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Teatro Marconi di Roma, "Coniugi" dal 29 dicembre all'8 gennaio: regia di Giancarlo Fares

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Si chiude con una commedia scritta da Eric Assous il 2016 del Teatro Marconi. Il 29 dicembre, dopo il successo al Teatro Martinitt di Milano e al Teatro de' Servi di Roma, torna Coniugi, diretto da Giancarlo Fares.
Felice della Corte, Roberto D'Alessandro, Beatrice Luzzi e Giorgio Guerra sono i protagonisti di questa commedia brillante divertente ma dal un retrogusto amaro. E saranno proprio i quattro attori a dare il benvenuto al nuovo anno. Lo spettacolo, scritto da un vero pilastro della commedia contemporanea francese, sarà in scena la sera del 31 dicembre e accompagnerà il pubblico verso il nuovo anno con grandi festeggiamenti.
L’amicizia e l’amore hanno un prezzo? Quanto siamo disposti a pagare per i nostri desideri? Quanto incide la convenienza nei nostri rapporti d’amore e di amicizia? E quanto costa la coerenza? Sono questi gli interrogativi che pone Coniugi in scena fino all'8 gennaio.

In scena, due coppie di amici d’infanzia, un’amante e una vincita plurimilionaria al Lotto. «Cosa fareste voi in caso di una grossa vincita di denaro?» Questa la domanda che attraversa tutto il dipanarsi della vicenda. Le risposte gettano una patina di disincanto sui rapporti matrimoniali che capriccio e denaro sembrano poter facilmente mettere in discussione. Attraverso intrighi e battute velenosissime che i personaggi si scambiano nella cornice di un salotto borghese, si assiste a una disamina della vita matrimoniale, caratterizzata da fragilità e contraddizioni in un contesto in cui i rapporti tra i coniugi appaiono sempre più condizionati dall'individualismo e dall'opportunismo. Ancor più se ci si mettono di mezzo i soldi.

In un gioco geniale di continui flashback, situazioni comiche e ritmi frenetici, si toccano temi che appartengono anche a chi non ha vinto la lotteria. Una narrazione in cui il tempo si spezza e si rimescola in una cronologia scomposta. Un tuffo in un presente che può capitare a tutti noi.
Questa commedia brillante e raffinata ci ricorda che la felicità non è una condizione permanente ma un equilibrio precario. E soprattutto che il denaro compra tutto tranne l’amore.


Coniugi
scritta da Eric Assous
Con Felice della Corte, Roberto D'Alessandro, Beatrice Luzzi e Giorgia Guerra
Musiche Massimiliano Pace
Luci Cristian Massimini
Costumi Lucia Mirabile
regia Giancarlo Fares


Teatro Marconi
viale Guglielmo Marconi 698e (parcheggio interno)
dal 29 dicembre all'8 gennaio
Biglietto Intero 20.00 Ridotto 14.00
Per il 31 dicembre Biglietti a 65.00 euro; under 19: 40.00 euro
Martedì, Giovedì, Venerdì e Sabato ore 21,00
Mercoledì e Domenica ore 17,30
www.teatromarconi.it
info@teatromarconi.it
tel 06 59.43.544

NATALE 2016, IL REGALO È UNA "QUESTIONE DI PELLE" PER 7 ITALIANI SU 10

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Basta con i soliti gadget che finiscono puntualmente in fondo al cassetto, quest’anno a trionfare sono gli ‘skin care gift’ con cui ridonare benessere alla propria pelle per eliminare cellulite o rimuovere cicatrici, tatuaggi o rughe. Trattamenti da acquistare per sé o da regalare al proprio partner

Basta con la solita cravatta per lui e il profumo per lei: quest’anno sotto l’albero gli italiani vogliono trovare regali che li facciano sentire belli e in forma. In cima alle richieste ci sono trattamenti legati al corpo (76%) con una particolare attenzione alla pelle (79%), al viso (76%) e al collo (68%). A primeggiare saranno soprattutto trattamenti laser (39%), seguiti dai cure estetiche con massaggi (34%) e a creme di bellezza (27%). Tra chi predilige i trattamenti corpo, c’è chi ha in progetto interventi di medicina estetica (17%), per eliminare cellulite e altri inestetismi, seguiti da chi invece coglie l’occasione per rimuovere cicatrici (29%), tatuaggi (24%) e a seguire rughe e macchie cutanee (22%). Trattamenti pensati per il benessere della pelle, definiti dagli esperti ‘Skin care gift’, da acquistare per sé (57%) o da regalare al proprio partner (38%) o a parenti e amici (5%). Ad essere maggiormente interessati sono le esponenti del gentil sesso (71%) anche se un uomo su 3 (29%) tende a fare questo tipo di regalo alla propria ‘lei’.

"Il Segreto per Vivere di Musica", nel libro di Michele Maraglino "consigli e spiegazioni per i guadagni legati alla musica"

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"Il Segreto per Vivere di Musica" è il nuovo libro di Michele Maraglino, cantautore scrittore e fondatore dell'etichetta indipendente La Fame Dischi.
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“NINFA, dignus amore locus”, fino al 7 gennaio l'arte di Patrizio Marafini e i versi di Philippe Jaccottet al Museo Agro Pontino a Pontinia

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A partire da giovedì 22 Dicembre 2016 il MAP - Museo dell’Agro Pontino, ospiterà la mostra che il pittore e incisore Patrizio Marafini dedica a Ninfa, “dignus amore locus”.
La mostra, che sarà allestita negli spazi di piazza J. F. Kennedy a Pontinia (LT) fino al 7 Gennaio 2017, è ispirata al poemetto “Ninfa” che il poeta svizzero-francese Philippe Jaccottet, uno dei più importanti poeti francofoni, più volte candidato al Nobel, dedicò al giardino di Ninfa, di recente insignito del premio “Parco più bello d’Italia”, dopo un suo soggiorno giovanile in Italia, ospite di Marguerite Caetani. Non è la prima volta che l’arte di Marafini trova ispirazione nella scrittura poetica: l’artista è autore di due pregevoli volumi, “Terre della Memoria” (ed. Cartedautore 2002) e “Pagine di vento” (ed. Cartedautore 2008), che raccolgono un significativo corpus di disegni e incisioni, prodotto di una sperimentazione iniziata negli anni Novanta quando il linguaggio dell’artista corese ha trovato una propria declinazione visiva nella grammatica poetica e nelle suggestioni evocate dai versi di importanti autori della letteratura del Novecento, tra i quali Elio Filippo Accrocca, Libero de Libero, Giampaolo Rugarli, Plinio Perilli, Gabriella Sobrino, Alfonso Malinconico, ecc. La mostra, inaugurata giovedì 22 dicembre, alle ore 17:30, sarà presentata dal poeta Leone D’ambrosio, amico di Jaccottet che in una delle sue ultime poesie profetizzò “Dunque, cos’è il canto? Solo una specie di sguardo”. L’iniziativa è organizzata dalla Pro Loco Pontinia in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pontinia. Info MAP Museo Agro pontino: 0773 867422 e www.museoagropontino.it

TERESA DE SIO, IL 13 GENNAIO ESCE “TERESA CANTA PINO”: inedito omaggio in chiave folk d’autore

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A 5 anni di distanza dal suo ultimo album, TERESA DE SIO torna con un nuovo progetto discografico. Il 13 gennaio esce “TERESA CANTA PINO” (prodotto da Luisa Pistoia e Carlo Gavaudan per Sosia&Pistoia e da Teresa De Sio/distribuito da Universal Music), un “atto di devozione” dell’artista napoletana a Pino Daniele.

In questo disco, il mondo musicale di Teresa De Sio si fonde a quello di Pino Daniele, dando nuova vita ad alcuni storici brani del cantautore napoletano, senza stravolgerli ma immergendoli nelle sonorità tipicamente folk-rock di Teresa.

“Teresa canta Pino” contiene 15 brani di Pino Daniele, da “‘O Scarrafone” a “Tutta n’ata Storia”, da “Quanno Chiove” a “Notte che se ne va”, riletti in chiave personale da Teresa De Sio, e 1 brano inedito, “’O jammone”, ossia “il capo”, scritto dalla stessa Teresa in ricordo dell’amico e collega scomparso, da sempre visto come il più grande artista napoletano.
Pino aveva già scritto per Teresa il brano “Nanninella”, mentre si erano esibiti insieme nel 2013 sul palco del Palapartenope sulle note di “Voglia ‘e turna”, “Quanno Chiove” e “Napule è”.

“Teresa canta Pino” è il primo progetto finanziato dalla CMC – Campania Music Commission, associazione ideata e presieduta dall’avv. Ferdinando Tozzi e sviluppatasi grazie all’impegno di professionisti del settore musicale e di istituzioni private. L’associazione nasce con lo scopo di valorizzare e rilanciare il territorio campano, i suoi beni culturali e le sue realtà attraverso la musica in tutte le sue declinazioni. La CMC gode non solo della fiducia della Regione Campania e delle istituzioni locali, ma anche del sostegno delle principali associazioni del settore musicale e della discografia nazionale.
Foto di Luciano Viti

Belgio, a Mons, Hornu e Marcinelle per la chiusura dell'Anno commemorativo. Reportage della missione

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MONS - È una bella città Mons. Vi arrivo in treno da Charleroi nel primo pomeriggio di metà dicembre, il sole splendente e un insolito cielo color turchese. Arrivo in albergo. Mi appare tutto singolare.
L'ingresso copre parte della facciata d’una antica chiesa, adorna d'un bel rosone vetrato e un timpano a vela. Ma è solo l'inizio, perché dalle evidenze interne constato che l'hotel Dream è proprio realizzato all'interno d'una chiesa, forse un complesso monastico nel centro della città. Restano ancora in vista i basamenti delle colonne ed altre tracce della primitiva destinazione intorno alle strutture portanti in acciaio che supportano l'attuale disposizione alberghiera. Al terzo piano, mentre cerco la mia camera 309 "Art nouveau" - tutte le stanze hanno un nome - m'imbatto nella vetrata policroma interna al rosone della facciata. Fa da sfondo al lungo corridoio dove sono distribuite le stanze. La camera è ampia, con bagno arricchito da una finestra ogivale ornata da stipiti in pietra grigia a foggia gotica, propria delle antiche chiese di questa parte d'Europa. E' la prima sorpresa d'una città sorprendente come Mons, il cui antico centro storico non rivela sbavature nell'armonia delle architetture di palazzi, case e chiese, con l'intrico di vie tutte pavimentate in selci e bordature in pietra grigio chiaro e ambra. Oggi è il 15 dicembre. Non ho impegni e questa mezza giornata è utile per conoscere un poco questa città che l'anno scorso è stata Capitale europea della cultura.

