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Teatro Lo Spazio, DAL 7 AL 12 FEBBRAIO "FUMO" scritto e diretto da Massimiliano Aceti

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"Fumo" pone lo spettatore davanti ad un quesito: "Se avessi solo un mese di vita, cosa farei?"

E' la storia di sette ragazzi alla soglia dei trenta anni, ex compagni dell'accademia di teatro, che si trovano faccia a faccia con la Morte.
Lo spettacolo si apre con la festa dei trenta anni di Marco. Accanto a lui ci sono i suoi sei amici più cari (Malvina, Federico, Chiara, Alessandro, Cristina e Matteo). Sembra essere una serata come tante; una serata di giovani attori eternamente adolescenti, disoccupati che bevono e recitano la loro "parte" nel gruppo.
Marco spiazza tutti con una rivelazione: ha un cancro ai polmoni e gli restano pochi mesi di vita.
In un clima di sgomento e tristezza, Marco chiede agli amici, come ultimo desiderio, di aiutarlo a costruire una barca per portarla al largo nel mare.
Tutti e sei accettano di partecipare a questa impresa bizzarra, senza sapere che la costruzione di questa barca (che avverrà in scena) , come lo scoperchiamento del vaso di Pandora, li porterà a mostrare la parte più intima e nascosta che hanno dentro.
Tra decine e decine di sigarette, la scoperta di se stessi e delle proprie debolezze, la coscienza emotiva sopita dei sette, come l'eruzione di un vulcano, mette a tacere la parte razionale e viziata tipica dei loro trent'anni.
Cristina scopre di essere incinta di Marco ma, essendo lei impegnata in un'altra relazione, decide di non tenere il bambino.
Chiara, segretamente innamorata di Marco, scopre che Cristina ha abortito e aiutata da Alessandro, la picchia fino a farla finire in ospedale. Matteo scopre il coinvolgimento di Alessandro nell'aggressione ma non parla in cambio di una notte d'amore con lui.
Malvina, la migliore amica di Marco, cerca di superare il suo razzismo e i suoi pregiudizi nei confronti di Federico,rumeno, per paura di rimanere sola.
Federico trova il coraggio che ha sempre cercato.
Marco, come muto osservatore, assiste a tutto questo finché, davanti alla barca ormai completata e calata nel mare, capisce chi può realmente salire sulla sua barca e chi dovrà rimanere a terra.
DAL 7 AL 12 FEBBRAIO
dal martedì al sabato ore 20.30
domenica ore 17.00
FUMO
scritto e diretto da Massimiliano Aceti
con:
Marco Feroci
Malvina Ruggiano
Alice Ferranti
Chiara Mancuso
Daniele Aureli
Fausto Romano
Massimiliano Aceti



Biglietto intero 13 euro
Biglietto ridotto 10 euro
Tessera semestrale 3 euro


 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it


Teatro L'aura, Luciana Frazzetto torna in scena dal 9 al 12 febbraio "Nei panni di una donna?"

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Torna al Teatro L'Aura l'esplosiva Luciana Frazzetto, versatile attrice che, dopo il successo del suo monologo-cult E se il sesso si è depresso?, sale nuovamente, sul palco del Teatro diretto da Laura Monaco, con un suo nuovo esilarante monologo Nei panni di una donna? scritto a quattro mani con Riccardo Graziosi. Uno spaccato di vita che accomuna un po’ tutti noi.
 La protagonista è una sarta che tra un orlo e una cerniera,  un marito, due figli e un cane,  racconta tutto quello che può avvenire  in una famiglia normale, ad una donna normale, parlando di figli, di sesso, di internet, di Facebook, di vacanze, di suocere, di tutti quelli che se non chattano sembrano morti.
Uno spettacolo che abbraccia un po' tutte le nostre storie. Si parla in maniera divertente di tematiche quotidiane viste da una donna che lavora a casa, proprio come la protagonista, ma con un finale a sorpresa.
Un racconto semplice e attuale dove ciascuno ci si può ritrovare. Un monologo che mette in scena la quotidianità della vita con le sue manie, le sue abitudini, i suoi difetti.

NEI PANNI DI UNA DONNA?
monologo comico di Luciana Frazzetto e Riccardo Graziosi
regia Massimo Milazzo
Si ringrazia Gianni Quinto per la cortese collaborazione
Teatro L'aura
vicolo di Pietra Papa, 64 (angolo Via Blaserna, 37)
dal 9 al 12 febbraio  2017
dal giovedì al sabato alle ore 21.00 domenica alle ore 18.00
Biglietti Intero 13.00 + 2.00 (tessera associativa)
Ridotto 10.00 + 2.00 (tessera associativa)
Info e prenotazioni 0683777148  oppure nuovoteatrolaura@gmail.com

TENDENZA,il 2017 sarà l'anno dell'African Style: dalla moda al food, fino ad arredamento e design

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Gli inconfondibili colori della selvaggia savana, le linee ispirate all’arte e ai manufatti delle tribù Masai, il sapore delle spezie del continente nero e la forza di una cultura plurimillenaria.
Ecco gli elementi che, secondo il parere delle più importanti testate a livello mondiale, la faranno da padrone nel mondo della moda, del design, della cucina e della cultura più in generale nel corso del 2017. La diffusione della tendenza “African Style” è rafforzata da un continuo sviluppo socio-economico del continente africano, testimoniato non solo dai dati economici, ma anche da quelli legati al turismo, sintomo di una crescente influenza esercitata su milioni di persone che ogni anno visitano l’Africa. Su The Economist, l’economista Simon Baptis ha inserito Costa d’Avorio, Tanzania, Kenya e Rwanda tra le economie che cresceranno di più durante il 2017. Inoltre l’Organizzazione Mondiale del Turismo UNWTO ha certificato un aumento dell’8% nel 2016 del turismo in Africa, come riportato da The Herald Zimbabwe e News Ghana e, come se non bastasse, la Coppa d’Africa, che si sta tenendo in Gabon, sta monopolizzando l’attenzione dei media sportivi.

É quanto emerge da un monitoraggio condotto da Espresso Communication per Thomas Sabo su oltre 60 testate internazionali, dedicate a lifestyle, attualità e tendenze nei campi della moda, del design e della cucina, oltre che su un panel di 20 esperti nel campo dello stile e trend-setter, per capire quale sarà la tendenza che contraddistinguerà la società nel corso del nuovo anno.

“Soprattutto quest’anno, i motivi etnici sono molto popolari in tutto il mondo, segno che le influenze provenienti da differenti culture vengono più e più volte mixate. – spiega il direttore creativo della maison di gioielli Thomas Sabo Susanne Kölbli – E non solo per quanto riguarda la moda ma anche l’arredamento, realizzato in stile africano con fibre naturali e legno. La nostra nuova serie Africa, protagonista della collezione P/E 2017, si ispira ai colori, modelli e simboli del continente africano e allo stesso tempo sviluppa ulteriormente i codici di design tipici. Il risultato è una veste grafica che si distingue molto, catturando per la prima volta la bellezza del continente africano, sia in termini di cultura che di stile”.

Se questo vale per il design dei nuovi gioielli, lo stesso si può dire per la moda che determina il look delle star, che sempre più spesso scelgono, per gli appuntamenti mondani, accessori, abiti, linee e colori ispirati all’African Style. Basti pensare alla celebre cantante Beyonce Knowles che, come segnalato dalla testata statunitense Chron.com, sul proprio profilo Instagram si è fatta immortalare con il marito Jay Z mentre indossa un abito tipicamente africano. Stesso discorso per altre regine del mondo dello spettacolo come Rihanna, Alicia Keys, Gwen Stefani, che in passato hanno indossato abiti tipicamente ispirati alle linee etniche tribali, ma anche la ex first lady Michelle Obama e l’attrice Kerry Washington, protagonista di “Scandal” e “Django Unchained”.
                                                                                                                               
Anche le più prestigiose testate americane hanno individuato questa tendenza nel mondo della moda, come ad esempio Vogue.com, che ha dedicato un’ampia intervista a una fashion designer londinese molto influente su Instagram proveniente dal Ghana, ovvero Lucy Adjoa Armah. Il portale online del New York Times ha infine dedicato recentemente un focus sui tessuti tipici della moda africana e sui messaggi socio-politici che questi portano con sé, ed un ampio articolo riguardante il volume “African Catwalk” del foto-giornalista svedese Per-Anders Pettersson, che ha seguito per 5 anni la scena fashion sub-sahariana in giro per il mondo.

Addirittura su Forbes l’esperto di stile Jonathon Keats associa il gusto per l’estetica africana al “nuovo look della globalizzazione”, specificando che “oggi, designer europei come Valentino e Prada utilizzano il rinnovato gusto per lo stile africano come scorciatoia verso la tendenza all’africanismo, testimoniata da una mostra al Philadelphia Museum of Art”. Una tendenza sempre più influente nel mondo dello stile, sottolineata anche dal crescente successo a livello mediatico dell’annuale Africa Fashion Week London seguita con attenzione da The Guardian e BBC.

