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Il “Sorriso Diverso delle Donne” vince sulla violenza: grande successo per l’iniziativa

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Nell’ambito delle iniziative che celebrano la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall’ONU, ieri nella Capitale si è tenuto l’evento “Sorriso Diverso delle Donne”, progetto di comunicazione sociale promosso dall'Associazione UCL ed organizzato da Tulipani di Seta Nera.

I dati ci confermano che la violenza sulle donne è un fenomeno diffuso e trasversale, che riguarda la società nel suo insieme, e che deve essere affrontato mettendo in campo tutte le iniziative possibili. Il cinema è una risorsa fondamentale nella costruzione di una coscienza civile collettiva e “Sorriso Diverso delle Donne” nasce proprio dalla volontà di offrire un palcoscenico a chi ha scelto di interpretare, con la forza espressiva del cortometraggio e la capacità di arrivare al cuore del pubblico, un messaggio di denuncia o di speranza rispetto a questo tema.

Dopo la visione di "Manicure" di Francesco Natale, "Mia" di David Cinnella, "Donne&libertà" di Jo Squillo, "Apri le labbra" di Eleonora Ivone e "A heart in the drawer" di Roberto Leoni – cortometraggi e documentari che indagano sui vari tipi di abusi a cui vengono sottoposte le donne – si è tenuta una tavola rotonda moderata dalla conduttrice Rai Metis Di Meo.

“Sono felice di partecipare a questa iniziativa che si tiene peraltro nella Giornata mondiale dei diritti dell'infanzia e dell’adolescenza – ha dichiarato l’On. Giusy Versace – I giovani sono il futuro ed è nelle scuole e nei luoghi frequentati dai ragazzi che bisogna promuovere un cambiamento culturale attraverso iniziative di sensibilizzazione ed informazione per dire basta alla violenza sulle donne”. “Sorriso Diverso delle Donne descrive perfettamente la forza delle vittime di violenza che, nonostante tutto, si reinventano, trasformano il dolore e lo condividono con gli altri, raccontandosi spesso con il sorriso” ha concluso Versace.

La cantante e presentatrice Jo Squillo partendo dalle sue prime battaglie agli inizi degli anni Ottanta e dall’esperienza di “Wall of Dolls - Il muro delle bambole”, l’installazione artistica divenuta il simbolo della lotta contro i femminicidi creata da lei cinque anni fa a Milano e poi esportata in altre città italiane, ha evidenziato come ci sia ancora molto da fare: “Le donne sono riuscite a conquistare tanti diritti, a rompere il tetto di cristallo ma, nella realtà, il binomio donne e libertà è ancora molto difficile da realizzare”. E proprio “Donne e Libertà” è il titolo del documentario che la vede in veste di regista, scritto dalla giornalista Francesca Carollo, autrice del libro “Le amiche che non ho più”, che ha dichiarato: “Tenere il faro puntato su iniziative come Wall of Dolls o il documentario permette di riportare al centro dell’attenzione le vittime e le loro storie, di valorizzarle, per non dimenticarle”.

L’attrice Eleonora Ivone, al suo esordio come regista con il corto “Apri le labbra” che tratta il delicato tema della pedofilia, ha sottolineato come "la violenza sia una mancata emancipazione culturale degli uomini che non accettano la volontà di autodeterminazione della donna”.

La psicologa dell'arte Paola Dei ha approfondito il concetto di “vittima”: “Abbiamo fatto passi da gigante dal punto di vista sociale ma dal punto di vista piscologico c’è ancora molto da fare. Molte donne quotidianamente subiscono violenze ed è come se fossero abituate a tutto ciò. Diventa molto alto il livello di sopportazione che non permette di riconoscere la violenza e, di conseguenza, reagire.”

“Nei nostri uffici facciamo continuamente corsi di aggiornamento e formazione per cercare di accogliere al meglio le vittime – ha dichiarato Daniela Scarpetta, ispettore della Polizia di Stato che durante la manifestazione era presente con un camper facente parte del progetto "Questo non è amore" - Non solo ascolto e accoglienza ma cerchiamo di garantire alle vittime anche tutta una serie di informazioni di cui le donne, spesso, non sono a conoscenza: dai centri antiviolenza all’iter legislativo, per esempio”.

Oltre agli interventi dalla platea di Catello Masullo (giornalista cinematografico e presidente Cinecircolo romano), Massimo Nardin (professore Università Lumsa in tecniche del linguaggio audiovisivo, sceneggiatura) e Roberto Zappetta (istruttore di difesa personale), tanti gli amici accorsi a sostenere l’iniziativa, tra cui Pino Calabrese, Giorgio Molteni, Martine Brochard, Micaela Foti, Alina Person e Simone Gallo.

L’evento si è concluso con i saluti finali della presidente UCL Ilaria Battistelli e della curatrice della manifestazione, la Dott.ssa Paola Tassone, che ha dato appuntamento alla dodicesima edizione del Festival Internazionale Film Corto a Tema “Tulipani di seta nera” che si terrà a Roma dal 3 al 5 maggio 2019.

“Sorriso Diverso delle Donne” ha ricevuto il patrocinio di ASLRoma1, Regione Lazio, FAND, ANMIL, Born To Fly.

Eros Ramazzotti presenta l'album "VITA CE N’È". L'intervista

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(videointervista) Esce il 23 novembre VITA CE N’È, il nuovo album di Eros Ramazzotti, quattordici nuove canzoni in uscita per Polydor, in lingua italiana e spagnola.

L’album in uscita in 100 paesi del mondo, è dedicato all’amico fraterno, l’artista con cui Eros ha condiviso momenti di vita personali e tantissime emozioni, Pino Daniele, ed è stato anticipato dall’omonimo singolo, che in poco più di un mese si è imposto ai vertici delle classifiche radiofoniche italiane e internazionali. 
Eros Ramazzotti ha scelto di presentare il progetto VITA CE N’È realizzato con Universal Music e Vertigo/Eventim (rispettivamente la parte discografica e live) e prodotto da Radiorama, in anteprima alla stampa mondiale nella prestigiosa Sala della Balla del Castello Sforzesco, nell’ambito della Milano Music Week 2018. Una settimana di incontri, dibattiti, showcase in collaborazione con Fimi e Assomusica, nel centro di Milano, una delle più prolifere capitali europee per la musica, dove Eros anni fa ha scelto di vivere e dove ha voluto creare il suo il suo studio di registrazione.  
VITA CE N’È, il quindicesimo in studio, è un album positivo, dove “l’amore è il centro di tutto l’ottimismo in cui si può ancora credere”. Un progetto discografico ricco di nuove collaborazioni e importanti featuring internazionali. 
Il primo è con la vincitrice del premio Best New Artist ai Grammy Awards 2018, ai vertici della classifica mondiale degli artisti più ascoltati su Spotify, Alessia Cara con cui duetta in Vale per sempre, una dichiarazione d’amore che non ha paura del tempo: «E’ un sogno che si realizza – ha dichiarato la Cara - sono felice di poter cantare con Eros!». L’impasto tra l’inconfondibile voce di Eros e le sonorità vellutate di Alessia Cara è semplicemente perfetto. 
Il secondo in Per il resto tutto bene, vede la partecipazione della star più brillante del panorama tedesco e conduttrice televisiva Helene Fischer, nominata “donna dei record” in Germania dove il suo album Farbenspiel, è stato il più venduto di tutti i tempi. Un brano la cui tessitura strumentale si inspessisce frase dopo frase: a un inizio apparentemente tranquillo di accordi al pianoforte si aggiungono improvvisamente sonorità distorte, cori, ritmica e un magnifico assolo di chitarra che porta l’inconfondibile firma di Michael Landau. 
E infine, il duetto con Luis Fonsi, il cantante che ha infranto ogni record e che con Despacito, è diventato l’artista con più visualizzazioni della storia. Per le strade una canzone è un inno alla musica, alla condivisione, al divertimento che trovano nelle buone vibrazioni del ritmo latino in levare, la perfetta espressione. Il feat tra Ramazzotti e Fonsi è stato realizzato a Miami dove tra i due è nata una sincera amicizia: «Per le strade una canzone è un brano che ti fa sentire bene, ti dà il buonumore, parla della musica e di scendere per le strade a celebrare l’amore e a divertirsi insieme alle persone. Questo è quello che Eros ed io vogliamo comunicare, l’idea di condividere con tutti le buone vibrazioni della musica» - ha dichiarato Luis Fonsi «Sono felice di aver collaborato con lo straordinario e incredibile Eros Ramazzotti, lo amo ed è stato un vero piacere lavorare con lui». 
VITA CE N’È è il primo album completamente prodotto da Eros stesso con Antonio Filippelli e con Celso Valli, ed è stato realizzato all’Isola, quartier generale di Ramazzotti e storico studio di registrazione. È all’Isola che ha sede Radiorama, la storica struttura di Eros, guidata dal suo manager Gaetano Puglisi e nata per produrre le attività di Eros ma considerata sempre più una factory di riferimento di artisti italiani e internazionali. 
«È un disco che parla d’amore - ha dichiarato Eros - si intitola VITA CE N’È e per me rappresenta un nuovo inizio, una sfida con me stesso e con il tempo, la voglia di lasciare un segno decisivo e di “spaccare”. È uno slogan, un auspicio, un modo per dire “andiamo avanti” perché “ripartiremo insieme, non c’è una direzione sola”».
Lorenzo Jovanotti firma una delle ballad più intense, dove l’interpretazione di Eros conquista dal primo ascolto. In primo piano, ha la dolcezza del suono ovattato di un pianoforte e di un tappeto di archi e la perfezione della semplicità incredibilmente poetica, che culmina in uno special orchestrale da colonna sonora. Nata dall’amicizia e dalla stima tra i due, In primo piano ha avuto una lunga gestazione e oggi è la sintesi perfetta tra la scrittura di Lorenzo e la musicalità delle migliori ballad di Ramazzotti.
In VITA CE N’È Eros collabora per la prima volta con Cheope, con cui è nata un’intesa immediata e con il quale firma, insieme alla giovanissima cantautrice Federica Abbate, ben sette brani.
Con Cheope e Abbate nasce anche Una vita nuova, con sound volutamente minimale nelle strofe che si contrappone alle sonorità elettroniche del ritornello; Buonamore, dedicata ad Aurora, l’augurio più bello che si possa fare ad ogni persona che si ama, soprattutto ad un figlio o a una figlia. E Dall' altra parte dell'infinito, ispirata a una storia vera che affronta con la maggiore delicatezza possibile il tema della vita oltre la vita, dopo la perdita di un figlio. Gli archi e il pianoforte accompagnano la voce di Eros in questa ballad struggente, dove le parole affilate come lame, vivono in un’atmosfera sospesa ed emozionante.
Con Dario Faini nasce anche Siamo, indelebile dal primo ascolto, un brano up che porta con sé la positività dell’intero album, la voglia e la speranza per un meglio che “deve ancora venire”. L’intro e l’outro di archi che aprono e chiudono la canzone portano l’inconfondibile firma di Davide Rossi, storico violinista e arrangiatore dei Coldplay (suo il famosissimo tema di Viva la Vida), e fa da contrasto alle sonorità elettroniche del ritornello.
Nell’album Ramazzotti collabora anche con Bungaro, Chiodo, Roberts e Marletta nella ballad Ti dichiaro amore, una vera dichiarazione d’amore e, con Mario Lavezzi e Mogol, storico amico e compagno della nazionale cantanti, firma Avanti così che chiude l’album con un invito ad andare sempre avanti nonostante i problemi quotidiani, nonostante il passare del tempo.
Da sempre affascinato dalle firme più fresche e contemporanee, Ramazzotti accoglie con entusiasmo Ho bisogno di te di Enrico Nigiotti, rivelazione di XFactor 2017, un brano importante dove l’ammissione sincera di avere bisogno di qualcuno e della sua confusione, unisce vite opposte. Una ballad vera, impreziosita da una linea di archi e da una ritmica che le conferiscono grande carattere.
In VITA CE N’È Eros offre anche una grande opportunità a Paolo Antonacci, figlio dell’amico Biagio, giovanissimo autore che ha visto bimbo e che firma l’emozionante Due volontà. La libertà di poter decidere, sentirsi sicuri in un “se poi vorrai, io sarò per te…” e la scelta quotidiana dell’amore consapevole che si rinnova, al centro di questo testo prezioso, una perla nascosta di un album da scoprire brano dopo brano. 
Tra le conferme, la collaborazione con uno dei più apprezzati autori della scena italiana: Fortunato Zampaglione, con il quale torna a scrivere in Nati per amare l’invito a “inseguire un’emozione”, a lasciarsi andare “ con l’esortazione a imparare la vita oltre le difficoltà. 
VITA CE N’È è anche un tour mondiale, prodotto da Radiorama e organizzato da Vertigo/CTS Eventim, che partirà da Monaco di Baviera il prossimo 17 febbraio (già sold out e da oggi in vendita con una seconda data) e che a due mesi dall’apertura delle prevendite delle sole date europee e delle anteprime italiane, ha già venduto 200 mila biglietti. Il viaggio di Eros toccherà ben cinque continenti e, il 3 dicembre, in occasione del lancio americano del tour, saranno annunciati gli show nord e sudamericani. Eros sarà, infatti, impegnato in USA dal 14 maggio al 26 giugno quando il Vita ce n’è World Tour toccherà città come New York, Los Angeles, Miami, Chicago, Toronto, Mexico City, Buenos Aires, Rio De Janeiro, San Paolo, Santiago del Cile e molte altre.
«Siamo orgogliosi ed elettrizzati – afferma Andrea Pieroni, socio e CEO di Vertigo – che un artista di fama planetaria come Eros Ramazzotti ci abbia scelto per l'organizzazione del prossimo tour mondiale. Stiamo lavorando a una delle più importanti tournée internazionali e già dalle premesse parliamo di un tour senza precedenti».
Sul palco del Vita ce n’è World Tour con Eros, una band di super musicisti: con il Direttore Musicale Luca Scarpa al piano, Giovanni Boscariol (tastiere) Paolo Costa (basso), Giorgio Secco (chitarre) e tre new entry internazionali come Corey Sanchez (chitarre), Eric Moore (batteria) fenomeno dell’r’n’b e della musica gospel e Scott Paddock (sax), americano celebre per le sue influenze jazz che ha collaborato, tra gli altri, anche con artisti del calibro di Natalie Cole, Jackson Browne, Ray Charles.
VITA CE N’È sarà disponibile nelle versioni standard, deluxe, doppio vinile (anche in versione colorata in esclusiva su Amazon) e cofanetto. 
La radio partner di VITA CE N’È WORLD TOUR è RDS. 
Info su www.ramazzotti.com, www.ticketone.it e www.vertigo.co.it

