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Parigi, lunedì 27 novembre lo spettacolo "Uomini e no" regia di Carmelo Rifici con gli allievi del Piccolo Teatro

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À l’occasion des soixante-dix ans du Piccolo Teatro de Milan, l’Institut Culturel Italien a l’honneur de présenter une mise en espace du spectacle Uomini e no - programmé du 24 octobre au 19 novembre au Piccolo - en présence de son directeur Sergio Escobar.
Les jeunes acteurs formés à la Scuola del Piccolo « Luca Ronconi », dirigés par Carmelo Rifici, sont les protagonistes de ce texte tiré du roman de Elio Vittorini et adapté par Michele Santeramo. Publié en 1945, Uomini e no est un chef-d’œuvre de la littérature de la Resistenza : l’ouvrage raconte les vicissitudes d’un groupe de partisans pendant l’occupation nazi-fasciste de la ville de Milan. Roman engagé et texte expérimental à la fois, Uomini e no pose plus en général la question de la frontière entre « humanité » et « inhumanité ». L’occupation de Milan devient ainsi l’occasion pour Vittorini (et pour Rifici) de proposer une véritable anatomie politique de la violence, de ses mobiles, de ses ressorts. Carmelo Rifici est diplômé en études théâtrales de l’Accademia del Teatro Stabile de Turin. Après avoir travaillé au Teatro Litta de Milan, il entame une longue collaboration avec Luca Ronconi et le Piccolo Teatro de Milan, mais aussi avec les plus importants théâtres et opéras.
Évènement organisé en collaboration avec le Piccolo Teatro de Milan.
Informations
Istituto italiano di cultura
Date: Lun 27 Nov 2017
Horaire: À 19:30
Entrée : Libre

Libri, PINUCCIO presenta "TrumpAdvisor " Donald e Pinuccio in viaggio per il Sud Italia: le date delle presentazioni

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La satira è un genere letterario che manca dagli scaffali delle librerie da troppo tempo. Pinuccio, nome d’arte di Alessio Giannone, noto al pubblico del web per le sue telefonate improbabili e inviato di “Striscia la Notizia” per la Puglia, ha deciso di colmare questa lacuna con un libro molto divertente e originale, TrumpAdvisor, Donald e Pinuccio in viaggio per il Sud Italia. L’autore presenta il libro sabato 25 novembre alla Libreria Feltrinelli di Brindisi, Corso Uberto I, 113. 

TrumpAdvisor è il racconto surreale di un rocambolesco viaggio che il faccendiere Pinuccio, protagonista di questa storia, fa in compagnia del Presidente degli USA, Trump, di sua moglie Melania, e del fido aiutante Sabino, attraverso la Puglia e la Calabria a bordo di una “fiammante” Fiat Ritmo. 
I quattro scorrazzano dal Foggiano al Salento fra le mille bellezze e le innumerevoli contraddizioni di una regione che diventa simbolo delle assurdità dell’Italia. Ma i nostri due turisti non se ne accorgono. Di fronte al loro sguardo tutto assume un sapore e un colore che è quello dell’unicità della nostra nazione. Proprio in questo si può riconoscere il sottile e divertente gioco che Pinuccio autore mette in atto per farci sorridere da un lato ma anche per farci svegliare dall’altro. 

 Durante il percorso sono tanti i personaggi che si uniscono a questa strana compagnia di visitatori, tutti rigorosamente importanti e all’altezza della situazione. Del mondo politico ci sono Rosy Bindi, Di Battista, Emiliano, Alfano, Nichi Vendola, Salvini. Per lo spettacolo, Barbara d’Urso, Maria De Filippi e Al Bano. Nel giornalismo, Enrico Mentana e Marco Travaglio. Partecipano a sagre, feste religiose e cerimonie nunziali, senza farsi mancare proprio nulla.

 TrumpAdvisor è un ottimo esempio della nuova scrittura comica e satirica che nasce dalla sperimentazione sul web. 

 Pinuccio è il nome d’arte di Alessio Giannone. È nato a Bari nel 1979, si è laureato in legge, è attore, regista e inviato di “Striscia la notizia”. Con le sue improbabili telefonate ha conquistato il web e i principali programmi televisivi. I video delle sue chiamate sono spesso riproposti dai siti d’informazione e vengono trasmessi nei talk politici. 

 TrumpAdvisor, Donald e Pinuccio in viaggio per il Sud Italia in libreria dal 14 novembre (150 pagine, 16 euro).

 Pinuccio sarà in tour per presentare il libro. Di seguito le date degli eventi:

·      Venerdì 24 novembre, ore 18:00, presso Libreria Mondadori Foggia

·      Venerdì 24 novembre, ore 20:00, presso Cremeria Letteraria Lucera

·      Sabato 25 novembre, ore 19:00, presso LaFeltrinelli Brindisi.

·      Domenica 26 novembre, ore 11:00, presso Mola di Bari.

·      Martedì 28 novembre, ore 18:00, presso il Castello Normanno-Svevo di Sannicardo

·      Martedì 28 novembre, ore 20:00, presso Officine culturali a Toritto.

·      Mercoledì 29 novembre, ore 18:00, presso Libreria Mondadori Tuscolana Roma.

·      Giovedì 30 novembre, ore 19:00, presso Laboratorio Urbano MAT a Terlizzi.

·      Sabato 2 dicembre, ore 18:30, presso Cantine Albea Alberobello

·      Domenica 3 dicembre, ore 11:30, presso Plebiscito di Libri a Putignano.

·      Domenica 3 dicembre, ore 17:00, presso Docks 101 a Locorotondo.

·      Domenica 3 dicembre, ore 19:30, presso Biblioteca “Prospero Rendella” a Monopoli.

·      Martedì 5 dicembre, ore 17:30, presso Libreria Equilibri a Santeramo.

·      Mercoledì 6 dicembre, ore 18:30, presso LaFeltrinelli Lecce.

·      Mercoledì 6 dicembre, ore 21:00, presso Oktober Book Festival a Copertino.

Segnalibro, Luca Garrò a Fattitaliani: il giornalismo, svilito dal web e dalla voglia di non pagare chi scrive. L'intervista

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Il giornalista storico della musica e critico musicale Luca Garrò ha pubblicato il libro “DAVID BOWIE” (Hoepli), una raccolta dei momenti essenziali della vita e della carriera del Duca Bianco. Fattitaliani lo ha intervistato per la rubrica "Segnalibro".

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?
Hemingway- Festa Mobile, Bukowski - L'Amore è un cane che viene dall'inferno, Jimmy Page - Light & Shade.
L'ultimo "grande" libro che ha letto?
Ennio Flaiano, Diario degli errori.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?
Mi fido di pochissime persone in ambito letterario e ascolto i loro consigli. Oppure cerco autori amati da altri autori che leggo. 
Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?
Moby Dick, versione tradotta da Pavese.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? 
Probabilmente i fumetti stanno regalando le cose migliori, un po' come avviene con le serie tv, se messe in relazione con il cinema. Per quanto mi riguarda, trovo che sia un periodo molto buono per la saggistica, meno per il giornalismo, svilito dal web e dalla voglia di non pagare chi scrive.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente?
Amo le biografie, in ogni ambito, ma specialmente musicale, cinematografico e relative a personaggi della Secinda Guerra Mondiale.
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere/ridere? 
Umberto Eco - Diario Minimo. Fenomenologia di Mike Bongiorno mi fa sempre impazzire.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere/piangere? 
Jack London - Il Vagabondo Delle Stelle. Mi capita spesso di riconoscermi nei libri di Jack London. E poi Andrea Roncato e il suo splendido "Ti Avrei Voluto" (commovente la poesia dedicata al cane, che in vita trattò come una pezza da piedi, pentendosi amaramente dopo la morte dell'animale. Sorride, ndr).
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare? 
I nazisti della porta accanto: Come l'America divenne un porto sicuro per gli uomini di Hitler. Storia nota, ma mai approfondita come in questo testo. Ne esce un'immagine terrificante dell'America del dopoguerra.
Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta e quale no?
Shining, anche se non fedele al libro e odiato apertamente da King. Follia, l'ho trovato noioso.
Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?
Probabilmente la biografia di Ibrahimovic. O forse no.
Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?
Il protagonista sicuramente Zeno. L'antagonista, forse It.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?
Burroughs, Bukowski, Fante, Hemingway, Celine, Wallace, London, Pivano. Più Dylan, Morrison, Lou Reed e Jeffrey Lee Pierce, grandi scrittori prestati alla musica. Avrei un paio di cose da chiedere a tutti.
Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire?
Li porto tutti a termine, anche quelli terrificanti. A volte, li riprendo dopo anni.
Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia? 
Domanda che presuppone quel filo di supponenza che mi manca. Ad ogni modo, direi Fernanda Pivano.
Cosa ritroviamo di Luca Garrò nel libro "David Bowie"?
Moltissimo, anche se solo per chi mi conosce davvero. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Parlare oggi di David Bowie è come parlare di Pablo Picasso, Andy Warhol, Bob Dylan o di uno qualunque dei personaggi più importanti del ventesimo secolo, al di là dell'ambito in cui costoro si sono espressi.
Ma chi è stato davvero David Bowie? Un messaggero degli alieni, un essere proveniente da un'altra galassia, come ha cercato di farci credere con l'epopea di Ziggy Stardust o quando si è calato nei panni di Thomas Jerome Newton de L'uomo che cadde sulla Terra; un abile catalizzatore di idee altrui rimescolate e fatte furbescamente proprie o ancora l'artista più influente della seconda parte del '900, come invece in molti credono? Un individuo condizionato dalle proprie ossessioni o una figura messianica in grado di dare messaggi universali all'umanità? Forse tutto o, più probabilmente, niente di tutto ciò, dato che il soggetto Bowie resta quanto di più difficile da indagare anche per chi l'ha conosciuto personalmente.
"Ogni uomo e ogni donna è una stella", diceva Aleister Crowley, di cui Bowie era un conoscitore: ecco, a cinquant'anni dal debutto, e considerando la drammatica conclusione del suo viaggio attraverso la pubblicazione di Blackstar, forse quella astrale resta la metafora che ancora più gli si addice. Una cosa è certa: esiste un David Bowie per ognuno di noi o, meglio, uno per ogni periodo della nostra vita.
L'AUTORE
Giornalista con esperienza più che decennale e storico della musica, ancor prima che critico musicale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da "Rolling Stone" a "Jam", passando per "Rockstar", "Rocksound", "Onstage" e "Classic Rock", oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di rock classico fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, molti dei quali legati al rock inglese, forse il principale motore della sua passione. Già autore di Freddie Mercury (Hoepli, 2016) ha contribuito alla Storia Del Rock (Hoepli, 2014) di Ezio Guaitamacchi e ai volumi Jimi Hendrix (Hoepli, 2015) e Jim Morrison (Hoepli, 2016). Per cinque anni è stato inoltre tra i curatori del Dizionario del Pop Rock edito da Zanichelli.

Segnalibro, Giuseppe M. Gnagnarella a Fattitaliani: ne “La ragazza con l’accendino” il godimento della bellezza in ogni sua forma. L'intervista

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Arriva nelle librerie il nuovo romanzo di Giuseppe M. Gnagnarella. Si tratta di “La ragazza con l’accendino” (Edizioni Kirke), una nuova avvincente storia scritta dal noto giornalista, già corrispondente Rai e volto noto della tv. Il libro sarà presentato lunedì 27 novembre, alle ore 19, al Reale Circolo Canottieri Tevere Remo (Lungotevere in Augusta, 28). A presentare l’incontro sarà il vice direttore del Tg2, Andrea Covotta. Tra gli ospiti Milly Carlucci, Claudio Ferretti, Umberto Broccoli e Louis Godart. Ancora una volta i giovani e la Francia sono al centro di questo lavoro di Gnagnarella, che già nel precedente “Rendez-Vous” si soffermava sull’universo giovanile, ambientale nella capitale francese. L'intervista di Fattitaliani per "Segnalibro".

