts Academy apre le porte a tutti gli appassionati di danza Hip Hop che vogliono prendere coscienza del loro livello e perfezionare le proprie competenze, ospitando l’ideatore dell’Hawks Method, Massangila “Yugson” Lumengo.

L’Hawks Method è stato fondato da Yugson, ballerino francese di fama internazionale, con lo scopo di consentire ai ballerini Hip Hop, di identificare il loro livello di preparazione. Si tratta di un sistema parametrato su 20 domande suddivise in quattro temi fondamentali: basi, musicalità, tecnica, creatività. Un metodo che rende consapevoli i ballerini rispetto ai loro punti di forza e di debolezza al fine di progredire sulla base di standard di altissimo livello.
È un modo per spingere il ballerino, ma anche l’Hip Hop nella sua interezza, verso l’eccellenza, approfondendo la storia della disciplina per svilupparne al meglio la versatilità tecnica.

Yugson è un artista dai molti talenti: ballerino, coreografo, DJ, giudice nei più importanti contest internazionali. È membro del famoso gruppo "Wanted Posse" e della crew "Serial Stepperz", a cui appartiene anche Malkom, che lo affiancherà il 15 e 16 marzo in MoveOn. Yugson ha collezionato numerose vittorie al Juste Debout ed è un performer chiave nella scena rap underground. 

MoveOn offre l’occasione di sperimentare questo metodo non solo ai suoi iscritti, ma anche a ballerini Hip Hop che non frequentano i corsi accademici.
Orario:
Mercoledì 15 marzo dalle 14.00/18.00
Giovedì 16 marzo dalle 11.00/13.30 e dalle 14.30/18.00

Prezzi: (obbligo di frequenza per le 2 giornate)
70 € esterni
50 € tesserati MoveOn.

Per partecipare è necessario prenotarsi inviando una mail a info@moveonmi.como telefonando allo 02.36752323


MoveOn Performing Arts Academy
via G. Watt 27
20143 Milano
Tel. 02 36752323

Teatro Brancaccino, Michela Andreozzi dal 9 al 12 marzo in "L'AMORE AL TEMPO DELLE MELE"

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Dopo   il   successo di “A  letto  dopo Carosello”  una   sorta di  "primotempo" delsuoesilaranteeteneroviaggionellamemoriacollettiva,MichelaAndreozzièprontaadaccompagnarciancoraunavoltaindietroneltempo,inquelmomentoincui,anostrespese,abbiamoiniziatoa capireleprimetragiche,irresistibili e divertentissime conseguenzedell’amore.

Ti vuoi mettere con me mantienelastessaformuladelvarietà,concanzonidalvivoeilcoinvolgimentodelpubblico,comesefosseunvecchioamico.Maquest'annoc'è dipiù:AzzurraDoffBolazziealtrinuovipersonaggifarannocapolinosulpalco.
«Dreams aremy reality…». Erailtempodellemele,  ilsabatopomeriggio, unapalla di specchiettigiravasul soffittodelsalotto:pochecoppiedondolavanoalcentrodellastanza.Leiglitenevalemanisullespalle,luiletenevaapinzasuifianchietuttelemanieranosudate.Poiarrivavaqualcunoconunascopaelacoppiascoppiavafinoallentosuccessivo.Sulsessocircolavanopochenotizieeannosiquesitirestavanoinsoluti:“Sipuòrimanereincintaconunbacio?”.Leconfusespiegazionideigenitoririuscivanosoloadalimentareidubbi…NonrestavachescrivereallaPostadelCuore.
L’adolescenzaelacameretta,ildiario,iltelefono,lagitascolasticaeilprimoamore:indimenticabili,drammaticieinvolontariamenteesilarantimomentichehannosegnatolavitadiciascunodinoi. Macomesiamodiventati?
Masiamodavverocambiati? Esepotessimoperunattimotornareindietroaquell’incantevoleistantein cuinoneravamocarnepesce,maincuituttostavaperaccadere?
 Marioletta Bideri per Bis Tremila srl
presenta

Dal 9 al 12 marzo 2017
da giovedì a sabato ore 20.00-domenica ore 18.00
MICHELA ANDREOZZI
in
L’AMORE AL TEMPO DELLE MELE
regia Paola Tiziana Cruciani
uno spettacolo di  Michela Andreozzi, Paola Tiziana Cruciani e
Giorgio Scarselli
musiche  dal  vivo Alessandro Greggia



BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Dal giovedì al sabato ore 20, domenica ore 18
Biglietto: 15,50 € - Card open 5 ingressi 55 euro

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

UFFICIO PROMOZIONEtel 06 80687232 | promozione@teatrobrancaccio.it

Teatro Azione, dal 10 al 12 marzo "Julie" di August Strindberg. Regia di Marco Blanchi

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Dopo il successo delle prime tre repliche, dal 10 al 12 marzo il Teatro Azione ospita Julie il capolavoro della pur vasta produzione drammaturgica dello scrittore svedese August Strindberg.
L'adattamento e la regia sono a cura di Marco Blanchi. Nella prima settimana di repliche, che ha registrato il sold out, in scena si sono esibiti Vincenzo Grassi, nei panni di Jean, Livia De Luca, in quelli della protagonista Julie e Valentina Mangoni che presta il volto a Kristin. La seconda settimana di repliche il regista affida questa elegante storia ad un secondo cast: sul palco del Teatro Azione si esibiranno Valerio Rosati (Jean), Ilaria Salvatori (Julie), Valentina Mangoni (Kristin)
Questa “tragedia naturalistica”, come la definisce lo stesso autore, mette in scena tutta una serie di rapporti conflittuali, primo fra tutti, quello eterno fra uomo e donna, ma anche quello tra servo e padrona e, quindi, implicitamente il tema della lotta di classe. La vicenda è apparentemente elementare: la contessina Julie si invaghisce del suo servo Jean e, complice l'assenza del padre che si è recato in visita dai parenti, l' alcool e le danze sfrenate del ballo della servitù e la conturbante atmosfera della notte di mezza estate, decide di intraprendere un pericoloso gioco di seduzione fatto di sguardi, allusioni ed esplicite sfrontatezze che, però, finiscono per innescare un meccanismo perverso che lei stessa non riuscirà più a controllare, e che la porterà a trasformarsi da padrona in serva del suo servo fino al suicidio come ultimo e unico atto di riparazione per il suo onore calpestato e ferito. Ma oltre la semplice apparenza c'è molto, molto di più... perché i veri motivi di questa storia non si trovano, secondo me, in ciò che accade ma in tutto quello che si nasconde all'interno delle cose che vediamo accadere. E allora ecco che ad una lettura un po' più attenta si scopre che ai “semplici fatti” si aggiungono nuovi riflessi che vanno ad illuminare le parti più oscure e nascoste della psiche dei personaggi. Ed ecco che il testo smette di essere ciò che sembra, e cioè un breve viaggio nel rapporto fra un uomo e una donna o tra un servo e la sua padrona, e inizia a trasformarsi in un percorso molto più affascinante all'interno di due anime alle prese con i loro sogni, con il loro sesso e con la loro animalità.

“Come regista e come uomo di teatro sono sempre stato affascinato dall'invisibile che si nasconde all'interno di un'opera d'arte” spiega Marco Blachi “perché ritengo che proprio quell'invisibile sia ciò che può essere utile allo spettatore e quindi credo che il mio lavoro consista più che nel mettere in scena un testo teatrale, nel cercare di rendere visibile l'invisibile di quel testo. Ciò che mi ha spinto a lavorare su “La contessina Julie” non è legato a ciò che accade o accadrà in scena ma all'investigazione dell'io nascosto e profondo dell'essere umano”


JULIE
di A. STRINDBERG
adattamento e regia Marco Blanchi
Primo Cast: Vincenzo Grassi (Jean), Livia De Luca (Julie), Valentina Mangoni (Kristin)
Secondo Cast: Valerio Rosati (Jean), Ilaria Salvatori (Julie), Valentina Mangoni (Kristin)
luci: Augusto Belli
foto: Costanza Cosi
Scene e costumi: Devila
Sound designer: Daniele Paesano
Teatro Azione
via dei magazzini generali 34
dal 10 al 19 marzo
ore 21.00 domenica ore 18.00
Primo cast: 3,4,5,18,19 marzo
Secondo cast: 10,11,12,17 marzo
Biglietti: intero 10,00 + 2,00 (tessera associativa), 8,00 + 2,00 (tessera associativa)
per Info e prenotazioni: Telefono 347 3402275 / julieteatro@gmail.com

Giunti, esce il libro "TUTTA COLPA DELLA MIA IMPAZIENZA. E di un fiore appena sbocciato" di VIRGINIA BRAMATI

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Una grande casa nella quiete immutabile della campagna.

