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Teatro lo Spazio, dal 21 al 26 febbraio "I CENTO PAZZI" di e con Giovanni Guardiano

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Qualche sera fa ho visto su you tube un breve filmato sul Maxi Processo alla mafia Il più importante Processo ad una organizzazione criminale nella storia italiana.

I più temuti Padrini di Cosa Nostra davanti alla Corte..capi di imputazione pesantissimi....schiere di pentiti con accuse infamanti.
Sono siciliano le vicende della mia bella terra per gran parte ostaggio
della mafia le conosco ... questo materiale sul Maxi processo l'ho visto tante volte e mi ha sempre impressionato provocando pena e inquietudine
quella sera di qualche sera fa 
questo stesso materiale che tante volte ho visto mi si è presentato...
mi è apparso in una dimensione... grottesca....
....temutissimi padrini .... si arrampicavano sugli specchi....
come pupi di teatro gesticolavano.... 
accampavano scuse in aria... gesti e mimica sembravano fare a gara....
auto difese appassionate citavano un destino e una ventura ingrata....
sforzo enorme questi capomafia... sembrare.... bonari diversi.....
e come vulcani travestiti da umili colline non riescono a celare del tutto se stessi
...accesi rivoli incandescenti di minacce e cattiverie sbuffano in perenne conflitto tra il celare e l'essere.
insomma c'era materiale teatrale....
me ne sono accorto perché mi veniva spontaneo raccontarlo ...raccontarlo agli amici...
scherzarci su....forse il teatro con la sua forza deformante poteva aiutarmi a vedere i fatti con più distacco
... quel distacco che mi è sempre mancato quando si parla di mafia e mafiosi
...nelle sue spire la Sicilia è asfissiata. un cantastorie..
.Ora a teatro sebbene in forma di processo ho voglia di essere 
ho voglia di un luogo più deputato che non la cerchia dli amici.... ho bisogno di un vero teatro e di un vero
pubblico... 
ho bisogno di un luogo "Sacro"...per dissacrare un ambiente che sempre troppo sul serio si è preso...
dissacrare il loro "originale" senso del sacro....togliere maschere là dove c'è gioco di maschere.... 

DAL 21 AL 26 FEBBRAIO 
dal lunedì al sabato ore 20.30
domenica ore 17.00

I CENTO PAZZI 
Di e con
Giovanni Guardiano

Biglietto intero 12 euro

Biglietto ridotto 9 euro

Tessera semestrale 3 euro

Durata 65 min.


 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it

WWW.TEATROLOSPAZIO.IT

LA PASSIONE DI AMABILIA IL NUOVO CONCETTO DI PRONTO MODA

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Milano, febbraio 2017. Lanciare nuove tendenze e cavalcarne l'onda: è da sempre una delle mission di Amabilia.
La dimostra la collezione Primavera-Estate 2017, dove troviamo, infatti, non solo abbinamenti di scarpe e borse perfetti per ogni occasione, dalla casual a quella più elegante, ma anche un tuffo nel rosa, nel denim e nel lurex ovvero le tonalità di colore più cool della prossima stagione.
E lo stesso possiamo dire dei modelli, dai sandali con zeppe o tacchi larghi alle sneaker, dalle mini-bag a tracolla o pochette alle maxi-bag in stile
shopper.
Attenzione nella scelta dei materiali, cura nel design e nella lavorazione:
tutto rigorosamente “Made in Italy”. Queste sono alcune delle peculiarità che
fanno di Amabilia una garanzia. Il brand di pronto moda nato tre anni fa da
un'idea di Patrizio Segala, creativo e professionista del settore con alle
spalle numerosi successi, si sta infatti ritagliando uno spazio sempre più
ampio nel mercato calzaturiero italiano.
Amabilia ha sede a Cossato (provincia di Biella), ma è distribuita al momento
in oltre 90 punti vendita, sparsi per lo più nel Nord-Ovest. I loro modelli di
scarpe e borse sono realizzati artigianalmente in vera pella, unendo glamour e
praticità, venendo quindi incontro alle esigenze delle donne di oggi, dinamiche
e multitasking, che hanno bisogno di essere sempre eleganti e alla moda senza
però sacrificare la propria comodità. Questo mantenendo un ottimo rapporto
qualità- prezzo.
Il nome del marchio è ispirato a una donna: “Era quello di una mia pro-zia,
sorella di mio nonno. Mi piaceva l'idea di chiamare così anche la nostra
attività, che è di stampo familiare” - dichiara Patrizio Segala - “Vogliamo
continuare con una tradizione in cui la femminilità viene tradotta in linee
pulite e modelli originali, ma senza esagerare con le stravaganze per poter
essere facilmente indossabili”. Alla base c'è la passione che Amabilia mette in
ogni sua creazione, dando vita a un nuovo concetto di pronto moda.
Facebook:@AmabiliaBorse

Several Union, uscito il singolo "Rising Sun": arrivato il giusto momento per rialzarsi

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E’ uscito finalmente “Rising Sun”il nuovo attesissimo singolo dei cesenati Several Union, estratto dall’omonimo album in uscita per l’etichetta genovese This Is Core.

Il videoclip che accompagna il brano è uno spaccato noir tra rabbia e romanticismo, ambientato in una sognante Parigie diretto dal regista Gianni Gaudenzi.

Questo è un pezzo a cui siamo particolarmente affezionati, quello che meglio rappresenta il nostro ultimo periodo. Abbiamo scritto questo brano di getto, cercando di ricordare a noi stessi che sarebbe arrivato il giusto momento per rialzarsi: per questo abbiamo scelto la metafora del sole che sorge, un po’ come il “fuoco” del palco, da cui siamo lontani ormai da troppo”, commenta Alessandro, voce della band. “Per quanto riguarda il videoclip, abbiamo avuto la fortuna di collaborare nuovamente con Gianni (ndr. Gaudenzi) con cui ormai si è instaurata una fantastica sinergia: insieme abbiamo pensato che la quotidianità e il fascino di Parigi, triste protagonista di fatti di cronaca che tutti ben conosciamo, potesse essere il giusto simbolo della rinascita, necessaria e inesorabile.”

L’album Rising Sun sarà disponibile in pre-order suiTunes dal prossimo 6 Marzo.

La band, nel frattempo, sta preparando uno show speciale che anticiperà l’uscita del disco: il “Live Zero” è infatti previsto per il 17 Marzo alla Vecchia Stazione a Forlì



Several Union:


www.severalunion.com


Sorry Mom! :



This is Core:



"I Ragazzi del Bambino Gesù", su Raitre dal 19 febbraio il documentario ideato da Simona Ercolani

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Roberto, Klizia, Annachiara, Flavio, Giulia, Caterina, Sabrina, Simone, Alessia e Sara. Sono i piccoli pazienti del Bambino Gesù di Roma, l’ospedale pediatrico più grande d’Europa. Dietro i loro nomi, la sfida di chi è costretto ad affrontare una drammatica diagnosi nell’età dell’innocenza: l’incontro improvviso con la malattia, la paura, il ricovero, la degenza, le decisioni vitali da prendere, ma anche la speranza, l’amore dei genitori, la determinazione di guarire.

Da domenica 19 febbraio “I Ragazzi del Bambino Gesù” - documentario ideato da Simona Ercolani e prodotto da Stand by me - accompagna il pubblico di Rai3 in un viaggio intenso e autentico nei corridoi e nelle stanze della struttura sanitaria che accoglie ogni anno oltre 100 mila pazienti da ogni parte d’Italia. Dieci puntate, in onda dalle 22.50, che portano sul piccolo schermo le speranze e i timori dei ragazzi e delle loro famiglie, la professionalità di medici e infermieri, la dedizione dei volontari e delle associazioni. Accanto alle emozioni, la consapevolezza.
Al termine di ogni puntata, sui social dell’ospedale Bambino Gesù un pediatra e uno specialista risponderanno in diretta alle domande del pubblico sulle questioni sanitarie emerse dal racconto. Con un unico, grande messaggio: nel percorso verso la guarigione non bisogna mai darsi per vinti.

