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SPAZIO DIAMANTE, DAL 9 ALL’11 NOVEMBRE LA DANZA FIRMATA DA AFSHIN VARDJAVANDI, AUTORE E REGISTA DI “ÓSEMÁN IL CIELO”

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Un week end all’insegna della grande danza.
Allo Spazio Diamante dal 9 all’11 novembre la Compagnia La MaMa Umbria International presenta la coreografia di Afshin Vardjavandi ÓSEMÁN|IL CIELO. Con Mattia Maiotti, Jenny Mattaioli, Luca Calderini, Elia Pangaro, Deborah Renzi.
La MaMa Umbria International, che ha sede a Spoleto, è una residenza artistica e centro studi internazionale  fondato nel 1990  da Ellen Stewart, già fondatrice e direttrice artistica del Teatro La MaMa E.T.C. di New York,  che nel corso degli anni ha presentato produzioni teatrali, curato eventi e Festival, realizzato programmi di Alta formazione nel campo del Teatro. La MaMa Umbria è membro fondatore del Centro Italiano dell’ITI - Istituto Internazionale (Unesco) e fa parte del Network Europeo PAIR - Performing Arts in Residency.
In un tempo immaginario, tra il crepuscolo e la notte, nella brezza estiva, lo sguardo si muove percorrendo linee e forme di una piazza all’italiana di cui ne cattura sinesteticamente odori e voci, cogliendone la bellezza in un flusso emotivo ininterrotto. Ma quando lo sguardo si ferma e, distolto dall’arte, pone la sua attenzione altrove, l’unicità e la totalità dell’esperienza si dissolve. Il tempo si ferma, ci si sveglia dal sogno e tutto diventa frammentario.
Lo sguardo non è più in grado di cogliere ciò che nella realtà è sorprendente e straordinario, diviene paradossalmente incapace di vedere.
Cogliere lo straordinario, il surreale, nella realtà è il compito dell’artista: grazie a questa sua prerogativa il mondo può divenire ciò che non è (come la pipa di Magritte) e la trama della realtà si apre e noi riusciamo a penetrarla e a capovolgerla e dopo averla capovolta aneliamo a volare su di essa, per poterla guardare dall’alto, come gli amanti di Chagall.
La poetica delle opere di Magritte e Chagall ispirano ÓSEMÁN, che in persiano vuol dire “il cielo”, uno spettacolo che nasce da una riflessione sulla luna blu, lo straordinario accadimento astronomico durante il quale si assiste al sorgere di due lune piene nell’arco di un solo mese.  Alcuni incontri nella vita sono rari quanto la luna blu, e straordinaria è allo stesso modo la capacità degli esseri umani di provare un amore che sia puro ed incondizionato, frutto di una scelta libera, incurante delle rinunce o delle circostanze imposte dal destino. Un amore che per la maggior parte del tempo fluttua sulle nostre teste e che qualche volta, per caso, ci capita di vedere quando alziamo gli occhi al cielo. Un amore che è come una nuvola, che rincorriamo e tentiamo di afferrare o anche solo di toccare con un dito.
E così in ÓSEMÁN, la danza diventa a tratti docile e a tratti irruente, proprio come la nostra corsa dietro alla nuvola che si adegua ai percorsi e a i mondi da attraversare; il suo linguaggio fatto di piccoli movimenti e gesti, minuziosi dettagli e sfumature che hanno dello straordinario diviene eloquente e coglie in una esperienza unica il romanticismo e il sapore amaro dell’oblio.
ÓSEMÁN racconta un momento in cui l'amore ci chiama a danzare, pullulanti, caldi, violenti e audaci, sotto un cielo in tempesta.

- cosa ne dici se camminiamo, verso su, un po' più in là, guarda...lì a destra... -
- sono un po' stanco stasera -
- dai, passeggiamo con calma, siamo insieme, è una serata bellissima, dopo il caldo della giornata lassù nella piazza c'è vento, c'è la vita, e poi questa sera c'è la luna blu. Ti chiedo solo una cosa –
- cosa? -
- ricordiamoci di questa sera -




Spazio Diamante
Via Prenestina 230
info@spaziodiamante.it 
tel. 0627858101
orario spettacoli: serali ore 21, pomeridiana ore 17
biglietti € 16 intero - € 13,50 ridotto - studenti 11 + supplemento per la prenotazione fino a un'ora prima dello spettacolo.


SHONAN, USCITO IL NUOVO SINGOLO "SHE'S A WOLF" DELLA BAND

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"She's a Wolf" vuole essere un regalo da parte della band a tutti coloro che li hanno sempre seguiti e supportati, ma anche la prima uscita ufficiale dai tempi dell'album Farewells And Pillows e del singolo Uh, Sha La La La (2017 e 2018). Scritto in una notte, viene pubblicato nemmeno due settimane dopo.

Un incontro inaspettato, un sentimento che nasce ed una sorpresa che lascia senza fiato. E se la persona che avete davanti non sia semplicemente quello che vedete? Una tranquilla serata in città può trasformarsi in un vero e proprio incubo, o nel più bello dei sogni. 

Arcu (Guitars, Vocals) : "Ho tentato di trasportare le trame e gli sviluppi di alcuni classici dell'orrore ai giorni nostri, di collocarli in una situazione moderna, inaspettata e semplice. Nei film sui licantropi nella maggior parte dei casi è sempre un uomo che si trasorma...mi sono chiesto: e se invece fosse lei? E se lei fosse la ragazza con la quale balli ad un concerto? Halloween si stava avvicinando, ed il mood era quello giusto. Quindi ecco il pezzo."

Il brano è ora disponibile su YouTube, ma sarà presto rilasciato in mp3 e su Spotify. 


GUARDA IL VIDEO


SHONAN

Gli Shonan sono un gruppo punk rock/rock’n’roll nato a Parma, nel 2011. Attualmente la band è composta da Federico Arcuri (chitarra e voce), Manuel Tramalloni (basso) e Danilo Tirillo (batteria). Il trio ha recentemente pubblicato l’album Farewells & Pillows, full lenght contenente 10 brani caratterizzato da un sound pieno e potente, ispirato inizialmente dal punk rock d’oltreoceano, al quale si sono aggiunte successivamente sfumature heavy e hard rock. Dal disco viene estratto come primo singolo Uh, Sha La La La!, brano Groove-Punk che racchiude in sé alcuni elementi essenziali del sound della band.
Tutt’ora in piena attività, alla scrittura di nuova musica è affiancata una continua attività live, mai interrotta negli anni.


Prossime date:

09 Novembre - Splinter Club (Parma)
10 Novembre - Pitagora Music&Events (Verona)

Daitona, standing ovation alla Festa del Cinema di Roma

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Continua l'irresistibile ascesa del film Daitona, che dopo aver conquistato tre premi al festival internazionale "Film InFest" di Palma de Mallorca ha conseguito un nuovo prestigioso traguardo.
Nell'ambito dell'ultima Festa del Cinema di Roma, è stato presentato il trailer ufficiale della pellicola che vedrà il ritorno sul grande schermo di Ornella Muti, presso l'Auditorium Arte all'interno dello spazio Roma-Lazio film commission, ottenendo una standing Ovation dal numeroso pubblico presente. Oltre alla presentazione del trailer, nella stessa occasione, sì è tenuta una conferenza stampa, moderata dal produttore Riccardo Meli, durante la quale sono stati raccontati numerosi aneddoti legati alle riprese e alcune anticipazioni sull'arrivo di Daitona nelle sale cinematografiche, che verranno ufficializzate prossimamente. A prendere parte all'evento, il regista Lorenzo Giovenga, che ha sceneggiato il film insieme a Valentina Signorelli, gli attori Lorenzo Lazzarini, Pietro De Silva, Luca Di Giovanni, Noemi Guglietta, Alessandro Grilli, Stefano Natale, il supervisore di produzione Giorgio Chessari e parte della troupe tra cui la scenografa Samantha Giova, il compositore della colonna sonora Gualtiero Titta e la montatrice Francesca Addonizio.  "E' stato meraviglioso aver presentato il trailer di Daitona alla Festa del Cinema di Roma, nello spazio Roma-Lazio film commission, che ha anche supportato il film in fase di riprese" - ha dichiarato il regista Lorenzo Giovenca, aggiungendo- "Vedere la sala piena e le reazioni del pubblico è sempre emozionante. Dopo tre anni di duro lavoro finalmente stiamo cercando di dare giusta visibilità a questa nostra opera. Daitona è una commedia grottesca, un progetto crossmediale, innovativo e fuori dagli schemi. Stiamo chiudendo un contratto di distribuzione con la Spagna ancora prima che in Italia. Questo è segno che il film funziona e che forse nel nostro paese c'è ancora una forte resistenza alla novità. Ma grazie alle sempre più numerose persone che oggi fanno il tifo per Daitona, credo che il film potrà avere il percorso che merita". Il film, prodotto da Daitona Srl, Fabrizio Giovenga e Andrea Trenta, nei prossimi mesi continuerà a girare i festival nazionali e internazionali in attesa dell'uscita in sala. Ulteriori informazioni è possibile ottenerle visitando il sito www.daitona.it.

Fattitaliani intervista Francesca Stelladiplastica Pellegrini, protagonista del video dei Måneskin "Torna a casa"

