Quantcast
Channel: Fattitaliani.it
Viewing all 37403 articles
Browse latest View live

Teatro Le Sedie, dal 22 al 26 febbraio "L'ottavo re di Roma" omaggio perturbato all'arte di Luigi Magni

$
0
0
Il Teatro Le Sedie omaggia Luigi Magni. Dal 22 al 26 febbraio sul palco del Teatro del quartiere Labaro, gli attori Enrico Papa, Edoardo Sala, Sebastiano Busiri Vici, Rosella Petrucci ed i musicisti Giovanni Bocci, Luca Menicucci, Violetta Sala, Giulio Viglianti ricorderanno il grande regista, sceneggiatore e scrittore italiano ne L'ottavo re di Roma.

Sceneggiatore dagli anni ’50 e regista da fine anni ’60, Magni è stato in grado di raccontare Roma e la storia d’Italia, e non solo, mettendone in rilievo snodi cruciali, conflitti ideologici, ipocrisie politiche, ma sempre attraverso modi sinceramente popolari, umoristici, talvolta drammatici e talvolta comici, sia in teatro che al cinema. Lo spettacolo L’ottavo re di Roma ripercorre la storia della Città Eterna dalle sue origini al Risorgimento, così come ce l’ha raccontata Magni con le sue multiformi opere. Al centro delle serate ci saranno le celeberrime e bellissime canzoni da lui scritte e musicate da Trovajoli, Piovani e Pintucci; ed insieme alle musiche dal vivo ecco proiezioni di filmati, sketch a leggio ed un’intervista audio inedita in cui Magni ripercorre tutta la sua carriera cinematografica, dall’esordio di Faustina ai grandi capolavori come Nell’anno del signore, La Tosca, In nome del Papa Re, In nome del popolo sovrano. Al termine delle serate, testimonianze dirette dei suoi collaboratori ci aiuteranno a ricostruire la personalità di uno dei più grandi autori di spettacolo del Novecento italiano.

“La definizione di biografo ufficiale di Roma è azzeccata ma naturalmente restrittiva, per descrivere le qualità di un autore che ha saputo unire il gusto dello sberleffo e del melodramma, del teatro popolare e dell’invettiva civile, con punte di lirismo e di satira difficilmente raggiungibili” spiega il direttore artistico del Teatro Le Sedie di Roma.


L'Ottavo re di Roma – Omaggio a Luigi Magni
a cura di Giovanni Bocci, Enrico Papa, Andrea Pergolari
con Enrico Papa, Edoardo Sala, Sebastiano Busiri Vici, Rosella Petrucci, Giovanni Bocci, Luca Menicucci, Violetta Sala, Giulio Viglianti
Teatro Le Sedie
vicolo del Labaro 7
dal 22 al 26 febbraio
ore 21.00
domenica ore 18.00
Ingresso: € 10 intero; € 8 ridotto
info e prenotazioni: info@teatrolesedie.it– 3201949821


Intervista alla cantautrice Jessica Casùla vincitrice di Sanremo New Talent 2017

$
0
0
Cosa si prova vincere Sanremo New Talent 2017?

È stata una grande emozione e soddisfazione. Dopo tanti concorsi finalmente la Vittoria. Sono arrivata a questo concorso perché Semifinalista di Castrocaro e anche del Tour Music Fest.
Oggi trovare spazio nella musica è difficile, quale consiglio vorresti dare ad un giovane che vorrebbe intraprendere la tua stessa carriera?
Determinazione e fiducia in se stessi!!! Non perdersi mai d’animo anche dopo una sconfitta… però in primis, consiglio a tutti di fare tanti live. Creare un gruppo e buttarsi in mezzo alla gente.
Il brano "Sono libera" lo senti autobiografico?
Le canzoni che interpreto devono essere mie… Sono Libera mi appartiene, in quanto la condizione identifica non solo uno stato sentimentale ma, uno stato mentale!!! Quindi cerchiamo di essere Liberi da tutto ciò che nella vita ci tiene incondizionatamente dipendenti da qualcosa o da qualcuno.
Cosa chiede alla musica Jessica Casula?
La pura essenza dell’essere… nel senso che io sono solo se c’è Musica
Come nasce il tuo nome d'arte "J3s”?
J3S significa semplicemente JES. Il nome però non penso che lo utilizzerò in futuro, il mio produttore (Valerio Liboni - batterista dei Nuovi Angeli, nonché autore di grandi successi della musica Italiana) preferisce che la gente mi conosca e mi chiami con il mio vero nome, quindi Jessica Casùla.
Il ricordo più bello della tua carriera?
Salire sul palco del Palafiori, andare a Sanremo… 
Che rapporto hai con i tuoi fans?
Sincero. Cerco di essere sempre me stessa, cercando di rispondere a tutti attraverso i vari social.
Progetti futuri?
Un nuovo disco, tanta radio e televisione, live e… ancora una volta Sanremo! 

J3S inizia a cantare fin da bambina, riproponendo con la sua voce roca ma tagliente tutte le hit del panorama musicale italiano e straniero! Insieme a Fabio Lisi, produttore, autore ed arrangiatore, inizia la sua avventura con brani inediti. Il primo EP uscito nel 2013 dal titolo JES (4 brani inediti italiani, genere pop-rock- produzione sugarfree) permette di farla conoscere alla casa discografica EGEA MUSIC, che distribuisce il suo nuovo LP “DO UT JES” (11 brani,di cui 7 inediti e 4 rivisitazioni, tutti cantati in italiano, genere rock dream) in tutte le librerie Feltrinelli e Mondadori, oltre che su ITUNES! Oggi è anche partner ufficiale dell’osservatorio nazionale contro il cyberbullismo e doping, cantando la sua canzone “Levami quel nome di dosso” che in poco tempo ha raggiunto 500.000 visualizzazione su FB. Nel 2015 apre alcuni concerti di Jack Savoretti (Gugghenaim di Venezia, Portogallo in Sardegna) e di Giovanni Caccamo (Outlet Village di Valmontone Roma) insieme a Moreno all’Outlet Village di Palmanova. Premiazione del video “levami quel nome di dosso” Senato della repubblica – sala capitolare, da parte della senatrice Josefa Idem e della senatrice Elena Ferrara della commissione infanzia e adolescenza Jessica Casùla vince Sanremo New Talent 2017. Dopo centinaia di selezioni e oltre 3000 candidati da tutta Italia, si è conclusa oggi, la finalissima 2017 di Sanremo Newtalent Winter. Proprio a Casa Sanreamo, l'hospitality del festival. Sanremo Newtalent è il format ideato dal riminese Devis Paganelli. L'evento, conclusosi oggi anche per per la collaborazione di Mariateresa Ruta,volto ufficiale del contest e il produttore Roberto Zapp, ha visto concorre quasi 3000 candidati da tutta Italia con il coinvolgimento di talent scout accreditato. La finale si è svolta alle 20 presso la sala Mango del Palafiori a Sanremo, con presidente di giuria, il Maestro Vince Tempera che non ha mancato di dare importanti suggerimenti ai cantanti in gara. A vincere il titolo di vincitore assoluto è stata Jessica Casula che si è aggiudicata anche il premio “Over". I finalisti nazionali di categoria sono stati 86, arrivati nella città dei fiori e in 12 sono arrivati alla finalissima per la trasmissione tv sui canali Sky in onda a marzo. La conduzione è stata di Gianluca Nasi con la direzione artistica di Alex Leardini. A scegliere i vincitori sono stati i giurati vip via streaming da ogni parte d'Italia : Mariateresa Ruta, tra le conduttrici tv, showgirl più note in Italia, con il record di 4 Telegatti vinti ad oggi; Enzo Rossi, ritenuto uno dei "padri" della musica neomelodica, già collaboratore di Gigi D'Alessio, Vincenzo d'Agostino, Franco Ricciardi, Anna Tatangelo e tanti altri; Mauro Borrini, chitarrista della prima band di Biagio Antonacci, componente di spicco della Demo Morselli Band; Roberto Zapp Autore, produttore artistico e discografico; Rossella Diaco presentatrice RAI e conduttrice di programmi musicali Rai nonché coach di Sanremo Newtalent; Gianni Gallo, arrangiatore (ha realizzato la colonna sonora del film di Alessandro Siano "Troppo Napoletano"); Valter Sacripanti, produttore artistico, arrangiatore e musicista affermato, note le sue collaborazioni con importanti cantanti internazionali come Nek, Ivan Graziani, Loredana Berte', Los Reyes, Sergio Rubimi, Lola Ponce, Frankie HNR, Simone Cristicchi e molti altri. Le foto dell'evento sono di Davide Vignes. Nelle finali Nazionali di Categoria, Jessica si è distinta nell’interpretazione del brano “BELLA SENZ’ANIMA” di Riccardo Cocciante, mentre raggiunge il successo nella Sala Mango del Palafiori questo 10 Febbraio, interpretando con grinta il nuovo singolo di Valerio Liboni “SONO LIBERA”. Si prevede a breve l’uscita del terzo cd della cantante romana. Tante le serate live a Roma e non solo! Inoltre numerosi passaggi televisivi e radiofonici. 
Seguitela sul sito: www.officialsitej3s.com

TEX WILLER COMPIE 70 ANNI NEL 2018, inizio festeggiamenti ufficiali a CARTOOMICS con una grande novità

$
0
0
Manca poco: il prossimo anno,Tex Willertaglierà lo straordinario traguardo deisettant'anni di presenza in edicola. Un evento eccezionale che merita grandi festeggiamenti, a partire dalla prima candelina di Cartoomics 2017 dove verrà presentata, in contemporanea con l'uscita in edicola, Tex Classic; una nuova edizione della serie di Tex, dal N. 1, tutta a colori, nel formato classico bonelli, con albi da 64 pagine.

Il primo numero di questa nuova edizione sarà reperibile allostand Sergio Bonelli Editore, anche all'interno dell'esclusivoTex Dynamite in legno contenente inoltre letre imperdibili variant Tex Classic N. 1: Vintage, Stella d'argento e una terza ispirata alla indimenticabile "Mano Rossa".
Il prezioso scrigno in legno conterrà una stampa su carta di pregioe in grande formato della prima vignetta di Texdisegnata da Aurelio Galleppinie due edizioni a striscia esclusive: una riproduzione fedele della prima storica uscita di Tex, e "La banda del Campesino", una breve storia di Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppinirisalente ai primi
pionieristici anni dell'inossidabile personaggio.

È tempo di variant anche per Dragonero! La serie di successo creata da Stefano Viettie Luca Enocharriva a Marzo nelle edicole con l'albo N. 48 "Nel cuore dell'impero", disponibile in anteprima a Cartooomics, con una spettacolarevariant covere un poster inedito, imperdibile per tutti gli appassionati lettori.

Avventure che ricominciano e cicli che si concludono. A Cartoomics termina il tour di Orfani: Terrainiziato a Gennaio nelle fumetterie d'Italia: l'intero staff della serie incontrerà il pubblico e presenterà in anteprima Orfani: Terra N. 3; il capitolo conclusivo della quinta stagione della serie creata da Roberto Recchioni e Emiliano Mammucari.

Per le nuove proposte librarie targate Sergio Bonelli Editore, è il turno dell'eroe che da solo è riuscito a salvare il mondo dalla morsa di una terribile minaccia aliena: l'intera avvincente saga di Brad Barron, il protagonista creato da Tito Faraci dell'omonima prima miniserie Sergio Bonelli Editoreinaugurata nel 2005, viene ripresentata oggi nella prestigiosa confezione Omnibus, impreziosita di interviste e studi esclusivi con le nuove copertine realizzate da Fabio Celoni. A Cartoomics verrà presentato il primo volume.

Insieme a queste novità non mancheranno gli autori per le sessioni di firme al pubblicoe gli incontri sulle serie; maggiori dettagli in merito saranno pubblicati a breve nel sito Sergio Bonelli Editore.

Sergio Bonelli Editoree i suoi autori vi danno appuntamento allo stand della Casa Editrice a Cartoomics 2017, dal 3 al 5 marzoa Fiera Milano Rho.



