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Peter Cincotti, in radio "Made for me", il nuovo singolo che anticipa il 5° album “Long way from home”

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In radio "Made for me", il nuovo singolo di Peter Cincotti. Il brano anticipa il quinto album “Long way from home” in uscita il 13 ottobre e il nuovo tour italiano del giovane pianista, songwriter newyorchese.

“A volte i difetti di una persona possono essere illogicamente seducenti. ‘Made for Me’ esplora la simmetria delle imperfezioni tra due persone. Il brano è la confessione di un uomo che diventa completo e che è guarito” commenta Cincotti.
“Long Way From Home” è il nuovo, atteso quinto album di studio del cantante, autore, compositore e pianista statunitense. Scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Cincotti durante un periodo di due anni, “Long Way from Home” contiene 12 tracce in cui il musicista mescola con naturalezza pop, rock, blues e jazz, nel suo stile unico ed inconfondibile.

E’ il suo album più personale fino ad oggi, e rispetto ai suoi precedenti lavori “Long Way From Home” incorpora un pianoforte più ritmico giocando con una piega pop. "Mai prima d'ora ho usato il pianoforte in questo modo. Alcuni anni fa ho iniziato ad avere delle idee per un album che portasse un pianoforte più attivo, più ritmico, nel paesaggio della musica moderna", ha detto Cincotti. Se provaste a mischiare Billy Joel, Oscar Peterson e One Republic, il risultato sarebbe qualcosa di molto vicino a questo lavoro.

Cincotti si è trasferito nel Jersey Shore per realizzare questo progetto, e di questa esperienza spiega: "A un certo punto, ogni volta che andavo a dormire, una nuova canzone mi appariva in ogni sogno. Così mi svegliavo e scrivevo. Diverse tracce di questo album sono state scritte in questo modo. Sono arrivato ad un punto in cui non mi sembrava di comporre, ma di scrivere quello che percepivo essere già lì."
Peter Cincotti, attualmente impegnato in una tournèe mondiale, sarà in Italia a dicembre per quattro imperdibili concerti: il 12 a Firenze (Teatro Puccini), il 13 a Roma (Auditorium Parco della Musica), il 14 a Salerno (Modo) e il 15 a Bari (Teatro Forma).

Nato a New York, di chiare origini italiane, Peter Cincotti si è esibito in alcuni dei luoghi più prestigiosi del mondo, dalla Carnegie Hall di New York all'Olimpia di Parigi. Ha collaborato con gli artisti più svariati, da Andrea Bocelli a David Guetta, ha partecipato ad alcuni film di successo come “Spiderman 2”, ha rappresentato la moda a livello mondiale per alcuni marchi di primissimo piano (Ermenegildo Zegna e Tod’s), e recentemente è apparso interpretando se stesso nella serie “House Of Cards”, cantando in duetto con Kevin Spacey.

Cinema, Fattitaliani consiglia “Shot Caller - La Fratellanza” di Ric Roman Waugh. La recensione

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“Shot Caller - La Fratellanza” (2017) di Ric Roman Waugh. Recensione di Andrea Giostra.

Ambientato nel sud della California, con una bellissima fotografia e con un ritmo che incalza la sequenza degli eventi con le belle musiche rapper scritte e cantate da Knightowl, scelte dal brasiliano di nome italiano Antonio Pinto, il film è una eccellente produzione hollywoodiana da vedere. Su questo aspetto i botteghini hanno già sentenziato essendo uno dei film più visti e gettonati delle ultime settimane.
Il tema trattato, sempre più a cuore nelle produzioni statunitensi degli ultimi anni, è la famiglia! Sembrerà strano, ma invece è proprio così! «Nessuno può toccare la mia famiglia!» dice con occhi decisi e gelidi il bravissimo Nikolaj Coster-Waldau (Jacob/Money) - che ricorda tantissimo un superlativo Viggo Mortenses in “A History of Violence” (2005) di David Cronenberg - a quello che fino ad un attimo prima era stato il suo “Shot-Caller”, l’altrettanto bravo J. Nathan Simmons (Prison Inmate). Da questa prospettiva il film è certamente intrigante e interessante, con una sceneggiatura cinica e violenta, che lancia un messaggio chiaro allo spettatore invitandolo a riflettere su cosa sia disposto a fare un padre per proteggere la propria moglie e il proprio unico figli! E certamente, all’interno una narrazione action-crime-drama-thriller questo ingrediente non è certo di facile gestione per la produzione e la regia.
La storia è apparentemente banale e scontata, come tante già viste, ma i risvolti narrativi della sceneggiatura sono assolutamente originali. Jacob/Money ha un lavoro importante e una famiglia felice. Un incidente d’auto cambierà per sempre la sua vita. La successione della narrazione filmica a questo punto si sposta con intelligenza tra l’interno di un penitenziario di sicurezza americano che ricorda il bellissimo “Escape from Alcatraz” (1979) di Don Siegel con un magnifico Clint Eastwood, e la vita familiare e processuale esterna che condurrà alla detenzione il protagonista Nikolaj Coster-Waldau.
Il resto è tutto da scoprire nelle sale cinematografiche non potendo scrivere altro se non che è un film che fa riflettere e piace a molti. E se un film piace e fa riflettere, allora è certamente da vedere.
Post Scriptum - Il significato in italiano di “Shot-Caller” è semplicemente “Boss”, “Capo”, “Pezzo Grosso” di organizzazioni mafiose, gang, bande, crimine organizzato, com’è di fatto ciò che si narra nel film di Ric Roman Waugh. Che c’azzecca “Fratellanza”? … Se non per il fatto che ad un certo punto del film si parla dell’appartenenza senza più libertà ad una determinata gang di “Guerrieri” dove lo “Shot Caller” del momento dice al nostro protagonista «L’arma più potente di un guerriero è la sua mente. Benvenuto nella Fratellanza»? Perché le distribuzioni italiane perseverano in questa ostinazione di modificare prodotti artistici con pasticci “interpretativi”? Non lo sapremo mai!
Il titolo del film, “Shot Caller”, è stato già usato nel 2001 da Lil' Troy, famosissimo e geniale rapper statunitense, per una bellissima ballata da ascoltare sicuramente.

Scheda:
Titolo originale: Shot Caller
Regia di Ric Roman Waugh
Produzione Michel Litvak, Matthew Rhodes, Ric Roman Waugh, Jonathan King, Jeff Skoll, Jeffrey Stott, Gary Michael Walters, Bill Wohlken, Lisa Zambri
Distribuzione Notorious Pictures
Sceneggiatura di Ric Roman Waugh
Musiche di Antonio Pinto
Con Nikolaj Coster-Waldau, Lake Bell, Jon Bernthal, Jeffrey Donovan, Omari Hardwick, Holt McCallany, Jessy Schram, Benjamin Bratt, Michael Landes, Emory Cohen, Mark Sivertsen
Song “Baller, Shot Caller” by Lil’ Troy: https://www.youtube.com/watch?v=N1tdxdoHziA
Lil’ Troy (Troy Lane Birklett): https://en.wikipedia.org/wiki/Lil%27_Troy

ANDREA GIOSTRA

Bruxelles, domani proiezione del film Piccoli crimini coniugali (2017) di Alex Infascelli

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Domani sera alle ore 19 all'Istituto italiano di cultura di Bruxelles sarà proiettata la pellicola "Piccoli crimini coniugali" di Alex Infascelli. Costo: 5€, prenotarsi qui.
Uscito nel mese di gennaio, il film è tratto dall'omonima piece teatrale di Éric-Emmanuel Schmitt, ed è interpretato da Sergio Castellitto e Margherita Buy.
TRAMA: Dopo un brutto incidente domestico Elia torna a casa dall'ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia, tassello dopo tassello. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che non tornano nel racconto. Un dialogo terapeutico tra attrazioni e litigi, una spiazzante alternanza di amore e risentimento, finti ricordi e veri timori. Ma chi mente dei due?
2017, 85’, V.O. IT, S.T. ENG

Sambuca di Sicilia, un protocollo d’intesa con l’Accademia Michelangelo per attività culturali

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Dopo l’intesa con il Comune di Custonaci, continua a intensificarsi nell’isola l’attività culturale dell’Accademia di Belle Arti Michelangelo.
Comincia una collaborazione con uno dei borghi più belli d’Italia, che ricade nella provincia di Agrigento, insignito del titolo nel 2016: Sambuca di Sicilia. Dal 22 settembre, con la firma del protocollo d’intesa da parte del direttore Alfredo Prado, alla presenza del Sindaco Leonardo Ciaccio, di Domenico Boscia, Peppe Zambito (componente ufficio di diretta collaborazione del ministro al Miur) e l’assessore Giuseppe Oddo, l’Accademia Michelangelo svolgerà attività artistiche presso la sede della Fondazione Gianbecchina. Dopo una breve visita si è tenuta la cerimonia di scopertura  della targa. L’istituzione, già meta di visitatori, custodisce opere di Giovanni Becchina in arte Gianbecchina, che ritraggono i volti della gente di Sicilia, immersi nel lavoro, in campi sterminati di grano e nella natura.
da dx Giuseppe Oddo e Alfredo Prado
Qui partiranno Master e si investirà sul sapere e sulla formazione a riprova che la scelta di alcuni Comuni, come quello di Sambuca, si rivela vincente, in termini di cultura, tradizione e offerta turistica.
Un luogo che sa raccontare di sè è un luogo che suscita più desiderio di visite e curiosità.

