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Cori, il 14 febbraio Ilaria Di Roberto presenta il libro d’esordio "Anima", un’autobiografia in versi

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Martedì 14 Febbraio, alle ore 10:30, la giovanissima scrittrice corese Ilaria Di Roberto, presenterà a Cori, presso il Boccon DiVino, a piazza Signina, il suo libro d’esordio ‘Anima’, pubblicato dalla casa editrice scozzese Black Wolf Edition & Publishing.
È appena iniziato il tour promozionale che la porterà poi nel capoluogo pontino: il 2 Marzo, alle ore 16:00, alla libreria La Feltrinelli di Latina e l’8 Marzo, alle ore 17:00, al Centro commerciale Morbella. L’11 Marzo alle ore 16:30 di nuovo a Cori nella Sala Conferenze del Museo della Città e del Territorio.
‘Anima’ è una raccolta di 35 poesie data alle stampe la scorsa estate, ma alla quale Ilaria lavora da una vita, vista la sua innata passione per la scrittura sbocciata in tenera età. È un testo introspettivo che mette a nudo i suoi pensieri, invitando il lettore ad interiorizzare ciò che è stato il suo vissuto, fin quasi a fondersi con esso. Con una dedica speciale, alla mamma, che le ha insegnato a leggere e scrivere a 3 anni, e alla sorella che l’ha incoraggiata in questo progetto.
L’opera è lo specchio dell’autrice. Già in copertina, dove il grafico Gabriele Erno Palandri ha ritratto una fanciulla dai lunghi capelli ricci che accarezza un fiore di loto, che sprigiona profumi di natura, amore, passione, amicizia, spiritualità, arte, nostalgia, follia, fino ad arrivare alle tematiche più forti, come la violenza contro le donne e la depressione, sulle quali si accendono le luci della speranza, alimentate dal coraggio e dalla forza di non arrendersi mai.

È un’autobiografia in versi che tra le altre cose racconta un periodo buio vissuto dalla Di Roberto, che spiega - “Una volta toccato il fondo non puoi far altro che risalire, ma nel mio caso c'erano le sabbie mobili che mi impedivano di muovermi. Scrivere è stata la mia ancora di salvezza. In queste pagine ho potuto mettere in ordine i tanti pensieri che affollavano la mia mente, liberati durante le lunghe passeggiate in mezzo alla natura che circonda il mio paese”. 


Teatro dell'Orologio, "Liberi Tutti" da martedì 14 febbraio Elda Alvigini in prima nazionale

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Dopo il grande successo di Inutilmentefiga, Elda Alvigini eNatascia Di Vito presentano il loro nuovo spettacoloLIBERI TUTTI, in scena alTeatro dell’Orologio (Sala Moretti) dal 14 al 19 febbraio.

La regia è di Elda Alvigini. Protagonisti:Elda Alvigini, Marius Bizau, Valerio Di Benedetto, Jun Ichikawa.
Lo spettacolo mette in scena le separazioni che un essere umano deve affrontare nella vita. La nascita, prima cesura e trauma assoluto, e poi le trasformazioni che ognuno fronteggia durante la crescita, che lo portano a separarsi da quello che c’era prima... perché non ci separiamo sempre da qualcuno, ma spesso anche da noi stessi… per fortuna!
Le separazioni sono infinite e diversissime: certo, la prima idea che ci viene in mente è quella della fine di una storia d’amore, ma ci sono tante altre separazioni; come quella di chi viene strappato dalla propria terra perché scappa dalla guerra o dalla fame, di chi perde un amico solo perché non lo riconosce più, di chi, non avendo più un ideale politico in cui sperare… diventa vegano! Sì, c’è sempre qualcuno e qualcosa che cambia così tanto da impedire la continuazione del rapporto, o qualcosa e qualcuno che con la sua immobilità ci fa allontanare... o qualcuno che davvero crede che il seitan sia buono!
Una cosa è certa, nelle primissime separazioni, da piccoli, realizziamo la nostra umanità e la capacità di far fronte a quelle che verranno dopo; per questo lo spettacolo farà continui rimandi all’infanzia, a quelle prime delusioni e a quelle prime conferme nei rapporti.
Come sempre nella vita, anche nello spettacolo, le stesse cose che ci hanno fatto soffrire, diventano fatti incredibilmente comici appena li superiamo… I protagonisti, all’interno di una scenografia essenziale che prevede l’interazione con le opere dell’artista Alessio Ancillai, attraverseranno tutte queste fasi, affrontando o subendo le diverse separazioni: saranno il figlio e il genitore, la donna e l’uomo, il persecutore e il perseguitato, l’amica realizzata e quella depressa, l’abbacchio e il tofu.
Per video editing e grafica, la regia si avvale della collaborazione di Giacomo Spaconi(riprese e montaggio), e avranno molta importanza i suoni d’ambiente, come sempre realizzati dai Quadroli Bros, che da sempre arricchiscono il lavoro in scena con la loro preziosa collaborazione. 
Inoltre lo spettacolo si avvale della prestigiosa collaborazione della cantautrice Roberta Carreseche propone per la prima volta il brano inedito dal titolo ESCI CON ME, che per il momento si potrà ascoltare solo durante lo spettacolo Liberi Tutti.

Lo spettacolo è un atto unico di h 1.30 circa.
Foto di Barbara Ledda
TEATRO dell’ OROLOGIO – Sala Moretti
Stagione teatrale 2016 | 2017

14 | 19 febbraio 2017
LIBERI TUTTI
Il nuovo spettacolo scritto da
Elda Alvigini e Natascia Di Vito

Regia Elda Alvigini
Con Elda Alvigini, Marius Bizau, Valerio Di Benedetto, Jun Ichikawa
Aiuto Regia Emilia Di Pietro
Assistente alla regia Selene Nannicini


Opere di Alessio Ancillai
Musiche Roberta Carrese
Scenografia Antonello Pallotta
Costumi Roberta Goretti
Disegno luci e audio Fabrizio Cicero
Montaggio suono Quadroli Bros
Video Editing e Grafica Giacomo Spaconi

Foto Barbara Ledda
Trucco Sara Mastropietro

Produzione Progetto Goldstein
Per la sala prove si ringrazia Niccolò Falez e il Crowne Plaza
Si ringrazia AMPIO di Pepita Cianfoni e Paolo Chiari per gli elementi di interiore design in scena e per averci permesso di girare e scattare le foto


Teatro dell’Orologio
Via dè Filippini, 17/a, 00186 Roma
Telefono: 06 687 5550
Orari Botteghino:
acquisto / ritiro biglietti : dalle ore 20.00 per le repliche serali/  dalle ore 17.00 per le repliche pomeridiane
info e prenotazioni tutti i giorni dalle ore 16.00
Orario spettacoli: dal martedì al sabato ore 21.30- domenica ore 18.30
INTERO: 15 euro, RIDOTTO: 12 euro,
ingresso consentito ai soli soci: tessera associativa annuale 5euro

Soltanto gli utenti regolarmente registrati potranno accedere al teatro.

Teatro di Cagli, sabato 18 febbraio 2017 "Il lago dei cigni" coreografie di M. Petipa, regia di Luigi Martelletta, con la Compagnia Nazionale Raffaele Paganini

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Il lago dei cigni è uno dei balletti più conosciuti del repertorio classico, amatissimo e rappresentato con successo in tutto il mondo. Sabato 18 febbraio alle 21.00, verrà presentato al Teatro Comunale di Cagli da una delle migliori compagnia di danza italiane, quella della stella Raffaele Paganini. È uno splendido balleto in quattro atti musicato da P. I. Ciajkovskij, compositore tra i più importanti per il balletto classico, su coreografie di Marius Petipa. La regia è curata da Luigi Martelletta, per anni primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.

Il lago dei cigni narra la storia della principessa Odette, trasformata in cigno dal mago Rothbart, che ogni mezzanotte ritrova sembianze umane per alcune ore. Incontra così il principe Sigfried che si innamora di lei e promette di liberarla. Al ballo al castello, con un inganno ordito dal mago, il principe Siegfried sceglie Odile (figlia di Rothbart) come sposa al posto di Odette. Il principe corre al lago dove Odette e le sue compagne piangono il loro destino, quando giunge Rothbart che scatena una tempesta che annega i due innamorati. 
La regia di Martelletta valorizza aspetti del libretto mai sottolineati prima, proponendo un lavoro più snello e vivace, alleggerendo i manierismi del repertorio classico. Non mancano tutte quelle danze che molti conoscono e amano: I cigni, la danza spagnola, la danza russa, il valzer, i passi a due, e molto molto altro.
Lo spettacolo è snello, veloce, le coreografie sono fresche e coinvolgenti sono valorizzate da ballerini, preparatissimi. Le scenografie semplici e rappresentative sottolineate da un lavoro di luci ben studiato, che accompagna perfettamente i movimenti dei danzatori. Uno spettacolo da vedere in rigoroso silenzio per apprezzare tutte le “sfumature” di una antica tradizione, rivisitata con un occhio moderno e senza orpelli.

Platea e Palchi 15,00 € - Loggione 10,00 € - Biglietto ridotto per le Scuole di Danza
Biglietti online su www.liveticket.it
Info Botteghino Tel. 0721 781341 - Ufficio Cultura Tel. 0721 780731 -
email: botteghino.teatrodicagli@gmail.com

Luigi Martelletta, ballerino e coreografo.
Inizia gli studi all’età di sei anni alla Scuola di Danza e Teatro dell’Opera di Roma, a soli sedici anni entra a far parte della compagnia e a diciannove ne diventa Primo Ballerino. Da allora ha sempre danzato tutti i ruoli del repertorio classico con partners internazionali quali: N. Makarova, C. Fracci, M. Plisseskaja, A. Ferri, alternando le sue recite con danzatori quali: R. Nurejev, V. Vassiliev, ecc. Molte anche le esperienze di neoclassico e contemporaneo come ospite in teatri italiani ed europei. Come coreografo inizia nel 1988 con un piccolo gruppo.
Luigi Martelletta, grazie alla sua forte presenza scenica e al suo carisma diventò, dal 1983, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma e prese parte a tutte le stagioni danzando per i più grandi e prestigiosi coreografi del panorama mondiale. Lavorò con Roland Petit (ballet National de Marseille), Maurice Bejart (Ballet du XXe siècle), Oscar Araiz (Grand Theatre de Genève), Alberto Alonso (Ballet Nacional de Cuba), Ben STevenson (Houston ballet). 
Tra i lavori più importanti ricordiamo: “Tema e Variazioni”, “Carmen” e “La Dama di Picche”, “La Sagra della Primavera” di Bejart. Nel 2004 chiude la carriera di danzatore al Teatro dell’Arena di Verona danzando “Don Chisciotte” insieme a star internazionali quali: Ethan Stieffel, Gillian Murphy, Maxim Belottserkovsky ed Irina Dvorovenko dell’American Ballet Theatre.

