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Apple TV+, "Hollywood Con Queen" il nuovo documentario che racconta la storia incredibile di una delle più grandi truffe di Hollywood

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Apple TV+ ha annunciato oggi "Hollywood Con Queen", la nuova avvincente docuserie in tre parti del regista vincitore dell'Emmy Chris Smith ("Tiger King", "Fyre", "100 Foot Wave") in arrivo l'8 maggio. Basata sul reportage originale del giornalista investigativo Scott Johnson e sul suo libro pubblicato da Harper Collins intitolato "Hollywood Con Queen: The Hunt for an Evil Genius", la docuserie esplora la storia scioccante di una delle più grandi truffe di Hollywood.

Una misteriosa figura soprannominata "Con Queen" impersona le donne più potenti dell'industria dello spettacolo, attirando ignare vittime in Indonesia con la promessa di un'opportunità di carriera che cambierà la loro vita. I malcapitati caduti nella trappola della "Regina della truffa" investono ingenuamente le proprie finanze personali alla ricerca di una grande occasione, mentre vengono sfruttati e trascinati in un perverso gioco psicologico che si estende a tutto il mondo. La truffa attira l'attenzione del giornalista investigativo veterano Scott Johnson di The Hollywood Reporter e dell'investigatrice privata Nicole Kotsianas, ex K2 Integrity, che si mettono sulle tracce della verità, scoprendo una storia più strana di quanto potessero immaginare.

"Hollywood Con Queen"è prodotto per Apple TV+ da Library Films, con Chris Smith come regista e produttore esecutivo insieme al produttore esecutivo Ben Anderson. Scott Johnson è il produttore consulente.

Little Floating Fairies, esce il terzo singolo di Marco Pritoni

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Si intitola “Little Floating Fairies” il terzo singolo del progetto solo piano per il musicista imolese Marco Pritoni, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 16 aprile e che anticipa l’imminente Ep.

La carriera solista di Marco è iniziata lo scorso anno con “May of Sorrow”, brano a scopo benefico nato durante l’alluvione in Emilia-Romagna, che ha superato i 20K streaming in tutto il mondo, cui ha fatto seguito la struggente “Red Autumn Leaves”.

“Little Floating Fairies” è nata osservando Marianna, la mia fidanzata, mentre dormiva e sembrava stesse viaggiando in un mondo fantastico avvolta da piccole fate fluttuanti, immagine che mi ha regalato il titolo. Da lì, in pochi minuti, le note sono arrivate in maniera naturale, come accade spesso quando mi siedo al pianoforte”.


Segui Marco Pritoni su: INSTAGRAM | FACEBOOK | BANDCAMP

Castrovillari, Primavera dei Teatri 24° festival dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea

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Al via la 24ª edizione di Primavera dei Teatri. Il festival dedicato ai nuovi linguaggi dellascena contemporanea - diretto da Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano - siterràaCastrovillaridal23maggioal2giugno2024.

Un“avamposto”aSuddelladrammaturgiacontemporaneaedellanuovacreatività,unlaboratoriodiincontrieconfrontitraartistididiversaestrazioneegenerazione.Oltre55eventitrateatro,danza,musica,performance,prestigioseresidenzeartistiche,workshop,presentazionidilibri, convegniemostre.NovitàdiquestaedizioneèPRIMA,esperimentodipiattaformainternazionale con l'obiettivo di contribuire al percorso creativo di giovani artist^ operantinell'ambitodella danzae della performance.

 

Festival sui nuovi linguaggi della scena contemporanea internazionale, Primavera dei Teatri sisvolge a Castrovillari, città periferica della Calabria, una delle regioni più svantaggiate d'Italia,dasempretagliatafuoridallepiùsignificativecorrenticulturalicheattraversanol'Europa.Fondatonel1999,ilfestivalèoggiconsideratounodeglieventidipuntadel


panoramaartisticoitaliano.Grazieaunprogettocoraggiosoerigoroso,chehasemprepuntatoa presentare il meglio della nuova produzione internazionale, Primavera dei Teatri è ormaidiventato un punto di riferimento imprescindibile per professionisti, critici, artisti e per ilpubblicoprovenientedatuttaItaliae dall'estero.

 

Importante novità di questa edizione 2024 è dunque PRIMA, una piattaformainternazionale che nasce con l'obiettivo di contribuire al percorso creativo di giovani artistioperanti nell'ambito della danza e della performance. Nel corso di cinquegiorni (23 | 27maggio), si potrà assistere ad alcune creazioni ancora in divenire – realizzate anche grazie alleresidenze offerte dal festival e raggruppate nella sezione Open studios – e ai lavori ultimati diartistinazionalie internazionaliall’internodellasezioneProgrammazione.

Alla piattaforma parteciperanno professionisti provenienti da tutto il mondo, una comunitàinternazionalecompostadaartisti,produttori,direttoriartisticiecuratorisiriuniràaCastrovillariperconfrontarsisullepratichedicuratela,incontraregliartisticoinvoltievederneilavori. Ilprogetto,ideato e curato da SettimioPisano attraverso un lavorolungo e articolato,fattodivisioni,studio,confrontiingiro per l’Europa, vuole dare un senso e una profondità diversa all’identità multidisciplinaredelfestivale,d’altraparte,intendesviluppareun'azionesistematicaecontinuativaperpromuovere a livello internazionale il patrimonio creativo dei giovani artisti che operano nelcampo delle performing arts. Dopo aver dato per oltre vent’anni un contributo importante peril rinnovamento del linguaggio scenico e per il ricambio generazionale in Italia, PRIMA spostaoral'asse sul panoramainternazionale.

LeResidenzeArtistiche

Il progetto ha come obiettivo fondante quello di continuare nel lavoro di creazione di unambiente propizio all’ormai indispensabile cambiamento generazionale nell’ambito del teatroe delle arti performative. Le residenze del 2024si aprono in modoparticolare alla performance,scommettendo su giovani artistle cui creazioni sicollocano fuori daiconfini di genere, sostenendone i percorsi creativi spesso in cooperazione con diverse istituzioni internazionali. Durante i periodi diresidenza le artiste e gli artistiavranno la possibilità di confrontarsicon la comunità internazionale dicuratrici e programmatori, attraversole sessioni di pitch e presentando i propri lavori all’interno della sezione Open studios. L’obiettivo è quello di favorire la reciprocaconoscenzaeil dialogointorno allenuoveopere infase dicreazione.

NotadeidirettoriSettimioPisano,DarioDeLuca,SaverioLaRuina

“Arrivati alla XXIV edizione abbiamo scelto di rimetterci in discussione, per indagare un mododiverso di agire e di intendere il nostro ruolo e la nostra funzione. Primavera dei Teatri non èsolounevento:èuncatalizzatoredicambiamentoperilterritorioelacomunità,unascommessasulpoteretrasformativodell’arte.LaprincipalenovitàintrodottaèPRIMA,esperimento di piattaforma internazionale che nasce con l'obiettivo di contribuire al percorsocreativo di giovani artist^ operanti nell'ambito della danza e della performance. Nel corso dicinquegiorni,sipotràassistereadalcunecreazioniancoraindivenirerealizzateanchegraziealle residenze offerte dal festival e raggruppate nella sezione Open Studios – e ai lavori ultimatidiartist^nazionalieinternazionaliall’internodellasezioneProgrammazione.Contestualmente abbiamo rafforzato l'anima consueta di Primavera, con l'obiettivo puntatosullanuovadrammaturgiaeunprogrammacheinvestemoltosullanuovagenerazionediautorie autrici alle prese con la complessità e le criticità della società contemporanea. Il progetto diquest’anno è frutto di un lavoro curatoriale complesso e articolato - fatto di visioni, studio,confrontiingiroperl’Europa-perdareunsensoeunaprofonditàdiversaallaritrovataidentitàmultidisciplinaredel festival”.

Ilfestivalsiapredunquedal23al27maggioconlasezionePRIMA.Nelleresidenzeoffertedalfestivaleraggruppatenellasezione OpenStudiosprotagonistisaranno:AnnamariaAjmone

/Ipiantieilamentideipescifossili(ITA),GiovanfrancescoGiannini/Vanitas(ITA),Danila Gambettola/Cu*Mmia*1(ITA),MariaLuigiaGioffrè/ AfterParty(ITA),LeonardoSchifino/Until our words coincides again: never (ITA), Mauro Lamanna / 7 o 77 (ITA), Dario Rea - MaherMsaddek/Nascondino(ITA/TUN).

Ilavoriultimatidiartist^nazionalieinternazionaliall’internodellasezioneProgrammazione saranno: Dalila Belaza / Figures (FRA) prima italiana, Maria Hassabi / Onstage (CYP)primaitaliana,Chara Kotsali/To bepossessed (GRE) primaitaliana,RobertaRacis

/ Atto bianco (ITA) prima assoluta, Marco da Silva Ferreira / Fantasie Minor (POR/FRA) primaitaliana,ElenaAntoniu/Landscape(CYP),ArkadiZaides/Necropolis(BLR/ISR/FRA),PanzettiTicconi/CryViolet(ITA),ChiaraBersani/Sottobosco(ITA),MauroLamannaAguileraGiustiniano / Real Heroes (ITA/CHL). Ogni giorno a mezzogiorno, aperitivo con gli artisti inresidenza. Nella giornata di apertura del festival sarà consegnato il Premio Carical per le artiperformativeepresentatol’esitoprogettoconlescuoleDarioDeLuca/FrancescoGallo.

AlvialaconsuetaprogrammazionediPrimaveradeiTeatridal28maggioal2giugno.Laprima giornata (28 maggio) vedrà protagonisti Dino Lopardo con Affogo e il Teatro StudioKrypton con Ismene - Family Affairs. Il 29 maggio si prosegue con Tindaro Granata che propone Vorrei una voce, e poi dueprimeassolute:AntimoCasertanoinMarediruggine (la favola dell’Ilva) edElviraScorzaconTuttacolpadiUgo.  Giovedì 30 maggio, Accademia Perdutapropone lo spettacolo Gramsci Gay; e poi due prime assolute: Caroline Baglioni con Play eDavideIodiceconPinocchio/Che cos’è unapersona. Il festival prosegue venerdì 31 maggio con Fabio Pisano chepresenterà lo spettacolo Spezzata. Rapsodia (Per Intercessione del Silenzio)in prima assoluta, Giulia Scotti in anteprima nazionaleproporràQuello che non c’è,mentreIquattrodesideridiSantuMartinusaràlapropostaartisticadiDarioDe Luca. Siarrivaasabatogiugno.Treleprimeassolutedallagiornata:laCompagniaDammacco/BalivopresenteràLamorteovveroilpranzodelladomenica,PierLorenzoPisano–porteràinscenaTotale,mentreZittoPetersarà la propostaofferta da Fettarappa/Guerrieri. Treleproposteinprogrammaperl’ultimagiornatadelfestivaldomenica2giugno:Kepler452 Album, Marco Sgrosso A colpi d’ascia, Tommaso Urselli/ Alberto Oliva / Claudio Facchinelli Il rivoluzionario errante.

Ad arricchire ulteriormente il festival c’è la sezione OLTRE. Al di là del fulcro centrale di ogni programmazione, ovvero gli spettacoli, cosa c’è? La risposta è molto altro! Laboratori, incontri, mostre, panel, installazioni proiezioni. Durante Prima, ogni giorno a mezzogiornoappuntamento dedicato ai pitch dei progetti in residenza. Un momento informale di incontro tra gli artisti e gli operatori, per parlare dei percorsi di creazione, di produzione e di possibili coproduzioni. Il tutto davanti a un aperitivo nella splendida atmosfera del chiostro del Protoconvento. Dal28maggioal2giugnoilgruppo R.A.C. (regist_ a confronto) prima associazione di categoria per regist_ teatrali in Italia, propone un workshop di formazione e confronto a cura di due regist_ R.A.C. e un regista ospite, rivolto a15 att_rici_ori, selezionati attraverso una call pubblica nazionale. Il progetto è a cura di Nicola Borghesi, Stefano Cordella, Fabiana Iacozzilli. Ognisera - dalleore23.00 - presso ilProtoconvento, si terranno Dj Set e concerti. Tre le mostre: Massimiliano DeLuca, TommasoLe Pera,AngeloMaggio. E poi gli Incontri: Gradienti di liveness. Performance e comunicazione dal vivo nei contesti mediatizzati con Laura Gemini, Cronicario con Dario Tomasello, La distribuzione degli spettacoli dal vivo, un percorso di curatela con Elena Lamberti, Cinema e Teatro: Trasformando il paesaggio culturale regionale a cura della Fondazione Calabria Film Commission, Tommaso Le Pera: la memoria visiva del teatro con Romolo Perrotta.

Tutti i dettagli su spettacoli, luoghi del festival, orari e biglietti su https://primaveradeiteatri.it/

 

Il festival collabora con numerosi partner internazionali e opera in coproduzione con le principali istituzioniculturaliitaliane.FindallasuaprimaedizioneèstatosostenutodalMinistero dellaCulturaitaliano.

Con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Calabria, Calabria Straordinaria, Fondazione Carical, NuoviMecenati, Onassis Stegi. Con il patrocinio del Comune di Castrovillari. Main sponsor: Energy Progress, GruppoIGreco. Main partner: Università IUAV di Venezia, Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Istituto Alberghiero diCastrovillari, La torre infame, Officina del gusto, Trattoria ben venuti al Sud, Poste e Office, Centro EspressioniArtistiche,NJHotel.Mediapartner:RAI RADIO 3,Artribune.Inretecon:EuropeanFestivalAssociation,Italiafestival,RevolutionProjectNetwork,Initalia,CastrovillariCittàFestival,CatastaPollino.


