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MICHELE TERRALAVORO, “ON THE ROAD” È IL BRANO ESTRATTO DELL’EP “GIALLO” DELL’ARTISTA ROMANO

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On the road” nasce nel contesto di una mostra a Roma, durante la quale Michele, ispirato dai colori forti e deboli degli acquerelli che aveva dinnanzi a lui, getta immediatamente sul foglio le emozioni percepite, una su tutte la libertà. Così è nato questo brano, osservando la vita vissuta, scavando dentro se stessi, commuovendosi come di fronte ad una mongolfiera che vola serena in un cielo terso.

«Tutto poi ha preso forma in quell’avventura che ho affrontato da solo, un viaggio via mare e via terra in Spagna, passando per il Mediterraneo, affrontando la vita senza guardarmi viverla. Questo ha dato ossigeno e consistenza alle emozioni, e quel riff suonato sulla mia tastiera… e alla musica arrangiata dallo STUDIO 8600 di David Giacomini». Michele Terralavoro


Guarda il videoclip su YouTube

Il pezzo è estratto dall’ Ep “Giallo”, un lavoro privo di etichettature di genere che raccoglie 5 branicaratterizzati da storie verosimili, senza disegni prestabiliti, dove la musica è la strada ed il cantautore il cammino.

BIO
Michele Terralavoro è un cantautore, performer e scrittore di Roma. Catturato dalle vibrazioni artistiche prende parte a vari musical tra cui “Gypsy” con Loretta Goggi, “La Bella e La Bestia”, “Don Bosco il musical” andatoin diretta durante il programma televisivo Domenica In; a film come “La Grande Bellezza”e a vari concorsi canori come il “Premio Mia Martini”, “Area Sanremo”e il “Montesilvano Pop Rock Music Fest”dove vince il I° Premio Assoluto come Cantautore. Lavora come modello ed attore per Mediaset e Rai, partecipando alla fiction “Cesaroni”, “Tutti pazzi per Amore” e ai programmi, “Ciao Darwin”, “Italia’s Got Talent”.

Finora ha pubblicato quattro singoli firmando anche la regia dei videoclip musicali. Gira l’Italia e la Spagna con i suoi live, alternando brani editi e inediti a cover, ed esibendosi in più di 40 serate live. Ha pubblicato inoltre due libri distribuiti nelle maggiori librerie d’Italia.

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Roma, Galleria Arte Moderna, dal 21 dicembre in mostra "GIOVANNI PRINI. Il potere del sentimento"

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Giovanni Prini, scultore, pittore, artigiano, si trasferisce da Genova a Roma agli inizi del Novecento dove, insieme alla moglie Orazia Belsito, apre le porte della sua casa-studio sulla via Nomentana agli esponenti più giovani della vita culturale della capitale, amici, intellettuali e artisti tra cui Duilio Cambellotti,Umberto Boccioni, Cipriano Efisio Oppo, Sibilla Aleramo, Gino Severini, Ettore Ximenes, Antonio Maraini, Giacomo Balla.

Giacomo Balla è ospite assiduo del “salotto”di casa Prini tanto da ritrarne l’ambiente nel quadro Nello specchio, una tra le circa 130 opere esposte nella prima mostra istituzionale dedicata all’artista: Giovanni Prini. Il potere del sentimento, ospitata alla Galleria d’Arte Moderna di Roma dal 21 dicembre 2016 al 26 marzo 2017, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Archivi delle Arti Applicate italiane del XX secolo,a cura di Maria Paola Maino.

Gli spazi della Galleria, che conservano alcune delle opere più celebri dell’artista come Gli amanti eLe gemelle Azzariti, si apprestano dunque a raccontare la figura e il complesso percorso artistico di uno dei più significativi scultori del Novecento italiano indagandone sia la produzione cosiddetta maggiore – oli, disegni, marmi e bronzi – sia quella dedicata alle arti applicate - ceramiche, mobili e giocattoli-.

Il percorso della mostra ha inizio dal Salotto Prini, raffigurato nel citato dipinto e rievocato anche attraverso la presenza di alcuni mobili disegnati dall’artista. Nell’ambiente numerosi i ritratti della moglie Orazia e le opere di artisti e assidui frequentatori della casa che testimoniano i legami di amicizia, tra gli altri, con Cambellotti(Nudo,1904), Severini(Autoritratto, 1904; Ragazza in blu, 1905),Domenico Baccarini(La moglie di Giovanni Prini, 1906), Mario Sironi(Ballerina, 1916 ca). In mostra anche un olio inedito di Giacomo Balla del 1903.
Attraverso le sale dei tre piani della Galleria, gli oli, i disegni, i marmi e i bronzi di Prini, sculture di media e piccola dimensione – come Le stelle e Serenella– i ritratti, piccoli gruppi e figure, ma anche le ceramiche, i mobili e i giocattoli raccontano le diverse stagioni che l’artista attraversò, dai primi del Novecento fino agli anni Cinquanta, mantenendo inalterata la propria forza e freschezza creativa.

Nei primi anni romani, la produzione scultorea di Giovanni Prini è in linea con i temi delsocialismo umanitario; l’attenzione per l’infanzia ispira piccoli gruppi in bronzomentre nel 1911 si cimenta con la scultura monumentale realizzando il fregio del pronao della Galleria Nazionaled’Arte Moderna a Roma rappresentando “l’artista e le battaglie artistiche” o “Peana dell’Arte”.

Alla scultura e all’attività di insegnante, sensibile alle istanze del Modernismo europeo, affianca anche un attivo interesse per le arti applicate. Nel 1917 sottoscrive il manifesto di Galileo Chini “Rinnovando rinnoviamoci” per la promozione delle arti decorative; nel primo dopoguerra, assume la direzione artistica della fabbrica di giocattoli “SFAGI” di Roma e si dedica anche con successo alla produzione di opere e soprammobili in ceramica.
Importante è la sua partecipazione alla prima edizione dell’Esposizione Internazionale delle Arti Decorative di Monza nel 1923.

Presente alle Quadriennali di Roma e alle Biennali di Venezia, negli anni si dedica anche a grandi opere di scultura destinate agli edificipubblici molti dei quali progettati da Marcello Piacentini. Nel 1932 è nominato Accademico di San Luca.

Una sezione della mostra è, inoltre, riservata a schizzi e disegni preparatori, alla corrispondenza e a documenti fotografici che completano il quadro delle relazioni tra i coniugi Prini e l’ambiente intellettuale romano mentre un itinerario grafico ricostruisce il rapporto dell’artista con la città evidenziando i luoghi dove sono presenti le sue opere, dove ebbe i suoi studi e dove abitò.

INFO
Mostra
GIOVANNI PRINI
Il potere del sentimento


Dove
Galleria d’Arte Moderna di Roma - via Francesco Crispi, 24
Per i portatori di handicap ingesso da via Zucchelli,7

Quando
21 dicembre 2016 – 26 marzo 2017
Anteprima stampa: 20 dicembre ore 11.00-13.00
Inaugurazione: 20 dicembre ore 18.00

Orari
Da martedì a domenicaore 10.00 - 18.30; lunedìchiuso
24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00
L’ingresso è consentito fino a mezz’ora prima dell’orario di chiusura;

Biglietti





Intero € 7,50; Ridotto € 6,50
Biglietto unico comprensivo di ingresso alla Galleria d’Arte Moderna di Roma e alla Mostra. Riduzioni e gratuità per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Info
060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00), www.museiincomune.it; www.galleriaartemodernaroma.it; www.zetema.it

Promossa da



A cura di

Sponsor Sistema Musei in Comune


Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali; Archivi delle Arti Applicate italiane del XX secolo

Maria Paola Maino

MasterCard Priceless Rome
Organizzazione
Zètema Progetto Cultura




Teatro Delfino Milano: dal 12 gennaio la commedia brillante "Mortimer & Wanda" con Marina Thovez e Mario Zucca

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Dal 12 gennaio 2017, per due settimane, è in scena al Teatro Delfino di Milano, Mortimer & Wanda, la commedia che segnò l’inizio del sodalizio artistico fra Marina Thovez e Mario Zucca.

Per festeggiare i vent’anni della loro carriera teatrale, l’affiatata coppia riporta in scena questo fortunato spettacolo, prodotto da Ludus in Fabula, che fu premiato da pubblico e critica.

La commedia è scritta e diretta da Marina Thovez protagonista, insieme a Mario Zucca, di un testo che appassiona per il suo alternarsi di dialoghi profondi a momenti sorprendentemente divertenti: due personaggi eccentrici, un musicista e una psicologa, che nella loro fragilità rivelano una forte dose di umanità. La brillante coppia riveste i panni di Mortimer e Wanda tra sentimenti e ironia.

Mortimer è un direttore d’orchestra di successo che abbandona improvvisamente tutto e va a vivere in un rudere di campagna. Questo isolamento inspiegato, unito alla personalità stravagante, gli guadagnano – non si sa se a torto o a ragione – la fama di pazzo.
A riportarlo nella società dei “normali” arriva un giorno l'ingenua quanto brillante psicologa Wanda.
Tra i due scoppia la guerra. Impari. Mortimer ha la superiorità del genio; ma Wanda escogiterà le tattiche più impensate per stanarlo.

«L'idea è nata leggendo la famosa lettera di Beethoven ai suoi fratelli» spiega Marina Thovez «in cui il gigante della musica rivela la sua sordità e piange la “perdita di un senso che possedeva perfetto al sommo grado, quale certo pochi musicisti hanno o hanno avuto”. Che succede al genio quando gli viene proibito di parlare? Si può impazzire. Da qui prende le mosse una storia originale, una favola moderna in cui si triturano i luoghi comuni della psicanalisi, del genio necessariamente eccentrico, in un continuo ribaltamento di ruoli con cui cerco di far luce sulla vita. E' meglio essere cinici o ingenui? Se il distacco dalle cose regala sicuramente una superiorità morale e sugli altri, l'ingenuità è forse l'unica arma che abbiamo contro il pessimismo, è una fiamma vitale che con coraggio dobbiamo tenere accesa. Vestali della nostra fragile felicità».

Testo e regia: Marina Thovez
Scenografia: Nicola Rubertelli
Mortimer & Wanda è in scena al Teatro Delfino dal 12 al 22 gennaio

Orario spettacoli Teatro Delfino: da giovedì a sabato ore 21.00; domenica ore 16.00

VENDITA BIGLIETTI ON LINE: www.teatrodelfino.it o www.vivaticket.it
La biglietteria del teatro apre i giorni di spettacolo secondo il seguente orario: dal giovedì al sabato alle ore 18.00 e la domenica alle ore 14.00.

