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27 febbraio 2019 festa di San Gabriele, in Italia e nel mondo

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Mercoledì 27 febbraio numerosi pellegrini affolleranno il santuario in occasione della festa di San Gabriele dell’Addolorata.
La chiesa universale in questo giorno ricorda la morte del giovane santo, avvenuta nel convento di Isola del Gran Sasso (Teramo) all’alba del 27 febbraio 1862. Pellegrinaggi organizzati arriveranno in particolare da Abruzzo, Molise, Puglia.
La giornata, che avrà solo carattere religioso, inizierà alle 6.30 del mattino con la celebrazione del transito di San Gabriele.

Alle ore 11 la solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta da monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo di Teramo-Atri. Nel pomeriggio la messa delle ore 17 sarà animata dalle parrocchie della forania di Isola del Gran Sasso. 
In occasione della festa del santo sarà presente al santuario l’emittente nazionale Tv2000 per un servizio sul santo dei giovani che sarà trasmesso il 27 febbraio alle ore 9, nel corso del programma “Bel tempo si spera”.

La festa liturgica di San Gabriele segna, come ogni anno, l’inizio dei grandi pellegrinaggi al santuario, uno più frequentati in Europa, con circa 2 milioni di presenze annue.
La devozione al santo dei giovani non conosce confini. Sono centinaia nel mondo le chiese a lui dedicate. Feste in onore di San Gabriele si celebrano ogni anno in molte parrocchie italiane e in varie nazioni, soprattutto in quelle dove è più forte la presenza di emigrati abruzzesi (in Australia, Canada, Usa, Venezuela, Cile, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Panama, Belgio). Feste in onore del santo vengono celebrate anche nelle nazioni dove sono presenti i passionisti, in particolare in Spagna, Portogallo, Polonia, Indonesia, Corea del Sud, Giappone, Filippine, Vietnam.
In Italia San Gabriele dell’Addolorata conta 22 chiese parrocchiali a lui intitolate, di cui 8 in Abruzzo. Ci sono inoltre numerose cappelline, edicole dedicate al santo, sparse in varie regioni italiane. 


** Il 27 febbraio al santuario, come in altre parrocchie italiane, saranno soprattutto i giovani a onorare il santo protettore. Altri giovani festeggeranno il loro santo ai primi di marzo. Infatti, migliaia di studenti delle scuole superiori abruzzesi e marchigiane si raduneranno al santuario lunedì 11 marzo per la festa dei 100 giorni agli esami di maturità. 





Doppia Festa di compleanno per Giuliano Montaldo

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Doppia Festa di compleanno per GIULIANO MONTALDO, organizzata dalla Associazione  VISIONE&ILLUSIONI di cui è Presidente Onorario ed Ettore Spagnuolo Presidente, con la collaborazione dei David di Donatello e del Centro Sperimentale di Cinematografia. 
Il Maestro insieme alla sua cara VERA PESCAROLO, visibilmente emozionati, in una platea  stracolma, sono stati accolti con tanto affetto dal Direttore Giorgio Gosetti  alla Casa del Cinema di Roma, dove è stato proiettato il suo film Gli Intoccabili, le sorprese sono iniziate con l'annuncio di Felice Laudadio del restauro del suo primo  film Tiro al piccione. Regista, attore e sceneggiatore, un grande artista, vincitore di tanti Premi nazionali ed internazionali, numerosi i film di successo, ma specialmente una grande bella persona,come ha dichiarato lo scenografo Francesco Frigeri.
Presenti ad assistere alla visione  del film Istituzioni e numerosi amici  tra cui  i primi ad arrivare Stefania Sandrelli e Giovanni Soldati. I festeggiamenti sono proseguiti al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, per la festa, il taglio della torta e brindisi finale per i suoi 89 anni!
Tra i presenti: Giancarlo Giannini, Arnaldo Catinari, Francesco Bruni, Marco Pontecorvo, Felice Laudadio, Piera Detassis,Roberto Cicutto, Laura Delli Colli, Walter Veltroni, Andrea Purgatori,Caterina D'Amico, Inti Carboni, Mimmo Verdesca, Osvaldo Bevilacqua, Prof. e Giudice Corte Costituzionale, Giulio Prosperetti, Generale Tullio Del Sette, Generale Mengagli Goffredo, Monica Dialuce, Manuela Pineschi, Elettra Ferraù, Elizabeth Missland, Beppe Convertini  e tanti altri che non hanno voluto mancare ad un compleanno speciale!
L'Evento alla Casa del Cinema è stato curato da Francesca Piggianelli, condotto da Alberto M.Castagna e da Guido Barlozzetti.
foto M.Bonanni e A.Genovese

Ornella Muti è "La governante" di Vitaliano Brancati con Enrico Guarneri regia Guglielmo Ferro dal 5 marzo ore 21 teatro Quirino

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Questa commedia fu scritta nel 1952 e subito censurata. La scusa era quella del tema - allora molto scottante - dell’omosessualità, anche se Vitaliano Brancati sosteneva che «La sostanza della vicenda è più la calunnia che l’amore fra le due donne».
Ma sullo sfondo di un complesso discorso sull’etica e sulla responsabilità individuale, il testo è pieno di accenti polemici contro l’ipocrisia dei benpensanti cattolici, il filocomunismo borghese, i principi della Sicilia baronale e contro la censura stessa.
Vitaliano Brancati morì nel 1954. La Governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Per poterla presentare in Italia, la moglie di Vitaliano Brancati, ha dovuto aspettare l’abolizione della censura. Il debutto italiano è avvenuto il 22 gennaio 1965, protagonista la stessa moglie, Anna Proclemer, e un grande Gianrico Tedeschi nel ruolo di Platania. La regia era di Giuseppe Patroni Griffi, già noto drammaturgo, alla sua prima prova come regista. Questa commedia è stata ripresa più volte dalla Proclemer con Tedeschi, e poi, nel 1984 da Turi Ferro e Carla Gravina, con la regia di Luigi Squarzina.
La vicenda de La Governante, è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania. famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma il cui patriarca, Leopoldo, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d’integrità. Vive perciò segretamente la propria omosessualità, una «colpa» cui si aggiunge quella di aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie tendenze, causandone il licenziamento. 
Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato che la governante deciderà di espiare con il suicidio.
Note di regia
“Il nostro allestimento rispetta assolutamente non soltanto il testo di Brancati ma lo stesso copione originale. Le tematiche coraggiosamente affrontate negli anni Cinquanta dall’autore siciliano sono tutte contemporanee ed attuali. A cominciare dal tema dell’omosessualità che costò, tra gli altri, a Vitaliano Brancati un lunghissimo periodo italiano di censura. In realtà l’omosessualità non è l’unica tematica scottante trattata da Brancati. Ma già questa, da sola, rappresentò un ostacolo complicatissimo per la messa in scena del testo. E, come sempre, dietro la censura si cela la paura del diverso e delle diversità. Per cui il tema stesso non è che una delle tante diversità che certa morale ha paurosamente combattuto”.
Guglielmo Ferro

5.17 marzo
Teatro ABC Catania   Teatro Arte
presentano 
una Produzione di Corte Arcana/Isola Trovata

ORNELLA MUTI   ENRICO GUARNERI
LA GOVERNANTE
di Vitaliano Brancati

e con
Rosario Minardi   Nadia De Luca   Rosario Marco Amato
Caterina Milicchio   Turi Giordano   Naike Rivelli   

scene Salvo Manciagli
costumi Dora Argento
musiche Massimiliano Pace

regia GUGLIELMO FERRO

personaggi e interpreti
Caterina Leher Ornella Muti
Leopoldo Platania Enrico Guarneri
Bonivaglia Rosario Minardi
Iana Nadia De Luca
Enrico, figlio di Leopoldo Rosario Marco Amato
Elena, moglie di Enrico Caterina Milicchio   
Il portiere Turi Giordano   
Francesca Naike Rivelli   

Lo spettacolo ha una durata di due ore più intervallo

ORARI SPETTACOLI
da martedì a sabato ore 21
domenica ore 17
giovedì 7 marzo e giovedì 14 marzo ore 17
mercoledì 13 marzo ore 19
sabato 16 marzo ore 17 e ore 21

INFO
botteghino 06.6794585
mail biglietteria@teatroquirino.it
segreteria 06.6783042 int.1
mail segreteria@teatroquirino.it

Teatro Quirino via delle Vergini, 7
www.teatroquirino.it

Proscenio, Danilo De Santis a Fattitaliani: il palcoscenico perfetta terapia per affrontare timidezza e panico. L'intervista

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Sarà in scena a partire da martedì 26 febbraio (ma la prima data è già sold out) fino al 17 marzo, al Teatro Golden di Roma, “La Stella di Casa” commedia scritta da Danilo De Santis con Brunilde Gambaro e prodotta da Teatro Stabile D’Abruzzo. Regia dello stesso De Santis, ospite della rubrica di Fattitaliani "Proscenio". L'intervista.

"La stella di casa" in che cosa si contraddistingue rispetto ad altri suoi testi?
Per la prima volta ho scelto di toccare corde più profonde rispetto ai testi precedenti. Credo che questa volta l’emotività dei personaggi sia non solo ed esclusivamente a servizio del comico. 
Quale linea di continuità, invece, porta avanti?
Cerco sempre di mettere in scena ciò che, in qualità di spettatore, mi piacerebbe vedere. 
Com'è avvenuto il suo primo approccio al teatro? Racconti...
I miei genitori, quando ero poco più che un bambino, mi portarono a vedere il trio Solenghi, Marchesini e Lopez, quella sera accadde qualcosa, anche se non me ne accorsi subito, dopo un po’ di anni divenni animatore nei villaggi turistici e trovai nel palcoscenico una perfetta terapia per affrontare timidezza e panico. 
Quando scrive un testo nuovo può capitare che i volti dei personaggi prendano man mano la fisionomia di attrici e attori precisi?
Accade spesso ma non sempre, mentre scrivo vedo la faccia di attori che conosco e con cui lavoro, di conseguenza anche i dialoghi assumono la forma che si sposa meglio con le corde dell’attore che ri-conosco. In altri casi, le caselle restano vuote e poi ha inizio la disperata ricerca dell’interprete reale che maggiormente si avvicina a quello ideale.
Per un autore teatrale qual è il più grande timore quando la regia è firmata da un'altra persona?
Non lo so, per questo motivo faccio le regie dei miei testi. Di solito ho pochi problemi con la regia, perché mentre scrivo vedo anche la messa in scena, anche se poi, durante le prove, molte convinzioni cambiano, anche con l’aiuto degli attori con cui lavoro. Ma non è escluso che un domani possa avvalermi di un regia firmata da qualcun altro.
Quanto è d'accordo con la seguente citazione: "Il teatro non è altro che il disperato sforzo dell’uomo di dare un senso alla vita" di Eduardo De Filippo?
Credo che qualsiasi forma artistica cerchi di trovare il senso della vita, quindi è assolutamente vero ciò che sosteneva Eduardo. Ma la citazione preferita di Eduardo è: il teatro è l’arte di rubare. (è sua, si?)
Un'altra citazione che ama?
Ti cito una frase di Pacino che è presente anche nell’ultima commedia “La stella di casa”: “Non esistono piccoli ruoli ma solo piccoli attori “
Assiste sempre alla prima assoluta di un suo lavoro? 
Non posso fare altrimenti, perché sono in scena a recitare la mia stessa commedia. Ma è una sofferenza minore rispetto a quando sono solo regista o autore, in quei casi mi sento molto più vulnerabile.
L'ultimo spettacolo visto a teatro? 
Purtroppo sono assai pigro, e non riesco ad andare a vedere ciò che vorrei e mi tocca andare a vedere ciò che devo. Perciò non posso sbottonarmi, posso solo citarti un brano sanremese di Tozzi, Morandi, Ruggeri “si può fare di più “
Degli attori del passato chi vorrebbe come protagonisti ideali di un suo spettacolo?
Ti direi Alberto Sordi, Eduardo e Peppino, ma pure Troisi. Però ti faccio solo un nome: Carlo Verdone. lui è stato il motivo per cui ho scelto di intraprendere questo meraviglioso lavoro.
Il miglior testo teatrale in assoluto qual è per lei?
Ho amato “piccoli crimini coniugali”, ma ci metto anche tutto Neil Simon. 
La migliore critica che vorrebbe ricevere?
“Mi fai tornare a casa più contento rispetto a come stavo prima del tuo spettacolo"
La peggiore critica che non vorrebbe mai ricevere?
“Che spettacolo de merda”. Ma tanto, chi lo pensa non te lo dice mai davanti. Giovanni Zambito.