Una madre morta troppo presto.
Un giovane medico dagli occhi buoni e misteriosi.
E un’estate in cui tutto sta per cambiare.
«Sono nata con due mesi di anticipo, odio i tempi morti, sono fisicamente allergica ai giochi di pazienza e adoro il tasto fast forward»: Agnese è così, una ragazza esuberante, autonoma, insofferente verso il principio dell’«ogni cosa a suo tempo»…
Ma improvvisamente, ecco che la vita prende una piega terribilmente dolorosa e la scaraventa dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, lontana quanto basta per essere immersa nei ritmi lenti e immutabili della campagna. Non solo: quando l’inverno finalmente è alle spalle e tutto sta per sbocciare, si ritrova sola, con un esame importante da preparare e solo il ronzio delle api a farle compagnia.
Impulsiva come sempre, Agnese non si arrende e riesce ugualmente a riempirsi le giornate con tutto ciò che non dovrebbe fare… fino a che dalle pagine di un libro non spunta un  piccolo dono prezioso: una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa hanno il potere di curare le ferite dell’anima e insegnare l’ascolto e l’armonia.
Sullo sfondo di una campagna lombarda sorprendente e rigogliosa, non lontano dal magico borgo di Verate che le sue lettrici hanno imparato ad amare, Virginia Bramati ci regala ancora una volta una protagonista adorabile, piena di vita, alle prese con un mistero da risolvere, un esame da superare e soprattutto con il compito più difficile: scoprire che la felicità è molto più vicina di quanto pensiamo, se solo sappiamo rallentare e guardarla negli occhi.

Dall'8 marzo in tutte le librerie 
il nuovo romanzo di Virginia Bramati

TUTTA COLPA DELLA MIA IMPAZIENZA 
E di un fiore appena sbocciato

di 
VIRGINIA BRAMATI
Giunti Editore – Collana A
pp. 240 – euro 14,90

Virginia Bramati vive e lavora a Milano. Ha esordito in rete, con un ebook che si è presto trasformato anche in un libro di carta: Tutta colpa della neve (e anche un po’ di New York) (Mondadori 2014) poi seguito da Meno cinque alla felicità e E se fosse un segreto? Tutti i suoi romanzi ruotano intorno al piccolo, verdeggiante borgo di Verate, in Brianza: un luogo immaginario eppure più che mai verosimile, destinato a diventare per le sue protagoniste un vero luogo del cuore.

Mostra, dall'11 marzo "MICHELANGELO VIZZINI - Messina in bianco e nero" al Castello di Bauso di Villafranca Tirrena

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Con la partecipazione della Famiglia Vizzini, in particolare Veneranda e di Mirko Vizzini, figlia e nipote del fotoreporter, che hanno collaborato all'organizzazione, si inaugurerà sabato 11 marzo 2017 alle ore 18 al Castello di Bauso di Villafranca Tirrena la mostra "MICHELANGELO VIZZINI - Messina in bianco e nero".  
All'inaugurazione interverrà Massimiliano Cavaleri. La mostra si realizza nell'ambito del programma biennale di manifestazioni "CASTELLO ... IN ARIA" e vede in esposizione una ampia selezione delle immagini firmate da Michelangelo Vizzini che ha saputo cogliere, con i suoi inimitabili "scatti", i momenti più importanti e la poesia quotidiana di una intera comunità.

Il Centro Sperimentale di Didattica e Divulgazione Musicale “Progetto Suono” di Messina,  in partenariato con il Comune di Villafranca Tirrena e in collaborazione col la Pro-Loco di Villafranca Tirrena, organizza nell’ambito del  progetto biennale "Castello…In Aria” - Giovani per la Valorizzazione dei Beni Pubblici  una serie di eventi finalizzati alla valorizzazione del “Castello di Bauso” di Villafranca Tirrena (ME), bene di proprietà del demanio culturale della Regione Siciliana, concesso dal Polo Regionale di Messina per i Siti Culturali su mandato dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e delle Identità Siciliana.
“Castello in …Aria”  è co-finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della Gioventù.




EPATITE A: CASI IN AUMENTO TRA MASCHI 25-40 ANNI A ROMA, NAPOLI E MILANO. CAUSE, SINTOMI, VACCINI

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In netto aumento i casi di epatite A, in particolare nelle aree metropolitane di Roma, Napoli e Milano. Si tratta di alcune decine di casi che in maggioranza riguardano adulti ed in particolare uomini tra i 25 e i 40 anni, a suggerire una modalità prevalente di diffusione per contatto sessuale. Il contagio può avvenire anche tramite il consumo di  acqua e cibi, come ad esempio molluschi crudi o poco cotti contaminati dal virus.

SINTOMI E CAUSE - L'epatite A (in precedenza nota come epatite infettiva) è una malattia infettiva acuta del fegato causata da un virus. Il tempo tra l'infezione e il manifestarsi dei sintomi è tra le due e le sei settimane: tra i più frequenti nausea, vomito, diarrea, ittero (occhi e cute assumono un colorito giallastro), urine scure, feci chiare, febbre e dolore addominale. Può raramente verificarsi insufficienza epatica acuta, evento più comune negli anziani. Per quanto l’epatite A presenti un andamento in generale benigno e i casi gravi siano rari e prevalentemente riguardino persone con altre malattie concomitanti, il suo decorso nell’adulto è spesso prolungato, anche per mesi e debilitante. Dopo una singola infezione l'individuo acquisisce una immunità per il resto della sua vita.

L'EPATITE A NEI SOGGETTI MSM - Per quanto riguarda i soggetti maschi che praticano sesso tra maschi (MSM), piccole epidemie locali di epatite A tra sono state segnalate negli anni 2000 in Europa e negli Stati Uniti.  In Italia abbiamo attualmente notizia di casi soprattutto a Milano, Roma, Padova e Napoli. Si tratta comunque di poche decine di casi, che hanno un peso limitato sulla diffusione della malattia nella popolazione generale, che si mantiene estremamente bassa (intorno a 0.6 casi ogni 100,000 abitanti, dati SEIEVA). 

"Nel caso della epatite A, la protezione con il condom - dichiara il Prof. Giovanni Battista Gaeta, Professore Ordinario di `Malattie Infettive` alla Seconda Università degli Studi di Napoli - non impedisce la trasmissione per via fecale-orale a seguito di contatti sessuali oro-anali. Nella pratica il vaccino contro l’epatite A è dotato di buona efficacia nel prevenire i casi di contagio e pertanto va consigliato nell’immediato ai contatti dei casi affetti (compreso i familiari conviventi) e più in generale a tutti i soggetti esposti al rischio a causa delle le proprie abitudini sessuali. Per ottenere quest’ultimo obiettivo è indispensabile una campagna di informazione".

L'EFFICACIA DEL VACCINO - La vaccinazione contro il virus dell’epatite A  è espressamente raccomandata nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per i soggetti MSM. L’efficacia della vaccinazione nel ridurre il rischio di infezione anche in corso di epidemia è stata recentemente dimostrata in Taiwan, ove dal 2015 sono stati segnalati oltre 750 casi di epatite A tra i MSM.

