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Domus Aurea in 3D per poterla ammirare come ai tempi di Nerone. Parla Francesco Prosperetti

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Una Domus Aurea come non è stata mai vista, attraverso un video 3D che porterà i visitatori direttamente negli ambienti originari della sontuosa residenza realizzata dopo l'incendio di Roma  del 64 d.C. E’ questo l’obiettivo del nuovo percorso di visite nella reggia di Nerone, presentato ieri nella capitale. La Domus, secondo i racconti degli scrittori dell'epoca, copriva un'area così vasta da essere identificata con gran parte della Roma antica. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro: 

Fare un salto indietro nel tempo e poter visitare la Domus Aurea costruita dall’imperatore Nerone, ammirandone le sale e gli affreschi, fino a quei dettagli che decoravano la volta della Sala dorata a 12 metri di altezza, le ninfe e le divinità dell'Olimpo come nemmeno l'imperatore potette mai vederli. E’ questa la sensazione che la nuova applicazione in 3D allestita nella sala della volta dorata della Domus Aurea, regala ai visitatori, permettendo di vedere la reggia come era prima che venisse sepolta dalle terme di Traiano pochi decenni dopo essere stata edificata. Una ricostruzione fatta attraverso fonti storiche, come  ci spiega l’archeologo Alessandro D'Alessio, direttore scientifico della Domus Aurea:

R - Noi abbiamo fatto una serie di ricostruzioni altamente filologiche, cioè sulla base delle evidenze archeologiche, architettoniche conservate, che ci consentono di poter restituire le strutture murarie stesse, riapplicare le decorazioni e quindi far sì che il visitatore si trovi immerso nell’ambiente così com’era in origine, al tempo dell’imperatore. La finalità è quella di comunicare l’antico, il patrimonio culturale con modalità aggiornate alle tecnologie moderne.

E in questo viaggio indietro nel tempo, viene rivelata tutta la bellezza di questo luogo edificato sul colle Oppio, come il portico marmoreo inondato di luce che dava sul grande giardino, e il  lago artificiale costruito li dove oggi sorge il Colosseo, come ha ricordato il soprintendente speciale per l’area archeologica di Roma Francesco Prosperetti nella conferenza stampa:

R -  Questo luogo viveva di una luce straordinaria che veniva riflessa probabilmente dal grande bacino lacustre artificiale che si trovava dove oggi sorge il Colosseo. Era una specie di grande specchio riflettente che faceva entrare “dal basso” la luce del sole negli ambienti della domus. Questa connessione di illuminazione non è più riproducibile al giorno d’oggi perché l’umidità degli ambienti farebbe ripartire la vegetazione, i muschi, … Questi ambienti vanno goduti nella penombra in una dimensione che non gli è propria. Quindi l’unico modo per restituire al visitatore di oggi questa condizione originaria degli ambienti della Domus Aurea è proprio quello di ricostruire virtualmente questa illuminazione attraverso questi meccanismi di realtà virtuale, di realtà aumentata, che oggi permettono di vedere come era la Domus Aurea, forse ancora meglio di come era ai tempi della sua costruzione.

Ma per salvare la Domus dall’umidità delle infiltrazioni d’acqua  è necessario anche un intervento anche sul parco che la sovrasta. A questo scopo è stato studiato anche un giardino sostenibile che nei prossimi anni andrà ad assorbire queste infiltrazioni salvando così un monumento unico al mondo, come ci racconta ancora Francesco Prosperetti:   

R -  Naturalmente la vicenda della Domus Aurea è estremamente breve. È stata costruita in un numero di anni ridottissimo ed è stata usata per un periodo ancora più breve, poi è stata consegnata all’oblio. Però, dal 1400 la Domus Aurea  è diventata un mito; è diventato un luogo tutto da riscoprire e crediamo di aver garantito oggi, con questa realizzazione, il modo più efficace per comprender l’essenza di questo monumento. Marina Tomarro, Radio Vaticana, Radiogiornale del 1° febbraio 2017.

Venezia, Palazzo Franchetti: arte e scienza in “Our Place in Space”. Parlano Antonella Nota e Anna Caterina Bellati

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Da oggi a Venezia, al Palazzo Franchetti sul Canal Grande, una mostra unica nel suo genere: “Our Place in Space”, il nostro posto nello spazio. L’iniziativa è della Nasa e di Esa, l'Agenzia Spaziale Europea, che per realizzarla utilizzano una ventina di foto e 4 video con le immagini dell’universo inviate negli anni dal telescopio Hubble, accompagnate da opere create “ad hoc” da dieci dei migliori artisti italiani contemporanei. L’esposizione rimarrà aperta fino al 17 aprile per poi spostarsi in altre località in Europa, tra cui Monaco di Baviera, negli Usa e in Australia. A fine marzo, Venezia ospiterà inoltre il 4/o Congresso Mondiale di Astrofisica con la partecipazione di astronauti, premi Nobel e astrofisici da tutto il mondo. Il servizio di Adriana Masotti: 

Arte e Scienza, su piani diversi, tentano di dare risposta alle domande più profonde dell’uomo: da dove veniamo? Qual è il nostro posto nell'universo? Siamo soli o esistono altre forme di vita?  Le foto inviate da Hubble nei suoi 26 anni di attività, allargano il nostro orizzonte all’infinito svelando la bellezza e la maestosità del cosmo, a partire dai nostri vicini: le facce di Marte, la grande macchia rossa di Giove, le aurore di Saturno, fino alle Nebulose dove si può osservare l’evoluzione delle stelle e alle vastissime Galassie ai margini dell’universo. Ascoltiamo Antonella Nota, project scientist di Esa per la missione spaziale Hubble, una delle due curatrici della mostra:  

“Le immagini che abbiamo scelto per la mostra sono state scelte in base alla loro bellezza, perché uno degli obiettivi della mostra è ispirare il pubblico a sognare, a pensare alla vastità dell’Universo, alla sua complessità. Hubble è il telescopio della gente: è riuscito a portare l’Universo nelle nostre case; ha prodotto immagini che sono diventate icone, che sono state usare in modi incredibili ed inaspettati nella pubblicità, nei cinema… Quindi hanno reso la scienza accessibile a tutti. E per me, come scienziata, questo  è sempre stato uno obiettivo personale.”

L'Arte incontra quelle immagini e le interpreta: così le opere proposte sono un ulteriore contributo alla ricerca e alla comprensione. Ancora Antonella Nota:

“Questa mostra riesce a comunicare con il pubblico a tanti livelli diversi. Abbiamo, per esempio, posto la domanda: “Siamo soli nell’Universo? Esistono pianeti al di fuori del nostro Sistema Solare, che possano ospitare la vita?”. Noi adesso sappiamo, grazie proprio al telescopio spaziale Hubble che tali pianeti esistono. Allora abbiamo chiesto all’artista: “Come se lo immagina un pianeta?”. E gli abbiamo dato un obiettivo ben preciso: descrivere un pianeta che - secondo lui - possa ospitare la vita e un pianeta, invece, inospitale. E le due immagini che sono venute fuori sono fenomenali!”

Dieci gli artisti italiani che si sono lasciati ispirare dalle straordinarie immagini del telescopio spaziale: ne sono usciti dipinti, sculture, installazioni  con intuizioni personali lontane dalla scienza, ma che assecondano l’umano desiderio di conoscere e di esplorare. Anna Caterina Bellati, fondatrice della Bellati editore, specializzata nella divulgazione artistica e letteraria, che insieme all’Esa ha curato la mostra:

“Abbiamo scelto gli artisti, perché sono coloro che in modo chiaro - benché inconsapevole - riescono a frugare nel profondo della nostra conoscenza, delle nostre paure, delle nostre speranze. Il senso della mostra, forse, è quello di dare di nuovo collocazione, meno mastodontica, all’essere umano che pensa di potere tutto e di poter distruggere tutto. In qualche modo siamo tutti figli delle stelle, però per essere stelle bisogna anche un poco re-imparare ad alzare lo sguardo verso il cielo, dal punto di vista non soltanto fisico, ma teoretico, morale ecc...”. Adriana Masotti, Radio Vaticana, Radiogiornale del 1° febbraio 2017.

Musica, il nuovo che avanza è arrivato: IL CAOS è in classifica con "IL CAOS DENTRO"

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Da qualche giorno suona in radio IL CAOS DENTRO del giovane talento partenopeo IL CAOS, al secolo Nicola Tarantino. E' una canzone ricca di spunti che indagano una società sempre più distante dal sentire personale, sempre più caotica e disarmante, dove i rapporti umani si confondono con quelli liquidi del web, dove la follia inesorabilmente si insinua e ti arriva in testa. 

La canzone è una seduta psicanalitica, cruda e severa, ed è accompagnata da un video forte, dove i progonisti sono un uomo distrutto dentro e fuori, e i suoi fantasmi, con i quali dovrà per forza fare i conti ed imparare a convivere!

Il videoclip sta ricevendo apprezzamenti e condivisioni così come la canzone che si è aperta un varco tra altri nomi di artisti talentuosi che cercano di scappare da quei divani accomodanti che si trovano nel chiuso dei talent show per raccontare la gente, la strada e le proprie emozioni, scevri da indicazioni su come procedere: portano avanti il loro talento, la loro esperienza musicale ed artistica, il proprio personale sentire. 

Il riscontro che porta IL CAOS DENTRO nella classifica di vendita iTunes e nelle ricerche di Shazam rende orgoglioso l'artista e l'intera squadra di lavoro che crede profondamente in questo progetto.

