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PUNTURE IMENOTTERI: 5 MILIONI OGNI ANNO, 1/8 CASI SU 100 PROVOCANO ALLERGIE PERICOLOSE

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I NUMERI E I SINTOMI - Oltre 5 milioni di italiani ogni anno vengono punti dagli imenotteri, ma si stima che da 1 a 8 su 100 sviluppi una reazione allergica. Le punture degli imenotteri possono provocare reazioni indesiderate da lievi a molto gravi nei soggetti che sono allergici al loro veleno. Le reazioni allergiche generali/sistemiche (dall’1% all’8,9%) sono le più pericolose, solitamente insorgono entro mezz’ora dalla puntura e possono manifestarsi con uno o più sintomi quali: orticaria, prurito diffuso, malessere, gonfiore, vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, mancanza del respiro, stordimento, confusione mentale, abbassamento della pressione sanguigna, perdita di coscienza e shock anafilattico.

L'IMPORTANZA DELL'INIETTATORE - Spiega la Dott.ssa M. Beatrice Bilò, Presidente AAIITO, Associazione Italiana Allergologi Immunologi Ospedalieri e Territoriali"Tutte le persone che, dopo una puntura, in pochi minuti hanno manifestato uno o più sintomi sistemici, quali orticaria, vertigini, difficoltà di respiro, oppure una reazione locale molto estesa (>10 cm di diametro) della durata di almeno 24 ore devono rivolgersi alla specialista allergologo per una diagnosi e terapia appropriata. Laddove necessario, lo specialista prescriverà la terapia antistaminica, cortisonica, l’adrenalina autoiniettabile e/o l’immunoterapia specifica.L’autoiniettore di adrenalina è uno strumento medico “salvavita” che consente di iniettare l’adrenalina in circa 10 secondi, in modo da “limitare” i sintomi delle reazioni allergiche più gravi, come lo shock anafilattico. Il paziente dovrà sempre portarlo con sé e sapere come e quando utilizzarlo.

L’immunoterapia specifica è l’unica terapia risolutiva ovvero in grado di regolare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli da successive reazioni nel lungo termine. Questa terapia è consigliata a bambini e adulti che hanno avuto reazioni generali/sistemiche e che presentino test cutanei e/o sierologici positivi ed ha una efficacia protettiva dell’Immunoterapia superiore al 90%.

"PUNTO NEL VIVO" - "In Italia, prima in tutta Europa, è partita per il secondo anno la campagna di informazione “Punto nel Vivo” sulla allergia al veleno di imenotteri - annuncia la Presidente AAITO - Questa campagna, promossa da esperti del settore e patrocinata da Federasma e Allergie Onlus, ha in programma una serie di azioni e strumenti di comunicazione, che partendo da Facebook come canale di comunicazione semplice e fruibile al servizio di tutto il pubblico, arrivano fino all’informazione e formazione dei professionisti della salute che sono coinvolti nel percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti allergici a veleno di imenotteri".

"Particolarmente interessante è la pagina Facebook – continua la Dott.ssa Bilò – la quale, attraverso informazioni semplici e pratiche, consente a chiunque di conoscere gli imenotteri, distinguere una reazione normale da una reazione allergica, valutare la sua gravità, comprendere quando è necessario avere a disposizione e come utilizzare l’adrenalina autoiniettabile, presidio salvavita, e conoscere le indicazioni a eseguire l’immunoterapia allergene specifica, unica terapia in grado di “curare” questa allergia".

“teen nutritional help”, il 1° sportello in italia per aiutare i figli contro i disturbi alimentari

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Ampia libertà d’espressione, ascolto consapevole delle problematiche e demitizzazione dell’immagine corporeail ruolo dei genitori nell’alimentazione dei figli è fondamentale e passa attraverso azioni ben precise.
Nasce per questo “Teen Nutritional Help”, lo sportello telefonico attivato da Nutrimente, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare, che permette alle famiglie di confrontarsi gratuitamente con esperti di psicologia e nutrizionisti, per affrontare la problematica dei disturbi alimentari. I genitori sono spesso i primi ad essere colpevolizzati se lo stato di salute dei figli non risulta ottimale ed il servizio nasce per dare un supporto professionale non solo ai ragazzi bisognosi, ma soprattutto a mamme e papà e alle loro preoccupazioni. Un servizio lanciato nel periodo estivo, nel quale le patologie alimentari iniziano a riacutizzarsi, che può essere attivato tramite una richiesta da inviare all’indirizzo mail teenutrihelp@gmail.com.
Teen Nutritional Help nasce con l’intenzione di aiutare soprattutto i genitori dei ragazzi colpiti da disturbi alimentari ad affrontare la problematica nel modo più corretto – afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell’Associazione Nutrimente Onlus –. Numerosi studi che riguardano questo disturbo, mettono in luce alcune caratteristiche familiari che possono contribuire alla loro insorgenza durante l'adolescenza. Entrambi i genitori, infatti, in epoca adolescenziale, sono chiamati a mantenere un sottile equilibrio fra cure affettuose e accettazione dell'autonomia. Questo può talvolta sfociare in un aspro criticismo o in comportamenti iperprotettivi che scoraggiano l'indipendenza. In un momento di cambiamenti corporei e di costruzione della stima di sé, il dialogo in famiglia assume dunque un ruolo fondamentale. Il cibo e la cura di sé può divenire per i giovani un terreno di battaglia, uno strumento con il quale segnalare i propri disagi, le proprie proteste o insoddisfazioni”.

A dimostrazione dell’importanza del ruolo della famiglia nella salute dei figli, esistono numerose ricerche delle più note università straniere e gruppi di studio italiani, che hanno rilevato l’effetto delle relazioni parentali sullo sviluppo della patologia alimentareL’International Journal of Eating Disorders ha pubblicato pochi mesi fa un’interessante ricerca sulla qualità delle cure genitoriali e lo sviluppo di questi disturbi. Gli autori sottolineano l’importanza di sostenere lo sviluppo dei figli bilanciando cure protettive e incoraggiamento all’autonomia. Un ruolo fondamentale lo ricopre anche il lessico familiare basato sulle emozioni, che devono essere nominate, riconosciute e affrontate anche quando sono negative, affinché possano essere integrate dai ragazzi nel loro sviluppo successivo e vengano così acquisite strategie di coping adeguate alle difficoltà che inevitabilmente affronteranno.

Per prevenire l'insorgere dei Disturbi Alimentari , l’Associazione Nutrimente Onlus ha realizzato il “Decalogo del genitore responsabile” con l'intento di dare indicazioni ai genitori , se pure in pillole, per diminuire uno dei fattori di rischio e per favorire i fattori protettivi nell'ambito familiare.  I genitori possono infatti diventare  un’importante risorsa nella soluzione del problema.

1) Essere una base sicura per i propri figli
I genitori, soprattutto nei primi anni di vita, hanno il compito di accudire e proteggere i propri figli, seguendo le linee di sviluppo dei piccoli prima e dei ragazzi poi. “Sei forte, puoi farcela da solo” è un incoraggiamento positivo, se adeguato all’età. Diverso, ed inopportuno, è invece dire “Ormai sei grande, devi vedertela tu” o “non si piange! Vergognati, alla tua età”.

2) Favorire l’esplorazione
I genitori hanno, allo stesso tempo, il compito di lasciare esplorare il mondo ai propri figli, senza colpevolizzarli per il minor tempo passato in famiglia, lasciando la “porta di casa sempre aperta” nel momento del bisogno . Si consiglia di parlare con i propri figli utilizzando frasi incoraggianti come “Divertiti! Starai bene coi tuoi amici!”, invece di “Vai pure a passare le vacanze coi tuoi amici, noi staremo qui da soli”.

3) Fare attenzione al tipo di relazione
Il genitore dovrebbe avere a mente il concetto di giusta distanza nella relazione e consentire, nel rispetto reciproco, ampia libertà di espressione dei propri sentimenti nella famiglia.  Il genitore, quindi non si pone come migliore amico del figlio e nemmeno come giudice del suo comportamento. Genitori ipercritici, così come genitori non attenti ai confini, rischiano di creare un clima di insicurezza e di poca fiducia all'interno della famiglia. Si consiglia di usare frasi come “Se hai voglia puoi parlarmene” e di evitare frasi (con atteggiamenti connessi): “Io voglio essere la migliore amica di mia figlia”. “Quando andiamo in giro io e mia figlia, la gente non capisce se io sono la madre o la sorella”. “Tra me ed i miei figli non ci devono essere segreti”.

4) Alimentare l’autostima
Non sempre il progetto ideale di vita di un genitore combacia con il progetto reale dei figli. Questi ultimi non vanno ritenuti prolungamenti del sé, ma individui con intenzioni e desideri che, seppur differenti, meritano rispetto e attenzione. “So io ciò che è meglio per te” non sempre rappresenta il medesimo punto di visto fra genitore e figlio.

5) Incoraggiare l’autonomia
Un problema diffuso, è la difficoltà dei genitori a lasciare andare i figli che si avviano alla prima età adulta. È importante promuovere la loro autonomia, trasmettendo fiducia e appoggio nella loro capacità di camminare da soli, ad esempio con frasi del tipo: “Coraggio! Puoi farcela, noi crediamo in te e potrai chiedere il nostro aiuto se ne sentirai il bisogno”. Occorre evitare atteggiamenti “iperprotettivi”, sostenuti da frasi del tipo: “Meno male che ci siamo noi, da sola non ce la potevi fare” o di eccessiva spinta "Non fare la mammona, ormai sei grande!”.
6) Affrontare le difficoltà e non evitarle
Nel momento in cui si dovessero presentare difficoltà nei figli o in famiglia, occorre creare le condizioni affinché questo disagio possa essere riconosciuto ed espresso, preparandosi all’irruzione nel salotto di casa di tensioni. È meglio evitare la strategia del “far finta” o lanciare accuse, esprimere risentimenti o cercare di suscitare sensi di colpa nel figlio. Ai genitori è consigliato di avere un atteggiamento aperto al dialogo e alle emozioni con frasi come: “Capisco tu sia triste/arrabbiato, possiamo parlarne se vuoi”. Evitando l’uso di ‘regole di famiglia’ del tipo: “In casa nostra dobbiamo essere sempre sereni”.

7) Ascoltare in modo Consapevole
A fronte di una figlia/o che sta cercando di esprimere un suo disagio, cercare di orientarsi verso frasi come: “Ci dispiace molto tu stia male, dacci la possibilità di aiutarti e aiutaci a capire come possiamo farlo”  invece di “Perché ci fai questo?” o  “Io e papà siamo stanchi, non lo vedi? Non è questo il momento per venir fuori con certe cose tue!”.

8) Demitizzazione dell'immagine corporea
Purtroppo oggi molte ragazze sono patologicamente concentrate su forma e peso corporeo. Occorre che in famiglia tali aspetti siano il più possibile normalizzati, quindi evitando di mostrare eccessiva attenzione, fare paragoni o osservazioni negative su un corpo che per natura si sta sviluppando e modificando. I genitori devono osservare delicatamente questo cambiamento ed essere pronti a rinforzare il valore personale della ragazza a prescindere dall'aspetto fisico. Sono consigliate frasi come: “Non c'è un corpo giusto o uno sbagliato” oppure “Come stai bene oggi!”. “Come ti senti?” invece di “Guarda come sei diventata cicciottella” oppure “Certo che quella tua amica, così bella magra, fa proprio una gran figura!”.

