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Liegi, Madama Butterfly: grande successo per la nuova produzione diretta da Stefano Mazzonis di Pralafera. La recensione di Fattitaliani

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L'Opéra Royal de Wallonie a Liegi apre alla grande la stagione con una nuova produzione di "Madama Butterfly" (cast): brillano Yasko Sato, Mario Cassi e la regia di Stefano Mazzonis di Pralafera. In scena fino al 28 settembre.
L'opera, il genere più completo dello spettacolo, si presta da un lato ad essere riproposta in maniera innovativa e moderna e dall'altro secondo i canoni della tradizione più autentica. In mezzo a proposte sperimentali e trovate artistiche più o meno congeniali a cui si assiste in diversi teatri, l'opera di Liegi rappresenta una garanzia: quella del bel canto declinato secondo schemi e aspettative che rispettano le intenzioni originali dei compositori.
Anche la nuova produzione di "Madama Butterfly" (con la Fondazione Festival Pucciniano Torre del Lago) segue questo solco. Tutto appare chiaro e confortante allo spettatore: nessun concettualismo astratto o metafora che possa distrarre il pubblico dalla storia per cercare di capire valenze e significati della messa in scena.
Yasko Sato e Dominick Chenes
La regia di Stefano Mazzonis di Pralafera (intervista) è delicata così come i sentimenti della giovane Cio-Cio-San (Yasko Sato) che si affida a Pinkerton, un perfetto Dominick Chenes nella voce e nel fisico. Tanto irritante quanto azzeccato è Saverio Fiore nei panni di Goro: a livello di interpretazione vocale e attoriale è impeccabile. Sabina Willeitè un'ottima Suzuki. Mario Cassi (intervista), sempre più bravo, padroneggia e rende al meglio il personaggio del Console Sharpless. 
Yasko SATO - Sabina WILLEIT
Il M° Ayrton Desimpelaere comunica la giusta ampiezza all'orchestra riuscendo a trasmettere l'adeguata eco al dramma della giovane donna.
La scena più bella? Il dialogo fra Butterfly e Sharpless. Entrambi gli artisti restituiscono l'intensità e la densità delle parole che cantano: Cassi mostra un'eleganza e una preparazione del tutto naturali. Il suo console rispecchia al contempo la dignità propria del personaggio e la comprensione nei confronti della protagonista.
Saverio Fiore
Lei, nel secondo atto, in abiti occidentali, continua a credersi sposata e americana, e il suo muoversi concitato suscita pietà e tenerezza.
Eccellente lavoro quello di Mazzonis di Pralafera: tutti gli intepreti hanno una pronuncia chiara, il coordinamento e l'incastro di attori, scenografia di Jean-Guy Lecat, i costumi di Fernando Ruiz, le luci di Franco Marri con i tempi narrativi risultano scorrevoli, senza intoppi, privi di sovrastrutture inutili. La trovata dell'elicottero che atterra sul tetto dà quel guizzo di grande originalità.
Bellissimo il finale, coerente con l'insieme: nel passeggino Kate Pinkerton (Alexise Yerna) non trova che un fantoccio fatto di vestiti e non il figlio del marito.
Che fine avrà fatto il piccolo? Chissà: forse Butterfly l'avrà ucciso prima di apparire per l'ultima volta in scena trafitta dal pugnale... o forse no.
Applausi calorosi e meritati. Giovanni Zambito.
Foto: © Opéra Royal de Wallonie-Liège

Silek, "Undici" il nuovo album con una forte connotazione sociale. L'intervista: il live è la vera esperienza

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UNDICI è il nuovo disco di Silek.
Un progetto musicale adulto, reale, ruvido, ampio e complesso, con le radici nell’hip hop ma immerso in sonorità che partono dal Rap, per spaziare tra la Dancehall, il Boom Bap e l’elettronica, con rime sporche, l’amore per gli incastri, testi sociali e scrittura intima. Disco che alterna momenti di riflessione a brani d’impatto, attraverso un rap tecnico, intenso e diretto. Composto da 13 tracce, prodotti da Silek stesso, oltre che da Nevo. Al microfono si alternano altre voci che contribuiscono ad arricchire ulteriormente il racconto: Paupers in “Tic Tac” (Tempo Riddim), Radio in “Post”, Boa in "Ombre”, Paradox (NY) in “Underdog”.  Il disco è stato registrato e masterizzato da Nevo presso UNDERDOGS Studio a Padova. L'intervista.
https://open.spotify.com/album/5SjJPCSGOx9rVUJuA7s02Z?si=c_j0KkzIQOi02CyoBWmCjg
Parlaci dell'album. Che impronta hai voluto dargli?
UNDICI, il nuovo album, ha radici profonde nell' hip hop ma si espande in direzioni diverse, volevo fosse un ascolto eterogeneo con un filo conduttore chiaro. Colori diversi ma una stessa palette di riferimento.
I testi parlano di me e della società in cui vivo. È una fotografia, ovvio che l'obiettivo e il filtro sono i miei.
Da questi presupposti ne è uscito album con una forte connotazione sociale, spesso critico, che alterna scrittura ermetica e assolutamente esplicita, viaggi introspettivi e iperrealismo.
Quali sono i tuoi cantanti di riferimento? 
Sono cresciuto con tanta musica diversa ma l' Hip Hop ha avuto la maggior parte della mia attenzione.
Sono stato un grande fan di Kurt Cobain così come dei RHCP e i Massive Attack ma i Beasti Boys, i Cypress Hill e il Wu Tang Clan sono stati  il riferimento di buona parte del mio percorso artistico.
Tra gli artisti di oggi  Kendrick Lamar e Run the Jewels.
Qual è l’esperienza lavorativa che più ti ha segnato fino ad ora?
Non vivo di musica ma comunque di creatività. Il mio lavoro principale è quello di digital designer. Una cosa nutre l'altra anche se si tolgono tempo a vicenda.
Riguardo alla musica, suonare negli States a dei festival Hip Hop, vivere il rap li dove é nato e confrontarmi con quel pubblico ha sbloccato nuovi livelli, allargato gli orizzonti e avviato delle collaborazioni ancora vive.
Invece quella mai fatta e che ti piacerebbe fare?
Poter vivere di musica potendo dedicarle maggior tempo e non un part-time sarebbe una bella esperienza da vivere. 
A parte questo scrivere la sceneggiatura di un film è una cosa a cui penso spesso, è un modo di raccontare le cose che mi affascina molto.
Progetti futuri? Farai un tour? 
Sto organizzando le prime date e vorrei portare UNDICI su più palchi possibile, é nato per quello. La musica è viva e per quanto sia bello concepire un album in studio il LIVE è la vera esperienza. Nel frattempo continuerò a produrre e a scrivere come sempre e prima o poi tornerà la visione chiara di un nuovo album.

Simone Tomassini, nel nuovo singolo "Ovunque" il mio concetto d'amore

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"Ovunque” (Cello Label - Ed. Curci) è il titolo del nuovo singolo di Simone Tomassini, in uscita in digital download e in rotazione radiofonica a partire dal 27 settembre. Il 28 settembre alle 16.30 presso i CC Carosello di Carugate (MB) l’artista si esibirà in un mini-live e incontrerà i fan. Il brano sarà accompagnato dal videoclip, online dal 2 ottobre.