Per ulteriori informazioni
Giovanni Boninsegni
Mobile: 3397312153


Ufficio stampa CARTOOMICS
Enrico Ercole 349/5422273 enricoercole2@gmail.com

NANDO MOSCARIELLO, UN PARTY CINEMATOGRAFICO PER FESTEGGIARE IL SUO 40° COMPLEANNO

$
0
0
Il 18 febbraio il re dei casting e delle produzioni tv Nando Moscariello fondatore di  VIVI LA VITA ED ACTION ACADEMY, festeggerà il suo 40 compleanno nel Castello di Tor Crescenza. Location prestigiosa, alle porte di Roma, dove si sono sposati celebrità del calibro di Francesco Totti e Flavio Briatore.

Una serata speciale che vedrà il castello trasformarsi in un vero set cinematografico, il tema sarà Napoli città del festeggiato: da una parte la Napoli antica popolare e dall’altra la Napoli Borbonica.

Un grande progetto curato nei minimi dettagli dall’Event Planner Eva Presutti che si è avvalsa di grandi nomi per la realizzazione dell’evento. L’allestimento è stato realizzato da Andrea Riccio, mentre la parte floreale da Andrea Patrizi, il menù, tutto napoletano, è stato curato da White Ricevimenti, la serata sarà illuminata dagli effetti speciali di TECNOSERVICE 2000.

Nella “Napoli Popolare” dolci note di musica classica napoletana con il Maestro Gennaro Venditto e non mancheranno interventi del gruppo di folclore Cuore a Sud. Gli ospiti una volta entrati nella magica atmosfera  della “Napoli Borbonica” saranno coinvolti in un party sfrenato con la band di  Benny Fadlun , allietati dall’Open Bar  di Offside Event.

 Federico Merlo, proprietario di Franciacorta, omaggerà il festeggiato con 500 bottiglie di bollicine con le quali si brinderà durante la serata. Tantissimi i vip e addetti ai lavori del mondo dello spettacolo provenienti da tutta Italia festeggeranno con Nando Moscariello. Tra questi Maria Grazia Cucinotta, sua socia in Action Academy, Chiara Giordano, Valeria Marini, Craig Warwick, Beppe Convertini, Elena Russo, Fabio Canino, Gabriele Rossi, Gianni Sperti, Giulio Berruti, Imma Battaglia, Licia Nunez, Luna Berlusconi, Matteo Contini, Micol Azzurro, Jonathan Kashanian, Linda Batista, Nunzia Garrone, Patrizia Mirigliani, Giuliano Peparini, Pietro Genuardi, Stefano De Martino, Rita Dalla Chiesa, Sergio Arcuri, Vittoria Schifano, Nadia Rinaldi, Serena Grandi, Gianni Celeste, Lina Sastri, Maria Letizia Gorga, Flavia Vento, Mario Ermito, Francesca Testasecca, Valeria Graci, Enrico Lucherini, Patrizia Marrocco, Carmen Liguori, Cristiana Farina, Giorgio Romano, Stefano Rabbolini, Luigi Parisi e tanti altri ancora.

FRANCESCO GUASTI, 3° classificato fra i giovani a Sanremo. PARTE IL 17 FEBBRAIO DA MILANO L'INSTORE TOUR

$
0
0
Parte venerdì 17 febbraio ore 18.00 dalla MONDADORI di Via Marghera a MILANO, l'instore tour di FRANCESCO GUASTI, terzo classificato nella Sezione Giovani a Sanremo 2017 con il brano "UNIVERSO".

Durante gli incontri anche un live acustico per presentare alcuni brani contenuti nell'album "Universo".
Questi i primi InStore confermati:

20.02 Feltrinelli Red - FIRENZE
22.02 Mondadori Megastore - TORINO 
24.02 Mondadori Megastore - ROMA
28.02 Mondadori Megastore - BOLOGNA
01.03 Mondadori Megastore - PADOVA

Francesco Guasti nasce a Prato il 16 settembre 1982 e si avvicina alla musica da piccolo iniziando a studiare batteria, ma è il suo talento naturale, una voce graffiante e roca, ad accompagnarlo su quel cammino con decisione. Nell'adolescenza le prime esperienze con le rock band, dove si conferma front-man straordinario e compositore dei pezzi che porta in giro per club e palchi..
Nel 2013 la partecipazione a “The Voice” su Rai2, nel #teamPelù e pubblica il singolo Un solo giorno in più (Universal). Nella stessa estate partecipa alla prestigiosa rassegna musicale di Marbella "Starlight Festival" al fianco di Bryan Adams e Enrique Iglesias.
Nel 2014 è fra i 60 finalisti di Sanremo Giovani, con il brano "Scintilla contro Scintilla", scritto con Marco Carnesecchi e Federico Sagona. Il brano rimane primo per 4 settimane nella classifica di airplay. Il videoclip di Scintilla contro scintilla, viene girato in gran parte, nel carcere fiorentino di Sollicciano (Fi). Nell'estate dello stesso anno partecipa, con lo stesso brano, al Festival del Volontariato alla presenza del ministro delle politiche sociali.
Nel 2014 entra a far parte della Nazionale Italiana Cantanti e partecipa alla “Partita del Cuore” allo stadio Artemio Franchi di Firenze, dove si esibisce davanti a 40.000 persone.
Ospite dell' Identikit Tour di Piero Pelù, inizia con lui una collaborazione, da cui nasce il brano "Piovono rose", entrato nelle selezioni finali delle Nuove Proposte per Sanremo 2015.
Nell’aprile 2015 esce il singolo “Piovono Rose”, un mese dopo viene pubblicato l’Ep “Parallele” prodotto da Piero Pelù.
Nel Giugno 2015 è ospite del “World Refugee Day Festival” a Firenze, con artisti del calibro di Elisa, Ruggeri, Pelù, Bandabardò, Brunori sas e tanti altri.
Il 10 Luglio esce il singolo “Parallele” il cui videoclip è realizzato in collaborazione con Oipa (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) a favore della campagna contro l’abbandono.
Nel Novembre 2015 entra tra i 12 Finalisti di Sanremo Giovani con il brano Io e te.
Nel 2016 entra nuovamente tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani e questa volta, passa il turno e accede al festival.
Febbraio 2017: Francesco partecipa al 67° Festival di Sanremo – sezione giovani - con il brano Universo contenuto nel cd omonimo uscito lo scorso 10 febbraio (Da10Production distr. Universal Music).

Questa la track-list di "Universo" : Universo - L'amore ad ogni costo - Ti prometto - Abbracciamoci - Cercami adesso - Senza età - Io e te - Resta o croce - Il gioco è semplice - Universo (Acoustic version).

Videoclip ufficiale  UNIVERSO: www.youtube.com/watch?v=yQDde-xXUks
Foto di Mario Silvestrone

Teatro Biblioteca Quarticciolo, dal 17 al 19 febbraio “TEATRO NATURALE? Io, il couscous e Albert Camus” di Paola Berselli e Stefano Pasquini

$
0
0
Reduce dalla tournée in Francia, ospite del Centro Islamico di Parigi e del Théâtre Massalia di Marsiglia, arriva a Roma, al Teatro Quarticciolo, dal 17 al 19 febbraio (ore 21), il Teatro delle Ariette con “TEATRO NATURALE? Io, il couscous e Albert Camus” di Paola Berselli e Stefano Pasquini con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano Pasquini per la regia di Stefano Pasquini.

Come tutte le creazioni della Compagnia il lavoro affida un ruolo centrale allo spettatore dell’evento teatrale, che sta dentro lo spettacolo invece di osservarlo da fuori. La drammaturgia si sviluppa attorno al cibo preparato in scena, in questo caso il couscous, e condiviso con gli spettatori come elemento evocativo concreto della memoria sensoriale del racconto che vede Stefano Pasquini ricordare i suoi anni giovanili e il suo incontro con la parola letteraria di Albert Camus.  
Nello spettacolo si intrecciano e si confondono passato e presente: il passato della storia che viene raccontata e il presente dello spettacolo. Perché il teatro si fa solo al presente e parla solo di oggi anche quando racconta storie di molti anni fa.  
“Abbiamo deciso di fare questo spettacolo per parlare dell'oggi - scrive il regista Stefano Pasquini che con Paola Berselli è anche autore del testo - E per parlare dell'oggi abbiamo pensato di raccontare una storia di molti anni fa, quando avevo 17 anni. È la storia di una piccola odissea personale fatta di incontri, di scoperte, di sconfitte e di viaggi, da Bologna alla Francia e dalla Francia al Mediterraneo, alla Spagna, all'Algeria. È la storia di formazione di un giovane diciassettenne che, seguendo l'amore, arriva in Francia dove è accolto da una famiglia di spagnoli, fuggiti in Algeria alla fine della Guerra Civile e arrivati in Francia per sfuggire alla Guerra di Indipendenza algerina. I pochi mesi dell'estate del 1978 mi hanno fanno incontrare in un lampo 50 anni di cultura e di storia del Mediterraneo, mescolando l'Italia degli anni di piombo, alla Spagna della Guerra Civile e poi della dittatura di Franco, all'Algeria colonia francese e poi in guerra per l'indipendenza. L'incontro con l'amore mi ha aperto le strade della conoscenza, mi ha fatto mangiare per la prima volta il couscous e mi ha fatto scoprire "Lo straniero" di Albert Camus, un libro che mi ha cambiato la vita e mi ha messo di fronte all'eterno conflitto tra uomo naturale e uomo sociale. Mersault, il protagonista de "Lo straniero", è un uomo che rifiuta di mentire e obbedisce soltanto alle leggi della natura. Conduce una vita semplice, sfugge agli obblighi delle convenzioni sociali, è vero e sincero fino alle estreme conseguenze. Vive la sua vita naturale, solitaria e sensuale, fatta di cieli e di profumi d'estate anche in prigione, quando viene arrestato per avere ucciso un uomo. Come potevo, giovane diciassettenne, non identificarmi completamente con questo uomo? Come potevo non appassionarmi alla straordinaria esperienza umana, intellettuale e artistica di Albert Camus?”.

Teatro Alighieri Ravenna, 17 e 19 febbraio I COLORI DI LELE LUZZATI PER "LA CENERENTOLA" DI ROSSINI

$
0
0
È un omaggio a Lele Luzzati nel decennale della scomparsa La Cenerentola di Gioachino Rossini in scena al Teatro Alighieri venerdì 17 febbraio alle 20.30 (con replica domenica 19 febbraio in pomeridiana alle 15.30).
Suoi infatti gli immaginifici costumi di scena risalenti alla storica edizione del 1978 al Teatro Margherita di Genova, ripresa al Teatro Alighieri di Ravenna l’anno successivo. Costumi che - grazie al prezioso e appassionato restauro curato dalla Fondazione Cerratelli - sono tornati allo splendore originario, coloratissimi e armoniosi, fiabeschi e rigorosi come le partiture rossiniane. Il tributo al mondo meraviglioso di Lele Luzzati si compie in un progetto originale fatto di continue sorprese, palazzi di carta, scatole magiche, guardaroba in moto, librerie che si trasformano in carrozze: uno straordinario impegno creativo guidato dal ricordo di un Maestro indiscusso del teatro contemporaneo.
Frutto di una coproduzione fra Teatro del Giglio di Lucca (dove ha debuttato nei giorni scorsi con grande successo), Teatro Alighieri e Fondazione i Teatri di Piacenza, il nuovo allestimento dell’opera di Rossini - la regia è di Alto Tarabella, le scene di Enrico Musenich – vuol essere una dedica a Luzzati e al suo mondo di immagini, forme e colori, senza per questo assumere il sapore del ricordo nostalgico. La via percorsa è quella della freschezza di una messa in scena attualizzata, viva e coinvolgente, capace di disegnare uno spazio musicale, teatrale e drammaturgico inconsueto, brillante e gioioso.