"In uno studio che ha coinvolto più di 1500 MSM con infezione da HIV attuato durante un’epidemia di epatite A che ha causato oltre 750 casi tra gli MSM, chi non ha accettato di sottoporsi alla vaccinazione - dichiara il Prof. Massimo Galli, Professore Ordinario Malattie Infettive Università degli Studi di Milano, nonché vicepresidente della SIMIT, Società italiana di malattie infettive e tropicali - ha manifestato l’epatite 16,5 volte più frequentemente rispetto a coloro che hanno ricevuto anche una sola dose di vaccino. Ciò ha consentito di determinare in questo caso un’efficacia del 93,6% della vaccinazione,  nonostante la sua somministrazione potesse essere considerata tardiva rispetto allo svilupparsi dell’epidemia. I risultati di questo studio, presentato la scorsa settimana alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI), la più importante conferenza scientifica su HIV/AIDS che si è tenuta quest’anno in Seattle, ulteriormente confermano  quindi l’indicazione della vaccinazione per l’epatite A per gli MSM". 

LE SOMMINISTRAZIONI - Tenuto conto della situazione che si è manifestata nelle nostre città, è opportuno che le persone che ritengono di potere essersi esposte all’infezione o che si ritengano a rischio provvedano a vaccinarsi. Una volta individuato un caso di epatite, va raccomandata la vaccinazione immediata dei familiari conviventi e dei contatti, valida per la profilassi dei casi secondari. 

"La vaccinazione viene attuata - dichiara il Prof. Massimo Puoti, Direttore di Struttura Complessa di Malattie Infettive Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano - mediante due somministrazioni per via intramuscolare a 6 mesi di distanza l’una dall’altra. Trattandosi di un vaccino contenente virus ucciso, non vi sono controindicazioni nel suo impiego in persone portatrici di malattie che causano immunodepressione. La vaccinazione si è dimostrata efficace anche nella maggioranza delle persone portatrici dell’infezione da HIV ed è raccomandata in particolare nelle persone  affette da epatopatia cronica (in conseguenza della maggiore probabilità di sviluppare forme gravi), nelle persone con coagulopatie tali da richiedere terapia a lungo termine con derivati di natura ematica e nelle persone che fanno uso di droghe per via endovenosa".

Kris, dal 10 marzo in rotazione radiofonica "RESTO IO" il nuovo singolo

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Da domani, venerdì 10 marzo, in rotazione radiofonica il singolo di KRIS "RESTO IO" (scritto da Daniele Conti - Federico Fabiano) e in vendita nei digital store su etichetta Stemma Records distr. Believe Digital.

Cristina Milanese in arte "KRIS" 27 anni di Roma. Artista effervescente e dinamica, ama fondere melodie pop con il sound electro-rock prestando un’attenzione particolare ai testi che interpreta con carattere e originalità. Studia canto e chitarra presso la Stemma Music Academy e recitazione alla Saint Louis de France. Canta anche in Francese, Spagnolo e Inglese. Nel 2013 partecipa come corista al programma televisivo “Amici” di Maria De Filippi. Nel 2014 viene selezionata dalla 1star per registrare il videoclip di "Se bruciasse la città" di Massimo Ranieri partecipando ai 2 concerti live organizzati dallo storico locale romano “Piper” in occasione del festeggiamento dei suoi primi 50 anni. Dal 2014 al 2016 canta e suona nei locali della Capitale con la Band nota come “Cristina e i poco seri”. A settembre 2016 pubblica il suo primo singolo contenente l'inedito "Resto io" e la cover del noto successo di Loredana Bertè "Il mare d'inverno" che in brevissimo tempo raggiungerà il #38 posto nella classifica iTunes TOP 200 POP. 
Attualmente KRIS sta lavorando al suo primo EP di inediti prodotto e arrangiato daStefano Borzi (Tiromancino – Valerio Scanu) con la collaborazione del chitarrista David Pieralisi (Michele Zarrillo – Alessandra Amoroso) e del tecnico del suono Mirko Cascio (Daniele Silvestri – Fabrizio Moro). 
 Il videoclip del brano “RESTO IO” su YouTube al link: 


Parole in cammino, dal 7 al 9 aprile 2017 a Siena il Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia

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Dal 7 al 9 aprile 2017 a Siena prende il via Parole in cammino, il Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia, realizzato dall'Associazione La Parola che non muore e ideato e diretto da Massimo Arcangeli.

Il progetto più generale, promosso dall'Università per Stranieri di Siena per l'occasione delle Celebrazioni del Centenario della fondazione della Scuola di lingua italiana per Stranieri (1917-2017), dal Comune di Siena e dalla Regione Toscana, con la partecipazione dell’Università degli Studi di Siena, è pensato come un itinerario sull'italiano fra passato, presente e futuro, ma con il prezioso contributo portato alla storia linguistica, sociale, culturale del nostro paese dalle tante altre “lingue” presenti sul territorio (dialetti, lingue minoritarie, linguaggi giovanili, lingue di contatto, gerghi tecnologici, ecc.), dalle maggiori lingue di cultura (con riferimento alla traduzione letteraria,  alle parole “in viaggio”, alle nuove forme di “capitalismo linguistico”, ecc.), dalla comunicazione non verbale (la lingua dei segni, il linguaggio del corpo).
Il progetto e la manifestazione, che vedono altresì la collaborazione del complesso museale di Santa Maria della Scala, dell'Opera Laboratori Fiorentini, dell’Accademia della Crusca, della Federazione Relazioni Pubbliche Italiana (FERPI) per la Toscana e ancora della Società Dante Alighieri, del MIUR, del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università degli Studi di Bologna, dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, della Camera di Commercio di Frosinone e di ConfimpreseItalia, punta a fare di Siena il centro strutturale, organizzatore, propulsore di una manifestazione annuale che potrà coinvolgere, negli anni, le tre città della Toscana sede di altrettante università (Firenze, Arezzo, Pisa) e altre regioni, città, cittadine e borghi italiani disposti a realizzare uno o più eventi, per un percorso tematico comune, all'interno di altre manifestazioni culturali (come Cassino OFF, il Festival della Crescita, il Festival delle Storie della Valle di Comino, le Feste Archimedee di Siracusa, Leggendo metropolitano di Cagliari).

Per l'Italia centrale potranno essere più direttamente coinvolti quattro festival, già gemellati in un progetto culturale di cultura in cammino (la Festa di Scienza e Filosofia di Foligno, il Futura Festival di Civitanova Marche, La parola che non muore di Civita di Bagnoregio, il Borgo dei Libri di Torrita di Siena), e ai quali si è poi aggiunto ANTICOntemporaneo di Cassino, rappresentativi di Umbria, Toscana, Marche, Lazio, le regioni che hanno visto affiorare le prime testimonianze dei volgari italiani: i Placiti capuani (960-963), il graffito della catacomba di Commodilla (prima metà del IX sec.), l'iscrizione di San Clemente (fine XI sec.-inizio XII sec.), la Passione cassinese (fine XII sec.), l'Inventario dei beni di Santa Maria di Fondi (fine XII sec.) per il Lazio; la Formula di confessione (inizio XII sec.) e il Cantico delle creature di san Francesco per l'Umbria; la Postilla amiatina (1087), il Conto navale pisano (inizio XII sec.), la Testimonianza di Travale (1158), le Decime di Arlotto (1160-1180), l'Annotazione pistoiese (1187-1208), il Ritmo laurenziano (fine XII sec. – inizio XIII sec.), alcuni documenti della badia di Coltibuono (fine XII sec. – inizio XIII sec.), i Frammenti di un libro di conti di banchieri fiorentini (1211), il Ritmo lucchese (1213) per la Toscana; la Carta osimana (1150 o 1151), la Carta fabrianese (1186), la Carta Picena (1193), il Ritmo su Sant'Alessio (inizio XIII sec.) per le Marche.