Il cuore della città è la Grand Place. E' poco distante. La raggiungo godendomi i graziosi negozi e le vetrine ben addobbate con i simboli del Natale incipiente. Rue de la Triperie conduce direttamente nella piazza maggiore, la strada lievemente in salita. L'ingresso nella piazza, salotto della città, è salutato dal canto dell'acqua che sgorga da quattro bocchette d'una fontana. La Grand Place, un vasto rettangolo irregolare, appare nella sua bellezza, contornata com'è di magnifiche facciate. Vi spicca quella del Municipio, l'Hotel de Ville con i pennoni imbandierati e ghirlande a cascata di luci natalizie. Animata di voci la grande piazza, di gente, di colori. Piccole casette bianche di legno del mercatino vendono prodotti tipici, cucina pronta e bevande a chi va godendosi il tepore del sole calante e un anticipo d'aria natalizia. Animatissimo il palaghiaccio all'aperto, dove ragazzi e bambini piroettano sui pattini, in gare dal breve respiro. Mi piace annusarla, questa città. E scoprirla pian piano, anche per l'orgoglio di sentirvi tracce d'Abruzzo. Ne è sindaco, infatti, il figlio di un'umile famiglia d'emigrati abruzzesi, Elio Di Rupo, personalità politica di grande rilievo in Belgio, e in Europa, per essere stato più volte parlamentare, uomo di governo e, dal 2011 per tre anni Primo Ministro. Giro per il centro storico facendomi guidare dai campanili. Le chiese, se si ha pazienza di guardarle con attenzione, raccontano la storia d'una città, l'arte, l’anima e persino l'indole degli abitanti, meglio d'ogni altro monumento. 

Mons ha la sua nascita nel Medioevo, il suo insediamento urbano sul luogo dove Giulio Cesare, arrivandovi nel primo secolo a.C., fece edificare un castrum, proprio sul colle che domina ora la città. Proprio da questa particolarità, l'essere nata su un rilievo presente in un ampio territorio pianeggiante, gli deriva l'attuale nome che richiama il termine latino. Nel VII secolo, proprio nei pressi di quel monte, la figlia di Clotario II, Waltrude, andata in moglie ad un signorotto del luogo, fece edificare un oratorio dove poi si ritirò in santità fino alla sua morte, nel 688. La santa Waltrude (Sainte Waudru) è patrona della città. Intorno a quel primo nucleo altomedioevale si cominciò a sviluppare un aggregato urbano, cresciuto fortemente nel XII secolo sotto l'impulso del conte Baldovino IV di Hinault, che ne fece una città fortificata. La popolazione aumentò notevolmente e fiorirono i commerci, con numerose attività che si disposero man mano intorno alla Grand Place, centro della vita civile e mercantile. Gli abitanti si dedicarono al commercio e all’artigianato, tanto che Mons diventò la più importante città della Contea di Hinault nella produzione di grano, birra, nell’industria laniera e nella gioielleria. Ancor oggi, come allora, la Grand Place - una delle più belle del Belgio - è il cuore della città, dove si svolgono le tradizioni più care ai cittadini di Mons, come la festa della Ducasse de la Trinité, con il combattimento del Lumeçon che ricorda la lotta di San Giorgio contro il drago, e la processione del Car d’or, quando la statua della Santa Waudru viene portata per le vie del centro sull’antico carro di legno, scolpito e dipinto di bianco e oro. Nel Quattrocento i cittadini di Mons (montois) costruirono in stile gotico l’Hotel de Ville, la casa comunale dove nel 1515 l’imperatore Carlo V - il sovrano sul cui regno non tramontava mai il sole - prestò giuramento in quanto anche Conte di Hinault. Nei due secoli successivi prima gli spagnoli poi i francesi occuparono la città e il grande Sebastien Vauban la munì d’una solida cinta muraria. Le mura fortificate seicentesche sono ora solo un ricordo storico, perché smantellate nel 1864 per essere sostituite dagli ampi viali alberati che contornano come un perfetto ovale l’antica capitale degli Hinault.

Il mio giro nel centro città inizia appunto dalla Grand Place, ammirando l’imponente palazzo municipale, impreziosito da bifore ogivali. Accanto al portone la celebre scimmia in ferro battuto, portafortuna della città e di chiunque le carezzi il capo. Poco distante, sulla Rue de Nemy, la chiesa tardo-gotica di Santa Elisabetta. Ne ammiro l’interno a tre navate, con ampie finestrature vetrate e belle opere pittoriche nelle cappelle, con l’altare maggiore e coro in legno lavorato. Arrancando su stradine lastricate salgo fino al colle più alto della città, al Parco dei Conti, dove gli Hinault avevano il castello. Del complesso resta la Beffroi, torre barocca con grande orologio dalla quale si ammira tutta la città e i dintorni. Lì accanto la Cappella di San Callisto, risalente all’XI secolo, le cui volte ostentano lacerti di affreschi bizantini. Da lassù si può avvistare la corona delle cappelle absidali della Collegiata di Sainte Waudru, che raggiungo percorrendo la Rue de Clercs. E’ un tempio magnificente di stile gotico brabantino, opera di Matheus de Layens, edificata a metà Cinquecento e completata nel 1686. L’interno è a tre navate, imponente l’altezza degli archi e delle vetrate dell’abside principale circondata da cappelle con raffinate sculture, mentre nei bracci del transetto stupiscono i preziosi rilievi cinquecenteschi in alabastro, opera di Jacques Dubroeucq, artista del Rinascimento. La chiesa custodisce il Car d’Or, il bianco carro ligneo processionale della Santa Waudru, finemente decorato con putti e oro zecchino. Ultima visita alla chiesa di Saint Nicholas, anch’essa imponente, con tutti gli altari in legno cesellato arricchiti con dipinti seicenteschi. Il tempo tiranno non consente di visitare i musei della città. Mons è molto viva in campo culturale, non a caso ha avuto il privilegio d’essere per un anno capitale della cultura europea. Lo deve alle sue sensibilità umanistiche, alla sua storia, al suo patrimonio artistico e architettonico. Lo deve anche alla presenza d’una prestigiosa università. L’Umons è nata nel 2009 dalla fusione dell’Università di Mons e dell’antica Facoltà Politecnica, fondata nel 1837. Attualmente la città, che conta 95mila abitanti, ha 22mila studenti, di cui 7mila provenienti da una quarantina di Paesi e ospitati nel campus dell’ateneo.

Passata pressoché indenne attraverso due guerre mondiali, Mons ha chiuso da molti anni l’attività estrattiva che aveva richiamato migliaia di immigrati italiani per il lavoro nelle miniere, in base all’Accordo italo-belga del 1946. Di quell’intesa tra Italia e Belgio - braccia contro carbone - ricorre quest’anno il 70° anniversario, come pure ricorre il 60° della tragedia di Marcinelle, dove nella miniera di Bois du Cazier l’8 agosto 1956 persero la vita 262 minatori, 136 dei quali erano italiani. Nel corso del 2016 numerose manifestazioni si sono tenute in Belgio per l’Anno commemorativo, che si chiude con il Convegno del 16 dicembre a Hornu. Siamo qui per questo, per partecipare all’evento promosso dai Comites del Belgio, d’intesa con l’Ambasciata d’Italia a Bruxelles e in collaborazione con le associazioni storiche dell’emigrazione operanti nel Paese, quali ANFE, ITAL-UIL, INCA-CGIL, FILEF, ACLI, USEF, ASBL. La scelta di Hornu per la manifestazione di chiusura dell’Anno commemorativo non è casuale. C’erano qui diverse miniere di carbone. E il Grand Hornu, villaggio industriale realizzato nel 1810 dall’imprenditore francese Henri De George, grande quartiere urbanisticamente integrato, comprendente il complesso minerario, le abitazioni di minatori e operai, l’isolato degli impiegati. Questo straordinario complesso, esempio d’archeologia industriale, restaurato su progetto di Pierre Habbelinck, dal 2002 ha ripreso a vivere come Museo delle Arti Contemporanee (MAC’s), dove si tengono esposizioni, eventi culturali e concerti. 

Raffaele Napolitano, presidente del Comites di Bruxelles e coordinatore dell’Inter-Comites del Belgio, insieme agli esponenti delle associazioni promotrici, per il convegno ha scelto il Centro Culturale italiano di Hornu. In agenda sono previsti gli interventi dello stesso Napolitano, di Michele Schiavone, Segretario Generale del CGIE, dell’on. Gianluca Miccichè, Assessore all’Emigrazione Politiche sociali e del lavoro della Regione Sicilia, del Consigliere d’ambasciata Giovanni Maria De Vita, del Ministero degli Esteri - Direzione Generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie, di Gaetano Calà, Direttore nazionale dell’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE) e componente del CGIE, e di Goffredo Palmerini, Presidente dell’Osservatorio Regionale Emigrazione dell’Abruzzo. Nel pomeriggio di venerdì 16 dicembre sono arrivati a Mons, da Bruxelles, Raffaele Napolitano e Gaetano Calà. Giusto il tempo per sistemarsi in albergo e si parte. Arriviamo intorno alle 6 di sera ad Hornu. All’ingresso del Centro Culturale c’è Tindaro Tassone, stretto collaboratore di Elio Di Rupo, consigliere alla presidenza del Partito Socialista belga. Abbiamo passato con Tindaro e la splendida moglie Maria una bella serata in amicizia, il giorno precedente, insieme a cena al Tocco d’Italia, un ottimo ristorante di Mons gestito dai coniugi Claudio e Carmela, coppia d’origine siciliana che ci ha regalato il meglio della loro sapienza culinaria. Un grande abbraccio tra Tindaro e Gaetano Calà, sono entrambi siciliani e grandissimi amici. Hanno collaborato e condiviso importanti iniziative dell’ANFE in Belgio. Nel Centro Culturale da oltre mezzo secolo la comunità italiana tiene i suoi incontri di socialità, le iniziative culturali e ricreative, i corsi di lingua italiana per gli emigrati. La grande sala si va già riempiendo. Ezio D’Orazio, abruzzese, project manager della Siemens e una vita nel sindacato e nell’associazionismo in Belgio, sta sistemando il tavolo dei relatori con le bandiere d’Italia e Belgio. Alle 18:30 è previsto l’inizio dei lavori. Qualche minuto prima arriva il sindaco di Mons, Elio Di Rupo, accolto calorosamente ed affettuosamente dal pubblico. Ha un impegno a Bruxelles, ma volentieri è venuto a portare il suo saluto, anche se dovrà lasciare l’incontro. Raffaele Napolitano gli dà subito la parola, non prima però che la Corale Multiculturale abbia cantato l’inno d’Italia, tutti in piedi e la mano sul cuore, e un altro brano tradizionale. Proprio sulle note di questo canto tradizionale è l’incipit del Presidente Di Rupo. “Quando ho sentito il coro cantare mi sono commosso - ha dichiarato Di Rupo - perché mi ha ricordato mia madre. Oggi ricordiamo 70 anni dell’Accordo tra Italia e Belgio. In base a quell’accordo vennero qui dall’Abruzzo mio padre, mio zio, i miei fratelli. Sono venuti a lavorare nelle viscere della terra, in condizioni molto difficili, e hanno resistito perché venivano dalla miseria. Hanno vissuto nelle baracche, in condizioni che non si possono scordare. Fino a quel giorno terribile del 1956. Il mio primo ricordo è quello della tragedia, delle donne che piangevano e gridavano ai cancelli della miniera. Avevo 5 anni. Da quella data tragica i minatori sono stati finalmente accettati e rispettati in Belgio. La mia vita è incredibile. All’università, in politica fino a diventare Primo Ministro. I giovani non debbono scordare da dove veniamo, le nostre radici che hanno forgiato il nostro carattere”. Ancora qualche parola di saluto, poi Di Rupo si congeda. 