L’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, protagonista musicale di tutti i titoli della stagione ravennate, è diretta da Erina Yashima al suo debutto operistico in Italia. Trentenne, tedesca di nascita, Erina Yashima è stata selezionata per la prima edizione della Riccardo Muti Italian Opera Academy nel 2015 ed è attualmente assistente di Muti alla Chicago, dove si è aggiudicata la borsa di studio Sir Georg Solti in direzione d’orchestra. Il cast vocale è composto da giovani e giovanissimi interpreti: Pietro Adaini è Don Ramiro, affiancato dal complice Dandini, suo cameriere (Pablo Ruiz), e dal filosofo Alidoro (Matteo D’Apolito); Marco Filippo Romano, Giulia Perusi e Isabel De Paoli vestono rispettivamente i panni di Don Magnifico, Clorinda e Tisbe; la figliastra Cenerentola – interpretata da Teresa Iervolino – completa la famiglia. Il Coro Melodi Cantores è diretto da Elena Sartori.

Aldo Tarabella (direttore artistico del Teatro del Giglio) per l’occasione ha riunito gli “amici di Lele”, i suoi discepoli e alcuni dei professionisti che avevano dato vita proprio all’allestimento del 1978: “tra loro – dichiara Tarabella – Enrico Musenich, che ha firmato le scenografie, costruite e dipinte dallo scenografo-costruttore Elio Sanzogni, cui dobbiamo lo stile luzzatiano nella realizzazione pittorica; la Sartoria Cerratelli, che ha dato nuova vita teatrale, con un delicatissimo e appassionato restauro, a quei costumi di Luzzati appartenuti allo storico allestimento genovese; Mario Audello, che con le sue parrucche partecipò proprio a quella storica produzione del 1978”. Da questo convergere di intenti è nato un progetto nel pieno stile della fiaba, che lo stessa regista definisce: “la favola di un giorno, ma soprattutto l’opera dei travestimenti: il servo Dandini si traveste da principe, il filosofo Alidoro da mendicante, Cenerentola da sguattera e poi da principessa, e il principe Ramiro da servo, per andare alla ricerca del vero amore. Anche Don Magnifico e le due sorellastre cambiano, e da malvagie che sono si ‘travestono’ da finte generose e gentili: la loro cattiveria contrasta terribilmente con la bontà di Cenerentola, l’unico personaggio che alla fine uscirà dal proprio travestimento diventando la sposa del principe, dunque una vera principessa”.

Al decennale dalla scomparsa di Luzzati si aggiunge un secondo anniversario, quello dei duecento anni della prima rappresentazione della Cenerentola, in scena al Teatro Valle di Roma il 25 gennaio 1817. È lo stesso librettista, Giacomo Ferretti, a raccontare nelle sue memorie come avvenne la scelta del soggetto, alla presenza dell’impresario, il droghiere Pietro Cartoni. Dopo avere escluso vari altri titoli per venire incontro alle esigenze economiche della produzione, ricorda Ferretti: “Stanco del proporre e mezzo cascante dal sonno, sibilai in mezzo ad uno sbadiglio: Cendrillon. Rossini, che per esser meglio concentrato, si era posto in letto, rizzatosi su come il Farinata dell'Alighieri: «Avresti tu core di scrivermi Cendrillon?» mi disse; ed io a lui di rimando: «E tu di metterla in musica?». Ed egli: «Quando il programma?»; ed io «...A dispetto del sonno, dimani mattina»; e Rossini: «Buona notte!». Si ravvolse nella coltre, protese le membra, e cadde in un beatissimo sonno, simile a quello degli dei d'Omero; io presi un'altra tazza di thè, combinai il prezzo, scrollai la mano al Cartoni e corsi a casa”.
Foto di Andrea Simi
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org 
Biglietti da 14 a 45 euro. Speciale giovani: under 14 5 euro; 14/18 anni 50% tariffe ridotte.

Teatro Agorà 80, dal 10 al 12 Marzo il progetto "Zit!2.0-Esistenziali Speculazioni Silenziose sul Niente da Dire”

$
0
0
In scena dal 10 al 12 marzo al Teatro Agorà 80, il progetto "Zit!2.0-Esistenziali Speculazioni Silenziose sul Niente da Dire” (trailer) nasce come studio sulla comunicazione e sull’impossibilità di comunicare, in bilico tra realtà e surrealtà, tra  piccoli  momenti  di  quotidiana  follia  ed esistenziali speculazioni sul linguaggio e sulle relazioni.
Se avete visto Zit 1.0 in scena a novembre non potete certo perdere Zit 2.0 La vendetta! Partendo da una molecola dialogica che contiene in sé un ossimoro – l’invito alla comunicazione e la  chiusura  della comunicazione stessa (dici!... zitta!) – abbiamo cominciato un percorso di improvvisazione che ha dato vita a due personaggi impantanati  in  un’atmosfera  beckettiana,  tesi a cercare  un dialogo che non riesce a svilupparsi verbalmente. Questa impossibilità di dire genera invece un ricchissimo dialogo di suoni, gesti, automatismi, ecolalie, ritmi, parole-suono che esprime la relazione, i ruoli, le condizioni psichiche, i fraintendimenti le delusioni, le conflittualità, le complicità.

 I nostri personaggi sono come afasici, nella loro relazione hanno a disposizione solo poche parole per non dire e per riconfermare l’assioma che “non c’è niente da dire”. Un eterno rapporto vittima-carnefice che si muove intorno alla paura del silenzio che – in un gioco di scatole cinesi – rimanda alla complessità delle relazioni: dipendenza/bisogno/solitudine/ giochi di potere/senso di colpa. Le parole appaiono come corollari inutili, anche se alla fine è la parola ad essere attesa come una manna dal cielo, come se fosse l’unico mezzo per dare senso alle cose. Così come Wladimiro ed Estragone aspettano Godot, i nostri personaggi – che non hanno un nome proprio, ma sono semplicemente “Zitta” e “Dici” –aspettano che ci sia qualcosa da dire, qualcosa che restituisca senso, nella consolatoria illusione che le parole servano ancora a dare senso al mondo, all’identità e alle relazioni. Però, ogni volta, la delusione è inevitabile. Ma è proprio la delusione che porta avanti l’azione e riaccende la voglia di ritentare. L’ostinazione cieca e un po’ autistica con cui rimangono fissi nella posizione di sempre, seduti l’uno accanto all’altro a tentare, ora e sempre, di “dire qualcosa… qualcosa di intelligente”, diventa la loro azione di risposta a questa mancanza di senso.                                                                              
L’accettazione dell’impossibilità di significare ci pone di fronte alla Tragedia dell’incomunicabilità. Ma in tutto ciò è la comicità che trionfa sulla tragedia e sul non senso, è un rapporto comico che viene messo in scena e che conquista e coinvolge lo spettatore nel gioco scenico di chi dirà qualcosa di intelligente…???
-Avviso ai soci-
Teatro Agorà 80
Via della Penitenza 33, Roma (Trastevere)
Orari spettacoli: Venerdì e Sabato ore 21.00- Domenica ore 18.30
Sala B
  Tessera associativa: 2 euro
Biglietti:
Intero 13 euro |Ridotto 10 euro  
Per info e prenotazioni:
Tel:06 68 74 167 -  Fax: 06 68 80 30 68
Per agevolazioni sul prezzo dei biglietti:


Catania, al Teatro Bellini dal 17 al 23 febbraio "Lo Schiaccianoci" di Čajkovskij Balletto fantastico in due atti

$
0
0
CATANIA - Una perfetta fusione tra pentagramma e drammaturgia coreutica, per ricreare sulla scena il miracolo di una fiaba che parla alla sensibilità di piccini e adulti, descrivendo lo stupore del passaggio dall'infanzia all'adolescenza. È "Lo Schiaccianoci", celeberrimo capolavoro del balletto tardoromantico, che affida la musica immortale di Čajkovskij alla magistrale coppia Petipa e Ivanov, autori della coreografia rinverdita da Gorskij una ventina d’anni dopo la prima assoluta del 1892. È questa versione ultraclassica, e al tempo stesso fresca e smagliante, che verrà messa in scena al Teatro Massimo Bellini di Catania dal prestigioso Balletto dell'Opera Nazionale di Odessa nelle sette rappresentazioni previste dal 17 al 23 febbraio.
Sul podio dell'Orchestra del Teatro Bellini il maestro Paolo Paroni, applaudito nei maggiori teatri del mondo e dal 2014 Direttore Ospite Principale del New Yotk City Ballet. L'allestimento si avvale delle scene di Olena Gavdzinskaya e dei costumi di Nadya Shvets. Nei ruoli principali si alterneranno due coppie di primi ballerini: Maria Polyudova e Vladimir Statnyy,  Elena Yelizarova e Andrii Pisariev.
Interessante è ripercorrere la genesi di questo "balletto fantastico" tra i più amati e giustamente celebrati. Nei primi anni Novanta dell’Ottocento, Ivan Vsevoložskij, direttore del "Mariinskij", il Teatro Imperiale di San Pietroburgo, commissionò a Čajkovskij la composizione di un nuovo balletto dopo il successo riscosso con "La bella addormentata". Il compositore si ritrovò a collaborare con il coreografo francese Marius Petipa, primo maître de ballet del balletto imperiale, il quale gli propose come soggetto "Histoire d’un casse-noisette", ovvero l'adattamento edulcorato e meno "noir" che Alexandre Dumas padre aveva tratto dal racconto "Schiaccianoci e il Re dei Topi" ("Nussknacker und Mausekönig") del tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffmann. Nel libretto, scritto dallo stesso Petipa insieme a Vsevoložskij, la storia fu semplificata notevolmente rispetto all’originale, per essere il più adatta possibile alla narrazione con musica e balletto in due atti. La composizione andò relativamente spedita, anche se ci furono interruzioni per alcuni viaggi di Čajkovskij e per incomprensioni sorte con Petipa, che voleva esercitare molto controllo sulla realizzazione del balletto.
Il 18 dicembre del 1892 "Lo Schiaccianoci" ebbe la sua prima al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. L’orchestra era diretta da Riccardo Drigo, compositore e direttore originario di Padova che trascorse buona parte della propria vita a San Pietroburgo. Durante la fase di preparazione delle coreografie Petipa si era però ammalato. Perciò, da tempo, si discute se al momento del debutto le danze fossero state coreografate in tutto o in gran parte da lui, o piuttosto dal suo assistente russo Lev Ivanov, altro grande coreografo con il quale avrebbe aveva già realizzato “Il lago dei cigni".
Dopo un esordio non proprio felice, "Lo Schiaccianoci" ha conosciuto una vera e propria marcia trionfale, con innumerevoli versioni che hanno reso familiare nel mondo la delicata storia iniziatica di una bimba che diventa donna. È l’indimenticabile notte di Natale di Maria (Clara per i russi), che in sogno vede trasformarsi in un bellissimo e valoroso Principe il dono ricevuto dal padrino Drosselmeir. Il regalo è un buffo giocattolo: un omino di legno in divisa militare, con la bocca aperta e un meccanismo che la chiude di colpo per rompere le noci: un pezzo da "tavola" ottimo per accendere l'immaginazione dei bambini.

Da Petipa a Balanchine a Nureyev, le diverse interpretazioni hanno calcato la mano ora sull'aspetto onirico ora su quello psicanalitico o puramente magico, se non diabolico, recuperando le cupe atmosfere del "racconto" di Hoffmann, il creatore di Coppelius, e rendendo più paurosa la battaglia contro il Re dei topi e il suo esercito. Altre edizioni hanno puntato sulla variegata gamma delle danze, da quelle di carattere al trascinante Valzer dei fiori, fino al suono della rarefatta celesta che guida le movenze della Fata Confetto.