Clicca qui per vedere il videoclip

Chi è IL CAOS?
Il Caos, all'anagrafe Nicola Tarantino, nasce a Napoli il 26 maggio 1993. L'amore per la musica, unita allo studio del pianoforte, si tramuta ben presto in canzoni. Ci sono i primi live, i contest, i concorsi, la strada, la vita. E’ proprio durante un contest che arriva la svolta per la sua carriera cantautoriale, grazie all'incontro con il produttore discografico Michele Cammarota, con il quale nel 2010 inizia un sodalizio artistico. Nicola Tarantino ha modo di sperimentare nuovi sound e di raffinare la sua tecnica compositiva ed autorale. I suoi testi e le sue sonorità rispecchiano il quotidiano, la follia di una generazione alla continua ricerca di se stessa.  Cominciano anche molteplici collaborazioni per altri artisti, tra cui il brano d'esordio di Giorgia Pino (finalista di The voice of Italy 2) dal titolo "Tu prendimi così", il brano estivo “Il peggio è passato” interpretato da Simone Perrone (The Voice of Italy 3) in featuring con Cesko (frontman della band salentina “Après La Classe”). 
Il CAOS è attualmente impegnato nella lavorazione del suo album d'esordio -con la produzione artistica di Michele Cammarota - che è stato anticipato dal singolo “Benvenuti in un’altra dimensione” (in featuring con il rapper varesino STEVE) uscito il il 17 giugno 2016 in radio e nei digital stores.

https://www.facebook.com/IlCaosOfficial/

CARMEN CONSOLI, DOPO SANREMO IL TOUR: in Sicilia 11/12/14 aprile

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Impegnata nelle prove per il tour acustico, Carmen CONSOLI martedì 7 febbraio tornerà – attesissima – ospite sul palco dell’Ariston, con l’amico e collega Tiziano Ferro.

Proporranno “Il Conforto”, brano con cui stanno spopolando in classifica e sul web.
La sua Sicilia dovrà attendere aprile per ritrovarla in tour, in una formazione da camera, tutta al femminile: chitarra, violoncello e violino. “Tri fimmini acustiche” come le ha definite La Consoli.

ECO DI SIRENE // TOUR
PALERMO 11 APRILE ORE 21 TEATRO BIONDO
AGRIGENTO 12 APRILE ORE 21 TEATRO PIRANDELLO
MESSINA  14 APRILE ORE 21 PALACULTURA

Un nuovo progetto in trio, ma antitetico rispetto al power trio dell'“Abitudine di tornare”: da febbraio 2017 Carmen Consoli sarà nei teatri con “Eco di sirene”, sul palco in punta di plettro con violino e violoncello - rispettivamente Emilia Belfiore e Claudia della GattaTre le attese date siciliane - Palermo (11 aprile, Teatro Biondo), Agrigento (12 aprile, Teatro Pirandello), Messina (14 aprile, Palacultura) – che rientrano nella programmazione di PUNTOEACAPO CONCERTI 2017, con la direzione generale di Nuccio La Ferlita.
Eco di sirene è l'evoluzione di uno dei progetti più amati ed originali di Carmen: L'anello mancante (2008), un tour teatrale con il quale ha registrato il tutto esaurito in Italia, in Europa e negli Stati Uniti, dominando la scena sola sul palco con le sue sei chitarre. Come in quel concerto, la musica sarà la tela sulla quale tracciare riflessioni e impressioni personali; qui però i tre strumenti acustici si rimandano suggestioni diverse sugli stessi temi musicali e argomenti, dando così corpo all'ambivalenza connaturata al titolo stesso, Eco di sirene. Una sirena è infatti al tempo stesso un suono d'allarme ed una creatura magica che canta per avvisare del pericolo. Una sirena ama e custodisce, assorda e allerta. Una sirena incanta e seduce. Ma può anche urlare e proteggere. È una mostruosa chimera ed una dolce fanciulla in cerca di un'anima. Eco di sirene è quindi uno spazio nel quale accogliere e dar voce e corpo alle domande sul presente, ai piccoli momenti di gioia quotidiana, alla pluralità di risposte individuali


PUNTOEACAPO CONCERTI – IN PREVENDITA

NICCOLO’ FABI 27 FEBBRAIO TEATRO METROPOLITAN CATANIA
VINICIO CAPOSSELA 9 MARZO TEATRO METROPOLITAN CATANIA
MASSIMO RANIERI 13 MARZO TEATRO METROPOLITAN CATANIA
RENZO ARBORE E L’ORCHESTRA ITALIANA 27 MARZO TEATRO METROPOLITAN CATANIA / 28 MARZO TEATRO GOLDEN PALERMO
CARMEN CONSOLI 11 APRILE TEATRO BIONDO PALERMO / 12 APRILE TEATRO PIRANDELLOAGRIGENTO / 14 APRILE PALACULTURA MESSINA
MARIO BIONDI 18 APRILE TEATRO METROPOLITAN CATANIA
IL VOLO 1 / 3 / 4 GIUGNO TEATRO ANTICO TAORMINA

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Terre di Toscana, X edizione 4-6 marzo: per assaggiare le 600 etichette di vino presenti

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Ci siamo quasi! Manca soltanto un mese alla X edizione di Terre di Toscana, che per omaggiare i successi riscossi in questo decennio ed assecondare le esigenze di un pubblico sempre più numeroso, tra operatori, giornalisti, buyer e wine lovers, assieme alle nuove date per il 2017 annuncia una grande novitàtre giorni di manifestazione, invece che due, per consentire ad un pubblico sempre più vasto, arrivato ad oltre 3000 presenze, di avere a disposizione un'ulteriore giornata per assaggiare le 600 etichette presenti.

Da sabato 4 marzo fino a lunedì 6 marzo 130 vignaioli toscani si riuniranno nei luminosi ed accoglienti spazi dell'Una Hotel Versilia di Lido di Camaiore per far degustare le loro etichette più prestigiose, attraverso un viaggio virtuale nella migliore Toscana del vino.
Partecipare a Terre di Toscana significherà poter assaporare i vini di denominazioni basilari come Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Nobile di Montepulciano, Vernaccia di San Gimignano, ma anche i grandi rossi di Bolgheri, per spingersi fino all'estremo sud andando a scoprire la Maremma dei Morellino di Scansano e la sua costa. Non mancheranno distretti emergenti, ma non meno attraenti, come il Montecucco, la Val di Cornia, la Val d'Orcia, Cortona, le Colline lucchesi, pisane e massesi, e quelli insoliti e sorprendenti come Mugello, Casentino e Versilia.
Come per ogni edizione passata di Terre di Toscana, cantine new entry, tutte da scoprire, affiancheranno le storiche presenze, e numerose saranno le realtà biologiche e biodinamiche. Il lunedì sarà inoltre la giornata dedicata al passato, grazie all'iniziativa dedicata alle vecchie annate, che consentirà ai visitatori di conoscere preziose etichette proposte in versioni vecchie, o comunque meno recenti, direttamente al tavolo dei produttori.
Il vino avrà come degno compagno di avventure il foodproposto da artigiani toscani del gusto presenti in un'area loro dedicata, che delizieranno i presenti con le loro bontà gastronomiche.
Sempre dedicato al food, ci sarà il classico appuntamento con Golosizia, evento nell’evento dedicato alle grande firme della ristorazione toscana, che intratterranno il pubblico con curiosi ed appassionanti cooking show nella giornata di domenica. Quest'anno si andrà alla scuperta di la "cucina dei castelli", grazie ai tre rinomati chef rispettivamente di Castello di Spaltenna (Gaiole in Chianti), Castello del Nero (Barberino Val d'Elsa) e Castello di Casole ( Casole d'Elsa).

Inoltre, per festeggiare il DECENNALE dell'evento, nelle giornate di sabato e lunedì sarà presente CHAMPAGNE CORNER, sfiziosa selezione di Champagne "via dalla pazza folla" elaborati da vignerons artigiani, selezionati da Le Bollicine, piccola ma agguerrita società di importazione, ovviamente tutta toscana.
Terre di Toscana è un evento ideato e organizzato, con immutato entusiasmo, dalla squadra di Acquabuona.it(www.acquabuona.it), testata on-line che dal 1999 racconta -credendoci- l'enogastronomia e l'agroalimentare del nostro Paese.
Per conoscere i protagonisti e i dettagli del programma visitare il sito www.terreditoscana.info
Orari : sabato 4 marzo ore 14,00-19,00; domenica 5 marzo ore 11,00-19,00; lunedì 6 marzo ore 11,00-18,00

Ingresso: 25 euro intero - 20 euro ridotto per i soci AIS, FISAR, ONAV, AIES, SLOW FOOD, TOURING e abbonati al notiziario de L’AcquaBuona

Per informazioniinfo@acquabuona.it - 335.6814021 - 339.1177267 - 328.6486660  - www.terreditoscana.infowww.acquabuona.it

Servizio navetta
Nella giornata di domenica, dalle ore 10,30 alle ore 18,30, due navette gratuite faranno la spola tra la stazione ferroviaria di Viareggio e l’UNA Hotel. I minibus, dell’azienda Montaresi, facilmente identificabili attraverso il logo della manifestazione affisso all’esterno, stazioneranno fuori dalla stazione ferroviaria e saranno disponibili, traffico permettendo, ogni 15/20 minuti.
TERRE DI TOSCANA - UNA Hotel Versilia –Lido di Camaiore (LU
Via Sergio Bernardini ex Viale Colombo,335/337

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Teatro Biondo di Palermo, il 7 febbraio “Lady Macbeth Show” con la talentuosa attrice e soprano lirico Sarah Biacchi

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Martedì 7 febbraio prossimo, 2017, alle ore 21:00, presso il Teatro Biondo di Palermo, Sala Strehler, si terrà il particolare spettacolo teatrale Lady Macbeth Show”, che vede protagonista assoluta l’attrice e soprano lirico Sarah Biacchi, anche autrice del testo, prendendo spunto sia dalla straordinaria opera di William Shakespeare, che dall'omonima Opera Lirica di Giuseppe Verdi.