Quali libri ci sono attualmente sul suo comodino?
Le fiabe di Andersen, Il posto di ognuno di Maurizio De Giovanni e Midnight Sun di Jo Nesbo
L'ultimo "grande" libro che ha letto?
Il giardino delle nebbie notturne di Tan Twan Eng. Unico e imperdibile.
Chi o cosa influenza la sua decisione di leggere un libro?
Il mio fiuto e i consigli di una amica. Ma sono abbastanza conservatore nelle scelte.
Quale classico della letteratura ha letto di recente per la prima volta?
Gente di Dublino di James Joyce. Di recente, ma non per la prima volta: da un po’ di anni ho preso l’abitudine di rileggere almeno un grande classico all’anno.
Secondo lei, che tipo di scrittura oggi dimostra una particolare vitalità? 
La scrittura dei fumetti.
Personalmente, quale genere di lettura Le procura piacere ultimamente? 
I racconti della gente di Sicilia di Giuseppina Torregrossa (Cortile nostalgia, La miscela segreta di casa Olivares, Il figlio maschio)
L'ultimo libro che l'ha fatta sorridere?
“Due cuori a Parigi” di Caroline Vermalle per quanto strampalati, ma autentici, sono i protagonisti.
L'ultimo libro che l'ha fatta commuovere?
“Nel caffè della gioventù perduta” di Patrick Modiano per quanto è sconvolgente la figura della giovane donna protagonista.
L'ultimo libro che l'ha fatta arrabbiare? 
“L’amore fatale” di Ian McEwan: tratta l’altro in amore come una ossessione. Io vivo l’altra faccia della medaglia.
Quale versione cinematografica di un libro l'ha soddisfatta?
Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani tradotto in film da Giuliano Montaldo.
Quale libro sorprenderebbe i suoi amici se lo trovassero nella sua biblioteca?
Forse “L’ultimo sospiro del Moro” di Salman Rushdie perché troppo politically correct.
Qual è il suo protagonista preferito in assoluto? e l'antagonista?
Montalbano, il commissario Ricciardi, Maigret, l’avvocato Guerrieri...... L’antagonista? Gli altri, i cattivi.
Lei organizza una cena: quali scrittori, vivi o defunti, inviterebbe?
- Dante, D’Annunzio e Baudelaire, perché non mi stancherei mai di ascoltarli.
Ricorda l'ultimo libro che non è riuscito a finire? 
“Il pendolo di Foucault “. Perché? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere.
Quale scrittore vorrebbe come autore della sua biografia?
D’Annunzio per la sua genialità e perché è abruzzese. Nick Hornby per la leggerezza e la simpatia con la quale ha raccontato la passione per l’Arsenal e per la vita di Paul Ashworth in “Fever Pitch”.
Che cosa ritroviamo di Giuseppe Gnagnarella ne “La ragazza con l’accendino”?
La curiosità, l’ostinazione, l’amore per il mare, il gusto per la parola, il senso dell’amicizia e il godimento della bellezza in ogni sua forma. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
“Ma con tante spiagge che ci sono in Costa Azzurra, proprio Nizza dovevi scegliere per le vacanze?”. E’ l’irritato rimprovero che il protagonista rivolge alla bella sconosciuta, che per due settimane l’ha stregato con la sua presenza in spiaggia. Di lei non riesce a sapere nulla e non la vede se non per due ore di mattina in spiaggia, non trovando mai il coraggio di avvicinarla. Quando all’improvviso scompare, l’affascinante signora lascia sui sassi in riva al mare un accendino nero, su cui sono incisi il profilo della Torre Eiffel e una lettera “C”. Alla ricerca della bella bagnante, il protagonista inizia un viaggio che dura un anno e che lo porterà da Roma a Torino, da Lione a Parigi, dove riesce, in un’avvincente finale a sorpresa, a sapere tutto o quasi…
L'AUTORE
Giuseppe Maria Gnagnarella, giornalista, lancianese di nascita, romano di adozione, è stato responsabile della comunicazione della Presidenza della Rai, portavoce del Vice Direttore Generale della Rai, capo ufficio stampa di Rai2, responsabile dei rapporti Rai con la Commissione parlamentare di Vigilanza e con gli Enti locali, capo redattore politico del Tg3 e del Giornale Radio, Vaticanista e inviato speciale di guerra in Israele, Libano, Nicaragua ed ex Jugoslavia. Già Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli, è autore dei volumi: “1978, l’anno che ha cambiato la Repubblica”, pubblicato da Le Monnier nei “Quaderni di Storia di Spadolini”; “La bella preda”, pubblicato da Carabba e “Storia politica della Rai”, pubblicato da TEXTUS Edizioni. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Rendez-Vous a Saing Germain” (Gangemi). Ha insegnato nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, all’Università Salesiana e all’Università di Cassino. Premio “Abruzzese dell’anno” nel 2006, Premio “Penne pulite” nel 1999.

Teatro, Gianfranco Jannuzzo a Fattitaliani: in ogni cosa metto la mia sicilianità. L'intervista

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Nel 1917, Luigi Pirandello scrisse “A birritta cu’ i ciancianeddi”, visto il grande successo ottenuto in Siclia, Angelo Musco che interpretava Ciampa, chiese all’Autore di riscrivere la commedia in italiano ed il vecchio titolo divenne “Il Berretto a Sonagli”. Varie edizioni si sono susseguite nel corso degli anni, dopo il trionfo dell’anno scorso alla Sala Umberto di Roma e, quest’anno al Teatro Nuovo di Marmirolo (MN) ed al “Teatro Gioiello di Torino”,stasera alle 20,30 e domani mattina alle 10,30 (Matinèe per le scuole) sarà in scena al Teatro Rendano di Cosenza. Un Cast stellare con Gianfranco Jannuzzo nel ruolo di Ciampa, Gaetano Aronica (Fifì fratello di Beatrice) Anna Malvica Bolignari (Assunta mamma di Beatrice), Emanuela Muni (Beatrice), Carmen di Marzo (la Saracena), Caterina Milicchio (Nina) Alessandra Ferrara (Fana), Franco Mirabella (Commissario Spanò. 

Adattamento e regia di Francesco  Bellomo che già nella sua prima edizione aveva  recuperato il copione originale ed alcune scene tagliate, restituendo verità al testo pirandelliano. Una regia dal taglio cinematografico dove si evidenzia una lettura molto pirandelliana e all’inizio con una sorta di prologo in flashback, si dà per acclarato il tradimento di Beatrice con il Cavalier Fiorica.
Pirandello indaga la realtà sociale della Sicilia. I suoi divieti, le costrizioni e la mentalità della gente.  Onore, rispettabilità, decoro sono tra i suoi temi preferiti. I personaggi non sfuggono a queste regole anzi, vi si conformano.
Gli individui sono da sempre soggetti a codici di comportamento imposti dalla società, tuttavia spesso questi codici si eludono per salvare l’apparenza. Il codice penale contemplava il delitto d’onore, il marito tradito poteva uccidere la moglie che lo aveva tradito e restare impunito. E’ quello che propongono a Ciampa, al fine di nascondere i fatti perché in una piccola e borghese cittadina siciliana, la gente non deve sapere per non metterlo in ridicolo. In realtà lui è un puro, un onesto, un galantuomo. Sceglie un’altra soluzione a discapito della sanità mentale della moglie che invece di crocifiggerlo diventa crocifissa.
Un testo ancora attuale, in cui nulla è cambiato. Il delitto d’onore è stato abolito solo nel 1981, forse sono scomparsi o quanto meno diminuiti i galantuomini ma il Tema centrale del racconto, l’amore meraviglioso di un uomo verso la sua donna è eterno.
Straordinaria l’interpretazione di Ciampa da parte di Gianfranco Jannuzzo che porta nel personaggio la sua sicilianità, con i suoi valori più profondi che ama da sempre e quando dice “Pupi siamo, caro signor Fifì! Lo spirito divino entra in noi e si fa pupo. Pupo io, pupo lei, pupi tutti. Dovrebbe bastare, santo Dio, esser nati pupi così per volontà divina. Nossignori! Ognuno poi si fa pupo per conto suo: quel pupo che può essere o che si crede d'essere" capiamo che il Pupo si è fatto Uomo, da Maschera a Volto, come solo un Grande Attore poteva fare. 
Sono passati 100 anni dalla stesura di “A birritta cu’ i ciancianeddi”, cosa è cambiato? Non c’è più il delitto d’onore, soluzione proposta dalla moglie dell’uomo con il quale la moglie di Ciampa aveva una relazione, ma Ciampa rifiuta proponendo di trovare una soluzione civile, parlare da soli a quattrocchi senza creare scandali inutili. Con la scappatoia proposta dalla signora, rimaneva impunito e salvava il suo Onore. Un’accezione distorta che c’era in quegli anni, dell’onore degli uomini a discapito delle donne. Lui in realtà è un puro, una persona per bene, onesta.
Ciò che non è cambiato è la storia d’amore tra questo personaggio meraviglioso e la sua donna. E’ una storia d’amore assoluta nel senso che chiunque ha un senso di possesso per quanto nobile, per la persona amata, pur di tenerla a sé, è disposto a dividerla con un altro uomo. E’ una cosa contro natura e lo sarebbe per un calabrese, siciliano ma lo sarebbe anche per un norvegese o per uno svedese. E’ una cosa che non avrebbe senso per un uomo se non sotto l’ottica di questo amore profondo, vero, autentico, assoluto che lui prova.
“A birritta cu’ i ciancianeddi, divenne subito “Il berretto a sonagli” perché lo stesso Angelo Musco si rese conto che doveva varcare i confini della Sicilia e chiese a Pirandello di scriverla in italiano perché aveva avuto un grande successo. E’ una storia d’amore meravigliosa dove c’è un po’ tutto il Pirandello che abbiamo imparato ad amare, l’essere e l’apparire, il volto e la maschera, le ipocrisie della società e la giustizia degli uomini onesti. 
Pirandello è un genio assoluto della scrittura. Con il regista Francesco Bellomo abbiamo rispettato il vecchio testo che è ancora di un’attualità sconvolgente, di una modernità straordinaria. 
Secondo te, Ciampa è più vittima del sistema o cosa? Sì è vittima del sistema e di una certa ipocrisia dell’epoca. Gli tendono una trappola ma lui fa in modo che lo diventi per Donna Beatrice. E’ vero che lui è vittima del Sistema ma fa in modo che diventino vittime quelli che avrebbero voluto essere i carnefici. Utilizzando i loro stessi mezzi, l’ipocrisia della società, la follia. Lei si dichiara pazza, lo stanno dicendo tutti che lei è pazza. E’ l’unico modo per salvare il suo onore e quello del marito e lui non si deve sporcare le mani, ammazzando la moglie ed il Cavaliere. Quella di Ciampa è una soluzione geniale che ottiene a discapito della sanità mentale della moglie che avrebbe voluto crocifiggerlo, invece rimane crocifissa. 
Tu e Gaetano Aronica cosa avete portato del DNA siciliano nel vostro personaggio? In qualunque cosa faccia metto sempre la mia sicilianità. In questo caso c’erano i valori più belli, più profondi, quelli che ho sempre amato di più. 
Aronica ci mette la sua grande eleganza che è insita nella sua famiglia. Sai quando i siciliani sono gran signori? Lui lo è ed in scena si vede benissimo. Fifì il suo personaggio è l’unico con il quale Ciampa riesce ad instaurare un rapporto vero, autentico: Fifì dice a Ciampa “Devo alzare le braccia, quella è mia sorelle, cosa vuole che faccia?” Sono molto felice di recitare con lui e della versione che ha fatto di Fifì. 
Grande successo dappertutto e il pubblico è entusiasta. Sì il pubblico ci ha premiato dappertutto. A Torino è stata un’apoteosi e ne sono orgoglioso. Non devi dare mai nulla per scontato. Lì c’è un pubblico che mi segue da sempre ed in questo caso ha apprezzato la bellezza e la verità della Commedia. E’ una Commedia in cui si ride, ci si diverte. C’è questa storia d’amore bellissima che premia personalmente anche me come attore. Il pubblico sta in silenzio, ascolta. E’ un pubblico raffinato, colto. E’ così ovunque siamo stati.

Elisabetta Ruffolo

MUSICA: SALMO è tornato! Uscito oggi il nuovo singolo "PERDONAMI"

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SALMO è tornato. E se è stata una Estate Dimmerda (ma di platino) chissà cosa ci riserverà quest’inverno.


“Perdonami”, fuori da oggi venerdì 24 novembre, si candida ad essere l’ennesimo capolavoro di un artista poliedrico. Il più eclettico, credibile e potente della scena rap italiana che ha rivoluzionato il panorama musicale con il suo stile inconfondibile.

Prendete le tendenze musicali del monto e datele in mano a un genio in grado di modellare nuovi suoni, nuovi visual e nuovi concept. Lasciatelo libero di esprimersi senza filtri né censure. Il risultato? Un pezzo unico dal testo duro e controverso ma profondamente autentico.