L’influenza dell’African Style, come anticipato, non si limita solo alla sfera fashion ma abbraccia anche il food e l’arredamento. Se tra le stelle della cucina britannica il The Guardian pone la chef nigeriana Lopé Ariyo, che secondo i critici gastronomici della testata sta cambiando il modo di vedere il cibo africano oltre la Manica, negli Stati Uniti la National Restaurant Association, come riportato da Delawareonline.com, ha stabilito dopo un’approfondita indagine che tra i food-trend del 2017 proprio i sapori etnici, tra cui quelli di origine africana.

Ma non è tutto. Anche nell’arredamento di interni la parola d’ordine per il 2017 “Afro Chic”. Un nuovo modo di concepire l’interior design, che si sviluppa mescolando gli stili tribali e le tradizioni occidentali, utilizzando materiali, colori e forme tipiche dell’Africa più autentica, con maschere, vasi, stampe tribali, motivi animalier che nei prossimi mesi vestiranno i complementi d’arredo. Un trend riportato sia da Vogue.com che dal Times sul proprio sito.

Opera Anversa, Nicola Alaimo è un impeccabile "Simon Boccanegra". L'intervista di Fattitaliani

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Guarda l'intervista a Nicola Alaimo. L'opera di Giuseppe Verdi "Simon Boccanegra" ha debuttato ieri sera con grande successo ad Anversa (dove resterà in scena fino al 21 febbraio e poi a Gent dal 1° al 9 marzo).
Questa volta al centro della vicenda non c'è un amore sfortunato, vicende familiari sfortunate o la ricerca della libertà e del benessere da parte di un popolo. O per meglio dire, questi elementi ci sono tutti ma riordinati gerarchicamente nella loro importanza e funzionali a risaltare il personaggio del titolo "Simon Boccanegra".
Boccanegra, 2015, 200,5 x 250,5 cm © Koen van den Broek
Il protagonista è il baritono e l'antagonista non è il tenore (l'innamorato giovane e romantico) bensì il basso, mentre la donna contesa non è l'amante, bensì la figlia dell'uno (Simone) e la nipote dell'altro (Fiesco).
Fattitaliani ha incontrato e intervistato Nicola Alaimo che con la sua voce calda e limpida ha impeccabilmente vestito i panni del protagonista.

Cristina Chiperi, esce “Starlight” l’atteso romanzo della giovane scrittrice nata dal web

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Esce oggi “Starlight” l’atteso romanzo di Cristina Chiperi, giovane scrittrice nata dal web (Garzanti editore). A soli 18 anni è già un fenomeno editoriale, i suoi precedenti lavori sono stati in vetta alle classifiche dei libri più venduti per settimane.

Cristina incontrarà il pubblico e firmerà le copie del suo libro in giro per l’Italia a partire da Padova, sabato 11 febbraio alla libreria Ubik alle ore 17:00 e a Milano, domenica 12 febbraio alla libreria Mondadori in Duomo sempre alle ore 17:00.

I corridoi dell’università sembrano infiniti, soprattutto per una matricola come Daisy. Tutto è nuovo ed entusiasmante per lei.
Non riesce a immaginare un periodo più sereno della sua vita, fino a quando in quegli stessi corridoi incontra due occhi che avrebbe preferito non rivedere. Appartengono a Ethan, il suo migliore amico quando aveva dodici anni. Dietro quel ciuffo ribelle, Daisy riconosce il ragazzino timido e misterioso che l’aveva conquistata con le sue storie sul cielo e le costellazioni, soprattutto quelle stelle binarie che viste dall’occhio umano sembrano una sola, ma in realtà sono due e sono inseparabili. Ruotano sempre insieme nonostante tutto, qualunque cosa succeda. Così erano lei e Ethan. Poi tutto è cambiato. Perché lui ha tradito la sua fiducia e Daisy non crede che possa più esistere un legame così forte. Non crede più nella magia delle stelle. Lei crede nel fascino delle parole e dei ragionamenti. Non potrebbero essere più diversi di così, lei persa tra gli insegnamenti dei suoi amati filosofi e lui nelle formule astronomiche. Parlano due lingue differenti ormai.

Eppure rincontrarlo dopo tanto tempo le fa provare emozioni forti e contrastanti. Daisy deve scegliere tra perdonare e ricordare. Il primo istinto è quello di fuggire. Perché la luce delle stelle a volte può abbagliare. Ma stelle binarie si nasce, e non si può fare nulla per cambiare il destino. C’è sempre una forza che ti riporta indietro. Il tuo posto è lì, per sempre.



Cristina Chiperi ha solo diciotto anni ma è già un fenomeno editoriale senza paragoni. È l’autrice italiana più amata di Wattpad con oltre 20 milioni di visualizzazioni. I suoi libri della serie My dilemma is you sono stati per mesi in vetta alle classifiche. La stampa più prestigiosa e i principali programmi televisivi di cultura hanno parlato di lei. Le migliaia di suoi fan sui social media la adorano e chiedono senza sosta sue nuove storie. Ed ecco Starlight, il primo romanzo di una nuova imperdibile serie. La storia di un’amicizia che sembrava infinita. La storia di una promessa tradita che cambia tutto. La storia di una scelta che ricuce le ferite dell’anima. Perché anche le stelle possono perdersi, ma nessuno cielo è mai così infinito da non farle rincontrare.

Teatro Brancaccino, 9-12 febbraio Carlo Vanoni in "L’ARTE È UNA CARAMELLA un viaggio nella Storia dell'Arte"

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“Molti anni fa mi capitò di vedere un mucchio di caramelle esposto in un museo d’arte contemporanea. Non capendo mi domandai: perché un mucchio di caramelle è un’opera d’arte? Per scoprirlo, ho incominciato un lungo viaggio attraverso la Storia dell’Arte.” Carlo Vanoni

Che rapporto c'è tra Raffaello e il "taglio" di Fontana? Perché "l'orinatoio" di Marcel Duchamp è considerato una scultura? Come possono dialogare Leonardo da Vinci e Andy Warhol? Una entusiasmante cavalcata attraverso 500 anni di storia dell’arte che si conclude davanti a 79 kg di caramelle colorate ammucchiate nell’angolo di un museo. È arte anche questa?
Uno spettacolo divertente, interessante, emozionante e tutto da gustare!

Carlo Vanoni, dopo la laurea in Sociologia studia Conservazione dei beni culturali all’università Ca’ Foscari di Venezia. Da vent’anni si dedica al mondo dell’arte contemporanea, come consulente di varie gallerie d’arte e curatore di mostre. Si dedica anche a cicli di conferenze al fine di rendere i linguaggi contemporanei accessibili a tutti.

Gian Marco Montesano, artista, nel 1978 sconfina dalle Arti Visive verso il Teatro fondando (con Giulia Basel e Massimo Vellaccio) la Compagnia FLORIAN oggi Florian Metateatro - Centro di Produzione con sede a Pescara. Montesano è autore e regista (vincitore nel 1982 del Premio Flaiano all’autore).

Luca Berta, ex ricercatore precario all’università. Ha scritto una raccolta di racconti (Imitazioni della vita, Sironi 2006) e tre libri di filosofia (L’ultimo è Dai neuroni alle parole, Mimesis 2010). Attualmente si occupa di marketing e arte contemporanea.

Una piccola lezione di Storia dell’Arte, tanto sintetica quanto ricca di sorprese, con un finale commovente che illustra l’opera di Felix Gonzales Torres.
Franco Cordelli, Corriere della Sera
“La caramella” di Vanoni è una luccicante pillola ad azione rapida e altissima digeribilità che migliora in modo esponenziale la nostra capacità di comprendere e amare l’arte. Consigliata ad ogni età, ha l’unico effetto collaterale di creare una assoluta e incancellabile dipendenza dalla materia in oggetto.
Mogol
“L’arte è una caramella” è lo spettacolo sull’arte più bello che abbia mai visto. Certo, è anche l’unico che io abbia mai visto, ma non stiamo a guardare il capello.
Giorgio Gherarducci, Gialappa’s Band

9– 12 febbraio 2017
dal giovedì al sabato ore 20; domenica ore 18

nell’ambito della rassegna Spazio del Racconto

Florian Metateatro - Centro di produzione teatrale

L’ARTE È UNA CARAMELLA
un viaggio nella Storia dell'Arte

a solo di e con Carlo Vanoni, drammaturgia e regia Gian Marco Montesano
Collaborazione al testo Luca Berta
Scena Carlo Vanoni e Gian Marco Montesano
Luci/audio Antonio Stella, Umberto Marchesani
Voci fuori campo Giulia Basel, Massimo Vellaccio, Umberto Marchesani, Maresa Guerra, Luigia Tamburro, Emiliano Furlani
Fotografia Francesca Ripamonti
Ringraziamo Claudio, Ercole, Erika, Ivano, Marina, Paolo, Giorgio
Cura Giulia Basel
Organizzazione Ilaria Palmisano
www.florianteatro.com

BRANCACCINO
Via Mecenate 2, Roma - www.teatrobrancaccio.it

Biglietto: intero15,50 €; ridotto 11,50 €
Card open 5 ingressi 55 €

BOTTEGHINO DEL TEATRO BRANCACCIO Via Merulana, 244 | tel 06 80687231 | botteghino@teatrobrancaccio.it

UFFICIO PROMOZIONE tel 06 80687232 | promozione@teatrobrancaccio.it

Maestro Gianfranco Plenizio, morto a 76 anni il compositore e direttore d’orchestra di indimenticabili colonne sonore, da Fellini a Monicelli

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Si è spento oggi 7 febbraio a Roma Gianfranco Plenizio, compositore, pianista, direttore d’orchestra, musicologo, grande conoscitore della romanza italiana.