La regia e la scenografia è affidata a Chiara Maione, regista di talento e soprano emergente nel mondo della lirica italiana; Aiuto-regista Giancarlo Cibelli; Lo spettacolo vedrà la partecipazione straordinaria del bravo attore palermitano Nicola Franco; L’organizzazione è di Francesca Picciurro; La produzione è di “N.O.S.” (Nuovo Orizzonte Spettacolo), in collaborazione con “Sycamore T. Company”.
Lo spettacolo di Sarah Biacchi, per certi versi, è unico nel suo genere ed ha una originalità ideativa e narrativo-teatrale che affascina e coinvolge empaticamente il pubblico che avrà la fortuna di assistere allo spettacolo di Palermo di martedì prossimo. L’idea originale di Sarah, è stata infatti quella di creare un’Opera teatrale con delle contaminazioni artistiche intelligenti, tra linguaggi apparentemente distanti tra loro: il talk show televisivo, la prosa di matrice shakespeariana, la lirica verdiana, il teatro moderno e sperimentale. Ecco, questi ingredienti, sapientemente amalgamati dall’ideatrice e dalla regista, rendono lo spettacolo estremamente originale e imperdibile … per chi ovviamente ama farsi sorprendere, ed al contempo, per chi ama il pathos teatrale che deve saper generare nelle viscere dello spettatore una vera opera artistica!
Sarah reciterà, canterà e di fatto, nel rappresentare la sua Opera Teatrale, affascinerà lo spettatore amante del Teatro, percorrendo un viaggio narrativo e recitativo tra le pieghe noir non esplicitate delle opere shakespeariana.


Sinossi:
Sarah si presenterà al pubblico come una soubrette americana, sulla falsariga di Jane Mansfield, Lady Macbeth, ed arriva come ospite di un qualsiasi talk show televisivo. Il conduttore del talk-show è l’attore palermitano Nicola Franco; Lady Macbeth si sottopone, come in tutti talk-show di rispetto, ad una serie incalzante di domande che si pongono l’obiettivo di far comprendere la natura più profonda del personaggio shakespeariano. È a partire da questo confronto-dialettico-teatrale che iniziano ad essere svelate, poco alla volta, aspetti dell’opera di Shakespeare invisibili ad un lettore distratto e frettoloso, ad uno spettatore teatrale che si sofferma sul visibile e non riesce ad andare oltre; Shakespeare che talvolta, nelle sue Opere, è stato capace di narrare viaggi interiori verso gli abissi dell’anima più profondi e più inquietanti.
Al termine di questo primo blocco di “talk-show”, ritmicamente caustico e raggelante, gli spettatori verranno immersi, a due mani, nelle scene originali della tragedia. Si assisterà pertanto alla scena shakespeariana della lettera e all'invocazione agli spiriti, al terribile dialogo con Macbeth per decidere la modalità dell'omicidio di Duncan; e alla spettrale scena della follia dove la Lady, immergendo il suo corpo in un bacile colmo di sangue, canta l'aria finale di Verdi avvolta in un candido tulle nuziale.
Lo spettacolo ha una durata di 50 minuti.
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Note aggiuntive per il lettore:
Sarah Biacchi è un’attrice italiana, ma è anche una cantante lirica, è scrittrice, autrice e produttrice; in Italia rappresenta un caso rarissimo di attrice e cantante lirica al contempo. Sarah, pur essendo una giovane Artista, ha già maturato una solida esperienza professionale ed artistica, tanto che nel 2013 vinse il ruolo di Cherubino nel “Concorso Tis Belli” di Spoleto, ed è stata Giulietta di Shakespeare all'Estate Teatrale Veronese. Nella sua carriera ha avuto la possibilità di incontrare tantissimi artisti di vero talento, importanti e noti, che segneranno, per certi versi, la sua carriera di ricerca artistica e di grande professionismo.
ANDREA GIOSTRA.
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Per chi volesse saperne di più sullo spettacolo “Lady Macbeth Show”, ecco alcuni link ed info consigliati:
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Per info e prenotazioni:
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Per chi volesse conoscere meglio virtualmente l’autore dell’articolo, Andrea Giostra, ecco i suoi link:
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Teatro Vascello Roma, "Le Baccanti" di Euripide con Manuela Kustermann dal 7 al 19 febbraio

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Le Baccanti rappresentano una finestra sull'irrazionale, su un mondo antico di reale libertà espres- siva, di possessione dionisiaca, una riflessione sul senso del divino nelle nostre vite e su ciò che, nella nostra quotidianità, viene rimosso.
La parola antica è un grido proveniente da un altro tempo, un appello alla riflessione, al risveglio dei sensi, un'esortazione a guardarci dentro in altri modi. Nel frenetico vivere odierno noi affidiamo gli ultimi scampoli di irrazionalità e presenza fisica ai momen- ti dell'eros, della malattia, del sonno. Le Baccanti, invece, agiscono in stato di automatismo menta- le, di sonno perenne, sono in qualche modo "agite" dal Dio, Dioniso opera attraverso di loro, attra- verso i loro corpi e le loro voci, li trasforma e ne fa strumento di ebbrezza, sensualità, stordimento, morte, dolcezza infinita, ambiguità demoniaca. Il Dio in qualche modo si fa corpo e plasma le loro voci.
 La febbre del nostro tempo ci porta a vivere in una realtà anestetizzata, un mondo fittizio in cui l'emozione è bandita, al servizio di un intellettualismo sterile e desolante. I nostri occhi sono quotidianamente accecati da immagini provenienti dai media. La legge del mercato non perdona: si vendono cadaveri, posizioni sociali, incarichi pubblici, armi, sesso, infanzia, organi. Restiamo in- differenti. La dimensione borghese soffoca i nostri migliori istinti, la nostra sensibilità (che brutta parola oggi, considerata quasi scandalosa), la nostra sincerità e si porta via ogni forma di creativi- tà, ogni volo. La nostra dimensione irrazionale viene completamente annientata. Il senso dell'affer- mazione dell'Io divora i nostri giorni. L'arte è svuotata della sua dimensione spirituale.I media, per- suasori occulti, agiscono sui nostri cuori e sulle nostre menti addomesticando anche gli spiriti più ribelli, sigillando gli occhi più attenti. La dimensione spirituale è irrimediabilmente perduta.
Il senso del tragico è ormai sconosciuto. Il corpo viene cancellato. Siamo ormai definitivamente tra- sformati in consumatori e, nel medesimo istante, in prodotti, sconvolti da una guerra mediatica senza precedenti nella storia. Illusi della nostra unicità, della nostra peculiarità, in realtà pensiamo tutti nello stesso modo, pronunciamo le stesse parole, abbiamo tutti le stesse esigenze, le stesse speranze, le stesse ansie, la stessa quotidianità fabbricata in serie. Ci illudiamo di essere liberi.

Teatro Vascello
Direzione Artistica Manuela Kustermann

dal 7 al 19 febbraio 2017
dal martedì al sabato ore 21, domenica ore 18
LE BACCANTI – Dionysus il dio nato due volte
un progetto di Daniele Salvo sulle Baccanti di Euripide
con Manuela Kustermann, Daniele Salvo, Paolo Bessegato, Paolo Lorimer,
Simone Ciampi, Diego Facciotti , Giulia Galiani
Annamaria Ghirardelli, Melania Giglio, Francesca Mària
Silvia Pietta, Alessandra Salamida, Giulia Diomede
regia Daniele Salvo
produzione La Fabbrica dell'Attore – Teatro Vascello Roma – Tieffe Teatro Milano
Teatro Di Stato Constanta Romania

INFORMAZIONI E BOTTEGHINO
Abbonamenti: 10 spettacoli a scelta 100,00 € tra prosa, danza, musica
5 spettacoli a scelta 60,00 € tra prosa, danza, musica
3 spettacoli a scelta 30,00 € tra prosa, danza, musica
Biglietteria:
Intero Prosa 20,00 €
Ridotto Prosa over 65 15,00 €
Ridotto Prosa studenti 12,00 €
 
Servizio di prenotazione 1,00 € a biglietto
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via Giacinto Carini, 78 – 00152 Roma
Tel. 06.5881021/06.5898031
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Disoccupazione giovanile, Chiara Grosso (FourStars): "Per trovare lavoro nel 2017 puntare su lingue, soft skills ed esperienze all'estero"

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“L’era del tutto è dovuto non esiste più, né quella del posto fisso – spiega Chiara Grosso, presidente e CEO di FourStars, società accreditata dal Ministero del Lavoro e specializzata nei tirocini formativi – Possiamo vedere però questa situazione in positivo, come opportunità per fare esperienze diverse, mettersi in gioco, non avere paura di perdere un lavoro e trovarne un altro, potendosi reinventare senza timore.
Per fare questo in primis consiglio di potenziare la conoscenza delle lingue straniere. Essere in grado di parlare in inglese in maniera fluente è davvero fondamentale, ma è altresì importante avere la capacità di parlare una terza lingua. Molto importante è anche cominciare a svolgere degli stage sin dal primo anno di università, per presentarsi ai futuri colloqui con un background lavorativo già solido e appetibile agli occhi dei recruiter”.

Ma tutto questo non basta, servono anche altre qualità ed esperienze per avere maggiori probabilità di trovare lavoro nel corso del 2017: “Sarà importante anche lavorare su se stessi, concentrandosi su alcune delle soft skills più importanti come l’adattabilità, la capacità relazionale e la flessibilità, che faciliteranno non di poco l’ingresso nel mondo del lavoro. Altro aspetto fondamentale sono le esperienze all’estero, vissuti in grado di arricchire moltissimo il bagaglio culturale e lavorativo del candidato, ad esempio in paesi come gli USA, la Cina e la Gran Bretagna. L’ultimo dei miei 5 consigli, che mi sento di dare ai giovani per trovare lavoro nel 2017, è un motto: esigere, ma non pretendere – conclude Chiara Grosso – Una buona filosofia di vita per centrare gli obbiettivi che si sono prefissati per il loro futuro”.

FABIO BIALE: “LA GRAVITÀ SENZA PESO” È IL NUOVO ALBUM DEL VIOLINISTA E POLISTRUMENTISTA DI ZIBBA E ALMALIBRE

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Dopo la lunga militanza con Zibba e Almalibre e le avventure folk con i Luf, i Liguriani e i Birkin tree, il violinista cantante torna in studio da solo per una nuova raccolta di canzoni originali. Nelle dodici tracce lo swing gitano, il valzer, il canto narrativo ed il rocksi incrociano per raccontare storie la cui gravità insegue il segreto della leggerezza: eroi, innamorati, assassini, mendicanti; i disillusi e gli inarrestabili.

