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L'Assunta nell'arte, tra apocrifi, tradizione e spiritualità

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La Chiesa celebra oggi l’Assunzione della Vergine Maria in cielo. Un tema molto caro agli artisti di ogni epoca che con diverse sensibilità e accenti lo hanno rappresentato in disegni, dipinti e sculture. Il servizio di Paolo Ondarza: 

Le fonti iconografiche
Le Sacre Scritture nulla ci dicono della morte e assunzione di Maria in cielo. Eppure il tema ha ispirato numerosi capolavori in varie epoche. Quali sono stati dunque i riferimenti per gli artisti? Bisogna risalire ai testi apocrifi del Transitus Beatae Virginis di San Giovanni apostolo o di Giuseppe d’Arimatea in cui si narra di un angelo che annuncia la morte alla Vergine, del sorriso al momento del trapasso, del trasporto del corpo fino a Cristo; a fornire dettagli iconografici agli artisti ci sono, dopo il V secolo, i testi patristici di S. Efrem, Timoteo di Gerusalemme ed Epifanio e, nel Medioevo, la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Dormizione e Assunzione, Oriente e Occidente
La dormizione è in Oriente la celebrazione mariana per eccellenza e la sua raffigurazione è adottata anche in Occidente. L'iconografia è quella di Maria sul letto di morte, circondata dagli apostoli e Cristo che regge la sua anima, rappresentata da una bimba in fasce. Esempi nell'Occidente del XII secolo sono i timpani mariani delle cattedrali francesi Di Bourges, Chartres e Notre Dame. Lo schema dell'Assunzione è invece desunto dall'Ascensione di Cristo. Tra l’VIII e il IX secolo, Maria a figura intera, appare in un tondo, mentre è trasportata in cielo dagli angeli. La Dormitio orientale in Occidente si spoglia della ieraticità bizantina, si fonde con il tema dell’Ascensio Virginis e si arricchisce delle raffigurazioni della tomba vuota, colma di fiori, e di Maria che dona la sua cintola ad un incredulo San Tommaso. 
Cimabue, Tiziano, Correggio: l'Assunta, ispiratrice per l'arte di ogni tempo
In Italia è Cimabue ad Assisi ad affiancare Dormizione e Ascensione introducendo, nella mandorla di luce, Gesù che abbraccia affettuosamente la Madre. L’abbinamento delle scene torna a Roma nei mosaici di Santa Maria Maggiore e Santa Maria in Trastevere, quindi nel XIII secolo arriva in Toscana. A Siena, centro di devozione mariana, Taddeo di Bartolo introduce l’elemento di Gesù che afferra Maria, tirandola fuori dal sepolcro. La scena dell’Assunzione si allarga allo stupore e smarrimento degli Apostoli attorno alla tomba vuota nel Rinascimento come testimonia la tavola di Cortona di Luca Signorelli. Stile e iconografia si rinnovano nel più celebre capolavoro dedicato all’Assunta, dipinto da Tiziano per la chiesa dei Frari a Venezia. I colori accesi e il moto ascensionale della Vergine vestita di rosso portata su una nube in cielo conferiscono grande drammaticità alla composizione. Rivoluzionaria anche la scena “da sotto in su” resa con maestria prospettica dal Correggio nella cupola del Duomo di Parma. Maria, Madre di Dio, colei che non ha conosciuto la corruzione del sepolcro, ha continuato a ispirare l’arte anche in epoche recenti: il genio creativo ha attuato così una straordinaria sintesi tra liturgia, tradizione, agiografia e spiritualità mariana. Paolo Ondarza, Radio Vaticana, Radiogiornale del 15 agosto 2016.

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