Si è dedicato alla musica per film collaborando con molti prestigiosi cineasti: da Billy Wilder a Federico Fellini, da Mario Monicelli a Luigi Comencini, da Pietro Germi a Ermanno Olmi, da Luigi Magni a Marco Bellocchio, da Francesco Rosi a Ettore Scola, da Elio Petri a Brian De Palma. Ha diretto le orchestre di pietre miliari del cinema come “La città delle donne”, “Le avventure di Pinocchio”, “Cristo si è fermato a Eboli”, “Zanna bianca”, “Rugantino”, “Nel nome del padre”, “Nell’anno del signore”, “Alfredo Alfredo”, “Amici miei”, “Un borghese piccolo piccolo”, “Cantando dietro i paraventi”, “Dramma della gelosia”, “Zorro”, “Il Mondo nuovo”, “Il corsaro nero”… È stato anche compositore di musiche indimenticabili come quelle del film di Fellini “E la nave va”, per cui ha ricevuto il Premio Siae.
Nato a S. Lorenzo di Sedegliano, Udine, il 10 gennaio del ’41, ha studiato il pianoforte e la composizione con Enrico De Angelis Valentini  e direzione d’orchestra con Franco Ferrara e Zoltan Pesko. Inizia una brillante carriera pianistica sia come solista che in complessi cameristici, per poi dedicarsi alla Plenizio 2direzione d’orchestra: il suo debutto è a soli venticinque anni dirigendo il “Barbiere di Siviglia” di Rossini. Per poi girare in tutto il mondo dirigendo le orchestre più prestigiose, da Santa Cecilia alla LondonSymphony, dalla Rai di Roma e Torino all’Orchestra Filarmonica Ceca, dall’Orquesta Nacional de España all’Orchestre de Genève, etc.. Come pianista o direttore ha inciso per RCA, Ricordi, Fonit-Cetra, Sampaolo, Frequenz, Musikstrasse.
È autore di numerose composizioni per vari organici: la sua “Suite africana” per due flauti e pianoforte è stata eseguita in tutto il mondo fra cui la Carnegie Hall di New York. L’Opera-balletto scritta per il film muto “Faust” di Murnau è stata portata dai Solisti Aquilani in diverse città italiane con grande successo.
Come musicologo, si è dedicato con passione alla ricerca e alla riscoperta del negletto repertorio della vocalità cameristica dell’Ottocento italiano, e ha collezionato migliaia di documenti musicali, il più grande archivio al mondo di romanze italiane. Nato come un hobby, il suo interesse ha prodotto libri, saggi e l’incisione di numerosi CD, tra cui “Musica proibita” dedicata al filone amoroso ed erotico della romanza da salotto.
È autore anche di saggi e libri musicali come “Musica per film. Profilo di un mestiere”, “Lo core sperduto. La tradizione musicale napoletana e la canzone” e “Bizzarrie musicali. Incidenti e accidenti della musica”.
Esploratore curioso e disincantato della vita, è stato anche uno dei massimi esperti mondiali di sigari avana (ai quali ha dedicato un paio di volumi, “Avana nel corazón”, “Puro habano. Dialoghi puristi”) e un grande conoscitore di vini, per i quali ha sempre cercato il giusto abbinamento musicale.

La camera ardente per salutare il Maestro Plenizio sarà aperta domani
Mercoledì 8 febbraio dalle 10.00 alle 16.00 all’ospedale Sant’Andrea di Roma.

Filmografia essenziale (su più di 250 titoli)

Direzione d'orchestra

·         Il richiamo della foresta, regia di Ken Annakin (1972)
·         Opera, regia di Dario Argento (1987) (consulenza musicale)
·         Trauma, regia di Dario Argento (1993)
·         Lo chiamavano trinità, regia di Enzo Barboni (1971)
·         Continuavano a chiamarlo Trinità, regia di Enzo Barboni (1971)
·         Sbatti il mostro in prima pagina, regia di Marco Bellocchio (1972)
·         Nel nome del padre, regia di Marco Bellocchio (1971)
·         Marcia trionfale, regia di Marco Bellocchio (1976)
·         Verdi, regia di Renato Castellani (1982) - TV
·         Dio perdona... io no!, regia di Giuseppe Colizzi (1967)
·         La collina degli stivali, regia di Giuseppe Colizzi (1969)
·         Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi Comencini (1972) - TV
·         Mio Dio, come sono caduta in basso!, regia di Luigi Comencini (1974)
·         Il signor Robinson, mostruosa storia d'amore e d'avventure, regia di Sergio Corbucci (1976)
·         Tre tigri contro tre tigri, regia di Sergio Corbucci, Steno (1977)
·         Charleston, regia di Marcello Fondato (1977)
·         Semana Santa, regia di Pepe Danquart (2002)
·         La Betìa ovvero in amore, per ogni gaudenza, ci vuole sofferenza, regia di Gianfranco De Bosio (1971)
·         Doppia personalità, regia di Brian De Palma (1992)
·         La città delle donne, regia di Federico Fellini (1980)
·         Rugantino, regia di Pasquale Festa Campanile (1973)
·         ...altrimenti ci arrabbiamo!, regia di Marcello Fondato (1974)
·         Zanna bianca, regia di Lucio Fulci (1973)
·         L’alibi, regia di Vittorio Gassmann (1969)
·         Alfredo Alfredo, regia di Pietro Germi (1972)
·         Tre simpatiche carogne, regia di Francis Girod (1977)
·         Venga a prendere il caffè da noi, regia di Alberto Lattuada (1970)
·         Café Express, regia di Nanni Loy (1980)
·         Nell'anno del Signore, regia di Luigi Magni (1969)
·         La Tosca, regia di Luigi Magni (1973)
·         Lettera aperta a un giornale della sera, regia di Francesco Maselli (1970)
·         Il sospetto, regia di Francesco Maselli (1975)
·         Storia d'amore, regia di Francesco Maselli (1986)
·         Amici miei, regia di Mario Monicelli (1975)
·         Brancaleone alle crociate, regia di Mario Monicelli (1970)
·         Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli (1977)
·         Gott mit uns (Dio è con noi), regia di Giuliano Montaldo (1969)
·         Sogni d’oro, regia di Nanni Moretti (1981)
·         Il cane e il suo generale, regia di Francis Nielsen (2003)
·         Cantando dietro i paraventi, regia di Ermanno Olmi (2003)
·         La finestra di fronte, regia di Ferzan Özpetek (2002)
·         Cuore sacro, regia di Ferzan Özpetek (2005)
·         Un tranquillo posto di campagna, regia di Elio Petri (1968)
·         La moglie del prete, regia di Dino Risi (1970)
·         Noi donne siamo fatte così, regia di Dino Risi (1971)
·         Cristo si è fermato a Eboli, regia di Francesco Rosi (1979)
·         Tre fratelli, regia di Francesco Rosi (1981)
·         Colpo di coda, regia di José María Sánchez (1992) - TV
·         Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca, regia di Ettore Scola (1970)
·         Il mondo nuovo, regia di Ettore Scola (1981)
·         Il corsaro nero, regia di Sergio Sollima (1976)
·         Piedone l'africano, regia di Steno (1978)
·         Piedone lo sbirro, regia di Steno (1973)
·         Safari Express, regia di Duccio Tessari (1976)
·         Zorro, regia di Duccio Tessari (1975)
·         Il prete sposato, regia di Marco Vicario (1970)
·         Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?, regia di Billy Wilder - tit. orig. Avanti (1972)
·         Una notte per decidere (Up at the Villa), regia di Philip Haas (2000)

Composizione musicale e direzione d'orchestra

  • Giarrettiera colt, regia di Gian Rocco (1967) con Giovanni Fusco
  • La battaglia del Sinai, regia di Maurizio Lucidi (1968)
  • Violentata sulla sabbia, regia di Renzo Cerrato (1971)
  • Bella di giorno, moglie di notte, regia di Nello Rossati (1971)
  • La salamandra del deserto, regia di Riccardo Freda (1971)
  • No, sono vergine!, regia di Cesare Mancini (1971)
  • La gatta in calore, regia di Nello Rossati (1972)
  • Le notti peccaminose di Pietro l'Aretino, regia di Manlio Scarpelli (1972)
  • I leoni di Pietroburgo, regia di Mario Siciliano (1972)
  • Buona parte di Paolina, regia di Nello Rossati (1973)
  • Ah sì? E io lo dico a Zorro!, regia di Franco Lo Cascio (1975)
  • L'educanda, regia di Franco Lo Cascio (1975)
  • L'infermiera, regia di Nello Rossati (1975)
  • Liberi armati pericolosi, regia di Romolo Guerrieri (1976) - in collaborazione con Enrico Pierannunzi
  • Milano violenta, regia di Mario Caiano (1976)
  • Temporale Rosy, regia di Mario Monicelli (1979)
  • Una donna di notte, regia di Nello Rossati (1979)
  • Io zombo, tu zombi, lei zomba, regia di Nello Rossati (1979)
  • Masoch, regia di Franco Brogi Taviani (1980)
  • Spaghetti House, regia di Giulio Paradisi (1982)
  • E la nave va, regia di Federico Fellini (1983)
  • Una notte di pioggia, regia di Romeo Costantini (1984)
  • I figli non si toccano, regia di Nello Rossati (1987)
  • Django 2 - Il grande ritorno, regia di Nello Rossati (1987)
  • L’isola del tesoro, regia di Renato Castellani, Antonio Margheriti (1989 - originale televisivo)
  • 18000 giorni fa, regia di Gabriella Gabrielli (1994)
  • Faust, regia di Friedrich Wilhelm Murnau (1926/1994)