E… non sei mai stato al Teatro Roma? Che aspetti? presentata la stagione 2017-18

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E… non sei mai stato al Teatro Roma? Che aspetti? E’ il claim che accompagnerà la Stagione Teatrale 2017/2018 del Teatro in Via Umbertide 3. 
Tante nuove produzioni, molte prime nazionali ed allestimenti  di lunga durata che è una novità per la città di Roma. E’ prevista una programmazione spettacoli per cinque o sei settimane. Così i romani avranno tempo per andare a Teatro e per far girare al meglio, il passaparola.
Doppia la direzione artistica con Gianluca Ramazzotti e Pietro Longhi. 
In scena artisti e commedie internazionali come Baffie, Camoletti, Lawrence Mark White e Bill Manhoff ed artisti italiani come Gianni Clementi,  Stefano Reali e Pino Quartullo. 
La stagionesiapre il  26 settembre conBonobo” di Laurent Baffie inPrima Nazionale, versione italiana e Regia di Virginia Acqua. Protagonisti: Fabio Ferrari, Gianluca Ramazzotti,Giorgio Borghetti, Milena Miconi, Jun Ichicawa, Stefania Papirio.Lo spettacolo resterà in scena fino al 19 novembre.
E’ la storia di tre amici, uno sordo, uno muto ed uno cieco, alle prese con la vita di tutti i giorni. Se entriamo nel loro mondo ci renderemo conto di quanto sia bello vivere una disabilità in maniera normale.  C’è molta ironia ed è a volte anche molto graffiante. 
Dal 5 dicembre fino al 7 gennaio, in Prima nazionale “Boeing Boeing” di Marc Camoletti. Regia di Matthew Warchus e Mark Schneider. Con Giorgio Lupano e Gianluca Ramazzotti. Ambientata negli anni 60, ha gli allestimenti originali. E’ un divertimento continuo, non è semplice per un uomo avere tre relazioni contemporaneamente. Il tradimento è una tematica universale.
E’ una commedia che farà molto parlare di sé.
Dal 9 gennaio all’11 febbraio, Antonio Catania, Maurizio Mattioli, Nicolas Vaporidis e la partecipazione di Gabriela Silvestri in “Operazione inbarca a vela contromano”, scritto e direttoda Stefano Reali che ha conservato non solo l’anima portante dello spettacolo ma ha riacchiappato le idee dei vari registi che lo hanno rappresentato all’estero. Nasce come “passo a tre” ed è diventata una commedia con altri tre personaggi. Mattioli ha fatto tutte le rappresentazioni.
Dal 13 febbraio al 28 marzo, Giulia Penna e Luca Valenti in “Romeo l’ultras e Giulietta l’irriducibile”, scritto e diretto da Gianni Clementi. Ennesima riscrittura del capolavoro di Shakespeare. E’ una storia d’amore, scritta in quartine con un linguaggio molto popolare perché è ambientato in una borgata romana. Quattordici persone in scena. Tema centrale per lo svolgimento della vicenda è la rivalità, intesa in senso calcistico, tra tifosi della Lazio e tifosi della Roma ma potrebbe svolgersi ovunque. Clementi ha esasperato la situazione, scegliendo la strada del calcio perché gli permetteva un’ironia marcata. La violenza che si vive   nel mondo del calcio, in molti ha fatto perdere i riferimenti politici. Si va allo stadio per vedere la partita ma spesso si sfocia in connotazioni violente come Razzismo ed altro.

Elisabetta Ruffolo




Per ulteriori informazioni rivolgersi a: info@ilteatroroma.it

Pinguini Tattici Nucleari, "Irene" una canzone d'amore come tante per una ragazza come tante

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È disponibile il nuovo singolo e video dei Pinguini Tattici Nucleari, band bergamasca che fa dell'ironia e del mix di generi il proprio marchio.

Irene, questo il titolo, è una canzone d’amore come se ne sono viste tante, per una ragazza come se ne sono viste tante, che sognava un futuro come se ne sono visti tanti. “Alcuni studenti di Gender Studies, nostri ascoltatori, ci hanno scritto dicendo che è una canzone un po’ sessista.” racconta la band “A noi non sembra, anzi: è soltanto una canzone che cerca disperatamente di farsi notare, anche utilizzando un linguaggio magari un po’ aggressivo.”
I PTN stanno convincendo addetti ai lavori e pubblico con la loro proposta veramente originale, un dato confermato dalla risposta ai live e dai 500.000 ascolti su Spotify dell'ultimo album, Gioventù Brucata, uscito ad aprile di quest'anno.
La band sta per ripartire in tour, ecco le prime date confermate:

23/09 - Arino Hazard, Sagra di Arino, VE
28/09 - Poplar Festival - Trento
07/10 - Ohibò, Milano 
14/10 - Covo Club, Bologna 
27/10 – Druso, Bergamo
10/11 - Home Rock Bar, Treviso 
04/11 – Spazio Musica, Pavia
17/11 - Officine Corsare, Torino 
24/11 - Mame, Padova 
25/11 - K2, Vicenza 
13/12 – Mercoledì Rock, Perugia
15/12 – Dissesto Musicale, Tivoli, Roma
16/12 – Capanno Black Out, Prato
25/12 – Vibra, Modena

I Pinguini Tattici Nucleari nascono (per caso) nel 2012 (che casualmente corrisponde all’anno di inizio carriera di Van Basten) e sono capitanati da Riccardo Zanotti nonchè il principale compositore delle canzoni, Nicola Buttafuoco "il Cotoletto", Elio Biffi "Bandolero Seducente", Lorenzo Pasini "Cosa?", Simone Pagani "Perditore di targhe" e Matteo locati “Tamagotchi”.
L'esordio discografico risale al 2012 con l'EP “Cartoni Animali”, seguito nel 2014 dal primo disco “il re è Nudo” e nel 2015 da “Diamo un Calcio all’’Aldilà”.

The Moors, con Viola Valentino nel singolo "Aspettami questa notte", in uscita il 6 ottobre

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"Aspettami questa notte"è il titolo del nuovo singolo dei The Moors, in uscita il 6 ottobre.
Luis Navarro e Mirko Oliva hanno coinvolto un'icona della musica italiana come Viola Valentino nel loro  progetto musicale, un vero inno della bellezza femminile.
Si canta, si balla, si ammicca, si seduce: la donna è bella sempre , anche con le sue rotondità o qualche ruga .
Con Viola Valentino, partecipa anche Emanuela Aurizi, attrice ed ex velona di Striscia la notizia.
Le donne parlano di bellezza e la esprimono in ogni modo .
Le sonorità melodiche  e le voci gradevoli  di Luis e Mirko sono la perfetta cornice di "Aspettami questa notte": il duo The Moors, con forza e carisma, esce fuori in questo lavoro musicale, preludio di un nuovo importante progetto discografico . 

Link del videoclip
https://youtu.be/GGZjCtBA6Gk

Marrano, "Gioventù Spaccata" su Spotify il 1° album del Power Trio di Rimini

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“È un lungo viaggio, una città senza pensieri, sorda, solo un dolce svanire”. È “Belgrado” il singolo scelto dai Marrano per presentare il primo LP “Gioventù Spaccata”, autoprodotto e promosso da Dischi Sotterranei, uscito il 22 settembre. "Tra le nostre influenze - continuano i Marrano - citiamo Nirvana e Queens Of the Stone Age".

"Prove, date, prove, date. Così abbiamo portato in giro il nostro primo EP che ci ha dato la possibilità di suonare parecchio, di farci conoscere ma anche conoscere tantissima gente e gruppi fighi. Nel frattempo abbiamo insistito nello scrivere i pezzi che hanno portato poi alla realizzazione di Gioventù Spaccata".

Il primo LP dei Marrano, autoprodotto, è online da oggi, 22 settembre. L'Ufficio Stampa è curato da Dischi Sotterranei. Il primo singolo estratto da Gioventù Spaccata è 'Belgrado'. Bastano due minuti di Rock alternativo in italiano per presentare la band di Rimini che ha già aperto Gazebo Penguins e Labradors nel corso del primo tour. “Belgrado è dove tutto ha inizio” – raccontano i Marrano – “partiamo da qui”.
Tracklist

01 Belgrado
02 Torna a casa
03 Raticosa
04 Neut
05 Fai ridere
06 Gutro
07 Dai dai simpatia
08 Ce l’hai nel sangue
09 George
10 Un giro stupefacente (oltre ogni limite)

Capo di Bove, dal 30 settembre la mostra Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli

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Si inaugura sabato 30 settembre, alle ore 16.00, negli spazi coperti del sito archeologico di Capo di Bove sulla Via Appia Antica, dove ha anche sede l’Archivio Antonio Cederna, la mostra Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli a cura di Barbara Martusciello e introdotta dal Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, Rita Paris.

Le sculture sono allestite in questo luogo di grande importanza storico-archeologica discretamente ma con una loro forza e un impatto visivo mirabile; la materia assimila un tempo pressoché infinito per gli esseri viventi, “il tempo geologico” e si dà con minuziosa e raffinata conformazione. Di queste opere si apprezza la perizia manuale, lo studio e la calibrazione del marmo usato e forzato fino al massimo consentito, oltre il quale si spezzerebbe, e l’effetto di leggerezza e dinamicità. Sulla scia della  tradizione plastica della Storia dell’Arte, queste sculture lapidee sono però libere di esplorare il mondo della pura forma: analizzando e riproponendo in maniera finissima e mentale la rarefatta astrazione e la sintesi geometrica, non euclidea, le superfici a guscio, i piani a quadrica, le estensioni paraboloidi iperboliche, gli ellissoidi. Tali marmoree solidità, che alludono alla malleabilità, alla flessuosità e accolgono la luce nei propri incavi e nelle sporgenze animandosi, quasi vibrando come viva sostanza, richiamano certa preesistenza in natura ma anche nell’antico e nell’architettura ponendosi infine come elemento integrale, autentico e originario: archetipico. Vi dimora l’arché, il "principio" di tutto, inizio e dunque modello. Da Filone di Alessandria, Dionigi di Alicarnasso e Luciano di Samosata a Platone sino a Carl Gustav Jung e poi a Jacques Derrida, è lungo l’elenco di chi sviluppò il tema nei suoi diversi segmenti e significati; Nardulli li comprende tutti, perché li conosce, li ha elaborati e ne ha accolta quella frazione a lui fondamentale per definire una lingua tutta sua. La sua scultura deriva da lì, da quella vastità sapienziale ma anche sensualmente fisica, carnale – senza quest’ultima la scultura non emetterebbe nemmeno i primi vagiti! – tradotta in questi vividi monumenti alla forma/pensiero, in un equilibrio compiuto tra spazio e tempo dimostrando e sottolineando l’archiscrittura e, insomma, i metaconcetti: intensamente connettivi, come potenzialmente è la stessa Arte che questa mostra celebra.