Prezzi Biglietti
Intero: 20,00€
Ridotto over 60/Under 25/Studenti: 15,00€
Convenzioni e cittadini quartiere: 12,00€

Teatro Delfino – Piazza Piero Carnelli, Milano
Gestito per la Stagione Teatrale da ASS. IL MECENATE
tel. 333 573 0340 (da lunedì a venerdì ore 14-19)

Come arrivare con i mezzi pubblici:
Tram 27, Tram 12, Bus 45, Bus 175 | Fermata Ovidio

Come arrivare in macchina:
La zona è munita di parcheggio gratuito
Uscita tangenziale est: Mecenate/Forlanini

SIMIT - MENINGITE: "NON È EPIDEMIA MA IN LINEA CON LE ATTESE". IL FOCOLAIO IN TOSCANA PERSISTE

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Nuovi  casi di meningite meningococcica in Toscana: il commento del Prof. Massimo Galli, Ordinario di malattie Infettive presso l’Università di Milano e Vicepresidente Nazionale SIMIT:

L’allarme suscitato dalla segnalazione di nuovi casi di meningite meningococcica ci ha portato a ritenere opportuno commentare la situazione. I picchi epidemici della malattia si registrano in inverno e in primavera. Non è pertanto inusuale che si manifestino casi in questo periodo dell’anno. Le segnalazioni di questi giorni riguardano inoltre casi isolati, osservati in luoghi distanti tra loro. Non si può quindi parlare di epidemie. La situazione in Toscana presenta alcune peculiarità. Sulla base dei dati riferiti dall’ISS, dall'inizio del 2015 al 24/11 sono stati notificati in Toscana 57 casi di meningite da meningococco C (31 nel 2015, 26 nel 2016), responsabili di 12 decessi (6 nel 2015, 6 nel 2016), un numero di casi significativamente superiore a quanto osservato negli anni precedenti. Per questa ragione sono stati adottati provvedimenti di estensione dell’offerta vaccinale che sono ancora in corso.

Globalmente, il numero di casi di malattia meningococcica invasiva per milione di abitanti resta in Italia comparabile se non inferiore alle medie degli altri paesi dell’Europa occidentale.  Nel 2014 sono stati segnalati in tutto163 casi di malattia invasiva da meningococco, con un’incidenza pari a 0,27 casi per 100.000 abitanti, in linea con i due anni precedenti (0,23 nel 2012 e 0,29 nel 2013). L’incremento determinato dalla situazione in Toscana non dovrebbe far superare di molto la soglia dei 3 casi per 100000 abitanti a livello nazionale. Si ricorda che del meningococco è correntemente portatore oltre il 10% dei giovani, ma il batterio causa malattia invasiva in una percentuale molto piccola di persone. Si ricorda inoltre che il piano vaccinale 2014-2016 offre gratuitamente la vaccinazione per i siero gruppi A, C, Y e W135 e per il siero gruppo B a tutti i bambini

Teatro dei Conciatori, Tiziana Foschi durante le feste in "Cibami" e "Lettere di oppio"

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Al Teatro dei Conciatori, Tiziana Foschisarà protagonista di un doppio appuntamento. Sarà in scena dal 29 al 31 dicembre lo spettacolo CIBAMIdi Stefano Benni e Cinzia Villari, protagonista è Tiziana Foschi che sarà accompagnata in scena dalla voce e chitarra di Piji. Lo spettacolo torna al Teatro dei Conciatori a grande richiesta dopo il grandissimo successo riscosso nella passata stagione e sarà una grande occasione per trascorrere il 31 dicembre in compagnia di una grande interprete del teatro italiano, con una serata speciale.

Tiziana Foschi inoltre aprirà alla grande il 2016 presso il teatro di via ostiense con lo spettacolo in scena dal 6 al 15 gennaio: LETTERE DI OPPIOdi Antonio Pisu, regia di Federico Tolardo; interpreti: Tiziana Foschi Antonio Pisu.
SINOSSI CIBAMI

Tragicomico, acido : si ride, ci si pente e poi si ride ancora. Attraverso il cibo, la drammaturgia contemporanea e la musica, si raccontano le voci della società : voci allegre, grottesche, arrabbiate, voci poco ascoltate, voci che per farsi sentire raggiungono a volte movimenti estremi. Un viaggio nel racconto narrato, contaminato da un continuo gioco musicale, un insolito racconto/concerto dove la parola, la musica, lo stomaco e i suoi linguaggi, seguendo un andamento ironico – brillante, si uniscono in un totale matrimonio di intenti. Il cibo ha il potere di deliziare, amareggiare, redimere, sconvolgere, eccitare, ispirare? Ecco allora tre storie che raccontano, con il cibo, l’amore, la fede, la seduzione e l’abbandono. La chimica dei sentimenti e l’incontro degli ingredienti, dunque Non è forse vero che quando viviamo un incontro eccitante ci sentiamo come frittelle a contatto con l’olio bollente? O che quando annusiamo l’arrosto dimenticato nel forno, proviamo lo stesso sconforto di un appuntamento mancato? I tre atti unici sono di Stefano Benni e Cinzia Villari. Autori diversi, eppure  il ritmo della scrittura è in entrambi “musicale”, come le parole scelte mai a caso: a volte in rima, sempre ironiche e con momenti di vera poesia.


SINOSSI LETTERE DI OPPIO
1860: il Regno Unito, a causa delle dispute commerciali per l'oppio, è in guerra con la Cina da diciotto anni. A Londra, Dorothy Wellington, una nobildonna devota ai suoi abiti eleganti, attende con ansia, ormai da diversi anni, il ritorno dal fronte del marito George. A farle compagnia, nelle sue lunghe giornate di attesa e false speranze, c’è Thomas, un giovane, cinico ma fidato maggiordomo, il cui compito è quello di rassicurare costantemente Dorothy, leggendo e interpretando, in maniera piuttosto eccentrica e su richiesta della donna, la corrispondenza del marito in guerra. Quello che la signora Wellington ignora è che il marito è deceduto, ma Thomas, per paura di perdere il lavoro, le legge delle finte lettere scritte da lui stesso. Il giovane però, sentendo il peso della menzogna, non sa come rivelare la verità alla donna di cui si è intanto innamorato. Dorothy, dal canto suo, non è così candida e ingenua come sembra e a questo punto i ruoli s’invertono…
In un gioco continuo tra sogno e realtà i pensieri dei due protagonisti si scontrano, si intrecciano, si sfidano, instaurando un rapporto intimo, divertente, ironico, ma soprattutto profondo. Lettere di Oppio ci accompagna in un’epoca affascinante, parlandoci di dinamiche tra esseri umani eterne nel tempo. Una storia quindi sempre attuale, narrata con taglio moderno, che fa divertire, riflettere e appassionare.
Promo dello spettacolo: http://youtu.be/I1q6krYMcrA


TEATRODEI CONCIATORI
C.U.T. – Contemporary Urban Theatre- 100% TAGLIO CONTEMPORANEO


TIZIANA FOSCHI
Protagonista di un doppio appuntamento

29 | 31 dicembre 2016
CIBAMI
Regia: Cinzia Villari
Autore: Stefano Benni e Cinzia Villari
Interpreti: Tiziana Foschi
Scene: Daniele Pittacci e Isabella Fagiano
Musiche: Voce e chitarra Piji
Luci e Immagini: Camilla Piccioni

06 | 15 gennaio 2017

LETTERE DI OPPIO
Regia: Federico Tolardo
Autore: Antonio Pisu
Interpreti:Tiziana Foschi Antonio Pisu
Scene: Tiziana Massaro
Costumi: Gisa Rinaldi
Luci: Stefano Lattavo


TEATRO DEI CONCIATORI- Via dei conciatori, 5 – 00154 ROMA
Tel. 06.45448982 – 06.45470031 - info@teatrodeiconciatori.it- http://www.teatrodeiconciatori.it/
TIPOLOGIA BIGLIETTI: € 18,00 + tessera obbligatoria di 2 €
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato ore 21,00 domenica ore 18,00

RIDUZIONI PER I LETTORI DI PERSINSALA, SALTINARIA, GUFETTO, MEDIA&SIPARIO

ARTE LIBRO unaluna, OMAGGIO SPECIALE A MONTALE E SHAKESPEARE: cartelle d’arte per 2 ricorrenze poetiche

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Si chiude un anno di ricorrenze speciali, 100 anni dalla nascita di Eugenio Montale e 400 dalla morte di William Shakespeare e il marchio editoriale ‘Arte Libro unaluna’, prosecuzione della prestigiosa casa editrice fondata nel 1995 a Milano da Alessandro Sartori, lascia il segno con due cartelle d’arte, primi numeri di una collana ‘Anniversari In Versi’, destinata a proseguire nel tempo. 

Un omaggio speciale per far dialogare versi famosi con due artisti contemporanei, un binomio perfetto nelle scelte testuali ed estetiche: un’acquaforte di Walter Valentini dal titolo ‘L’occhio del cielo’ per la plaquette dedicata a Shakespeare contenente la poesia “Posso paragonarti ad un giorno d’estate?” e un’acquaforte con retouche in acquerello di Oscar Piattella ‘Crocustella’ per la Plaquette dedicata a Montale contenente la poesia “Non chiederci la parola”.
Tiratura limitata per entrambe: 100 pezzi in numeri arabi e 50 in numeri romani, rigorosamente stampate al torchio e a caratteri mobili per le parti testuali, materia prima in pregiate carte di cotone, ormai pressoché introvabili. 
Un omaggio speciale per intenditori e amanti del bello ‘unique’.
La strada è stata tracciata dall’editore Alessandro Sartori, che con il marchio editoriale ‘unaluna’ fondato a Milano nel 1995, ha dato vita a titoli prestigiosi e di grande pregio, apprezzati in tutto il mondo. Contenuto e forma vanno di pari passo nella stampa di produzioni di eccellenza, a tiratura limitata, conosciuti e richiesti per il pregio dei materiali usati, a partire dalla carta di cotone a pH neutro. Passando, poi, per la composizione a caratteri mobili, la stampa al torchio tipografico, fino alla legatura a mano e agli interventi in acquaforte. L’idea umanistica ed etica alla base del lavoro di Sartori è ora trasferita a Gubbio, consegnata nelle mani della moglie Anna Buoninsegni e all'associazione ‘Arte del Libro” con il compito di tramandare opere d’ingegno e manufatti di stampa, nella consapevolezza di aver accolto un’eredità di grande valore, affidata alle mani di giovani apprendisti.
“L’ispirazione per realizzare l’acquaforte “L’occhio del cielo” proviene dal lavoro svolto in tutti questi anni – ha spiegato l’artista Valentini – è un percorso che compio da molto tempo sulla ricerca dello spazio celeste e di quello che succede intorno a noi attraverso il cielo.” Un rapportoimportante quello che si è instaurato nel tempo tra Valentini e Sartori: “Ricordo che una volta venne nel mio studio e vide un libro che feci su Leopardi con un altro editore, ne rimase affascinato e da lì è iniziato il nostro percorso insieme e la sua infinita voglia di pubblicare “libri d’arte”.”
www.artelibrounaluna.it facebook Arte Libro unaluna 
Anna Buoninsegni Sartori 329 3812750

Calcata Film Festival, continua con successo la II edizione fino al 31 dicembre

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Applausi e consensi al Calcata Film Festival: l’evoluzione della Settima Arte per le due interessanti lezioni di cinema che si sono tenute negli scorsi giorni e che hanno avuto un grande riscontro da parte del pubblico. Sala gremita per la prima “Come si realizza un film” tenuta dal regista e critico del cinema Claver Salizzato.
Grande successo anche per la seconda dal titolo “Cinema e Web” che è stata introdotta da Franco Mariotti e coordinata da Francesca Piggianelli alla presenza dei registi e produttori delle web series: “Fired” di Federico Malafronte, “Sottomessa” di Kassim Yassin Saleh e “La Spes” di Susy Laude (unici protagonisti non presenti poichè ad Asti a ritirare un premio).
Si è conclusa con grande emozione anche la bellissima retrospettiva dedicata a Stefania Sandrelli che ha visto la proiezione di alcuni film storici da lei interpretati: “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi, “La famiglia” di Ettore Scola” e “La donna della mia vita” di Luca Lucini.
Il Calcata Film Festival proseguirà fino al 31 dicembre con due interessanti Mostre presso la Sede Parco Valle del Treja a Calcata Vecchia :“Dal Pre-Cinema ai nostri giorni: Attrezzature degli anni ’30 e la Mostra fotografica dedicata ad Anna Magnani.