Ufficio stampa Goigest
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Tony Santagata in concerto con un omaggio a Padre Pio all'Auditorium di San Giovanni Rotondo

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Il nuovo appuntamento artistico di Tony Santagata lo vede impegnato il 23 novembre alle ore 20.30 all’Auditorium Centro di Spiritualità in San Giovanni Rotondo. Un omaggio che Santagata ha desiderato fare a Padre Pio con questo l’imponente concerto "Omaggio a San Pio".

Non nuovo alla devozione al Santo Santagata ha composto ben sei opere musicali moderne, tra cui una dedicata proprio al Santo. L’opera “Padre Pio Santo della speranza”, musical da lui composto, con più di 300 musicisti con orchestra e coro dell’Accademia di Santa Cecilia, è stata infatti eseguita da Santagata in Vaticano in occasione della canonizzazione del Santo.

Tony Santagata, un artista che ha portando in alto e nel mondo il nome dell’Italia e le sue tradizioni. Ai concerti tenuti al Madison Square Garden di New York, tanto per citarne uno, ha riscosse ben 20 minuti di applausi e la standing ovation. Senza dubbio Santagata è un artista con un ascendente personalissimo che fa presa sul pubblico, un cantautore, indiscusso re del cabaret di cui fu fondatore storico, ed è anche re del folk.

Persona carismaticissima ed umile al contempo che si approccia con gioia alla vita amando profondamente il suo “mestiere” per il quale si è impegnato una vita intera, e questo il pubblico glielo tributa contraccambiando l'amore per lui seguendolo con affetto, riscoperto anche dai giovani. Davvero una personalità differente da ogni altro artista.

Se oggi c’è un Festival dedicato alla musica tradizionale “Notte della Taranta”, con più di centomila spettatori, lo si deve all’antesignano Tony Santagata e la sua “La zita”, la tarantella da lui composta.

Un’occasione dunque questo concerto "Omaggio a San Pio" a San Giovanni Rotondo da non perdere per ritrovare l’amatissimo Tony Santagata ed ascoltare dell’ottima musica.

A seguire il pubblico avrà la possibilità di ascoltare gruppi folkloristici, bande e cori provenienti da tutta Italia. 

Festa dell’editoria con “Più libri più liberi” dal 5 al 9 dicembre a Roma

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di Riccardo Bramante - Anche quest’anno, dal 5 al 9 dicembre, si terrà a Roma, nell’avveniristico complesso della Nuvola all’EUR, la XVII edizione della Fiera internazionale della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, forse l’evento culturale più importante della Capitale con la presenza di scrittori e giornalisti italiani e stranieri.

Quest’anno la manifestazione, curata da Silvia Barbagallo, metterà al centro del suo programma l’essere umano, i suoi diritti e la sua dignità, all’insegna di un nuovo umanesimo inteso come riaffermazione della latina “humanitas” nel senso di comune appartenenza al genere umano.

511 saranno i marchi editoriali presenti, 1200 i relatori che si cimenteranno in oltre 600 incontri con politici, scrittori e giornalisti per fare il punto sulla situazione economica, sociale e politica in cui si trova attualmente il consesso dell’umanità in tutto il mondo.

La Fiera sarà inaugurata da una diretta RAI con lo speciale di “Quante storie” condotto da Corrado Augias alla presenza anche del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’editoria, Vito Crimi e vedrà nei giorni successivi la partecipazione a dibattiti, incontri e “readings” di personalità italiane e straniere.

Tra gli stranieri hanno assicurato la loro presenza, tra gli altri, Patrice Nganang, scrittore camerunense che presenterà il suo libro “La stagione delle prugne”, la scrittrice Helena Janeczek, recente vincitrice del Premio Strega con “La ragazza con la Leica”, la turca Pinar Selek, autrice del libro“Una casa sul Bosforo” e poi ancora l’israeliano Abraham Yehoshua, il giallista americano Joe R. Lansdale e il creatore della serie televisiva “House of Cards” Michael Dobbs.

Di rilievo sarà anche la presenza italiana, a cominciare dall’ospite d’onore Andrea Camilleri che presenterà il libro di Salvatore Silvano Nigro “La funesta docilità”, mentre Paolo Di Paolo curerà un incontro su Leopardi dal simbolico titolo “L’Infinito sulla Nuvola” con Piera degli Esposti ed i contributi video di Dacia Maraini, Vittorio Storaro e Giuseppe Cederna.

Nel quadro dei numerosi incontri e dibattiti sono da ricordare quello di Gianrico Carofiglio e Jacopo Rosatelli, autori del libro “Con i piedi nel fango”, che discuteranno dei difficili rapporti tra politica e verità; della minaccia della criminalità organizzata parleranno, invece, i giornalisti di “Repubblica” Attilio Bolzoni, Lucio Luca e Federica Angeli; parteciperà anche Salvatore Lupo autore di “La mafia. Centosessantanni di storia” che ne discuterà con Raffaele Cantone e Ernesto Galli della Loggia, mentre dell’attualità politica si occuperanno i giornalisti Bruno Manfellotto e Domenico De Masi insieme al politologo Giovanni Orsina ed il giurista Sabino Cassese.

Un “parterre” di grandi nomi, quindi, che assicurano fin d’ora la piena riuscita della manifestazione che si avvale anche del sostegno dell’Ambasciata di Francia e dell’IILA, Istituto Italo-Latino Americano, nonché della partecipazione dell’ALDUS, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea.