9) Guardare nel proprio piatto
Quando il rapporto con il cibo è parte preponderante del problema, non bisogna rinforzare ulteriormente l’ossessione sull’aspetto alimentare. A tavola va evitato ogni commento sul cibo. Ciascuno è tenuto a guardare nel proprio piatto e possibilmente a chiacchierare di come si sono svolte le rispettive giornate. È meglio utilizzare frasi come: "Può farti male un altro pezzo di torta, tienilo per domani così lo gusterai di più" invece di “Se vai avanti ad abbuffarti così, farai la fine di tua zia…”.

10) Cercare soluzioni con empatia
I genitori spesso sostengono che a fronte di una  difficoltà alimentare o rispetto ad un disagio nell'aspetto corporeo, tutto si possa superare semplicemente con la buona volontà. Il disturbo alimentare non dipende dalla buona volontà del soggetto, né è legato alla sua intelligenza. I genitori possono essere di aiuto rivolgendosi ai propri figli in difficoltà con frasi come:  "Vorremmo trovare con te il modo più adatto affinché tu ti senta meglio” invece di “Per me non serve una psicoterapia, basterebbe un po’ di buona volontà per riprendere a mangiare” oppure “Non capisco come una ragazza così intelligente si possa comportare così”.

MONTONE, XX UMBRIA FILM FESTIVAL DAL 6 AL 10 LUGLIO. Ospiti: Tom Hooper, Rachel Portman e Laura Carmichael

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Si tiene a Montone (Perugia) dal 6 al 10 luglio 2016 - a ingresso gratuito fino a esaurimento posti - la ventesima edizione dell’Umbria Film Festival, con la direzione artistica di Vanessa Strizzi, la direzione organizzativa di Marisa Berna e la presidenza onoraria di Terry Gilliam. 
Circondato dal verde, dai querceti e dagli olivi e patria di Braccio Fortebraccio, il borgo di Montone presenterà un parterre di ospiti internazionali, ma anche tavole rotonde e concerti, ma soprattutto proiezioni che animeranno Piazza Fortebraccio: dalle anteprime di cortometraggi internazionali, alle attese anteprime di lungometraggi, per arrivare ai cortometraggi per bambini e quelli realizzati da videomaker umbri, per la sezione del concorso Umbriametraggi.

Molto ricco il parterre degli ospiti di questa edizione: tra questi, la regista danese Lone Scherfig (Italiano per principianti; An education; Posh) e Rachel Portman, compositrice inglese, prima donna ad aver vinto un Premio Oscar alla migliore colonna sonoranel 1997per il film Emma, autrice delle musiche originali di film quali Le regole della casa del sidroSmokeChocolatOliver Twist di Roman Polański, La duchessa e Non lasciarmi. La sera di inaugurazione del festival, Rachel Portman riceverà le Chiavi della Città di Montone. 

Tra i lungometraggi presentati, inaugura il festival, mercoledì 6 luglio, il film Burn Burn Burn, di Chanya Button, interpretato tra gli altri dall'attrice inglese Laura Carmichael, conosciuta dal grande pubblico per il suo ruolo di Lady Edith Crawley nella serie tvDownton Abbey, che sarà presente alla proiezione accompagnata dalla regista del film.Giovedì 7 luglio sarà quindi proiettato, dopo i consueti cortometraggi per bambini, uno dei quali, Marathon Diary, sarà presentato dalla regista Hanne Berkaak, proiezione dellungometraggio From Nowhere, di Matthew Newton. Venerdì 8 luglio, la consegna delle Chiavi della Città al regista inglese Tom Hooper, vincitore del Premio Oscar come Miglior Regista per il pluripremiato Il discorso del re, ma autore anche di pellicole qualiRed Dust, Il maledetto United e The Danish Girl, film che sarà proiettato in suo onore. La serata sarà anche occasione per visionare i cortometraggi del concorso Umbriametraggi,dedicato a registi umbri o che vivono in Umbria. I corti proiettati concorrono all'assegnazione dei seguenti premi: Premio Augustuscolor al “miglior cortometraggio” consistente nel 50% di sconto su una singola lavorazione presso Augustuscolor e Menzione speciale Augustuscolor consistente nel 50% di sconto su una singola lavorazione presso Augustuscolor).

Quindi, sabato 9 luglio, il film danese Men and Chicken di Anders Thomas Jensen, commedia surreale interpretata da Mads Mikkelsen, in cui due fratelli, alla morte del padre, scoprono un'orribile verità su loro stessi e i loro famigliari. La serata sarà aperta dal tributo all'attrice danese Ghita Norby, che sarà presente in piazza a Montone. La sera finale del festival, sabato 10 luglio, si chiude con la proiezione del cortometraggioRefugee Blues, presentato al recente Festival di Berlino e del documentario australianoGayby Baby, di Maya Newell, presentato al recente Festival di Cannes, in cui si racconta la realtà delle famiglie con due partner omosessuali. A seguire il consueto concerto in piazza.

Tra gli eventi del festival, la mostra fotografica di Rebecca Heyl, dal titolo "Memory Lane Umbria Film Festival", che ripercorre la storia dei primi 20 anni del festival attraverso le foto ufficiali e quelle dietro le quinte e due tavole rotonde. La prima dedicata, come di consueto, ai migranti, quest'anno dal titolo “Seconde Generazioni islamiche fra appartenenza e rischio di derive fondamentaliste”, che si terrà presso la Chiesa Museo di San Francesco di Montone il 7 luglio alle ore 15.30. La seconda tavola rotonda si terrà nella stessa location, ma il 9 luglio alle ore 17.30 e affronterà il tema “Per la realizzazione della Film Commission della Regione Umbria”.

Estate, un italiano su 3 a rischio scottatura da primo sole

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Arrivati a luglio con un clima altalenante, sei italiani su 10 (62%) si vedono “ancora pallidini” e, pur di prendere la tanto desiderata tintarella, vanno incontro ad errori molto spesso frutto di distrazione e noncuranza.
 Esfoliazione della pelle (34%), prurito (22%) e colpi di calore (18%) sono le conseguenze delle scottature solari a cui, secondo gli esperti, va incontro ben un italiano su 3 (34%). In cima alla lista nera dei comportamenti c’è l’utilizzo di creme abbronzati al posto di quelle protettive (52%) e la convinzione che “più tempo sto sotto il sole prima mi abbronzo” (47%). Viso (57%), spalle (37%) e decollete (29%) sono le zone più a rischio secondo gli esperti, che consigliano accorgimenti semplici ma sottovalutati come l’idratazione In & Out della pelle per prepararla alla prima esposizione solare.
E’ quanto emerge da uno studio di In a Bottle (www.inabottle.it) condotto su circa 1.000 italiani attraversometodologia WOA (Web Opinion Analysis) e su 30 esperti tra dermatologigeriatri e pediatri per capire quali sono i rischi derivanti dalla prima esposizione al sole e i rimedi per prevenirli.

L’estate vera sta per iniziare ma come si comportano gli italiani al primo approccio al sole estivo? Per sei italiani su 10 (62%) la prima riflessione è il vedersi “ancora pallidini”. Da qui, per trovare subito colore considerato che si è ormai a luglio, il 52% di loro utilizza creme abbronzanti al posto di quelle protettive. A questo si accompagna la scarsaconoscenza degli effetti dei raggi ultravioletti (31%) e la falsa convinzione che “più tempo sto sotto il sole prima mi abbronzo” (47%).

Quali sono le parti del corpo più a rischio? Gli esperti avvisano: a rischio viso (57%), le spalle (37%), soprattutto per quanto riguarda scapole, nuca e dorsali superiori. Poi abbiamo il decollete per le donne (29%) e più in generale la parte superiore dell’addome per gli uomini; infine le gambe (11%), specie per la parte dell’interno coscia e del dorso superiore del piede.

Tra le conseguenze immediate della scottatura, le principali secondo gli esperti sono l’esfoliazione della pelle (34%) e, ovviamente, prurito intenso (22%) che specie durante la notte impediscono di riposare con serenità. Altri effetti poco graditi sono i colpi di calore (18%), reazioni allergiche (16%) e l’invecchiamento cutaneo (9%), condizione che seprolungata nel tempo può avere effetti ben più dannosi sulla pelle.

Quali sono dunque i rimedi per affrontare in sicurezza la prima esposizione al sole? Il principale accorgimento è quello di idratare abbondantemente la pelle (31%), specie nella modalità In&Out, vale a dire in superficie con creme o altri prodotti protettivi commisurati al tipo di persona e, dall’interno, bevendo da 1,5 a 2 litri di acqua. Afferma la dottoressa Magda Belmontesidermatologa a Milano: “Tanto più se ci esponiamo per la prima volta al sole è importante idratare la pelle con creme lenitivedecongestionanti  che abbiano anche un’azione ricostituente. Ma è molto importante anche l’idratazione interna che avviene principalmente attraverso l’acqua. I sali minerali, infatti, sono idratantiantiossidanti e aiutano a livello di metabolismo l’energia cellulareSodiomagnesio e potassio sono tra le fonti principali di energia per la pelle ma anche per tutto il nostro corpo. Reintegrarli è fondamentale tanto più se pensiamo che, già senza le condizioni limite dell’estate, perdiamo 600 cc di acqua ogni giorno”.

Un altro rimedio è quello di utilizzare creme protettive adeguate almeno 30 minuti prima di esporsi al sole (29%). Molto importanti poi è evitare un’esposizione prolungata (21%) e nelle ore centrali della giornata (21%) quando iraggi del sole sono più intensi.

Lanciano, dal 2 luglio VI Festival di musica indipendente "Over The Cover"

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Il tempo passa, i ragazzi crescono e la musica cambia, però la voglia di fare e ascoltare musica nuova non è mai diminuita a Lanciano! Si è fatto attendere più del solito, ma il Festival OVER THE COVER torna finalmente a sciogliere muscoli e sentimenti, scaldando le notti dei giovani di Lanciano e dintorni nell’estate 2016!

Cinque imperdibili appuntamenti di musica dal vivo vanno ad animare ilParco del Diocleziano, cuore verde di Lanciano ai piedi della cattedrale miracolosamente eretta sul ponte intitolato all’imperatore romano. Arrivato alla sesta edizione, il festival musicale che si sviluppa dal 2 luglio al 13 settembre, è organizzato dall’associazione di promozione musicale Over The Cover, in collaborazione con la Proloco Lanciano, l’agenzia Dadalive Pixie Promotion, con il supporto di altri preziosi partners sponsor.

Da sempre ci si pone il nobile obiettivo attraverso il festival di contribuire allo sviluppo culturale e musicale del territorio, ponendo in primo piano artisti e band emergenti dell’area frentana, come Gli Ultimi Uomini Sulla Terra, I Giorni dell’Assenzio, La Trita, Gianluca Torelli AVH, I Missili, SantoSpirito, Voina Hen. Nelle varie serate di musica dal vivo gli artisti sono tutti valorizzati attraverso una manifestazione non competitiva, fondata sulla condivisione sociale di ciò che più si ama e stimola viva curiosità: la ricerca musicale. 
Il valore aggiunto di questa lunga edizione del Festival OVER THE COVER 2016 è dato dalla presenza di ospiti extra-territoriali: artisti molto apprezzati di fama nazionale, come Cristiano Godano (Marlene Kuntz) e Francesco Motta, insieme ad altre novità emergenti, premiate ed applaudite nel panorama musicale nazionale, come Molla, Siberia, Luminal, Johnny Dal Basso, Wrongonyou, tutte piacevoli scoperte da ascoltare e ballare al Parco del Diocleziano!




