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UBALDO DI LEVA, “UN CUORE FORTE” È IL NUOVO SINGOLO DEL GIOVANE CANTANTE CASERTANO

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“Un cuore forte” è il secondo tassello del progetto musicale iniziato con “Non riesco a convincermi” di Ubaldo Di Leva. L’ambiente musicale è sicuramente un riferimento all’ elettro-pop in grande ascesa nel panorama musicale moderno, ma mantenendo sempre un occhio all’acustico. Il risultato finale è un prodotto pop-dance che sa accontentare tutti i tipi di palati musicali.

«Un Cuore Forteper me significa consapevolezza e maturità in una storia o in un momento particolare della nostra vita. Non riesco quasi più a sorprendermi del comportamento delle persone in questo mondo così folle e troppo depresso. Certo, è importante a volte fare scelte con leggerezza, ma spesso siamo sempre troppo distratti e facilmente influenzabili. Sono stufo delle persone indecise, che restano sempre lì sospese ad aspettare miracoli che mai accadranno. I miracoli esistono, ma dobbiamo essere noi con la nostra volontà ad avverarli mettendoci anche un po’ di cuore, anzi molto cuore. L’errore più grande che commettiamo è allontanarci da chi amiamo perché abbiamo paura di affrontare le difficoltà. Il testo vuole dare un segno di speranza e dimostrare che solo insieme si possono attraversare e superare gli ostacoli, perché alla fine l’amore che ci unisce è troppo forte, e vincerà su ogni problema». Ubaldo Di Leva

Continua la solida produzione di Ubaldo Di Leva che, oltre ad essere autore e compositore del brano, nella registrazione si è avvalso della collaborazione del chitarrista casertano Ubaldo Tartaglione, di Simone Duranteper quanto riguarda l’arrangiamento e il mixing, e di Antonio Baglioche ha lavorato sul mastering.

BIO
Classe ’94, Ubaldo Di Leva nasce a Caserta e fin da piccolo ha sempre avuto la passione per due cose che caratterizzano particolarmente la sua vita: tecnologia e musica.  
Inizia a far parlare di sé giàdal suo esordiocome cantante, avvenuto il 10 settembre 2012, quando, appena compiuti i diciotto anni, ha deciso di iniziare il suo progetto musicale. Nel suo primo disco dicoverdal titolo “Metà di me”,Ubaldo omaggia i grandi artisti italiani spaziando da Ferro a Renga, da Ranieri a D’Alessio. Inoltre l’amico autore Giovanni Vita gli regala la sua canzone “Metà di me” che Ubaldo riarrangia insieme a Simone Durante e la ripropone al pubblico, ispirando così anche il titolo del disco.
Nel 2013pubblica la seconda parte di “Metà di me”, introducendo però due nuovi brani, “Scrivo di te” e “Quando ti incontrerò”, iniziando il progetto di inediti di cui è autore-compositore. L’ultima sua raccolta di cover è un doveroso e sentito omaggio alla musica italiana. Il 4 settembre 2014è una data fondamentale nella carriera artistica di Ubaldo Di Leva in quanto pubblica il singolo “Ma Perché”, che fa da apripista al suo primo album da cantautore. Il 15 dicembre 2014esce in copia fisica e in digitale “A me piaci così”, un concept album dedicato all’amore che contiene dieci brani inediti.Il progetto, totalmente auto-prodotto, viene presentato il 19 dicembre presso il PlautoTeatroStudio (una delle primeBose Hall europee) dove raccoglie numerosi consensi positivi anche dalla stampa. Il 26 ottobre 2015sui migliori digital store esce il mini-ep “July Seems September”.Il 23 aprile 2016 si apre un nuovo capitolo nel percorso musicaledi Ubaldo Di Leva. Esce in digitale Non Riesco A Convincermi”, il nuovo singolo masterizzato in America da uno dei più famosi mastering engineer internazionali, un guru del settore, Antonio Baglio. A corredo un eccezionale videoclip girato in un incantevole scenario del Molise. Il 2 dicembre 2016esce in digitale “Un Cuore Forte”che rappresenta il secondo capitolo del nuovo progetto in uscita nel 2017.

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MARGHERITA ZANIN, “ZANIN” È IL 1° ALBUM DELLA 23ENNE CANTAUTRICE DI SAVONA

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Si chiama “Zanin” il primo album di Margherita Zanin, la ventitreenne cantautrice ligure che ha esordito a metà marzo di quest’anno con una reinterpretazione del singolo “Generale” di De Gregori. Il disco, contiene 8 brani, due in italiano e sei in inglese:

Non è un controsenso, ma una rappresentazione fedele di chi sono io oggi, del percorso che mi ha portata alla bella canzone italiana, attraverso un background blues internazionale che mi ha permesso di crescere”, Margherita Zanin.

Infatti la giovane artista ha trascorso diverso tempo a Londra negli ultimi 4 anni, ed è proprio a metà strada tra l’Inghilterra e l’Italia che ha ideologicamente partorito il progetto.
Pubblicato da Platform Music, neonata etichetta indipendente milanese, l’album è prodotto da Roberto Costa, già produttore di Lucio Dalla, Luca Carboni, Ron, Gli Stadio, Luca Barbarossa.

Guarda qui il videoclip del singolo in radio “Piove”: https://www.youtube.com/watch?v=S6DEP3QqQD0


TRACK BY TRACK

. Piove
Atmosfera cantautorale e intimistica per un brano che nonostante l'impostazione classica, offre degli spunti insoliti e presenta talvolta una ritmica da bossanova. Un pezzo senza tempo.

. Generale
Un omaggio al grande cantautorato italiano con la reintepretazione e nuovo arrangiamento di un grande classico di sempre. 

. Feeling Safe
Una ballade che strizza l'occhio alle atmosfere di certi brano i americani. Il testo racconta del senso di sicurezza e di salvezza che talvolta il sentirsi amati comporta. Un'interpretazione che parte quasi in acustica per poi allargarsi a sonorità arricchite da archi.

. I must forget
Atmosfera british e sonorità quasi psichedeliche per un brano che racconta la disperazione per un amore perduto per sempre e l'impossibilità di dimenticare. Il ritmo si ripete come una cantilena ossessiva, per poi esplodere sul finale con un ritmo pressante e arricchito da archi e batteria.

. Travel Crazy
In pieno stile rock USA, il brano è un inno all'amore per la musica, compagna di viaggio unica e insostituibile di Margherita. Una presenza costante in ogni momento della vita: rock come segno di libertà. Musica come simbolo di vita.

. You're better out
Una ballade malinconica e intimistica dedicata al sentimento della perdita irreparabile e senza ritorno di una persona amata che non c'è più. Quel sentimento di malinconia che si prova nel profondo e ti fa sentire come se piovesse solo dalla tua finestra, mentre il mondo fuori va avanti come se niente fosse. It's a rainy day on my windowdice il refrain. 

. Joe's Blues
Un blues dalle sonorità classiche con qualche sfumatura american folk, dedicato all'amore per il blues e per lo stile di vita on the road. Un'esperienza di vita da condividere con il proprio ragazzo e con la musica: perennemente in giro da un bar all'altro percorrendo chilometri in lungo e largo. Alla ricerca della JAM perfetta.
. The Lord Coming Home
Un blues in piena regola con cori gospel di sfondo. Racconta l'esperienza di Margherita che appena arrivata a Londra, entra in una chiesa e assiste ad un coro gospel che la fa sentire più vicina a Dio. Come se quell'accoglienza le volesse dire che ha fatto bene ad essere lì, nel luogo dove si trova e infonde in lei un senso di spiritualità profonda.