Il cantautore scoperto dalla Bollicine, la storica etichetta di Vasco Rossi, grazie a Enrico Rovelli, racconta così il suo nuovo singolo: "L’amore è stato cantato, letto, recitato, parlato, e presentato in tutti i modi possibili e immaginabili. Ma c’è un posto, un solo posto dove l’amore germoglia, cresce e fiorisce... questo magico posto è: ovunque! Ovunque è il mio concetto d’amore. Ovunque è uno status, ovunque è l’amore e ovunque c’è bisogno di amare è amore. Torno con questa idea, questo concetto e questa convinzione che non importa dove ti trovi o con chi sei o perché sei lì. L’importante è amare… Ovunque! Vuoi restare con me ...ovunque? Credo che sia la dichiarazione d’amore più bella che si possa fare e ricevere Scritto con Andrea Bonomo e Emiliano Bassi, due autori incredibili che stimo e apprezzo. Sono sicuro che ‘Ovunque’ sarà non solo il mio nuovo singolo ma sarà il mio nuovo posto dove vorrò vivere e rifiorire per sempre!"
Il brano è stato scritto da Simone Tomassini, Emiliano Bassi e Andrea Bonomo, prodotto e arrangiato da Emiliano Bassi. L’artista lombardo è stato affiancato da Emiliano Bassi alla batteria, tastiere e programmazioni, Michele Quaini alle chitarre elettriche ed acustiche, Simone Bertolotti al pianoforte, Matteo Bassi al basso e Andrea Bonomo ai cori. “Ovunque” è stato registrato al Pop’s Garage Studio - Motta Visconti (MI) Whitestudio 2.0 - Milano O.U.T.Side Studio - Lu (AL) Auditoria Records - Fino Mornasco (CO), mixato da Marco Barusso presso BRX Studio - Milano  e masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio - Tredozio (FC).
Simone Tomassini, nato nel 1974 a Vertemate con Minoprio (provincia di Como) firma il suo primo contratto discografico con la Bollicinela storica etichetta di Vasco Rossi, grazie a Enrico Rovelli che si avvicina a Simone e ne diventa il suo manager. Debutta al Festival di Sanremo 2004 con È stato tanto tempo fa. Nello stesso anno partecipa a tre appuntamenti del Festivalbar con Il mondo che non c’è. Apre inoltre tutti i concerti del Buoni o cattivi Tour 2004 di Vasco Rossi con il quale scrive Giorni, titolo del suo primo album, e dà il via al Giorni TourNel 2005, negli studi della Bollicine, registra il suo secondo album Buon viaggio. Partecipa alla seconda edizione di Music Farm, classificandosi terzo in una gara che vede sfidarsi 11 cantanti famosi. Il 27 maggio 2005 esce il secondo album di Simone, Buon viaggio, trainato da Quando sei ragazzo. Segue il Buon viaggio Tour. Contemporaneamente apre ancora una volta le date del Buoni o cattivi Tour 2005, partecipa a due tappe del Festivalbar 2005, al Tim Tour 2005 e a diversi eventi organizzati dai principali network radiofonici. In seguito, viene pubblicato il DVD Simone Live 05 Alcatraz Milano. A maggio 2006, con la produzione artistica e gli arrangiamenti di Vince Tempera, pubblica il suo terzo album, Sesso gioia rock’n roll. Nel frattempo, la canzone Fuori come un balcone viene scelta da Jerry Calà come colonna sonora del suo film Vita Smeralda. Per i primi tre album si è firmato semplicemente Simone. A maggio 2007 esce Niente da perdere, e a settembre dello stesso anno viene richiamato da Vasco Rossi, questa volta in qualità di ospite del suo tour. Nel dicembre 2008 esce Va tutto bene. Nello stesso anno inoltre partecipa insieme alla Nazionale italiana cantanti a interpretare Uno su milleLa canzone del soleLa forza della vita e Si può dare di più, brani utilizzati in operazioni benefiche.A tre anni dall’uscita di Niente da perdere, a novembre 2010 esce il singolo Ho scritto una canzone. Il 29 aprile 2011 inizia la trasmissione radiofonica del singolo Caduta libera, che anticipa l’uscita del quarto album Simone Tomassini, prevista per l’11 maggio 2011. Nello stesso giorno parte il Sempre In Tour. Nello stesso mese è anche autore del brano Sei amore cantato da Paolo Meneguzzi. L’11 maggio 2011 esce il quarto album ufficiale autoprodotto Simone Tomassini. Il 26 giugno esce, solo in versione digitale e per il mercato di lingua spagnola, l’album De Ti, che contiene solo le canzoni in spagnolo presentate nel precedente album, a cui si aggiunge la versione unplugged di De Ti. Il 10 novembre 2011 è uscito il suo primo libro dal titolo Confessioni… di un pazzo edito da Rupe Mutevole. L’8 dicembre esce Happy Xmas – War is Over, tributo a John Lennon. Durante il 2012 Tomassini è impegnato con il Sempre in tour. L’8 dicembre pubblica il singolo Spero davvero. Il singolo La Ferrari è lei, pubblicato il 29 marzo, conquista tutte le radio e raggiunge su YouTube oltre il milione di visualizzazioni. Con il suo amico Paolo Meneguzzi, nel 2015 è protagonista di un concerto per i ragazzi disabili della Rosa Blu, una causa che lo vede coinvolto da molti anni e che nel 2013 lo ha portato a registrare dal vivo presso la Palestra della loro struttura Anffas a Grandola ed Uniti. L’album, distribuito in formato CD e download digitale, comprende anche Imagine e Knockin’ on Heaven’s Door, dove Simone Tomassini duetta con i ragazzi della RSD Band, gruppo musicale fondato nel centro RSD Anffas Residence di Grandola ed Uniti composto da persone con disabilità. L’8 dicembre 2015, a distanza di 11 anni dal suo debutto, Simone torna con il nuovo singolo Solo cose belle, che anticipa l’album #Felice, uscito nel marzo 2016.

Macbeth Underworld, il regista Thomas Jolly a Fattitaliani: l'opera è un incubo, una giostra sinistra e macabra. L'intervista

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Il pubblico dell'opera è piacevolmente "abituato" ai grandi titoli popolari riproposti di volta in volta in una chiave tradizionale o innovativa, ma la musica e il libretto sono sostanzialmente quelli.
Quante volte abbiamo letto delle "prime" del passato, quando un nuovo allestimento è andato incontro a un immediato flop o enorme successo: le reazioni del pubblico, le critiche della stampa, i sentimenti del compositore, del librettista, del regista. Ancora oggi non ci sono molte occasioni per rivivere tali esperienze: ce la fornisce l'Opéra La Monnaie di Bruxelles che ha inaugurato la nuova stagione con un'opera tutta nuova di "zecca", per la quale non sono possibili paragoni con altre versioni perché tutto è una inedita creazione. In scena fino al 5 ottobre c'è "Macbeth Underworld" (cast) che, ispirata ovviamente al testo shakesperiano, è stata composta da Pascal Dusapin -quattro anni dopo la sua ultima composizione "Penthesilea"- su richiesta del teatro dell'opera brussellese e dell'Opéra Comique di Parigi. 
Con il suo librettista Frédéric Boyer, si immerge negli angoli più bui dell'anima umana e dei due personaggi tra i più emblematici del male nell'uomo: i Macbeth. La regia è stata affidata a Thomas Jolly, il giovane prodigio francese del repertorio shakespeariano, e ad Alain Altinoglu il compito di restituire l'intensità drammatica e la ricchezza vocale e orchestrale della partitura.
Il risultato è sorprendente. Non c'è un elemento che non sia al suo posto. Ogni cantante al massimo livello (le tre sorelle EKATERINA LEKHINA, LILLY JØRSTAD, CHRISTEL LOETZSCH cantano in maniera sovraumana), eccellente la direzione musicale, il libretto è meravigliosamente preciso, intenso, drammatico, i personaggi e la scenografia s'incastonano in un insieme superlativo. La musica di Dusapin è immensa. La regia altrettanto. Come ogni novità, c'è bisogno di riascoltarla e risentirla a più riprese, ma i requisiti perché diventi un classico ci sono tutti. Fattitaliani ha intervistato il regista Thomas Jolly, soddisfattissimo della risposta del pubblico alla prima.
"È emozionante -ci dice- perché nessuno l'aveva mai sentita prima, mai vista, dato che quest'opera non è stata mai cantata finora, e dunque è davvero emozionante quando una nuova creazione viene realizzata e il pubblico la recepisce. Credo che l'abbia recepita (forse va chiesto direttamente agli spettatori): ma a giudicare dalla reazione e dagli applausi lo spettacolo ha avuto successo ed è un'immensa gioia per me."
Il senso di responsabilità di una première è ancora più grande quando si tratta di una prima assoluta per il debutto della nuova stagione delle Monnaie?
Esattamente. Devo vivamente ringraziare La Monnaie perché ha mostrato coraggio e audacia nell'inagurare la stagione con due creazioni: con "Macbeth Underworld" ma anche con "Le silence des ombres" e io sono un regista che finora non ha diretto che tre opere. È davvero un atto coraggioso e audace da parte del Teatro e di Peter de Caluwe (intervista) aprire la stagione con il "rischio", che è anche sinonimo di "energia" nel senso che qualche volta per ottenere il successo bisogna accettare il pericolo di poter perdere. Per me è questo il senso di correre un rischio. E qui è andata bene.
Ho avuto la sensazione e l'impressione che Lei abbia messo la sua intera esperienza teatrale nella regia di "Macbeth Underworld"...
È un po' vero: le confesso che Shakespeare è un autore che ho frequentato molto, è una teatralità - e anche la musica di Dusapin me lo permette - che io adoro: le piccole cose, le tante astuzie del sistema funzionano. La magia funziona e ammetto di aver voluto, effettivamente, utilizzare il mio linguaggio teatrale artigianale e l'opera stessa richiede un insieme di tali elementi di cui io non mi sono privato.
Su quali elementi la sua regia ha incontrato immediatamente la musica di Dusapin?
Quando ho incontrato Pascal Dusapin la partituta non era ancora completa: ma bisognava comunque che io costruissi il mio progetto registico. L'ho invitato dunque a parlarmi della sua musica utilizzando aggettivi ed espressioni che io ho trascritto: ho perciò messo su la regia senza aver ascoltato la musica. Dopo sono arrivate le prove con il piano, ho fatto qualche aggiustamento ma è stata circa una settimana fa che io ho sentito interamente la musica. Riconosco che è stata una fortissima emozione vedere all'improvviso la traduzione musicale di ciò che Pascal mi aveva detto perché io ho dovuto lavorare senza la musica, dato che non c'erano registrazioni ed era questo il rischio. Il rischio è stato corso e affrontato, e ne usciamo contenti, stanchi ma felici perché tutto questo rischio alla fine si è tramutato in successo.
Che commento Le piacerebbe avere da parte del pubblico?
Quando non si ama qualcosa, beh lì non c'è molto da fare, non sono io a decidere. Io spero sempre che il pubblico abbia recepito l'opera, che abbia interiorizzato la storia di Shakespeare e l'adattamento di Frédéric Boyer, la musica di Pascal Dusapin grazie alle immagini e alla messa in scena che ho realizzato, al canto degli artisti... Il più bel commento dunque sarebbe "grazie, ho ben recepito l'opera".
La scenografia sembra corrispondere perfettamente all'impianto generale...
Vero. È un incubo, una giostra sinistra e macabra che rinchiude i personaggi dove la scenografia è sempre in movimento, proprio come in un sogno, anzi un incubo, dove lo spazio ininterrottamente è sul punto di una continua metamorfosi ed è grazie al talento di Bruno de Lavenère che l'ha realizzata e con cui non avevo mai lavorato - un altro rischio - che ogni cosa è andata bene. Forse potrebbe apparire presuntuoso dirlo, ma siamo davvero contenti.
Il lavoro che insieme avete fatto è serio, puntuale, perfetto e allo stesso tempo con una punta d'ironia per dire che tutto è vero ma nell'ambito del racconto... è così?
(ride, ndr) Sì. Ha ragione quando parla d'ironia. Quello che Frédéric Boyer e Pascal Dusapin volevano è che Macbeth e Lady Macbeth fossero i giocattoli degli altri personaggi che quindi si divertono con loro, facendo loro rivivere la storia, il crimine, la colpa. Giocano con loro e penso che l'ironia venga da qua. Un altro aspetto ironico è quello di mostrare le astuzie e i trucchi del teatro per esempio il coltello che vola, le tre streghe che si divertono con una canna da pesca facendo credere sia un pugnale. Tutti questi elementi creano una complicità con il pubblico e sortiscono un effetto ironico. Giovanni Zambito.