TEATRO AGORÀ 80, il 18-19 febbraio "LA SPALLATA" di Gianni Clementi regia Alessandra Ferro

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Il 18 e 19 febbraio 2017 alle ore 21.00 andrà in scena al Teatro Agorà “La spallata” di Gianni Clementi.  
Gli avvenimenti si svolgono in una modesta casa di una borgata romana ed hanno come protagonisti i sogni di quattro giovani che, con le loro aspirazioni, cercano di riscattarsi da una vita di duro lavoro e di sacrifici come quella dei loro genitori, vogliono evolversi ma le circostanze li costringono ad adattarsi alla loro purtroppo realtà, ad interrompere i loro voli pindarici, a dire addio ai loro poveri sogni purtroppo malinconicamente perduti.

Teatro Agorà 80
18 Febbraio 2017 ore 21.00
 19 Febbraio 2017 doppia replica ore 18.00 e ore 21.00

di Gianni Clementi
con  Alessandra Ferro, Fabrizio Stefan, Fabio Di Valentino, Katia Maglione, Salvatore Iermano, Laura Nardi, Lorenzo d’Agata
regia di Alessandra Ferro
Via della Penitenza 33, Roma (Trastevere)
Orari spettacoli: Sabato ore 21.00-
 Domenica doppia replica ore 18.00 e ore 21.00
Sala B
  Tessera associativa: 2 euro
Biglietti:
Intero 12 euro| Ridotto 10 euro
Per info e prenotazioni:
Tel: 335 6702973 - 339 7099388

“Lady Macbeth Show” al Teatro Biondo di Palermo, autrice e protagonista Sarah Biacchi "tra recitazione d’alta scuola e canto lirico". La recensione di Fattitaliani

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Martedì 7 febbraio 2017, con inizio alle ore 21:00, presso il Teatro Biondo di Palermo, Sala Strehler, ho assistito allo spettacolo ideato, prodotto, recitato e cantato da Sarah Biacchi! Il titolo dell’Opera è “Lady Macbeth Show”, e senza usare giri di parole, metafore o neologismi, confesso che ne sono rimasto rapito e incantato!
Un vortice di emozioni e sensazioni disorientanti, ma al contempo travolgenti, mi hanno completamente ipnotizzato e fatto assorbire un’Opera teatrale che nel suo essere “sperimentale” e “contaminata” al contempo, ha avuto - e di fatto ha! - il pregio di rapire empaticamente lo spettatore che certamente non è preparato ad una rappresentazione teatrale di tale intensità e coinvolgimento emotivo e pathos-logico cosi tsunamico da lasciare stupefatti!
In effetti, l’originalità e l’innovatività, assai coraggiosa e temeraria dell’autrice, è stata quella di creare un’Opera teatrale colma di contaminazioni di generi teatrali assai distanti tra loro, ma con un progetto ideativo e narrativo intelligente, scorrevole, sintonico, e facilmente metabolizzabile dallo spettatore esigente che nel Teatro vuole soddisfare il suo bisogno di sperimentare emozioni intense e vere, piuttosto che assistere a “racconti” asettici e spesso prevedibili!
I linguaggi teatrali utilizzati dalla Biacchi sono stati eterogenei ma al contempo rappresentati in una successione narrativa fluida e scorrevole: dal talk show televisivo al dramma di matrice shakespeariana, dalla lirica verdiana ad un approccio teatrale che recupera radici di pionierismo sperimentale!
Bravissimo la “spalla” palermitana, l’attore di Teatro Nicola Franco, del quale certamente sentiremo parlare molto positivamente.
La sfida di Biacchi è stata abbondantemente vinta, e lo spettatore, che insieme a me ha assistito all’Opera nella preziosa e accogliente sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo, è rimasto per tutti i cinquanta minuti come rapito, assecondato da un racconto moderno e al contempo classico che stupisce positivamente.
La Biacchi ha dimostrato - qualora ce ne fosse stato bisogno! - che è una Grande Attrice di Teatro, ed insieme una bravissima cantante soprano. Si è succeduta tra recitazione d’alta scuola e canto lirico che non ha nulla da invidiare, per purezza, sonorità e qualità, alle migliori soprano del panorama nazionale ed internazionale.
La tecnica narrativo-teatrale di Biacchi, diretta dalla bravissima regista e soprano Chiara Maione, ha avuto l’ambizioso obiettivo di regalare allo spettatore un punto di vista osservativo-emozionale estremamente nuovo del noir shakespeariano, accompagnato da canti lirici presi in prestito dal nostro Grandissimo Giuseppe Verdi, nella fattispecie dall’omonima Opera “Macbeth”, tratta dall’Opera del Grandissimo drammaturgo inglese William Shakespeare, liberamente ed arditamente rivisitata dalla Biacchi nella sua Opera Teatrale.
È a quel punto, alla fine della rappresentazione teatrale, quando il pubblico ha applaudito soddisfatto l’Opera della Biacchi, che ho immaginato Giorgio Strehler seduto accanto a me che si alzava per applaudire e, pur non essendo stata la Biacchi una sua allieva, soddisfatto dirmi sottovoce all’orecchio: «Questa Biacchi è come me, sai? Io so e non so perché faccio teatro, ma so che devo farlo, che devo e voglio farlo facendo entrare nel teatro tutto me stesso, uomo politico e no, civile e no, ideologo, poeta, musicista, attore, pagliaccio, amante, critico, me insomma, con quello che sono e penso di essere e quello che penso e credo sulla vita. Poco so, ma quel poco lo dico». Di fatto, questa frase così densa di significato e di significanti, sintetizza perfettamente quello che ho visto, e quello che emotivamente ho sperimentato assistendo all’Opera della Biacchi a Palermo… ed è quello che certamente sperimenterà lo spettatore esigente che andrà a godersi, a breve, il tour italiano di “Lady MacBeth Show”.
ANDREA GIOSTRA.


Per chi volesse saperne di più sullo spettacolo “Lady Macbeth Show”, e per chi volesse conoscere i prossimi appuntamenti del tour italiano dell’Opera “Lady Macbeth Show”, ecco i link consigliati:
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Altre note per il lettore:
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Giuseppe Vedi – “Macbeth”:
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Per chi volesse conoscere meglio virtualmente l’autore della Recensione:

Roma, fino al 18 febbraio mostra di Luigi Tosti per il restauro del Sacro Tugurio di Assisi

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“Quanti colori ha l’Infinito?”: è la domanda da cui parte l’artista Luigi Tosti, autore delle opere esposte nella mostra “I colori dell’Infinito”, che si tiene fino al 18 febbraio, con ingresso libero, presso il Palazzo della Cancelleria Apostolica, a Roma. Il ricavato della vendita di parte delle opere andrà per il restauro del Sacro Tugurio ad Assisi. L’esposizione è stata organizzata dall’associazione "Tota Pulchra". Una delle opere in mostra sarà donata a Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì prossimo. Il servizio di Debora Donnini: 

L’arte che si fa carità. Non solo bellezza, ma anche mezzo di solidarietà. Questo è il fine della mostra “I colori dell’infinito” dove sono esposte le opere di Luigi Tosti, un ponte fra fotografia e pittura. Il colore dominante è il bianco, che riassume in sé la gamma dei colori. Immagini e brani della Bibbia si fondono insieme. L’artista, Luigi Tosti:

“Ho cominciato a creare un tipo di fotografia che trasfigura la realtà, anelito verso l’Infinito. E allora questa fusione di terra, mare, cielo, con questi bianchi sono la ricerca stessa di questo Infinito che è Dio. Il bianco è il bianco della luce, il bianco di questo Infinito. Quindi, quando io nell’esposizione ‘I colori dell’Infinito’ faccio una contaminazione di immagini, arte figurativa e Parola di Dio, che poi diventa figurativa anch’essa, cerco di far incontrare l’uomo con Dio”.

Suggestivo anche lo scenario dell’esposizione, con luci e un leggero fumo bianco che rimandano alla Gerusalemme celeste, curato dal direttore artistico Mario Tarroni. La vendita di parte delle opere e le offerte andranno a finanziare il restauro del Santuario del Sacro Tugurio a Rivotorto, vicino ad Assisi. Il Santuario custodisce all’interno, appunto, la prima casa di San Francesco: il riparo dove viveva con i suoi primi compagni, rimasto lesionato in seguito al terremoto che ha colpito il Centro Italia. Papa Francesco lo visitò nell’ottobre 2013, quando si recò ad Assisi. Considerato la “culla della Fraternità francescana”, dove secondo la tradizione il Poverello dettò la Prima Regola, è stato dichiarato dall’Unesco, Patrimonio dell’umanità. Il custode del Sacro Tugurio di Rivotorto, il francescano padre Gianmarco Arrigoni:

“E’ il Santuario più ferito della diocesi di Assisi. Abbiamo avuto vari episodi di cadute di calcinacci dal soffitto. Poi l’abside è praticamente inagibile, perché ci sono delle crepe molto evidenti. L’associazione ‘Tota Pulchra’ ha creato questo interesse per venirci incontro. Ci sono anche altre iniziative che facciamo nel nostro territorio ad Assisi, ma la cosa più bella è che il nostro Santuario, la nostra comunità, nonostante abbia avuto questi danni, nello stesso tempo si fa dono per altri. E allora a San Giorgio di Cascia, un paesino sperduto fra le montagne, dove non sono arrivati aiuti, andiamo noi frati con la Caritas locale, portando ogni dieci giorni, due settimane, le spese per venire incontro a questa piccola comunità”.
A promuovere l’iniziativa l’associazione “Tota Pulchra”, fondata l’8 maggio del 2016 e presieduta da mons. Jean-Marie Gervais, membro del Capitolo Vaticano e della Penitenzieria Apostolica, la cui finalità è proprio quella di promuovere l’arte e progetti di solidarietà:
“Si è deciso di fare delle opere di dimensioni non museali: di piccole dimensioni, perché così ognuno possa comprare un’opera e partecipare così al restauro del Sacro Tugurio”.