Produttore Artistico: Roberto Costa _MUSITAL
Etichetta: PLATFORM MUSIC Milano

BIO
Margherita Zaninè nata a Savona nel 93 e dopo aver ascoltato in ambiente familiare da piccola, il bluesdei primi anni 40, il folk country acustico di Gillian Welch, la musica americana woodstockiana ed il rockdelle band inglesi dei primi anni 70. A 17 anni ha iniziato a studiare musica con Mauro Castellanopianista classico ed insegnante di conservatorio. Da giovanissima, ha avuto la possibilitàdi maturare esperienza nei live attraverso numerose serate in Italia e allestero, accompagnata da diversi musicisti anche di fama internazionale quali Pippo Matino, Gigi Cifarelli, Stefano di Battista, Jorge Bezerrae di partecipare e numerosi festival musicali in Liguria. Dopo lesperienza di Amici nel 2013 (ha superato tutti gli otto provini tranne lultimo) Margherita fa lunghe permanenze a Londra ed è proprio a metà strada tra lInghilterra e lItalia che comincia a pensare al suo primo album. Nel 2015 incontra Roberto Costa, bassista storico di Lucio Dalla, giàproduttore dello stesso Dalla, Carboni, Ron, Gli Stadio, e insieme decidono che saràil produttore del suo disco: 8 brani, due in italiano e sei in inglese. Pubblicato da Platform Music, neonata etichetta indipendente milanese, nasce così ZANIN, disponibile nei Digital Store.
Lalbum è stato preceduto da un singolo, una cover di Generaledi Francesco De Gregori che ha ottenuto riscontri molto positivi dal pubblico e dai media.
Il nuovo singolo, uscito insieme allalbum “Zanin”, si chiama PIOVEed è una ballata originale interamente scritta, testi e musica, da Margherita.
 



Palermo, venerdì 16 dicembre al Palazzetto Mirto Sara Favarò presenta "La regina del mare"

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Venerdì 16, alle 9.30, a Palermo, presso il Palazzetto Mirto, Via Lungarini 9, sede della Soprintendenza del Mare, “La regina del Mare” di Sara Favarò, con le illustrazioni di Gabriele Pino, Edizioni OFF, approda al suo porto di partenza per ripartire da lì verso mete infinite.

Dopo le presentazioni di Roma alla sede nazionale della FUIS (Federazione Unitaria Italiana Scrittori) e al Palazzo dei Congressi, per la quindicesima edizione di “Più libri, più liberi”, la favola scritta da Sara Favarò, “ La Regina del Mare”, ora albo illustrato, approda alla Soprintendenza del Mare, porto in cui è nata durante la terza edizione di “Illustramente”, festival dell’illustrazione per l’infanzia, organizzato da Colorè e patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, Assessorato dei Beni Culturali e della Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, dal Comune di Palermo, dal Consolato della Tunisia e dal Consolato generale del Regno del Marocco.
All'incontro con Istituzioni, professionisti e amanti della Sicilia e del mare, parteciperanno: Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare, Alessandra De Caro responsabile unità operativa Divulgazione e Promozione del Patrimonio culturale sommerso, Museo del Mare - Arsenale della Marina Regia, Soprintendenza del mare, Rosanna Maranto direttore artistico di “Illustramente”, Sara Favarò autrice della favola, Riccardo Cingillo documentarista subacqueo, Vincenzo Perricone presidente “Siciliando” e amministratore dell'omonimo gruppo FB (31.411 membri), Giuseppe Catanzaro amministratore gruppo chiuso FB  "Sicilia la mia terra" (5.128 membri),  Vincenzo Corona responsabile editoriale Edizioni OFF.
Ingresso libero.

Libri, “Frankenstein Junior: memorie dal set e altre quisquilie”. Fattitaliani intervista Carlo Amatetti di SAGOMA EDITORE

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Mel Brooks aveva solo sei anni quando il fratello Bernie lo portò a vedere "Frankenstein Junior" di James Whale, si spaventò tantissimo e la sera chiese alla mamma di chiudere le finestre perché aveva paura che Frankenstein potesse entrare e mangiarlo. Quarant’anni dopo si ritrova con l’amico Gene Wilder a scrivere la sceneggiatura di un film nata da un’idea di Gene Wilder. Era così grande l’ammirazione per il film che aveva visto da bambino che lo realizzò con quel fervore e quell’irriverente genialità che lui stesso e molti altri credono sia il suo film migliore. Il libro scorre una miniera di ricordi legati a quel film ed è intriso da aneddoti e contributi di altri che facevano parte del Cast artistico e tecnico. A parlarcene è Carlo Amatetti di SAGOMA EDITORE.

Il libro racconta il dietro le quinte di Frankenstein Junior. Come nasce l’idea? 
È nata dallo stesso Mel Brooks che è stato compulsato dal suo vecchio Produttore e alla fine dopo quarant’anni ha ceduto ed aiutato da una scrittrice, ha buttato giù le memorie di questo film. Oltretutto c’è anche un collage di interviste, contributi inediti ed editi in altri contesti come riviste, libri di memorie di altri attori quali lo stesso Gene Wilder e Teri Garr e di tutto il resto del Cast sia artistico che tecnico. 
Mel Brooks era legato a Gene Wilder da una grande amicizia, quanto è importante essere amici in questo lavoro? 
Tantissimo, in questo caso in particolare l’idea era nata da Gene Wilder che era stato sorpreso da Mel Brooks sul set di Mezzogiorno e mezzo di fuoco mentre giocherellava con un block notes e Mel Brooks aveva adocchiato in cima a questo foglio degli appunti su Frankenstein. Gli chiese cosa fossero e lui gli raccontò la storia come aveva pensato di realizzarla nel film e se fosse interessato a dirigerlo. Lui disse “Va bene! Hai dei soldi da parte?” “Sì ho cinquantasei dollari”, “Bene, li prendo come acconto”. 
Mel a dirigere ed un grande cast a tenere insieme il tutto. Sono gli ingredienti vincenti o ci vuole qualcos’altro? 
Beh ci vuole anche la fortuna, una cosa particolare che accadde in questo film è che mentre lo giravano sia Mel che Gene venivano da una sequela di fallimenti al botteghino al punto che le loro due carriere erano appese ad un filo. La fortuna volle che quell’anno Mel Brooks aveva lavorato contemporaneamente a due film che erano “Mezzogiorno e mezzo di fuoco e Frankenstein junior”. Mentre girava Frankenstein junior usciva al cinema l’altro che si è rivelato un clamoroso successo. Qui non è altro che fortuna perché solo per caso Gene Wilder è finito nel cast di Mezzogiorno e mezzo di fuoco e dall’altra parte se durante la lavorazione di Frankenstein Junior non fosse diventato un grande successo, la produzione non gli avrebbe dato in fase di montaggio quella libertà creativa che poi invece ha sancito la perfezione del film. Come dire il cast è buono, il prodotto è buono, la sceneggiatura è buona, tutto è buono però anche la fortuna ha giocato il suo.
Quando hai parlato di fortuna hai citato il caso, quanto conta il destino nella vita? 
Come dice Gene Wilder nel Film “Il destino è quel che è non c’è scampo più per me”. Il destino sicuramente gioca un ruolo decisivo tu però devi metterci del tuo per coglierlo e per approfittare dei corridoi positivi che crea, però spesso e volentieri devi intervenire per cambiare le carte in tavola in maniera decisa.
Come fa una commedia sfrenata ad essere anche dolce, triste e qualche volta anche paurosa? 
E’ stato il discorso che aveva fatto Mel Brooks a tutto il cast riunito per il primo giorno di riprese. Tutti i sentimenti che hai enunciato sono distillati al massimo livello, in tutti i momenti. Ad esempio, tenuto conto che era adatto anche ad un pubblico di bambini, ieri lo ha ricordato anche Giampiero Ingrassia che l’aveva visto da bambino accompagnato dal papà che era appassionato di horror, quando nella prima scena compare lo scheletro dell’avo Franken-stin e strappa via il testamento, i bambini si spaventano sul serio perché essendo all’inizio, non si sono ancora calati nella costruzione comica. La prima scena è un cadavere, costruito all’epoca in maniera ottimale. L’ho fatto vedere due giorni fa a mio figlio che ha sei anni, si è spaventato anche lui. C’è la paura, c’è la comicità ma ovviamente c’è anche il sentimento perché nella scena finale dove c’è Frankenstein il mostro che difende il proprio creatore quando è disteso inerte, è davvero molto commovente. E’ in funzione di questa scena che aveva chiesto al truccatore di rendere pauroso il Mostro ma con dei lineamenti sufficientemente nobili perché reggesse questa scena finale dove in realtà doveva apparire quasi bello perché doveva ergersi in difesa del proprio creatore con un discorso che commuove non solo i presenti alla scena ma anche gli spettatori. 
Una commedia per essere realista di quali ingredienti necessita?
In quel caso non era tanto il realismo della narrazione ma era quello dell’omaggio ai film di James Whale degli anni 30. Cioè a quel Frankenstein che lui voleva emulare dal punto di vista della confezione artistica. Per essere tutto più vero, hanno utilizzato scenografie e macchinari dell’epoca ma era riuscito a pescare tutto l’armamentario del laboratorio dallo stesso che l’aveva creato per il film di Whale e che ancora lo teneva nel box e scherzosamente nel libro dice “Probabilmente non aveva una macchina”. In realtà sfruttano tutta una serie di errori per ricreare in maniera indiretta quelle imperfezioni che non potevano che esserci con gli armamentari che c’erano negli anni 30. Ad esempio il Cameramen rideva a tal punto mentre si girava che spesso la telecamera oscillava. Ha tenuto alcune scene perché questa oscillazione era propria dei macchinari dell’epoca che non correvano sulle ruote gommate e si muovevano tenendo la scena.  Decise di tenerle perché recuperavano il realismo dell’epoca. 
Prima le risate poi la qualità, quanto è difficile far ridere al cinema? 
Forse è la cosa più difficile da ottenere. Abbiamo pubblicato qualche mese fa un interessantissimo saggio di Gianni Canova su Checco Zalone che vene costantemente massacrato dai critici cinematografici. L’autore ha fatto un’opera di critica e di esame di suoi film per far capire quanto lavoro certosino ci sia dietro ad ogni scena in cui appunto il ritmo, la velocità è fondamentale per la risata. E’ un combinato disposto di ritmo che determina la risata. E’ veramente un’alchimia difficile da realizzare. E’ per questo che Mel Brooks che ne era campione prima puntava a quello poi se c’era tutto il resto andava bene così ma se non c’era era l’obiettivo da perseguire. Mel Brooks ripeteva le scene fino alla nausea perché la comicità non può che essere figlia della perfezione perché basta un centesimo di secondo in meno e l’effetto comico sparisce. 
Il Frankenstein Junior visto da bambino era il suo film preferito. Perché? 
Perché ha raggiunto il livello più alto di confezione artistica. Mentre gli altri erano divertenti, con il suo Frankenstein Junior era riuscito ad esprimersi al meglio come Regista. La cifra artistica di quel film è perfetta, è di altissimo livello. Il suo intento forse era quello di omaggiare gli anni trenta. Lo ha soddisfatto sotto tutti i punti di vista. 
La gratificazione è al massimo quando si scopre che un film sopravvive anche alle generazioni future. Succede spesso? 
Assolutamente sì. La dimostrazione è che quando siamo in Fiera per Frankenstein Junior arrivano bambini di quattro o cinque anni perché quando il genitore vede i primi barlumi di consapevolezza nei propri figli, uno dei primi film che gli fanno vedere è ancora Frankenstein Junior e loro si spaventano, si commuovono, si divertono, in una confezione che non è volgare. E’ veramente un piccolo gioiello adatto a tutte le età. 
Elisabetta Ruffolo