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"Il ballo della vita", l'album dei Måneskin pubblicato il 26 ottobre 2018, ha debuttato alla prima posizione della classifica ufficiale FIMI/Gfk dei dischi più venduti in Italia. 
Nella classifica ufficiale dei singoli più venduti, inoltre, resta stabile al primo posto per la quinta settimana consecutiva “Torna a casa”, nuovo inedito in italiano della band, certificato disco di platino a un solo mese dall’uscita. Il brano ha debuttato al vertice delle classifiche iTunes e Spotify, superando 13,5 milioni di stream su Spotify. Il suo videoclip, che ha esordito al primo posto in Tendenze su YouTube, ha ottenuto ad oggi oltre 19,4 milioni di visualizzazioni.
L'intensità e il valore del brano sono anche esaltati da un video accattivante, ben costruito e diretto, con la eccezionale performance della poliedrica ballerina Francesca Stelladiplastica Pellegrini, che Fattitaliani ha intervistato per la rubrica Te Video.
Com'è nata la collaborazione del video "Torna a casa"? Come giudichi l'esperienza?
Innanzitutto vorrei “aprire le danze” mostrandovi il lavoro che mi ha portata ad esser la protagonista nel video dei Måneskin: https://vimeo.com/278530165.
Nel tempo mi sono resa conto che lavorare solo ed esclusivamente per altri non mi permetteva di esprimermi come avrei voluto dunque ho iniziato ad “autoprodurmi”, e così con il mio video sono balzata agli occhi di Giacomo Triglia il (regista) che propose ai ragazzi quello che aveva visto. Chiaramente abbiamo apportato qualche modifica qua e là per adattare la mia performance iniziale al video-clip musicale e non posso nascondervi che adoro il prodotto finale che siamo riusciti a creare.
Lavorare con i Maneskin è stato eccitante: loro sono bellissimi sia in scena che fuori.
Che rapporto hai con la musica?
Beh, è da sempre la mia fonte primaria di ispirazione e benessere/malessere. Non potrei vivere senza musica e da qualche mese ho cominciato a lavorare su un nuovo prodotto musicale che mi vede come protagonista.
Foto di Riccardo La Valle
Parafrasando una frase della canzone, c'è "un viaggio mai fatto che ti piacerebbe fare"?
Sono stata un’artista di strada per un lungo ed intenso periodo della mia vita e di viaggi ne ho fatti davvero tanti, li porto tutti nel mio cuore; ho viaggiato anche senza muovermi dal posto in cui mi trovavo, ho viaggiato senza spostarmi, la mia mente mi ha portata in dimensioni e posti indescrivibile ma il viaggio che attendo più di tutti è quello che mi porterà in un altrove che nessuno mi ha ancora raccontato.
Parlando strettamente del tuo lavoro, da dove nasce "Stelladiplastica"?
Stelladiplastica nasce dall’essenziale necessità di comunicare. Forgiata dalla vita stessa e frutto di esperienze vissute nell’incapacità di esporre i propri trofei; un mix di materia siderale e petrolio, utopica e distruttiva. Il futuro o la fine..?
Foto di Riccardo La Valle
Quali tappe del tuo percorso ritieni particolarmente formative?
Penso che la cosa che abbia contribuito particolarmente nella mia formazione sia stata l’aver lavorato come animatore nei villaggi turistici. Ecco, il mio primo lavoro fu proprio quello, avevo 16 anni e non volevo passare ancora un’estate nell’officina meccanica di mio padre allora mi proposi per lavorare nel settore dell’animazione così da che non riuscivo neanche a parlare davanti a più persone, imparai a rapportarmi con chi mi stava attorno ed in qualche modo a stabilire una sorta di comunicazione “normale” .. (termine che fatico tutt’ora a comprendere pienamente).
Facile districarsi fra più talenti e specialità?
Sono un’ottima cuoca! Adoro sperimentare; sono una persona estremamente curiosa ma non amo imparare senza commettere quegli errori che ti portano a scoprire cose nuove. Io stessa sono un errore! e se possiamo definire arte tutto ciò che viene captato dai nostri sensi allora anche il gusto merita un posto importante nelle nostre esperienze.
Quanta forza d'animo bisogna avere per affrontare cadute e delusioni in questo mestiere?
Bisogna esser dei veri masochisti per affrontare, sopportare ed accettare tutti i lividi di questo mestiere.
In che cosa e come porti con sé le tue origini e i tuoi affetti più cari?
Mi basta esserci ed essere ciò che non sarei se non fossi ancora qui! Non vivo nei ricordi e non ho rimpianti, ho fatto ciò che mi ha fatto sentire libera e forse può esser visto come puro egoismo ma non riesco a giudicare cosa è giusto o sbagliato. Credo che analizzarsi per arrivare a conoscersi e prendere coscienza di chi siamo e cosa vogliamo (o non vogliamo) sia alla base delle nostre origini.
Foto di Riccardo La Valle
Girando e studiando all'estero ti sei resa conto di cosa manca al nostro Paese e al contrario in quale aspetto l'Italia mantiene una marcia in più?
Parlo da italiana orgogliosa, sostenitrice e fanatica del mio paese; sono stata all’estero molte volte per lavoro ma seppur ho avuto diverse opportunità per rimanere c’era sempre quel conto alla rovescia che partiva ancora prima di partire e mi sono detta che se fossi rimasta in Italia avrei dovuto cambiare, o almeno provarci, dare il mio contributo per cambiare ciò che non mi va bene nel mio paese. 
Foto di Riccardo La Valle
Prossimi impegni?
Beh...sto ristrutturando casa quindi per i prossimi mesi sarò impegnata nelle vesti di architetto e con l’interior design! Giovanni Zambito.
Leggi le interviste di Te Video

Scheda del video "Torna a casa"
Scritto da Måneskin e Giacomo Triglia
Diretto da Giacomo Triglia;
Produzione esecutiva: Tycho Creative Studio;
Management Måneskin: Latarma Management - info@latarma.it
Dop: Antonio Scappatura;
Organizzazione generale: Antonio Zappadu;
Aiuto regia: Mirella Nania;
Performance di Francesca Stelladiplastica;
Interpretato da: Francesca Stelladiplastica e Silvia Bonavigo;
Riprese e montaggio: Giacomo Triglia;
Stylist Rebecca Baglini
Make up Lisa Farneti
Make up Karin Borromeo
Hairstyle Tony&Guy
Hairstyle Victoria: Franco Curletto

Steadycam: Antonio Scappatura;
Service camera e luci: Moviechrome;
Gaffer: Carlo Stagno D'Alcontres;
Assistente Camera: Marco De Pasquale;
Elettricista: Otilia Cobzaru;
Location manager: Andrea Vetralla (Maestro Production);
Location: Villa Arconati; 
Set designer: Paola Mammolini;
Assistenti di produzione: Mattia Raganato, Francesco Giuggioli;
Video Backstage: Niccolò Valentino.
Grazie a: Fondazione Augusto Rancilio, Food&Sound, Roberto Bellani, Michele Tropiano.

Le Vie dei Tesori chiude con 263 mila visitatori a Palermo e oltre 16 mila a Catania

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Un weekend sotto l’acqua, parecchi siti chiusi perché allagati, ma Le Vie dei Tesori colleziona lo stesso numeri importanti. E chiude le visite ai siti di questa edizione a 263 mila presenze a Palermo e 16.150 nei tre weekend a Catania.
Anche se i dati definitivi si avranno soltanto dopo il prossimo weekend in cui apriranno gratuitamente e in notturna, i nove siti del percorso arabo normanno dell’UNESCO a Palermo, Monreale e Cefalù. Molte passeggiate rinviate per il maltempo.
Un fine settimana di pioggia torrenziale che ha inondato moltissimi siti, dalle cripte alle catacombe alle camere dello scirocco, senza contare i numerosi luoghi all’aperto e le passeggiate, che infatti, sono state rinviate al prossimo fine settimana, quando è in programma anche la Notte Bianca dell’UNESCO. Ma se venerdì e sabato la pioggia è scesa costante su Palermo e Catania, domenica c’è stata una bellissima “rimonta” con i visitatori che hanno assediato i luoghi e si sono riversati in notturna (mentre scriviamo) anche all’aeroporto di Boccadifalco per un’inedita visita sotto le stelle, sulle note degli ensemble acustici del Brass Group. Palermo ha potuto così registrare 43 mila visitatori che portano a 263 mila presenze totali nei cinque weekend. Ottima anche la performance di Catania che ha raccolto invece 7550 visitatori in questo weekend che, sommati ai precedenti 8600, totalizza in tutto 16.150 visitatori in tre fine settimana che hanno segnato il debutto della città nel festival.
Palermo regala il gradino più alto del podio dei siti più visitati, a Palazzo Alliata di Villafranca che raccoglie 2050 visitatori sciamati nei suoi straordinari saloni barocchi, contro i 1700 scesi nei cunicoli del bunker antiaereo di piazza Pretoria: lunghe code ovunque per l’accesso anche oltre gli orari di chiusura. Tantissima gente ha invece scelto i viali e il giardino d’inverno di Villa Whitaker che ha raccolto 1300 presenze. Sempre piena la Casina Cinese con i suoi 1150 visitatori. Sono andata quasi subito esaurite anche le visite guidate nei siti istituzionali dove si poteva scegliere tra il percorso de Le Vie dei Tesori e l’ingresso gratuito della prima domenica del mese: code lunghissime per l’accesso a Palazzo Mirto, al Palazzo della Zisa, a San Giovanni degli Eremiti. E soprattutto i palermitani, hanno voluto scoprire anche le botteghe che Le Vie dei Tesori ha censito e messo in rete fornendo una mappa aggiornata di vecchi artigiani e nuovi designer.
Sold out in molti luoghi a cui si accedeva soltanto su prenotazione: è piaciuto molto il percorso all’interno dell’aeroporto di Boccadifalco, che in questo weekend è stato possibile visitare anche in notturna; alle Sorgenti del Gabriele e al Grand hotel Piazza Borsa.
E risponde con grande abbondanza anche Catania dove questo weekend c’è stato il vero exploit del gioiello rococò di Palazzo Biscari, raccontato dallo stesso nobile proprietario: lo hanno scelto 1400 visitatori contro i 1050 che invece hanno deciso di visitare Palazzo Asmundo di Gisira che ha raddoppiato la performance dello scorso finesettimana; seguono da vicino la chiesa più grande della Sicilia, San Nicolò L’Arena (600 contro i 406 dello scorso weekend) dove si poteva ammirare il panorama che arrivava fino all’Etna; e la Cappella Bonajuto (520 visitatori), mentre in 450 hanno scelto la sede istituzionale del Comune di Palazzo degli Elefanti. Esaurite le visite su prenotazione alla cupola della Badia di Sant’Agata e a quella di San Giuliano.

Le Vie dei Tesori si prepara quindi alla Notte Bianca dell’Unesco, dal 9 all’11 novembre a Palermo, Monreale e Cefalù. Le passeggiate che non è stato possibile effettuare, sono state rinviate al prossimo finesettimana. Info su www.leviedeitesori.it  

Moda, José Lombardi a Fattitaliani: con il mio stile comunico un messaggio per tutte le donne. L'intervista

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di Emanuela Del Zompo - Chi è Josè Lombardi?

Sono José Lombardi, ho creato la Maison Lombardi oggi Haute Couture. Il mio lavoro è ispirato alla bellezza di risaltare la donna e trasformarla in regina con eleganza e femminilità.
Quale messaggio comunichi al tuo pubblico?
Il messaggio che vorrei fare arrivare a tutte le donne e uomini è l’eleganza e il buon comportamento, il mio mercato è indirizzato al mondo del Luxor e anche del fashion, per questo ho creato la linea giovanile, “J&Giò” . Non ho avuto mai difficoltà nella mia carriera professionale, ovunque sono arrivato mi hanno sempre bene accolto. 
Progetti futuri?
I miei progetti futuri sono finalizzati alla rieducazione maschile e femminile, la Moda per me è un bellissimo strumento per far arrivare alle nuove generazioni l’eleganza la determinazione e l’Amore, senza amore e rispetto non si va da nessuna parte. 
Attualmente sono rappresentante della società Mosaico Luxrury, di Mosaico Casting Srl., abbiamo dei progetti molto interessanti, mirati alla valorizzazione della propria immagine, si tratta di una scuola, dove se insegna il comportamento, portamento, fashion show e bon-ton.
La testimonial  del  progetto è Marina Orlova, attrice e modella russa Internazionale. Per il prossimo “1 gennaio 2019”, in collaborazione con l’Arciconfraternita del Il Pio Sodalizio dei Fornai di Roma, quale ha sede nella centralissima Chiesa Santa Maria di Loreto al Foro Traiano, (Piazza Venezia), presenterò per le future spose 3 capi della mia nuova  collezione sposa 2019. 
Ci saranno diversi invitati che rappresentano la cultura e l’arte in genere.
Tra le celebrità è invitata d’onore Diann Valentine della Tv wedding Americana, quale ha trasmesso nel corso del 2018 “To Rome For Love” registrato a Roma. Al mio avviso, la moda di ieri era moto più casta, più identificata, oggi diversi capi femminili, hanno mancanza d’eleganza, nei miei progetti vorrei un tornare po’ indietro nel tempo, tipo anni 50 e 60, vorrei coronare la donna di oggi  di femminilità ed agli uomini il garbo e  sicurezza, cosa molto importante nei nostri giorni.
Emanuela Del Zompo indossa per la Festa del Cinema, abito della Maison Josè Lombardi.
Hair Stylist Vatami La Rocca Giulio

Othello 3.0: femminicidio, diversità, discriminazione razziale nel cortometraggio di Walter Corda. L'intervista di Fattitaliani

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di Emanuela Del Zompo - Walter Corda, regista, produttore ed interprete di Othello 3.0 ci racconta il suo cortometraggio per parlare di femminicidio. Nel progetto anche l'Amazing Grace Gospel Choir.