Inizio concerti alle ore 22.00

Ingresso ai concerti con sottoscrizione tessera associativa

Sesta serata del XIV Ischia Film Festival. Programma di stasera

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L'Ischia Film Festival, in corso Castello Aragonese di Ischia è un crescendo di emozioni: ogni sera un numero sempre maggiore di spettatori, ammaliati da ottime proiezioni e da panorami mozzafiato popola le sale proiezioni e gli incontri con gli artisti. E c'è di più: la XIV Edizione dell’Ischia Film Festival sta per volgere al termine, lasciando nei presenti la voglia irrefrenabile di tornare ad Ischia il prima possibile.

L’edizione targata 2016 dell’Ischia Film Festival ha premiato, per il suo impegno e per il suo particolare modo di raccontare la realtà e la storia che caratterizzano luoghi e persone, la talentuosa regista, sceneggiatrice e giornalista italiana Antonietta De Lillo. In particolare, il Premio alla Regia è stato assegnato dall’IFF 2016 ad Antonietta De Lillo proprio perché è riuscita, negli anni, ad interpretare, attraverso una visione innovativa, la realtà della stratificazione sociale, con l’impiego di tecniche spesso all’avanguardia. Attraverso le scelte di regia della De Lillo, i personaggi e le storie narrate assumono caratteri unici, diventando un tutt’uno con i luoghi che vengono raccontati e che raccontano a loro volta le proprie verità. Antonietta De Lillo rappresenta a tutti gli effetti il Cinema italiano contemporaneo; ai microfoni del Festival ha dichiarato: “Sono contenta che questo premio arrivi in occasione della realizzazione del secondo film partecipato ‘Oggi insieme domani anche’, come riconoscimento di questa nuova forma di fare cinema che costituisce all'io dell'autore un noi circolare e che attribuisce alle testimonianze dei tanti personaggi del film in giro per l'Italia la capacità di costruire una geografia del nostro Paese. Ciò è stato possibile anche grazie a ‘Marechiarofilm’ che mi ha seguita nella ricerca di un linguaggio contemporaneo e ha reso possibile la realizzazione della mia visione. Sono particolarmente felice di ricevere questo riconoscimento dall'Ischia Film Festival, un festival che ammiro molto per aver saputo riconoscere l'importanza dei luoghi in cui si muovono i personaggi dei film come elementi fondamentali della narrazione cinematografica.”
Interessante, poi, l’intervento di Andrea Vardi, il regista di “Un futuro da sogno”: “Non vi è un film senza una location; questo Festival è straordinario proprio perché rende il giusto omaggio all’importanza delle location nel Cinema, alla magia che possono creare in pellicola e alla ricaduta socio-economico-culturale che ciò può avere sul territorio.”
Ottimo riscontro di pubblico e di critica, inoltre, per le proiezioni di Ben Sharrock con “Pikadero”; Carlos Solito con “Mare d’argento”, Paola Rossi con “Silo un camino spiritual”, Giorgio Lundmark con “When We talk about KGB”.
Apprezzata la presenza di Vladyslav Liasovskyi, Direttore del “Molodist FilmFestival”, che si è detto molto soddisfatto e gratificato della sinergia, altamente produttiva, che è nata con l’Ischia Film Festival: una collaborazione destinata a crescere, nella stima reciproca, alimentata dalla passione infinita per il Cinema.
Il Direttore Michelangelo Messina ha poi invitato tutti i presenti a non perdere l’ultimo appuntamento di oggi,35 Sesta serata alliff 2venerdì 01 luglio, con le belle proiezioni e gli importanti ospiti in programma e la serata di premiazione finale di domani, sabato 2 luglio 2016.
“Un’altra edizione dell’Ischia Film Festival sta volgendo al termine – ha dichiarato Michelangelo Messina, patron dell'evento - questo ci lascia dentro una duplice emozione: da un lato, c’è un pizzico di malinconia per un anno di lavoro che si conclude e per il saluto a tutti gli ospiti e agli amici che partono; dall’altro, c’è la consapevolezza che l’affetto e la stima unitamente ai consensi di così tante persone devono spingerci a lavorare sempre con maggiore entusiasmo e passione.”
E molto attesa è, poi, la pellicola in proiezione oggi, 1 luglio, che vede il ritorno, se così possiamo dire, di Vittoria Colonna al Castello Aragonese.
Nello straordinario scenario della Cattedrale dell’Assunta, presso il Castello Aragonese di Ischia, sarà proiettato l’atteso film “Festina Lente”, il primo lungometraggio di Lucilla Colonna che racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna. Ospite del Festival, la bellissima e talentuosa attrice Francesca Ceci, protagonista del film in programmazione al Festival. Una serata particolare in cui nulla è lasciato al caso, soprattutto la location. Sì, perché proprio nella Cattedrale dell’Assunta al Castello Aragonese, nel lontano 27 dicembre 1509, Vittoria Colonna sposò Ferrante D’Avalos e, nelle sale del Castello, ospitò esponenti del suo circolo culturale.
Vi saranno anche gli incontri con Mario Raele e Francesco De Noia (La transumanza in Basilicata: una storia vera), Renzo Martinelli (con il bellissimo lavoro su Ustica), Baby Ruth Villarama (As one), Daniele Cascella (Città dei sogni), Gina Abatemarco (Kivalina), Antonio Losito e Cristiano Mori (Il sarto dei tedeschi).

Programma
Venerdì 1 Luglio
• Ore 19:30 Film Cocktail incontro riservato agli accreditati professionali presso il Castello Aragonese
Dalle ore 21:00 Proiezione delle Opere in Selezione nelle seguenti aree del Castello Aragonese di Ischia:
Cattedrale dell’Assunta
• Ore 21:00 Carvina di Luca Marcionelli
• Ore 21:15 Copper wire di Hasan Najmabadi
• Ore 21:25 “Parliamo di Cinema” con Francesca Ceci e Lucilla Colonna
• Ore 21:35 Festina Lente * di Lucilla Colonna
• Ore 23:30 La transumanza in Basilicata: una storia vera * di Mario Raele
Piazzale delle Armi
• Ore 21:00 “Parliamo di Cinema” con Renzo Martinelli
• Ore 21:15 Ustica* di Renzo Martinelli
• Ore 23:00 As one * di Chuck Gutierrez
Terrazza degli Ulivi
• Ore 21:00 Città dei sogni * di Paola Bernardini
• Ore 21:20 The descendants di David Inunid
• Ore 22:40 Lampedusa d'inverno di Jakob Brossmann
Casa del Sole
• Ore 21:00 End of summer di Johann Johannsson
• Ore 21:30 Kivalina* di Gina Abatemarco
• Ore 22:30 Coming and going di Tianlin Xu
San Pietro a Pantaniello
• Ore 21:00 Il sarto dei tedeschi * di Antonio Losito
• Ore 21:15 Krasny di Nikolay Sarkisov
• Ore 22:40 Lands for freedom di Paul-Jean Vranken e Jean-Christophe Lamy

BASTILLE, il 9 settembre esce il nuovo atteso album “WILD WORLD”

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È da oggi disponibile per il preordine su iTunes “WILD WORLD”, il nuovo atteso album dei BASTILLE in uscita, come anticipato ieri dalla band inglese su internet, il 9 settembre.

Il disco segue lo straordinario successo dell’album di debutto “BAD BLOOD” (4 milioni di copie vendute nel mondo).
Ad una prima occhiata l’artwork del nuovo atteso album dei BASTILLE “WILD WORLD” potrebbe far pensare ad un mucchio di domande. Chi sono i due individui in equilibrio precario sopra la città? Perché sono li? Cosa sta per accadere?
La personale interpretazione di questa immagine da parte di Dan Smith, mente e voce dei BASTILLE, corre lungo le canzoni del disco “Secondo me non è importante in questa immagine sapere cosa sta per accadere o come sono arrivati li o come ne scenderanno. Secondo me questa immagine racconta la condivisione di un momento, due amici che esistono in quello specifico istante, in quel luogo, due persone incorniciate in un contesto vasto come una grande, folle metropoli che tutti noi abbiamo contribuito a costruire. Non hanno altra scelta che essere li”.

“WILD WORLD” conserva la scrittura vivida, ricca, cinematografica del disco precedente ma spinge il suono distintivo della band verso nuove, interessanti direzioni.
Anche da un punto di vista della scrittura c’è un chiaro balzo in avanti: “Se il nostro primo disco parlava di crescita e delle ansie ne derivavano – spiega DAN – il nostro secondo album cerca di dare una spiegazione al mondo attorno a noi, sia per come lo vediamo sia per come i media ce lo presentano, rispondendo a tutte le domande che ne derivano. Vogliamo che il disco, per certi versi, disorienti: a volte buio, a volte luminoso, estroverso ed introverso”.

Scritto dal frontman Dan Smith e co-prodotto dal quinto membro del gruppo Mark Crew, “WILD WORLD” è stato registrato nel piccolo studio nel seminterrato senza finestre a sud di Londra dove la band ha registrato il precedente lavoro. “WILD WORLD” è una collezione di 14 brani (19 nella versione deluxe), i più sfrontati e coraggiosi mai scritti dal gruppo.

L’album include tracce antemiche e allo stesso tempo riflessive come “The Currents”, una canzone commovente e di respiro contemporaneo che parla di: “personaggi pubblici da questa e quella sponda dell’Oceano, di come può essere difficile credere che possano pensare quel che pensano, esprimerlo in pubblico, in piedi su un podio e addirittura andare in onda in TV.”
“WILD WORLD” include tracce come l’esplosiva “Send Them Off!” che sfoggia tutto l’atteggiamento di un pezzo hip-hop nonché la lirica narrativa così tipica dei Bastille con riferimenti che vanno dall’Esorcista a Otello. C’è poi anche la bellissima “Two Evils”, un pezzo essenziale ed intenso di chiara ispirazione Depeche Mode-iana che ha fatto da soundbed al primo trailer pubblicato dalla band https://www.facebook.com/bastilleuk/videos/983608061674220/.
Ma non è finita: troviamo anche l’irresistibile “Snakes” e ci sono le chitarre di “Blame” che Dan descrive come “lanostra prima incursione nei riff di chitarra, come un confronto armato tra due gangster”.

Ma al centro di tutto c’è un senso di fuga che percorre tutto il disco e una fascinazione per la condizione umana e le relazioni che plasmiamo, combattiamo e a volte dimentichiamo.
Il mondo può sembrare un posto che ti fotte ma le persone possono essere meravigliose. I legami che scegli di avere nella tua vita sono la tua unica consolazione. Ci sono cose che rendono la vita incredibile”, racconta Smith.

Ad anticipare l’uscita del nuovo lavoro di Dan SmithChris Wood (batteria), Will Farquarson (chitarra) e Kyle Simmons (tastiera) è stato il singolo “GOOD GRIEF” che ha riscosso subito grande successo sia di vendite che di radio in tutto il mondo (in Italia dopo solo 1 settimana di programmazione è già tra i 50 brani più programmati dalle radio).

“GOOD GRIEF” è senza dubbio una canzone dei BASTILLE, con cui la band inglese rinnova la sua miracolosa formula di rock/dance/pop che è allo stesso tempo contagiosa e super credibile.
Il surreale video del brano https://www.youtube.com/watch?v=ZWCB3hpJDXM ha totalizzato in 48 ore più di mezzo milioni di views. A dimostrarlo anche l’incredibile reazione del pubblico di Glastonbury durante lo strepitoso set del gruppo.