La carità dunque si fa altra carità, mettendo in atto il circuito virtuoso del dono. Debora Donnini, Radio Vaticana, Radiogiornale del 13 febbraio 2017.

Brancaccino, 16-19 febbraio "Liberaci dal male" di Giampaolo G. Rugo, regia Massimiliano Farau

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Lella e Luca hanno sequestrato un bambino di pochi mesi: il figlio dell’“ingegnere”, il padrone della fabbrica che dà lavoro a tutta la città.  

Lella è una donna insicura e timida che lavora in un centro estetico. Riceve in continuazione telefonate di persone che vogliono usufruire di un misterioso “trattamento speciale”.
Luca è un uomo brutale e violento conosciuto da tutti come “il fattore”. 
È l’uomo di fiducia dell’ingegnere; il tuttofare che lo aiuta nei suoi mille affari più o meno leciti ma che in realtà cova nei confronti del padrone un sordo rancore.
Con i soldi del rapimento i due vorrebbero scappare in Brasile, al caldo, per rifarsi una vita. 
Nella casa dove sono nascosti, si è rotta la caldaia e fuori l’inverno gelido avanza.
La televisione diffonde la notizia che il piccolo ha bisogno un antiepilettico, ma potrebbe essere una trappola per incastrarli, intanto per placare il pianto disperato e continuo del bambino i due cominciano a somministrargli dosi sempre più alte di sonnifero. Un giorno però il bambino non riesce a svegliarsi…

Note dell’autore
Sono sempre stato colpito dal fatto che le ultime parole della preghiera per eccellenza, il padre nostro, siano “liberaci dal male”. Come se per farlo fosse necessario chiedere aiuto a una qualche entità superiore stante l`impossibilità di liberarsene da soli. Ho allora analizzato quello che viene percepito come uno dei più orrendi dei delitti: il rapimento di un bambino. Sono nati così i personaggi di Lella e Luca: i rapitori. Il male. Come spesso mi succede andando avanti nella scrittura ho scoperto che le paure di Lella e Luca sono le mie paure; le loro frustrazioni le mie frustrazioni; la loro rabbia la mia rabbia; chissà che non siano anche quelle del pubblico e chissà se riconoscere e dare un nome a questo “male” possa essere il primo passo per liberarsene magari senza dover chiedere aiuto a un essere superiore. Giampaolo G. Rugo

Giampaolo G. Rugo, nato a Genova, vive da sempre a Roma. Ha scritto, sceneggiature per il cinema ed è stato autore per la radio (“Il ballo di San Vito”, “I magnifici 7”, “I magnifici”). Per il teatro è stato autore de “La svolta”, “Un uomo a metà” e Liberaci dal male; ha inoltre curato la traduzione e adattamento di Killer Joe di Tracy Letts. È stato premiato al concorso drammaturgico Per Voce Sola 2014 per il testo “Un uomo a metà” che è stato edito dalla Nerobianco edizioni

Massimiliano Farau, laureato in Lettere presso l’ Università di Roma “La Sapienza”, e diplomato in Regia all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico", si è perfezionato presso la Guildhall School of Music and Drama di Londra e la Classe de Maitrise de Mise en Scène di Pélussin. 
Ha diretto più di cinquanta spettacoli tra cui: The letter of Last Resort di David Greig, Lungs di Duncan Macmillan, (Teatro Due, Parma), Crollasse il mondo. Storia di Reginaldo e Luisa di Alessandra Mortelliti (Teatro Stabile di Catania), California Suite di Neil Simon, con Gianfranco D’Angelo e Paola Quattrini, Andromaca di Jean Racine, con Manuela Mandracchia, Graziano Piazza e Sergio Romano, L’amante di Harold Pinter, con Mascia Musy e Graziano Piazza, Killer Joe di Tracy Letts, con Francesco Montanari e Edoardo Pesce, Odore di Santità di Laura Forti, con Salvatore Cantalupo, Beckett/Pinter (Teatro Due, Parma e Teatro Mercadante Napoli), Frozen di Bryony Lavery con Elisabetta Pozzi, Maria Paiato, Fausto Russo Alesi,  La Memoria dell’Acqua di Shelagh Stephenson, con Maria Paiato, Manuela Mandracchia, Sara Bertelà,  Peccato che fosse puttana di John Ford, con Pierfrancesco Favino e Lisa Natoli, Mostro di Duncan Macmillan, con Fabrizio Falco, L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett, The License di Luigi Pirandello, Gennareniello di Eduardo De Filippo e The Virtuous Burglar di Dario Fo (American Conservatory Theater, San Francisco), Perversioni sessuali a Chicago di David Mamet, Ione di Euripide, Sulle tavole del tuo cuore di Luigi Maria Musati, con Mariano Rigillo, Abelardo Eloisa Eloim di Maricla Boggio (Taormina Arte), Qui di Michael Frayn ( Fondazione Teatro Due, Parma), The Fever di Wallace Shawn, con Giuseppe Bevilacqua, The Man of Destiny e Annajanska, the Bolshevik Empress di G. B. Shaw (Wimbledon Studio Theatre, Londra),  Il Molière di Carlo Goldoni (Teatro Stabile Abruzzese e Teatro Valle). 

Rapsodie Production è una nuova realtà nel mondo della produzione teatrale e dell’audiovisivo. Nata nel 2013 dal desiderio di tre giovani artisti di creare una start up nel mondo della cultura, si è presto avvalsa di importanti collaborazioni e partnership sia dal punto di vista artistico che manageriale.
Rapsodie ha già prodotto e distribuito diversi spettacoli e film brevi: tra questi spiccano sia nuove proposte che artisti affermati come Davide Tassi, Lydia Biondi, Mirella Mazzeranghi, Mauro Santopietro, Roberta Mattei e altri 
A maggio 2015, lo spettacolo L’INTRUSO, prodotto da Rapsodie, con Davide Tassi, regia Francesca Rizzi vince il premio Teatro e critica come spettacolo più rappresentativo della scena romana e a seguire vince il DOIT Festival come miglior drammaturgia. Rapsodie produce nel 2015 diversi promo per aziende ed anche il suo primo cortometraggio “Due cuori e una sottana”. È tra l’altro organizzatrice del primo Festival Handpan di Milano. 
Rapsodie ha avviato anche un rapporto con l’ATCL (Associazione dei Teatri dei Comuni del Lazio) e con il CTOFF (Circuito dei teatri OFF del Lazio) questi ultimi ospitati sul suo portale.
Rapsodie, a gennaio 2016, ha ottenuto, in accordo con ATCL, il coordinamento artistico e organizzativo del Teatro Traiano di Civitavecchia.




BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it

Biglietto: intero15,50 €; ridotto 11,50 €
Card open 5 ingressi 55 €

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

UFFICIO PROMOZIONE tel 06 80687232 | promozione@teatrobrancaccio.it

LAURA PAUSINI È LA REGINA DEL WEB con 10,7 milioni di follower

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Laura Pausini è tra le cantanti italiane più famose al mondo, amata non solo in patria, ma anche all’estero, per le sue canzoni che hanno fanno innamorare intere generazioni.
In carriera ha ricevuto ben 255 dischi di platino, 1 Grammy Award, 3 Latin Grammy Awards, 6 World Music Awards e molti altri premi e quest’anno è addirittura protagonista dei famosi bigliettini dei Baci Perugina che contengono le sue canzoni. Dopo avere riempito interi stadi ed aver scalato le classifiche di tutto il mondo grazie alle sue hit latine, scala anche quelle dei social network vincendo quello che potrebbe definirsi il “grammy” dei social, che richiama i famosissimi premi dedicati al settore della musica, per esaltare il valore dell’artista sulla rete. Infatti la Pausini domina la classifica generale dei cantanti italiani, ambasciatori d’amore più seguiti sui social network, con ben 10.706.429 milioni di follower tra Facebook (6.916.892 mln), Instagram (1.348.034 mln) e Twitter (2.441.503 mln). Una classifica che vede sul podio al secondo posto Emma Marrone con 7.499.367 mln, e al terzo posto, con uno scarto di circa 700 mila follower, il rapper Fedez che totalizza 6.766.702 milioni di fedeli seguaci.

E’ quanto emerge da uno studio condotto da Found!, story engagement factory che si occupa di digital engagement, attraverso l’Osservatorio Social Cam, che ha monitorato i principali social network, Facebook, Twitter e Instagram, per eleggere il vincitore del “Grammy dei social” a San Valentino, ovvero il cantante italiano, ambasciatore d’amore, più seguito sulla rete.

“Da sempre la musica è parte integrante della vita delle persone e, nel succedersi delle epoche, i cantanti sono stati eretti a idoli e punti di riferimento. Con l’avvento dei social network il fenomeno è ancora più evidente. In particolare i giovani sono connessi con un filo diretto ai loro idoli – afferma Saro Trovato, fondatore di Found! –. I social hanno permesso, da un lato, ai cantanti o star in generale, di esprimersi nella loro quotidianità in maniera intima e spontanea, dall’altro ai giovani, di interagire in maniera diretta con loro. Lo studio vuole stilare una classifica dei cantanti più forti sui social, in grado di sfruttare maggiormente la loro popolarità in rete influenzando orde di seguaci. Questo diventa fondamentale nella misura in cui aziende e brand si affidano ai social network per comunicare ai loro consumatori, attraverso personaggi che hanno costruito community imponenti”.