Un suono e una canzone non per tutti. Ma di cui tutti parleranno presto.


Per maggiori informazioni:

Tara McDonald, uscito "TAXXXI" nuovo singolo della cantautrice inglese, regina della pop dance

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È disponibile in streaming sulle principali piattaforme e in digital download “TAXXXI”, il nuovo singolo di TARA MCDONALD, icona di stile, stella della pop dance che ha collaborato con producer del calibro di David Guetta, Snoop Dogg, Afrojack, Axwell e tanti altri, con i quali ha scalato le classifiche internazionali grazie alla sua inconfondibile voce!

“TAXXXI” è il nuovo brano scritto da Tara Mcdonald e prodotto dalla stessa insieme ai francesi Laurent Jaccoux e Kim N’Guyen. Il video, ambientato a Parigi,  è online al seguente link: https://youtu.be/7I2w8_7me4w

Il singolo è un’ulteriore conferma della carriera solista dell’artista come cantautrice e producer dopo singoli di successo come “I Need a Miracle” (https://youtu.be/LPjLN-1tHic) che è stata prima in classifica in Belgio, Portogallo e Repubblica Dominicana, “Love Me”, canzone che l’ha vista collaborare con Juan Magan e Urband5 e che ha avuto uno strepitoso successo in centro America e “Shooting Star” in cui la regina della dance ha fatto un featuring con la regina dell’R&B Zaho (https://youtu.be/7eoh0iL1gPo).

TARA MCDONALD, classe ’87, è una cantautrice inglese conosciuta come vocalist in tutto il mondo. Nella prima parte della carriera si è esibita insieme a molte leggende rock e pop come Bryan Ferry (Roxy Music), Roger Taylor (regina), Roger Walters (Pink Floyd), Andy Taylor (Duran Duran), Jocelyn Brown, Eric Clapton e Ringo Star (The Beatles). Adesso viene definita "La regina della dance" grazie alle collaborazioni di successo come vocalist con importanti producer, con singoli come "Delirious" di David Guetta, “My My My” di Armand Van Helden, “Feel The Vibe" di Axwell e "Get Down" di Todd Terry. Tara McDonald ha collaborato tra gli altri anche con Afrojack, Nicky Romero, Sidney Samson, DJ Smash, Gregor Salto, Laidback Luke, Chuckie. Nel 2010 ha partecipato al Tomorrowland, il più grande festival di musica dance in Europa, che si è tenuto in Belgio cantando l'inno ufficiale del festival "Give in The Night", che ha co-scritto e co-prodotto. Tara McDonald ha prestato negli anni la sua voce anche ad importanti cause: a 12 anni è diventata l'ambasciatrice più giovane per UNICEF, nel 2015 è stata ambasciatrice di Teletón a Guayaquil, in Ecuador e nel dell’LGBTQ Pride a Parigi. Inoltre è tra i fondatori dell’agenzia Give Me More Music Management.

https://www.facebook.com/taramcdonaldofficial/

Legacy, uscito “3 Chord Trick”. Phil Palmer: "È la chimica che fa grande un album"

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Legacy è la band costola indiscussa dei Dire Straits, fondata da Phil Palmer, Alan Clark e Marco Caviglia, scoperto dai componenti della band mentre provava delle chitarre in un negozio di musica a New York.

Dopo l’entusiasmante singolo “Jesus Street” ieri è uscito  il loro disco “3 Chord Trick”. L’album è stato presentato ufficialmente ieri sera in occasione della Music Week di Milano durante la quale queste leggende del rock hanno presentato al pubblico i nuovi brani per la serata d’inaugurazione di Billboard Italia c/o il Fifty Five (Via Piero della Francesca, 55 Milano - ore 21.00) . Prodotto da Phil Palmer e Alan Clark, “3 Chord Trick” è stato registrato a Los Angeles nello studio di Steve Ferrone e poi a Roma al Forward Studios di Grottaferrata e pubblicato dall’etichetta Forward Music Italy. La line up della band si è impreziosita ulteriormente con l’ingresso del poliedrico Trevor Horn.

«È la chimica che fa grande un album - sottolinea Phil Palmer - con Ferrone, Palladino, East, Caviglia e Horn abbiamo creato un album di nuove canzoni alla vecchia maniera. Tutti nella stessa stanza e nello stesso momento, facendo rimbalzare qua e là nuove idee così dar trovare la soluzione ottimale per il groove, la struttura, la melodia e l’atmosfera. L’album dei Legacy è pronto ed è il risultato di un anno di lavoro che contiene circa 150 anni di esperienze! Quando i dischi vengono fatti con passione, cura e con alchimie segrete e illusorie, sfuggono ad ogni spiegazione.
Ascoltatelo. Entrateci dentro. Provate quello che abbiamo provato noi nel registrarlo. Vivetelo!».

BIOGRAFIA
LEGACY, la nuova band composta da Alan Clark (Dire Straits, Tina Turner, Bee Gees, Billy Joel, Elton John, Phil Collins, George Harrison), Phil Palmer (Dire Straits, Eric Clapton, Iggy Pop, Bob Dylan Tina Turner, Pino Daniele, George Michael, Robbie Williams, Renato Zero, Claudio Baglioni) e Marco Caviglia insieme ad altre leggende musicali come Trevor Horn, Danny Cummings, Steve Ferrone, Mel Collins e Primiano Di Biase. Un bagaglio di esperienze potentissimo in una formazione unica! Il progetto LEGACY è iniziato a Los Angeles lo scorso novembre con Steve Ferrone e Pino Palladino presso i Drumroll studios di Ferrone ed è continuato a Roma al Forward Studios dove la band ha completato l'intero album. Il primo singolo è "Jesus Street", una canzone scritta da Alan Clark.

Cagliari, dal 30 novembre mostra di Marco Delogu, fotografo di fama internazionale, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra

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Paesaggi sospesi, catturati alla “luce e temperatura perfette delle lune d’estate”: torri, carceri, strade, golfi, spiagge, cisterne, piccoli villaggi e molta natura. Scorci quasi metafisici, che raccontano la bellezza sublime dell’archetipo isolano e i segni dell’intervento dell’uomo sul paesaggio.
C’è tutto questo al centro di “Asinara”, mostra fotografica di Marco Delogu, promossa dalla Fondazione di Sardegna nell’ambito di AR/S – Arte Condivisa in Sardegna, la piattaforma progettuale che – alla promozione di mostre dedicate all’arte sarda – alterna progetti dedicati all’attualità, diffusi su tutto il territorio regionale. La mostra comprende 25 opere che saranno esposte negli spazi della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2 a Cagliari, a partire dal 30 novembre 2017 sino a fine febbraio 2018.

Così Marco Delogu spiega la genesi del progetto artistico: “Ho scelto di lavorare sull’Asinara per via della sua storia e della sua geografia. Da bambino l’isola mi veniva narrata come una specie di inferno, e da ragazzo mi colpivano i racconti di un amico di famiglia, avvocato, che difendeva Renato Curcio e Raffaele Cutolo e andava a incontrarli sull’isola. Più tardi, a partire dal 1997, lavorando a Rebibbia per i ritratti di «Cattività», avevo incontrato una serie di detenuti che erano stati all’Asinara, e dalle loro voci avevo ascoltato la storia delle rivolte di Fornelli. Non sono andato in Sardegna per moltissimi anni e per il mio «ritorno» fotografico ho scelto un’isola che non conoscevo, così piena di ricordi dolorosi a contrasto con il grandissimo senso di bellezza e libertà che ora si prova”.

Delogu, fotografo di fama internazionale e attuale direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, ha operato un lavoro di ricognizione sul paesaggio “notturno” dell’Asinara, nella splendida ambiguità di un contesto ambientale profondamente segnato da 100 anni di storia. “L’isola è fortemente connotata dalle metamorfosi territoriali legate all’umana costrizione, prima sanitaria e poi carceraria, che l’ha caratterizzata nel corso di oltre un secolo fino al 1997, anno di fondazione dell’Ente Parco”, scrive Antonello Cabras, presidente della Fondazione di Sardegna. Con Delogu, aggiunge Cabras, assistiamo al recupero dello “spazio simbolico e di riflessione rispetto al nostro patrimonio identitario, i cui orizzonti interpretativi inevitabilmente mutano in funzione della luce (o dell’ombra) con cui li osserviamo”.

La mostra “Asinara” sarà raccontata anche nelle pagine di un volume edito da Punctum con le opere fotografiche di Marco Delogu affiancate dai testi dello scrittore Edoardo Albinati, vincitore del Premio Strega 2016. Per oltre 20 anni insegnante nel carcere di Rebibbia, vicino alle tematiche della detenzione, Albinati come Delogu ha vissuto un’esperienza di residenza all’Asinara, prestando le proprie parole allo sguardo dell’artista.

Scrive Albinati: “Con le sue fotografie notturne, Marco Delogu raggiunge un punto inedito dove le tensioni estreme sono sospese. Le figure e i profili si spogliano del loro significato, e, se non ci fosse il titolo a ricordare la funzione che rivestivano (“Check point”, “Il bunker”, “Ossario”), diventano meravigliosamente anonime. Misteriose sì, ma non più minacciose. La bellezza e il male, poli assoluti e intransitivi dell’isola, non vengono eliminati, né conciliati tra loro (impossibile) ma messi tra parentesi. Almeno per una notte”.

La mostra, visitabile gratuitamente, tutti i giorni dalle 10 alle 19, sarà inaugurata presso la sede cagliaritana della Fondazione di Sardegna giovedì 30 Novembre 2017, a partire dalle ore 18.

77 fool immersion in scena al teatro lo spazio dal 28 novembre al 3 dicembre

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Una serata di paesaggi, umori, suoni, radici, ragioni che scorrono sul palco della memoria attraverso la musica, i gesti, la danza, il teatro, la poesia.

La vita di un singolo è immersa nella storia del suo tempo. Allora qualunque avvenimento era una scusa per stare insieme: una manifestazione, gli spettacoli di Dario Fo e Franca Rame, le discussioni delle femministe e tanto altro.
E’ personale o politico quindi raccontare le vite di Anna, Teresa, Costantino che si sono ritrovati immersi nel 77 ad assaggiare il sapore di quegli anni di lotte, di amori, di cioè compagni, di musica, di libertà, di utopia ?
Tutto forse troppo in fretta messo via con i sigilli di piombo, per evitare contaminazioni con il futuro.
E ogni sera tutti insieme togliamo via quei sigilli scuri per vedere se per caso l’alchimia dell’ utopia fosse possibile: tramutare il piombo in oro.
DAL 28 NOVEMBRE AL 3 DICEMBRE
dal martedì al sabato ore 20.30
domenica ore 17.00
77 FOOL IMMERSION
Di Duska Bisconti
con Duska Bisconti, Romano Rocchi, Gabriella Tupone
musiche e arrangiamenti: M.Antonio Pappadà eseguite dalla Cip Orkestra

Biglietto intero 12 euro
Biglietto ridotto 9 euro
Tessera semestrale 3 euro


Teatro Lo Spazio, Via Locri, 42 Roma  0677076486  0677204149
info@teatrolospazio.it



RIFF - ROME INDEPENDENT FILM FESTIVAL, dal 28 novembre la XVI edizione

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TRA I FILM IN CONCORSO L’ITALIANO  “OLTRE LA NEBBIA - IL MISTERO DI RAINER MERZ” DI GIUSEPPE VARLOTTA CON PIPPO DELBONO.

Torna il RIFF - Rome Independent Film Festival diretto da Fabrizio Ferrari con la XVI edizione dal 28 novembre al 10 dicembre alla Casa del Cinema di Roma con oltre 100 filmin anteprima Italiana.

Tra i film in concorso della XVI edizione del RIFF: Oltre La Nebbia - Il Mistero Di Rainer Merz di Giuseppe Varlotta con Pippo Delbono, Corinne Clery e Cosimo Cinieri tra gli altri. Il film sarà presentato venerdì 1 dicembre alle ore 22.00 alla presenza del regista in sala e del cast.

Al centro del film la scomparsa di un attore dal set di un film storico in fase di riprese ad una settimana dalla Pasqua. Un investigatore privato viene discretamente incaricato di indagare sulla scomparsa e fin dall'inizio egli prova l’inquietante percezione di essere in qualche modo coinvolto nelle vicende trascorse.