Tre giorni di incontri, un centinaio di ospiti tra accademici, intellettuali, poeti, scrittori, artisti, giornalisti. Tra gli altri: Sara Bentivegna, Maurizio Bettini, Massimo Cacciari, Ugo Cardinale, Tommaso Cerno, Daniele Chieffi, Michele Cortelazzo, Raffaella De Santis, Ivano Dionigi, Luciano Fontana, Vera Gheno, Francesco Giorgino, Amir Issaa, Leonardo Luccone, Michele Mirabella, Anthony Mollica, Francesco Morace, Mario Morcellini, Stefano Moriggi, Pasquale Polidori, Raffaella Petrilli, Lorenzo Pregliasco, Francesco Sabatini, Igiaba Scego, Marino Sinibaldi, Roberto Sommella, Gian Antonio Stella, Pierluigi Vaccaneo, Massimo Vedovelli, Pier Donato Vercellone, Andrea Vianello, Lello Voce, Zatarra. Ci saranno anche Lercio e Spinoza, e sarà premiato Enrico Mentana per webete, insieme a Matteo T. e alla sua maestra Margherita Aurora, per petaloso, e ad alcuni degli studenti vincitori delle Olimpiadi dell'italiano (in un'iniziativa svolta in collaborazione con il MIUR).

Delle tre iniziative collaterali che, nella loro fase finale, approderanno al festival, due laboratori indirizzati a coinvolgere le scuole senesi, ma anche tutte le altre scuole toscane disposte a sposarli: il primo per la composizione di un testo italiano originale da cantare, il secondo per la realizzazione di un progetto sulle parole che sono in grado di cambiare il mondo. La terza iniziativa, realizzata in collaborazione con TwLetteratura (https://www.twletteratura.org), è invece un contest per tradurre/inventare parole da lanciare via Twitter (account: @ParoleInCammino; hashtag #Twittabolario). Nei tre giorni del festival sarà anche allestita una Fiera del Libro di Italiano (Gallerie di Palazzo Patrizi), accompagnata da incontri organizzati dagli editori aderenti. I partecipanti alla manifestazione potranno infine visitare, con l’ausilio di una guida, il Museo Civico, il Complesso di Santa Maria della Scala e il Teatro Comunale dei Rinnovati.  
Sito: www.ilfestivaldellalinguaitaliana.it


Direttore artistico
Massimo Arcangeli

Comitato scientifico
Massimo Vedovelli (coordinatore), Carla Bagna, Pietro Cataldi, Giancarlo Liviano D'Arcangelo, Giovanni Manetti, Annalisa Nesi, Carlo Pulsoni, Francesca Vannozzi

Coordinamento generale
Sandro Mariani (relazioni con il territorio)
Segreteria organizzativa
Paola d'Orsi, Guglielmo Turbanti (per il Comune di Siena)
Davide Careddu, Francesca Ristori (contatti con gli ospiti)
Luca Chapelle (gestione sito e pagina Facebook)
Francesca Comandini, Sara Fabrizi (ufficio stampa)
Daniele Mazzacani (coordinatore, contatti con gli editori)
Raymond Siebetcheu, Simone Casini, Caterina Ferrini, Mika Maruta (per l'Università per Stranieri di Siena)
Claudia Colafrancesco (contatti con le scuole)
Renato Renzi (strumentazioni tecniche, luci, ecc.)
Letizia Pini (ricerca sponsor)
Riprese e montaggio video
Gianni Gadaleto

Con la collaborazione degli studenti dell'Università per Stranieri di Siena e dell'Università di Siena e dell’Associazione Culturale “Il Liceone”

UMBERTO TOZZI, dal 10 marzo in radio TI AMO in duetto con ANASTACIA

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Da domani, venerdì 10 marzo, sarà disponibile in digital download e in rotazione in tutte le radio “Ti Amo”, il grande successo discografico di Umberto Tozzi del 1977 cantato, per celebrare l’anniversario, in duetto con la star americana Anastacia. Il singolo anticipa l’uscita di “40 anni che ‘TI AMO’” (Momy Records/Sony Music), il nuovo disco disponibile dal 31 marzo nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming.

Oltre al brano che vinse il Festivalbar e rimase al primo posto della classifica dei singoli più venduti in Italia senza interruzioni dal 23 luglio al 22 ottobre 1977 (1.147.000 copie vendute in Francia - 8.000.000 in tutto il mondo), il nuovo disco contiene tutte le maggiori hit di Umberto Tozzi registrate dal vivo e due inediti: uno scritto dallo stesso cantautore e uno scritto da Eros Ramazzotti, Claudio Guidetti, Kaballà e Francesco Bianconi.

Dal 14 aprile, dal Teatro Dal Verme di Milano, partirà l’omonimo tour che porterà il cantautore italiano, che nella sua carriera ha venduto  nei migliori teatri d’Italia ed Europa. Ecco il calendario aggiornato:

14 aprile – Teatro Dal Verme – Milano;
20 aprile – Teatro Colosseo – Torino;
21 aprile – Teatro Ariston – Sanremo;
5 maggio – Teatro Duse – Bologna;
12 maggio – Auditorium Conciliazione – Roma;
13 maggio – Nuovo Teatro Verdi – Montecatini;
14 maggio – Palazzo dei Congressi – Lugano;
15 maggio – Teatro Filarmonico – Verona;
18 maggio – Palabanco – Brescia;
19 maggio – Gran Teatro Geox – Padova;
24 maggio – Teatro Comunale Verdi – Pordenone;

link biglietti: http://bit.ly/40anniTiAMO

Info e prevendite disponibili su www.ticketone.it, www.concerto.net, www.umbertotozzi.com e www.ticketcorner.ch (per Lugano)

La tournée vedrà Umberto Tozzi celebrare “Ti Amo”, il suo più grande successo, affiancandolo a tutti quei brani che hanno reso celebre il suo nome in Italia e nel mondo come “Gloria”, “Si può dare di più”, “Gli Altri siamo noi”, “Gente di Mare”, “Dimmi di No”, “Stella Stai”, “Donna amante mia” arrangiati e interpretati in una veste più moderna. Oltre alle hit storiche non mancheranno i nuovi brani contenuti nel disco “Ma che spettacolo!” pubblicato a ottobre del 2015.

Umberto Tozzi sarà accompagnato sul palco da Raffaele Chiatto (chitarre), Gianni D’Addese (tastiere) Giambattista Giorgi (basso), Gianni Vancini (sax) e Riccardo Roma (batteria). Il tour “40 anni che ‘TI AMO’” è prodotto e organizzato dalla Concerto Music, società che con questa tournée inaugura la collaborazione con Umberto Tozzi.

Teatro Studio Uno, dal 16 al 19 marzo “Fiori di me” il nuovo lavoro della Compagnia Pescatori di Poesia

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In scena al Teatro Studio Uno dal 16 al 19 marzo “Fiori di me” ultimo lavoro della Compagnia Pescatori di Poesia, monologo esistenziale sulla vita di un uomo che mette in discussione se stesso e il suo lavoro, scritto da Luna T Sveva Testori, che firma anche le musiche originali, con protagonista Simone Fraschetti diretto da Klaus Kurtz.

Vito Macchi è un brillante cardiochirurgo ma da qualche tempo vuole cambiare lavoro. Di fronte alla possibilità di essere nominato primario, comprende di non poter indugiare oltre. E’ giunto per lui il momento di realizzare il suo desiderio di fare il fioraio. Ma oggi cambiare mestiere è da pazzi. Decide quindi di chiedere consiglio alle persone a lui più care.

Entrano in scena, evocati dalle parole di Vito, sei personaggi: sua figlia, uno zio professore universitario, un'amica prostituta, un vicino di casa, una vecchia gatta, e suo padre fotoreporter. Vito lascia parlare i personaggi attraverso la sua voce dando vita ad un ironico dibattito corale. In questo piccolo tribunale privato, alcuni vogliono che Vito resti cardiochirurgo, altri che dia ascolto al suo desiderio di coltivare fiori. Tutti sono testimoni e giudici.

Cardiochirurgo o fioraio? È davvero questo il dubbio del protagonista?
I fiori intanto crescono nella testa di Vito, si ramificano nei meandri della memoria e sbocciano in ossessione. Divengono presenza dolorosa, mal di testa implacabile, mentre le voci degli altri evocano un oscuro ricordo del passato. Fiori di me è il racconto di un uomo che vuole cambiare mestiere, e che forse è pazzo davvero. Una piccola storia di un individuo che cerca una risposta nel labirinto delle domande.