Infoeprenotazioni

Postounico:10,00

Ridottoover65,under25,operatori,scuolediteatroedanza:5,00Disabili:5,00 €coningressogratuito perunaccompagnatore

*perusufruiredelleriduzioniè necessarioesibireundocumentodiidentità

 

OpenStudios:5,00

DJseteseratemusicali5,00

*ingressogratuitoesibendoilbigliettodiunodeglispettacolipresentiincartelloneilgiornodell’evento

Abbonamentonominalevalidoper:

·       5spettacoli:45,00

·       10spettacoli:70,00

·       15spettacoli:105,00

*l’abbonamentovaacquistatocontestualmenteallasuarichiesta,nonsiaccettanoprenotazioni

**glispettacolidevonoessereobbligatoriamenteselezionatialmomentodell’acquisto,ritirandocontestualmentei

biglietti

***glieventualicambideibigliettiacquistatisonosoggettiadisponibilità

 

INFOEPRENOTAZIONI

CristinaMindiciniresponsabilebiglietteria

E-mail: cristina.mindicini@primaveradeiteatri.itTelefono/WhatsApp:+393468229975

*leprenotazionieffettuateviae-maileWhatsAppvannosaldateinbiglietteriaentroilgiornoprimadelladatadispettacolo,incasocontrariolaprenotazionevieneautomaticamentecancellata

 

LUOGHIEORARIBIGLIETTERIA

·       Prevendita13>23Maggio

Puntoinformativopiazzamunicipio10:0013:00I16:0020:00

 

Botteghino

Puntoinformativoinpiazzamunicipio10:00 –13:00

Aperturaun’oraprimadell’inizioneirispettiviluoghidispettacolo

LA RAPPRESENTANTE DI LISTA, NUOVO SINGOLO "PARADISO" ESCE VENERDÌ 19 APRILE

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Nuova musica per LA RAPPRESENTANTE DI LISTA: il progetto della cantante, attrice e autrice Veronica Lucchesi e del polistrumentista, autore e produttore Dario Mangiaracina pubblicherà venerdì 19 aprile il brano “Paradiso”, opening track di un 2024 che la band annuncia ricco di musica. Il nuovo singolo, in uscita per Woodworm/Numero Uno/Sony Music Italy, è disponibile in presave al link:  https://forms.sonymusicfans.com/campaign/eivkewq35r35s/.

Dopo qualche indizio lasciato sui propri canali social è finalmente arrivato l’annuncio che le fan e i fan stavano aspettando: un nuovo capitolo, una nuova metamorfosi, nuove storie da raccontare per il femminile plurale che da sempre Lucchesi e Mangiaracina utilizzano per portare avanti la propria narrazione. Quello di LRDL è un progetto stratificato, che negli anni ha codificato la sua poetica cangiante e la sua voce fuori dal coro. Una voce attraverso cui raccontare la propria personale visione del mondo ed esplorare temi come il corpo, le relazioni, la resistenza. Scritta tra Brooklyn (dove la band ha incontrato il chitarrista Kit Conway) e in una session con Antonio Di Martino e registrata tra gli Indigo Studios di Palermo, luogo d’elezione della band, e lo Studio 13 che Damon Albarn ha fondato a Londra, Paradiso” è un viaggio che ripercorre con decisione questo tracciato iniziato 13 anni fa.

LRDL è musica collettiva e alternativa, è rappresentazione del ruolo che la voce femminile può avere all’interno di questo ambito: “Paradiso” è un brano che esplode per raccontare la forza, talvolta l’impatto, altre volte gli effetti e il peso delle relazioni sulle nostre stesse vite, sulla nostra emotività attraversando fiumi, costruendo ponti, incontrando e affermando resistenze. Lo fa con sonorità che richiamano il rock degli anni ‘90, i nostri anniLRDL produce però un suono totalmente calato nella contemporaneità e un testo in cui fragilità, paure (“Ho paura che mi hai ucciso - Volevo solo l’amore - Tu mi hai riempito la bocca, la bocca di te” e ancora “Volevo farmi del male”) ed espressioni di forza, (auto)determinazione, volontà (“Non mi basta”, “Certe volte capita che devi rovinare la festa”, “Pugni in tasca”) non sono in contrapposizione, bensì sullo stesso piano. Coesistono nella vita e nella testa de La Rappresentante di Lista e di tutte e tutti noi: l’invito è a fare un giro in quella testa. “Che cosa c’è?”. Qualunque sia la risposta, è una sfida a se stess* e agli altr*, prendere coraggio, esplorare, rompere gli schemi, dire di no, scrivere il proprio tempo, “rovinare la festa”.

Paradiso” apre un nuovo capitolo per LRDL, dopo 13 anni di carriera con quattro album in studio all’attivo, un romanzo, due partecipazioni in gara a Sanremo con Amare (certificata Disco di Platino) e con Ciao Ciao (Quarto Disco di Platino), entrambe ai vertici delle classifiche radiofoniche. Dal 2011 ad oggi La Rappresentante di Lista si è mossa attraverso territori musicali sempre nuovi e ricercati, un laboratorio artistico multidisciplinare e in continua evoluzione, che si nutre dell’attività in studio, ma soprattutto di quella dal vivo: anche quest’anno non potevano mancare gli appuntamenti live, con dieci date già annunciate nei super club di tutta Italia per il prossimo autunno.

 

LRDL 2024 TOUR

6 novembre – Firenze (Tuscany Hall)

7 novembre – Napoli (Casa della Musica)

8 novembre – MolfettaBA (Eremo Club)

13 novembre - Milano (Fabrique)

15 novembre - Padova (Hall)

22 novembre – Venaria RealeTO (Teatro della Concordia)

23 novembre – Bologna (Estragon)

29 novembre – Roma (Atlantico)

2 dicembre – Palermo (I Candelai)

3 dicembre – Palermo (I Candelai)

 

Le prevendite per LRDL 2024 TOUR - prodotto da Magellano Concerti Whodo Agency - sono disponibili nei circuiti abituali. 

MASI Lugano, dal 5 maggio la mostra 'Calder. Sculpting Time'

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Il MASI Lugano inaugura Calder. Sculpting Time, la più completa mostra monografica dedicata ad Alexander Calder da un’istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni. Introducendo il movimento in una forma d'arte statica come la scultura, Calder ha esteso questo medium oltre il visivo, nella dimensione temporale.

Attingendo da importanti collezioni pubbliche e private internazionali, tra cui la Calder Foundation di New York dalla quale proviene un ampio corpus di opere, Calder. Sculpting Time presenta oltre 30 capolavori dell'artista creati tra il 1931 e il 1960.

 

Calder. Sculpting Time esplora l’impatto profondo e trasformativo di questo artista rivoluzionario, delineando il suo sviluppo di un linguaggio formale e scultoreo caratterizzato da un'innovazione senza precedenti durante gli anni trenta e quaranta del Novecento. La mostra, concepita come spazio aperto, libero da pareti, offre al pubblico l’opportunità di ammirare opere che vanno dalle prime astrazioni o sphériques di Calder fino ad una magnifica selezione di mobiles più recenti, stabiles e standing mobiles di varie dimensioni. In mostra sarà inoltre presentata una selezione di constellations, un termine proposto da Marcel Duchamp e James Johnson Sweeney per le sculture dell'artista realizzate in legno e filo metallico nel 1943.

Alexander Calder, Triple Gong, 1948

Ottone, lastra di metallo, filo metallico e pittura

99.1 × 190.5 × 7 cm

Calder Foundation, New York

Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York

© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Calder si inserisce nell'avanguardia parigina poco dopo essersi trasferito nella capitale francese nel 1926. In questo periodo inizia a creare il suo rivoluzionario Cirque Calder e amplia la sua invenzione di ritratti in filo metallico, totalmente privi di massa. Nel 1930, il lavoro dell'artista si spostò in maniera netta verso l'astratto. La mostra segna questo importante snodo nella produzione dell’artista con le prime sculture non oggettive di Calder, che egli descrisse come densités, sphériques, arcs e mouvements arrêtés. Nel catalogo della mostra dell'artista del 1931 alla Galerie Percier di Parigi, Fernand Léger scrisse: “è qualcosa di serio nonostante non dia l’impressione di esserlo”. Tra queste opere spicca lo stabile Croisière, in cui fili sottili delineano un volume curvilineo a cui sono connesse due piccole sfere dipinte in bianco e nero. Le linee di fili metallici di Calder scolpiscono volumi dai vuoti e presentano il movimento di un'azione priva di peso e di massa.

 

Una delle innovazioni più importanti di Calder è stata quella di aver incorporato il movimento nelle sue composizioni, introducendo così la dimensione temporale. I suoi mobiles - termine coniato da Duchamp per descrivere queste opere - sono sculture cinetiche le cui composizioni in continua mutazione sono attivate dalle condizioni dell'ambiente in cui si trovano. La mostra a Lugano presenta uno dei più importanti mobilesEucalyptus (1940). La scultura fece il suo debutto nella mostra di Calder del 1940 alla Pierre Matisse Gallery di New York e in seguito fu inclusa in quasi tutte le mostre più importanti allestite durante la vita dell'artista. “Muovendosi liberamente e interagendo con l'ambiente circostante, sembra dare forma all'aria; cambia continuamente, giocando con il tempo”, così le curatrici.

 

La mostra include anche altri mobiles come Arc of Petals (1941) e l’imponente Red Lily Pads (1956), esposta nell’ultima sala, di fronte a una grande vetrata che offre una suggestiva vista sul lago e sul panorama circostante. Queste opere rispondono ad ogni minimo cambiamento dell’aria e della luce, vibrando nell’imprevedibilità del tempo e dei suoi diversi momenti. “Calder ha creato organismi metallici che possiedono le qualità della leggerezza e della varietà in forme biomorfiche sottili, che sono allo stesso tempo resistenti e fragili, dinamici ed estetici, solidi e ipersensibili”, spiegano le curatrici della mostra. In mostra, anche gli stabiles di Calder - termine coniato da Jean Arp per le opere statiche dell'artista in risposta a Duchamp – che esplorano invece il movimento implicito. Untitled (circa 1940) e Funghi Neri (1957) rendono evidenti le spettacolari variazioni di scala di queste opere, dalle dimensioni più ridotte a quelle maggiori.

Alexander Calder, Untitled, 1941

Lastra di metallo, filo metallico, corda, legno e pittura

97.1 × 83.8 × 29.8 cm

Calder Foundation, New York;

Gift of Charles M. Yassky, New York, 2013

Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York

© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

A causa della scarsità di lastre di metallo durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943 Calder iniziò una nuova serie di sculture astratte realizzate con fili metallici e legno, appese alla parete ad altezze inaspettate. Sweeney e Duchamp, che curarono la retrospettiva di Calder del 1943 al Museum of Modern Art di New York, proposero il termine "constellation" per queste sculture.

 

“L’eredità di Calder perdura non solo nella presenza fisica delle sue opere, ma anche nel profondo impatto del suo lavoro, che ha cambiato il modo in cui percepiamo e interagiamo con la scultura. Il suo contributo alla storia dell’arte si estende ben oltre l'uso innovativo di materiali e l’impiego di nuove tecniche, catturando la sottile essenza di momenti fugaci. Confrontarsi con questa dimensione temporale è l'obiettivo di questa mostra”, concludono le curatrici.

 

La mostra sarà accompagnata da un catalogo pubblicato da Silvana Editoriale in tre edizioni separate (italiano, inglese e tedesco), con un saggio di Carmen Giménez e Ana Mingot Comenge e una selezione di testi storici.

 

La mostra è realizzata grazie a Fondazione Favorita.

Alexander Calder, Constellation, 1943

Legno, filo metallico e pittura

83.8 × 91.4 × 35.6 cm

Calder Foundation, New York

Photograph by Tom Powel Imaging © Calder Foundation, New York. Photo courtesy of Calder Foundation, New York / Art Resource, New York

© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York


L’artista

 

Alexander Calder (1898, Lawnton, Pennsylvania - 1976, New York City), la cui illustre carriera ha attraversato gran parte del ventesimo secolo, è lo scultore più acclamato e influente del nostro tempo. Nato in una famiglia di celebri artisti di formazione classica, Calder ha utilizzato il suo genio innovativo per cambiare profondamente il corso dell'arte moderna. Negli anni venti ha iniziato a sviluppare un nuovo modo di scolpire: piegando e torcendo il filo metallico, ha essenzialmente "disegnato" figure tridimensionali nello spazio. È famoso per l'invenzione del mobile, i cui elementi sospesi e astratti si muovono e si bilanciano in un'armonia mutevole. A partire dagli anni cinquanta, Calder si è dedicato sempre più alla realizzazione di sculture all'aperto su larga scala in lastre d'acciaio imbullonate. Oggi questi imponenti giganti portano la bellezza nelle piazze pubbliche delle città di tutto il mondo.


In copertina:

Alexander Calder, Quatre systèmes rouges, 1960

Ferro e acciaio dipinto

55 × 200 × 200 cm

Louisiana Museum of Modern Art, Humlebæk, Denmark. Donation: The New Carlsberg Foundation. Photo credit: Louisiana Museum of Modern Art / Poul Buchard / Brøndum & Co

© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York

Baby K, nuovo singolo "Fino al blackout" disponibile da venerdì 19 aprile

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Sarà disponibile da venerdì 19 aprile su tutte le piattaforme digitali e in radio “FINO AL BLACKOUT”, il nuovo singolo inedito di BABY K (da oggi in presave e preorder al seguente link: columbia.lnk.to/Finoalblackout).

BABY K non è solo il tag all’inizio di una canzone e nemmeno solo una hit estiva, è la cantautrice più cosmopolita del nostro paese (nata a Singapore ha viaggiato in lungo in largo prima di fermarsi per qualche anno in Gran Bretagna dove affondano le sue radici musicali e approdare poi in Italia).

Nella sua carriera ha raccolto non solo successi radio e da classifica ma anche 5 dischi d’Oro, 17 dischi di Platino e soprattutto un Disco di DIAMANTE grazie a “Roma – Bangkok”, unica canzone al femminile in Italia ad aver raggiunto questo traguardo (sono pochi gli artisti in generale che dalle certificazioni FIMI possono vantare di avere un disco di Diamante appeso in casa: Sia è l’unica donna internazionale che con Ed Sheeran e Luis Fonsi hanno ottenuto un Diamante per un singolo nel nostro paese mentre Jovanotti, Modà, Vasco Rossi, Ligabue e Renato Zero per un album).

Oggi, dopo quasi 13 anni di carriera durante la quale ha alternato rap, pop e reggaeton cercando sempre qualcosa di nuovo, nuove influenze e nuovi mondi da esplorare, BABY K torna con un nuovo singolo, “FINO AL BLACKOUT”, che interpreta perfettamente la sua costante ricerca sonora e sposa la necessità di coniugare una musica che la rappresenti ad un testo che la racconti, come donna e come artista.