Info mostra
Inaugurazione: sabato 30 settembre, ore 16.00 – 19.30
(ingresso consentito sino alle 19.15)

Archetipo: l’idea e l’immagine. La Scultura di Claudio Nardulli - A cura di Barbara Martusciello; con un’introduzione di Rita Paris, Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica  

Sito archeologico Capo di Bove, Parco Archeologico dell’Appia Antica - Via Appia Antica 222, Roma

Dal 30 settembre al 28 ottobre 2017; dal lunedì alla domenica 9.00 – 18.30, orario continuato. Ingresso gratuito. Accessibilità totale. Contatti: pa-appia.archiviocederna@beniculturali.it

Trasporti: Metro A fermata Colli Albani e proseguire con bus linea 660 

Con il Patrocinio:
MiBact-Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; Parco Archeologico dell’Appia Antica; Casa dell’Architettura di Roma – Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia 

Media Partner: www.architetturadipietra.it - www.materialdesign.it

Bruxelles, domani Presentazione-Concerto del romanzo IL DIO DELL’I-CHING di Isaia Iannaccone

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Bruxelles. In uno spiazzo della Forêt des Soignes, viene ritrovato il direttore della Europe International School, decapitato e con le dita mozzate. Nel contempo, il professor Matteo d’Ortica, sinologo napoletano che vive nella capitale belga, studia un antichissimo documento cinese: le analogie tra l’eferato delitto e ciò che è raccontato nel documento, sono evidenti e raccapriccianti.
Di lì a poco il professor D’Ortica, assieme alla giovane fglia del direttore assassinato, sarà suo malgrado coinvolto nelle indagini e costretto a vivere giorni d’incubo fra il pericolo di essere anch’egli ucciso e l’incontro con il dio dell’I-Ching, un essere inquietante dagli aspetti soprannaturali, che sembra conoscere e volere indicare il nome dell’assassino. Suddiviso in sessantaquattro capitoli – ognuno dei quali dedicato al relativo esagramma del Libro dei Mutamenti – Il dio dell’I-Ching è animato da una pletora di personaggi singolari e stravaganti, alternando momenti di suspence e di pura ilarità.

Isaia Iannaccone. Chimico e sinologo, nato a Napoli, vive a Bruxelles. Specialista della storia della scienza cinese e della storia dell’incontro tra l’Europa e la Cina, è membro efettivo della International Academy of History of Science, ha tenuto corsi e seminari in diverse università occidentali e orientali. Tra i saggi accademici di cui è autore ricordiamo: Misurare il cielo: l’antica astronomia cinese (1991), Johann Schreck Terrentius: le scienze rinascimentali e lo spirito dell’Accademia dei Lincei nella Cina dei Ming (1998), Storia e civiltà della Cina: cinque lezioni (1999); così come gli articoli scientifci sulla scienza cinese presenti nell’enciclopedia Il Medioevo a cura di Umberto Eco (EncycloMedia 2010- 11). È autore, inoltre, di due guide sulla Cina (Touring Club Italiano), di opere teatrali e libretti d’opera. Ha scritto due romanzi best seller internazionali: L’amico di Galileo (Rizzoli, 2006), Il sipario di giada (Sonzogno, 2008), e il romanzo epistolare Lo studente e l’ambasciatore (Guerra, 2015).  

IStITUTO ITALIANO DI CULTURA
Presentazione-Concerto
del romanzo

IL DIO DELL’I-CHING
di Isaia Iannaccone
Intervengono: lsaia Iannaccone, Alberto Romagnoli (corrispondente RAI a Bruxelles).
Musica strumentale e vocale: Ensemble Trianna de l’Académie de Woluwe-Saint-Lambert 
diretto da Thomas Baeté, 
con la partecipazione della soprano italo-cinese Pi Chung WU

Programma musicale

La scelta dei brani rispetta l’alternanza dei capitoli del romanzo Il dio dell’I-Ching, nei quali sono messi in scena la Cina antica con le sue tradizioni, e la cultura europea. Una particolare attenzione è stato dato al repertorio musicale italiano medievale, coevo degli avvenimenti cinesi narrati; è, infatti, nel medioevo, che si possono notare analogie con la musica e la poesia cinese delle epoche Tang e Yuan (dinastia mongola): venivano usate forme melodiche codificate per comporre testi poetici.

茉莉花 Moli Hua (Fior di gelsomino): antica melodia popolare cinese tratta da un’opera del secolo XVIII; questo canto è arrivato in Europa nel 1792, al seguito di una delegazione inglese che il re d’Inghilterra George III aveva mandato in Cina per partecipare alla festa degli ottant’anni dell’imperatore Qianlong; nel 1911, utilizzando questa musica, un missionario compose un canto sacro In lode di Gesù; nel 1920, Puccini utilizzò questo canto tra le musiche della Turandot, dando notorietà internazionale alla melodia. Molihua è stata utilizzata in Cina per accompagnare molte cerimonie ufficiali (p. e. il 19 dicembre 1999 per il passaggio di Macao dalla sovranità portoghese alla Cina; nell’estate del 2008 per le premiazioni dei Giochi Olimpici d’Estate; nel 2010 a Shanghai in un padiglione dell Esposizione Universale). 

Quattro polifonie di Francesco Landini (ca. 1330-1397):
Cara mie donna (ballata)
Sì dolce non sonò (madrigale)
Muort'oramai (ballata)
Questa fanciull'amor (ballata)
Queste quattro polifonie sono tratte dal prestigioso Squarcialupi Codex, e per la loro diversità e raffinatezza, rappresentano il genio del suo principale autore. Francesco Landini era organista e compositore non vedente, molto famoso sia nella sua Firenze che al di fuori della città natale. Vero e proprio alchimista musicale del tardo Trecento, distillava la sua arte nelle forme canoniche del suo tempo, le ballate e i madrigali.  
Per il suo ritmo gioioso, Questa Fanciull'amor resta fedele alle origine della ballata in quanto danza, mentre Muort'oramai e Cara mie donna esprimono piuttosto il desiderio sublimato e il lamento poetico del dolce stil novo. Il madrigale politestuale Sì dolce non sonò evoca il mito di Orfeo, e porta in sé il potere di seduzione che la musica ha sugli ascoltatori.

楓橋夜泊 Fengqiao Yebo (All’ancora sotto il Ponte dell’Acero): poesia cinese in versi settenari di epoca Tang (VIII secolo), fu composta da  張繼 Zhang Ji; la sua versione musicale è andata persa. Nel 1931, il compositore劉雪庵 Liu Xue’an (1905-1985) scrisse la musica con la quale oggi la poesia è cantata.

L’Ensemble Trianna ha per scopo l’interpretazione della musica tardo-medievale ricostruendo in modo fedele gli usi artistici dell’epoca, dalle voci agli strumenti come l’organo portatile, le vielle ad arco, il clavicembalum e l’arpa gotica. 

Gustavo Zagrebelsky, “Fondata sul lavoro. La solitudine dell’articolo 1”: un saggio da rileggere

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Gustavo Zagrebelsky, “Fondata sul lavoro. La solitudine dell’articolo 1”, Ed. Einaudi, Torino, 2013
Recensione di Andrea Giostra.

Introduzione:
Il 5 dicembre 2016, il risultato popolare del Referendum Costituzionale voluto dal Governo Renzi è stato chiaro. Il Referendum costituzionale era quello del 4 dicembre 2016, che portava un titolo impegnativo ed altisonante “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.
Alla luce di questi fatti di cronaca politica italiana, mi è venuto in mente di rileggere un piccolo saggio del Grande Costituzionalista italiano Gustavo Zagrebelsky, che non ha certo bisogno di presentazioni, né di pubblici elogi perché ampiamente conosciuto e riconosciuto da tutti – nessuno escluso! - per la sua rettezza morale e per la sua grande onestà intellettuale: sia da suoi amici che dai suoi nemici, sia da chi la pensa come lui che da chi non la pensa come lui!
Zagrebelsky in Italia, più che un affermato, stimato e apprezzato giurista e costituzionalista, rappresenta agli occhi di molti italiani, un “monumento vivente” della cultura giuridica del nostro paese e un indiscutibile punto di riferimento intellettuale per chi ha sete di conoscenza, di sapere, di cultura non contaminata dagli interessi di parte, di lobby, di “aggregazioni”, di “club-intercontinentali-di-potere-economico”. Insomma, la storia professionale ed umana di Zagrebelsky è unanimemente riconosciuta come quella di un Uomo che ha tracciato ed ha segnato la Cultura giuridica italiana come pochi dei giuristi viventi del nostro Paese.