Gli altri film internazionali in concorso sono gli argentini A Winter To Remember di Cecilia Valenzuela Gioia. Lucia, una ragazza di 21 anni, soffre di attacchi di panico.Durante un inverno trascorso a Salta, la sua città natale, incontra Olivia che l’aiuterà a liberarsi dai traumi del passato e a scoprire se stessa. Esordio alla regia della venticinquenne Cecilia Valenzuela Gioia, che interpreta anche il ruolo di Lucia, il film ritrae con chiarezza e sensibilità il dolore che deriva dal vivere nella paura e la gioia che proviene dall’accettazione di sé. Il film sarà presentato martedì 28 novembre alle 22.15 e rientra nel focus LGBTQ ovvero dei film legati all’identità di genere.

E’ argentino anche Cetáceos di Florencia Percia. Clara e Alejandro si trasferiscono in una nuova casa. Pochi giorni dopo, lui è costretto a partire per lavoro. Clara resta sola nella nuova casa corcondata da scatole chiuse. Pian piano accetterà una serie di inviti casuali che la allontaneranno dalla dimensione in cui vive. Il film sarà presentato domenica 3 dicembre alle 21.30.

Nel concorso troviamo anche Bernard and Huey di Dan Mirvish (Usa). Basato sui personaggi del fumetto di Jules Feiffer uscito sul “Village Voice” nel 1957, il film racconta l’improbabile amicizia tra il dispettoso Huey e il remissivo Bernard negli anni 80 a New York. Venticinque anno dopo Bernard è uno scapolo di successo e un giorno bussa alla sua porta Huey. Non si vedono da molti anni e Bernard sugellerà il loro incontro iniziando una relazione con Zelda la figlia di Huey in un crescendo di situazioni comiche e a tratti surreali. Il film sarà presentato mercoledì 29 novembre alle 20.30.

E ancora in concorso Falling In/Out In Love di Dominic Bachy (Francia). Il film è una divertente commedia che vede al centro quattro diverse coppie, ognuna in una fase differente della relazione, vivono la loro settimana di San Valentino a Parigi, la capitale dell'amore. Mentre una coppia si incontra per la prima volta e un'altra approfitta della ricorrenza per separarsi, la terza coppia dubita della fedeltà e la quarta cerca di ritornare insieme. Il film sarà proiettato sabato 2 dicembre alle 20.10 alla presenza del regista e degli interpreti.

Sempre in concorso Hagazussa - A Heathen’s Curse di Lukas Feigelfeld (Germania). Il regista tedesco mette in scena una dark story densa di suggestioni e interpretata con inquietante evocatività da Aleksandra Cwen. La storia è ambientata in un disperso villaggio nelle Alpi austriache, dove Albrun (vive sola con la figlia appena nata, emarginata dagli altri abitanti del villaggio e tacciata di stregoniera. Il film sarà proiettato sabato 2 dicembre alle 22.00 alla presenza del regista.

I Am Truly A Drop Of Sun On Earth di Elene Naveriani (Svezia/Georgia) è, invece, il film d’esordio di Elene Naveriani. April lavora come prostituta in un night club fatiscente di Tbilisi, in Georgia, in un mondo in cui a dominare sono gli uomini e le donne sono trattate al pari di oggetti. In tale contesto di disperazione, all'ombra di un albergo di lusso, April incontra Dije, un giovane immigrato nigeriano (una sorta di outsider tra gli outsider) che inseguiva il sogno di raggiungere la Georgia degli Stati Uniti e che invece si è ritrovato lì. Entrambi alienati dalla società, i due finiscono per innamorarsi. Il film sarà presentato giovedì 30 novembre alle 22.15.

Infine Maria (Y Los Demás) di Nely Reguera (Spagna) sarà proiettato venerdi 1 dicembre alle ore 20.10 nell’ambito del Focus sulla Spagna. con la presenza in sala della sceneggiatrice Valentina Viso.

Tra i documentari italiani in concorso troviamo Più Libero Di Prima di Adriano Sforzi. Tommaso Bruno è un ventenne italiano come tanti, partito per l'India all'inizio del 2010: lì troverà la morte di un amico, un'accusa di omicidio priva di fondamento e la condanna al carcere a vita. Ma nei lunghi anni in cella Tommaso resiste, ricorda, immagina e scrive migliaia di lettere in cui racconta come stia trovando un'insperata libertà dentro una cella. Le immagini dei viaggi in India e dell'attesa ad Albenga, si combinano alle animazioni visionarie di Olga Tanchini, allieva di Gianluigi Toccafondo, e al materiale d'archivio, pr raccontare un romanzo di formazione scritto inconsapevolmente dal suo protagonista. Il documentario sarà presentato martedì 28 novembre alle 17.30 alla presenza del regista.

Tra gli altri documentari in concorso Avanti di Lucia Senesi che racconta la crisi sociale che stiamo attraversando contraddistinta da un vuoto politico enorme. Il doc cerca di leggere il presente con gli occhi di Antonio Gramsci, uno dei fondatori del Partito comunista italiano, con quelli di Pietro Nenni, che guidò il Partito socialista in Italia per molti anni e con quelli di Sandro Pertini, uno dei Presidenti della Repubblica più amati della storia. Avanti racconta un viaggio lungo un anno, fra Italia, Francia e Spagna in cui le persone incontrate leggono la crisi alla luce di un passato che ormai sembra lontanissimo. Il documentario sarà presentato il 29 novembre alle 21.00

Mentre Beo di Stefano Viali e Francesca Pirani, ha per protagonista Beo, classe 1920. Le colline del Montefeltro sono lo sfondo su cui episodi del passato – i campi, la mezzadria, la guerra, la Resistenza, la militanza politica, l’emigrazione – e di vita quotidiana – l’orto, le api, le riflessioni sul mondo e sugli uomini – si intrecciano tra storia personale e Storia. Racconto per parole e immagini di umanità, dignità e resistenza. Una prospettiva inedita per ripercorrere il ‘900 attraverso uno straordinario testimone. Il documentario sarà presentato giovedì 30 novembre alle 16.00.

Boxe Capitale di Roberto Palma è un viaggio trasversale nel pugilato romano. Un mondo con più di cento anni di storia dove all’interno vi sono i vecchi racconti, le intramontabili leggende, la malinconia del passato, i mille personaggi, le storiche palestre, le nuove realtà delle periferie, i volti, le tensioni degli spogliatoi e il calore del pubblico romano. C’è la boxe e c’è la città di Roma. Il documentario sarà proiettato domenica 3 dicembre alle 20.00 alla presenza del regista.

Caffè Sospeso di Fulvio Iannucci e Roly Santos Pesaresi è ambientato a Napoli dove esiste una vecchia tradizione: il caffè sospeso. E’ un piccolo rito che consiste nel donare una tazzina di caffè a beneficio di uno sconosciuto, di una persona bisognosa. Il caffè sospeso è il punto di partenza per un viaggio attraverso le storie di tre persone reali che vivono in tre luoghi del mondo molto lontani fra loro - Napoli, New York e Buenos Aires. Grazie al caffè, tutti e tre hanno cambiato la propria vita e raggiunta la libertà. Il documentario sarà presentato giovedì 30 novembre alle 20.30.

Sempre per i documentari italiani in concorsotroviamo Fuoricampo del collettivo Melkanaa ci fa conoscere La Liberi Nantes Football Club, una squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo, che partecipa al campionato di terza categoria senza poter concorrere al titolo. Alla maggior parte dei giocatori, infatti, mancano ancora i documenti richiesti dalla Federazione per poter competere a tutti gli effetti. L’esclusione della squadra dalla classifica riflette l’impossibilità dei migranti di “mettersi in gioco” in un paese straniero. Il campo di calcio è il pretesto per addentrarci nella pluralità delle vite che lo calcano. Il documentario sarà presentato Sabato 2 dicembre alle 17.30.

Nell’ultimo dei documentari italiani in concorso In Aquis Fundata di Andrea De Fusco vediamo un maestro d’ascia, una campionessa del remo, un operaio subacqueo, un mercante ittico e un pescatore: cinque veneziani continuano a trovare nell’acqua il senso di questa città unica.
Franco Crea, uno degli ultimi costruttori di gondole, ricorda i tempi in cui era pescatore e gondoliere ed in laguna c’era spazio per tutti. Fuori dall’immagine stereotipata da cartolina, protagonisti marginali e quasi invisibili sono gli ultimi veri veneziani. Il documentario sarà presentato domenica 3 dicembre alle 16.00.

Sul fronte internazionale dei documentari in concorso troviamoda una parte la realtà contemporanea caratterizzata dall’evoluzione tecnologica e dal cambiamento sociale di cui tutti parlano, mentre dall’altra continuano ad esistere e a sussistere realtà precarie tangibili e determinanti a cui bisogna dare voce.

Die Neue Nationalgaleriedi Ina Weisse, che sarà presente in sala, (Germania) narra la storia della ricostruzione della Galleria Nazionale di Berlino in seguito agli avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, soffermandosi sul lavoro dell’architetto modernista Mies van der Rohe.

Sempre sul fronte internazionale Drifting towards the crescentdi Laura A. Stewart (Olanda), che ha partecipato a diversi festival internazionali importanti, tra cui quelli di Rotterdam e Chicago. Il doc si sofferma sulle conseguenze dell’inquinamento del fiume Mississippi.

Si prosegue con La fiebre del oro di Raul De la Fuente (Spagna), al suo quarto documentario, che narra le vicende dei minatori del Mozambico e dell’inesistente tutela e prevenzione sul posto di lavoro, così come accade nella comunità africana narrata in Owinoda Javier Marino e Yussuf Razzaque (Spagna) che da anni lotta contro i crimini ambientali delle grandi imprese.

Post truth timedi Héctor Carré (Spagna), selezionato al Raindance Film Festival, attraverso alcune interviste a esponenti del settore, indaga il debole rapporto tra la società e i media nell’era contemporanea.

Al RIFF troviamo infine Natalia Gugueva, per la seconda volta dietro la macchina da presa, con il suo Who is Kusturica(Russia) che mette in scena la storia di un musicista diventato regista per puro caso, girando documentari tra un concerto all’altro.

Tra i cortometraggi in concorso al RIFF 2017 nuove e vecchie conoscenze: 4 battiti di Natalia Piervincenzi, A Heart In The Drawer diretto da Roberto Leoni, patrocinato da Amnesty International Italia e selezionato al Views of the World Film and Music Festival a Montréal, affronta il problema del femminicidio. A questo si aggiunge Actus Reus del giovane Julian Grass, che, insieme a Francesco Testi, con il suo Oltre la finestra, mettono in scena una realtà molto delicata, quella della violenza sulle donne, seguiti dal regista Luigi Pane che, dopo aver vinto al Los Angeles Film Valley ed aver ottenuto importanti riconoscimenti in Italia, torna all’opera con L’Avenir. Fra i tanti nomi si fanno spazio anche Kolossal, il primo video tratto dall’album “Andrisanissima” di Antonio Andrisani, Nunca más hermanos di Eleonora Gasparotto Nascimben, protagonista di numerose partecipazioni ai festival tra cui quella alla 72° Mostra del Cinema di Venezia e La quiete, diretto da Gabriele Galli, in cui l’ordinario protagonista si imbatte un incontro ravvicinato con uno scarafaggio. Tra la tragicommedia e il grottesco, invece, troviamo Pastarelle, seguito dal corto comico Insetti, entrambi diretti da Gianluca Manzetti, per proseguire, poi, con Sulla soglia di Riccardo Festa, una storia famigliare che l’ha ispirato dopo il sopralluogo a Villa Elena. La lista continua con Timeline di Valeria Milillo, volto noto nel mondo televisivo e con Presence Absence della giovane Iolanda Di Bonaventura, un’opera sperimentale presentata all’ultimo Festival di Cannes che mette a fuoco la sottile linea che separa la vita dalla morte, la presenza dall’assenza, in maniera molto intima.

Per la sezione cortometraggi italiani in concorso, in collaborazione con Rai Cinema Channel, verrà assegnato un premio al corto più web, per il valore di € 3.000,00. Il riconoscimento vuole premiare l’efficacia di un racconto che ben si presti ad essere diffuso sui canali web. Il premio consiste in un contratto di acquisto dei diritti web e free tv del corto, da parte di Rai Cinema e godrà della visibilità su www.raicinemachannel.it, sui suoi siti partner e, a discrezione dei responsabili delle reti, sui canali RAI.