Giunto alla sua II edizione, il Calcata Film Festival: l’evoluzione della Settima Arte, è un evento dedicato alla promozione del cinema di ieri e di oggi con una particolare attenzione alla formazione dei futuri filmaker. La Rassegna è promossa da AmaRcorD Associazione Culturale, con il contributo della Regione Lazio - Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili, con il patrocinio del Comune di Calcata e del Parco Valle del Treja, e la collaborazione dell’Associazione Culturale Il Granarone e della Cineteca Lucana.

Giusy Ferreri, dopo 3 anni ritorno a Sanremo con "Fa talmente male", ad aprile Anteprima Live 2017

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A 3 anni dalla sua ultima partecipazione, GIUSY FERRERI torna in gara al Festival di Sanremo, nella sezione Campioni, con il brano “FA TALMENTE MALE” (Sony Music), che sarà contenuto nel nuovo album d’inediti in uscita a marzo.

Ad aprile, poi, Giusy riporterà sul palco la sua energia e la sua voce unica con “Anteprima Live 2017”, due concerti- evento a Roma e Milano dove presenterà live i brani contenuti nel nuovo album, oltre ai suoi più grandi successi.
Queste le date: il 4 aprile all’Auditorium Parco della Musica (Sala Petrassi) di Roma e il 12 aprile al Teatro Nuovo di Milano.

I biglietti saranno disponibili in prevendita da oggi, mercoledì 21 dicembre, dalle ore 16.00 su Ticketone, circuiti di vendita e prevendite autorizzate (info: www.fepgroup.it).

Rtl 102.5 è media partner del tour.
Foto di Daniele Barraco

http://giusyferreriofficial.it
https://www.facebook.com/giusyferreri - https://twitter.com/giusyferreri

Teatro Nino Manfredi, "That's Amore" dal 27 dicembre al 1° gennaio con Marco Cavallaro

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Si chiude con allegria il 2016 del Teatro Nino Manfredi. Dal 27 dicembre fino al 1 gennaioMarco Cavallaro sul palco con Claudia Ferri e Marco Maria Dalla Vecchia, allieterà le feste di natalizie con uno dei suoi successi teatrali: That's amore.


Lui, scottato dalla recente disavventura, diffida di tutte le donne. Lei, allo stesso modo, detesta tutti gli uomini. Si scatena la guerra tra i due, una lotta senza esclusioni di colpi per rimanere gli unici affittuari. Situazione di estrema tensione, che sembra degenerare quando irrompe nel fatiscente appartamento un terzo strambo individuo, che si esprime coi versi delle canzoni di Julio Iglesias, anch’egli convinto di essere il solo legittimato a vivere lì dentro. Da quel momento la storia, apparentemente insolubile, prenderà inaspettate vie d’uscita.

Lo spettacolo, che ha alle spalle oltre cento repliche, accompagnerà il pubblico nel 2017. Il 31 dicembre, infatti, dalle 22.45 tutti coloro che vorranno trascorrere il capodanno in compagnia dello staff del Teatro Nino Manfredi verranno allietati dalla travolgente allegria di Cavallaro. Sarà lui a far partire il countdown per il 2017.


That's Amore
di Marco Cavallaro
con Marco Cavallaro, Claudia Ferri, Marco Maria Dalla Vecchia
Teatro Nino Manfredi
via dei Pallottini 10 – Ostia Lido
dal 27 dicembre al 1 gennaio
27, 28, 30 dicembre ore 21.00
1 gennaio ore 21.00 ore 17.30
29 dicembre 17.30
31 dicembre ore 20.00 e 22.45
Per info e prenotaizoni: 06 56 32 48 49
Biglietti: Platea: Intero 24.00 euro, Ridotto 21.00 euro
Galleria: Intero 21.00 euro; Ridotto 18.00 euro
Per il 31 dicembre Biglietti a 65.00 euro; under 19: 40.00 euro

CHIARA TAIGI, il soprano conquista il cuore del pubblico brasiliano con l'opera "Fosca"

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Dopo lo straordinario successo riscosso al Teatro Colòn di Buenos Aires, nel ruolo di Lady Macbeth, e in seguito al ricordo offerto a Daniela Dessì, in occasione della sua esibizione a Domenica In, condotta da Pippo Baudo con Chiara Francini, il soprano di fama internazionale Chiara Taigi (intervista di Fattitaliani) sbarca in Brasile in Fosca, l’opera lirica in quattro atti di Antônio Carlos Gomes. Fosca racconta un’affascinante e coinvolgente storia di pirateria nell'Adriatico ed è ambientata nel Medioevo. Lo spartito rivela una struttura vocale che tende al superamento della dicotomia recitativo-aria. L’opera è andata in scena al Theatro Municipal de São Paulo nei giorni 8, 10, 11, 13, 15 e 17 dicembre. 

La critica ha commentato così: “Una Fosca non si poteva considerare migliore, una donna Italiana dal temperamento corsaro, una voce in cui i filati stupiscono assieme ai gravi, un nome Chiara Taigi.” 
Chiara Taigi ha dimostrato di adeguarsi ai più disparati tipi di repertorio, ha saputo plasmare il suo personaggio con grande talento, regalando al pubblico un’interpretazione di vibrante luminosità espressiva. Ascoltare la sua voce e osservare come essa esprime, attraverso la mimica e la dinamica, lo stato d'animo del suo personaggio è un'esperienza emozionante. Una voce limpida, potente, dominata, flessibile, ben controllata, morbida nel fraseggio. Semplicemente sublime! Al termine di ogni replica, applausi calorosi hanno accolto l'artista che con indiscutibile talento ha messo in evidenza le notevoli risorse coloristiche di cui dispone con una sorprendente varietà di accenti. Un’esperienza e un’opera che hanno arricchito ancor di più la sua brillante carriera. Ben 25 anni dedicati alla sua passione più grande: la musica.
Chiara Taigi: “Mi è piaciuto ritornare a cantare il genio Carlos Gomes che profonde immense melodie, tutte splendide,  specialmente i duetti. In particolare, sono felice di esser stata nella dimensione surreale del Maestro Stefano Poda che ci rende tutti immortali. La protagonista muore in piedi catarticamente ed è sempre accompagnata da mimi, attori e ballerini, trovando una dimensione eterica del suo essere un personaggio della leggenda. Cito anche il grande lavoro musicale con il Maestro Edoardo Strauss, un futuro astro nascente della direzione. Paolo Ciani, assistente del Maestro Poda, è stato indispensabile ai fini di una risoluzione concreta della drammaturgia. Oltre all'aspetto professionale, c'è da dire che tutte le compagnie con cui lavoro diventano le mie famiglie acquisite. Esiste una totale coesione di gioia e intenti con i miei colleghi, su tutti il soprano che interpretava la mia rivale, che tale non era per l'affetto che ci siamo volute, vale a dire il soprano Masamy  Ganev. Tuttavia, sarei ingiusta se non citassi gli uomini della compagnia a cui tengo molto: Leonardo Neiva, Sun Kyushu Park, Lukas Golinski. Giorno dopo giorno, ho instaurato una bellissima amicizia con il Maestro del Coro Bruno Greco Facio e con tutta l'Orchestra.  Di questa esperienza, porterò nel cuore la bellezza dello spettacolo del maestro Poda e tutto l'orgoglio del popolo Brasiliano. L'espressione che proporrò a tutti coloro che devono onorare il proprio lavoro senza lamentele è: “Buona Energia” e, come si dice qui, “Tudas Gioia”. Grazie San Paulo!”.
Prossimamente, Chiara Taigi ritornerà in Italia con tanti nuovi progetti. Il 23 dicembre, alle ore 08:00, sarà ospite del programma “Bel tempo si spera”, in onda su TV 2000. Non perdete la trasmissione!

#ChiaraTaigi #ChiaraTaigiSoprano #Sopranodifamainternazionale #Fosca
Sito Ufficiale Chiara Taigi: http://www.chiarataigi.com/wordpress/

L'attore Alessandro Fricano Gagliardo a Fattitaliani: migliorarsi per scalare il successo del cinema più importante al mondo. Intervista

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Ho incontrato Alessandro Fricano Gagliardo, talentuoso attore italiano, anzi, siciliano di Bagheria: città del palermitano conosciuta in tutto il mondo perché ha dato i natali a grandissimi artisti, basti ricordare Renato Guttuso, Dacia Maraini, Giuseppe Tornatore e tanti altri. Alessandro nel 2015 è già stato protagonista di un lungometraggio, "Libera Me”, con la regia di Piero De Luca e Max Aiello, del quale ci parlerà anche in questa intervista.
Il film racconta la storia di Sabrina (interpretata da Fabiola Rigano), una giovane e spensierata studentessa d'Università che decide di andare a convivere con il suo amato fidanzato, Alessandro (è anche il nome del personaggio che interpreta). Presto, però, la felicità dei primi mesi scompare per lasciare posto al peggiore incubo della vita di Sabrina. 
Il film è uno psicodramma, con sfumature thriller, sul delicato ed assai attuale tema della violenza di genere, sulla libertà delle donne e l'amore per la vita. Alessandro in questo film fa parlare bene di sé la critica cinematografica, che gli riconosce la sua convincente performance nel ruolo di un “personaggio difficile”. Alessandro ha una formazione artistica e professionale molto interessante: Laureato in Lingue e Letterature nel 2007 presso l'Università degli Studi di Palermo; subito dopo si trasferisce a Londra, dove inizia a prendere le prime lezioni di recitazione in inglese al "City Lit"di Covent Garden. Per apprendere in modo più efficace, sempre a Londra, studia e utilizza la tecnica di recitazione del Method Acting  (tecnica impiegata all’Actors’ Studio da celebri attori hollywoodiani) con un Maestro di recitazione assai qualificato come Sam Rumbelow. Alessandro si distingue per talento, passione, volontà, determinazione, tant’è vero che dopo l'esperienza londinese si trasferisce a Valencia (Spagna) dove frequenta la "Escuela Superior de Arte Dramatico", laureandosi nel 2013 con un “BA (Hons) in Acting”. Il suo ultimo anno di studi accademici lo frequenta presso il "Rose Bruford College of Theatre and Performance" prestigiosa accademia britannica che ha formato mostri della recitazione cinematografica tra cui Gary Oldman, protagonista di Dracula di Francis Ford Coppola, ed altre Big Star del Cinema internazionale.