Se proprio vogliamo scrivere qualcosa per i lettori che lo conoscono poco, essendo Zagrebelsky un Uomo assai riservato e discreto, possiamo certamente dire che è un grande intellettuale italiano, Uomo di grandissima cultura giuridica, otre che giurista e professore emerito in diverse università italiane e straniere; assai noto in Italia per la sua immensa cultura giuridica, per l’onestà intellettuale che ha sempre saputo dimostrare in qualsiasi importantissimo ruolo istituzionale che ha ricoperto, per la sobrietà che malgrado le altissime cariche istituzionali rivestite ha sempre mantenuto.
Su questa piccola premessa sono sicuro che nessuno abbia da ridire, né tanto meno corriamo il rischio di essere smentiti considerato che il rispetto e la stima trasversale di cui gode ed è portatore Zagrebelsky, negli ultimi anni è stata ampiamente fortificata e validata dalle tantissime interviste e dai diversi dibattiti pubblici e mediatici ai quali ha partecipato nel confronto di opinioni sul voto referendario del quale abbiamo accennato.
In questo momento della storia europea, italiana e, se vogliamo, internazionale, ed alla luce della mia breve premessa, vi invito a leggere, o a ri-leggere per chi l'avesse già letto, un interessante e assai “tempestivo” - considerato il Referendum del 4 dicembre 2016 al quale abbiamo fatto poc'anzi riferimento! - saggio di Gustavo Zagrebelsky.
Il suo saggio si legge in poco tempo, bastano al massimo due ore.
Ma se si vuole comprenderlo nella sua essenza, bisogna leggerlo e rileggerlo cogliendo gli aspetti sociali e giuridici che vuole trasmettere. È un saggio che ci parla chiaramente del fondamento della vita democratica di un Paese, che oggi sembra essersi perso e sta venendo meno in quasi tutti i paesi occidentali che si definiscono democratici.
Il saggio di Gustavo Zagrebelsky, non a caso, ha come sottotitolo “la solitudine dell’art. 1” della Costituzione Italiana.
Questo il libro di Zagrebelsky, ed a seguire la mia recensione, buona lettura a tutti.

Recensione:
La democrazia, sopra ogni cosa, ha come ideale la libertà che ceduta al bene comune, ossia ai sani principi della società democratica, produce libertà per tutti.
La libertà è la possibilità di ogni cittadino di partecipare alla vita politica attiva.
Se non c’è libertà, non c’è democrazia.
Ma cos’è la libertà? Cos’è la democrazia. Cos’è la partecipazione alla politica attiva? Cosa c’entra la libertà con il lavoro? Perché la nostra Costituzione è fondata sul lavoro?
Sono queste le domande alle quali Zagrebelsky cerca di rispondere prendendo spunto dall’articolo 1 della nostra Costituzione.
Il fondamento della vita politica di una degna democrazia è il lavoro. La politica di uno stato democratico che vuole definirsi tale, deve essere necessariamente e prioritariamente finalizzata alla creazione di lavoro. L’economia di un paese democratico, pertanto, è quell’economia che nasce da una politica economica che ha quale unico e irrinunciabile obiettivo il lavoro per i suoi cittadini.
Se invece, come accade in quasi tutti i paesi occidentali che pretendono di definirsi democratici, l’economia diviene una forza che influenza negativamente le scelte della politica economica riducendo le opportunità di lavoro per i propri cittadini, allora vuol dire che quel Paese non è un paese democratico, bensì un paese casta-cratico, ovvero, un paese oligarchico.
La nostra Costituzione pone a suo fondamento il lavoro. Se la politica del nostro paese non è stata in grado di creare lavoro per tutti i suoi cittadini, vuol dire che quella politica ha tradito la Costituzione italiana.
È quello che in questo breve ma intenso ed incisivo saggio Zagrebelsky vuole dire al lettore: senza lavoro non c’è libertà. Senza lavoro non c’è democrazia. Senza lavoro c’è oligarchia, ovvero, un governo imposto da un gruppo ristretto di persone: la cosiddetta “Casta”.
L’articolo 1 della nostra costituzione è stato e continua ad essere calpestato dall’attuale politica dominante del nostro Paese, l'Italia, e da tutti i paesi occidentali che, da questa prospettiva, “impropriamente” si definiscono democratici!
Politica divenuta oggi succube e sottomessa alla politica economia delle oligarchie internazionali che non hanno certamente come obiettivo prioritario il lavoro, ma l’arricchimento delle lobby di appartenenza e il potere di controllo delle masse.
Leggere il saggio di Zagrebelsky di cui stiamo discutendo con questa recensione, ci fa capire tante cose che sembrerebbero scontate, vivendo la nostra quotidianità ed essendo presi e imbrigliati nelle nostre frenetiche e stressanti preoccupazioni che non ci lasciano più il tempo di riflettere e di pensare al senso della vita di comunità, al senso della vita sociale, al senso dell'appartenenza ad un popolo, al senso dello Stato, o se vogliamo rispolverare un termine oramai considerato obsoleto, ma che è denso e pregnante di valori forti, positivi e di storia vissuta sul sangue e sulla pelle dei nostri nonni e dei nostri avi, al senso della Patria.
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ANDREA GIOSTRA

“CinematoCasa”, il gioiello cinematografico di Massimo Di Martino, nel cuore della Palermo antica di via Maqueda

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di Andrea Giostra - Massimo Di Martino è un ingegnere, un giornalista, uno scrittore, un critico cinematografico, un imprenditore, un appassionato di settima arte da sempre. Bisogna scrivere di lui per capire cos’è “CinematoCasa” … o almeno, dire chi è la persona che hai ideato, progettato, realizzato, diretto e gestito questo gioiello cinematografico che da otto anni, dentro le mura storiche del centro storico di Palermo, appassiona e coinvolge centinaia di artisti della settima arte nazionale e internazionale, e migliaia di cinefili e cineamatori che vivono nella città più bella del Mediterraneo.

Tra poche settimana sarà inaugurato l’ottavo anno di attività di CinematoCasa. Otto intensi anni di cultura e di cinema, di cinematografia di qualità se vogliamo, di promozione della settima arte nel cuore della Palermo antica che pulsa di storia e di passione artistica. Otto intensi anni che hanno visto migliaia di palermitani, di viaggiatori amanti del cinema, di artisti, registi, attori, produttori del magico mondo filmico, gustare cinema e pane di casa palermitano, all’interno della Cavallerizza di Palazzo Marchese Busacca di Gallidoro, oggi sede dell’incantevole location della più piccola sala cinematografica (pubblica) d’Europa.
Non può che essere questo l’incipit di questo breve articolo. L’introdurre a questa realtà palermitana della quale hanno parlato e scritto in tutto il mondo dell’arte cinematografica. Sarebbe troppo lungo l’elenco delle testate e dei magazine che hanno dato visibilità a questa nicchia che permette a pochi e a molti di gustare di cinema e di arte enogastronomica mediterranea e d’oltre confine al contempo.
La formula ideata da Massimo di Martino è originale e per questo vincente. CinematoCasa è sì proiezioni di cinema d’autore e di qualità, ma è anche cultura enogastronomica siciliana, internazionale e multietnica.
Il programma annuale in genere prevede pellicole esordienti, film, rassegne tematiche, cinepsicologia, cinefilosofie, pellicole disperse, teatro, musica, libri. Dopo la cultura e l’arte, tutti a tavola per discutere e conoscersi, ma anche per gustare il menù che di volta in volta viene stabilito dallo chef di CinematoCasa.
Uno degli approcci culturali presi in prestito da Di Martino, è quello del filosofo e cinefilo francese Ollivier Pourriol, autore tra gli altri, del saggio “Cinéphilo. Les plus belles questions de la philosophie sur grand écran” (2008), secondo il quale approccio culturale si possono spiegare, per esempio, le regole della morale provvisoria di Cartesio utilizzando uno spezzone di Rambo, o la filosofia di Kierkegaard con Matrix, etc… Anche questo un modello di riflessione e di confronto dialettico estremamente innovativo che sfruttando la settima arte di fatto crea cultura, etica, morale, estetica condivisa dai tantissimi cineamatori e appassionati d’arte che regolarmente frequentano CinematoCasa.

La Cavallerizza.
La prestigiosa sede dove ha sede CinematoCasa si trova nel cuore del centro storico di Palermo, in quella che fu la Cavallerizza di Palazzo Marchese Busacca di Gallidoro. La Cavallerizza fu bombardata negli anni 1943-44, e allora fu parzialmente distrutta. Nel diciannovesimo secolo era una storica vetreria. Già dal 1724, anno in cui Michele Busacca fu investito del titolo di Marchese di Gallidoro, la Cavallerizza accoglieva i cavalli sotto i tetti a volta in conci di calcarenite, mentre le carrozze attraversavano i grandi archi in pietra del Palazzo per raggiungere piazza Pretoria, sede del Senato Palermitano. Oggi, dopo un attento progetto di restauro dell’ing. Massimo Di Martino, la Cavallerizza è tornata agli antichi splendori ospitando un prezioso luogo di arte e di cultura cinematografica. La saletta può ospitare 50 posti a sedere per la visione dei film; e 50 coperti per le prelibatezze enogastronomiche, da gustare dopo o prima della visione del film, preparate dallo chef scelto da Di Martino per le serate d’arte.

Sede:
90134 Palermo - via Maqueda 124
Cavallerizza del Palazzo Marchese Busacca di Gallidoro
WhatsApp +39 333 201 2439
mail: info@cinematocasa.it

Link:

ANDREA GIOSTRA

FIORELLA MANNOIA, online le 3 versioni del video del nuovo singolo “I PENSIERI DI ZO”

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Dopo il successo del concerto-evento all’Arena di Verona e il boom di ascolti per il primo one woman show di Fiorella Mannoia, “UN, DUE, TRE… FIORELLA!” andato in onda in prima serata su Rai 1, è uscito oggi, lunedì 25 settembre, il video del nuovo singolo “I Pensieri di Zo”, scritto da Fabrizio Moro.