L'Aquila, inaugurato nuovo anno accademico dell'Accademia di Belle Arti con Paolo Mieli

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Con un intervento sul tema “gli intellettuali e il regime” estratto dal suo ultimo libro “In Guerra con il Passato - le falsificazioni della storia”, il giornalista e storico Paolo Mieli ha inaugurato oggi all’Aquila il nuovo anno accademico 2016/2017 dell’Accademia di Belle Arti.
“Per il quarto anno consecutivo l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila - ha detto il Presidente Roberto Marotta- ha inaugurato il nuovo anno accademico con l’intervento di un grande personaggio. Dopo due grandi artisti come Spalletti e Ontani ed un importante critico d’arte come Bonito Oliva, quest’anno ci ha onorato della sua presenza lo storico e giornalista Paolo Mieli. L’Accademia si propone con queste iniziative di diventare un luogo di aggregazione per contribuire alla rinascita sociale e culturale della nostra città e del suo territorio. Con circa 400 iscritti e 150  nuovi immatricolati il nostro istituto dimostra la sua vitalità proponendo i suoi progetti didattici ai giovani che la frequentano quale viatico per la ricerca di opportunità di lavoro con i vari corsi di Grafica, Decorazione, Pittura, Scultura, Fotografia, Scenografia e con la Scuola di Restauro Quinquennale”.

" Sono lieto di intervenire all’apertura dell’Anno Accademico dell’Accademia aquilan per dialogare con dei futuri creativi - ha dichiarato Paolo Mieli - Per vincere le guerre del presente  e dell’avvenire, dobbiamo prima regolare un conto bellico con il passato, fare chiarezza, eliminare molte menzogne e in questo  incontro, ho fatto l’esempio di alcune delle zone in cui fare chiarezza”. Mieli oggi ha incontrato studenti e docenti dell’accademia aquilana con i quali continuerà a dialogare grazie all’attivazione di un nuovo corso per la creazione di format televisivi che sarà tenuto da Greta Salve, autrice di programmi di storia economica curati e presentati dallo stesso Palo Mieli. 

Il nuovo anno dell’Accademia di Belle Arti coincide con un momento di forte rilancio dell’istituto che dopo alcuni anni molto difficili, legati alla situazione del post sisma, ha fatto registrare un vero e proprio boom delle immatricolazioni con 141 nuovi iscritti a fronte dei 92 dello scorso anno. Sale così a circa 400 il  numero degli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila che registra un forte interesse da parte dei giovani verso le sue proposte. Una successo dovuto alla politica di implementazione e offerta didattica che per questo nuovo anno ha visto l’attivazione di nuovi corsi di diploma come quello in Fotografia, e l’avvio definitivo della Scuola di Restauro. Inoltre lo scorso anno gli studenti sono stati protagonisti in numerose ed importanti iniziative come la mostra di arte contemporanea Eremi Arte che si è svolta per tutta l’estate 2016 in molti eremi del territorio abruzzese coinvolgendo una ventina di artisti provenienti da molti paesi europei, il Convegno internazionale del Restauro “Lo Stato dell’Arte” dell’ International Institute of Conservation con una mostra dedicata al disegnatore di antichità Giovanni Ioppolo.
“Sono stati mesi molto intensi quelli che ci siamo lasciati alle spalle - ha aggiunto il Direttore dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila Marco Brandizzi - caratterizzati da un lavoro di ricerca ed innovazione che ci ha portati ai risultati illustrati oggi e che ci fanno guardare con ottimismo al futuro di questa istituzione. Forti di questo abbiamo già predisposto tante novità per l’anno che abbiamo appena inaugurato. Nuovi corsi, quello sugli autori televisivi, ma anche master post laurea per curatori di eventi artistici e quello triennale sull’arte terapia. Ci saranno poi come nell’anno appena passato tanti ospiti di eccezione con tanti eventi che arricchiranno la nostra offerta formativa, come: una conferenza dei curatori del Padiglione Italia della Biennale di Architettura di Venezia 2016 e la seconda edizioni di Eremi Arte. Nell’ambito dei progetti di restauro della nostra Scuola, stiamo definendo i dettagli per l’intervento di recupero del leone di Porta Barete dell’Aquila per il quale l’Accademia ha offerto la sua collaborazione alla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i comuni del Cratere. In questo anno accademico attiveremo un master post laurea per formare professionalità nella progettazione di eventi artistici che si terrà a Pescara ed un corso sull’ arteterapia che invece abbiamo intenzione di tenere a Giulianova. Poi ci saranno tante altre iniziative che riguarderanno il recupero della antiche tecniche,degli antichi materiali che questo territorio ha sempre offerto agli artisti e alle grandi botteghe del passato”.

PAOLO MIELI, giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista all’“Espresso”, poi a “Repubblica” e alla “Stampa”, di cui è stato anche direttore.
Dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009 ha diretto il “Corriere della Sera”. Tra i suoi libri per Rizzoli, Le storie, la storia (1999), Storia e politica (2001), La goccia cinese (2002),I conti con la storia (2013) e L’arma della memoria (2015).

In guerra con il passato (sottotitolo: Le falsificazioni della storia), edito da Rizzoli, è l’ultimo suo libro e prende l’avvio dalle continue manipolazioni della storia per mostrare che ci sono modi più proficui e utili di fare i conti con il passato. Nel titolo è racchiuso il significato di questo lavoro. Ma in questo libro c’è di più: c’è il senso del mestiere di osservatore e di commentatore dei fatti pubblici così come Mieli lo ha sempre inteso. Opporsi alle banalizzazioni del passato è un modo per dire a chi ci legge o ci ascolta che rispettare il passato è necessario, anche se non sufficiente, per comprendere il presente e la sua complessità.

Musica, da Marzo nelle radio Dave Ruda e Don Backy con "L'immensità"

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Il Rocker Dave Ruda svela al pubblico quale sarà il suo nuovo singolo che anticiperà l'uscita dell'album.

Il titolo è l'Immensità, celebre brano degli anni 60 conosciuto in tutto il mondo e già riproposto negli anni passati da big del panorama musicale italiano come Negramaro, Gianna Nannini e Francesco Renga.
A differenza delle altre versioni pubblicate, in questo caso Dave Ruda duetterà con il grande Don Backy, voce originale ed autore del brano.
Il brano sarà proposto con sonorità moderne influenzate dal rock e dall'elettronica.
Insieme a Dave ci sarà Gabriele Oggiano del DGM Studio Recording a curare gli arrangiamenti ed il sound definitivo.
L'uscita del singolo è prevista per Marzo.

TEATRO LE SEDIE, dal 10 al 12 febbraio "GEORGE SAND E CHOPIN DA MAIORCA A NOHANT" Con Giuliano Esperati e Valeria Mafera

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Dal 10 al 12 febbraio al Teatro Le Sedie di Roma si racconta la storia di George Sand e Fryderyk Chopin. Giuliano Esperati e Valeria Mafera portano in scena George Sand E Chopin Da Maiorca A Nohant accompagnati dalle note di Manuela Pasqui e diretti dallo stesso Esperati.

La storia d’amore tra la scrittrice rivoluzionaria Aurore Lucile Dupin, in arte George Sand (1804-1876) ed il musicista Fryderyk Chopin (1810-1849), geniale pianista malato di tubercolosi. Una relazione tempestosa, durata dal 1838 al 1847, tra un uomo chiuso ed indecifrabile ed una donna anticonformista, anticlericale ed antimonarchica. Un artista perfezionista e cesellatore ed un’artigiana della scrittura. Ma soprattutto una donna innamorata dell’amore che corteggia un uomo sconosciuto alla sensualità, fino a farlo capitolare. Una relazione libera e scandalosa nell’Europa del XIX secolo.


GEORGE SAND E CHOPIN DA MAIORCA A NOHANT
Ideazione e regia Giuliano Esperati
Con Giuliano Esperati e Valeria Mafera
Al piano Manuela Pasqui
Scene e costumi Erika Cellini
Progetto grafico e pubblicitario Davide Bracale
Teatro Le Sedie
vicolo del Labaro 7
dal 10 al 12 febbraio
sabato ore 21.00
domenica ore 18.00
Ingresso: € 10 intero; € 8 ridotto
info e prenotazioni: segreteria@teatrolesedie.it – 3201949821

DAVIDE SHORTY, "Straniero"è il primo album ufficiale in uscita il 24 febbraio per Macro Beats

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"Straniero"è il primo album ufficiale di DAVIDE SHORTY, in uscita il 24 febbraio per Macro Beats distribuito da A1 Entertainment, disponibile su iTunes, Spotify, in tutti i digital store e in formato cd e vinile in tutti i negozi di dischi. Sono già disponibili i pre-order iTunes ad un prezzo speciale con il download immediato del brano "Terra", che da oggi è anche disponibile su Spotify. Inoltre solo su www.musicfirst.it sono aperti i pre-­order del disco in formato Cd e Vinile autografati.