Qual è il messaggio di questo cortometraggio?
In Othello 3.0, oltre ad essere presente una vena parodistica e brillante sul tema della gelosia, si mettono allo scoperto (soprattutto nel prologo di Desdemona e nell'epilogo dello stesso Othello) anche le tematiche sottostanti: il femminicidio e la diversità, la discriminazione razziale. Desdemona, in estrema sintesi, è una moglie che viene uccisa per gelosia (come oggi la cronaca ci racconta troppo spesso...) e Othello è un uomo di colore, arrivato ad un importante ruolo di comando (è comandante della flotta veneta contro i turchi) che viene detestato dai veneziani (in particolare da Iago) il quale per invidia ordisce la trama che porterà lui e Desdemona alla morte. Un diverso che comanda in una società di "bianchi" e si prende anche "le nostre donne". Insomma, è un cortometraggio dove si canta, si sorride, ma si riflette su ciò che di importante si agita nel sottotesto.
Othello 3.0, il titolo (più che altro il numero) che vuol significare?
Il primo Otello, nella mia versione, è quello che nasce tanto tempo fa, nel 1978, quando ho composto la canzone che è diventata la base del mio cortometraggio. In quegli anni Cecilia Calvi (regista e autrice di teatro, cinema e tv) mise in scena "Grand'Hotello", una pièce teatrale ispirata al lavoro di P.P. Pasolini, che in "Che cosa sono le nuvole?" presentava già uno Iago (interpretato da Totò) dipinto di verde in viso. 
"Otello 2.0"è stata una nuova versione della mia canzone, dove (da solo, accompagnandomi con la chitarra) interpretavo tutti i personaggi, con la faccia dipinta  a metà di verde e di nero. Questo di seguito è il link del video caricato su Youtube: OTELLO 2.0 - Walter Corda
In questa nuova versione, nobilitata dalle musiche per orchestra scritte da Tommaso Morrone,  ho voluto distinguere il ruolo di chi racconta (Shakespeare, interpretato da me) dai personaggi del dramma (Desdemona, Grazia Schiavo; Othello, Timothy Martin; Iago, Riccardo Barbera e Cassio, Simone Frateschi).
E' come se Shakespeare tirasse fuori dal libro i suoi "burattini" per farli muovere sul palcoscenico e farli meditare sul loro destino.
Il 3.0 sta anche a significare la modernità, la contemporaneità. Ci sono vari riferimenti al presente, anche tecnologico: ad esempio Iago incastra Cassio facendogli una bella foto col cellulare mentre annusa il fazzoletto di Desdemona...)
Che sviluppo avrà il video? Ossia si pensa ad  un lungometraggio?
No, non penso ad un lungometraggio. Anzi, voglio proseguire con una serie di titoli Shakeaspiriani (Amleto, Romeo e Giulietta etc...) sempre rigorosamente musicali, parodistici, della stessa durata:  non più di 12 minuti. Una sorta di Bignami teatral-musicale- Ci saranno anche titoli delle grandi opere della lirica o del teatro. Attualmente sto già lavorando ad un Don Giovanni. Intanto, "Othello 3.0" sarà presente il più possibile nei festival dedicati al cortometraggio, sperando nel gradimento delle giurie e del pubblico,e magari in qulche premio, o che sia notato da un qualche finanziatore.
Quali difficoltà hai incontrato nella realizzazione del progetto?
La difficoltà è stata quella di girare il corto in sole 5 ore... con il mio coo-produttore Roberto Fiacchini abbiamo avuto la fortuna di ottenere come location per le nostre riprese il Globe Theatre di Roma, e non c'era la possibilità di una seconda giornata. Quindi, qualche prova prima di girare... e poi "ciak!" Per fortuna le difficoltà della scarsità di tempo e di luce sono state superate da una splendida atmosfera di lavoro, in cui cast e crew si sono date da fare come un solo corpo per riuscire a terminare le riprese. Un piccolo miracolo!
Othello è stato prodotto, diretto ed interpretato da te, ci puoi descrivere brevemente le caratteristiche del tuo personaggio e degli altri interpreti?
Il mio Shakespeare è un narratore che riflette sulla sua creazione, lascia per un po' i suoi personaggi liberi di esprimersi, ma nota che essi vogliono prendere la penna per cambare il proprio destino. E l'autore non può cambiare la sua creatura: la trama deve proseguire per arrivare al finale stabilito. 
Othello è più debole che nella versione di Shakespeare. Ama talmente la sua Desdemona da non riuscire a portare a termine l'omicidio. si interrompe continuamente.
Iago è il deus ex machina di tutta l'azione. Trama nell'ombra, finché  riuscirà ad ottenere il risultato voluto.
Desdemona è una donna lontana da tutto. Non si accorge neanche di ciò che accade. Anche Cassio è un ingenuo, ignaro di ciò che gli succede intorno.
Questa esperienza segna per te l'inizio di un rapporto con il cinema come regista o è solo una parentesi per poi tornare a fare tv?
Ho già mosso alcuni passi nel cinema con un lungometraggio "Sonnus" e un corto "Lajos è tornato!", e mi appasiona molto. Dopo aver calcato le scene per tanti anni come attore, e tanta televisione come autore, dedicarmi totalmente al Cinema non mi dispiacerebbe affatto, sia come interprete che come regista.
Come definiresti il tuo rapporto cinema-tv?
La tv, finora, è stata una esperienza fondamentale per arrivare ad un pubblico numeroso e popolare (nel senso buono). Le mie esperienze in tv sono state segnate soprattutto dai lunghi anni di lavoro accanto a Maurizio Costanzo, un vero Maestro da cui non si finisce mai di imparare. Il cinema è un territorio nuovo, in cui sento di poter esprimere una mia visione artistica. Anche se preferisco il termine "artigianale"; è con un onesto artigianato, la cura umile del particolare, che si riescono ad ottenere buoni risultati.
Progetti futuri?
Come accennavo più sopra, una versione parodistica del Don Giovanni (prendendo come modelli Molière, Mozart e Losey). Prevedo di poter iniziare le riprese tra Febbraio e Marzo. Il mio desiderio sarebbe quello di poter lavorare con la stessa troupe e lo stesso cast, per quanto possibile. Il risultato è stato molto soddisfacente.
Come attore come ti definisci?
Amo recitare. I miei anni all'accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, assieme al mio amico fraterno Riccardo Barbera, mi hanno dato alcuni strumenti per esprimermi come attore. Le lunghe touurnée teatrali con lo Stabile di Roma, poi con Roberto De Simone, e quindi con Riccardo Pazzaglia mi hanno formato sul campo. Mi definirei un attore che si diverte tantissimo con i diversi generi: dall commedia al canto, alla parodia, al dramma. Un eclettico?
Come è nata la passione per la musica?
La passione per la musica nasce da qualche studio al Conservatorio di Cagliari, dove ho cominciato lo studio del clarinetto. Poi studi di chitarra, e flauto traverso da autodidatta. Ma soprattutto cantare in teatro con Roberto De Simone. Un grande della musica napoletana, un esperto come nessun  altro della musica del '600 e '700. Gli devo tanto. la musica esprime in note i sentimenti, e arriva all'anima  del pubblico prima delle parole stesse.

RAFFAELLA CARRÀ, "OGNI VOLTA CHE È NATALE" USCIRÀ IL 30 NOVEMBRE IN 4 VERSIONI: CD, LP, DELUXE EDITION, SUPER DELUXE

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Il grandissimo ritorno discografico di Raffaella Carràè ormai ufficiale e, ora, ha una data: venerdì 30 novembre uscirà “Ogni volta che è Natale” (Sony Music), l’album di canzoni natalizie dell’artista. Subito dopo la data di pubblicazione, la Carrà lo presenterà al pubblico in due eventi instore: sabato 1 dicembre a Milano (Mondadori Megastore, ore 17, piazza Duomo) e giovedi 6 dicembre a Roma (Porta di Roma, ore 17, via Alberto Lionello).

“Ogni volta che è Natale” sarà disponibile in quattro edizioni speciali: Standard version, CD (conterrà 9 brani classici del Natale interpretati da Raffaella e un inedito, dal titolo “Chi l’ha detto”); Deluxe Edition, 2CD (CD standard + disco bonus con 19 hit dell’artista); LP (conterrà i brani del CD standard e si presenterà in due "colorazioni": silver limited edition e white) e Super Deluxe (composta da un 45 giri con un particolarissimo formato a stella, i 2 CD della deluxe version, + un prezioso portachiavi con gli “auguri” di buone Feste di Raffaella Carrà). Quest’ultima sarà un’edizione limitata e numerata (saranno pubblicate, infatti, solo 2000 copie, 500 delle quali conterranno un regalo speciale dell’artista).
La prenotazione è disponibile da oggi, lunedi 5 novembre, su AMAZON e venerdi 9 novembre su iTunes.
Queste le tracklist delle quattro edizioni:
STANDARD VERSION (1 CD)
Chi l'ha detto (brano inedito); White Christmas; La Marimorena; Happy Xmas (War Is Over); Merry Christmas Everyone (R.Carrà version); Halleluja; Feliz Navidad; Buon Natale; Jingle Bell Rock; Navidades Han Llegad

DELUXE VERSION (2CD)
Oltre alle tracce della standard version, il secondo CD conterrà: Rosso Rock; Conga; Far L'amore (Bob Sinclar & Raffaella Carrà); Keep On (Raffaella Carrà feat. John Biancale); Tuca Tuca; Forte (Raffaella Carrà feat. Bob Sinclar); Pedro; Adiós amigo; Replay; Rumore; Ballo ballo; Satana; 53 53 456; Fiesta; Fun Fun Fun; Luca; Ché dolor; Hold Me; Tanti auguri

LP:

Stessa tracklist della standard version (Lato A e Lato B)

SUPER DELUXE:

45 giri (tracklist: Lato A, “Chi l’ha detto” e Lato B, “Merry Christmas Everyone”) + DELUXE VERSION

Paolo Borrometi, un antieroe che testimonia ogni giorno la forza dei suoi ideali

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di Caterina Guttadauro La Brasca - Sono una scrittrice e mi servo della parola per trasmettere le mie emozioni. Penso che chiunque abbia questo dono, debba anche servirsene quando può avere una valenza umana, civile e sociale.