Allo spirito iniziale di fiaba lieve, che caratterizza le prime versioni di Petipa-Ivanov-Gorskij, torna - come si è anticipato – l’edizione proposta dall’ucraino Balletto dell’Opera Nazionale di Odessa, che ha la sua sede presso il prestigioso Teatro dell’Opera sul cui palcoscenico si sono esibite le massime dive del balletto russo, da Anna Pavlova a Galina Ulanova e Maya Plisetskaya. Per quasi tutto il Novecento, e dunque prima dell'indipendenza dell'Ucraina, la compagnia era riconosciuta come una delle più prestigiose istituzioni di balletto classico di tutta la Russia e vanta a tutt'oggi un ricchissimo repertorio che ha l’onore e l’onere di custodire, in particolare, la preziosa eredità dei grandi balletti russi, senza peraltro trascurare le altre importanti scuole europee.
La compagnia ha dunque sempre avuto in repertorio i capolavori classici, dalla "Sylphide" di Bournonville a "Giselle", da "Don Chisciotte" e "La Bayadère" musicati da Minkus alla triade ciaikoskiana "La bella addormentata", "Lo Schiaccianoci" e "Il lago dei cigni", per giungere ai titoli novecenteschi coreografati sulle partiture di Prokof’ev, Stravinskij, Falla e Šcedrin. Il corpo di ballo è costituito dai migliori elementi laureati nelle prestigiose scuole coreografiche ucraine e russe. Nel corso degli anni, anche grazie alle numerose tournée in tutto il mondo, il Balletto dell’Opera Nazionale di Odessa ha conquistato una reputazione internazionale di primo piano, che accresce l’attesa per la performance etnea.

LO SCHIACCIANOCI

Balletto fantastico in due atti
dai racconti
"Nussknacker und Mausekönig" di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann
e "Histoire d’un casse-noisette" di Alexandre Dumas padre

Musica di Pëtr Il'ič Čajkovskij
Libretto da Marius Petipa, Ivan A. Vsevolozskij
Coreografia da Marius Petipa, Lev Ivanov, Alexander Gorskij

Corpo di ballo e Solisti del Balletto dell’Opera Nazionale di Odessa
Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania
Direttore d'orchestra Boris Bloch
Scene Olena Gavdzinskaya      Costumi Nadya Shvets


Calendario delle rappresentazioni
Venerdì 17 Febbraio ore 20.30 (Turno A)
Sabato 18 Febbraio ore 17.30 (Turno C)
Domenica 19 Febbraio ore 17.30 (Turno D)
Martedì 21 Febbraio ore 17.30 (Turno R)
Mercoledì 22 Febbraio ore 16.30 (Turno S1)
Mercoledì 22 Febbraio ore 21.00 (Turno B)
Giovedì 23 Febbraio ore 17.30 (Turno S2)

Vela, nasce il 1° Trofeo Artiglio: la XLIII Coppa Carnevale e il XXX Trofeo Mariperman insieme per una grande manifestazione

$
0
0
Viareggio. Manca poco più di un mese all’apertura ufficiale della stagione agonistica della Vela d’Altura del Club Nautico Versilia: nel fine settimana del 18 e 19 marzo, infatti, in collaborazione con la Lega Navale Italiana di Viareggio, il sodalizio presieduto da Roberto Brunetti organizzerà la Coppa Carnevale e Città di Viareggio giunta alla sua quarantatreesima edizione. In accordo con la Federazione Italiana Vela e l’Unione Vela Altura Italiana, le imbarcazioni ORC Standard, ORC Club e Minialtura saranno grandi protagoniste di quattro coinvolgenti regate nello specchio acqueo antistante il porto viareggino.

Il programma di questa classica manifestazione prevede, sabato 18, dopo il briefing per gli equipaggi, le prime regate (il segnale di avviso della prima prova sarà esposto alle ore 10.55) mentre domenica la partenza della prima prova è prevista alle ore 10. Nel tardo pomeriggio di sabato verrà organizzata una spaghettata per gli equipaggi. La cerimonia conclusiva durante la quale verranno premiati i primi classificati di ciascuna Divisione e Classe e i primi di ogni Raggruppamento, si svolgerà nelle sale del Club Nautico Versilia domenica alle ore 18.
Dal 16 al 20 marzo le imbarcazioni partecipanti alla Coppa Carnevale e Città di Viareggio saranno ospitate gratuitamente all’interno del Porto di Viareggio dal CN Versilia e dalla LNI Viareggio. 
Il bando di regata è scaricabile dal sito http://www.cnv-viareggio.it/prossime-regate.php, mentre la pre-iscrizione potrà essere effettuata anche dal sito: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeMdBl-YIIUCUoIvZp8Ea-GomnZpIwow0EFPS7E0LZutPWqYg/viewform?c=0&w=1
Ma la vera novità di questa edizione 2017 è l’istituzione del 1° Trofeo Artiglio che ha consolidato l’accordo tra il Club Nautico Versilia e la Lega Navale di Viareggio -organizzatori della Coppa Carnevale- e il Comitato dei Circoli Velici del Golfo della Spezia che, insieme al Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina Militare, organizzano il Trofeo Mariperman. Dall’unione delle due regate storiche, infatti, è stato creato il 1° Trofeo Artiglio: il vincitore del Trofeo sarà decretato dalla somma dei punteggi delle classifiche della XLIII Coppa Carnevale e Città di Viareggio (18 – 19 marzo) e quelli del XXX Trofeo Mariperman (8 – 11 giugno La Spezia). Saranno premiati i primi classificati ORC, ORC Gran Crociera a classifiche riunite e barche d'epoca storiche. La classifica finale sarà calcolata con il punteggio minimo: in caso di parità varrà il miglior punteggio della manifestazione con più prove e a parità di numero di prove prevale il punteggio nell’ultima manifestazione. 
“Sono molto soddisfatto di questa nuova collaborazione: un’ottima opportunità che, sono certo, darà maggior impulso ai due eventi- ha commentato il Direttore Sportivo del CNV Danilo Morelli “Questa edizione della Coppa Carnevale e Città di Viareggio sarà inoltre la prima occasione per testare il lavoro e l’impegno che il CNV e la II Zona Fiv stanno rivolgendo alla cultura del mare e alla sicurezza, intensificando sia in acqua che a terra i controlli e i supporti ai regatanti.” Appuntamento, quindi, sabato 18 e domenica 19 marzo con la 43° Coppa Carnevale e Città di Viareggio, prima tappa del Trofeo Artiglio 2017.

Teatro dell’Orologio, dal 28 febbraio al 5 marzo "A PORTE CHIUSE - QUANDO IL TEATRO RESPIRA A RITMO DI TANGO..."

$
0
0
La Compagnia InControVerso, nata da una fusione tra cultura teatrale italiana ed armena, porta sul palco del Teatro dell’Orologio (Sala Moretti) dal 28 febbraio al 5 marzo 2017, lo spettacolo A PORTE CHIUSE - QUANDO IL TEATRO RESPIRA A RITMO DI TANGO... dal testo di Jean Paul Sartre, un dramma - coreografia, nuovo genere di prosa e danza, che farà rivivere sul palco l'inferno attraverso il tango.

Protagonisti Sargis Galstyan, che è anche autore delle coreografie, Marine Galstyan, che firma anche la regia, Claudia Mancinelli, Lorenzo Girolami, Luca Basile, Enrica Pintore, Federica Biondo.

“L'inferno sono gli altri”
Due donne e un uomo, Ines, Estelle e Garcin vengono spediti all’inferno: una stanza con una sola porta, chiusa, e all’interno tre sedie. Qui i personaggi s'incontrano e scontrano per la prima volta. Hanno storie diverse ma in comune la ragione per cui sono lì a condividere quel vuoto. Immaginavano l'inferno come un luogo di torture fisiche e in assenza di queste si credono per un attimo salvi. Ma la sofferenza non si fa attendere e presto si accorgono di quanto sia feroce l’espiazione. Inizia una lenta e crudele presa di coscienza della propria colpa e il dramma personale di ciascuno viene allo scoperto. Ecco il vero inferno! E' tutto nella loro mente, è un dolore eterno che si consuma nella loro psiche. 

Garcin: “Sono morto troppo presto, non mi è stato concesso il tempo per compiere i miei atti” 
Ines: “Non sono cattiva, solo che ho bisogno della sofferenza degli altri per esistere” 
Estelle: “Mi sento strana, quando non mi vedo, mi chiedo se esisto veramente”

Una rappresentazione del tutto originale che si fonde con il tango, sulle musiche di Astor Piazzolla, René Aubry, Gothan Project e Mariano Mores e restituisce all'opera dinamiche e ritmi accattivanti. Un canale espressivo più diretto per trasmettere l’angoscia e la disperazione dei personaggi, specie quando il dolore li rende muti. In assenza di parole il corpo si ribella e libera il suo linguaggio. Nasce una nuova ricerca teatrale che unisce diverse arti e le sintetizza in un unico stile espressivo. 
La regia ha integrato il testo con numerose scene di danza, in cui il tango, nell’interpretazione più personale che tecnica della regista assume un ruolo dominante sia nella scelta della musica, sia nella qualità dei movimenti. La danza restituisce all’opera una dinamica, un ritmo ed un fascino accattivanti. Da questo esperimento nasce una nuova ricerca teatrale che unisce discipline diverse e le sintetizza in un nuovo stile espressivo: non si tratta né di sola prosa, né di un musical, né di uno spettacolo di danza. E' un dramma- coreografia che contiene in sé elementi di ognuna di queste forme artistiche.


NOTE DI REGIA
“La realtà busserà alla tua porta - come dice Sartre - tutti siamo liberi di poter scegliere, e compiendo le nostre scelte, scegliamo noi stessi, solo le azioni decidono chi siamo’. 
A porte chiuse è quella realtà che si trova al di là della tua porta, prima o poi l'apriremo tutti e scopriremo la nostra vera e più profonda anima, quell'anima che per tutta la vita cerchiamo di celare. L'arte ha una missione: emozionare, colpire la sensibilità del pubblico, stupirlo e in un tempo relativamente breve, lasciare un segno indelebile nell'animo di ognuno”.

Il tema dell'opera è profondo, interessante, intrigante, ma soprattutto attuale e racchiude l’anima di tutti i tempi, passato, presente e futuro. Siamo all’inferno, osservatorio privilegiato della paura umana, dove si espiano le proprie colpe. L’uomo teme la tortura fisica e reagisce in base al suo istinto primordiale.
La paura di dover scontare le nostre colpe per mezzo di una sofferenza senza fine appartiene ad ognuno di noi e ci tormenta già durante il corso della vita. Perché il tango? Le dinamiche che s'instaurano tra i personaggi richiamano l’espressività intrigante e passionale del tango.
Marine Galstyan

TEATRO DELL’OROLOGIO – Sala Moretti
Stagione teatrale 2016 | 2017

28 Febbraio | 5 Marzo 2017
Compagnia InControVerso presenta
A PORTE CHIUSE
QUANDO IL TEATRO RESPIRA A RITMO DI TANGO...
dal testo di Jean Paul Sartre
regia Marine Galstyan 
coreografie Sargis Galstyan
con 
Sargis Galstyan (Garcin)
Claudia Mancinelli (Estelle)
Marine Galstyan (Ines)
Lorenzo Girolami (Il Cameriere)
Luca Basile (Rojen)
Enrica Pintore (Olga)
Federica Biondo (Moglie di Garcin)

Scene Associazione Teatrale Pistoiese
Costumi NairaAbgaryan
Luci Alberto Virdis
Audio Domenico Vitale 
Make up Gohar Sargsyan

durata_ 95 minuti

Un ringraziamento speciale va agli sponsor che hanno sostenuto lo spettacolo: Ristorante da Francesco (Piazza del Fico 29), Sack Food (Via di Parione 30), I Pizzicaroli (Via della Fossa 9 – Piazza Navona), 179 Profumeria (Corso Vittorio Emanuele II 177)
Trailer dello spettacolo

MUSEI CAPITOLINI, sabato 18 febbraio Teatro dell'OPERA in scena - biglietto 1 euro

$
0
0
Sabato 18 febbraio una nuova apertura serale straordinaria animerà i Musei Capitolini con l’esibizione dei giovani artisti di "Fabbrica" Young Artist Program, progetto di avviamento professionale del Teatro dell'Opera di Roma.