Thomas Jolly
Né à Rouen, Thomas Jolly intègre en 2001 la formation professionnelle d’ACTEA, tout en préparant une licence d’études théâtrales à l’Université de Caen. Deux ans plus tard, il entre à l’École supérieure d’art dramatique du Théâtre National de Bretagne, à Rennes. À l’issue de sa formation, il fonde avec quelques compagnons de route La Piccola Familia. Il met en scène Arlequin poli par l’amour (Marivaux) en 2007 et, en 2009, Toâ (Sacha Guitry), couronné par le Prix du public du Festival Impatience au Théâtre de l’Odéon à Paris, et Piscine (pas d’eau) de Mark Ravenhill. À partir de 2010, il travaille sur la pièce Henry VI de William Shakespeare, un spectacle-fleuve de dix-huit heures dont il crée les deux premiers épisodes en 2012. 21 Le troisième épisode voit le jour en 2013, année durant laquelle Thomas Jolly met en scène Box Office, un texte du jeune auteur Damien Gabriac. Il crée le quatrième et dernier épisode d’Henry VI en 2014 ; le spectacle est alors donné dans son intégralité au Festival d’Avignon. En 2015, il entreprend la création de Richard III, concluant ainsi ce cycle shakespearien. La même année, il reçoit le Prix Jean-Jacques Gautier – SACD et le Molière de la mise en scène d’un spectacle de Théâtre Public pour Henry VI. En 2016, il présente à Avignon, avec la Piccola Familia, Le Ciel, la nuit et la pierre glorieuse, un feuilleton théâtral en plein air retraçant l’histoire du Festival en seize épisodes. En parallèle, il conçoit avec Damien Gabriac Les Chroniques du Festival d’Avignon, un programme court diffusé sur France Télévisions. À l’opéra, Thomas Jolly ouvre la saison 2016-17 de l’Opéra de Paris avec Eliogabalo (Cavalli). Il met ensuite en scène Fantasio (Offenbach) à l’Opéra Comique à Paris. En 2018, il crée Thyeste de Sénèque, en ouverture de la 72e édition du Festival d’Avignon dans la Cour d’honneur du Palais des Papes.

CONTINGENTE TRIENNALE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA ALL’ESTERO PER GLI ANNI SCOLASTICI 2020/2023

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Nelle prossime settimane sarà avviata la definizione da parte delle RR.DD. di revisione degli organici del personale dirigente, docente e Ata che afferiscono ai posti presso le scuole statali, paritarie, straniere ed internazionali, i lettorati, le iniziative per la lingua e la cultura italiana all’estero ex art. 10 del d.lgs 64 del 2017, gli uffici scolastici di ambasciate e consolati. 
Le ambasciate dovranno far  pervenire  al MAECI  - avvalendosi, ove presenti, anche dell’apporto dei dirigenti scolastici - una proposta complessiva per paese di accreditamento, dopo l’opportuno coordinamento con gli uffici consolari dipendenti, secondo le indicazioni operative allegate, corredandola di un parere unico e di ogni altra indicazione che si ritenga utile. La proposta di contingente, riferita all’anno scolastico 2020/2021, andrà formulata tenendo conto dei piani paese trasmessi e degli obiettivi qualitativi e quantitativi fissati. per quanto concerne le iniziative di promozione della lingua italiana ex art. 10 del d.lgs. 64/2017, ossia le attività didattiche e i corsi extra-curricolari che coinvolgono più scuole, si vorrà tenere conto della possibilità di impiego non solo di docenti della primaria e secondaria di primo grado ma anche di quelli della secondaria di secondo grado. Nella formulazione di eventuali richieste in tal senso, si vorrà avere cura nel descrivere comunque le caratteristiche delle istituzioni scolastiche interessate a recepire un docente ministeriale. Tali proposte dovranno essere corredate dal parere scritto  delle OO.SS. firmatarie del CCNL presenti sul territorio.

Macbeth Underworld a La Monnaie: il coraggio di esplorare il futuro dell'opera. La recensione

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Prima assoluta della nuova creazione del compositore francese Pascal Dusapin su libretto di Frédéric Boyer. Regia di Thomas Jolly (intervista)(cast).

Come in un viaggio nel mondo sotterraneo della psiche di Macbeth, la fantasia prorompente di Thomas Jolly, vitalissimo regista di «Macbeth Underworld» in prima mondiale a La Monnaie di Bruxelles, fantasia nutrita dalla lunga frequentazione con le opere di Shakespeare - e con la straordinaria energia vitale che sprigionano! - ma arricchita anche da un effervescente e velatamente autoironico côté gotico\noir, costruisce un intrigante racconto fantastico "parallelo" alla complessa musica di Pascal Dusapin e crea una struttura narrativa forse più leggera rispetto alla profondità della musica: struttura che prende l'attenzione dello spettatore abituato all'opera ma che ha lo charme e le potenzialità per incollare alla poltrona di un teatro d'opera anche un millennial o un adolescente brufoloso cresciuti a web e a Harry Potter. È in questa innovazione stilistica una delle chiavi della riuscita di questa assai coraggiosa commissione della Monnaie, che conferma la sua vocazione di Opera della capitale d'Europa: un approccio consapevole del valore della tradizione ma nel contempo innovativo, che porta materia e aria nuova in un mondo come quello dell'opera purtroppo percepito dal grande pubblico come elitario, polveroso, stantio e destinato altrimenti alla consunzione per l'eterna ripetizione, seppur  in forme diverse, delle opere del passato. 
Jolly osa, disinvolto e sicuro, adoperando uno stile dinamico, giovane, energetico, vitale, a tratti esplosivo che, pur mantenendo una qualità "alta", finisce per inventare un percorso scenico-narrativo che ha il sex appeal di un fantasy: chissà, forse anche Shakespeare si sarebbe divertito a vedere questa sorta di colto bricolage nella sua opera, smontata e rimontata in una ri-creazione che nella perfetta coerenza narrativa d'insieme svela un lato ironico, una sorta di doppio fondo da divertissement come certi quadri iperrealisti che nella sovraccarica perfezione volutamente retorica del dettaglio rivelano una ironia sottostante! 
Frédéric Boyer il librettista ha costruito una impalcatura dove le note di Dusapin si sono appoggiate, incorporate, incrostate ma anche separate e allontanate, in un viaggio che segue soltanto le sue proprie regole interne: del resto chi capisce la natura delle note sa bene che la musica può a volte anche appoggiarsi alle parole, ma mai se ne farà asservire! 
È Shakespeare ma è anche fantasy, è un'esegesi di Macbeth ma è anche un déplacement della coppia Macbeth in una situazione emotiva «ex post» ove si mischiano passato e presente, è una narrazione dove l'attenzione è spostata dal crimine al legame della coppia e che forse vuole andare addirittura oltre la stessa coppia-Macbeth, in direzione di una sorta di archetipo della narrazione operistica, verso un luogo scenico-musicale dove le tre magnifiche streghe fate dalla voce sovrumana, l'enfant, la coppia diabolica, la perfetta scenografia, i bei costumi, la musica complessa - fra reminiscenze liturgiche, cinguettii d'uccelli e referenze elisabettiane - partiti dalla concreta vicenda shakespeariana con libertà si muovono in una direzione che invece che sul «racconto» vuole farci riflettere sul «raccontare». Giovanni Chiaramonte.