LO SPETTACOLO
Gustavo e Isabel sono una coppia molto innamorata, entrambi fanno gli attori. Lui crede fortemente che l’autoconvincimento e altre pratiche possano “pilotare” il destino fino ad ottenere risultati grandiosi, per questo fa di tutto per realizzare il suo sogno di diventare famoso, ma finora riesce ad ottenere solo piccoli ruoli. Isabel, meno convinta di Gustavo, arriva in fondo ai provini ma alla fine scelgono sempre un’altra. Paola e Francesco sono i nuovi vicini di casa di Isabel e Gustavo, subentrati ad un’anziana e inquietante proprietaria di quel vecchio appartamento. I due nuovi inquilini hanno una vita semplice scandita dal lavoro e dall’ossessione per le serie tv. Gustavo e Isabel sono ormai sul lastrico ma una telefonata cambia per sempre le loro vite e quella dei vicini. Il rapporto tra i quattro prenderà una piega inaspettata.
Danilo De Santis è alla sua quarta esperienza come autore di commedie teatrali. Dopo “Il tesoro di mamma”, “Sali o scendo”, “Quella piccola pazza cosa chiamata amore”, da febbraio sarà in scena con “La Stella di Casa”. Danilo De Santis ha fatto parte della squadra dei comici di Colorado Cafè, ha preso parte come attore in molte produzioni televisive e cinematografiche, conduce un programma su Radio Kiss Kiss Network.
Roberta Mastromichele è attrice, danzatrice, coreografa e direttore artistico di concerti, tv show ed eventi. E’ stata il volto italiano della seguitissima serie web ufficiale della A.S. Roma all’estero, ha recitato e lavorato al fianco di star hollywoodiane e giganti della musica nazionale e internazionale.
Francesca Milani, attrice comica e non, autrice di quattro piece teatrali, “Parkomania”, “Affette da affitto”, “Un amore di vacanza”, “The Valley Mount Hotel”. Ha partecipato a tre edizioni di Colorado Cafè, attualmente conduce tutti i pomeriggi insieme a Manuel Saraca “La ritirata dei Gladiatori” su Dimensione Suono Roma.
Nadia Rinaldi, attrice cinematografica, televisiva, teatrale. Ha studiato con Gigi Proietti ed è stata diretta nella sua lunga carriera da importanti registi italiani come Pietro Garinei, Pierfrancesco Pingitore, Christian De Sica, Alessandro Gassman e Dario Argento. Ha lavorato accanto ai più celebri attori italiani, nella sua lunga carriera costellata anche dai grandi successi dei film di Natale diretti da Carlo Vanzina ed Enrico Oldoini.
Pietro Scornavacchi dal 1992 è attore teatrale cinematografico e televisivo. Da tre anni fa parte della compagnia teatrale di Danilo De Santis.

Note di regia: “ L’amore è in grado di superare ogni ostacolo, oppure ci sono circostanze in cui anche il più nobile dei sentimenti sventola bandiera bianca? Questa domanda è stata la scintilla che ha dato vita a LA STELLA DI CASA. Nessuno di noi ama ammettere le proprie debolezze, tutti noi scacciamo l’invidia e consideriamo questo sentimento fra i più biechi che si possano provare ma in alcuni momenti della vita è necessario dover fare i conti con il nostro lato oscuro ed accettarne le conseguenze…anche in amore!” Danilo De Santis

26 febbraio > 17 marzo (Prima Nazionale)

Teatro Golden

La Stella di Casa

Scritto da Danilo De Santis con Brunilde Gambaro

Regia: Danilo De Santis

con:

Danilo De Santis

(Gustavo)

Roberta Mastromichele

(Isabel)

Nadia Rinaldi e Francesca Milani

(Paola)

Pietro Scornavacchi

(Francesco)

Aiuto Regia: Guido E. Callocchia

Scenografia: Andrea Simonetti

Fonico e luci: Davide Di Francescantonio

Costumi: Valentina Davoli

Sarta di scena: Isabel Passayan

Fotografo di scena: Fabrizio Iozzo

Produzione: Teatro Stabile d’Abruzzo

Acquista online direttamente a questo link: biglietti la Stella di Casa   

Teatro Golden via Taranto 36 Roma - metro A, fermata San Giovanni - tel. 06 704 93 826 mail: info@teatrogolden.it

xgiove! "3, 2, 1" arriva il 28 febbraio l’ep d’esordio della band marchigiana

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Fra pop, elettronica, rap e indie, nasce il primo progetto discografico dei 5 giovanissimi musicisti marchigiani.

Prendete cinque adolescenti con la stessa passione, metteteli nella stessa scuola e vedrete che le loro strade prima o poi si incroceranno: è quello che è successo ai xgiove! Dopo sette anni tra carichi, scarichi, nuovi amici, code in autostrada, furgone in panne e tante soddisfazioni quante porte chiuse in faccia, avvertono il desiderio comune di ricominciare tutto da capo, stavolta spinti dal bisogno di raccontarsi di più attraverso la loro musica. Nasce xgiove!
Il primo EP dei xgiove! è la navicella che accompagna la band in un viaggio fatto di sogni, illusioni, notti magiche, inseguendo un gol, storie vissute, finite e voglia di riscatto.

TRACK LIST:

La musica ci fa impazzire

Mi spacco di brutto

Una vita che non fa x te

Il cuore sul cortile

Notte cosmica

La mia storia

Marina Paterna. Vittime di pedofilia? Ecco, vi dico io come ci si sente

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Un giorno è speciale, un giorno brillante, un giorno sordo, un’altro muto, l’altro ancora silenzioso. 

E, il giorno dopo ancora,  come ti senti? 

Spenta. Spenta come un interruttore acceso che fa corto circuito e non ti spieghi il perché. La lampadina non è fulminata. La bolletta elettrica l’hai pagata. Tutto intorno è perfetto, non ti manca nulla. Ti guardi intorno e ti ripeti sono felice, sono veramente una donna fortunata eppure, ad un tratto, la luce si è spenta lo stesso. 

Ma ecco che la corrente ritorna ed è corrente elettrica come il tuo umore. È corrente alternata. 

È come calpestare una scacchiera. Un giorno il pavimento sotto i tuoi piedi è bianco ed è luce, luce piena e l’altro è nero, un nero oscuro. Un buio dove neanche tu che conosci la strada a memoria riesci più a riconoscerne né i percorsi né le impronte lasciate dai passi già fatti per trovare la via di fuga. 

Perché, anche se da quel bosco sai uscire e da quella stanza buia anche. Anche se ne sei già uscita milioni di volte, in punta di piedi o a piedi nudi. Ogni volta ti chiedi se, quel che è stato, è stato solo un brutto sogno. E allora devi ricominciare. 

Sì, devo raccontarmi ogni volta una favola diversa e a colori, per cancellare quel che resta nella mia mente e la cosa che mi ripeto è... che passerà. E mi sento fragile, come di cristallo e piangi, piango, come fossimo due entità separate in un corpo solo. Una che vuole morire e un’altra che vuole vivere. E l’unica reazione possibile, la più immediata, la più liberatoria è: piangere. Senza saperne apparentemente il motivo. Senza poterti fermare. E non ti serve uno specchio che ti dica come stai. Te ne serve uno che ti osservi in silenzio, senza farti domande, senza farti vedere come ti sei ridotta, che non ti prenda, però, neanche in giro, ma che semplicemente aspetti insieme a te che tutto  passi. Sì, perché poi passa. Passa e se ne va. 

Siamo anime fragili, troppo fragili, che non vanno lasciate sole, che non vogliono impietosire nessuno. Che hanno una dignità. Che spesso tra la gente devono indossare una maschera, la maschera del sorriso. E a volte non ce la fanno. Crollano. Siamo appunto come di cristallo e non andiamo lasciati soli, ma accompagnati da lontano in silenzio e con un abbraccio caldo e profondo. I bambini abusati nel loro silenzio si ritrovano, si riposano in un giorno di sole, chiudendosi nella loro stanza e ricreando il buio. Paradossale. Ricreano la loro condizione di buio interiore intorno a se. È lì che si nutrono e si rigenerano. È dal silenzio che nascono, è con il buio che imparano a convivere sin da subito. Ed è dalla luce che si nascondono,  per poi alla luce ritornare dopo un brutto incubo. 

Nel profondo del mare, senza aria, senza più ossigeno, per istinto di sopravvivenza, fai di tutto per poter risalire in fretta prima che l’ossigeno finisca. Così cerchi di risalire più in fretta che puoi per tornare a respirare a pieni polmoni e  finalmente ritorni alla vita. Non più forte di prima. Non più debole, ma più consapevole di prima. Tu e la tua ombra non siete scindibili. Lei, che tu lo voglia o no, ti accompagnerà per sempre e dovrai imparare ad accettarlo. 

La mia domanda è: Quando tutto questo finirà?

Oscar e "Contro Oscar", Premiati i peggiori film 2019

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di Riccardo Bramante - A sorpresa, l’Oscar 2019 per il miglior film è andato a “Green Book” di Peter Farrelly mentre “Roma” di Alfonso Quaron si è dovuto accontentare soltanto del premio come miglior film straniero.

Ma forse non tutti sanno che il 23 febbraio sono stati attribuiti anche i premi per i peggiori film, attori e registi usciti nel 2018. Questi curiosi Oscar al contrario, chiamati “Razzie Awards”, vengono assegnati dalla Golden Raspberry Award Foundation e consistono, appunto, invece che nella classica statuetta, in grandi “Lamponi d’oro”.
Quest’anno l’”ambito” premio per il peggior film è andato a “Holmes & Watson”di Etan Cohen (da non confondere con il più noto Ethan Coen), una commedia demenziale in cui i due celebri detectives operano al servizio della Regina di Gran Bretagna con esiti facilmente intuibili. Questo film è riuscito a collezionare i “Razzie Awards” anche per la peggiore regia, il peggior attore non protagonista ed il peggior prequel/sequel, ricevendo, perciò, ben quattro premi su sei nomination che aveva in precedenza collezionato. Un vero “successo” anche se già ampiamente previsto dato che, qualche mese prima, aveva già ottenuto lo 0% nella classifica redatta dall’aggregatore di recensioni “Rotten Tomatoes” che raccoglie le recensioni sui film di tutti i siti mondiali specializzati; ciò significa che nessuna recensione al mondo aveva dato la sufficienza a questa opera.

Da notare che nelle nomination per il peggior film era entrato pure “Gotti” interpretato da John Travolta, anche lui “nominato” per la peggiore interpretazione.

Né si sono salvati da queste impietose classifiche attori molto famosi, come Johnny Deep per la voce originale nel film “Sherlock Gnomes” o Bruce Willis che ha ricevuto la nomination come peggior attore protagonista di “Il giustiziere della notte”.

Doppio premio è andato a Melissa Mc Carthy come peggiore attrice nel discusso “Pupazzi senza gloria”, storia di cartoons particolarmente ripugnante soprattutto nelle scene di sesso, mentre come peggior attrice non protagonista è stata Kellyanne Conway nei panni di sè stessa nel film “Fahrenheit 11/9”; da notare che la Conway non è una attrice professionista ma è una politica degli Stati Uniti dal dicembre 2016 consigliera del Presidente Donald Trump.

Ma ciò che ha più meravigliato è stato il fatto che anche il Presidente Trump è stato “premiato” per la peggiore performance come attore non protagonista nei documentari “Death of a Nation” e “Fahrenheit 11/9”; ma sicuramente in questa valutazione ha giocato un ruolo importante la politica dato che il mondo del cinema è nella stragrande maggioranza contrario a Trump.

Probabilmente qui in Italia sarà difficile che arriveranno queste opere anche se qualche film compreso nelle nomination di questo “premio” speciale è stato già trasmesso su televisione, come, ad esempio, “La vedova Winchester”, “Cinquanta sfumature di rosso” e “Robin Hood. L’origine della leggenda”.