Gerardo Felisatti, 150 ore di New York in 4 minuti, il piano time-lapse nel nuovo video "Leggermente"

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Un sofisticato sistema di 6 videocamere e di 2 droni che hanno catturato ben 150 ore di girato tra più di 100 location, in una New York dall'alba al tramonto per poi racchiudere tutto in 4 minuti di videoclip.
Questo è il soggetto del nuovo video del pianista e compositore Gerardo Felisatti dal titolo Leggermente, che ha voluto documentare con la tecnica del time-lapse 24 ore della metropoli statunitense. Fra gli arpeggi di pianoforte e le arcate di violoncello, scorrono le immagini, le luci e i volti di una città dalle innumerevoli sfaccettature. Tra Yann Tiersen e Ludovico Einaudi, Felisatti è in grado di avvicinare il grande pubblico al mondo della classica e lo fa con grande raffinatezze di stile e composizione. Il carattere melodico e circolare dei movimenti, accompagna l'ascoltatore in un viaggio intimo ma al contempo aperto ai grandi scenari che scorrono nelle immagini del videoclip. Gerardo Felisatti, è un pianista rodigino che lavora principalmente nell’opera lirica e che parte con un bagaglio costituito da una solida formazione di carattere classico, ha pubblicato da poco il suo terzo album Acquamadre da cui è estratto Leggermente. Il video è stato diretto e montato da Diego Loreggian per Time Film, le immagini di New York sono state riprese da Davide Damiani, mentre le riprese dei playback sono di Mattia Candian.


VIDEOLCLIP
https://youtu.be/JeYa0X-idmI

NA≥DOP Ensemble, "Canti di Natale dal Mondo": un cd e un concerto per 7 tra le più belle voci partenoepee

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CANTI DI NATALE DAL MONDO” è il nuovo lavoro discografico di NA≥DOP Ensemble, collettivo partenopeo che riunisce cantanti, musicisti e artisti  aderenti al progetto Napolidaorainpoi. L’album verrà presentato al pubblico in occasione dell’omonimo spettacolo in programma mercoledì 21 dicembre alle ore 19 nell‘evocativa cornice della Chiesa di S. Aniello a Caponapoliuna delle più antiche chiese monumentali di Napoli, restaurata e restituita alla collettività nel 2011.
Il concerto rappresenta l’atto conclusivo della rassegna “LE VOCI ed il GUSTO” - incontri saporiti tra musica, luoghi d’arte e storie diverse, a cura di Gabriella Rinaldi - promossa dall’ Assessorato al Turismo e Cultura del Comune di Napoli e dalla Regione Campania, nell’ambito di “ Arte e Cultura per EXPOST “, in collaborazione con Legambiente.

CANTI DI NATALE DAL MONDO” è un racconto sulla Natività. Un caleidoscopico viaggio attraverso le tradizioni popolari di tutto il mondo, dove le voci di sette cantanti tessono armonie e ritmi vocali emozionanti, riunendo in un unico racconto sonoro le suggestioni del Natale messicano, celtico, brasiliano, cileno, inglese e ovviamente napoletano.

Con la direzione artistica di Brunella Selo, le voci di Fiorenza CalogeroSimona CarosellaAnnalisa MadonnaAntonella MonettiCristina PucciGabriella Rinaldi e della stessa Selo, si uniscono alle note di Max Carola (chitarra), Pino Chillemi(mandolino e chitarra), Dario Franco (basso el.), Salvatore Torregrossa (tastiere e fisarmonica), Antonino Talamo(percussioni), Gianluca Rovinello (arpa) e Michele Signore (lyra pontiaca e violino), celebrando la spiritualità catartica e rituale contenuta nella musica, che va oltre ogni credo religioso. Con un repertorio che spazia dai canti irlandesi e andini alla canzone popolare nostrana con incursioni nella tradizione portoghese e anglosassone. 

Il CD, registrato tra ottobre e novembre 2016 al MaxsoundVibe Studio, contiene i 12 brani: 1) Halleluja celtico (tradizionale); 2)Bethlehem down (Bruce Blunt - Peter Warlock); 3) La leggenda del lupino (Roberto De Simone); 4) Rin del Angelito (Violeta Parra); 5) Ay para Navidad (tradiz.); 6) Rosa d'argento e rosa d'amore - (tradiz. elaborazione Roberto De Simone) - La Santa Allegrezza (tradiz.); 7) The light of Christmas morn (tradizionale); 8) Vespera de Natal (Adoniran Barbosa), 9) Have yourself a Merry little Christmas (Hugh Martin - Ralph Blane); 10) Tão bom que foi o Natal (Chico Buarque de Hollanda); 11) Boas festas (Assis Valente); 12) Todo cambia (Julio Numhauser).