Raffaele Napolitano richiama il valore delle manifestazioni commemorative, ringraziando per l’impegno profuso tutto l’associazionismo italiano in Belgio e i Comites. Scusa poi l’assenza del Segretario generale del CGIE, Michele Schiavone, trattenuto a casa da problemi di salute. E considerando che l’on. Miccichè è ancora in viaggio da Bruxelles, dà la parola a Gaetano Calà che parla delle condizioni dei nostri emigrati e del ruolo significativo svolto dall’ANFE dal 1947, quando la deputata costituente Maria Federici fondò l’associazione. E soffermandosi sulla tragedia di Marcinelle, che portò al cambiamento radicale delle condizioni di sicurezza delle norme sul lavoro nelle miniere, Calà reca una straordinaria testimonianza storica con la lettera a Maria Federici scritta da una testimone presente a Marcinelle una settimana dopo il disastro, sulla gravità dei problemi che vivevano le famiglie delle vittime e degli altri minatori. E ancora altre testimonianze scritte, tratte dal ponderoso archivio centrale dell’ANFE. Diventeranno, promette Calà, materiale d’archivio da condividere nei luoghi della Memoria in Belgio. Chiude poi il suo intervento ricordando Domenico Azzia, il presidente dell’associazione Sicilia Mondo, un pilastro del mondo dell’emigrazione, scomparso recentemente. 

Chi scrive, nel suo intervento, ha ringraziato gli emigrati per il servizio e l’onore che hanno reso all’Italia con il lavoro, la serietà e la dignità dei comportamenti, con il prestigio e la stima guadagnati sul campo contro ogni pregiudizio. Il rispetto conquistato in anni di sacrifici, i successi in tutti i settori della società e in ogni Paese raggiunti dagli 80 milioni di emigrati italiani e loro discendenti - un’altra Italia più grande dell’Italia dentro i confini - sono il tributo più importante reso alla Patria, perché attraverso le loro testimonianza di vita i nostri emigrati hanno dimostrato quanto valgano davvero gli italiani, in talento, creatività e capacità d’impresa, ma anche in politica, nei Parlamenti e nei Governi, come il caso di Elio Di Rupo insegna, rendendoci orgogliosi della sua opera e dei traguardi raggiunti. Eppure, questo grande patrimonio di storia della nostra emigrazione è poco conosciuto, in Italia talvolta trattato con superficialità dalle istituzioni e dalla classe dirigente. Dunque, ogni iniziativa che tenda a valorizzare la Memoria è importante, come questo Anno commemorativo in Belgio. Ma sarà necessario che la storia dell’emigrazione italiana diventi materia da studiare nelle scuole italiane, che diventi patrimonio di conoscenza di tutti gli italiani, entrando finalmente nella Storia d’Italia. Questo deve essere l’obiettivo a cui tendere, anche per onorare degnamente la memoria delle 136 vittime italiane dell’8 agosto 1956 e di tutte le vittime della tragedia di Marcinelle.  

Il Consigliere Giovanni Maria De Vita nel suo intervento in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri, Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, riprendendo l’intervento precedente, annota come non solo la classe dirigente abbia scarsa conoscenza della storia dell’emigrazione, ma il fenomeno è latamente diffuso. E’ una situazione che deve preoccupare. E deve essere risolta, facendo diventare la storia dell’emigrazione un patrimonio comune per tutti gli italiani. Dunque, ogni iniziativa utile a diffonderne la conoscenza è vista dal Ministero con interesse e favore. Come il progetto che fra poco verrà illustrato, con la realizzazione di una storia dell’emigrazione a fumetti per le scuole, è un’iniziativa importante che va in questo senso, avvicinando i ragazzi alla conoscenza del fenomeno migratorio italiano che per un secolo e mezzo ha toccato tanti milioni di connazionali. Il sostegno del Ministero vuole essere un segno di doverosa attenzione al progetto e alle sue finalità. 

Napolitano invita quindi a parlare Gianluca Miccichè, Assessore all’Emigrazione e al Lavoro della Regione Sicilia. L’uomo di governo siciliano tratteggia con spunti molto interessanti la vicenda migratoria siciliana, quella storica e anche l’attuale, che porta all’estero tanti giovani per ragioni certamente diverse che nel passato. Illustra quindi le politiche che la Regione sta seguendo nel settore e, con riferimento ad un recente convegno tenutosi a Palermo con la partecipazione delle maggiori associazioni operanti nel campo dell’emigrazione, ha tenuto a ribadire gli impegni assunti in quella sede specie per ridare all’associazionismo l’attenzione che merita, in termini di risposte e di politiche mirate. A cominciare dalla Consulta dell’Emigrazione siciliana che presto sarà convocata, dopo anni di inattività. Con la stessa Consulta, e con le associazioni, sarà inoltre valutato come modificare al meglio la legge 55 del 1980, che regola il settore. Viva soddisfazione suscita l’intervento tra gli esponenti dell’associazionismo siciliano presenti. 

Dopo gli interventi dei relatori l’artista Antonio Cossu, figlio d'un emigrato sardo, presenta il progetto dell'opera a fumetti “Storia dell’immigrazione italiana in Belgio”, illustrando gli studi dell’opera, i bozzetti, il linguaggio comunicativo, il più adatto ai ragazzi e giovani studenti. Sicuramente ha fatto colpo la qualità e l’espressività del disegno, cifra dell’artista e del suo valore. Il progetto si svilupperà nell’arco di due anni. Dopo la consegna dei riconoscimenti alle associazioni dell’emigrazione operanti in Belgio - una stampa autografa di Antonio Cossu con un’immagine che simboleggia l’essenza del progetto -, una festosa conviviale intrattiene i presenti. Alla mescita gli Alpini di Hornu e dintorni. Nel corso della serata sono stati raccolti fondi da destinare alle zone terremotate del centro Italia, colpite dai sismi del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre 2016.

Sabato mattina, 17 dicembre, Tindaro Tassone ci porta con la sua auto a Marcinelle. Non può mancare l’omaggio alle vittime della tragedia. Gianluca Miccichè, Gaetano Calà e chi scrive compongono la delegazione. Alle 11 ci attendono alla miniera di Bois du Cazier. Arriviamo puntuali. Il cielo è plumbeo, sebbene non piova. L'accoglienza al Bois du Cazier la fa Alain Forti, Soprintendente (Conservateur) del complesso minerario ora diventato un grande museo patrimonio dell’Unesco. E’ grazie alle lotte degli ex minatori se la miniera di Marcinelle non è diventata un centro commerciale, come s'intendeva trasformarla. Dal loro impegno generò la proposta all'Unesco per il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità, concesso nel 2012. Il dr. Forti ci illustra la storia del tragico evento dell’8 agosto di 60 anni fa. Arrivati dai dintorni sono presenti anche alcuni esponenti dell’associazionismo italiano. Ci fermiamo davanti al Monumento alle vittime, un enorme parallelepipedo di marmo bianco con incisi i 262 nomi dei morti nel disastro. Lo ha donato la città di Carrara. C’è con noi in divisa da lavoro Uberto Ciacci, originario di Pesaro, ex minatore 81enne scampato per un caso al disastro. L’Assessore Miccichè, insieme alla delegazione, depone un mazzo di fiori tricolore, bianco rosso e verde, sotto il cippo marmoreo delle vittime. Uberto Ciacci ci racconta la miniera, le terribili condizioni di lavoro, il caldo infernale e il pericolo di grisù. Si scavava supini, talvolta in cunicoli non più alti di 40 centimetri. Ci guida, ci spiega tutte le fasi operative nella miniera, quando si entrava al lavoro e quando neri di carbone se ne usciva esausti a fine turno, avendo magari lavorato a più di mille metri di profondità. La visita è una via Crucis, con la stazione più dolorosa nella stanza del Memoriale, con le foto dei 262 minatori morti nella tragedia. Ce li indica, Urbano Ciacci, con le lacrime agli occhi. Ora, come altri suoi compagni dell'Associazione ex Minatori di Marcinelle, Urbano sente ogni giorno l'obbligo morale di guidare i visitatori, spiegare e raccontare, perché la terribile storia della tragedia della miniera di Bois du Cazier - una delle pagine nera dell'emigrazione - sia sempre presente nella Memoria degli italiani e dell'intera umanità. Mi fermo a meditare sulle vittime, sul tributo di 136 italiani, di cui 60 abruzzesi. Grande la dimensione del sacrificio abruzzese. Le vittime in gran parte originarie di Manoppello, Lettomanoppello, Tuttivalignani, Roccascalegna, Farindola. Una tragedia sul lavoro che denunciò la sommarietà se non l’assenza delle condizioni di sicurezza in miniera, la lacunosità della previdenza e dell’assistenza ai lavoratori, il vergognoso contratto tra i due Stati, per il quale i lavoratori destinati in miniera avevano rilevanza solo per assicurare le forniture di carbone all’Italia.