Attenzione, quindi, nei prossimi mesi alle locandine dei film per non incappare in qualcuno di questi lavori!.

I VINCITORI DEGLI OSCAR 2019
Miglior film
Green Book di Peter Farrelly

Regista
Alfonso Cuarón per Roma

Attrice protagonista
Olivia Colman per La favorita

Attore protagonista
Rami Malek per Bohemian Rhapsody

Attore non protagonista
Mahershala Ali per Green Book

Attrice non protagonista
Regina King per Se la strada potesse parlare

Miglior canzone
Shallow da A Star Is Born di Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt and Benjamin Rice

Colonna sonora
Black Panther di Ludwig Goransson

Sceneggiatura non originale
BlacKkKlansman di Charlie Wachtel, David Rabinowitz, Kevin Willmott, Spike Lee

Sceneggiatura originale
Green Book di Nick Vallelonga, Brian Currie, Peter Farrelly

Effetti visivi
First Man

Cortometraggio
Skin di Guy Nattiv

Documentario corto
Period. End of Sentence. di Rayka Zehtabchi e Melissa Berton

Corto animato
Bao di Domee Shi e Becky Neiman-Cobb

Film d'animazione
Spider-Man: un nuovo universo di Bob Persichetti, Peter Ramsey, Rodney Rothman

Montaggio
Bohemian Rhapsody di John Ottman

Film straniero
Roma di Alfonso Cuarón

Suono
Bohemian Rhapsody di Paul Massey, Tim Cavagin and John Casali

Montaggio sonoro
Bohemian Rhapsody di John Warhurst

Fotografia
Roma di Alfonso Cuarón

Scenografia
Hannah Beachler per Black Panther

Costumi
Ruth E. Carter per Black Panther

Trucco e parrucco
Greg Cannom, Kate Biscoe e Patricia Dehaney per Vice

Documentario
Free Solo di Jimmy Chin, Elizabeth Chai Vasarhelyi

Intergic e Greatpixel, una partnership che unisce tecnologia, intelligenza e design

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Conversion Rate Optimization, ottimizzazione della Customer Journey, soluzioni di A/B testing e personalizzazione dell’esperienza d’acquisto, sono alcuni dei servizi e dei tool offerti per rispondere alle necessità odierne del mercato

Intergic, digital solutions provider che offre soluzioni tecnologiche innovative per l’e-commerce e il digital marketing, e GreatPixel, società di consulenza specializzata sulla User Experience e sulle tecniche e i processi di Conversion Rate Optimization, annunciano una partnership volta a fornire ai clienti delle due eccellenze italiane le migliori soluzioni disponibili sul mercato per l’implementazione e il design di progetti di marketing evoluti.

Intergic, business partner di riferimento per soluzioni internazionali e innovative in ambito e-commerce e digital marketing, seleziona da sempre le migliori tecnologie in Europa e nel mondo adattandole alle necessità e alle dinamiche del mercato italiano: l’azienda è attiva nella ricerca di realtà capaci di offrire soluzioni all’avanguardia a cui fornisce il supporto per agevolarne l’ingresso strategico nel mercato nazionale e internazionale grazie ad un esperto network di professionisti. La costante ricerca e selezione, permette ad Intergic di continuare ad integrare il proprio portfolio, portando sempre novità ai merchant italiani. 
GreatPixel, realtà leader nel Design Thinking, fornisce servizi che spaziano dallo studio di modelli di business   funzionali allo sviluppo di servizi, alle analisi strategiche dei processi di User Experience, alla progettazione della User Interface, sino all’utilizzo di sistemi e metodologie per la Conversion Rate Optimisation. GreatPixel mette a disposizione dei clienti quindici professionisti del Design che lavorano a 360 gradi all’interno di processi di marketing complessi attraverso la sua particolare metodologia Data + Human Driven. Questa forte specializzazione le permette di muoversi in maniera molto verticale aumentando così l’efficacia e la velocità dei suoi contributi.
La collaborazione tra le due società prevede l’integrazione delle soluzioni presenti nel portfolio di Intergic, tra cui Kameleoon, la soluzione di A/B testing e personalizzazione in grado di ottimizzare il conversion rate; CRO_BRAIN, il recommendation engine basato sull’AI che permette di personalizzare l’esperienza d’acquisto in real time; e prudsys, piattaforma per per gestire in totale automazione la personalizzazione dell’esperienza d’acquisto tramite la proposta di prodotti correlati, con i servizi dedicati al Design Thinking offerti da GreatPixel. In questo modo i clienti delle due boutique potranno beneficiare dei migliori strumenti disponibili a livello europeo nel campo dell’e-commerce e digital marketing uniti a consulenza tailor made e metodologia Data + Human Driven per lo sviluppo di processi di marketing complessi.
“Dalla nascita di Intergic, la digital transformation rappresenta il focus su cui puntiamo, spinti dall’obiettivo di fornire anche al mercato italiano le migliori soluzioni tecnologiche per permettere alle aziende di ottimizzare i processi ed essere maggiormente competitivi”, afferma Marino Casucci, CEO di Intergic. “Siamo entusiasti quindi di annunciare la partnership con GreatPixel, leader nella consulenza e sviluppo di progetti di conversion rate e user experience capaci di rispondere agli obiettivi di business dei propri clienti. Attraverso questa collaborazione, che vede unite due eccellenze italiane con lo scopo di proporre design e tecnologia in un’unica offerta, siamo certi di fornire al mercato un servizio a 360° mettendo a disposizione un pacchetto completo per affrontare le sfide del mercato”.
“Conoscere a fondo le migliori tecnologie e governarle è un requisito fondamentale per chi progetta esperienze digitali – afferma Giovanni Pola, Ceo e fondatore di GreatPixel – ma anche comprendere le logiche basate sull’intelligenza artificiale è importante perché ci permette di immaginare esperienze dinamiche che si adattano in tempo reale al comportamento degli utenti. Il nostro compito è quello di ottimizzare continuamente questo lavoro al fine di aumentare i risultati di business. Per noi, quindi, questa partnership con Intergic è fondamentale al fine di portare a maturità la gamma dei servizi offerti dalla nostra società”.

Mostra “Manifesto” di Julian Rosefeldt dal 26 febbraio a Palazzo delle Esposizioni di Roma

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di Ester M. Campese - Dal 26 Febbraio a Palazzo delle Esposizioni di Roma prende il via la mostra “Manifesto” di Julian Rosefeldt che consta di una installazione articolata in 13 schermi che narrano diversi avvenimenti, accorati tra loro, formando una sorta di unica voce corale che proprio per questo prende maggior vigore e potenza espressiva.

L’opera è un omaggio ai manifesti artistici e letterari del Novecento che si rifà alle correnti dell’epoca quali i futuristi, dadaisti, suprematisti, situazionisti, fluxus, non da meno includendo  individuali riflessioni di artisti di arti non solo visive, ma anche ballerini, registi quali ad esempio Umberto Boccioni, Antonio Sant’Elia, Lucio Fontana, Yvonne Rainer, Kazimir Malevich, André Breton, Elaine Sturtevant, Sol LeWitt, Jim Jarmusch, Adrian Piper, John Cage.
Le 13 installazioni di Rosefeldt, interpretate dall’attrice australiana Cate Blanchett, creano un toccante collage di testi quale inno effettivo alla letteratura novecentesca, pur mettendo in controversia il ruolo stesso dell’artista iin qualità di figura inserita nel contesto societario  contemporaneo. il visitatore troverà oltre allo schermo di prologo, altri 11 scermi che illustrano  personaggi femminili, più un ulteriore schermo che rappresenta un senzatetto. Le 11 figure femminili invece raccontano le “storie” di una operaia, una scienziata, un’oratrice a un funerale, una broker, una burattinaia, una CEO, una punk, la mamma di una famiglia conservatrice, una coreografa, una giornalista TV, un’insegnante.
L’opera di Rosefeldt, presentata per la prima volta nel 2015, appare come uno straordinario omaggio al “Manifesto” come genere artistico in sé, cospargendo il suo lavoro di tracce quasi fossero un invito a chi osserva a superare l’interpretazione illustrativa del lavoro stesso, suggerito proprio dalle contraddizioni tra testo/immagine, realizzato con ironia e spiazzante onirismo che porteranno all’attento fruitore ad un più intimo e profondo livello, raccontato simbolicamente proprio in uno dei cortometraggi.
Appare dunque questo “Manifesto” non più un proclama vero e proprio ma quasi un doloroso monologo nell’osservazione “morente” di un’epoca, che forse potrà, nel secolo nuovo, affrontare stupefacenti mutamenti. Ma questo sta a tutti noi.
La mostra sarà visitabile fino al 22 Aprile 2019.

Giulia Segreti e Barone Mark Kheel, talenti fuori e dentro la rete!

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Giulia Segreti e Barone Mark Kheel sono due dei creativi di Greater Fool Media, azienda leader nella produzione audiovisiva, specializzata nel campo dei prodotti web nativi che stanno facendo parlare di loro sia sul web che in televisione.

Giulia si definisce una giovane audiolettrice, doppiatrice, speaker e youtuber. Nata il 6 gennaio 1992 a Fermo, a 13 anni rimase affascinata dal mondo del cinema che la porta a scoprire la passione per il doppiaggio. Ha studiato recitazione per 4 anni e frequentato, a Roma, il corso di doppiaggio di Roberto Chevalier. Nel ruolo di attrice teatrale la vediamo indossare i panni di Cleante in "L'Avaro di Moliere" , Ms Lynch in "Grease" e Titania in "Sogno di una notte di mezz'estate",  oltre ad essere stata impegnata nella lettura di molti racconti, monoghi e fiabe. Nel 2014 è la voce vincitrice della 1° Edizione di "Diamo Voce alla Voce". Giulia è inoltre amante della lettura, fatto le ha permesso di avviare un progetto del tutto originale: unire doppiaggio e lettura che, con l'aggiunta di effetti speciali e musica, dà vita al fenomeno delle audioletture fruite tramite YouTube. Nel 2012, infatti, ha aperto un canale YouTube che oggi conta più di 35.000 iscritti. 

Il Barone Mark Kheel, nickname di Marco Cognigni, nasce l'11 luglio 1993 ad Ancona e attualmente vive a Roma. Nel 2012 apre il suo canale YouTube pubblicando doppiaggi di vario genere e nel 2014 inizia a collaborare con Giulia Segreti per la realizzazione di audioletture di libri moderni. Da circa un anno si dedica al doppiaggio dei corti animati targati Cyanide And Happiness. Il barone oltre all'essere un attore, audiolettore e doppiatore, ha anche una laurea in Matematica. Il suo canale Youtube ad oggi conta più di 61.000 iscritti.

 Giulia e Marco compagni sul web e nella vita, sono super amati dal popolo della rete per i trailer Fan Made. Si tratta di creare un video sottoforma di trailer che fungerà da lancio per una audiolettura basata su un romanzo in particolare, in questo video vengono introdotti immagini provenienti da film o serie tv famosi, i cui protagonisti assumono il ruolo di attori principali dell'audiolettura.

Nei canali di Giulia e del Barone, protagonista assoluta è la voce ed è come vedere un film a occhi chiusi..ci basterà ascoltare. Tra le audioletture nel canale di Giulia, che hanno riscosso un grandissimo successo troviamo quelle di "Shadowhunters" e "Cinquanta sfumature". Mentre tra i trailer Fan Made recentemente relizzati con Barone troviamo quello di "After", tratto dal bestseller di Anna Todd, che ad oggi ha superato le 290.000 visualizzazioni. Nel canale di Barone Mark Kheel, le audioletture che hanno ottenuto un grandissimo apprezzamento sono state la Clip di Cyanide And Happiness con oltre 830.000 visualizzazioni, e il tributo a One Piece con più di 400.000 views.

Non solo il web, ma anche la televisione sta cominciando a apprezzare i due youtuber. Infatti nel 2018, dopo aver superato un provino, hanno doppiato alcune battute della prima puntata di X Factor e pochi giorni fa sono apparsi nel famoso programma "Avanti un Altro", condotto da Paolo Bonolis. Chissà cosa bolle in pentola.