Questo e le radici siciliane mi accomunano all’Autore di “Un morto ogni tanto”: Paolo Borrometi. Ci siamo incontrati due anni fa, alla cerimonia di Premiazione del Concorso Letterario Internazionale ”L’Anfora di Calliope” di cui ormai da 4 anni sono Presidente. L’ho premiato per ammirazione, per solidarietà e per il suo coraggio. L’ho voluto con noi perché ritengo che la Cultura e l’Istruzione debbano essere protagonisti delle lotte che riguardano il bene comune. Paolo avrebbe potuto essere, come tantissimi siciliani hanno fatto e fanno, un uomo con una sua vita spesa tra lavoro e casa, i suoi amici, i suoi figli ed essere volutamente all’oscuro della realtà siciliana del suo tempo, di tutto ciò che spezza la schiena dei siciliani onesti che vengono rubati alle proprie famiglie in nome della prevaricazione, della violenza, dell’ingiustizia. Perchè non ha voluto essere libero di respirare quest’aria di”normalità”?
Perché, fin da bambino quando ancora era difficile darsi delle risposte, si è chiesto: « Ma è poi davvero aria pulita quella che respiro? E’ giusto vedere morti, attentati, subire minacce e tacere?»
La scelta era già dentro di lui, nel suo DNA, trasmessa da colui che aveva vissuto e subito da grande siciliano: suo padre, uomo giusto ed onesto, punito per la sua lungimiranza. Non si era arreso ai tanti avvertimenti subiti, per voler contribuire ad estirpare le radici malate di una terra che, ingiustamente, era da sempre definita “TERRA BABBA”.Paolo, in questo libro, solleva tanti veli che nascondono da sempre atroci verità, dimostra che, da sempre,in quella parte di Sicilia, c’è una violenza dormiente, un’omertà tramandata da padre in figlio che ha permesso di attecchire all’ingiustizia,di sterminare intere famiglie in nome dello strapotere e dell’avidità economica. 
Averti letto, caro Paolo, non è prendersi sulle spalle il peso di ciò che hai scritto, bensì essersi data la possibilità di conoscere verità scomode e cruente. Non possiamo voltare le spalle alla realtà e all’obiettiva verità, in tanti casi, conclamate anche giuridicamente.
“La Sicilia, come giustamente dici, non ha bisogno di eroi ma di essere ripulita dai falsi eroi, dalla vendetta, dalla solitudine, dall’omertà. Non possiamo estraniarci da tutto questo: equivarrebbe a una vanificazione della tua lotta e di quella di tanti altri che hanno pagato con la vita il tentativo di dare voce alla Sicilia, a questo fiore del mediterraneo, alla sua arte e alla sua storia. Il titolo di questo libro è emblematico e bene rende l’idea di minimizzare con quel “ogni tanto” l’enormità del fenomeno che può sembrare meno doloroso e meno destabilizzante.
Ma muoiono anche le famiglie che sopravvivono ai loro cari uccisi, perché la morte si può portare anche dentro e forse miete più vittime questa dell’altra. Niente è più lo stesso per chi sopravvive. Sono i tentativi come il tuo che hanno accorciato la strada verso la conoscenza del sistema, il pentitismo poi, ha aperto feritoie permettendo di comprendere meglio la struttura del fenomeno per poterlo affrontare in maniera più mirata.
E poi ci sono stati (quanto pesa usare questo verbo al passato) Falcone e Borsellino a rappresentare , i giudici, i giornalisti, le scorte, tutti coloro che si sono esposti per proteggere i servitori della giustizia e della democrazia. Caro Paolo, dici di non sentirti un eroe pur sapendo che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, per non poter avere una famiglia, dei figli (Falcone disse che non voleva mettere al mondo degli orfani), per non poter fare tutte le cose della normalità comune. Consentimi da siciliana, orgogliosa come te di esserlo, di donarti queste modeste parole per il tuo coraggio, il sorriso che nonostante tutto non hai perso, per il tuo rammarico di dare preoccupazione ai tuoi genitori che ti hanno donato la vita, quella che tu ci regali, giorno dopo giorno per farci vivere in una Sicilia più serena.
Grazie Paolo a te ed ai tuoi angeli custodi.
Caterina Guttadauro La Brasca

HAUTE COUTURE, LA STILISTA FRANCESCA DI MARIA INTERPRETA 'LES FEMMES' DI MODIGLIANI

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La stilista Francesca Di Maria dell’Atelier FDM a Palermo rende omaggio ad un’icona dell’arte interpretando la femminilità delle sue donne con cinque abiti da sera a tema “Gli outfit realizzati per l’occasione sono ispirati alle donne di Modigliani, che è stato capace nei suoi dipinti di cogliere l’infinita profondità dell’animo femminile”

PALERMO. La femminilità di Modigliani diventa haute couture e va in scena alla mostra di Modigliani. Le seducenti donne di Modigliani interpretate negli abiti di alta moda firmati FDM di Francesca Di Maria indossate dalle modelle hanno sfilato all’inaugurazione della mostra dedicata a “Les Femmes” di Modigliani a Palermo lo scorso 3 novembre al Palazzo Bonocore.
La stilista palermitana, rappresentante dell’alta moda in Sicilia, continua una tradizione di famiglia sotto il marchio FDM, nell’atelier di via Libertà a Palermo - dove le signore dell’alta società incontrano lo stile e l’eleganza di pezzi unici -  ha reso omaggio al genio e all’estro dell’artista con una sua interpretazione in chiave haute couture a ‘Les Femmes’ di Modigliani con il suo stile e la sua creatività, presentando cinque modelli ispirati alla femminilità sprigionata da Les Femmes del maestro Modigliani, che ha fatto delle figure femminili l’epicentro della sua arte. 

Le indossatrici hanno indossato cinque eleganti abiti da sera, con i toni del nero, caratterizzati da abiti lunghi dai tagli lineari e sensuali, ampie scollature che richiamano le scollature a V degli abiti neri che vestono le donne dipinte da Modigliani, boa di struzzo bianchi e neri a circondare le spalle, e ancora inserti di tessuti preziosi come velluto, pizzo trasparente e seta impalpabile. Truccate e pettinate come le donne dei quadri di Modigliani, capelli tiratissimi con riga centrale e classico chignon, a sprigionare una femminilità ed una eleganza di altri tempi ma che rimane essenza dell’alta moda di classe.  
“Gli outfit realizzati per l’occasione sono ispirati alle donne di Modigliani, che è stato capace nei suoi dipinti di cogliere l’infinita profondità dall’animo femminile – spiega la stilista palermitana Francesca Di Maria - queste donne dai colli lunghi che sprigionano femminilità e sensualità profonda mista ad una severità pungente attraverso le forme snelle, i visi rarefatti caratterizzati da occhi penetranti. Modigliani per cogliere l’essenza femminile ne spogliava l’anima, la moda invece fa l’opposto, l’abito per me deve vestire un’anima con eleganza e ricercatezza, elementi che purtroppo si sono un po’ persi nel tempo, ma che rimangono l’essenza stessa della bellezza femminile”. 


STORIA DEL BRAND FDM – ALTA MODA PALERMO di Francesca Di Maria 

Francesca Di Maria, la signora dei cappelli
“Custodi di morbidi pensieri di creatività”
Eredità della nonna Erminia e della madre Caterina, pioniere della moda a Palermo e creatrici di pezzi esclusivi per nobildonne e signore eleganti, Francesca Di Maria oggi continua una tradizione di alta moda sotto il marchio FDM, nell’atelier di via Libertà a Palermo dove le signore dell’alta società si vestono e le spose sognano il loro abito bianco. Un must sono i suoi splendidi cappelli: “Per le spose, di giorno e nella stagione calda, in luoghi aperti o bucolici, il cappello è un vezzo che fa tanto chic”

Quando si parla di haute couture in Sicilia dinnanzi a Francesca Di Maria, stilista palermitana da oltre 42 anni, è proprio il caso di dire “tanto di cappello”. Lei con le sue creazioni di alta moda, e prima di lei la nonna e la mamma, hanno dettato le mode per anni e vestito grandi nomi della società dell’epoca. Sapienza e tradizione sartoriale di famiglia, sono gli ingredienti principali di FDM il marchio di Francesca Di Maria. Il suo modo di vestire le donne a Palermo è più unico che raro, e oggi come ieri tante donne, siciliane e non solo scelgono il suo atelier per indossare l’abito dei sogni che Francesca con il suo abile e professionale staff di sarte cuce prima con gli occhi addosso alle sue donne che con il filo. “Vestire con gioia un corpo è dare un abito alla sua anima” è la sua filosofia di base. Il suo atelier è il posto preferito dalle signore e dalle spose che sognano un abito su misura per loro e che Francesca trasforma in realtà. E a proposito di cappelli, una passione che continua, ormai un must dell’atelier FDM che ha raccolto e valorizzato l’eredità frutto del lavoro e della creatività di tre generazioni; basta entrare nel suo show room per tuffarsi in un’epoca magica in cui il cappello era (e rimane) un accessorio immancabile di eleganza e charme. 
Prima di lei fu la nonna Erminia Castagna, una delle prime modelliste della città e poi la madre Caterina Tabascio, icona di eleganza e personalità, una delle prime donne a Palermo a prendere la patente, amante di Spider e del ben mondo, a vestire nel suo atelier di via Maqueda nobildonne e signore eleganti. “Il cappello, nel periodo in cui Palermo viveva la sua Belle Epoque con la famiglia Florio, era il simbolo di eleganza e femminilità immancabile nel guardaroba dell’alta società – racconta Francesca Di Maria - , parte integrante della vita quotidiana delle signore che lo indossavano ad ogni ora del giorno, fra passeggiate nei parchi, gare ippiche, ricevimenti mondani e persino per la notte -  e continua -: era l’unico segno distintivo capace di imporsi in tre mise, mattino, pomeriggio e sera sulle teste dei nobili”. 
I suoi cappelli hanno viaggiato in lungo e largo in Italia e all’estero, conservati nelle cappelliere, le scatole dal sapore retò che evocano glamour di altri tempi; dalla fiera White di Milano nel 2010 (padrino d’eccezione Elio Fiorucci) e prima nel 2005 al Theatre Municipal di Strasburgo per iniziativa dell’Istituto italiano di cultura, e nel 2008 a Palazzo Riccio di Morana di Trapani. Cappelli leggeri, batuffoli di piume, delicate velette, velluti preziosi e cuffiette impalpabili, sono solo alcuni elementi chiave della sua immensa collezione che conta infiniti pezzi: proprio una cinquantina di creazioni tutte in white sono state esposte al White di Milano in omaggio al nome dell’evento dedicato alle spose e risalgono agli anni che vanno dal 1910 al 1960.  
Quello di Francesca Di Maria è un patrimonio immenso che racconta storia, moda e stile a Palermo (e che l’anno prossimo sarà visibile al pubblico a Palermo nell’ambito degli eventi legati a ‘Palermo Capitale della Cultura 2018’ presso una dimora storica cittadina), fra creazioni con piume di uccelli esotici, crine di cavallo, paglia di Firenze, ricami, velluti, feltri, organza di seta, crepe di satin e di cady, aigrette, tulle e gazar. Dalla mamma Caterina ne ha ereditati circa un migliaio, tutti di buonissima fattura confezionati dalle mani delle sei abili modiste lavoranti nell’atelier e conservati con estrema cura nelle ormai desuete ma sempre affascinati e dall’allure vintage cappelliere. Cappelli a tesa larga, velette, e altro ancora che farebbero gola alla regina Elisabetta d’Inghilterra tanto avvezza all’uso del cappello. “Il cappello di per sé conserva da sempre un alone di magia di mistero, - dice Francesca Di Maria - è stato usato nelle favole, come nelle varie fedi religiose, e nelle istituzioni oltre che nel mondo sportivo – e continua -, è un accessorio incredibile, senza tempo, che da solo nella sua semplicità fa la differenza, e che va oltre le mode e le tendenze, incorniciando volti e valorizzando la mise. Va bene a tutti, per le spose, di giorno e nella stagione calda, in luoghi aperti o bucolici è un vezzo che fa tanto chic”.  
I cappelli di Francesca Di Maria, da sempre ambasciatrice del gusto siciliano, raccontano l'evoluzione del gusto e del costume, dagli anni Dieci agli anni Sessanta del Novecento. Cappelli che furono indossati durante i ricevimenti di donna Franca Florio, musa di pittori e poeti per la sua straordinaria bellezza, i balli di principi e marchesi siciliani, le prime del Teatro Massimo. “Il cappello nella storia dell'uomo - dice la Di Maria - è molto più di un accessorio, è elemento simbolico nelle diverse religioni, è attributo che identifica i mestieri, dalla barchetta di carta del muratore al cappellaccio di paglia del contadino, è strumento indispensabile per proteggersi dal freddo e dal caldo. È sogno, sfizio, lusso, raffinatezza estrema, passione per la bellezza e patrimonio di creatività italiana, è soprattutto custode di morbidi pensieri di creatività”. 