Claudia Judith Nahum (questo il suo vero nome), firma di “FINO AL BLACKOUT” testo e musica e per la prima volta la produzione insieme a Macs (negli anni aveva già avuto modo di collaborare in fase di produzione ma mai era arrivata ad una presenza così importante nella chiusura di un brano).

Solo qualche giorno fa BABY K aveva postato sui suoi social queste parole:

“My loves ❤️ Mi sono presa una pausa dai social. Ho voluto lavorare in silenzio, perché è quando ci allontaniamo dal chiasso che lo spirito ha modo di comunicare con la nostra mente.
La mia vita in musica è iniziata nel 2007 ed è stato un viaggio folle, stupendo, fatto di alti e bassi, evoluzioni, cambiamenti, lavoro, ricerca e risultati assurdi… e tutte queste cose mi hanno portato inevitabilmente a chiedermi oggi “cosa vuoi dire? “cosa vuoi rappresentare?” e la domanda più difficile: “Claudia, chi sei”? Quest’ultima è una domanda che mi pongo da quando sono piccola, che riporta alla mia mente ricordi di spostamenti tra culture e paesi diversi, il sentirsi sempre un alieno in cerca del suo vero contesto, allontanarsi ogni volta da amici e famiglia cercando di ricostruire il mio concetto di “casa” e di appartenenza.
Lo stesso è accaduto con la musica. In questi mesi è stato prezioso per me muovermi dietro le quinte, per far tornare quel fuoco, quella fotta, quella voglia di apparecchiarsi il tavolo da sola e dire “f*anculo io sono questa”. Io non voglio seguire, io voglio creare perchè sentirsi diversi è un’arma, è la fonte, ti rende UNIC* e tu che leggi non dimenticarlo mai! Soprattutto io voglio condividerlo con chi mi segue, con chi mi ha aspettato, chi mi capisce davvero, con voi. Per questo, i social non bastano… ma ci arriverò poco a poco e “fidandomi di un battito”(cit.) Mi mancate, ma stiamo per ripartire. 🔥

Un messaggio questo che apriva da una parte la strada all’arrivo di nuova musica ma che dall’altra voleva dare la possibilità a Claudia di farsi conoscere come artista ma soprattutto come donna, una donna forte, indipendente, capace di dire a se stessa: “qualunque cosa succeda fuori da quella porta, il caos che il mondo sta vivendo, io sono pronta a tutto, sono pronta a ripartire da me stessa, ad andare avanti per la mia strada”.

Se è vero che le donne di oggi sono sempre più consapevoli di loro stesse, del loro ruolo e delle loro capacità, BABY K è oggi una donna che rivendica la propria indipendenza e l’amore per se stessa e la libertà di poter usare, come nelle migliori canzoni pop, parole apparentemente leggere per raccontare uno stato d’animo, una necessità (“Mettiti il rossetto stanotte, c’è profumo di caos, balliamo fino al Blackout”).

Fin dal suo primo successo con “Femmina Alfa” (2010) passando per l’album “Una seria” (prodotto da Tiziano Ferro e Michele Canova Iorfida), “Kiss Kiss Bang Bang”, “Icona” e “Donna sulla Luna”, BABY K ha sempre cercato di coniugare la sua anima rap (lei cresciuta artisticamente in Inghilterra e approdata in Italia portando il suo mondo artistico in un paese dove in quegli anni il rap -  ancor più femminile – non aveva ancora un mercato importante come quello di oggi) con quella più pop andando ogni volta sempre un pezzettino oltre le aspettative del pubblico e degli addetti ai lavori, portando in Italia stili e contaminazioni come nel caso di “Roma – Bangkok”, primo singolo reggaeton di grande successo nel nostro paese.

Foto di Roberta Krasnig

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VISSE D’ARTE, la mostra di Corrado Veneziano sulle opere di Puccini al Museo Nazionale degli Strumenti Musicali

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Come truccarsi senza arrecare problemi agli occhi

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Per molte donne il trucco è uno strumento utile per mettere in risalto i tratti somatici ed esaltare la bellezza naturale.

Può essere usato per coprire piccole imperfezioni come macchie della pelle, occhiaie, acne, e per mettere in risalto alcune parti del viso come le labbra, gli zigomi o gli occhi. Alcune donne ammettono di sentirsi più sicure e belle quando si truccano, ed essere appagate dal proprio aspetto esteriore può avere un impatto positivo sulla propria autostima e sulla fiducia in se stesse; ma ci sono sempre alcune piccole precauzioni che devono essere prese per assicurarsi che il make-up non sia dannoso, soprattutto per gli occhi, una parte molto delicata del viso. Secondo gli esperti di www.clinicabaviera.it una delle aziende leader in Europa nel settore dell'oftalmologia, il trucco, tra le altre cose, aumenta le probabilità  di soffrire di patologie oculari come blefariti, congiuntiviti, ulcere corneali e irritazioni oculari.

Applicare correttamente il trucco può aiutare a prevenire danni agli occhi ed è importante per mantenere una buona salute visiva. Se in qualsiasi momento si avvertono irritazioni o fastidi, è bene rimuovere immediatamente il trucco e, se necessario, consultare un oftalmologo. Gli esperti di Clinica Baviera hanno elencato alcune linee guida da seguire per truccarsi senza arrecare danni agli occhi:

1. Utilizzare prodotti di qualità 
2. Controllare la data di scadenza dei prodotti per il trucco
3. Utilizzare prodotti ipo-allergenici
4. Pulire regolarmente pennelli e applicatori
5. Non condividere mai i trucchi
6. Lavarsi sempre accuratamente le mani prima di iniziare
7. Effettuare una corretta pulizia del viso
8. Applicare prima una crema idratante
9. Non applicare il trucco sulle palpebre interne
10. Applicare il trucco delicatamente e non strofinare gli occhi
11. Evitare di fare un uso eccessivo del trucco
12. Rimuovere sempre il trucco prima di andare a dormire

Oltre a spiegare i rischi che si possono correre quando si applica il trucco in modo errato e i relativi accorgimenti da prendere per non danneggiare la salute degli occhi, da Clinica Baviera arrivano anche alcuni preziosi consigli per valorizzare al meglio lo sguardo di ognuno, a seconda del tipo e della forma di occhi che si possiede.

Occhi ravvicinatiSono occhi caratterizzati da una piccola distanza tra loro. É necessario usare una tonalità più chiara per l'attaccatura dell'occhio e un colore più scuro all'esterno per dare una sensazione di maggiore separazione. Per questo tipo di occhi è ideale usare un evidenziatore sul solco lacrimale e iniziare con l'eyeliner al centro dell'occhio, oltre a utilizzare mascara.

Occhi distanziati
Quando gli occhi sono lontani, sembrano più piccoli rispetto al resto del viso, quindi bisogna cercare di camuffare lo spazio tra loro. Per dare questa sensazione si possono applicare tonalità scure agli angoli degli occhi e poi aumentare gradualmente il tono per creare un effetto più chiaro. L'eyeliner egiziano può essere utilizzato per evidenziare maggiormente gli occhi, poiché il nero scuro e il bianco dell'occhio creano un contrasto molto suggestivo.

Occhi asiatici
Questi occhi sono più piccoli del solito, hanno una forma obliqua e sembrano avere una piega all'interno. Si consiglia di mettere l'ombretto scuro sulla palpebra mobile e un altro ombretto colorato sulla zona esterna. Per dare maggiore luminosità si può anche applicare una tonalità più chiara nella zona del solco lacrimale.

Occhi infossati
Le persone con occhi infossati sono quelle il cui bulbo oculare è spostato verso la parte posteriore dell'orbita, facendo apparire l'occhio più piccolo e "infossato". Per rendere l'occhio più grande si può usare un correttore sulla zona palpebrale per uniformare il tono, ed è preferibile usare colori chiari per ottenere un effetto ingrandito. Per l'eyeliner, da dimenticare il nero, meglio optare per i toni del grigio o addirittura del bianco.

Occhi sporgenti
É esattamente il contrario, sono occhi che sporgono sopra il livello del viso; si può creare un'ombra scura e mettere l'eyeliner sopra e sotto. Il mascara va usato solo sulle ciglia superiori e si consiglia una linea nera nella parte interna superiore.

Occhi cadenti all'ingiù
Sono quella tipologia per cui la palpebra sembra esercitare una pressione sull'occhio. Gli ombretti più adatti sono quelli dalle tonalità più chiare come il beige, il rame e il rosa. Inoltre, è ideale applicare una tonalità più chiara sull'attaccatura delle ciglia e una più scura sul bordo e sfumare il tutto per dare un aspetto più "ampio".

Occhi a mandorla
Gli occhi a mandorla sono tendenzialmente i più comuni, sono occhi simmetrici con una forma "a mandorla" e qualsiasi tecnica sopra descritta funziona bene per truccarli. È preferibile utilizzare una tonalità media per la palpebra e una più scura per l'orbita, sfumando le due insieme.

La Dott.ssa Giulia Raimondi, Medico Chirurgo Oculista di Clinica Baviera spiega: "Truccarsi in modo adeguato è fondamentale per non creare lesioni o traumi agli occhi; bisogna fare molta attenzione con il mascara e con la matita per evitare abrasioni superficiali più o meno dolorose nella congiuntiva o nella cornea. Le infezioni da trucco sono molto frequenti ma di solito non gravi. Bisogna però controllare il buono stato dei prodotti per il make-up, e non aggiungere acqua o olio dentro il mascara quando è secco, perché ciò potrebbe far proliferare batteri; evitare sempre il fai da te nelle infezioni e consultare un oculista in caso di occhi rossi, lacrimazione eccessiva o prurito". 

Venezia, dal 17 aprile in Mostra “Willem de Kooning e l’Italia”

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Willem de Kooning, uno degli artisti più rivoluzionari e influenti del XX secolo, è il protagonista di una grande mostra nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee presso le Gallerie dell’Accademia di Venezia.

Willem de Kooning e l’Italia aprirà al pubblico il 17 aprile 2024, in concomitanza con la 60. Biennale d’Arte di Venezia, e sarà visitabile fino al 15 settembre 2024.

È la prima esposizione che esplora i periodi che Willem de Kooning trascorse in Italia nel 1959 e nel 1969 e il profondo impatto che questi soggiorni ebbero sul suo lavoro. Il progetto espositivo riunisce 75 opere, che ne fanno la più grande retrospettiva dell’artista mai organizzata in Italia.

I curatori della mostra, Gary Garrels e Mario Codognato, hanno accertato l’influenza che l’Italia ebbe sulle opere successive, dipinti, disegni e sculture, che de Kooning eseguì in America; aspetto che finora non era mai stato analizzato in modo esaustivo. L’effetto a lungo termine di questi due periodi creativi è testimoniato da un’eccezionale selezione di lavori, che vanno dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Ottanta.

Giulio Manieri Elia, Direttore delle Gallerie dell’Accademia, ha dichiarato: “Siamo convinti che proporre de Kooning sia stata la scelta giusta per diverse ragioni: prima di tutto per l’importanza dell’artista. In secondo luogo, per il tema e la speciale connessione con l’Italia, aspetti che ci sono cari e vicini. Va aggiunto che dopo la morte di de Kooning, le sue opere sono state esposte solo raramente in Italia, l’ultima mostra dedicata al suo lavoro risale a diciotto anni fa. Infine, ciò che ci ha convinto è stata la qualità della selezione compiuta dai curatori: circa 75 opere che rappresentano la rilevanza dei periodi più espressivi della sua pratica”.


L’esposizione include una selezione dei grandi e suggestivi disegni Black and White Rome che de Kooning realizzò durante il primo lungo soggiorno nella capitale nel 1959. I lavori sono esposti insieme a opere della fine degli anni cinquanta eseguite nel periodo precedente la sua prima visita in Italia.

Sono esposti insieme per la prima volta anche tre dei Pastoral Landscapes più noti di de Kooning, Door to the RiverA Tree in Naples e Villa Borghese. Dipinti a New York nel 1960, dimostrano in modo evidente i persistenti ricordi del suo viaggio. Questa sezione della mostra comprende anche grandi opere figurative della metà degli anni sessanta che hanno aperto la strada al suo interesse per la scultura.

In uno spazio dedicato alla scultura si possono ammirare tredici piccoli bronzi che de Kooning realizzò a Roma. Creati dopo un incontro casuale con un amico scultore, sono il risultato dei primi esperimenti dell’artista con l’argilla che lo portarono a produrre un consistente corpus di opere a New York tra il 1972 e il 1974.

L’esposizione apre anche un dialogo tra pittura e scultura con i disegni degli anni Sessanta e Settanta. Le opere più significative includono quattro disegni a inchiostro che de Kooning eseguì a Spoleto nel 1969, presentati insieme a una selezione complementare di lavori intimi e gestuali, concettualmente legati alle sculture, in cui l’artista frammenta la figura, lasciando spesso spazi vuoti contrapposti a linee vigorose.

L'allestimento progettato da UNA/UNLESS diretto dall'architetto Giulia Foscari, si conclude con una selezione degli ultimi dipinti di de Kooning realizzati negli anni ottanta, in cui il linguaggio della forma tridimensionale viene trasfigurato in una nuova poesia astratta. In questi lavori i riferimenti figurativi sono più vaghi e caratterizzati da tonalità con dominanti bianche, bilanciate da bande e aree dai colori brillanti. Sono tra le opere più sublimi di de Kooning, in cui riecheggiano accenni alla composizione barocca.


Gary Garrels e Mario Codognato, curatori, hanno dichiarato
: “Per creare il suo lessico personale Willem de Kooning attingeva alla cacofonia dell’eccitazione visiva, alla luce e al movimento della vita quotidiana. L’impatto di ogni esperienza visuale poteva tradurre o generare un’idea per realizzare un nuovo disegno o un nuovo dipinto. Osservando come New York ed East Hampton, le sue città, hanno influenzato le sue opere, si può concludere che lo stesso si sia verificato a Roma, generando una Gestalt di ‘scorci’. Durante i periodi formativi nella capitale, de Kooning trasse da tutto ciò che lo circondava un nuovo modo di guardare e di dare vita al suo medium, grazie all’osservazione diretta dei dipinti e delle sculture classiche ma anche al lavoro dei suoi nuovi amici artisti italiani”.