Laura Pausini ha saputo conquistare i propri fan grazie ai testi delle sue canzoni ricchi di passione. Una sentimento riversato anche sui social network, che le hanno permesso di conquistare la palma di cantante italiana più seguita sul web. Regina dei social e regina di cuori: il 2017 la vede infatti protagonista a San Valentino insieme a Baci Perugina. Alcune frasi dei suoi brani più belli sono incise nei cartigli presenti all’interno dei Baci, come già successo in passato per Fedez, terzo nella top 5 dei cantanti italiani più social e Tiziano Ferro, altro ambasciatore dell’amore che conta circa 4 milioni di seguaci sui social. Al secondo posto Emma Marrone, figura carismatica e diretta, molto attiva in rete che quotidianamente condivide aggiornamenti personali e rivelazioni legate alla sua vita sia professionale che privata. Nelle hit di Emma, l’amore è il fil rouge delle sue canzoni, da quello più tormentato a un amore che finisce nonostante la passione continui ad esistere, un esempio è “L’amore non mi basta”, all’amore ritrovato e libero racchiuso nella canzone “Amami”. Al terzo gradino del podio lo conquista Fedez, il rapper italiano più chiacchierato degli ultimi anni. La sua musica continua a essere protagonista assoluta e i suoi successi lo confermano: l'album “Comunisti col Rolex” scritto insieme a J-Ax è diventato disco di platino in sole 2 settimane. Fedez, unico nel suo stile, racconta l’amore da un’altra prospettiva, parlando il linguaggio dei giovani. “Magnifico” è la canzone d’amore che più di tutte lo ha reso famoso.

Ai piedi del podio si posiziona Jovanotti con 6.752834 mln di follower totali, un personaggio apprezzato per i suoi testi, i suoni, la vena eclettica e l'anarchia che molto spesso trasmette anche tramite i suoi profili digitali. Questo gli ha permesso di scalare la classifica e posizionarsi al quarto posto. E in tema d’amore è sicuramente uno dei cantanti più apprezzati, le sue canzoni d’amore sono diventate subito hit: da “Serenata rap” a “Chissà se stai dormendo”, da “Ti sposerò” a “Baciami ancora”, da “Stella Cometa” a “Ti porto via con me”, i testi sono vere e proprie poesie d’amore. Chiude la top 5 Eros Ramazzotti con 6.067.901 mln di follower totali. Uno dei cantautori romantici per eccellenza, la community legata ad Eros segue freneticamente i tour internazionali e tutte le novità che riguardano il loro idolo. I suoi post infatti ricevono migliaia di like e tantissime condivisioni, che gli permettono ogni giorno di crescere anche sui social network.
 Foto di Leandro Manuel Emede
ECCO INFINE LA TOP 5 DEI CANTANTI ITALIANI PIÙ SOCIAL, CON I DATI SCORPORATI TRA FACEBOOK, TWITTER E INSTAGRAM:


CANTANTE
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TOTALE
1.  Laura Pausini
6.916.892
2.441.503
1.348.034
10.706.429
2.  Emma Marrone
3.245.529
2.046.385
2.207.453
7.499.367
3.  Fedez
2.140.538
1.481.950
3.144.214
6.766.702
4.  Jovanotti
2.444.875
3.585.724
721.235
6.751.834
5.  Eros Ramazzotti
4.547.758
660.930
870.442
6.079.130

*classifica aggiornata al 13/02/2017



San Valentino, 6 donne su 10 preferiscono l'uomo in giacca e cravatta: psicologi ed esperti di stile spiegano il perché

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Non sono necessari regali estremamente costosi, cene da mille e una notte o viaggi da sogno in mete esotiche. Per fare colpo sulla propria partner nella serata più romantica dell’anno basta… essere eleganti.
Secondo oltre 6 donne su 10 (61%) infatti per attirare lo sguardo, in occasione di una serata speciale, gli italiani si dovranno presentare all’appuntamento galante in giacca e cravatta. Una tendenza a preferire il look classico spiegata, in termini scientifici, da studi accademici rilevanti e, in termini di stile, da importanti esperti del mondo fashion. Ma da dove arriva questa predilezione per l’uomo in giacca a cravatta? Perché risulta sicuro di sé (78%) è la motivazione condivisa dalla maggior parte delle donne. Ma non solo, è anche più attraente (73%) e trasmette stabilità (68%). Tra gli errori di stile davvero imperdonabili il calzino bianco che spunta dal pantalone (81%), la camicia eccessivamente sbottonata (75%) e l’abbigliamento troppo sportivo (67%). Dagli esperti di stile infine i consigli su come fare centro nella scelta dell’accessorio che completa il look di un uomo a San Valentino, la cravatta, citata anche da Oscar Wilde in La fortuna di chiamarsi Ernesto: “Una cravatta ben annodata è il primo passo serio verso la vita”.

È quanto emerge da uno studio promosso dall’agenzia Espresso Communication per Bigi Cravatte Milano, condotto su circa 800 donne tra i 25 e i 50 anni attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community, oltre che su un panel di testate internazionali ed esperti di stile, per capire per quale motivo le italiane amano l’uomo vestito in giacca e cravatta, soprattutto nelle occasioni speciali.

“E’ proprio vero, le donne, anche se a volte non lo ammettono, desiderano che l’uomo si presenti con eleganza e charme ad una serata romantica – spiega Paola Bigi, contitolare di Bigi Cravatte Milano – Abbinare ad un abito una cravatta preziosa di raso, per i momenti eleganti, o una in mélange di lana, per quelli informali, rende un uomo molto più affascinante. La cravatta, in questo caso, diventa la protagonista svelando anche gli aspetti più nascosti di chi la indossa. Sfido qualunque donna a resistere al fascino di un uomo elegante, in giacca e cravatta. Quella giusta, però”.

Ma quali sono le motivazioni che spingono molte italiane a preferire l’uomo in giacca e cravatta? Al primo posto risulta irresistibile proprio lo stile elegante, in grado di emanare un forte senso di sicurezza e carisma (78%). In secondo luogo il fascino senza tempo che riporta ai divi del cinema hollywoodiano (73%) e, infine, la maggiore sicurezza e stabilità agli occhi delle italiane (68%). Ma basta poco per mandare a monte l’appuntamento galante: tra gli errori di stile maggiormente detestati dalle donne spicca il calzino bianco che spunta sotto il pantalone, davvero imperdonabile secondo l’81% delle italiane. Infastidiscono anche le camicie eccessivamente sbottonate (75%), l’abbigliamento sportivo (67%), la barba incolta (54%) e i pantaloni a vita troppo bassa (45%).

Una predilezione per l’uomo elegante dimostrata anche dalla scienza attraverso esperimenti accademici. Ad esempio la dottoressa Laura Dane, coordinatrice della facoltà di psicologia applicata presso il Douglas College di Vancouver in Canada, ha pubblicato sull’autorevole Journal of Psychology una ricerca basata su un esperimento in cui veniva chiesto a delle donne coinvolte di scegliere tra un uomo attraente, vestito con una divisa di un popolare fast food, e un uomo non attraente vestito però in questo caso in giacca e cravatta: incredibilmente la maggior parte delle donne coinvolte nell’esperimento ha scelto l'uomo in giacca e cravatta perché lo ritenevano in grado di suscitare maggiore sicurezza. “L'aspetto fisico non è l'unico elemento in base al quale le donne scelgono – ha spiegato la dott.ssa Dane – Ad esempio, nel selezionare un compagno le donne spesso rinunciano alla bella presenza a favore di un senso di stabilità o degli aspetti caratteriali.”.

“A mio parere, nel guardaroba di un uomo non dovrebbe mancare un completo formale corredato ovviamente da camicie, cravatte e pochette, rigorosamente di una fantasia diversa dalla cravatta ma negli stessi toni di colore, – spiega Manuela Rubertelli, esperta in tessile e moda e docente presso il Fashion Institute of Technology di New York e presso il Politecnico di Milano – L’eleganza classica non tramonta mai, un uomo elegante abbigliato in modo formale è sempre in grado di attrarre lo sguardo femminile. La cravatta è l’accessorio maschile per eccellenza, i segreti del suo successo sono il disegno, il colore, la texture, simile ma mai uguale. Il colore e la combinazione dei colori, diversa a ogni stagione, ne rinfrescano il look. La cravatta racconta la personalità di un uomo, ne mette a nudo il carattere. Volitivo? La cravatta non si confonde con il colore dell’abito ma è messa in evidenza. Narciso? La fantasia della cravatta attira senz'altro l’attenzione. Timido? Sia il colore sia la fantasia sono sottotono, la cravatta quasi non si nota. Pare che comunque la donna non riesca mai a indovinare il gusto di chi la cravatta la riceve. È un sottile gioco delle parti. Non si deve dimenticare inoltre che il fruscio della pura seta ha sempre un’allure piuttosto sensuale”.

A confermare tale tesi anche la psicologa statunitense Kimberly Nicole Corwin, che opera a San Diego in California: “Inconsciamente noi donne abbiamo una predilezione per gli uomini in giacca e cravatta perché riflettono su di loro un forte senso di stabilità. È proprio la differenza tra un uomo e un ragazzo. Ecco la vera ragione del perché siamo attratti da loro in maniera praticamente automatica”.

Ad aiutare gli italiani nell’arduo compito di sfoderare la propria eleganza accorrono in soccorso anche gli esperti di stile con i loro consigli. Indossata in maniera informale, con il nodo allentato, o nella maniera più classica, a completare un outfit elegante, la cravatta si conferma un accessorio irrinunciabile per dare un tocco di stile al proprio look. Un consiglio per gli uomini? Evitate i colori troppo sgargianti perché, attirando eccessivamente l’attenzione, rischierebbero di distogliendo lo sguardo da altri dettagli rilevanti.

Cala di Palermo, il 14 febbraio a San Valentino letture di poesie "AMORE IN SICILIANO" di Sara Favarò per FUIS

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La poesia celebra San Valentino dichiarando il suo amore per il siciliano con un reading, ideato dalla poetessa Sara Favarò nella sua veste di delegato regionale della FUIS (Federazione Unitaria Italiani Scrittori), che si svolgerà alla Real Fonderia alla Cala di Palermo, il 14 febbraio alle ore 16,00.