Nel giro di 3 anni i BASTILLE sono diventati un fenomeno globale grazie anche ad un passaparola inarrestabile, ad un primo mixtape con collaborazioni di lusso come Haim, Kate Tempest e Angel Haze ed un album di debutto sorprendente, quel “BAD BLOOD” che ha venduto oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo, 11 milioni di singoli, è stato dichiarato l’album più venduto in digitale del 2013, #1 in quasi tutti i Paesi e certificato Doppio Platino in UK.
Oltre al primo singolo “POMPEII” (brano 3 volte Platino e numero 1 per settimane nelle radio italiane), “BAD BLOOD” contiene hit indimenticabili come “LAURA PALMER” e “OF THE NIGHT”, entrambe ORO nel nostro Paese, “FLAWS” e “THINGS WE LOST IN THE FIRE” che hanno aiutato i BASTILLE a diventare una delle nuove band più importanti della scena musicale internazionale, con oltre mille miliardi di stream su Spotify, 2 nomination ai Grammy e 1 Brit Award come Best British Breakthrough.

BASTILLE sono in partenza per un nuovo tour estivo che toccherà anche l’Italia per una data unica l’11 luglio a Pistoia (per info www.pistoiablues.com e www.vivoconcerti.com). Tra i prossimi appuntamenti anche T In The Park, V Festival, Festival NO.6 e il Bestival sull’Isola di Wright.
La band ha inoltre annunciato le prime date del tour inglese del Wild, Wild World Tour: 28 ottobreBournemouth, 29 ottobre Plymouth, 31 ottobre Cardiff, 1 novembre Londra, 4 novembre Leeds, 5 novembreNottingham, 6 novembre Manchester, 8 novembre Birmingham, 12 novembre Glasgow e 13 novembreNewcastle.




“KILL KARMA”, il nuovo album di NESLI al numero #1 di iTunes

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Il disco è stato anticipato dal brano "Equivale all'immenso" il cui video, in poche settimane, ha già superato le 300.000 visualizzazioni, finalmente in radio.

“ E’ l'album più importante, perché dentro ho messo tutta la mia anima, tutta la mia musica, la mia energia vitale, tutto quello che ho imparato e tutta la musica che ho ascoltato, l’ho messa qui dentro. Sentirete la mia voce come mai prima, sarà la voce del mio spirito, del mio Io. Racconterò il destino che rincorre la sorte, fatta di amore, gioia e delusione. Racconterò di voi, parlando di me, racconterò la storia, che si incatenerà alla vostra…".

"Kill Karma" prodotto da Brando (Go Wild/Universal Music Italia)  a partire dal titolo,  è contaminazione: dance e rock si fondono, strizzando l’occhio agli anni '80 per passare poi a tracce Hip Hop contaminate dal rock, fino a brani con un beat dance, senza tralasciare ballate struggenti e confidenziali. 

L’instore tour partirà oggi 1° luglio da Mondadori Megastore in Piazza Duomo a Milano,  il 2 a Rizziconi (Reggio Calabria) con una tappa al Centro Commerciale Porto degli Ulivi. Il 3, invece, sarà a Livorno al Centro Commerciale Fonti del Corallo, mentre il 4 si sposterà verso la capitale con un instore al Centro Commerciale Tiburtina; Il 5 sarà alla Mondadori di Napoli. Due le tappe in Puglia: una a Lecce e l’altra a Foggia il 6 e 7 luglio.
L'8 luglio sarà alla Mondadori di Pescara, il 10 a Brescia, l'11 a Torino, il 12 doppio appuntamento alle ore 15.00 a Padova e alle ore 18.00 a Venezia, il 13 a Genova e il 14 alle ore 14.00 a Firenze e alle ore 18.30 a Bologna.
Foto di Andrea Colzani



website: iosononesli.it - facebook: @neslimusic 
twitter: @neslimusic - instagram: @neslimusic
youtube: nesliVEVO

Papa Francesco incontra Virginia Raggi. Il sindaco di Roma: colpita da sua umanità. L'intervista

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Papa Francesco ha ricevuto oggi in Vaticano il nuovo sindaco di Roma Virginia Raggi. Sull’incontro ascoltiamo il primo cittadino della capitale al microfono di Luca Collodi

R. - È andato molto bene, è stato molto emozionante. Era chiaramente la prima volta che incontravo il Santo Padre. Ho scoperto una persona veramente molto umana; sono rimasta profondamente colpita.
D. – Per lei, in quanto politico, quanto è importante il riscatto morale e spirituale di Roma?
R. - È importante ancora di più dopo tutti i tragici e spregevoli eventi che vanno sotto il nome di “Mafia Capitale” ma che in realtà poi coinvolgono tanti anni di cattiva politica. È necessario che i romani, le persone, i cittadini, capiscano che c’è qualcosa che va aldilà del proprio bene: il bene comune, l’interesse generale; è qualcosa che supera il particolarismo e l’egoismo. Credo che noi abbiamo il dovere di riportare questi valori  di comunità all’interno di un’amministrazione e di tutte le istituzioni.
D. – Come vede il ruolo della Chiesa nella società romana?
R. – La Chiesa ha sicuramente un ruolo importantissimo in tutta Italia, ma a Roma in particolare, anche perché è “di casa”; siamo vicini, ci guardiamo da un lato all’altro del Tevere! Devo dire che ho apprezzato molto le parole dell’Enciclica Laudato si’, mi sembrano estremamente attuali e moderne; parlano di cambiamenti climatici, di urbanistica come, talvolta, di uno scempio al paesaggio quando viene fatta senza rispettare le regole, dello spirito di comunità, delle persone più fragili. Devo dire che in quell’Enciclica c’è molto della società romana di oggi.
D. - Un’Enciclica che guarda all’ambiente, in particolare, e qui entriamo subito nella vita pratica di una grande metropoli come Roma. C’è ad esempio tutto il tema, ad esempio, dei rifiuti …
R. - Sì, è un tema tra l’altro che stiamo attenzionando in maniera particolare. In questi giorni sono in linea diretta con il presidente Fortini, perché ritengo fondamentale uscire da questa fase di pre-emergenza o quasi emergenza che a mio avviso è stata originata come conseguenza di una cattiva politica e di una cattiva programmazione. Quindi adesso è fondamentale uscire da questo stato di emergenza o di pre-emergenza e ricominciare a programmare in maniera ordinata con una visione del ciclo dei rifiuti che si inserisca all’interno di un disegno di economia circolare che, tra l’altro, anche la stesa Enciclica riprende; parla proprio di economia circolare, quindi di un’economia che non si fonda più sul consumo e sullo scarto, ma sulla possibilità dei beni, degli oggetti, delle cose di essere comunque riassorbiti all’interno di un ciclo produttivo e quindi di rientrare in circolo, magari con una forma diversa.
D. - C’è secondo lei una Roma dimenticata oggi? Parlo del contrasto alla povertà, dell’accoglienza degli immigrati. Si può parlare di Roma dimenticata?
R. - Purtroppo sì, perché effettivamente le persone più fragili hanno bisogno di più attenzioni e queste maggiori attenzioni, di fatto, da parte delle istituzioni comportano una maggiore attenzione anche da un punto di vista economico. E allora quando gli immigrati vengono sfruttati, come è stato il caso di “Mafia Capitale”, e se questo - è evidente - diventa un business per fare soldi e non per aiutare le persone c’è un problema. Noi dobbiamo utilizzare i soldi per fare qualcosa, non dobbiamo utilizzare le persone per fare soldi. Dobbiamo cambiare il paradigma.
D. - Il tema della famiglia. In passato si è discusso molto ad esempio sugli asili nido. Ci sarà un fattore famiglia nella sua gestione di Roma?
R. - Ci sarà un’attenzione ai servizi che da sempre - purtroppo - scontano le politiche dei tagli, perché fino ad oggi invece di tagliare gli sprechi si andava a tagliare i servizi. Lo sappiamo che poi gli sprechi servono a mantenere i privilegi, no? E allora dobbiamo cercare di dirottare tutti i soldi, che fino ad oggi sono andati in sprechi, sui servizi, quindi aumentare l’offerta.
D. - Un’ultima riflessione sulle Olimpiadi. La giunta farà un’ulteriore riflessione per una decisione condivisa?
R. – Se i romani, che fino ad oggi in campagna elettorale non mi hanno mai parlato di Olimpiadi, mi dovessero chiedere un referendum lo valuteremo, ovviamente però esponendo tutti i pro e i contro, esponendo bene i costi e ricordando che proprio l’anno scorso nel 2015 noi abbiamo finito di pagare la rata annuale da 92 milioni di euro dei Mondiali di Italia ’90. Fatevi i conti e capite quanto questi eventi pesano sulle spalle dei cittadini. Questo è fondamentale. Nessuno vuole portare Roma a livelli non competitivi con le altre città europee, ci mancherebbe altro, ma in questo momento nel quale abbiamo un debito di 13 miliardi di euro solo sulla gestione straordinaria, credo che chiedere ai cittadini di indebitarsi per almeno altri 20, 30, 40 anni, non sia etico, non sia giusto.  Luca Collodi, Radio Vaticana, Radiogiornale del 1° luglio 2016.
Qui sotto il link per ascoltare l'intervista integrale

Parco Archeologico di Vulci, dal 2 luglio "PIETRA LIQUIDA" mostra di sculture dedicata al tema dell'acqua

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L’arte contemporanea nel cuore dell’antico: è seducente e ambizioso il progetto della mostra “Pietra liquida”, che porta per la prima volta le sculture in ceramica di otto artisti all’interno di uno dei luoghi più affascinanti del Parco Archeologico e Naturalistico di Vulci, in provincia di Viterbo: la Domus del Criptoportico, una lussuosa dimora aristocratica romana risalente alla fine del II sec. a. C.
In questo fondale antico e prestigioso, le opere diNino Caruso, Giorgio Crisafi, Yvonne Ekman, Massimo Luccioli, Riccardo Monachesi, Attilio Quintili, Jasmine Pignatelli e Mara van Wees dialogano con lo spazio, lasciandosi permeare da esso e proponendosi come delle vere e proprie installazioni site-specific. La mostra, a cura di Francesco Paolo Del Re, si inaugura il 2 luglio 2016 alle ore 18:30 e resterà aperta al pubblico fino al 28 agosto. In occasione dell’inaugurazione alle ore 20:00 si terrà, tra gli scavi del parco archeologico, il concerto dell’orchestra Roma Sinfonietta, diretta da Fabio Maestri, con musiche di Vivaldi e “Water music” di Haendel.
L’evento viene realizzato grazie alla sinergia tra il Comune di Montalto di Castro, il Comune di Canino, la delegazione FAI Viterbo, la Fondazione Vulci e la Fondazione Etruria Mater, con la collaborazione della Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale e con il patrocinio della Regione Lazio e della Provincia di Viterbo. Il coordinamento scientifico della mostra è affidato a Gianna Besson.

PERCHÉ “PIETRA LIQUIDA” - Il filo conduttore e il punto di partenza comune del lavoro degli artisti è una riflessione profonda sul tema dell’acqua. “Il composto chimico di idrogeno e ossigeno che è alla base della vita sulla Terra - scrive il curatore Francesco Paolo Del Re - è una fonte di ispirazione intimamente collegata alla pratica del lavoro degli scultori protagonisti di questa mostra, che sono accomunati dalla predilezione per un materiale per definizione duttile ed estremamente versatile, proprio perché dall’acqua trae la sua possibilità di essere plasmato. Il materiale che accomuna gli otto artisti è infatti la ceramica e l’acqua è l’elemento essenziale del processo alchemico che porta alla trasformazione di un’informe massa fluida alla solidità di una forma definita, che sarà il fuoco a fissare nel suo aspetto finale. Il titolo della mostra, ‘Pietra liquida’, vuole raccontare questo ossimoro, questa oscillazione, che rappresenta lo svolgimento nel tempo della pratica della creazione ceramica, questa ambivalenza e compresenza di anime e stati della materia, che si fanno metafora della complessità dell’esistenza”.