In attesa di scoprirlo possiamo dichiarare che il segreto del successo di Giulia e Marco è certamente l’originalità a 360°.

Milano Fashion Week su Instagram: l’addio a Karl Lagerfeld e il ritorno di Gucci a Milano

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Torna, in occasione della Milano Moda Donna, l’Instagram Fashion Index di Blogmeter e incorona Gucci, Versace e Fendi tra i fashion brand più social

Blogmeter, società italiana leader nella social intelligence, ha monitorato i 54 fashion brand attivi su Instagram che tra il 19 e il 25 febbraio hanno sfilato a Milano Moda Donna, secondo il calendario ufficiale di Camera Nazionale della Moda Italiana. Blogmeter ha analizzato i brand tramite la sua nuova Suite integrata, stilando una classifica sulla base dei principali indicatori di performance, tra cui total engagement e new followers. I brand analizzati sono risultati molto attivi su Instagram, registrando oltre 1.200 post dedicati e quasi di 12 milioni di interazioni totali nei giorni della fashion week milanese. L’hashtag risultato più engaging durante la manifestazione è stato, anche questa volta, quello promosso da Camera Nazionale della Moda Italiana: #MFW, seguito dagli hashtag #alessandromichele e #guccifw19.
Durante questa settimana della moda milanese quali sono state le maison di moda più social a sfilare in passerella? In prima posizione si attesta Gucci che nei sei giorni di sfilate ha fatto il pieno di nuovi fan guadagnandone addirittura 175 mila! Per quanto riguarda il total engagement, Gucci ha totalizzato 2,7 milioni di interazioni, sorprendendo tutti con una scenografica passerella lunga oltre 100 metri, illuminata da 120.000 lampadine e rivestita di specchi su pareti, pavimento e soffitto. Secondo in classifica Versace che totalizza un engagement pari a 2,3 milioni e guadagna oltre 168 mila nuovi fan, sul suo profilo Instagram. Il post (legato alla Milano Fashion Week) più engaging è quello che ritrae Kendal Jenner e Stella Maxwell sulla passarella dominata dalla gigantesca spilla da balia dorata, col simbolo della maison. In terza posizione si classifica Fendi, che totalizza oltre 1,7 milione di interazioni e ben 154 mila nuovi fan. La maison romana ha sfilato per la prima volta senza il suo direttore creativo, Karl Lagerfeld, scomparso proprio il 19 febbraio, dopo oltre 54 anni di collaborazione con Fendi. Chiudono la Top5 dell’Instagram Fashion Index, Moschino, con 1,4 milioni di interazioni e una sfilata-evento a tema quiz televisivo, e Armani, che totalizza un engagement di quasi 592 mila.
Menzione speciale per altri due brand: si tratta di Prada e Moncler. Con una collezione in cui domina il nero, Prada scende in passerella e guadagna oltre 121 mila nuovi follower. Mentre Moncler, con il suo progetto Moncler Genius, totalizza un engagement di oltre 408 mila e conquista i suoi fan con il post dedicato alla collezione di Pierpaolo Piccioli, che ottiene oltre 70 mila interazioni! Tra le influencer che hanno dominato questa fashion week, a sorpresa troviamo Georgina Rodriguez, compagna del fuoriclasse juventino, Cristiano Ronaldo, che conquista i suoi follower con un completo firmato Roberto Cavalli

Rossini Gourmet, Pesaro riscopre il lato viveur del grande compositore

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Se le note sono sette, i gusti fondamentali sono, secondo le ultime teorie, cinque: dolce, salato, amaro, aspro, umami. Un “limite” apparente che ha permesso a Gioachino Rossini di creare sinfonie musicali e - fatto meno noto - ricette. Le due sfaccettature del genio pesarese, il compositore e il gourmet, sono al centro della Settimana Rossiniana 2019, dal 23 febbraio al 3 marzo.

L’occasione per dare visibilità maggiore di quanto non sia stato fatto finora al “secondo” Rossini, il raffinato gourmet ambasciatore del gusto italiano in Europa. Le sue sinfonie, a 150 anni dalla morte, sono immortali, e forse meritano di esserlo anche i suoi piatti.
E così, in concomitanza con la Settimana a lui dedicata, a Pesaro è tutto un fiorire di iniziative dedicate al Rossini Gourmet: dalle degustazioni audioguidate nella casa natale del compositore all’allestimento di una cantina Rossini, da un dolce a lui intitolato, all’apertura di un bistrot dedicato, fino a un concorso nazionale per gli studenti degli istituti alberghieri.
Una serie di iniziative che integrano i percorsi storici, culturali e gastronomici dedicati a Rossini: recarsi a Pesaro, percorrere le strade, inoltrarsi nel centro, passeggiare tra palazzi, musei e monumenti permette di stabilire un contatto profondo, anche fisico e sensoriale, con un vero “gigante”, un patrimonio dell’umanità. E ben presto ci si potrà portare a casa un dolce ricordo di Rossini e della città: l’AMPI, Accademia Maestri Pasticceri Italiani ha indetto un concorso per individuare il dessert che potrà rappresentare nel mondo il lato gourmet del compositore. Appuntamento il prossimo 26 febbraio, con i 4 pasticceri AMPI selezionati: il dolce creato da uno di loro sarà ufficialmente dichiarato “Sweet Rossini”, e diventerà un delizioso ambasciatore di Pesaro nel mondo.
In pieno fermento anche il Comitato “La cucina di Gioachino Rossini”, che ha ideato delle degustazioni audioguidate a Casa Rossini: delle visite tematiche incentrate su aneddoti e storie legati al compositore che si concludono con un assaggio di prodotti e ricette rossiniane. Un’esplorazione che sollecita i sensi e invita a sedersi a tavola per vivere un’esperienza intellettuale ed estetica: tutto questo tra le atmosfere e le stanze che hanno visto nascere e crescere Rossini. I testi e le audioguide sono a cura di Koinè Teatro Sostenibile.
Sempre a Casa Rossini ha trovato spazio una vera e propria cantina che esalta la passione enologica del compositore, che da vero viveur accompagnava i pasti con eccellenti libagioni. La Cantina Rossini si trova nel seminterrato, è una location aperta a incontri, presentazioni e degustazioni e lavora in sinergia con l’area hospitality dell’ultimo piano. All’interno si possono trovare alcune etichette delle Cantine Offida, partner dello spazio Rossini Gourmet.
Intorno a Rossini si realizzano progetti che coinvolgono, oltre ad istituzioni cittadine, enti culturali, associazioni, anche gli esercenti di Pesaro. Come il nuovo Rossini Bistrot, a pochi passi dal Museo nazionale Rossini, una formula contemporanea di ristorazione che rilegge in chiave creativa e contemporanea le ricette di Rossini. Ai fornelli, un talentuoso Cesare Gasparri, chef classe 1989. Un locale che vivrà in simbiosi con il vicino Teatro Rossini, proponendo formule pre e post spettacolo, ma anche lezioni di cucina, cooking show e sessioni di “teatro del gusto” per chef e pasticceri.
Infine, un’iniziativa che si rivolge alle nuove leve della ristorazione e della cucina: il Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei Centenari Rossiniani ha organizzato, in collaborazione con enti formativi e istituzioni – tra le quali il Comune di Pesaro – la seconda edizione del Concorso nazionale “Gioachino Rossini, Grand Gourmet”, dedicato agli studenti e alle studentesse delle quarte classi degli Istituti professionali alberghieri italiani di enogastronomia, cucina, pasticceria, sala e vendita. A coppie, gli allievi si misureranno tra loro: ai vincitori, oltre a un premio economico, la possibilità di svolgere uno stage in un’importante realtà italiana.

Intervista a Sean White il “Marco Polo della musica italiana”

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di Laura GoriniCrea qualcosa che sia unico e abbi il coraggio di esprimere te stesso all’interno della società in cui vivi. L’importante è restare fedeli a se stessi e cogliere le occasioni.

Zhang Changxiao, in arte Sean White, è conosciuto come il “Marco Polo della musica italiana”, nel 2012 si trasferisce in Italia per studiare Ingegneria robotica al Politecnico di Lecco, lasciando gli studi poco dopo per dedicarsi alla passione per la musica italiana e d’autore. Dopo essere stato colpito dalla musica di Fabrizio De André, decide di farsi portavoce e promotore della musica italiana in Cina dove diventa il massimo esperto cinese di cantautori italiani e lavora per promuovere l’incontro culturale tra l’Italia e la Cina, ricevendo numerosi riconoscimenti tra cui il “Premio Nazionale G. Falcone e P. Borsellino” (2016) e “Figura Culturale Dell’Anno” nella IV edizione del “Personaggio dell’Anno di Jinan” (2017). Con la sua agenzia di comunicazione LongMorning, fondata insieme al collaboratore Mao Xuanxuan (leader della band cinese Walking Ears), organizza concerti in Cina per artisti italiani ed internazionali come Eugenio Finardi, Giovanni Allevi, Stewart Copeland. Si occupa inoltre del copyright della musica italiana in territorio cinese, in modo che possa essere ascoltata su piattaforme di streaming musicale. Lo scorso novembre, Sean ha organizzato il Mandorla Music Festival, la prima rassegna musicale che celebra il sodalizio tra la cultura cinese e la cultura italiana. All’evento hanno partecipato Enrico Ruggeri e Renato Caruso.
Lo abbiamo incontrato negli scorsi giorni in occasione della “China Week Milano”.

Sean, che cosa ti ha spinto a venire in Italia e che cosa ti ha indotto ad avvicinarti alla cultura italiana e in particolare alla musica?
Sono arrivato in Italia per studiare ingegneria meccanica ma dopo il mio incontro con la musica d’autore italiana ho abbandonato gli studi di meccanica e ho iniziato ad occuparmi di scambi culturali tra Cina e Italia. Quando ero uno studente di ingegneria mi trovavo spesso a saltare le lezioni, senza riuscire ad appassionarmi allo studio della meccanica. Un giorno passeggiavo lungo il lago di Lecco e sono stato attirato all’interno di un negozio di audiovisivi da quella che avrei scoperto essere “Nella mia ora di libertà di Faber”. Nonostante non riuscissi a capire il senso delle parole ho subito avvertito che il mio futuro sarebbe stato in qualche modo legato a quella musica. Sono corso in una libreria del centro per cercare pubblicazioni in inglese su de André. Ho trovato una sua biografia scritta da Walter Pistarini, in fondo alla quale era indicato un indirizzo di posta elettronica. Ho scritto sperando di ottenere qualche informazione in inglese ma il pomeriggio stesso ho ricevuto risposta da Walter in persona, stupito che io fossi il primo cinese in vent’anni a chiedergli di Fabrizio de André. Mi ha proposto di incontrarci per un caffè e, con nostra grande sorpresa, ci siamo resi conto di vivere entrambi a Lecco. Dopo quel primo incontro siamo diventati amici. Walter mi è stato di grande aiuto, più tardi mi ha permesso di incontrare le persone più vicine a Faber, la moglie Dori Ghezzi e l’amico Carlo Facchini. È stato sempre Walter a farmi conoscere Francesco Baccini (anche lui sorprendentemente di Lecco), che è diventato per me un amico e una guida. Lavorare insieme mi ha aperto grandi possibilità, abbiamo organizzato il suo tour in Cina e grazie a lui ho anche avviato la mia carriera musicale.

Oggi si dice che i grandi cantautori di una volta, non esistano più. È davvero così secondo te?
Sono essenzialmente d’accordo. L’era dei grandi cantautori è passata. Gli artisti di oggi appartengono a quest’epoca, tanti lavorano con impegno e passione ma è molto più difficile distinguersi dalla massa. Vi è anche da aggiungere che gli stessi standard e gli stessi modi per definire ‘grande’ un musicista non sono più gli stessi di un tempo.

Credi che Internet e l'elettronica possano in qualche maniera aver tolto un po' di poesia alla musica?
Non credo che sia stato necessariamente perso qualcosa. Penso che Internet abbia trasformato il modo con cui si fa esperienza della musica ma non il modo con cui gli artisti esprimono se stessi.

A proposito, che cosa ne pensi della poesia? Credi che si riesca ancora a farla in Italia?
Apprezzo molto la poesia per il suo linguaggio essenziale e diretto. Mi piacerebbe approfondire lo scambio tra Cina e Italia anche in questo campo e sono certo che presto sarà possibile.