Ufficio stampa: Carmen Vella - mobile 342 1087374
DM Alta Moda Palermo
Via della Libertà 111-113
90143 Palermo 
Tel. (+39) 091 307 019 francescadimaria.it

Credits
Abiti: FDM Atelier Francesca Di Maria 
Hairstyle: Francesco Cospolici
Make up: Stefania Migliore
Gioielli: Nausicaa Gioielli 
Calzature: Leone Calzature
Photograpy: Vincenzo Pennino

Top Brands: i Fast Casual Restaurants più social

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L’analisi svolta da Blogmeter, tramite la sua nuova Suite, ha avuto come oggetto i locali a metà tra Fast Food e Ristorante. Prima nel rating la steakhouse Roadhouse Restaurant seguita da Panini Durini e Miscusi

Nuova edizione della Top Brands Blogmeter in questa occasione dedicata ai Fast Casual Restaurants, i locali a metà tra Fast Food (per la velocità del servizio) e Ristorante (per la qualità delle pietanze offerte). Blogmeter, utilizzando la nuova piattaforma integrata di social intelligence Blogmeter Suite, ha analizzato le performance di tutte le pagine ufficiali Facebook, Twitter e Instagram delle principali insegne di Fast Casual Restaurants presenti sul mercato italiano e che si rivolgono allo stesso. Dei 25 brand presi in esame è stata creata una classifica in cui sono stati evidenziati i 5 brand risultati migliori per interazioni totali nel trimestre dal 1° luglio al 30 settembre 2018.
                                                                                                                             I Primi tre brand sul podio

Al primo posto della classifica si posiziona Roadhouse Restaurant, la prima catena di steakhouse in Italia, sviluppata nel 2001 dal Gruppo Cremonini. Roadhouse ha totalizzato oltre 79 mila interazioni puntando su una strategia di User Generated Content per la propria comunicazione social condividendo foto scattate dai suoi clienti,. La maggior parte dell’engagement prodotto proviene dalla pagina Facebook della steakhouse dove sono stati pubblicati ben 76 post.  Medaglia d’argento per la paninoteca milanese fondata nel 2011, Panini Durini, che totalizza oltre 67 mila interazioni. Il canale Instagram, sui cui sono stati pubblicati circa la metà dei contenuti, è quello prediletto dagli utenti di Panini Durini che impazziscono per il primo piano di un golosissimo panino crudo e stracciatella e lo premiano con oltre 3,5 mila like. Terza posizione per Miscusi, ristorante casual fondato da due giovani milanesi che serve pasta fresca gourmet. L’engagement totalizzato da Miscusi nel periodo di analisi è pari a 56 mila interazioni, prodotte grazie ai 178 contenuti pubblicati sui canali social. Tra gli hashtag più engaging utilizzati da Miscusi su Instagram svettano #WeLovePasta e #AdessoPasta!
                                                                                                    
Al quarto posto Flower Burger, la prima veganburgeria d’Italia

Flower Burger, la prima veganburgeria d’Italia fondata a Milano nel 2015, si attesta in quarta posizione con un total engagement che ammonta a 49 mila interazioni. I burger colorati della paninoteca vegana conquistano tutti ed è infatti un contenuto pubblicato da Flower Burger a risultare il più engaging del panel nel periodo di analisi, guadagnando oltre 4,6 mila interazioni totali. Al quinto posto si classifica Zushi, ristorante Giapponese fondato a Verona, con un total engagement che ammonta a quasi 35 mila interazioni. I deliziosi piatti di sushi pubblicati sui suoi canali social da Zushi conquistano soprattutto i fan di Facebook, che contribuiscono ad oltre il 73% dell’engagement totale e premiano come contenuto più interessante il romantico Love Menu dedicato alle cene di coppia. La menzione speciale di questa Top Brands spetta ad Old Wild West, azienda friulana nata nel 2002, specializzata in hamburger e piatti di carne alla griglia. Il suo post dedicato al Menu X Factor, che invita gli agli utenti a votare il piatto preferito per poter vincere i biglietti della finale dello show canoro, si aggiudica i premi di most shared e most commented content del trimestre.



METODOLOGIA:
La Blogmeter Top Brands Fast Casual Restaurants è stata realizzata a partire da un panel di profili/pagine corporate ufficiali italiane delle principali aziende del settore di riferimento. Il valore "Total Interactions" rappresenta la somma delle interazioni ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments. Mentre il valore "Source Engagement" rappresenta la somma delle interazioni (divise per fonte) ricevute dai singoli profili social come da dettaglio: Facebook: likes e reactions, comments e shares. Twitter: retweets e favorites. Instagram (solo profili business): like e comments.

Pijamaparty, dai '90 al futuro con stravagante arroganza, ecco il 1° singolo della formazione toscana

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Primo singolo/manifesto per la formazione toscana pijamaparty, che con la titletrack debutta sulla scena con le idee decisamente chiare.
Pijama Partyè il titolo del primo singolo e video disponibile da martedì 6 novembre in tutte le piattaforme digitali, pubblicato da Black Candy Records.
$ilvia (voce), CumZ (basso), Hanif (chitarra), Vitty (tastiere) e Mug (batteria) esordiscono con ritmica secca e un cantato effettato che ci riporta indietro ai gloriosi '90, per poi scuoterci con un ritornello distorto ed elettronico. Un caleidoscopio lisergico mescola l'attualità di Die Antwoord con la golden age dei Beastie Boys, fino a sfiorare i loop cavernosi di Primus e RATM.

Il brano sin dai primi versi mette in guardia l'ascoltatore circa le intenzioni della band: "Pijamaparty are back in town", perché come tutti gli outsider anche i pijamaparty si sentono un po' alieni in quella standardizzata ottusità che è la realtà della provincia, ma, che poi si manifesta in tutte le provincie italiane.

I pijamaparty si sentono diversi, fanno festa e la canzone lo racconta utilizzando ironicamente i cliché dell'Hip-Hop seppur mantenendo il loro atteggiamento punk. Non servono soldi per spassarsela, é questo il motto dei PJP nel verso "We got the beat, Ain’t got no money but we got the beat", sopra le righe, irriverenti e altezzosi, sono pronti a trascinare il pubblico nel loro mondo stravagante e surreale.

Il videoclip realizzato da Stefano Poggioni per The Factory Prd vuole rappresentare la trasposizione visiva della visione pijamaparty. Psichedelia, caos e colore, si rincorrono in immagini ipnotiche che vogliono rappresentare la forza dei PJP. Ispirato alle celebri produzioni dei video rap Anni '90, racchiude in chiave moderna uno stile sporco e decisamente street.

Pijama Party anticipa il primo lavoro di studio che sarà pubblicato il prossimo anno. 

VIDEOCLIP UFFICIALE

Foto: Claudia Cataldi _ the factory

In libreria "Fabrizio De André. Sguardi randagi. Le fotografie di Guido Harari"

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Prefazione di Cristiano De André Postfazione di Dori Ghezzi De André. A VENTI ANNI DALLA SCOMPARSA, IL RITRATTO DI UN ARTISTA SEMPRE PRESENTE NELLA VITA MUSICALE E CULTURALE ITALIANA, ATTRAVERSO LE EMOZIONANTI FOTOGRAFIE E LE PAROLE DELL’AUTORE
Per quasi vent’anni, Guido Harari è stato uno  dei  fotografi personali di De André, realizzando molte delle sue più conosciute  immagini ufficiali. In  questo  volume il suo archivio si schiude per la prima volta  integralmente, con oltre 300 fotografie che includono  non solo quelle più amate dai fan, ma anche alcune gemme inedite. Sono sguardi randagi, spesso rubati, malgrado l’ufficialità, vincendo la pigrizia o la ritrosia dell’artista. Le fotografie sono accompagnate  dal  racconto di ricordi, aneddoti e dalla “viva voce” di De André estratta dalle interviste realizzate dallo stesso Harari in occasione di due snodi cruciali del percorso dell’artista: la leggendaria tournée con la PFM e l’album Le nuvole. De André racconta la sua dipendenza  dall’alcol, la competizione giovanile col padre e  col fratello Mauro, il rapporto con la moglie Dori Ghezzi e  con i figli Cristiano e Luvi, l’incontro con Fernanda  Pivano e Edgar Lee Masters, l’infanzia ricomprata grazie alla nuova attività di agricoltore in Sardegna, la rivoluzione linguistica e musicale di Creuza de ma, il ritorno al “canto civile” degli ultimi dischi.

Guido Harari (Il Cairo, 1952)  è  fotografo  e  giornalista musicale. Ha firmato copertine  di  dischi  per  artisti  internazionali  e  italiani.  Dopo  la scomparsa  di  De  André,  gli  ha dedicato tre biografie per immagini – E poi, il futuro (Mondadori, 2001), Una goccia di splendore (Rizzoli, 2007) e Fabrizio De André & PFM. Evaporati in una nuvola rock (con Franz Di Cioccio, Chiarelettere, 2008). Ha curato, insieme a  Studio Azzurro, la grande mostra  multimediale  dedicata  all’artista da Palazzo Ducale, a Genova, nel 2008-2009.