MOSTRA FOTOGRAFICA “SCATTI PRIVATI” di ALDO MACCHI
Lo spettacolo Fiori di me sarà accompagnato dalla mostra fotografica Scatti Privati in cui saranno esposte nel foyer del teatro otto opere inedite del fotoreporter di guerra Aldo Macchi.
La mostra, curata dal figlio Vito, propone fotografie private, autoscatti e immagini di vita familiare dal 1975 al 1995, anno in cui di Aldo si persero le tracce. Otto opere ritrovate in archivi e redazioni di mezza Europa che ci permettono di ipotizzare gli spostamenti del fotoreporter negli ultimi vent'anni della sua vita.
 Foto di Pamlanephoto
“Fiori di me” dal 16-19 marzo 2017 | Sala Specchi
Teatro Studio Uno, Via Carlo della Rocca, 6 (Torpignattara).

Ingr. 10 euro. Tessera associativa gratuita

Giov – Dom. ore 21.00

PRENOTAZIONI http://j.mp/prenotaTS1
Per info: 3494356219- 3298027943
www.teatrostudiouno.com – info.teatrostudiouno@gmail.com

Fausta Cialente: la vita di una scrittrice europea. A 23 anni dalla morte di una grande del Novecento, aquilana d’origine

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L’AQUILA - Che quella di Fausta Cialente sia stata un'esistenza intensa, singolare e per molti aspetti fuori dal comune, è ormai un fatto chiaro e manifesto, che motiva almeno in parte la quantità dell'oblio (per citare le parole del critico Franco Cordelli) che l'ambiente letterario le riservò ancora prima della morte, avvenuta proprio il 12 marzo del 1994, in un piccolo villaggio inglese. Figlia di un ufficiale di fanteria aquilano e di una ricca donna triestina, la vita di Fausta fu, sin dall'infanzia, un susseguirsi di spostamenti da una città all'altra d'Italia, motivati dalla carriera del padre.

Nata a Cagliari nel 1898 per pura casualità, Fausta Cialente crebbe tra Ancona, Roma, Teramo, Senigallia, Firenze, Genova, Milano e altre città, recandosi periodicamente a Trieste a seguito della famiglia materna. Proprio a Trieste, Fausta si è formata culturalmente, lì e soltanto lì, ha probabilmente sentito di appartenere, seppur lontanamente, a qualcosa, lei che s'era definita "straniera dappertutto" e che, dei suoi mille spostamenti, aveva fatto la sua più grande ricchezza.

Devota alla letteratura, nel senso vero del termine, annoverava tra i suoi autori di riferimento l'amatissimo Proust, riletto più volte, insieme a Conrad, Svevo e Salgari, lo scrittore che l'aveva iniziata alla curiosità e al rispetto verso tutte le culture del mondo. Tanta veggente modernità e tanta lucida umanità si erano magistralmente fuse in lei sin dalla giovinezza, dando vita ad una personalità affascinante, forte e riservata.

Si sposò molto giovane con il ricco musicista ebreo Enrico Terni, trasferendosi con lui in Egitto nel 1921, anche per allontanarsi dal rapporto ormai logoro dei propri genitori, costretti a restare uniti solo per ottemperare ad un obbligo sociale. Fausta rimase in Egitto fino al 1947 e, tra Alessandria prima e Il Cairo poi, frequentò un ambiente culturale ricco artisti provenienti da tutta l'Europa e pieno di stimoli.

In Egitto nacquero le sue prime storie, che trovarono lì la propria naturale ambientazione: Fausta fu testimone di un mondo coloniale sfarzoso ma ormai in declino, che sembrava sempre più lontano dalla realtà che pian piano gli si manifestava intorno. In questi anni egiziani uscirono i suoi primi romanzi, accolti in Italia da un grande successo di pubblico e di critica (Natalia, Cortile a Cleopatra, sono solo alcuni titoli) e, sempre dall'Egitto, Fausta seguì con sorpresa e dolore le vicende del fascismo in Italia.

Con lo sguardo verso le sorti del vecchio continente, l'impegno antifascista di Fausta iniziò nel circolo culturale "L'Atelier", fondato dal marito, tramite il quale cercava di mettere in contatto i prigionieri ed i fuoriusciti italiani presenti nei campi di internamento di tutto il Nord Africa. Il suo impegno giornalistico sul fronte antifascista è una delle vicende più coraggiose e caparbie del periodo, messe in atto da un intellettuale italiano, per di più donna. Cronista radiofonica per la trasmissione "Siamo italiani, parliamo agli italiani" in diretta da Il Cairo, fondò nel 1943 il primo periodico italiano nell'Africa Settentrionale e nell'Abissinia, chiamato "Fronte Unito", non tralasciando mai l'impegno politico e sociale e la lotta ad ogni forma di prevaricazione. 

Una volta tornata in Italia e separatasi ormai dal marito, Fausta continuò a volgere il suo sguardo acuto e coraggioso sulle questioni politiche e soprattutto sociali del suo tempo, orientando le sue inchieste sulle problematiche legate al mondo lavorativo e alla condizione della donna, uno dei nodi centrali di tutta la sua opera e dunque di tutta la sua vita. Collaborò attivamente con molto importanti giornali del tempo tra cui "L'Unità" e "Noi donne" e dopo una lunghissima pausa narrativa, la Cialente tornò nuovamente a pubblicare romanzi, da Ballata Levantina a Un inverno freddissimo, fino ad arrivare a Le quattro ragazze Wieselberger, con il quale si aggiudicò nel 1976 il premio Strega, riconoscimento sfiorato già qualche anno prima. Quel ritorno in Italia trascorse così com'era trascorsa fino ad allora la sua vita, tra continui rifugi e spostamenti: qualche tempo in Kuwait con la figlia, di tanto in tanto a Roma o nei pressi di Varese. Fausta, ormai anziana, sembrava ancor più restia a certe forme di partecipazione e quando si spense, furono in molti a non accorgersene nemmeno. 

Domandarsi perché il silenzio si sia abbattuto così irreparabilmente sulla sua opera per tutti questi anni, non ha mai prodotto finora risposte definitive ma soltanto ipotesi e, in fin dei conti, pure ad avere le reali motivazioni, esse risulterebbero ormai accessorie, inutili, talvolta persino insincere. Poche e necessarie le sue apparizioni nel fitto calendario di eventi letterari del tempo, rare le dichiarazioni su questo o quel tema o le posizioni su questo o quel dibattito, pochissime le amicizie note e influenti tra i colleghi scrittori, i critici e i giornalisti culturali.

Sì che Fausta ebbe amici, sì che godette di importanti contatti, dati le occasioni avute soprattutto all’estero ed i continui spostamenti in Italia ed in Europa anche in età matura; i suoi però furono perlopiù affetti elettivi, non per forza legati all’ambiente letterario ed editoriale, di cui pure fece parte. Fausta scelse sempre di legarsi, schiva ed elegantemente introversa com’era, soltanto per affinità umane piuttosto che di contingenza. Un errore? Un merito? Nessuno dei due, piuttosto una scelta, una libera decisione (in parte anche prevedibile) di ascoltare se stessa, di non tradire mai forse l'unico modo che aveva di amare la vita. 
Valentina Di Cesare, docente e scrittrice

LORDE, nuovo album "MELODRAMA" esce il 16 giugno. Continua il successo del 1° singolo estratto "GREEN LIGHT"

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Dopo lo straordinario successo che ha seguito la pubblicazione di“Green Light”, il nuovo singolo di LORDE, arriva ora l’annuncio ufficiale dell’uscita del nuovo album della giovane cantautrice Neozelandese. Il suo secondo album “MELODRAMA” sarà disponibile nei negozi tradizionali e in digitale in tutto il mondo dal 16 giugno su etichetta Universal Music

“Melodrama” è disponibile da oggi per il preorder (https://Lorde.lnk.to/melodramaPR) e ordinando il disco si potrà scaricare subito un’altra traccia inedita del cd Liability” (prodotta da Lorde e Jack Antonoff). Il brano è ascoltabile su https://YouTube.lnk.to/LordeLiability