Teatro Sistina, Giulia Ricciardi autrice di "Belle ripiene": le donne al meglio quando si uniscono. L'intervista di Fattitaliani

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Al Teatro Sistina fino al 2 dicembre“BELLE RIPIENE “Una gustosa commedia dimagrante” di Giulia Ricciardi e Massimo Romeo Piparo. Con Rossella Brescia, Tosca D’Aquino, Roberta Lanfranchi, Samuela Sardo. Regia di Massimo Romeo Piparo   



“Belle ripiene” nasce dall’idea di realizzare uno spettacolo comico in cui si cucini. Massimo Romeo Piparo aveva già pensato al Soggetto, al Titolo ed al Cast e ha chiesto a Giulia Ricciardi di scrivere il Testo.
La commedia è ambientata in quello che da secoli è considerato il Regno delle donne, ossia la cucina! In questo caso, possiamo dire che è il Regno di Dada, Ada, Ida e leda, quattro donne esilaranti. Gli ingredienti sono: i loro problemi e le loro ricette molto diverse tra loro, dal Salento a Napoli, da Roma all’Alta Padana, sulle quali si scontrano in continuazione. L’obiettivo è conquistare una Stella Michelin.
Piparo è riuscito a coniugare due grandi passioni degli italiani, ridere e mangiare.
La scenografia di Teresa Carusoci regala una cucina professionale girevole che rende ancora più sorprendente il contesto.
Costumi di Cecilia Betona
Luci di Daniele Ceprani
Suono di Lorenza Lambiase
Musiche Originali di Emanuele Friello
Un cast tutto al femminile. Cosa succede? 
Sono già abituata a Cast tutti al femminile. La forza delle donne viene fuori al meglio, proprio quando si uniscono. Dovremmo farlo anche nella vita perché potremmo risolvere tanti problemi. Il Cast al femminile funziona molto bene perché sono già molto affiatate tra di loro perché sono amiche da tempo. Quando le attrici si divertono, allo stesso modo si diverte il pubblico.
Ci sarà uno show cooking dal vivo? 
Assolutamente sì, loro cucineranno ed offriranno i loro piatti al pubblico. 
Torna “La Tv delle Ragazze”, Serena Dandini ha dichiarato che noi donne giochiamo al Gioco dell’Oca, facciamo tre passi avanti ma molti di più all’indietro. Perché?  
Ce li fanno fare! Non voglio fomentare la solita polemica “Uomo-Donna”. La Società, purtroppo ancora oggi è quasi tutta al maschile e si fa fatica ad accettare l’idea dell’uguaglianza, quella vera che non è uno scambio di opinioni o prendere il posto dell’altro ma è tutt’altra cosa, cioè cooperare. 
Le attrici a parte cucinare, cosa raccontano del vissuto femminile? 
Tra un piatto e l’altro, ognuno racconta la propria storia. Sono quattro storie diverse, quattro drammi se vogliamo chiamarli così, perché l’altra faccia della medaglia, è sempre il lato drammatico. Decido di raccontare la storia dalpunto di vista comico ma se andiamo sul serio, c’è quella che è costretta a portarsi i cinque figli sul lavoro. Si sa che quando si è madri, è tutto estremamente complicato.
C’è quella che viene lasciata dal marito ludopatico per cui è l’ultima occasione. 
Ognuno racconta il proprio vissuto.
“Belle ripiene” di cosa? 
Di talento, di simpatia, di comicità, in generale di vita vissuta. 
Come le hai domate queste donne? 
Se n’è occupato Massimo Romeo Piparo, l’unico maschio della Compagnia. Credo si sia creato un clima di pacifica cooperazione.
Ti sei fidata ciecamente del Cast che aveva allestito? 
Sì perché loro sono un portento. La bravura di Tosca la conosciamo. Roberta è da sempre un talento comico. Samuela è molto esperta. Chiude il cerchio Rossella Brescia che non sapevo fosse così spigliata. Non l’avevo mai vista ed è stata una sorpresa perché è veramente brava. Credo che il pubblico si divertirà moltissimo!
Elisabetta Ruffolo
  

Bruxelles, Fattitaliani intervista il maestro Vittorio Storaro: "Il linguaggio della luce ha le stesse potenzialità del linguaggio letterario"

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(Ascolta l'audiointervista a Vittorio Storaro) Per la 4° edizione del Festival Internazionale del Cinema, Bruxelles ha accolto grandi personalità come RIE RASMUSSEN (Presidente della giuria internazionale), Lou GALA, Anne SERRA, Johanna BROS, Maya COLINE, Marijke Pinoy, Megri Younis, i membri della Giuria Internazionale. Nella categoria della giuria documentaria, Jerôme LEMAIRE (Presidente di giuria), Myrna NABHAN et Joël AKAFOU.
E poi Florence THOMASSIN, madrina di questa edizione, ma soprattutto il nostro Vittorio STORARO, il maestro della fotografia, che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti in ambito internazionale, tra cui tre premi Oscar per i suoi film "Apocalypse Now", "Reds" e "The Last Emperor".
Fattitaliani lo ha intervistato.

Patrizia Caldonazzo, regista, autrice e sceneggiatrice, ci parla della sua arte. L'intervista

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di Andrea Giostra - Ciao Patrizia, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Se volessi presentarti quale artista della settima arte, cosa diresti di te ai nostri lettori?

Mi definirei una donna carismatica, ironica, attenta al dettaglio, esteta, amante di tutto ciò che mi trasmette emozione, da un quadro, a una fotografia, a una musica, ad un film e anche ad un volto. Si perché chi sceglie la mia strada di regista, deve saper non solo ascoltare le proprie emozioni personali, ma essere un ottimo spettatore, per poi ritrasmettere al pubblico ciò che ha percepito a livello emotivo, sensoriale. Ho affiancato registi come Dino Risi, ho avuto la responsabilità dell'ufficio stampa per la soap-opera "Un posto al sole” (Raitre) e la gestione organizzativo-redazionale di vari programmi televisivi. Dopo aver seguito il casting della trasmissione "Sottovoce" di Gigi Marzullo, oggi sono parte integrante della redazione di RaiUno Cultura e, da dodici anni, seguo "Mille e un Libro - Scrittori in tv" sempre con il celebre giornalista e conduttore televisivo italiano. Eccessiva in tutto, non conosco mezze misure; ossessionata dall’immagine e dalle diete, pronta a mettere al servizio di Undici Edizioni la mia esperienza con l'intricato - e pericoloso - universo dell’“apparire” con il mio primo libro “Le ho provate tutte” (libro tragicomico che parla di diete) che uscirà a marzo in concomitanza con la giornata mondiale sui problemi alimentari.
Come definiresti il tuo stile artistico? C’è qualche regista al quale ti ispiri?
Purtroppo dovendo seguire degli schemi molto specifici all’interno della mia azienda (la Rai) non posso mai esprimermi come vorrei realmente, ma ciò non toglie che io non abbia dei miti cinematografici, dei modelli ai quali ispirarmi. Ma io direi Bernardo Bertolucci, Luca Guadagnino tra gli italiani, mentre stranieri amo molto Woody Allen, i suoi dialoghi improvvisati mi divertono molto e poi Martin Zandvliet che ha diretto uno dei film più belli che abbia mai visto, “Land of mine”, una trama drammatica di guerra del 2015.

Chi sono secondo te i più bravi registi nel panorama internazionale? E con chi di loro vorresti lavorare e perché?
Bertolucci e il suo allievo Luca Guadagnino, due italiani che hanno sbarcato il lunario. Perché amo una cinematografia lenta, non di azione, amo la poesia che riescono a trasmettere attraverso le loro storie. Per me tre cose sono importantissime in un film, la fotografia, la scelta oculata degli attori, e le musiche. A mio avviso non è necessario spendere cifre esorbitanti per fare un capolavoro cinematografico.
Quanto è importante nel cinema lo studio e la disciplina? Perché secondo te, un giovane che volesse lavorare nel mondo del cinema o della televisione deve studiare, perfezionarsi e fare esperienza?
Personalmente ritengo che si impari molto di più sul set facendo pratica, che stando sui libri. Certo la teoria serve per perfezionare certe tecniche di ripresa, ma la pratica senza dubbio è la miglior scuola.

Chi sono stati i tuoi maestri?
Tanti, troppi, ma il più grande e il più importante, il regista Dino Risi, che mi ha fatto anche un po’ da padre. E poi aggiungerei anche Massimo Troisi. Per la televisione, dire il giornalista napoletano Pascal Vicedomini, al quale devo molto, e con lui ho fatto le mie esperienze più belle a livello lavorativo.
Alcuni programmi televisivi fanno passare l’idea che per diventare artisti o attori, basta solo avere fortuna ed essere lanciati dalla “notorietà social o televisiva”. Tu che ne pensi di questo fenomeno?
Per quanto mi riguarda, in Italia, c’è poca meritocrazia a livello televisivo, anche perché lavorare in televisione è diventato più difficile, mentre al cinema, ci sono attori e registi giovani molto bravi.
«Comunicare in modo visivo e tramite la musica significa superare le rigide classificazioni basate sul linguaggio verbale da cui la gente non riesca a staccarsi. Le parole hanno un significato molto soggettivo e altrettanto limitato, e circoscrivono subito l’effetto denotativo che può avere un’opera d’arte a livello emotivo e subconscio. Il cinema è fortemente legato a quel tipo di espressione, perché di solito i contenuti più importanti di un film sono ancora affidati al veicolo delle parole. Poi c’è un’emozione che li sostiene, ci sono gli attori che generano sensazioni, e via dicendo. Ma sostanzialmente è comunicazione verbale.» (Conversazione con Stanley Kubrick su 2001 di Maurice Rapf, 1969).Cosa pensi di queste parole di Kubrick? Qual è la tua posizione in merito alla tipologia di linguaggio che dovrebbe essere usato nel cinema, ma anche nella TV, per essere più incisivi con lo spettatore?
Quest’anno, se non sbaglio, cade il 50esimo anniversario del film “2001 Odissea nello spazio”. Credo che Kubrick sapesse utilizzare, meglio di qualsiasi altro autore e regista, la musica operistica, mettendola a servizio del grande schermo, quasi riscrivendola, connotando il suo linguaggio visivo ed il suo stile con estrema eleganza e padronanza. Quel film capolavoro ne è, appunto, una testimonianza calzante. Kubrick è da considerarsi un maestro celeberrimo anche per la brillante confluenza di generi con cui si è confrontato nella sua carriera, realizzando ogni film diverso dall’altro. Oggi nel cinema dovrebbe essere utilizzato, a mio avviso, un linguaggio diretto e che non trascuri i dettami principali della settima arte: far pensare e riflettere a fondo, emozionare, stupire, sognare. Il cinema non dovrebbe perdere la dilatazione del racconto, i tempi lenti e minuziosi, continuando a differenziarsi dal linguaggio televisivo. Credo che la TV, avendo una diffusione più ampia, dovrebbe riacquistare la capacità educativa che aveva un tempo.
Qual è il ruolo della critica cinematografica oggi? Quale dovrebbe essere a tuo parere il suo vero compito per promuovere la cultura del cinema?
Innanzitutto la critica cinematografica deve esprimersi con estrema sincerità e non essere mai troppo di parte e mai troppo buonista. Lo dice la parola stessa “critica”, nel bene o nel male, deve saper indirizzare e guidare lo spettatore con estrema obiettività, alla scelta di un film, cosa non facile, anche perché è inevitabile non mettere il proprio gusto personale in ciò che si è visto. Ma il critico deve conoscere molto bene tutti gli aspetti della cinematografia, dalla fotografia, dalla regia, dalla recitazione, alla sceneggiatura e avere un quadro molto completo del tutto.
Ci parli dei tuoi ultimi lavori e dei lavori in corso di realizzazione?
Io sono regista Rai, ma non sono mai stata sotto i riflettori, giro servizi, intervisto scrittori, lavorando nello specifico in un programma su Raiuno che si occupa di libri. Ma niente di più. Sto finendo la stesura di un corto sul bullismo. In primavera dovremmo cominciare le riprese. Chissà che qualcuno non si accorga di me.
Immagina una convention all’americana, Patrizia, tenuta in un teatro italiano, con qualche migliaio di adolescenti appassionati di teatro e cinema. Sei invitata ad aprire il simposio con una tua introduzione di quindici minuti. Cosa diresti a tutti quei ragazzi per appassionarli al mondo della recitazione, del teatro e del cinema? Quali secondo te le tre cose più importanti da raccontare loro?
Ma sai, io mi sono appassionata più che al teatro al cinema, perché ho avuto la fortuna di vivere in casa con il grande regista italiano Dino Risi, e conosciuto tanti, ma tanti attori e registi di grosso calibro. Ho lavorato su vari set, ma come apprendista, ho iniziato all’età di 17 anni. Spiavo e allo stesso tempo osservavo il loro mondo nei dettagli. Spesso stavo in un angolo al freddo in silenzio, anche di notte, ma non mi perdevo mai una scena, una battuta. Poi tornando a casa, mi chiudevo in bagno facevo finta di dirigere un film, e con grande entusiasmo mi immedesimavo nella parte. Collezionavo dvd di ogni genere e mi riguardavo per ore sempre le stesse scene, fino ad impararle a memoria, ma capii già da allora che la recitazione non faceva per me, la regia, senza dubbio mi affascinava di più. Cosa direi a una platea di ragazzi per appassionarli? Intanto di crederci fino in fondo a ciò che vorrebbero fare, e poi di studiare, studiare e ancora studiare, di non avere mai la presunzione di essere arrivati al traguardo. Di mettersi in una posizione di umiltà e imparare da chi ha più esperienza di loro. Di abbracciare qualunque genere teatrale, cinematografico e poi alla fine di un percorso completo, si arriva da soli a capire ciò che si ama di più e ciò che più consono per noi stessi.
Dove potranno seguirti i tuo ammiratori e i tuoi fan?
Bella domanda. Ma io non credo di aver mai avuto dei fan, se non mio figlio e i miei amici più stretti. Comunque su Facebook, con il mio soprannome: Papy Caldonazzo.