Dopo “Combattente” e “Nessuna conseguenza”, anche “I Pensieri di Zo”, entra a far parte e chiude il progetto video “Combattenti”: tre capitoli, con la regia di Consuelo Catucci, che raccontano “per immagini” i brani dell’ultimo album “Combattente”, certificato platino.

Il video de “I Pensieri di Zo” ripercorre la storia delle protagoniste dei capitoli precedenti dalla loro infanzia all’età adulta: “quel” momento, quando tutto è cominciato. Sono cresciute, hanno lottato e non hanno permesso alle circostanze di fermarle, spezzando quello che sembrava un finale già’ scritto.
Amanda, la combattente che affonda la sua determinazione in una dolcissima bambina bionda, che si affatica sulle stampelle visualizzando l’atleta che diventerà.
Zo, che nonostante la violenza che ha respirato, ogni giorno della sua vita, non sarà mai una vittima.

Per il capitolo “I Pensieri di Zo”, sono state realizzate tre versioni video perché ogni storia è unica, ma anche uguale alle altre: tutti viviamo, amiamo, abbiamo paura, falliamo, vinciamo e inseguiamo i nostri sogni senza aver la certezza di vivere abbastanza per realizzarli, spiega la regista Consuelo Catucci.

Questa versione racconta la storia della piccola Amanda http://vevo.ly/JGb2nh
Questa versione racconta la storia della piccola Zo http://vevo.ly/XRn9pA
Questa versione racconta la storia delle piccole Amanda e Zo http://vevo.ly/Uy8Now

Le storie, sono ambientate a Roma, a Corviale, un palazzo di 9 piani, lungo 1 km che racchiude vite ordinarie e straordinarie di resistenza.

A novembre Fiorella sarà in concerto in quattro capitali europee, al Den Atelier di Lussemburgo (19 novembre), al Bataclan di Parigi (21 novembre), a La Madeleine di Bruxelles (22 novembre) e alla Union Chapel di Londra (24 novembre).
“Con più speranza che paura”: sono queste le parole (dal brano “Siamo ancora qui”) con cui Fiorella ha annunciato i quattro concerti sui propri canali social.
Foto: Laura Carcavale
 Web e social network:
Instagram @fiorellamannoia

Giacomo Pilati, già in prima ristampa il nuovo romanzo "Piccolo almanacco di emozioni"

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Un prezioso elogio dell’infanzia. Un romanzo  civile e personale  intriso di emozioni scolpite nel cuore. Una lettura autobiografica del passato, tra odori e sapori, desideri e delusioni. E in mezzo l’infanzia felice e consapevole.

Come solo i bambini sanno viverla. Sorprende in ogni pagina la memoria prodigiosa che esalta e rivela i particolari. Stupisce la dovizia delle insistite sfumature narrative, l’abbondanza dei più minuti dettagli descrittivi. Il terremoto del Belice, il viaggio in ascensore, la scoperta del mare, la testa fuori dal tettuccio della cinquecento,  il telefono col lucchetto, le sigarette alla menta, le feste in casa, i primi turbamenti. Gli anni drammatici del cambiamento esplodono con il rapimento Moro. La realtà assume altre direzioni.  La cronaca degli avvenimenti diventa inesorabilmente la storia. La strage di Pizzolungo, l’antimafia, l’incontro con Mauro Rostagno. I giornali e le televisioni locali.  Trapani è il luogo del racconto, dove i  drammatici eventi diventano l’emblema delle storture del mondo, delle ingiustizie. Le cronache televisive in diretta segnano definitivamente la fine delle illusioni.  E ancora  l’omicidio del giudice  Ciaccio Montalto con la targa a lui dedicata. Bisogna non si riveli il vero motivo della sua morte. Uno stupore disvela le connivenze, i ritardi culturali delle istituzioni. Denunzia la paura e l’impotenza nell’ affrontare il cancro mafioso. Anzi il sospetto e la diffidenza che la provincia vive sono l’unico modo per non prendere coscienza della realtà.
Non serve, in fondo, sapere se i ricordi  sono veri o inventati dalla scrittura, ma nel suo dispiegarsi diventano palpabili e credibili cronache di un tempo che non tornerà mai più. Emerge come ultimo capitolo la cronistoria di Minchia di Re, una storia vera diventata romanzo di successo e film premiato in ogni parte del mondo. L’autore come in un eterno ritorno rivede, però, sempre se stesso bambino. Non vuole e non deve dimenticarlo. Non rinuncia all’infanzia. Tutto è conseguente. La scrittura racconta tra le righe i vizi, le abitudini della provincia siciliana. Vuole cioè in tal modo riscattarla e affrancarla dal torpore. Restituirci la speranza. Attraverso il valore immutabile dell’umanità. E la irripetibile poesia del quotidiano. Il matrimonio, il servizio militare, le malattie improvvise, la nascita di un figlio. Contrabbandando la difficile realtà sempre con la speranza. Parlando dell’amore struggente per la propria madre. Parlando dell’amore per i propri cari attraverso i ricordi. Le sensazioni intime, spesso inconfessabili della vita comune.  
Editore: Imprimatur (31 agosto 2017)
Leggi intervista di Fattitaliani a Giacomo Pilati

Giacomo Pilati giornalista e scrittore, è nato a Trapani nel 1962. I suoi romanzi sono: Le Siciliane (Coppola), Le altre Siciliane (Coppola), La città dei poveri (Il Pozzo di Giacobbe), Minchia di re (Mursia), Sulla punta del mare (Mursia), Le nuove Siciliane (Di Girolamo), Morsi d’Italia (Tarka). Nel 2009 da Minchia di re è stato tratto il film Viola di mare in concorso al Festival internazionale del cinema di Roma, e un monologo messo in scena in diverse parti del mondo da Isabella Carloni. I suoi libri sono stati pubblicati in Francia, Stati Uniti, Russia. Collabora con diversi giornali. Si è aggiudicato due volte il Premio nazionale di giornalismo Giuseppe Fava.

Beautiful, da novembre 2017 Ingo Rademacher è il nuovo Thorne Forrester

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Torna Thorne... a parte il pasticcio di parole gli autori e i produttori di "Beautiful" hanno deciso di far rientrare nella soap e di ringiovanire il secondogenito della famiglia Forrester, anzi, il primogenito dato che Ridge è figlio di Massimo Marone.

Comunque, bando alle sottigliezze: il personaggio avrà un nuovo volto. L'attore chiamato a impersonare Thorne è Ingo Rademacher, annunciato dallo stesso Winsor Harmon, il precedente Thorne.
Poco noto al pubblico italiano, Ingo Rademacher ha una lunga esperienza nel mondo delle soap: ha interpretato, infatti "Jax", fra il 1996 eil 2017 in "General Hospital" nonché "Robert Coughlin" in "Hawaii 5-0" dal 2011.

Sembra che all'inizio Ingo Rademacher avrebbe dovuto girare soltanto undici episodi di "Beautiful" ma Bradley P. Bell ha deciso altrimenti e così dopo Clayton Norcross (1987 - 1989), Jeff Trachta (1989 - 1996) e Winsor Harmon (1996 - 2016), l'attore a partire da metà novembre 2017 sarà il quarto Thorne.

Stefano Ianni, Mar Giallo: dalle porte del Bosforo alla terra dei due fiumi

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Continua il ciclo delle acque arrivando alla terra tra due fiumi: da aprile a giugno 2017 dalle salite che da Tophane vanno verso Piazza Taksim inerpicandosi nel quartiere per stradine come Cezayir Sokağı, una strada a scalinata, con locali a destra ed a sinistra che collega i distretti di Beyoğlu e Tophane, la prima mostra del ciclo Mar Giallo di Stefano Ianni si è svolta presso la RussoArt Gallery di Istanbul con la NeoArt Gallery di Ferdan Yusufi e Giorgio Bertozzi.

Il 21 giugno con il solstizio d’estate presso lo spazio “UsoMagazzino” di Pescara una selezione dell’omonimo ciclo è stato esposto insieme ad un’installazione di Lucio Rosato “per cielo e per terra” inaugurando il nuovo ciclo di incontri denominato “accoglienze” fino a quasi tutto il mese di luglio. Il 26 agosto in un’unica giornata, dall’alba al tramonto, l’allestimento di un intero trabocco ha permesso di adeguare l’intero ciclo del Mar Giallo in un’unica grande installazione presso il Trabocco “Sasso della Cajana” di Marino Verì in località Rocca San Giovanni, Vallevò (CH).
Ora è la volta, finalmente, dell’Aquila. Sabato 30 settembre presso Pile Island/la terra tra i due fiumi sarà possibile visitare un nuovo adeguamento installativo del ciclo Mar Giallo presso 
quest’amena località a ovest dell’Aquila. L’allestimento delle opere sarà accompagnato da una performance a cura della violoncellista Flavia Massimo, con musiche della stessa esecutrice e della compositrice Roberta Vacca.