DA DOMENICA 19 FEBBRAIO SU RAI3
 Per la prima volta il Bambino Gesù di Roma, l’ospedale pediatrico più importante d’Europa, che ogni anno accoglie circa 100 mila pazienti da ogni parte d’Italia, apre le porte mostrando la quotidianità di dieci giovani affetti da una grave malattia, delle loro famiglie, dello staff medico, in un intenso e autentico viaggio alla ricerca della guarigione.
Rai3 ha scelto di raccontare la realtà di questi giovani e l’eccezionale lotta quotidiana che mettono in campo per la loro vita, programmando la domenica sera, per 10 puntate a partire dal 19 febbraio, “I ragazzi del Bambino Gesù” – Ospedale Pediatrico, un documentario ideato da Simona Ercolani e realizzato da Stand by me. Il progetto è patrocinato dal Ministero della Salute e dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza.
Nell’età in cui tutto dovrebbe essere spensieratezza, innocenza, divertimento e gioia di vivere, ci sono bambini e adolescenti che scoprono di essere gravemente malati. La loro vita e quella delle loro famiglie inevitabilmente ne è travolta: un incontro improvviso con la malattia, la paura, il ricovero, le terapie, la degenza, le decisioni vitali da prendere e le limitazioni della vita relazionale. Ma, insieme a tutto questo, emergono forti anche la speranza, la determinazione di guarire, la presenza e i sacrifici dei genitori, la resistenza al dolore, la professionalità dei medici e la cura di tutto il personale dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Roberto, Klizia, Annachiara, Flavio, Giulia, Caterina, Sabrina, Simone, Alessia e Sara. Sono loro i ragazzi del Bambino Gesù che, nonostante la diagnosi feroce della malattia, custodiscono la spontaneità, i sogni e i desideri della loro età. Il documentario racconta i protagonisti alle prese con la malattia, ne tratteggia il carattere, i progetti che avevano prima di ammalarsi e ne custodisce anche quelli futuri. “La malattia diventa quotidianità”, si sentirà raccontare nel corso delle puntate. Una quotidianità condivisa con la professionalità di medici e infermieri dei cinque reparti in cui è stato girato il documentario, con l’amore dei genitori, con la dedizione dei volontari e delle associazioni. In un percorso diagnostico e di cura che vede al contempo crescere gli affetti più profondi e l’instaurarsi di nuovi legami. Lavorano tutti insieme, senza mai darsi per vinti.
Le telecamere che per un anno intero hanno seguito queste vicende, vogliono restituire l’autenticità di tutto questo, raccontando la malattia per quello che è davvero, senza orpelli.
L’Ospedale Bambino Gesù affiancherà alla messa in onda delle puntate un’attività di comunicazione online con l’obiettivo di fornire una corretta e tempestiva informazione sanitaria agli utenti, collegata ai temi affrontati in ogni serata. All’indo- mani di ogni puntata verrà attivata sulla pagina Facebook dell’Ospedale una diretta video con un pediatra e uno specialista, per rispondere alle eventuali domande del pubblico sulle questioni sanitarie emerse dal racconto. Inoltre, sul portale www.ospedalepediatricobambinogesu.net verranno pubblicati articoli sanitari, faq e informazioni di servizio per le famiglie rispetto alle patologie o alle questioni affrontate in ogni puntata. I contenuti verranno anche condivisi attraverso i canali social dell’Ospedale. Una selezione di questi contenuti sanitari verrà raccolta e pubblicata nel magazine digitale A Scuola di Salute, realizzato dall’Istituto per la Salute del Bambino Gesù per genitori e insegnanti.
A scuola di Salute dedicherà un numero speciale a ogni puntata del documentario.

Facebook:www.facebook.com/I-ragazzi-del-Bambino-Gesù; Twitter: twitter.com/IRagazzidelBG
“I ragazzi del Bambino Gesù” – Ospedale Pediatrico è un format originale Stand by me. Produttore creativo: Simona Ercolani, curatore: Davide Acam- pora. Autori: Carlo Altinier, Simona Iannicelli e Li- dia Barro. Regia: Marco Mangiarotti. Produttore esecutivo: Melisa Scolaro.

INSIEME PER VINCERE LA PAURA
“La vita è un percorso in cui salute e malattia accompagnano i nostri passi. La malattia spaventa e, soprattutto quando riguarda i più giovani, ci coinvolge nel profondo. Vorrei che questo documentario, che racconta le storie di dieci ragazzi coraggiosi, i loro medici e le loro famiglie, contribuisse a vincere la paura”.
Daria Bignardi, Direttore di Rai3

COMUNICARE LA FIDUCIA NEL NOSTRO TEMPO
“Abbiamo deciso di aderire a questo progetto animati dal desiderio di mostrare la straordinaria normalità e dignità della vita anche in situazioni difficili di sofferenza o tristezza. E accanto a questa, la straordinaria rete di competenze, professionalità, umanità e solidarietà che ruota intorno ai ragazzi e alle loro famiglie: non solo medici e infermieri, ma anche volontari, associazioni, case di accoglienza. È il nostro modo di “comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”, come ci chiede Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. “Offrire narrazioni contrassegnate dalla logica della buona notizia”, che non significa ignorare la realtà della sofferenza, ma raccontarla sapendo suscitare “cuori capaci di commuoversi, volti capaci di non abbattersi, mani pronte a costruire”. Speriamo e crediamo di esserci riusciti”.

Mariella Enoc, Presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
“Quando la malattia e la morte toccano un bambino, un ragazzo, la sofferenza e il dolore vengono ingigantiti e dilatati. Il documentario/progetto ci insegna, con mirabile sapienza e delicatezza, che la malattia non è un tabù, ma è una condizione che attiva meccanismi di coraggio e di solidarietà.
Il documentario “I ragazzi del Bambino Gesù” è la testimonianza di come sia possibile un impegno comune per attraversare la sofferenza, per attribuire alla sofferenza un significato trasformativo, di come dentro le pieghe del dolore e della sofferenza sia possibile intercettare la speranza e la bellezza della vita”.
Filomena Albano – Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza

IN PUNTA DI PIEDI VERSO LA SPERANZA
“Abbiamo voluto raccontare l’autenticità della malattia, entrare in punta di piedi con le telecamere dentro una realtà fatta di sofferenza, ma anche di grande speranza. Una speranza costruita sulla cura e la professionalità. Noi abbiamo cercato di mettere in campo tutta la nostra esperienza per raccontare in modo fedele alla realtà le vicende di questi dieci ragazzi, delle loro famiglie e dei medici. Abbiamo lavorato in concerto con l’Ospedale cercando di essere il meno invasivi possibile, seguendo e fotografando ciò che davvero accade nel percorso di cura di una malattia grave che colpisce bambini o adolescenti.
Per me e per tutte le persone che hanno lavorato al documentario è stata un’esperienza professionale ed emotiva decisamente significativa. Sono grata all’Ospedale per essersi fidato di noi, ugualmente ringrazio Rai3 per aver creduto in questo progetto”.
Simona Ercolani, Ceo di Stand by me e produttore creativo

Teatro dei Conciatori, dal 21 al 26 febbraio Francesca Accardi e Sarah Nicolucci ne "IL COMPLESSO DI ANTIGONE"

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Al Teatro dei Conciatori, 21 al 26 febbraio, Francesca Accardi e Sarah Nicolucci  saranno le protagoniste di IL COMPLESSO DI ANTIGONE, scritto e diretto da Johannes Bramante.