LA FORZA POETICA DELL’ACQUA - L’acqua è da sempre l’origine della vita, la forza plasmante del pianeta e il motore della sua stessa evoluzione. Un bene necessario e fondamentale, dall’imprescindibile valore sociale, politico, culturale e antropologico, tanto da diventare causa di aspri conflitti e riletture geopolitiche. La presenza dell’acqua decreta infatti la vita o la morte di intere popolazioni, detta trasformazioni antropologiche, flussi migratori e mutamenti di interi ecosistemi. Sono di estrema evidenza la sua forza e la sua necessità, non solo in senso fisico, ma anche poetico. Ed è proprio da questa consapevolezza che gli otto artisti partono perraccontare le suggestioni liquide dell’acqua attraverso le loro sculture, che vogliono rendere omaggio alla sua energia espressiva, alla sua forza generatrice e mutante. Componente fondamentale della stessa argilla, l’acqua si pone dunque come il luogo di riflessione privilegiato sul suo “valore” artistico.

UN FONDALE DI GRANDE SUGGESTIONE - La Domus del Criptoportico del Parco Naturalistico Archeologico di Vulci è il luogo ideale per ospitare un dialogo tra il tempo, la storia e la ceramica stessa, un dialogo che nasce dall’incontro fecondo tra le testimonianze archeologiche e i linguaggi dell’arte contemporanea. Luogo simbolico in cui idealmente tutto ha origine, con i suoi mattoni di argilla e le sue mura antiche, grazie alla mostra “Pietra Liquida” la domus romana torna a essere anche uno spazio abitabile e conviviale, di sacra ospitalità. Nel pieno rispetto delle strutture esistenti, gli artisti provano a trasformare i suoi ambienti, ad arricchirli e a valorizzarli. Nella Domus del Criptoportico si danno appuntamento dunque acqua e argilla, archeologia e scultura contemporanea, storie e suggestioni, per dare vita a una mostra di rara malia, a due passi dal Foro e dal Mitreo adorni di statue e marmi dell’antica Vulci, la metropoli dell’Etruria marittima che sedusse i Romani e che ancora affascina i visitatori grazie all’immutato paesaggio ottocentesco della Maremma laziale che circonda questa area archeologica.

GLI ARTISTI - Sono otto gli artisti che aderiscono al progetto espositivo “Pietra Liquida”: ciascuno con il proprio specifico linguaggio e con un modo peculiare di vivere e interpretare il comune materiale ceramico e il tema dell’acqua, che si presta a molteplici letture.
Nino Caruso parte dalle forme arcaiche della ceramica per esplorare un universo di segni aperto alle sperimentazioni. Oltre a esplorare nuovi materiali, soprattutto il metallo, negli anni Sessanta Caruso abbandona la modellazione a “colombino” e adotta la tecnica del colaggio e la produzione ceramica in piccola serie. Si concentra poi sulle possibilità espressive derivanti dall’interazione delle forme modulari nello spazio architettonico, arrivando a collaborare con industrie ceramiche in veste di designer.
Nella sua attività artistica Giorgio Crisafi alterna da sempre teatro, poesia e arte. Nell’ambito specifico delle arti visive, pur operando con l’argilla e il fuoco, elementi tipici del mondo della ceramica, utilizza anche materiali e tecniche inusuali, portando un contributo originale a questa antica arte. Le sue creazioni comunicano una preziosa dimensione aristocratica, derivante da suggestioni differenti, tra arcaismi e visioni di modernità.
Musicista e scultrice, Yvonne Ekman privilegia quale canale espressivo l’argilla, elaborando le sue caratteristiche plastiche in uno stile originale che coniuga la ricerca sulla forma e sui colori con una sensibilità verso le tematiche civili e sociali. Dopo aver adoperato per anni la tecnica raku, attualmente si dedica a porcellana, grès e paper clay, anche con interventi in spazi aperti e integrati nel paesaggio naturale.
All’interno di una ricerca coerente, Massimo Luccioli sperimenta diverse modalità espressive, passando dalla scultura in terracotta alla pratica della pittura. Porge particolare attenzione al disegno, elaborato come sintesi di pittura e installazione performativa, per esempio nelle esperienze della “grafia dei rotoli”. Negli ultimi anni si dedica soprattutto a lavori in terracotta e disegni su carta.
Ha radici profonde il “fare manuale” che da sempre sprona la scultura di Riccardo Monachesi. È nelle forme della ceramica che si consolida una necessità espressiva che non potrebbe trovare spazio, per questo artista, attraverso altri media. Architetto di formazione, fuggendo a qualsiasi tentazione di design, Monachesi ambisce a progettare attraverso la ceramica l’emozione che sempre muove la sua mano e il suo lavoro.
Attilio Quintili nasce come artigiano ceramista, specializzato nella tecnica del lustro, e dalla fine degli anni Novanta cerca di adattare questa pratica a un lavoro più attinente ai linguaggi artistici contemporanei. Segue le orme della tradizione umbra, radicata soprattutto nella sua Deruta, città dove risiede da tempo, cercando di rileggerla attraverso modalità nuove e indagando il mistero della materia cromatica che cambia attraverso il fuoco.
La ricerca di Jasmine Pignatelli si sviluppa intorno alle nuove “possibilità spaziali” determinate dalle modalità combinatorie ed espressive del modulo, del vettore (modulo provvisto di direzione e verso) e del segno plastico (i punti e le linee del codice Morse), interpretabili come segni/segnali che materializzano uno spazio.
Per Mara van Wees, sin dagli anni dell’accademia, la ceramica scultorea è tra i linguaggi espressivi preferiti. Ha realizzato murales, ha lavorato come scenografa e come stilista nel campo della moda, per poi tornarè negli anni Novanta a concentrare la sua attività intorno alla ceramica. Le sue opere propongono una composizione e un bilanciamento tra volumi asimmetrici e in bilico tra di loro.
Nella foto: Attilio Quintili, Nucleo

INFORMAZIONI TECNICHE:
“PIETRA LIQUIDA”
DOVE: Casa del Criptoportico, Parco Archeologico e Naturalistico di Vulci, in provincia di Viterbo
QUANDO: dal 2 luglio al 28 agosto 2016
INAUGURAZIONE: 2 luglio 2016 ore 18:30
ARTISTI: Nino Caruso, Giorgio Crisafi, Yvonne Ekman, Massimo Luccioli, Riccardo Monachesi, Attilio Quintili, Jasmine Pignatelli e Mara van Wees
A CURA DI: Francesco Paolo Del Re
COORDINAMENTO SCIENTIFICO: Gianna Besson
UFFICIO STAMPA: Sabino de Nichilo
PRESENTATO DA: Comune di Montalto di Castro, Comune di Canino, Delegazione FAI Viterbo, Fondazione Vulci, Fondazione Etruria Mater, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica del Lazio e dell’Etruria Meridionale
PATROCINI: Regione Lazio, Provincia di Viterbo
SPONSOR: Primaprint
BIGLIETTI: intero € 8,00, ridotto € 5,00
ORARI DI APERTURA: ore 9:00 – 18:00
PER INFORMAZIONI: http://vulci.it/parco-di-vulci/ - Tel: 0766.89298 - 0766.870179 - e-mail: info@vulci.it

IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA, 1 ITALIANO SU 3 NON FA CONTROLLI UROLOGICI PER IMBARAZZO

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“Sono ancora giovane per sottopormi ai controlli” (36%), “Mi vergogno troppo” (32%) o “Non lo faccio perché non voglio che si venga a sapere” (29%). Sono queste le scuse che 3 italiani su 10 (31%) utilizzano per evitare i controlli urologici raccomandati dai medici per tenere sotto controllo l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), una condizione fisiologica caratterizzata da disturbi urinari associati all’ingrossamento della ghiandola prostatica. Una leggerezza data dal pudore di essere visitati dall’urologo o dalla vergogna che altri siano a conoscenza dei propri problemi intimi.
Oggi l’innovativa tecnica per l’enucleazione della prostata ThuLEP con la tecnologia di Cyber TM, permette operazioni precise e rapide in modalità one-day-clinic. Questo sistema, è un laser al tullio ad alta potenza made in Italy creato daQuanta System, azienda italiana leader nella tecnologia laser in ambito medicale. Tra i più timidi e restii gli uomini tra i 40 e i 59 anni (64%) soprattutto del Sud (37%), principalmente impiegati (21%) e liberi professionisti (16%).
É quanto emerge da uno studio condotto da Quanta System Observatory in occasione del mese della prevenzione urologica, effettuato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) su circa 1200 uomini di età compresa tra i 30 e i 65 anni, attraverso un monitoraggio online sui principali social networkblogforum e community dedicate, per scoprire perché così tanti italiani non si sottopongono ai controlli medici per il monitoraggio della prostata

“Innanzitutto tengo a precisare che fortunatamente l’ipertrofia prostatica benigna non rappresenta un vero e proprio pericolo – afferma Luca Carmignani, primario di Urologia al IRCCS Policlinico San Donato e professore associato presso l’Università degli Studi di Milano – Si tratta del fisiologico ingrossamento della prostata a cui tutti gli uomini vanno incontro a partire dai 50 anni. Benché possa procurare sintomi urinari che compromettono non poco la qualità della vita, costringendo spesso persone molto anziane, se non trattata, a ricorrere a soluzioni fastidiose come il catetere permanente, è una patologia che oggi si può curare con successo; è però vero che gli uomini temono molto i disturbi alla prostata, ma ciò perché tendono a fare confusione fra patologie benigne e maligne. Sono portati, inoltre, a ignorare qualsiasi disturbo o, più precisamente, a non voler ammettere di avere eventuali problemi”.
L’ipertrofia prostatica benigna rappresenta una patologia estremamente comune nell'uomo, basti pensare che viene regolarmente diagnosticata nel 50% degli uomini over 60 e nella quasi totalità degli ottuagenari. Numeri che dovrebbero allarmare gli italiani che invece, secondo i dati presentati dalla Società Italiana di Urologiasolamente nel 10-20% dei casi si sottopongono a visite di prevenzione e che in 9 casi su 10 si recano dall’urologo solo con l’insorgenza di gravi sintomi che li motivano a superare la propria timidezza e le proprie paure.