Mar Giallo, l’ultima ricerca del pittore, è ispirata al mare inteso nelle sue tante accezioni ma soprattutto come flusso continuo, il “fluctus” latino inteso come onda tutelata dal dio Nettuno poi il colore giallo simbolo di vita e di gioia di vivere, di allegria e di immaginazione. Questi due concetti creano insieme opere intense e di grandissimo impatto realizzate usando tessuto in pile, gommapiuma, pellicole trasparenti e compensato, come avviene nella più grande per dimensioni (200X360) di esse dal titolo, appunto, “Grande Mar Giallo” composta da ben 52 pannelli, in cui Ianni “immerge completamente l’osservatore in un’installazione verticale che contrasta con il bisogno rassicurante di un “mare orizzontale” e rafforza il senso di spaesamento dello spettatore”. Inizia così un vero e proprio viaggio di scoperta guidati da un’onda gialla che ti fa imbattere in indefinite creature marine che hanno il tratto denso e potente che semplifica e cancella i particolari e ne evidenzia la forza e la capacità di attrazione. Sono “Mostri Gentili” (da “un’opera  quasi completamente gialla intitolata  Mostri Gentili, che illustra la raccolta di poesie omonima di mia madre Anna Ventura, io ritrovo i germogli che mi hanno portato a questo nuovo lavoro insieme anche ad una serie di opere dove la materia è messa sottovuoto e dove su tutto, domina il giallo”) che guidano lo spettatore a non perdere la rotta dell’esperienza visiva e, al tempo stesso, sono elementi che ci riportano alla realtà, al nostro ambiente, che sia mare, terra o cielo. Sono queste creature a prenderti per mano e a narrarti la storia di Mar Giallo, a raccontarti l’emozione di un luogo ancestrale fatto di mistero, dominato dalla bellezza e dalla purezza di una forza vitale e positiva.  “Tutti questi lavori recenti, legati al cambiamento radicale della mia vita dopo il terremoto che ha distrutto la mia città, tendenzialmente si offrono al pubblico - spiega Stefano Ianni - Quando ho iniziato ad utilizzare pelliccia sintetica, quando non è messa sottovuoto, volevo che le mie opere fossero toccate, era un modo per far interagire il pubblico con il mio lavoro. Adesso l’elemento dirompente è il giallo. Questo tipo di giallo molto forte ed intenso, molto saturo e carico che suggerisce il massimo della positività. E’ un colore molto vicino alla spiritualità del bianco, allo stesso tempo ha una grande carica di energia fisica, residuo della luce solare. Insieme a questa forza vitale c’è il tema del mare che deriva sia dalle dimensioni del lavoro, perché ho realizzato oltre cinquanta  pannelli, sia dagli elementi visivi che dialogano con il giallo. Anche questi sono resti delle mie ricerche precedenti sulla natura morta. 


info:  
Mar Giallo
Dalle porte del Bosforo alla terra tra i due fiumi

Inaugurazione: Sabato 30 settembre ore 16.30 
Visitabile negli altri giorni su appuntamento fino a sabato 7 ottobre 2017

Pile Island
L’Aquila
Via della Stazione, angolo Piazzale Pertini 

Romaeuropa, programma dal 26 settembre al 1° ottobre: Sidi Larbi, Dada Masilo, Muta Imago, Jan Fabre, Tony Allen e Jeff Mills

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Dopo la travolgente inaugurazione con il debutto italiano di  Kreatur, ultimo lavoro della grande coreografa tedesca Sasha Waltz, la 32esima edizione di Romaeuropa Festival entra nel vivo della sua intesa programmazione.

Il  26 - 27 settembre, all'Auditorium Conciliazione, salirà sul palcoscenico un altro  dei maggiori esponenti della danza contemporanea,  Sidi Larbi Cherkaoui. Nel suo Fractus V Cherkaoui vuole dare forma materica al conflitto comunicativo della società contemporanea, dispiegando danzatori e musicisti dalla provenienza geografica e dal background diversissimo per affrontare, attraverso le parole del linguista e filosofo Noam Chomsky, il problema della manipolazione dell'informazione.

Dal 28 settembre al 1 ottobre toccherà invece alla coreografa sudafricana Dada Masilo, in scena al Teatro Olimpico con la sua rabbiosa rilettura di Giselle sulle musiche composte da Philip Miller e con le immagini di William Kentridge. Per l’occasione il 27 Settembre il festival Romaeuropa organizza una performance pubblica e spontanea all’interno dei prestigiosi spazi di Villa Medici in cui la compagnia danzerà insieme al pubblico un frammento dello spettacolo, per una festa improvvisa in omaggio a questa grintosa coreografa

 Musica antica coniugata nello spazio scenico: questo avverrà dal 29 settembre  al 1 ottobre al MACRO Testaccio con la compagnia Muta Imago che insieme all’Ensemble Arte Musica allestisce in versione integrale il ciclo dei Canti Guerrieri dal Libro Ottavo dei Madrigali di Monteverdi.

 Torna a REf17 il grande artista belga Jan Fabre, che dopo aver presentato nel 2015 il suo Mount Olympus, opera monumentale della durata di 24 ore vincitrice del Premio Ubu 2016, il 30 settembre e il 1 ottobre propone il nuovo BELGIAN RULES/BELGIUM RULES. Quella che andrà in scena al Teatro Argentina è un’invettiva e al contempo una dedica al suo Belgio e una riflessione personalissima sul presente dell’Europa.

Il 27 settembre inoltre sarà possibile vedere il film Surrender che il regista Phil Griffin ha dedicato al grande artista belga e al suo Mount Olympus.

 Domenica 1 ottobre inaugura invece il primo dei numerosi live musicali che costellano la variegata programmazione di Romaeuropa Festival. L’Auditorium Parco della Musica verrà conquistato dall’incredibile incontro tra musica techno e afrobeat: Tony Allen, uno dei migliori batteristi di tutti i tempi secondo Brian Eno, incontra il re del clubbing più sperimentale Jeff Mills per un concerto unico dove il jazz si intreccia all’elettronica.







PROGRAMMA REF17 DAL 25.09 AL 1.10



26 – 27 SETTEMBRE

h 21

SIDI LARBI CHERKAOUI

EASTMAN

"Fractus V"

Auditorium Conciliazione



Biglietti: da 19 a 35 euro

Accrediti: ufficiostampa@romaeuropa.net

  

27 SETTEMBRE

h 21

PHIL GRIFFIN

TROUBLEYN / JAN FABRE

"Surrender"

Teatro Argentina



Proiezione gratuita con prenotazione su romaeuropa.net



27 SETTEMBRE

I’M GISELLE

Un flash mob dedicato allo spettacolo “Giselle” di Dada Masilo

  

DAL 28 SETTEMBRE AL 1 OTTOBRE

h 21

Domenica h 17

DADA MASILO

"Giselle"

Teatro Olimpico



Biglietti: da 19 a 40 euro

Accrediti: ufficiostampa@romaeuropa.net

  

DAL 29 SETTEMBRE AL 1 OTTOBRE

h 21

Domenica h 17

CLAUDIO MONTEVERDI

MUTA IMAGO

ENSEMBLE ARTE MUSICA

"Libro Ottavo – Canti Guerrieri"

MACRO Testaccio La Pelanda



Biglietti: da 11 a 15 euro

Accrediti: ufficiostampa@romaeuropa.net



30 SETTEMBRE - 1 OTTOBRE

Sabato h 19

Domenica h 16

JAN FABRE

"BELGIAN RULES/ BELGIUM RULES"

Teatro Argentina



1 OTTOBRE

h.21

Auditorium Parco della Musica - Sala Sinopoli 

TONY ALLEN & JEFF MILLS

Live set





BOX OFFICE

OPIFICIO ROMAEUROPA / Via dei Magazzini Generali, 20/a +39 0645553050 / promozione@romaeuropa.net



Lunedì > 14:00 – 17:00 martedì – veenrdì > 10:00 – 13:00 + 14:00 – 17:00 sabato > 10:00 – 13:00 + 14:00 – 17:00



ACQUISTA ONLINE – ROMAEUROPA.NET

  

TUTTA LA PROGRAMMAZIONE DEL REf17 su romaeuropa.net

Fattitaliani incontra la Dr.ssa Sara Zago, Responsabile Casa AIL Bologna: occorre fare squadra per guardare avanti con speranza e fiducia

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di Caterina Guttadauro La Brasca - L'AIL nasce nel 1969 a Roma da un’intuizione del Prof. Franco Mandelli e grazie al contributo di illustri personalità del mondo della medicina, della scienza, dell’economia e della cultura. L’acronimo AIL oggi è super conosciuto e significa Associazione contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma.