Tutto il resto della sua brillante carriera ed esperienza artistica, Alessandro ce lo racconterà in questa chiacchierata con Andrea Giostra. Oggi, infatti, Alessandro Fricano Gagliardo è qui con noi e racconterà ai nostri affezionati lettori la sua esperienza di Artista che vive e lavora tra Europa e Stati Uniti.
Alessandro Fricano Gagliardo, benvenuto e Ti ringraziamo moltissimo per essere qui con noi. Tu sei un Artista, un Attore che, come abbiamo accennato nella presentazione dell'intervista, ha studiato tantissimo e ha avuto una bella formazione professionale, artistica ed umana. Quella che faremo oggi, Alessandro, sarà più una bella conversazione che una classica intervista con domande spesso superficiali e scontate.
Detto questo, la prima domanda che ti pongo è: Cosa diresti di te ai nostri lettori come Uomo, prima ancora che come Artista?
Intanto grazie dell’invito, è un piacere essere qui con voi.
Diciamo che ognuno di noi compie un percorso unico, personalissimo nella vita, e che questo lo forma, lo caratterizza definendolo come Uomo. Io ho avuto il mio di percorso, a partire dalla terra in cui sono nato e cresciuto, dalla mia famiglia, a cui sono molto legato, poi l’educazione, gli studi, i viaggi e le scelte maturate che mi hanno formato ed arricchito dentro, nonché la costante ricerca di miglioramento. È a questo punto che entra in gioco l’importante ruolo dell’Arte.
Ti ricordi, Alessandro, che età avevi quando hai scoperto la tua passione per l'Arte, per la Recitazione, per il Cinema?
Beh, da piccolo, come tutti i bambini, anch’io ero molto preso dal “gioco’’ - in inglese “to play’’ è sinonimo di recitare, si usa normalmente nella sua doppia accezione - mi isolavo spesso nel mio mondo immaginario, poi adoravo "esibirmi" con i miei giochi o scherzi. Ricordo una compagnia teatrale che un giorno venne a scuola per uno spettacolo, rimasi colpito dalla scenografia allestita e stupito dalla bravura di quegli attori che avevano dovuto imparare tutte quelle battute a memoria senza sbagliarne una (Sorride!). E poi ero già affascinato dal cinema e dai telefilm americani. Ma l’episodio chiave credo sia stata la visione di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore. Avevo otto o nove anni quando lo vidi. Dopo aver visto quel film, Andrea, qualcosa è scoccato in me!
Tu, Alessandro, sei un Uomo che ha dimostrato una determinazione e una volontà non comuni! Per raggiungere il tuo obiettivo, diventare una Big Star, come dicono ad Hollywood, sei disposto a studiare, a faticare, a sudare, a fare la gavetta che hai già fatto, a mettere tutta quella forza, quella passione e quella tenacia che occorrono per riuscire in qualsiasi professione, non solo quella artistica. Che ruolo pensi abbiano avuto queste tue bellissime ed innate qualità nella tua carriera, ancora in itinere, al di là della tua passione e del tuo talento artistico?
Ho sempre cercato di fare tutto con passione e determinazione per ottenere il massimo e raggiungere i miei obiettivi. Ritengo siano fattori indispensabili. Un altro fattore fondamentale, unito all’amore per quello che faccio, è sicuramente la perseveranza. Le insidie, infatti, sono tantissime lungo il cammino e perciò bisogna essere molto carichi e avere la forza per rialzarsi e non mollare mai. 
Chi sono stati i tuoi “Maestri d'Arte”, Alessandro, come venivano definiti nel Rinascimento Italiano? Coloro che in sostanza ti hanno trasmesso la loro Arte e la loro Professionalità, i loro Strumenti di lavoro, le loro Tecniche artistiche e di recitazione, oltre all'amore per una professione unica ed con quale tutti si immedesimano naturalmente com’è quella di Artista e di Attore in particolare?
Vengo da una formazione prevalentemente teatrale, anche se in questo momento sto dedicandomi più all’audiovisuale. Ho imparato qualcosa da tutti coloro con cui ho lavorato. Elencarli tutti sarebbe troppo lungo. Ho avuto la fortuna di apprendere e trarre ispirazione da grandi professionisti nei Paesi in cui ho vissuto, in Inghilterra, al già citato Rumbelow, i miei insegnanti di recitazione e altre discipline al Rose Bruford; in Spagna, il regista Diaz Zamora, i registi e attori Vicente Genoves e Lola Lopez, Pepa Zanon.
Tutti, Andrea, mi hanno non solo insegnato e infuso la disciplina ed etica al lavoro dell’attore, ma mi hanno aiutato a forgiare ed affinare "las herramientas" in spagnolo, ovvero, gli "strumenti di lavoro", come li hai definiti tu in italiano. Tutte cose necessarie a questo mestiere. Senza dimenticare da dove son partito e il primo impatto con le scene sotto la guida della regista e attrice Rosamaria Spena a Bagheria.
Credo che poi abbiano avuto un peso molto importante anche la curiosità, lo studio personale e l’ispirazione tratta da alcuni grandi del cinema come Marlon Brando e Marcello Mastroianni in special modo, nonché, delle scene teatrali britanniche che ho avuto modo di ammirare dal vivo, quali Ralph Fiennes, Kenneth Branagh, Jeremy Irons.
Il mondo dell'Arte, Alessandro, della Recitazione, del Teatro o del Cinema, della TV, dello Spettacolo, è molto ambito da tutti i giovani: donne e uomini! Cosa ti senti di consigliare loro alla luce della tua esperienza? Cosa diresti di questo mondo se volessi metterli in guardia da qualcosa? E da cosa principalmente?
Studiare, essere preparati è la prima cosa da fare se si vuole seriamente provare a far parte di questo mondo - come qualsiasi altro mestiere - che attrae un po’ tutti, molto spesso senza una valida motivazione al di fuori del vacuo raggiungimento della fama. È un mondo estremamente difficile che richiede passione, enormi sacrifici e perseveranza. 
Sai, Alessandro, io sono un appassionato di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. Praticamente ho letto tutte le sue opere più di una volta. In uno dei suoi romanzi più conosciuti e più belli, “Memorie dal sottosuolo”, pubblicato nel 1864, Dostoevskij parla tra le righe della “Teoria dell'Umiliazione”. Negli anni '90, alcuni scienziati e psicologi americani, ne hanno fatto una vera e propria teoria psicodinamica, un modello psicologico che sostanzialmente si può sintetizzare in queste parole: “sono più le umiliazioni che subiamo nella nostra vita ad insegnarci a vivere meglio e a sbagliare sempre meno: si impara dalla propria esperienza e dai propri errori, soprattutto quando sono gli altri a farceli notare e magari ridono di noi!”
Tu, Alessandro, nella tua carriera artistica o nella tua vita privata, quali umiliazioni hai subìto che ti hanno lasciato il segno ma che al contempo ti hanno dato la forza di andare avanti per la tua strada e di diventare quello che sei oggi, un Artista riconosciuto per il suo talento e per la sua professionalità?
Dagli errori si impara tantissimo. Ogni caduta è una lezione. Sia nella vita che nel proprio lavoro. Ed è una condizione necessaria per scoprire, apprendere e migliorarsi. Ma bisogna sempre sapersi rialzare e proseguire. Questo è ciò che ti rende anche più forte. I miei insegnanti me lo ripetevano in continuazione in accademia. E continuo a tenerlo a mente.
Alessandro, mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero rispetto ad una bellissima frase incisa nel grande Frontale del Teatro Massimo di Palermo, che conoscerai sicuramente essendo originario di Bagheria, famoso perché costruito da due dei più grandi architetti del XIX secolo, Giovan Battista Filippo Basile e il figlio Ernesto Basile. Il Teatro Massimo di Palermo è il secondo più grande d'Europa per grandezza e capienza di spettatori e possiede una qualità acustica terza in Europa solo dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. La frase incisa sul Frontale è questa: «L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire». Tu, Alessandro, leggendo questa frase cosa ti viene in mente riflettendoci un momento?
Amo quella incisione e il fatto che si trovi in un Teatro di enorme prestigio come il Teatro Massimo di Palermo. Sono dei versi emblematici di grande ispirazione per me, e mi emozionano ogni volta che mi trovo davanti all’ingresso del Teatro. Versi che racchiudono l’indissolubile legame tra l’Uomo e l’Arte, il Teatro in questo caso, sottolineandone l’altissimo valore didattico, sociale, civile e culturale. L’Arte è e sarà sempre elevazione dello spirito umano. Non potremo mai farne a meno. Perciò mi ferisce tanto quando sento di Teatri costretti a chiudere per mancanza di risorse economiche, di aiuti.
Alessandro, tu sei italiano ma vivi e lavori tra Europa e U.S.A.. Di fatto posso definirti un vero cittadino del mondo essendo anche poliglotta. Gli “analfabeti del XXI Secolo”, come ci dicono e ci dimostrano moltissime ricerche sociologiche di diverse università di tutto il mondo, sono quelle persone portatori di “analfabetismo informatico e tecnologico” e di “analfabetismo idiomatico”. Il primo è chiaramente quello relativo alla scarsissima capacità di usare il computer con tutte le sue applicazioni e programmi; il secondo riguarda la conoscenza di una sola lingua, l'italiano nel nostro caso, in un mondo che sta sempre più diventando poliglotta. Da questo punto di vista tu di fatto sei un Uomo colto nell'accezione moderna del XXI Secolo. Detto questo, secondo te, Alessandro, quali sono le differenze reali, più evidenti, che tu percepisci, tra l'Arte intesa nell'accezione statunitense-hollywoodiana e l'Arte intesa nell'Occidente-Europeo?
Beh, senza dubbio la più grande differenza che mi sovviene all’istante è di natura economica. La macchina "americana-hollywoodiana" cui ti riferisci, muove quantità di denaro non comparabili a quelle messe a disposizione in Europa. Anche se ciò non sempre è sinonimo di altrettanti eccellenti risultati in termini di qualità del prodotto.
In Europa, proprio per via di budget più limitati, si punta più spesso sulla qualità creativa e una maggiore sensibilità, dettata anche da una certa tradizione cinematografica alle spalle. Ma l’America, in un discorso più generale, devo dire che è anche molto creativa, stimolante, e vi ho riscontrato un’apertura e sensibilità notevoli.
Alessandro, ha mai avuto la tentazione durante la tua carriera di mollare tutto e dedicarti ad un'altra attività, ad un altro tuo talento?
Di momenti difficili, duri, ne ho avuti tanti durante il mio percorso. Momenti in cui ti chiedi se ne valga davvero la pena e fino a che punto si è disposti a proseguire. Ma il punto della questione è proprio questo, capire quanto l’amore e la passione per quest’Arte e il desiderio di potersi dedicare ad essa sia più forte. Questi sentimenti, ad oggi, hanno sempre prevalso in me in maniera netta, mi hanno rafforzato, e rappresentano una certezza. Per il resto, sono consapevole che ci saranno altri momenti duri, ma fa parte del gioco.
Alessandro, avrai certamente dei modelli di Artisti e di Attori o Attrici, che ami e che ammiri. Vuoi dirci chi sono e perché proprio loro?
Sono davvero tanti gli artisti che ammiro nel campo della recitazione, in Italia e all’estero. Nel panorama italiano, direi che Marcello Mastroianni continui a rappresentare l’attore modello, una straordinaria fonte ispirazione per me ogni volta che riguardo un suo film, per la sua completezza e autenticità recitativa. Con lui sembrava tutto facile.
Poi ammiro molto l’inglese Ralph Fiennes, un attore versatile e camaleontico che ho avuto anche la fortuna di veder all’opera dal vivo sulle scene teatrali inglesi.
Sul versante femminile, adoro Meryl Streep, incarna tutte quelle qualità sopra menzionate in ogni sua performance.
Se non dovessi fare più questo lavoro, cosa faresti nella tua vita professionale? Cosa ti piacerebbe fare?
Insegnare credo. Lavorare coi ragazzi.
Alessandro, quando hai deciso di dedicarti a questa professione per la vita, e ne hai parlato ai tuoi genitori cosa ti hanno detto? Che età avevi? Sono stati tuoi alleati oppure, come spesso è capitato a tantissimi altri artisti, hanno cercato di dissuaderti per orientarti verso un'altra professione?
Mi sarà scappato all’età di nove o dieci anni per gioco…ma non credo mi avessero preso sul serio! (Sorride!). La mia è una famiglia di persone semplici, legata a un modo di pensare tradizionale. Hanno sempre voluto il meglio per me e mi hanno appoggiato in tutti i miei studi classici perché potessi scegliere una professione stabile. Quando ad un certo punto ho preso la seria decisione, da adulto, di voler perseguire l’arte della recitazione come professione, devo dire che questa notizia li ha un po’ spiazzati. Certo, si dicevano preoccupati delle difficoltà e insidie del mondo dello spettacolo e della sua instabilità, ma nonostante le perplessità devo dire che hanno finalmente appoggiato i miei sacrifici e passione. E questo ha significato molto per me.
Alessandro, quali sono i lavori che ami ricordare ai nostri lettori, che hai fatto negli ultimi due/tre anni, che hanno riscosso un successo di pubblico e di critica importante? E quali sono i motivi per i quali sei legato professionalmente e affettivamente in modo particolare a questi lavori?
Sicuramente il lungometraggio "Libera Me" del 2015, scritto da Sarah Iles e diretto da Piero De Luca e Max Aiello. È stato un po’ il mio trampolino di lancio, facendo conoscere il mio lavoro anche fuori dall’Italia. Il film, infatti, che affronta il delicatissimo tema della violenza di genere sotto forma di psicodramma e sfumature thriller, in una specie di viaggio onirico-dantesco, è stato premiato come Miglior Film al Los Angeles Cine Fest, presentato in Spagna in occasione della Mostra Viva del Mediterraneo di Valencia, e selezionato in numerosi festival in giro per il mondo fra cui India, China, Montenegro.
La tematica, molto forte e purtroppo molto attuale in Italia e nel mondo, mi ha spinto ad accettare questo progetto che ho ritenuto oltre che una sfida attoriale, un’opportunità per denunciare la piaga in questione e dire "no alla violenza sulle donne!".
A cosa stai lavorando adesso? Vuoi dirci qualcosa in anteprima? Dove potranno vederti i nostri lettori, i tuoi fan e i tuoi follower nei prossimi mesi e a quali Opere stai lavorando e collaborando?
Negli U.S.A., di recente, ho lavorato ad alcuni progetti cinematografici con diversi autori, fra cui il mio primo action movie tutto americano, dal titolo "Jack Nunn", in cui interpreto il ruolo di antagonista. Il film, ancora in post produzione, è diretto da Valentino Boucard e prodotto da Fatkid Production. E si prevede già anche un sequel per l’anno prossimo. Sempre a New York, ho anche girato delle sequenze per un altro progetto di original web series italiano dal titolo "Incoscienza Aliena", diretto da Paolo Marramaldo, e le cui riprese continueranno far Italia e U.S.A.. È un progetto molto interessante, uno Sci-Fi con azione e tanti temi attuali. E anche qui interpreto il ruolo di protagonista. 
Alessandro, una persona artisticamente importante, piena di impegni e di lavoro, come fa a gestire la sua vita relazionale-affettiva? Molti artisti, soprattutto quelli hollywoodiani, e questo lo saprai benissimo, amano dire “to become a great actor you have to choose: either work or love” (per diventare un grandissimo attore devi scegliere: o il lavoro o l'amore). Pensi che i grandi attori americani, vincitori di Oscar e di Golden Globe, che hanno fatto questa scelta di vita, abbiano torto o ragione? Qual è il tuo pensiero in merito?
That’s a good question! (Sorride!) È vero, non è facile conciliare le due cose. Ma esistono le eccezioni, mi viene in mente Paul Newman e Joanne Woodward per esempio. Personalmente, in questo frangente della mia vita sto concentrandomi in pieno sul lavoro, rimango comunque ottimista e disposto ad accogliere "el amor" quando arriverà! (Sorride!).
Alessandro, raccontaci una cosa buffa che ti ha messo in imbarazzo durante uno dei tuoi tanti lavori e che oggi ricordi con il sorriso sulle labbra. Cosa ti è capitato che vuoi raccontare ai nostri lettori tanto da farli sorridere?
Durante uno spettacolo teatrale in lingua spagnola, agli inizi, mi trovavo a recitare con una collega francese dal forte accento. Era un susseguirsi di battute, azioni e gestualità comiche, quasi da "commedia dell’arte". A un certo punto, un suo vuoto di memoria e un istante di imbarazzo, un silenzio drammatico, di tensione, e tutta la scena comincia a tremare di paura! Ma per fortuna troviamo di colpo modo di riannodare le fila e proseguire benissimo! Ci siamo fatti una gran bella risata al termine dello spettacolo!
Alessandro, facciamo finta che un pomeriggio, mentre stai passeggiando in un parco pubblico, diciamo al Central Park di New York per esempio, ad un certo punto due bambini di dieci anni riconoscono che sei un Artista, ti fermano e ti chiedono: «Ciao Alessandro, ci spieghi cos'è l'Arte?». Cosa diresti loro con parole semplici per far capire il tuo mondo e la magia dell'Arte?
(Sorride!). Sai che mi è successo davvero un episodio simile? Seppur le circostanze erano diverse. Mi trovavo in Spagna, in un bellissimo parco, facevo delle prove di una scena dialogata con un collega con tanto di spade e daghe, e due bambini si son avvicinati e incuriositi hanno chiesto cosa facessimo e perché. Erano così affascinati e divertiti che molto volentieri ci siamo soffermati a spiegar loro che si trattava di teatro. «E il teatro è un gioco, sai? Però serio, per quello sembra reale, ma rimane una finzione, come in un sogno. Perciò l’Arte è un mondo meraviglioso dove i nostri sogni prendono forma, sia esso lo scenario di un teatro, o il cinema, o la pittura, o qualsivoglia forma artistica.»
Bella definizione Alessandro, mi piace molto. Credo che quei bambini siano rimasti incantati e soddisfatti di quello che hai detto loro.
Adesso, Alessandro, per finire la nostra bellissima conversazione, voglio farTi una domanda che io amo molto, perché ci riporta d'emblée nel passato, a quando eravamo bambini spensierati e felici, pieni di bei sogni da realizzare: «Qual è il Tuo sogno nel cassetto che fin da bambino ti porti dentro e che oggi ti piacerebbe più di ogni altra cosa realizzare?»
Beh, troppo scontato dire di voler vincere l’Oscar! (Sorride!). Quindi, essere un apprezzato attore al cinema e in teatro e continuare a vivere d’Arte: è quello che più di ogni altro vorrei realizzare.
Grazie Alessandro, per aver dedicato il tuo preziosissimo tempo al nostro Magazine, e grazie per essere stato con noi. Io e tutta la Redazione del nostro Magazine ti diciamo semplicemente “…break a leg!”, come si dice agli artisti hollywoodiani, con l'augurio che col tuo talento e con la tua grande professionalità, tra un paio di anni possa ritornare da noi e raccontarci dei tuoi nuovi importanti successi. Da parte mia, Alessandro, conversare con te è stata un'esperienza molto interessante. Grazie ancora e a presto!
Grazie di vero cuore, Andrea, a te e a tutta la Redazione del Magazine. Per me è stata una piacevolissima ed interessante chiacchierata, per l’opportunità soprattutto di parlare liberamente di così tante cose, e di Arte specialmente.
Grazie ancora per i vostri "in bocca al lupo". Sarò certamente felice di rincontrarvi in futuro. Complimenti a voi tutti e a te, Andrea, in particolar modo per la tua estrema dedizione e passione per il tuo lavoro.  Andrea Giostra.

