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Sara Galimberti si racconta a Fattitaliani: la musica va di pari passo con l’anima. L'intervista

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Lo scorso 13 agosto è uscito su ITunes e sulle maggiori piattaforme digitali “High Heels”, il nuovo singolo della cantautrice romana Sara Galimbertidalle sonorità elettrodance.
Ed è proprio una Sara Galimberti ottimista, solare e sicura di sé quella che si è raccontata ai microfoni di fattitaliani.it. Ha parlato dei suoi lavori passati e futuri, dei progetti in cantiere, delle sue influenze e del suo modo di vedere la musica in generale.
Ciao Sara, innanzitutto come stai?
Benissimo, sono felicissima. Il singolo finora è stato un successo, senza dubbio inaspettato.
A questo proposito: come mai la scelta di fare uscire High Heels sotto ferragosto?
Il brano nasce come sigla del programma televisivo “Tacco 12” che è andato in onda fino a poco tempo fa su La7d. Sono stata contattata dai produttori e per me è stata una sfida, anche perché sono una cantautrice che si esprime con un linguaggio pop, pop-rock o rock melodico. Abbiamo aspettato la messa in onda di tutto il programma anche perché il brano è stato utilizzato come sigla. E poi sostanzialmente perché è un brano estivo e si presta a questo tipo di stagione, è anche abbastanza ballabile.
Riguardo quest’argomento, nei tuoi brani passati c’era l’elettronica, ma mai un pezzo elettrodance. La scelta di questo singolo è dovuta semplicemente al format del programma Tacco 12 o è una svolta stilistica radicale?
Per il momento è una parentesi all’interno del mio repertorio, è stato più che altro un esperimento. Io ho avuto anche esperienze strumentali per quanto riguarda ad esempio jingle pubblicitari, mi piace esplorare e spaziare. Lo stile di questo singolo è stata una scelta mirata anche perché il programma Tacco 12 si occupava di moda e di glamour e quindi richiedeva un brano del genere, ma non nascondo che è un mondo che mi interessa. Tuttavia, i miei prossimi lavori saranno senza dubbio coerenti con il mio repertorio precedente ma non escludo di poter continuare ad esprimermi con questo linguaggio.
Il tuo nome ovviamente è legato all’esperienza di Sanremo del 2007, da allora ad oggi quanto è maturata la tua musica e in cosa è rimasta uguale?
Sicuramente ho affrontato l’esperienza di Sanremo da giovanissima ed è servita a farmi conoscere dal mondo mediatico e musicale in genere. Allo stesso tempo mi ha permesso di conoscere e comprendere come funziona il mondo discografico. Personalmente sono cambiata tanto: sono delle esperienze che bisogna tenere presenti, ma bisogna sempre evolversi. Io la vissi quasi come un sogno, oggi sono più consapevole, anche un po’manager di me stessa perché mi sono mossa sia in realtà discografiche ben strutturate, ma anche in maniera autonoma con una nuova squadra. La mia musica è evoluta anche perché secondo me la musica va di pari passo con l’anima: la Sara Galimberti di oggi non è quella di dieci anni fa, ma sicuramente è stata un’esperienza significativa che mi ha segnata molto.
La Sara Galimberti di oggi a quali artisti si sente più vicina?
Ascolto molta musica sia nazionale che internazionale, mi piace esplorare anche sonorità britanniche o extraeuropee. Io vengo da ascolti classici cantautorali, ma mi piace ascoltare le nuove leve e perché no, anche musica più di nicchia. Non vivo mai la musica come competizione, anzi, sono sostenitrice di molte colleghe che hanno vissuto il mio stesso percorso prima o dopo di me, come ad esempio Alessandra Amoroso, Annalisa, Elisa. Poi seguo di tutto, da Max Gazzè ai Coldplay, tutta la musica che in un modo o nell’altro mi stimola sia da un punto di vista cantautoriale che strumentale. Per esempio seguo molto un pianista che è italiano ma è conosciuto molto anche all’estero che si chiama Giorgio Costantini: lui esplora una frequenza che è 432 Hz, tutto un mondo particolare… Non posso dire un artista in particolare, tutto ciò che mi emoziona lo ascolto.