Italo Calvino sottolinea che dal sangue della Medusa, che trasformava chiunque la osservasse in pietra, era nato il cavallo alato Pegaso. La pesantezza può essere rovesciata nel suo contrario”racconta Fabioa proposito dello spirito del nuovo album. “Così nello stesso disco convivono protagonisti della Resistenza e maniaci di provincia, chi si lascia andare allo sconforto e chi non smette mai di credere che domani sarà migliore. Tutti fanno parte dell'amaracommedia della vita che solo una leggerezza pensosa può alleviare”.

Nel disco, registrato da Rossano Villa presso l'Hilary studio di Sori e masterizzato da Marco Canepa, Fabio Biale è accompagnato da Riccardo Barbera (contrabbasso), Saverio Malaspina (batteria), Fabio Vernizzi (pianoforte), Stefano Ronchi (chitarre), Luca Falomi (chitarre), Marco Vescovi (chitarra manouche), Stefano Cabrera (violoncello), Giorgia Mammi (clarinetto).
Il disco è impreziosito dalla presenza di alcuni ospiti tra i quali Zibba, Dario Canossi dei Luf e l’attore Mauro Pirovano.



TRACK BY TRACK


. Il bolo isterico – “Il bolo isterico è una fastidiosa sensazione di groppo in gola, come un dito che prema la base del collo, una cravatta troppo stretta. La medicina riconosce questo disturbo fin dall’antichità ma non si può dire che ne sia venuta a capo. Una canzone che vuole essere un urlo (strozzato) liberatorio, una richiesta di consulto medico (gratuito, dopo tanto pagare a vuoto), un pretesto per mandare a quel paese tutto quello che rimane in gola e teniamo dentro fino a farci del male. La musica è uno swing alla Django Reinhardt”.

. Canzoni da more – “Sto andando a Genova. Una bella coda di macchine, fermo sul viadotto del Polcevera. Vedo la città e mi sale una melodia alla Gino Paoli che devo immediatamente registrare col telefono. Senti che come artista però devi dire no alle canzoni d’amore, basta romanticherie. Sono tutte smancerie, cerchiamo di essere concreti: amare rende le cose amare. Però alla fine ti ritrovi con un’ode all’amore coi fiocchi. Un bastian contrario. Ma la risposta è che non si scrivono canzoni d’amore e io ne scriverò”.

. Crapa pelata – “Avevo un minimarket. E una fidanzata a Pisa che aveva l’influenza e il mal di testa. Tra un etto di prosciutto e mezzo chilo di mandarini, le scrivo una filastrocca magica per farle andar via i malanni. Crapa pelata sono io, ma è anche quel personaggio di una canzone swing degli anni Trenta. Così il damerino del Varietà diventa un bottegaio di oggi ma lo swing resta. Torna il ritmo sincopato, le chitarre, i suoni d’artificio per eseguire l’inno all’evasione dalla routine”.

. La caffetteria Bandiani – “La caffetteria era il luogo dove ogni mattina consultavamo gli oroscopi per saper cosa il destino ci stesse preparando. Dove ci innamoravamo di tutte le ragazze che entravano. Dove la barista, a cui per far colpo avevamo fatto credere che stavamo scrivendo la Guida dei cappuccini liguri, era un sogno irraggiungibile. Bandiani, invece, è il soprannome di un fonico di Genova. Non è una caffetteria ma ha registrato la prima bozza di questo brano e si è meritato la dedica, pur senza recensione su TripAdvisor”.

. Albergo Zot – “Una storia di miseria, di ignoranza, di follia quotidiana. Di tristezza senza senso, così comune e così invisibile prima di traboccare nella cronaca nera. La musica fa il paio: schizofrenia, cacofonia; melodie di cortesia, da ascensore, da attesa telefonica. Due voci che rintronano nella testa. Zibba che fa l’anima nera. Il violino che come un tarlo penetra nella mente e scava la sua via disordinata”.

. Da una finestra aperta – “Piove e qualcuno sta suonando da qualche parte. Forse lassù al terzo piano, dove c’è la finestra aperta. Piove ma è estate e fa caldo. Ti ripari in un portone e registri tutto”.

. Gesti – “Capita che fai un viaggio in treno e hai davanti due ragazze, due amiche che parlano tra loro. Io, con le cuffie nelle orecchie, non potevo cogliere i loro discorsi ma consideravo attentamente la loro mimica. Avevocinquanta secondi di musica abbozzata su un registratore portatile e sentii subito che erano quelli giusti. Quelle note e quel viaggio, un po' ermetici, rieccoli qui”.

. Marzo – “Marzo all’anagrafe faceva Giovanni Battista Canepa. Raccontare che fu un partigiano sarebbe un torto alle mille azioni che fece per la libertà, in Italia e all’estero. Scrisse l’inno della sua brigata partigiana, l’unico in dialetto ligure fra quelli che ci sono stati tramandati: Sutta a chi tucca. Questa canzone è un omaggio all’uomo e a quel brano, e una riflessione sul valore della nostra Resistenza”.

. Sì però non eri qui – “La moglie è rimasta in Sardegna ed io, invece che darmi alla pazza gioia nella notte prima di partire per un giro di concerti in Germania, resto sveglio insonne a casa a sentirne la mancanza. Così nella notte imparo a suonare l’ukulele di mio figlio di un anno e al mattino scrivo questi pochi versi e glieli dedico”.

. Con la mano tesa – “Se un mendicante si innamorasse di te, te ne accorgeresti? Una canzone sugli invisibili che hanno vite, storie ed emozioni, ma brutalmente nascoste sotto un marchio sociale che ci impedisce di vederle. Neanche due minuti di musica per simboleggiare la nostra attenzione fuggevole; si passa e si va”.

. Tutto sommato – “Per due mesi finisco ad insegnare al liceo in cui ho studiato. Ad ogni modo, termina il mandato e durante l’ultima lezione una ragazza mi fa: “Prof, le posso dire una cosa?” “Certo” le rispondo. “Sa che usa sempre l’espressione Tutto sommato? Da quando ho cominciato a segnarlo” e guarda nel quadernetto che ha davanti “lo ha detto 329 volte!”
Ci ho scritto una canzone sul coraggio di essere ciò che vogliamo, sul diritto a spendere il nostro tempo come piace a noi. Che, tutto sommato, con la storia che ho raccontato non c’entra nulla”.

. Viene la musica – “Un flusso di coscienza. Un ordinario racconto di dubbio, turbamento e depressione. Poi viene la musica e tutto passa. Dedicata a tutti noi che la musica ci salva sempre. Un brano ostinato e introverso che si sfoga in un ritornello luminoso, aperto, a maglie larghe. Il violino insegue un fraseggiare alla Lucio Dalla: una smisurata compostezza in una scomposta misura”.

. Rock’n’roll – “Dodici anni, seconda media, tre amici del cuore. Le idee chiarissime sul futuro da musicista”.


BIO

Fabio Biale, violinista, cantante e polistrumentista, dopo gli studi violinistici classici, si dedica alla musica tradizionale del mondo e alla musica d'autore, suonando con svariati artisti fra cui Lou Dalfin, Giorgio Conte, Flavio Oreglio, The Gang, Paolo Bonfanti, Giua.
Dal 2004 fa parte ufficialmente del gruppo i Luf, uscendone per la parte live nel 2011, pur collaborando ancora e comparendo come autore nell'album Mat e Famat del 2013.
Dal 2005 al 2013 è il violinista polistrumentista di Zibba e Almalibre con i quali pubblica tre album. Con loro vince, tra l'altro, il Premio Bindi 2011con “Anche di lunedì”(di cui è coautore) e il premio Targa Tenco 2012 nella categoria "Album dell'anno”con Come il suono dei passi sulla neve.Dal 2013 è uno dei musicisti della band di musica irlandese Birkin tree. Insieme a Fabio Rinaudo, Michel Balatti e Filippo Gambetta fonda nel 2005 il gruppo di musica tradizionale ligure Liguriani. Con i Liguriani pubblica “Suoni dai Mondi Liguri” e “Stundai”presentati entrambi a La Stanza della Musica su RadioTre. Con i Liguriani partecipa a festival di grande rilevanza internazionale tra cui MITO 2010 e 2012 in Italia, l'International Folk Festival of Tolo d'Asturies2009 in Spagna, Celtic connection 2011 in Scozia, Bardentreffen Festival 2015, TFF Rudolstadt 2013 e Rheingau Musik Festival2012 e 2013 in Germania. Dal 2008 collabora, sia con i Liguriani, sia autonomamente, con l'attore Mauro Pirovano.
Nel 2012 pubblica il suo primo album solista La sostenibile essenza della leggera.
Dal 2014 collabora come violinista e percussionista con Vittorio Ghielmi e Dorothee Oberlinger, Ensemble 1700 e Il Suonar Parlante, con i quali registra l'album "The passion of musick" per Sony / Deutsch Harmonia Mundi, vincendo il premio Echo Klassik 2015. Attualmente è in uscita con il secondo album solista che si intitola "La gravità senza peso".


Contatti e social



Dargen D'Amico, il 28 marzo esce l'8° disco "Variazioni" del “rapper in 3D” che mescola rap e musica colta

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Uscirà martedì 28 marzo per Giada Mesi il nuovo album di Dargen D'Amico, il rappresentante più eclettico e poetico della scena rap.

Variazioni, questo il titolo dell'ottavo disco dell'artista, cambia di nuovo le carte in tavola fondendo il rap con la musica colta grazie al pianoforte di Isabella Turso, dando vita ad un progetto originale, intenso ed emozionale interamente prodotto da Tommaso Colliva.
Da oggi sarà possibile pre-ordinare la versione DELUXE del disco in edizione limitata che include il primo libro scritto da Dargen D’Amico in esclusiva su www.giadamesi.com.
Il primo brano estratto da Variazioni, Le Squadre, è accompagnato da un video, girato da Federico Cangianiello. Dargen commenta così il brano:“Una buona percentuale dell'impegno quotidiano è occupata dagli schieramenti. È quasi doveroso dire di fare e pensare, postare solennemente, sentire l'urgenza di instagrammare l’ intimo. Abbiamo l'internet in mano e a qualcosa dovrà pur servire. E anche io sentivo l'esigenza di non prendere posizione su questioni di fondamentale importanza. Così è nata Le Squadre. Ma d’altronde anche questa è una presa di posizione bella e buona”
Definito "menestrello post-moderno", "cantastorie del ventunesimo secolo", "folletto metropolitano", "rapper in 3D", Dargen D'Amico, con sette album ufficiali all’attivo, tra cui due pietre miliari dell'hip-hop italiano come "Musica senza musicisti" (2006) e "Di vizi di forma virtù" (2008), collaborazioni con artisti che includono tra gli altri Max Pezzali, Enrico Ruggeri, J AX, Perturbazione, Fedez, Andrea Mirò, Fabri Fibra -, sposta e ridefinisce ancora una volta i confini di genere.