Credi che un bravo musicista debba essere in qualche modo anche un bravo poeta?
Un buon musicista non deve necessariamente essere anche un buon poeta. Si tratta di due differenti modi di espressione.

Ma soprattutto come si può vivere della propria arte oggi?
Crea qualcosa che sia unico e abbi il coraggio di esprimere te stesso all’interno della società in cui vivi. L’importante è restare fedeli a se stessi e cogliere le occasioni.



Intervista a Barbara Zorzi, una grande professionista dal cuore ancor più grande

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di Laura Gorini - Barbara Zorzi: “amo la vita e tutto ciò che la stessa mi offre, colgo tutte la occasioni e le difficoltà che incontro nel mio cammino che diventano pian piano per me delle vere e proprie sfide, affermo sempre che vinco o vinco, perché dalle sconfitte imparo, per cui vinco sempre”

Scorre nelle sue vene la passione per la Comunicazione e il Marketing fin da quando è ragazzina e, dopo aver fatto esperienza in importanti agenzie del settore, giovanissima ha deciso di fare il grande salto e di diventare il capo di se stessa. Lei oggi, la carismatica Barbara Zorzi, è una donna, una mamma e una libera professionista con ben 28 anni di carriera alle spalle, che ama profondamente il suo lavoro e che non dimentica mai- visto il suo grande cuore-di aiutare anche il prossimo in difficoltà , occupandosi anche a livello no profit di varie onlus per le quali ha realizzato importanti campagne di comunicazione e di marketing che le sono valse anche la conquista di importanti premi nazionali e internazionali.
Barbara, presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...
Sono una donna, una mamma e una libera professionista con 28 anni di carriera alle spalle. Il mio maggior pregio è anche il mio più grande vizio: amo la vita e tutto ciò che la stessa mi offre, ergo e colgo tutte la occasioni, le difficoltà che incontro nel mio cammino diventano pian piano per me delle vere e proprie sfide, quindi un autentico motivo per mettermi costantemente in gioco e in discussione al fine di riuscire a crescere sia professionalmente sia umanamente. Sono infatti fermamente convinta che nella vita ci sia sempre spazio per migliorarsi in tutto. Un altro mio grande pregio è volermi bene e avere un grande rispetto della mia persona e di conseguenza nei confronti del prossimo.
Ma quali sono i pregi che apprezzi maggiormente degli altri e i difetti che invece proprio fai fatica a tollerare?
I pregi che apprezzo maggiormente negli altri sono: la correttezza, l’intelligenza, l’educazione e la capacità di saper condividere. Non tollero – invece – la mancanza di rispetto in tutte le sue svariate forme, quindi verbale, non verbale e visiva. Inoltre non tollero la mancanza di elasticità mentale, la chiusura totale nel non saper ascoltare anche le opinioni altrui, spesso diverse dalle nostre, e l’ostinazione in generale. Tutto il resto per me appartiene ad ogni individuo e può essere considerato un pregio.
Si intuisce, in realtà, senza nemmeno che tu lo dica che sei una donna decisa e determinata, ovvero una che sa quello che vuole sia sul lavoro sia nella vita in generale... Ma questo tuo modo di essere è stato sempre – a tuo avviso – una sorta di “X-Factor” per te o talora ha rappresentato anche qualche ostacolo?
Indubbiamente l’essere una persona determinata e decisa può spaventare chi hai dinanzi, tuttavia per me questo mio modo di essere e di pormi non è mai stato motivo di ostacoli dal momento che so ascoltare il prossimo e trarre spunti interessanti e costruttivi da tutto ciò che il mio interlocutore mi espone.
In generale come affronti gli ostacoli che hai incontrato e che incontri tutt'ora nella tua quotidianità?
Gli ostacoli fanno inevitabilmente parte integrante della vita. Personalmente a mano a mano che si presentano innanzi a me dopo averli esaminati con attenta ponderazione e acuta valutazione cerco di affrontarli con il sorriso stampato sulle labbra. E ti dirò di più: proprio quando esso stenta ad uscire spontaneo dico tra me e me “Dai, sarà un’altra sfida vinta e un altro bagaglio d’esperienza che a breve sarà solo un ricordo.”
A proposito, com'è la quotidianità odierna di Barbara Zorzi? Riesce la “donna in carriera” a lasciare il posto anche a quella in versione “casalinga”?
Ti rivelo che amo lasciare a riposo ogni tanto la “donna in carriera” che quindi inizia a prendere fiato e appoggia le sue gambe sul sofà e – magari – la testa su di una spalla per diventare “casalinga”, dedicandomi alle mie numerose passioni che poi alla fine sono in qualche maniera legate al mio modo di essere e alla mia professione che – ripeto sempre – per me amore e passione allo stato puro che scorre nelle mie vene fin da quando ero solo ragazzina. Per andare nello specifico, apprezzo molto andare per musei e mostre, oltre che visitare città d’arte e scoprire scorci nuovi anche nella mia città, la bellissima Padova, Amo immergermi nella natura, ascoltare ciò che c'è il quel momento attorno a me, sentirne i profumi guardarne i colori le sfumature i dettagli, e pensare a quanto fortunata io sia e quanto straordinario sia il tutto.
Amo anche andare al cinema e a teatro e ascoltare musica dal vivo e non , soprattutto classica e lirica. Infine ti rivelo che adoro raccogliere sassi, legni e conchiglie e quant’altro la natura ci dona al fine di creare con le mie stesse mani delle composizioni tutte mie con le quali riempio casa e agenzia, insomma tutto ciò che circonda i miei spazi sono frutto della mia creatività a cui lascio libero sfogo in tutto ciò che decido di fare, pensa Laura che da poco in casa ho una "composizione" con tre tronchi di betulla, sapessi la fatica nel fare il tutto nei fine settimana, tanti, per realizzare questa mia "follia" di avere gli alberi in casa (ride) ma sapessi la soddisfazione, ci fossero soli gli alberi (e ride nuovamente di gusto).
Tra l'altro visitando la sede della tua agenzia si nota che nonostante si lavori molto e anche duramente vige un clima alquanto familiare... Con quale criterio hai scelto il tuo team lavorativo? E quali sono le caratteristiche fondamentali che ricerchi in un collaboratore per convincerti che sia quello giusto per te?
Brava Laura! Colpita e affondata! (ride) Battute a parte, è vero che lavoriamo molto nella mia Agenzia, ma è altrettanto vero che un clima di armonia e di complicità è – a mio avviso – fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissati. Con orgoglio posso vantare di avere un team composto da persone molto speciali oltre che preparate, alcune delle quali sono al mio fianco dal oltre 10 anni. Questo però non significa che nel corso del tempo non ci siano stati dei contrarsi, anzi! Ma tali contrasti sono stati alla fine costruttivi e hanno contribuito fortemente a consolidare ancora di più il rapporto. Tra l’altro sul lavoro, come nella vita in generale, ricordo che sono fondamentali ed essenziali per me il rispetto, la voglia di crescere e di imparare, l’assenza di presunzione e il saper ascoltare.
Credo infatti che nessuno di noi è nato maestro, ma che al contrario tutti abbiamo imparato e forse non finiremo mai di imparare.
Ma che cosa significa collaborare realmente oggi per la buona riuscita di un progetto?
Per risponderti a questa domanda utilizzerò una frase che ho inserito anche nel mio sito ufficiale (www.barbarazorzi-communication.it) e che ripeto ogni qualvolta che mi viene posta questa domanda: “Un campione vince una partita, una squadra vince un campionato”. Insomma, per farla breve: sono fondamentali per arrivare alla realizzazione di un progetto la condivisione e la vera e autentica collaborazione di tutto il team, anche se sono a capo di questo team è la squadra che vince.
Tu quando capisci che un lavoro da te creato insieme alla tua squadra sta diventando qualcosa di importante?
Premetto Laura che ogni singolo obiettivo e ogni singolo traguardo richiesto da ogni mio cliente diventa inevitabilmente il mio stesso obiettivo e il mio stesso traguardo dal momento che ciò non è solo lavoro ma diventa una vera e propria mission, pertanto i loro risultati sono in egual misura anche i miei. Inoltre mi accorgo subito se quello che sto facendo sta diventando qualcosa di importante dai numeri tangibili che il cliente stesso ottiene attraverso quanto io con il mio team facciamo. Del resto le soddisfazioni per me sono i clienti stessi che non esitano a condividere e a dimostrare i risultati insieme ottenuti, e questa – credimi – è una cosa di cui vado enormemente fiera. Pertanto spesso i rapporti tra di noi diventano così stretti che io stessa parte integrante della loro vita professionale, presente anche per ogni più piccola richiesta e anche consiglio che magari esula anche dalla mia professione.
Ma come riesci a comprendere gli obiettivi e la maniera in cui il cliente che a te si affida vuole raggiungere e perseguire?
La comunicazione non è improvvisazione. Ha bisogno di un piano di comunicazione Integrato, un piano di comunicazione è ciò che sta a monte di ogni strategia di marketing/web marketing, è il filo conduttore che unisce e guida ogni azione comunicativa. Un’efficiente strategia comunicativa consente di programmare, gestire, attivare e successivamente monitorare le strategie di marketing previste, finalizzate agli obiettivi prefissati fino al loro raggiungimento.
Tutto ciò avviene dopo svariati incontri con ogni singolo cliente, ascoltando quali sono le loro esigenze cosa vogliono e dove desiderano arrivare.
Negli ultimi anni hai ottenuto numerose gratificazioni e hai vinto svariati premi, grazie al tuo eccellente operato. Ad oggi a chi ti senti di dire grazie per tutto questo?
Allora sì, Laura, ti ringrazio per aver ricordato i miei riconoscimenti. con grande soddisfazione e orgoglio. Nel mese di giugno 2016 ho vinto il Premio Tecnico della Pubblicità Italiana Mediastars Milano “ Stella” nella sezione Stampa- Copy nella Categoria No Profit.
Nel novembre 2017 mi sono classificata al secondo posto ottenendo la Targa d’argento all’ OpenartAward Internazionale Napoli nella categoria No Profit con un progetto di comunicazione per “Casa Priscilla Onlus Padova Casa di accoglienza per bambini e ragazzi con gravi problematiche famigliari alle spalle.
Nello stesso anno dicembre 2017, ricevo dal Comune dove risiedo e dove ha sede l’agenzia S. Giustina in Colle Padova la Targa al merito per i traguardi professionali raggiunti.
Lo scorso novembre 2018 ritorno a Napoli all’ OpenartAward Internazionale che tra l’altro è l’unico premio dedicato alla comunicazione e al marketing in Italia di altissimo livello ad avere una valenza istituzionale riconosciuta, con il cuore che mi scoppia di gioia e il cuore a mille vengo premiata con ben due targhe in due categorie importantissime.
Nella categoria “ Integrate Comunicazione e Marketing” Targa d’Argento con customer: “ Carraro Falegnameria” Ristrutturazioni, Tetti e solai, Case in legno, Grandi opere, che con me sale sul palco a ritirare il prestigioso premio.
E nella categoria “No Profit” che non manca mai è sempre con me , un altro secondo posto, targa d’argento con costumer: Oidesh Internazionale Onlus Italia, campagna di sensibilizzazione sociale, Diritto allo studio No Analfabetismo.
In primis a mio padre, la persona che mi ha insegnato a rialzarmi ogni qualvolta cadevo fin da piccola, che ha sempre creduto in me lasciandomi libera di scegliere di fare ciò che desideravo, anche se da giovanissima ciò mi ha portato lontano da casa, e mi ha insegnato a non mollare mai e a credere sempre fino in fondo a me stessa, oggi papà non c’è più, non è riuscito a vedere e gioire qui di nessuno di questi miei traguardi, ma sento la sua presenza al mio fianco e voglio credere che sia orgoglioso di me . Poi c’è mamma grande guerriera, grande esempio, mio fratello Marco il mio amatissimo figlio Niccolò che oltretutto ora sta seguendo le mie orme e poi lo dedico a me, è si me lo anche auto dedico un pochino me lo merito (ride).
Sii sincera, hai qualche rimpianto? Se sì per cosa e perché?
Ti rivelo che a quasi metà della mia carriera professionale sul “più bello” ho dovuto rinunciare a importanti collaborazioni in tutta Italia, quindi rinunciare a clienti perché geograficamente troppo lontani da me, che mi avrebbero inevitabilmente portata troppi giorni lontana da casa. Feci questa scelta il giorno in cui ho deciso di diventare mamma. Sai, io credo che quando si decida di diventare genitore, inevitabilmente, si debba capire che ciò comporta anche fare delle scelte e delle rinunce. Tuttavia io non rimpiango questa scelta e - anzi - ne vado fiera! Inoltre ora ho tutto il tempo per recuperare dal momento che mio figlio comincia ad essere grande e autonomo che – come ti ho rivelato poco fa – sta ricalcando le mie orme dal punto di vista professionale.
Barbara Zorzi ieri, oggi e domani, un commento al riguardo per ciascuna delle tre “figure”? Esiste un filo rosso che le lega tutte e tre?
Mah, sinceramente credo di essere sempre la stessa persona con in dote una grande voglia di far, di non stare mai ferma, di vedere, capire, conoscere e di crescere ogni giorno non solo professionalmente ma anche e sopratutto interiormente. Indubbiamente oggi possiedo più di ieri una grande consapevolezza, una maggiore esperienza e un’ulteriore maturità. Diciamo che oggi non sono altro che il risultato di ieri. Domani? Come sarà la Barbara di domani? Mi auguro di continuare a fare ciò che mi rende così felice e serena, con tanto entusiasmo con un pizzico di sana follia e di essere sempre fiera di me stessa, e - magari – aggiungere in agenda qualche viaggio oltre Oceano in più nell’arco dell’anno, che non mi dispiacerebbe, anzi. (ride)