Quest’anno il Festival rende omaggio ad un altro grande autore del cinema italiano: Valerio Zurlini, a 35 anni dalla sua morte. Nella sua carriera produsse 10 film nell’arco di 20 anni di attività: caratteristica peculiare del cinema di Zurlini sono i personaggi, divisi sempre fra troppo passato, poco presente e nessun futuro.

Il RIFF 2017 lo omaggerà giovedì 30 novembre alle ore 18.30 con uno dei suoi film più intensi e drammatici, il racconto dei due fratelli Enrico e Dino, descritto in Cronaca familiare vincitore del Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1962, tratto dal romanzo autobiografico di Vasco Pratolini, tramite il quale, come fece anni dopo con Il deserto dei Tartari (tratto dal romanzo di Dino Buzzati) Zurlini unisce i tasselli di un percorso creativo che è sempre specchio e metafora di un percorso interiore. Presenterà il film il critico cinematografico Simone Emiliani, supervisore editoriale di Sentieri Selvaggi e firma storica di Filmcritica, Cineforum e Film Tv.

Importante masterclass al RIFF 2017 quella con Luciano Tovoli, direttore della fotografia, che si svolgerà giovedì 30 novembre alle ore 16.00. Classe 1936, Tovoli negli anni Settanta fu tra i protagonisti del rinnovamento dei canoni “luministici” del cinema italiano, importando nei film realizzati in studio il gusto per l'autenticità della fotografia di reportage. Anche regista, è stato fra i primi a incarnare in Italia un modello 'colto' di direttore della fotografia. Ha vinto due Nastri d'argento, nel 1976 per Professione: reporter (1975) di Michelangelo Antonioni e nel 1989 per Splendor (1989) di Ettore Scola, e un David di Donatello, per Il viaggio di capitan Fracassa (1990), sempre diretto da Ettore Scola.

Venerdì 1 dicembre inoltre alle 18.30 alla Sala Deluxe si discuterà di critica cinematografica e del suo ruolo al tempo dei social media. Interverranno alla tavola rotonda, moderata da Chiara Nucera e organizzata in collaborazione con Fuoritraccia - Cose dell’Altro Cinema alcuni esponenti del mondo della comunicazione italiana: Fabio Ferzetti (Il Fatto), Marco Giusti (Stracult), Pedro Armocida (Il Giornale), Paola Casella (MyMovies), Alessandra Tieri (Capo Ufficio Stampa Lucky Red), Francesca Pierleoni (Ansa). Prima del dibattito, alle 17.30 sempre in sala Deluxe, si potrà assistere alla prima italiana del documentario di Héctor Carré (presente in sala) Post Truth Times, una lucida analisi sull’uso dei media e la manipolazione delle notizie.

Il RIFF vuole inoltre utilizzare la tecnica del “day and date” con l’obiettivo di abbattere il sistema di finestre di distribuzione proiettando contemporaneamente due dei titoli in concorso sulla piattaforma VOD indiefilmchannel.tv. Durante la settimana del festival sarà possibile vedere in contemporanea al Cinema e su TV, SmartPhone e Tablet le due opere selezionate in concorso. Falling In/Out Of Love di Dominic Bachy (Francia. 2017, HD, Color, 95’) e A Winter To Remember di Cecilia Valenzuela Gioia  (Argentina, 2017, HD, Color, 64’)

Focus anche sul cinema dei paesi nordici, intitolato Viva il Nord che avrà luogo sabato2 dicembre alle ore 14.00, che analizzerà come il cinema del Nord Europa stia crescendo in questi anni e come in questi paesi la politica culturale stia contribuendo alla crescita di un settore ormai riconosciuto su scala mondiale. Questo attraverso immagini e discussioni di autori che lo rappresentano in maniera eccelsa, la sceneggiatrice e regista danese Lise Birk Pedersen e l’artista finlandese Sophia Ehrnrooth. Saranno proiettati per l’occasione il documentario Tutti a Casa – Power to the People di Pedersen, sui primi anni del M5S in Italia, e il corto Football Heroes by Heart di Ehrnrooth, che vede giocatori alle prime armi nominati Campioni Internazionali.

Dopo il successo dello scorso anno legato alla rassegna su Teddy Award, il Premio a tematica queer della Berlinale, il RIFF propone quest’anno un titolo LGBTQ ovvero legato all’identità di genere. Una scelta che dimostra la volontà di indagare un tema che nel nostro paese suscita accesi dibattiti politici e sociali. Il film di quest’anno sarà A Winter to Remember dell’argentina Cecilia Valenzuela Gioia. Il film sarà presentato martedì 28 novembre alle 22.15.

Il RIFF inoltre, in occasione dei cinquant’anni dalla creazione della Comunità Europea, proporrà al pubblico Il figlio di Saul di László Nemes domenica 3 dicembre alle ore 16.00, pellicola vincitrice del David di Donatello per il miglior film dell’Unione Europea. Il lavoro del trentanovenne Nemes, utilizzando un innovativo metodo di ripresa, ci mostra gli ultimi giorni di vita di un sonderkommando, ossia uno dei prigionieri addetti ed assistere i boia all'interno di un non identificato campo di sterminio, che prima di andare incontro a sua volta al massacro, si lancia In un ultimo disperato tentativo di salvezza e umana compassione.

Oltre al David di Donatello, il film ha vinto innumerevoli premi, partendo dal Grand Prix Speciale dalla Giuria al Festival di Cannes del 2015, proseguendo con il Golden Glebe come miglior film straniero e con il Premio Oscar nella stessa categoria.

Inno alla pietas a alla rivolta, il film di Nemes è un forte richiamo etico per le nuove generazioni, oltre che una testimonianza straziante, che ci ricorda quanto la memoria degli orrori passati sia un imprescindibile fanale di allarme per affrontare le sfide socio politiche presenti e future.

Focus quest’anno sulla Spagna in musica e sui diritti umani alla kermesse romana. Il programma Opere Prime avrà, infatti, come sottotitolo “storie e canzoni”. Coordinato dalla Fondazione spagnola SGAE (Società Generale degli Autori e degli Editori) e dall’Instituto Cervantes. Il programma propone una panoramica sui registi emergenti che vuole dare voce ai più giovani e mostrare la diversa natura formale e tematica del cinema contemporaneo spagnolo, in cui la musica è uno strumento per avvicinarsi all’immaginario filmico.

In anteprima saranno presentati quattro film in cui le canzoni hanno un ruolo fondamentale per l’intreccio narrativo e per la comprensione dei personaggi.

Si parte affrontando la prospettiva più tradizionalista e familiare con La puerta abierta (La porta aperta) di Marina Seresevsky che sarà presentato martedì 28 novembre alle ore 18.30. il film racconta la storia di Rosa, una prostituta che ha ereditato il mestiere da sua madre Antonia, la quale trasforma la sua vita in un inferno quotidiano. Rosa non riesce a essere felice ma l'arrivo inaspettato di un nuovo membro della sua particolare e assurda famiglia le darà un’opportunità unica per riuscirci. Nel film la musica ha il compito di fare da interludio al dramma.

Si passa poi alla volontà di dare centralità alla donna come in María y los demás (Maria e tutti gli altri) di Nely Reguer che sarà proiettato venerdi 1 dicembre alle ore 20.10.

Maria è una donna sulla trentina che si sente inadeguata. Ha una vita che non le corrisponde per età anagrafica e desideri ma i timori la inchiodano impedendole di evolversi come dovrebbe. Anche in questo caso la musica si presenta come un momento di libertà e fantasia.

La Pols,invece,di Llàtzer García sarà proiettato mercoledì 29 novembre alle ore 16.00. Poco dopo di aver saputo della morte di suo padre, Jacob se ne dimentica. La sua relazione con la sorella Ruth e l’Alba cambierá le loro vite portandole al limite delle convenzioni sociali.

Infine, La muerte en La Alcarria (La morte a La Alcarria)di Fernando Pomares sarà presentato giovedi 30 novembre alle ore 16.00. il film è un musical minimalista nelle terre dell’Alcarria. Due fratelli musicisti ripercorrrono le proprie origini. Durante il viaggio interpreteranno le canzoni, la musica e i testi evocatori di un mondo passato, che non esiste più. La morte in Alcarria è un poema sull’arte dei Fratelli Cubero e il mondo che evocano le loro canzoni. Il film descrive una mappa musicale attraverso musicisti che sembrano mediatori, trovatori, fantasmi del passato.

Dall’8 al 10 dicembre inoltre il Focus sull’India presenterà un evento inedito in grado di gettare uno sguardo sul ricco panorama produttivo del cinema indiano. Un cinema che spazia dalla produzione di piccoli film realizzati da registi indipendenti a tutto quel filone che va sotto il nome di Middle Cinema, ovvero di un cinema contemporaneo che cerca di porsi nel solco della globalizzazione, ibridando la tradizione bollywoodiana con l’estetica del cinema americano ed europea, cercando di catturare la realtà del Paese.

La Giuria del RIFF Awards è composta quest’anno dall’autore e conduttore radiofonico e televisivo Giovanni Aversa, dallo sceneggiatore, regista e produttore Carl Haber, che ha fondato la Rome lnternational Film School, dalla docente sul cinema scandivano e nordico Hanna Laakso, da uno dei fondatori del Festival Internazionale del Cinema di Umea in Svezia e curatori di numerosi altre kermesse Thom Palmen e dallo scrittore e regista David Rocchio.

Il RIFF - Rome Independent Film Festival è realizzato con il contributo e il patrocinio della Direzione Generale Cinema - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dell’Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Regione Lazio. L'iniziativa è parte del programma di Contemporaneamente Roma 2017 promosso da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e in collaborazione con SIAE.

Casa del Cinema, le novità del Centro Sperimentale di Cinematografia

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(video) Si è svolta ieri, presso la Casa del Cinema di Roma, la conferenza stampa del Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale per annunciare le novità della stagione 2017-2018.  Presenti il presidente del CSC Felice Laudadio, il direttore generale del CSC Marcello Foti, il presidente e amministratore delegato di Istituto Luce-Cinecittà Roberto Cicutto e il direttore cinema del Mibact Nicola Borrelli.

“Si tratta di novità di restyling legate all’immagine, e di novità strutturali, solide: nuovi spazi, nuovi edifici e nuovi strumenti di comunicazione che permetteranno al Centro Sperimentale e a tutte le sue attività – la Cineteca, la Scuola nazionale di cinema, la biblioteca Luigi Chiarini, la CSC Production – di essere più visibili e più trasparenti”, ha sottolineato Felice Laudadio.

Tra le prime spicca il nuovo portale internet online da oggi, all’indirizzo web www.fondazionecsc.it, che rinnova il vecchio sito dal punto di vista della grafica e della comunicazione pur mantenendone in parte i contenuti; e il nuovo logo della Fondazione CSC che comparirà in tutte le sedi deputate e, nella versione animata a cura di Maurizio Nichetti (direttore artistico della sede di Milano del CSC), introdurrà le proiezioni di tutti i film restaurati dalla Cineteca Nazionale. Il nuovo logo ha una sigla musicale composta per l’occasione dal premio Oscar Nicola Piovani.

I film restaurati, nel corso della stagione 2017-2018, arriveranno anche in sala grazie alla nuova struttura CSC Distribution nata all’interno della CSC Production con la consulenza di Filippo Roviglioni. Il primo pacchetto di titoli sarà presentato il prossimo 27 novembre alle Giornate professionali di Sorrento ed è composto da “Ultimo tango a Parigi” (Bernardo Bertolucci, 1972), “Non c’è pace tra gli ulivi” (Giuseppe De Santis, 1950, presentato in prima mondiale alla Mostra di Venezia), “Dillinger è morto” (Marco Ferreri, 1969, presentato in prima mondiale alla Festa del cinema di Roma) e “Miseria e nobiltà” (Mario Mattoli, 1954, presentato in prima mondiale al Teatro San Carlo di Napoli) per il quale si stanno chiudendo gli accordi economici con gli aventi diritto, la famiglia Li Bassi. È una grande innovazione rispetto al passato, quando i restauri erano visibili solo nei festival e in rassegne ad hoc: “Siamo il Centro Sperimentale – ha dichiarato Laudadio – vogliamo sperimentare questa possibilità. Un restauro costa mediamente circa 100.000 euro, è doveroso renderlo pubblico. E speriamo che il clamoroso ritorno in sala di ‘Ultimo tango’ possa fare da traino a questa iniziativa”.