Il ritorno di Lorde con “Green Light (brano prodotto da Lorde, Jack Antonoff e Frank Dukes) è stato un vero trionfo. Il brano è salito immediatamente in vetta ai trending topic mondiali di Facebook e Twitter ottenendo l’incredibile numero di 2 miliardi di impression su Twitter nelle prime 24 ore.
Il brano, programmato subito da tutte le principali emittenti radiofoniche di tutto il mondo Italia compresa, in una sola settimana ha totalizzato 12 milioni di stream e 18 milioni di views per il video (https://YouTube.lnk.to/LordeLiability).
Tutti, da Diplo, Katy Perry, Taylor Swift, Halsey, Charlie XCX e anche Aaron Paul di Breaking Bad aspettavano il ritorno di questa giovane e straordinaria cantautrice che domani sera sarà ospite del Saturday Night Live.
Nel 2013, a 16 anni LORDE, silenziosamente ma con fiducia in se stessa si è affermata come voce di una generazione grazie al suo disco di debutto “PURE HEROINE”.
L’album ha ottenuto in America 3 dischi di Platino e ha venduto oltre 4 milioni di copie nel mondo oltre a far guadagnare a Lorde due GRAMMY® Awards, un BRIT e ha generato un singolo sette volte platino e record internazionale “ROYALS” (certificato DOPPIO PLATINO IN ITALIA) e un quattro volte platino “TEAM” (certificato PLATINO in ITALIA).

Lorde ha inoltre curato la Colonna Sonora ufficiale del film The Hunger Games: Mockingjay – Part1, nel quale è contenuto il brano portante del film firmato da LORDE “Yellow Flicker Beat”.
Durante la sua ultima visita in Europa è LORDE è stata invitata personalmente dalla famiglia di David Bowie per prendere parte al tributo dedicato all’artista durante i Brit Awards 2016. Era stato David Bowie a definire Lorde come “il futuro della musica” e oggi Lorde sta dimostrando di esserlo e non solo.


Teatro Vascello, dal 14 al 19 marzo "BERSAGLIO SU MOLLY BLOOM" con Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa

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Grande Conchiglia di Daniela Dal Cin

Dopo quattordici anni dal suo debutto (2002), i Marcido ripresentano la
fortunatissima messa in scena di “Bersaglio su Molly Bloom”, dall’ultimo capitolo dell’Ulisse di Joyce: quella Molly che con il suo fluviale e labirintico monologo chiude questo capolavoro indiscusso di tutto il Novecento.
Con le parole di Joyce, Isidori ha creato una vera e propria partitura, in cui il
vivacissimo girotondo dei pensieri di Molly diviene il pretesto per uno strepitoso
concerto teatrale di otto voci d’attore, in tutte le possibili combinazioni, dal terzetto al duetto, al tutti, fino all’intensissimo assolo conclusivo affidato a Maria Luisa Abate.
Lo spettacolo (premio Ubu 2003 per la scenografia) sarà nuovamente allestito sul palcoscenico del Vascello, il quale accoglierà l’istallazione deputata ad ospitare la torrenziale performance: quella Grande Conchiglia della Dal Cin, architettura sbalorditiva, di grande impatto visivo, composta da una serie di archi luminosi che inglobano gli attori, imbrigliati/impigliati ciascuno nella sua propria nicchia, e lì bloccati come santini in una teca votiva.
Questa poderosa macchina da concerto restituisce al pubblico l’immagine
bidimensionale di una grande pala d’altare che però, corredata com’è da una fitta serie di luci che ne sottolineano il disegno, sconfina nel baraccone da fiera, e non può che essere vista come una sorta di visualizzazione del cervello di Molly Bloom, un cervello vivo e pulsante in cui personaggi, ricordi, emozioni trovano incarnazione nelle voci degli interpreti incastonati nella sorprendente installazione.
Le suggestioni della scrittura, i suoi più svariati umori e le più riposte dinamiche
psicologiche dispiegate dall’autore nel corso della narrazione, saranno rese
teatralmente fauste da un approccio barbaro alle difficoltà di un esperimento
spettacolare, che dovrà misurarsi continuamente con i funambolismi della trama poetico/linguistica espressa da Joyce.
Le voci recitanti guidate dallo stesso regista, in scena appunto nelle vesti di
direttore d’orchestra, sono: Paolo Oricco, Valentina Battistone, Stefano Re,
Virginia Mossi, Daniel Nevoso, Francesca Rolli e Margaux Cerutti, insieme alla
straordinaria Maria Luisa Abate, interprete principale, capo e capitano delle Molly, la quale terrà le fila della poliedricità narrante della nostra eroina.
Non è nostra la scoperta che l'ultimo capitolo dell'"Ulisse", lo sconfinato monologo di Molly Bloom, in altro modo non dev'essere pensato, e di conseguenza trattato, che come una voluttuosa partitura per la voce (recitante o già "cantante"?). Nostra sarà la responsabilità scenica di rivoltarne il consueto canone psicologizzante, finora prassi regolare delle interpretazioni di questo testo, per arrivare ad un sensazionale concerto prismatico (otto saranno le voci "recitanti", dirette letteralmente dal regista, in scena appunto nelle vesti di direttore) dove le indicazioni e le superimplicazioni semantiche e propriamente musicali della lingua joyciana saranno portate a lievitare fino a un diabolico (si rammenta con Genet, che "l'esercizio teatrale è diabolico") parossismo fonico, eguagliatore in potenza evocativa di quella scrittura poetica (chiarisco che per i Marcido il parossismo fonico strutturato è la sede ottimale della drammaticità). 
Come di consueto, il segreto interpretativo dell'operazione sta nel titolo. I titoli per noi Marcido rappresentano sempre un indicatore sensibilissimo della direzione drammaturgica che intendiamo imporre all'atto scenico; e stavolta la parola "bersaglio" rivela in maniera scoperta la linea profonda, oserei dire fondante, della nostra versione/traduzione drammatica, in un processo di affondamento nel magma joyciano al termine del quale la vittoria del teatro si espliciti con la limpidezza supplementare del testo riportato. I bersagli esistono per essere colpiti; i bersagli esistono affinché la freccia abbia scritta una via sola di percorrimento per colpirne il cuore, e il dardo, in questo nostro caso, è la volontà artistica d'incidere, con il calore performantico della viva scena, ogni piega del tessuto poetico, fino alla realtà indiscutibile di un'adesione perfetta (il termine esatto è erotica) tra Teatro e Scrittura. La "comunicazione", nel teatro (ed altrove) non ci riguarda. Siamo interessati, invece, a promuovere la commozione; quella possibilità quasi sciamanica dell'Arte in questione di catturare, attraverso il "sacrificio" dell'attore, il cuore profondo del pubblico per poi usarne i palpiti stessi, affinché la rappresentazione diventi, qualunque sia stata l'occasione drammaturgica generativa, soltanto la certificazione spietata della comune nostra umana, santa riluttanza alle imposizioni (imposture?) utilitaristiche della realtà naturale; perché è proprio dell'esistenza di questa centrale frattura tragica che lo spettacolo deve, almeno secondo noi, saper testimoniare con la sua presenza nella società. Il resto è silenzio. 
Marco Isidori
TEATRO VASCELLO Spettacolo cult
BERSAGLIO SU MOLLY BLOOM
dal 14 al 19  marzo 2017
dal martedì al sabato h 21 - domenica h 18
da James Joyce
con Maria Luisa Abate, Paolo Oricco, Stefano Re, Valentina Battistone, Virginia Mossi, Daniel Nevoso,Francesca Rolli, Margaux Cerutti, Marco Isidori
tecniche Sabina Abate
scena e costumi Daniela Dal Cin
regia Marco Isidori
produzione  Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa
con il sostegno del Sistema Teatro Torino

FOR MEN SONDAGGIO, 1 DONNA SU 2 TRADISCE IL SUO UOMO; CRACCO E ARGENTERO I PIÙ DESIDERATI

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Il 45,1% delle donne dichiara di aver tradito il marito (o compagno, o fidanzato) questo il risultato del sondaggio esclusivo sui sogni segreti femminili commissionato a S&G Kaleidos e pubblicato sul numero in edicola di FOR MEN MAGAZINE, il mensile maschile di Cairo Editore diretto da Andrea Biavardi. Su 10.000 donne tra i 18 e i 54 anni, la metà delle italiane ha tradito senza tanti drammi.