La mostra è stata organizzata in collaborazione con The Willem de Kooning Foundation, una fondazione privata che gestisce il patrimonio dell’artista e promuove lo studio e la valorizzazione della sua vita e della sua opera attraverso ricerche, mostre e programmi educativi.

Amy Schichtel, Direttrice Esecutiva della Fondazione Willem de Kooning, ha affermato: “La Fondazione è lieta di aver collaborato con le Gallerie dell’Accademia nell’organizzazione di questa importante mostra che ci permette di condividere l’eccezionale visione di Willem de Kooning e dei curatori con una comunità internazionale ampia e diversificata. Il progetto espositivo offre la straordinaria opportunità di presentare nuove ricerche e approfondimenti per arricchire l’esperienza delle migliaia di visitatori, nazionali e internazionali, dell’Accademia. De Kooning è uno dei grandi innovatori americani; riteniamo che la sua storia di sperimentatore continui a essere di vitale ispirazione per molti artisti contemporanei, oltre che per gli studenti e i giovani in generale”.

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Marsilio Arte.

Willem de Kooning Biografia
Willem de Kooning (1904, Rotterdam, Paesi Bassi - 1997, East Hampton, USA) è uno dei grandi artisti del XX secolo. Nel 1948 ottiene il consenso della critica con una mostra personale di dipinti a olio e smalto, non figurativi e riccamente lavorati, tra cui i suoi ormai ammiratissimi dipinti in bianco e nero. Poco dopo, nel 1950, completa Excavation, un’opera astratta a grande scala. Il lavoro, probabilmente una delle tele più importanti del XX secolo, viene scelto, insieme ad altri, per rappresentare gli Stati Uniti alla 25a Biennale di Venezia, dal 3 giugno al 15 ottobre 1950, la prima delle sei a cui partecipa (1950, 1954, 1956, 1978, 1986 e 1988).

Pittore anticonformista, rifiuta le norme stilistiche consolidate dissolvendo il rapporto tra primo piano e sfondo e utilizzando la pittura per creare gesti emotivi e astratti. Tra la fine degli anni quaranta e l’inizio degli anni cinquanta, de Kooning, insieme ai suoi contemporanei, viene variamente etichettato come “Action Painter”, “espressionista astratto” o semplicemente appartenente alla “Scuola di New York”. Fu uno dei pochi innovatori a cui, negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, si deve lo storico spostamento del centro dell’avanguardia artistica da Parigi a New York.

De Kooning è stato insignito di molti riconoscimenti nel corso della sua vita, tra cui la Presidential Medal of Freedom nel 1964, negli Stati Uniti. Le sue opere sono state esposte in migliaia di mostre e fanno parte delle collezioni permanenti di molte delle più importanti istituzioni artistiche del mondo, tra cui: Peggy Guggenheim Collection, Venezia; Stedelijk Museum, Amsterdam; Tate Modern, Londra; Museum of Modern Art, New York; Solomon R. Guggenheim Museum, New York; The Metropolitan Museum of Art, New York; Art Institute of Chicago; Smithsonian Institution’s Hirshhorn Museum & Sculpture Garden, Washington D.C.; National Gallery of Art, Washington D.C. e National Gallery of Australia, Canberra. Le
pubblicazioni più importanti che lo riguardano sono state realizzate da Gabriella Drudi, John Elderfield, Gary Garrels, Thomas Hess, Harold Rosenberg, Richard Shiff e Judith Zilzcer.


 

INFORMAZIONI:

Date della mostra: 17 aprile - 15 settembre 2024
Gallerie dell’Accademia, Calle della Carità, 1050, 30123 Venezia

Il rap incontra Eraclito in “IL MONDO COLLASSA”, la denuncia musico-sociale di PARE e TRIP

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C'è un momento nella vita di ogni artista in cui le parole diventano più di semplici versi; diventano un grido, un grido che non solo si fa strada attraverso il caos, ma promette di trasformarlo.

Per Pare, al secolo Michele Pasquali, quel momento è ora, con il lancio di "Il mondo collassa", il suo nuovo singolo in feat. con Trip che fonde magistralmente l’immediatezza del rap alla filosofia del divenire del Pensatore oscuro per eccellenza, Eraclito, in un dibattito senza precedenti che va ben oltre la musica.

Ascolta su Spotify.

Dalla pioggia incessante di "Nuvole/Fuori Piove" all'isolamento meditativo di "Sto solo", Pare ha illuminato le “Emozioni Spente" per svegliare le coscienze con le sue barre sature di riflessioni e ora, con "Il mondo collassa", ogni goccia di esperienza, di vissuto, si trasforma in un oceano di consapevolezza, chiedendo agli ascoltatori di nuotare nel profondo delle loro anime per esplorare le verità nascoste che risiedono sotto la superficie.

Il brano, nato da un'esigenza vitale di espressione, da un dialogo aperto con la realtà, e spinto da un incontro illuminante con Trip riflettendo sullo stato del mondo tra guerre e divisioni sociali, è un manifesto rap carico di significati profondi, una critica pungente verso la società odierna che dalle ceneri del silenzio trova nei due artisti una voce che sfida e illumina le ombre delle verità scomode, facendo leva sull’affascinante beat curato da Pxter, per dipingere il quadro di un’epoca in cui il grigiore delle città soffoca i sogni e le speranze di molti.

«"Il mondo collassa" – dichiara Pare - è nato in una di quelle giornate in cui ti guardi intorno e tutto quello che vedi sembra sfuggire di mano. Insieme a Trip, tra discorsi sull'attualità e le guerre che continuano a insanguinare la nostra epoca, mi sono reso conto che era il momento di fare di più. Di dire di più. Questa canzone è il frutto di queste riflessioni, una risposta alla domanda su come la musica possa influenzare, cambiare, o addirittura migliorare il mondo».

Con un testo carico di simbolismo, Pare e Trip indagano sulle pieghe più oscure della nostra realtà: dalla manipolazione politica che sfrutta i "dormienti" per interessi personali, rappresentata dalla citazione di Eraclito, all'influenza corrosiva dell'avidità e del materialismo che distorce le relazioni umane. Il riferimento ai «fratelli poveri e fratelli ricchi, i primi son veri e i secondi son finti», non è per i due artisti una superficiale constatazione, ma un invito per tutti noi a riconsiderare i valori autentici dell'esistenza, ponendo il "povero" come icona di ricchezza spirituale e il "ricco" come emblema di povertà interiore.

«In questo pezzo – prosegue l’artista -, io e Trip parliamo della società attuale, descrivendo le varie parti "marce" del mondo di adesso, di come la politica sfrutta ì dormienti, citando Eraclito, per i loro tornaconto. Nel testo citiamo la propaganda dei vari tg, dove le notizie vengono date e cambiate in base alla fazione per essere votati, così che continuino ad alzare le tasse e i prezzi non per il Paese, ma per arricchirsi loro e poter fare quello che vogliono. Affrontiamo anche il tema dei soldi, di come cambino le persone nel corso del tempo, e soprattutto della battaglia che esiste dagli inizi della civiltà tra i ricchi e i poveri. Non voglio generalizzare, perché nel mondo siamo miliardi e so che ci sono molte eccezioni, però, umanamente parlando, per me il povero è ricco e il ricco è povero».

Ma il tema centrale del brano è la parola come strumento di cambiamento e potere, un concetto che Pare e Trip enfatizzano con forza e convinzione, ricordandoci che le parole non sono semplici suoni o scritti, ma semi che, se piantati con cura e intenzione, possono crescere in movimenti capaci di scuotere le fondamenta di società intere.

«Il mondo collassa per il peso di questa massa», «Sono rimasto umile perché ho usato la testa e non le scuse» e «Potere alla parola sta società di merda si cambia con la parola», sono versi che trascendono la critica per diventare proclami di un potenziale rivoluzionario nascosto nella forza del verbo e del pensiero critico. Pare e Trip invitano ad una presa di coscienza, ad una ribellione contro l'apatia che ci avvolge, sottolineando l'importanza di rimanere autentici, di "usare la testa" per navigare le tempeste della vita, alzando la voce non per seminare caos e violenza, ma per convertirli in equilibrio e armonia. Questo invito si estende oltre il dialogo interiore, spingendoci ad agire, a usare la nostra espressione come chiave per aprire nuove porte di possibilità. I due artisti ci spronano a non sottovalutare il peso di ogni parola pronunciata o ascoltata, evidenziando che, quando decidiamo di parlare, partecipiamo attivamente alla costruzione del mondo che ci circonda.

Figura eclettica del panorama rap italiano, Pare ha trasformato la sua passione per la musica in uno strumento di esplorazione personale e collettiva. Dall'infanzia, passando per gli studi di pianoforte e clarinetto, fino alla scoperta rivoluzionaria del rap, la sua musica è diventata un rifugio, un mezzo per affrontare e comprendere la realtà. In questo nuovo singolo, con il prezioso featuring di Trip e l’impeccabile creatività di Pxter, l’artista traccia un sentiero di riscatto personale e collettivo, lanciando un messaggio di speranza: in un'epoca dominata dalle apparenze, dalla falsità e dall'alienazione, l'unico modo per combattere il buio esterno è trovare la luce interiore, essere se stessi e pensare con la propria testa. "Il mondo collassa"è una chiamata alle armi per la mente e lo spirito, un invito a non arrendersi mai, a lottare per i propri sogni e a credere nel potere trasformativo dell'autenticità e della parola.

«Con questo pezzo - conclude Pare – io e Trip vogliamo mandare il messaggio di aprire gli occhi e pensare con la propria testa perché le persone cercheranno sempre di fregarsi tra loro, soprattutto in quest’epoca pregna di apparenze e falsità. Veneriamo personaggi che si copiano l'un l'altro e cerchiamo di essere ciò che non siamo. In parole povere, siate voi stessi e usate la testa per ragionare su ciò che vi circonda».

"Il mondo collassa" si rivela così un inno per chiunque creda nel cambiamento e nella capacità collettiva di modellare una realtà migliore, ribadendo che la trasformazione più significativa inizia sempre dall'individuo, dalla decisione di parlare, di agire, di essere un agente attivo nel processo di cambiamento che vogliamo testimoniare.

Questo singolo ci esorta a pensare, a riflettere, a non lasciarci trascinare passivamente dalla corrente. Non è solo un invito a resistere, ma a lottare con le armi più potenti che abbiamo: la nostra voce, le nostre parole.

Biografia.
Pare, al secolo Michele Pasquali, è un rapper e musicista di Forte dei Marmi, in provincia di Lucca. La sua vita è stata fin dall'infanzia profondamente intrecciata alla musica: ha iniziato il suo viaggio artistico studiando pianoforte, per poi passare al clarinetto durante gli anni delle scuole medie. È in questo periodo che scopre e si appassiona al rap, un genere che si rivelerà fondamentale nella sua crescita personale e artistica. La decisione di lasciare la scuola a 18 anni segna un punto di svolta nella sua vita, scegliendo di dedicarsi a tempo pieno alla musica. Questo passo audace riflette il suo impegno nel perseguire il sogno di utilizzare i suoi brani non solo come forma di espressione personale, ma anche come strumento di sostegno e ispirazione per chi li ascolta. La sua arte si propone di essere una spalla su cui appoggiarsi e una guida per navigare le complessità della vita, dimostrando un desiderio profondo di connessione e condivisione attraverso le sue creazioni musicali.

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RINASCIMENTO in Valtiberina e Valdichiana: in rete i capolavori di Piero della Francesca, Bartolomeo della Gatta, Donatello e altri grandi maestri

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Nasce dall’intesa tra i comuni di Castiglion Fiorentino, Citerna, Monterchi e Sansepolcro il nuovo progetto di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del territorio.

È stato firmato il protocollo per il progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana”: prevede un sistema unico di comunicazione e promozione dedicato ai quattro comuni, con particolare riferimento al periodo rinascimentale e alla eccezionale fioritura di maestri e capolavori che lo hanno caratterizzato e che ancora oggi costituisce uno straordinario patrimonio identitario. L’idea progettuale è sostenuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Il progetto è promosso dai comuni di Castiglion Fiorentino, Citerna, Monterchi e Sansepolcro, la produzione è a cura di Maggioli Cultura e Turismo.
 
Bartolomeo della Gatta, Piero della Francesca, Donatello e altri grandi maestri hanno lasciato opere capitali in un territorio delimitato tra la Valdichiana e la Valtiberina, per un itinerario di poco più di 40 km da percorrere in un contesto paesaggistico incantevole, arricchito da una straordinaria offerta enogastronomica. Una vera “mostra permanente e diffusa” di capolavori dell’arte, frutto della propensione a produrre bellezza e della capacità di conservarla di un intero territorio. Una ricca collezione di opere aperta al godimento di tutti, in un itinerario libero e personalizzabile dal visitatore in base alle proprie esigenze e attese, che si snoda tra chiese e musei, camminando per antiche strade e allungando lo sguardo verso paesaggi unici.
 
L’obiettivo del progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” è realizzare un sistema di comunicazione e promozione che, partendo dalle attrattive del territorio, motivi il visitatore a percorrerlo e a scoprirlo. Tenendo conto delle più aggiornate tendenze del mercato turistico a matrice culturale, il progetto prevede la creazione di un’immagine coordinata del materiale di comunicazione e di strumenti digitali con contenuti originali e in doppia lingua (italiano, inglese), in particolare: la realizzazione di un portale web dedicato all’intero circuito culturale che farà da vetrina digitale delle strutture e dei servizi offerti con approfondimenti, informazioni e aggiornamento continuo, la realizzazione di una campagna fotografica professionale dal tono emozionale, la realizzazione di un virtual tour aereo per l’intera area e di virtual tour dei siti che accolgono le opere d’arte. Il progetto sarà promosso attraverso una mirata campagna di promozione e advertising e un’attività di social media management.
Il progetto prevede anche la produzione di eventi significativi. Il primo appuntamento in programma è una lectio magistralis a cura del critico d’arte Vittorio Sgarbi, che si terrà il 26 aprile a Sansepolcro.
 