“Una soluzione che si è dimostrata molto efficace per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna è l’intervento chirurgico di prostatectomia transuretrale che sfrutta il laser al tullio (ThuLEP) – continua Carmignani – Il laser al tullio è idoneo al trattamento dei tessuti molli, quale è la prostata. Il raggio laser viene fortemente assorbito da tutti i tessuti, senza propagarsi in zone che non devono essere interessate dal trattamento. Per via uretrale viene introdotto uno strumento (resettoscopio) attraverso cui s’inserisce una sonda laser. Il laser asporta la porzione di prostata aumentata; essa viene quindi ridotta in frammenti più piccoli, che vengono infine aspirati. Si ottiene in questo modo un aumento della forza del getto urinario e una riduzione del residuo di urina che resta nella vescica dopo avere fatto pipì. Il paziente urinerà dunque meno spesso e il getto risulterà più potente; si ridurrà o annullerà la necessità di fare pipì di notte, così come il numero degli episodi d’infezioni alle vie urinarie, tipici e fastidiosi sintomi provocati dall’ipertrofia prostatica benigna”.
L’operazione inoltre assicura il mantenimento di una normale e attiva vita sessuale. Un grande vantaggio per glioltre 40mila uomini che ogni anno in Italia vengono operati alla prostata a causa dell'iperplasia prostatica benigna. Con questa procedura afferma il Prof. Carmignani “si ha una riduzione del sanguinamento, che permette di eseguire tale procedura anche nei pazienti con problemi di coagulazione; inoltre diminuisce il periodo in cui, dopo l’intervento, è necessario tenere il catetere, che può essere rimosso già il giorno successivo. Questi vantaggi fanno sì che questo tipo di intervento possa essere praticato anche su pazienti molto anziani (over 80), in molti casi già in terapia antiaggregante o anticoagulante, ai quali, sino ad ora, la chirurgia era spesso preclusa a favore di soluzioni ben più pesanti e rischiose e prosegue: “ai pazienti sono risparmiati i disagi e le sofferenze provocate dalla necessità di portare il catetere a permanenza, e la loro qualità di vita può migliorare significativamente”.
Ma quali sono le altre motivazioni che inibiscono gli uomini a sottoporsi ai controlli medici raccomandati dagli specialisti? Se al primo posto ci sono il persistente pudore di essere visitati nelle parti intime dall’urologo (35%), e dalla vergogna che altri siano a conoscenza dei propri problemi di salute (29%), non mancano nemmeno quelli che hanno paura di doversi sottoporre a un intervento chirurgico (22%), coloro che hanno paura della possibilità che insorgano eventuali effetti collaterali dopo l’intervento (19%) e, nonostante il passare degli anni e l’arrivo dei primi sintomi, si ostina nella non accettazione del problema (15%).

Una tendenza preoccupante che però non è eguale in ogni parte dello Stivale. Basti pensare che secondo quanto emerso dall’indagine al Sud la percentuale di chi non si sottopone ai controlli urologici sale al 37% mentre, al Centro (32%) e al Nord (25%) le cifre sono leggermente più positive. Tra i più timidi e restii gli uomini con età che varia nella fascia tra i 40 e i 59 anni (64% del totale), inclini a non accettare e il problema a oltranza, mentre sono il 36% quelli oltre i 60 anni.

Goffredo Palmerini a “Galatone Arte 2016” e Premio letterario internazionale “Città del Galateo”

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L’AQUILA - Lo scrittore aquilano Goffredo Palmerini sarà ospite d’onore del “Galatone Arte 2016” e del Premio letterario internazionale"Città del Galateo", che si svolgeranno con una ricca agenda di eventi dal 7 al 9 luglio a Galatone (Lecce), nello splendido Palazzo Marchesale della città salentina. Gli eventi sono organizzati dall’Associazione Culturale VerbumlandiArt, sotto la presidenza di Regina Resta, in collaborazione con la Municipalità di Galatone e con il patrocinio della Provincia di Lecce e Regione Puglia.

Tra gli ospiti d’onore spicca il nome del prof. Hafez Haidar, candidato al Premio Nobel per la Pace, docente all’Università di Pavia e scrittore. Venerdì 8 luglio, alle ore 18, con il prof. Haidar, converseranno sul tema «La pace attraverso il dialogo: l’era della discussione», affrontando i vari aspettidel dialogo interculturale e interreligioso, la scrittrice Rosa Nicoletta Tomasone, il giornalista Beniamino Pascale, il giornalista e scrittore Goffredo Palmerini. L’incontro sarà presentato e moderato da Cesare Vernaleone, giornalista e conduttore televisivo.


La serata, dopo un concerto, si concluderà con la consegna di una Targa alla Carriera ed alla Cultura a Goffredo Palmerini,Rosaria Ricchiuto, Rosa Nicoletta Tomasone, Enrico Longo, Wojtek Pankiewicz e Beniamino Pascale. Due anni fa, a Lecce, era stato conferito a Palmerini anche il Premio per i Diritti umani “Nelson Mandela”, nell’ambito della XV edizione di “Salento Porta d’Oriente”, affermato evento culturale promosso dall’Associazione “Italia in Arte” di Brindisi.

Fattitaliani intervista il maestro Diego Basso: "Ho fatto delle scelte radicali di vita per la musica"

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“La musica è la vita. La musica è ascolto e rispetto per gli altri. La musica è arte”! Il Maestro Diego Basso dal 2003 dirige l’Art Voice Accademy, Centro di Alta Formazione per lo spettacolo a Castelfranco Veneto che si prefigge non solo di formare i giovani attraverso importanti nomi del settore ma iniziando a fargli sperimentare il mondo professionale.

È reduce da un Concerto in Kuwait, com’è andata?
Benissimo, un successo inaspettato anche perché era la prima volta che si faceva un Concerto con Musica totalmente italiana. Ero un po’ dubbioso sul risultato. E’ stato molto bello, il pubblico particolarmente caloroso. Grande interesse anche da parte della Televisione, la prima Rete del Kuwait ha trasmesso il Concerto in prima serata.
Quando dirige i Concerti si lascia ispirare dalle parole di Pablo NerudaQuando la spieghi la poesia diventa banale”. Cos’è per Lei la poesia?
La Poesia è arte, come la musica, come la Pittura. Quando stai dirigendo pensi alle parole per costruire una frase musicale ma pensi anche ad una tela per costruire un quadro con i colori. I pensieri che metti sempre vicino alla musica sono molti e rappresentano diversi modi per fare Arte. In un certo fraseggio musicale magari ti fai aiutare da una frase di un grande poeta che ti viene in mente. Queste sono alcune ispirazioni che servono per interpretare al meglio alcuni temi della musica italiana ed internazionale.
E la musica?
È la vita. La musica o ti appartiene e l’ascolti, oppure ce l’hai dentro e quindi vivi della musica. Qualsiasi tuo riferimento diventa la musica. Ho fatto delle scelte radicali di vita, per la musica. Ai ragazzi dico sempre che non devono assolutamente perdere la fiducia nella musica, se loro ci mettono voglia, passione, vita, la musica li farà felici comunque a prescindere dal guadagno che ne ricaveranno.
Quali saranno i prossimi impegni?
Il 4 luglio sarò all’Arena di Verona per dirigere il Volo. L’8 luglio sarò ad un Festival a Marostica dove dirigerò la grande musica dei Film di Hollywood. C’è un pezzo musicale per ogni decennio, da Colazione da Tiffany ad Avatar. Tutti i pezzi che hanno vinto il Premio Oscar. Dal 24 giugno ad Udine per l’esordio al Festival Show, grande Tour della musica Pop con un’Orchestra Stabile che mi porterà nuovamente all’Arena di Verona per il finale del Festival.

Elisabetta Ruffolo

NASTRI D'ARGENTO 70, I VINCITORI: Virzì, Mainetti, Bruni Tedeschi, Ramazzotti, Accorsi, Scarano, Marinellie "Non essere cattivo"

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I PREMI 2016
Paolo Virzì regista del miglior film, La pazza gioia
Perfetti sconosciutimigliore commedia e ancora un successo perGabriele Mainetti, conil miglior esordio, Lo chiamavano Jeeg Robot.
Non essere cattivoFilm dell’anno,
Pietro Valsecchi(non solo per Quo vado?) il miglior produttore.
Gli attori 2016: Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, Stefano Accorsi, Greta Scarano e Luca Marinelli.
Dopo il Nastro d’Oro consegnato a Roma aStefania Sandrelliuna pioggia di premi al Teatro Antico di Taormina per festeggiare 70 anni di storia e di grande cinema. E’ Matilde Giolil’immagine di quest’edizione speciale.
A lei la conduzione della serata del Teatro Antico che andrà in onda su Raiuno il 23 Luglio, anticipata il 6 da uno speciale su Rai Movie.


Taormina, 2 Luglio- Tra Perfetti sconosciuticommedia dell’anno e Lo chiamavano Jeeg Robot - come previsto il miglior esordio ai Nastri 2016 – a due anni dai premi per Il capitale umanoè ancora una volta Paolo Virzì con La pazza gioiail regista del miglior film ai Nastri d’Argento che premiano anche le sue attrici, Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, la sceneggiatura scritta dal regista con Francesca Archibugi e i costumi di Catia Dottori. Un successo annunciato per il film, subito molto amato dal pubblico e accolto con entusiasmo dai giornalisti e dalla critica già dopo i primi applausi a Cannes. Erano 10, il massimo quest’anno, tra le nomination, le sue candidature. 9 quelle di Lo chiamavano Jeeg Robot che vince anche con il miglior attore non protagonista, Luca Marinelli.
Perfetti sconosciutidi Paolo Genovese vince anche per la canzone, interpretata da Fiorella Mannoia (ne è autrice con Bungaro e Cesare Chiodo). E soprattutto con il premio ai 7 protagonisti del film, il Nastro collettivo per il cast che va a Anna Foglietta, Alba Rohrwacher, Kasia Smutniak, Giuseppe Battiston, Edoardo Leo, Marco Giallini, Valerio Mastandrea.
Prima della premiazione, come sempre al Teatro Antico, le immagini di Nastri 70- argento vivo, il documentario prodotto dal SNGCI con la regia di Antonello Sarno, sulla storia del Premio e di settant’anni di cinema guardato attraverso la lente della cronaca grazie agli archivi di Istituto Luce Cinecittà, Teche Rai e RTI.
Ancora: se, come già annunciato a Roma, Non essere cattivoè il film dell’anno votato dal Direttivo, un bel sorpasso, ai voti, l’ha fatto Veloce come il vento, con Stefano Accorsi Nastro per il miglior protagonista, Matilda De Angelis, Premio Guglielmo Biraghi (che si aggiunge ai ragazzi di Un bacio di Ivan Cotroneo e a Moisè Curia, premiato con Nuovo Imaie) e Nastro per il montaggio a Gianni Vezzosi.
Miglior soggetto dell’anno quello di Io e lei (Ivan Cotroneo, Francesca Marciano e Maria Sole Tognazzi). Battuto tra le commedie, invece Quo vado?ma in un autentico testa a testa proprio il suo produttore, Pietro Valsecchi, vince il Nastro: l’ha spuntata alla fine (anche per Chiamatemi Francescoe il contributo con il quale ha sostenuto Non essere cattivo) su Marco Belardi, candidato per due titoli che hanno comunque stravinto come La pazza gioiae Perfetti sconosciuti.
Greta Scarano e Alessandro Borghi
Tra i film candidati, 35 sui 119 usciti nel periodo 1 giugno 2015 – 22 maggio 2016, Suburra di Stefano Sollima vince con la migliore attrice non protagonista, Greta Scarano, e con la scenografia che premia due volte Paki Meduri, vincitore anche per Alaskadi Claudio Cupellini. Tra i premi tecnici ottiene altri riconoscimenti il film di Caligari Non essere cattivo, che vince il Nastro anche per il sonoro in presa diretta di Angelo Bonanni e per la fotografia di Maurizio Calvesi, premiato anche per Le confessionidi Roberto Andò. Sono state in tutto 48 le opere prime e 42 le commedie in selezione (a titolo di curiosità, 13 sono state firmate quest’anno da registi esordienti) in quest’edizione che si conclude con un palmarès particolarmente ricco di attori: oltre ai Nastri votati da 100 giornalisti è andato infatti a Carlo Verdone e Antonio Albanese Il ‘Premio Manfredi’ condiviso con la famiglia di Nino e in particolare con la moglie Erminia.
Il Nastro europeo - dopo quello internazionale consegnato a Roma, mesi fa, a Kevin Costner - premia Juliette Binoche per L’attesa di Piero Messina.