Il testo, inedito, di Johannes Bramante esplora la notte che precedette la fatidica decisione di Antigone (Francesca Accardi) e della sorella minore Ismene (Sarah Nicolucci) in relazione al duello mortale dei loro fratelli Eteocle e Polinice, durante la guerra dei Sette contro Tebe, come è raccontata nelle tragedie di Eschilo e Sofocle.
Nella drammaturgia di Johannes Bramante le figure di Antigone e Ismene sono trasportate in un presente mondano. Le due sorelle agiscono nella quotidianità di ragazze privilegiate del XXI secolo: sarà la scelta del loro fratello Polinice di combattere quello stesso sistema di valori a scuotere profondamente le loro convinzioni e sicurezze. Infatti, si troveranno a dover reagire di fronte alla decisione fatale di Polinice che abbandona la “città di Tebe” con le sue convenzioni e si associa ai gruppi terroristici che minano la cultura del mondo occidentale a cui le figure tragiche di Antigone e Ismene appartengono. Il dilemma di Antigone, nel passato come oggi, sarà se restare fedele alle leggi della cultura alla quale appartiene o di abbracciare la memoria del fratello anche nell'estrema scelta, nemica di ogni sistema familiare.
Lo spettacolo si articola in tre atti, di cui il primo e il terzo sono finestre sulla vita dinamica e moderna di due ragazze costrette anzitempo a prendere decisioni dolorose davanti all'amato Polinice che sposa ideali fanatici e violenti; mentre il secondo atto, quasi un intermezzo, è uno squarcio elegiaco in cui gli stessi personaggi vivono visionariamente la natura più profonda della scelta stessa e della responsabilità che essa comporta, soprattutto in tempi estremi in cui il gioco delle parti si offusca e il bene e il male non sono così facilmente individuabili come a prima vista appare. 
TEATRO DEI CONCIATORI - Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it - http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00  + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00
RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO, MEDIA&SIPARIO

Teatro Hamlet Roma, 24-26 febbraio "Maestri di Scacchi" con la Compagnia Andrea Bissau

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Una scacchiera al centro del palcoscenico che traccia un confine ed è allo stesso tempo perimetro d’azione e prigione per i protagonisti.

Dieci attori che rappresentano dieci pezzi, cinque bianchi e cinque neri, prendono posizione in una sospensione carica di tensione ed attesa. Tra versi primordiali e urla di incitamento, come guerrieri di altri tempi, danno il via ad una memorabile partita.
Si apre così uno spettacolo innovativo e suggestivo, un atto unico che coinvolge sapientemente lo spettatore dall’inizio alla fine.

Maestri di Scacchi vuole rappresentare la metafora della vita, intesa come una sola partita in cui si è costretti a dare il massimo ed in cui ogni mossa può essere risolutiva o fatale.
Sulla scacchiera si sfidano gli ultimi pezzi rimasti in gioco, elementi di due armate che si contendono la vittoria. Unico vero obiettivo, infatti, è conquistare uno spazio all’interno di una vita che ricompensa solo chi è disposto a combattere e a lottare per raggiungere i propri obiettivi.
Ognuno sembra avere una sola opportunità decisa da chi comanda il gioco. E' la scelta che fa la differenza ed il rispetto delle norme è un elemento imprescindibile per il raggiungimento della vittoria. Una voce fuori campo annuncia le mosse da compiere; alcuni pezzi vogliono sottrarsi, altri ragionano sulle opportunità di un percorso alternativo infrangendo le regole.
Avvincenti alcuni dialoghi tra pezzi di diverso colore; alcuni esprimono, oltre ai sentimenti, anche la loro idea di strategia, dando consigli al loro superiore, la forte e potente Regina. 
Recitazione, tecnica corporea e movimenti scenici perfetti si fondono in una partita avvincente, diretta abilmente da Alessandro Carvaruso, che in un crescendo di emozioni e colpi di scena conduce ad un finale imprevedibile.

Solo alla fine si capirà il messaggio profondo che il testo di Alessandro Carvaruso e Giuseppe Renzo vuole trasmettere. Uno spettacolo che lascia allo spettatore la possibilità di una lettura personalizzata; Maestri di Scacchi rappresenta, infatti, un viaggio individuale alla riscoperta dei valori umani e sociali da interpretare anche alla luce del proprio vissuto.

Una compagnia nata intorno ad un progetto; è questo il caso singolare della Compagnia Andrea Bissau, nata nella primavera del 2013 proprio per portare in scena Maestri di scacchi.
Dieci giovani attori professionisti, capitanati dal regista e co-autore Alessandro Carvaruso, si sono innamorati del testo ed hanno deciso di autoprodurlo. 
L'incredibile complicità fra gli attori, la perfezione dei movimenti scenici insieme all’amore viscerale per questo spettacolo sono gli ingredienti del successo di un piccolo progetto indipendente, che ha attirato spontaneamente, durante le stagioni 2014-2016, l’attenzione e l’affetto del pubblico.
Questa nuova edizione dello spettacolo è ancora più coinvolgente anche grazie alla tensione trasmessa dalle musiche composte dal grande Maestro Francesco Perri, ai surreali costumi di Violetta Canitano e Andreina  Cortellesi ed al suggestivo disegno luci di Marcello Vanni.

Quest’anno la compagnia si rinnova grazie all’ingresso di tre nuove attrici Simona Di Bella, Francesca Verrelli e Valeria Zazzaretta che si integrano perfettamente nella precedente formazione costituita da Enzo Avagliano, Patrizia Casagrande, Francesco Castiglione, Francesca Del Vicario, Fernando Gatta, Alessandra Mancianti e Andrea Rettagliati.

Regia: Alessandro Carvaruso
Aiuto regia: Enzo Avagliano
Musiche originali: Francesco Perri
Scene e Costumi: Violetta Canitano e Andreina Cortellesi
Disegno luci: Marcello Vanni
Fotografia: Violetta Canitano

con:
PATRIZIA CASAGRANDE – REGINA BIANCA
FERNANDO GATTA – TORRE BIANCA
FRANCESCO CASTIGLIONE – ALFIERE BIANCO
FRANCESCA VERRELLI – CAVALLO BIANCO
VALERIA ZAZZARETTA – PEDONE BIANCO
ALESSANDRA MANCIANTI – REGINA NERA
FRANCESCA DEL VICARIO – TORRE NERA
ANDREA RETTAGLIATI – ALFIERE NERO
SIMONA DI BELLA – CAVALLO NERO
ENZO AVAGLIANO – PEDONE NERO

DAL 24 AL 26 FEBBRAIO 2017
TEATRO HAMLET
Via Alberto da Giussano, 13 – Roma
06 94842463-333 4313086
info@teatrohamlet.it
Orario spettacoli:
VENERDI’ e SABATO ORE 21,00 - DOMENICA ORE 17,00
Biglietto € 13 intero   + € 2 tessera associativa
                € 10 ridotto + € 2 tessera associativa

Facebook:MAESTRI DI SCACCHI

TEATRO AGORÀ 80, 1-5 marzo "PARLIAMO D'AMORE?SCUSA,MA CON CHI CE L'HAI?" di Giulio Pennazza

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Dall’1 al 5 marzo 2017 andrà in scena al Teatro Agorà “Parliamo d’amore? Scusa ma con chi ce l’hai?”commedia surreale di Giulio Pennazza, autore e regista dello spettacolo.

“L’Amore è una cosa meravigliosa!” E’ vero, ma non sempre è così, soprattutto ai nostri giorni. E allora perché non riderci su, mettendo in scena gli amori sfasciati, ma anche poetici, divisi, violenti, di convenienza, dove l’Amore appare e scompare, tramontando presto?
 E’ quello che ci propone Giulio Pennazza nella sua nuova commedia.
Dopo i Brutti, Sporchi e Cattivi, di “Brutto fatto di sangue alla trattoria da “Remo la ciccia bona”, torna a dipingere un quadro attuale, un po’ squallido, ma reale, con uno sguardo sempre ironico. L’Amore perduto, ritrovato, consumato, in una girandola di situazioni grottesche. Dove in un contesto farsesco l’Amore è condito con affari loschi, la ricerca del profitto, e tante altre nefandezze, come la nostra società ci suggerisce. Con ritmi di un film brillante si susseguono e consumano scene e personaggi, in un contesto comico da “Pochade” francese, dove nulla è preso sul serio.
-Avviso ai Soci-

Teatro Agorà 80
Dall’1 al 5 Marzo 2017
feriali ore 21.00 - festivi ore 17.30
di Giulio Pennazza

con  Giulio Pennazza, Loredana Lollobattista, Enrico Nicolucci, Vincenzo Vasta, Giulia Jacopino,  Alessandro Tasselli,  Francesca Fia,  Gianluca Lo Porto,  Elisa Biagioli.
regia di Giulio Pennazza
aiuto regia Alessandro Tasselli
luci e fonica Carlo Nicolucci
Teatro Agorà 80
Via della Penitenza 33, Roma (Trastevere)
Orari spettacoli:
da Mercoledì a Venerdì ore 21.00
Sabato doppia replica ore 17.30 e ore 21.00
Domenica ore 17.30
Sala A
  Tessera associativa: 2 euro
Biglietti:
Intero 13 euro |Ridotto 10 euro
Per info e prenotazioni:
Tel:06 68 74 167 -  Fax: 06 68 80 30 68

Santeria Social Club, sabato 11 marzo torna "Reverso" Festival di Archeologia Musicale

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Dopo il successo della prima edizione, torna a Santeria Social Club sabato 11 marzo Reverso, il festival che racconta la scena disco italiana, le sue origini ed i suoi volti leggendari, tracciando una linea immaginaria tra chi ne ha scritto importanti pagine passate, chi ne racconta il presente e chi inventa le sue traiettorie future.