Se un 70,4% delle donne si dichiara “molto o abbastanza” soddisfatta della propria vita sessuale, e non tradisce tanto per la ricerca di un piacere che non si trova altrove, quanto per togliersi un capriccio, per dimostrare a sé stesse di poter essere attraenti e seduttive.

Se quindi il tabù del tradimento sembra tramontato per metà delle donne italiane, altri segni di un veloce cambiamento dei costumi si trovano anche nelle risposte alla terza domanda del questionario, “Qual è la tua fantasia erotica più ricorrente?”. Al primo posto si piazza col 14,5% fare sesso a tre. Una grossa sorpresa, perché questa è tradizionalmente una fantasia maschile di cui oggi le donne sembrano essersi appropriate. “Al secondo posto si piazza col 12,2% un'altra new entry – commenta Biavardi - il desiderio di ‘dominio e sottomissione’: vuoi vedere che film come 50 sfumature di... hanno fatto presa sull'immaginario femminile? Al quinto posto, con un 7,7% che può apparire poca cosa ma è in realtà dirompente, entra il desiderio di fare sesso con un'altra donna. Per la prima volta il rapporto saffico è sdoganato, e si sa che indietro difficilmente si torna”.


Quali sono infine gli uomini celebri con i quali si sogna di tradire? Dal primo posto, col 21,3%, nessuno scalza l'attore Luca Argentero e la sua faccia da simpatico gaglioffo. Al secondo posto entra invece di prepotenza il cuoco Carlo Cracco, che con il suo 16,6% scalza i “belli” sempiterni come Raoul Bova, Fiorello o Alessandro Gassmann. “Non un cantante, uno showman o un attore, ma un uomo che cucina – conclude il direttore di For Men -  vuoi vedere che anche qui le fantasie erotiche femminili stanno prendendo strade impreviste?”.

Recital, "L'irresistibile D'Annunzio" dell'attrice pianista e scrittrice Daniela Musini

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ROSETO (Teramo) - Portare in televisione Gabriele d’Annunzio nel 1988, davanti al grande pubblico di Mike Bongiorno, non era facile. Il Vate pescarese non era ancora del tutto sdoganato. Daniela Musini, pianista, attrice e poliedrica artista rosetana, quel coraggio l’ebbe. E, come una eroina dannunziana, vinse la sfida. Sfida che non ha mai smesso. Che ha rappresentato nei palcoscenici di tutto il mondo. Con una passione che traspare appena “attacca” una poesia di quel genio di eccentricità che fu D’Annunzio.

Ieri pomeriggio la sua passione Daniela Musini l’ha regalata ad un pubblico d’eccezione: gli “allievi” dell’Università della Terza età (e del tempo libero, come tiene a dire la sua presidente, Patrizia Di Filippo) di Roseto. Ecco, Roseto, la città natale di Daniela Musini. La città dove tornerà ad abitare in un prossimo futuro. La Roseto che porta nel cuore - e si sente - come ama, letteralmente, “un uomo che ha amato la vita” in tutti i sensi.

Un uomo, il D’Annunzio interpretato dalla Musini, dalla scrittura immaginifica, musicale, dai toni altissimi. Un uomo dalla vita amorosa incredibile, specie per i tempi. Capace, bruttino e piccoletto com’era, di far innamorare perdutamente donne bellissime e coltissime, che puntualmente, per spirito innato, lui tradiva nei modi più crudeli. Un enigma della natura umana, si direbbe.

Un poeta, soprattutto, D’Annunzio, che giocava con la vita come con le parole. Che le inventava, le parole (compreso la parola “tramezzino”), le sprovincializzava. Un precursore dei tempi, come dopo è stato riconosciuto. Un irresistibile anti-conformista. Controverso in tutto: in politica come in amore. Genio e sregolatezza, si direbbe nel calcio. Un “genio” che forse oggi non sarebbe potuto esistere, nella società all’apparenza libera di adesso, ma in realtà irreggimentata da fili invisibili.

Ecco, il D’Annunzio che Daniela Musini interpreta, sia di fronte agli imperturbabili giapponesi o ai suoi concittadini rosetani, interroga sulla natura dell’uomo. Se volete è una prospezione psicologica sul travagliato rapporto tra esseri umani, tra maschi e femmine. In fondo, è la relazione che passa tra la libertà assoluta, di cui D’Annunzio per certi versi era l’emblema, e l’altro (in questo caso l’altra). Un contrasto, una contraddizione insanabile ed irresolubile tra godimento personale ed “irresponsabilità” – diremmo oggi – da cui genera l’arte. Questo sfuggire diuturno alla malinconia della vita, cercando di “ammazzarla”, la vita stessa e pur amandola alla follia.

Insomma, D’Annunzio resta perché come tutti i grandi ha toccato le vette di una magia che non ha né fine né principio. Che oscilla tra il tutto ed il niente: lampi, fiondate di passione, in mezzo al tutto ed al nulla che è in noi. Daniela musini lo interpreta magistralmente. Per questo attrae. Per questo passa i tempi. E resta. In chi l’ascolta. Qualche volta rapito.

Tuttavia D’Annunzio non è il solo interesse culturale della Musini. È recentissimo un suo lavoro su Maria Callas. Che avrà una anteprima il 7 aprile ad Atri, poi andrà in prima nazionale a Busseto a maggio, ed in estate sarà a Roseto, nell’ambito del cartellone culturale promosso dall’amministrazione comunale e dall’assessora Carmelita Bruscia specialmente. Amministrazione municipale che ha accolto il recital di questo pomeriggio nella sala del Consiglio comunale, con l’omaggio floreale finale offerto dalla presidente d’Aula, Teresa Ginoble. 
Ugo Centi