“Femmes” di Emanuela Mari, il Varietà sulla Belle Époque, dal 27 settembre al Petrolini di Roma

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Lo splendente Varietà “Femmes” sulla conturbante Belle Époque, e non soltanto, firmato Emanuela Mari, con collaborazione al testo di Salvatore Scirè, grazie al suo straordinario successo, giunge alla sua seconda stagione, ed è in programmazione al Teatro Petrolini dal 27 settembre alle ore 21,00 con replica il 28 settembre sempre alle ore 21,00 ed il 29 settembre in pomeridiana ore 19,00.

Un affresco piacevolissimo di grande effetto scenico e godibilità per il pubblico che abbraccia ogni forma di spettacolo e quindi per tutti i gusti: arie d’operetta interpretate dalle voci di Emanuela Mari e Mauro Ceccarelli (la serata del 28 avremo a sostituzione Valerio Aufiero) accompagnati al pianoforte dal maestro Massimiliano Franchina) ; un affascinante angolo di teatro puro dedicato alla “divina” Eleonora Duse (interpretato dall’ attrice Antonella Arduini, su testo appositamente scritto dall’autore di soggetti teatrali Salvatore Scirè); due quadretti di raffinatissimo burlesque, di cui uno dedicato alla conturbante figura di Mata Hari (intepretata dalla performer Mad Cat) e l’altro si rivelerà come un’originale sorpresa per gli spettatori (ad opera della performer Elektra Kiss).

Presente anche il balletto classico (ispirato alla “Paris de fin du siècle”, per arrivare al grande Charlie Chaplin) con la danzatrice Fabiola Zossolo.  Immancabile il Can Can (animato da Sofia Ronchini e Giulia Catalucci, su coreografie di Susanna Serafini, titolare dell’Istituo superiore di Danza) e, dulcis in fundo, una vera e propria “chicca” riguardante uno dei balli statunitensi appena approdati a Parigi ai primi del 900: il Ragtime.
La presenza di una dolcissima “midinette” (interpretata da Monica Fiore) farà da “trait d’union” ai vari momenti dello spettacolo, rivelandosi
essere – soltanto alla fine – un’altra delle donne più significative dell’epoca. Chi? Lo saprete a teatro!

Insomma un autentico e coloratissimo varietà, che offrirà al pubblico un meraviglioso cammeo sulla bellezza femminile espressa attraverso ogni 

forma d’arte (pittura, recitazione, canto, musica, danza) e che proietterà gli spettatori in un mondo fantastico, straordinario e scintillante.
L’artista messicano MIGUEL ANGEL ACOSTA LARA ha messo a disposizione dello spettacolo una delle sue bellissime opere ispirate alla donna, presente come immagine di scena e nella locandina da lui stesso curata. 

Tecnico audio-luci: Pierfrancesco Galeri
Media partner Fashion Luxury di Roberto Mercuri.
Comunicazione a cura di Ester Campese

Milano Fashion Week, i vincitori social delle singole giornate

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Torna, in occasione della Milano Moda Donna, l’Instagram Fashion Index di Blogmeter che incorona i brand più coinvolgenti su Instagram nei singoli giorni delle sfilate milanesi.

In occasione di Milano Moda Donna Blogmeter, società leader in social media intelligence torna con l’#InstagramFashionIndex, il primo osservatorio di settore dedicato alle performance social dei Brand della moda che hanno sfilato secondo il calendario ufficiale di Camera Nazionale della Moda dal 18 al 23 settembre 2019.
Durante i sei giorni della manifestazione, Blogmeter ha monitorato le performance dei Brand attivi su Instagram incoronando ogni giorno il Brand che ha creato maggiore engagement tra gli utenti.
In attesa del report completo che analizzerà i risultati social dell’intero evento e che verrà inviato domani mattina, passiamo in rassegna i vincitori di ogni giornata:
Day 1 – 18 settembre 2019
Regina del primo giorno di sfilate è Alberta Ferretti, che con un engagement di 94mila supera un'altra maison italiana protagonista della giornata: Prada.


Day 2 – 19 settembre 2019
Vincitore del secondo giorno è Fendi(149mila di engagement), che con un parterre affollato di celebrities internazionali e VIP italiani (Chiara Ferragni e consorte in prima fila) vince con un post con protagonista la giovane cantautrice americana, Sabrina Carpenter.

Day 3 – 20 settembre 2019 
Un engagement da record (627mila) per Versace, che lascia tutti a bocca aperta facendo sfilare una splendida Jennifer Lopez in una riedizione del celeberrimo Jungle Dress – indossato dalla diva latina ai Grammy del 2000 e che è entrato nella storia perché fu così cercato su internet da aver spinto Google a sviluppare la funzione Google Images.

Day 4 – 21 settembre 2019
Anche l’Instagram Fashion Index incorona Giorgio Armani, con un engagement di 227mila. Non sorprende che il post che ha creato più interazioni veda protagonista proprio Re Giorgio, attorniato a fine sfilata dalle sue modelle fasciate delle splendide creazioni della maison italiana.

Day 5 – 22 settembre 2019
A chiudere il weekend di sfilate ci pensa Gucci, che si aggiudica il premio per il brand più engagement (401mila interazioni) della quinta giornata di sfilate sulle passerelle milanesi. Alessandro Michele mette in scena un evento volutamente disturbante, con i modelli chiusi in camice di forza che sfilano su un tappetto mobile in un’atmosfera sterile. 

Blogmeter vi dà appuntamento domani con il report completo dedicato alla Fashion Week Milanese, in cui verranno svelati i vincitori assoluti della Fashion week Milanese e molti altri insight, su influencer e contenuti più coinvolgenti della settimana.


Nato a Xibet, dal 3 ottobre al cinema il film del palermitano Rosario Neri

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(trailer) Dopo il grande successo ottenuto all’anteprima di Caltanissetta presso il Cinema Palazzo Moncada, il 3 ottobre 2019 esce nelle sale italiane Nato a Xibet.

Scritto e diretto dal palermitano Rosario Neri, il film è un moderno affresco della Sicilia di un tempo, caratterizzata dai mestieri che si tramandano di padre in figlio, dalle botteghe degli artigiani sempre aperte e da un senso di appartenenza talmente profondo che rimane dentro anche nelle persone che, da quei luoghi,decidono di andarsene.
Il lungometraggio nasce dall’incontro tra il regista e Maurizio Macelloni, della toscana Lorebea Film Production, che, figlio di madre siciliana, si è innamorato del progetto fin dall’inizio, impegnandosi nella sua realizzazione il più possibile.

Sinossi: Pietro La Paglia è nato e cresciuto a Calascibetta, un piccolo paese dell’entroterra siciliano in provincia di Enna, dove ha sempre aiutato il padre, che di lavoro fa il pastore, e la famiglia, a discapito dei propri sogni. Il suo destino sembra segnato, ma Pietro ha talento e, una volta adulto, decide di lasciare la propria terra per farsi una nuova vita al Nord. 
Diventa, così, un fotografo professionista, ma la nostalgia della sua terra non lo abbandona, e un giorno decide di tornare: davanti ai suoi occhi scorrono le immagini di quando era ragazzino, le fatiche, gli stenti, i luoghi della sua infanzia, le botteghe
artigiane, i pastori e i contadini. Nei suoi ricordi si incrociano anche le storie delle persone che incontra: quella del maestro Domenico Mauro, il grande artista che “pittava” i carri siciliani; la “fuitina” d’amore di una giovane coppia e del matrimonio riparatore celebrato con la festa in campagna; le conversazioni dal barbiere del paese in cui si parla di tutto e si ascolta la musica suonata dal vivo. 
Nel viaggio di ritorno Pietro riflette sui cambiamenti che ha visto, sulla trasformazione che i luoghi della sua infanzia hanno registrato negli anni, e capisce che, anche se non è più come lui se la ricordava, la Sicilia gli rimane dentro.

Daniela Poggi nel film "Dillo al mare" di Riccardo Sesani, “Una storia drammatica, difficile e complessa da raccontare”

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Nella splendida cornice di Ronciglione, sul lago di Vico, sono in corso le riprese del nuovo film di Riccardo Sesani: “Dillo al mare” tratto dall’omonimo romanzo breve di Margot Sesani.