Sono 38 i poeti che leggeranno le loro poesie, tutte in lingua siciliana. Poeti provenienti da diverse provincie dell’Isola, ma anche da altre regioni italiane, dalla Grecia e dalla Svizzera.
“Amore in siciliano” nel doppio significato di “siciliano” come popolo e “siciliano” come lingua. Poesie di Amore in senso lato, nel nome di un sentimento che ha sempre contraddistinto la Sicilia: Terra di amore, cultura e accoglienza, in netta contrapposizione a facili, abusati e ostili stereotipi, che vorrebbero relegarla al solo fenomeno mafioso. 
Per l’occasione è stata pubblicata una antologia, a cura di Sara Favarò, dove sono presenti tutte le poesie del reading e con la prefazione del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, del Presidente Nazionale della FUIS, Natale Antonio Rossi, e le note del Consigliere Comunale Giulio Cusumano e della curatrice dell’opera.
Alla manifestazione interverranno il Presidente nazionale della FUIS, il Sindaco di Palermo, l’Assessore alla Cultura al Comune di Palermo, Andrea Cusumano, l’avvocato Giulio Cusumano e la curatrice dell'evento e dell'antologia Sara Favarò.
Ospiti della serata saranno i componenti del Gruppo Folk TRINACRIA BEDDA di Monreale e le illustrazioni vincitrici del concorso di "Illustramente 2015": “Nicuzza, la magia dell'amore".
L’evento, sponsorizzato dalla FUIS, ha il gratuito patrocinio del Comune di Palermo.

“Dall’altra parte delle cose” il singolo della cantautrice Giulia Pretelli. L'intervista di Fattitaliani: non mi mancherà mai la voglia di scrivere e cantare

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La cantautrice Giulia Pretelli, interprete nella resident band dell’EdicolaFiore di Fiorello, ospite fissa nel tour di Marco Masini, ha collaborato con grandi artisti della musica italiana da Enrico Ruggeri a Grazia Di Michele. Ora ha pubblicato un nuovo singolo che anticipa il prossimo disco con la produzione artistica di Zibba. “Dall’altra parte delle cose” è una canzone dal ritmo coinvolgente che parla del delicato momento in cui tutti abbiamo bisogno di cambiare per rinascere. 

Un singolo già fuori e un disco in uscita: che feedback hai ricevuto da primo e cosa ti aspetti dal secondo?
Il singolo sta andando bene, abbiamo ricevuto molti commenti positivi che ci hanno fatto piacere. Ero ferma da un po’ di tempo, sicuramente questa “assenza” non gioca a nostro favore, ma spero che il nuovo album possa essere accolto e ascoltato con curiosità.
Fin ora, nel corso della tua carriera, hai avuto modo di collaborare con diverse personalità importanti: Fiorello, Zibba, Masini solo per citarne alcuni. C'è un progetto, o una collaborazione, che ti ha lasciato qualcosa in più rispetto alle altre?
A suo modo ognuno di loro mi ha lasciato (e continua a lasciarmi) tantissime cose. Poter collaborare con artisti così è bello, formativo e importante: basterebbe osservarli mentre fanno il loro lavoro per imparare qualcosa in più ogni giorno. Di tutti, però, porto con me soprattutto la fiducia e la disponibilità che hanno avuto nei miei confronti, accogliendomi senza chiedere niente in cambio.
"Dall'altra parte delle cose"è un singolo che lancia un messaggio molto forte: la possibilità e quasi la necessità di guardare le cose da un altro punto di vista e quindi poter ricominciare, cambiare il corso degli eventi. Come sei arrivata a questa conclusione, qual è il percorso che hai intrapreso?
Ho scritto questa canzone in momento in cui, pur temendo di non riuscire a portare a termine questo progetto, mi sono accorta di avere a disposizione una mano tesa a cui aggrapparmi e la possibilità di osservare tutto da un punto di vista diverso. Ho provato a lasciarmi alle spalle la paura di non essere all’altezza e a descrivere quello che stavo vivendo. Cambiare prospettiva non è stato facile ma è servito… almeno a finire di scrivere questo album!
Com'è stato lavorare con Zibba nell'ambito della produzione del nuovo disco?
È stato molto bello e importante: senza il suo aiuto non sarei riuscita neppure a iniziare questo nuovo lavoro. Zibba ha saputo tirare fuori il meglio dalle mie canzoni, senza stravolgerne mai la natura o il senso. Incontrarlo sulla mia strada è stata una grande fortuna.
Musicalmente anche il solo singolo fa notare la presenza di diverse influenze nel tuo stile. Ti senti di citare qualche artista che ti ha maggiormente influenzato?
I miei ascolti sono sempre stati molto vari, ma se dovessi scegliere alcuni degli artisti a cui sono più legata e che credo mi abbiano influenzato maggiormente citerei i cantautori italiani come Ivano Fossati o Lucio Dalla, ma anche i più giovani Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Daniele Silvestri, Elisa. Tra gli artisti stranieri non potrei non menzionare Sting, Alanis Morissette, Norah Jones.
Cosa ti aspetti, a lungo termine, dal tuo futuro artistico?
Più che cosa mi aspetto, posso dire che spero di poter vivere delle mie canzoni.
Cosa, invece, sai per certo che non mancherà?
Non mancherà la musica e non mancherà la voglia di scrivere, cantare, incontrare nuovi artisti e nuovi amici.
Live, collaborazioni, tour, cosa puoi dirci del tuo prossimo futuro come musicista?
Con l’uscita del disco diventerà tutto più chiaro e definito, anche se non mancheranno i live, in cui cercherò di portare in giro il mio lavoro il più possibile. Mi piace moltissimo collaborare con altri artisti, sicuramente non mancheranno le occasioni per condividere il palco o lo studio con amici e colleghi. Giuseppe Vignanello.
©Riproduzione riservata

Teatro della cometa, dal 22 febbraio al 19 marzo Gennaro Cannavacciuolo è “YVES MONTAND - UN ITALIANO A PARIGI”

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Spettacolo voluto e co-finanziato dal Comune di Monsummano Terme (luogo natio di Yves Montand), nonché sostenuto alla vedova del grande artista, la Sig.ra Carol Amiel, si presenta come undocu-recital”: partendo dagli albori toscani di Yves Montand, si arriva ai trionfi parigini, una vitalunga 70 anni (1921- 1991).
Tutto questo e molto altro è YVES MONTAND - Un italiano a parigi”, scritto, diretto ed interpretato da un sublime Gennaro Cannavacciuolo. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro della cometa dal 22 febbraio al 19 marzo.
Le canzoni più significative dell’artista scandiscono le fasi salienti della sua vita e carriera, costellata da straordinari successi e da importanti impegni politici. Canzoni che hanno fatto storia: Les feuilles mortes, A Paris, Sur le ciel de Paris, C’est si bon, A bicyclette, C’est à l’aube, Jesuis venu à pied, Bella ciao, Mon manège à moi e Paris canaille….
La narrazione è di tipo cronologico e presenta, attraverso le canzoni, i momenti più rilevanti che hanno caratterizzato la vita fuori dal comune di Montand, all’anagrafe Ivo Livi: - Gli esordi: figlio di immigrati poveri, manovale instancabile dall’età di 12 anni che scopre il tuo talento, lo coltiva di notte lavorando di giorno. Inizia nei teatrini della periferia di Marsiglia sino ad approdare all’Olympia di Parigi e successivamente al Metropolitan di New York; - L’amore, ovvero gli incontri sentimentali della sua vita: Edith Piaf, Simone Signoret che sposerà nel 1951 ed a cui resterà legato per 35 anni, Marylin Monroe e Carole Amiel che sposerà e la quale gli regalerà la gioia della paternità; - Il cinema: il periodo di Hollywood, l’incontro con Costa-Gavras;
- Gli incontri con grandi uomini di cultura e politici; Prévert, Picasso, Apollinaire, Kruscev, Kennedy, Tito e Mitterrand.
Di stampo classico e di grande eleganza, la struttura del recital è quella del teatro-canzone dove brevi monologhi, aneddoti, curiosità e note importanti che raccontano la vita di Montand ne introducono le canzoni, il tutto corredato da interessanti effetti-luce. Oltre al pianoforte, Gennaro Cannavacciuolo è accompagnato dalla batteria, dal contrabasso e dal sax-clarino che, in alcuni momenti di grande suggestione, proporrà degli assoli con ritmi swing. Di grande impatto la proposta di tre numeri danzati con le claquette; Fred Astaire è stato un mito per Montand il quale emulava il ballerino americano e creerà il famoso numero Le garçondansant. La scenografia si ispira a quanto inventò Montand negli anni ’50: l’orchestra sul fondo del palcoscenico, in posizione centrale, nascosta da un velatino verde che attraverso un gioco di luci, a seconda delle esigenze, evidenzierà in musicisti e non solo…

Il ricavato dello spettacolo di sabato 4 marzo, ore 21h00, verrà devoluto ai
terremotati di Amatrice, tramite le associazioni sostenitrici, Lions Club Roma
Nomentanum e Internationl Women’s Club of Rome

Gennaro Cannavacciuolo, attore e cantante, ha calcato le scene dei teatri più importanti di Italia ed è stato protagonista di pièces, music-hall e commedie musical che hanno fatto storia. Da un decennio ormai, si è cimentato con successo nel teatro-canzone, proponendo dei suoi recital da one-man-show. Tra le sue ultime creazioni spiccano, per attinenza a questo recital, gli spettacoli
monografici Milly – ritratto di una diva tra guerre, prìncipi, pop e variété e, soprattutto, Volare – omaggio a Domenico Modugno, il quale totalizzerà quest’anno 400 repliche dal 2010. Vi è quindi una logica di continuità nel lavoro di ricerca artistica sul personaggio di Yves Montand che Cannavacciuolo, da anni, ha sempre sentito particolarmente vicino a se, così come sentiva Domenico Modugno e Milly (Carla Mignone). Non sarà forse casuale se, proprio come Montand, Cannavacciuolo è attore e cantante, se danza con le claquette e se è, anch’egli, è reduce da difficilissimi esordi, proveniente da un paesino del sud.
Un’affinità artistica che Cannavacciuolo ha approfondito già da tempo, leggendo le biografie di Montand, studiando il suo percorso canoro, attoriale e di vita ed imparando le sue canzoni, sino al desiderio di creare un recital sul grande artista.
Il dato positivo è che tale desiderio derivante da una mera “affinità elettiva”, artistica, ben si sposa con la ricchezza e complessità della vita di Montand permettendo la messa in scena di uno spettacolo di sicuro interesse.