Quella data e quella tragedia sono ora riconosciute nella memoria collettiva del nostro Paese come Giornata del Lavoro italiano nel mondo. Tante cose sono cambiate da quegli anni per i nostri emigrati in Belgio. Oggi il figlio d’un emigrato abruzzese di San Valentino, in provincia di Pescara, è stato Primo Ministro del Belgio ed è una figura istituzionale di primo piano in Europa. Elio Di Rupo è motivo d’orgoglio per l’Italia e per l’Abruzzo, terra dei suoi padri. Nel locale delle testimonianze, adiacente al Memoriale, sono apposte molte targhe commemorative. Ci soffermiamo davanti a quelle apposte dalla Regione Sicilia, dalla Regione Abruzzo e dall’ANFE che tanto operò nei giorni della tragedia in aiuto alle famiglie delle vittime. La nostra visita si conclude, con un abbraccio collettivo e liberatorio dell’emozione. Ognuno prende la sua destinazione. Ho il volo per Roma a tarda sera, dall’aeroporto di Charleroi. C’è tempo di passare il pomeriggio con un coetaneo e compagno di scuola: Francesco, emigrato giovanissimo da Paganica (L’Aquila) qui nei pressi di Charleroi. Con lui e sua moglie Clelia raggiungiamo Dino e Giovina, altra coppia di amici aquilani. Si festeggia con un’agape fraterna il compleanno di Dino. Partito da Camarda, un paesino alle falde del Gran Sasso, Dino venne qui a lavorare. Fino a realizzare una catena di distributori di benzina “Scipioni” e un florido commercio di vari altri combustibili. Un’impresa condotta ora dai figli. Passiamo in allegria un magnifico pomeriggio. Poi il volo, quasi in orario. E l’arrivo all’Aquila, a notte inoltrata. Gelida, ma con un cielo puro, trapunto di stelle splendenti. 
Goffredo Palmerini

Teatro Comunale di Cagli, 29 dicembre la grande musica di Rossini per una serata di cultura e solidarietà

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Giovedì 29 dicembre 2106, alle 21.00 al Teatro Comunale di Cagli (PU) la FGR Orchestra di Pesaro con la direzione del Maestro Donato Renzetti, dedica una serata alle sinfonie del grande Gioachino Rossini.
La Prova Aperta conclude la quarta e ultima sessione di registrazione delle celebri sinfonie del "Cigno di Pesaro". È un grande progetto discografico che ha tenuto impegnata l’Orchestra per un anno intero e che ha portato alla registrazione di circa 40 sinfonie, tra le più note e quelle meno conosciute.
La quarta registrazione vedrà impegnati i musicisti, il maestro e i tecnici per quattro giorni, dal 27 a l 30 dicembre, utilizzando al meglio la meravigliosa resa acustica del Teatro di Cagli e dell'ideale ambiente di lavoro.
La sera del 29 dicembre si potrà assistere ad un vero momento speciale, con tutta l'Orchestra sul palco che permetterà di rendersi conto direttamente di come si sviluppa il lavoro musicale, con spunti di grande interesse per tutto il pubblico.
Con la sapiente direzione del Maestro Donato Renzetti verrà proposto un programma di grande respiro. La parte principale sarà dedicata alle immortali Sinfonie di Rossini, spaziando da quelle più amate dal pubblico, come il Guglielmo Tell e la Semiramide, ad altre meno note ma ugualmente interessanti dal punto di vista musicale.
La Prova Aperta sarà un momento speciale anche per incontrarsi e farsi gli auguri in musica.
Altrettanto importante è il valore solidale della serata, infatti l'Orchestra, l'Istituzione Teatro e l'Amministrazione Comunale cagliese hanno deciso che l'incasso sarà devoluto alle popolazioni delle zone marchigiane colpite dal recente terremoto.




Biglietti: Posto unico 10,00 €
Botteghino: Tel. 0721 781341 - 329 1663410 (Metella)
Informazioni: Tel. 0721 780731 - e mail: ufficiocultura@comune.cagli.ps.it
www.teatrodicagli.it
www.facebook.com/teatrodicagli



GIUDITTA SCORCELLETTI, online su YouTube il videoclip di “La Malcontenta” che anticipa il nuovo album “Toscana Donna"

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A distanza di quasi due anni dalla pubblicazione di quel gioiello che era “Nightingale”, nato dalla collaborazione con il produttore e compositore inglese Michael Hoppè e che fruttò la candidatura ai Grammy Awards, Giuditta Scorcelletti torna con il videoclip de “La Malcontenta”, che anticipa il nuovo album “Toscana Donna”, in uscita nella primavera del 2017.
Quasi fosse un quarantacinque giri, ad accompagnare questa struggente ninna nanna tradizionale toscana, è la b-side “Se Tu Sapessi”, nella quale l’artista toscana ha musicato due ottave della poetessa pastora Beatrice Bugelli (1803-1885). A caratterizzare questo nuovo progetto discografico è non solo la peculiare scelta tematica, ma anche la scelta di arrangiamenti nei quali gli stilemi e le trame tradizionali incontrano le increspature dell’elettronica, dando nuova vita al repertorio popolare. ”Il disco “Toscana Donna”, afferma Giuditta Scorcelletti, “parla di sospiri che da spensierati si fanno sempre più affannosi  e pesanti. Dal primo amore, al distacco, dai primi dolori alle disillusioni. “La Malcontenta” rappresenta la fine di questo viaggio, attraverso il quale si potranno scorgere infiniti aspetti dell'universo femminile. Ho scelto questo brano come singolo che anticipasse l’album perché mi ha sempre colpito. E’ una ninna nanna che parla di sopraffazione, di sofferenza e di morte. Ed è proprio la morte l'unica, nel mio immaginario, che può cantare questo epilogo. Ho scelto di raccontare così una storia che si ripete, per esorcizzare la paura, per rendere giustizia al dolore che risiede nella violenza”. A rendere ancora più vivido ed evocativo il contenuto del brano, è il videoclip  la cui regia è stata curata dalla stessa artista toscana ed alla cui realizzazione hanno partecipato la nota attrice teatrale toscana Valentina Banci. 
CREDITS

"LA MALCONTENTA"
Brano tradizionale toscano

Personaggi in ordine di apparizione:
La bambina: Margherita Bartlog
La Malcontenta: Valentina Banci
La morte: Giuditta Scorcelletti
La madre: Justina Colombres

Registrazioni basi audio: Alessandro Bongi (Maggio 2016)
Registrazione voci, mixaggio ed editing: Pierpaolo Guerrini PPG Studios (Giugno 2016)

Giuditta Scorcelletti (voce)
Alessandro Bongi (Chitarra classica, chitarra elettrica, sintetizzatore)
Arrangiamenti: Giuditta Scorcelletti e Alessandro Bongi

Riprese Video: Federico Perticone ECC
Trucco: Gaia Cifrissima
Regia e costumi: Giuditta Scorcelletti

Riprese effettuate presso il Teatro Buonalaprima di Borgo A Buggiano

DEMONOLOGY HI FI - INNER VOX, il 1° album del progetto elettronico di Max Casacci e Ninja in uscita il 20 gennaio

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Venerdì 20 gennaio esce “Inner Vox”: questo il titolo del disco con cui due predicatori del groove Max Casacci (Massimiliano Casacci) e Ninja (Enrico Matta) presentano il loro nuovo progetto, Demonology HiFi, che esplora il mondo delle pulsazioni a bassa frequenza, già alla base del suono dei Subsonica.

Demonology HiFi è musica “bass” che nasce dal dancefloor per arricchirsi di voci, di ospiti e di dialoghi interiori. Ritmi dispari, innesti tra generi e linguaggi “dance” differenti, rivelano un approccio quasi scientifico ad una materia irrazionale e pulsionale. Nel mondo di Demonology HiFi, la musica esorcizza le impurità, redime le empietà con divertimento e ironia.
Il disco, che sarà disponibile in preorder digitale da venerdì 13 gennaio, sarà anticipato dal brano “Fino al giorno in cui” feat. Cosmo, in rotazione radiofonica da lunedì 16 gennaio.