DAVIDE SHORTY pubblica il suo primo album solista ad un anno di distanza dalla partecipazione ad X-Factor, che gli ha consentito di farsi conoscere dal grande pubblico. L’indipendenza artistica ottenuta con la sua nuova etichetta Macro Beats è stata necessaria per realizzare ed essere pienamente soddisfatto di "Straniero", un album personale e sentito in cui DAVIDE ha voluto parlare non solo a se stesso, ma ad una intera generazione che si sente "straniera", isolata ed emarginata in un mondo pieno di divisioni:
"Sono un fiero cittadino del mondo, dedito alla ricerca e alla celebrazione della diversità in quanto chiave della bellezza degli esseri umani. Mi sono sentito per assurdo straniero nel mio paese, e adesso lo sono di fatto in una città come Londra che però mi ha dato la possibilità di crescere a contatto con una dimensione multiculturale. Come diceva Nina Simone, gli artisti hanno il dovere di rispecchiare i tempi che vivono, ed é proprio questo il mio obiettivo".

"Straniero"è un album che unisce il classico e il moderno, dove le indiscusse qualità canore di DAVIDE SHORTYv engono esaltate da ricercate sonorità tra l’hip hop, il soul, il funk e il jazz. Un album dal sound internazionale con testi figli della grande tradizione cantautorale italiana. Un lavoro ricco di collaborazioni importanti: Daniele Silvestri e la sua band, la neo soul band romana ThrowBack, il rapper Tormento (ex leader dei Sottotono) e la stella del rap underground Johnny Marsiglia.

DAVIDE SHORTY ha composto e prodotto i brani del disco in prima persona con la collaborazione del tastierista Claudio Guarcello e del chitarrista Alessandro La Barbera dei Retrospective For Love, e si è avvalso di un vasto team di musicisti: Karme Caruso e Alessandro Pollio alle tastiere, Alessandro "Concerto" Donadei alle chitarre, Emanuele Triglia al basso, Davide Savarese alla batteria, il producer Nebbia ai synth, Alessandro Presti alla tromba, Sebastiano Ragusa al sax.
L’album è stato registrato tra lo Studio Nero di Roma e il Macro Beats Studio di Milano, mixato a Londra da Tobin Jones al The Park Studios e masterizzato dallo storico engineer Noel Summerville (The Clash, White Stripes, Aphex Twin e tanti altri) al 3345 Mastering Studio

“Insieme, Uguali e Diversi”, nasce il il coordinamento nazionale per la disabilità

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Il Coordinamento Nazionale “Insieme, Uguali e Diversi” si è costituito formalmente presso la sede del CESV (Centro Servizi per il Volontariato), in Via Liberiana 17 in Roma, con l’approvazione da parte dei soci fondatori dello Statuto e dell’Atto Costitutivo.

Il Coordinamento vuole essere uno strumento in grado di dare una risposta, forte e unitaria, alla situazione di grave difficoltà in cui versano due categorie di soggetti: le persone che hanno una disabilità (motoria, sensoriale, intellettiva) e quelle che soffrono di un disagio mentale.
Nella denominazione “Insieme, Uguali e Diversi“ sono presenti tre parole chiave che chiariscono bene le finalità che l’iniziativa si propone:
Insieme: indica la volontà di costruire, finalmente, un progetto comune, unitario e condiviso che sviluppi ogni possibile sinergia tra cittadini, enti e associazioni attivi nel mondo della disabilità e della salute mentale.
Uguali: ribadisce l’obiettivo di ottenere uguale dignità e uguali diritti per tutti i cittadini a prescindere dalle loro condizioni personali.
Diversi: sottolinea la necessità di rispettare ogni particolarità e differenza determinata dalla condizione di disabilità o di disagio mentale.
Il Coordinamento Nazionale, che si fonda essenzialmente sulla partecipazione e l’impegno volontario e gratuito di tutti i soci, ha deciso di contare esclusivamente sulle proprie forze, rinunciando a ricorrere a fonti di finanziamento pubbliche.
Anche al fine di favorire l’adesione del maggior numero possibile di soci si è stabilita una quota per l’iscrizione annuale di soli 2 euro. È evidente che, per poter far fronte ai costi delle attività previste, è comunque necessario poter fare affidamento sul contributo libero e volontario di tutti coloro che intendono sostenere la dignità e i diritti delle persone più fragili.
Intendiamo affiancare alla campagna per il tesseramento il lancio di una sottoscrizione pubblica, aperta a tutti i soggetti interessati a sostenere le attività del Coordinamento Nazionale “Insieme, Uguali e Diversi”: per questo motivo sul sito www.insiemeugualiediversi.it è possibile effettuare donazioni utilizzando le seguenti coordinate bancarie: IT50Y0200803284000104619691
Sempre sul sito www.insiemeugualiediversi.it sarà possibile anche chiedere l’iscrizione al Coordinamento Nazionale e la partecipazione ai gruppi di lavoro sui problemi di maggiore interesse per le persone con disabilità o con disagio mentale. I gruppi di lavoro saranno aperti, oltre che ai soci, anche a tutte le persone interessate.
Roma, 7 Febbraio 2017
Per contatti: Virginio Massimo (Presidente “Insieme, Uguali e Diversi”) 340.67.45.434 / info@insiemeugualiediversi.it

Da Trieste a Gorizia il Carso, tra bellezze e memoria della Grande Guerra

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È notte fonda quando partiamo dall’Aquila verso il Friuli Venezia Giulia. Attraversato il tunnel sotto il Gran Sasso, alle spalle la maestosità del Corno Grande, la vetta più alta degli Appennini, scendiamo verso l’Adriatico. Viaggio tranquillo, Morfeo ha subito ghermito i miei compagni di viaggio. In autostrada solo una sosta, si fila verso il mattino.
Nei pressi di Venezia, a levante, un’enorme palla di fuoco incendia l’orizzonte. Sono quasi le 8, si scorre fluidamente verso Trieste. Ancora un’ora ed usciamo al casello di Sistiana per la strada costiera, il mare è imperlato di riflessi. Si va al Castello di Miramare, prezioso tesoro d’architettura situato sulla punta del promontorio di Grignano. Una posizione magnifica per apprezzare il panorama del golfo. Voluto nel 1855 dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo per sé e sua moglie Carlotta, fu progettato dall’architetto austriaco Carl Junker. Immerso in un enorme parco ricco di specie arboree, questa splendida dimora principesca in pietra bianca d’Istria, anche dopo la tragica morte di Massimiliano in Messico, dov’era andato imperatore, ospitò più volte il fratello, re Francesco Giuseppe con sua moglie Sissi, nelle numerose visite a Trieste, importante città portuale del Mediterraneo e sbocco al mare per il Regno d’Austria e Ungheria.

Ammaliante la visita a Miramare. Oltre la bellezza architettonica, vi si ammirano la ricchezza degli arredi, dei dipinti e degli arazzi, la raffinatezza delle suppellettili, in un contesto che fa sognare. Riprendiamo la via per Trieste, l’antica Tergeste di probabile origine illirica, poi colonizzata dai Romani, della quale parla Giulio Cesare nel De bello gallico. Una lunga storia quella della grande città giuliana, che per ora tralasciamo di raccontare. Bella la vista sul lungomare. Poi sfarzosi palazzi fanno da quinta verso Piazza dell’Unità d’Italia. E’ il salotto della splendida città adriatica, una delle più grandi piazze aperte sul mare. Forse la più vasta in assoluto. Contornata su tre lati da stupendi edifici, schiera da sinistra il magnificente Palazzo della Luogotenenza austriaca, il Palazzo Stratti, al centro il Palazzo Modello dov’è il municipio, l’antico Palazzo Pitteri, a destra il Palazzo Venoli e il Palazzo del Lloyd Triestino, ora sede del Governo regionale. Al centro della piazza la settecentesca Fontana dei Quattro Continenti con le sue allegorie. Di fronte alla piazza, allungato sul mare, il Molo Audace, così chiamato quando la prima nave italiana - l’Audace, appunto - dopo la fine della Grande Guerra entrò nel porto di Trieste, tornata finalmente italiana. Gustate le bellezze del centro storico, crogiolo di culture con segni di nobiltà civica, ci infiliamo nel dedalo di vie che arrancano sulle le colline disposte ad anfiteatro attorno alla composizione urbana. Ricordiamo la Risiera di San Sabba, lager di sterminio nazista in terra italiana, e la Foiba di Basovizza, luogo di martirio d’italiani sotto il regime di Tito, mentre si va al Santuario di Monte Grisa. Erto a 330 metri sul mare, sul punto più alto dei colli che coronano la città, mostra una vista sul golfo davvero mozzafiato. Il Santuario è un’imponente costruzione in cemento armato a struttura triangolare. Progettato dall’architetto Antonio Guacci, dopo la fine della Seconda Guerra fu voluto dall’arcivescovo Antonio Santin per onorare un voto, promesso per proteggere la città dai bombardamenti. Dedicato a Maria Madre e Regina, fu completato nel 1965 e nel ‘92 visitato da Giovanni Paolo II. 