Campagna contro l’obesità, Sarah Ferguson e Gianluca Mech hanno conquistato anche la Spagna

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Continua il felice sodalizio tra Sarah Ferguson, la duchessa di York e Gianluca Mech, il guru delle diete, avvistati nell’ultimo fine settimana a Madrid. Di cosa avranno parlato?
Di sicuro della mission che li unisce: entrambi portano avanti una vera battaglia contro l’obesità. La Ferguson, infatti, nè sempre in prima linea per difendere i più deboli con diverse missioni umanitarie che la vedono impegnata in tutto il mondo (ad esempio, la duchessa si sta battendo molto contro l’obesità infantile, vera piaga nella nostra società, che colpisce in Italia il 9% dei bambini mentre il 21% di loro risulta essere in sovrappeso). Qualche mese fa, Mech e la Ferguson sono stati ospiti insieme in tv a La7 ed hanno avuto modo di parlare dei problemi legati al sovrappeso. Adesso, nel fine settimana appena trascorso, la duchessa di York ha voluto incontrare di nuovo Mech, che sta spopolando in tutto il mondo. Potrebbe esserci qualche altro progetto insieme? Chissà.






Trenta Ore per la Vita, torna la raccolta fondi su Rai e La7 fino al 17 marzo

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Dal 25 febbraio al 17 marzo 2019 torna “Trenta Ore per la Vita” su RAI e LA7 per raccogliere fondi con il numero solidale 45591 in favore delle mamme e delle future mamme con SM. Testimone della campagna, Lorella Cuccarini.

Roma, 21 gennaio 2019 -  Ogni giorno in Italia 6 donne scoprono di avere la sclerosi multipla, sono perlopiù giovani donne o giovani mamme (tra i 20 e i 40 anni) e da quel momento la loro vita e quella dei loro figli viene stravolta completamente. 
Si stima che in Italia le giovani donne con SM tra i 16 e i 44 anni siano 33.000: spesso mamme o future mamme che stanno affrontando o dovranno affrontare le numerose sfide che la SM comporta.
Nonostante questi numeri, solo un 8% della popolazione sa che la sclerosi multipla è una malattia prevalentemente femminile (Indagine Doxa 2016).
Alla realizzazione di una rete di protezione, attiva in 50 città italiane, per le giovani donne e per le mamme con una forma grave di SM sarà dedicata la campagna 2019 di “Trenta Ore per la Vita”, ospitata dal 25 febbraio al 3 marzo sulle Reti Rai e dal 4 marzo al 17 marzo su La7 per proseguire, fino al 30 settembre 2019, con varie iniziative speciali sul territorio. 

Queste donne molto spesso perdono il lavoro, subiscono l’abbandono del marito e del proprio compagno quando le loro condizioni cliniche si aggravano, non possono più prendersi cura dei propri figli in maniera adeguata, causando nei bambini un grave stravolgimento emotivo. Noi non le lasceremo sole.

Una équipe composta da psicologi, consulenti legali, volontari e operatori professionali garantirà assistenza domiciliare alle donne più in difficoltà, agevolandole in tutte le azioni quotidiane e nella loro sfida contro la malattia. 

Infine, come da tradizione, Trenta Ore per la Vita sosterrà anche altre associazioni, la manifestazione contribuirà, infatti, alla realizzazione del progetto speciale, Progetto HOME, che ha come obiettivo il completamento della seconda casa di Pescara in collaborazione con l’Associazione AGBE e il proseguimento dei lavori del Villaggio dell’Accoglienza Trenta Ore per la Vita per Agebeo (a Bari), per garantire ai piccoli malati di tumore e alle loro famiglie, costretti a lunghi viaggi per affrontare le terapie, la possibilità di soggiornare gratuitamente in un ambiente accogliente e vicino al centro di cura.
“Quest’anno, interviene Lorella Cuccarini, socio fondatore e testimone dell’Associazione Trenta Ore per la Vita, festeggiamo 25 anni di attività e per l’occasione siamo felici di collaborare nuovamente con AISM. Sono 338 i progetti realizzati insieme, con questa nuova iniziativa vogliamo aiutare le mamme e le future mamme con SM. Perché la sclerosi multipla colpisce soprattutto le donne”. 

La sclerosi multipla non è contagiosa. Ma ferisce tutta la famiglia. I primi a soffrire della malattia della mamma sono i bambini. Con il tuo contributo ci aiuterai a migliorare anche la loro vita.  


Come donare
NUMERO SOLIDALE 45591 attivo dal 25 febbraio al 17 marzo, per donare:
2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, iliad, CoopVoce e Tiscali. 
5 euro per ciascuna chiamata da rete fissa, TWT, Convergenze e PosteMobile.
5/10 euro da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb, e Tiscali.
POSTA: c.c. postale 571.000 (IBAN: IT61F07601 03200 000000571000)
BANCA: c/c 30303030 – Unicredit - (IBAN:IT69H02008 03284 000030303030) 
Entrambi intestati a: Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus.
Oppure chiama il Numero verde 800-30-90-30 o dona online sul sito www.trentaore.org


Il progetto

“Sclerosi multipla: giovani mamme e bambini”
Con il progetto “Sclerosi multipla: Giovani mamme e bambini” vogliamo aiutare le giovani donne e le mamme con SM, realizzando in 50 città italiane un programma di protezione rivolto ai casi più gravi che non trovano riscontro in determinati contesti territoriali, dove la rete dei servizi sociali e sanitari è carente.
Attraverso una équipe composta da psicologi, legali, professionisti e volontari, Trenta Ore per la Vita e AISM saranno al fianco delle giovani donne e delle mamme con una forma grave di SM, per garantire loro un’assistenza personalizzata e domiciliare in tutte le attività quotidiane e nella loro sfida contro la malattia. 
La rete di protezione sarà attiva in 50 città italiane con 100 volontari qualificati nell’accoglienza, nell’orientamento e nell’informazione, 650 volontari impegnati nelle attività e servizi di supporto diretto, 40 donne con SM volontarie per il confronto alla pari e per lo scambio di esperienze, 70 psicologi formati in SM per l’attivazione di percorsi di supporto psicologico ed emotivo, 40 consulenti legali per la consulenza e il supporto in tema di tutela dei diritti soprattutto in ambito lavorativo e altri operatori professionali specifici in base alle esigenze individuate (es, terapisti occupazionali). 

La rete di protezione garantirà: 

supporto psicologico per le donne e per i loro bambini
sostegno nelle attività quotidiane domiciliari
consulenza e orientamento professionale (in particolare legale)
informazione, formazione sulla gestione dalla SM 
confronto e condivisione alla pari 

Si stima siano 12.000 le potenziali donne con SM (con figli) che potrebbero beneficiare del progetto. 

Mentre potrebbero essere 10.000 le persone che indirettamente potranno trarre dei benefici dalla rete di protezione rivolta alle donne: ovvero tutta la rete famigliare e sociale attorno alle mamme: in particolare figli, partner/coniugi e altri famigliari. 

Le iniziative speciali

Sono molte le iniziative speciali che, oltre alla Campagna TV, contribuiranno alla realizzazione di questi importanti servizi di assistenza per le giovani donne con SM e per i loro bambini. 
Gardensia 
Per la Festa della Donna, l’8, il 9 e il 10 marzo, oltre 5mila piazze italiane, si “coloreranno di rosa”. Per l’occasione, madrina dell’iniziativa sarà Lorella Cuccarini. Con un fiore oppure due si contribuirà a fermare la sclerosi multipla.


Uno "scatto" di solidarietà per la SM
Trenta Ore Photo Marathon è il nome della maratona fotografica organizzata da Italia Photo Marathon, AISM e Trenta Ore per la Vita, sostenuta da Melavi’ – Società Cooperativa agricola valtellinese. Si svolgerà domenica 3 marzo e sarà possibile iscriversi e partecipare da tutta Italia. Verranno lanciati 3 temi fotografici, segreti fino al rilascio, su cui mettere alla prova la propria creatività. 

I temi saranno lanciati 1 ogni 3 ore – 1 ogni 3 ore, proprio come le diagnosi di SM che si registrano nel nostro paese, –  da tre piazze a Roma, Torino e Milano e anche via social, così da raggiungere tutta la penisola. Gli scatti dovranno riguardare storie o esperienze di SM al femminile. 
Una volta rilasciato il tema i partecipanti potranno girare liberamente per la propria città e scattare le fotografie seguendo il proprio stile e la propria creatività. I concorrenti avranno a disposizione 30 ore per fotografare e 30 ore per caricare gli scatti sul portale dedicato alla maratona, una foto per ogni tema. 
Tutte le foto inviate verranno pubblicate sul portale e una giura selezionata di professionisti di Italia Photo Marathon insieme a rappresentanti di AISM e di Trenta Ore per la Vita decreterà i vincitori. I fondi raccolti con l’iscrizione verranno destinate al progetto di Trenta Ore per la Vita rivolto alle giovani mamme. Sulla pagina dedicata al progetto del sito www.trentaore.org saranno pubblicate  tutte le informazioni per l’iscrizione e il regolamento del concorso.
La Mela di Valtellina IGP 
Melavì, la società agricola leader nel settore della produzione della Mela di Valtellina dagli elevati standard qualitativi, che da anni collabora con AISM nell’ambito della manifestazione La Mela di AISM, sarà al fianco di Trenta Ore per la Vita e AISM per il sostegno del progetto “Sclerosi Multipla, giovani mamme e bambini”.

#osky4aism
Muoversi nel movimento è il progetto #osky4aism di Marco Togni, un giovane ingegnere e viaggiatore, a favore del progetto di Trenta Ore per la Vita e AISM. Marco Togni, partirà domenica 17 marzo da Genova per attraversare a piedi oltre 6.000KM in 259 giorni attraverso 18 regioni peninsulari. L’obiettivo è quello di associare un percorso fatto di movimento ad uno dei principali ostacoli che vive una persona con SM: le alterazioni motorie come sfida da superare attraverso il movimento che può essere vissuto come un limite da sconfiggere. 

Cos’è la sclerosi multipla

Cronica, imprevedibile e invalidante, la sclerosi multipla è una delle più gravi più malattie del sistema nervoso centrale. Il 50% delle persone con SM è giovane e non ha ancora 40 anni. Colpisce le donne due volte più degli uomini. In Italia sono 118 mila le persone colpite da sclerosi multipla, 3.400 nuovi casi ogni anno: 1 ogni 3 ore. La causa e la cura risolutiva non sono ancora state trovate ma grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica, esistono terapie e trattamenti in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla e di migliorare la qualità di vita delle persone con SM. Per questo è fondamentale sostenere la ricerca.