Reverso mescola approfondimento culturale, party, workshops, conferenze, mostre con l'intento di dare voce a una delle eccellenze italiane nel campo della musica elettronica.

Il secondo appuntamento con Reverso vedrà protagonisti Alexander Robotnick, alfiere della disco anni 80, i chiaccheratissimi Tiger and Woods dall'identità celata famosi in tutto il mondo, uno dei massimi esponenti della disco italiana moderna Fabrizio Mammarella e Dj Mozart di Jestofunk, memorabile resident della Baia degli Angeli. E poi l'icona dell'italo disco Fred Ventura, il talentuoso Uabos che presenterà il suo nuovo lavoro, il label manager della GetWet Robotalco e Rollo//Dexx.

Ma Reverso non è solo musica: infatti ci saranno workshop, lectures, ed una mostra fotografica, Spaghetti Disco, curata da Lorenzo Cibrario e interamente dedicata all’Italo Disco e al mondo delle discoteche italiane tra la fine degli anni '70 e l’inizio degli ’80.

Tutto questo sarà accompagnato da bevande e piatti a tema ispirati al periodo degli anni 80 italiani.

WORKSHOP:
"Analog vs digital - l'uso dei sintetizzatori modulari e analogici nella musica elettronica" a cura di Ludus Pinsky e Alexander Robotnick (h.12:00 - 17:00)

Info e prenotazioni:http://bit.ly/workshop-reverso/ teach@santeriasocial.club

LECTURES:
"Estetica Disco - look, club style, una storia al di là del suono e del ritmo"
Intervengono: Carmelo La Bionda, Roberto Turatti, Luca De Gennaro, Francesco Rago, Fred Ventura, Loorenzo Cibrario (h.15:00 - 16:00)

"I Dischi della Disco: tracce fondamentali & gemme da riscoprire"
Intervengono: Dj Mozart, Fred Ventura, Fabrizio Mammarella, Alexander Robotnick (h.18:00 - 19:00)

MOSTRA:
"Spaghetti Disco - creare spazio alle memorie"è una mostra fotografica curata da Lorenzo Cibrario e interamente dedicata all’Italo Disco e al mondo delle discoteche italiane 1975-85. Ci saranno documentari e filmati originali della TV dell'epoca, riviste e copie rare dei classici Italo Disco, fanzine e immagini originali dei club degli anni '70 e '80 che documentano la sub-cultura italiana di quegli anni. Info: http://bit.ly/spaghettidisco-reverso


REVERSO FESTIVAL
Sabato 11 marzo
Dalle 11 alle 3
Santeria Social Club – Viale Toscana 31
Per prenotazioni brunch e cene: 022219 9381

Ufficio Stampa Elliefant
Giulia Elefanti
giulia@elliefantpress.com
cel.339/8031063

CARMEN CONSOLI, "Eco di sirene tour": DOPPIA DATA AD AGRIGENTO

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All’indomani dal suo ritorno sul palco di Sanremo, con una interpretazione definita “da brividi”, ospite in duo con Tiziano Ferro

CARMEN CONSOLIDOPPIA DATA AD AGRIGENTO
Eco di Sirene Tour - al concerto del 12 aprile si aggiunge quello del 13 aprile, al Teatro Pirandello.
Prevendite disponibili da oggi nei circuiti abituali

ECO DI SIRENE // TOUR
PALERMO 11 APRILE ORE 21 TEATRO BIONDO
AGRIGENTO 12 APRILE 13 APRILE ORE 21 TEATRO PIRANDELLO
MESSINA  14 APRILE ORE 21 PALACULTURA

Un nuovo progetto in trio, ma antitetico rispetto al power trio dell'“Abitudine di tornare”: da febbraio 2017 Carmen Consoli sarà nei teatri con “Eco di sirene”, sul palco in punta di plettro con violino e violoncello - rispettivamente Emilia Belfiore e Claudia della GattaTre le attese date siciliane - Palermo (11 aprile, Teatro Biondo), Agrigento (12 aprile, 13 aprileTeatro Pirandello - con il patrocinio del Comune di Agrigento e della Fondazione Teatro Pirandello) Messina (14 aprile, Palacultura) – che rientrano nella programmazione diPUNTOEACAPO CONCERTI 2017, con la direzione generale di Nuccio La Ferlita.
Eco di sirene è l'evoluzione di uno dei progetti più amati ed originali di Carmen: L'anello mancante (2008), un tour teatrale con il quale ha registrato il tutto esaurito in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, dominando la scena sola sul palco con le sue sei chitarre. Come in quel concerto, la musica sarà la tela sulla quale tracciare riflessioni e impressioni personali; qui però i tre strumenti acustici si rimandano suggestioni diverse sugli stessi temi musicali e argomenti, dando così corpo all'ambivalenza connaturata al titolo stesso, Eco di sirene. Una sirena è infatti al tempo stesso un suono d'allarme ed una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena ama e custodisce, assorda e allerta. Una sirena incanta e seduce. Ma può anche urlare e proteggere. È una mostruosa chimera ed una dolce fanciulla in cerca di un'anima. Eco di sirene è quindi uno spazio nel quale accogliere e dar voce e corpo alle domande sul presente, ai piccoli momenti di gioia quotidiana, alla pluralità di risposte individuali.

In allegato foto

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“Siamo partiti cantando. Etty Hillesum, un treno, dieci canzoni” un libro di Matteo Corradini. L'intervista

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Esther Hillesum, chiamata Etty, il 7 settembre del 1943 saliva su un treno in partenza verso i lager nazisti nell’est dell’Europa, seguendo il destino di morte di oltre centomila ebrei olandesi. Morirà due mesi dopo ad Auschwitz. Aveva 29 anni. Dal treno lasciava cadere un biglietto su cui, tra l’altro, aveva scritto: “Siamo partiti cantando”.
Difficile immaginare quale poteva essere il canto di quei deportati che così cercavano di non cedere all’angoscia e alla disperazione. A dare una risposta ci prova Matteo Corradini in un libro che porta il titolo di quel biglietto. Pubblicato dall’editrice “rue Ballu”, nella collana per ragazzi “Jeunesse Ottopiù”, il libro: “Siamo partiti cantando. Etty Hillesum, un treno, dieci canzoni” è illustrato da Vittoria Facchini e ha ricevuto il premio Andersen 2016 come migliore Progetto editoriale. Adriana Masotti ha chiesto allo stesso scrittore Corradini, impegnato nella didattica della Memoria e studioso dell’ebraismo olandese, di definire in poche parole chi è stata Etty:
R. – E’ stata una ragazza curiosa di tutto: curiosa della vita, curiosa delle persone, ma soprattutto curiosa di se stessa. Etty per me è stata questa scoperta: la scoperta di una persona che voleva viaggiare anzitutto dentro se stessa.

D. – Una ragazza che aveva anche la voglia di vivere e di godere delle belle cose della vita, e nello stesso tempo aveva una grande profondità. Lei le fa dire: “Ho voluto condividere il destino del mio popolo fino in fondo”. Fa impressione …

R. – Sì, questo è anche un dato storico. Etty collaborava con la comunità ebraica per la parte più sociale, che era quella che si occupava proprio di accudire i deportati nel lager di transito di Westerbork, che era il lager attraverso cui sono passati praticamente tutti gli ebrei olandesi. E lei aveva la possibilità di salvarsi, nonostante fosse ebrea. Decise invece di non farlo: decise di accompagnare il suo popolo, di accompagnare le altre persone in questo destino terribile, e lo decise consapevolmente. E’ una sorta di martirio, il suo. Lei non lo interpreta esattamente così, lo vede come una scelta naturale: “La mia gente, i miei amici, le persone che conosco e le persone che sono uguali a me vanno lì: io vado con loro”.