Rizzoli
25,5x31,5 cm

256 pp. 45 €
In libreria dal 6 novembre

Palermo, in mostra “Modigliani Experience, Les Femmes” fino al 31 marzo 2019

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Seducente, dissoluto, irruento ma geniale: sono solo alcune delle caratteristiche distintive di Amedeo Modigliani, uno dei protagonisti più atipici e geniali dell’arte italiana e mondiale.
Una fama che ha dato adito a una vera e propria mitologia, alimentata da una vasta produzione di libri e film ispirati alla sua vita, ricca di fascino. La sua personalità è piena di luci e ombre, che si rivelano fondamentali per comprendere a fondo l’originalità e l’unicità delle sue opere.
La mostra “Les Femmes Modigliani Experience” ripercorre le tappe salienti della vita di Amedeo Modigliani descrivendola attraverso i ritratti delle sue muse ispiratrici, tra cui svetta Jeanne Hébuterne, con cui l’artista instaura una relazione travolgente e struggente, oltre che estremamente creativa. Una storia che finirà tragicamente, con la morte di entrambi a distanza di un giorno l’uno dall’altra. Presentando le opere principali dedicate alla bellezza femminile e alla sua imperscrutabile profondità, questa mostra apre le porte alla conoscenza della prestigiosa evoluzione artistica di Modigliani, nel cuore del nascente focolaio modernista parigino. 
La mostra “Modigliani Experience, Les Femmes” (www.modiexperience.com), organizzata da Navigare s.r.l. e realizzata da Amalart s.r.l. (www.amalart.it), si è aperta il 3 Novembre 2018 e durerà fino al 31 Marzo 2019 a Palazzo Bonocore, in Piazza Pretoria 2 a Palermo che arricchisce il patrimonio delle manifestazioni di Palermo Capitale della Cultura Italiana. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Istituto Amedeo Modigliani, presenta 42 opere in formato digitale nelle quali è rappresentato l’immaginario femminile di Amedeo Modigliani e 5 opere straordinarie provenienti da collezioni private. Arricchiscono e contestualizzano storicamente la mostra oltre 90 tra foto e documenti d’epoca, spesso inediti, relativi alla vita del grande artista italiano. Un corredo tecnologico di video, filmati, animazioni in compositing e app, rende la mostra un evento straordinario di comunicazione e di divulgazione culturale, raggiungendo il grande pubblico con i nuovi metodi di fruizione esperienziale applicati al bene culturale. Il tutto si fonde in un unico fantastico evento, e permette di avere percezione di una sorta di racconto di un periodo storico straordinario, come l’Europa dei primi del ‘900, in cui l’arte, le grandi scoperte, l’economia, i confronti tra la pittura, la musica e la letteratura hanno influito radicalmente nel nostro immaginario, determinando simboli e riferimenti indissolubili nella nostra coscienza: così come l’opera di Amedeo Modigliani.
LA STANZA SEGRETA. “La ‘stanza segreta’ degli amici di Amedeo Modigliani – spiega il direttore artistico Alberto D’Atanasio - vuole ricreare lo spazio magico e le suggestioni che unirono gli animi e mossero le ispirazioni dei protagonisti dei primi anni del ‘900 con le opere di Giovanni Fattori, che fu tra i primi maestri di Amedeo, Maurice Utrillo, amico e confidente compagno di risse e bevute, Fernand Leger, uno dei padri del cubismo, pittore e teorico dell’arte, amico che polemizzava sugli strani atteggiamenti di Modigliani. In questa stanza campeggia il ritratto di Hannelore, donna dal destino segnato che Modigliani ritrasse perché fosse eterno il suo dannato ricordo di donna e madre. E poi il ritratto di Jeanne dipinto su un telo che racconterà di un altro importante amico, Paul Alexandre, medico militare che regalò al pittore italiano delle lenzuola delle truppe marocchine arruolate nell’esercito francese, perché, pur nell’indigenza, il genio dell’artista potesse continuare a tracciare il suo segno e lasciare indelebile nella storia l’antica traccia della Bellezza”. Una Produzione Navigare Srl modiexperience@gmail.com- www.modiexperience.com
LE OPERE MULTIMEDIALI. Le opere sono riprodotte digitalmente ad altissima definizione con l’assoluto rispetto delle dimensioni e dei colori dell’originale. Ogni dipinto digitalizzato è stato riprodotto su uno speciale film retroilluminato nel suo formato originale e in una qualità molto elevata, con una risoluzione fino a 1200 dpi. Il film è stato inserito in un pannello speciale con uno spessore di 10 mm, illuminato in modo omogeneo. Le foto dei dipinti sono state fornite in formato digitale e nella risoluzione richiesta direttamente dai musei e dai proprietari delle opere, dietro pagamento della licenza per il loro uso nella categoria delle “mostre d’arte”. Tutte le immagini sono certificate per il rispetto della fedeltà dei colori rispetto al dipinto originale. Il lavoro è posto sulla parte anteriore dei pannelli neri. Ogni pannello avrà uno spessore massimo di 1,5 cm e una dimensione di 250 x 200 cm e ha una base che garantisce stabilità.
L’ESPERIENZA CON GLI OCULUS. "Modigliani Les Femmes – Multimedia Experience"è anche un’immersione sensoriale nei capolavori del pittore che più ci ha insegnato a guardare e rappresentare la bellezza femminile nella sua più complessa intimità. “Uno degli obiettivi della mostra – afferma Angelo Lanzetta, CEO di Amalart che ha anche curato la realizzazione dello spazio interattivo - è infatti anche quello di rendere omaggio al genio di Amedeo Modigliani attraverso un'esperienza multimediale che con l'uso di una realtà virtuale 3D permette di entrare nel mondo dell'artista livornese”. Una delle attività presenti è quella di indossare un visore iper tecnologico, che con una App dedicata porta il visitatore direttamente dentro al quadro, per muoversi liberamente all'interno di esso. VR EXPERIENCE è un’esperienza di realtà virtuale realizzata attraverso l'utilizzo degli Oculus Samsung Gear.”
I PATROCINI ED IL SOSTEGNO ALLA MOSTRA. Il grande evento culturale ha avuto l’adesione del Ministero dei Beni Culturali ed il patrocinio delle Regione Siciliana, del Comune di Palermo, dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Assemblea Regione Siciliana, in collaborazione con I World che gestisce il Palazzo Bonocore e Officine Ballarò. L’organizzazione Navigare s.r.l. gestisce la divulgazione del “concept” della mostra in Italia ed all'estero in occasione del 100 anni della morte di Amedeo Modigliani, in collaborazione con la società Amalart che cura i contenuti multimediali e lo storytelling della mostra. Il progetto viene organizzato grazie alla collaborazione degli sponsor Easy Test Palermo, Ristorante Palazzo Branciforte, e Gesap Aeroporto Palermo, e dei media partner Radio Monte Carlo, Sky Art e Palermo Today gruppo City News – Palermo Today, e dallo sponsor tecnico Plus Plustcollection. 
Mostra dal 3 novembre 2018 al 31 marzo 2019
Apertura al pubblico: 3 novembre 2018 | 19.00 - 24.00
Orari: dal lunedì (lunedì mattina chiusura pomeridiana con apertura ore 14) al giovedì e la domenica 10 - 20.30; venerdì e sabato 10 - 22.30 (ultimo ingresso trenta minuti prima della chiusura).
Produzione: Navigare Srl - info: 345/2750787 (info@navigaresrl.com)
Biglietti – Intero: € 12; Ridotto: € 10 per over 65 anni, forze dell’ordine, vigili del fuoco, personale docente ed educativo Ministero Pubblica Istruzione; € 8: universitari, ragazzi fino a 18 anni e convenzioni; € 5: visita scuole. Gratuità: bambini fino a 8 anni, disabili con accompagnatori. La biglietteria chiude trenta minuti prima dell’orario di chiusura.
Biglietteria/Info: Palazzo Bonocore - 342/1468635 – 345/2750787. modiexperience.segreteria@gmail.com
www.modiexperience.com

MAI COSÌ BASSO L'INDICE DI STATO PSICOLOGICO DELLA POPOLAZIONE ITALIANA

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Il dato base è un dato Istat: già nel 2017 l'Istituto Nazionale di Statistica comunicava un crollo di questo indicatore.

Nel 2017, il presidente dell'Istituto Nazionale di Statistica, nell'autorevole  cornice del XXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, comunicava il dato ufficiale: rispetto al 2005 l'indice di stato psicologico degli italiani ha perso circa 4 punti nelle fasce di età comprese tra i 50 ed i 59 anni e circa 2 punti nelle fasce di età comprese tra i 20 ed i 49 anni.

Il dato è riportato nel grafico a pagina 10 del documento «La salute mentale in Italia: cosa ci dicono i dati dell'Istat» accessibile anche online sul sito dell'Istituto Nazionale di Statistica (https://www.istat.it/it/files/2015/10/Salute-mentale_Giorgio-Alleva_2017.pdf).

Ma risalire la china si può. Ne è convinta Anima Select, l'organizzazione che in pochi mesi ha rivoluzionato il mondo degli incontri grazie all'esclusivo «abbinamento emotivo» basato sulle tecniche scientifiche ideate dallo psicologo Stefano Benemeglio.

«Proprio a partire da un percorso di crescita personale si può arrivare a conquistare tutto ciò che si vuole, non solo un uomo o una donna -a seconda dei casi- ma anche successo, wellness finanziario e tutto il resto» assicura Giuseppe Gambardella, ideatore e ceo di Anima Select (www.AnimaSelect.it).

Dopo aver partecipato ai corsi tenuti dallo psicologo Stefano Benemeglio, padre delle discipline analogiche, noto per i molti esperimenti di successo portati avanti nelle sedi più prestigiose includendo anche l'Ordine dei Medici di Madrid e per la sua ampia ricerca sulle discipline analogiche portata avanti fin dagli Anni Settanta quando fu counselor e coach di numerose stelle di Hollywood, l'imprenditore italo-inglese ha lanciato questa nuova iniziativa.

Sviluppato soprattutto nei Paesi anglosassoni, il «wellness emotivo» arriva così in Italia in un momento che vede più che mai abbassati gli indici di stato fisico e psicologico della popolazione, una situazione che nel nostro Paese penalizza maggiormente gli uomini rispetto alle donne ed il Sud rispetto al resto del Paese.

A crollare maggiormente in Italia -secondo quanto osservano gli analisti di Anima Select- è il mental component summary (MCS), l'indice che misura lo stato psicologico della popolazione attraverso l'autovalutazione della vitalità, delle attività sociali, dello stato emotivo e della salute mentale.

Per sedentarietà e per eccesso di peso si rileva -più in particolare- un persistente svantaggio del Mezzogiorno. Ma i problemi sussistono anche nel Nord Italia che -con oltre un quarto di consumatori a rischio- si caratterizza per maggiori quote di consumo di alcol.

Il Centro Italia, rimane invece l'area geografica con la maggior quota di fumatrici (tra gli uomini la percentuale più elevata si rileva nel Mezzogiorno).

Ogni regione, insomma, ha il suo problema. E per tutti vi è una diversa soluzione, che tiene in conto la diversa tipologia emotiva di ciascun individuo.

«La tipologia emotiva è già formata in ognuno di noi e quindi non può essere modificata. Essa è determinata dal modo in cui l'individuo contestualizza se stesso nell'ambiente della famiglia e da come egli vede e vive il rapporto da un punto di vista soggettivo con i genitori e con se stesso» puntualizza Giuseppe Gambardella.

Se poi si fa una proiezione dello stato psicologico della popolazione italiana al 2018, l'indice stimato da Anima Select scende addirittura a 35 punti su 100: 36 punti su 100 per il campione maschile e 34 punti su 100 per quello femminile, contro i 47 punti per gli uomini ed i 44 punti per le donne misurati dall'Istat nel 2013.