Il Sindaco di Castiglion Fiorentino, Mario Agnelli: «Quella di oggi è la riscoperta dei Rinascimento Italiano in quei centri così detti minori, che minori non sono, è la rivincita delle Città d'arte meno conosciute che però meritano di esserlo, senza presunzione o falsa modestia».
Il Sindaco di Citerna, Enea Paladino: «Il Rinascimento ha dato i natali a grandi artisti che hanno portato il loro lavoro e le loro opere proprio nei nostri territori, che oggi sono custodi di tesori preziosi che hanno fatto la storia del Rinascimento. Siamo felici di portare avanti questo progetto insieme, perché è un volano per il turismo che si muove nei nostri borghi».
Il Sindaco di Monterchi, Alfredo Romanelli: «Monterchi e Castiglion Fiorentino avevano già stipulato un protocollo d'intesa assieme, “Musei connessi”. Progetto che oggi si allarga con “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” che racchiude promozione culturale rinascimentale, marketing territoriale e promozione su larga scala. Tutto questo per aggredire mercati sempre più ambiziosi».
Il Sindaco di Sansepolcro, Fabrizio Innocenti: «Fare marketing territoriale del nostro patrimonio culturale diventa uno strumento strategico. Con questo protocollo d’intesa ci avviamo a creare un percorso turistico rivolto ai visitatori, ma è anche un percorso di crescita culturale per i nostri cittadini».
 
“Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” diventa quindi una vetrina di grande prestigio per i comuni di Sansepolcro, Monterchi, Castiglion Fiorentino e Citerna e un'occasione di promozione turistica rivolta a visitatori e cultori dell’arte. Un patrimonio straordinario di arte e paesaggio che si fa laboratorio di prodotti rivolti ad ogni tipologia di pubblico, per un’esperienza personalizzata e memorabile.

GIANNI TOGNI, in uscita “Edizione Straordinaria” l’album di 10 inediti

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*Per chi è poco interessato (tempo di lettura 2 minuti)

Anticipato dal brano “Parole in libertà”, Gianni Togni presenta l’album di dieci inediti “Edizione Straordinaria”, in uscita il 19 aprile nei principali digital store e in vinile, musicassetta e cd.

 

"Edizione Straordinaria" è un lavoro che trae ispirazione dalla cronaca quotidiana e dalle storie realmente accadute che hanno dominato i media tra il 2021 e il 2023. Ogni brano è dedicato a personaggi di storie vere: lo spunto iniziale è nato dalla lettura sui quotidiani di vari argomenti che spaziano dallo sport agli animali e l’ambiente, dall’arte ai viaggi, dall’amore alla salute, dall’intervista con il personaggio di turno, alla vita di strada. Le composizioni musicali, insieme agli arrangiamenti e alle sonorità, nell’ascolto totale del disco risulteranno molto diverse tra loro, ma è una scelta artistica voluta per sottolineare l’unicità di ogni tema cantato.

Ad accompagnare il vinile, il booklet che contiene il fumetto “Edizione Straordinaria” pensato, scritto e inchiostrato da Claudio “Greg” Gregori.

 

*Per chi è un po’ interessato (tempo di lettura 4 minuti)

 

«Ho iniziato a comporre, scrivere e andare in sala d’incisione per “Edizione Straordinaria” nel 2021 – racconta Gianni Togni – e avevo già in mente l’idea generale dell’album. Gli spunti per i testi di ogni canzone sono stati ispirati da articoli pubblicati sui quotidiani o dalla visione dei telegiornali, mentre per gli arrangiamenti dei vari brani ho cercato di creare grandi differenze senza pensare al mio passato musicale, visto che non amo ripetermi. Per me la qualità sonora di un disco è molto importante e credo che le registrazioni analogiche di tutti gli strumenti aiutino ad ottenere un risultato finale migliore, anche se ci vuole molta pazienza e più tempo. Nei testi, scritti insieme ad Alessio Bonomo, c’è stata altrettanta attenzione e alcune canzoni hanno subito cambiamenti o rifiniture svariate volte. La cosa importante per me, dopo tutte queste fatiche mentali, non è entrare in classifica con “Edizione Straordinaria”, cosa a cui non ho mai pensato nella mia carriera artistica, ma che il disco venga ascoltato interamente e giudicato senza pregiudizi». 

 

*Per chi è davvero interessato (tempo di lettura 16 minuti e 41 minuti di ascolto)

 

TRACK BY TRACK

 

UN MARZIANO LUNGO IL TEVERE

La cronaca di un telegiornale e i pensieri che quegli assurdi eventi della realtà quotidiana possono scatenare nella mente dello spettatore.

 

MA CHE CI FACCIO QUI

Polo Nord: un tricheco sta dormendo sul ghiacciaio, ma una parte di questo si stacca e lui si risveglierà da solo in mare aperto. Trascinato dalla corrente in un piccolo porto del mare d’Irlanda vedrà per la prima volta l’uomo e dovrà fare una scelta.

 

NON CHIEDERMI PERCHÉ

La storia d’amore nata casualmente in una casa di riposo in Francia. Lei, ottantenne ex artista e libraia, dal carattere difficile e indipendente, si innamora perdutamente di un altro ospite della struttura, ma dopo pochi mesi verrà trasferita, con grande dolore, in una diversa città. Scriverà molte lettere al suo amato, senza mai inviarle.

 

L’ULTIMA PARTITA

Nel tennis è diventata la numero uno del mondo, vincendo anche tre slam. Ancora giovanissima decide di ritirarsi per inventare e godersi un nuovo capitolo della sua vita, finalmente lontana dai riflettori.

 

PAROLE IN LIBERTÀ

Gianni Togni intervista sé stesso per raccontare cosa significa avere un rapporto profondo con la musica, dove la passione vince sulle classifiche e le sconfitte.

 

FUORI ONDA

Era benestante, colto, con un ottimo lavoro e sempre pieno di impegni. Poi un errore fatale gli farà perdere tutto e si ritrova a vivere per strada dove, però, scopre qualcosa d’importante che prima non era mai riuscito a trovare.

 

HOPPER

Una mostra dei suoi quadri e le riflessioni sulla possibile deriva di una società immaginata tanti anni prima. Tutte quelle immagini di solitudini disperate, magistralmente dipinte, purtroppo oggi ci riguardano.

 

NIENTE È BELLO SENZA TE

Monica Vitti e Roberto Russo hanno vissuto insieme per quarantanove anni, dormendo separati solo una notte. La storia di un vero, grande amore che nessuna finzione cinematografica potrà mai eguagliare.

 

BIGLIETTI DI SOLA ANDATA

Dopo aver conseguito la maturità, una diciottenne si trova a dover scegliere se trasferirsi con la madre in un’altra regione o cavarsela da sola. Con i pochi risparmi comprerà un biglietto d’aereo per l’Australia, prenderà una laurea in Canada e viaggerà. Ancora oggi gira il mondo con il suo zaino, senza mai ritornare in un luogo già visitato.

 

CON I MIEI STESSI OCCHI

“Come un gatto guardavo la realtà dalla finestra senza farne parte. Vivevo così ma alla fine ho aperto quella porta”. A dire queste parole è uno dei tanti ragazzi definiti Hikikomori, adolescenti che si isolano completamente dagli altri per evitare le grandi pressioni psicologiche a cui si sentono sottoposti.

 

Tutti i brani dell'album sono stati registrati in analogico e successivamente mixati con sincronizzazione digitale presso la sala di incisione R.& B. a Civitavecchia. La registrazione, il mixaggio e il mastering sono stati curati da Massimiliano Rosati. Il trasferimento per la produzione del vinile è stato gestito da Alessandro "Gengy" Di Guglielmo.

 

L'album è composto da Gianni Togni in collaborazione con Alessio Bonomo, ad eccezione delle canzoni "Non Chiedermi Perché" e "Parole in Libertà", scritte interamente da Gianni Togni, e "Ma Che Ci Faccio Qui" e "Niente È Bello Senza Te", di cui i testi sono stati curati da Alessio Bonomo. Le edizioni musicali sono gestite da Acquarello S.r.l. unipersonale. Gli arrangiamenti sono stati curati da Gianni Togni.

 

Gianni Togni ha contribuito con la voce, il pianoforte, le tastiere e i cori.

Massimiliano Rosati si è occupato delle chitarre elettriche e acustiche, del bouzouki, della chitarra acustica baritona e della programmazione computer.

Luca Trolli ha suonato la batteria.

Marco Siniscalco ha suonato il basso.

Aidan Zammit ha contribuito con l'organo Hammond e tastiere aggiunte.

Nei cori del brano "Con I Miei Stessi Occhi" hanno partecipato Frankie LovecchioRiccardo Rinaudo, Fabrizio Palma e Rossella Ruini.

 

Le fotografie per l'album sono state realizzate da Laura Camia, mentre il progetto e la grafica di copertina sono stati curati da Federico Romanazzo.

 

 

GIANNI TOGNI è un'icona della musica italiana, la cui carriera si è distinta per la sua versatilità artistica e la sua costante ricerca di innovazione. L’artista ha mosso i primi passi nel mondo della musica negli anni '70, esibendosi con regolarità al Folkstudio giovani durante le domeniche pomeriggio. Il suo debutto discografico avviene nel 1975 con l'uscita del suo primo album “In una simile circostanza” per la IT. Tuttavia, è negli anni successivi che la sua carriera prende slancio, diventando supporter di spicco dei Pooh e firmando un contratto con la CGD nel 1979. L'anno successivo, nel 1980, pubblica l'album “…e in quel momento, entrando in teatro vuoto, un pomeriggio vestito di bianco, mi tolgo la giacca, accendo le luci e sul palco m'invento”, accompagnato dal singolo “Luna”. Seguono altri successi con album come “Le mie strade” nel 1981 e “Gianni Togni” nel 1983, quest'ultimo contenente il celebre singolo “Per noi innamorati”. La sua versatilità si manifesta anche nella collaborazione con altri artisti e nella composizione per colonne sonore, come il brano “Dancing” per il film “Il futuro è donna” di Marco Ferreri nel 1984. Negli anni successivi, continua a produrre musica di successo, pubblicando album come “Segui il tuo cuore” nel 1986 e “Di questi tempi” nel 1987. Dal 1997, si distingue per la creazione di musical come “Hollywood – ritratto di un divo”, “G & G” su Greta Garbo nel 2001-2002 e “Poveri ma belli” nel 2008 per il Sistina. Nel corso degli anni successivi, Togni continua a sperimentare e creare la sua musica, pubblicando album come “La vita nuova” nel 2006 e “Futuro improvviso” nel 2019. Nonostante le sfide, come il rinvio del suo tour a causa della pandemia nel 2020, Togni torna nel 2022 con una serie di esibizioni live e nel 2024 con l'uscita del suo nuovo disco “Edizione straordinaria”.

 

Canali ufficiali dell’Artista:

Sito: www.giannitogni.com

Facebook: @giannitognifanclub
Instagram: @giannitogni

YouTube: @giannitogni637

“Adrift” il nuovo album degli Uncle Muff

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Dal 16 aprile 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale e in formato fisico “ADRIFT” (Overdub Recordings), il nuovo album degli UNCLE MUFF.

“Adrift” è un disco liquido, sognante e indipendente.È una composizione fatta di libere associazioni e intuizioni oniriche.  Tutti i nove brani sono nati e cresciuti naturalmente, con il loro carattere e la loro autonomia. L'album non pretende coerenze forzate o strutture rigide; al contrario, è l’acqua l’elemento sul quale le canzoni navigano, ognuno nella sua direzione, ma tutti ineluttabilmente insieme “alla deriva”.

Spiega la band a proposito del disco:“Con il nostro quarto lavoro discografico, abbiamo navigato in acque per noi finora inesplorate. Più che mai abbiamo lasciato che le canzoni stesse ci conducessero e si lasciassero scoprire. Il nostro ruolo principale è stato quello di esplorare, sperimentare e assecondare le correnti verso cui ciascuna canzone si orientava”.


TRACKLIST:

1 - I, like you

2 - Your Voice

3 - Close to be a part

4 - Still in time

5 - Dream

6 - Living in a forest

7 - And eventually die

8 - Old Blue Back

9 - House in the water

 

Biografia

Paesaggi sonori brillanti, ebbrezza di miraggi, profumi dell'est Europa si intrecciano a sonorità rotonde, talvolta ruvide e taglienti.

I riferimenti artistici sono vari e non invasivi: amano passeggiare con Nick Cave nei suoi cieli britannici, strizzano l’occhio a Tom Waits e alle sue evoluzioni circensi e talvolta sorvolano i deserti psichedelici di Neil Young. Un’infedeltà irrequieta e produttiva li spinge a concepire brani eterogenei e spesso difficilmente inquadrabili in un genere.

Gli Uncle Muff si immergono nella creazione musicale come avventurieri in un territorio senza padroni, dove ogni canzone è soffio di libertà creativa.


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RAI 3 E RAIPLAY, SAPIENS? IL NUOVO CAPOLAVORO DI BRUNO BOZZETTO VENERDÌ 19 APRILE

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E’ davvero sapiente l’Homo Sapiens? È questa la domanda alla base della nuova opera originale di Bruno Bozzetto, sulle note di Verdi, Chopin e Beethoven.

L’opera, prodotta dallo Studio Bozzetto in collaborazione con Rai Kids sarà proposta, in prima visione assoluta, venerdì 19 aprile, alle ore 16.15 su Rai 3 e disponibile su RaiPlay già a partire dalla mezzanotte.

Il film è un’idea originale di Bruno Bozzetto che vuole invitare a riflettere sull’aggettivo “sapiens” associato all’essere umano. La musica accompagna tre cortometraggi dedicati all’uomo e al suo comportamento nei riguardi della natura e della società.