UMBERTO TOZZI ritorna dal vivo con il tour 40 ANNI CHE "TI AMO". Le date

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Dopo aver venduto 80 milioni di copie in tutto il mondo Umberto Tozzi ritorna dal vivo con il tour “40 anni che ‘TI AMO’” che, partendo venerdì 14 aprile dal Teatro Dal Verme a Milano, lo porterà ad esibirsi sui palchi dei maggiori teatri delle città italiane

La tourneé vedrà Umberto Tozzi celebrare “Ti Amo”, il suo più grande successo, affiancandolo a tutti quei brani che hanno reso celebre il suo nome in Italia e nel mondo come “Gloria”, “Si può dare di più”, “Gli Altri come noi”, “Gente di Mare”, “Dimmi di No”, “Stella Stai”“Il Grido” arrangiati e interpretati in una veste più moderna. Oltre alle hit storiche non mancheranno i nuovi brani contenuti nel disco “Ma che spettacolo!”, pubblicato a ottobre del 2015. 
Umberto Tozzi sarà accompagnato sul palco da Raffaele Chiatto (chitarre), Gianni D’Addese(tastiere) Marco Dirani (basso), Gianni Vanni (sax) e Riccardo Roma (batteria). Il tour “40 anni che ‘TI AMO’” è prodotto dalla Concerto Music, società che con questa tournée inaugura la collaborazione con Umberto Tozzi, ed organizzato da Ventidieci e Dimensiene EventiEcco le prime date confermate:

14 aprile – Teatro Dal Verme – Milano;
20 aprile – Teatro Colosseo – Torino;
5 maggio – Teatro Duse – Bologna;
12 maggio – Auditorium Conciliazione – Roma

Info e prevendite disponibili su www.ticketone.it

 Foto di Dino Buffagni


Teatro Lo Spazio, il 19 dicembre "Memorie del Giappone" Danza Butoh di e con il M°Rodolfo Rodriguez. Seguono buffet e musica

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Danza Butoh. Data unica al Teatro Lo Spazio il 19 dicembre lunedì alle 20,45

"Memorie del Giappone"
spettacolo di Teatro e Danza Butoh
di e con il M°Rodolfo Rodriguez.

alle 22,00 prosegue la serata con buffet e la migliore musica degli anni '70/'80/90,  per scambiarci gli auguri
e per un brindisi con gli amici e gli amici del  pubblico  del
Teatro Lo Spazio 

Posto unico 7 euro

Prenotazioni 0677076486 - 0677204149 info@teatrolospazio.it

Evita con Malika Ayane, un’appassionata ‘Prima’ al Sistina: grande successo e folla di vip per il Musical più atteso dell’anno

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Hanno invaso la strada danzando un elegante tango su un lungo tappeto rosso, tra gli sguardi sorpresi e gli applausi di un pubblico emozionato, mentre riecheggiavano le note di brani splendidi e senza tempo: è iniziato così, con la grazia e la maestria di appassionati “tangheri” diretti da Daniela Ayala, l’esordio romano di “Evita”, l’opera rock più attesa dell’anno nel grande allestimento di Massimo Romeo Piparo che ieri sera ha debuttato al Teatro Sistina, dove resterà per tutte le feste natalizie.

Una Prima affollatissima, che, dopo le tappe iniziali del tour a Milano, Genova e Firenze, ha portato nel tempio del musical italiano la carismatica eroina del ‘900 interpretata da Malika Ayane, che presenta per la prima volta in italiano il celebre musical di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, liberamente ispirato alla vita dell’indimenticabile moglie del presidente argentino Juan Domingo Perón.

Insieme ai tantissimi spettatori, che hanno accompagnato con lunghi applausi le oltre due ore di spettacolo, c’era David Robinson, boss di The Really Useful Group Ltd volato apposta da Londra per conto di Andrew Lloyd Webber per applaudire Massimo Romeo Piparo (e che, con il regista, domani sarà ad Amsterdam per la Prima di Jesus Christ Superstar). Nel ricco parterre tra tutti il meraviglioso ritorno di Johnny Dorelli al Sistina al fianco della sua Gloria Guida, e poi Cesare Bocci, Paolo Conticini, Alessio Vinci, Neri Parenti, Rossella Brescia e Luciano Cannito, Fioretta Mari, Alda D’Eusanio, Fiordaliso, Lina Sastri, Sebastiano Somma, Beppe Convertini, Antonella Elia, Marco Capretti, Eliana Miglio, Dario Salvatori, Edi Angelillo, Barbara Tabita, Lucia Bramieri, Arianna Bergamaschi, Michele Carfora, Stefano Sarcinelli, Paola Lavini,. Tanti i nomi illustri della Stampa come la Direttrice del Tg2 Ida Colucci con il marito Flavio Mucciante, il Direttore di Rai4 Angelo Teodoli, il Direttore di Radio1Rai Andrea Montanari, le conduttrici Rai Roberta Ammendola, Serena Bortone e Marzia Roncacci, l’inviata Francesca Fagnani, Riccardo Bocca de “L’Espresso”. E ancora in sala l’Amministratore Delegato di Alitalia Cramer Ball, il Ministro dell’Ambasciata Argentina Marcelo Gilardoni, il Direttore Generale Mibac per il Cinema Nicola Borrelli, l’Amministratore Delegato di Fondazione Musica per Roma Josè Ramon Dosal, Vincenzo Spadafora, ex Garante dell’Infanzia, Annalisa Chirico e gli scenografi Alida Cappellini e Giovanni Licheri.

Sul palco la cantante milanese ha regalato al pubblico il ritratto intenso di un’anima tenace, determinata e complessa, mettendo il suo talento duttile a disposizione di una storia avvincente e piena di emozioni. La produzione targata PeepArrow Entertainment (che con Jesus Christ Superstar ha vinto il prestigioso MusicalWorld Award, aggiudicandosi il titolo di migliore produzione internazionale dei Paesi Bassi nel 2016) porta in scena questa appassionante vicenda a venti anni dalla fortunata edizione cinematografica di Alan Parker: il film del 1996, interpretato da Madonna nel ruolo principale, Antonio Banderas e Jonathan Pryce in quelli di Che e di Perón, ottenne tantissimi premi, tra cui l’Oscar e il Golden Globe per la migliore canzone (You Must Love Me) nel 1997, e numerose nomination.

Grande la soddisfazione del Direttore Artistico del Sistina Piparo che porta in scena nella sua “casa” una grande “opera rock”, di cui in prima persona ha curato ogni dettaglio: non solo la regia e il cast ma anche l’adattamento in italiano, traducendo gli splendidi testi, applauditissimi, di tutte le 27 canzoni scritte da Tim Rice, tra cui i successi Don’t cry for me Argentina (D’ora in poi Argentina) e You must love me (Stai qui, sii mio).

Il pubblico ha accolto con grande entusiasmo l'impegno umano e professionale di Malika Ayane, protagonista indiscussa di un musical altamente emozionante al quale la cantante ha prestato la classe e le suggestioni di una voce fuori dal comune. Alto consenso anche per i suoi compagni di viaggio (nel cast anche Filippo Strocchi nel ruolo del Che, Enrico Bernardi e Tiziano Edini in quelli di Juan Perón e Magaldi). Insieme a loro, anche i 35 piccoli allievi del primo anno dell’Accademia Sistina e gli oltre 50 artisti tra attori e orchestrali che tra canti, balli e brani recitati non si sono risparmiati, portando in scena il racconto di una storia di grande impatto. 

Lo spettacolo, ripercorrendo le tappe fondamentali della vita della grande eroina, ha permesso al pubblico di tornare indietro nelle atmosfere del '900 e di vivere insieme ai protagonisti le emozioni della splendida musica di quest’opera, con i brani eseguiti dal vivo dalla grande orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello. Sul palco anche le fantastichescene di Teresa Caruso, i ricercati costumi di Cecilia Betona ele bellissime coreografie di Roberto Croce. Per il Sistina dunque ancora una produzione in cui nulla è lasciato al caso, in un musical sofisticato ed emozionante che unisce l'alta qualità artistica al gusto popolare.

Teatro Biblioteca Quarticciolo, 16-18 dicembre FEDERICA FRACASSI in EVA (1912 1945) di Massimo Sgorbani. regia di Renzo Martinelli

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Torna a Roma al Teatro Biblioteca Quarticciolo, 16 e 17 dicembre alle ore 21 e 18 dicembre alle ore 18, Federica Fracassi porta in scena EVA (1912 1945), da Innamorate dello spavento di Massimo Sgorbani, dramaturg Francesca Garolla per la regia Renzo Martinelli. Produzione Teatro i con il patrocinio di Next / Laboratorio delle idee.