Da oltre 45 anni, l'AIL promuove e sostiene la ricerca scientifica. Oggi ci troviamo in una casa in cui si vive tutto intensamente e, sapere che abbiamo una manciata di minuti per parlarne, è frustrante. Parliamo di Casa AIL, una solida realtà che a Bologna funziona da 11 anni. 
Le Case AIL oggi realizzate rappresentano un passaggio importante nel percorso dell’Associazione verso l’obiettivo finale: dotare ciascun centro di cura di una propria residenza. Il Servizio è offerto da 36 Sezioni in Italia e sono sempre poche. Noi oggi ci occupiamo della realtà bolognese ed abbiamo con noi la Dr.ssa Sara Zago che è la Responsabile della sua gestione. Una premessa doverosa: la realtà ematologica e Casa AIL fanno capo ad una persona che, di fatto, non ha mai lasciato l’Ospedale Sant’Orsola, dove ha lavorato come eccellente ricercatore, ematologo e Presidente dell’AIL, attività che ricopre a tutt’oggi. Ovviamente stiamo parlando del Professor Sante Tura, al quale va il ringraziamento di Fattitaliani per averci fatto concedere questa intervista. 
Dr.ssa Zago, ci descrive Casa AIL con le caratteristiche e le attività che raccoglie al suo interno? 
Casa AIL è la casa di accoglienza di Bologna che gestisce l’Associazione contro le leucemie ed è attiva dal 2005. È stata costruita dalla Fondazione Seràgnoli, per la precisione, dalla Dr.ssa Isabella e data alla nostra Associazione in comodato gratuito. Casa AIL ha lo scopo di accogliere i pazienti onco-ematologici che non risiedono a Bologna e sono in cura presso l’Ematologia dentro il Sant’ Orsola di Bologna. E’ un’accoglienza gratuita, nel senso che non si paga nessuna retta, gli ospiti possono fare un’offerta all’Associazione. C’è una collaborazione molto stretta tra Casa AIL e l’Ematologia perché avviene tramite una richiesta medica del dottore che ha in cura il paziente ed indica anche il periodo di permanenza di cui necessita nella Casa.
Parliamo di un’Associazione no profit, cosa tiene economicamente in piedi una così vasta struttura?
L’Associazione è una Onlus e mantiene Casa AIL come uno dei tanti servizi di assistenza che ha attivi come statuto. Casa AIL si mantiene tramite la grandissima raccolta fondi di privati, aziende e sostenitori. Questo consente di coprire la manutenzione ordinaria della Casa, cioè pagare tutti i dipendenti, il custode che è una presenza attiva 24 ore su 24, le bollette ecc. Grazie, invece, alla Fondazione Seràgnoli, abbiamo un sostengo economico che ci consente di affrontare la manutenzione straordinaria, gli imprevisti che sono tanti e richiedono grosse cifre.
Quali sono i rapporti fra Ematologia e Casa AIL?
I rapporti tra noi e l’Istituto di Ematologia sono continuativi ed importanti. La Casa ha disponibili 12 camere da letto. C’è una collaborazione quotidiana tra noi, i dottori, le capo sale che fa sì che la struttura sia sempre al massimo dell’efficienza e della ricettività. L’ospedale ci garantisce di sapere quando una persona viene dimessa e quindi c’è un avvicendamento. Per l’Ematologia è molto importante l’esistenza di casa AIL perché consente di avere un posto in anticipo anche verso i cittadini di Bologna. Ad esempio, una persona che viene da fuori e non sta ancora bene può fermarsi a Casa AIL per rimanere vicino all’ambulatorio e, nel contempo, l’Ematologia può prendere in carico un altro paziente. L’afflusso di pazienti a Casa AIL è grande perché l’Ematologia porta avanti tante terapie sperimentali che non vengono fatte in altri Centri, infatti non a caso la realtà ematologica di Bologna è un punto di riferimento a livello nazionale ed europeo. 
Cosa significa il cognome Seràgnoli per l’Ematologia e Casa AIL?
Significa moltissimo. L’Ematologia è stata voluta e costruita dalla Dr.ssa Isabella Seràgnoli che è Vice Presidente dell’AIL di Bologna ed è proprietaria di Casa AIL, tramite la sua fondazione. La sua è una presenza discreta ma costante, grazie alle sue opere disponiamo di un ambiente così accogliente, curata in ogni particolare. Con il suo contributo costante, ogni anno, la Fondazione ci supporta, perché con il passare del tempo, le esigenze aumentano, cresce la struttura e quindi aumentano la gestione e le necessità.
Lei gestisce una grande attività, coadiuvata da tante colleghe, ce ne parla? Quali sono le campagne che vi contraddistinguono e adesso qual è la più vicina nel tempo?
La più vicina è il Natale. Viene fatto un vero e proprio catalogo di doni, rivolto a privati, ad aziende che possono sostenere casa AIL, la ricerca scientifica, creando un buono solidale. Questa campagna è fatta da tutte le mie colleghe e ci vede impegnate da ottobre a gennaio. La campagna porta molti fondi, importanti non solo per casa AIL ma anche per tutte le attività. Come le dicevo, qui c’è un lavoro di squadra, lavorano tante colleghe, qui nella casa e nell’ufficio che è all’interno dell’ospedale. Ognuno porta in questa attività i propri talenti perché da soli non si va da nessuna parte. C’è anche una Dottoressa, Responsabile del Servizio di Psicologia Clinica, che ci supporta tutte con i suoi preziosi consigli. Casa AIL è anche una bella realtà perché è sempre animata da un flusso di volontari, che danno il loro contributo per ogni attività, offrono il loro tempo, le loro capacità e propongono campagne, corsi di cucina ecc… 
Il Volontariato è il cemento di questa Casa, come si diventa volontari AIL?
Per diventare volontari bisogna sostenere un colloquio iniziale con cui si manifestano le proprie disponibilità. Dopo si prendono in esame le varie possibilità d’impiego: di accoglienza ai nuovi arrivati nel pomeriggio, con i quali si prende un tè. L’impiego non è solo nella Casa ma anche nei reparti, nel servizio di navetta che accompagna i pazienti da casa all’ospedale e viceversa. Ovviamente l’impegno è totale e di tutti nelle Campagne di Natale e di Pasqua che ci permettono dei grandi ricavi.  
Nulla di quello che qui succede è lasciato al caso. Si cura l’ammalato, la sua sfera familiare, offrendo ospitalità, serenità, comprensione ed assistenza psicologica. Queste persone sono consapevoli di vivere uno stato di malattia nella situazione più ottimale possibile o ha notato talvolta resistenza, ovviamente causata dal meccanismo della malattia? 
Le persone che vengono ospitate in Casa AIL, inizialmente, sono sbalorditi perché si trovano in un ambiente che non è una propaggine dell’ospedale ma una vera casa, accogliente, pulitissima, confortevole e si percepisce il loro sollievo. Sanno di dover combattere una grande battaglia, ma comprendono di non essere soli a farlo. Questo grazie da parte loro è per noi un incentivo a fare sempre meglio, lo trasmettiamo a chi lavora dietro e tutti ce ne nutriamo assieme all’aiuto psicologico per non demotivarci e non sentirci impotenti dinanzi alla gravità della malattia. Nell’ingresso di Casa AIL c’è un grosso book dove si può lasciare il proprio stato d’animo e noi, leggendoli, ci rendiamo conto di quanto conti, per chi è malato, il sostegno, la compagnia, la consapevolezza di non essere lasciato solo di fronte alla lotta per guarire.  
Cosa riceve lei da questo, chiamiamolo, “lavoro”? Possiamo dire che aiutare gli altri significa anche aiutare noi stessi?
Sicuramente, non c’è dubbio. Penso che non ci sia niente di meglio per valorizzare noi stessi. Quello che riceviamo ci consente di estraniarci dalla malattia e considerare anche i momenti belli che si vivono, come i matrimoni, la nascita di un figlio. È un lavoro in cui ci vuole un certo distacco per non lasciarsi invadere dallo scoraggiamento, dal sapere che certi casi sono disperati. Occorre fare squadra per poter guardare avanti con speranza e fiducia. Come in tutti i lavori, bisogna sapersi dosare ed apprezzare i bei momenti che, nonostante il dolore, ci sono.
Come si può aiutare CASA AIL? Può darci i riferimenti diversificando le varie possibilità, per consentire a chi vuole rendersi utile di farlo compatibilmente con la propria disponibilità?
La maniera più semplice è partecipare alle campagne solidali come il Natale e la Pasqua. Si può contribuire facendo un dono, comprando uno dei tanti oggetti del catalogo. Si può fare un versamento sul conto corrente intestato o direttamente in ufficio a Casa AIL. Tutte le modalità e le informazioni sono poi sul nostro sito che è: www.ailbologna.it Si aiuta anche facendo opera di divulgazione dappertutto, dall’ambiente familiare a quello di lavoro.
Ascoltiamo adesso due presenze che, in questo momento, stanno svolgendo il loro volontariato. Sono Maria ed Angela.
Cosa vi ha spinto ad impegnarvi in questo campo?
Maria: Io ero rimasta sola ed avevo già fatto volontariato. Questo lavoro a me dà tantissimo e condivido il parere che aiutare è uno scambio reciproco di forza e di gioia che ti fa amare la vita.
Angela: io ho lavorato in ospedale per tanto tempo. Quando sono andata in pensione, ho pensato che aiutare chi soffre era quello che desideravo. Ho iniziato 11 anni fa e sono ancor qui, convinta di aver fatto la cosa giusta perché si riceve più di quello che si dà.

Grazie a Maria ed Angela, due dei tanti angeli che popolano questa Casa. Ci sono luoghi dove la musica arriva dal cuore, dice Samuele Bersani in un video girato per AIL. Io vi assicuro che, dopo essere venuti in questa Casa ed avere osservato il lavoro svolto in ogni ambito, andando via, si ricordano i sorrisi di questa grande squadra umana che si regala il lusso di rendere vivibile la sofferenza. 
Fattitaliani ringrazia la Dott.ssa Sara Zago per la disponibilità e abbiamo preferito, oltre ai numeri, privilegiare il lato umano, perché Casa AIL e tutto quello che racchiude, vuol dire solidarietà, donare per il piacere di farlo e soprattutto non fare mai spegnere l’amore per la vita. A tutti grazie per lavorare in silenzio e con rispetto per il disagio e la sofferenza. E’ questo, l’esempio più grande di cui tutti abbiamo bisogno. 