Associazione “Trenta Ore per la Vita”
Nata nel 1994, “Trenta Ore per la Vita” sostiene enti non profit e i loro progetti, svolgendo la sua attività in sette aree specifiche: disostruzione pediatrica, cardioprotezione, assistenza, emergenze, oncoematologia pediatrica, gravi patologie, disagio minorile. Nei suoi 25 anni di attività l’associazione ha supportato più di 800 progetti e oltre 60 organizzazioni. Caratteristica innovativa dell’Associazione sin dai suoi inizi, divenuta poi pratica comune per tutte le organizzazioni di raccolta fondi, è stata la raccolta finalizzata alla realizzazione di progetti definiti, portati a conoscenza del pubblico in anticipo e nel dettaglio. 
www.trentaore.org


Per info
Associazione Trenta Ore per la Vita Onlus


Fiorella Franchini, Storia e mito nell’intrigante romanzo “Il velo di Iside". La recensione

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Un romanzo storico racconta le vicende e i drammi personali di uomini e donne che, sebbene vissuti in un tempo remoto dalla nostra vita e dalla nostra memoria, ci sono tuttavia vicini con le loro emozioni, con i sentimenti, con i pensieri segreti. In fondo aveva proprio ragione Benedetto Croce nell’affermare che “La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo”. Ne dà un evidente saggio Fiorella Franchini, giornalista e fine scrittrice napoletana, nel suo magnifico romanzo “Il Velo di Iside” (Homo Scrivens, Napoli, 2018).

Appassionata studiosa di storia e archeologia, ma anche di miti e leggende della classicità, nel suo romanzo Fiorella Franchini, con una scrittura intensa e coinvolgente, narra l’incontro di Cassia Livilla, sacerdotessa di Iside, con il Navarco della flotta di Miseno, Valerio Pollio Isidorus. Tra loro nasce una relazione intensa e proibita. Quando dall’intera flotta si era levato un saluto echeggiante in tutto il golfo di Miseno, il cuore del Navarco si era riempito di orgoglio e di malinconia: “Vederla fu amarla, amare solo lei, amarla per sempre”. Una relazione forte, tra i due, tale da indurre Cassia Livilla a confidare al Comandante della flotta un terribile segreto, ascoltato per caso a Puteoli (l’antica Pozzuoli) da alcuni stranieri che progettavano una strage. 

La Classis Misenensis, la flotta imperiale di Roma di stanza a Miseno, che era lì a guardia del Mediterraneo occidentale, era sempre stata la ragione di vita di Valerio Pollio, prima d’esser ferito dagli strali di Cupido. I suoi classari avrebbero lasciato famiglie e amici, eppure egli mai aveva immaginato che potessero avere un’altra vita fuori dalla Schola Militum, laddove i legionari si formavano nelle tattiche della guerra navale e in quella campale. Il romanzo si dipana intrigante nella narrazione, tra un amore sacrilego e un complotto contro Roma. 

Siamo nel 77 d.C. quando, alla vigilia del Navigium Isidis, alcuni stranieri progettano una strage di romani. Ma ben presto le indagini del Navarco condurranno a scoprire il vero obiettivo dell’attentato: non il popolo in festa per l’apertura della nuova stagione della navigazione, ma la Classis Praetoria Misenensis e l’imperatore Vespasiano in persona, venuto per ammirare la flotta imperiale in rada nel golfo di Miseno. Dunque una sanguinosa e tragica umiliazione per l’immenso potere imperiale di Roma. Iside, terribile e misericordiosa, potente dea proveniente dalla terra di Ra, sfida gli dei dell’Olimpo. Chi ha ordito la congiura? Chi ha rapito la fanciulla? L’amore viene travolto dalla sete di vendetta e dagli intrighi del potere. Chissà se Cassia Livilla avrebbe mai più rivisto Valerio Pollio: “Anch’io ti amo tanto” gli aveva confessato ricambiando quel bacio infinito.

L’ambientazione storica segue precise coordinate che s’incrociano tra le vie di Neapolis, il porto di Puteoli e la flotta imperiale romana in rada a Miseno, guarnita di ben 10 mila uomini armati. E poi il culto isiaco, sacro all’imperatore Vespasiano, largamente diffuso a Roma e in Campania. L’autrice imbastisce un racconto avvincente, con dovizia di particolari, con uno stile raffinato e scorrevole, in cui il senso del dovere si confronta con le ragioni del cuore, mentre le vicende individuali e collettive diventano mistero dell’anima che travalica i secoli. 

Una storia d’amore e d’avventura, insomma, che intriga il lettore, coniugando il fascino dell’epopea romana con le suggestioni del patrimonio archeologico di Napoli e dei Campi Flegrei, stimolando attraverso la scrittura narrativa - davvero di notevole rango - una curiosità intellettuale e una riscoperta dei beni culturali e storici della terra del mito. Un palcoscenico eccezionale e una trama coinvolgente che discorre e si lega al lettore con una familiarità attiva e vivace, dilatando il tempo del vivere, per ritrovare dentro le parole le emozioni invisibili del cuore.

Fiorella Franchini è giornalista pubblicista. Collabora con il quotidiano Il Denaro e pubblica con riviste e periodici specializzati, tra cui Arte&arte e MardeiSargassi. Per oltre dieci anni è stata direttore editoriale del webmagazine napoliontheroad. Al romanzo d’esordio L’Orchidea Bianca (Il Girasole, 1995) hanno fatto seguito I fuggiaschi di Lokrum (Marotta, 1998), Nanhai (Il Mezzogiorno editore, 2002), I Fuochi di Atrani (Kairòs, 2006) per i quali ha ricevuto importanti riconoscimenti in concorsi e premi letterari. Nel 2013 ha pubblicato undici interviste nell’antologia Donna è Anima (Savarese editore); nel 2014 il romanzo storico Korallion (Kairòs edizioni), nel 2018 Il Velo di Iside (edizioni Homo Scrivens). E’ membro di Giuria di Premi letterari, svolge attività di ufficio stampa, conduce incontri culturali, presentazioni e lezioni di giornalismo. Il romanzo “Il velo di Iside” ha ottenuto il Premio internazionale “Città di Caserta”, il Premio Speciale “Megaris” XXVII edizione, il Premio Letterario Residenze Gregoriane 2019.

Goffredo Palmerini

Don Bertrando Gianico, un educatore al servizio del Molise. Gli effetti socio economici delle sue iniziative per i molisani in Italia e all’estero

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CAMPOBASSO - All’indomani del secondo conflitto mondiale la popolazione residente in Trivento (Campobasso) superava i seimila abitanti; più della metà abitava nelle numerose contrade del vasto agro (54 kmq). I laureati ed i diplomati, quelli in possesso di preparazione culturale elevata, erano veramente pochi. Un buon numero di triventini aveva frequentato soltanto alcune classi di scuola elementare o aveva conseguito la licenza elementare. E la situazione triventina rispecchiava quella delle aree periferiche dell’intero Molise, allora unito al vicino Abruzzo.

La maggioranza della popolazione era analfabeta, soprattutto quella che risiedeva nell’agro, la quale, peraltro, non aveva la possibilità di frequentare le scuole elementari cittadine per mancanza di facili collegamenti stradali con Trivento centro e con gli altri centri scolastici molisani. La società triventina era in sofferenza, al pari del più ampio contesto regionale e nazionale: non c’era lavoro, le attività imprenditoriali a carattere non individuale erano quasi inesistenti, imperavano le ristrettezze economiche. Si riusciva a vivere con molti sacrifici. 
Quelli della mia generazione ricordano bene come in quegli anni, anche nelle famiglie più agiate, i vestiti dismessi dai grandi venivano scuciti e la stoffa di risulta riutilizzata per confezionare vestiti per i piccoli. I cappotti logori venivano rivoltati e riutilizzati; l’alimento pesce o carne era un lusso che poche persone potevano permettersi. I macellai prima di macellare si assicuravano di poter vendere la carne richiedendo con bando pubblico le prenotazioni ai cittadini. Chi se lo poteva permettere comprava e cresceva in casa un maiale la cui carne e lardo, trasformati e conservati, servivano alle necessità alimentari della famiglia per tutto l’anno. 
In questo contesto dove, accanto alle ristrettezze materiali, difettavano ancor di più la Conoscenza e i Saperi, Don Bertrando Gianico (Roccavivara, 12 maggio 1902 - Roma, 10 agosto 2001) ebbe l’intuizione e il coraggio di aprire il Convitto Vescovile, che dall’anno scolastico 1948-49 iniziò il suo pieno funzionamento, e di istituire la Scuola Media e l’Istituto Magistrale, dando ai giovani di Trivento e di molti centri dell’Abruzzo e del Molise e oltre, la possibilità di proseguire gli studi dopo le elementari, di iscriversi anche a facoltà universitarie, permettendo così a figli di gente umile di conquistare “un posto al sole”.
La sua fu una intuizione felice e proficua! Ebbe chiaro sin dall’inizio che non vi poteva essere futuro gravido di Speranza senza passare attraverso la scolarizzazione di massa ed una vera crescita culturale. La presenza in Trivento del Convitto maschile, che arrivò ad a accogliere fino a 230 studenti, il Convitto femminile, gestito dalle Suore degli Angeli, che accoglieva una settantina di studentesse, unitamente ai tanti studenti provenienti da ogni dove, ospitati in case private, - e non dimentichiamo infine il nutrito numero di seminaristi, innalzarono in maniera esponenziale la popolazione scolastica, innervando quindi nella società locale la forza e il dinamismo proprio dei giovani. 
Tra i tanti effetti benefici di tale presenza vi fu una indubbia apertura nei confronti delle realtà di provenienza dei giovani studenti e di rimando il continuo flusso verso Trivento dei familiari di una così rilevante presenza studentesca. A ciò si aggiunse - a livello economico - il non trascurabile apporto di risorse lasciate alle famiglie che ospitavano gli studenti. Nel più ampio contesto della ripresa economica legata alla ricostruzione, individuabile nella sua fase di maggior rilievo come quella del “miracolo economico”, e grazie anche al mutato contesto dell’istruzione scolastica, in Trivento furono intraprese numerose iniziative imprenditoriali che contribuirono al decollo economico di tutta la zona.
Tutto l’artigianato triventino (muratori, fabbri, falegnami, ecc.) attraversò una fase ricca di commesse. Anche la fabbrica di laterizi che produceva anche ceramica artistica - vasi, piatti, tazze, ecc. - attraversò un periodo di intensa produzione. Affollati divennero le fiere ed i mercati domenicali nei quali si poteva trovare un po' di tutto ed i nostri contadini potevano vendere i loro prodotti. 
Tornando all’ambito delle istituzioni educative va ricordato che anche l’istruzione offerta dallo Stato conobbe una nuova stagione, contribuendo a migliorare le condizioni sociali e culturali della popolazione triventina e molisana. Furono istituite le pluriclassi uniche e classi plurime di scuola elementare in zone riconosciute montane, e in Trivento, che è zona montana per la maggior parte del suo territorio, vennero attivate scuole di questo tipo nelle numerose contrade. 
Mi piace, infine, ricordare una piccola vicenda di cui sono stato parte. Nei primi anni Sessanta, contestualmente all’opera di Don Gianico, le istituzioni repubblicane si preoccuparono di migliorare la scolarizzazione degli adulti. Anche a Trivento, per combattere l’analfabetismo, venne istituito un corso televisivo con un insegnante incaricato del coordinamento. Si seguivano le lezioni del programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, tenute dal mitico maestro Alberto Manzi.
Chi scrive fu incaricato del coordinamento del corso.
Di tutti gli “allievi” ho un vivido ricordo di Nicola Scarano alias “don Cannella”, al quale il figlio regalò una penna stilografica che portava sempre, in bella vista, nel taschino esterno della giacca, come segno di distinzione. Alla fine del corso “don Cannella” rinnovò la carta di identità e pretese dall’ufficiale dell’anagrafe la cancellazione della parola “analfabeta”, e che fece sostituire alla voce titolo di studio con “seconda elementare”. Questo il contesto - descritto molto succintamente - in cui nascevano e prosperavano il convitto e le scuole istituite da Don Gianico.
Provando ad analizzare più da vicino gli effetti di quelle preziose e proficue presenze, credo che il primo dato incontrovertibile sia la circostanza che, grazie all’azione di “don Bertrando”, la società Triventina ed il Molise subirono uno straordinario mutamento. Il tessuto sociale, nel quale l’alfabetizzazione ed i livelli alti d’istruzione erano decisamente minoritari, nel giro di pochi anni registrò un deciso rovesciamento di fronte.
Non solo. Nel volgere di un decennio nacque una vera e propria classe Magistrale, che socialmente andò a irrobustire quel ceto medio professionale che diede nuova linfa alla comunità Triventina, in particolare, negli Sessanta e Settanta. Non è un caso se in quegli anni Trivento raggiunse il più alto numero di abitanti nel corso del ‘900.
E’ stato più volte detto - e non guasta ripeterlo - che la Scuola Media e l’Istituto Magistrale di Trivento diedero l’opportunità dell’istruzione alla classi sociali meno abbienti. Da una prospettiva strettamente sociologica, si attivò quell’ascensore sociale che tante energie ha innervato nella società, nella politica, nel mondo delle professioni, nella stessa scuola, cambiando definitivamente il volto ad una realtà in larga parte rurale e purtroppo per certi versi marginale. Grazie Don Gianico per l’opera educativa e per tutto quello che hai voluto e saputo donare alla città di Trivento e al Molise.