Dagli ultimi tragici momenti di vita di Hitler è nata la trilogia teatrale Innamorate dello spavento(Titivillus editore) di Massimo Sgorbani, che dedica il secondo episodio a Eva Braun, sposata poche ore prima del suicidio. Eva (1912-1945) in un parallelo fra Eva e il suo film preferito, Via col vento, proiettato sugli schermi retrostanti: Eva, Federica Fracassi già premiata con l’Ubu, si immedesima in Rossella O’Hara e si rivolge a una Mami che parla all’infinito.
La fine della guerra, la fine di Hitler. Si è consumata un’enorme tragedia e, nello stesso tempo, la tragedia stessa non riesce a compiersi. Eva, sola in scena, aspetta questa fine, un personaggio tragico a cui è preclusa la dimensione del tragico. Eva è una donna che sta per morire ed è una donna innamorata. Innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all’ultimo istante.
In questa tragedia mancata e grottesca Eva è un’eroina per cui non si può non provare tenerezza, nonostante tutto, proprio come se l’oggetto del suo amore potesse essere dimenticato. Eva confonde la sua storia con quella di Rossella O’Hara: c’è desiderio, ammirazione, battaglie da vincere e da perdere, fedeltà, fino alla fine.
Eppure, da questo infinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell’abbandono, paura dello strapotere dell’amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l’amore finisca, paura che l’amore si realizzi, paura dell’amore stesso e di quello che l’amore può chiedere.
Innamorate dello spavento è un progetto di Teatro i in cui l’autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune donne legate al Führer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich. Tra il 29 aprile e il 1° maggio del 1945, nel bunker sotterraneo del Palazzo della Cancelleria di Berlino, alcuni dei principali rappresentanti del partito nazionalsocialista si suicidano. Poche ore prima Hitler sposa Eva Braun. Poche ore dopo Hitler e signora si uccidono con le fiale testate sul pastore tedesco del Führer, Blondi, il primo a morire. Poche ore dopo Magda Goebbels somministra le fiale ai sei figli addormentati. Ancora poche ore, e anche Magda e il marito si avvelenano con le stesse fiale. Innamorate dello spavento si compone di tre testi distinti che Teatro i sta affrontando con la regia di Renzo Martinelli e l’interpretazione di Federica Fracassi. Il primo, Blondi, è stato prodotto dal Piccolo Teatro di Milano nella stagione 2012-2013 ed è stato nuovamente in scena sul medesimo palco a maggio 2014. La seconda parte, Eva, un work in progress le cui tappe hanno portato a molteplici versioni dello spettacolo realizzate ad hoc per i luoghi ospitanti, dà voce all’omonima protagonista, Eva Braun che, precipitando ignara verso il suicidio, intreccia la sua storia con quella di Rossella O’Hara, protagonista di Via col Vento, il suo film preferito. Infine, la terza parte, che vede in scena Magda Goebbels e lo stesso Führer, ha debuttato nell’autunno 2014.


Teatro Biblioteca Quarticciolo
Via Ostuni 8

Info e prenotazioni
Prenotazioni: tel 06 98951725 - 06 0608 
Botteghino: feriali ore 18-21.30, festivi ore 16-18.30
Biglietti
Intero 10 euro 
Ridotto 8 euro (over 65, under 24, possessori Bibliocard)

www.teatrobibliotecaquarticciolo.it - www.teatriincomune.roma.it

Paolo Gotti, dal 16 dicembre la mostra "Colors" del fotografo bolognese

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Venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 19,00 inaugura la mostra Colors del fotografo bolognese Paolo Gotti, che occuperà diversi spazi lungo il passaggio coperto di Corte Isolani a Bologna fino al 31 gennaio 2017.

Il fenomeno della percezione del colore è stato molto studiato sia dalla scienza che dall’arte, la quale in particolare ha spesso attribuito significati trascendentali, quasi metafisici, alle sue infinite tonalità.

Nel corso dei secoli, per prima la pittura e in seguito la fotografia hanno scandagliato tutte le potenzialità della luce riflessa per descrivere sensazioni e stati d’animo.

Paolo Gotti raccoglie l’eredità di questa ricerca scegliendo di mettere in mostra le fotografie che compongono la mostra Colors, dove il colore svolge il ruolo del protagonista. E lo fa rendendo omaggio all’arte del passato, tendendo un filo sottile ma significativo tra fotografia e pittura. È così che, attraverso le parole stesse degli artisti, le tante sfumature dell’oceano rimandano alla connessione tra luce e pittura secondo Hans Hofmann, e la fotografia della facciata di una casa si riallaccia al desiderio di Edward Hopper di dipingerne l’effetto luminoso; e ancora un albero tra realtà e finzione riflette l’ispirazione che Vincent Van Gogh traeva dalle cromie della natura, o un campo di fiori è associato alla ricerca della gioia nei quadri di Pierre-Auguste Renoir. Molti altri sono gli artisti presi in esame da Paolo Gotti, di ognuno dei quali il fotografo bolognese ritrova una traccia “a posteriori” nelle proprie opere fotografiche, anche se l’intero progetto si può riassumere nell’opinione di Pablo Picasso, per il quale “tutto ciò che puoi immaginare è reale”.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, venerdì 16 novembre alle ore 19.00 presso l’Enoteca Giacchero di Corte Isolani si potrà assistere alla presentazione del calendario Colors, che racchiude 13 tra le immagini più significative della mostra. A ogni immagine è associata una citazione di un pittore, la cui arte - a diversi livelli di profondità - si ricollega anche visivamente alla fotografia di Paolo Gotti. Parteciperanno all'incontro il critico d'arte Paola Barbara Sega e il giornalista dell'Espresso Roberto Di Caro. Seguirà un brindisi.

Paolo Gotti nasce a Bologna e si laurea in architettura a Firenze, dove frequenta il Centro di studi tecnico cinematografici. Nel 1974 sceglie l’Africa come meta del suo primo grande viaggio. In seguito a questa avventura che lo segna profondamente, si dedica sempre più al reportage, visitando oltre 70 paesi nei cinque continenti. Ancora oggi gira il mondo per immortalare persone, paesaggi e situazioni che archivia accuratamente in un gigantesco atlante visivo che conta oggi oltre 10.000 immagini, da cui nascono i calendari tematici che realizza da circa vent’anni


COLORS. Una mostra di Paolo Gotti a Corte Isolani
16 dicembre 2016 - 31 gennaio 2017
Corte Isolani - Bologna
www.paologotti.com - tel. 329 2343305

"Come la neve": LAURA LUCHETTI È LA REGISTA DEL NUOVO VIDEO DI BOOSTA feat. Luca Carboni

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È firmato dalla regista e sceneggiatrice Laura Luchetti Come La neve, il nuovo video di Boosta feat. Luca Carboni, pubblicato oggi, oggi giovedì 15 dicembre 2016.
‘Questa è una piccola storia metropolitana di allegra malincona racconta la regista e prosegue – I colori saturi del costume e delle miniature risaltano nel grigio della città.
La nostra "Little Miss Sunshine"è una piccola eroina fatta in casa che stoicamente "salva" il mondo degli "invisibili" e strappa un sorriso.
Un mondo speciale dove le cose piccole hanno rilevanza ed a salvarle sono improbabili eroi casalinghi.
La giovane Super Eroina è la nostra "neve" del testo della canzone. Solitaria, lieve, piena di candore, che nella sua dolcezza lascia un segno.

Come la neve feat. Luca Carboni è disponibile in download e streaming: 


Regia/ Sceneggiatura: Laura Luchetti
Direttore della fotografia: Beppe Gallo
Miniature: Moonchausen
Montaggio: Gianluca Scarpa
Colorist: Ludovico Bettarello
Costumi: Cristina Lazar
Assistenti: Federica Botrugno, Erica Castiglioni, Sarah Mayol
Bambina: Matilda Vitale

Eventi, al Christmas beauty day di Simone Belli star del cinema e della musica italiana

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Le star del cinema e della musica italiana si sono date appuntamento ieri, mercoledì 14 dicembre, per l’esclusivo Christmas beauty day che si è tenuto a Roma. 

A fare da padrone di casa Simone Belli (intervista di Fattitaliani), professionista del make up e punto di riferimento per L’Oreal, che ha accolto i suoi ospiti più affezionati in un’atmosfera calda e natalizia nella prestigiosa Accademia L’Oréal di Piazza Mignanelli: Isabella Ferrari, Emma Marrone, Elodie, Valeria Bilello, Andrea Delogu, Anna Safroncik, Andrea Osvart, Mirko Frezza, Stella Egitto, Jane Alexander, Carlotta Natoli, Irene Ferri, Nina Torresi, Nathalie Rapti Gomez, Valentina Romani, Simona Tabasco, Luca Capuano, Silvia D’Amico, Marta Gastini, Carlotta Lo Greco, Sara Lazzaro, Silvia Mazzieri, Laura Adriani e Blu Yoshimi.