È la storia di due giovani amanti, entrambi orfani, Delfo e Salina, lui scultore, lei musicista, con un drammatico destino in comune; un ragazzo e una ragazza con un bisogno di introspezione che, proprio per questo, con l’arrivo della primavera, prendono in affitto da una strana, riservata e generosa musicista, una casa affacciata sul mare, per cercare di rimettere in ordine le proprie, tormentate e confuse esistenze. Ed è in questa casa sul mare, che è anche luogo della mente, che i ricordi, come detriti depositati sul fondo, riemergono prepotenti alla prima tempesta. Piano piano, Emma, così si chiama la signora della villa, entra nelle esistenze e nel passato dei due ragazzi, così come loro ascoltano e partecipano alle stravaganze della signora Emma. Delfo e Salina vengono sempre più risucchiati nelle spire di Emma, anche perché la signora, si pone nei loro confronti in maniera amorevole, comprensiva ed attenta alle loro problematiche. La confidenza aumenta con il passare del tempo, al punto che Emma ricorre più volte al loro aiuto nei momenti di crisi, causati da una grave malattia che lei cerca di nascondere. Per Delfo e Salina la signora Emma sta diventando qualcosa di più di una semplice padrona di casa, invadendo inevitabilmente il loro privato, fino al punto di generare un’inquietudine sempre più grande soprattutto in Salina, fino al punto che la ragazza sparisce per un po’ di tempo creando in Delfo e nella signora Emma angoscia e paura per la sua scomparsa. Salina
La nuova opera del regista de “Una furtiva Lacrima” e “Un caso d’amore” vede come protagonisti Daniela Poggi nel ruolo di Emma, Gianluca Potenziani nel ruolo di Delfo, Giulia Todaro nel ruolo di Salina. “Una storia drammatica, difficile e complessa da raccontare”, secondo il regista, che ha scritto anche la sceneggiatura “la trama porta i personaggi in un confronto drammatico, per poi gettarli nella più profonda disperazione, quando scoprono la verità sul proprio passato”.
Il film è prodotto da Alberto De Venezia per Ipnotica Produzioni srl, da Anne Garcia per Ponnto Production srl, da Potenziani srl STP e grazie al contributo della Regione Lazio Film Commission. Verrà distribuito nelle sale cinematografiche nel 2020.
La troupe vede come direttore della fotografia Dario Germani, trucco Beatrice Aru, costumi Antonella Balsamo, scenografia Tonino Di Giovanni, suono Massimiliano Baccella, montaggio Andrea d’Emilio, produttore esecutivo Daniele Malavolta.
La produzione ringrazia per le facilitazioni sul territorio Tullio Morganti e Italo Leali.

Meditazione, i benefici e i motivi del successo di un mercato in crescita del 67%

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Lo stress dalla routine lavorativa e il logorio della vita moderna sono un problema sempre più diffuso. Una condizione negativa che spinge un numero sempre maggiore più persone a fruire di tecniche come la meditazione per migliorare la qualità della propria esistenza. Ed è un vero e proprio boom.
Basti pensare che, secondo un’indagine americana pubblicata dalla CNBC, questa disciplina viene praticata da oltre il 14% della popolazione, quasi 20 milioni di persone, e che, secondo quanto riferito dal Global Wellness Summit 2019, il mercato della meditazione vale oggi solo negli USA 1,2 miliardi di dollari, cifra destinata a toccare quota 2 miliardi nel 2022. A contribuire alla popolarità del trend ci sono anche numerose celebrities, che hanno deciso di abbracciare quest’antica pratica orientale per ritrovare la serenità: da David Lynch, che ha affermato di meditare almeno due volte al giorno, a Oprah Winfrey, che ne ha fatto un vero e proprio stile di vita, da Michael Jordan a Clint Eastwood, fino ad arrivare a Will Smith, che ha costruito uno spazio appositamente dedicato alla meditazione tra le mura domestiche, e alla campionessa di tennis Bianca Andreescu, reduce dal successo contro Serena Williams. Ma quali sono i benefici della meditazione? Secondo una ricerca pubblicata sul Time, tra i vantaggi principali figura l’alleviamento dei sintomi di ansia e depressione, e la riduzione dei livelli di cortisolo nel sangue, conosciuto anche come ormone dello stress. E ancora, secondo una ricerca della Harvard University pubblicata sul Washington Post, la meditazione migliora l’attività della corteccia cerebrale e aumenta la soglia della concentrazione. Infine, per essere più felici, bastano invece 15 minuti di meditazione al giorno, secondo una ricerca pubblicata su Forbes.
Un fenomeno che sta raccogliendo sempre più appassionati anche in Italia, dove si moltiplicano i corsi e i gruppi di meditazione, oltre alle pubblicazioni dei maggiori esperti della tecnica. “I vantaggi della meditazione per il benessere psicofisico sono riconosciuti dal mondo scientifico, sempre più persone ne sono coscienti e scelgono quindi di affidarsi a questa preziosa e antica pratica; si tratta però di un procedimento estremamente raffinato da apprendere, che va realizzato attraverso tappe precise – spiega Andrea Di Terlizzi, fondatore della casa editrice Inner Innovation Project e coautore del libro “La Meditazione” assieme a Antonella Spotti – La meditazione è uno stato di coscienza che può letteralmente cambiare la vita di una persona, sviluppando capacità percettive e introspettive totalmente al di fuori della portata comune. Trasformarla in un giocattolo da usare a tempo perso rappresenta la perdita di una grande opportunità. Per questo motivo il mio consiglio è di approcciarsi alla disciplina con la massima serietà, comprendendo come la cura del corpo e della mente siano strettamente correlati. La meditazione ha scopi che vanno ben oltre il benessere psicofisico, perché influisce sugli aspetti più profondi di ognuno di noi, portando alla luce potenziali insospettabili”.
Ma non è tutto, perché numerosi studi hanno riscontrato effetti benefici della meditazione anche sulla produttività lavorativa. Una ricerca dell’American Psychological Association e pubblicata su Business Insider ha infatti dimostrato come la meditazione permetta di gestire al meglio emozioni negative come frustrazione e rabbia, migliorando in questo modo la produttività. E ancora, secondo una ricerca pubblicata dalla BBC, meditare aiuta a essere più creativi nella risoluzione dei problemi e avere nuove idee per migliorare, oltre ad agire in modo positivo sullo stato d’animo per tutta la giornata. Basti pensare che numerose grandi aziende globali come Nike, Apple, Disney e Google hanno implementato la meditazione all’interno del programma di benessere generale per i loro dipendenti. Dello stesso avviso è la dott.ssa Sara Lazar, ricercatrice in neuroscienze all’Harvard University, che al Washington Post ha dichiarato: “Abbiamo effettuato numerosi studi sulle attività cerebrali di giovani lavoratori che non avevano mai provato la meditazione, sottoponendoli a un programma di 8 settimane. I risultati ottenuti sono stati sorprendenti, soprattutto a livello dell’amigdala, parte del cervello che gioca un ruolo fondamentale nella gestione di ansia e stress. Tra i numerosi vantaggi che sono stati riscontrati figurano una migliore produttività lavorativa, una soglia di attenzione più alta e una maggiore capacità di prendere decisioni, influenzando in maniera positiva le loro performance”.
Ecco infine il decalogo dei benefici della meditazione secondo gli esperti:
Allevia i livelli di stress: meditare permette di ridurre l’infiammazione cellulare causata dallo stress, abbassando notevolmente i livelli di cortisolo.
Migliora la salute emotiva: la pratica della meditazione aiuta a migliorare l’autostima e il senso di ottimismo, riducendo i livelli di ansia e negatività.
Incrementa la capacità di attenzione: grazie alla meditazione è possibile restare focalizzati più a lungo sui propri obiettivi, evitando possibili distrazioni.
Riduce i livelli di pressione arteriosa: permette di mantenere il cuore in salute e di essere meno a rischio di infarti e altre patologie.
Garantisce una maggiore produttività lavorativa: chi pratica la meditazione tende ad avere migliori performance qualitative, oltre a essere più efficiente e creativo.
Può essere praticata in qualsiasi luogo: esistono diverse tecniche di meditazione, praticabili ovunque, da soli o in gruppo.
Riduce la perdita di memoria: aiuta a ostacolare il decadimento cerebrale e a mantenere la mente giovane.
Aiuta a perdere peso: se abbinata ad una corretta alimentazione e a uno stile di vita equilibrato, permette di raggiungere una perfetta forma fisica.
Permette di riscoprire la consapevolezza di se stessi: la meditazione aiuta a sviluppare al massimo le proprie potenzialità e a relazionarsi al meglio con gli altri.
10.   Allevia i sintomi di depressione e stress legati al logorio della vita moderna: da diversi studi è emerso come la meditazione possa risultare fondamentale nell’alleviare queste condizioni.

Andrea Tidona in "AMICI, AMANTI" al TEATROSOPHIA dal 26 Settembre al 6 ottobre

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Dopo il grande successo de La Cena, che ha aperto la prima stagione di Teatrosophia, torna sul palco diretto da Guido Lomoro, Andrea Tidona, questa volta in scena con Carla Cassola. In scena dal 26 settembre al 6 ottobre Amici, Amanti un delicato, intenso, emozionante testo che racconta l'amore.

L' amore come può essere a tutte le età: dall'infanzia alla senescenza. E siccome di parla dell'amore reale, non di quello ideale, o idealizzato, inevitabilmente si parla di tutte le sue sfaccettature. 
Perciò in questo testo di sapiente scrittura teatrale e di limpida conoscenza dell'animo umano troveremo ironia, malinconia, esaltazione, umorismo, cattiveria, tenerezza, passione.