Ora l'asso nella manica di Gambardella è il «metodo»: attraverso parametri analogici ideati dal padre delle discipline analogiche, Anima Select offre la possibilità di raggiungere un pieno benessere emotivo. E per chi è alla ricerca dell'anima gemella offre un'altissima probabilità di riuscita poiché a priori il «match» avviene solo con persone che hanno una tipologia analogica compatibile.

Così Anima Select offre alle coppie il 70% di probabilità in più di durare, probabilità che è basata sulla determinazione di 8 tipologie emotive per cui le coppie così formate hanno sempre un "incastro reale", seguendo le tecniche scientifiche ideate dallo psicologo Stefano Benemeglio.

Dopo il flop delle agenzie matrimoniali tradizionali nasce dunque un nuovo approccio che niente ha a che vedere con quello che esisteva negli Anni Ottanta, ma che tiene conto degli aspetti più profondi e innovativi della psicologia umana, prestando una particolare attenzione al benessere emotivo della persona.

Come iniziare a ritrovare il proprio wellness emotivo? Per cominciare basta sottoporsi ad un semplice test online, disponibile ed accessibile gratuitamente a tutti sul portale di Anima Select (www.AnimaSelect.it).

INFLUENZA, 3 MLN I CASI STIMATI (CERTIFICATI). MENO ANTIBIOTICI, PIÙ VACCINI. I CONSIGLI DEGLI SPECIALISTI

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In Italia l’attività dei virus influenzali è ai livelli di base e quindi siamo all’inizio dell’epidemia influenzale che come ogni anno raggiungerà il picco nei mesi di dicembre e gennaio.
In particolare, nell’ultima settimana di ottobre l’incidenza totale è stata pari a 1,17 casi per 1000 persone. Il numero di casi stimati in questa ultima settimana è stato pari a circa 71mila, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 125mila casi. "In questo momento è difficile stabilire quanti saranno i casi certificati di influenza quest’anno - spiega il Prof. Massimo Andreoni, Docente di Malattie Infettive all'Università Tor Vergata di Roma e Direttore Scientifico Simit, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali - ma probabilmente non si discosteranno da quelli dello scorso anno che sono stati più di tre milioni".

I SINTOMI – I sintomi iniziali sono il coinvolgimento prima delle alte vie aeree con raffreddore e lacrimazione, successivamente delle basse vie con tosse, e febbre. Frequenti sono i dolori muscolari a cui possono associarsi delle complicazioni, alcune volte gravi, che possono interessare il sistema cardiocircolatorio e il sistema nervoso centrale, oltre che una polmonite complicata da una sovra infezione batterica.

ATTENZIONE AI FARMACI - "L’arrivo dell’influenza coincide sempre con un aumento spropositato dell’uso degli antibiotici. E’ importante ricordare - aggiunge il Prof. Andreoni - che l’influenza è una malattia virale e pertanto gli antibiotici, che sono attivi contro i batteri, non hanno alcuna indicazione. Quindi solo nei casi complicati e dietro indicazione medica possono essere utilizzati gli antibiotici. Per la cura dell’influenza esistono farmaci antivirali specifici attivi quindi contro i virus influenzali che per essere efficaci devono essere utilizzati precocemente, nelle prime ore dell’infezione, e sono riservati a quei pazienti che sono a rischio di gravi complicanze. In tutti gli altri casi i farmaci da utilizzare sono anti-infiammatori delle prime vie aeree e antipiretici".

SOGGETTI PIU' A RISCHIO - L'influenza è pericolosa soprattutto per alcune categorie ritenute a rischio, che potrebbero avere tantissime complicanze, sino alla morte. Tra questi, i cardiopatici, i diabetici, le persone colpite da insufficienza renale cronica, e tutti coloro che hanno patologie croniche fortemente debilitanti. Inoltre sono considerate a rischio tutti gli over 65.

COME PREVENIRE E COMBATTERE L'INFLUENZA - "Nessun alimento è in grado di prevenire l’influenza - sottolinea il Prof. Massimo Andreoni - invece una alimentazione ricca di Sali minerali e di vitamine, in particolare la vitamina C aiuta a guarire prima dall’influenza. È fondamentale ricordare che la vaccinazione rimane il principale strumento di prevenzione dell’influenza".

Inoltre, secondo gli specialisti della SIMIT, per ridurre la trasmissione del virus dell’influenza, è importante mettere in atto anche misure di protezione personali (non farmacologiche) come per esempio:

• lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici);

• buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e lavarsi le mani);

• isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale;

• uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia influenzale quando si trovano in ambienti sanitari (ospedali).


INDICAZIONI PER BAMBINI E ANZIANI - "Nelle epidemie influenzali - conclude il Prof. Andreoni - spesso vengono coinvolti anche i bambini più piccoli per i quali la frequentazione degli asili diventa un fattore di rischio per l’acquisizione dell’infezione. A tal fine è importante ricordare che il vaccino antinfluenzale è indicato per tutti i soggetti sopra i 6 mesi di età che desiderano evitare la malattia influenzale e che non abbiano specifiche controindicazioni; prima dei 6 mesi di vita il vaccino non è sufficientemente immunogenico. È bene tenere presente che, la protezione indotta dal vaccino si realizza due settimane dopo l’inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi dopo i quali tende a declinare, quindi è necessario sottoporsi a vaccinazione antinfluenzale all’inizio di ogni nuova stagione influenzale. In questi giorni diventa quindi fondamentale che le persone a maggior rischio, in particolare i soggetti più anziani, eseguano la vaccinazione per trovarsi protetti nelle prossime settimane quando ci sarà la massima circolazione dei virus influenzali".

Parigi, il 12 novembre alla Libreria presentazione di "Spie? L'intelligence nel sistema di sicurezza internazionale" di Paolo Salvatori

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Lundi 12 novembre 2018 à 19h

Un sujet passionnant et on ne peut plus d'actualité ce lundi à la Libreria! De John Le Carré au «Bureau des Légendes» en passant par «Homeland», de James Bond à OSS 117, la fiction n'a cessé d'en faire son miel. Alors ce soir, nous allons pouvoir poser la question directement à un spécialiste des plus éminents: qu'est-ce que le Renseignement et à quoi sert-il en Europe et en Italie en particulier? De quelles manières sont recueillies les informations vitales pour la sécurité des Etats et pour affronter la menace du terrorisme? Beaucoup d'autres questions auxquelles répondra Paolo Salvatori, ex- directeur de l'antiterrorisme et de la structure de lutte à la prolifération des armes non-conventionnelles pour le compte des services secrets italiens.

Venez nombreux ! La rencontre se déroulera en langue italienne et s'achèvera sur un verre amical.

-- 
LA LIBRERIA
89, rue du Fbg Poissonnière
75009 Paris
Tel + 33 1 40 22 06 94
Fax + 33 1 76 50 94 87
www.libreria.fr - http://blog.libreria.fr
facebook: La Libreria à Paris
Métro : Poissonnière (Ligne 7)

Opera Bruxelles, in "From the House of the Dead" una situazione carceraria priva di prospettive e speranze. La recensione di Fattitaliani

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Di fronte alla realtà non si può a volte che porre uno sguardo di accettazione, di rassegnazione, di lucidità seppure si presenti in maniera cruda e spietata, senza speranza di miglioramento e riuscita.
La rappresentazione perfetta a cui abbiamo assistito alla Monnaie di Bruxelles dell'opera "From the House of the Dead" ha trasmesso questo stato di sensazioni.
È l’ultima opera di Leoš Janácek: tre atti da Memorie da una casa di morti di Fëdor Dostoevskij, dove l'autore russo descrive le condizioni disumane in un campo di prigionia siberiano, sulla base delle proprie esperienze e delle testimonianze dei suoi compagni di prigionia.
Krzysztof Warlikowskiè il regista che ha guidato cantanti, attori, figuranti, ballerini e che in una simbiosi con la scenografa polacca Małgorzata Szczęśniak ha creato un'opera/teatrale a parte, che si allontana dal contenuto e del libro e del libretto, per ritrarre in maniera fedele e realistica la realtà carceraria.
Una sorta di documentario operistico che ovviamente non può trasmettere allo spettatore una sensazione di gioia, ma sicuramente lo rende più conscio di certe situazioni dove la privazione della libertà abbrutisce e rende quasi emotivamente inerti le persone.
Anche la rappresentazione metateatrale ha restituito una fedele idea di verità e tutti sulla scena hanno dato una prova attoriale eccellente.
Anche la musica diretta da Michael Boder sembra aver seguito un percorso a sé stante, quasi a riprodurre per suoni quelle angosce e sofferenze dei condannati: elemento che abbiamo ritrovato ad alti livelli nelle coreografie di Claude Bardouil.
Opera particolare da mettere in scena, cast ben definito, performance credibili, cantanti all'altezza. Fino al 17 novembre.
Giovanni Zambito.

Cast
ConductorMICHAEL BODER
DirectorKRZYSZTOF WARLIKOWSKI
Set and costume designMAŁGORZATA SZCZĘŚNIAK
LightingFELICE ROSS
VideoDENIS GUÉGUIN
ChoreographyCLAUDE BARDOUIL
DramaturgyCHRISTIAN LONGCHAMP
Chorus masterMARTINO FAGGIANI
Alexandr Petrovič GorjančikovSIR WILLARD WHITE
AljejaPASCAL CHARBONNEAU
Filka Morozov (Luka Kuzmič)ŠTEFAN MARGITA
Tall PrisonerNICKY SPENCE
Prisoner with the Eagle (Nikita)NICKY SPENCE
Short PrisonerIVAN LUDLOW
Prison GovernorALEXANDER VASSILIEV
Elderly PrisonerGRAHAM CLARK
SkuratovLADISLAV ELGR
ČekunovIVAN LUDLOW
Drunk PrisonerJEFFREY LLOYD-ROBERTS
CookIVAN LUDLOW
BlacksmithALEŠ JENIS
PriestPAVLO HUNKA
Young PrisonerFLORIAN HOFFMANN
ProstituteNATASCHA PETRINSKY
Prisoner (Don Juan & Brahmin)ALEŠ JENIS
KedrilJOHN GRAHAM-HALL
ŠapkinPETER HOARE
ŠiškovPAVLO HUNKA
ČerevinALEXANDER KRAVETS
GuardALEJANDRO FONTE
Voice (Off Stage)MAXIME MELNIK
La Monnaie Symphony Orchestra and male Chorus
ProductionDE MUNT / LA MONNAIE
Co-productionROYAL OPERA HOUSE COVENT GARDEN (2018), OPÉRA NATIONAL DE LYON (2019)

With the support ofTHE BELGIAN FEDERAL GOVERNMENT’S TAX SHELTER, IN COOPERATION WITH PROSPERO MM PRODUCTIONS SA/NV AND TAXSHELTER.BE, POWERED BY ING


Fattitaliani intervista Francesca Fattinger: Quando scrivo viaggio, viaggio con me stessa, stando ferma