L'autostrada del grano

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Un imprenditore agricolo di Enna è stato condannato per essersi fatto dare nel 2011 contributi dall’Unione Europea per il grano che verebbe coltivato su un terreno espropriato fin dal 1977 per costruirci un pezzo dell’autostrada Palermo Catania. In sostanza l’avrebbe seminato sull’autostrada. 

Trovo la condanna ingiusta, ed è un peccato che il povero imprenditore in questione non abbia trovato un avvocato in grado di difenderlo come meritava. 
Ah, se quell’avvocato fossi stato io...
Tanto per cominciare, avrei detto ai giudici che una condanna avrebbe mortificato l’imprenditoralità di un uomo che aveva semplicemente tentato di importare nell’isola l’idea delle cosiddette “Strade del vino” che fa faville in Toscana. Se lì fanno le strade del vino, perché in Sicilia non si dovrebbe poter fare l’autostrada del grano? 
Ma non mi sarei fermato a questo. 
Li avrei guardati uno per uno con sguardo d’aquila, mi sarei avvolto nella toga e gli avrei detto puntando il dito sull’imputato: “Ma come, signori della Corte, ci lamentiamo tutti perché gli imprenditori italiani vanno a fare i soldi all’estero, e quando ne troviamo uno come questo, che li fa in casa nostra, lo condanniamo? Ma scherziamo? Pensate che bell’esempio di imprenditorialità in chiave sicula azzoppereste. Una imprenditorialità addirittura ecologica, per la quale avrei pronto pure uno slogan: “Facciamo il grano a km zero. E pure la grana”.

Carlo Barbieri

Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.

Teatro lo Spazio, dal 28 febbraio al 5 marzo "Emma B" di Enza Li Gioi, regia di Sabina Pariante

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Emma B., scritto da Enza Li Gioi e diretto da Sabina Pariante, debutterà al Teatro lo Spazio dal 28 febbraio al 5 marzo 2017.

Lo spettacolo, trasposizione in chiave moderna di Madame Bovary,  è ambientato in Francia ai giorni nostri.
La protagonista, una donna viziata ed egoista che si crogiola nel suo disagio, è vittima delle sue stesse frustrazioni:  priva di ambizioni e al tempo stesso superficiale e frivola, le basta un complimento per divenire lasciva.
L’unico ruolo che sembra calzarle a pennello, e in cui riesce a dare il meglio di sé, è quello della seduttrice “istintiva” e sentimentale: Emma B. vi si immerge calandosi completamente nella “parte”.
La chiave ironica e dissacrante che ci fornisce l’autrice ci fa entrare in empatia con i suoi goffi tentativi di seduzione: il suo, infatti, pur mettendola a nudo totalmente, è un occhio benevolo che permette allo spettatore di immedesimarsi con lei, sebbene, con la sua impacciata seduttività, possa risultare a tratti patetica.
In scena Eleonora Manara, Francesco Laruffa, Gabriele Tuccimei, Tony Caporale e David Mastinu.

La direzione artistica è di Mariaelena Masetti Zannini.

Emma B. di Enza di Gioi, dal 28 febbraio al 5 marzo 2017 al Teatro lo Spazio di Roma, Via Locri,42

Regia:  Sabrina Pariante

Con:  Eleonora Manara, Mino Sferra, Francesco Laruffa, Gabriele Tuccimei, Tony Caporale,  e David Mastinu

Costumi:  Antonio Ventura

Scenografie:  Antonio Bonaviri

Costo biglietto:  12 euro +( 3 euro tessera)

Ridotto:  9 euro +( 3 tessera)

Ufficio stampa: Sarah Mataloni

Per info: 06/77076486

3476154471

Teatro Lo Spazio, 5-6 FEBBRAIO "LETIZIA VA ALLA GUERRA" di Agnese Fallongo Regia Adriano Evangelisti

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Due guerre mondiali, due grandi donne: uno stesso nome, un unico destino. 

Letizia va alla guerra è un racconto tragicomico, di tenerezza e verità.

Due donne del popolo, travolte entrambe dalla guerra nel loro quotidiano, che si ritroveranno a sconvolgere le proprie vite e a compiere, in nome dell’amore, piccoli grandi atti di coraggio.
La prima Letizia è una giovane sposa, partita dalla Sicilia per il fronte carnico, in Friuli, come “portatrice di gerle”, nella speranza di ritrovare suo marito, Michele, chiamato alle armi il giorno stesso delle nozze. La morte sorprenderà i due innamorati prima che possano rincontrarsi, come accadde a tante giovani coppie nel corso della Prima guerra mondiale.
La seconda Letizia, invece, è un’orfanella cresciuta a Latina dalle suore e riconosciuta dalla zia, unica parente rimastale, solo dopo aver raggiunto la maggiore età. I suoi 21 anni, compiuti nel giugno del 1940, coincideranno, però, con l'entrata in guerra dell’Italia nel secondo conflitto mondiale al fianco della Germania. Sarà proprio la richiesta di incremento di personale femminile per il contesto bellico a condurla a Roma piena di speranze e aspettative per il futuro. Ma il destino beffardo la vedrà presto costretta a svolgere “un impiego” di tutt'altra natura rispetto a quello immaginato.
Due scenari temporalmente lontani ma sostanzialmente vicini: la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. 
Due storie di vita, narrate rispettivamente in dialetto siciliano e romano, che si susseguono come due capitoli di un unico racconto. Un omaggio alle vite preziose di persone “comuni”, che, pur senza esserne protagoniste, hanno fatto la Storia.
Impreziosito da musiche e canzoni popolari eseguite dal vivo, prende vita un brillante, doppio "soliloquio dialogato", che, pur nel suo retrogusto amaro, saprà accompagnare lo spettatore in un viaggio ironico e scanzonato. Uno spettacolo delicato che racconta uno spaccato drammatico della storia d'Italia, capace, tuttavia, di alternare momenti di pura comicità ad attimi di commozione, in un susseguirsi di situazioni dal ritmo incalzante in cui spesso una lacrima lascia il posto al sorriso.


5-6 FEBBRAIO

ore 21.00

LETIZIA VA ALLA GUERRA

di Agnese Fallongo
Regia Adriano Evangelisti

con

Agnese Fallongo e Tiziano Caputo

Biglietto intero 12 euro
Biglietto ridotto 9 euro
Tessera semestrale 3 euro

 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149




Libri, “Ossessivamente Viola” il romanzo di Renata Di Leo. La recensione di Fattitaliani

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In genere non scrivo delle “Premesse” alle mie recensioni che riguardano Opere d’Arte, nelle sue varie declinazioni ed espressioni artistiche, ma in questo caso, dopo aver letto il Romanzo di Renata Di Leo (“Ossessivamente Viola”, Ed. Mediaprint, San Giovanni Lupatoto, 2016, pp. 236, 20 €), è opportuno che il lettore che leggerà quello che ho scritto sappia qual è la mia prospettiva emozionale che mi segna quando incontro un’Opera d’Arte, e come poi, con uno sforzo intellettuale immane, cerco di tradurre in parole comprensibili a me, innanzitutto, e poi a chi mi leggerà, quelle emozioni che ho provato, quel pathos che mi ha attraversato, quelle sensazioni che hanno fatto vibrare il mio tessuto cutaneo e il mio battito cardiaco!
L'Arte è sempre stata la mia passione, fin da bambino. Come lo era per Sigmund Freudche vedeva nell'Arte la massima espressione vitale dell'essere umano e la migliore manifestazione del profondo dell'anima dell'artista, dell’uomo, della donna. Io ho sempre letto moltissimo e ho sempre scritto, fin da bambino, perché la scrittura è un modo per fissare il tempo ed ha un'azione catartica e di induzione alla riflessione che nessun'altra azione umana possiede. Osservare, ascoltare, leggere, immergersi e lasciarsi trascinare da un'Opera d'Arte, è la sensazione più straordinaria che si possa provare in questo mondo, l'emozione più vivida che si possa sperimentare per farci sentire vivi per davvero. L'approccio che ho con l'Arte è quello di lasciarmi trascinare dalle emozioni che scaturiscono dal mio incontro con l'Opera d'Arte: lo faccio con ingenuità percettiva, non condizionata e non inquinata da sovrastrutture e preconcetti che fanno parte della mia cultura e della mia esperienza di vita, che non siano ovviamente quelle della mia personale evoluzione di Uomo che ha sperimentato gioie e dolori, piaceri e dispiaceri, sofferenze e spruzzi di felicità, e che oggi mi fanno essere quello che sono proprio perché ha vissuto le mie esperienze di vita con intensità e fortissimo coinvolgimento emotivo. Quello che a me interessa, quando incontro un'Opera d'Arte, sono solo le emozioni che provo. Quando poi ne parlo o cerco di scriverle, sono i messaggi che mi sono arrivati, le emozioni che ho vissuto e subìto, il pathos che mi è stato trasmesso durante quell'incontro, breve o lungo che sia stato, che cerco di raccontare a me stesso e a chi mi leggerà. La Vera Arte non ha età, non è un bene di consumo soggetto a obsolescenza programmata, come direbbe Serge Latouche. La Vera Arte è senza tempo, dura in eterno, non ha età. Chi potrebbe mai dire ascoltando un brano dei The Beatlesche quella è musica superata? Chi potrebbe mai dire guardando un quadro di Vincent van Goghche quello è un dipinto antiquato? Chi potrebbe mai dire guardando “La Pietà” di Michelangelo Buonarrotiche quella è una scultura anacronistica? La Vera Arte deve essere svestita dell’elemento tempo e della componente commerciale usa-e-getta che le hanno appiccicato addosso i grandi produttori, le potenti lobby dei distributori internazionali, i “commercianti d'arte”, e talvolta anche alcuni autori che puntano più al businessche alla qualità del prodotto artistico. Il concetto commerciale di “consumismo” non appartiene e non può avere nulla a che fare con l’Opera d’Arte. Quando io incontro un'Opera d'Arte, il mio “sguardo” non è certamente quello dell’esperto-critico-professionista che, dando per scontato che sia un grande conoscitore d'Arte, ed avendo visto migliaia e migliaia di Opere, ha inesorabilmente perduto la spontaneità e l'innocenza osservativa ed emozionale dello spettatore comune che legge un romanzo, che va al museo, ad una mostra, al cinema, al teatro, ad un concerto di musica, o dovunque c'è Arte Vera, con il solo intimo obiettivo di provare delle emozioni e distrarsi dalla sua quotidianità e dalle sue preoccupazioni. Il critico-professionista-esperto, con le sue complesse ed erudite sovrastrutture conoscitive, ha perduto la componente più spontanea che un uomo, una donna, un osservatore/spettatore, deve possedere: l'innocenza dello sguardo e la libertà di lasciarsi trascinare dalle emozioni che si sprigionano dall'incontro con un’Opera d’Arte e che ti colpiscono dritto al cuore e ti fanno vibrare le membra. L’Arte è qualcosa che sta tra l’oggetto e la persona. Non si trova né nell’oggetto, né nella persona: ma si materializza emozionalmente nel loro reciproco incontro. Da questo punto di vista, i cosiddetti critici-professionisti, sono imprigionati in griglie di lettura che li costringono ad una amorfa parcellizzazione e settorializzazione dell'Opera d'Arte e, pertanto, non sono più in grado di vedere la componente emozionale olistica e al contempo gestaltica dell'Opera.
Questo per dire che ognuno di noi esseri umani, che amiamo l'Arte, che viviamo per provare emozioni intense e devastanti, dispone degli strumenti necessari per capire se un Opera è bella oppure no; è in grado di sentire se in noi scatena emozioni oppure no; se ci ipnotizza intellettualmente oppure no. E gli strumenti di cui disponiamo sono la nostra mente e la nostra anima: quell'Opera d’Arte ci ha regalato delle emozioni forti e vivide? Se la risposta è sì, allora è Vera Arte. Se la risposta è no, allora non è Arte. È un’altra cosa.