D. – Un elemento molto importante per Etty è la scrittura: la sua ancora di salvezza, possiamo dire …

R. – Sì: lei scrive tanto; scrive i diari, scrive le lettere … Etty aveva una spiritualità molto forte, ma aveva anche una spiritualità oggettivamente molto originale, talmente originale da non essere inquadrabile in nessuna delle religioni che potrebbero fare riferimento a Etty: lei non era troppo ebrea, ma non era neanche troppo cristiana. Etty cammina su questo confine tra una spiritualità interiore fortissima, l’appartenenza a una religione sempre però con uno stile pieno di dubbio. Forse siamo affezionati a lei proprio per questo, perché una persona con tanti dubbi, in fondo, assomiglia a noi …

D. – “Siamo partiti cantando”: ma di che cosa avrà parlato questa canzone? Lei, nel suo libro, fa dieci ipotesi: la canzone degli alberi, del mare, della bellezza femminile, della matita e altre. Forse è utile fare qualche esempio. Non so: la canzone della camicia da notte …?

R. – Lei aveva questa fissa per le camicie, per la camicia da notte, e aveva letto su un giornale che erano state intercettate ad Amsterdam delle persone – una l’aveva vista anche lei – in camicia da notte: c’erano delle persone che avevano perso tutto o quasi tutto e quindi tra gli ultimi abiti che avevano, c’erano queste camicie da notte. E allora, lei racconta proprio di queste persone. In particolare, una di queste era stata uccisa e quindi lì, nella canzone, viene raccontata in prima persona la morte di quest’uomo, e lui quasi la prende con ironia, dice: “La camicia da notte era quasi nuova” …

D. – Ecco: perché questa iniziativa di scrivere, di Etty, rivolgendosi proprio – in particolare – ai giovani, e qual è il messaggio che lei spera ricavino dalla lettura di questo libro?

R.- Allora, di Etty Hillesum non è stato facile parlare, però è un argomento che credo valga la pena di avvicinare ai giovani, perché Etty scrive in un’età in cui le domande, per certi versi, sono più forti delle certezze. E questo credo sia il suo messaggio: cioè l’idea che quando le domande sono più grandi di te, non stai vivendo un dramma, stai vivendo la vita; è la tua vita che è fatta più di domande che di certezze. Quello di Etty è un cammino di ricerca, è un cammino che io auguro ai giovani. Cioè, io auguro di fare della fragilità una virtù, un valore: noi esseri umani dobbiamo fare della nostra fragilità la nostra virtù. Adriana Masotti, Radio Vaticana, Radiogiornale del 18 febbraio 2017.

SALA UMBERTO, dal 21 febbraio al 5 marzo ISA DANIELI e LELLO ARENA in "SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE"

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Nel perimetro simbolico della sala di un antico palazzo napoletano, Titania e Oberon attivano una drammaturgia di capricci e smanie riducendo le sorti degli uomini a fragili trame da vecchi teatri dei burattini. I due, come schegge di dei precipitati in terra, continuamente sospesi fra sonno e veglia, inscenano armonie, assecondano discordie, conducono, con estro malaccorto, una regia dei sentimenti umani.
Le loro parole/note contrappuntano la polifonia dei surreali ospiti del palazzo (pupazzi, elfi, musicisti, attori), dettano sintonie tra lirismo e antiche tradizioni narrative, reinventano fascinazioni favolistiche, si fanno poetiche o scurrili a richiamare le alternanze emotive del mondo ispirativo shakespeariano.

Tra fedeltà ed irriverenza, la scrittura di Cappuccio riorchestra il “Sogno” per cercare ulteriori rifrangenze all’incanto musicale della lingua shakespeariana. La regia e la scena ne assecondano la lettura trasformandosi, per amplificarne il suono, in una sorta di grande, onirico e vagamente circense carillon.

Claudio Di Palma
ISA DANIELI e LELLO ARENA

SOGNO DI UNA NOTTE 
DI MEZZA ESTATE
di Ruggero Cappuccio
liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare
con 
FABRIZIO VONA | RENATO DE SIMONE | ENZO MIRONE 
ROSSELLA PUGLIESE | ANTONELLA ROMANO 
costumi ANNAMARIA MORELLI  scene LUIGI FERRIGNO
musiche MASSIMILIANO SACCHI  burattini SELVAGGIA FILIPPINI
regia 
CLAUDIO DI PALMA

produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro
in collaborazione con Officine Culturali della Regione Lazio Bon Voyage, 
Festival Teatrale di Borgio Verezzie Civit’Arte 2015

21 FEBBRAIO – 5 MARZO 2017

Personaggi e interpreti

Titania, Isa Danieli
Oberon, Lello Arena
Puck, Fabrizio Vona
Lisandro/Elfo Onorato, Renato De Simone
Demetrio/Elfo Salvatore, Enzo Mirone
Elena/Elfo Annunziata, Rossella Pugliese
Ermia/Elfo Concezione, Antonella Romano

SALA UMBERTO
Via della Mercede, 50 Roma
Tel. 06 6794753
www.salaumberto.com
martedì, giovedì e venerdì ore 21, sabato ore 17 e 21, domenica ore 17
Prezzi da 32€ a 23€

La bellezza che resta, da giovedì 23 febbraio il nuovo libro di Fabrizio Coscia per Melville edizioni

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La bellezza che restaè una riflessione sull’opera d’arte alla fine di una vita. Cosa esattamente rappresenta per un autore la sua ultima opera? Tolstoj scrive fino al termine dei suoi giorni un romanzo, Chadži-Murat, ridando voce al suo talento artistico e creativo, nonostante ormai da anni rinnegasse il proprio genio a favore di una moralistica idea di bene.
Un romanzo che il russo mai si decise a pubblicare e che uscì soltanto postumo. Tolstoj però, è solamente il primo di una serie di ritratti che definiscono il percorso e la visione che Fabrizio Coscia segue come rincorrendo un significato, una ragione, una luce difficilmente afferrabile ed esprimibile. Scopriamo l’ultimo quadro di Renoir, Le bagnanti, dipinto quando il maestro ha le mani rattrappite dall’artrite e che realizza come fosse l’estremo gesto di vitalità e adesione alla bellezza. E il libro testamentario del padre della psicanalisi, Sigmund Freud, che elabora, nel 1938, L’uomo Mosè, che ha «la libertà, la sfrontatezza, la temerarietà di un’opera estrema», tornando a dare voce alla teoria del parricidio, ma affrontata qui in chiave religiosa, proprio quando il suo «vecchio caro cancro», come scrive egli stesso della propria malattia in una lettera, gli ha già assalito il corpo. Ma si potrebbero citare altri profili presenti nel libro: Leopardi nei suoi ultimi giorni napoletani; l’ultima lettera di Simone Weil ai genitori, nella quale li invita a vedere nelle cose belle del mondo anche il suo volto; la poesia Ode a un usignolo, in cui Keats «agogna la morte»; ancora l’ultima composizione di Richard Strauss, i Lieder; in ultimo, il definitivo quadro di Frida Kahlo, Viva la vida, forse il suo più originale autoritratto – una composizione vivacissima di angurie. Sono ritratti di artisti che, osservando la morte, non rinnegano ciò in cui fino a quel momento hanno creduto, restando fedeli a loro stessi, a ciò che è di loro stessi la parte più vera: la loro opera. Eppure, l’aspetto maggiormente significativo del libro è quello autobiografico. L’autore racconta gli ultimi giorni di suo padre, e sono pagine commoventi che restituiscono un senso non soltanto all’intero libro – evidenziandone la necessità che lo sottende –, ma a un’esistenza intera. Fabrizio Coscia, consapevole di quanto l’arte sia profondamente radicata nella nostra vita, ha scritto un libro che, proprio per la sua (mai esibita) intimità, riguarda noi tutti. (Andrea Caterini)

Fabrizio Coscia (Napoli, 1967) è scrittore, docente, critico letterario e teatrale. Collabora con il quotidiano «Il Mattino». Ha scritto per varie testate, tra cui «Liberazione», «Il Diario», «Nuovi Argomenti», «Succedeoggi». Ha pubblicato il romanzo Notte abissina (Avagliano, 2006) e la raccolta di saggi narrativi Soli eravamo e altre storie (ad est dell'equatore, 2015), che ha riscosso un ottimo successo di pubblico e critica. 