Patrizia Caldonazzo

Andrea Giostra
https://andreagiostrafilm.blogspot.it
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

È un continente perduto, dal 29 novembre al 1° dicembre al Teatro Studio Eleonora Duse

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Dal 29 novembre al 1° dicembre al Teatro Studio Eleonora Duse di Roma l’Accademia Nazionale “Silvio d’Amico” presenta “È un continente perduto”, spettacolo diretto da Francesca Caprioli, vincitore della menzione speciale del Premio di Produzione Carmelo Rocca 2018.
Il Premio, indetto dall'Accademia d'Arte Drammatica “Silvio d'Amico” con il contributo di SIAE, Società italiana degli Autori ed Editori, è intitolato a Carmelo Rocca, storico Direttore dello spettacolo dal vivo e del cinema del MIBACT, nonché Presidente e membro del Consiglio di Amministrazione dell'Accademia, istituzione che ha sempre sostenuto con particolare attenzione, promuovendo il debutto e l'immissione professionale delle giovani generazioni di attori e registi.

Lo spettacolo, tratto dal romanzo “La Casa del sonno” dello scrittore inglese Jonathan Coe, è specchio e anamnesi delle fobie e delle nevrosi di questo nostro tempo.

Su una scogliera a getto sull’oceano c’è una vecchia casa: nel 1990 è un campus universitario, nel 2018 una clinica per i disturbi del sonno. Lo stesso luogo, le stesse persone, un tempo diverso e diviso. È UN CONTINENTE PERDUTO si articola in cinque capitoli, come le cinque fasi del sonno. Inizia oggi, nel  presente, mentre il passato e il ricordo prendono sempre più spazio fino a cancellare  e confondere il tempo dello spettacolo. La storia comincia ora, continua ieri e finisce nell’immaginazione del sogno.

“Un testo con un eroe ermafrodito, un uomo-donna che ha compreso la nostra epoca fredda e, come lei, s’è fatto plastica.”- annota Francesca Caprioli. “Una rappresentazione spietata per  svergognare i tabù di una società che, in preda al panico, continua a cercare una risposta organica alle sue piaghe spirituali: lo sentiamo, questo bisogno disperato che qualcuno indaghi su di noi, ma per capire di cosa siamo fatti, non ci restano che gli esami del sangue, e quando li facciamo, la gioia non è sapere di essere in salute, bensì rendersi conto che c’è ancora qualcosa di vivo dentro le vene. Questo spettacolo grida allo spettatore di rivoltarsi contro la società della tecnologia, dell’ipocondria e della terapia, degli organi stampati al computer, e di riflettere su un chiaro e semplice fatto: per quanto ci si sforzi di allontanarsi dalla natura e di guardarla dall’alto, per quanto si voglia vivere nel futuro, l’unica verità è il nostro passato, la nostra memoria e l’amore. E’  nostro dovere, da umani, trovare il coraggio di affrontarli. Trovare il coraggio di dormire, di essere indifesi. Trovare la forza di essere veramente, completamente, svegli. “

Con Massimiliano Aceti, Gabriele Anagni, Carlotta Mangione, Eleonora Pace, Nika Perrone, Paola Senatore.

INFO:

Ingresso libero (fino ad esaurimento posti) con prenotazione obbligatoria:

Info line  334 1835543

Attivo dal 24 novembre 2018 (dal lunedì al sabato ore 10.00-13.00 e 14.00-17.00)

L'Amica Geniale di Saverio Costanzo, su Raiuno dal 27 novembre. Guarda trailer, clip, backstage

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(Video) L'Amica Geniale di Saverio Costanzo, serie evento in 4 prime serate, andrà in onda in prima visione su Rai1 e on line su Rai Play tutti i martedì dal 27 novembre.

L'AMICA GENIALE è una serie HBO-RAI Fiction e TIMVISION, prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside e da Domenico Procacci per Fandango, in collaborazione con Rai Fiction, TIMVISION e HBO Entertainment, in co-produzione con Umedia. Tutti gli episodi sono diretti da Saverio Costanzo. Tratto dal Best Seller L’amica geniale, il primo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edito in Italia da Edizioni E/O. Il soggetto e le sceneggiature sono di Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci e Saverio Costanzo. Paolo Sorrentino e Jennifer Schuur sono i produttori esecutivi. Fremantle è il distributore internazionale in collaborazione con Rai Com.


L’AMICA GENIALE
Una Serie di Saverio Costanzo

Tratto dal Best Seller
L’amica geniale,
il primo libro della quadrilogia di Elena Ferrante edito da Edizioni E/O

Una produzione Fandango-Wildside
Prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside
e da Domenico Procacci per Fandango
In collaborazione con RAI FICTION
In collaborazione con TIMVISION
In collaborazione con HBO Entertainment
In co-produzione con Umedia




Serie evento in 4 prime serate, in onda in prima visione su Rai1 e on line su Rai Play tutti i martedì dal 27 novembre

L’AMICA GENIALE IN 4K SU TIVÙSAT
Contemporaneamente alla messa in onda su Rai1, la serie evento L’amica geniale sarà trasmessa anche in 4K Ultra HD su Rai4K al tasto 210 del telecomando di TivùSat.
Rai conferma così la propria leadership tecnologica proponendo agli spettatori italiani la serie con le straordinarie immagini rese possibili dal più avanzato standard video.
Per ricevere L’amica geniale con la qualità 4K è necessaria una parabola satellitare collegata con un televisore UHD dotato di CAM TivùSat.
L’evento è reso possibile dalla cooperazione tra Rai, Rai Way, Eutelsat e TivùSat.





CAST ARTISTICO
ELENA GRECO
Elisa Del Genio (Elena bambina)
Margherita Mazzucco (Elena adolescente)
Elisabetta De Palo (Elena adulta)

RAFFAELLA (LILA) CERULLO
Ludovica Nasti (Lila bambina)
Gaia Girace (Lila adolescente)

IMMACOLATA GRECO
Anna Rita Vitolo

VITTORIO GRECO
Luca Gallone

FERNANDO CERULLO
Antonio Buonanno

NUNZIA CERULLO
Valentina Acca

RINO CERULLO
Tommaso Rusciano (Rino bambino)
Gennaro De Stefano (Rino adolescente)


STEFANO CARRACCI
Kristijan Di Giacomo (Stefano bambino)
Giovanni Amura (Stefano adolescente)

PINUCCIA CARRACCI
Giuliana Tramontano (Pinuccia bambina)
Federica Sollazzo (Pinuccia adolescente)

ALFONSO CARRACCI
Valerio Laviano Saggese (Alfonso bambino)
Fabrizio Cottone (Alfonso adolescente)

PASQUALE PELUSO
Francesco Catena (Pasquale bambino)
Eduardo Scarpetta (Pasquale adolescente)

CARMELA PELUSO
Francesca Bellamoli (Carmela bambina)
Francesca Pezzella (Carmela adolescente)
ADA CAPPUCCIO
Lucia Manfuso (Ada bambina)
Ulrike Migliaresi (Ada adolescente)

ANTONIO CAPPUCCIO
Domenico Cuomo (Antonio bambino)
Christian Giroso (Antonio adolescente)

NINO SARRATORE
Alessandro Nardi (Nino bambino)
Francesco Serpico (Nino adolescente)

MARISA SARRATORE
Cristina Magnotti (Marisa bambina)
Miriam D’Angelo (Marisa adolescente)

ENZO SCANNO
Vincenzo Vaccaro (Enzo bambino)
Giovanni Buselli(Enzo adolescente)

MARCELLO SOLARA
Pietro Vuolo (Marcello bambino)
Elvis Esposito(Marcello adolescente)

MICHELE SOLARA
Adriano Tammaro (Michele bambino)
Alessio Gallo (Michele adolescente)

GIGLIOLA SPAGNUOLO
Alice D’Antonio (Gigliola bambina)
Rosaria Langellotto(Gigliola adolescente)

MAESTRA OLIVIERO
Dora Romano

MAESTRO FERRARO
Vittorio Viviani

MELINA CAPPUCCIO
Pina Di Gennaro

DONATO SARRATORE
Emanuele Valenti

LIDIA SARRATORE
Fabrizia Sacchi


DON ACHILLE CARRACCI
Antonio Pennarella

MARIA CARRACCI
Sarah Falanga

EMANUELA SOLARA
Imma Villa

SILVIO SOLARA
Antonio Milo

ALFREDO PELUSO
Gennaro Canonico

GIUSEPPINA PELUSO
Lia Zinno


I NUMERI DELLA PRODUZIONE
In scena oltre 150 attori e 5000 comparse. Un casting durato otto mesi, durante i quali sono stati provinati oltre 8000 bambini e 500 adulti provenienti da tutta la Campania. Attori professionisti e non professionisti, bambini e ragazzi reclutati nelle scuole di tutti i quartieri. A interpretare Elena e Lila bambine, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti. Mentre Elena e Lila adolescenti saranno, rispettivamente, Margherita Mazzucco e Gaia Girace.