Riprendiamo il nostro viaggio verso Gorizia, tra campi conquistati tra le rocce e il vento, dove ordinati vigneti donano nettare per i sapidi vini del Carso: terrano, refosco, verduzzo, vitovska e malvasia. Una sosta a Redipuglia, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Il Sacrario militare è immenso. Un’interminabile scalea disegna la saliente prospettiva fino al culmine, dove svettano tre grandi croci. Il motto “presente”, ripetuto all’infinito, campeggia sui frontoni dei gradoni in pietra lungo la scalinata monumentale, confinata tra due filari di cipressi. Sulla sommità dominano le tre croci, come su un doloroso monte Calvario. “Presente” è scolpito per ricordare ogni caduto di quell’enorme Memoriale, un cimitero per 100mila soldati italiani, parte degli oltre 600mila caduti nella Grande Guerra. Sono riportati in rigoroso ordine alfabetico, a ciascuno la sua lastra di bronzo. 35mila sono conosciuti con i loro nomi, 65mila sono militi ignoti. Qui nei dintorni combatté la sua guerra anche Giuseppe Ungaretti, lasciandoci struggenti liriche di sofferenza e di dolore. Nei pressi scorre infatti l’Isonzo, il fiume che fu rosso del sangue dei soldati morti in battaglia, poco distante da Caporetto, laddove il 24 ottobre 1917 il fronte cedette all’assalto dell’esercito austriaco, nella “rotta” diventata la più grave disfatta per l’esercito italiano, della quale parlò anche Ernest Hemingway nel suo celebre romanzo Addio alle armi. Ne seguì la dolorosa ritirata oltre il Piave, dove si preparò la riscossa per la vittoria finale a Vittorio Veneto, il 4 novembre 1918, immortalata nel famoso proclama del generale Diaz. Proprio in questi luoghi del Carso operò la Terza Armata del gen. Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, onorato con il grande parallelepipedo di marmo verde ai piedi della scalinata. Visitiamo pure i resti delle trincee, lì accanto, e il vicino museo, dove armi, divise militari, attrezzi vari ed equipaggiamenti raccontano la terribile vita in trincea. Partiamo per Gorizia, non lontana. La città confina ad oriente con il Sabotino e il Montesanto, colli cruenti nella Grande Guerra. Il sole va tramontando quando arriviamo nella città di confine, incrocio di genti e culture. Una bella città, con una lunga storia.


Dove oggi Gorizia si distende, dal I secolo a.C. sorgevano due villaggi romani, Castrum Silicanum e Pons Aesontii, come indica la Tavola Peutingeriana, copia d’una carta romana con le antiche vie militari dell’Impero. Lì, sulla via Gemina, nel punto in cui veniva attraversato l’Isonzo, c’era una stazione di posta che il governo romano riservava a dignitari e ufficiali, in viaggio per ragioni di stato. Intorno a tali strutture sulle vie consolari e militari romane si sviluppavano solitamente centri abitati. Appunto queste le prime origini dell’attuale Gorizia, allora confine con l’antica provincia romana del Norico. Ma per trovare la prima citazione della città bisogna aspettare l’anno 1001, quando Gorizia compare in una donazione dell’imperatore Ottone III con la quale si cedeva in parti uguali il castello di Salcano e la villa denominata Goriza a Giovanni, patriarca di Aquileia, e a Guariento, conte del Friuli. Dal 1090 la città venne governata dapprima dai Mosburg, poi dai Lurngau, sviluppandosi ed accrescendo la sua popolazione, costituita da friulani, giuliani, tedeschi e sloveni. La potenza militare dei Conti di Gorizia, unita ad una saggia politica matrimoniale, permise alla Contea, nel periodo di massimo splendore tra il Duecento e la prima metà del Trecento, d’estendersi su gran parte del nordest italiano, comprese le città di Treviso e Padova, parti dell’attuale Slovenia, dell’Istria, del Tirolo e della Carinzia.

Gorizia ottenne il rango di città durante il regno di Enrico II (1304-1323). Nei primi decenni Quattrocento, con l’assorbimento alla Repubblica di Venezia del Principato patriarcale di Aquileia, i conti di Gorizia chiesero al Doge l’investitura feudale, riconoscendosi vassalli della Serenissima. Nel 1500 Leonardo, ultimo conte rimasto senza discendenti, alla sua morte lasciò la contea in eredità a Massimiliano I d’Asburgo. L’atto, non valido per il diritto internazionale del tempo - per il fatto che la Contea aveva vincoli di vassallaggio alla Repubblica veneta -, spinse la Serenissima a denunciare la violazione per canali diplomatici. Ma ogni tentativo veneziano di riappropriarsi della città, anche mediante la forza, risultò tuttavia vano. Occupata militarmente nel 1508 per sedici mesi, fu abbandonata dalla guarnigione veneta dopo la disastrosa sconfitta subita dai Veneziani ad Agnadello, ad opera dei Francesi. Da allora Gorizia farà parte dei domini asburgici, come capitale della Contea, entrando a metà dell'Ottocento a far parte del Litorale Austriaco. Suoi Conti saranno gli stessi imperatori asburgici, fino al 1918. 

Durante la Prima Guerra mondiale, con enormi sacrifici di vite umane, le truppe italiane entrarono una prima volta a Gorizia nell’agosto del 1916. Nella cruenta battaglia del 9 e 10 agosto, sul monte Podgora - nella quale si segnalarono sopra tutto i Gialli del Calvario, così chiamati per il colore delle mostrine e per gli atti di valore - persero la vita quasi 52mila soldati italiani e dalla parte austriaca ne morirono circa 41mila. Fu uno dei più grandi massacri di quella sanguinosissima guerra. Persa nel 1917 a seguito della rotta di Caporetto, la città venne definitivamente ripresa dall’esercito italiano il 7 novembre 1918. Teatro di scontri sanguinosi anche durante la Seconda Guerra mondiale. Al termine del conflitto, con il trattato di pace, Gorizia dovette cedere alla Jugoslavia tre quinti circa del proprio territorio, ma il centro storico e gran parte dell’area urbana restarono in territorio italiano. Dovette subire l’oltraggio del muro che la separava dalla Jugoslavia oltre-cortina, così diventata con la divisione per aree d’influenza scaturite dal trattato di Yalta. Insomma, Gorizia divenne una “piccola Berlino” ante litteram. Il confine attraversava una zona della città, lasciando nella parte non italiana anche molti edifici e strutture di pubblica utilità, tra cui la stazione di Gorizia Montesanto, sulla linea ferroviaria Transalpina che collegava la città all’Europa Centrale. La piazza davanti la stazione, divisa tra le due nazioni, dal 2004 è tornata liberamente visitabile con l’abbattimento della rete confinaria dopo l’entrata della Slovenia nell’Unione Europea. L’eliminazione del “muro” divisorio ha consentito anche di “liberare” le relazioni in territorio sloveno con la moderna città di Nova Gorica, costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso. 

Dal 21 dicembre 2007, con il trattato di Schengen, le città di Gorizia e Nova Gorica sono finalmente senza interposti confini. Il legame sempre più forte che le unisce ha consentito alle due città d’avviare un significativo processo di sviluppo, nel segno della reciproca collaborazione fra Italia e Slovenia. Sicché negli ultimi anni Gorizia sta conoscendo una progressiva rinascita. Vi si respira l’atmosfera sospesa, tipica d’una città di confine, con un grande fermento economico e sociale, orgogliosa di mostrare le sue tante bellezze. Il Castello medievale, con l’incantevole borgo, è un vero gioiello. Dai suoi spalti la vista può spaziare sulle dolci distese di colli e sull’intera città dove in modo armonioso convivono architetture medievali, barocche e ottocentesche. La borghesia asburgica amava Gorizia per il suo clima mite: era chiamata la “Nizza austriaca”. Il clima e il contesto ambientale ne fanno dunque un luogo ameno. Incantevoli i suoi parchi: il Parco Piuma sul fiume Isonzo, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg e il Parco Viatori. Grandi gli spazi dedicati alla cultura, con tanti musei, come il Museo della Moda, il Museo della Grande Guerra, la Collezione Archeologica, il Museo del Medioevo Goriziano e la Pinacoteca di casa Formentini. Fra i molti palazzi storici della città emergono il Palazzo della Torre, Palazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg. La storia della comunità ebraica di Gorizia è raccontata nel Museo Sinagoga Gerusalemme sull'Isonzo. Sulle alture della città si trova infine l’Ossario di Oslavia. Raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Il Centenario della Guerra 1915-18 dovrebbe davvero essere occasione per far riflettere sulla tragedia di tutte le guerre e sull’insipienza umana.
Goffredo Palmerini

“Prima Giornata Nazionale contro il Bullismo a scuola”, le iniziative del movimento "Mabasta"

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7 febbraio 2017 è la “Prima Giornata Nazionale contro il Bullismo nella scuola”, è promossa dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) ed è in contemporanea con il Safer Internet Day 2017, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea. La Giornata è contraddistinta dalla campagna “Un nodo blu contro il bullismo”.

I ragazzi del movimento anti bullismo “Mabasta”, insieme alla loro scuola, l’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce, parteciperanno alla Giornata con una miriade di iniziative, alcune locali, altre nazionali.