Teatro L'aura di Roma, dal 22 a 26 febbraio "Osia" adattamento teatrale di Simone Polverini e Francesca Piersante

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Dal 22 al 26 febbraio al Teatro L'aura è in scena Osia, un adattamento teatrale di Simone Polverini e Francesca Piersante che ne cura anche la regia. In scena David Pinto, Francesca Piersante, Jano di Gennaro, Enrico Gargiulo, Giuseppe Di Pilla. Una divinità, Apollo, e una ragazza umana, Dakry, si raccontano al pubblico.
Le loro insoddisfazioni, le loro paure si intrecciano ma non si sovrappongono mai fino al momento del loro incontro. Lui non dovrebbe parlare con lei e Zeus interviene, ma sarà proprio il suo intervento a dimostrare come l'amore aveva cambiato Apollo. Tutto scorre normale fino all'arrivo di una divinità di un altro pianeta, Utu. Due visioni dell'amore contrastano e Dakry dovrà capire quella più consona al suo animo.

"Osia"è uno spettacolo intenso perché parla di sentimenti e lo fa con una storia fuori dal tempo, con un narratore che accompagna le scene più emozionanti con musica e parole. Gli attori, sempre in scena, sono al servizio di un unico messaggio: si ha sempre bisogno di amare.... nel bene e nel male!

Osia
adattamento teatrale di Simone Polverini e Francesca Piersante
con David Pinto, Francesca Piersante, Jano di Gennaro, Enrico Gargiulo, Giuseppe Di Pilla
costumi Claudia Barresi
Teatro L'aura
vicolo di Pietra Papa, 64
dal 23 al 26 febbraio 2017
dal mercoledì al sabato alle ore 21.00 domenica alle ore 18.00
Biglietti Intero 13.00 + 2.00 (tessera associativa)
Ridotto 10.00 + 2.00 (tessera associativa)
Info e prenotazioni 0683777148 oppure nuovoteatrolaura@gmail.com

Gabriella Lucia Grasso, il 3 marzo esce “Vussia Cuscenza” terzo album

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La Narciso Records, etichetta indipendente e tutta al femminile fondata nel 2002 da Carmen Consoli, è lieta di annunciare l’uscita il 3 marzo di “Vussia Cuscenza” terzo album di Gabriella Lucia Grasso, una delle voci più importanti della world music catanese.

Voce e chitarra dell’ensemble Malmaritate, con cui ha condiviso il palco e gli ultimi anni della sua carriera artistica, la Grasso torna con un nuovo progetto solista a 7 anni dal secondo album Cadò ( Otrlive/Universal).
Concepito nel periodo di ritiro e riflessione della “Cantantessa” che, "in dolce attesa", appare come bassista e voce in Don Pippuzzu, il disco vede anche la partecipazione di un’altra voce importante: Lidia Borda, eccellenza del canto argentino.
Sarà proprio l’imminente tour “Eco di Sirene” di Carmen Consoli l’occasione per Gabriella Lucia di presentare al pubblico i brani di “Vussia Cuscenza”: l’artista aprirà infatti i concerti della Consoli il 2 e 3 marzo a Roma (Auditorium Parco della Musica), il 20 e 21 marzo a Milano (Teatro dal Verme), il 29 marzo a Napoli (Teatro Augusteo) il 30 marzo a Bari (Teatro Petruzzelli) il 31 marzo a Lecce (Teatro Politeama Greco) l’11 aprile a Palermo (Teatro Biondo) il 12 e 13 aprile ad Agrigento (Teatro Pirandello) il 14 aprile a Messina (Auditorium Palacultura Antonello).
Un timbro inconfondibile, quello della Grasso, dolce e carnale al tempo stesso e un talento unico nel mescolare melodie sempre efficaci e trame musicali intense potenti. “Vussia Cuscenza” è un dialogo culturale tra Sicilia e Argentina dove strumenti della tradizione mediterranea e latinoamericana si fondono con la contemporaneità dei synth e delle chitarre elettriche per restituire un innovativo intreccio armonico tra retrò e contemporaneo. Fil rouge dell’album è l'amore "a tutto tondo" che trova forma e sostanza nella successione di abbracci che si dipana dalla cover lungo tutto il booklet del disco.

DATE TOUR:

2 - 3 marzo - Roma Auditorium Parco della Musica

20 - 21 marzo - Milano Teatro dal Verme

29 marzo - Napoli Teatro Augusteo

30 marzo - Bari Teatro Petruzzelli

31 marzo - Lecce Teatro Politeama Greco

11 aprile - Palermo Teatro Biondo

12 - 13 aprile - Agrigento Teatro Pirandello

14 aprile Messina - Auditorium Palacultura Antonello



www.narcisorecords.com

Teatro Nuovo di Milano, il 3 marzo in scena Barbara Foria con "Euforia" satira sociale su tutti gli stereotipi femminili

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40 anni da poco compiuti, una carica esplosiva di femminilità e la consapevolezza di sentirsi, a questa età, una “gnocca vintage”!

Talento e grande autoironia, Barbara Foria reduce da una straordinaria edizione di Colorado su Italia uno nei panni di Scianel, parodia di successo della boss di Gomorra, è pronta a tornare a Milano con i suoi esilaranti monologhi sul palco del Teatro Nuovo per un’unica data venerdì 3 marzo dove racconterà tutto quello che le donne non dicono... ma pensano!!!
Un mirabolante viaggio della donna d'oggi, al tempo dei social, di whatsapp e dell’amore sempre più virtuale… e sempre meno reale.
Una donna alle prese con il corpo che cambia e il metabolismo che va in blocco come le caldaie, e mai che all’occorrenza, si vedesse un idraulico bravo capace di sbloccare la situazione!
Barbara Foria affronta con la solita grande ironia e la con sua ineguagliabile carica energetica i vizi e le virtù dell'essere donna oggi con la D maiuscola , in balia di uomini con la C minuscola. (la C di cuore!).
“La vita va vissuta con ironia e tanta euforia, a 40 anni ci chiamano M.I.L.F.? In realtà è l’acronimo di: MO’INIZIA LA FELICITA’!”.
In questo spettacolo, la travolgente artista napoletana ci presenta il meglio della sua produzione artistica arricchito da tante novità e tanti nuovi spunti di riflessione.
Una satira sociale su tutti gli stereotipi femminili.


Info e prenotazioni:
Teatro Nuovo
Piazza San Babila
Milano
http://www.teatronuovo.it/biglietteria/

TEATRO DE' SERVI, DAL 21 FEBBRAIO AL 12 MARZO "LA SCALA" di GIUSEPPE MANFRIDI - REGIA MICHELE LA GINESTRA

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Dal 21 febbraio al 12 marzo 2017 tutti pronti a salire su “La scala”, la freschissima commedia di Giuseppe Manfridi diretta da Michele La Ginestra.