Imponente il lavoro di ricostruzione del Rione, il set principale della serie: la troupe tecnica, composta da 150 persone, ha creato 20 mila metri quadrati di set costruiti in oltre 100 giorni di lavorazione. Sono state costruite inoltre 14 palazzine, 5 set di interni, una chiesa e un tunnel. I costumi sono circa 1500, tra realizzazioni originali e di repertorio.

Pietro Macellaro a Fattitaliani: la mia ispirazione? Piaggine con la sua aria limpida, fresca, lucente. L'intervista

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Ci sono persone che è sempre un piacere tornare a intervistare. Non è solo per i successi che continuano a mietere, i risultati brillanti che portano a casa, i premi che ricevono. La prima vera ragione è la persona in sé e Pietro Macellaro, maestro pasticcere del Cilento, rappresenta proprio quei personaggi autentici, che, forte dell'energia che i meritati riconoscimenti forniscono, rimangono essenzialmente lavoratori, professionisti, artigiani allo stato puro, che mantengono cioè il diretto contatto con la terra e le materie che sono alla base del mestiere tradizionale che attentamente guarda all'innovazione e al rinnovamento.

Fattitaliani incontra ancora una volta con piacere Pietro Macellaro, della Pasticceria Agricola Cilentana, riconosciuto tra i migliori tre Pastry Chef per la Guida Gambero Rosso 2019, e insignito di due medaglie d’oro all’International Chocolate Award, un argento e un bronzo: medaglia d’Oro per il migliore Boero, altro Oro con la pralina Buffalo Cream; Argento per la praline Pistacchio; e Bronzo con la praline Violetta. E poi ancora l'esperienza a Hong Kong, come unico Pastry Chef, al SummitWorld, 10° Italian cuisine&wines.  La chiacchierata parte proprio da qui, dal dessert preparato per l'avvenimento.
Cominciamo dal 10° World Summit di Italian Cuisine e Wine: che cosa hai preparato?  
Per il World Summit ho preparato il pre dessert composto da un bicchierino di gelée di pomodorini e fragole con una crema al mascarpone, vaniglia ed olio extravergine d'oliva con crumble alle mandorle salato e basilico fresco: un connubio di sapori e colori tipici italiani; invece per il dessert ho scelto, cambiando genere, come tema la nocciola, la nostra stupenda nocciola italiana. E qui ho realizzato un choux croccante con crema moisseline alle nocciole igp piemonte con cuore liquido al caramello e nocciole salato, il tutto servito al piatto su salsa di cioccolato fondente e oro... Un successone.
All'avvenimento ha partecipato anche lo chef Umberto Bombana...
Lo chef Bombana, che era presente alla cena di gala del summit, è rientrato con  una confezione dei miei pluripremiati cioccolatini: il risultato? il giorno successivo mi ha subito contattato e sono stato suo ospite nel meraviglioso ristorante "8 e mezzo Bombana" in Hong Kong, 3 stelle Michelin, per una futura collaborazione....
Che cosa dà a te come persona e professionista partecipare a eventi del genere e incontrare persone da tutto il mondo gastronomico?
Ricevo ogni volta da questi eventi sempre cose nuove dalle quali imparare, esperienze fantastiche, grandi professionisti, culture diverse, approcci ed esigenze differenti alle quali adattarsi di volta in volta...
Eri mai stato in Cina? i colori, il cielo, la lingua, i sapori di Hong Kong ti hanno ispirato per un'altra creazione?
È stata la mia prima esperienza in Hong Kong, è una città sorprendente, pulita, sicura, all'avanguardia... dove le regole si rispettano: insomma un buon posto per poter fare business.
Ricevere le tre torte del Gambero Rosso per te è il riconoscimento di cosa in particolare?
Per me il riconoscimento del Gambero Rosso è molto importante: è il primo riconoscimento (le 3 torte della guida pasticcerie del Gambero Rosso) che io abbia mai ricevuto nella mia carriera... ricordo che quando lo seppi scoppiai in lacrime dalla gioia; pensa, un premio così importante per un piccolo, sconosciuto, artigiano come me in un piccolissimo posto (Piaggine) nascosto nelle montagne del Cilento... non smetterò mai di ringraziare Gambero Rosso per la fiducia che ha sempre riposto in me.
Com'è il tuo Boero? quando, creandolo, hai capito che la formula era al suo punto giusto?
Il mio Boero è uno dei prodotti che mi contraddistingue. Ho impiegato circa 2 anni per perfezionarlo... una ricerca continua del tipo di ciliegia, con quale tipo di cognac al tipo di cioccolato che utilizzo: non è stato molto semplice. Nella ultima versione che per ben 2 anni porta a casa la medaglia d'oro (2017 e 2018 international chocolate awards) abbino la cilegia che raccolgo in giugno nei miei frutteti, e dopo averla denocciolata con cura, affinché il picciuolo rimanga intatto, viene messa a macerare in un delizioso e costosissimo cognac francese dove rimarràalmeno per 4 mesi: solo a questo punto si possono realizzare i boeri, i quali incontreranno uno dei migliori cioccolati del Perù, Amador Piura, 70% di cacao
Dopo tutti questi premi, è facile tornare nella tua Piaggine?
Piaggine è luogo in cui trovo ispirazione: di sicuro non è un ottimo posto per fare impresa ma credo non si debba vivere solo di quello; nella domanda su Hong Kong citavi l'aria per esempio; ecco, nonostante sia un buon posto per fare soldi, non la cambierei mai con Piaggine dove l'aria è limpida, fresca, lucente.
Per Natale proporrai qualcos'altro di nuovo?
Adesso per il Natale siamo assorbiti completamente per la produzione del nostro Panettone.... quest'anno nuove varianti e nuovi ingredienti..... abbiamo avuto il piacere di lavorare con un burro magnifico, uno dei migliori al mondo, quello di Isigny della cooperativa Ste-mère e siamo stati i primi loro clienti a portare in Italia questa  materia prima fantastica ed importantissima per la produzione di pasticceria in genere.
Chi sono i tuoi clienti? quanto ti aiuta internet?
Abbiamo clienti un po' dappertutto. I nostri prodotti arrivano in New York, Canada, Svizzera, Francia, Serbia, Rapubblica Ceca ecc. Internet è molto importante... grazie ai social che sono gratuiti riusciamo a comunicare e rimanere in contatto con i nostri clienti tenendoci sempre in aggiornamento con nuove creazioni. Giovanni Zambito.

Musica, BETTY ROSE "STREGA" IL SUO INEDITO

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Betty Rose finalista di Casa Sanremo Tour nei giorni 15 - 16 dicembre parteciperà al Meeting Odegitria con Piero Pelù, Luca Pitteri e altri vocal coach illustri che si terrà a Taranto. Nel mese di Gennaio invece canterà sul palco di Promuovi la tua musica presso il Nuovo Teatro San Paolo di Roma.

Betty Rose è la primissima artista ad essere completamente prodotta da Lotus Music. Il Giardino Segreto, uscito nell’estate del 2016 è il suo brano di esordio, nonché il singolo anticipatore del successivo Ep. La canzone è liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Frances Hodgson Burnett, opera già soggetta a diversi adattamenti televisivi e cinematografici. L’aria sognante e barocca di questa release ha ispirato un look altrettanto fiabesco, mentre il videoclip prodotto da Lotus Music, ha imboccato una strada più ardita, ambientando le vicissitudini di Mary e Colin in un presente cupo e urbano. A questa pubblicazione è seguita Non mi arrenderò mai, titletrack di un Ep omonimo fatto di 4 brani scritti da Piermatteo Carattoni, autore con cui Betty ha fin dall’inizio della sua carriera un legame solido e speciale. Il singolo di punta dell’intero progetto è A Malapena Tu, brano che in forza di una promozione massiccia, è entrato nella classifica nazionale delle canzoni più trasmesse dalle radio indipendenti.

Nel 2018 Betty torna con Strega, confermando il sodalizio con il suo autore e imponendo al suo stile una virata decisamente più rock! Questo brano è il primo ad essere rilasciato in quanto parte di un nuovo Ep dal titolo Oltre la Realtà. Di questa nuova opera fanno parte le già pubblicate Strega, L’Ultima Notte del Mondo, Piano B e Dove Sono io Sei Tu, prevista per Dicembre 2018.

Betty Rose è una cantante potente ed espressiva. La sua produzione spazia da episodi più malinconici, a tracce dalla solida sonorità pop e rock, nel solco delle grandi voci femminili della musica italiana.

Intervista all'attore Lino Bona: Tinto Brass persona serissima, Pieraccioni simpaticissimo e alla mano