Si solo lasciati coccolare in un percorso di bellezza e benessere, nelle sale dell'Accademia L'Oreal, per conoscere al meglio i brand coinvolti e per ricevere una consulenza professionale a 360 gradi oltre che ad avere gli utili consigli di Simone Belli sul make up. 

Il beauty day è un’occasione anche per incontrare esperti del benessere come, un medico estetico per una consulenza medica sulla pelle e per un trattamento medico estetico, un osteopata per una consulenza e un trattamento, un nutrizionista esperto nel metodo 3M per una visita personalizzata, un make up artist per la scuola del make up, un hair stylist Kerastase per consulenze personalizzate, un express manicure con le esperte delle mani Essie cosmetics.


Simone Belli è uno dei professionisti del make up più richiesti da aziende e celebrities e per L’Oreal è un vero e proprio punto di riferimento. La sua professionalità lo vede protagonista in ogni ambito creativo: dal cinema al teatro; dalla televisione alla moda; dalla musica all’arte.
Molti i brand del pret â porter che richiedono nel tempo la sua presenza nei loro spettacoli e defilè: Fendi, Laura Biagiotti, Roberto Cavalli, Gucci e Armani, soltanto per citarne qualcuno, a cui si affiancano importanti Maison dell’Alta Moda come Marco Coretti, Raffaella Curiel, Lorenzo Riva e Fausto Sarli.

Mostre, "L'Abruzzo che cambia" gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia fotografano e raccontano un territorio in evoluzione

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L’Abruzzo che cambiaè il titolo della nuova mostra fotografica realizzata dagli allievi del corso di Reportage Audiovisivo, accompagnata da nove radio documentari andati in onda su Radio 3 Rai e altrettanti reportage scritti. 

Da giovedì 15 dicembre alle 11.00 nella sede del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Abruzzo, la mostra è stata aperta al pubblico con una cerimonia alla presenza della preside Caterina D’Amico, del direttore del corso Daniele Segre dell’assessora alla cultura del Comune dell’Aquila Elisabetta Leone e della senatrice Stefania Pezzopane.
L’Abruzzo che cambia è l’esito di una ricerca svolta dagli allievi sul territorio abruzzese per rintracciare realtà produttive significative o innovative in una regione di forti tradizioni ma, allo stesso tempo, attraversata dalla necessità di doversi reinventare nella prospettiva di uno sviluppo socio-economico sostenibile.
L’indicazione di ricerca ha sollecitato gli allievi a rivolgere lo sguardo verso le esperienze di cambiamento umano, culturale, imprenditoriale in atto in Abruzzo. Aziende agro alimentari, piccole e grandi, eccellenze sartoriali e tessili, ricerca tecnologica e produzione culturale sono al centro dei racconti appassionati dei protagonisti, tra successi, sconfitte, sacrifici e grandi entusiasmi.
L’esito del lavoro sul campo si è concretizzato nella realizzazione di radio documentari, reportage scritti e di reportage fotografici.
Si comincia da Le api di famiglia di Eva Bearzatti, Walter e Pedestina iniziano la loro avventura di apicoltori quasi per caso e oggi hanno seicento alveari a Pratola Peligna (L’Aquila), producono e vendono miele molto apprezzato.
Il paese dello bello Maccarone di Manuel De Pandis, ci porta a Fara San Martino (Chieti), dove dall’800 si produce pasta inimitabile, esportata in tutto il mondo, grazie alle aziende che lì operano.

L'oro nero d'Abruzzo di Flaminio Muccio, Franco Del Beato, in un momento di crisi lavorativa, si reinventa e decide di iniziare ad allevare i maiali neri abruzzesi a Vittorito (L’Aquila), una razza divenuta rara ma che produce una carne prelibata. Oggi i prodotti di Franco sono ricercati da chef e gourmet.
AquiLANA di Chiara Napoli, lana di pecora, montepulciano e moda, questa la ricetta di Valeria Gallese che a Barisciano (L’Aquila) crea prodotti dalla lana degli animali dell’allevamento del marito e li tinge con pigmenti naturali, tra i quali il montepulciano d’Abruzzo.
Uno scrigno di talenti di Giovanni Soria, siamo a Penne (Pescara) dove ha sede lo stabilimento produttivo e la scuola di sartoria dell’azienda di abbigliamento maschile ‘Brioni’, marchio prestigioso che affronta le sfide della crisi economica e della globalizzazione.
 Suonare strano: a L’Aquila c’è un liutaio di Giovanni Sfarra, il centro storico dell’Aquila inizia a riaprire alcuni dei suoi meravigliosi palazzi storici, finalmente restaurati. All’interno di essi nascono nuove storie, come quella di un giovanissimo liutaio.
Un’onda che si infrange di Eleonora Gasparotto, Pescara: Leonardo, un uomo schivo e silenzioso sulla settantina, tira le reti, mentre il figlio Lionello estrae il pesce rimasto ingarbugliato. Entrambi sono gli ultimi eredi di una lunga tradizione di famiglia di pescatori abruzzesi.
FAB LAB, un laboratorio aperto dove tutto è possibile di Fabio Fusillo, open source e tecnologia in un laboratorio che offre ogni tipo di utensili per l’ideazione e la realizzazione di oggetti digitali ed elettronici, nato da un gruppo di appassionati a L’Aquila.
Il paese della musica di Giorgio Santise, A Fossa, comune dell’aquilano, l’Orchestra Città Aperta registra colonne sonore per il cinema italiano e internazionale utilizzando un vecchio teatro: “La Fragolina”. A dare vita a questa preziosa esperienza creativa e umana Jonathan Williams e Carlo Crivelli con l’aiuto di molte donne e uomini del paese.
La mostra resterà aperta al pubblico, fino a giugno 2017, dal lunedì al venerdì con i seguenti orari: 9.30 – 17.30, sede CSC Abruzzo, via Rocco Carabba, 2 – L’Aquila; tel. 0862380924. Dal 24 dicembre al 3 gennaio la mostra non sarà visitabile. 
Alessia Moretti

Fiction, Richard Dreyfuss presenta "Madoff": la tv lega le persone. Trump? un "bullo da bar" privo di umanità

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Richard Dreyfuss: Lo Squalo, American Graffiti, Pazza, sono alcuni dei titoli più celebri dell'attore premio Oscar, che ha presentato a Roma, al festival della fiction, dove è stato anche presidente di giuria, Madoff, protagonista della truffa del secolo che fu condannato a 150 anni di detenzione per una frode di 50 miliardi di dollari. Miniserie televisiva in 2 puntate, sarà trasmessa su Sky il 28 gennaio 2017.

Tratta da The Madoff Chronicles, racconto della parabola del broker firmato da Bryan Ross, la miniserie ripercorre la carriera di Madoff: l'ascesa, la discesa, i rapporti familiari che si sgretolano. È la vita di un uomo che ha agito indisturbato, rovinando economicamente investitori in tutto il mondo. Una vicenda i cui risvolti trattano una materia delicata, qual è quella finanziaria, e su cui gli autori hanno dovuto lavorare molto per renderla comprensibile agli spettatori.
Lo stesso protagonista, Dreyfuss, ne ha lodato la bravura durante il suo intervento in conferenza stampa: un intervento però, in cui non ha risparmiato critiche alla rete che ha prodotto la miniserie, la Abc. Per evitare problemi legali infatti, si è preferito non citare i nomi delle banche coinvolte come la Wells fargo e la Citybank: una scelta giudicata "autodistruttiva" e "dannosa" dall'attore, che invece avrebbe preferito un atto di coraggio. In questo modo si è rinunciato all'elemento di denuncia: "È stato dannoso -ha dichiarato Dreyfus- non mostrare la portata distruttiva di Madoff. Come cittadino americano sento di avere partecipato a un atto di codardia. Non sono un impiegato della ABC”. Un giudizio amareggiato, specie considerando che "la tv via cavo permette di fare cose meravigliose" mentre il cinema stagna in una produzione infinita di sequel. Se infatti lo sguardo al mondo del grande schermo è molto critico, l'interprete guarda alla televisione in maniera ben più ottimista, considerandola il mezzo in cui gli sceneggiatori stanno isando e sperimentando maggiormente.
L'attore ha inoltre spiegato di non aver voluto parlare con il vero Madoff, convinto che non gli avrebbe mai detto la verità: "È un mostro", ha poi aggiunto. Infine, inevitabile un commento sulla situazione politica americana: Dreyfuss ha definito il nuovo Presidente Donald Trump la "conclusione di una spirale di decadimento", un "bullo da bar" privo di umanità.
Come si sente essere definito un'icona?
“La prima volta che sono stato definito un’icona è stata alla Oxford Unvieristy, ero accanto a mio figlio e ci scambiammo uno sguardo perplesso. Allora come adesso mi sembra folle. Ma ringrazio il giornalista che mi ha definito come tale e apprezzo il suo buon gusto".
Che ne pensa della tv?
In tv mi piace l’epico e anelo al lieto fine perché di oscurità ne abbiamo anche troppa. La tv è una forma d’arte che lega le persone, insomma è quello che una volta era il cinema. Siamo in grado di fare tutto: possiamo andare nel passato e nel futuro. Il motivo per cui il cinema inciampa e si ripete invece la tv riesce ad arrivare al cuore delle persone è che la tv riesce a far provare al pubblico l’urgenza e il bisogno di vedere una storia.
Com'è stato lavorare con Barbara Streisand: ha in mente un progetto con l'attrice?
Barbara è una persona con grande carisma e personalità: è una grande attrice e una formidabile cantante ma soprattutto è una grande regista. Sono stato onorato di lavorare con lei e quando ho saputo che avrei fatto parte di un suo progetto cinematografico ho chiesto un camerino molto grande vicino al suo. Certo mi piacerebbe di nuovo lavorare insieme a lei ma come regista. Mi piacerebbe dirigerla in un mio progetto.
Cosa consiglia ad un giovane attore?
Di non andare ad Hollywood se non si è preparati, di studiare, fare teatro e di essere pronti prima del grande passo. Per me la recitazione è passione, è la mia vita non riuscirei a farne a meno! Emanuela Del Zompo.
Foto di Giancarlo Fiori.