Il Sindacato ha anche deciso di assegnare alcuni ‘Nastri dei 70 anni’: riconoscimenti due volte speciali perché legati ad un forte impegno nell’attualità e realizzati in una special editionche riproduce l’icona del primo Nastro consegnato nel 1946 ad autori e protagonisti di un cinema entrato nella storia: Anna Magnani, Roberto Rossellini, poi Vittorio De Sica. Un premio che va quest’anno, con diverse motivazioni, a Giuseppe Fiorello e Massimo Popolizio (Paolo Borsellino e Giovanni Falcone in Era d’estatedi Fiorella Infascelli), a Leo Gullotta che condivide il suo compleanno con i Nastri e lo riceve nel trentennale del premio a Giuseppe Tornatore per il suo film d’esordio Il camorrista. E un premio per il particolare impegno rispettivamente sul tema dei diritti civili e sul ‘caso Eternit’ va, ancora, a Sabrina Ferilli (con Io e leioltre la qualità dell’interpretazione un’autentica militanza prima della legge Cirinnà) e Marco D’Amore (Un posto sicuro).

Gran festa per Lo chiamavano Jeeg Robot, Premio Hamilton Behind the camera-Nastri d’Argentoalla quarta edizione, quest’anno destinato a Gabriele Mainetti, un debutto come regista ma anche come produttore: per condividere il festeggiamento a Taormina con il regista e con Luca Marinelli arriva anche Claudio Santamaria.
A proposito di esordi, debutta quest’anno al Teatro Antico con i Nastri il Premio Graziella Bonacchidedicato all’agente, improvisamente scomparsa nel settembre del 2015, che ha contribuito a creare lo star system degli ultimi anni: il primo riconoscimento, assegnato dalla Giuria del Sindacato all’attore ‘under 35’ che più si è distinto per una performance da vera rivelazione, va quest’anno ad Alessandro Borghi (Non essere cattivo, Suburra), anche Personaggio dell’anno Persol Nastri d’Argento, insieme con Luca Marinelli, Nastro d’Argento migliore non protagonista, per Non essere cattivo.
Valeria Bruni Tedeschi, Paolo Virzì e Micaela Ramazzotti
Ancora fra gli attori, anzi fra le attrici, vanno a due interpreti straordinarie come Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti, rispettivamente, il Premio Nastri d’Argento Shiseido per lo stile(quello cosmopolita della Bruni Tedeschi) e il Wella Nastri d’Argento per l'immagine(sempre diversa, soprattutto nell’hairstyling) a Micaela Ramazzotti. A Taormina ritira il Porsche 718 boxster Tradizione ed InnovazioneMaria Sole Tognazzi, artista ideale per il link tra la tradizione della sua storia familiare e il suo cinema segnato da uno sguardo sempre attento alla società di oggi e di domani.
Infine, guarda agli sceneggiatori di domani, tra le tante promesse e gli esordienti di quest’anno anche l’iniziativa condivisa dai Nastri 70 con SIAE: tre borse di formazione per la sceneggiatura vanno ad altrettanti autori scelti tra i film quest’anno in cinquina. I vincitori sono: Piero Messina (L’attesa), Alberto Caviglia (Pecore in erba) e Francesca Manieri (segnalata per Veloce come il vento, e al lavoro in questo momento sui sequel di Smetto quando voglio).
Un anticipo dei premi a Roma ha festeggiato nella serata del MAXXI Stefania Sandrelli: il suo Nastro d’Oro va ad aggiungersi agli stessi riconoscimenti consegnati per i 50 anni dei Nastri a Sophia Loren, Michelangelo Antonioni e Alberto Sordi poi, per il successo agli Oscar®, a Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.
Il voto, i Nastri in tv su Rai Movie, Raiuno e Rai Italia
Le “cinquine” dei candidati, anche su segnalazione degli iscritti al SNGCI, sono state scelte quest’anno, come i premi speciali, dal Direttivo Nazionale presieduto da Laura Delli Colli e composto da: Fulvia Caprara (vicepresidente), Romano Milani (segretario generale), Oscar Cosulich, Maurizio di Rienzo, Fabio Falzone, Pier Paolo La Rosa, Stefania Ulivi, Susanna Rotunno, Paolo Sommaruga, con l’ex presidente Mario Di Francesco. E con il Collegio dei Sindaci revisori composto da Franco Mariotti (presidente), Teresa Marchesi e Annamaria Piacentini.
Le candidature sono state votate dal 6 al 20 Giugno, lo spoglio effettuato dal notaio dei Nastri, Alessandra Temperini ha raccolto il voto online attraverso uno specifico indirizzo mail indicato sulla scheda di voto.
Laserata televisiva, a cura del SNGCI, con la regia televisiva di Giovanni Caccamo, va in onda su Raiuno (e nel mondo grazie a Rai Italia) in seconda serata il 23 Luglio anticipata subito dopo la serata di Taormina da Rai Movie il 6 Luglio.

I NASTRI d’ARGENTO 2016
Premio di interesse culturale nazionale, i NASTRI d’ARGENTO, quest’anno alla 70.ma edizione, sono una produzione del SNGCI –Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani - realizzata con il sostegno del MiBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Turismo- Direzione generale per il cinema, main sponsor BNL- Gruppo BNP Paribas - di alcuni partner istituzionali: la Regione Lazio con il patrocinio e il supporto della Roma Lazio Film Commission a Roma, la Regione Siciliana, Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo, Sicilia Film Commission,nell'ambito del progetto"Sensi Contemporanei".
Sponsor privati 2016: PORSCHE, HAMILTON, PERSOL, SHISEIDO, WELLA, NASTRO AZZURRO. Con la collaborazione di PARISI e LA BARONESSA (a Taormina).

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Ischia Film Festival, i vincitori della XIV edizione

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Ufficializzati ieri nel corso della cerimonia di premiazione i vincitori della quattordicesima edizione dell’Ischia Film Festival. Miglior Film di questa edizione è Bella e perduta di Pietro Marcello, che ha incassato l’unanime consenso della Giuria internazionale, presieduta dalla regista Margarethe von Trotta, dalla produttrice francese Catherine Dussart e dall’attrice Anjorka Strechel.
Il film di Pietro Marcello – si legge nella motivazione – è come un canto che sa portare armonia tra immaginazione, fiaba, poesia e realtà. Ad aggiudicarsi l’ambito Premio Castello Aragonese come Miglior Regista è Ben Sharrock con Pikadero, un esordio di altissimo livello in cui la messa in scena, nonostante i pochi mezzi, è sempre adeguata alla narrazione. Il giovane autore scozzese dimostra di conoscere già perfettamente il proprio mestiere, a cominciare dai fuoriscena così abilmente inseriti in una regia che ha una sensibilità profonda per l'immagine e l'estetica di Hopper a Shaw, quindi non solo cinematografica, ma anche artistica e teorica. Il Premio Epomeo per la Miglior Fotografia va, ancora, a Pietro Marcello e Salvatore Landi per Bella e perduta: pellicola e digitale, due estetiche apparentemente contrapposte che trovano una strada comune, senza mai cadere nella tentazione della banalità, grazie a una fotografia magistrale. Vince il Premio Aenaria per la Migliore Scenografia, Menuka Rai per Kalo Pothi di Min Bahadur Bham. In un festival della location devi cercare l'anima, cogliere la natura profonda di un luogo e condividerli. Kalo Pothi ci porta in Nepal e ci spinge a incontrare questo paese straordinario, le sue atmosfere e anche i suoi problemi.
A Quest for Meaning, di Nathanail Coste e Marc De La Ménardière si aggiudica il premio della sezione Documentari, un viaggio per il mondo e interiore, che porterà due amici a confrontarsi con culture, pensieri, esperienze generazionali e a rinascere consapevoli di essere individui in un unicum, che è la Terra, impegnato in un perenne moto ciclico di cambiamenti. Un’opera poetica e profonda, che ha colpito la Giuria nazionale, composta quest’anno dagli attori Marco Palvetti e Lillo Petrolo insieme a Giuseppe Colella direttore di Schermo Napoli e presidente del Coordinamento Festival Cinematografici della Campania. Una Menzione Speciale, sempre per la sezione Documentari, è andata a When we talk about KGB di Maxì Dejoie, Virginja Vareikytè.
Per la sezione Location Negata, trionfa il documentario di Tianlin Xu, Coming and Going, che sin dalle prime inquadrature ci trasporta all’interno della famiglia. L’opera racconta una situazione “universale” ma allo stesso tempo ci regala uno spaccato della cultura cinese. Menzione Speciale per la stessa sezione, va a pari merito a Il Successore di Mattia Epifani e Kivalina di Gina Abatemarco.
Il premio per il Miglior Cortometraggio va a Milky Brother di Vahram Mkhitaryan, un'incredibile capacità di racconto ad altezza bambino, un senso dell'immagine non comune e una narrazione fluida e naturale, pur in un contesto complicato quanto lo è l'idea del cortometraggio se la si vuole rendere al meglio. La Giuria internazionale ha anche premiato, con una Menzione Speciale, Patriot di Eva Riley e Respiro di Andrea Brusa e Marco Scotuzzi.
Durante la serata, il Direttore Artistico Michelangelo Messina insieme all’Assessore al Turismo della Regione Campania, Corrado Matera, giunto per la prima volta sull’isola d’Ischia in veste istituzionale, ha consegnato l’Ischia Film Award alla carriera, massimo riconoscimento del festival, alla regista Margarethe von Trotta ed anche al Maestro Pasquale Squitieri, che lo scorso anno fu impossibilitato a ritirare il riconoscimento a seguito a un incidente stradale.
Si conclude così anche questa edizione del Festival, una otto giorni di proiezioni con 101 film provenienti da tutto il mondo. Quindi un ringraziamento speciale a tutti gli ospiti che hanno preso parte alla Manifestazione, ai registi, i produttori e gli attori intervenuti. Appuntamento tra Giugno e Luglio 2017 per festeggiare il traguardo della quindicesima edizione.