Introduzione:
Ho appena finito di leggere il Romanzo di Renata Di Leo, che con straordinaria gentilezza mi ha omaggiato perché potessi leggerlo e scrivere la mia recensione; e di questo dono la ringrazio pubblicamente, anche per l’eleganza e la raffinatezza con cui l’ha fatto.
La prima cosa che mi ha colpito, prima di iniziare a leggere il Romanzo, è stata la “confezione”, quello che gli inglesi nell’accezione commerciale chiamano “packaging”, ovvero, tutte quelle componenti che devono rendere appetibile e vendibile quello specifico prodotto commerciale: materialità dell’imballaggio, il processo produttivo che ha portato al prodotto finito, l’elemento estetico, l’involucro dentro il quale è contenuto il prodotto da acquistare e consumare, le prime informazioni che devono essere immediatamente visibili al potenziale compratore, l‘attrattività e la seduttività della “confezione”, che nella fattispecie è il Romanzo di Renata Di Leo “Ossessivamente Viola”. Ebbene, devo dire che questo lavoro di “packaging” è stato realizzato con estrema intelligenza, classe, innovatività, frutto di una progettazione esperta e matura che ha curato tutto nei minimi particolari e che ha reso la “confezione”, ovvero il Romanzo, straordinariamente attrattivo e seducente per il potenziale lettore. Le componenti più interessanti ed intriganti, a mio avviso, sono gli aforismi di Renata Di Leo che introducono il Romanzo, scritte in bianco su sfondo viola, che denotano molto buon gusto! Seguono quindici “recensioni” di altrettanti lettori. Alcuni sono Artisti, anche se non noti al grande pubblico nazionale, altri sono appassionati di letteratura e cercano delle storie da leggere per rimanerne emozionati. Tutte le quindici recensioni sono molto positive … qualcuna eccessivamente elogiativa, scadendo negli espliciti complimenti estetici all’autrice «… omaggiando la tua infinita bellezza.» Questo ulteriore elemento fa parte dell’intelligente progetto di “packaging” di cui discutevo prima, ed ha una sua notevole efficacia ed incisività nel lettore, che immediatamente viene orientato alla lettura del Romanzo di Renata Di Leo.

Recensione:
Ho letto il Romanzo con molta attenzione e voracità. La mia curiosità era grande proprio per le aspettative che genialmente erano state create dal “produttore” del Romanzo, e per il gentile personaggio, Renata Di Leo, che onorandomi mi aveva chiesto la recensione.
La lettura è certamente fluida e snella. Si legge con facilità e immediatezza, con un linguaggio semplice, ma al contempo intelligente perché frutto di un’analisi ragionata e per certi versi scientifica del potenziale lettore contemporaneo. Sappiamo tutti, e lo leggiamo continuamente, che il nostro Paese, l’Italia, è uno dei paesi d’Europa dove si comprano più libri, ma dove in assoluto si legge meno che in tutti gli altri. Comprare un libro in Italia è diventato una sorta di status symboldella persona colta, della donna e dell’uomo intellettuale - o presunto tale! - che nelle relazioni sociali, solo per il loro “sapere”, hanno un potere seduttivo superiore alla media delle altre persone. Renata Di Leo dimostra un’intelligenza ed una capacità strategica, molto superiore alla media degli scrittori italiani. Ha capito bene che non è tanto il prodotto che conta, ma il contenitore: nel nostro caso eccellente! Tra un capitolo e l’altro, le immagini la fanno da padrona e disorientano il lettore piacevolmente, consapevole l’autrice che oggi sono le Arti Visive quelle che nel mondo intero primeggiano in assoluto rispetto a tutti i generi artistici tradizionali, innovativi e sperimentali: il Cinema, la Fotografia, i Docu-Film, la Pittura, i Video-Game (che di fatto rappresentano una nuova forma d’Arte dove l’elettronica e l’informatica sono gli strumenti primari di creazione artistica).
La storia narrata da Renata Di Leo scivola su un percorso già tracciato abbondantemente dalla letteratura di successo e dalla cronaca criminologica che inizia con la storia dell’uomo, Caino che uccide Abele (“La Sacra Bibbia, Genesi 4, 8), fino ai giorni nostri, al XXI secolo, quella delle cronache giudiziarie dove i delitti e le successive indagini ipnotizzano il lettore, magnetizzano lo spettatore se parliamo di settima arte, di brillanti serie TV o di talk show televisivi. Per affermare questo principio non dobbiamo certo scomodare grandissimi scrittori del passato quali, per esempio William Shakespearecon “Otello”, titolo originale, “Latragedia di Otello, il moro di Venezia"1603;Fyodor Mikhailovich Dostoyevskycon “Delitto e castigo1866; oppure la storia vera londinese di “Jack the ripper” (Jack lo squartatore) del 1888, dalla quale sono stati tratti diversi Film, opere teatrali e narrazioni intriganti; Anthony Burgesscon “A Clockwork Orange” (Arancia Meccanica) del 1962;Thomas HarrisconThe Silence of the Lambs” (Il silenzio degli innocenti) 1988; e se proprio vogliamo mettere un punto a quello che sarebbe un elenco infinito, potremmo citare il nostro amatissimo Andrea Camillericon l’interminabile quanto gioconda serie di romanzi siciliani che raccontano le gesta investigative del “Commissario Montalbano”.
Quello che certamente mi interessa, è che questo genere suscita nell’essere umano un coinvolgimento viscerale, da sempre, dalla notte dei tempi dove erano i racconti a voce che si tramandavano di padre in figlio a conservare la memoria della storia dell’uomo e dei suoi delitti più efferati.
Renata Di Leo si sperimenta in questa avventura letteraria, frutto della sua fervida immaginazione e fantasia, sapendo ben leggere la “rosa dei venti” che un navigatore esperto deve conoscere per seguire una precisa rotta sotto un buon vento, oppure immerso con la sua barca a vela in un mare tempestoso, ovvero, in un mare in bonaccia.
Le raffinate citazioni si intrecciano con sagacia e coraggio, da “Traumnovelle” (Doppio Sogno) di Arthur Schnitzlerdel 1925, dal quale Romanzo breve Stanley Kubricksceneggiò e realizzò la sua ultima e straordinaria opera cinematografica “Eyes Wide Shut” del 1999; a “Valentina Rosselli”, più nota al grande pubblico come Valentina, del grande fumettista e artista italiano Guido Crepax(1933-2003) che la ideò nel lontano 1965stravolgendo allora, in tutto il mondo, il genere fumettistico erotico degli anni sessanta con storie narrate attraverso un disegno raffinato ed estremamente sofisticato, i cui racconti sono arricchiti da una trama evocativo-seduttiva ed onirico-libidica, che riesce magicamente a far viaggiare “virtualmente” il lettore dei suoi fumetti verso un erotismo raffinato, elegante e mai volgare; per passare poi, l’autrice, a spunti recuperati dalla letteratura psichiatrica che ha studiato casi clinici di soggetti con importanti perversioni sessuali, insieme a casi clinici di parafilia che vittimizzano un soggetto terzo: ed i casi narrati a Viola dal commissario Philip Ferry, spesso sono casi investigativi che hanno questa matrice clinico-criminologica.
È questo quello che leggerà il lettore curioso della narrazione di Renata Di Leo, che pur non sapendolo, ha rubato, con l’eleganza e l’intelligenza dimostrata in questo Romanzo, una frase che amava ripetere spesso Stanley Kubrik, oggi divenuta un aforisma, e che probabilmente, tra qualche anno, la renderanno una vera scrittrice in grado di ammaliare ed affascinare i suoi lettori con le sue ingegnose storie che per adesso sono prive dell’elemento empatico ed emozionale, essenziali perché possano essere concepite come Vere Opere d’Arte: «Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di Icaro dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla invece in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide"».
ANDREA GIOSTRA
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Per chi volesse approfondire virtualmente la conoscenza dell’autrice Renata Di Leo, ecco alcuni link da consultare:
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Per chi volesse conoscere meglio virtualmente l’autore della Recensione, Andrea Giostra, ecco i suoi link:
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Teatro Pirandello di Agrigento, Enrico D'Amore curerà allestimento scenico e interpreterà Renzo de "I Promessi Sposi"