Durata dello spettacolo: 1h45 incluso l’intervallo
22 febbraio al 19 marzo 2017
Gennaro Cannavacciuolo
YVES MONTAND – UN ITALIano a parigi” recital in due tempi con quartetto, pianoforte, contrabasso, batteria e sax/ contralto
di e con Gennaro Cannavacciuolo
Pianoforte: Dario Pierini - Clarino-sax: Andrea Tardioli - Contrabasso: Flavia Ostini - Batteria: Antonio Donatone
Regia: Gennaro Cannavacciuolo
Aiuto regia: Valeria D’Orazio - Coreografie : Roberto Croce - Scene: Eva Sgrò - Luci: Michele Lavanga - Foto: Marco Salvadori - Fonica: Alfonso D’Emilio
Voci registrate: Patrizia Loreti e Marco Mete - Arrangiamenti: Dario Pierini e Andrea Tardioli - Produzione: Elsinor, Milano

Sito internet Gennaro Cannavacciuolo:
http://www.gennarocannavacciuolo.com/Servizio TG2: https://www.youtube.com/watch?v=CsRydhFVM5wServizio TG Focus: https://www.youtube.com/watch?v=HWMBWo8-xaw

Teatro della Cometa - Via del Teatro Marcello, 4 – 00186
Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00 - Telefono: 06.6784380

Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.

RIDUZIONI PER I LETTORI DI MEDIA&SIPARIO e SALTINARIA

Ambra Jovinelli: Laura Morante dal 23 febbraio al 5 marzo in "LOCANDIERA B&B" di Edoardo Erba

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Laura Morante è la protagonista di uno degli allestimenti più attesi della stagione. Sarà in scena all’ Ambra Jovinellidal 23 febbraio al 5 marzolo spettacoloLOCANDIERA B&Bdi Edoardo Erba, uno studio suLa Locandiera di Carlo Goldoni. In scena con Laura Morante: Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi. La regia è di Roberto Andò.

In un’antica villa che sta per essere trasformata in albergo, Mira si ritrova coinvolta in una strana cena organizzata dal marito con ambigui uomini d’affari. Il marito non si è presentato e tocca a lei gestire una serata di cui non capisce clima e finalità. Il suo unico punto di riferimento, il contabile della società, a metà della cena se ne va senza spiegazioni lasciandola in balia degli ospiti. Finché arriva uno sconosciuto che le chiede una stanza per riposare. I due sembrano irresistibilmente attratti e Mira si appoggia a lui per affrontare una situazione al limite del lecito, mentre via via si aprono squarci inquietanti sulle attività del marito assente. Col procedere della notte, il gioco si fa sempre più pericoloso e ineluttabile. Ma che parte ha Mira? Davvero è così ingenua e sprovveduta come ci ha lasciato credere?

Humor nero, intrighi, crimini, infatuazioni, la commedia di Edoardo Erba, disegnando il sorprendente profilo di Mira, traccia con surreale leggerezza un inedito ritratto dell'Italia di oggi, un Paese amorale, spinto dal desiderio di liberarsi, una volta per tutte, del proprio passato, ingombrante e ambiguo, e ricominciare daccapo.

INTERPRETI e PERSONAGGI

Laura Morante - Mira
Giulia Andò - Orte
Bruno Armando - Albi
Eugenia Costantini - Deja
Vincenzo Ferrera - Brizio
Danilo Nigrelli - Riva
Roberto Salemi - Poli
regia Roberto Andò
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Alessandro Lai
suono Hubert Westkemper
aiuto alla regia Luca Bargagna
TEATRO AMBRA JOVINELLI
Via Guglielmo Pepe, 43 /47 Roma 00185
Spettacoli ore 21.00 –domenica ore 17.00 - lunedì riposo
Info 06 83082620 – 06 83082884Biglietti (compresa prevendita): da € 33,00 a € 17,00
Convenzioni parcheggio in orario spettacolo:Garage Esquilino – via G. Giolitti, 27/A - dal martedì al sabato € 1,50 l’oraParcheggio ES Giolitti Park – via G. Giolitti 267 - tutti i giorni € 1,00 l’oraUfficio promozione tel. 06 88816460www.ambrajovinelli.org



Non chiamatelo uomo. Le “infoibate”: Norma Cossetto, le sorelle Radecchi

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Pur condannando l’orrore - e non potrebbe essere altrimenti - di quanto di inumano e inconcepibile avvenne dal 1943 al ’45 nelle martoriate città agli estremi confini della nostra penisola, vorrei porre l’attenzione ancora una volta su alcune delle figure femminili, vittime tra le vittime.
E non per preferenza sommaria verso un genere, ma per portare a conoscenza alcune delle innumerevoli storie in cui, per la sola colpa di essere donne, si muore più volte; e per dare loro un volto, uno fra le migliaia, restituendo una piccola parte di quella dignità rubata, saccheggiata, depredata, così come lo furono i loro corpi: carne da macello, scettro di un delirio di onnipotenza fallace.
Norma Cossetto di Santa Domenica di Visinada, oggi appartenente alla Croazia. Iscritta ai corsi di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, aderì ai Gruppi universitari fascisti di Pola; anche il padre era un podestà di Visinada. Fu trucidata e infoibata dai partigiani titini, in un’Italia lasciata allo sbando, mentre preparava la tesi di laurea dal titolo “Istria rossa” (colore della bauxite di cui è ricca la terra d’Istria). La sua storia è stata riportata all’attenzione nel 2015 con l’inizio delle riprese del cortometraggio “Rosso Istria”, regia di Antonio Belluco, con Simone Cristicchi che ne ha composto la colonna sonora. Il film verrà girato quasi completamente a Padova.

Norma è una delle tante morti a cui non si riesce a dare una logica spiegazione se non quella di una inutile quanto malvagia crudeltà. La ragazza fu arrestata da partigiani italiani e jugoslavi, il 25 settembre del ’43 insieme ad altri parenti e condotta nell’ex- caserma dei carabinieri di Visignano dove subì un primo interrogatorio. Rifiutò di aderire ai gruppi di partigiani e non volle rinnegare la sua adesione al fascismo. Fu dapprima rilasciata ma il giorno dopo fu arrestata e successivamente, con l’arrivo dei tedeschi in città, trasportata ad Antignana. Fu proprio qui che venne sottoposta a orribili torture e sevizie, stuprata in maniera brutale, legata a un tavolaccio per più giorni. L’episodio fu anche narrato da una testimone oculare pochissimo tempo dopo alla stessa sorella Licia. 

“Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io".
(dal racconto di Licia Cossetto, sorella di Norma)

La notte tra il 4 e il 5 ottobre, i prigionieri, legati con filo di ferro, furono condotti a piedi, fino a Villa Surani e gettati in una delle foibe. Le tre donne presenti nel gruppo prima di essere uccise furono nuovamente violentate, torturate e poi gettate vive nella foiba, profonda 136 metri. Verso la metà di dicembre dello stesso anno, i vigili del fuoco di Pola cominciarono ad estrarre i cadaveri dalla fossa e quello di Norma fu tra i primi ad essere recuperato, essendo quasi in cima alla moltitudine dei corpi ritrovati. Fu una delle ultime vittime e il suo cadavere non era ancora in uno stato di decomposizione avanzato. Le brutalità subite erano sotto gli occhi di tutti; oltre che essere stata oggetto di violenze sessuali ripetute, le erano stati amputati i seni, e le era stato conficcato un oggetto di legno in vagina.
Furono ritenuti responsabili sedici partigiani e arrestati, su denuncia della sorella Licia, ma mi chiedo ancora perché continuino a chiamarli partigiani e non brutali stupratori della peggior specie. Dalle prime ricostruzioni si evince che forse non erano partigiani di Tito ma “cani sciolti” italiani vicino alla Resistenza. 

A scuola, a casa, mi avevano inculcato un’altra idea del partigiano “Oh partigiano portami via…”,  ma forse quella era un’altra storia e questi “tipi” avevano le idee confuse riguardo al concetto di ideale, patria e libertà. Idee confuse a parte, il nemico non può essere una/tre/cento donne inermi, e gli stupri, le sevizie su un corpo femminile nulla hanno a che vedere con la difesa o la conquista di un territorio o di un credo politico. Tornando ai “tipi”, vennero condannati a morte dopo un processo sommario e costretti a vegliare per tutta la notte il corpo straziato della Cossetto, per poi essere fucilati all’alba. Si disse che tre di loro impazzirono nella notte; strano, se si pensa alle efferatezze di cui sono stati capaci senza neanche l’ombra dell’humana pietas. Nel 2005 Norma riceve dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la Medaglia d’oro al merito civile con la testuale motivazione:
“Giovane studentessa Istriana, catturata e imprigionata dai partigiani Slavi, veniva lungamente violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio.”

Altra triste fine fu quella delle tre sorelle Radecchi: Fosca, Caterina e Albina, tutte gettate nelle foibe dopo aver subito le stesse violenze di Norma e di chissà quante altre donne rimaste senza nome. Un triplice omicidio raccapricciante di tre giovanissime innocenti di 16, 19, 21 anni. Lavoravano in una fabbrica di Pola e furono soggette a trattamenti disumani per giorni. Albina era anche prossima a partorire ma non le fu risparmiata nessuna sevizia. Vennero infoibate ancora vive e forse raggiunte dai vari proiettili che venivano scaricati nelle fosse per assicurarsi della morte delle vittime.
A Rosa Petrovic fu riservato un trattamento speciale aggiuntivo, strappandole gli occhi dalle orbite.
Gratuità di un macabro orrore a cui non trovo risposte.

Il parlamento istituisce il giorno della memoria per le vittime delle Foibe a partire dal 2005. Il presidente Ciampi: “Questi drammatici avvenimenti formano parte integrante della nostra vicenda nazionale; devono essere radicati nella nostra memoria; ricordati e spiegati alle nuove generazioni.” Quello delle Foibe è un massacro di cui per quasi 50 anni si è preferito parlare poco, perché i carnefici erano difficilmente identificabili, non facilmente ascrivibili a una esatta fazione politica, (come nel caso di Norma), a una nazione i cui confini venivano completamente ridisegnati. Solo nell’ultimo ventennio si sta restituendo dignità alle tante vittime e ridefinendo i fatti con logicità e trasparenza di contenuti. Tante verità angoscianti sono state riportate nel libro “Una grande tragedia dimenticata – La vera storia delle Foibe” di Giuseppina Mellace, con uno sguardo particolare al sangue femminile versato. Testi a parte, non ci vuol molto a capire che siamo il fallimento più grande di Chi si illuse di crearci a sua immagine e somiglianza. Non chiamatelo Uomo per favore. E’ ancora il tempo del dolore.