Sicilia mon amour

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Chiedere ad un siciliano cos’è la Sicilia è come chiedergli perché respira. Un triangolo di terra gettato nel Mediterraneo (MARE  NOSTRUM)  per impreziosirlo, colonizzato da tanti popoli. Questa terra, ambita perché ricca e generosa, mette radici in secoli di storia.
Diventa suolo calpestato da innumerevoli dominazioni che l’hanno travagliata storicamente e, nel contempo, resa più ricca di arte e Cultura. Questa terra, circondata da azzurro, a volte tranquillo a volte tempestoso, è sovrastata da un cielo con pennellate di colori che scandiscono le albe e i tramonti. E’ stata fonte d’ispirazione di Poeti e Scrittori che l’hanno resa eterna con i loro versi e le loro opere letterarie come: Salvatore Quasimodo, Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Giuseppe Tomasi di  Lampedusa  e Leonardo Sciascia. Sono soltanto  alcuni dei più famosi tra i tanti autori siciliani di talento. 
Se pensiamo alla cultura e all’arte siciliana ci vengono subito in mente i grandiosi templi greci a Selinunte, Segesta e Agrigento; Taormina e Siracusa. Grazie alla sua posizione geografica, la Sicilia ha sempre avuto un ruolo di mediazione tra Oriente ed Occidente. Questo si riflette anche nella stessa Cultura Siciliana. Monumenti fenici, arabi e bizantini, scavi ed opere di grande pregio si trovano qui accanto a mosaici e ville romane, castelli, cattedrali normanne ed intere città barocche. La Sicilia arricchisce il turista quando la visita. Dalla Palermo ricca di Chiese di preziosa fattura, ad una Cefalù distesa sul mare, con le sue case soleggiate, sui cui muri s’inerpicano l’edera, gli ibisco colorati.
Taormina con Giardini Naxos e le Gole dell’Alcantara fanno innamorare chiunque le visita. I suoi tramonti, quando il sole all’orizzonte scende con i suoi bagliori rossastri ad illuminare le isole Eolie, Egadi e Pelagie, riflettono la sacralità di questo mare, ricco di favole mitologiche. Quanti fiori, quanti frutti succosi, invitanti al punto che i passanti li assaggiano prima con lo sguardo e poi materialmente! Le notti sono fresche, spesso le luci che rischiarano i paesini sono solo quelle delle stelle e di una luna malandrina. In questa terra piccola tutto è vissuto in modo intensamente grande. Terra ricca di profumi, di colori che rimangono nella pelle e negli occhi di chi la conosce e la vive come visitatore.Gli amori, il dolore, la diffidenza, l’amicizia appartengono ai siciliani che non si risparmiano. Sono figli di una terra generosa che accoglie tutti e regala a chi la lascia tanta nostalgia. Il turismo potrebbe essere fonte di arricchimento economico se i beni culturali fossero gestiti con oculatezza e curati col restauro che ne garantisse il mantenimento nel tempo. Gli oleandri si flettono appesantiti dalla robustezza degli anni e sembrano dare il benvenuto a chi arriva. Il gelsomino notturno   rende le notti pervase di romanticismo e voglie accattivanti da ritardare il sonno e deporre la fatica. Alcuni di questi tesori, unici al mondo, versano in condizioni precarie. La Cultura per secoli non fu un impegno serio della classe dirigente e il popolo siciliano fu sopraffatto dall’ignoranza e dalla disoccupazione. Questo fu motivo di oscurantismo e costrinse chi voleva sottrarre alla fame i propri figli ad emigrare nelle lontane Americhe. A prevalere fu il potere dei ricchi e dei prevaricatori, strada tortuosa che diede i natali al fenomeno malavitoso che rimarrà come un marchio a fuoco sulla pelle dei siciliani. I giovani si sono riscattati dalla miseria e dall’analfabetismo, dimostrando coraggio e voglia di cambiare. La Sicilia è una terra con una morfologia geologica particolare. Ospita il Vulcano attivo più grande d’ Europa: l’Etna. 
Quando erutta, allaga il territorio circostante di magma e lapilli rendendolo fertile, ma seminando paura allo stesso tempo con uno spettacolo unico al mondo. Sono nata in una fresca mattina di un lontano giugno in un paesino della provincia di Palermo. Ho respirato Sicilianità dal primo vagito. Nella famiglia di mio padre sono stata la prima figlia femmina a conseguire un titolo di studio. Nelle famiglie agiate e facoltose a quei tempi, era permesso studiare solo ai maschi le donne si dedicavano alle arti femminili, quali il cucito, il ricamo, la musica ecc. Ho vissuto in Sicilia per ventisette anni, ho completato i miei studi classici e, sfidando il volere dei miei genitori, mi sono sposata e trasferita a Bologna, dove abito tuttora. Tanti sono i ricordi che me la fanno amare, oggi come ieri quando quelle strade acciottolate erano animate dai rumori di passi, di zoccoli, di pattini rudimentali. Quel rumore era la colonna sonora della vita di tutti i giorni. Gli uomini partivano all’alba per la campagna, mentre le donne rimanevano per accudire i figli, la casa e, nelle ore libere, si sedevano sull’uscio a rammendare o ricamare la loro dote. Allora il profumo di una donna era un bouquet a nessun costo. Era un misto di odore di sapone, per avere appena fatto il bucato; profumo di cannella per avere appena sfornato i biscotti; di odore di latte per avere appena allattato il figlio più piccolo. Alcune tradizioni fortunatamente sono ancora rispettate e questo unisce il presente al passato, tramandandoli ai giovani che sono il futuro. 
Mi riferisco ai riti della Settimana Santa, alla ricorrenza di San Giuseppe Lavoratore, alle scampagnate della Pasqua.Lasciamo spazio a qualche pensiero di Gesualdo Bufalino, illustre letterato, su questo giardino, una volta detto Trinacria. “Vero è che le Sicilie sono tante, non finiremo mai di contarle. Vi è la Sicilia verde del carrubo, quella bianca delle saline, quella gialla dello zolfo, quella bionda del miele, quella purpurea della lava. Vi è la Sicilia “babba”, cioè mite, fino a sembrare stupida; una Sicilia “sperta”, cioè furba, dedita alle più utilitarie pratiche della violenza e della frode. Vi è la Sicilia pigra, una frenetica; una che si estenua nell’angoscia della roba, una che recita la vita come un copione di carnevale; una infine, che si sporge da un crinale di vento in un accesso di abbagliato delirio. Tante Sicilie, perché? Perché la Sicilia ha avuto la sorte di trovarsi a far da cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, fra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione”. Tutto questo è la Signora del Mediterraneo”.La SICILIA !!!
Caterina Guttadauro La Brasca

TEATRO BRANCACCINO, DAL 16 MARZO "AMOROSI ASSASSINI. FACCIAMO FINTA DI NIENTE, DAI..." di e con Valeria Perdonò

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“Amorosiassassini”èiltitolodiunsaggioeditodaLaterzanel2006:13giornalistee scrittrici raccontano casi di violenza su donne avvenuti in quell’anno.

Daquandomiècapitatopercasoquestolibrotralemani,nonhopiùsmessodileggere, scrivere,recitare,parlaredellaquestione“femmina“.Cercaredinonfarefintadiniente insomma.
Purtroppo il tema della violenza sulle donne diventa, ogni giorno di più, protagonistadelle nostre vite e delle più crudeli vicende di cronaca. Ma non perché prima non ci fosserocosì tanti episodi come negli ultimi anni, solo perché finalmente se ne parla.
QualcheannofailTelefonoRosadiMantovamichiesedioccuparmidellaquestione, parlarneateatro,darevitaalproblema,raccontareepisodi,commentareemettercidel mio, ma io non sapevo da dove cominciare. Erano e sono troppi i casi!
Partiamodaunastatisticaperò,esisteuncomunedenominatore:mariti,compagnioex amanti che uccidono, e famiglie che spesso sotterrano e nascondono.
Cominciaialeggereresocontidegliomicidi,guardarevideo-interviste,analizzareidati,e poi mi capitò tra le mani quel libro.
In Amorosi assassini - Ed Laterza mi ha colpito una storia in particolare, quelladi Francesca Baleani, perché era l’unica che aveva un lieto fine, se così si puòdire: Francesca è stata quasi uccisa dal suo ex marito ma si è salvata per miracolo ed èriuscita a ricominciare una nuova vita. Per questo ho deciso di scrivere un monologo proprio sudi lei, partendo dalla sua storia, dalle sue stesse parole così piene di disperazionee, nonostante tutto, di meraviglioso attaccamento alla vita, di rinascita.
L'episodio della Baleani, però, mi ha colpito più di altri anche perché si è consumato inun cetosocialebenestanteeculturalmentemoltoelevato,ecosìvienemenoancheilluogo comuneperilqualesiamoportatiacrederechelamaggiorpartedelleviolenzesulle donne avvenga in sfere economico-sociali basse o ai margini.
Unadonnacheparladidonneconunuomoeinsiemealpubblico.Unadonnachepensa alle donne e a se stessa. Fogli e un pianoforte, documenti e musica, cronaca epoesia,l’attualitàcolsorrisodell’ironia.LastoriadiFrancescaBaleanifadafilo conduttoreinsiemeacitazioni,canzonieriflessioni.DaEsiodoallaMerini,daDe AndrèaGaberpassandoperilTrioLescano.Perdareunavoceinpiù.Pernon fare finta di niente, o almeno provarci.
Peraprireunapiccolariflessionesullaviolenzasulledonne,sull'amoreosulle donne e basta. Con tutta la violenza che comporta, e con tutta l’ironia ela leggerezza che mi contraddistinguono come donna e come attrice.
 Marioletta Bideri per Bis Tremila srl
presenta

Dal 16 al 19 marzo 2017
da giovedì a sabato ore 20.00-domenica ore 18.00
VALERIA PERDONÒ
in
AMOROSI ASSASSINI
Facciamo finta di niente, dai…

uno spettacolo di Valeria Perdonò
musiche al pianoforte Marco Sforza
Art Director FEDERICA RESTANI Produzione ARS CREAZIONE E SPETTACOLO


BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it
Dal giovedì al sabato ore 20, domenica ore 18
Biglietto: 15,50 € - Card open 5 ingressi 55 euro

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

UFFICIO PROMOZIONE tel 06 80687232 | promozione@teatrobrancaccio.it
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