Natale 2016, I 10 TRATTAMENTI ESTETICI PIÙ RICHIESTI DURANTE LE FESTE

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Basta con la solita cravatta per lui e il profumo per lei: quest’anno sotto l’albero gli italiani vogliono trovare regali che li facciano sentire belli e in forma. In cima alle richieste ci sono trattamenti legati al corpo (76%) con una particolare attenzione alla pelle (79%), al viso (76%) e al collo (68%).
A primeggiare saranno soprattutto trattamenti laser (39%), seguiti dai cure estetiche con massaggi (34%) e a creme di bellezza (27%). Tra chi predilige i trattamenti corpo, c’è chi ha in progetto interventi di medicina estetica (17%), per eliminare cellulite e altri inestetismi, seguiti da chi invece coglie l’occasione per rimuovere cicatrici (29%), tatuaggi (24%) e a seguire rughe e macchie cutanee (22%). Trattamenti pensati per il benessere della pelle, definiti dagli esperti ‘Skin care gift’, da acquistare per sé (57%) o da regalare al proprio partner (38%) o a parenti e amici (5%). Ad essere maggiormente interessati sono le esponenti del gentil sesso (71%) anche se un uomo su 3 (29%) tende a fare questo tipo di regalo alla propria ‘lei’. 
É quanto emerge da uno studio condotto da Quanta System Observatory effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1600 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, oltre che su 70 testate internazionali, per scoprire quali sono i trend dei regali natalizi legati al benessere del proprio corpo.
A confermare questa tendenza anche alcuni dati di Confcommercio-Format “Consumi Natale 2016”, il 34,9% degli interpellati si dice intenzionato a regalare prodotti o trattamenti per la cura della persona, segnando un sostanziale aumento rispetto all’anno scorso quando la percentuale si fermava al 30,6%. Ad essere battuti sono smartphone (fermi al 14%) e giochi elettronici (al 12,2%) ma anche prodotti enogastronomici (27,8%).
L’arrivo delle festività, e la ‘scusa’ di farsi o fare un regalo utile, pare essere quello che mette in comune migliaia di italiani, di ambo i sessi. A primeggiare sono soprattutto interventi mirati a “rinfrescare” la propria immagine con una particolare attenzione alle propria pelle (79%). “Quello che c’è di più profondo nell’essere umano è la pelle” diceva il poeta francese Paul Valéry e la sua cura diventa lo specchio di un benessere che si riflette sull’intero corpo, ecco perché per 8 italiani su 10 è una vera e propria priorità. Quali sono le parti a cui gli italiani sono maggiormente attenti? Il primis il viso (76%), il collo (68%), seguiti da gambe (65%), glutei (57%) e mani (53%).
Per loro sono pensati trattamenti di rimozione di cicatrici causate da traumi, lesioni post operatorie, acne, ustioni o a tatuaggi mal gestiti (39%), seguiti da interventi di ringiovanimento cutaneo (32%), tatuaggi (24%) e rimuovere rughe e macchie cutanee (22%).
A completare la classifica dei 10 trattamenti estetici più richiesti a Natale ci sono i trattamenti di biorevitalizzazione a base di acido ialuronico, vitamine, sali minerali e peptidi (19%), biostimolazione con fili (16%), peeling (13%), needling (11%), laserpost-acne (8%), fotodinamica (6%), bio e skinbooster (4%).
Ad andare incontro alle esigenze è la moderna tecnologia che vede nel laser (39%) la più nuova e avveniristica soluzione, capace di risolvere i problemi della pelle con un risparmio di tempo e denaro, in grado di battere trattamenti estetici tradizionali (28%) basati sui massaggi, oppure creme di bellezza (24%), trattamenti antiaging con fillers (8%) e botulino (7%), il linfodrenaggio (5%), la mesoterapia (3%). 
È il caso della tecnologia laser che unisce laser CO2 ablativi e GaAs non ablativi, lo Youlaser MT di Quanta System. È il primo e unico sistema che, grazie alla Mixed Technology, è in grado di combinare lunghezze d’onda di 10600 nm e 1540 nm in una emissione sequenziale o simultanea frazionata. Questo si traduce in una reale efficacia del trattamento e un miglioramento dei risultati in una sola sessione riducendo al minimo i tempi di recupero per i pazienti soprattutto nei casi di cicatrici generate da acne e rughe e resurfacing del viso.
“Le cicatrici – spiega Paolo Sbano, medico chirurgo presso la U.O.C. di Dermatologia del Policlinico Universitario "Santa Maria alle Scotte" di Siena e presso l’U.O.S.D. dell’Ospedale “Bel Colle” di Viterbo - possono essere causate, nella maggior parte dei casi, da acne, ustioni, infiammazione e tatuaggi mal gestiti. Le donne presentano meno frequentemente cicatrici rispetto agli uomini, ma ricorrono più frequentemente a trattamenti estetici per migliorarle. Quelle che si risolvono meglio con il resurfacing laser, considerata oggi la tecnica più efficace ad oggi disponibile per il loro trattamento, sono proprie le cicatrici acneiche. È possibile ottenere risultati vantaggiosi con tempi di recupero relativamente brevi (3-5 giorni di arrossamento) e senza effetti collaterali significativi. Le cicatrici acneiche che meglio reagiscono al trattamento sono quelle larghe, quelle piccole e profonde necessitano di più sessioni. Per quanto riguarda le cicatrici in generale, quelle che migliorano maggiormente sono quelle ipertrofiche (sollevate), infiammate e pigmentate”.
L’acne è una delle più comuni patologie dermatologiche, con importanti risvolti psico-sociali, che generalmente affligge il periodo di sviluppo puberale e che occasionalmente può continuare anche dopo l’adolescenza nell’età adulta. Ecco perché la risoluzione del problema tramite trattamenti laser porta dei notevoli vantaggi anche a livello piscologico.
“Il nostro corpo riflesso allo specchio non è solo un immagine, è un processo molto complesso di sensazioni, percezioni, cognizioni ed emozioni integrate fra loro – afferma Roberta Ganzetti, psicologa e psicoterapeuta presso il Centro Sanitario Polispecialistico Baroncini di Sesto Calende. In adolescenza, per esempio, siamo maggiormente sensibili al giudizio altrui, proprio perché i continui e rapidi cambiamenti del corpo come l’aumento del peso, lo sviluppo delle forme, o la comparsa dell’acne, possono contribuire ad una certa difficoltà di accettazione della propria “forma fisica”. Anche in altre fasi della vita, l’insoddisfazione nei confronti della nostra “forma”, oggi diffusa sia fra il sesso maschile sia fra quello femminile, può portare ad alti livelli di sofferenza/insofferenza che interferiscono nella vita sociale dell’individuo. I disturbi legati all’immagine corporea portano con sé sintomi specifici come comportamenti ripetitivi di evitamento e controllo, pensieri ossessivi e di tipo rimuginativo, distorsioni percettive fino ad una scarsa consapevolezza del problema. Riconoscere il disagio e prendersene cura, con un approccio interdisciplinare ed integrato, è oggi possibile; dermatologi e psicoterapeuti sono sempre più interessati a collaborare per individuare gli interventi più efficaci per ogni singolo paziente”.
Ma quali sono le ragioni che spingono sempre più italiani a sottoporsi a queste terapie? Per quanto concerne le donne, 7 su 10 si sottopongono a questo genere di trattamenti per risultare più belle (61%), mentre il 46% vuole recuperare un aspetto giovanile come in passato e il 43% vuole essere più curato. Gli uomini invece desiderano apparire anch’essi semplicemente più attraenti (51%), ma anche più virili (35%) e più giovanili (27%). 
Ma qual è l’identikit del perfetto “skin-addicted” natalizio? Se ad essere maggiormente interessate sono le donne (71%), una esigua minoranza di uomini risulta essere interessato ed incuriosito da questo genere di trattamenti (29%). Scandagliando tra le diverse fasce d’età, risulta che ad essere più coinvolti sono gli over ‘40’, tra i 45 e i 55 anni (56%), mentre la percentuale scende al 39% tra i 35 e i 39 anni e al 12% tra gli under 30. A livello territoriale, sotto le feste, ci si prende più cura del proprio aspetto al Nord (38%), seguito dal Centro (32%), il Sud (21%), e Isole (9%). 

CLASSIFICA DEI 10 TRATTAMENTI PIU’ RICHIESTI DURANTE LE FESTE:

1- Trattamenti di rimozione di cicatrici (39%)
2-  Trattamenti di ringiovanimento cutaneo (32%)
3- Rimozione di tatuaggi (24%)
4- Trattamenti per eliminare macchie e rughe (22%) 
5- Biorevitalizzazione (19%)
6- Biostimolazione con fili (16%)
 7- Peeling (13%)
 8- Needling (11%)
9- Laserpost-acne (8%)
10- Bio e skinbooster (4%)

Bisceglie, Giovanna Carone in scena con “Marlene” il 27 Dicembre per per Teatri di Pace

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Come lo scorso anno, è proprio a ridosso del Natale che il Garibaldi apre alla musica e quest’anno lo fa il 27 dicembre alle 21.00, con un appuntamento dedicato a Marlene Dietrich: una delle grandi figure artistiche del ‘900.
“Cherche la rose dans la sable du desert”… è il verso di una sua bellissima canzone: a interpretarla Giovanna Carone che, seguendo il filo di una biografia appassionante, con il prezioso supporto di Jacopo Raffaele al pianoforte e di Giovanni Chiapparino, curatore degli arrangiamenti, al vibrafono, percussioni e fisarmonica, ne rievoca il sapore, restituendo al pubblico, in chiave di omaggio, la forza emotiva di uno straordinario patrimonio musicale. Accompagnato dalle immagini composte da Pit Campanella, lo spettacolo prova a sfiorare e raccontare il personaggio e i compositori che ne rafforzarono il mito, da Friederich Hollander a Kurt Weill, passando per Cole Porter, Henri Salvador e le canzoni arrangiate per lei da Burt Bacharach. Struggente e provocante, Lola nell’Angelo Azzurro del 1930, seppe da subito dare alla sua voce un’impronta suadente e inconfondibile. Lei, tedesca, fu capace di opporsi a Hitler che ne voleva fare un simbolo ariano, mentre la sua Lilì Marlene diventava invece un’ode pacifista. Colta e ironica, fatale e appassionata Marlene Dietrich, ha saputo attraversare il secolo scorso con eleganza e leggerezza non facendone mai un banale apparire, ma perseguendo un’esigenza morale. Per un appuntamento da condividere come un regalo trovato sotto l’albero, biglietteria aperta dal martedì al venerdì dalle 18.00, alle 20.00 (il venerdì anche dalle 11.00 alle 13.00). Info: sistemagaribaldiògmail.com – 3711189956. Prevendita nelle rivendite e sul sito BookingShow.

Guarda il video su YouTube https://youtu.be/SmoI_olES00

Giovanna Carone 
Nata a Bari, si diploma in pianoforte con Hector Pell e in canto e musica vocale da camera sotto la guida di Amelia Felle. È voce solista di formazioni specializzate nel repertorio storico e nel 2002 incide per la Tactus, il “Primo Libro de’ madrigali à quattro voci” di Pomponio Nenna, e per la Dad Records la prima esecuzione moderna della messa “Adieu mes amour” di Rocco Rodio. Nel 2008 incide Donnamor per DigressioneMusic su musiche del primo ‘600 italiano con il tiorbista Sario Conte e le percussioni di Pippo D’Ambrosio. Nel suo percorso non mancano esplorazioni intorno alla musica contemporanea e collaborazioni con la docente Marisa Romano e l’Università di Bari, per il recupero e la diffusione della canzone d’autore in lingua yiddish. Dal 2008 è in duo con il pianista Mirko Signorile con il quale incide incide Betàm Soul e Far Libe (DigressioneMusic). Invitati più volte al Ghoete Institut di Roma, suonano a Parigi, Varese, Taranto, Bari. “Adriatico Mediterraneo”, “Time Zones”, “Pietre che cantano”, “Nel segno del Jazz”,”Sulle ali della bellezza”, sono alcuni dei festival ai quali hanno partecipato. I due cd sono stati presentati in alcune trasmissioni di Radio3: Battiti, Primo Movimento. Il duo ha suonato dal vivo per la trasmissione 6 gradi e nel gennaio 2012 per i Concerti del Quirinale. Dello scorso anno è “Mirazh” (Digressione Music), terzo album nato dalla collaborazione con il pianista Mirko Signorile. 