Opera, alla Monnaie di Bruxelles un "Gallo d'oro" colorato, divertente, petulante, sinistro, mortale. La recensione di Fattitaliani

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Il gallo d'oroè l'ultima opera di Nikolaj Rimskij-Korsakov composta di un prologo, tre atti e un epilogo con libretto di Vladimir Belskij. Il compositore pensava di aver datto tutto con la sua opera precedente La leggenda dell'invisibile città di Kitež e della fanciulla Fevronija, ma la situazione politica della Russia lo ispirò per comporre "una satira tagliente dell'autocrazia, dell'imperialismo russo e della guerra russo-giapponese".

E la presenza fisica e scenica del "Coq d'or", il grido continuo e ripetuto del suo Chicchirichì, le movenze, il colore rappresentano in pieno il significato che l'autore le ha attribuito e l'interpretazione che ne ha dato il regista Laurent Pelly.
È un gallo divertente che suscita simpatia al suo apparire; è un gallo che stuzzica il gioco quando lo si vede inseguito dai fedeli e dai figli del re; è un gallo che sembra invitare all'ossequio quando conforta il soprano e lo invita a riposare; è un gallo che diventa gradualmente petulante e insopportabile quando ammonisce e avverte dell'incombente pericolo.
Ogni elemento nella sua logica drammaticità diventa oggetto e motivo di ilarità: tutto è ribaltato. Ed ecco dunque che la musica diretta dal M° Alain Altinoglu ne accompagna le azioni marcandone l'assurdità: un re che cerca di governare dal suo giaciglio; i suoi figli che si disputano la mossa giusta per arginare e sconfiggere il nemico facendosi reciprocamente dispetti; un generale claudicante che di fronte a scelte e comportamenti indegni rimane inascoltato.
Questo è quello che voleva ritrarre Nikolaj Rimskij-Korsakov: sotto lo zar Nicola II la Russia combatté una guerra con il Giappone altamente impopolare tra i russi, e si risolse in un disastro militare e una disfatta per la Russia (nell'opera lo zar Dodon decide follemente di attaccare uno stato confinante provocando grave disordine e spargimento di sangue. Lo zar stesso dedica più attenzione ai suoi piaceri personali, e fa una brutta fine). I russi si lamentavano anche delle loro misere condizioni di vita e ciò portò alla rivoluzione del 1905...

L'opera perseguiva quindi l'intento di denunciare il disastroso regime zarista, e per questo fu immediatamente censurata dal potere, vista la chiara somiglianza tra lo zar e il pazzo Dodon.
Nella rappresentazione alla Monnaie l'aspetto della recitazione sembra prevalere su quello canoro: se il re interpretato da Alexey Tikhomirov raggiunge l'apice a livello attoriale, per il canto i momenti più alti si raggiungono con la zarina di Chemakhane (Nina Minasyan) specialmente nel momento dell'incontro con Dodone e quando lo abbindola e seduce, e con Alexander Kravetz nel ruolo dell'astrologo.
Da sottolineare il magnifico intermezzo di dieci minuti fra il secondo e terzo atto con al piano il M° Altinoglu e un'eccellente violinista.
Giovanni Zambito

Fuoricentro, grande successo per il singolo “Pia Contessa” apprezzato da LGBT e Arcigay

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Sta ottenendo un grande successo “Pia Contessa”, il nuovo singolo dei Fuoricentro. Scritto dal cantante Maurizio Camuti e dal chitarrista Roberto Arru, parla di omofobia da un punto di vista piuttosto inedito, su un tappeto sonoro ammiccante, che richiama sia il rock anni'70 che l'elettro-pop anni '80.
La canzone è stata molto apprezzata anche dal mondo LGBT e dall'ARCIGAY.

"Ci fa estremamente piacere che anche ARCIGAY abbia messo in grande evidenza il nostro singolo, sia sui propri canali social che sul sito istituzionale” - dice Maurizio Camuti - “Pia Contessa affronta in maniera totalmente inusuale e unica il tema dell'omofobia secondo il punto di vista dell'omofobo represso. È una canzone che tocca un argomento delicato ed estremamente attuale come l’omofobia e l’omofobia interiorizzata con tono ironico, irriverente e goliardico, con l’intento di scrivere qualcosa di ‘diverso’, una realtà sconosciuta ai più ovvero l’omofobo etero fasullo e represso, invidioso e spaventato della libertà altrui. Uno frustrato che nutre pulsioni irrefrenabili verso coloro che al bar con amici, al ristorante, tra i discorsi con i familiari, rifiuta e disprezza. Un ‘carnefice’ che è a sua volta vittima di se stesso e della sua educazione, costretto a manifestare le proprie pulsioni in gran segreto, con il travestitismo o banalmente attraverso incontri occasionali, nei momenti liberi rubati, nei parcheggi, insomma in posti e con persone che non potranno essere testimoni dell’inconfessabile Di fatto è un omofobo (represso) come la maggior parte di questi ultimi, a mio avviso!”






Rei, Cecilia Anglisani: quando il rap italiano parla al femminile

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Il rap italiano non è solo al maschile, e lo dimostra Rei, al secolo Cecilia Anglisani, una delle poche ragazze rapper in Italia. Attiva nella scena hip hop dalla fine degli Anni '90, tra jam, collaborazioni e produzioni non ufficiali arriva il primo disco ufficiale da solista in free download (http://bit.ly/diRei_Album_2016). 

A due anni dall'ep omonimo pubblicato con la sua crew Red Lights Ent., DiRei è la selezione di basi e rime, sentimenti e collaborazioni raccolti negli anni. Come un taccuino sonoro racchiude tutte le sensazioni e il modo di pensare e vivere l'hip hop, anche dal punto di vista di una ragazza. La componente femminile è un altro elemento molto forte in tutto il lavoro, in particolare la traccia Prendi e perdi, dove compaiono ben tre donne: Loop Loona, Phedra e The Essence che firma la produzione. True blood, prodotta da Sonte (DeQuantiSide) è dedicata al mercato di oggi, ai continui specchietti per le allodole che il sistema impone come standard. Meglio che lo sai su produzione di Ice One, ed è un pezzo introspettivo, che racconta di come l'impegno porti a dei risultati, nonostante certe volte sembra di aspettare qualcosa che non arriva mai. Red Lights combo è un pezzo d'appartenenza, con i compagni di una vita Johnny Roy, Pacman e Plemo (anche agli scratch). Le produzioni sono molto variopinte ma nel totale il disco è un viaggio tra beat classico prettamente hip hop a beat di decisamente più elettronici e moderni. Questo è un po' il gusto del disco con uno sguardo indietro e uno avanti. Tra i produttori Don Plemo, Ice One, The Essence, Sonte, Apoc, Peight, Pietro Squoti con la collaborazione di Franco Negrè che ha curato mix e master. L'album è accompagnato dal singolo Supernova, che è prodotto da Ice One ovvero uno dei padri fondatori del rap Made in Ita, unisce moderne sonorità trap a un cantato lontano dalle mode del momento, volutamente legato allo stile delle origini. Il beat dalle moderne sonorità trap, è accostato a un flow classico, dove nel testo scorrono tutti i mostri sacri della musica rap. Il videoclip è stato realizzato da Matteo Montagna di Alternative Productions. 