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di Laura Gorini - 
Lavora in un museo e ama la profondamente la scrittura Francesca Fattinger che ha appena pubblicato il suo racconto "Dentro gli occhi" all' interno dell' antologia "La vita vista da qui", edita da Morellini Editore, in seguito alla sua partecipazione al corso di scrittura creativa organizzato dalla casa editrice che ha visto come maestra la scrittrice genovese Sara Rattaro.
Francesca, presentati ai nostri lettori con pregi, vizi e virtù...
Chi sono io? È una domanda così complessa che mi mette sempre profondamente a disagio, del resto come si fa a descriversi in poche parole? Come condensare un gomitolo di emozioni e sogni, paure e storie? Voglio rubare il titolo di un’opera esposta nel museo dove lavoro, nonché di un artista fondamentale nell’arte contemporanea che è Alighiero Boetti, e mi voglio definire come si definiva lui, “insicuro non curante”. Perché in effetti sono un po’ così; la mia insicurezza c’è, mi contraddistingue, ma mi permette di sentire dentro di me una spinta verso una costante trasformazione, verso prove che mi aiutano a crescere sempre di più. Ma sì, sono anche incurante, incurante del giudizio della gente, di ciò che può pensare o dire; soprattutto se sto facendo quello che amo fare, quello che mi sento di fare, ci sono io, io e basta.
Hai mai pensato di fare lo scrittore di professione?
È un sogno nel cassetto da quando sono una bambina. Scrivevo molte poesie e racconti che facevo leggere a pochissime persone, ma che mi servivano per cristallizzare in forma ordinata le emozioni che sentivo ribollire dentro di me. Scrivere è una cosa che amo fare a ogni livello e che spero mi accompagni per tutta la vita.
Lo scrittore preferito della tua infanzia? E quello di oggi?
Roald Dahl, soprattutto con "Matilde", credo sia stato uno dei riferimenti più importanti della mia infanzia, e continua ad esserlo ancora oggi spingendomi a non avere paura della mia fantasia e a sognare con tutta me stessa ogni volta che posso permetterlo.
Vuoi raccontarci com'è nata la tua passione per la scrittura?
Come nascono tutte le cose belle, un po’ per caso un po’ per coincidenza, un po’ perché ne avevo un estremo bisogno. Ed è per quello che nonostante io e la scrittura abbiamo litigato, discusso, fatto a botte, alla fine ci riappacifichiamo sempre. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra e viceversa.
Ma che cosa provi quando scrivi?
Quando scrivo viaggio. Le mie dita si muovono, la mia mente crea immagini e io da ferma viaggio, viaggio tra le righe e tra l’inchiostro, viaggio con tutta me stessa, stando ferma sono dappertutto.
Perché partecipare a un corso di scrittura creativa?
Perché la scrittura è come una piantina che cresce dentro di te e se non le dai acqua, sole e amore, non cresce. E così è stato grazie al corso di scrittura La fabbrica delle storie, in cui la luce dei sorrisi dei miei compagni di avventura e l’amore e la cura della mia maestra Sara Rattaro e della mia guida Mauro Morellini, come del suo stupendo staff, hanno nutrito la mia penna e la mia fantasia e l’hanno fatta crescere e fiorire dentro di me.
Che cosa significa essere creativi?
Essere creativi significa vivere. Ogni volta che abbiamo di fronte a noi degli ostacoli sta a noi trovare un modo per superarli ed è in quel momento che la creatività viene in nostro soccorso. Altro che fatina che risolve tutto, la creatività è una maestra anche abbastanza severa che ci allena a vedere la vita come un grande serbatoio pieno di strade in potenziale trasformazione. Ci permette di uscire dagli schemi che quotidianamente ci imponiamo e ci impongono dall’alto per guardare il mondo e la realtà da un’altra prospettiva: che noia è vedere tutto da una sola piatta prospettiva, come sarebbe il mondo se cominciassimo tutti a camminare a testa in giù, o saltando in continuazione, o abbassandoci a livello dei bambini? Sarebbe una continua scoperta, e che divertente!
Ma come si può applicare la creatività nella vita quotidiana?
Avendo il coraggio di guardare le cose, le persone e la vita che hai di fronte a te in modo sempre nuovo e diverso, non lasciandoti trascinare dalle strade più semplici, ma combattendo per te e le tue idee.
A proposito di vita: da che cosa hai preso spunto per il tuo racconto contenuto nell' antologia "La vita vista da qui"?
Ho preso spunto da ciò che mi circonda e da me, dagli sguardi e dagli occhi che mi sono vicini, che mi hanno catturato e rapito suggerendomi le loro storie, ispirandomi e affascinandomi. Ho preso spunto dalle mie paure e dai miei sogni che hanno preso vita nei due personaggi protagonisti. Alla fine Kya e Marco non sono altro che un condensato della mia vita degli ultimi anni, ma sono anche due persone con il loro bagaglio di storie che ogni volta che vengono letti da qualcuno si staccano dalle pagine e si fanno carne e ossa viaggiando per una strada sempre nuova.
Con quali parole lo descriveresti?
La mia storia è una storia di sopravvivenza quotidiana, una sopravvivenza che molti noi vivono, dovendo lottare con una vita che è troppo stretta e scomoda. Ma è anche una sopravvivenza che è ogni giorno davanti ai nostri occhi, che vediamo negli angoli delle strade, che vediamo dormire al freddo rannicchiata negli angoli più inospitali delle nostre città. È anche lotta forte e ansimante contro le ingiustizie che ci circondano e tendono a soffocarci.
Che effetto ti ha fatto vederlo stampato?
Una sorta di magia. Sentire il profumo delle pagine e dell’inchiostro mi ha fatto pensare di avere davvero creato qualcosa di vero, tangibile, reale. Non solo un viaggio della mia fantasia, ma un viaggio che avrei potuto condividere attraverso il tocco e lo sguardo delle persone che cadranno proprio sulle mie lettere.
Sii sincera: sei amante anche delle nuove tecnologie e apprezzi gli e-book?
Non sono contro le nuove tecnologie e credo che sia importantissimo sostenerle e svilupparle. Però mi sento un po’ una nostalgica e credo che niente mi darà la sensazione di sfogliare un libro tra le mani e immergermi in quell’esperienza sinestetica che un e-book non può regalarmi.
E ora, dopo questa pubblicazione che cosa possiamo aspettarci da te? Stai scrivendo altro?
Scrivo sempre e in continuazione, scrivo per franzmagazine, una rivista online, articoli di argomento artistico-culturale e ho vari progetti in mentola, tra cui quello di orientarmi verso la narrativa per ragazzi. Insomma stay tuned e viva la fantasia! Non facciamocela rubare mai!

Fattitaliani intervista Roberta Cirello, la scrittrice con la testa tra le nuvole

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di Laura Gorini - Scrivere è un modo di alleggerire e rendere più tollerante la durezza della vita.

Si intitola "Fiori rosso sangue", il racconto inedito di Roberta Cirello, pubblicato nell'antologia "La vita vista da qui" (Morellini Editore) che contiene altri accattivanti racconti ad opera di altri suoi colleghi che hanno partecipato a un corso di scrittura creativa che ha visto come maestra la celebre scrittrice genovese Sara Rattaro che ha anch'essa donato un suo splendido racconto al progetto.
"Fiori rosso sangue" narra dei fatti orrendi del teatro Bataclan di Parigi. In esso l'autrice si è chiesta che cosa si può provare in un momento di estremo terrore e di estrema vicinanza alla morte.
Roberta, presentati ai nostri lettori...
Sono una persona molto curiosa e interessata alla vita in tutte le sue forme. Un mio grande pregio è la solarità e l'allegria che ispiro anche se a volte viene scambiata per superficialità. Sono una persona testarda e leale. Ma anche con la testa tra le nuvole e spesso penso di vivere su un altro pianeta.
Una persona "con la testa tra le nuvole" ha mai sognato di fare la scrittrice di mestiere?
Prima di adesso era solo una speranza, un qualcosa che si fa per raccontare a se stessi una storia, come la favola della sera per rendere migliore la giornata. Un sogno nel cassetto più nascosto, quello che vorresti aprire ma lo temi molto di più degli altri. Ora sinceramente non lo so, la scrittura come la lettura è una mia grande passione, ma ne ho anche tanta paura, perché in qualche modo mette a nudo la propria anima. Per rispondere alla domanda ora ci sto pensando seriamente.
Hai ammesso di avere paura... Ma come si può vincerla? Credi che sia da etichettare come una forma di mancanza di coraggio?
Io penso che la si può vincere cercando di mettersi in gioco e semplicemente rischiando anche di fallire. Inoltre non credo che la paura denota una mancanza di coraggio, anzi a volte è proprio la paura a darci la spinta di fare alcune cose.
Si capisce da come rispondi che sei una donna molto profonda e a tratti curiosa. Ne deduco che ti piaccia molto leggere. Il tuo scrittore preferito?
Non ho uno scrittore preferito. Ho sempre letto tantissimo e cose di ogni genere per sfamare la mia curiosità. In ogni fase della mia vita ce n'è stato uno. Ho amato tantissimo la letteratura greca come i grandi tragici Sofocle ed Euripide e la letteratura latina. E poi penso colui che forse posso definire il mio scrittore preferito colui che ha saputo declinare le emozioni, le passioni, vizi e pregi della natura umana: Shakespeare.
Hai frequentato il liceo classico: credi che sia stato una buona base per imparare a scrivere bene?
Ritengo che avere una buona base sia importante ma non necessaria, si può scrivere bene anche senza studi classici, perchè è la passione che guida la mano.
A proposito di passione, com'è nata la tua per la scrittura?
E' nata penso in terza elementare quando la maestra d'italiano ci dava qualche riga di incipit da proseguire raccontando una storia. E mi è rimasta dentro quella bellezza di creare e raccontare.
Ma che cosa significa saper raccontare?
Sapere raccontare è lasciare un'emozione, una sensazione, un pensiero, un qualcosa in chi legge.
Tu che cosa provi quando scrivi e racconti?
Provo l'emozione che sto cercando di trasmettere con le parole. E come entrare in un mondo magico dove le immagini e le sensazioni si trasformano in parole e frasi. Io ho sempre creduto nella forza delle parole, non per questo la parola ferisce più della spada.
Ma perché hai deciso di partecipare a un corso di scrittura creativa?
Ho partecipato perchè volevo imparare a scrivere. Acquisire per così dire la tecnica. Perchè non esiste ispirazione e fantasia senza avere la tecnica di incanalarle.
A proposito di creatività, che cos'è per te?
La creatività penso sia innata in ogni essere umano la diversità sta nel come la si manifesta. Per me essere creativi significa avere quel “quizzo” che balena nella testa e si trasforma in immagini, in soluzioni a problemi, in piatti culinari, in sciarpe e maglioni originali ecc.
E come si può applicare nella nostra quotidianità?
La creatività si applica in tantissimi modi nella vita quotidiana anche semplicemente nel trovare modi per rompere la monotonia di un lavoro.
E ora che cosa dobbiamo e possiamo aspettarci da te, Roberta?
E' una domanda che mi sto facendo ultimamente cosa aspettarmi da me stessa. Quello che è certo che continuerò a scrivere perchè oramai è un'esigenza. E' un modo di alleggerire e rendere più tollerante la durezza della vita. E magari chi lo sa riuscire a pubblicare ancora.
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