Il pubblico potrà accedere alle sale dei Musei Capitolini dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso ore 23), visitarne mostre e collezioni permanenti e partecipare alle attività con il biglietto simbolico di un euro. In programma anche un test sensoriale con i salumi tradizionali dei Castelli Romani realizzato in collaborazione con Agro Camera (dalle ore 20 fino ad esaurimento disponibilità).
Fino a domenica 26 marzo, continuano anche gli appuntamenti di animazione del week-end nei piccoli musei a ingresso gratuito negli orari di apertura ordinaria.
Sabato 18 febbraio alle ore 11.30 il Museo delle Mura ospiterà il concerto “Mozart e i francesi” di Roma Tre Orchestra, mentre domenica 19 febbraio alle 11.30  sono in programma i concerti “Dimitri Shostakovich: continuità nella musica, responsabilità nella tirannide” con una introduzione di Valerio Vicari al Museo Carlo Bilotti e “A tutto Bach” con MuSa Classica (Sapienza Università di Roma) ​ al Museo Barracco.

Le iniziative sono promosse da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. La programmazione è frutto della collaborazione con importanti istituzioni culturali cittadine, quali Fondazione Musica per Roma, Teatro di Roma, Fondazione Teatro dell’Opera, Casa del Jazz, Accademia di Santa Cecilia, Università Roma Tre, Sapienza Università di Roma e con Agro Camera, azienda speciale della Camera di Commercio di Roma per alcuni percorsi dedicati alla cultura enogastronomica.


MUSEI CAPITOLINI

Un appuntamento di grande suggestione in cui l’arte incontra la musica lirica grazie alla collaborazione di "Fabbrica" Young Artist Program, progetto di avviamento professionale per giovani artisti del Teatro dell'Opera di Roma. Si esibiranno: Valentina Varriale (soprano), Erika Beretti (soprano), Roberta Mantegna (soprano), Reut Ventorero (mezzosoprano), Sara Rocchi (mezzosoprano), Aleandro Mariani (tenore) e Timofei Baranov (baritono) Niccolò Donini (basso) accompagnati al pianoforte da Alessandro Stefanelli. 

 PROGRAMMA MUSICALE

ore 20.15 e 21.45 e chiusura alle ore 23.15
Esedra di Marco Aurelio
Così fan tutte, terzetto “Soave sia il vento”
Maria Stuarda: finale atto I
BIS di chiusura alle ORE 23.15
Maria Stuarda: Finale atto II

ore 20.45 e 22.15
Sala Pietro da Cortona
Da Maria Stuarda aria di Maria Stuarda “O nube che lieve”
Così fan tutte, aria di Dorabella “Smanie implacabili”
Così fan tutte, aria di Fiordiligi “Come scoglio”

ore 21.15 e 22.45
Salone di Palazzo Nuovo
Così fan tutte: aria di Despina “in uomini in soldati”
Maria Stuarda, aria di Elisabetta “Ah! Quando all’ara scorgemi” (con interventi di Cecil e Talbot)

LA COLLEZIONE MUSEALE E LE MOSTRE IN CORSO
Le aperture straordinarie serali dei Musei Capitolini sono un’occasione unica per passeggiare nelle splendide sale del museo pubblico più antico del mondo, ammirando capolavori come la Lupa Capitolina, lo Spinario, la statua equestre di Marco Aurelio, i quadri della Pinacoteca di Guercino e Caravaggio o la Venere Capitolina e il Galata morente e per visitare le mostre in corso: Leonardo e il Volo. Il manoscritto originale del Codice e un’esperienza multimediale e 3D che porta per la prima volta a Roma il manoscritto in cui è raccolta la summa delle intuizioni elaborate da Leonardo sul volo e, al piano terra di Palazzo dei Conservatori, L’Annunciazione del grande artista cretese El Greco.

DEGUSTAZIONI
In programma dalle ore 20  fino ad esaurimento disponibilità un test sensoriale con i salumi tradizionali dei Castelli Romani realizzato in collaborazione con Agro Camera (max 150 persone).

Gli eventi proseguiranno ogni sabato fino al 25 marzo con una serie di appuntamenti realizzati in collaborazione con: Accademia Nazionale Santa Cecilia (25 febbraio e 11 marzo), Teatro di Roma (4 e 18 marzo) e Fondazione Musica per Roma (25 marzo).


PICCOLI MUSEI AD INGRESSO GRATUITO

MUSEO DELLE MURA
sabato 18 febbraio ore 11.30
“Mozart e i Francesi”
Roma Tre Orchestra

W. A. Mozart: Divertimento n.8 in fa maggiore K 213
W. A. Mozart: Ouverture dall’opera “Le nozze di Figaro”
M. Ravel: Pavane pour une infante defunte
G. Bizet: Suite dall’opera “Carmen”

Bianca Maria Fiorito, flauto
Ambra Guccione, oboe,
Alice Cortegiani, clarinetto,
Paolo Lamagna, fagotto
Stefano Berluti, corno

Wolfgang Amadeus Mozart è stato tante cose. Un po’ tutte le cose. Esiste, tra gli altri, un Mozart vivace, scherzoso, sbarazzino: è il Mozart dell’infanzia, della prima gioventù, del tempo dei viaggi in Italia, ma anche il Mozart della trilogia Da Ponte, che in molti momenti sa conservare lo stesso sorriso. Questa serenità di scrittura ben si accosta a Ravel, maestro di impressioni e suggestioni armoniche, ma anche autore di bellissime e distese melodie, come quella che apre la celebre “Pavane pour une infante defunte”. Chiude il programma una fantasia su “Carmen”, sorta di Don Giovanni al femminile di fine Ottocento, personaggio che, come il modello mozartiano, preferisce la morte piuttosto che la rinuncia al proprio stile di vita.


MUSEO DI SCULTURA ANTICA GIOVANNI BARRACCO
domenica 19 febbraio ore 11.30
“A tutto Bach”
MuSa Classica (Sapienza Università di Roma) ​

J.S.Bach: Partita in sol minore per oboe solo BWV 1013 
Flautista: Alessandro Avallone

J.S.Bach: Preludio, Allemanda e Gavotta dalla suite numero 6 in re maggiore per violoncello solo BWV 1012
Violoncellista: Simone Chiominto

J.S.Bach: Ciaccona, dalla partita numero 2 in re minore per violino solo BWV 1004
Violinista: Daniele Gorla


MUSEO CARLO BILOTTI ARANCIERA VILLA BORGHESE
domenica 19 febbraio ore 11.30
“Dimitri Shostakovich: continuità nella musica, responsabilità nella tirannide”
Roma Tre Orchestra
 La vita e l'opera di uno dei più straordinari autori del Novecento analizzata da Piero Rattalino, nella narrazione di Valerio Vicari.

D. Shostakovich: Quartetto n. 8 in do minore op. 110

Quartetto Henao
William Chiquito, violino
Kim Soyeon, violino
Stefano Trevisan, viola
Giacomo Menna, violoncello
Valerio Vicari, voce narrante

Dimitri Shostakovich nasce suddito dello zar in una famiglia di intellettuali di sinistra. Si forma come musicista negli anni che seguono la Rivoluzione d’Ottobre e che vedono scoppiare la guerra civile. Si afferma come compositore durante una battaglia ideologica fra sostenitori di opposte visioni di quello che si doveva fare per creare la nuova musica sovietica. Accusato di deviazionismo sulla Pravda, viene poi riabilitato e, durante la guerra, diventa il portavoce musicale della nazione in armi. Viene nuovamente accusato, insieme con molti colleghi e nuovamente riabilitato. Viene poi insignito delle più alte onorificenze di stato. Si iscrive solo a 44 anni al Partito Comunista e si inserisce come elemento di spicco nella ufficialità di regime. Muore a 69 anni dopo una lunga malattia e viene esaltato in morte come il più perfetto rappresentante nella musica dell'homo novus sovietico. Difficile trovare una vita più turbinosa di questa, ancor più arduo interpretarla.

Gli eventi di animazione nei piccoli musei a ingresso gratuito proseguiranno fino a domenica 26 marzo con un calendario di concerti realizzati in collaborazione con RomaTre Orchestra e MuSa Classica ed EtnoMuSa (Sapienza Università di Roma).

L’ARA COM’ERA

Altra occasione da non perdere è la promozione speciale per “L’Ara com’era”, in programma al Museo dell’Ara Pacis ogni venerdì e sabato dalle 19.30 alle 24, dove si potrà acquistare un biglietto d’ingresso ridotto presentando il biglietto d’ingresso vidimato degli eventi di animazione del weekend nei Musei in Comune (la promozione è valida per il weekend in corso o il successivo salvo disponibilità). “L’Ara com’era” è il primo intervento sistematico di valorizzazione in realtà aumentata e virtuale di uno dei più importanti capolavori dell’arte romana, divenuto ancora più immersivo e coinvolgente. Grazie a due nuovi punti d’interesse in Realtà Virtuale che combinano riprese cinematografiche dal vivo, ricostruzioni in 3D e computer grafica, è possibile immergersi nell'antico Campo Marzio settentrionale e assistere alla prima ricostruzione in realtà virtuale di un sacrificio romano.

Santo Stefano di Sessanio (L'Aquila): affidati i lavori per il recupero dell'antica Torre Medicea

$
0
0
Dalla sua sommità lo sguardo si apre sulle valli del Tirino e dell’Aterno e si spinge sino alla catena del Sirente e della Maiella: la possente Torre di Santo Stefano di Sessanio, eretta sul punto più alto del paese, era la rappresentazione e il simbolo del borgo, il suo più antico elemento architettonico.
Quasi totalmente crollata con il sisma del 2009, la torre - attualmente ricostruita nella sagoma con una struttura metallica - tornerà presto a dominare il panorama, grazie alla sinergia tra il Comune di Santo Stefano, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere e il Segretariato Regionale MiBACT per l’Abruzzo. L’Ufficio speciale ha reperito i fondi necessari all’intervento (€1.505.000,00), il Segretariato Regionale ha espletato la gara d’appalto, ed i lavori, affidati all’Impresa Fracassa di Teramo, saranno gestiti direttamente dal Comune: un impegno fattivo e concreto di diverse istituzioni, che garantisce l’avvio di un restauro lungamente atteso, per uno dei monumenti identitari più noti d’Abruzzo.

«La Torre medicea di Santo Stefano di Sessanio – dichiara Paolo Esposito – rappresenta indubbiamente uno dei simboli più connotativi del territorio e la sua ricostruzione, che a breve avrà inizio, costituisce uno stimolo ulteriore per accelerare il processo di recupero degli immobili privati e pubblici. Nei mesi trascorsi, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dei Comuni del Cratere, tramite i propri funzionari Ing. Francesco Mattucci e Ing. Emanuela Ferrini, ha fornito il proprio supporto ed una assistenza tecnica qualificata all’amministrazione comunale per promuovere la qualità della ricostruzione compatibilmente con la finalità dei fondi stanziati e resi disponibili con la delibera CIPE 135/2012».

«L’intervento previsto per la Torre Medicea – secondo il Segretario Regionale Stefano Gizzi - assume una valenza particolare, sia da un punto di vista simbolico, sia operativo. Pur se è vero che l’attuale soluzione, quella di una riproposizione “evocatva” dello sky-line della torre attraverso una reintegrazione “a fil di ferro” (sull’esempio di analoghe scelte: si pensi a quella del Tempio di Apollo a Veio risarcito nelle parti mancanti con una sagoma di tubolari metallici) appare di sicuro interesse, una ricostruzione “materica” con i medesimi materiali lapidei (per fortuna conservati in gran parte) e con la medesima tessitura muraria ha il vantaggio di una restitutio ad integrum, ove anche i connotati materiali, oltre che formali, riassumono una loro piena pregnanza. Peraltro, l’esempio in questione è indice di una collaborazione fattiva tra Enti locali e Ministero per i beni e le attività culturali che speriamo segni solo l’inizio di una sempre maggiore azione comune per la salvaguardia del patrimonio culturale».