Amici, amanti

con Andrea Tidona e Carla Cassola

dal 26 settembre al 6 ottobre

dal giovedì alla domenica 

ore 21.00 / domenica ore 18.00

Biglietto17 € + 3€ (tessera associativa teatro)

Teatrosophia

via della Vetrina 7

Tel: 06 68801089 / 375 5488661 

Mail: info@teatrosophia.com

Sito: www.teatrosophia.com

PALERMO, 28 e 29 settembre a PALAZZO DE GREGORIO FIERA DELL'ARTIGIANATO “MIA SICILIA"

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Il 28 e 29 settembre si terrà a Palermo la seconda edizione di MIA SICILIA – Fiera di artigianato d’eccellenza, ad ospitare sarà Palazzo De Gregorio in via dell’Arsenale 132.

Saranno oltre 30 gli espositori in questa manifestazione organizzata dall’associazione ArtisticaMente.
In mostra ci saranno pitture, ceramiche, gioielli, borse, abbigliamento e tanto altro, tutto realizzato a mano.
Tra le novità di quest'anno  la presenza del pittore Filippo Lo Iacono, artista palermitano pluripremiato, che allestirà una sua personale all’interno della splendida sala museo.
Ad arricchire il tutto anche la presenza del professore Gaetano Basile, socio onorario dell’Associazione Regioniamo Sicilia.
In entrambe le giornate previsti maestri pasticceri che realizzeranno dal vivo  le migliori creazioni dolciarie.
La tradizione dell’artigianato e l’innovazione nelle forme e nei materiali saranno l'attrattiva della manifestazione.
L’orario di apertura al pubblico è dalle 10 alle 20 e l’ingresso è gratuito. 
In foto uno dei quadri del maestro Lo Iacono.

Milano Fashion Week: il Jungle Dress di Versace e Jennifer Lopez sbancano internet

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In occasione della Milano Moda Donna, Blogmeter ha analizzato le performance social dei fashion brand con l’Instagram Fashion Inde.

Milano, 24 settembre 2019 - In occasione di Milano Moda Donna Blogmeter, società leader in social media intelligence torna con l’#InstagramFashionIndex, il primo osservatorio di settore dedicato alle performance social dei Brand della moda che hanno sfilato secondo il calendario ufficiale di Camera Nazionale della Moda dal 18 al 23 settembre 2019.
Durante i sei giorni della manifestazione, Blogmeter ha monitorato le performance dei Brand attivi su Instagram realizzando un white paper che individua i principali trend della settimana della moda milanese. In una settimana che resterà alla memoria per la leggendaria passerella di Jennifer Lopez in una rivisitazione del Jungle dress di Versace, sono molti i brand che si distinguono grazie a una content strategy particolarmente curata.
Ecco alcuni degli highlights:

QUALITÀ E NON QUANTITÀ PER COINVOLGERE I FOLLOWERS

Versace mette la barra altissima per gli altri brand, segnando un engagement da record nella settimana nonostante il numero di post relativamente contenuto e una follower base nutrita ma non ai livelli di Gucci. L’ottima performance è risultato della collaborazione con Jennifer Lopez e Google e, soprattutto, di una content strategy curata e ben equilibrata –  a testimonianza del fatto che non sono i grandi numeri di followers quanto piuttosto l’attenzione al contenuto a rendere una strategia vincente.


VERSACE È IL FASHION BRAND CON MAGGIORE ENGAGEMENT
Versace vince a mani basse in termini di engagement della settimana (con un incredibile 3,7 milioni) forte della collaborazione a sorpresa con Jennifer Lopez per celebrare l’iconico Jungle Dress. Stacca nettamente Gucci (1,2 milioni) e Moschino (1,1 milioni).

GUCCI REGISTRA LA MAGGIORE CRESCITA DI FOLLOWERS DURANTE LA SETTIMANA DELLA MODA
Gucci registra il più alto aumento di net followers durante la Milan Fashion Week (+170K), che vanno ad aggiungersi a una fan base tra le più numerose nel panorama dei brand di moda italiani. Seguono Versace (+140K) e Prada (+122K fans). 

MENO INFLUENCER: I PIÙ SOCIAL SONO BRAND, DIRETTORI CREATIVI E TOP MODEL
Grandi assenti dalle classifiche di quest’anno sono le influencer: i contenuti delle social icon nostrane o internazionali non hanno creato interazioni quanto invece i post pubblicati dai brand stessi o dai direttori artistici e creativi (Donatella Versace e Jeremy Scott tra tutti). Menzione d’onore per le top model (come Kendall Jenner, Kaia Gerber e Adut Akesh), che seppur non utilizzando l’hashtag ufficiale  #MFW supportano i brand per cui sfilano pubblicando contenuti che vengono ampiamente apprezzati dalla loro fan base..

Per scoprire tutti gli insight, scarica il white paper Blogmeter Instagram Fashion Index: https://www.blogmeter.it/instagram-fashion-index-ss2020

Concorso estero, Terza integrazione sedi vacanti per nomine a.s. 2019/20

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CONCORSO ESTERO. PUBBLICATA SUL SITO DEL MIUR IN DATA ODIERNA LA TERZA INTEGRAZIONE ALLE SEDI VACANTI


Nasce “Your Italian Hub”, la nuova comunicazione italiana negli USA

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English below. NEW YORK - Grande successo all’ICE di New York per la presentazione di Your Italian Hub - la nuova società di comunicazione italiana negli Stati Uniti.
La newco nasce dall’esperienza del network editoriale i-Italy, che da oltre 10 anni racconta in lingua inglese l’Italia agli americani, e di Colavita Group, leader nel settore dell’agroalimentare italiano e tra i maggiori importatori e distributori di prodotti italiani negli USA.

Your Italian Hub offrirà un portfolio di servizi personalizzati di comunicazione alle aziende italiane che operano o si affacciano sul mercato americano.

Tra informazione e comunicazione

“Con i-Italy abbiamo sempre proposto agli americani un racconto integrato dell’Italia: dei suoi prodotti, della sua cultura, del suo territorio. Negli anni la testata si è evoluta da puro mezzo di informazione a produttore di comunicazione, raggiungendo centinaia di migliaia di americani che esprimono un forte desiderio di Italia. Oggi portiamo questa esperienza in un contenitore più grande e più ambizioso, che chiamiamo Your Italian Hub”. Lo ha spiegato Letizia Airos, direttore responsabile del network e co-fondatrice della nuova società con gli imprenditori Enrico e Giovanni Colavita, la giornalista Francesca Di Matteo, il consulente d’impresa Paolo Siniscalco e il professor Ottorino Cappelli. 

Perchè un “HUB”

L’approccio di Your Italian Hub è innovativo e strategico. Rivoluzionaria è infatti l’idea di un Hub di comunicazione, ossia una struttura aperta in cui “far convergere e coordinare competenze diverse in un’ottica integrata, che sappia ‘fare sistema’”, ha affermato Letizia Airos. Le fa eco Francesca di Matteo: “Il nostro Hub è un centro di professionalità interne ed esterne che collaborano per comunicare e promuovere al meglio l’Italia e il Made in Italy. Lo faremo attraverso l’uso strategico di due strumenti essenziali quando si comunica all’estero: la mediazione culturale e l’approccio sartoriale. Come mediatori culturali non ci limiteremo a tradurre in inglese il linguaggio promozionale dei nostri clienti, ma lo adatteremo ai gusti, alla mentalità, ai bisogni del pubblico americano; come abili sarti, creeremo una comunicazione personalizzata, cucita addosso e non prêt-à-porter. L’era della comunicazione di massa, standardizzata, è finita!”.

La comunicazione al centro

Al cuore della nuova società, dunque la comunicazione e l’internazionalizzazione, termini che il direttore dell’Italian Trade Agency di New York Maurizio Forte ha definito, nel suo saluto, un “binomio inscindibile”. “Gli USA sono il terzo mercato di destinazione per i prodotti italiani, eppure, fatta eccezione per le zone costiere e forse il Texas, si ha ancora scarsa conoscenza dei prodotti italiani” ha affermato Forte. “Questo perché nell’impostazione tradizionale, con cui operano molte imprese e a volte anche le istituzioni italiane, si parte dalla produzione, poi si passa alla distribuzione e infine si giunge alla comunicazione. Oggi non può essere più così. La comunicazione va messa al centro. Subito dopo la produzione bisogna pensare alla comunicazione.”

Pienamente d’accordo Giovanni Colavita, CEO di Colavita Usa, che da importatore e distributore di grandi brand italiani individua nella carenza di comunicazione il vero problema delle aziende italiane sul mercato internazionale. “La mia esperienza mi ha mostrato come troppo spesso anche grandi marchi, eccellenze del Made in Italy, abbiano difficoltà a posizionarsi bene all’estero. Pensare che essere grandi a casa propria voglia dire essere automaticamente conosciuti altrove, ha portato all’errore più grande: non investire in una corretta comunicazione. Il copia-e-incolla della comunicazione italiana nella lingua straniera crea danni irreparabili”.