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Dal 24 al 26 febbraio 2017 al Teatro Pirandello di Agrigento, andrà in scena la rassegna "GOOD AND EVIL" per la regia di Pippo Flora, una sintesi in due atti degli spettacoli ‘Caino e Abele’ di Tony Cucchiara e de  ‘I Promessi Sposi’ con le musiche composte dal Maestro Pippo Flora e nella versione teatrale, testi e regia di Michele Guardì.
Per lo spettacolo ‘I Promessi Sposi’, il Maestro Flora ha affidato l’allestimento scenico al performer Enrico D’Amore. D’Amore farà anche parte del cast artistico. L’evento è sostenuto dalla Fondazione Teatro Pirandello Valle dei Templi.
Questo allestimento in versione concerto porterà in palcoscenico  tanti degli artisti che sono stati interpreti de ‘I Promessi Sposi nella versione teatrale delle scorse stagioni. Il progetto coinvolge anche gli allievi del Centro Sperimentale diretto dal Maestro Flora.

«Mi sento onorato per l’incarico ricevuto dal Maestro Flora - dichiara Enrico D’Amore – I Promessi Sposi è stata me una seconda e numerosa famiglia ed il ruolo di Egidio è cresciuto artisticamente col sottoscritto. Questo progetto musicale mi emozione e mi consente di mettere in pratica tutti i preziosi insegnamenti ricevuti nel tempo sia dal Maestro Flora che da Michele Guardì, il quale mi ha trattato sempre come un figlio. Avrò modo di donarli ai giovanissimi ragazzi del Centro Sperimentale. Insieme a loro dividerò il palco  interpretando il ruolo di Renzo, e con gioia lavorerò di nuovo con alcuni dei colleghi che hanno aderito al progetto:  Noemi Smorra,  Christian Gravina, Chiara Luppi, Vincenzo Caldarola e Giorgia Flora.  In questa versione saranno proposti alcuni tra i più importanti brani dell’opera seguiti da proiezioni, coreografie e con l'intervento di un coro armonizzato e diretto da Pippo Flora».

Enrico D'Amore nasce a Brescia dove fin da piccolo inizia ad esibirsi in piccole realtà locali con musica dal vivo. Appena diciannovenne si trasferisce a Roma ingaggiato da Mediaset per il programma "Sarabanda" di Enrico Papi dove si esibirà per 4 edizioni come cantante solista ed attore in molte telepromozioni con lo stesso Papi. Nel frattempo continua il suo perfezionamento nel canto con MariaGrazia Fontana, Claudia  Arvati, Cinzia Spata a Roma, Miguel Curti insegnante di "Bel Canto" a Bologna e recitazione con Nini Ferrara presso le "Officine Teatrali" e Gianluca Ferrato a "Campo D'Arte" sempre a Roma. Arriva il primo grande ruolo con ‘Tosca Amore Disperato’ del maestro Lucio Dalla, che lo sceglie personalmente per essere "Cavaradossi" in un musical prodotto da David Zard che girerà tutte le prestigiose arene e palazzetti di Italia e Austria. Il percorso di Enrico continua con "West Side Story" prodotto dalla società Barattelli nota per produzioni liriche in Abruzzo, poi "Sogno momentaneamente Broadway" delizioso spettacolo sul musical d'oltreoceano, "Opinioni di un Clown" tratto dal libro di Heinrich Boll e successivamente la Compagnia della Rancia lo scrittura in "Jesus Christ Superstar" con la regia di Fabrizio Angelini nel ruolo di ensemble e cover Simone Zelota/Giuda girando tutti i prestigiosi teatri Italiani in tour per ben due anni. Poi di nuovo l'incontro con Lucio Dalla e il lavoro "Beggar's Opera" al teatro comunale di Bologna assieme ad attori straordinari come Peppe Servillo. Per l'occasione Enrico ha partecipato alla registrazione del brano ufficiale dei giochi olimpici "Cina 2008". Successivamente arrivano "Pippi Calze Lunghe" sempre con la regia di Fabrizio Angelini, e supervisione di Gigi Proietti ruolo Kling e partecipa a ‘Sweeney Tood’ con la regia di Marco Simeoli.Vola in Polonia nella prestigiosa arena di Kielce dove davanti a 8000 persone, un'orchestra di oltre 60 elementi e più di 80 di coro, fu presentato in anteprima quello che poi fu  portato anche in Spagna, a Madrid, durante la GMG in un altro palco prestigioso e infine a Roma nella bellissima cornice del Salone Margherita, come "Wojtyla Generation" con il ruolo protagonista di "Paolo" il Fariseo, regia di Raffaele Avallone. Di nuovo a Roma con lo spettacolo musicale "Sotto il cielo di Roma, Trasteverini" regia Fabrizio Angelini, testi di Gianfranco Vergoni ruolo "Enrico". E ancora Raffaello in "Raffaello e la leggenda della Fornarina" a Roma al  Salone Margherita. ‘Fantasmi a Roma’ con il ruolo di Federico tratto dall'omonimo film, e Michele Guardì sceglierà Enrico per affiancare Lola Ponce nei "Promessi Sposi" kolossal che debutterà davanti quasi 30000 persone allo stadio "Meazza" a Milano, con il ruolo di Egidio, tour nazionale nei più prestigiosi e capienti teatri italiani. Il musical è stato programmato in prima serata su Rai Uno. Successivamente ‘Canterville’ sempre con la regia di Marco Simeoli in un comicissimo ruolo, Washington, al teatro della Conciliazione a Roma. ‘Musical Fever’ presso la Sala Umberto con il ruolo Jeckill/Hide. Enrico collabora anche alla 6a edizione di "Aggiungi un posto a tavola" come collaboratore artistico, "E non finisce mica il cielo" bellissimo psicodramma con le fantastiche musiche di Mia Martini nel ruolo di Vittorio, "Ho sognato un sogno" spettacolo sulla Shoah. Inoltre Enrico è direttore del casting di "Georgie il musical" di cui è stato prodotto il cd. E ancora ‘Rocky Horror Picture Show’, ‘Tutti al Macello’, ‘Beatrice Cenci’, ‘Romeo e Giulietta’. Direttore Artistico e realizzatore dei Musical: “Italy True Love”, “Rock’n’Pop”, “80’s Night”, “MusicALL”, ed allestimento di “We Will Rock You” and “The little Mermaid”, presso Isamar e Barricata Villaggi Vacanze. (Per Samarcanda Entertainment)
Alcune curiosità: Enrico ha cantato in alcune manifestazioni benefiche con Massimo Di Cataldo, Alexia e un concerto di Natale coi Neri Per Caso! Si è esibito in Nave sulla Msc Fantasia come cantante per prestigiosi spettacoli tra cui il ‘Freddy Mercury Tribute’. Ha partecipato con piccoli ruoli in film o fiction come "Don Matteo", "Capri III", "Io non dimentico", "Il bello delle donne", "Caterina e le sue figlie", e pubblicità come "Eridania", "Geox", "SISAL".
Enrico collabora con "Accademia Platafisica", "Musicarte" di Siderno Marina, "Melody Music School", "Accademia Scarlatti",  "TeatroSenzaTempo" di Roma (di cui è anche direttore artistico del laboratorio MIA Musical Inside Academy) come docente di "Vocal Power Method" autorizzato tramite attestato dalla Accademia Vocal Power di Los Angeles di Elizabeth Howard

Per seguire Enrico D’Amore:  https://www.facebook.com/enrico.damore?fref=ts


Roma, “Accento Teatro”: dal 9 al 12 febbraio sarà scena del crimine per “Delitto in camerino”

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Delitto in camerino” è il prossimo spettacolo teatrale che i bravissimi e talentuosissimi attori romani Barbara Mazzoni, attrice di teatro e fiction; Angela de Prisco, attrice di teatro e comica; Alessandro Mago Mancini, fondatore del Makkekomiko, Vito Ubaldini, attore comico e autore; metteranno in scena dal 9 al 12 febbraio prossimo a Roma presso l’ “Accento Teatro”, notissimo teatro romano nel cuore del quartiere “Testaccio”, conosciuto anche come il XX rione di Roma per la sua millenaria e controversa storia.

Lo spettacolo, assai intrigante, coinvolgente, intelligente, che punta principalmente alla comicità e al divertimento dello spettatore, prende spunto dalla matrice culturale-teatrale del “Murder Party” sviluppatasi nei primi anni del secolo scorso nei paesi anglosassoni, ed importato velocemente da quasi tutti i Paesi del mondo dello spettacolo e del teatro, proprio perché è un genere teatrale che appassiona e rende gli spettatori partecipanti attivi dell’Opera.
Questo genere teatrale, nel tempo, ha subìto delle evoluzioni intriganti, interessanti, empatiche e pathos-logiche, che ne hanno fatto un vero e proprio genere teatrale e di intrattenimento che ha riscosso un notevole successo di pubblico in tutto il mondo: Le “Investigation Story”; Le "Cene con delitto"; I "Weekend con delitto"; I "Murder Party Teatrali"; solo per fare alcuni esempi delle evoluzioni del genere, che hanno attratto e affascinato migliaia e migliaia di spettatori amanti delle suspense-criminologiche e delle emozioni che il teatro deve essere in grado di innescare nello spettatore.
Ed ecco allora che Delitto in camerino” ha proprio questa matrice culturale ed artistica, e lo spettatore che ama questo genere teatrale, che ama divertirsi in teatro, che ama provare emozioni intense ma al contempo distrarsi immergendosi in una dimensione “finzionale-criminale”, non può certamente perdersi questo bellissimo spettacolo romano, che certamente – ed è questo il mio auspicio! - genererà un tour in altri importanti teatri italiani.