Grande soddisfazione traspare dalle parole del Sindaco Fabio Santavicca:  «A quasi otto anni dal terremoto, siamo riusciti a raggiungere il traguardo per l’avvio dei lavori di ricostruzione della Torre medicea, uno dei monumenti simbolo insieme al castello della Rocca Calascio, di un territorio ricco di storia e cultura, unico per i suoi scenari e paesaggi mozzafiato. Un ringraziamento particolare è rivolto a tutte le istituzioni che hanno collaborato in sinergia con le diverse amministrazioni comunali, che dall’immediato post sisma si sono operate affinché la Torre di avvistamento potesse tornare a splendere e a dominare il borgo. Un plauso va fatto a tutti i professionisti che hanno lavorato alacremente, messo a disposizione le proprie conoscenze e competenze con l’intento di trovare il giusto risultato tra sicurezza e corretto adeguamento sismico da un lato, e il restauro e risanamento conservativo dall’altro. Infine, è questo l’inizio di un percorso che, in un tempo relativamente breve, permetterà al borgo di Santo Stefano di Sessanio di riappropriarsi del suo elemento più significativo che, cosi come accadeva in passato, tornerà ad affascinare con la sua imponenza e maestosità gli sguardi di coloro che a esso si rivolgeranno». 

I lavori, che avranno inizio nel prossimo mese di aprile, restituiranno quindi alla singolare bellezza di Santo Stefano una delle testimonianze più evidenti del suo importante passato, e la Torre con i suoi 18 metri si staglierà nuovamente su uno degli scorci naturalistici più suggestivi dell’Appenino, non solo abruzzese. 

Il rapper MadMan firma la canzone ispirata a For Honor: "I videogame sono la mia passione"

$
0
0
È considerato un astro nascente del rap italiano, amato in rete conquasi 350 mila fan su Facebook, e Instagram, più di 4 milioni di visualizzazioni con il suo ultimo singolo su Youtube e all’attivo unDisco D’oro per l’album Kepler del 2014. Si chiama MadMan ed è tra i nomi più acclamati del rap italiano: con il suo stile fuori dalle righe, veloce e pungente, MadMan è riuscitoa conquistare milioni di giovani. Ma oltre ad essere un giovane artista di successo, è anche un grande appassionato di videogames.

È per questa ragione che Ubisoft, il colosso mondiale dell’intrattenimento, lo ha scelto per creare un pezzo musicale ispirato a “For Honor”, il nuovo gioco dedicato alle epiche battaglie tra cavalieri, samurai e vichinghi.
MadMan è un rapper italiano molto seguito e apprezzato dai giovani - afferma Alberto Coco, il Direttore Marketing di For Honor. Il suo stile, pungente e agguerrito, come un vero combattente, è quanto di più simile a For Honor in ambito musicale. Conosciamo la sua passione per i videogame e l’intesa tra noi è stata immediata. Quando abbiamo chiesto a MadMan di creare una canzone per For Honor si è subito dimostrato molto entusiasta e il risultato ottenuto è una canzone e un videoclip emozionantie avvincenti. Siamo davvero orgogliosi del risultato”.
I videogame sono la mia passione- afferma MadMan - e per questa ragione non ho esitato ad accettarela proposta di Ubisoft di realizzare una canzone ispirata a For Honor, che è un titolo che ho avuto modo di conoscere e che mi ha subito rapito.Essere stato scelto da Ubisoft come volto per questo titolo è stata una sorpresa ed anche una sfida.Aver dedicato un pezzo a For Honor è stato un vero piacere.

Non mi basta una razione neanche la nazione, voglio tutta questa torta per la mia fazione… Se vuoi andare in paradiso muori in questo inferno o ti uccido o vengo ucciso no non resto fermo. Si vis pacem para bellum, le valchirie in coro, noi contro di loro, For Honor!”

La canzone di MadMan, intitolata For Honor ed ascoltabile su Youtube https://www.youtube.com/watch?v=wzz5ebWL_FY, è un graffiante urlo di rivincita; una prova di forza di chi si è fatto strada combattendo con onore e determinazione. Il testo scritto dal rapper è ispirato ai valori di “For Honor”in cui i protagonisti scendono in campo per un epico scontroin cui l’unica strategia da applicare è quella che porta alla vittoria sul nemico. La canzone saràdisponibile sul profilo Youtube di MadMan e traduce in rime la volontà di vincere sugli avversari e gli ostacoli incontrati lungo il percorso della propria realizzazione personale.Ad accompagnare la canzone c’è un videoclip dai toni epici e crudi in cui il testo scritto da MadMan vive nelle immagini tratte dal gioco. Combattimenti, armature e scontri che sono la metafora della vita secondo il pensiero del ventottenne rapper pugliese, in cui l’onore è un principio da seguirecome primo comandamento. Una sovrapposizione tra reale e virtuale, un incipit avvincente ed un crescendo ritmato, creano un potente gioco di immagini e suoni in cui a fare da assoluto protagonista è For Honor.

Frutto di un progetto internazionale sviluppato dagli Studios Ubisoft Montreal in collaborazione con gli studi di Ubisoft Québec, Ubisoft Toronto e Blue Byte, “For Honor” ricrea un’ambientazione fantastica, dove leggendari guerrieri di epoche diverse di tre diverse fazioni si ritrovano in una terra senza padroni fronteggiandosi senza tregua per i capricci di una temibile signora della guerra chiamata Apollyon.I cavalieri della Legione di Ferro, il clan Vichingo dei Sanguinari e i Samurai dell’Impero dell’Alba combattono fino alla morte in una serie di campi di battaglia intensi e realistici. L’innovativo sistema di combattimento di For Honor garantisce un controllo totale dei propri guerrieri, consentendo ai giocatori di utilizzare le abilità e gli stili di combattimento di ogni eroe per eliminare tutti i nemici che li ostacoleranno. I giocatori potranno svelare il mondo duro e spietato di For Honor, affrontando l’emozionante storia della campagna in modalità single player o cooperativa online. A rendere speciale For Honor è soprattutto la ricreazione realistica dello stile di combattimento con le armi bianchee delle diverse movenze schermistiche, uniche nel loro genere.


Spazio Diamante, dal 24 al 26 febbraio "Per un istante" di Gian Piero Rotoli, regia di Averone-Liverani

$
0
0
Torna, dopo lo strepitoso successo al Teatro Argot, il testo di Gian Piero Rotoli: Per un istante. Sul palco dello Spazio Diamante dal 24 al 26 febbraio, Michele Cesari, Marco Palange, Gian Piero Rotoli, diretti da Alessandro Averone e Emanuela Liverani tornano a raccontare la storia dei tre coinquilini alle prese con un sentimento difficile da comprendere, sfuggente ed effettivamente impossibile da definire. Aspettative, proiezioni, ideali, paure, incompletezza, romanticismo sono dei meri impostori che si nascondono dietro una maschera che ha il nome dell'amore.

Luca, Stefano, Marco. Ognuno è consapevole della situazione in cui riversa l'altro ma loro, singolarmente, annaspano per una verità che non riescono mai ad ottenere ma si accontentano di alcuni spiragli di luce che finalmente, in qualche modo, ripristinano l'ordine…seppur momentaneamente.

Stefano è un critico cinematografico cinico e autosufficiente - non chiede mai nulla a nessuno, neanche di essere amato, semplicemente perché non è ha bisogno. Il suo equilibrio esistenziale è perfetto, attacca gli altri con le sue critiche feroci mentre rimane comodo nella sua posizione. Non è altro che un cecchino asserragliato in una torre alta e fortificata, inespugnabile; quella torre non è grigia ma colorata, sempre esposta a un tiepido sole…lui ci sta proprio bene. Riceve molti attacchi, ma li resiste tutti fino a quando incontra Claudia, una cantante/attrice stroncata dallo stesso Stefano in una ferocissima critica, di cui si innamora perdutamente quando la incontra per intervistarla. Claudia riesce a penetrare in quella torre, ma quando legge la stroncatura di quell'uomo, che forse poteva ritenere interessante, si batte in ritirata lasciando la torre di Stefano in fiamme. Da quel momento Stefano dovrà rimettere tutto in discussione, affrontare il sentimento che stranamente prova, cercarlo di comprenderlo, cambiare…lui vuole Claudia.

Anche Luca, consulente finanziario maniaco dell'ordine, pensa sempre a se stesso ma a differenza di Stefano, lui ci soffre particolarmente perché all'amore non ci ha rinunciato. A lui non non essere amato non sta proprio bene. Luca inizia relazioni amorose lunghe, dove chiede alla sua compagna tutto l'amore che la povera malcapitata gli può dare. La prosciuga per saziare la sua voglia di essere amato ma lui, ad amare realmente, non ci pensa proprio; troppo complicato, troppo difficile, troppo rischioso. Lui lo sa com'è l'amore, ti usa, ti fa sentire inadeguato, ti chiede di cambiare e alla fine finisci per perderti e per non riconoscerti più allo specchio. No, meglio farsi amare, pensare prima a se stessi e poi regalare ogni tanto qualche attenzione. Del resto è sempre stato abituato così, è esattamente il modo in cui suo padre gli ha sempre mostrato il suo amore.

Pierfilippo, spirito da crocerossina, non a caso ha scelto di fare il fisioterapista nella vita, è in una lunga relazione: ben otto anni. È innamorato, ma negli ultimi tempi si è accorto che qualcosa non va. Abituato ad assistere la madre fin da piccolo - depressa e alcolizzata cronica - a interiorizzare un senso di colpa non suo, al punto di accettare la sua storia d'amore fatta di routine, dove si è più amici che amanti, Pier capisce che c'è qualcosa che non va nella sua vita ma non sa esattamente cosa. Incomincia a frullargli nella testa che Sara, la sua ragazza, in realtà non lo ami più ed è determinato a un confronto che la ragazza riesce abilmente ad eludere. Ma Pierfilippo è determinato a capire, sente che lei non lo ama, lo sa…tutto dentro di sé glielo comunica ed è così che decide di fare qualcosa alla quale Sara non potrà che dire di "No", dove finalmente Pier potrà avere un confronto vero e sincero con la sua ragazza; peccato che Sara, contro ogni aspettativa, risponderà di "Sì"…

Tre storie, tre situazioni diverse di vedere e affrontare l'amore, tutte concentrate su questi tre coinquilini, uniti loro stessi da un sentimento di amicizia e di amore che li porta a convivere e a rispettare i limiti dell'altro, dove la figura femminile è completamente assente, ma presente se non nei racconti dei protagonisti. Qualcosa c'è…eppure è assente allo stesso tempo. La difficoltà di visualizzare, capire, definire un qualcosa che molto spesso si nasconde dietro a ciò che chiamiamo amore, ma che sovente non ha nulla a che vedere con quel sentimento…forse. 


PER UN ISTANTE
di Gian Piero Rotoli
con Michele Cesari, Marco Palange, Gian Piero Rotoli
regia Alessandro Averone e Emanuela Liverani
voce narrante Georgia Lepore
costumi annalisa milanese
scene michele baronio
foto di scena manuela giusto
web assistant martina mecacci
all'interno un brano degli Stag "State of grace" scritto da Giampiero Rotoli e Marco Guazzone


Spazio Diamante
via Prenestina 230b
dal 24 al 26 febbraio 2017
ore 21.00 domenica ore 18.00
Biglietto: 14€ + 2€ prevendita
Ridtto 10€ + 1.50€ prevendita
Per prenotazioni: sycamoretcompany@gmail.com
tel: 0627858101


Valmontone, il make-up artist Simone Belli incontra gli allievi della scuola "Madre Teresa di Calcutta"

$
0
0
Ieri 16 febbraio 2017 alle ore 11:30 Simone Belli (intervista di Fattitaliani), make-up artist di successo, ha incontrato gli allievi della terza media dell'I.C. “Madre Teresa di Calcutta”, istituto che egli stesso ha frequentato a Valmontone in provincia di Roma.