Maria Teresa Infante

IFF - INFORMA CON LE FORME: ABBASSO I CANONI ESTETICI - SABATO 18 FEBBRAIO, HOTEL DEGLI ARANCI - ROMA

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“La donna è una meravigliosa armonia tra spigoli del carattere e curve del proprio corpo”. Quasi un mantra da ripetere all’infinito che coniuga la Bellezza con la Buona Salute. E’ il pensiero positivo racchiuso nel titolo del progetto IFF, acronimo dell’hashtag/tormentone #informaconleforme, l’idea del personal trainer Francesco Simone, che dal 2015 ha realizzato un percorso esperienziale da trainer di corsi collettivi e personal trainer.

“Tutto è incominciato quanto ho iniziato ad assistere nella loro preparazione soggetti che avevano subito discriminazione o bodyshaming a causa della conformazione corporea” – spiega l’ideatore – “Ho osservato il loro grave disagio, il loro sentimento di non auto-accettazione del proprio corpo in un ambiente (come quello del centro fitness) in cui viene esaltato e promosso un canone estetico standardizzato che passa per taglie e centimetri”.
IFF intende appunto mettere in ordine in questo sistema così complesso poiché, dicono gli organizzatori – la Salute è elemento fondamentale ed è assai pericoloso puntare la preparazione atletica sul raggiungimento di fattori estetici standardizzati. Bellezza e Benessere devono viaggiare sul medesimo binario, in paralleo, perché la vera Bellezza non ha taglia se è in Salute.
E’dedicato a Tutti, ma in particolare alle donne Curvy questo progetto che coinvolge numerosi professionisti in tutta Italia, creando una community di riferimento. Il trainer 2.0 deve essere capace tecnicamente ed emotivamente. Deve favorire la crescita dell’autostima e dell’accettazione dell’ego corporeo, fattori di primaria importanza in questo contesto. Due le tipologie di servizi: Assistenza One to One (Personal Curvy training) e Assistenza a distanza (Curvy Coaching On line ).  IFF ha l’obiettivo di diffondere un messaggio di salute, indipendentemente da canoni estetici, attraverso un percorso di sana alimentazione e attività fisica strutturata.
Partecipano alla tavola rotonda: Francesco Simone (ideatore del progetto In Forma Con Le Forme), Vito Toraldo (preparatore atletico di StarFit Parioli), Angela Marsocci (medico metabolico e responsabile (scientifica del progetto), Claudia Colucci (curvy model miss #InFormaConLeForme 2016), Marina Brama (nutrizionista di StarFit), Claudia Gerini (attrice), Irene Bozzi (psicoterapeuta), Francesca D'Orio (cosmetic surgery advisor). Modera l’incontro Fanny Cadeo.
Un inno alla vera Bellezza e un messaggio di lotta contro patologie come l’anoressia e bulimia. IFF ha l’ambizione di rappresentare un punto di riferimento finora unico dedicato alle esigenze della donna Curvy e come tale si propone i allargare il suo raggio d’azione sociale come strumento di “Educazione alle Curve”.
 FRANCESCO SIMONE FITNESS COACH

in collaborazione con

TKD STAR FIT
IFF:#INFORMACONLEFORME
Abbasso i Canoni Estetici: la Bellezza non ha taglia se è in Salute

Sabato 18 Febbraio 2017 - ore 10.30
Hotel degli Aranci  
Via Barnaba Oriani 11 (Parioli) - ROMA

intervengono
Francesco Simone - ideatore del progetto In Forma Con Le Forme
Vito Toraldo – preparatore atletico di StarFit Parioli
Angela Marsocci - medico metabolico e responsabile scientifica del progetto
Claudia Colucci - curvy model miss #InFormaConLeForme 2016
Marina Brama - nutrizionista di StarFit
Claudia Gerini– attrice
Irene Bozzi - psicoterapeuta
Francesca D'Orio– cosmetic surgery advisor

modera
Fanny Cadeo
Press Office Emilio Sturla Furnò +39 340 4050400 - info@emiliosturlafurno.it
https://www.facebook.com/InFormaConLeForme/?fref=ts - http://www.vitotoraldo.it/tkdstarfit.html

A TU PER TU CON CLARA MALLEGNI, UN'ARTISTA OLTRE OGNI TEMPO ED OGNI LINEA

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Come definiresti Clara Mallegni?

- una creativa a tutto tondo, che non segue mode ma si esprime con sempre nuove sperimentazioni ovvero con una lettura e interpretazione dei sentimenti e degli accadimenti quotidiani.
 Come ti sei avvicinata all'arte?
- mi sono avvicinata all'arte osservando le esposizioni artistiche dei tanti Maestri che frequentavano soprattutto Pietrasanta, a partire dalla fine degli anni '80.
Cosa e chi influenza la tua arte?
- niente influenza la mia espressività artistica a parte i miei umori.
La tua è un'arte vissuta a tutto tondo...
- sento di appartenere alla poetica di riferimento, ma non solo. La costante della mia ricerca, spazia dal figurativo all'estrazione con molti simboli costantemente presenti.
Le tue prossime mostre?
- le mie prossime mostre? Impossibile un'elencazione; sono davvero tantissime. Ti dirò soltanto che dopo Sanremo, Francoforte, Pietrasanta, Torino... avrò una personale in Regione Toscana presso Palazzo Panciatichi, a Firenze titolata "Sogno di vedere nascere l'alba", presentata, anche in catalogo, da Lodovico Gierut, un grande critico d'arte generoso di consigli.
So dell'apprezzamento di tanti collezionisti, così come alcune opere sono state acquisite da Fondazioni ed Enti, ce n'è una in particolare in qualche spazio importante?
- sono presente, tra l'altro, nel Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi; presso la Fondazione Versiliana; nella collezione dell'Ospedale Pediatrico Apuano di Massa, come in quella del Consolato Italiano a New York. Concludendo, tengo molto a sottolineare il mio inserimento nel Catalogo dell'Arte Moderna n 52 edito da Giorgio Mondadori.


Studio - Via Lungofrigido di Ponente 7 - Marina di Massa- MS Italia    www.claramallegni.com
Info@claramallegni.com
M  +39 393 2816003


"Maggio fiorentino"
Tecnica mista su legno
70x50
Questa opera è pubblicata sul
Catalogo dell'Arte Moderna n52 Mondadori

Laureus World Sports Awards 2017, Bebe Vio "Miglior sportivo dell'anno con disabilità". I vincitori

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MONACO, 14 febbraio 2017 - Alla cerimonia di premiazione dei Laureus Award a Monaco hanno presenziato il Principe Alberto e dalla Principessa Cherlene, assieme ai più grandi nomi dello sport. Alla cerimonia Usain Bolt e Simone Biles hanno conquistato il Laureus Sportsman e Sportswoman of the Year Award, grazie alle straordinarie imprese conseguite nel 2016.
Sono il "Gigante e la bambina" dello sport: Usain è alto 1,95 metri mentre Simone è alta appena 1,45 metri, ma entrambi sono stati dei giganti alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, e oggi, al conferimento delle statutette alla cerimonia dei Laureus World Sports Awards a Monaco, sono stati accolti con grande entusiasmo. Bolt raggiunge così grandi atleti come Roger Federer, Serena Williams e Kelly Slater tra i vincitori di quattro Laureus Award. Altri tre atleti che si sono aggiudicati un riconoscimento provengono dalle Olimpiadi e dalle Paralimpiadi di Rio: Michael Phelps, l'atleta olimpico più medagliato di tutti i tempi, si è aggiudicato il Comeback of the Year Award per avere vinto altri cinque ori in seguito al suo rientro nel nuoto; l'italiana Beatrice Vio, unica schermitrice internazionale su sedia a rotelle amputata a tutti e quattro gli arti, si è aggiudicata il Disability Award, e la Squadra olimpica dei rifugiati, capitanata da Tegla Loroupe, ha conquistato il Laureus Sport for Good Award for Sporting Inspiration. Il prestigioso Laureus Sport for Good Award, vinto da un'organizzazione o da una persona che, a discrezione dei membri della Laureus World Sports Academy, ha impiegato il potere dello sport per combattere la violenza, la discriminazione e la disuguaglianza, è stato conferito a Waves for Change.
Il progetto sudafricano impiega il surf per aiutare i giovani con vulnerabilità che risiedono nelle comunità più violente del Sud Africa. Dopo avere concluso il Campionato del Mondo di F1 al secondo posto, alle spalle del suo compagno di squadra di AMG Petronas Lewis Hamilton nel 2014 e 2015, il tedesco Nico Rosberg è riuscito finalmente a conquistare il suo primo titolo mondiale, vincendo così il Laureus Breakthrough of the Year Award. Lo sport britannico si è aggiudicato due riconoscimenti: Rachel Atherton, la più grande biker del downhill, ha vinto l'Action Sportsperson of the Year Award, mentre il Leicester City, ha vinto uno speciale Laureus Spirit of Sport Award a riconoscimento della vittoria conseguita nella Premier League inglese in qualità di outsider a 5.000-1. Un'altra impresa storica è stata conseguita dai Chicago Cubs, che hanno di nuovo vinto le World Series della Major League di baseball dopo 108 anni. Questa impresa è valsa loro il riconoscimento Laureus Team of the Year. Per la prima volta in assoluto, i fan sportivi di tutto il mondo hanno votato il vincitore del nuovo Best Sporting Moment of the Year Award. Il riconoscimento, che incarna il vero potere e la vera magia dello sport, ha guardato oltre i titoli dei giornali e ha premiato fair play, emozioni e sportività del 2016. È stato conferito alla Squadra del Barcelona Under 12 per l'umanità e il calore dimostrato nei confronti della squadra giapponese da loro sconfitta.