Innanzitutto lanceranno la campagna denominata #MabastaChallenge, che consiste nella realizzazione e pubblicazione sui social di mini video e foto in cui ragazzi, giovani e meno giovani urlano semplicemente “MABASTA!”, magari con modalità possibilmente curiose o, come dicono loro, più strano è meglio è. Hanno 
iniziativa_34.jpg
iniziato loro stessi e hanno pubblicato le loro urla su Instagram attraverso il profilo mabasta_antibullismo_. Naturalmente il nome della campagna è anche l’hashtag ufficiale con cui i partecipanti potranno fare accompagnare i loro post. La campagna #mabastachallenge è in partnership con “Trentino Vivo”.


La seconda iniziativa scaturisce da un’idea originale della dirigente della scuola, la prof. Addolorata Mazzotta, e consiste nell’elogiare ed incoraggiare quella che definisce la “Gentilezza ai tempi di Internet”, una sorta di adozione da parte dei giovani (e non solo) di un nuovo e speciale galateo nel mondo virtuale. Si sta pensando anche all’organizzazione di un evento specifico legato al tema.

Inoltre, nella mattinata di oggi, in tutte le classi della scuola leccese è stato proiettato un film a scelta degli studenti in tema di bullismo e cyberbullismo, come ad esempio “Un Bacio” di Ivan Cotroneo, “Cyberbully” di Charles Binamè e “Elephant” di Gus Van Sant.

Infine, due colpi grossi, i ragazzi di Mabasta, contraddistinti dalla loro felpa rossa ufficiale, sono stati invitati a Roma dal Ministero dell’Istruzione a presenziare all’evento clou della Giornata del 7 febbraio, collegato al #SID2017, che si terrà presso gli spazi espositivi dell’ex Caserma Guido Reni, dove sarà allestita una vera e propria cittadella a disposizione dei ragazzi per dialogare con istituzioni ed esperti.
Sul secondo “colpo grosso” c’è l’embargo stampa….

Qualche link utile:
Sito Mabasta: www.mabasta.org

TEATRO TOR BELLA MONACA, DALL'8 AL 12 FEBBRAIO "LA CASA DEGLI SPIRITI" dal romanzo di Isabel Allende

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Sul palcoscenico del Teatro Tor Bella Monaca dall’8 al 12 febbraio 2017 approda lo spettacolo/evento LA CASA DEGLI SPIRITI, dall’omonimo romanzo di Isabel Allende, drammaturgia di Dani Horowitz, regia di Claudia Della Seta e Glenda Sevald.
A mettere in scena lo spettacolo Afrodita Compagnia Teatro Mobile - Teatro Arabo- Ebraico Di Jaffa-Terre Vivaci, composta da 17 attori di provenienza araba, israeliana ed europea. Con Licia Amendola, Mira Awad, Lorena Bassi, Sofia Diaz, Matteo Febo, Ciro Carlo Fico, Federica Flavoni, Riccardo Floris, Daniela Giovanetti, Maurizia Grossi, Emanuela Mascherini, Barbara Porta, Adriano Saleri, Tamara Stiel, Gregorio Valenti, Luca Veresani, Stefano Viali.
Cile. Una dittatura. Alba torna a casa da suo nonno, scampata dai torturatori. Non usciranno mai dall’enorme cucina vuota. Alba e suo nonno: due funamboli. Lui aspetta di morire in pace, lei combatte per vivere. Lei cucina e lui corre sulla sedia a rotelle. Si odiano, si amano, l’uno è il carnefice dell’altra, eppure è la creatura che più ama al mondo. Tutti gli altri sono morti, spariti, partiti per sempre. Insieme, da due punti di vista opposti, ricostruiranno il disegno di due vite. Con l’aiuto dei morti. Con l’aiuto dell’arte del cucinare. Alba prepara il pasto, per il pubblico. Per ringraziarli. Senza gli spettatori non ce la faremo mai ad evocarli, gli spiriti. Una storia d’amore, di magia, di orgoglio, di famiglia.


mercoledì 8, giovedì 9, venerdì 10, sabato 11 febbraio ore 21
domenica 12 febbraio ore 17,30
Adattamento dell’omonimo romanzo di Isabel Allende
drammaturgia Di Dani Horowitz
con Licia Amendola, Mira Awad, Lorena Bassi, Sofia Diaz, Matteo Febo ,Ciro Carlo Fico, Federica Flavoni, Riccardo Floris, Daniela Giovanetti, Maurizia Grossi, Emanuela Mascherini, Barbara Porta, Adriano Saleri, Tamara Stiel, Gregorio Valenti, Luca Veresani, Stefano Viali.
assistente alla regia Paola Capussotto
scene Luca Veresani Fabio Giommarelli
disegno luci Giovanni Pirandello
fonica Paolo Panella
costumi  Di Federico Polucci
regia  Claudia Della Seta e Glenda Sevald

Teatro Tor Bella Monaca 
via Bruno Cirino, all'angolo di viale Duilio Cambellotti con via di Tor Bella Monaca

Info e prenotazioni


“LIBRO: CHE SPETTACOLO!” COMPIE 10 ANNI: dal 12 febbraio al 18 maggio 34 appuntamenti in tutta Italia

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“Libro: che Spettacolo!”, promosso dall’AGIS con il  patrocinio del Ministero per i Beni, le Attività culturali e Turismo, ha festeggiato oggi a Roma il decennale sodalizio tra teatro, musica, danza, poesia, letteratura e arti visive.

L’iniziativa, nata nel 2008, ha proposto nei suoi dieci anni di vita 268 incontri con 98 autori, tra scrittori e poeti, in 52 teatri di 13 Regioni e in 30 città.

La decima edizione, dedicata a Giorgio Albertazzi che ne è stato un protagonista, partirà il 12 febbraio dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna con un flash-mob di scrittori e attori della scena che animeranno la visita al Museo con brevi apparizioni tra un’opera d’arte e l’altra.

Oltre a Roma, sono coinvolte quattordici città (tra cui Bologna, Bari, Vicenza, Perugia, Milano e Pisa). Ventuno invece gli spazi teatrali (tra questi l’Eliseo, il Parioli e il Quirino di Roma, e l’Elfo Puccini di Milano) che ospiteranno 29 autori che dal palcoscenico poco prima dello spettacolo presenteranno i loro libri.

Diverse le sezioni del programma, tra cui quella dedicata alla poesia e alla musica con gli appuntamenti di Fermo, il 25 marzo con Davide Rondoni e gli allievi del Conservatorio Musicale, e di Roma, il 6 marzo, con Claudio Damiani, prima del concerto d’arpa di Augusta Giraldi per la Filarmonica romana.

Il primo appuntamento a teatro sarà il 17 febbraio a Padova con Massimo Carlotto che dal palcoscenico del Teatro Verdi presenterà “Il turista” poco prima dello spettacolo  “Le ho mai raccontato del vento del nord” con Chiara Caselli e Roberto Citran.  

Chiuderà la rassegna, il 18 maggio al Teatro Argentina di Roma, Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016, prima dello spettacolo “Morte di D’Anton” per la regia di Mario Martone.

Nel corso della presentazione sono intervenuti, tra gli altri, il direttore del Teatro di Roma Antonio Calbi, le attrici Mita Medici e Imma Piro, l’etoile Diana Ferrara e l’attore Cosimo Cinieri, e sono stati consegnati i premi alle scrittrici Cinzia Tani, Emilia Costantini ed al regista Antonello Avallone, per la loro costante ed attiva partecipazione all’iniziativa dell’AGIS.

Libri, il 9 febbraio esce "L’AMORE PRIMA O POI TI TROVA (E TI FOTTE)" di STEFANO GUERRERA

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Chi l’ha detto che non si può guardare agli alti e bassi dell’amore con leggerezza?

Dopo i primi tre libri che ci hanno fatto morire dal ridere, i quadri parlanti di Stefano Guerrera imbracciano l’arco di Cupido per colpirci al cuore: 61 tra i migliori capolavori dell’arte di tutti i tempi ci raccontano i lati più buffi, maliziosi e irresistibili dell’amore.

Klimt, Vermeer, Raffaello, Delacroix, Manet, Carracci, Degas e molti altri maestri si sciolgono in un’ode all’amore e al sesso tenera e sfrontata, secondo la fulminante formula romanesca che è l’inimitabile marchio di fabbrica di Stefano Guerrera. Innamorarsi è bello. Condividendo una risata, lo è ancora di più. 

STEFANO GUERRERA classe ’88,  ha aperto la pagina Facebook "Se i quadri potessero parlare" solo per gioco, nel 2013. Oggi ha oltre 1 milione e 200.000 fan. Il suo primo libro di quadri parlanti pubblicato da BUR, Mai ’na gioia , ha avuto un successo straordinario rimanendo in testa alle classifiche per 5 mesi e a breve verrà tradotto in tedesco. In BUR sono disponibili anche Ciaone e In che senso dieta?

Hotel Rigopiano, Taodue annuncia miniserie in 4 puntate "La valanga", dedicata alla tragedia

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Pietro Valsecchi, amministratore delegato della Taodue film, ha annunciato di aver iniziato a lavorare su un progetto televisivo in 4 puntate da 50' dedicato alla recente, drammatica vicenda della valanga che ha travolto l'hotel Rigopiano.