Per i nostri lettori che volessero conoscere più da vicino Alessandro Fricano Gagliardo, ecco alcuni link che potrete facilmente visitare:
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Official Web-Site:
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Official Facebook Page:
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OfficialIMDb Profile:
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Official Twitter Page:
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Official You Tube Channel:
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mymovies.it biography”:
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Alessandro Fricano Gagliardo – Intervista 1 ne "L’Italo-Americano Newspaper" (di Barbara Minafra, Los Angeles Community, Italian version):
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Alessandro Fricano Gagliardo – Intervista 2 in spagnolo apparsa in "Cartelera Turia" durante la Mostra del Cinema Mediterraneo di Valencia (di Antonio Llorens Sanchis):
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Alessandro Fricano Gagliardo – “Luce Cinecittà” video-servizio 2 sul Film “Libera Me”:
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Alessandro Fricano Gagliardo – “Luce Cinecittà” articolo 3 sul Film “Libera Me”:
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Alessandro Fricano Gagliardo – “Luce Cinecittà” articolo 4 sul Film “Libera me”:
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I lettori che volessero conoscere l'autore dell'intervista, Andrea Giostra, possono consultare la sua Official Facebook Page:
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A Liegi la festa infernale di Orfeo ed Euridice: una complessa e leggera sinergia di musica, colori e balletti. La recensione di Fattitaliani

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Due atti e quattro quadri: è "Orfeo agli inferi", l'opera buffa di Offenbach, la prima grande operetta francese. L'ambientazione voluta dal compositore nasconde - non così velatamente - una critica sferzante contro Napoleone e la Terza Repubblica, l'ipocrisia e la ricerca del piacere ad ogni costo.