Teatro Ambra Jovinelli, stagione 2016/17: "CommediE all’Italiana… E NON SOLO"

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CommediE all’Italiana… E NON SOLO è lo slogan dell’Ambra Jovinelli, la nuova stagione nasce con lo spirito di mescolare comicità e sociale ed un cartellone di commedia contemporanea e prevalentemente italiana, fatta di interpreti ed autori eccezionali con superlative incursioni di carattere musicale.
Grande successo per la passata stagione coronata da numerosi sold out, otre 5500 abbonati e più di 90000 presenze. Tra i tanti spettacoli presenti segnaliamo dal 3 al 13 novembre: Bello di Papà scritto e diretto da Vincenzo Salemme con Biagio Izzo. Dal 5 al 22 gennaio: Valerio Mastandrea in Migliore, scritto e diretto da Mattia Torre, sceneggiatore, autore teatrale e regista italiano. E’ una storia di oggi, di persone che costruiscono il loro successo sulla spregiudicatezza, su cinismo, sul disprezzo per gli altri. I disprezzati di fronte a queste persone chinano la testa e si fanno da parte. Dal 9 al 26 marzo: Due di Miniero e Smeriglia, Due crea delle sinergie tra vari generi dello spettacolo, con Raoul Bova e Chiara Francini “Sono stata molto felice di essere stata scelta. Il testo è molto attuale che esamina il rapporto tra uomo e donna. Nel corso della piece vengono in risalto tanti personaggi e tanti stati d’animo, Sono diverse le aspettative e le emozioni. La donna sempre tradizionale ma profondamente moderna. Offre uno spaccato molto bello. Dal 30 marzo: A ruota libera, interpreti oltre a Veronesi che dirige indiretta, Alessandro Haber, Rocco Papaleo e Sergio Rubini. E’ la storia di 4 artisti riusciti che si conoscono da tempo e si mettono in scena con i loro ricordi artistici. Tra di loro ci sarà un incontro-scontro. E’ uno spettacolo aperto, ogni sera si giocherà con un tema e con un ospite diverso. Dal 20 aprile: Voi siete qui con Paola Minaccioni “Arrivare qui con un nuovo testo mi rende felice. E’ un giallo sulla sparizione di un nonno di 105 anni di cui non si sa più nulla. L’unica che lo cerca è Wanda, la moglie. Ci sono vari personaggi come la manager di un centro dimagrante ed una giornalista del Programma “la morte in diretta”. E’ divertente ma a tratti cinico. La regia è di Paola Rota.
Elisabetta Ruffolo

Per l‘intera programmazione, si rimanda a www.ambrajovinelli.org


Rossano Calabro, il Codex Purpureus Rossanensis è nel suo nuovo museo

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S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Rossano-Cariati, annuncia la fine del restauro del Codex Purpureus Rossanensis e il suo ritorno a Rossano nel nuovo Museo del Codex, un’area interamente riservata alla migliore visione e conoscenza del prezioso codice bizantino e strutturata in modo da offrire ai visitatori ogni strumento di consultazione dell’antico manoscritto e delle sue straordinarie miniature. Gli spazi dedicati al Rossanensis sono inseriti all’interno del Museo Diocesano e del Codex, anch’esso interamente rinnovato al fine di proporre una visione privilegiata degli ulteriori antichi tesori di arte sacra che lo spazio museale conserva.

Il Codex Purpureus Rossanensis, riconosciuto nel 2015 dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è stato affidato nel 2012 all’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e librario del Ministero dei Beni Culturali, affinché venissero eseguite approfondite analisi biologiche, chimiche, fisiche, tecnologiche e tutte le necessarie cure per il suo restauro e la sua conservazione.
Il restauro del codice e le operazioni di conservazione del Rossanensis sono state precedute da una serie di indagini ed analisi volte ad indicare l’effettivo stato di conservazione del manoscritto. Il lavoro degli studiosi ha fornito, altresì, significative risposte sulla storia e sull’esecuzione del volume, oltre a dettare importanti indicazioni generali sulla fattura e lettura dei codici di analoga provenienza e periodo storico. Nei tre anni di studio e indagini sul Codex si è giunti ad una “rilettura” importante del codice stesso.
Il Codice è uno straordinario manoscritto la cui colorazione porpora delle carte membranacee (pergamene) conferisce al volume valore di estrema sacralità. Si tratta di un oggetto prezioso, manifestazione di potere, opulenza e prestigio del possessore e della committenza e non poteva che appartenere ad una classe socio-economica assai elevata.
Il Codex Rossanensis, opera bizantina del VI secolo dopo Cristo in pergamena color porpora manoscritta e miniata, è estremamente importante sia dal punto di vista religioso sia dal punto di vista della manifattura tali da rendere il substrato scrittorio simile a pochissimi altri esemplari finora esistenti, fra i quali la Genesi di Vienna(Öst. Nat. Bibl., Vind. Theol. Gr 31) e i Vangeli di Sinope (Parigi, BN, Suppl. gr. 1286). Il Codex Rossanensisconsiste di 188 fogli di pergamena di dimensioni 31 cm x 26 cm numerati recto verso e scritte in caratteri in oro e argento. Molte delle pagine sono impreziosite da miniature che illustrano alcune fasi della vita di Gesù.
Il prezioso manoscritto fu portato alla conoscenza scientifica alla fine dell’800 dagli studiosi di Leipzig, O. von Gebhardt A. Harnak. Esiste una documentazione fotografica dei primi del Novecento, conservata presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, ICCD, dello storico Arthur Haseloff che documenta su lastra fotografica di vetro le pagine e in particolare le miniature, evidenziandone lo stato di conservazione; nel 1907 lo storico dell’arte Antonio Muñoz ne cura una serie di cromolitografie e negli anni Venti del secolo scorso è stato restaurato da Nestore Leoni, che ha consolidato e stirato le pergamene utilizzando gelatina a caldo. L’opera è conservata, dal 1952, presso il Museo Diocesano di Arte Sacra di Rossano Calabro (CS).
Il Codex Purpureus Rossanensis, contiene 13 miniature sulla vita di Cristo, una miniatura dei quattro Evangelisti, parte della Lettera di Eusebio a Carpiano racchiusa in una decorazione aurea, la miniatura di Marco evangelista con la Sofia ed è scritto a caratteri onciali in oro e argento e, occasionalmente, con inchiostri neri.
Per la sua consistenza, pur se mancante di molte pagine, il Rossanensis è il più prezioso fra i codici onciali (scritti in caratteri greci maiuscoli) dell’antichità. Ma soprattutto è l’unico codice rilegato, i codici analoghi sono ormai solo fogli sciolti. Esso contiene l’intero Vangelo di Matteo, parte del Vangelo di Marco, mentre sono interamente perduti i Vangeli di Luca e Giovanni.

FRISBEE, dal 4 luglio i nuovi episodi di “LITTLEST PET SHOP"

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Colori, divertimento e allegria in compagnia di BLYTHE e i graziosi animaletti di “LITTLEST PET SHOP”: dal 4 luglio, dal lunedì al venerdì alle ore 15:05, arrivano i nuovi episodi in PRIMA TV ASSOLUTA su FRISBEE (Canale 44 del digitale terrestre | Sky Canale 627).

La protagonista è Blythe, una bambina divertente e alla moda che ama disegnare ed è appassionata di animali. Arrivata in una nuova città insieme al papà, pilota d’aerei, Blythe trova lavoro come aiutante nel negozio di animali sotto il suo appartamento e qui trascorre indimenticabili giornate prendendosi cura di simpatici cuccioli che hanno tanta volgia di divertirsi. Ben presto Blythe scoprirà che il negozio è speciale: infatti i pony, i gattini, le scimmiette e i micetti che vi abitano non vengono mai venduti ma accuditi proprio dal negozio stesso e, ciascuno con il proprio carattere e le proprie manie, sono protagonisti di avventure e guai a più non posso.

Il programma sarà visibile anche su Dplay (sul sito www.it.dplay.com – o scaricando l’app suApp Store o Google Play).
  
FRISBEE è visibile al canale 44 del digitale terrestre, su Sky al 627.

“Expatrie”, fino al 26 luglio la mostra dell’artista Iginio De Luca alla Casa dell’Architettura a Roma

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È stata appena inaugurata, alla Casa dell’Architettura a Roma, la mostra dell’artista Iginio De Luca intitolata “Expatrie”. Rimarrà aperta fino al 26 luglio. Elaborazioni fotografiche, un video, disegni sul tema dell’abitare e dell’appartenenza, ma anche sulla difficoltà di avere certezze come succede a chi vive, appunto, da espatriato. De Luca, che è anche musicista, attore e insegna all’Accademia di Belle Arti a Torino, si è specializzato in video, installazioni e performance a forte carattere sociale. Al microfono di Adriana Masotti racconta come ha pensato al progetto “Expatrie”: 

R. – Il progetto nasce esattamente un anno fa, nel contesto di “Metropoliz” che sono degli spazi ex-industriali dello stabilimento “Fiorucci” in Via Prenestina a Roma. “Metropoliz” è un agglomerato di case, ricavate appunto da spazi industriali – quindi sono spazi abusivi – occupati da famiglie di varie nazionalità: da peruviani, da famiglie di etnia rom, da donne eritree e così via. Ci sono anche famiglie italiane.
D. – Qual è la proposta di riflessione che sta alla base di questo progetto?
R. – Sono tanti, gli spunti, tante le tematiche che si aprono sotto questi aspetti dell’abitare, oggi più che mai attuali, con tutte le storie di immigrazione, di confronti, di differenze razziali. Storie simili le abbiamo qui, dietro casa. Il mio intento è quello di lavorare sempre artisticamente e poeticamente su tematiche molto scottanti, attuali e sociali, anche politiche. Quindi ridare dignità, visibilità, riconoscibilità a famiglie e a persone che non hanno queste caratteristiche. Quindi, diciamo: ufficializzare vite umane che sono ai margini, renderle protagoniste.
D. – Prima di realizzare i suoi lavori, lei ha incontrato le famiglie, le persone all’interno delle loro case. Che esperienza è stata?
R. – E’ stata un’esperienza molto emozionante e coinvolgente per il semplice fatto che ogni volta che varcavo la soglia di una casa e di una famiglia, mi ritrovavo in un Paese straniero. Quindi ho fatto una serie di viaggi, spostandomi solo di qualche metro. In ogni casa c’erano le memorie, i sapori, gli odori di una nazione differente dalla mia: veramente, un viaggio oltre i confini … poetico ed emozionante, lo definirei.
D. – Che cos’è la casa, per le persone che ha incontrato?
R. – La casa è tutto; la casa è identità, riconoscibilità, rifugio e al contempo può diventare prigionia; la casa è memoria: racconta di avventure verso l’ignoto, appunto verso l’incertezza; la casa rappresenta tanti significati possibili, legati a ogni storia familiare, a ogni storia personale.
D. – Ci può descrivere una delle fotografie, quella che magari le sta più a cuore o che le piace di più?
R. – La foto rappresentativa, che poi è stata scelta anche come immagine che gira su internet o sui comunicati stampa, è quella di una famiglia peruviana; un’immagine verticale, una fotografia che inquadra tutta la famiglia: mamma, papà, i due figli – un maschietto e una femminuccia – che sono in posa trionfante, orgogliosa sullo sfondo di un muro decorato lì, a Metropoliz; e in sovrimpressione c’è la planimetria della loro casa che si sovrappone proprio alla fotografia di questa famiglia. Quindi in questo caso identifico la pianta, la planimetria come una possibilità di identificare la famiglia e la sua personalità.
D. – La sua iniziativa, oltre ad essere una tappa del percorso che sta facendo come artista, rientra anche nel programma del “MAAM”, Museo dell’Altro e dell’Altrove. Si parla molto oggi del rapporto con l’altro, con il diverso. Lei pensa quindi che l’arte, in tutte le sue forme, possa contribuire a una maggiore crescita su questi temi?
R. – Sì: nella mia visione un po’ utopistica penso di sì. Essendo un artista ho anche una grande fede, una grande speranza, anche se sono tematiche molto delicate. Io, però, lancio una sfida: l’arte può incontrare tematiche politiche e sociali, sempre da un punto di vista artistico e – perché no? – trovare una via di soluzione tra queste due entità, questi due contesti. Perché no? La mia sfida, con questa mostra, è proprio di rilanciare il contatto tra la tematica sociale e l’ispirazione artistica e vedere come questi due elementi possano  andare insieme e trovare  una strada vincente. Adriana Masotti, Radio Vaticana, Radiogiornale del 3 luglio 2016.

Teatro Lo Spazio, il 5 Luglio presentazione del libro di poesie "Fenice" di Simona Scarpati

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Il 5 luglio al Teatro Lo Spazio alle  21,00  verrà presentato il libro di poesie "Fenice" di Simona Scarpati.
Un viaggio nella profondità dell'animo femminile, sempre in bilico tra la leggerezza dell'esistere e la paura dell'abbandono. Un percorso in cui l'amore assume mille forme, col coraggio e l'incoscienza di chi scrive per raccontare e condividere.
Il tutto sarà accompagnato da musica e canzoni dal vivo. 
  
 Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it

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