Simone è ex allievo della scuola, e il racconto della sua vicenda di successo è stato d'esempio per i ragazzi per stimolarli ad impegnarsi sempre più. La sua presenza è stata una valida e concreta testimonianza di come l’impegno, sia negli studi che nella vita, può produrre risultati altamente positivi per la realizzazione delle aspirazioni a cui ognuno può e deve tendere.
‘Tornare indietro di trenta anni è stata l’emozione più forte che mi si potesse regalare. Camminare negli stessi corridoi che percorrevo quando ancora non sapevo cosa avrei fatto da grande, sedermi nell’aula dei tempi passati e rivedermi nelle curiose espressioni e sguardi dei  ragazzi all’inizio del loro percorso di vita non ha parole per essere raccontato’ racconta Simone Belli, e prosegue ‘In questi anni la vita mi ha regalato grandi soddisfazioni ma tornare nella mia scuola mi ha restituito una "genuinità" e concretezza che a volte dimentichiamo. Io ricomincio da qui!!!

NAGUAL, esce oggi “TAT TVAM ASI” il 1° album DELLA ROCK BAND PIACENTINA

$
0
0
Tat Tvam Asi”è il titolo dell’album d’esordio della band piacentina, registrato, mixato e masterizzato presso Elfo Studio di Tavernago (PC), e autoprodotto da Nagual insieme ad Alberto Callegari (Elfo Studio), Etichetta discografica OrzoRock Music. Tat Tvam Asi,è un mantra in sanscrito che si traduce in “Tu sei quello”o anche “Tu sei esattamente come sei”. Il significato di questo mantra è che il - nel suo puro stato originario e primordiale - è interamente o parzialmente identificabile con la “Realtà Ultima”che è il terreno e l'origine di tutti i fenomeni. Una definizione affascinante ma che implica l’essere allo stesso tempo diverso ed uguale a tutti gli altri, al di là di qualsiasi credo o convinzione.

Un Nagual, secondo la mitologia azteca, era uno spirito totemico ed ogni dio ed ogni essere umano ne aveva uno. Nagualè anche un termine usato nei libri di Carlos Castaneda, per descrivere una persona che è capace di guidare gli altri verso nuove aree della percezione. Il gruppo propone brani originali e cover rock anni 70/80/90, influenze principali: Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Whitesnake (periodo 78/93), Soundgarden, Temple of the Dog, Pearl Jam ed in genere il Rock/Blues degli anni 70 ed il Grunge degli anni 90.
Ospiti del disco: Mauro Mugiati – Tastiere, Monica Sardella (Electric Swan) – Voce su “Monolithos” e “Different Rainbows…”, Alberto Callegari - Basso su “My Own Two Demons” & Magia su “Different Rainbows”.



TRACK BY TRACK


1.Different Rainbows(strumentale) - Il disco inizia con una citazione del passato. Il brano strumentale è costruito su un arpeggio di chitarra che riporta all’ultimo pezzo dell’ultimo disco inciso nel 2005 da Luca Sabia ed Alberto Callegari con Art and Illusion (“… to the Rainbow’s End” – SEASONS – Mellow Records).

2.Words For The Wind - Il brano fa parte della storia del gruppo, essendo stato uno dei primi pezzi ad essere scritti ed è stato proposto dal vivo fin dal 2009. Musica e testi originali risalgono ad una estate passata nell’isola greca di Rodi nel lontano 2007. È uno dei brani più rappresentativi dello stile di fusione tra generi musicali che contraddistingue le composizioni della band.
3.What’s Left Behind? (The Lenin Job) - Canzone nata, come altre sul disco, da una improvvisazione in sala prove quando il gruppo aveva già iniziato le sessioni di registrazione. Fa già regolarmente parte della scaletta live del gruppo, il sottotitolo puramente casuale si trascina dalla prima registrazione in sala prove ed è stato volutamente mantenuto per affezione. Il testo e la parte cantata sono arrivati successivamente.
4. Let It Go - Il primo singolo. Brano nato quasi istantaneamente da una delle tante improvvisazioni in sala prove.
5.Dark Lunacy - Brano rappresentativo e complesso. Il testo tratta a suo modo depressione e fuga. Sicuramente una delle composizioni più sofferte, anche nella sua evoluzione.

6.Defenseless- Altro brano “storico” di Nagual, fa parte dei pezzi già da tempo proposti dal vivo. L’unica ballata del disco, possibilmente la canzone più orecchiabile. Come molti altri testi è incentrato sulle relazioni interpersonali e sentimentali.

7.Burn in Flames - Brano forte… rabbia, lotta e ribellione nel testo. Uno dei riff forse più riusciti dell’album rendono il pezzo facilmente fruibile.

8.Consequences (Tat Tvam Asi) - È il pezzo centrale del disco in tutti I sensi, dà il titolo all’album ed è sicuramente il più introspettivo e sperimentale. Nasce da una progressione percussiva ma delicata di accordi con un crescendo quasi ipnotico con contaminazioni progressive rock.

9.Dreaming Soul Mate - Il primo pezzo nato durante un sound check nella nostra Val Tidone nel novembre 2008. Il testo, scritto durante un viaggio a Mauritius poco dopo fa riferimento all’arte del sogno, al potere della donna Nagual, già tanto narrate da Carlos Castaneda nei suoi scritti sul Nagual ed il Tonal (L’Isola del Tonal, Il Secondo Anello del Potere, L’Arte di Sognare).

10.Fortune - Non esattamente una cover… bensì un pezzo nato nel lontano 1997 e scritto per il gruppo piacentino Fortune del quale facevano parte Luca Sabia e Vittorio Dodi nella loro prima forma di collaborazione artistica.
11. The Silver Surfer - Dedicato ad uno dei personaggi dei fumetti Marvel preferiti di Luca (collezionista senza speranza di albi originali), il testo racconta dell’incapacità dell’alieno di rapportarsi con I “banali e semplici” sentimenti della razza umana. Il pezzo ha inusuali influenze funky ed un finale di intrecci armonici. Pur essendo uno dei brani di più recente composizione è già diventato uno dei nostri punti di forza.

12. Monolithos(Art and Illusion cover) - Monolithos è una località dell’isola greca di Rodi ed il nome delle rovine del castello che ivi si trova… arrampicato su di una roccia spettacolare a strapiombo sul mare. Il brano è stato largamente rivisitato ed allungato con una potente parte elettrica rispetto alle sue origini prettamente acustiche. Monolithos è esaltato dalla presenza di Monica Sardella (della band piacentina Electric Swan) alla voce.

13. My Own Two Demons - Influenze blues e sonorità grunge, Alberto Callegari come ospite d’onore al Basso. Il testo parla di dissociazione, schizofrenia e la convivenza con (almeno) due demoni figurativi, due realtà separate che fanno parte del nostro essere. Una lotta interiore e la possibilità/impossibilità di conviverci.

Etichetta discografica: OrzoRock Music

BIO

Rock Band proveniente dalla provincia di Piacenza attiva dal 2006 e formata da 4 elementi attivi da decenni nel panorama rock piacentino e pavese. Propone brani originali e cover rock anni 70/80/90, influenze principali: Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Whitesnake (periodo 78/93), Soundgarden, Temple of the Dog, Pearl Jam ed in genere il Rock/Blues degli anni 70 ed il Grunge degli anni ‘90.
Esordio discografico nel Febbraio 2017 con l’album “Tat Tvam Asi” ed il video “Let It Go”. Formazione: Luca Sabia (Voce e Chitarra), Vittorio Dodi (Chitarra), Giulio Armanetti (Basso) e Claudio Bianchi (Batteria).


Contatti e social

Sito Web Ufficiale: www.nagual.eu
E-Mail Ufficiale: info@nagual.eu
Sito etichetta OrzoRock Music www.orzorockmusic.it
Facebook etichetta OrzoRock Music https://www.facebook.com/orzorockmusic/?fref=ts



Se è di plastica non scopa bene

$
0
0
Leggo sul Corriere.it del caso che ha avvio nel 2012, quando a Roma l’amministrazione Alemanno era alla fine del mandato contrassegnato dalla Parentopoli che aveva puntato il dito sulle municipalizzate (più di 800 assunzioni “di favore”).
L’AMA, l’azienda che gestisce i rifiuti, bandì una gara per l’acquisto di una bella quantità di scope necessarie agli scopamenti capitolini. La gara si chiuse ai primi del 2013 con l’aggiudicazione di tutto il fabbisogno a un ditta piemontese. Nessuno partecipò alla gara per le scope di vecchio tipo, di erica, messe a base d’asta a 2,70 euro ciascuna; la ditta in questione ottenne invece l’appalto sia per le scope in plastica (14.000 pezzi a più di 14 euro l’una) che per altri attrezzi.
Dopo qualche anno di scopate gli addetti ai lavori lamentano che il cambio dall’attrezzo “naturale” a quello di plastica è stato un disastro: l’aggeggio costa sei volte di più ma dura di meno perché si ovalizza. E i sindacati si chiedono se non sarebbe stato meglio provare le nuove scope prima di fare l’investimento. Sempre secondo il Corriere.it, fra i sindacati serpeggerebbe persino il dubbio che “la base d’asta per le scope d’erica fu troppo bassa, tale da non invogliare nessuno a concorrere”. 
Io ovviamente non mi sono fatto una opinione, ma il caso, per il quale propongo il nome “Ammazza che ramazza” potrebbe forse spiegare perché Alemanno non riuscì a fare pulizia al Comune di Roma.
Aveva la ramazza di plastica.  
Carlo Barbieri
Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.

Merlin & Scrignoli, esce nuovo album "Maledetti (Area Music)" una reinvenzione originale, dissacrante, iconoclasta, di 8 classici degli Area. L'intervista

$
0
0
Enrico Merlin e Valerio Scrignoli, i due chitarristi elettrici - diversi per estrazione e orizzonti ma accomunati dalla libertà creativa e dalla voglia di esplorare ai confini tra i generi musicali - sono pronti ad uno dei lavori più ambiziosi delle rispettive carriere: Maledetti (Area Music), una rivisitazione - anzi una "reinvenzione" - originale, dissacrante, iconoclasta, di otto classici degli Area. Maledettiè prodotto da Musicamorfosi, l’attivissima associazione musicale del milanese diretta da Saul Beretta che da quasi venti anni organizza festival, produce musica e dischi senza confini fra i generi, puntando sempre verso progetti innovativi e di grande qualità culturale. La presentazione si terrà in Fondazione MUDIMA a Milano il 2 marzo. L'intervista.