L'operazione messa in atto all'Opera di Liegi (in scena fino al 31 dicembre) è una macchina meravigliosa in cui ogni cosa, dalla più piccola alla più grande, contribuisce al riuscito funzionamento.
L'opione pubblica saluta e presenta la storia
Uno spettacolo nel senso pieno e profondo del termine: l'eclettica qualità degli artisti è a disposizione dell'operetta che diverte e intrattiene il pubblico, che saluta e sottolinea tanti momenti con applausi e risate.
La regista Claire Servais ha realizzato un perfetto lavoro di sincronia fra i tantissimi elementi presenti sulla scena: i personaggi, i cantanti, i ballerini (bellissime le coreografie di Gianni Santucci), la scenografia di Dominique Pichou, i costumi di Jorge Jara, le luci di Jacques Chatelet, il coro diretto da Pierre Iodice.
Coinvolto nella rappresentazione in un modo inusitatamente diretto il giovane e brillante M° Cyril Englebert, che a più riprese è stato chiamato a interagire con i protagonisti.
Papuna Tchuradze e Jodie Devos
Orfeo è qui un povero violinista d'orchestra, un insegnante di musica ben reso da Papuna Tchuradze.
La voce di Jodie Devos (Euridice) incanta: nel secondo atto l'artista mostra pure un notevole dinamismo scenico.
Grandi nella caratterizzazione dei loro rispettivi personaggi Pierre Doyen (Giove) e Thomas Morris (Plutone). 
Giove dotato di folgore

Thomas Morris entra in scena
Questi prima si presenta in maniera esilarante nelle vesti di Aristeo grazie a una mimica eccezionale coadiuvata dagli azzeccati costumi per poi incarnare il dio dell'Ade che, al cospetto dei colleghi dell'Olimpo, sbatte loro in faccia le bontà che mangia e l'allegro infernale stile di vita. 
Plutone all'Olimpo
Giove è anche qui un seduttore, un fedigrafo incallito: ai massimi livelli interpretazione e prestanza scenica.
Alexise Yerna
Da sottolineare la voce di Cupido (Natacha Kowalski), la disinvoltura e la simpatia di Alexise Yerna (l'opinione pubblica, cioè una giornalista televisiva alla ricerca di "casi umani" da spiattellare sul piccolo schermo, seguita dalla presenza ossessiva di una telecamera), l'entrata in scena di Diana (Sarah Defrise) coi deliziosi cani-ballerini e il ruolo di Frédéric Longbois (John Styx); ma anche Venere (Julie Bailly), Giunone (Laura Balidemaj), Minerva (Alexia Saffery) e Marte (Marc Tissons). 
Frédéric Longbois e Jodie Devos

Sarah Defrise

André Gass
Divertente e dissacrante André Gass nella parte del messaggero Mercurio che si presenta in volo cantando sul un monociclo.
Orfeo si presenta all'Olimpo con l'opinione pubblica
L'Olimpo
Gli dèi decidono di andare nel regno di Plutone
Magnifiche le rappresentazioni corali dell'Olimpo nel primo atto con tutti gli dèi schierati e sdraiati sui loro scranni, beati (e annoiati) di ambrosia e nettare, che discutono senza convinzione di problemi (un Parlamento odierno) e con un aereo della compagnia Olimpia Air si recano da Plutone.
E nel secondo atto c'è il regno di Plutone in cui esplodono i colori, i movimenti, prende vita e sprizza energie il can can.
Ribadiamo la bravura di Davos e Doyon quando quest'ultimo prende le sembianze di una mosca per sedurre Euridice.
Una rappresentazione complessa eppure leggera che arriva dritta al pubblico e che fa dimenticare quanto lavoro ci possa essere dietro un'apparente semplice scena comica, un duetto, una danza.
Bravi, Bravissimi!
Uno spettacolo adatto al periodo per scrollarsi di dosso tristezze, grigiore e stress.
Il miglior augurio di buone feste dell'Opera di Liegi al suo pubblico.
Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata
Foto: Lorraine Wauters - Opera Royal de Wallonie



“HOLYPOP WOMAN”, DOVE ESAUDIRE I TUOI DESIDERI. Il fenomeno delle sneakers

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Sono sempre di più gli amanti delle sneakers, dello stile streetwear e i loro luoghi di ritrovo: un fenomeno sociale che non può passare inosservato poiché interessa sì i giovani, ma sta diventando sempre di più intergenerazionale e soprattutto interclassista. Ciò che emerge in questa moda “autentica” è che quello che piace e che è comodo lo si indossa senza però mai trascurare il trend del momento e ciò che è fashion!

Dopo il successo dell’apertura di “Holypopstore” nel 2014 diventato punto di riferimento tra gli sneakerhead della capitale, con “Holypop Woman” in via della Penna 50 a Roma, i titolari Alessandro Bernabei e Maurizio Cherchi, hanno voluto aprire questo punto vendita dedicato soprattutto al mondo femminile in cui trovare gli accessori più svariati, sfiziosi e golosi, spesso, introvabili. Al Christmas Party, organizzato dalla sociologa ed ex volto Rai Deborah Bettega, oltre a tantissimi appassionati del genere, sono intervenuti parecchi personaggi, intrattenuti dalla musica del duo dei “Touch the Wood” con Marco G e Mr Kite, che hanno degustato varietà di sushi servito da giapponesi in abiti tradizionali insieme a spumante e una tipica birra aromatizzata alla tequila. Gli ospiti di “Holypop Woman” si sono intrattenuti in questo spazio che rispecchia la moda contemporanea, tra questi lo sceneggiatore e produttore Enrico Vanzina, attentissimo ai fenomeni sociali e maestro di grande successo nel descriverli anche al cinema, il regista Ruggero Deodato ma anche attori come Brando Giorgi, Fabrizio Bucci, Blas Roca Rey, Raffaello Balzo, Anthony Peth, Vincenzo Soriano, il top model Roger Garth, lo sportivo Stefano Pantano e il conduttore radiofonico Bibi Gismondi. Riguardo il mondo femminile c’erano attrici che possiamo ammirare ora sugli schermi come Barbara Tabita e televisive come Veronica Logan, Fanny Cadeo, Annalisa Aglioti, Roberta Beta, Janet De Nardis, Daniela Martani, la giornalista Rai Antonietta Di Vizia, Antonella Salvucci, Claudia Cavalcanti, ecc. 
Qui si è in un’atmosfera magica dove trovare non solo giocattoli da collezione per tutte l’età, ma anche gioielli in argento che riproducono con arte miniaturistica i quattro zampe piuttosto che libri pop up dedicati a personaggi indimenticabili. Non manca lo spazio Nail Bar per dedicarsi all’aspetto estetico di mani e piedi mentre si sorseggia la bevanda preferita.  
“Holypop Woman” è una vera e propria “Drem Factory” dove poter soddisfare i desideri più singolari e divertenti!

Deborah Bettega

PAOLO SIMONI, in radio "CI SONO COSE CHE TI CAMBIANO", 2° singolo estratto da "NOI SIAMO LA SCELTA"

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È in rotazione radiofonica “CI SONO COSE CHE TI CAMBIANO”, il secondo singolo estratto da “NOI SIAMO LA SCELTA”, ultimo disco di inediti del cantautore PAOLO SIMONI.


«“Ci sono cose che ti cambiano” è una canzone scritta di petto – racconta Paolo Simoni - Ci sono dentro anni di sbagli, di mancanze, di lune passate, di sogni e di voglia di futuro. Una canzone scaccia diavoli, che alla fine, si arrenderanno di fronte a chi alla vita crede per davvero!».

Il video di “Ci sono cose che ti cambiano” è visibile su YouTube al link:

“NOI SIAMO LA SCELTA” è un concept album che ruota attorno a un tema centrale, quello dei trentenni di oggi che vivono in Italia, o che sono emigrati all’estero, in cerca di qualcosa che questo paese non è capace di offrirgli.
Questa la tracklist del disco: “Il vuoto di questo tempo”, “Io non mi privo”, “Noi siamo la scelta”, “Lascia la tua impronta”, “Ho conosciuto l’amore”, “Una reazione”, “Ci sono cose che ti cambiano”, “Giuly”, “Suona pianoforte”.

Talento musicale sin da bambino, Paolo Simoni ha esordito sui più grandi palchi live aprendo i concerti del tour 2010 di Ligabue (San Siro, Stadio Olimpico). Compositore, arrangiatore e polistrumentista, nonostante la giovane età, Paolo ha già conseguito alcuni dei più alti riconoscimenti della critica musicale italiana: nel 2007 il Club Tenco come "nuova proposta emergente dell'anno", nel 2008 arriva tra i finalisti del Club Tenco per "miglior opera prima", nel 2009 al Festival degli Autori di Sanremo è vincitore del premio per il "miglior arrangiamento musicale" nella sezione "BIG" e nello stesso anno è tra gli otto vincitori di Musicultura. Dall'incontro con Claudio Maioli, manager di Ligabue, nasce, il secondo album di Paolo Simoni, contenente 10 brani interamente scritti e interpretati dal giovane cantautore emiliano tra cui il duetto “Io sono io e tu sei tu” con Lucio Dalla. Nel 2013 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria Giovani con il brano “Le Parole” (contenuto nella riedizione dell’album “Ci voglio ridere su – Le parole Edition”). In seguito si è esibito al prestigioso Blue Note di Milano, al “4 marzo (Ciao Lucio)” su Rai1 e al “Premio Gaber 2013”. All’inizio del 2014 Paolo Simoni pubblica i singoli “Che Stress” e "15 AGOSTO", brani da subito tra i più suonati dalle radio. Sempre del 2014 è l’album “Si narra di rane che hanno visto il mare” (Warner Music). Apre, inoltre, le date di Ligabue allo Stadio Olimpico di Roma e allo Stadio San Siro di Milano e si esibisce da Piazza del Popolo a Roma nelle prime due puntate del “Coca-Cola SUMMER FESTIVAL” in onda in prima serata su Canale 5 e RTL 102.5. Nel marzo 2015 si esibisce come opening-act del “Vivavoce Tour” di Francesco De Gregori nelle date di Roma e Milano. Nell’estate del 2016 Paolo Simoni si esibisce in occasione di alcuni dei più importanti appuntamenti della stagione, “Wind Music Awards”, “Coca-Cola SUMMER FESTIVAL” e “Festival Show”, oltre a portare in giro per l’Italia in concerto il suo ultimo disco “Noi siamo la scelta”.

Nove, stasera “FUNNE - LE RAGAZZE CHE SOGNAVANO IL MARE” UNA FIABA MODERNA CON PROTAGONISTE 12 IRRESISTIBILI OTTANTENNI

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Sono le splendide immagini delle montagne di Daone, un luogo incantato in Trentino, a fare da cornice a questa poetica storia di dodici ottantenni e del loro sogno di vedere il mare, perché molte di loro il mare non l’hanno mai visto.

“FUNNE – LE RAGAZZE CHE SOGNAVANO IL MARE”, ideato dalla trentina Katia Bernardi, dopo un’incredibile campagna di crowdfunding che ha attirato l’attenzione dei media di tutto il mondo, dopo la pubblicazione del libro (Mondadori) e dopo l’ottima accoglienza ottenuta alla Festa del Cinema di Roma 2016, arriva in prima tv sul NOVE giovedì 22 dicembre alle ore 23:00.