Sempre legato al restauro è l’annuncio dell’Art Bonus, un’iniziativa dell’Agenzia delle Entrate che permette ad aziende e privati di finanziare restauri beneficiando di un credito di imposta del 65%. Cicutto ha auspicato che “l’Art Bonus sia fruibile anche per il materiale d’archivio del Luce”, e ha sottolineato come CSC e Luce-Cinecittà, “da cugini stiano diventando fratelli, in futuro forse gemelli, e lavoreranno insieme su molti progetti, dai restauri all’editoria alla didattica: in questo rientra il modello Erasmus che ricalcheremo nell’elaborazione del MIAC, il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema che sorgerà negli edifici del complesso degli studi di Cinecittà e negli adiacenti edifici dell’Istituto Luce”. Laudadio ha anche annunciato che il 2020 sarà un “anno Fellini”, in occasione del centenario della nascita del grande regista, e “gli enti lavoreranno insieme per un progetto che avrà – vista la fama di Fellini – risonanza mondiale”.

Le novità strutturali riguardano nuovi spazi che il CSC dedicherà alla didattica e alla circuitazione delle sue attività. Dall’autunno 2018 il CSC disporrà a Roma di una nuova  sala cinematografica (340 posti) all’interno dei giardini della Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio: andrà a sostituire l’attuale sala Trevi, grazie alla convenzione sottoscritta fra CSC e Biblioteca Nazionale (e firmata oggi, alla presenza del direttore della Biblioteca Andrea De Pasquale). Un altro spazio sarà la sala cinema dell’Istituto Tecnico Enzo Ferrari, sempre a due passi da Cinecittà, grazie all’accordo con l’assessore per Politiche della Scuola e Cultura di Roma Capitale Elena De Santis, presente in sala. Da un accordo con i Cavalieri del Lavoro nasce invece la disponibilità di una nuova sede in via Francesco Buonamici, a meno di un chilometro dalla sede storica di via Tuscolana, che potrà essere utilizzata sia come luogo didattico, sia come foresteria per studenti e docenti ospiti; decisivo, per questo accordo, il filosofo Sebastiano Maffettone, membro del Comitato scientifico del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro, che ha dichiarato: “La grande industria guarda sempre al futuro e ha una visione internazionale, il Centro Sperimentale forma i cineasti del futuro e – come il Luce e Cinecittà – è famoso in tutto il mondo. Il prossimo passo, spero, sarà istituire al CSC un corso di cinema e filosofia”. Maffettone è anche presidente del Ravello Festival, che il prossimo 8 dicembre concluderà “l’anno di Totò” presentando il restauro di “Miseria e nobiltà” nella prestigiosa sede dell’auditorium Oscar Niemeyer. Foti ha annunciato che tutte queste iniziative sul territorio sono anche legate a un progetto “per la formazione cinematografica nelle scuole, che riguardi sia i docenti, sia gli alunni fin dalle scuole elementari, perché l’amore per il cinema può anche arrivare per caso, ma va coltivato sin dall’infanzia”. Infine, nascerà una nuova sede regionale del CSC a Lecce, in Puglia (la convenzione con la Regione è imminente) che ospiterà il corso “Alta formazione per la conservazione e il restauro del patrimonio culturale cinematografico e audiovisivo”: una scuola di restauro filmico, con docenti internazionali e tecnologie di ultimissima generazione, per formare “in casa” i tecnici che in futuro realizzeranno i restauri promossi e curati dalla Cineteca Nazionale e da altri archivi italiani e stranieri.

Borrelli ha concluso, sottolineando come “il coordinamento fra CSC e Luce-Cinecittà vada nella direzione voluta dal ministro Franceschini e dalla nuova legge sul cinema, che auspica la sinergia fra gli enti pubblici che si occupano di cinema e di audiovisivo”.

Arte, intervista a Carla Castaldo: la forma è una conseguenza del contenuto

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A CARLA CASTALDO MENZIONE SPECIALE DELLA CRITICA DA PARTE DI PAOLO LEVI - MANTOVA BIENNALE.

Come definirebbe Carla Castaldo?
Trovo difficoltà nel definirmi. Jolanda Capriglione, curatrice della mia monografia in corso di realizzazione, dice di me: “Chi si limitasse ad ascoltare o leggere le parole, pur preziose, di Carla e poi guardasse le sue opere sarebbe davvero disorientato. Proverebbe lo straniamento proprio di chi si trova all’improvviso in un mondo altro, in modo inatteso, imprevisto perché le parole avevano portato la nostra immaginazione altrove rispetto a ciò che il nostro sguardo si trova di fronte… Carla è davvero tutto questo passione e ragione…”
A quali maestri si ispira o quali altri pittori ammira?
Non m’ispiro ad alcun maestro. Le mie opere nascono da forti sollecitazioni (un accadimento, una musica, un’immagine, un profumo…) che colpiscono i miei sensi, inducendo in me un “misterioso richiamo” che parte dal profondo dell’anima e mi spinge ad esternare, attraverso segni e colori, le mie emozioni. E le emozioni, per loro natura, sono libere da ogni vincolo.
I pittori che ammiro sono tanti. Ma gli artisti, con i quali si stabilisce un intenso contatto, sono quelli che mi lasciano intravedere i propri demoni.
Qual è per lei il significato di un’immagine dipinta (se deve comunicare, se deve insegnare, se deve solo ristorare lo sguardo con la sua bellezza…)
Penso che l’opera d’arte esprima esclusivamente lo stato d’animo dell’artista in un determinato momento della sua vita. Il significato lo attribuisce il fruitore in funzione della sua sensibilità, della sua cultura, delle sue esperienze.
Quale tecnica usa?
I miei dipinti sono eseguiti su base di porcellana con l’antica tecnica della “decorazione a terzo fuoco” che ho completamente rielaborato.
Realizzo, inoltre, bassorilievi e oggetti in terracotta foggiata a mano e bassorilievi e monili in lamina di ottone.
Dove e in quali ore dipinge?
Prevalentemente dipingo di giorno, perché la luce naturale mi consente di cogliere la vera essenza dei colori. In funzione delle opere che realizzo lavoro in laboratorio o in officina. Sempre che posso mi rintano in casa, in un ambiente che guarda il mare, per me fonte inesauribile di arricchimento…
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
Amo parlare della bellezza, ma non di quella fisica. Perciò, attraverso la meditazione, cerco di proiettarmi verso mondi misteriosi oltre i confini spazio-temporali.
Dà più importanza alla forma o al contenuto?
Per me la forma è una conseguenza del contenuto. Nelle mie opere ogni linea e ogni stesura cromatica sono il risultato di una traduzione dal mondo immateriale a quello materiale.
Com’è cambiata la sua pittura dagli inizi ad oggi?
Tutta la mia produzione è strettamente collegata al mio percorso spirituale. Il conseguimento del primo e del secondo livello Reiki e il successivo approfondimento della cultura andina, unitamente alla meditazione, mi hanno aiutato e mi aiutano nel cammino che ho scelto di seguire, alla ricerca delle Radici. Io dico che è un percorso verso la Luce. Ho iniziato dipingendo con la “tecnica del terzo fuoco” piccoli oggetti poi, come ho detto precedentemente, la mia produzione si è ampliata e diversificata assumendo nel tempo colori sempre più intensi. Mi piace pensare che ho fatto qualche passo in avanti verso il centro del Tutto….
Curiosità come: ha mai dipinto un quadro per una persona famosa, vorrebbe avere un committente famoso, magari per un ritratto?
Sì, mi piacerebbe realizzare un ritratto ad una persona famosa. Sicuramente non rappresenterei la sua fisicità, ma ciò che il suo involucro contiene. Sarebbe, quindi, interessante confrontare la sua immagine ufficiale con quella che io riuscirei a vedere….
Qualche aneddoto...
La vendita di una mia opera non si svolge in tempi rapidi, perché cerco di entrare nell’animo dell’acquirente e di comprenderne i pensieri. Sicuramente non darei un mio oggetto ad una persona ricca e volgare. Vivo il momento del distacco con commozione, che riesco a trasmettere anche all’altro: gli affido una mia creatura, un pezzetto della mia anima… e lui coglie il mio messaggio e, spesso mi chiede: “posso accarezzarlo ?... ”
E se le parlo di gioielli?
I gioielli che realizzo sono esclusivamente collane in lamina di ottone lavorata a mano, a volte arricchite da elementi in terracotta smaltata. Sono tutte pezzi unici che, indossati, conferiscono subito un tocco magico, perché non rappresentano solo una funzione ornamentale, ma portano con sé un mio messaggio ben preciso. La base del collo, come sappiamo, è una zona del corpo altamente simbolica: è qui che esiste il punto di raccordo tra corpo e anima, tra il mondo visibile della materia e quello sottile dello spirito e dei sentimenti. Poiché con le mie opere trasmetto Amore che attingo nei miei viaggi, la persona che indossa una mia collana stabilisce un collegamento diretto col mio mondo.

Bruxelles, il 27 novembre proiezione del film "Beata ignoranza" di Massimiliano Bruno con Giallini e Gassman

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Ernesto e Filippo si conoscono da una vita, ma non si rivedevano da 25 anni: a dividerli è stato l'amore per la stessa donna, Marianna, e la nascita di una figlia, Nina.
Ora però si sono ritrovati a insegnare nello stesso liceo, l'uno italiano, l'altro matematica, e a dividerli è subentrato il loro modo di gestire il rapporto con le alte tecnologie: Ernesto ha un Nokia del '95, non possiede un computer ed è orripilato davanti al dilagare dei social media; Filippo invece vive di selfie, chat e incontri in rete. Le rispettive preferenze non possono non influire sullo stile accademico dei due docenti nonché sulle loro relazioni personali, e l'attrito esplode proprio in classe, debitamente filmato e condiviso su Internet. Nina intercetta quel video virale e decide di girare un documentario creando un esperimento antropologico secondo cui Ernesto dovrà imparare ad utilizzare computer, smartphone e social, mentre Filippo dovrà disintossicarsi da qualsiasi comunicazione virtuale, con l'aiuto di un gruppo di sostegno per la dipendenza online. E poiché Nina ha una conoscenza personale di entrambe le sue cavie la situazione è destinata a complicarsi e ad assumere sfumature tragicomiche.

102'; V.O. ITA; ST. ENG

Prenotazione obbligatoria qui
Informazioni

Data: Lun 27 Nov 2017
Orario: Dalle 19:00 alle 21:00
Organizzato da : Istituto Italiano di Cultura
Ingresso : 5€
Istituto Italiano di Cultura
38 Rue de Livourne
1000 Brussels

Antonello Costa, in "Mastercost" il divertimento è servito, tra il varietà e il calembour. L'intervista di Fattitaliani

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Volete ridere di gusto? Fino al 26 novembre, al Teatro Nino Manfredi di Ostia, “MASTERCOST. Lo spettacolo è servito” con Antonello Costa. Giampiero Perrone, il corpo di ballo di cui fa parte Annalisa Costa che è anche coreografa dello spettacolo.

La comicità servita in cucina. Sketch, gag, battute servite come antipasti, primi, secondi e dolci squisiti! Qualche nome? Bruschette di battute miste, riso a crepapelle, tonno più tardi, fino al caffè ed ammazzacaffè. 

Uno spettacolo che sta tra il varietà ed il calembour!
A proporre le portate, il bravissimo Giampiero Perrone, uno chef con l’erre moscia che si chiama Platini, Mitterand, Le Moko, per gli amici Jean Pierre Peron. Re della scena Antonello Costa che da solo ci delizia con le canzoni comiche, macchiette e piatti della tradizione. L’idea della commedia nasce dopo aver letto un articolo sul cibo che regala buonumore. Loro in 1 h e 10’ ci riescono alla grande. Il divertimento è uno dei migliori piatti di questo ristorante. Si ride, non si pensa a nulla, si dimenticano i problemi ed il conto è il costo del biglietto.

C’è l’omaggio alla canzone napoletana “chella là” di Renato Carosone, “Io mammete e tu” di Domenico Modugno cantata e ballata a tempo di  tip tap, poi il personaggio Maurizio il collaudatore di supposte; lo sketch dal titolo L’Andrologo. Raffaello Piombo, il cugino calabrese di Tiziano Ferro; il balbuziente Arcangelo Bottiglia; la parodia di Shakira, interpretata da Antonella Costa, ed il monologo di un uomodi marca.

Gran finale con la storia della “magic dance” e con il bis dell “kitmancula”, danza russa liberatoria per evitate lo stress quotidiano.