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di Ester M. Campese 

Ospite della nostra intervista di oggi è Lino Bon, conosciuto al pubblico con l’appellativo dell’uomo nero per la sua partecipazione come valletto alla trasmissione su Rai 2 “Fatti Vostri”. Lino Bon di fatto è stato il primo valletto uomo ad affiancare i conduttori televisivi, prima di lui erano state solo le donne a ricoprire il ruolo di vallette. I suoi esordi nel mondo dello spettacolo risalgono agli anni 90 in cui appunto fa il valletto in  “Scommettiamo Che” con Milly Carlucci e Fabrizio Frizzi trasmissione che andava in onda il sabato sera. L’anno successivo il regista Michele Guardì lo sceglie per la trasmissione Rai “I Fatti Vostri” programma cui Lino parteciperà dal 91 al 97.  Ma Lino Bon ha lavorato anche nel cinema e con nomi di primissimo piano, del calibro di Tinto Brass in “L’uomo che guarda” o con Leonardo Pieraccioni interpretando un ruolo ne “il Pesce Innamorato”. Non mancano, nel suo percorso artistico, partecipazioni a serie TV come “Commesse” trasmesso da Canale 5 o “Don Matteo” su Rai 1. Conosciamolo più da vicino. 
Ciao Lino grazie per la tua disponibilità per questa intervista e benvenuto.
Se dovessi presentarti tu stesso ai nostri lettori cosa racconteresti di te, chi è Lino Bona?
Che dire, sono una persona molto umile e timida, anzi forse proprio questo mio essere timido mi ha un po’ penalizzato nel mondo dello spettacolo. In effetti in più occasioni mi hanno offerto diversi ruoli anche “importanti” che poi non ho mai accettato perché un po’ sopra le righe. Forse in questo mondo fa più strada chi è sfacciato, ma non ho rimpianti, preferisco e sono convinto delle scelte che ho fatto. Aggiungo che amo molto gli animali ed in particolare i cani che sono affettuosissimi e, a differenza di alcune persone, non ti tradiscono mai.
Quali sono state le motivazioni che ti hanno poi condotto a scegliere questo percorso artistico?
Fin da bambino avevo la passione per il mondo dello spettacolo e mi piaceva pensare che un giorno avrei fatto qualcosa in televisione. Mi ricordo che dicevo sempre a mia mamma che volevo fare il “signorino buona sera”. In sintesi volevo già da ragazzino fare l’annunciatore televisivo. Questo non mi fu possibile perché in RAI c’erano sempre e solo state le donne. Ho iniziato questo percorso facendo il fotomodello, ai miei 18/20 anni. Nel contempo facevo diversi casting anche per il cinema e per la televisione e poi ho fatto anche un fotoromanzo per la Lancio. Finalmente la prima vera occasione mi si è presentata con il programma “Scommettiamo Che” e poi l’anno dopo a “I Fatti Vostri” in cui sono stato il valletto, soprannominato l’uomo nero. Facevo il gioco del tabellone, te lo ricordi? Ed ero al fianco dei diversi conduttori che si sono alternati negli anni. Ho iniziato con Alberto Castagna poi Fabrizio Frizzi una persona davvero deliziosa ed educatissima, ed infine tre anni con Giancarlo Magalli, anche lui un grande professionista.
Quando ti chiamarono per la prima trasmissione RAI avresti mai pensato poi di diventare così famoso?
Sinceramente no, devo dire che almeno inizialmente partecipai alla trasmissione quasi un po’ per gioco, con tantissimo entusiasmo ma anche un po’ di incoscienza. Invece a “I Fatti Vostri” le cose cambiarono molto essendo una trasmissione che va in onda ogni giorno, ai miei tempi anche il venerdì sera. In breve tempo ero diventato un volto familiare, che ogni giorno vedevi. Per strada le persone mi riconoscevano e mi fermavano. I fan mi aspettavano fuori dalla RAI per chiedermi gli autografi e mi scrivevano in tantissimi. Avrò avuto più di 200 lettere che arrivavano in redazione. Qualcuna ancora la conservo, con tenerezza.
Come ti faceva sentire tutto questo?
Da una parte mi faceva piacere, ma dall'altra mi sentivo intimidito, proprio per il mio carattere. Non pensavo che la TV facesse questo effetto. Tutt'ora dopo 20 anni dalla mia partecipazione a queste trasmissioni sono ancora riconosciuto per strada e ancora mi apprezzano. Questo mi fa piacere perché significa che ho lasciato di me un buon ricordo.
Perché poi non hai continuato?
Accadde che feci un servizio fotografico, all'epoca un po’ osé, con il grande fotografo Bruno Oliviero, soprannominato il fotografo delle Dive. Per quei tempi quegli scatti furono quasi uno scandalo, considera che eravamo nel ‘97 quindi ai tempi in cui la censura era ancora molto forte. Oggi quelle foto farebbero ridere anche perché in realtà non si vedeva niente, ed erano scattate anche un po’ da lontano, non erano così palesi, si intravedeva appena il “lato B”. Ma l’anno successivo la RAI non mi rinnovò più il contratto. Lo posso anche comprendere, oggi, soprattutto se consideriamo quei tempi e anche perché il programma in effetti è rivolto alle famiglie e quindi si richiede una certa immagine. Ma all'epoca rimasi comunque molto colpito da questo rifiuto, pur capendo che quelle foto erano in contrasto con la trasmissione. Non avendo ricevuto il rinnovo mi sono ritirato anche perché subii un danno emotivo forte ed una depressione che durò per un paio d’anni.
Come sei uscito da questo tunnel e cosa hai fatto dopo questo periodo?
Ho avuto intorno a me molte persone affettuose e care, persone vere. Non sempre chi appartiene al mondo dello spettacolo è superficiale, c’è anche molta solidarietà. Non tutti ovviamente, ma alcune persone mi sono state sinceramente di conforto anche e soprattutto i primi tempi che furono durissimi. Pian piano con la forza di volontà mi sono ripreso e sentendomi un po’ meglio mi hanno finalmente fatto rifare qualche parte in qualche film per esempio “la Vespa e la regina” con Claudia Gerini dove interpretavo una drag queen. Questa esperienza è stata molto divertente ed interpretare questo personaggio mi ridiede fiato ed entusiasmo per riprendere il lavoro nel cinema. Subito dopo mi scritturarono per recitare in un successivo film con Margherita Buy. Ripresi poi a lavorare anche in TV e negli anni 2000 ho lavorato nella fiction di canale 5 “Commesse” e successivamente anche ne “La nuova squadra” per RAI 3, non da ultimo in “Don Matteo 11” in cui ho recitato nel ruolo di un prete. Mi ricordo che giravamo per strada una scena ed una signora che mi riconobbe disse “ma lei è l’uomo nero, ma che si è fatto prete?”. Scoppiamo tutti a ridere e spiegai che era solo una parte che stavo recitando.
Tu hai infatti lavorato con grandissimi nomi del cinema dicevamo nell'introduzione, Tinto Brass e Pieraccioni: come è stato lavorare con loro?
Due bellissime esperienze devo dire. Tinto  Brass è una persona serissima e molto professionale, mentre Pieraccioni è simpaticissimo e molto alla mano. Entrambi mi hanno fatto sentire a mio agio mi hanno fatto entrare subito nella parte che dovevo interpretare. Conservo dei bei ricordi di questi momenti.
Cosa ne pensi dell’attuale panorama TV e cinema?
Per ciò che riguarda il cinema penso che purtroppo lavorano sempre e solo le stesse persone e che nel mondo di oggi bisogna avere i contatti con le persone “giuste” e stare nel giro giusto. Invece non credo dovrebbe essere così, ma bisognerebbe dare spazio anche agli attori un po’ meno noti o non “agganciati”. Insomma dovrebbero poter lavorare tutti anche e soprattutto i giovani. Per quanto riguarda la TV invece devo dire che mi piace molto meno quella di oggi perché è diventata troppo trash, non è più come negli anni 90 e fino ai primi anni 2000. Adesso è tutta una lite, tutta una discussione, davvero non mi piace più. Dei programmi degli attuali palinsesti mi piace molto “Domenica in” e come è condotta da Mara Venier.
Una cosa che vorresti realizzare?
Mi piacerebbe partecipare ad un reality, questo non solo per rilanciarmi come artista ma soprattutto per farmi conoscere come persona dal grande pubblico, nel tempo sono cambiato maturato e penso che avrei qualcosa da dire da trasmettere agli altri. I più noti tra i reality sono ad esempio “l’Isola dei Famosi” o il “Grande Fratello” a cui mi piacerebbe partecipare perché amati e seguitissimi dal pubblico, ma per adesso non ci sono ancora riuscito.
Un desiderio o sogno nel cassetto?
Non ho dubbi: l’amore. Essendo una persona sensibile non so vivere senza amore, ma desidero qualcosa di profondo e sincero, per questo non trovo da tempo la persona giusta, anzi pensandoci una persona che mi intriga c’è: Alessandro Cecchi Paone. L’ho conosciuto negli anni 90 e mi è sempre piaciuto, era un bellissimo uomo ed ancora oggi lo è e poi è davvero una bella persona. Mi piacerebbe rivederlo e frequentarlo e chissà, da cosa nasce cosa, magari, perché no, anche una love story.

PERUGIA, IL CENACOLO DEL LIBERO PENSIERO A CONVEGNO: LA DEMOCRAZIA HA BISOGNO DI CERVELLI

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“Superare la tecnica in modo che a un certo punto prevalga l’uomo con la sua razionalità e il suo cervello”. Questo l’auspicio che Giancarlo Zuccaccia, presidente del Cenacolo del libero pensiero, ha voluto fare in occasione del convegno ‘Cogitatione mentis inopia’ organizzato dalla sua associazione a Perugia venerdì 23 novembre, per riflettere sulla ‘penuria di menti pensanti’. “Oggi è il momento della tecnica - ha proseguito Zuccaccia -, ma la democrazia ha bisogno di cervelli in grado di ragionare”.

Il professore Vinicio Serino, dell’Università degli studi di Siena, ha quindi cercato di fornire una spiegazione al perché dell’attuale ‘carenza di menti pensanti’. “La gente – ha detto Serino – usa troppo la tecnologia abdicando a essa una serie di capacità che potrebbero benissimo stare nella propria testa. Oggi, per esempio, gli studenti si confrontano tra di loro, ma cercano di bypassare il grande patrimonio culturale e scientifico che è contenuto nei libri. In più c’è questa grande opportunità della rete dove ciascuno può cercare risposte nei vari siti alle proprie domande, solo che queste risposte vengono cercate in siti che non hanno alcuna base scientifica né culturale e la gente si riempie di sciocchezze”.

Roberto Sanseverino, docente di economia dei sistemi bancari e finanziari all’Università Lumsa di Roma, si è invece focalizzato sugli scenari e i trend dell’economia e della finanza mondiale e su come questi possano influire sulla società. “I processi economici – ha specificato Sanseverino – influiscono sul modo di pensare e sulla capacità di analisi della mente umana. Ci sono aspetti negativi per cui, per esempio, dall’economia politica si è passati all’importante rilevanza della politica economica, cioè dello strumento economico adattato dai politici per il governo delle società e dei Paesi, ma anche positivi per cui lo studio e l’analisi dei grandi processi economici e finanziari che hanno toccato il mondo attuale e il mondo prima di noi avranno come trend del futuro certamente risultati molto importanti, sia per gli effetti della gestione di società e stati, sia per il benessere e la possibilità di vivere nelle società umane”.

Il saggista e medico Rinaldo Tieri ha riflettuto sui valori e limiti del pensiero logico e scientifico. “Il pensiero – ha affermato Tieri – nasce dal desiderio di conoscenza dell’uomo. L’attività del pensiero si può descrivere in due grossi filoni: un pensiero logico-scientifico e un pensiero di tipo narrativo. Il primo, che è quello oggi dominante, riguarda il mondo delle scienze, della comunicazione e del vivere sociale, ed è legato a una visione estremamente opportunistica del pensiero: questo, cioè, deve avere uno scopo da raggiungere. Nel pensiero narrativo è esattamente l’opposto. Non c’è una logica stringente, è il modo di pensare con cui diamo giudizi e preferenze, attraverso cui diamo un senso e un valore alla nostra esistenza. Il pensiero logico-scientifico uccide oggi qualsiasi altra forma di pensiero, nel bene e nel male. I suoi valori sono sotto gli occhi di tutti: il progresso tecnologico, la vita media arrivata a 80 anni, le conquiste che ci sono state negli ultimi decenni. Esso sopprime completamente una visione di pensiero di tipo narrativo che riguarda la poesia, l’utopia e il sogno. Ridare valore a questa visione ‘metafisica’ del pensiero diventa un elemento importante su cui ragionare e probabilmente stimolare le coscienze”.