In occasione del ventennale del circolo dei pensionati Il Rododendro, la presidentessa decide con entusiasmo di dare il via alla raccolta fondi per questa nobile causa, ma di soldi ne servono tanti per realizzare questo progetto e le attività messe in campo non sempre si rivelano azzeccate. Comincia così l’avventura che le vedrà cucinare torte da vendere in paese, posare da modelle per un calendario e impegnate nel crowdfunding su internet per raggiungereil proprio scopo.
Risate, lacrime, gelosie, timori accompagnano le funne (donne in dialetto trentino) e i loro sforzi che le porteranno anche ad una inaspettata notorietà.
Una storia vera che ci ricorda non solo che non dobbiamo mai smetter di sognare, ma che i nostri sogni possono diventare realtà a qualsiasi età, basta non perdere mai l’entusiasmo, la curiosità e la voglia di vivere.

“Le ho incontrate per caso o loro hanno incontrato me. E mi sono innamorata delle ragazze che sognavano il mare. La maggior parte di loro, il mare non lo ha mai visto, se non in televisione o in qualche cartolina sbiadita. La loro vita è sempre stata lì, in quel piccolo paesino sperduto tra le montagne, con i mariti a lavorare in miniera, crescendo i figli a croste di polenta e a mungere vacche in gelidi inverni. Ma le ragazze che sognavano il mare hanno una cosa speciale, un’energia e una forza che deriva da quelle montagne dure che fanno paura solo a guardarle. Quelle montagne le hanno rese forti e indistruttibili e le hanno aiutate a non avere paura di nulla, a non aver paura dei propri sogni”. (Katia Bernardi)

Il film di Katia Bernardi, "FUNNE - LE RAGAZZE CHE SOGNAVANO IL MARE" (durata 60 min) è prodotto da EiE film, Jump Cut con ReStart (Croatia) e Chocolat con il supporto di Trentino Film Commission, Hydro Dolomiti Energia, HRT Croazia, Croatian AudiovisualCenter, Comune di Valdaone e Discovery Italia.

NOVE è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 145 e Tivùsat Canale 9. Il programma sarà visibile anche su Dplay (sul sito www.it.dplay.com – o scaricando l’app su App Store o Google Play).
Foto di Simone Cargnoni

LUCA FURINI, “SINGLE SI MUOR” in radio il nuovo singolo dell'artista varesotto

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Il brano (video), nato alla chitarra e arrangiato con suoni elettronici tra i quali prevale una tastiera saltellante in levare, descrive le avventure quotidiane di un ragazzo single che avverte un trasporto emotivo per la ragazza/inquilina del piano di sopra e prende in considerazione l'idea di una convivenza con lei.
Ma per quanto sinceramente coinvolto, affiora la sua buffa cialtroneria che si evidenzia sia con la considerazione utilitaristica sull’affitto da pagare che con la pigrizia nel mettere in atto i suoi propositi.
Testo, musica e produzione sono ad opera di Tiziano Morelli, mentre gli arrangiamenti sono di Ivan Ciccarelli, batterista che ha collaborato con svariati nomi del panorama pop Italiano tra cui Finardi, Antonella Ruggero, 883, Jovanotti, Eros Ramazzotti e tanti altri ancora, con la collaborazione alle chitarre di Silvio Masanotti. La supervisione è di Simona Salis con registrazione presso BIPS Studio di Varese.
Contatti e social


BIO
Luca Furini nasce a Varese il 19 Marzo 2000 con la musica nel sangue.
All’età di circa 6 anni comincia a studiare musica classica in un liceo privato, suonando come strumento principale la chitarra. Crescendo matura la passione per il canto, si iscrive allora ad un corso tenuto da Simona Salis, la quale lo metterà in contatto con Tiziano Morelli per dar vita al singolo “Single si muor”.
Assieme all’amore per il canto e la musica si aggiunge quella per i suoni e così Luca comincia a lavorare con audio e luci nei teatri e in concerti all'aperto.

MANNARINO, "APRITI CIELO" DAL 13 GENNAIO PARTE L'INSTORE TOUR NELLE PRINCIPALI CITTÀ ITALIANE

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Il 13 gennaio esce il quarto album di Mannarino, “Apriti Cielo”, anticipato dall’omonimo singolo che su Spotify ha superato in due settimane dall’uscita 200.000 streaming oltre ad aver raggiunto il 1° posto della classifica dei brani più virali.

Mannarino si esibirà live per la prima volta al PalaLottomatica di Roma il 25 marzo, con quella che si preannuncia come una grande festa, tra ritmi travolgenti e intense interpretazioni. Il concerto del 25 marzo ha registrato in sole 4 settimane il sold out, permettendo l’apertura di una seconda data al PalaLottomatica, in calendario il 26 marzo 2017. In sole 6 settimane sono stati venduti oltre 20mila biglietti e Mannarino, nella classifica ufficiale di Ticketone, è stabilmente tra gli artisti più venduti delle ultime settimane.

Apriti Cielo Tour vedrà Mannarino esibirsi nelle principali città italiane: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

Il 13 gennaio partirà dalla Feltrinelli di Torino l’instore tour di Mannarino, che lo porterà nelle principali città italiane per una serie di “incontri a cielo aperto”, un’occasione unica per incontrare l’artista.
 Foto: Magliocchetti
Queste le date:

Venerdì 13 gennaio – Torino – Feltrinelli, Stazione Porta Nuova – ore 18.30
Sabato 14 gennaio – Milano – Feltrinelli, P.za Piemonte – ore 18.00
Domenica 15 gennaio – Roma – Feltrinelli, Via Appia nuova 427 – ore 18.00
Lunedì 16 gennaio – Lecce – Feltrinelli, Via Templari 9 – ore 18.30
Martedì 17 gennaio – Bari – Feltrinelli, Via del melo 119 – ore 18.30
Mercoledì 18 gennaio – Pescara – Feltrinelli, Via Trento – ore 18.00
Giovedì 19 gennaio – Napoli – Feltrinelli, P.za dei Martiri – ore 18.00
Venerdì 20 gennaio – Palermo – Feltrinelli, Via Cavour – ore 18.00
Sabato 21 gennaio – Catania – Feltrinelli, Via Etnea – ore 18.00
Lunedì 23 gennaio – Cagliari – Feltrinelli, Via Paoli – ore 18.00
Martedì 24 gennaio – Latina – Feltrinelli, Via Diaz – ore 18.00
Mercoledì 25 gennaio – Bologna – Feltrinelli, P.za Ravegnana – ore 18.00
Giovedì 26 gennaio – Firenze – Feltrinelli RED, P.za della Repubblica – ore 18.00

ALE RUSPINI, “BUON NATALE” È IL TERZO BRANO ESTRATTO DALL’ALBUM “ALEVATION”

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“Buon Natale” è una perla di romanticismo che, al contrario di quello che dimostra attraverso il titolo, non tratta puramente della festa in sé ma si sofferma soprattutto sulla fortuna che si ha nell’avere accanto una persona con la quale ogni giorno è un regalo...e ogni giorno sembra Natale.    

Il brano è tratto dall’album “Alevation”. Il titolo del disco nasce da un gioco di parole tra il nome dell’autore e quello della parola inglese “elevation”. Sonorità pop-rock condite da ritmi incalzanti e coinvolgenti. Il pensiero di Ruspini è quello di avere ogni giorno la possibilità di salire il gradino di un’ipotetica scala che ci porti laddove vogliamo arrivare, “elevarci” verso i nostri obiettivi. Il disco è composto da 12 brani che affrontano molteplici temi dall’amore, alla cucina, alle feste ed alle emozioni che viviamo, pensiamo e sogniamo. 
BIO
La carriera artistica di Alessandro (Ale) Ruspini, classe 1974, parte nel 1994 con la formazione della band “Illeciti Musicali”: per più di 20 anni ha girato tutto il nord Italia, suonando nei migliori club come l’Harley Rock Cafè, il Land of Freedom, l’Arenalive Mendrisio, il Phenomenon, il Tartaruga, il Black Horse, il Seconda Classe, Palco 19, l’In-side, il Rolling Stone e tanti altri. Già in quegli anni cominciava a scrivere canzoni inedite che accompagnava alle cover nei concerti della band.
Gli Illeciti Musicali hanno autoprodotto tre dischi: “Illeciti Musicali”, “Aprire gli occhi” ed “Attimi”, che hanno suscitato un buon interesse in Piemonte dando la possibilità così ad Alessandro di conoscere e collaborare con importanti artisti come i musicisti dei Litfiba e di Ligabue e di suonare come gruppo spalla ai concerti dei Velvet, Rio e Negrita.
Pur continuando quindi a suonare con la band nei locali, ha sempre scritto canzoni, affinando musica e testi per riuscire ad essere più diretto possibile senza scadere nella banalità.
Successivamente ha autoprodotto il singolo “Rose per te” accompagnato da un video disponibile su Youtube, girato sulle colline del Monferrato. La canzone è stata mixata da Fabrizio Simoncioni, collaboratore di Ligabue e Litfiba.
Nel 2015, dopo aver scritto parecchie canzoni nuove, Alessandro decide di produrre un disco da solista scegliendo i brani migliori tra i tanti scritti, dal titolo “Alevation”. Il disco uscirà a marzo 2016 preceduto dal singolo “Masterscief”cantato in duetto con Shary, famoso showman nel tributo alla dance, personaggio istrionico con grandissimo seguito in tutto il Nord Italia, con all’attivo migliaia di live nelle piazze più importanti della penisola.



CONTATTI & SOCIAL



"Cinderella, il musical" regia di Giuseppe Galizia: in scena a Lodi e a Milano

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Cinderella, Cenerentola: basta il nome per evocare il sogno. La magia della favola di Perrault, tra le più conosciute al mondo, incontra l'incanto del musical nella magica versione con le musiche di Richard Rodgers e le liriche di Oscar Hammerstein II (autori di altri capolavori di Broadway quali Tutti insieme appassionatamente, Carousel, Oklahoma, South acific, The king and I).