Hai citato Alessandra Amoroso e Annalisa, nomi che compaiono anche nella tua pagina Facebook, ecco, quanto contano i social nel tuo rapporto con il pubblico?
Sicuramente sono importantissimi, cerco di mantenere sempre attiva la comunicazione. Per esempio quando sono stata a Sanremo nel 2007 Facebook non era così utilizzato. Da allora la fruizione della musica è cambiata grazie ai social, io devo ringraziarli e credo che l’uso intelligente da parte di un’artista può essere positivo anche per ampliare il bacino oltre confine. Personalmente ho avuto dei contatti da Londra e da fuori dall’Italia anche grazie ai social.
L’altro Feedback, a parte i social, è senza dubbio il live. Cosa c’è in questo settore nel futuro di Sara Galimberti? Quali tappe?
Nell’immediato: il 27 agosto sarò a Camigliatello Silano (CS), dove riceverò il premio Stelle del Sud come Cantautrice dell’anno e avrò modo di promuovere il mio progetto. L’1 settembre sarò a Nocera Inferiore (SA) insieme a Briga, un cantante che è stato anche ad Amici e a un’altra cantante che si chiama Luna Palumbo e viene da The Voice. Poi avrò un’altra data a Matera il 3 settembre e sarò in giuria per una manifestazione insieme a Paolo Ruffini; anche lì avrò modo di promuovere il mio progetto. Oltre a questo, sto lavorando a un progetto per una data romana live abbastanza importante, nel prossimo autunno. Ovviamente al di là del discorso social e discografico per una cantante il live resta la dimensione principale. È stata un’estate molto ricca e cercherò di proseguire in questa direzione.
Si nota, soprattutto nella cover di “Via con Me”, un’impostazione vocale molto teatrale, i tuoi studi in questo campo quanto hanno influenzato il tuo essere musicista?
Molto, io poi ho iniziato con il teatro, mi sono formata con il musical e la commedia musicale. Secondo me lo studio è importantissimo, perché permette di avere degli strumenti in più. Sono stata posta di fronte ai miei limiti e alle mie potenzialità, fino a un po’ di anni fa non avrei mai immaginato di arrivare a comporre. Devo senza dubbio ringraziare il mio percorso di studi e i miei insegnanti che mi hanno stimolato e mi hanno permesso di accedere a delle chiavi inespresse di me. Tra le persone che ricordo c’è Tony Bungaro, che dopo il festival mi contattò e a cui ora mi lega un’amicizia e una stima profonda. Lui è stato uno di quelli che mi ha stimolato e mi ha dato l’energia che mi ha portato poi a scrivere e comporre.
Dopo il singolo High Heels cosa ci sarà nel futuro? Un album? Cosa puoi dirci?
Per quanto riguarda High Heels ora ci sarà una versione remix, anche perché la durata è breve, giusto quella di una sigla. Siamo in contatto con Rds e stiamo cercando di farne un pezzo più “ballabile” e più lungo. Per quanto riguarda un album, ce n’è in cantiere uno per la prossima stagione e in particolare un brano nel cassetto a cui sono molto legata: è una ballata rock che, tra l’altro, è uno dei primi brani che ho scritto. Non posso svelare altro, posso dire solo che si tratta di un progetto abbastanza grosso, spero di farlo conoscere al pubblico al più presto, probabilmente per il prossimo autunno.
Va bene, grazie mille e complimenti per il successo che ha avuto e continua ad avere il singolo.
Grazie a voi per la disponibilità e per l’attenzione.
Dalle parole dell’artista emerge una grande voglia di fare e di andare avanti, una matura consapevolezza del percorso già compiuto e una profonda speranza per i progetti futuri. Non possiamo fare altro che attendere le nuove uscite per scoprire cosa ha da regalarci ancora Sara Galimberti. Giuseppe Vignaniello.

©Riproduzione riservata

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