"È un progetto molto importante che stiamo scrivendo con il supporto e il coinvolgimento di chi ha vissuto in prima persona questa vicenda: superstiti, famigliari delle vittime, soccorritori. Sono state giornate che abbiamo seguito tutti con emozione e partecipazione, in un'alternanza di sentimenti, dalla trepidazione per chi era intrappolato, il sollievo per chi è stato salvato, la commozione per le vittime, l'ammirazione per chi ha lottato fino all'ultimo per salvare vite umane e infine anche la legittima domanda che tutti si pongono: si poteva evitare questa tragedia?
Con questa miniserie, certamente molto impegnativa produttivamente, vorremmo fare luce sulla verità dei fatti e insieme rendere omaggio alle vittime e a tutti quegli uomini e donne che  in condizioni proibitive e a rischio della loro stesa vita, non si sono risparmiati, lavorando senza tregua per cercare i superstiti."

Le riprese inizieranno a settembre, mentre la messa in onda è prevista a gennaio 2018, a un anno dalla tragedia.

FIORELLA MANNOIA, al Festival di Sanremo con il brano "Che sia benedetta" un inno alla vita. A settembre all'Arena di Verona

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A distanza di 29 anni dalla sua ultima partecipazione in gara al Festival di Sanremo, Fiorella Mannoia è tornata sul palco dell’Ariston con “CHE SIA BENEDETTA” (il testo è di Amara e Salvatore Mineo, la musica di Amara), un brano che la stessa Fiorella definisce un “inno alla vita”.

Il brano, il cui video è disponibile al seguente link http://vevo.ly/gmfJKD, sarà contenuto nell’edizione speciale in doppio cd dell’album “Combattente” in uscita venerdì 10 febbraio e già in preorder negli store online.

Domani, giovedì 9 febbraio, in occasione della serata dedicata alla tradizione della canzone italiana, Fiorella interpreterà lacover di “Sempre e per sempre” di Francesco De Gregori, accompagnata al pianoforte da Danilo Rea.

Nel frattempo si arricchisce il calendario degli appuntamenti live del 2017 di Fiorella: un imperdibile concerto all’Arena di Verona il prossimo 17 settembre (dopo lo strepitoso successo dell’evento del 2015 per celebrare gli oltre 40 anni di carriera), e alcune nuove date primaverili (triplicano Napoli, Firenze, Bologna e si aggiunge una data a Lugano) perCOMBATTENTE IL TOUR”.
Per questi nuovi appuntamenti le prevendite saranno aperte dalle 16.00 di domani, giovedì 9 febbraio, nel circuito Ticketone e Unicredit e nelle prevendite abituali.

Questa è la quinta volta per Fiorella in gara alla kermesse sanremese, l’esordio risale al 1981 con “Caffè nero bollente”, nel 1984 fu la volta di “Come si cambia”, nel 1987 di “Quello che le donne non dicono” che quest’anno compie 30 anni,e nel 1988 di “Le notti di maggio”.

A dirigere l’orchestra del Festival di Sanremo 2017 durante le esibizioni di Fiorella è il Maestro Valeriano Chiaravalle.

L’edizione speciale in uscita in doppio cd dell’album “Combattente” ripercorrerà le tappe al Festival di Sanremo della carriera di Fiorella. Oltre ai brani di “Combattente”, conterrà “Che sia benedetta” e “Sempre e per sempre”, i 4 successi “sanremesi” di Fiorella registrati live nel corso di “Combattente Il Tour”, e una bonus track, la cover di “La cura” di Franco Battiato, anch’essa in una versione interpretata dal vivo in tour.

Questa la tracklist:
CD 1: Che sia benedetta; Combattente; Nessuna conseguenza; Siamo ancora qui; I pensieri di Zo; Anima di neve; I miei passi; L’abitudine che ho; Ogni domenica con te; Perfetti sconosciuti; L’ultimo Babbo Natale; La terra da lontano. CD 2:Sempre e per sempre; Caffè nero bollente (live 2017); Come si cambia (live 2017); Quello che le donne non dicono (live 2017); Le notti di maggio (live 2017), Bonus track La cura (live 2017).

Subito dopo il Festival di Sanremo, Fiorella incontrerà i fan a Roma, Milano e Bologna per presentare il nuovo album. Questi i dettagli degli instore:
15 febbraio - Roma (Feltrinelli Via Appia Nuova 427 – h. 18.00)
16 febbraio - Milano (Feltrinelli Piazza Piemonte 2 – h. 18.30)
17 febbraio - Bologna (Feltrinelli Piazza Ravegnana – h. 18.00)

Combattente Il Tour” vedrà ancora Fiorella live sui palchi dei più prestigiosi teatri italiani nella prossima primavera, dopo il successo della prima parte della tournée, che lo scorso dicembre ha fatto registrare un sold out dopo l’altro.
 Foto di Luisa Carcavale
Queste le date primaverili di “Combattente Il Tour”:
9 aprile – Cittanova, RC (Teatro R. Gentile)
10 aprile – Crotone (Pala Milone)
12 aprile – Lecce (Teatro Politeama Greco)
13 aprile – Bari (Teatro Team)
18 aprile - Napoli – Teatro Augusteo – NUOVA DATA
19 aprile - Napoli (Teatro Augusteo)
20 aprile – Napoli (Teatro Augusteo)
22 aprile - Genova (Teatro Carlo Felice)
23 aprile - Reggio Emilia (Teatro Romolo Valli)
2 maggio - Bologna (Europauditorium)
3 maggio - Montecatini – PT (Teatro Verdi)
5 maggio - Mantova (Gran Teatro Pala Bam)
6 maggio - Bergamo (Teatro Creberg)
8 maggio - Cremona (Teatro Ponchielli)
9 maggio - Varese (Teatro di Varese)
11 maggio - Parma (Teatro Regio)
13 maggio - Firenze (Teatro Verdi)
14 Maggio: Firenze – Teatro Verdi – NUOVA DATA
16 maggio – Roma (Auditorium Parco della Musica) 
18 maggio - Milano (Teatro degli Arcimboldi)
19 maggio - Milano (Teatro degli Arcimboldi)
20 maggio - Padova (Gran Teatro Geox)
22 maggio – Torino (Teatro Colosseo)
24 maggio - Trieste (Teatro Rossetti)
26 maggio - Lugano – Pala Congressi – NUOVA DATA
27 maggio - Bologna – Europauditorium – NUOVA DATA

17 settembre – Arena di Verona – NUOVA DATA

INFO BIGLIETTI - www.fepgroup.it


Web e social network:
Instagram @fiorellamannoia

Teatro Nino Manfredi di Ostia, dal 17 al 19 febbraio "Emigranti" regia Giancarlo Fares

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Emigranti, il testo di Slawomir Mrozek, dopo il debutto nazionale al Festival di Todi, i successi della tournèe in questa stagione, approda a Roma al Teatro Nino Manfredi di Ostia dal 17 al 19 febbraio.

Protagonisti assoluti di questo importante lavoro sono Marco Blanchi e Giancarlo Fares, che cura anche la regia.
Lo spettacolo, prodotto da Mauri-Sturno, narra di due emigrati che, in una città straniera, vivono in una cantina. È la notte dell’ultimo dell’anno e i due la trascorrono raccontandosi le loro vite. Uno è operaio, nipote di contadini, l’altro un intellettuale. Uomini diversi con sogni differenti, diversi per classi sociali, nel modo di parlare, e nel ricordare il paese dal quale provengono.
Entrambi sembrano incapaci al dialogo, e durante la notte nascono discussioni feroci, liti, scherzi crudeli, tragicomiche confessioni che nascondono un velo di nostalgia. Nel frattempo, sopra di loro, la città festeggia. Questa commedia di Slawomir Mrozek è una schermaglia aspra e ironica insieme.
Ne viene fuori la solitudine dell’individuo e l’ineluttabile incomunicabilità che esiste tra gli esseri umani. Emigranti è una riflessione intelligente e ironica sulla condizione umana nell’emigrazione, tema che purtroppo torna ad essere prepotentemente attuale.
Lo stesso regista, Giancarlo Fares afferma “Il panorama dei testi teatrali è vasto e le possibilità di scelta sono molteplici; ma esistono testi capaci di raccontare l'umanità nei suoi aspetti più profondi e si può scegliere di rappresentarli con ironia e leggerezza. Per questo ho scelto " Emigranti ".


“EMIGRANTI”
Di Slawomir Mrozek
Con Marco Blanchi e Giancarlo Fares
Regia Giancarlo Fares
Aiuto regia Vittoria Galli e Viviana Simone
Scene Alessandro Calizza
Costumi Gilda
Foto di scena Federica di Benedetto – Grafica Simone Calcagno
Ufficio stampa Rocchina Ceglia

Teatro Nino Manfredi
via dei Pallottini 10 – Ostia Lido
dal 17 al 19 febbraio
ore 21.00 domenica ore 17.30
www.teatroninomanfredi.it
Per info e prenotaizoni: 06 56 32 48 49
info@teatroninomanfredi.it
Biglietti: Platea: Intero 24.00, Ridotto 21.00
Galleria: Intero 21.00; Ridotto 18.00
Ufficio stampa Rocchina Ceglia
Rocchinaceglia@rocchinacegliacomunicazione.it
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