A bruciapelo: perchè la musica degli Area era - ed è - “galattica”?
Merlin: “Galattica” è un aggettivo che ci è stato appellato dal nostro produttore, Saul Beretta, dopo aver sentito come manipolavamo quel materiale musicale. Ci sta per diversi motivi, lo spazio, la Kosmische Musik, la componente scientifica, perfino la fantascienza, hanno sempre avuto un addentellato stretto con la psichedelia. E certamente con Valerio, spesso ci spingiamo in territori che a quell’estetica, onirica e spaziale, si rifanno.
Scrignoli: Lagalassia è un insieme composto da stelle, gas e polveri. Qualcosa che sta lassù, che ci affascina e che ancora ha tanti segreti da scoprire. Gli Area sono stati una galassia nel panorama musicale italiano, un mix unico e irripetibile di materia musicale. Nella quale io e Enrico – come due scienziati pazzi – ci siamo tuffati per tentare di scoprirne i segreti.
Tra Led Zeppelin e Miles Davis, non siete nuovi nell’arte della rivisitazione. Quale “chiave di lettura” avete adottato nell’affrontare il repertorio Area?
Merlin: Inizialmente, quando Viviana Bucci di Musicamorfosi ci aveva proposto di affrontare il repertorio degli Area, ho pensato che fosse una follia. Musica in cui gli elementi improvvisativi erano generati o strettamente collegati a composizioni molto strutturate, complesse, ricchi di polimetrie e multiritmie. Ci abbiamo lavorato un po’ su, e come per gli altri repertori “sacri” siamo riusciti (credo) a trovare una via alternativa all’interpretazione dei materiali, sui vari parametri musicali.
Scrignoli:E’ un caso diverso da altri progetti in cui sono stato coinvolto, mi riferisco ad esempio a quelli di Giovanni Falzone con cui ho l’onore di collaborare da anni. La sua è scrittura, sapiente composizione. Giovanni ha riletto magistralmente i Led Zeppelin, Miles ma anche Verdi e Rossini in chiave jazz rock. Noi Maledetti abbiamo preso dei frammenti tematici della musica degli Area e lì dentro ci siamo buttati. Lasciandoci andare a quello che ci passava per la testa; molto è improvvisazione e anche il disco è un “live in studio” registrato in sei ore, quasi tutto d’un fiato.
Maledetticontiene brani diversi per annata, provenienti da album diversi, differenti anche per scrittura, contenuti ed esecuzione, tanto per fare un esempio pensiamo a Luglio, agosto, settembre (nero)e Vodka Cola. Se volessimo trovare un filo conduttore che lega i brani, quale sarebbe?
Merlin: Ecco, la scelta del repertorio è stata determinata proprio dal tipo di approccio interpretativo. In parte i brani che ci piacevano sin da ragazzi, ma anche quelli che permettevano di essere meglio manipolati secondo la nostra estetica.
Scrignoli:Non c’è un filo conduttore. Abbiamo lasciato che la selezione fosse “naturale” per tornare ai termini della scienza… Anche qui la scelta è venuta da sola, forse sono i brani che hanno scelto noi!
Siete entrambi degli improvvisatori e la musica degli Area ha attinto molto dalla “composizione estemporanea”, sempre in chiave originale (pensiamo a Caos Parte Seconda). È stato così anche per voi in Maledetti?
Merlin: Per noi è stato molto importante provare a raccontare come queste composizioni siano senza tempo, e attraverso il nostro intreccio chitarristico, l’improvvisazione non è solo espediente narrativo, ma anche sostanza intrinseca del fare. 
Scrignoli:Si certamente. L’improvvisazione è “composizione estemporanea”.
Tre pezzi del disco provengono dall’ultimo album degli Area con Demetrio Stratos, ovvero 1978 Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano. Disco nel quale la chitarra di Tofani era assente…
Merlin: Questo, a maggior ragione, dovrebbe già raccontare come i riferimenti all’originale siano per noi davvero poco importanti. Ovvero, lo sono come forma di rispetto, ma tutto avremmo voluto tranne che fare la “cover band” degli Area. Lo stesso tipo di operazione, come precedentemente sottolineato, lo abbiamo infatti utilizzato rispettivamente anche con Miles Davis e i Led Zeppelin, ma si potrebbe fare anche con Derek Bailey, i Beatles o Stravinskij.
Scrignoli: Quello a mio parere è uno degli album più jazz, nonostante non ci fosse la chitarra di Tofani. E in fondo, anche se sia io che Enrico non amiamo troppo le etichettature stilistiche, il jazz è il mondo da dove entrambi proveniamo.
Entrambi avete praticato e praticate jazz – in forme anomale e molto personali: che tipo di elementi jazz avete trovato nella musica degli Area?
Merlin: Elasticità ritmica, improvvisazione di carattere armonico, melodico e timbrico… Provare una forma di “what if”, partendo da lì è per me sempre una sfida interessante.
Scrignoli:La musica degli Area è stata una musica di incontro, fra i primi esempi in Italia (e non solo) fra jazz, etnica, elettronica... Per quanto mi riguarda questa dovrebbe essere la vera anima del jazz. Senza barriere, sempre aperta al nuovo. Purtroppo spesso non è così e spesso il jazz tende a rinchiudersi nel suo “genere” con un ottuso orgoglio che non condivido assolutamente.
A proposito di assenze: Area senza la voce/strumento di Demetrio è per molti inconcepibile. Per voi?
Merlin: Chiunque riproponesse il repertorio degli Area con un cantante si metterebbe in una posizione davvero scomoda. L’opzione “coverismo” sarebbe dietro l’angolo ad ogni battuta. Ma sarebbe come Demetrio avesse voluto registrare un “tributo” a Leon Thomas… Solo se lo espliciti nella forma di “tributo a…”, puoi provare a non uscirne con le ossa rotte, da un punto di vista artistico.
Scrignoli:L’approccio che abbiamo avuto in questo progetto ha la presunzione di essere “rivoluzionario”. Per rendere un omaggio non solo musicale ma soprattutto culturale a questo grande gruppo italiano. Intervenendo con una nostra personale rilettura che ne rispettasse l’anima oltre che le note. Demetrio manca, e anche tanto. Ma qualche volta torna giù e si infila fra le corde delle nostre chitarre, ne siamo certi!
Un vostro parere sul chitarrismo del collega: ovvero Enrico cosa pensa di Valerio e Valerio cosa pensa di Enrico…
Merlin: Per me Valerio è uno più forti chitarristi in Italia. Lui SA! Sia che si muova nel contesto del linguaggio mainstream, sia che si spinga nei territori dell’informale rimane sempre coerente ed efficace,. E in più suona con il cuore in mano, qualità, che mi spiace dirlo, non è di molti (pur tecnicamente fortissimi) musicisti in questo scorcio di XXI secolo.
Scrignoli:Enrico è un musicista straordinario che trae la sua unicità e originalità dalla sua esperienza d’ascolto e dalla sua conoscenza. Questo gli dà una libertà unica e gli permette di confrontarsi, con energia e sicurezza, con ogni tipo di musica. È un vero creativo, con lui niente è banale. Sono veramente fiero di questo progetto con lui; per me è stato motivo di crescita e sono sicuro che lo sarà ancora.
Nel riascolto degli originali, cosa vi ha colpito di più della musica degli Area? Ancora oggi si discute se sia progressive, world music, jazz-rock o altro…
Merlin: Chi continua – ancora oggi – a voler incorniciare gli stili musicali, ha perso il treno della contemporaneità, e la memoria del quindicesimo secolo, ah ah ah…
Scrignoli: Riascoltare oggi la loro musica è come ascoltare una cosa NUOVA. Nel panorama odierno direi NUOVISSIMA. Mi colpisce sempre la loro freschezza al di là della collocazione di genere. Sono affari di cui non mi occupo.

Evaporazione, La Mela di Odessa, Cometa Rossa, Hommage à Violette Nozières, L'Elefante Bianco, Luglio, agosto, settembre (nero), Vodka Cola e Il Bandito del deserto: questi i pezzi degli Area che i chitarristi hanno scelto di interpretare, ovviamente alla luce della propria personalità e assecondando le scintille nate all'impronta in sala di registrazione. Non un disco di tributo, men che meno una sequenza di cover, ma uno spunto, uno stimolo, un trampolino di lancio per avventurarsi tra le possibilità improvvisative ed espressive offerte dalla musica degli Area. Non è un caso che le due chitarre si addentrino in brani così caratterizzati dalla voce di Demetrio Stratos oppure in pezzi del 1978, nei quali la riconoscibilissima chitarra di Paolo Tofani era assente; inoltre Merlin e Scrignoli lavorano anche su connessioni e soluzioni sorprendenti, tirando fuori citazioni e rimandi che vanno dal tema di James Bond a Joe Zawinul, passando per Miles Davis e King Crimson.
Maledetti! La memoria del ventesimo secolo
Abbiamo perso. Maledetti. Abbiamo perso la memoria la memoria del ventesimo secolo. Venti. Ventesimo il abbiamo secolo perso. Perso il memorio secolo abbiamo secolo venti. Abbiamo perso la pappetta pappina pappona. Abbiamo. Ventesimo secolo. Ladies and gentlemen.
È Demetrio che parla. È già evaporato? Maledetti! Giocare col mondo (degli Area) facendolo a pezzi (otto temi). Enrico e Valerio. Bambini che il sole ha ridotto già vecchi. Gli occhiali. Fuori dalla strada comune. Dove il centro è sul margine. Niente più cover band. Sono troppe. Tre chitarre. Tricantano elettriche il mondo. Chitarre e pedali. Delay (chitarre tricantano ancora) e reverse (arocna onatnacirt erratihc). Macchine. Suonare la voce. Senza voce. Suonare. I devoti di Demetra. La musica nasce a Est. Dare voce agli oggetti col suono. Il corpo a colpi di corde sul volto. Con il suono delle dita che ti spara sulla faccia. Come parole che raccontano note. Come?
Girano in loop. Girano in loop. Girano in loop. Giro giro sempre in tondo. Le parole sono gabbie. Le note sono voci di un mondo lontano. Vicino. Presente. Che irrompe e disturba. Irritante. Occhi e labbra in tensione. Frastuono poi piano. Rassicuranti riprese che ripetono un tema ormai noto ma già leggermente cambiato. Con il suono sulle dita che si spara sulla faccia. In piedi e seduti. In piedi non legge. Sorride. Abolire la parola che t’incastra nello stile. Ai confini delle note (canzoni). Non conosco le note. Le mie band sono cover. Maledetti.

Mi hanno strappato le cuffie. Ora posso ascoltare. Scopro lo spazio percorso da voci. Niente più differenze tra musica e vita. Fuori dalla strada comune. Perché il centro è sul margine. Gli occhi azzurro pallido da angeli in esilio. Maledetti. La stagione all’inferno è finita. I fratelli di Persefone hanno illuminazioni. “Questo mi piace, perché sembra che non sappiamo suonare”. Sprezzatura. Mondi. Mondi nei mondi che fondono i tempi. Stratificazioni. Memorie. Echi a brandelli. Ancora riprese. Area di famiglia senza più famiglia. Bond Marley. Sessanta in Settanta. Settanta in Duemila. How many Miles to Heaven? Ricostruire il muro del suono con l’Internazionale. Abbiamo perso. Maledetti. Abbiamo perso la memoria del ventesimo secolo. Il ventesimo secolo? Non si ricorda un concerto a parole.
Foto di Cristina Crippa

Giornata mondiale del gatto, consegnato 1 milione di pasti per i rifugi Enpa

$
0
0
Ogni anno in Italia vengono abbandonati 130.000 pet: 80.000 gatti e 50.000 cani, che si aggiungono al numero di randagi, che ad oggi è pari a 90.000 animali. Il 30% degli abbandoni avviene in estate. Sono circa 25.000 i cani e i gatti abbandonati che vengono ospitati nei rifugi Enpa di tutta Italia, dove viene provveduto al loro sostentamento, a partire da una sana alimentazione, aspetto fondamentale per garantire loro un futuro.

Dopo aver raccolto in due anni 2 milioni di pasti, assicurando un’alimentazione completa a circa il 30% tra cani e gatti ospitati nei rifugi e dopo aver supportato ogni anno 100 strutture Enpa, anche quest’anno Friskies, in occasione della Giornata Mondiale del Gatto, ha tagliato l’ambito traguardo: 1 milione di pasti. Sono stati coinvolti tutti gli amanti di animali che hanno contribuito acquistando un prodotto della gamma di alimenti o di snack. 
“Siamo davvero felici di essere riusciti ancora una volta a concretizzare lo scopo che ci eravamo prefissati - afferma Thomas Agostini, Direttore Marketing BU Grocery di Purina – ovvero anche quest’anno consegniamo un milione di pasti ai pet ospiti dei rifugi ENPA. È motivo d’orgoglio mantenere il nostro impegno nei confronti di un progetto che rispecchia i nostri valori di attenzione per i pet. Infatti FRISKIES è il brand di Purina dedicato alla “famiglia allargata”, che crede profondamente nella felicità che un pet porta nella casa in cui viene accolto. La collaborazione con ENPA (che intendiamo continuare a sostenere in futuro) è un segno importante della nostra serietà nei confronti degli animali in cerca di famiglia”.
ENPA è attiva sul territorio da più di un secolo con azioni e campagne mirate alla tutela e al benessere degli animali; forte è la sua peculiarità operativa che vede tra le sue priorità la gestione di rifugi in cui accogliere animali in difficoltà, prendersene cura e dare loro una seconda possibilità in una vera famiglia.
 “Il lavoro insieme a Purina porta avanti progetti di profondo impegno sociale, e insieme condividiamo la visione che la vita con gli animali da compagnia si arricchisca. - racconta Marco Bravi, Responsabile Comunicazione e Sviluppo di ENPA – Le campagne come quella di food raising hanno l’importante compito non solo di raccogliere pasti per i pet che ospitiamo, ma anche di sensibilizzare la società a un messaggio fondamentale: aprirsi di più agli animali da compagnia in generale”

Viewing all 37403 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>