A portarlo in scena è la scuola d'arte ‘Il Ramo’ di Lodi in collaborazione con DNC Entertainment (Vera Affaba Elisabetta Ferri) su licenza Rodgers & Hammerstein’s Theatricals Europe Ltd. 
Cinderella, il musical è lo spettacolo che allieterà le vacanze Natalizie invitando tutte le famiglie a brindare al nuovo anno presso l’auditorium della Banca Popolare di Lodi il 31 dicembre, per poi rimanere in scena fino al 4 gennaio, e trasferirsi a Milano, al Teatro Menotti, per due spettacoli: il 5 e 6 gennaio 2016.
A curare la regia di Cinderella è il Giuseppe Galizia uno dei performer più longevi del musical italiano: solo in Italia ha interpretato 18 musical lavorando con tutte le produzioni presenti nel panorama nazionale, attualmente è nel cast di “Billy Elliot” – mentre Sabrina Pedrazzini, insegnante di danza e titolare de ”Il Ramo”di Lodi, ne cura le coreografie. La direzione dei cori è affidata a Floriana Monici (che ricordiamo per molti ruoli interpretati sui palcoscenici italiani, ed in particolare per quello di Rizzo in Grease e attualmente in scena nel musical Footloose) e alla cantante Gaia Pedrazzini.
La messa in scena di Cinderella prevede la partecipazione  di oltre 30 ragazzi selezionati tra coloro che studiano per diventare performer di musical e tra i neo diplomati delle accademie di musical italiane. 
Le date di Milano prevedono la partecipazione straordinaria del talentuoso Roberto Tarsi (Newsies, Fame, Footloose) nel ruolo del Principe attualemnte scena innte.
Il libretto e le liriche italiane sono state curate dallo stesso regista.
GLI SPETTACOLI:

LODI – Auditorium BPL “Tiziano Zalli”
31 dicembre ore 21
1 gennaio ore 17
3 gennaio ore 16
3 gennaio ore 21
4 gennaio ore 16

per info e prenotazioni: 333 1376631 – info@cinderellailmusical.it - 
MILANO – Teatro Menotti

5 gennaio ore 21
6 gennaio ore 17
per info e prenotazioni: tel. 02 36592544 - www.teatromenotti.org

Cinderella, il musical: due ore di magia per tutta la famiglia.
IL CAST:
CENERENTOLA: Sara Spagna

PRINCIPE CHRISTOPHER: Stefano Scognamiglio, Roberto Tarsi

FATA MADRINA: Alessia Di Domenico
MATRIGNA: Corinna Antona 

MARIA GRAZIA, SORELLASTRA: Jessica Battiston  
MARIA GIOIA, SORELLASTRA: Ilaria Foresti

REGINA: Camilla Bribani

RE MAXIMILIAN: Luca Ciardone
LIONEL: Davide Najjar
DAMIGELLA PRUNELLA: Matilde Forti

DAMIGELLA MAGDA: Francesca Canova
DAMIGELLA DAPHNE: Laura Giordano
DAMIGELLA ESMERALDA: Alessia Stano
DAMIGELLA GINEVRA: Chiara Tenca
DAMIGELLA PERLA: Martina Gregori
DAMIGELLA BEATRICE: Veronica Barchielli
GATTI: Andrea Castrignano, Patrick Saponaro, Giacomo Schiavini
ENSEMBLE: Livio Betti, Denes Gioia, Rebecca Erroi, Vittorio Ghiozzi, Niki Iandico, Silvia Notaro, Noemi Olivari, Jacopo Renzetti.
TEAM CREATIVO:


REGIA: Giuseppe Galizia

LIBRETTO E LIRICHE ITALIANE: Giuseppe Galizia
COREOGRAFIE: Giuseppe Galizia e Sabrina Pedrazzini
VOCAL COACH: Floriana Monici
SUPERVISIONE MUSICALE E CORI: Gaia Pedrazzini
DIREZIONE MUSICALE: Francesco Tagliaferri
AIUTO REGISTA: Michelangelo De Marco
COSTUMI: Mariangela Brambilla

ASSISTENTE DI PALCO: Alessia Magliano

AIUTO PALCO: Stefano Marchioro
Qualche numero di Cinderella - Il musical
100 milioni di telespettatori in occasione del debutto 1957 in televisione di Cinderella - Il musical con Julie Andrews
2 le nomination ottenute in quella occasione agli Emmy® Awards
Oltre 22 milioni di telespettatori nel 1965 in occasione della riedizione
Oltre 60 milioni di spettatori e 1 Emmy® Awards vinto nel 1997 in occasione del secondo remake, con Whitney Houston nel ruolo della Matrigna e Whoopy Goldberg nel ruolo della Regina Madre
1 Tony® Awards vinto nel 2013, quando, adattato per il palcoscenico, il musical fa il suo debutto a Broadway il 25 gennaio del 2013
34 Tony® Awards, 15 Academy® Awards, 2 premi Pulitzer® e 2 Grammy® Awards vinti con i loro musical da Rodgers & Hammerstein, autori di musiche e libretto originale di Cinderella - Il musical
Ufficio stampa  


NOTE DI REGIA
“Cenerentola è la fiaba delle fiabe: non c’è bambina o bambino che non conosca la storia della piccola Cenerella, che passa il suo tempo tra il camino, la cenere e gli animali del bosco. E’ una fiaba con pochi personaggi e pochi luoghi, ma con filo portante una donna del più umile livello sociale, una serva, che diventa una Principessa. In poche parole la realizzazione di un sogno non solo dei più piccoli, affascinati da incantesimi e magie, ma di ogni individuo che aspetta l’occasione che lo farà svoltare a miglior vita.
La fiaba di Cenerentola è quindi una specie di messaggio in bottiglia destinato a galleggiare, indistruttibile sugli oceani tempestosi dell’evoluzione, per poter approdare di volta in volta su spiagge preparate e adatte a riceverlo e ospitarlo. Basta pensare alla nuova era della tv che ci propone programmi-reality, dove in palio c’è il coronamento del sogno della propria vita: diventare un cantante di successo, uno chef pluri-stellato o un originale creatore di moda. Il sogno degli altri diventa così l’occasione di sperare ancora in una propria possibilità di riuscita, anche seduti davanti a un televisore, ma con il cassetto pieno di desideri e progetti da realizzare.
Ho visto Cinderella nell’agosto del 2013 a New York: lo spettacolo era in scena al ‘The Broadway Theatre’ a Manhattan da circa 5 mesi e per i primi 3 mesi avevo letto su Internet che era impossibile trovare un biglietto per entrare a teatro. Mi trovavo a New York per il mio consueto aggiornamento, sia come attore che come ballerino, ed ero alla ricerca di biglietti scontati per i musical di successo che riempivano i teatri nei pressi della 42esima strada. Il mio obiettivo era ‘conquistare’ uno dei biglietti per gli spettacoli di grido di quell’estate: “Spiderman”, “Wicked”, “The Book of Mormon”. Ero davanti a uno degli sportelli del TKTS (il box office in Time Square dei biglietti ‘last minute’) con le mie banconote pronte ad acquistare uno degli biglietti degli spettacoli sopra citati. Putroppo, quando toccò a me, gli unici biglietti scontati erano quelli per il musical “Cinderella” con le musiche di Richard Rogers e le liriche di Oscar Hammerstein. Deluso, comprai quel biglietto non tanto per vedere la storia di una ragazza di nome Cenerella, ma per sfuggire al caldo torrido delle strade di New York del mese di agosto.
Una volta seduto nel mio posto scontato al 50% ero pronto a vedere la storia più scontata del mondo, sapevo che non mi sarebbe piaciuto più di tanto, ma godevo dell’aria condizionata del teatro che mi sembrava il giusto premio per la fila che avevo dovuto fare per quel posto e il tempo atteso per conquistarmi quel biglietto.
Si aprì il sipario e tutto quello che accadde dopo lo posso definire una serie di emozioni a cascata. Non mi accorsi neppure dell’intervallo. Rimasi inchiodato al mio posto, alla fine del primo tempo, guardando Cenerentola che sfrecciava via con la sua zucca trasformata in carrozza dalla Fata Madrina. Ero salito anch’io su quella carrozza e non volevo più scendere. A fine spettacolo l’emozione era tanta. Le luci, i colori, le musiche mi avevano così tanto riempito il cuore che raggiunsi il foyer del teatro per comprare qualsiasi tipo di  merchandising, il cd e gli spartiti.
Quando penso a quella sera, ora che ho l’onore di curare la regia di questa versione italiana, mi rendo conto che da un ‘errore’ spesso nasce un’occasione, dal non aspettarsi nulla arriva una grande ricompensa.
Mi vien da dire che nulla avviene per caso e, parafrasando una battuta di Fata Madrina, niente è impossibile se il desiderio che nutriamo dentro di noi è veramente grande” .
Giuseppe Galizia 

Rocco Traisci (Freak Opera), esce il 16 gennaio "L'amore ai tempi della collera" 1° album solista

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Il prossimo 16 gennaio uscirà il primo album solista del napoletano Rocco Traisci, L'amore ai tempi della collera (Autoprodotto). Traisci è stata la voce e la penna dei Freak Opera, gruppo partenopeo che ha prodotto due album, "Restiamo umani" e "Il libro nero della rivoluzione" tra il 2013 e il 2015, ora in pausa.

Un giornalista di cronaca nera dal segno zodiacale dei “gemelli”, in eterno contrasto con il suo alter ego. Un compositore come Giovanni Vicinanza (The Softone) alla ricerca di un crooner alla Luis Prima o alla Perry Como. Qualche esperienza comune con le rispettive band, poi “zac!”, il colpo di fulmine e l’idea che prende anima e corpo nel giro di quattro mesi. Nasce così la band che sosterrà Rocco Traisci (voce dei Freak Opera con due album all’attivo e cronista di giudiziaria per vent’anni) per un disco di canzoni d’amore cattivo, suadente, doloroso, stimolante, in quel cerchio di fuoco e di contraddizioni che sono la passione dell’abbandono e la bellezza dell’incontro. Tra blues, folk rock ed elettro-punk un album di canzoni vive, appena sfornate da quella fucina di musicisti che è il Lavalab di Trecase, la “cantera” vesuviana dove Giovanni Vicinanza ha creato The Softone, una one-man band che dopo due dischi e un EP si è consacrata come stella polare all’interno del ricercato circuito indie italiano. L’album contiene dieci canzoni. Il titolo è "L'amore ai tempi della collera”, prendendo spunto dal "colera" del premio Nobel Garcia Marquez. Parla della precarietà dei sentimenti, che 40 anni fa erano nitruro di boro di fronte alla banale precarietà della vita, che pure c'era, 40 anni fa. Era la grande potenza dell'amore contro le invasioni barbariche.


Crediti Rocco Traisci – voce; Giovanni Vicinanza – chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra noise, synth, percussioni, ukulele, shaker, contrabasso; Antonio Ostuni – chitarra elettrica, solo e slide; Maurizio D’Antonio – basso, cori; Gennaro Cannavale – batteria Raffaele Polimeno (Pennelli di Vermeer) – organo, piano Rhodes, piano Wurlitzer, Mellotron, vibrafono, organo Farfisa; Pasquale Sorrentino (Pennelli di Vermeer) – banjo in Non mi hai mai porato al mare, voce in Superfisico, cori; Ilaria Scarico (Freak Opera) – contrabasso ne Gli infarti, flauto in Non mi hai mai portato al mare; Giuseppe Bottiglieri – contrabasso in Superfisico; Tommaso Esposito – djembè in Non mi hai mai portato al mare; Luigi Mannini – clarinetto in Non mi hai mai portato al mare; Corrado Tortoriello – cori ne L’amore ai tempi della collera, Vivo a Parigi, I compleanni, All’altro mondo, Canzone in posta privata Registrato, mixato e masterizzato da Giovanni Vicinanza presso Lavaab Recording Studio di Trecase, Napoli 
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