E’ questa presa di coscienza che ha spinto il Gruppo Colavita a mettersi in gioco in questa nuova sfida di Your Italian Hub, come ha dichiarato il “decano” della famiglia, Enrico: “Ho sempre creduto che fosse vitale per l’internazionalizzazione delle imprese italiane realizzare una rete capace di presentarsi con una comunicazione studiata su misura per il paese target. Per questo – ha concluso Enrico Colavita – insieme ai miei giovani figli e nipoti ho preso la decisione di essere tra i co-fondatori, di Your Italian Hub”.

Comunicare con i giovani

I giovani americani sono un target di mercato fondamentale sia per il Made in Italy che per la cultura italiana. Roberta Cutillo, giornalista di 23 anni, ha illustrato con grande efficacia i passi da fare e gli errori da evitare per comunicare con loro. Innanzitutto abbandonare l’illusione di raggiungere i giovani puntando solo sui social. “Non bisogna sottovalutare la potenza dell’interazione personale” ha affermato. “Tra i giovani c’è sempre più voglia di esperienze diverse, di eventi speciali, ‘pop-up’. Serve la presenza fisica.” E ha concluso: “I più giovani in particolare stanno reagendo al surplus di informazioni sempre più impersonali e confuse che li inondano; sono alla ricerca di qualcosa di più che un semplice fornitore di news, cercano un vero e proprio punto di riferimento fidato nel quale identificarsi. Your Italian Hub si propone di essere questo, raccontando l’Italia di oggi, un’Italia che è cambiata e che continua a cambiare, a crescere”.

Due progetti per l’Hub

Ottorino Cappelli, docente all’Orientale di Napoli e Direttore del Master in “Internazionalizzazione e comunicazione del Sistema Paese” presso la Link Campus University di Roma, ha presentato due progetti speciali gestiti secondo la filosofia di collaborazione dell’“hub”. Il primo, con Link Campus University, è di aprire a New York una classe del master dedicata a giovani italiani che vivono negli USA e vogliano specializzarsi nelle tecniche di proiezione internazionale dell’Italia. Il secondo è una innovativa piattaforma digitale di business networking dedicata a far incontrare imprenditori, manager e professionisti sui due lati dell’Atlantico, realizzata dalla startup Italica s.r.l. Your Italian Hub collaborerà con Italica nell'implementazione di questa rete negli Stati Uniti.
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Meet “Your Italian Hub”
The New Italian Communication
in the U.S.


NEW YORK - Great turnout at the Italian Trade Agency in New York for the presentation of Your Italian Hub - a new comunication agency operating in the United States. The newco is born of the experience of the editorial network i-Italy, which for over 10 years has been covering all things Italian in English for Americans, and of the Colavita Group, a leading force of the Italian food industry and one of the main importers and distributors of Italian products in the US. 

Your Italian Hub will offer a portfolio of personalized communication services to Italian companies operating in or looking forward to the American market. 

From Information to Communication

“With i-Italy we have always provided Americans with an integrated image of Italy: its products, its culture, its territory. Throughout the years, our medium evolved from pure provider of information to a producer of communication, reaching hundreds of thousands of Americans who really have their own Italian Dream. Today, we bring this experience into a larger and more ambitious reality that we are calling Your Italian Hub,” explained Letizia Airos, the network’s editor-in-chief and co-founder of the new agency along with entrepreneurs Enrico and Giovanni Colavita, journalist Francesca Di Matteo, business consultant Paolo Siniscalco, and Professor Ottorino Cappelli. 

Why “HUB”?

Your Italian Hub’s approach is innovative and strategic. It will propose an open structure in which to “unite and coordinate different skills and expertises available to work as a team,” affirmed Letizia Airos. She was echoed by Francesca Di Matteo: “Our Hub includes internal and external professional figures who can collaborate in communicating and promoting the best of Italy and of Italian products. We will do that by adopting two approaches that are strategic when you communicate in a foreign country: cultural mediation and a sartorial approach. As cultural mediators, we will not simply translate into English the promotional language used by our clients in Italy, but rather we will adapt it to the tastes, the mentality, the needs of the American public; like skilled couturiers, we will create a personalized communication, tailored to fit, not ready-made. The era of mass, standardized communication is over!”


Communication First

At the core of the new agency are communication and internationalization: two terms, which the director of the Italian Trade Agency in New York Maurizio Forte defined as inseparable. “The US is the third destination market for Italian products, and yet, with the exception of the Coasts and of Texas, the knowledge of Italian products is still very limited,” he affirmed. “This because in the traditional model followed by many companies and sometimes by Italian institutions as well, production comes first and is followed by distribution and only later does one think about communication. Today, it can no longer be that way. Communication must be put at the center. Communication should come right after production.”

In full agreement, Giovanni Colavita, CEO of Colavita USA, who as an importer and distributor of major Italian brands finds the lack of communication to be the real problem for Italian companies on the international market. “My experience has shown me that too often even big brands, outstanding representatives of Made in Italy, have difficulty positioning themselves abroad. The illusion that being big at home means being automatically known everywhere else is what pushes them towards the worst possible mistake: not investing in adequate communication. Copy-pasting the Italian communication plan and transcribing it into a foreign language creates irreversible damage.”

It’s this realization that made the Colavita Group take on this new challenge with Your Italian Hub. As the family “patriarch” Enrico said: “I always believed that it is vital for the internationalization of Italian companies to learn how to develop a communication strategy tailored to the target market. For this reason - Enrico Colavita concluded - together with my children, nieces and nephews, we decided to become co-founders of Your Italian Hub.”

Communicating With Younger Generations

Young Americans are a fundamental target for Italian products and Italian culture. 23-year-old journalist Roberta Cutillo clearly described the steps to take and the mistakes to avoid in order to communicate with them. First of all, forgoing the illusion that you can reach young people using exclusively social media. “We shouldn’t underestimate the power of personal interaction,” she maintained. “Amongst younger generations there is an increasing desire for different experiences, special events, pop-ups. There needs to be a physical presence.” She then concluded: “Young people in particular are reacting to the increasingly impersonal and confused surplus of information by which they are being submerged, they’re looking for something more than yet another news provider, they want a point of reference they can trust, one they can identify with. Your Italian Hub promises to be just that, and to tell the story of today’s Italy, an Italy that has changed and continues to change and grow.”

Two Projects for the Hub

Ottorino Cappelli, Professor at the Orientale University in Naples and director of Rome’s Link Campus University’s Masters program “Internationalization and communication of the Sistema Paese,” presented two special projects which follow the cooperative “hub” philosophy. The first, in collaboration with Link Campus University, is to hold a course of their Master in New York, open to young Italians who live in the States and want to learn the techniques for projecting Italy to the world. The second is an innovative digital business networking platform for connecting entrepreneurs, managers, and professionals from the two sides of the Atlantic, realized by the Italian startup "Italica s.r.l". Your Italian Hub will collaborate with Italica in the implementation of such network in the United States.

Fine settembre intenso per Goffredo Palmerini: a Pesaro Arte&Cultura e al Premio Letterario Montefiore

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Premio alla Cultura al prestigioso “Montefiore” e ospite d’onore nel capoluogo marchigiano 

L’AQUILA - Sarà un fine settimana intenso per Goffredo Palmerini in un settembre impegnativo che negli altri weekend lo ha visto presente in Umbria, Campania e Toscana. Il 27 e 28 prossimi, infatti, sarà a Pesaro per la quinta edizione di “Pesaro Arte&Cultura 2019”, evento espositivo e letterario organizzato dall’Associazione culturale Verbumlandiart di Leccepressol’Alexander Museum Palace, un albergo unico nel suo genere per il suo valore artistico, luogo dove l’arte dell’accoglienza trova perfetto connubio con le arti figurative che l’impreziosiscono. Palmerini sarà Ospite d’onore dell’evento nel capoluogo marchigiano insieme al poeta modenese Sergio Camellini.

In programma,venerdì 27alle 18:30,il vernissage della Mostra d’arte che resterà aperta fino al 10 ottobre, con l’intervento della poetessa Yuleisy Cruz Lezcano, e a seguire la presentazione dei volumi “Girasoli al vento” e “Appuntamento in rosso” della scrittrice Annella Prisco, con l’intervento del prof. Giorgio Tabanelli, docente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, e della presidente di Verbumlandiart Regina Resta. L’indomani dalle ore 18:30 il Reading poetico “Insieme in Poesia…”, condotto dalla poetessa Annalena Cimino.

Domenica 29 settembre lo scrittore aquilano parteciperà, a Montefiore Conca (Rimini) uno dei Borghi più belli d’Italia, alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori del Premio Letterario internazionale “Montefiore”, IX edizione, che si terrà presso il Teatro Malatesta dalle ore 15. Nel corso della cerimonia, per unanime decisione della Giuria del Premio presieduta dell’insigne poeta e scrittore Hafez Haidar, docente all’Università di Pavia e candidato al Premio Nobel per la Letteratura, al giornalista e scrittore Goffredo Palmerini verrà consegnato il Premio alla Cultura con la motivazione: “Per l'impegno profuso in ambito culturale, attraverso un’intensa attività con le comunità italiane all’estero e prestigiose istituzioni culturali a carattere internazionale”.