Libri, Fattitaliani consiglia "Collezione Privata" di Salvatore Cangelosi: scrittori, persone e libri. La recensione

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Salvatore Cangelosi, "Collezione Privata", Torri del Vento Ed., Palermo, 2017. Recensione di Andrea Giostra

«Per essere veritieri, bisogna sempre mentire un poco, / così come per mentire bisogna essere un po’ veritieri. / E il passato non risuscita che in un chiaroscuro onirico / dove gioia e dolore diventano le maschere molteplici / che celano i volti e le voci degli anni scomparsi per sempre, / con il solo fine di riapparire in un nuovo camuffamento.» cit. da Frederic Prokosch, “Voices: a Memoir”, 1984, racconto autobiografico dello scrittore e poeta statunitense scomparso nel 1989.
La citazione di Frederic Prokosch scelta da Cangemi è assolutamente azzeccata e pertinente, non tanto per il significato delle parole riportate che ad una prima lettura potrebbero disorientare il lettore rispetto ai brevissimi racconti dello scrittore palermitano, quando perché in “Voices: a Memoir”, tradotto dall’editore italiano Adelphi con “Voci”, Prokosch mirabilmente racconta della sua brillante arte dello scoprire e dello spiare talenti letterari, e giovani e ancora in erba grandi scrittori che sarebbero divenuti magnifici narratori. L’elenco è poderoso e impressionante insieme: Adeline Virginia Woolf, Auden Claudette Charbonneau-Tissot, James Augustine Aloysius Joyce, Wallace Stevens, Edward Morgan Forster, Walter John de la Mare, Thomas Clayton Wolfe, André Paul Guillaume Gide, Thomas Stearns Eliot, Dylan Marlais Thomas, Gertrude Stein, Ezra Weston Loomis Pound, Ernest Miller Hemingway, Marianne Craig Moore, George Santayana, Mario Praz, George Norman Douglas, Karen Christenze von Blixen-Finecke, Vladimir Vladimirovich Nabokov … dei quali Frederic narra con la pretesa di «penetrare nella natura segreta dei fluidi che finiscono per addensarsi in opere d’arte». Quasi tutti i più grandi autori e scrittori del ‘900, in questi racconti, vengono fissati da Prokosch in immagini fluide e scorrevoli come pellicole di parole, che con semplici e immediati camei ci fanno immaginare di rivelarne la profonda natura e l’intimità. Per farsi un’idea a proposito della raffinata arte dello scoprire talenti letterari, vedere alla magica voce “Genius” (2016) di Michael Grandage.
È da Prokosch che bisogna partire per comprendere l’operazione narrativa ambientata nella via Maqueda del centro storico di Palermo di fine ‘900 per addentrarsi empaticamente, in una sorta di successione di catturanti corto-metraggi, nelle narrazioni visionarie e prospettiche di Cangemi. Lo stile narrativo è asciutto e fotografico, così com’è essenziale e rivelatore quello di Prokosch. I protagonisti inconsapevoli di Cangemi sono personaggi altrettanto importanti, ma dell’arte cittadina palermitana, seppur altri di prestigioso passaggio artistico quali Francis Ford Coppola al Teatro Massimo per le riprese di “The Godfather Part III”, dove un già affermato Roberto Andò gli fa da Cicerone e accompagnatore nostrano nella via che insieme al Cassaro divideva in quattro cantoni la vecchia e nobile Palermo dei viceré di Sicilia nell’età degli Asburgo.
Le immagini di Cangemi sono belle, come il momento storico che trasuda dalle voci dette e non dette degli avventori letterari della libreria che immaginiamo in prossimità dei Quattro Canti. L’autore, nella lettura, ci confessa che: «Osservavo certi personaggi: li vedevo come modelli da imitare; altri li analizzavo, spiavo le loro manie, le indulgenze che praticavano verso se stessi … »
Non credo che il lettore di queste poche righe, a questo punto, possa avere il coraggio di sottrarsi nello sperimentare un piccolo viaggio letterario palermitano, ma anche onirico ad occhi aperti e attenti che leggono, nell’immergersi, in una sorta di realtà virtuale di novelle brevi, nel bel libro “Collezione Privata”.

Post Scriptum
La bellissima immagine della copertina, tratta da uno dei dipinti su carretti siciliani della prestigiosissima scuola bagherese dei fratelli Ducato (oramai scoparsi), e nel nostro caso di Onofrio Ducato, richiama fortemente l’opera dei pupi siciliani ed al contempo le antiche battaglie tra cristiani e musulmani che frequentemente si consumavano sull’allora navigabile fiume Oreto, che fu Abbâs, che con le sue limpide acque lavava sangue di giovani guerrieri siciliani e mediorientali, da Monte Matassaro Renna al Tirreno. Non è inopportuno scrivere qui di questa scuola che pochi siciliani conoscono, portatrice di centenarie tradizioni pittoriche e culturali, ben ed opportunamente fissata nel tempo da Eugenio Maria Falcone Editore con una bellissima pubblicazione illustrata testimonianza di questa sopraffina arte popolare sicula che fu quella della pittura del carretto siciliano.
A seguire, la testimonianza letteraria della prestigiosa famiglia di artigiani, che fu amica d’arte e di bellezza di grandi artisti quali Renato Guttuso, Dacia Maraini, Peppuccio Tornatore che dedicò loro un bel documentario del quale ci parla in una sua intervista che troverete a seguire (ma perché questo documentario non lo pubblica su YouTube? … chiediamo qui al grande maestro Tornatore).
AA.VV., “La Pittura del Carretto Siciliano. Scuola Ducato Bagheria”, Eugenio Maria Falcone Ed., Bagheria, 2008.

Link:

ANDREA GIOSTRA

Videomnia, intervista al Dott. Angelo De Arcangelis, Art Director

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Videomnia nasce da un Laboratorio Cine-Teatrale che ha prodotto molti lavori e spettacoli a cavallo tra gli anni ’70 ed ’80, anche di rilievo internazionale. Il fondatore ha lavorato per la RAI e per SKY per circa 15 anni producendo rubriche, servizi e testate giornalistiche.
Una lunghissima esperienza in campo sportivo con riprese in tutto il mondo per la Roma calcio e per Totti. Docufiction, Pubblicità, Eventi, Moda, Videoclip musicali e molto altro. Sempre innovativa ha utilizzato le proprie telecamere per la pubblicità di Fiorello per l’HD di Sky. Ingresso recente nel mondo del cinema, tradotto in collaborazioni con giovani registi emergenti. Ha provato a lanciare un Cinecontest, rinviato per motivi non dipendenti da Videomnia.  A fine novembre farà una coproduzione per un Corto con Sara Colonnelli e Francesca Conte, un thriller di sicuro successo dal titolo KLUNNI THE CLOWN. Videomnia sarà partner della quinta edizione del Roma Web Fest che si svolgerà a Roma dal 24 al 26 Novembre.  Il Roma Web Fest, sarà un’altra tappa in una lunga storia sempre in evoluzione. Il premio messo in palio sarà un ulteriore impegno in quest’ottica di crescita culturale ed artistica. Abbiamo intervistato il Dott. Angelo De Arcangelis, Art Director di Videomnia.

Il Roma Web Fest è il primo evento italiano dedicato alle web serie e ai prodotti indipendenti nati sul web. Cosa vi ha spinto a supportare la quinta edizione e in che modo crede che la vostra azienda possa integrarsi con il festival?
A Videomnia siamo sempre stati impegnati nel mondo multimediale, in particolare televisivo. Recentemente abbiamo aperto una sezione dedicata al Cinema e iniziato a produrre cortometraggi. Un grande investimento nell’acquisto di telecamere e ottiche cinematografiche, ci ha permesso di supportare questo importante passaggio. Le web serie sono caratterizzate spesso da buone idee e capacità artistiche notevoli, ma anche da limiti evidenti in campo di produzione e postproduzione. Riteniamo che il nostro supporto tecnico possa permettere un reale salto di qualità.

Nuovi autori e produzioni indipendenti sono i protagonisti delle tre giornate del festival. Qual è il rapporto che la vostra attività ha con i giovani intesi sia come risorsa a cui attingere per nuove idee, sia come “nativi digitali” e quindi detentori quasi per nascita di un linguaggio contemporaneo a cui le altre generazioni sono state costrette ad adattarsi?
Abbiamo sempre avuto un rapporto speciale con i giovani, riconoscendone le indiscusse potenzialità nel campo artistico-digitale. Abbiamo assunto ragazzi nell’azienda e aderito a tutte le richieste di stage e tirocini anche in ambito Europeo. Di recente abbiamo promosso un Cinecontest rivolto a registi e attori emergenti. Inoltre, offriamo pacchetti super scontati per la realizzazione d’idee in campo cinematografico.


Com’è cambiata la post-produzione nell’era del web 2.0 e degli smartmovies?
L’era web 2.0 ha stravolto tutti gli schemi a cui le aziende del settore multimediale erano abituate. L’avvento dell’Hd ha visto noi di Videomnia anticipare tutti i competitor, come dimostrato dalla realizzazione con proprie telecamere della pubblicità di Fiorello per Sky, sull’alta definizione. Il 4K ha coinciso con la necessità di aprire un nuovo canale cinema a fianco di quello televisivo. Gli smartmovies hanno bruciato molti videomaker, ancorati alla tradizione di riprese stile Rai. Attualmente stiamo cercando di ritagliarci un mercato di qualità, tenendo presenti gli stimoli di un settore in continua trasformazione.
Nel contesto di prodotti audiovisivi a basso costo e con grandi elaborazioni grafiche e legate ad “effetti speciali”, in che modo trova spazio per inserirsi il settore della produzione e post-produzione? E Qual è il punto di forza della vostra azienda?       

La tecnologia va utilizzata in tutte le sue potenzialità. Il mercato è cambiato e non tenerne conto è fuorviante, perché fa perdere competitività. A Videomnia puntiamo sui giovani, facendo perno sulla professionalità e la competenza acquisite in 30 anni d’esperienza nel settore multimediale. Offrire mezzi importanti a ragazzi talentuosi, ricchi d’idee, ma con poche possibilità, è l’intuizione del responsabile di questa piccola cooperativa che ha già raggiunto traguardi notevoli in più settori della Comunicazione.
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