All’incontro sono intervenuti anche lo psicoterapeuta Domenico Mazzullo e Pier Francesco Verdese.

Racconti brevi da leggere online. Terza puntata con "La bigliettaia"

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di Andrea Giostra - La quarta puntata dei “Racconti brevi da leggere online”, presenta la novella “La bigliettaia” ambientata nell’isola di Vulcano, bella e selvaggia isola siciliana, come la natura.

“La bigliettaia”, tratto da Andrea Giostra, “Novelle brevi di Sicilia”, StreetLib, Milano, 2017.

«Dalla finestra entrava una luce forte e accecante che colpiva lo specchio dove la sua immagine veniva riflessa.
Il collo sottile e slanciato le donava un'eleganza innata, naturale ... le braccia lunghe e sode erano ritte lungo i fianchi curvi e sinuosi che traboccavano di femminilità ... i seni erano alti e sodi, piccoli ma proporzionati, che immaginava presi da dietro con tanta forza da procurarle un intenso dolore mischiato ad un sublime piacere.
Il pube era ricoperto da un fitto ciuffo di peli neri e morbidi ben rasati che immaginava facili da spartire con dita lunghe e sottili per consentire alla lingua di insinuarsi tra le grandi labbra e scovare il clitoride che lentamente ma progressivamente si sarebbe indurito mentre veniva leccato e succhiato sempre più freneticamente.
Le gambe erano lunghe e rese muscolose dagli esercizi che ogni mattina si costringeva con determinazione a fare in una piccola palestra ricavata accanto alla camera da letto.
Di traverso, con lo sguardo obliquo puntato dritto nello specchio, si guardò il sedere tondo, sodo, brasiliano, alto e pronunciato che aveva fatto girare la testa a decine di uomini che se n'erano innamorati.
Era quella la parte del suo corpo che la rendeva orgogliosa di sé più di ogni altra … era il suo culo che la faceva sentire una femmina irresistibile … erano quelle rotondità che amava e che la facevano sentire seduttiva … erano quei due muscoli possenti e rotondi, costruiti con fatica in centinaia di ore di intensa palestra che aveva reso così provocanti e voluttuosi, che le piaceva immaginare di sentirseli prendere voracemente con passione infuocata da due mani grandi e forti di pescatore di tonnara.
Fu a quel punto che si fermò un momento.
Guardò i suoi occhi allo specchio, poi si infilò il vestitino nero molto aderente comprato la sera prima in una boutique del corso che delimitava la Spiaggia Nera.
Le gambe e i polpacci, che non amava, erano scoperti.
Come tutte le mattine si recò in quell’ufficio bianco e arredato parsimoniosamente con vecchi e antiquati mobili di rovere, a staccare biglietti per i turisti che sempre più agitati e di fretta di lì a poco si sarebbero imbarcati chi per tornare sulla terra ferma chi per continuare le vacanze nelle altre isole di quell'arcipelago puzzolente di zolfo e nero di una lava secolare che ai suoi verdi e profondi occhi ancora oggi appariva lurido e sporco.»

Chi fosse curioso di leggere le novelle delle precedenti puntate, potrà cliccare qui:

Note dell’autore alle “Novelle brevi di Sicilia”:
«Quelle che leggerete sono delle novelle brevi, anzi, brevissime, di vita di Sicilia, di vita di siciliani, di vita vera e raccontata spontaneamente senza mediazioni linguistiche; che non vogliono rappresentare metafore o meta-significati. Sono delle piccole storie e rappresentano quello che dicono, quello che leggerete! Rappresentano la mia esperienza diretta, vissuta in prima persona e che ho scritto di getto con il mio vecchio Nokia E90, oggi da museo di archeologia informatica. Il senso, la morale, se c'è un senso o una morale da dare, li darà il lettore che le leggerà.»

Andrea Giostra

Uniti per Un No alla Violenza, il 25 novembre giornata internazionale alla Casa della Cultura di Pianura

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L’Associazione Culturale S.O.E. “Source Of Emotions” il giorno 25/11/2018 alle ore 18.30 presso la Casa della Cultura di Pianura organizza la giornata internazionale contro la violenza sulle donne dal titolo "uniti per Un No alla Violenza".
Da un'idea del regista, attore e sceneggiatore, James La Motta, che in cooperazione con il Corriere di Pianura (Antonio Di Maio e la Prof. Graziella Tetta), Onda Web Radio (di Francesco Palmieri e Rosanna Bennardo), l’Associazione "Maddalena" rappresentata dalla Counselor Rosaria Esposito ed Xenia dall'Avv. Claudia Delle Cave, insieme si uniscono per la divulgazione del messaggio di "No alla Violenza" sulle donne ed in tutte le sue forme.
Una iniziativa sposata anche da artisti locali e non, come l’autore Antonio Mocciola, la cantante Loredana Daniele, le attrici Alessia Lamoglia, Chiara Pavoni, Noemi Cognigni, Emanuela del Zompo, la psicologa Angela Falco, scultrice Raffaella Vitiello ed una delegazione della “ASD Pianura Volley Club” che, nel corso della serata daranno il loro contributo attraverso, proiezioni, letture, presentazione del fumetto e foto libro contro l’omofobia, con un unico scopo di divulgare il messaggio di stop alla violenza. James La Motta in questa occasione è fiero di presentare il cortometraggio dal titolo "Abused Child" , uno short movie contro l'abuso sui bambini e donne, proiettato al Festival del Cinema di Venezia e quest'anno al Festival del Cinema di Roma. La Motta fondatore della Source Of Emotions, ormai da anni si è collocato nel teatro e cinema sociale e di denuncia ed attraverso i suoi testi, workshops, cerca di sensibilizzare ed esortare alla denuncia in Italia e all'estero. Gia' presente nel panorama Italiano con il suo lavoro dal titolo "Myself" , uno spettacolo apprezzato sia dal pubblico che dalla stampa. Sarà obiettivo di tale serata avere un confronto con avvocati, forze dell'ordine, rappresentanze politiche , senza distinzione di colori e bandiere per ascoltare l'impegno e le iniziative che singolarmente stanno attuando sul territorio e a carattere nazionale al fine di diminuire i numeri di femminicidio e violenza.
Altresì si darà voce anche al pubblico creando un vero e proprio dibattito, per dare l'opportunità di parola al popolo, con spunti di riflessioni per tutti i partecipanti . Altro obiettivo e scopo della serata sarà anche quello di creare una class action ed un canale trasversale che parta dal singolo , alle autonomie locali, associazioni, palestre e scuole sino ad arrivare ad una catena capillare per poter combattere insieme ed uniti senza forme di egocentrismo, la piaga violenza e dare una speranza a tutte le vittime. 

Opera, il mezzosoprano Joyce DiDonato conquista Liegi. La recensione di Fattitaliani

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La voce tecnicamente perfetta, capace di arrivare dove vuole, del mezzosoprano Joyce DiDonato ha incantato, e lo diciamo senza esagerazioni, Liegi.

L'artista, dopo un primo tempo ineccepibile, di presa di contatto con il teatro, ha cominciato a lasciarsi andare a una passione che ha fatto emergere sempre più vigorosa, spinta da un'accoglienza via via più calorosa e partecipata di chi ascoltava e da una compagine orchestrale diretta con competente trasporto dal Maestro Paolo Arrivabeni (incantevole La Suite n. 2, Farandole da L'Arlésienne di Bizet).
Il crescendo della partecipazione emotiva della cantante ha trascinato il pubblico in un'inevitabile - e interminabile - ovazione finale.
Travolgenti anche i brani eseguiti fuori programma: l'emozione per un simile entusiasmo ha fatto sì che l'artista si sia pienamente aperta e la grande tecnica posseduta sia passata nello sfondo valorizzando un qualche cosa in più che ci è piaciuto molto.
Da sottolineare, in tempi di dilagante arroganza e di ingiustificato divismo, la delicatezza e il garbo con cui Joyce DiDonato ha gestito il trionfo tributatole condividendolo con i musicisti e il Maestro, segno di un'educazione autentica.
Teatro dell'Opera di Liegi

Programma del concerto
Gioachino ROSSINI – Semiramide – Ouverture
Giovanni PACINI – Stella di Napoli – Ove t’aggiri, o barbaro…
Michele CARAFA – Le Nozze di Lammermoor – O di sorte crudel… (version transposée)
Wolfgang Amadeus MOZART – Le Nozze di Figaro – Ouverture
Wolfgang Amadeus MOZART – Le  Nozze di Figaro – Deh vieni non tardar…
Gioachino ROSSINI – Il Barbiere di Siviglia – Una voce poco fa…
Richard WAGNER – Die Meistersinger von Nürnberg – Prélude Acte 1
Hector BERLIOZ – Les Troyens – Je vais mourir… Adieu, fière cité…
Georges BIZET – L’Arlésienne, suite n°2 – Farandole
Vincenzo BELLINI – Adelson e Salvini – Dopo l’oscuro nembo…
Gioachino ROSSINI – La Donna del lago – Tanti affetti…

Musica, dalla Sicilia la storia di un nuovo talento, Eldorado

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Nulla accade per caso... o forse sì… direttamente dalla calda e bella Sicilia un nuovo personaggio emergente della musica italiana: Eldorado. Nella vita ha fatto di tutto, anche il pizzaiolo! E con eccezionale bravura! È stato ed è attualmente un bravo tatuatore.
La sua passione è però da sempre la musica, e inizia così a cantare in parecchi locali di sua conoscenza come molti, ma contemporaneamente inizia anche a registrare. Tutto ciò dura da un po'. Qualche mese addietro avviene la svolta: l'incontro, grazie a Facebook, in un periodo particolarmente difficile della sua vita, con Stefania Simonetti. Lei 29 anni, lui 28. Stefania (nota nelle Marche dove è nata, vive e lavora), passa con il suo nome su tutti i giornali per aver organizzato tempo fa un matrimonio a vantaggio di 1 coppia di giovani sposi ai quali non era rimasto più nulla dopo il devastante terremoto che ha colpito la Regione. Stefania nota Eldorado e i suoi post da tatuatore... gli piace il suo lavoro... decide di farsi un tatuaggio: "NULLA PER CASO"! Like su like inizia così un rapporto che diventa sempre più confidenziale e che di fatto sarà poi per i contenuti, la base dei testi di alcune canzoni che insieme, non molto tempo dopo, si deciderà di "provinare", incidere e realizzare fino a portare a complemento un intero album! Finito il lavoro, tra una cena e l'altra, arriva l'incontro con un altro amico del Sud Italia, pugliese, conosciuto come Antonio Grasso, in arte Lu Tony Men. Con il video del suo pezzo, Ti porterò in Salento, su YouTube, Antonio è già noto. Oltre 75.000 visualizzazioni! I 2 si intendono subito artisticamente e si decide così, con il contributo di Dj Roma, di rientrare in sala di incisione e realizzare un pezzo che presto sarà nelle Radio! Questo è quanto sin qui… e se son rose fioriranno! E queste... lo saranno di sicuro!