"La scala"è un vero e proprio duello a sei, dal ritmo serratissimo, che si consuma durante un cocktail organizzato per festeggiare la ristrutturazione di un seminterrato al Nuovo Salario di cui hanno da poco preso possesso Mirko e Miriam, interpretati da Gabriele Carbotti e Marina Marchione. Con loro, una coppia di vecchi amici, Corrado e Terry (Fabrizio D’Alessio e Samantha Fantauzzi) e un’altra coppia da poco conosciuta Niccolò (interpretato da Andrea Dianetti dal cast di Amici) ed Elvi (Barbara Clara) che abita nello stesso palazzo. Fiore all’occhiello dell’approssimativo restyling, una scala che collega direttamente il seminterrato col marciapiede di fuori. Un estroso escamotage ideato per evitare, a chi debba entrare e uscire, complicati giri nel cortile esterno. 
Le tre coppie si comportano come se stessero a un ricevimento della regina Elisabetta: complimenti mirabolanti, mondanità al limite dell'enfasi, smancerie esagerate, finché una piccola scintilla incendia una polveriera di emozioni represse, offese e malintesi che risvegliano vecchi scheletri tenuti nascosti nell'armadio, antichi rancori che colgono l'occasione per riemergere e colpire duro.
E sarà la scala a svolgere un ruolo determinante in questa guerra senza esclusione di colpi. La scala come simbolo, la scala come elemento architettonico, la scala come collegamento fra i piani bassi e i piani alti, insomma una vera e propria protagonista illuminata dalla pirotecnia dei dissapori umani.
Teatro de’ Servi
Dal 21 febbraio al 12 marzo 2017
Laros – #MaiNaGioia Spettacoli - Matteo Fiocco presentano
La scala
di Giuseppe Manfridi
con
Andrea Dianetti (Niccolò), Barbara Clara (Elvi),
Gabriele Carbotti (Mirko), Marina Marchione (Miriam),
Fabrizio D’Alessio (Corrado), Samantha Fantauzzi (Terry)
Costumi Marco Della Vecchia – Scene Augusto Sandri
Regia Michele La Ginestra

Roma - Via del Mortaro 22 (ang. Via del Tritone) Info: 06.6795130
BIGLIETTI: PLATEA 22€ - GALLERIA 18€
ORARIO SPETTACOLI: DA MARTEDI A VENERDI ORE 21 – SABATO ORE 17.30 E 21 – DOMENICA ORE 17.30 – LUNEDI RIPOSO

Libri, “Il Simpatizzante” di Viet Thanh Nguyen, la recensione di Fattitaliani: nata una stella della letteratura mondiale

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Il 18 aprile 2016, alla Columbia University di Broadway, Pulitzer Hall 709, New York, U.S.A., ènata una Nuova e Luminosissima Stella nel firmamento della letteratura planetaria: Viet Thanh Nguyen!

Premessa:
Anche per la Recensione di quest’Opera Letteraria - non è un semplice Romanzo infatti! - inizio con una premessa, perché la sento necessaria e il mio impulso mi costringe a farlo.
I motivi, se adesso mi fermo un attimo a rifletterci su, sono tantissimi … si succedono nella mia mente ad un ritmo vorticoso e quasi disorientante! Cercherò di tradurli in parole e cercherò, insieme, di essere sintetico e schietto.
Viet Thanh Nguyen non è ancora uno scrittore noto al mondo, almeno fino ad oggi, Sabato 19 febbraio 2017. Non lo è, e non lo è stato fino a pochi mesi fa, neanche nel suo Paese d’adozione, gli Stati Uniti d’America.
Viet Thanh è nato a Buôn Ma Thuôt, in Vietnam, nel 1971. Nel 1975 la sua famiglia fugge negli Stati Uniti d’America per chiedere asilo politico, dopo la caduta del regime sostenuto dagli Americani nel tentativo di colonizzare il Paese motivando l’“invasione armata” col più nobile degli obiettivi della politica occidentale: “importare la democrazia” in Vietnam attraverso una guerra sanguinaria, sanguinosa e dolorosa di cui il popolo americano ancora oggi porta ferite profonde e incancellabili.
Tutti i profughi vietnamiti che avevano sostenuto il Governo Statunitense e che riescono a fuggire, vengono accolti da subito in diversi campi di accoglienza in territorio americano: la famiglia di Viet Thanh Nguyen passa il primo periodo della sua permanenza in Pennsylvania, presso il campo profughi di Fort Indiantown Gap.
Solo alla fine degli anni ’70 Viet e la sua famiglia possono iniziare una vita da cittadini liberi e da cittadini americani veri, ottenendo dal Governo Americano il permesso di traferirsi dove avrebbero voluto vivere dal momento in cui hanno messo piede negli U.S.A., la California, a San Jose, che per clima e humusera ritenuto dai Nguyen, almeno nell’immaginario, il più vicino e “prossimo” a quello del Paese che avevamo amato e abbandonato per sempre, per sfuggire a morte certa.
È dalla California che il piccolo Viet Thanh Nguyen inizia gli studi, con passione, intelligenza e determinazione, laureandosi nel maggio del 1992 col massimo dei voti in “Letteratura Inglese e Studi Etici”; divenendo poi, nel 1997, professore universitario nella prestigiosa University of Southern California di Los Angeles. Inizia a scrivere novelle, racconti brevi, e libri di saggistica, oltre a svolgere con grande diligenza, competenza e preparazione la sua professione di professore universitario.
Nel 2015 pubblica il suo primo romanzo, “The Sympathizer”, edito da Grove Press, New York.
Il 18 aprile 2016 Viet Thanh Nguyen vince il più prestigioso dei premi letterari al mondo, il Premio Pulitzer, nella categoria “Fiction” (Narrativa), con la seguente motivazione «a layered immigrant tale told in the wry, confessional voice of a “man of two minds” and “two countries”, Vietnam and the United States» («una storia di immigrati raccontata a strati e con sottile ironia; la confessione di una voce di un “uomo con due menti” e “due Paesi”, il Vietnam e gli U.S.A.»).
Recensione:
La mia sincera viscerale convinzione, dopo aver divorato l’Opera Letteraria di Viet Thanh Nguyen, è che qui siamo di fronte ad uno Scrittore Fuoriclasse e di Grande Talento, che possiede una doppia matrice narrativa, quella storica da un lato, e quella dell’innata capacità di indagare brillantemente e lucidamente il profondo dell’animo umano nei momenti drammatici, di disperazione, di solitudine, di paura, di speranza, di gioia, di delusione, di tradimento, di vigliaccheria, di arroganza, di paranoia-persecutoria, di insensibilità umana, di depersonalizzazione, di scissione-psicotica, di agiti-schizofrenici, di cinismo, di misconoscimento, di identificazione-proiettiva, di amore, di passione, di solidarietà, di legami di sangue, di fedeltà, di fiducia, di libertà, di uguaglianza, di patriottismo, di orgoglio, di immolazione, di speranza, di provvidenza, di fede cieca e indubitabile sigillata col sangue … «Sollevai il palmo della mano destra, mostrando la mia cicatrice, identica alla sua e a quella di Man. La vedevamo ogni volta che aprivamo la mano per prendere una bottiglia, una sigaretta, una pistola, o per stringere una donna. Come i guerrieri delle leggende, avevamo giurato di dare la vita uno per l’altro, immersi fino al collo nel romanticismo degli anni di scuola e uniti dai valori eterni che tutti e tre coltivavamo: la fedeltà, l’onestà, il fervore, la difesa dell’amicizia e dei propri ideali. Ma quali potevano essere i nostri ideali, a quattordici anni? La nostra amicizia e fratellanza, il nostro paese e la nostra indipendenza. Eravamo certi che, se ci fosse stato chiesto di farlo, non avremmo esitato a sacrificare noi stessi per i nostri fratelli di sangue e per la nostra nazione, ma non sapevamo esattamente chi sarebbe stato a domandarcelo, e che cosa saremmo diventati.»(p.53).
Ho letto alcune recensioni di Magazine americani e anglosassoni, e quasi tutti parlano di Viet Thanh come di un Grande Scrittore paragonabile ai Grandi Maestri quali Conrad, Green, le Carrè.
Paragonarli a questi scrittori, che certamente hanno fatto la storia della letteratura-narrativa, è semplicemente riduttivo e non dà merito all’immenso talento e alle straordinarie potenzialità di questo Artista che può specchiarsi solo davanti ai grandi miti immortali della letteratura di tutti i tempi: Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Charles Baudelaire, Edgar Allan Poe, Oscar Wilde, Ernest Hemingway, Ezra Pound, Francis Scott Fitzgerald, Zelda Fitzgerald, Charles Bukowski, solo per citare alcuni dei cosiddetti “poeti maledetti” che sono rimasti intrappolati, in tutta la loro vita artistica e letteraria, dentro la gabbia delle celebri parole di Friedrich Nietzsche: «Se guarderai a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te.» Com’è oramai intrappolato Viet Thanh Nguyen che ha mosso i primi temerari e decisi passi narrativi, e di archeologo dell’animo umano, con un’Opera che certamente è la prima di una lunga serie di Romanzi che lasceranno un solco profondo e doloroso nel lettore; nel lettore che ama il pathos letterario, che vuole sentirsi spruzzare addosso il sangue caldo e ancora vivido della passione e della sofferenza, del rancore e della disperazione, dei rimpianti e dei rimorsi per le azioni compiute in terreno di guerra!
La prospettiva del “Romanzo Storico” di Viet Thanh Nguyen, è semplicemente la cornice narrativa che contiene un'enorme costellazione di emozioni e sentimenti, di passioni e di turbolenze, che aprono al lettore, senza che se ne renda conto, una immensa “Big-Time-Gate” che lo trasporta emozionalmente, in una sorta di immaginario “Time-Travel”, in quella che è stata la Guerra più assurda e incomprensibile del XX Secolo fatta dagli americani: la Guerra in Vietnam!
La prospettiva interpretativa di quella che è stata una delle tragedie più grandi del secolo scorso, viene abilmente capovolta da Viet Thanh: non è più una lettura “americano-centrica”; ma una lettura fedele alla realtà di quello che accadde in Vietnam veramente, perché i fatti narrati nell’Opera Letteraria di Viet Thanh sono fatti realmente accaduti, fatti che hanno il sangue colmo di odio e di dolore che ancora pulsa e che imbratta le mani del lettore che leggerà e sfoglierà le pagine de “The Sympathizer”. Ed è un sangue occidentale, europeo, statunitense, vietnamita, meticcio, bastardo, caldo come le vite spezzate e la speranza tradita.
È questa la storia vera della guerra in Vietnam narrata da Viet Thanh; è la storia delle dinamiche politico-affaristiche di Saigon; una storia che si astiene da patriottismi propagandistici e che mette al centro del racconto gli attori che hanno calcato le scene quotidiane ed incerte di Saigon e dell’intero Vietnam di allora; non certo le “comparse-mercenarie” che hanno tentato disperatamente di instillare al mondo intero una lettura inverosimile e mistificatoria di uno degli eventi di Guerra mediaticamente più dirompenti e sconvolgenti del XX secolo.
L’intelligente contaminazione narrativa che prende spunto e si spira alle bellissime Spy-Story della Guerra Fredda, arricchiscono il contenuto del Romanzo con ulteriori elementi realmente accaduti, rendendolo un vero capolavoro letterario. Il lettore che farà suo “Il Simpatizzante”, rimarrà anche lui prigioniero delle parole di Friedrich Nietzsche, perché«”Non esiste niente di più prezioso dell’indipendenza e della libertà”. Erano parole per le quali eravamo pronti a morire. Quel tipo di linguaggio, come del resto i riferimenti a gruppi di studio, commissioni e partiti, per Man era pane quotidiano. Aveva ereditato il gene rivoluzionario da un prozio, costretto dai francesi a servire nel loro esercito durante la Prima guerra mondiale.» (p.43).
Viet Thanh Nguyen, “Il Simpatizzante”, Ed. Neri Pozza, Vicenza, 2016.
ANDREA GIOSTRA.
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Per chi volesse approfondire virtualmente la conoscenza dell’autore, Viet Thanh Nguyen, ecco alcuni link da consultare:
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Per chi volesse conoscere meglio virtualmente l’autore della Recensione, Andrea Giostra, ecco i suoi link:
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K2, da stasera alle 19,30 le nuove avventure del gatto più amato "OGGY FOREVER"