 

Il primo film, sulle note melodrammatiche de “Un Giorno di Regno” di Giuseppe Verdi, vuole essere una divertente, anche se amara, esibizione di tutti i mezzi di distruzione che l’uomo ha inventato con grande creatività per affrontare le innumerevoli guerre. Il secondo tema, sulla musica di Chopin “Etudes, Op.10 n°3”, tratta le vicissitudini di un piccolo ragno che cerca disperatamente di uscire da un lavandino in cui è inavvertitamente caduto. Una donna, terrorizzata dal minuscolo aracnide, chiama in aiuto il marito per ucciderlo senza pietà, ma nonostante diversi tentativi, anche molto violenti, il ragno riesce a riguadagnare la sua libertà e il suo diritto di vivere. L’ultimo racconto, accompagnato dall’ouverture Coriolano di Beethoven, narra lo sterminio di innumerevoli specie animali, compiuto per mano dell’uomo dalla sua comparsa sulla terra sino a oggi, momento in cui moltissime specie sono ormai sull’orlo dell’estinzione. La soluzione, per la natura e per tutti gli altri animali, potrebbe essere un mondo senza Homo Sapiens?

 

Secondo Bruno Bozzetto l'uomo “ha sempre l'impulso a trasformare il confronto in conflitto, a passare dalle parole i fatti, dai fatti ai colpi, dai colpi alle macerie. La tragica parabola di un bipede che vuole diventare il re più potente del niente. Io lotto per gli esseri che non hanno la voce".

 

“Panic Room” l'album d'esordio di stillpani

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Dal 19 aprile 2024 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Panic Room” (Kimura), il primo album di stillpani.


“Panic Room”, il primo album di stillpani è un lavoro che affronta un viaggio interiore attraverso la musica. Una panic roomè una stanza fortificata che viene installata in una residenza o azienda per fornire un riparo sicuro o un nascondiglio per gli abitanti in caso di irruzione, invasione domestica, tornado, attacco terroristico o diversa minaccia.

L'album è composto da 8 tracce, ognuna delle quali affronta una tematica diversa, dall'irrefrenabile voglia di libertà e una voglia di futuro, alla malinconia, a momenti positivi di serate con gli amici, all'amore, ma anche alla denuncia sociale, ai ricordi di infanzia.

Commenta l'artista a proposito dell'album: “La mia panic room è la musica, la scrittura che nonostante tutto continuano a proteggermi dalle varie ‘minacce’ che la vita ci presenta. Mi piaceva molto l’idea di racchiudere dentro un disco tutte le mie più grandi paure, i miei dubbi e i miei stati d’animo più profondi. Nel disco ho affrontato tanti temi e insieme a Etrusko (che ha curato nei minimi dettagli il progetto per il lato artistico) abbiamo sperimentato molte sonorità.

Il disco si apre con 'Intro/Cosa sono?' che racconta la mia irrefrenabile voglia di libertà e la voglia di darmi un futuro diverso, la seconda traccia, 'Panic Room', oltre a dare il titolo al disco è la canzone a cui tengo di più, affronto un tema forte per me, la malinconia, impersonificata da una donna pronta a togliermi tutto che pian piano riesco ad allontanare. 'A galla', invece, è una fotografia di serate con amici, momenti felici e good vibes generali che ho vissuto in compagnia delle persone a cui tengo di più. La quarta traccia è 'Contromano', la traccia più pop, spontanea e accattivante del disco, una quasi lettera che ho scritto ad una donna che a suo modo continuo a portare dentro di me. Le tracce ‘Ego’ e ‘Catene’ sono una vera e propria denuncia sociale, due canzoni che sento mie al 100% nonostante dietro ci sia la mano e la delicatissima penna di Lorenzo Di Pasquale (in arte Amelia) che mi ha aiutato a buttare giù il testo di entrambe ed è riuscito a scavarmi dentro. La settima traccia, ‘La descrizione di un attimo’, è un ricordo bellissimo legato alla mia infanzia, volevo riportare questa canzone dei Tiromancino che cantavo da bambino insieme a mia madre in macchina, ci ho messo un po’ del mio dentro e il risultato mi è piaciuto sin da subito. il disco poi, si conclude con ‘Quante volte’, una canzone che ho scritto ad una persona che non fa più parte della mia vita da un po’ di anni ormai, il brano, impreziosito dalla prorompente voce di Tekla è un botta e risposta tra due parti che si sono allontanate con il tempo e la sintonia che si crea nella canzone è magica. Ho scelto Francesca per questo brano perchè sapevamo che poteva dare un qualcosa in più ad una canzone che in fase di realizzazione aveva già detto tanto, quando mi è arrivata la sua strofa ero felicissimo della scelta e sapevo di aver affidato un brano per me speciale nelle mani giuste.”

TRACK-LIST:

·         Intro/Cosa sono?

·         Panic Room

·         A Galla

·         Contromano

·         Catene

·         Ego

·         La Descrizione Di Un Attimo

·         Quante volte

 

Biografia

Alessandro Paniccia in arte “stillpani” è un cantautore nato a L’Aquila il 12 aprile 1999. Inizia la sua carriera nel 2019 con il singolo “Immortale” che riscuote un buon successo in città. Seguono altri due singoli e la pubblicazione dell’EP “4912” nel 2020. Con questi brani riesce a fare buone esperienze nell’ambito live e attira su di sé attenzioni di case discografiche. Nel periodo 2021/2022 pubblica quattro singoli: “Pagine Vuote”, “Schiaffi”, “Sto Bene/Sto Male e “Vertigine” che alternano varie sonorità l’una dall’altra. Nel 2023, dopo un piccolo periodo di inattività, pubblica nel 2023 “A Galla”, “Contromano” e la cover “La descrizione di un attimo”, singoli prodotti da Etrusko e Phonez (Alti Records), come tutti gli altri lavori precedentemente citati, e pubblicati da Kimura.


 

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“Resterò” il nuovo singolo di Ivan Pizzimenti

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Dal 19 aprile 2024 è in rotazione radiofonica “Resterò”, il nuovo singolo di Ivan Pizzimenti  disponibile su tutte le piattaforme di streaming digitale dal 12 aprile.

"Resterò"è un brano che affronta il tema struggente di un amore che, nonostante esista e sia profondo, non può mai sbocciare pienamente a causa di ostacoli insormontabili come la distanza e le circostanze avverse. La canzone è intrisa di una malinconia dolce-amara, che parla di un sentimento forte e genuino, ma condannato a rimanere nel limbo dell'impossibilità.

Le parole del brano trasmettono una gamma di emozioni complesse, dalla speranza all'angoscia, dall'amarezza alla rassegnazione. Si parla di desiderio e di sogni infranti, di un amore che brucia nel profondo del cuore ma che è costretto a restare relegato nell'ombra, privo di una possibilità concreta di realizzazione.

La distanza fisica può essere un muro invalicabile che separa due anime che battono all'unisono, mentre le circostanze sfavorevoli possono complicare ulteriormente le cose, intralciando la via verso una possibile unione. La consapevolezza di questo ostacolo insormontabile può causare un dolore profondo, ma al contempo una sorta di accettazione resignata della situazione.

Commenta l'artista a proposito del brano: Il progetto nasce in Up Music nel 2023 e rappresenta per me un grande motivo di orgoglio e soddisfazione, scritto da Vittorio Valenti e composto da Sabatino salvati, spero possa piacere e prendere più persone possibili.”


Biografia

Ivan Pizzimenti nasce il 28 ottobre 1999 a Reggio Calabria. Studia canto dal 2006 presso l’Associazione A.M.S. di Reggio di Calabria sotto la guida del Maestro Giovanna Gilda Severino.

Ha partecipato al “1° stage Città di Fasano”, organizzato dalla talent scout Isabella Abiuso, con docenti del calibro di M° Pietro Mazzocchetti, Gatto Panceri, Valeria Rossi, Pietro Foresti, M° Ciro Barbato, M° Mario Brancaccio. Le audizioni finali si sono tenute alla presenza del promoter Marcello Balestra della Warner Music e del regista televisivo Alberto Boi. Ha ricevuto schede di valutazione con giudizi lusinghieri sulla tecnica vocale, intonazione, presenza scenica, look, portamento.

Nel 2016 partecipa  selezioni per X Factor presso il Palalottomatica a Roma e nel 2023 partecipa  selezioni per X Factor presso l’Allianz Cloud.

Nel 2014 partecipa al Pop Music Festival Finale al Teatro Vortex Roma- con il brano inedito “Crescerò” di Giovanna Gilda Severino e Giuseppe Pirrotta.


 

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SDATTE – FEMMINILE NON CONFORME, rassegna di spettacoli e performance al femminile, dal 25 al 28 aprile al Teatro Furio Camillo-Roma

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Il Teatro Furio Camillo ospita dal 25 al 28 aprile la prima edizione della rassegna SDATTE – FEMMINILE NON CONFORME , una rassegna di spettacoli e performance al femminile. Il progetto, promosso da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura, è vincitore dell'Avviso Pubblico, curato dal Dipartimento Attività Culturali, per il reperimento di progetti per la concessione di contributi destinati a sale teatrali private con capienza inferiore a 100 posti, per progetti di ricerca e sperimentazione per la Stagione 2023/2024.

Dal 25 al 28 aprile la rassegna accoglierà spettacoli di compagnie, italiane ed estere, che utilizzano linguaggi  differenti, dalla danza alla prosa al circo contemporaneo, tutte con l’intento di raccontare il femminile fuori dagli stereotipi.

Oltre agli spettacolo e alle performance, il Teatro ospiterà la mostra “DONNE D’ARIA” della fotografa Gaia Recchia, che racconta i corpi delle donne colte nel momento del gesto artistico.

Giovedì 25 aprile (ore 18 e ore 21) apre la rassegna la compagnia Zania con CAPUCHEuno spettacolo di circo contemporaneo, che rivisita in chiave moderna la favola di Cappuccetto Rosso, usandola come metafora per parlare di violenza di genere. Utilizzando la musica dal vivo, l’equilibrismo e il testo, Gioia Zanaboni racconta in modo poetico e onirico come è possibile ritrovarsi in una relazione tossica e come è difficile rendersene conto ed uscirne.

Nella stessa giornata alle ore 19.30 verrà realizzata la performance di teatro, musica e clownerie Gramophone Circus dedicata alle donne nella musica agli inizi del 900 e al loro apporto allo sviluppo dei programmi radiofonici e alle donne che hanno inciso vinili.

Venerdì 26 aprile (ore 18 e ore 21) la compagnia TeatroInMovimento presenta SULLA STRADA, spettacolo che vuole raccontare un fenomeno che ogni giorno ci passa accanto, in questa Italia così distratta e che reclama il suo diritto di essere considerato. Sulla strada parla parole rabbiose, dolorose, umiliate, che raccontano la vita, la tratta, i clienti, i sogni delle ragazze del marciapiede.

 

Alle ore 19.30 verrà presentato un monologo sulla poesia al femminile e sulle donne nella letteratura, che prende come spunto la vita e le opere di alcune poetesse nella storia della letteratura

 

Sabato (ore 18 e ore 21) il Network Pagliacce coordinato dalla Compagnia delle Due e Un Quarto presenta il PAGLIACCE CABARET, un eclettico contenitore tutto al femminile. Pagliacce Cabaret è un omaggio all’universo comico femminile che esplora il linguaggio del clown con un’impepata di femminilità. Sessanta minuti di follia, per una serata esplosiva!

            

Domenica 28 aprile(ore 18 e ore 21Chiude la rassegna lo spettacolo SILENZIO ASSORDANTE della compagnia Materiaviva. Spettacolo multidisciplinare per la sensibilizzazione sul tema del femminicidio che si compone con una sequenza di capitoli ciascuno dei quali utilizza tecniche di circo teatro, azioni sceniche in forma di danza, di giocoleria e di parola. Ciascun capitolo racconta storie differenti, vere, tutte accomunate dall’identica sensazione di perdita della leggerezza, di impossibilità di parlare, dell’oppressione psicologica che costringe al silenzio. Lo spettacolo andrà in scena con la presenza di un interprete LIS.

Alle ore 19.30 la danzatrice Valeria Pelino si esibirà in una una performance ispirata alle donne nella danza, con particolare attenzione ad Anna Pavlova

 

 

Teatro Furio Camillo

via Camilla, 44 - 00181 Roma (Metro ‘A’ Furio Camillo)

11 novembre – 10 dicembre

giovedì - venerdì e sabato alle 21,00 - domenica alle 11,00 e alle 18,00

 

INFO E BIGLIETTI

Biglietto per singolo spettacolo € 5,00

Le performance delle 19,30 e la mostra fotografica sono ad ingresso libero


I biglietti per i singoli spettacoli possono essere acquistati il giorno stesso presso il botteghino del teatro. La prenotazione è obbligatoria.

Info e prenotazioni: info@teatrofuriocamillo.com – 0697616026

www.rassegnabattiti.it

Licorice Trip: dentro il dualismo di 'Mexicaña'

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Oggi ci immergiamo nel nuovo e intrigante universo sonoro dei Licorice Trip con il loro ultimo album, "Mexicaña". Questo progetto si distingue per il suo approccio al concetto di dualismo complementare, dove ogni brano presenta una doppia faccia di significati e visioni. "Mexicaña" non è solo un album, ma un ponte tra idee contrastanti che sfida l'ascoltatore a riflettere e a dialogare.

Oggi abbiamo il piacere di parlare con Gabriele, il bassista della band e coautore dei testi, che ci offrirà uno sguardo più approfondito sulle tematiche dell'album e su come queste risuonino con le dinamiche attuali del mondo musicale e sociale.

 

In che modo il titolo "Mexicaña" riflette il tema e il contenuto dell'album? C'è un legame specifico con la cultura messicana o è più simbolico?

“No, no, non c’è nessun legame specifico con la cultura messicana o con le culture precolombiane è un semplice gioco di parole basato sul fatto che il “Chihuahua” è una razza canina che ha origine tra nord del Messico e sud del Texas e la cagnolina in copertina, Honda, è appunto una femminuccia e come avrete imparato nella canzone "Mexicaña" lei ci tiene al suo genere. Abbiamo scelto questo titolo dell’album proprio perché ci piaceva l’idea di utilizzare Honda come volto di questo progetto”.

C'è un brano in particolare che ritenete rappresenti meglio il messaggio o il tema principale dell'album?

“Potremmo dire banalmente proprio "Mexicaña" ma in realtà noi intendiamo l’intero album come un insieme di narrazione e storie collegate tra loro dal concetto di dualismo complementare: all’interno di ogni brano c’è un aspetto e il suo aspetto, messi in contrasto si completano creando nuovo senso. Azzardiamo dicendo che probabilmente il nostro è praticamente un concept album”.