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Tiromancino, Salomè da Silva salva la vita di Zampaglione nel video “Sale amore e vento”: chi è la bellissima protagonista?

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Si chiama Salomè da Silva, attrice, ex microfonina del Maurizio Costanzo Show dove in passato ha fatto girare la testa ad ospiti come Vittorio Sgarbi e Fabrizio Corona. Lei, mora, sguardo sensuale e penetrante è la protagonista del video del nuovo singolo dei Tiromancino, “Sale amore e vento” dove nella scena finale, salva la vita - con una mira infallibile - di Federico Zampaglione. 

“È stata un’esperienza meravigliosa”, ha raccontato entusiasta ai microfoni di Alex Achille per Radiochat.it ON TV, per poi aggiungere:” Interpretare la parte della bella e spietata, in una storia Gipsy a sfondo noir mi ha divertito parecchio, lavorare accanto ai Tiromancino, poi, è stato davvero entusiasmante. La loro musica mi ha subito coinvolta tirando fuori anche le mie doti di ballerina, l’atmosfera della location ha fatto il resto… un faro abbandonato, il mare… insomma una magia unica; Federico Zampaglione è un grande professionista molto scrupoloso, così come Andrea Centrella il regista e tutta la troupe che mi ha coccolata e seguita.”. Salomè da Silva il 5 dicembre prossimo, sarà in scena - per una serata evento - al Teatro delle Muse di Roma con la commedia “Enrica la Tradita” da lei scritta con la regista Francesca Berger, nella quale, oltre al personaggio principale, interpreterà più ruoli che si intrecceranno fra loro in una storia che prende spunto dall’amore per mettere in risalto con ironia e sarcasmo, le abitudini, il credo e gli orrori più di moda. Uno spettacolo unico nel suo genere con cambi d’abito repentini dove ancora una volta la da Silva, dimostrerà le sue doti di attrice poliedrica.

Teatro, Rodolfo Laganà ne "I Sorrisi del Portiere" dove traspare la nostalgia per un tempo che non tornerà più. La recensione e l'intervista di Fattitaliani

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Al Teatro Marconi, il 29, 30 novembre -1 e 2 dicembre, Rodolfo Laganà in “I sorrisi del Portiere” di Carlo Picchiotti per la Regia di Claudio Boccaccini.  

Rodolfo Laganà veste i panni di Orazio Parini, un portiere di un grande condominio romano, convocato da un Commissario di Polizia che lo interroga su un fatto avvenuto nel palazzo. Con l’aiuto di diapositive alle sue spalle, descrive gli inquilini raccontando che ad ognuno riserva un sorriso diverso. Loro vanno di corsa, qualcuno risponde ed altri tirano diritto. A fare da sottofondo musicale “Sempre” di Gabriella Ferri, quasi a voler sottolineare “le parole di tanta gente”. 


Nel suo racconto passa dalla tenerezza all’ironia, delineando “er vero core de Roma”, una Roma ormai quasi sparita. Declina il suo racconto, soffermandosi su ognuno in maniera minuziosa e con le giuste pause, svela pregi e difetti di ognuno. Il commissario vuole sapere il movente, l’arma, qualcosa sul morto ma incalza soprattutto per conoscere la verità.  
Disserta su tutti ed è rammaricato del fatto che sia stato licenziato all’unanimità dopo anni di onorato servizio. Si ritiene bravo nel suo lavoro, soprattutto per il fatto di riuscire a comunicare con più di trenta famiglie. 
"I Sorrisi del Portiere"è un testo poetico, un affresco di una Roma che non c’è più. 
Laganà è sublime quando con voce quasi incrinata dai ricordi, pensa all’invasione del Moplen, ai giochi come Acchiapparella, Mosca cieca, Tre tre giù giù, Corda, Elastico, Palla Avvelenata, Campana e Rubabandiera l’unico gioco che condividevano con le bambine. Ricorda che i genitori dicevano “non fate peccato sennò Gesù piange”. Rammaricato aggiunge “Ci vogliono far pensare con un cervello solo”. Traspare la nostalgia per un tempo che non tornerà più. 
Il ritmo è serrato, Laganà riesce a tenerci incollati alla poltrona per un’ora e un quarto, è così empatico che cattura l’attenzione di un bimbo di dieci anni seduto accanto a me. Ci conquista per la sua bravura, la sua comicità e con i suoi ricordi, quelli di chi è vissuto negli anni ‘50 e ’60 e che rimarranno indelebili.
Quanto è crudele a volte il destino, lo scopriremo in un finale sorprendente.  
È una persona per bene, ha un intercalare romano, le parolacce a Roma sono solo un attestato di stima, non sono usate per offendere. 
“Sono una persona per bene…” quasi un contrassegno per ogni portiere. Esistono ancora queste persone? 
Credo di sì, uno che indossa “una divisa” e gestisce gli appartamenti delle famiglie, sicuramente lo è.
Usi un intercalare romano, le parolacce come attestato di stima, è ancora così o è cambiato qualcosa?  
Sono delle caratteristiche dell’ironia del dialetto che viene sempre inteso in vari modi e in varie forme.  C’è ancora questa cosa e la trovo molto divertente. 
Quanto costa regalare un sorriso? 
Purtroppo costa parecchio. Se ognuno chiedesse le cose con il sorriso, otterrebbe molto di più.  Dipende sempre dallo stato d’animo delle persone ma un sorriso non ha mai fatto male a nessuno, anzi…
I portieri avevano la capacità di comunicare con più di trenta famiglie. Cos’è la comunicazione oggi e soprattutto quanto è cambiata in tempi di social? 
Con i social un po’ è cambiata. In un condominio con portiere credo sia rimasta la stessa perché comunica direttamente con gli inquilini e non lo fa certo con i social. Purtroppo adesso ne sono rimasti pochi e non è una bella cosa. Il portiere è una figura importante, quasi un familiare. Dà un senso di sicurezza! 
Più generazioni a confronto, cosa è rimasto dei bambini di sessant’anni fa? 
I bambini di oggi sono completamente diversi, hanno una marcia in più. Arrivano a delle sintesi in maniera più immediata ed hanno un modo di vedere le cose completamente diverso.
Chiudi lo spettacolo dicendo “la generazione degli ultimi, dei beati o forse dei Beoti”. Perché? 
A volte non ci rendiamo conto di ciò che abbiamo e che non è poco ma facciamo sempre finta che non sia sufficiente. Non ci rendiamo conto di quante priorità e cose buone abbiamo nella vita. Dico “brindo agli ultimi” perché sono i primi a capire.
Elisabetta Ruffolo


ANGELO DI IANNI, DAL CANADA IN VISITA AD ARQUATA DEL TRONTO, CON ANFE

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ASCOLI PICENO - Ieri mattina la visita ad Arquata del Tronto - uno dei centri più colpiti dai terremoti dell'agosto e ottobre 2016 - del prof. Angelo Di Ianni, esponente della comunità abruzzese di Hamilton (Canada) e presidente del Comitato Raccolta Fondi per aiuti alle popolazioni terremotate del Centro Italia.
In questi giorni impegnato a L’Aquila per l’assemblea annuale dei Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (22-25 novembre) che sta tenendo i suoi lavori presso l’Emiciclo, il prof. Di Ianni ha voluto dedicare una mattinata all’Istituto Comprensivo del Tronto e Valfluvione di Arquata dove con parte dei fondi raccolti in Canada sono state acquistate apparecchiature per un Laboratorio fotografico per gli studenti delle scuole afferenti a quell’Istituto.

La donazione, coordinata come gli altri aiuti dal Canada a diversi centri marchigiani colpiti sisma dal prof. Rocco Fazzini, presidente dell’ANFE Marche e dirigente nazionale della prestigiosa associazione, rappresenta un significativo contributo alla ricostruzione di Arquata del Tronto, a beneficio delle sue giovani generazioni. Accompagnato dal prof. Serafino Patrizio, presidente provinciale ANFE dell’Aquila e dallo scrittore Goffredo Palmerini, il prof. Di Ianni è stato accolto dal sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, dalla dirigente scolastica dell’Istituto, prof. Silvia Giorgia, dal prof. Rocco Fazzini e da una delegazione di docenti e studenti. Presente, inoltre, il dr. Dario Binetti, manager di una grande società di logistica dell’ascolano ma soprattutto grande Artista della fotografia, che presso l’Istituto terrà per gli studenti un seminario di formazione.

Il presidente Fazzini ha presentato Angelo Di Ianni, ringranziandolo per la significativa opera svolta dal Comitato Raccolta Fondi di Hamilton - grande città dell’Ontario dove Di Ianni vive - che ha fatto diverse donazioni ai centri colpiti dai terremoti del 2016 e 2017 nelle Marche, in Umbria, Lazio e Abruzzo, per complessivi 800mila dollari di aiuti. Ha quindi richiamato la sensibilità dell’insigne ospite, un uomo del mondo della scuola che è stato per molti anni direttore generale di tutte le scuole del distretto del Niagara e poi dell’intera provincia dell’Ontario, la più popolosa delle 13 province del Canada.

Sia il sindaco Petrucci che la dirigente scolastica prof. Giorgia hanno quindi sottolineato l’importanza del gesto di solidarietà che ha inteso privilegiare la scuola e i giovani, il futuro della comunità di Arquata del Tronto, dove sebbene risolte le problematiche dell’emergenza con gli alloggi provvisori alla popolazione, dovrà cominciare la complessa opera della ricostruzione. Di Ianni, nel suo intervento, ha voluto sottolineare l’attenzione e la generosità dei nostri connazionali in Canada, sempre disponibili a dare prova di pronta e solidale risposta a sostegno delle popolazioni ferite da drammi così laceranti, quali sono stati i terremoti nel Centro Italia, da quello del 2009 a L’Aquila agli altri degli anni successivi.

Lo stesso prof. Fazzini ha infine raccolto le interviste dei convenuti, illustrando l'importanza della donazione per un servizio televisivo della rete RTM di Ascoli Piceno, trasmesso e poi disponibile anche on line. Viva la soddisfazione degli operatori della scuola per questo qualificato sussidio didattico a disposizione degli studenti dell'Istituto, assai importante per la loro formazione. Una collaborazione, quella con la comunità italo-canadese, che potrà continuare anche in altri campi - come Di Ianni ha tenuto a precisare - con visite degli studenti in Canada e anche con un loro periodo di accoglienza formativa con progetti di partenariato tra scuole canadesi e marchigiane.

Nella foto da sinistra, Angelo Di Ianni, Serafino Patrizio, Silvia Giorgia, Rocco Fazzini
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