Milano: il 16, 17 e 18 dicembre illustrazione, grafica e arte alla Filler Winter Edition 2016

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Dopo il successo della Spring Edition dello scorso maggio, torna per l’ormai consueto appuntamento invernale di Filler che, per la prima volta, sarà ospitato nei locali di Santeria Social Club a MilanoFiller Winter Edition 2016 si terrà il 16, 17 e 18 dicembre e vedrà, per la prima volta la partecipazione di una delegazione di artisti internazionale.

Giunto alla 5° edizione, Filler si è ormai consolidata come la più importante convention italiana dedicata all’illustrazione, alla grafica e all’arte legate al circuito punk, allo skate e all’etica DIY, capace di attirare oltre 5000 visitatori, durante l’appuntamento di maggio.
Filler è nato sia dall’esigenza di dare spazio ad un gruppo di artisti che si discosta dalle dinamiche convenzionali, sia di mettere tutte queste realtà in contatto tra di loro, in modo tale da creare uno scambio creativo fra varie realtà indipendenti. Nel corso degli anni e delle edizioni, Filler è diventanto un vero e proprio appuntamento irrinunciabile, catalizzatore di nuove collaborazioni e progetti nati proprio tra gli stand della convention, dando vita ad un vero e proprio “movimento” di artisti che, pur con differenti tecniche e stili, si riconoscono in un attitudine e un approccio che affonda le sue radici nel mondo del punk e del DIY.
Con la quinta edizione Thunderbeard, organizzatore della manifestazione in collaborazione con Three Mothers, SOLO Vinili/Libri e HOODOOH, punta ad consolidare il consenso di pubblico ottenuto da Filler nelle passate edizioni, ramificando ulteriormente le collaborazioni, le attività e aprendo la line-up ad artisti provenienti dall’estero.
Dopo tre edizioni in cui lo skateboarding ha avuto molta importanza, ci è sembrato giusto portare un pò di musica in una location, Santeria Social Club, in cui la musica è di casa. La nuova edizione di Filler ruoterà attorno ad artisti legati alla poster-art, appartenenti al circuito musicale o comunque operanti in quel settore. Lo skateboarding comunque non mancherà -afferma il curatore di Filler, Dario Maggiore - anzi avrà un ulteriore, nuovo rilievo grazie ad artisti internazionali.
La line-up artistica più grande mai vista a Filler: 43 artisti da tutta Italia, dalla Germania, dalla Spagna, dall’Austria, dalla Francia e persino dalla Nuova Zelanda daranno vita ad un evento senza precedenti: esposizioni, laboratori, sessioni di stampa, live painting e una mostra, curata da Giacomo Spazio che, attraverso fanzine, poster e memorabilia, racconterà la storia del punk, che proprio quest’anno celebra i 40 anni di storia.
I workshop, curati da Alberto Brunello, Michele Guidarini e Madkime, approfondiranno tecniche come la collage art o la linocut. Immancabile il contest “Vans Off The Print”, in collaborazione con lo storico marchio di abbigliamento streetwear, che sarà aperto a tutti e garantirà al vincitore uno slot all’interno della line-up di Filler e di un progetto che Vans presenterà e lancerà nel 2017.
Per gli amanti dello shopping, libri, vinili e oggettistica saranno a disposizione all’interno dell’area curata da Solo Vinili / Libri, Retro Aestetica e Greta Pins.
La Line Up
A Mi Manera - Serigrafia, Blumb Design, Camilla Slay Er, Clockwork Pictures, Error! Design, Freak City, Giulia Brachi, Joel Abad, Jonathan Laval, Malleus ROCK ART LAB, Marco Nicotra, Marco
Quadri, Marcos Cabrera, Mirkow Gastow, Pasquale de Sensi, Sonny Alabama, Stefano Zattera, This Is Not A Love Song, Tumorama ; ci sarà una parte abbondante del collettivo di Isolation
Camp, capitanato da Tobias Ludescher e Michael Hacker insieme ad Agnese Guido, Lukas Goller, Galileo Sironi, Andres Jensen, Marie Vermont e Burnbjoern.
Sarà presente la Filler Brigade con BRM t-shirts, Gozer Visions, Thunderbeard, VAPS Graphics, Officina Infernale, EKF Graphic Designer, Daniele Margara, Alberto Brunello, Johnny Cobalto, che
presenteranno, esporranno e venderanno solamente nuove produzioni in esclusiva.
La Location
Filler Winter Edition 2016 si svolgerà per la prima volta all’interno di Santeria Social Club a Milano.
Santeria Social Club è un progetto di recupero e riqualificazione di un immobile pubblico, di circa mille metri quadrati. Santeria, dopo l’esperienza di via Paladini 8, iniziata nel 2011, ha trasformato quello che per anni è stato un concessionario di automobili in grande centro culturale per la città.
Gli Orari
Filler Spring Edition si svolgerà dal 16 al 18 dicembre presso il Santeria Social Club a Milano.
L'ingresso è libero secondo i seguenti orari:
Venerdì 16 dicembre dalle 15:00 alle 24:00
Sabato 17 dicembre dalle 12 alle 24:00
Domenica 18 dicembre dalle 11 alle 20:00


Musical, al Dominion Theatre di Londra "The Bodyguard": benissimo musica e voci, recitazione imbarazzante

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Da sempre ci hanno riempito la testa con il modello anglosassone del musical con artisti a tutto tondo che con disinvoltura e bravura passano dalla danza alla recitazione al canto in maniera naturale mostrando tecnica, preparazione, forza fisica e carisma...

Bene, sarà stata sfortuna e solo un caso: ero tanto curioso di vedere un musical nella splendida Londra, ancora più bella sotto l'effetto delle luci e degli addobbi di Natale, ancora più raggiante nella sua economia sbattuta in faccia ai Paesi dell'UE da cui sicuramente e continuamente riuscirà a trarre vantaggio.
Sono incappato in "The Bodyguard".
Mi sono detto: le canzoni sono belle, ricordo la trama e quindi la comprensione in inglese delle parti parlate sarebbe stata meno difficile... mi sono detto.
Appena il sipario del Dominion Theatre si è alzato, ho percepito un qualcosa di particolare: all'inizio l'ho attribuito alla emozione che mi stava accompagnando nella visione dello spettacolo.
Poi, mentre la storia si snodava sotto i miei occhi e le mie orecchie ho capito che si trattava di un senso di delusione.
Certo, per carità: la musica eseguita dal vivo dall'orchestra era ineccepibile, i cantanti solisti eccellenti (in primis, Beverley Knight, of course), anche le coreografie erano eseguite benissimo. Ascoltare canzoni come Queen of the Night, So Emotional, One Moment in Time, Saving All My Love, Run to You, I Have Nothing, Greatest Love Of All, Million Dollar Bill, I Wanna Dance With Somebody e, ovviamente, I Will Always Love You fa sempre bene.
Mi ha lasciato prima perplesso e poi, a freddo, di stucco il livello della recitazione: la stessa Beverley Knight e soprattutto la "guardia del corpo" Ben Richards hanno dato una prova di basso livello che mi ricordavano certe recite scolastiche o di compagnie amatoriali dei piccoli paesi. 
Per non parlare dell'assassino: le sue pose e i suoi primi piani proiettati sullo schermo gigante erano portati talmente all'estremo per sembrare il più possibile cattivo da suscitare risate da parte degli spettatori, che evidentemente non sapevano distinguere un momento drammatico da uno leggero.
È vero che nemmeno nell'omonima pellicola la compianta Whitney Houston e il bel Kevin Costner avessero proprio brillato, però qui voliamo davvero basso.
La cosa più sorprendente? La standing ovation finale del pubblico; e presumo sia così ad ogni replica. Mah...
Giovanni Zambito


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