Come pensate che l'esperienza dell'esecuzione dal vivo possa arricchire e reinterpretare le canzoni di "Mexicaña" rispetto alla versione registrata?

“Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto in studio e colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente Andrea Lenoci di Molotov Recording che ci ha pazientemente guidato in questo processo. Detto ciò è chiaro che per un genere come il nostro il lavoro studio rappresenta un solo aspetto, che per quanto importante non è tutto. Nei nostri live adoperiamo un supporto visivo, delle videoproiezioni create ad hoc che guidano e forniscono importanti “indizi” ai nostri ascoltatori per meglio seguire le nostre narrazioni. Infine, sarà una banalità, ma è assolutamente vero che nel live c’è sempre una spinta in più data dalla presenza di pubblico, si suono più forte, più veloce e con gran coinvolgimento e per la nostra musica non può che essere positivo”.

Qual è stata la parte più gratificante del processo di creazione di "Mexicaña"? E la più impegnativa?

“Stessa risposta per entrambe le domande: terminare il mixing e il mastering dell’album. I concetti erano chiari, gli arrangiamenti anche ma il lavoro in studio ovviamente non poteva esserlo. Pur avendo singolarmente le idee chiare sul tipo di risultato che ci aspettavamo abbiamo dovuto chiaramente mediare tra noi per arrivare all’esito finale. Non è stato affatto facile ma direi che alla fine è andata più che bene”.

Oltre alla musica stessa, c'è un elemento visivo o artistico che accompagna l'album, come una copertina particolarmente significativa?

“Come dicevo prima in copertina c’è LA "Mexicaña" di cui parliamo, Honda. Lei non è presente solo in copertina, difatti la parte interna del packaging è letteralmente l’interno di Honda, una sua reale radiografia. Abbiamo giocato su questo concetto di dentro e fuori e anche di fronte e retro sullo stesso soggetto”.

Infine, guardando al futuro, quali sono i vostri progetti e ambizioni per il prossimo capitolo della vostra carriera musicale dopo "Mexicaña"?

“Siamo contenti di essere arrivati sino a qui e di aver portato a termine questo viaggio. Ora speriamo di ripartire quanto prima per portare in giro il racconto di questo viaggio grazie ai live. Pertanto ci auguriamo di poter suonare il più possibile e di “diffondere il verbo” della nostra "Mexicaña"”.


Opéra Nancy: Fattitaliani intervista Matthieu Dussouillez, Direttore generale e artistico

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Domenica a Nancy l'Opéra National de Lorraine ha presentato le opere, i concerti e le attività della prossima stagione 2024-25: fra i titoli "La Cenerentola" di Rossini, "Elisir d'amore' di Donizetti, "Eugène Onéguine" di Tchaikovsky... Fattitaliani ha anche assistito alla prima dell'opera di Kurt Weill "Il lago d'argento" con la regia di Ersan Mondtag e la direzione musicale del maestro Gaetano Lo Coco (intervista di Fattitaliani). L'opera sarà in scena fino al 20 aprile. L'intervista a Matthieu Dussouillez(foto di Vincent Arbelet), Direttore generale e artistico del teatro.
Durante la presentazione alla stampa della prossima stagione, ha sottolineato che il tema sarà la trasgressione. Ma proporre "Il Lago d'argento" nella messa in scena attualmente in programmazione è già di per sé una trasgressione. Sembrerebbe un'anticipazione della stagione 2024-25 o no?
Sì, "Il Lago d'argento" nella versione di Ersan Mondtag è la prima produzione in Francia, quindi è già in sé un atto trasgressivo. È un'anteprima della stagione 24-25; in ogni caso, quest'opera è stata un atto trasgressivo di Kurt Weill nel 1933: è stata rappresentata 17 volte, proibita dopo la 17ª rappresentazione; Kurt Weill ha dovuto fuggire e aveva solo 30 minuti per lasciare il suo appartamento prima che la polizia venisse ad arrestarlo, quindi sì, è un'opera incredibile per questo motivo e metterla in scena oggi con un concetto che colloca le cose nel 2033 ha un lato trasgressivo, ma è coerente con il senso dell'opera.

È così facile ed evidente trasgredire nell'opera nel senso di sperimentare e allo stesso tempo prestare attenzione alla ricezione e all'accoglienza del pubblico?
Ci sono effettivamente due elementi da considerare sulla trasgressione e su cercare di inventare una cosa nuova. Il primo elemento è convincere gli artisti e quindi riuscire a spostare certe linee all'interno delle professioni artistiche e poi per il pubblico si tratta di riuscire a spostare le linee sia per quanto riguarda l'estetica che la forma e chiedersi cosa sarà l'opera domani. Questo è un lavoro che non può essere fatto in modo repentino: è necessario far avanzare gradualmente le cose, creare dialogo, portare nuove estetiche, portare nuovi formati per riuscire - credo - poco a poco a educare il pubblico e coinvolgere gli artisti.


I riferimenti all'attualità aiutano in questo senso?
Tutto dipende dall'opera e da ciò che facciamo, dall'obiettivo che c'è dietro. Fare trasposizioni concettuali su tutte le opere non ha senso: deve sempre esserci una riflessione sensata; quando c'è senso dietro, le cose alla fine convincono. Non ha senso se è solo una forma di esercizio formale solo per provocare: non rimane nel tempo.

Ha anche parlato del contesto economico attuale: da un lato, è necessario preservare la qualità, dall'altro, è necessario fare attenzione alle risorse finanziarie. Come può un direttore di un teatro d'opera oggi gestire entrambi gli aspetti?
Un direttore d'opera oggi non può programmare senza avere una perfetta conoscenza dell'opera, dei costi di produzione perché altrimenti è condannato a fare deficit o a ridurre l'attività a un livello critico. Per presentare una stagione come la prossima a Nancy, è necessario porsi effettivamente domande e obiettivi per mantenere un numero di rappresentazioni onesto che consenta di mantenere il contatto con il pubblico, senza fare e aumentare i deficit, quindi significa conoscere i budget di produzione e cosa c'è dietro.

Organizzate anche attività per i bambini...
Organizziamo attività e spettacoli per i bambini: ad esempio, "Opéra Berceau", uno spettacolo per bambini da 6 mesi a 2 anni, permette non solo ai bambini di entrare in contatto con la musica fin dai 6 mesi ma anche ai loro genitori, quelli che non riusciamo a vedere di solito nelle nostre sale e che ora vengono e poi tornano da soli senza i loro figli, perché molti genitori non hanno mai avuto contatto con l'opera e ora lo hanno attraverso il loro bambino. In secondo luogo, si tratta anche ovviamente di svolgere un lavoro di educazione artistica e culturale, quindi con gli insegnanti nelle classi e così via e anche creare spettacoli con i bambini stessi, metterli sul palcoscenico come attori, farli partecipare e questo è un elemento essenziale anche del nostro progetto cittadino che mira ad allargare il pubblico dell'opera.

Quindi, sono i bambini che portano i genitori all'opera...
Esattamente.


Se potesse essere un personaggio d'opera, chi vorrebbe essere?
Wotan. Sono un fan di Wagner e Wotan certamente compie un atto trasgressivo in un certo momento, ma resta comunque colui che deve rispettare i contratti, far rispettare i contratti. Quindi, trovo che ci sia un lato un po' di direttore d'opera in Wotan, c'è anche un lato così bello quando addormenta sua figlia e in un certo senso rinuncia. Wotan non fa che trasgredire e fare rinunce tutto il tempo, sia nell'Oro del Reno o nella Valkiria. In realtà, è affascinante nel senso che può essere presentato come un personaggio autoritario che porta gli dei in un vicolo cieco, ma allo stesso tempo è affascinante nel suo amore per sua figlia, per Siegfried.

Ultima domanda: l'Italia è presente. È facile scegliere tra le opere italiane?
È davvero difficile, adoro il repertorio italiano. Sono sempre tra Verdi e Puccini perché li amo in modo diverso per motivi diversi. Ma direi comunque forse Puccini, è fantastico, ed è anche più economico. Quando si fa un Elisir o un Don Pasquale si può avere il top del canto, passare una serata fantastica ma anche avere un budget di produzione ottimizzato e fare piacere al pubblico; sì, certo, non è La forza del destino o La fanciulla del West, ma sono comunque bei lavori presentati e alla fine non così spesso presentati in teatri in Francia. Giovanni Zambito.


En Français

Monsieur, durant la présentation à la presse de la prochaine saison, vous avez soulignez que le thème sera la transgression. Mais proposer « Le Lac d’argent » dans la mise en scène qui est actuellement en programmation c’est déjà une transgression. Il semble un sort d’anticipation de la saison 2024-25 ou pas ? Oui, « Le Lac d’argent » dans la version d’Ersan Mondtag c’est la première production en France, c’est donc déjà un acte transgressif. C'est l’avant-première de la saison 24-25 ; de toute façon cette œuvre était un acte transgressif de Kurt Weill en 1933 : il a été joué 17 fois, interdite au bout de la 17ème représentation ; Kurt Weill a dû fuir et il avait juste 30 min pour quitter son appartement avant que la police vient l’arrêter, donc oui, c'est une œuvre incroyable pour ça et la mettre en scène aujourd'hui avec un concept qui place les choses en 2033 a un côté transgressif, mais ça va avec le sens de l'œuvre.
Est-il si facile et évident faire de la transgression dans l’opéra dans le sens d’expérimenter et être aussi attentif vers la réception et l'accueil du public ? Alors, il y a effectivement deux éléments sur la transgression et sur essayer d'inventer une nouvelle chose. Le premier élément est de convaincre les artistes et donc réussir à faire bouger certaines lignes au sein même des corps de métiers artistiques et puis ensuite pour le public il s’agit de réussir à faire bouger les lignes tant sur la question de l'esthétique que la question de la forme et la question de qu'est-ce que l'opéra demain et ça c'est un travail qui ne peut pas se faire dans de manière comme ça subite : il faut progressivement amener les choses, amener du dialogue, amener de nouvelles esthétiques, amener de nouveaux formats pour réussir -je pense- petit à petit à éduquer le public et emmener les artistes avec lui.

Les références à l’actualité aide dans ce sens-là ? Tout dépend l’ouvrage et de ce qu'on fait, de l'objectif qu'il y a derrière. Faire des transpositions conceptuelles sur tous les opéras ça n'a pas de sens : il faut qu'il y ait toujours une réflexion à sens ; quand il y a du sens derrière, les choses finissent par convaincre. Il n’a pas de sens si c'est juste une forme d'exercice formel juste pour provoquer : ça ne reste pas.
Vous avez aussi parlé du contexte économique actuel : d’un côté, il faut préserver la qualité, de l’autre côté il faut faire attention aux finances. Comment un directeur de théâtre d'opéra aujourd'hui peux gérer ces deux aspects ? Un directeur d'opéra effectivement aujourd'hui il ne peut pas programmer sans avoir une parfaite connaissance de l’ouvrage, des coûts de production parce que s’il n’a pas cette connaissance-là soit il est condamné à faire des déficits, soit il est condamné à réduire l'activité à un niveau critique. Pour présenter une saison comme la prochaine à Nancy, il faut effectivement se poser les questions et les objectifs de maintenir un nombre de représentations honnête et qui va permettre de maintenir le contact avec le public, sans faire et creuser des déficits, donc ça veut dire qu'il faut connaître les budgets de production et ce qu'il y a derrière.
Vous organisez aussi des activités pour les enfants… On organise des activités et des spectacles pour les enfants : Opéra Berceau, par exemple, un spectacle pour les bébés de 6 mois à 2 ans, permet non seulement d'avoir les bébés qui sont en contact de la musique dès 6 mois mais aussi leurs parents, ceux qu'on n'arrive pas à voir dans nos salles habituellement et là qui viennent et qui après reviennent seuls sans leurs enfants, parce que beaucoup de parents viennent et n'ont jamais eu un contact avec l'opéra et là ils l'ont par l'intermédiaire de leur bébé. Deuxièmement, c'est aussi évidemment effectuer un travail d'éducation artistique et culturelle, donc avec les enseignants avec dans les classes et cetera et aussi créer des spectacles avec les enfants eux-mêmes, les mettre sur la scène comme acteurs, les faire participer et ça c'est un élément essentiel aussi de notre projet citoyen qui vise à élargir le public de l'opéra. Donc, sont les enfants qui portent les parents à l’opéra… Exactement.

Si vous pouviez être un personnage de l'opéra, qui voudriez-vous être ? Wotan. Je suis un fan de Wagner et Wotan certes il fait un acte transgressif à un moment donné, mais il reste quand même celui qui doit respecter les contrats, faire respecter les contrats. Donc, je trouve qu'il y a un côté un peu de directeur d'opéra en Wotan, il y a un côté aussi tellement beau quand il endort sa fille et quelque part qu'il renonce. Wotan ne fait que transgresser et faire des renonciations tout au long que ce soit dans L'or du Rhin ou dans La Valkyrie. En fait, il est attachant dans le sens où il peut être présenté comme un personnage autoritaire qui amène les dieux dans l'impasse, mais en même temps il est attachant dans son amour qu'il a pour sa fille, pour Siegfried.
Dernière question : l’Italie est présente. Facile de choisir parmi les opéras italiens ? C’est vraiment dur, j’adore le répertoire italien. Je suis toujours entre Verdi et Puccini parce que je les aime différemment pour des raisons différentes. Mais je dirais quand même peut-être Puccini, c'est génial, c'est aussi plus économique. Quand on fait un Élixir quand on fait Don Pasquale on peut avoir le top niveau du chant, passer une super soirée mais aussi avoir un budget de production optimisé et faire plaisir aux publics ; oui certes c'est pas La force du destin ou La fanciulla del West, mais ça fait quand même des beaux ouvrages présentés et finalement pas si souvent présentés que ça dans des maisons comme en France.

Foto di scena "Le Lac d'argent": Jean-Louis Fernandez

Il Made in Puglia di Grazia Urbano. La nuova collezione Estate 2024. L'intervista

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La designer sulla definizione dei tagli pregiati, la collezione Estate 2024 e le passerelle internazionali.