Il Premio Letterario internazionale “Montefiore”,nato 9 anni fa dalla solida esperienza dell’Associazione Pegasus di Cattolica, istituzione culturale di grande rilievo non solo in Italia, si è caratterizzato negli anni per gli eccellenti esiti nel far emergere nuovi talenti in seno alla letteratura italiana ed estera e nel consolidare il valore di autori già affermati. Un premio di prestigio, dunque, che ogni anno cresce in termini di partecipazione, di eccellenza letteraria e qualità organizzativa, disponendo peraltro d’una Giuria di notevole valore guidata dal prof. Hafez Haidar e composta da Francesca Rossetti(giornalista), Jacqueline Monica Magi(scrittrice e critico), Maria Rizzi(scrittrice e operatrice culturale), Daniela Quieti (scrittrice e direttrice editoriale), Rina Gambini (critico e operatrice culturale), Paolo Montanari (giornalista e critico), Lisa Bernardini (giornalista e operatrice culturale), e Roberto Sarra– scrittore, editore, presidente dell’Associazione Pegasus – che del Premio è infaticabile organizzatore. Tutte le notizie sul Premio e i vincitori dell’edizione 2019 sono rinvenibili sul sito web https://www.premiomontefiore.it/.

Niente, esce il nuovo singolo di Boreale, brano pop dalle sfumature elettroniche

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Da oggi, giovedì 26 settembre, è in rotazione radiofonica “NIENTE” (Rumore di zona / The Orchard), il nuovo singolo di BOREALE, progetto di Alessandro Morini, cantautore romano ed ex membro dei Mary in June.

“NIENTE” è un brano pop dalle sfumature elettroniche, registrato e mixato allo Studio Nero di Roma e prodotto da Marta Venturini (Calcutta, Viito e molti altri).
In merito al nuovo singolo l’artista ha dichiarato:«Una sera fatta di accordi, di una canzone cantata insieme, di sguardi e complicità. “Niente”’ è un viaggio di esperienze, emozioni e sensazioni forti che appartengono a una storia d’amore. Una serie di momenti e ricordi che si infilano dentro i cassetti del cuore e lì rimangono».
Il brano anticipa l’album d’esordio la cui uscita è prevista per gennaio 2020.

Biografia
Boreale è Alessandro Morini, un cantautore sui generis dalle spiccate caratteristiche contrapposte ma mai contraddittorie. In una perpetua mischia, convivono in lui un passato punk e un pop che vede in questo progetto l’alba di un nuovo inizio. Boreale non vuole raccontare viaggi lunghissimi e infiniti nelle terre del Nord, non racconta né trae ispirazione dalla prima volta di fronte all’Aurora Boreale. Non vuole nulla di tutto questo. Boreale è la brezza di un immaginario che si porta con sé il nome stesso; è colori pastello sparati; è le sue stesse ultime tre lettere che racchiudono e ricoprono la personificazione umana di Alessandro in sé. Un nuovo modo di scrivere e vivere la musica, molto più intimo e personale: ispirandosi a un vissuto racchiuso nel cassetto, Alessandro veste il suo nuovo progetto solista di sfumature tenui e video dai toni scuri e saturati. Racconta storie malinconiche di un travagliato vissuto mescolandolo a caustiche ironie. A maggio del 2019 esce il singolo di debutto “Maggio Novantasei”, seguito dai singoli “Maremoto” (agosto 2019) e “Niente” (settembre 2019).

Yoga, il nuovo libro di Andrea Di Terlizzi e Antonella Spotti

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Da oggi è finalmente disponibile “Yoga”, il nuovo volume di Andrea Di Terlizzi e Antonella Spotti, fondatori della casa editrice Inner Innovation Project. Un testo speciale, adatto sia per gli esperti di questa disciplina sia per i neofiti, che analizza lo Yoga in maniera sorprendente e concreta, anche nei suoi aspetti metafisici.

Sfatare i falsi miti legati allo Yoga e far comprendere la reale natura di questa disciplina antichissima e i suoi scopi originari. Sono questi i punti focali di “Yoga” (https://www.innerinnovationproject.com/shop/yoga/) il nuovo libro di Andrea Di Terlizzi e Antonella Spotti, disponibile da oggi sullo store online della casa editrice Inner Innovation Project. La prima parte del testo propone suggerimenti e indicazioni pratiche tanto per i principianti, quanto per i più esperti, che mettono in evidenza aspetti quasi mai trattati del lato psico-fisico dello Yoga. Viene infatti spiegato come la mente interagisca sul corpo e come il bilanciamento delle opposte polarità dev’essere al centro della pratica, oltre a sottolineare quale importanza abbia la consapevolezza dei meccanismi energetici. La seconda parte del testo, invece, descrive gli otto stadi presentati nello Yoga Sutra di Patanjali, celebre filosofo indiano. L’esperienza diretta degli autori rileva dettagli insospettabili sul significato profondo di questi stadi e sulla loro applicazione concreta. Da Yama e Nyama, fino al concetto di Samadhi, vengono spiegati in maniera dettagliata i passaggi che rendono lo Yoga un formidabile percorso di governo di sé e di trascendenza interiore. La terza e ultima parte del testo, infine, illustra la sfera filosofica del Sanatana Dharma e la spiritualità dello Yoga. Vengono trattati temi affascinanti come le probabili origini dell’umanità e dello Yoga, il concetto di “divinità” e le ipotesi di un’influenza aliena sulle antiche conoscenze, la visione non duale e quella duale, la natura materiale e spirituale dell’universo in cui viviamo, la possibile presenza di “guide” provenienti da altre dimensioni, e molto altro. “Abbiamo deciso di scrivere questo testo per rivelare aspetti meno conosciuti dello Yoga, negli ultimi anni associato a  un’ottica troppo consumistica, e come il suo lato fisico ne rappresenti soltanto un aspetto e certamente non il più importante –  spiega Andrea Di Terlizzi, fondatore della casa editrice Inner Innovation Project e coautore del libro “Yoga” assieme a Antonella Spotti – Il testo è accompagnato anche da inserti provenienti dalla più antica letteratura induista, che offrono spaccati inconsueti di una conoscenza ignorata dalla maggior parte delle persone, data la smisurata vastità dei testi antichi scoperti nel continente indiano”.

Intervista a Sabina Prati, una professionista elegante: avere sicurezza e fiducia in sé è importante per affrontare la vita

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di Laura GoriniSabina Prati non si ferma mai.  Indaffaratissima tra sfilate ed eventi, ha anche  trovato il tempo di organizzare con la sua agenzia interessanti corsi di portamento. L'abbiamo incontrata per saperne di più.

Sabina, perché organizzare corsi di portamento? A chi sono principalmente rivolti?
Organizzo i corsi principalmente perché avendo un’agenzia di modelle è importante per me formare un cast di modelle professioniste e preparate; l’obiettivo è poi poterle farle poi lavorare. La bellezza e l’altezza non bastano, ci vuole preparazione e tanto lavoro per arrivare alle passerelle di alto livello. Premesso ciò, voglio sottolineare che i miei corsi di portamento sono rivolti anche a chi desidera migliorare il proprio portamento e la propria immagine, per acquisire maggiore sicurezza e autostima. Quindi non mi riferisco solo ad aspiranti modelle e modelli, ma anche a signore che hanno voglia di mettersi sempre in gioco a qualsiasi età. Inoltre facciamo corsi aperti anche a bambini dai 5 ai 12 anni. Ovviamente, ogni corso si differenzia dagli altri, a seconda delle persone a cui si rivolge.
Credi che chi non possiede eleganza nel muoversi sia spesso vittima di grande timidezza e di profonde insicurezze?
Credo che avere sicurezza e fiducia in sé  sia importante per affrontare la vita, e che il mio corso di portamento sproni a tirare fuori il meglio per eliminare le insicurezze ed avere eleganza, fondamentale per una donna .
Oltre a lavorare dal punto di vista fisico è bene anche lavorare dal punto di vista emotivo, secondo te?
L’emotività di una persona è importante per la riuscita di qualsiasi progetto di vita. In sostanza bisogna avere la carica e la spinta oltre alla voglia di volersi migliorare. È importante nei miei corsi lavorare anche sul benessere psicofisico della persona, con insegnamenti mirati anche a migliorare la comunicazione e l’emotività.
Tu dove hai imparato a saperti comportare come si deve su una passerella piuttosto che a un evento?
Io prima di lavorare nel mondo della moda ho fatto corsi di portamento, dizione e recitazione. Non si dovrebbe mai smettere di voler migliorare e imparare. La preparazione è basilare per chi vuole intraprendere una carriera nel mondo della moda, come in tutti i campi.
Quanto entra in gioco l’educazione e la preparazione per avere un buon portamento?
L’educazione si impara da piccoli, il ruolo della famiglia è fondamentale e se una persona è maleducata nella vita, non potrà mai essere un esempio di classe ed eleganza. Tuttavia, sul garbo e il bon ton si può lavorare, per migliorare il modo di essere e di porsi da parte di chiunque.
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