Sinossi:
Un’indagine, degli indizi, un delitto, un colpo di scena, suspense, mistero … se non fosse che si ride per più di un’ora, sarebbe un thriller perfetto!
Chissà quante volte vedendo un thriller al cinema o leggendo un libro di gialli sei riuscito ad arrivare alla soluzione del caso prima del commissario. Saresti capace di farlo anche nella realtà?
Dal 9 al 12 febbraio 2017, l’“Accento Teatro” si trasformerà in una scena del crimine, il pubblico presente in sala sarà suddiviso in squadre e seguendo la storia e raccogliendo tutti gli indizi, dovrà scrivere il proprio rapporto e dare la soluzione del caso prima degli altri spettatori.
Barbara Mazzoni, Angel De Prisco, Vito Ubaldini e Alessandro Mancini, sono i protagonisti di questo bizzarro giallo. Chi di loro sarà il colpevole?
ANDREA GIOSTRA
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Per chi volesse saperne di più sullo spettacolo, ecco alcuni link ed info consigliati:
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Per info e prenotazioni:
+39 06 572 89 812 ;
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Per chi volesse conoscere meglio virtualmente l’autore dell’articolo, Andrea Giostra, ecco i suoi link:
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Rai2: FRANCESCA D’ORIO, prima personal shopper esperta di chirurgia estetica, A “ITALIA” DI MICHELE SANTORO

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Tutto è iniziato dopo la sua mastoplastica additiva che si trovò ad affrontare completamente sola.

A dieci anni da quell’intervento il lavoro di Francesca D’Orio arriva in prima serata sul piccolo schermo, ospite della seconda puntata di “Italia” su Rai 2, il programma ideato e condotto da Michele Santoro, in collaborazione con Maddalena Oliva e la regia di Alessandro Renna. 
Oltre trentamila followers a distanza di pochi mesi dalla messa in rete del suo profilo Instagram. Amicizie esaurite sulla pagina Facebook con migliaia di seguaci da tutto il mondo tra i venti e sessant’anni desiderosi di modificare il loro aspetto. 
Francesca D’Orio - nata a Vicenza, classe 1983 è riuscita a trasformare rapidamente una passione personale in una nuova professione di successo che lei stessa illustra nel suo sito internet (www.francescadorio.it).  
E’, di fatto, la prima italiana C.S.A. (Cosmetic Surgery Advisor), la consulente di bellezza estetica e plastica che ha già accompagnato – persino all’interno della sala operatoria - oltre tremila pazienti.
“Mi hanno definito la prima personal shopper esperta di chirurgia estetica” – dice sorridendo Francesca – “Prima di consigliare, ho pensato bene di testare su di me molti degli interventi, documentandoli in maniera semplice, senza vergogna, né timore. Sono quasi subito notata e scelta per far parte del team di una delle più importanti società di chirurgia estetica. Da qui il successo sui social e l’attenzione dei media con il primo servizio andato in onda su Sky realizzato da Beatrice Borromeo”.
Dalla mastoplastica additiva alla liposcultura per lei, dalla rinoplastica al trapianto di capelli e riduzione delle maniglie dell’amore per lui.  Francesca incontra, ascolta, consiglia e accompagna personalmente il paziente che, spesso, ha soggezione e timore di avvicinarsi al chirurgo. La raggiungono attraverso il web, incuriositi dalla gran quantità di immagini e filmati degli interventi chirurgici che ha scelto per se stessa con il piacere di essere più bella con un aspetto il più naturale possibile.
Nelle sue pagine ha raccolto il diario delle operazioni, video di interventi concordati e autorizzati dal medico e dal paziente, le dirette sui social network dove racconta gli interventi, intervista il chirurgo e il paziente, illustra ciò che accade nella realtà. La sua presenza accanto al paziente per tutto il percorso motiva, incoraggia, la persona che vive un disagio a causa di una caratteristica fisica. A loro offre un supporto tecnico, ma anche di natura emotiva per tutto il percorso. 
“Si valuta insieme se e la chirurgia estetica sia la strada giusta da percorrere, fugando dubbi e perplessità con la massima serenità” – spiega – “Si scelgono assieme gli specialisti, e le migliori cliniche.  Si crea, così, immediatamente un importante rapporto personale, tale da trovarmi spesso a rispondere anche riguardo a quesiti intimi, su come, ad esempio, potersi lavare dopo un intervento a dopo quanti giorni si può riprendere l'attività sessuale”.

Teatro Tor Bella Monaca, il 5 febbraio incontro-spettacolo “Sotto il velo” di Takoua Ben Mohamed

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“Sotto il velo” è una striscia a fumetti creata dalla giovanissima artista italo-tunisina Takoua Ben Mohamed, che racconta con ironia la sua quotidianità di ragazza che ha liberamente scelto di portare il velo in Italia.

05/02/2017 Incontro/spettacolo, Spettacolo

domenica 5 febbraio dalle ore 19.00 – INGRESSO LIBERO

a cura del Collettivo FERRO +
in collaborazione con Ass. Cult Cubo Libro

BIOGRAFIA | Takoua Ben Mohamed
Nata a Douz in Tunisia nel 1991, cresciuta a Roma, sin dall’infanzia. Graphic journalist e sceneggiatrice, disegna e scrive storie vere a fumetti su tematiche sociali di sfondo politico come l’islamofobia, razzismo, immigrazione, diritti umani, violenza contro la donna per la promozione del dialogo interculturale ed intereligioso. Specializzata in accademia di cinema d’animazione Nemo Academy of digital arts di Firenze. Studia giornalismo a Roma. Autrice del catalogo “Woman story”, e del libro a fumetti “Sotto il velo” Becco Giallo Editore.
Ha fondato “il fumetto intercultura” all’età di 14 anni, grazie agli studi in giornalismo e all’attivista in associazioni giovanili, culturali ed umanitarie di volontariato, collaborando con università italiane ed estere, scuole ed associazioni facendo conferenze e mostre, riceve molti riconoscimenti tra i quali un riconoscimento della comunità tunisina in Italia e riconoscimento giornalistico “premio prato città aperta”, moneygram award 2016 consegnato dalla presidente della camera dei deputati. Ha collaborato con Village Universel, Italianipiù, collabora ancora con la redazione Rete Near antidiscriminazione dell’Unar, Riccio Capriccio, la produzione fargo enterainment.

FERRO+
Ferro + è un progetto interdisciplinare che parte dallo staff femminile del Teatro Tor Bella Monaca e si diffonde in tutto il territorio circostante attraverso la partecipazione diretta di artisti, associazioni, spettatori e cittadini .Un progetto nato dal territorio per il territorio.
Il fil rouge è nella precisa volontà di contribuire ad approfondire e rendere visibile, la visione femminile su temi di rilevanza sociale (violenza, emarginazione, immigrazione) attraverso l’intervento di artiste diverse per cultura nazione e generazione.
L’intento è quello di offrire, ad un pubblico eterogeneo, una lettura di genere di fenomeni socio culturali ed artistici spesso invisibili ed emarginati.
Ferro+ è un percorso umano e artistico che si compone di altri tre appuntamenti e che si realizza grazie al Teatro Tor Bella Monaca e al suo pubblico che dimostra, sempre più, di essere forte, sensibile e affamato di cultura.

ingresso libero
06 / 2010579
promozione@teatrotorbellamonaca.it

SUNSET RADIO, al via il 1° tour tra Italia e Russia: le date

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This is Core, e Sorry Mom!, sono lieti di comunicare che da Gennaio 2017 è iniziato il primo tour dei SUNSET RADIO in supporto a "Vices", primo disco ufficiale della band di Ravenna, uscito lo scorso Ottobre.

Ecco le prossime date confermate:


03.03 Livorno
18.03 Castano Primo

Russia: 
29.03 Moscow
30.03 Saransk
31.93 Penza
01.04 Samara
02.04 Balakovo
03.04 Volgograd 

21.04 Turbigo
22.04 Vigevano

Quello tra i SUNSET RADIO e il palco è un legame solido.
Se "Vices"è stato accolto in maniera ottima dalla stampa, è dal vivo che la band riesce a esprimere il vero valore.
Non perdeteveli!

FB:

Surrounded Video Link:




Management - Sorry Mom! :



Label - This is Core:




Piuma Makes Noise, il 9 febbraio presentazione dell'omonimo cd al Wishlist Club di Roma

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Presentazione ufficiale del nuovo cd omonimo dei romani Piuma Makes Noise. Pubblicato lo scorso 20 gennaio per Dirty Box Records con distribuzione Artist First, il cd racchiude il sound articolato e ricercato della band.
Nelle dodici tracce un sound dal respiro internazionale: dalla drum'n'bass, passando per l'electro, arrivando al trip hop e sfiorando hip hop, rock e pop. La voce di Denise in primo piano su ritmiche incalzanti e distorsioni elaborate, dove tra chitarre, tastiere e synth c'è spazio anche per un sax dal sapore jazz. Difficile il paragone con altre band, proprio perché il quartetto romano forgia suoni, idee e atmosfere cariche di beat orecchiabili, senza mai scendere a compromessi con il pop più commerciale. La componente analogica è altissima, anche se talvolta si ha la sensazione di trovarsi in un mondo del tutto elettronico. Il lavoro della chitarra è continuamente incrociato con quello dei synth e delle tastiere, tanto che spesso è difficile distinguerli. Nei testi -tutti in inglese- si ritrovano storie personali, citazioni letterarie e qualche monito di carattere sociale. L'uscita del disco è stata anticipata dal singolo Hinara, al quale succede Moon. In apertura il live dei Cocon, electronic-stoner-rock da Roma e a seguire laptop set experimental-electronic- psychedelic a cura di Amptek. Sul palco Denise Cash (voce), Glauco Strina (chitarra), Gianluigi Guadagno (basso) e Marco Maracci (tastiere, synth e programmazione).

Giovedì 9 febbraio
ore 22
Wishlist Club
Via dei Volsci, 126/B - Roma
Ingresso Euro 5
Infoline 3497494659
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