Platini, Mitterand e Le Moko, come ma questi tributi all’inizio dello spettacolo? Veramente l’omaggio è a Totò che io e Giampiero amiamo e non alla Francia. Siccome lui fa il cuoco francese ed ha l’erre moscia, fa ridere il fatto che li si chiami Platini, Mitterand, Le Moko, per gli amici Jean Pierre Peron.

Il divertimento è uno dei migliori ingredienti di questo ristorante. E’ un po’ di tempo che questo spettacolo è in scena, il successo è sempre lo stesso e soprattutto gli ingredienti sono uguali o avete aggiunto qualcosa? Per fortuna quello che abbiamo scritto l’anno scorso a marzo, al primo debutto a Roma, è rimasto lo stesso, nel senso che quando lo scriviamo è per un pubblico di tutt’Italia. La sera della prima, a parte l’omaggio alla canzone napoletana ma che comunque è italiana, tutte le battute faranno ridere da Bolzano a Gela. Ciò è fondamentale perché non ci piace cambiare città per città, invece lo spettacolo rimane al 97% identico, poi magari invece di dire una via o una piazza di Roma, ne citiamo una della città in cui siamo. 
La risposta alle vostre battute sarà la stessa anche a Bolzano? 
Non ti so dire, andremo il 5 dicembre. Degli amici mi hanno detto che il pubblico risponde, credo che gli piacerà molto. Non so se sono abituati ad essere coinvolti ma anche quello fa parte del mestiere ed è divertente. 
Com’è nata l’idea di far ridere parlando di piatti culinari? Qualche anno fa avevo letto un articolo sul cibo che dà buonumore. Mangiando bene, sei allegro. Non possiamo cucinare in scena, quindi invece di Master Chef, Mastercost e ogni pietanza è una portata comica. Devo dire che il pubblico con questo schema molto semplice e poi Giampiero è bravissimo a fare il padrone di casa, scherza con il pubblico e dice “adesso l’antipasto, poi i primi, i secondi e per finire il dolce”. Abbinare un piatto alla comicità è stata una risposta brillante. 
Ho notato che quando canti, traduci il napoletano che è una lingua universale. Perché? 
La mia formazione comica è romana e napoletana ed essendo un comico trasversale, adoro le macchiette dell’avanspettacolo degli anni ’30, ’40 e ’50 quindi in ogni mio spettacolo c’è sempre una macchietta napoletana. In questo c’è anche l’omaggio a Modugno con “Io, mammeta e tu””. Come antipasto c’è anche “Chillallà” che facciamo prima lento e poi arrangiato all’americana ma sono gli unici momenti in napoletano. Poi ci sono i personaggi: Maurizio, il pezzo sulla moda, c’è lo sketch dell’andrologo, Sergio uno dei miei migliori personaggi, il paziente di uno psicologo. Mi preoccupo sempre che lo spettacolo abbia una varietà di offerta comica. In questo caso noi offriamo tanti tipi di comicità diversa.
Una battuta è “Uno sguardo al futuro ma con un occhio al passato”. Qual è il ricordo più piacevole legato al passato e quali saranno i tuoi prossimi impegni? Sono uno che guarda sempre avanti, cerco di ricordarmi più che le cose belle, gli errori in modo da non ripeterli. Essendo siciliano, sono molto ottimista e positivo. Per fortuna le cose belle sono tantissime. Ieri sera, debuttare in un teatro che non mi conosce e sentire il pubblico che rideva e partecipava in una certa maniera, è sempre bello perché ti rendi conto che il lavoro che fai per uno spettacolo, ti porta poi a raccogliere i frutti. Guardo indietro e sono contento di quello che ho fatto. Guardando avanti mi preoccupo di finire questo spettacolo e di prepararne uno nuovo ed ogni anno, aggiungere nuove piazze al mio tour. Quest’anno abbiamo aggiunto Bolzano, Reggio Calabria e Gela. E’ questo ciò che mi auguro per il futuro.

Elisabetta Ruffolo  



Levante, online il video di "Gesù Cristo sono io" un messaggio di forza per le donne

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Il video, diretto dal collettivo ZERO, è girato con una tecnica particolare in cui i piani sequenza si ripetono in loop giocando con gli stereotipi di genere che spesso subiscono le donne.

«In GESÙ CRISTO SONO IO racconto un microcosmo (il rapporto tra due amanti... che si trasformano in vittima e carnefice) che in verità è solo il riflesso di un macrocosmo che usa ancora, in questi tempi sempre meno moderni, trattare la donna come un essere inferiore. Gesù Cristo sono io è il percorso di una donna che, attraversando una strada buia, si ritrova nei panni di un Cristo... e risorge».
“Gesù Cristo sono io” è un brano che Levante ha scritto nel 2016, ispirata dai fatti di cronaca di cui negli ultimi tempi si parla ancor più spesso e che riguardano donne che subiscono soprusi, all’interno di una coppia (il brano rappresenta infatti la soggettiva di una donna all’interno di una storia d’amore malata e tormentata) ma anche dalla stessa società, che ancora vive la donna come un essere fragile, da guidare nell’identità e nelle scelte, spesso da sminuire. 
In "Gesù Cristo sono io” Levante esprime un messaggio di forza e guarda alla natura femminile con fiducia e senza pietismi. Quella rappresentata è una Donna nel momento in cui si rialza e si rivolge idealmente a colui che non merita più il suo amore; Lei salva se stessa, da sola: “E da te risorgo anch’io”.
Da febbraio l’artista sarà live con “Caos in Europa tour 2018” in cui porterà all’estero un concerto più rock, adatto ai locali che la ospiteranno. Il tour partirà l’8 febbraio dal Razzmatazz di Barcellona, per proseguire il 9 Al Cafè Berlin di Madrid e il 10 al O Paraiso di Lisbona. Il 12 febbraio sarà la volta del Sugar Factory ad Amsterdam, cui faranno seguito il 13 al Garage di Londra, il 14 al Petit Bain di Parigi.

Dal 24 febbraio Levante torna in Italia con uno spettacolo più raccolto, più adatto all’atmosfera elegante dei teatri. “Caos in teatro tour 2018” sarà un tour composto da 14 concerti nei principali teatri italiani; i brani dell’artista proposti dal vivo avranno arrangiamenti del tutto inediti.

Il debutto è previsto dal Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto il 24 febbraio; sarà poi la volta di Firenze il 26 al Teatro Verdi e il 27 (SOLD OUT) e 28 a Bologna al Teatro Celebrazioni. Il 3 marzo toccherà a Trento all’Auditorium Santa Chiara, il 4 e il 5 (SOLD OUT) al Teatro Dal Verme di Milano, il 6 a Genova al Teatro Politeama, l’8 a Roma all’Auditorium Parco della Musica (Sala Sinopoli), il 10 a Senigallia al Teatro La Fenice, il 12 a Napoli al Teatro Augusteo, il 13 a Lecce al Teatro Politeama, il 19 a Torino al Teatro Colosseo, il 22 a Palermo al Teatro Biondo, il 23 a Catania al Teatro Metropolitan e si concluderà il 30 marzo al Gran Teatro Geox di Padova.

I biglietti per “Caos in teatro tour 2018” sono disponibili su www.ciaotickets.com e nei circuiti di prevendita abituali. RTL 102.5 è la radio partner del tour.

Dal vivo Levante porterà i brani del suo ultimo lavoro discografico e le canzoni che hanno segnato la sua carriera artistica.

Il 17 novembre è uscita una versione speciale di “Nel caos di stanze stupefacenti” (Carosello) che contiene, oltre al disco in studio, il cd e il dvd live del concerto sold out tenutosi lo scorso 16 maggio all’Alcatraz di Milano. Un repack che soddisferà sia i fan della prima ora che tutti coloro che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’artista.

Levante è nella nuova giuria di X Factor, il talent show di Sky in onda tutti i giovedì alle 21.15 su Sky Uno. È l’autrice che canta il nuovo pop. Un fenomeno sui social, migliaia di dischi venduti, concerti sold out e un libro “Se non ti vedo non esisti” (Rizzoli) arrivato già alla quinta ristampa.

CAOS IN EUROPA TOUR 2018
08.02 Barcellona - Razzmatazz 
 info e biglietti: http://bit.ly/BarcellonaNelCaos

09.02 Madrid - Cafè Berlin
 info e biglietti: http://bit.ly/MadridNelCaos 
 
10.02 Lisbona - O Paraiso: Paradise Garage
info e biglietti: http://bit.ly/LisbonaNelCaos

12.02 Amsterdam - Sugar Factory
info e biglietti: http://bit.ly/AmsterdamNelCaos 
 
13.02 Londra - The Garage
 info e biglietti: http://bit.ly/LondraNelCaos
 
14.02 Parigi - Petit Bain
info e biglietti: http://bit.ly/ParigiNelCaos


CAOS IN TEATRO TOUR 2018

info e biglietti: http://bit.ly/CaosInTeatro

24.02 Spoleto - Teatro Nuovo Menotti
info e biglietti: http://bit.ly/SpoletoNelCaos
26.02 Firenze - Teatro Verdi
info e biglietti: http://bit.ly/FirenzeNelCaos

27.02 Bologna - Teatro Celebrazioni
SOLD OUT

28.02 Bologna - Teatro Celebrazioni NUOVA DATA 
info e bigliettihttp://bit.ly/BolognaNelCaosNew

03.03 Trento - Auditorium Santa Chiara
info e biglietti: http://bit.ly/TrentoNelCaos 

04.03 Milano - Teatro Dal Verme NUOVA DATA
info e biglietti: http://bit.ly/TeatroDalVermeNelCaosNew
05.03 Milano - Teatro Dal Verme
SOLD OUT

06.03 Genova - Teatro Politeama info e biglietti: http://bit.ly/GenovaNelCaos

08.03 Roma - Auditorium Parco Della Musica
info e biglietti: http://bit.ly/RomaNelCaos

10.03 Senigallia - Teatro La Fenice
info e biglietti: http://bit.ly/SenigalliaNelCaos

12.03 Napoli - Teatro Augusteo
info e biglietti: http://bit.ly/NapoliNelCaos

13.03 Lecce - Teatro Politeama Greco
info e biglietti: http://bit.ly/PoliteamaGrecoNelCaos

19.03 Torino - Teatro Colosseo
info e biglietti: http://bit.ly/TorinoNelCaos

22.03 Palermo - Teatro Biondo
info e biglietti: http://bit.ly/TeatroBiondoNelCaos

23.03 Catania - Teatro Metropolitan
info e biglietti: http://bit.ly/TeatroMetropolitanNelCaos 

30.03 Padova - Gran Teatro Geox
info e biglietti: http://bit.ly/PadovaNelCaos

#LEVANTECAOS#LEVANTECANTA#NELCAOSDISTANZESTUPEFACENTI 

Svevo Moltrasio, giovedì 30 novembre incontro sul libro "Parigi senza ritorno"

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Incontournable !! Pouvait-on laisser passer cette opportunité ? Que nenni : en ce jeudi 30 novembre (à 19h), on reçoit Svevo Moltrasio, l'un des deux compères du duo youtubeur "les Ritals" formé avec Federico Iarlori, pour vous faire découvrir  (Edizioni Sperling & Kupfer). Où l'on apprend avec stupeur que tout est de la faute de Sophie Marceau...
Svevo vous attend donc, sous un ciel parisien forcément ensoleillé et par une température forcément torride, pour dédicacer son meilleur livre! On se retrouve à la Libreria, entre un verre de vin et un antidépresseur. L'occasion, la bonne, pour tous les parisiens de se procurer enfin son livre en chair et en os!

Svevo vi aspetta nella calda e soleggiata Parigi per dedicarvi il suo bellissimo libro. Ci si ritrova alla Libreria, tra un bicchiere di vino e un antidepressivo. E per tutti i parisiens, finalmente ci sarà la possibilità di comprare il libro in "carta e ossa"!

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LA LIBRERIA
89, rue du Fbg Poissonnière
75009 Paris
Tel + 33 1 40 22 06 94
Fax + 33 1 76 50 94 87
www.libreria.fr - http://blog.libreria.fr
facebook: La Libreria à Paris

Cinema, Nadia Baldi regista del noir "Veleni": l’arte è bellezza e libertà. L'intervista di Fattitaliani

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"Veleni"è un noir diretto da Nadia Baldi, con Vincenzo Amato, Lello Arena, Tosca D’Aquino, Roberto Herlitzka  Gea Martire e Giulio Forges Davanzati.