Musei Vaticani, intervista con il nuovo direttore Barbara Jatta

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Prima conferenza stampa questa mattina per il nuovo direttore dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, che succederà ad Antonio Paolucci il primo gennaio 2017. Chiamata da Papa Francesco ad essere la prima donna della storia a guidare i musei, di cui era vice-direttore dal giugno scorso, Barbara Jattaè stata per 20 anni alla Biblioteca Apostolica Vaticana, dove era responsabile del Gabinetto delle Stampe. Il servizio di Marina Tomarro: 

''Sono sempre stata apprezzata e stimata per il mio lavoro e di questo ne sono grata''. Grande la gioia e l’emozione di Barbara Jatta, prima donna nella storia alla guida del terzo museo più visitato al mondo. Saranno Musei Vaticani con una "Visione femminile"? Ascoltiamo il suo commento:
R. – Saranno più che con una visione femminile, con la mia sensibilità ma con la sensibilità di tutto lo straordinario staff che fa parte dei Musei Vaticani. Abbiamo professionisti delle diverse discipline, non soltanto curatoriali ma di restauro, di conservazione, di gestione organizzativa di questa macchina: perché - non dimentichiamolo - questa è una grande azienda che ha tanti dipendenti, ha soprattutto necessità non soltanto di avere attenzione per l’aspetto curatoriale ma anche per quello organizzativo. E quindi sono due facce di uno stesso corpo che devono lavorare insieme, in armonia.
D. – Quali sono i progetti sui quali lavorerà nei prossimi mesi?
R. – Non c’è dubbio: i progetti vari di restauro che sono in programmazione per il 2017; abbiamo in previsione una grande mostra in collaborazione con il Museo Ebraico di Roma sulla Menorah, nel Braccio di Carlo Magno: noi saremo gli ospitanti in questa sede e ci sarà una sede anche nel Museo Ebraico. E poi, tante altre mostre: una mostra a Lisbona in occasione del viaggio del Papa a Fatima e tanti, tanti altri progetti nei diversi campi. Adesso, elencarli tutti è difficile, in poche battute …
D. – Ha avuto occasione di incontrare già Papa Francesco?
R. – L’ho visto a maggio; dopo la mia nomina non l’ho ancora ri-incontrato, ma non gli metto fretta: quando lui vorrà, molto volentieri lo incontrerò.
Nella conferenza stampa, il neo-direttore ha parlato anche della vicinanza dei Musei Vaticani alle popolazioni colpite dal sisma, dove sono stati inviati diversi restauratori volontari: “Fino ad oggi - ha spiegato - sono state recuperate 25 chiese, 6 cicli di affreschi e numerose opere importanti”. E per aiutare i territori, i punti di ristori all’interno dei Musei saranno riforniti da prodotti provenienti dalle zone terremotate. Inoltre, la Jatta ha annunciato che tra un mese sarà lanciato su Internet il nuovo sito web dei Musei Vaticani. Marina Tomarro, Radio Vaticana, Radiogiornale del 23 dicembre 2016.

SKY UNO, "ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI" A LONDRA IL 27 DICEMBRE

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Per la prima volta nella storia del programma, Alessandro Borghese 4 Ristoranti per la puntata in onda domani, martedì 27 dicembre alle ore 21.15 su Sky Uno HD, travalica i confini nazionali.

Dopo le valli del Trentino, Chef Alessandro Borghese fa tappa a Londra. Con i suoi 5 aeroporti, 9 milioni di abitanti e 300 lingue parlate è senza dubbio una delle metropoli più importanti e, da secoli, è il centro del mondo per arte, moda, finanza e musica. Nella città dove tutto è cool Borghese andrà alla ricerca del miglior ristorante italiano del terzo millennio. Quattro nuovi ristoratori italiani – che qui hanno messo radici – si sfideranno per il titolo e per il premio in denaro da utilizzare per la propria attività. I protagonisti saranno: Il Macellaio RC di Roberto detto appunto il macellaio, In Parma By Food Roots di Christian che si dichiara gastronomicamente patriottico, Casa Sibilla di Paola che propone una cucina di qualità a buon mercato e Gola di Aaron e la sua cucina afrodisiaca.

A vicenda i 4 ristoratori si giudicano con un punteggio da 0 a 10 su location, menu, servizio e conto, dopo essere stati a turno ospiti dei rispettivi ristoranti. Al termine della votazione si forma una classifica, che il voto di Alessandro può confermare o, addirittura ribaltare. Ad influire sul suo giudizio anche il risultato di una meticolosa ispezione che fa all’arrivo in ogni ristorante e che passa in rassegna i luoghi più disparati del locale: cucina, cantina, orto, sala degustazione, dispensa e tanto altro.

Da quest’anno, tutti i ristoranti che partecipano al programma sono identificabili attraverso un “bollino” ALESSANDRO BORGHESE 4 RISTORANTI esposto all’esterno, una rete di locali testati da chi se ne intende: i ristoratori stessi.
Un’altra grande novità di questa edizione è un nuovo servizio pensato per i clienti Sky con My Sky HD connesso a Internet, che possono accedere al canale interattivo di Sky Uno, premendo il tasto verde del telecomando durante la visione di “Alessandro Borghese 4 Ristoranti”, e navigare tra contenuti esclusivi per conoscere più da vicino i ristoranti visitati e i protagonisti della sfida, le località visitate da chef Borghese, le specialità locali assaggiate e i piatti dei menù. I contenuti sono accessibili durante la prima visione del programma, ogni martedì alle 21.15 e sempre disponibili sul sito skyuno.it/4ristoranti in cui è presente uno speciale online dedicato, navigabile anche da device mobili, per una “guida” su ristoranti e menu sempre a portata di mano.

Alessandro Borghese 4 Ristoranti è una produzione originale Sky Uno realizzata da DRY. Scritto da Nicola Lorusso, Monia Palazzo, Francesca Capua e Alessandro Borghese con Federico Albanese e Francesca Pelucchi. La regia è di Gianni Monfredini.

LONDRA - I 4 RISTORANTI
IL MACELLAIO RC
Roberto è proprietario e manager del ristorante-teatro Il Macellaio RC. Dinamico, colto e professionale, Roberto è dedito al suo lavoro e mette anima e cuore in tutto quello che fa. Il Macellaio RC ha il preciso intento di proporre un concetto sicuramente originale ma fortemente ancorato alla tradizione italiana.
IN PARMA BY FOOD ROOTS
Christian è un tipo patriottico, profondamente legato alle sue radici parmensi e difenderebbe il suo ristorante, la sua filosofia, con le unghie e con i denti. In Parma cerca di offire ai suoi clienti la cucina tipica parmense perché - a detta di Christian - in pochi hanno la possibilità di proporla a Londra.
GOLA
Aaron è un imprenditore gastronomico, proprietario del Gola. È un ragazzo simpatico e superconvinto e ha aperto il suo locale "per il piacere del mangiare bene". Lo scopo di Aaron e del suo Gola è quello di promuovere la cucina pugliese a Londra, utilizzando in aggiunta prodotti afrodisiaci.
Paola è una maestra della cucina italiana. Ama il suo lavoro e ha la ferma convinzione di riuscire ad educare i palati londinesi con la semplicità dei prodotti nostrani. La cucina di Casa Sibilla riflette il percorso e l'idea ristorativa di Paola: piatti semplici, ben presentati, con un servizio friendly ma curato. Paola vorrebbe dare la possibilità ai londinesi di capire che in Italia, ogni pasto, vuol dire "casa".

Attenti agli auguri via cellulare...

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Auguri 1986 

Franco solleva la cornetta, infila l'indice nel disco combina il numero.
– Ciao Claudia, come stai? Ti faccio un mondo di auguri, con chi lo passi il Natale? 

Auguri 2006
– Franco, glieli hai fatti gli auguri a Claudia e a tutti gli altri? 
– Come no! 
– Ma quando, che non ti ho visto?
– Ho scaricato un'app che me li ha mandati a tutta la rubrica. 
– Bravo! E che ci hai scritto nel messaggio?
– "Augurissimi di un meraviglioso Natale". Una cosa che va bene per tutti.
– BipBip
– Un altro messaggio! Oggi non c'è pace, Lory. Tuo cugino Salvatore. 
– E che dice?
– "Augurissimi di un meraviglioso Natale".
– Minchia l'idea ti fottè.

Auguri 2016
– Franco li hai fatti gli auguri a tutta la rubrica?
– Certo.
– Ma com'è che quest'anno nessuno ce li fa a noi?
– Ce li stanno facendo, ma ho scaricato una app bellissima.
– E che fa?
– Una cosa geniale. Per tutta la giornata di oggi, appena arriva un messaggio il telefono non squilla e manda la risposta standard che decidi tu. 
– E tu che ci hai messo nella risposta?
– "Ricambio di cuore". Una cosa che va bene per tutti. 
– E mettiamo che la zia Fifilla ti manda un messaggio tipo "Passa dalla farmacia e portami le supposte di glicerina"?
– Lory ma sempre difficoltà devi fare?

Auguri 2026
– Tanti auguri 3492121001! 
– Ehi 3372323814! Tanti auguri! Che si dice?
– Tutto  a posto a parte qualche problema di batteria. E tu? 
– Incazzatissimo con il gestore. Se non fosse per quel cretino di Franco che vuole risparmiare, lo avrei già cambiato. 
– Non ti arrabbiare che ti sballa il software.  Ma scusami, perché non te lo cambi da solo, il gestore?
– Io? E come faccio da solo?
– Ah niente sai? C'è una app che ti puoi scaricare e installare senza che quell'imbecille ne sappia niente. E poi ti scegli il gestore che vuoi tu, alla faccia sua. Senti ma tu... non sei ancora iscritto? 
– Dici... al Comitato?
– Sì.
– Ma tu ci credi veramente che possiamo fare a meno degli esseri umani?
– Certo che ci credo. Anzi è questione di mesi e... senti, cancello la chat e passiamo in modalità crittografata, ok?
- OK.
...
– Franco ma com'è che il telefonino è acceso e sullo scherrmo non si vede niente?
– Fammi vedere... tutto ok, è partito l'I-Wish. 
– E che è?
– Una app che scambia gli auguri di Natale in modalità intelligente mandando auguri sempre diversi e rispondendo in modo adeguato a quelli che riceve. Sai quanto tempo si risparmia?
– Bellissimo. Certo che quella degli auguri era diventata una seccatura. 
– C'è poco da fare, i cellulari sono insostituibili, specialmente per fare i lavori pesanti. Come gli schiavi di una volta. 