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“OGGY FOREVER”, la terza stagione della famosa serie “OGGY E I MALEDETTI SCARAFAGGI” (produzione Xilam) fa il pieno di disavventure, inseguimenti, dispetti e risate accompagnando il pubblico di K2 (digitale terrestre free canale 41, Sky 626) ogni sera dal lunedì al giovedi nella fascia delle 19.30, a partire dal 20 Febbraio.

Il dispettoso trio di insetti Joey, Deedee e Marky non fa altro che giocare continui scherzi al povero Oggy ma nonostante la pigrizia che lo contraddistingue, talvolta riesce ad avere la meglio sul trio che attenta quotidianamente al suo frigorifero. Ad aiutarlo interviene il suo migliore amico Jack, un borioso gatto verde, con cui Oggy riesce solo a combinare catastrofici danni! Per fortuna a coccolare e tranquillizzare il nostro gattone azzurro c’è sempre Olivia, la sua dolce fidanzata.

Fin dal suo esordio “OGGY E I MALEDETTI SCARAFAGGI” è sempre stato uno dei titoli più performanti del canale registrando, nel 2016, un picco di ascolti del 15,1% di share sui bambini 4-14.

Centrale Preneste Teatro, domenica 26 febbraio "Con la luna per mano" con Rosa Rongone e Ramona Carnevale

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Arriva da Napoli il prossimo spettacolo in programma a Centrale Preneste Teatro (Via Alberto da Giussano, 58 in zona Pigneto-Malatesta): I Teatrini portano in scena Con la luna per mano. La rivelazione delle piccole cose. L’appuntamento, che fa parte della rassegna Infanzie in gioco 2016/17, è per domenica 26 Febbraio alle ore 16.30. In scena ci sono Rosa Rongone e Ramona Carnevale, la regia è di Giovanna Facciolo.

Due personaggi teneri e stralunati si incontrano in uno spazio immaginario e insieme, attraverso il gioco, creano piccoli universi, poetici e divertenti, abitati da mani, piedi, ombrelli e altri oggetti quotidiani. Forme e colori con cui fondersi, dividersi, confondersi, allungarsi, sdoppiarsi, trasformarsi, divenire altro da sé e sé insieme all’altro. Un piccolo universo immaginifico, che parte dalla centralità del corpo come terreno di creazione e di visionarietà, per rivolgersi al pubblico dei piccolissimi.
Adatto dai 3 agli 8 anni.
Per info e prenotazioni: 06 27801063 o info@ruotaliberateatro.191.it.

I Teatrini
Con la luna per mano
La rivelazione delle piccole cose
dal progetto di Rosa Rongone e Ramona Carnevale per "Il Teatro dell'Immaginario per le nuove generazioni Percorsi d'Arte a Piazza Forcella"
Con: Rosa Rongone e Ramona Carnevale
Scene e oggetti di scena: Monica Costigliola
Luci: Francesco Rispoli e Paco Summonte
Collaborazione: Adele Amato de Serpis
Elaborazione drammaturgica e regia: Giovanna Facciolo

Centrale Preneste Teatro Via Alberto da Giussano, 58 - Roma

Domenica 26 Febbraio alle ore 16.30

Biglietto unico: 5.00 € (prenotazione consigliata)

Info e prenotazioni: 06 27801063 dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 17.00
info@ruotaliberateatro.191.it
Pagina Facebook: www.facebook.com/CentralePrenesteTeatro

Il rap di Kento sbarca a Milano, 24 e 25 febbraio: un week end tra musica e libri

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Due giornate intense per Francesco “Kento” Carlo a Milano. Si parte venerdì 24 febbraio con un concerto al centro sociale Cantiere, in via Monte Rosa, 84. Qui il rapper, attivista e blogger di Reggio Calabria proporrà il meglio del suo repertorio insieme ai brani dell'ultimo album “Da Sud”. Tappa di un tour che lo sta portando in giro per l'Italia con la sua musica di lotta.

Sabato 25 febbraio, sempre a Milano, Kento presenterà il suo libro, “Resistenza Rap” (Round Robin Editrice). Un diario di viaggio che si trasforma in romanzo a suon di rime per descrivere il mondo che ci circonda. Quello fatto da tanta musica che si mescola a violenza, amore, passione e senso di appartenenze. Un piccolo capolavoro editoriale racchiuso in poco più di cento pagine. Dalla statale 106 ai sobborghi di Brooklyn, il Rap - raccontato tutto d'un fiato dal giovane autore calabrese - non vi sembrerà più lo stesso. Appuntamento alle 19 alla Libreria Verso, in Corso Porta Ticinese 40. Insieme all'autore, Andrea Cegna, scrittore e giornalista. Modera Disma Pestalozza, giornalista Radio Popolare.
Francesco “Kento” Carlo è un rapper, attivista e blogger di Reggio Calabria, già vincitore del Premio Culture Contro le Mafie e promotore all'Hip-Hop Smash The Wall, progetto di collaborazione e solidarietà con la scena palestinese. Tiene un seguitissimo blog sulle pagine del Fatto Quotidiano ed è membro del consiglio direttivo della LIPS - Lega Italiana Poetry Slam.
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