Ambientato nel 1951, anno in cui a causa della morte del padre, il Dottor Bonadies, Antonio (giulio forges) torna nel suo paese natale nel Cilento. Un paese dove in prevalenza vivono donne e gli unici uomini presenti sono il farmacista, il prete e Melograno un vagabondo che gira per le strade con un grammofono a ruote che spara musica lirica ad alto volume. Ad attenderlo la mamma (Tosca D’Aquino) e la zia (Gea Martire).
Il padre non si era mai perdonato di averlo mandato in collegio e la madre e la zia sono legate da uno strano affetto e formavano un triangolo perverso con il dottor Bonadies. 
Perfetta la ricostruzione storica grazie ai costumi, al trucco e al parrucco e ai dettagli anche minimi della scenografia. Una trama ricca di colpi di scena, capace di coinvolgere ma nello stesso tempo far pensare e riflettere. Un cast stellare!


Veleni è un Film di passione smodata gli uni per gli altri. Cosa succede? 
È ambientatoin un Paese dove vivono solo donne. Lo definisco un noir ironico e sensuale. È un Film pieno di passioni, a tratti è anche surreale e riesce a raccontare quello che in qualche modo ognuno di noi può pensare di desiderare di vivere nella vita ma non riesce fino in fondo a fare. È un Film dentro al quale mi sono sentita molto libera ed è stato bello aver potuto lavorare con un cast di eccellenza. Amo ricordare che c’è un Roberto Herlitzka strepitoso, Lello Arena, Franco Abate Giovanni, Tosca D‘Aquino, Gea Martire, Giulio Forges. Per fortuna sono tutti attori che vengono dal Teatro. Purtroppo è un’usanza che non si pratica più, io invece sono dell’idea che gli attori debbano essere preparati. Fare teatro per un attore è la più grande preparazione. Con loro collaboro da un sacco di tempo. Con Herlitzka ho fatto diversi spettacoli a teatro. Sicuramente è un Film molto divertente ma con grande poesia riesce in qualche modo a far pensare e a far soffermare il pubblico anche su delle riflessioni che a volte sfuggono. 
Chi sono le due sorelle inquiete? 
Sono il prototipo di un femminile che non vuole rimanere incastrato in strutture culturali e psicologiche. Le amo moltissimo anche se in questo caso sono molto estremizzate ma sicuramente sono molto libere, appassionate. Oggi è importante che la donna sia libera e che possa in qualche modo decidere di strutturare la propria vita senza incagliarsi in meccanismi che non le appartengono. 
Il film fa riflettere sul fatto che a volte i grandi diventano bambini e viceversa. Credo che sia riferita a Melograno? 
Melograno è un magnifico personaggio con una grande saggezza che è quella dei bambini, dove la semplicità è la grande virtù sia dei bambini che del personaggio. Bisognerebbe curarla e ricordare   quella ingenuità e freschezza che nel tempo le strutture fanno sì che si abbandonino. Per scoprire alla fine di questo viaggio che la vita rispetto a quella che avevamo costruito, era tutto più semplice. Bisognerebbe tenerlo presente da subito e non aspettare la fine del viaggio. 
Un’altra battuta è “questa vita va migliorata con l’arte”. Che ne pensa? 
Sono dell’idea che il pubblico debba essere innalzato all’arte e non l’arte scendere al pubblico. Questa cosa è molto forte e chiara. Non bisogna avere paura di farla. L’arte è bellezza, libertà e questo bisognerebbe insegnarlo nelle scuole, educare le persone ad andare a teatro, cinema, leggere. Tutto ciò si sta perdendo, un po’ grazie alla televisione e ad internet, si stanno perdendo i valori più importanti che poi sono i rapporti umani e che secondo me, in parte possono essere aiutati e possono portare l’essere umano verso una dimensione più sana perché l’essere umano sta perdendo i confini.  


Elisabetta Ruffolo

Cinema, Giulio Forges Davanzati in "Veleni": l'arte ti fa vedere là dove non riesci a vedere. L'intervista di Fattitaliani

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Il primo film da protagonista di Giulio Forges Davanzati è stato “Vorrei vederti ballare” di Nicola Deorsola, da coprotagonista “Taglio netto” di Federico Rizzo ed un Film corale di Maurizio Ponzi. Ha avuto quindi occasione di stare sul set molte volte e se a ciò si somma la sua formazione teatrale, è molto padrone della scena. "Veleni" di Nadia Baldiè stato girato con un piccolo budget, i tempi sono stati abbastanza ristretti e le esperienze precedenti sono state abbastanza funzionali a dare il meglio di sé. L'intervista di Fattitaliani.

Veleni è un film di passioni smodate gli uni per gli altri. Che ne pensi? 
Da una parte sì ma dall’altra secondo me è un film che alla base ha il messaggio che portano la madre (Tosca D’Aquino) e la zia (Gea Martire) che si traduce in realtà per tutti “vivere appieno la propria vita” che è quello che cerca di fare Antonio, il mio personaggio che torna nel suo paese natio per riscoprire le sue origini, ma in realtà ma fondamentalmente vuole sbloccare qualcosa in cui si sente intrappolato, cioè il suo rapporto con il passato. 
Chi è Antonio? 
È un professore che ha studiato sin dall’infanzia in un Collegio di Gesuiti, e sente il bisogno di riscoprire il rapporto con la famiglia perché ci sono dei nodi che non riesce a sciogliere. 
Il suo ritorno è dettato dalla morte del padre ma soprattutto dal fatto che vuole svelare le ombre del passato e non si ferma davanti a nulla. Cosa succede? 
Ci sono dei frammenti del film che fanno comprendere che alcune esperienze del passato, le aveva rimosse. Queste cose man mano riaffiorano e ricorda che avvenimenti e fatti della sua infanzia, l’hanno portato ad essere quello che è oggi. La morte del papà è un pretesto, altrimenti lui non sarebbe mai tornato in un luogo che apparentemente ha poco da dire.
Un paese abitato prevalentemente da donne e quindi anche il Cast lo era. Come ti sei trovato?  
Benissimo! C’è un’altra energia, un altro ritmo di lavoro. Inizialmente sei un po’ l’outsider in cui tutti dicono “vediamo se le cose le sa fare”, in seguito ci siamo trovati in sintonia perché tutti volevamo dare il 100%. I reparti tecnici erano composti in gran parte da donne ed è stato quello che ha creato l’ambiente giusto per lavorare bene.  
“Questa vita va migliorata con l’arte. Che posto occupa nella tua vita? 
Fare Arte è sempre vista come qualcosa che genera sofferenza, invece sto riscoprendo che se lo vogliamo può essere una cosa leggera e piacevole. È questo il ruolo dell’Arte, deve scavare ma ricordandoci che è un gioco e deve essere fatto con leggerezza. Il suo ruolo nella mia vita è importantissimo. Ti fa vedere là dove non riesci a vedere, ti arricchisci nel vero senso della parola e dopo sei più gioioso. 
Com’è nata in te l’idea di fare Teatro? 
Lo facevo a scuola e poi ho proseguito. Ho incontrato la pratica buddista che mi ha fatto approfondire ancora di più il ruolo che abbiamo come artisti nella vita quotidiana e la missione che abbiamo come esseri umani. 
Alle volte i grandi diventano bambini e viceversa. Quale parte bambina hai portato nel Film? 
La parte adulta che porta il bambino con sé. E’ l’adulto che vuole riscoprire il bambino. 
Altri progetti? 
Dal 4 al 22 aprile saremo in scena con la nostra Compagnia “Carmentalia” di cui facciamo parte io, Andrea Trovato, Stefano Vona Bianchini ed Alessia Sorbello con “Incognito” di Nick Payne.


Elisabetta Ruffolo

Medicina Estetica, il 30% non è soddisfatto del trattamento trovato su internet

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Ritocchi low cost, trattamenti acquistabili su internet, personale non qualificato: dietro queste tre macro categorie si nascondono tutte le principali insidie della medicina estetica. La possibilità di essere raggirati o di andare incontro a problematiche post intervento, anche irreversibili, sono altissime: secondo gli ultimi dati ICAMP il 30% degli italiani si dichiara insoddisfatto del trattamento trovato sul web. È per questo che si ritiene fondamentale riconoscere il personale qualificato e seguire linee guida che aiutino a riconoscere qualità e servizio.

IL CONGRESSO ICAMP 2017 - Appuntamento, sino a ieri sera, con il Congresso Internazionale ICAMP 2017 presso il NH Hotel di Assago (MI), in collegamento per le parti live dai laboratori del Centro Humanitas University di Rozzano (MI). Circa 500 gli specialisti presenti, provenienti anche dall'estero. Quest'anno la novità dell'appuntamento è rappresentata dall'accordo speciale con l'Università di Camerino, che ha collaborato alla preparazione del programma della due giorni di lavori. A coordinare i lavori e le presentazioni il Prof. Francesco Amenta, Presidente del Congresso, il Prof. Michele Carruba, Presidente Onorario, la dott.ssa Maria Albini, coordinatrice dell'appuntamento. 

L'ACCORDO CON L'UNIVERSITA' DI CAMERINO - "È stato siglato - spiega la coordinatrice del congresso Maria Albini - un accordo con l'Università di Camerino che prevede che ICAMP possa ospitare presso la propria sede attività formative in medicina estetica dell’Università di Camerino".   

“Le Università sono un Centro primario della ricerca scientifica ed hanno il compito di elaborare e trasmettere criticamente le conoscenze scientifiche, anche promuovendo forme di collaborazione con istituzioni extra-universitarie – ha dichiarato il Prof. Francesco Amenta, responsabile della formazione per l’Università di Camerino - In quest’ambito nasce la collaborazione con ICAMP, scelta per le caratteristiche di rigore e serietà nell’insegnamento non accademico della medicina estetica, come sede per la realizzazione di stages pratici di iscritti ai Master delle Università di Camerino/Torino. La collaborazione è iniziata da poco, ma non escludo che dalle sinergie tra accademia ed una autorevole scuola di medicina estetica privata, possano nascere interazioni pubblico-privato a vantaggio della formazione di figure professionali in ambito medico estetico in funzione del beneficio dei pazienti”. 

NUOVE LINEE GUIDA A TUTELA DEI PAZIENTI - In funzione della tutela dei pazienti alcuni Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri hanno istituiti elenchi speciali per consentire la pratica della Medicina Estetica, subordinando l’iscrizione a tali elenchi al conseguimento di un Master Universitario Biennale in Medicina Estetica o all’avere seguito Corsi biennali o quadriennali realizzati da scuole private autorizzate dal Ministero della Salute. 

Fortunatamente, in un’area in esistono poche regole, per di più non applicate in maniera omogenea, si cominciano ad intravedere spiragli che rendono gli specialisti ottimisti per il futuro. Si tratta degli Standard Europei per la Medicina Estetica e le Pratiche non Chirurgiche per l’Estetica pubblicati dal Comitato Europeo di Normazione (CEN). “Tali standard indicati dalla sigla EN 16844 – spiega il Prof. Amenta - testimoniano lo sforzo del normatore europeo ad emanare suggerimenti e linee di indirizzo. Tali linee, sebbene non siano vincolanti rientrando la problematica della tutela della salute tra le competenze degli Stati Nazionali, danno, comunque, indicazioni che dovranno essere tenute in conto, specie dagli Stati che, in effetti, non hanno regolato la materia”.

RICONOSCERE UNA TRUFFA È POSSIBILE? - L’incertezza delle regole sulla formazione non aiuta ad avere idee chiare: esistessero diplomi di specializzazione la scelta potrebbe essere più facile. Non ci sono stime su quanti “truffatori” o “non esperti” operino in Italia o nei Paesi dove il turismo medico attrae nostri concittadini. Probabilmente il problema esiste, è spesso ignorato, ed assurge agli onori della cronaca in situazioni conclamate di mala pratica.

“Riconoscere i “truffatori”, che operano millantando credito non è facile – conclude il Prof. Amenta - anche perché iniziative di Ordini professionali, la cui missione è di garantire la qualità delle prestazioni erogate in favore dell’utenza, rischiano di essere vanificate dalla mancanza di un preciso quadro normativo. Nell’attesa di avere leggi più chiare in proposito, una garanzia per l’utente, che la dovrebbe pretendere, è sapere in cosa e dove il medico a cui si rivolge per problemi estetici si sia formato. In questa realtà, dai contorni molto sfaccettati, è probabile che le migliori garanzie possano derivare dal titolo di studio in possesso del professionista e dal valore dello stesso”.
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