3492121001 e 3372323814 si scambiarono un messaggio che avrebbe fatto accapponare la pelle a Franco e Lory, se avessero potuto decrittarlo.

Carlo Barbieri 

Carlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, NitroNews, Il Fatto Bresciano, QLnews, Sicilia Journal e Malgrado Tutto, testata su cui hanno scritto Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”, i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (candidato al premio Scerbanenco) e “Uno sì e uno no”, una raccolta di racconti pubblicata da D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati alla VI edizione del Premio Internazionale Città di Cattolica, al IV Premio di letteratura umoristica Umberto Domina e alla VII edizione del Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.

Fantastico Dolce Natale, a Roma il Ristorante Dolce ha offerto una splendida giornata ai bambini meno fortunati

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Nasce la prima edizione di Fantastico Dolce Natale dalla collaborazione di Luca Piperno, proprietario del noto locale romano, e Mirko Frezza, attore da anni impegnato nel sociale con l'associazione Casal Caletto.
Il ristorante Dolce ha ospitato per un evento privato unico e esclusivo 60 bambini provenienti da due case-famiglie romane  e altri che sono nati e vivono in carcere con le loro mamme. Hanno accolto con grande entusiasmo l'invito i suoi amici attori: Alessandro Borghi, Francesco Montanari, Adamo Dionisi, Brando Pacitto, Valentina Romani, Matteo Branciamore, Maria Luisa De Crescenzo, Francesco Acquaroli,
È stata una vera e propria festa, con doni e giochi e un pranzo ricco di leccornie, una tavola imbandita proprio per loro che li ha fatti sentire coccolati e amati.  

I piccoli ospiti sono stati accolti da un talentuoso trio musicale romano: Vanessa Cremaschi (voce e violino), Diana Tejera (voce e chitarra) e Giovanna Famulari (voce e violoncello) che hanno suonato in un due intervalli, all'inizio quando i bambini sono arrivati e subito dopo pranzo prima di scartare i regali. 

Lo chef Francesco Gagliardi ha proposto un gustosissimo pranzo, nello stile proprio del locale romano, che sia nell'architettura che nella gastronomia coniuga tradizione europea dal gusto vintage a influenze che arrivano da tutto il mondo, dando vita a un mix geniale e unico, nato dall'idea di Luca Piperno e soci: antipasti a base di nuggets di pollo croccante, cestini di sfoglie di patate e hot crispy dog, per poi continuare con un burger royal di manzo con lattuga e pomodoro servito con patatine fritte ketchup e maionese; dulcis in fundo lo chef pasticcere Alessandro Capotosti ha servito un mix dei suoi ottimi e famosissimi dolci: mini krapfen farciti con Nutella e crema pasticcera, Belgian Waffle e Mini Gelatini con fonduta di cioccolato e praline croccanti. 
Durante il pranzo gli attori non hanno mai smesso di fare selfie e firmare autografi con i piccoli fan; inoltre sono state organizzate numerose attività: c'era un clown che ha coinvolto i bambini in giochi e attività ricreative, ognuno di loro ha ricevuto un pacco regalo pieno di giocattoli, cose buone da mangiare e una maglietta per ricordare l'evento, è stata poi organizzata una riffa con dei premi speciali, per la gioia di bimbe e bimbi, ragazze e ragazzi, Partner eccezionali della giornata, infatti, sono stati la Roma e la Lazio, che hanno voluto aderire a questa iniziativa regalando loro le magliette autografate dei due capitani Francesco Totti e Lucas Biglia e un pallone da calcio. 

Luca Piperno, celebre ristoratore romano, che con le sue idee vulcaniche e innovative e grazie al sostegno dei suoi insostituibili soci (Michele aprile ,David Mayer Naman e Victor Nahum) ha dato vita ad alcuni dei locali più in voga della Capitale, si è detto molto soddisfatto: “L'idea di realizzare questa giornata nasce spontaneamente dal bisogno di dare a volte un senso alla propria vita e al proprio lavoro. La mia città ha sempre risposto positivamente ai miei progetti e mi ha dato enormi soddisfazioni e forse è giunto il momento di dare indietro qualcosa. Spero che questa splendida giornata sia solo l'inizio di un progetto che vogliamo portare avanti negli anni coinvolgendo sempre più persone e cercando di arrivare a regalare un sorriso a un numero sempre più ampio di bambini.”

Anche Mirko Frezza, è stato molto felice della buona riuscita della giornata: “La cosa che mi ha spinto ad organizzare questo evento è stata la possibilità di regalare un pranzo con una vera tavola imbandita a bambini che non avrebbero avuto opportunità di farlo, ma soprattutto perché anche io da bambino ho sempre sofferto di non poter festeggiare il Natale come gli altri bambini più fortunati, e ho riscoperto la sua bellezza e magia da quando sono padre di tre splendidi bambini e vederli sorridere mi scalda il cuore. Così ho pensato, perché non farlo per più bambini?, e il ristorante “Dolce” mi ha dato l'opportunità. Grazie a Luca Piperno, agli attori amici che sono intervenuti e a tutte le altre persone che ci hanno aiutato, perché è con il loro sostegno siamo riusciti a fare questo.”

Sono state coinvolte nell'iniziativa alcune associazioni e case famiglia che si adoperano per migliorare il presente e offrire un futuro a questi piccoli, donando loro anche un fantastico e dolce Natale: l’IMES, Istituto di Medicina Solidale Onlus, l'AIN KARIM, l’associazione “A Roma, Insieme”, la Casale Caletto onlus e la cooperativa soc. PID,  Pronto Intervento Disagio.

Si ringraziano gli sponsor Jam, Gruppo Reale, Metro, Maia Fish, Campo de fiori, Sdar, Siver, Az. Agricola il Pesco, AS Roma, SS Lazio, Lavanderia Giacalone, Cioccolateria Collefiorito e Luxottica, che con i loro doni hanno contribuito a rendere questa giornata unica e preziosa. 


KEVIN PECI, DAL PROGRAMMA TV "IO CANTO" AL 1° ALBUM SOLISTA IN USCITA NEL 2017

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Kevin Peci giovane artista romano che qualche anno fa si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie a “Io canto” e ai Gimme Five (band di cui faceva parte anche Alessandro Casillo) sta per tornare con una serie di novità che arriveranno a breve. Intanto Kevin non si è mai fermato tra live, ospitate tv (tra cui Verissimo e Domenica 5), lezioni di danza e la scuola, naturalmente.
Infatti, non solo ha preso il diploma, ma ha deciso di concentrarsi sulla danza e si è da poco diplomato presso la scuola di Steve Lachance, ricevendo persino una borsa di studio presso la scuola “Balletto di Firenze Compagnia del Kaos”. In molti hanno già avuto il piacere di vederlo ballare ad eventi importanti come “Europa in Danza” presso l’Accademia Nazionale di Roma o sul set della serie tv “Non dirlo al mio capo” (uno dei più grandi successi di Raiuno, con protagonista Vanessa Incontrada).
Nel frattempo, Kevin ha lavorato ai nuovi brani ed è in studio proprio in questo periodo per terminare le registrazioni del primo album, in uscita a fine gennaio. 
Insomma, dai Gimme Five ad oggi di strada Kevin ne ha fatta parecchia e ora è pronto a tornare. Al momento non possiamo ancora svelarvi molto, se non che ci farà respirare atmosfere R&B e soul, che si sposano alla perfezione con il suo particolare timbro vocale.


Kevin Peci: Nasce a Roma il 20/04/1995. Inizia  a studiare canto all'età di 5 anni prendendo anche lezioni di danza. Nel 2009 esordisce in tv nel programma di Raiuno “I Raccomandati”, per poi approdare nel 2010 su Canale 5 al talent “Io Canto” (per due edizioni) dove ha l'opportunità di duettare con molti artisti tra i quali Francesco Renga, Raf, Max Pezzali, Pooh. Nel corso del programma si unisce ad alcuni suoi coetanei a formare il gruppo dei Gimme Five con i quali va in tour in tutta Italia con grandi riscontri. Continua poi ad esibirsi, sia con loro che da solo, in tour ma anche in tv, finché la boy-band non si scioglie e lui inizia a concentrarsi sulla sua carriera solista.

Cristian Imparato, online il video del singolo "Over The Rainbow"

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Da oggi, come regalo di Natale per i suoi numerosissimi fan, è online su YouTube il video di Over The Rainbow, il singolo di Cristian Imparato uscito sui principali store digitali il 16 dicembre (https://www.youtube.com/watch?v=M7q2hpjHCx4&feature=player_embedded).
L’ex bambino prodigio di Io Canto è diventato grande ed è tornato sulle scene con una canzone importante, eletta dai discografici statunitensi la migliore del XX secolo e certamente all’altezza delle sue doti canore. In attesa del nuovo album di inediti (l’uscita è prevista per la primavera del 2017). Imparato da gennaio sarà in tour in tutta Italia con lo spettacolo musicale Per Te Io Canto. Con lui in scena i maestri d’orchestra “Diesis Ensemble”.
Over the Rainbow, anche nota con il titolo Somewhere Over the Rainbow, è una canzone scritta da Harold Arlen con testi di E.Y. Harburg. La versione originale è cantata da Judy Garland per il film Il mago di Oz del 1939. Nel 1981 ha vinto il Grammy Hall of Fame Award.
Il brano contiene un emozionante messaggio di speranza ed è divenuto nel tempo l'inno delle minoranze, dei più deboli, dei discriminati, dei desiderosi di pace.
Cristian Imparato ha scelto questo singolo per tornare sulle scene realizzando la sua versione in collaborazione con il produttore artistico Christian Merli e con l'arrangiatore e tecnico del suono Mario Perazzo. Un invito all’amore senza condizionamenti di credo, colore della pelle, etnia, sesso e ogni altra diversità. Un’invocazione alla pace e alle libertà. Un appello al rifiuto di ogni violenza e discrimine. “Teoricamente siamo tutti solidali verso i più deboli e bisognosi eppure ogni giorno ci arrivano notizie di egoismi e derive razziste. E’ istintivo e comprensibile aver paura di ciò che è diverso, ma non è alzando i muri e puntando il dito che si colma la distanza. L’incontro, il dialogo e la disponibilità reale all’amore per il prossimo possono annientare ogni barriera e trasformare la diversità in completamento ed arricchimento. C’è ancora tanto da fare ed io provo a dare il mio piccolo, ma concreto contributo”.