Eduardo Vitiello

Inferno mediterraneo di Riccardo Corcione regia di Laura Tedesco, 1-3 marzo Teatro Porta Portese

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L’1, il 2 ed il 3 marzo sul palcoscenico del Teatro Porta Portese  approda l’intensa storia “Inferno mediterraneo” di Riccardo Corcione con la regia di Laura Tedesco, interpretato da Laura Tedesco, Laura De Santis, Azzurra Cavicchia.

Il mare, la musica, il viaggio e un'aspra storia d'amore tra le rocce di Lampedusa.
«Ma misi me per l’alto mare aperto...» 
Lampedusa. Su una spiaggia davanti a un faro, Anna e Rosa si rincontrano dopo tanti anni per cercare di convincere la sorella minore, Giulia, a uscire dal suo isolamento. 
Le due sorelle, scontrandosi e raccontandosi, danno corpo e voce a un dramma familiare che si intreccia e si mescola alla tragedia dei naufraghi del mediterraneo.
Come riavvicinarsi alla sorella perduta forse per sempre?
Al canto della sorella maggiore Anna che cerca in tutti i modi di trovare un modo di riunire la famiglia arrivando perfino a scomodare il sommo poeta, Dante Alighieri, fa da contraltare il racconto appassionato di Rosa che è appena tornata da una lunga fuga attraverso i mari del mondo.
Giulia, chiusa nel suo isolamento, risponde al richiamo delle sorelle attraverso il suono delicato del violino a cui è affidato il tono emotivo della vicenda e che, nota dopo nota, rivela la tragedia umana che ha cambiato per sempre la vita della famiglia Marino.
“La secchiona, la fessa e la muta” instaurano tra di loro uno strano dialogo che, tra una risata e un insulto, si aprirà al confronto con la tragedia del Mediterraneo e dei suoi morti e, proprio in questo percorso, troverà il modo di esprimere l’orrore riallacciando legami che sembravano spezzati per sempre.
Da Venerdì 1 marzo a Domenica 3 marzo 
Venerdì e Sabato ore 21.00 Domenica ore 18.00
Di Riccardo Corcione
con Laura Tedesco, Laura De Santis, Azzurra Cavicchia 
regia Laura Tedesco
Produzione Linguaggi Diversi

Teatro Porta Portese
via Portuense 102 - Roma

Info e prenotazioni
Prenotazioni: tel. 065812395  - 3357255141 

Biglietti
Intero 13 euro  - Ridotto 10 euro (+ 2 euro di tessera)

We Will Rock You, Massimiliano Colonna a Fattitaliani: La musica ci salverà dall'uniformità

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“We Will Rock You” The Musical by Queen and Ben Eltonal Teatro Brancaccio di Roma dal 27 febbraio al 3 marzo.

Bohemian Rhapsody ha vinto il Golden Globe e si è aggiudicato quattro statuette agli Oscar, “We will Rock You” continua a mietere successo nei Teatri. 56 repliche, otto milioni di spettatori, 2700 performance e 12 anni di repliche a Londra. Sold out a Genova, Milano e Firenze… 
Arriva a Roma per infiammare al ritmo di venti dei più grandi successi dei Queen, in due ore e mezzo di spettacolo. 
Per fattitaliani.it abbiamo intervistato Massimiliano Colonna che è stato riconfermato nel ruolo di Pop, un vecchio bibliotecario, portatore di conoscenza. È assetato di sapere e porta con sé questa sua passione a qualsiasi costo. Costretto a diventare ribelle, a lottare per portare un messaggio di ottimismo e fiducia. E’ molto felice di incontrare l’Eletto e la sua compagna. Intravedendo in lui una grande potenzialità gli concede il suo grande segreto che è la conoscenza delle prime quattro strofe di Bohemian Rhapsody che illumineranno la mente dell’Eletto Galileo. 

Pop è un vecchio saggio.

Una nuova versione del musical, cos’è cambiato?

È cambiato direi in maniera totale, essendo una non replica si è tenuta la spina dorsale principale dello spettacolo ossia le musiche vincenti e appassionanti mentre le tematiche e le sceneggiature sono state riadattate dai nostri autori che sono Claudio Trotta e MichaelaBerlini. C’è stato un riallineamento all’attualità, quindi si parla di bullismo, del problema dell’acqua, della censura, dell’aspetto politico attuale che purtroppo imperversa nel futuro perché la storia è ambientata 300 anni dopo. La prima stesura fatta nel 2002 ha avuto bisogno di quest’attualizzazione quindi tematiche e dialoghi cambiati e lo spettacolo è abbastanza diverso dalla prima edizione.

Diciamo che l’autore è stato un po’ precursore dei tempi?

Assolutamente sì se parliamo di Ben Elton e dei Queen, furono precursori lungimiranti, soprattutto basandosi su ciò che è stato scritto nelle canzoni, per esempio il pezzo fondamentale Bohemian Rhapsody dove si parla di cyberspazio è del 1975 quindi tutto l’entourage ha guardato oltre. Invece in questa edizione c’è stato bisogno dei nostri autori per riadattarlo e renderlo attuale con tematiche che purtroppo si sono amplificate e forse sono anche peggiorate, non mi piace dirlo ma è la triste realtà e noi faremo di tutto per far cambiare le cose, portiamo avanti quest’ottimismo, questa fiducia nel prossimo, nell’essere umano. Il messaggio che vuole dare è quello di lottare per la libertà di conoscenza, del sapere e per la creatività. Un messaggio di speranza!
Nulla è cambiato da allora?
No, qualcosa è cambiato ma sembra proprio in peggio in quanto c’è stata questa amplificazione, questa esasperazione, questo modo di chiudersi in sé direttamente proporzionale allo sviluppo tecnologico degli strumenti che hanno portato all’isolamento dei ragazzi.
Sì perché noi avevamo la piazza dove ci riunivamo, adesso la piazza è Facebook.
Ho dei parenti millennials e vedo purtroppo una notevole differenza. Alcuni in meglio, altri in peggio, vedo una sorta di differenziazione molto più netta adesso.
Soprattutto la solitudine in cui siamo caduti perché uno non esce più per incontrare gli amici ma li vede su Facebook e pensa che stiano benissimo.
Assolutamente sì! Ad esempio, Radio Gaga è ispirata al Metropolis di Fritz Lang e stiamo parlando del 1936.Il tempo passato ha portato soltanto ad una regressione già intuita nel '36 da questo visionario, futurista il signor Lang che ne ha fatto un film, i Queen ne hanno fatto una canzone, Ben Elton l’ha inserita nello spettacolo. Radio Gaga  è il primo pezzo dello show dove dimostra che questa società uniforme è uniformata.
Immagino che andrà sempre peggio.
Noi lottiamo affinché non sia così. La musica ci aiuterà, ci salverà.
Grande successo a Milano, cosa vi aspettate da Roma?
Siamo molto contenti perché vediamo che comunque la gente reagisce, sente il testo, lo fa suo, lo vive e quando c’è un messaggio scritto, una sceneggiatura forte con delle musiche vincenti, ben suonate, l’alchimia è magica… Piace, funziona. Grande successo a Milano ci auguriamo che a Roma sia lo stesso ma sappiamo che c’è un pubblico molto preparato ed attento e siamo pronti e contenti sperando che si bissi il successo.
Grande alchimia anche tra di voi perché lo spettacolo funzioni?
Assolutamente sì, non per essere ripetitivo e banale ma questo è un cast fatto da uomini e donne prima e poi artisti.  C’è molto rispetto, molta educazione, stima dei colleghi e quando c’è tutto ciò è un piacere vivere sul palco e soprattutto fuori dal palco.
Quando fate le tournée. Il tempo trascorso insieme si allunga…
Eh sì è una convivenza quasi forzata quindi un po’ di fortuna serve sempre ed in questo caso c’è. Per fortuna si vive bene perché sono delle persone fantastiche.
Dopo Roma il Tour toccherà le seguenti città: Napoli, Catanzaro, Reggio Calabria, Catania, Bari, Firenze, Padova, Torino, Gorizia e Parma.
Elisabetta Ruffolo

Il Musical nella versione originale era stato prodotto da Ben Elton in collaborazione con Roger Taylor e Brian May. In Italia dopo il grande successo nel 2009 della prima edizione della Barley Arts, è riproposto in una nuova produzione, con un nuovo Cast e concepita per il nostro Paese da Claudio Trotta che potremmo definire l’anima di questo progetto, nato qualche anno fa quando ancora non c’era la “Queen Mania”. “C’è in corso una Rivoluzione Rock. La gente è stufa della falsità, della volgarità. Ha bisogno della Cultura Rock che tutti abbiamo dentro e per un certo periodo è stata sminuita ma ha la grande dote di essere voce e strumento di tante generazioni. Lo spettacolo piace ai bambini, ai giovani e a quelli di oltre settant’anni.  Il testo era un po’ datato e lo abbiamo riadattato. Allora la Rete non era molto presente, non c’erano i cellulari e non c’erano le Grandi Società o forse c’erano ma non erano come oggi”. 
Ogni canzone deve esprimere parte della Storia e frasi dei testi sono state messe all’interno dei dialoghi per far risaltare il personaggio e far capire perché viene cantata in quel momento. C’è stato un gran lavoro di squadra anche sul piano psicologico. Ognuno di loro ha scavato dentro di sé e ha tirato fuori quello che voleva sia il Produttore che il Regista. Un percorso di ricerca molto stimolante soprattutto per il messaggio che lo spettacolo vuole dare. Grande affiatamento tra gli attori.  

L’allestimento è molto importante.
Le musiche e le canzoni sono quelle originali, eseguite dal vivo in lingua inglese.

La Regia è di Tim Luscombe. Rivisitazione del testo originale di Michaela Berlini che è anche acting coach. 
Scenografia di Colin Mayes.
Coreografie di Gail Richardson.
Direttore Artistico e Vocal Coaching: Valentina Ferrari.
Sul palco cantanti-attori selezionati dopo molte audizioni, visto il boom di candidature. 
Salvo Vinci nel ruolo di Galileo. Alessandra Ferrari - Scaramouche. Valentina Ferrarii- Killer Queen: Paolo Barillari -Khashoggi. Claudio Zanelli- Britt. Loredana Fadda-Oz. Massimiliano Colonna-Pop. 
La Band è composta da: Riccardo di Paola (Direzione Musicale), Antonio Torella, (Direzione vocale), Roberta Raschellà (chitarra 1) e Federica Pellegrinelli  (chitarra 2), Alessandro Cassani (basso) Marco Parenti (batteria) . Una band mista com’è giusto che sia.

Produttore esecutivo: Claudia Trotta.
Direttore di Produzione: Andrea Manara.
Company Manager: Camilla Mazzeoli


Energizer è partner tecnico dello spettacolo per questa stagione.
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