Peppe Zambito, il 26 febbraio a Milano presentazione de "La doglia muta": tra parole e canti popolari l’anima della Sicilia. La città meneghina incontra l’autore agrigentino

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Appuntamento presso “La fabbrica dell’animazione” in via San Maurilio 8 a Milano, a due passi dal Duomo,  26 febbraio alle ore 18.00, le Compagnie Malviste propongono un incontro con l’autore agrigentino Peppe Zambito che presenta il suo ultimo romanzo:  “La doglia muta” (188 pp. Carlo Saladino Editore).  
È il racconto  di uomini e donne  che gli eventi storici del ‘900 sfiorano appena, in uno scorrere lento degli avvenimenti, tra schemi sociali e pregiudizi. Una donna, Gelsomina, tra tenerezza e soprusi  riesce con la forza dell’amore a riscattare se stessa e una verità artefatta, in un mondo ad esclusivo appannaggio degli uomini.
“Racconto una Sicilia - afferma Zambito -  che non ama cambiare, che si abbandona tra le braccia dei suoi mali, con la necessità di un padrone da combattere e a cui al contempo affidarsi, dove il semplice desiderio sembra appagare l’ambizione di modificare il corso delle cose.  Una  terra – continua l’autore - che  sfugge dall’idea  di libertà, di responsabilità, di autodeterminazione, con un rapporto ancora irrisolto con lo Stato e la strisciante e comoda idea di rimanere sudditi e non cittadini”. 
Dalla prefazione di Daniela Gambino: Il romanzo di Zambito, che si rivela un autore attento a sondare le passioni che si muovono nell’ombra, è intriso di sensualità e mistero e procede quasi come un giallo. La Sicilia è un posto dove le cose si mettono al mondo, perché conosce il dolore dell’esclusione e della dominazione. L’urlo soppresso di una doglia - il più potente dei dolori conosciuti - che crea la vita. “” 
Oltre a Peppe Zambito, autore e direttore artistico di “KAOS - Festival dell’editoria, della legalità e dell’identità siciliana”, l’evento sarà arricchito dalla partecipazione straordinaria del gruppo "Zabara" attori e musicisti di Campobello di Licata capitanata da Tano Avanzato che con esibizioni tra teatro musica e poesia ha portato in giro in Italia e in Europa  l'immenso patrimonio della musica popolare Siciliana.
Per informazioni:
info@malviste.com
tel. 3474304538 - 3409550146

I migliori brand del mondo Beauty su Facebook e Instagram

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Come si comportano i brand di beauty e make up sui social network? E quali sono le strategie di beauty marketing che adottano per approcciarsi ai consumatori online? A queste domande ha risposto l’indagine Top Brands di Blogmeter che in questa edizione – l’analisi risale allo scorso gennaio - ha monitorato il comportamento su Facebook e Instagram dei brand e dei retailer appartenenti al mondo beauty che scrivono in lingua italiana.

Il mondo Beauty su Facebook

Per quanto riguarda Facebook, le strategie di social media marketing adottate dai brand puntano principalmente a fidelizzare i clienti esistenti, ma anche ad attrarne di nuovi: lo si evince dalle frequentissime iniziative a base di promozioni e scontistiche che vengono attivate sul social di Zuckerberg. A svettare nella classifica relativa al total engagement è la pagina italiana del brand americano Avon che, con una media di 1,5 post al giorno e uno stile comunicativo sobrio ed elegante, conquista quasi 51 mila interazioni. Con una manciata di interazioni in meno, segue al secondo posto l’italiana Bottega Verde che pubblica sulla sua pagina diversi post promozionali, che catturano l’interesse di un numero molto elevato di utenti. Saltando una posizione della classifica, troviamo al quarto posto la francese Yves Rocher che a gennaio colleziona un boom di interazioni con il post promozionale di San Valentino. Chiude la Top 5 dell’engagement la linea di prodotti professionali per capelli Nashi Argan, che mediante il suo progetto #nashilovers è riuscita a creare un grande interesse attorno al brand. Per quanto riguarda invece i nuovi fan, la pagina più performante di gennaio è quella di Pupa, terza tra l’altro nella classifica dell’engagement. Il brand milanese accresce costantemente la propria fan-base durante il mese di gennaio e tra l’altro pubblica uno dei post più coinvolgenti della nostra analisi con ben 23 mila interazioni (aggiornate al 31 gennaio). Secondo posto per il brand Rilastil che coinvolge con post promozionali, soprattutto di prodotti per la montagna, mentre la medaglia d’argento va alla catena Limoni Profumerie. In quarta posizione troviamo Wycon Cosmetics  il brand italiano che offre a tutte le donne la possibilità di acquistare collezioni di Make Up, Skin e Body Care Made in ITALY a prezzi accessibili e che sulla sua pagina Facebook pubblica tantissime offerte e promozioni. A completare la Top 5 dei nuovi fan è il brand francese Cotril, il cui grande successo è legato in parte alla partnership con Belen Rodriguez, la quale nel 2015 ha inaugurato il suo nuovo salone di bellezza Cotril a Milano.

Il mondo Beauty su Instagram

Se su Facebook i brand puntano su promozioni e scontistiche per fidelizzare i clienti, su Instagram le strategie sono maggiormente improntate al coinvolgimento diretto dei propri follower, invitati dai brand a pubblicare selfie e foto con i loro prodotti, mediante l’utilizzo di hashtag ad hoc.  Instagram è inoltre il luogo in cui maggiormente i brand beauty si affidano a social influencer per promuovere i propri prodotti e la propria vision. Ma vediamo alcuni esempi. Il profilo più coinvolgente in assoluto su Instagram è Nyx Professional, il brand del gruppo L’Oréal sbarcato in Italia alla fine del 2015, che a gennaio conquista ben 169 mila interazioni anche grazie al coinvolgimento per l’appunto di social influencer del calibro di Ellarie (1,1 milioni di follower). Passando direttamente alla terza posizione troviamo il già citato Wycon, il brand di cosmetici low-cost made in Italy, che proprio qualche giorno fa ha lanciato la prima collezione make-up vegana. Grazie all’iniziativa #WYCONlovesyou, che invita gli utenti a condividere selfie con i propri prodotti, ottiene numerosissime interazioni. Il quarto profilo più coinvolgente è Mulac Cosmetics, linea di prodotti cruelty-free fondata dalla famosa beauty blogger La Cindina, che appassiona gli utenti con l’hashtag #showyourart. Completa la Top 5 dell’engagement di Instagram, Pupa Milano, che condivide foto postate dalle utenti, famose e non. Analizzando le performance dei brand in ottica di follower-base, il migliore in assoluto è il profilo di Sephora, che coinvolge con un piano editoriale che  fatto di immagini accurate e testi accattivanti. I n particolare a generare un boom di interazioni a gennaio è stato l’evento #SephoraLovesKatVonD durante il quale la modella e tatuatrice messicana Kat Von D, amatissima sui social, ha annunciato l’arrivo in Italia della sua linea di make-up per Sephora ad aprile. Il secondo profilo che ha accresciuto maggiormente gli utenti è Nyx Professional, seguito a stretto giro dal profilo italiano Benefit Cosmetics il brand americano di cosmesi conosciuto soprattutto per il suo packaging coloratissimo. Alle ultime due posizioni della classifica per new followers, troviamo infine i già citati Wycon e Pupa Milano

Teatro Nino Manfredi, dal 21 febbraio al 5 marzo "Certe Notti" di Antonio Grosso

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Dopo il successo al Teatro Ghione, dal 21 febbraio al 5 marzo al Teatro Nino Manfedi di Ostia è in scena Certe Notti. Lo spettacolo di Antonio Grosso è diretto da Giuseppe Miale Di Mauro. Sul palco insieme allo stesso autore anche Rocio Munoz Morales, Ciro Scalera, Antonello Pascale Ariele Vincenti, Federica Carruba Toscano.


Certe notti è un titolo aperto per uno spettacolo aperto a voli pindarici che le parole di Grosso riconducono immediatamente a una realtà fatta di corpi, anime e sentimenti. Il tono brillante, i tratti dei personaggi, i loro rapporti, le loro storie che s‘intrecciano in vari modi, le risate, le riflessioni, l’ironia, la cattiveria, sono la vita che pulsa nel testo di Grosso. Quella vita che in certe notti sembra non riuscire ad arrivare all’alba. L’alba di un esame che certe vite sembrano non riuscire a superare.
Cinque universitari condividono gli spazi della Casa dello Studente e vivono in quel limbo che separa il giovane dall’adulto. Alle prese con i loro problemi esistenziali e un futuro dalle tinte troppo sbiadite per essere visto con ottimismo. Il tutto sempre coronato da una patina d’ironia che attraversa come un filo rosso tutto lo spettacolo. E poi c’è un professore infame, autoritario e cinico, simbolo di una società che abusa il potere e chiude le porte in faccia ai giovani al grido di: “Qui comando io e tu non sei nessuno!”.

Ma arriverà prima o poi un terremoto stravolgerà le cose, un terremoto che quelli come il professore hanno provocato con la loro spocchia, con la loro imprudenza, con la loro ignoranza. Un terremoto che il testo di Grosso fa sentire nell’aria da subito e fa intuire al più sgangherato del gruppo, un giovane autistico che i ragazzi troppo presi da loro stessi, dalle loro problematiche, non sanno ascoltare. E solo allora ci sarà la resa dei conti, perché si sa che i conti si fanno alla fine, ma questa è una fine che sa tanto di nuovo inizio. Queste, sono certe notti in cui l’alba arriva a rischiarare un nuovo giorno.

Al di là delle risate, tante, la lettura di questo testo ha degli spunti esistenzialisti notevoli: l’università come simbolo di una generazione bloccata, che fatica a superare l’esame della vita, e resta inchiodata in certe notti insonni che sembrano non finire mai. C’è l’impressione che Grosso abbia voluto costruire all’interno della Casa dello Studente un microcosmo, che è la società in cui viviamo, fatto di rabbia, amore, speranze, paure, in cui tutti i personaggi cercano goffamente di trovare il proprio postoE magari, solo un terremoto, che per tutti è simbolo di paura e catastrofe, potrà rimescolare le carte e ricominciare il gioco della vita.
Giuseppe Miale di Mauro
Teatro Nino Manfredi
via dei Pallottini 10 – Ostia Lido
dal 21 Febbraio al 5 marzo 2017
21, 22, 23, 24, 25, 28 febbraio, 2, 3 marzo ore 21.00
26 febbraio, 1, 5 marzo ore 17.30
4 marzo ore 17.30 e 21.00
Per info e prenotaizoni: 06 56 32 48 49
Biglietti: Platea: Intero 24.00, Ridotto 21.00 - Galleria: Intero 21.00; Ridotto 18.00
Ufficio stampa Teatro Nino Manfredi
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