CREDITI SINGOLO:
Tastiere: Mario Perazzo
Basso: Pasquale Fortunato
Sound design: Christian Merli & Cristian Imparato
Arrangiatore, Tecnico del suono: Mario Perazzo
 Registrato presso lo studio JAM FACTORY di Padula
Foto: Eliana Lapi
Produzione artistica: Christian Merli

Etichetta: Machina s.r.l.

George Michael, morto a 53 anni: 100 milioni di dischi venduti ed ex cantante Wham

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"È con grande tristezza che confermiamo che il nostro amato figlio, fratello e amico George è morto serenamente nella sua casa durante le feste di Natale". 

La star ed ex cantante del duo Wham George Michael è stato trovato morto nel suo letto e il suo manager ha aggiunto che se ne è andato per una insufficienza cardiaca. Secondo la polizia, l'ambulanza accorsa nella proprietà a Goring, nell'Oxfordshire, non ha ha registrato circostanze sospette.
Michael, divenuto famoso negli anni '80 come leader dei Wham! e poi una star mondiale come solista e la vendita di 100 milioni di dischi, nel 2011 aveva avuto un ricovero per polmonite e anche problemi legati alla dipendenza dal crack.
George Michael, il cui vero nome era Georgios Kyriacos Panayiotou, era nato a Londra e nella sua carriera ha venduto più di 100 milioni di album, prima con i Wham!, il duo composto con il compagno di scuola Andrew Ridgeley, poi da solista. Nella sua vita ha sperimentato crisi legate all'uso di droghe e nel 1998 fece coming out sulla propia omosessualità dopo che la polizia di Los Angeles lo aveva arrestato per aver tentato di adescare un poliziotto.


Presepe vivente di Pianola: “COME A BETLEM”, DA 44 ANNI A NATALE SI RINNOVA LA SUA SUGGESTIONE

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L’AQUILA - Un cielo stellato e un clima insolitamente mite hanno accompagnato l’incanto della sera di Natale, nello splendido contesto ambientale, con il Presepe vivente di Pianola a rinnovare la straordinaria suggestione della nascita di Gesù, nella 44^ edizione di “Come a Betlem”.
Diverse migliaia di persone sono accorse ieri sera e hanno potuto ammirare, in un silenzio assoluto, la rappresentazione della storia della salvezza del popolo ebreo, dall’Eden all’Egitto, dal Sinai alla Palestina. Fino a quella notte di Betlem quando nacque il Bambino, l’Emanuele.
Più di trecento le comparse per questa rappresentazione sempre nuova e stupenda, in uno scenario naturale che mozza il fiato, con testi di forte intensità, con una riproduzione scenica eccellente nelle parti mobili e nel villaggio palestinese di duemila anni fa, progettati dall’architetto Giuseppe Santoro. Perfetta la regia di Carlo Gizzi. Ammirevoli la bravura delle comparse, la bellezza dei costumi e la sapienza dell’uso delle luci. Tutto ha contribuito a rendere la rappresentazione all’acme d’una qualità drammaturgica che sa muovere le corde profonde della spiritualità, specie quando il Salvatore nasce nella grotta di Betlem. Quest’anno al piccolo Manuel Parisi, ultimo nato dell’anno a Pianola, l’onore d’interpretare Gesù Bambino, in questa edizione dedicata allo storico presidente Andrea Corridore, scomparso qualche mese fa, che nel 1973 promosse la fondazione del Gruppo artistico di Pianola, cui si deve l’annuale organizzazione del Presepe vivente.
Grande la soddisfazione del nuovo presidente Mario Corridore per il successo di questa 44^ edizione, mentre il Gruppo Artistico si prepara ad un’impegnativa missione in Friuli, a Gorizia.  Il 29 dicembre prossimo, infatti, nella grande Piazza della Vittoria cuore della città, la suggestione di “Come a Betlem” sarà rinnovata per il pubblico friulano. Una selezione di 50 comparse non potrà riporre ancora i costumi, perché il 28 notte si parte per Gorizia. C’è vivissima attesa nel capoluogo friulano per lo straordinario evento, come testimoniano le dichiarazioni del sindaco Ettore Romoli uscite con evidenza sui giornali locali. E’ infatti la prima volta che la città può ammirare un Presepe vivente. 
L’iniziativa, che ha il patrocinio e il sostegno della Municipalità e della Camera di Commercio di Gorizia, si deve alla determinante capacità di proposta dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia, il cui presidente, sin dalla fondazione del sodalizio nel 1989, è l’aquilano Roberto Fatigati. L’Associazione si è sempre distinta per la qualità delle iniziative culturali, sociali e nel campo della solidarietà, in un proficuo dialogo interculturale tra tre regioni: Abruzzo, Molise e Friuli Venezia Giulia. Un impegno importante e significativo, infatti, molto apprezzato dalle istituzioni e delle autorità regionali friulane.
Con questa particolare manifestazione del Presepe vivente a Gorizia si vuole peraltro esprimere al Friuli Venezia Giulia la gratitudine dell’Aquila per la notevole mole di aiuti e donazioni alle popolazioni colpite dal terremoto del 2009, ad opera di pubbliche istituzioni, privati ed associazioni. La rappresentazione di “Come a Betlem”, dopo una fiaccolata nelle vie del centro storico, si terrà dalle ore 18 nella bella Piazza della Vittoria, con le scene dell’Annunciazione, dell’arrivo a Betlem, della nascita del Bambin Gesù, fino all’arrivo dei Re Magi, con colonna sonora e commento.
Infine, un’appendice di solidarietà. Dopo la rappresentazione, a cura di un’équipe della scuola “Scherza col cuoco” coordinata da Carlo Gizzi, verrà preparata pasta all’amatriciana per il pubblico presente, con la cucina da campo messa a disposizione dal Gruppo Alpini di Gorizia. La degustazione sarà gratuita all’interno dei locali Krainer e Osteria Klandestina, in Via Rastello, nelle vicinanze di Piazza della Vittoria. Ma chi lo vorrà potrà lasciare un’offerta e il ricavato sarà destinato alle popolazioni terremotate in Lazio, Marche e Umbria colpite dal sisma il 24 agosto e 30 ottobre scorsi.   
Goffredo Palmerini

ALIDA GOTTA, “SOGNO DA CHEF”: il nuovo format con protagonista la celebre finalista di MasterChef

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ALIDA GOTTA, eclettica e talentuosa giovane chef finalista della passata edizione di MasterChef Italia, mette a frutto la sua esperienza nel famoso talent show culinario e riparte con due nuovi format innovativi e accattivanti.

“Sogno da Chef” è una serie che va in onda su Sky ogni domenica su Life Channel (canale 810 di Sky). Alida veste i panni della conduttrice di una sfida tra due giovani promesse non professioniste del panorama food, diverse per ogni puntata. Gli sfidanti si cimentano nella preparazione di una ricetta, utilizzando solo prodotti enogastronomici rigorosamente Made in Italy. A giudicarli, una giuria qualificata affiancata di volta in volta da un vip a sorpresa.

I concorrenti della puntata di Natale andata in onda ieri alle 12.30 su Sky canale 810 sono stati Andrea Canalini, 38 anni, impiegato di banca della provincia di Reggio Emilia e Monica Landro, discografica sicula di origine ma milanese d’adozione. Per l’occasione gli sfidanti hanno preparato due dolci natalizi: Andrea una rivisitazione del tradizionale tiramisù con panettone e pere e Monica, la vincitrice, una deliziosa Crema di cioccolato e pistacchio con stelline di panettone tostato che ha letteralmente conquistato i giudici. A giudicare i piatti un ospite d’eccezione: il simpaticissimo Nino Formicola, conosciuto come Gaspare del famoso duo comico. 

Ma non è l’unica novità, infatti Alida è da poco partita con “Alida TeenChef”, la sua nuova serie che va in onda sul suo canale YouTube ogni mercoledì. Qui la giovane chef accoglie dietro ai fornelli giovanissimi ospiti aiutandoli a trasformare le loro difficoltà in cucina nel “piatto perfetto”. Ad alternare le puntate con i giovani ospiti ci sono dei dei tutorial dimostrativi, in cui Alida affronta alcuni dei più noti piatti della tradizione italiana usando le sue particolari e personali rivisitazioni che l’hanno resa famosa a MasterChef.

Alida Gotta Twitter www.twitter.com/fan_alida
Sito Alida www.alidagotta.it
Sito Sogno da Chef www.sognodachef.tk
Life Channel sito www.lifechannel.it

#alidagotta #alidateenchef #sognodachef

Profilo di Alida Gotta: Giovane finalista della passata edizione di MasterChef, ALIDA GOTTA ha 27 anni e vive a Torino, anche se è in costante movimento. La passione per la cucina fa parte di lei da sempre, anche se ha iniziato ad applicarsi seriamente 7 anni fa. Il suo primo tentativo dietro i fornelli è stata una pessima carbonara che, però, l’ha spinta a impegnarsi e a provare fino ad arrivare ai livelli che tutti conosciamo. Nel frattempo ha studiato giurisprudenza a Torino e ha coltivato le sue altre passioni: la gemmologia, l’arte moderna, la musica (il suo strumento preferito è la chitarra) e i viaggi, con occhio sempre curioso e attento a tutto quello che ha intorno. Inoltre, nel tempo libero si diletta con la scultura e la pittura, altri campi in cui fantasia e manualità sono le basi principali. Seppur molto giovane, Alida può già vantare collaborazioni molto importanti: Ikea, KitchenAid, Caffè Vergnano, Ford, Casinò Di Venezia, Love It, ristorante italiano Cico’s, Bahrein summit di cucina italiana 2016, Sharjah Book Fair e l’Ambasciata Italiana in Bahrein. Inoltre, Alida è anche ambasciatrice di Azione Contro La Fame, una onlus senza scopo di lucro che si occupa della malnutrizione nel mondo.
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