Pugliese, determinata e carismatica sono alcune delle caratteristiche che contraddistinguono Grazia Urbano fra le designer più apprezzate in questo momento. Anima sofisticata, tagli pregiati e tessuti colorati. L’Estate 2024 di Grazia Urbano rappresenta una donna libera e determinata.
 
Come si è evoluta la tua visione creativa per questa stagione che sta per iniziare? 
La mia visione creativa per questa nuova stagione 2024, fa la differenza: i dettagli sono importanti come l'essenziale. 
Soprattutto, la versatilità di un capo, allineato all'esigenze delle donne. 
 
Colori e tessuti?
 
Ho sempre creduto che i colori, emanassero emozioni, vibrazioni ed energie positive. 
In questa collezione, ci sono molte combinazioni di colori che valorizzano l'immagine e contraddistinguono i mio brand. 
Il pizzo, non può mancare, tra i tessuti usati per i capi creati, per questa collezione, ci sono anche tessuti leggeri e freschi, come il cotone .
 
Il tuo marchio dai primi anni ad oggi, si evolve e prende sempre più spazio nelle passerelle nazionali ed internazionali..
 
Tutto ciò mi rende molto orgogliosa, questo significa che il messaggio trasmesso con il mio lavoro, tra le varie passerelle, passa ed è positivo. 
 

Parliamo dell’Estate 2024, che ispirazioni si identificano nelle tue ultime creazioni? 
 
L'ispirazione che identifica la collezione Estate 2024 nasce dell'immaginazione di una donna senza tempo, romantica, pratica , sempre affascinante. 
 
Diventata in maniera prorompente negli ultimi anni icona di stile. Qual è il tuo rapporto con chi ti segue?
 
Il mio rapporto con chi mi segue è sempre molto attivo.
Sono felice di essere per molte donne, esempio di perseveranza e intraprendenza, quindi sempre ben disposta a dare consigli.

SICULIANA, IL MUSEO #METE CELEBRA I 10 ANNI DI ATTIVITÀ

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Il Museo #MeTe di Siculiana compie di anni di attività; per l'occasione l'ALT Associazione Leisure and Tourisme organizzerà un convegno celebrativo sabato 27 Aprile 2024, alle ore 18,00 presso i locali del Museo, in via Picarella snc, quartiere Casale Siculiana.

Il convegno celebrativo intende ripercorrere le tappe significative che hanno portato sia alla fondazione del Museo, sia alla continua proposta culturale che l'Associazione ALT ha portato avanti negli anni.

L'Associazione ALT e la nascita del Museo #MeTe: 


L'idea di istituire il Museo viene concepita nel 2009 quando alcuni giovani di Siculiana decidono di fondare l'ALT Associazione Leisure and Tourisme. Nel 2010 l'Associazione organizza in collaborazione con il Comune di Siculiana le "Celebrazioni del Settecentenario" della Fondazione del paese; per l'occasione viene allestita, presso i locali del Castello Chiaramonte, la mostra audio-video-fotografica dal titolo "Frammenti di Memoria". In quell'occasione l'Associazione ALT, l'associazione Siculiana On Line e numerosi cittadini collaborarono recuperando e acquisendo in file diverse fotografie d'epoca. Nel 2011 l'associazione ALT organizza il Laboratorio Permanente per la Ricerca Etnografica organizzando, tra l'altro, i primi Campi Estivi per il Museo della Memoria e del Territorio. Nel 2012 prosegue il lavoro di ricerca e contestualmente si procede con una progressiva raccolta di oggetti di interesse etnoantropologico. Durante i Campi Estivi del 2012, l'associazione elabora diversi Itinerari Museali a Cielo Aperto. Nel 2013 il Comune di Siculiana autorizza l'associazione ALT ad utilizzare i locali museali ubicati presso la via Picarella, nel suggestivo quartiere Casale. Nel 2013 l'associazione, non avendo ricevuto nessun contributo pubblico per l'allestimento del Museo, comincia a raccogliere fondi tra i privati. Nell'estate del 2013, durante i Campi Estivi, si organizza il Laboratorio per la Catalogazione dei Beni Demoetnoantropologici. Dal mese di ottobre 2013 partono i lavori di allestimento con i pochissimi fondi raccolti tra i privati. Nei primi mesi del 2014 l'associazione prosegue i lavori di allestimento e la raccolta fondi. In data 30 aprile 2014, dopo anni di fatica e lavoro, l'associazione concretizza quell'idea concepita nel 2009: fondare il #MeTe Museo della Memoria e del Territorio. Nel corso degli anni l'Associazione si è dedicata anche ad attività di rigenerazione urbana mediante interventi artistici site-specific presso il quartiere Casale, il quartiere Sant'Antonino e la via Finestre.  Inoltre, grazie alla collaborazione di numerosi soci, negli anni si sono proposte diverse mostre artistiche e  storiche, convegni, dibattiti di storia contemporanea, presentazione di libri e spettacoli: una proposta culturale che ha visto da sempre come punto fermo l'identità del territorio e il coinvolgimento della comunità locale. 


Attualmente l'Associazione è impegnata nella sistemazione dell'Archivio storico-locale e nell'opera di recupero e conservazione di patrimonio librario, artistico ed etnoantropologico, grazie alle continue donazioni di numerose famiglie siciliane. Le continue acquisizioni del Museo portano così in essere nuove esigenze e l'idea di allestire nuovi spazi con lo scopo di rendere fruibile al pubblico le numerose collezioni che, per ragioni economiche e di logistica, non possono attualmente essere esposte.

Fonte: sito del museo https://www.metesiculiana.org/


Ouka Leele, mostra di fotografia "Una movida Bárbara" al Museo di Roma in Trastevere

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Una movida Bárbara, realizzata per il Museo di Roma in Trastevere, offre un viaggio attraverso la lunga carriera - dal 1978 al 2014 - di Ouka Leele (Madrid 1957-2022) partendo dalle fotografie con cui ha allestito la sua prima mostra a Madrid, Peluquería, fino all'ultima serie realizzata nelle Asturie nel 2014, A donde la luz me lleve.

Ideata con l’intento di proseguire la rassegna di fotografi spagnoli attivi nell’ambito della “movida madrileña” degli anni Ottanta, in continuità con quella di Miguel Trillo già ospitata presso lo stesso Museo, l’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata dall'Ufficio Culturale dell'Ambasciata di Spagna e Caravan, è curata da María Rosenfeldt - figlia di Ouka Leele -  e Silvia Oviaño. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

            Ospitata dal museo di Roma in Trastevere dal 17 aprile al 7 luglio 2024, la prima mostra personale di Ouka Leele in Italia comprende non solo fotografie, ma anche parte della produzione pittorica, come le serie Floreale e El Cantar de los Cantares. In mostra circa 100 opere di diverse dimensioni, formati e tecniche (alcune delle quali originali), integrate da materiale documentario, prove di stampa, cataloghi, manifesti e materiale di merchandising prodotto con le sue immagini.

La mostra comprende anche l'opera Menina Liberada, l'unica opera di una fotografa donna esposta in modo permanente al Museo del Prado e rappresenta uno sguardo panoramico sulla carriera di un'artista, tanto prolifica quanto inclassificabile, che fin da giovanissima è stata una risorsa essenziale dell'arte contemporanea spagnola e che ha contribuito in modo decisivo a collocare la fotografia tra i linguaggi della modernità.

Nel marzo del 1980 comparvero per le strade del centro di Madrid dei piccoli adesivi gialli con la scritta "Finalmente a Madrid le fotografie di Ouka Leele, dal 6 al 29 marzo presso la Galería Redor". Era la prima volta che Bárbara Allende, che poi avrebbe cambiato il suo nome artistico in Ouka Leele, esponeva nella capitale spagnola. Completamente sconosciuta in città, e con alle spalle una sola mostra a Barcellona, si presentò come l'artista più attesa del momento. Non ci volle molto perché lo diventasse e, nel 1987, il Museo d'Arte Contemporanea organizzò la sua prima retrospettiva. Il suo lavoro suscitava grande interesse in un pubblico desideroso di tutto ciò che rappresentasse una rottura con i codici artistici di un Paese che usciva da quattro decenni di dittatura.


Nel corso della sua carriera Ouka Leele ha mantenuto la stessa ingenuità, freschezza e capacità di provocare con cui aveva inaugurato la prima mostra a Madrid indossando un maialino in testa. Sebbene sia conosciuta come la fotografa della Movida, e sia stata sempre circondata da artisti dell'epoca, come Ceseepe, el Hortelano e Alberto García-Alíx, il suo stile ruppe con le altre visioni contemporanee. Appassionata di pittura, divenne nota per l'uso della fotografia in bianco e nero che illuminava con una grande varietà di colori (a volte più forti, a volte più tenui). Tramite questa tecnica univa le sue sfaccettature di pittrice e fotografa e contribuì a elevare la fotografia, ancora considerata un'arte minore in Spagna, al livello delle grandi opere pittoriche che tante volte aveva visitato al Museo del Prado.


Ouka Leele
 creò la "mistica domestica" trasformando oggetti di uso quotidiano come un ferro da stiro o un rasoio nel centro dell’opera e forgiò uno stile proprio caratterizzato dalla messa in scena delle sue opere e dalla libertà creativa con cui risolveva ogni progetto, sia che si trattasse di una serie di dipinti floreali, di ritratti fotografici o di murales che di illustrazioni per libri, di manifesti istituzionali o di libri di poesie. Nel 2005 ricevette il più alto riconoscimento artistico, il Premio Nazionale di Fotografia, e negli ultimi anni si dedicò principalmente alla pittura.

Dal 17 luglio al 20 ottobre 2024 il Museo di Roma in Trastevere ospiterà la mostra dedicata a Dino Ignani e al suo sguardo sulla movida romana degli anni ’80, aprendo un ideale confronto tra i movimenti culturali di quegli anni in Italia e Spagna.

 


Aprono al pubblico le mostre e gli eventi di Triennale Milano per la Milano Design Week

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In occasione della Milano Design Week, Triennale Milano presenta una serie di nuove mostre e progetti, seguendo la sua vocazione di istituzione di riferimento per il design e l'architettura ed esponendo i progetti di alcune tra le più interessanti realtà internazionali nel campo della progettazione.

Il pubblico della Milano Design Week ha la possibilità di visitare un doppio omaggio ad Alessandro Mendini, architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del Novecento e del nuovo millennio, presentato da Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain nell’ambito del loro partenariato culturale. Lo spazio del Cubo ospita fino al 13 ottobre la retrospettiva Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini – realizzata in collaborazione con l’Archivio Alessandro Mendini, curata da Fulvio Irace, con progetto di allestimento firmato da Pierre Charpin – e nell'Impluvium dal 16 aprile al 16 giugno viene allestita What? A homage to Alessandro Mendini by Philippe Starck, un'installazione ideata da Philippe Starck.

Da oggi è possibile visitare la mostra Inga Sempé. La casa imperfetta, a cura di Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano. L’esposizione è allestita nella Design Platform, lo spazio espositivo collegato al Museo del Design Italiano e dedicato ad approfondimenti su temi e figure chiave del design contemporaneo. La casa imperfetta mette in scena progetti, oggetti e disegni in uno scenario domestico, reso accessibile grazie al percorso espositivo sviluppato da un’idea di Inga Sempé e progettato da Studio A/C di Alessia Pessano e Chiara Novello.

Inoltre, Triennale Milano Archivio Cini Boeri, in collaborazione con Comune di Milano – Area Biblioteche, presentano da oggi al 28 aprile alla Biblioteca di Parco Sempione la mostra Cini Boeri nella Biblioteca del Parco, da un’idea di Antonio Boeri e Giulia Boeri e a cura di Cristina Moro, in occasione del centenario della nascita dell’architetta (1924 – 2020). L’esposizione – che si svolge all’interno della Biblioteca del Parco Sempione, progettata nel 1954 da Ico Parisi e Silvio Longhi in occasione della 10ª Esposizione Internazionale di Triennale, e che attualmente è la sede della Biblioteca – per l’occasione apre i suoi spazi per raccontare la storia di Cini Boeri a partire dalla sua città, all’interno di un edificio simbolico, costruito per offrire ai cittadini un luogo dedicato alla cultura e alla socializzazione.

Apre al pubblico anche la mostra Generating Visions. Alcantara in the Arts, a cura di Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public program di Triennale, con progetto di allestimento di Top Tag. La mostra è un viaggio inedito nell’archivio storico di Alcantara ed espone una selezione di opere di artisti e artiste italiani e internazionali, diversi per generazione, pratica e poetica, invitati negli anni dall’azienda a misurarsi con il materiale Alcantara, tra cui: Yuri Ancarani, Alberto Biasi, Zhang Chun Hong, Qin Feng, Soundwalk CollectiveNanda Vigo e Lorenzo Vitturi.

Da oggi fino al 21 aprile, Triennale accoglie inoltre nei suoi spazi le ricerche di istituzioni e aziende internazionali, per offrire un approfondimento su temi chiave del dibattito sul design contemporaneo attraverso le esposizioni: Design Walk In Budapest, a cura di Rossana Orlandi e promossa da The Hungarian Fashion & Design AgencyEmeco to Emeco, proposta dal brand Emeco e con exhibition design di Jasper Morrisonwalking sticks & canes, a cura di Keiji TakeuchiWallpaper* Class of ’24, un progetto di Wallpaper*; dal 16 aprile aprirà la mostra Universo Satellite. 25 anni di SaloneSatellite, a cura di Beppe Finessi e con la supervisione di Marva Griffin Wilshire.

Rimangono aperti al pubblico il Museo del Design Italiano, che ospita una parte della collezione permanente di Triennale, la mostra Dan Graham. The Passing time City (fino al 12 maggio), la mostra Ettore Sottsass. Design Metaphors (fino al 15 settembre) e l’installazione Saetta (Totem) di Alice Ronchi.

In occasione della settimana del design, Triennale organizza alcuni appuntamenti del public program. Oggi alle ore 19.00 è in programma il terzo e ultimo appuntamento di Alors? On Dance!, ciclo di serate organizzato da Fondation Cartier che inizia venerdì 12 aprile; il 16 aprile dalle ore 11.30 si tiene la lecture Transformative experience design: progettare esperienze immersive per il cambiamento positivo, mentre dalle ore 19.00 si svolge The Night of the Dragon, la festa di Triennale per la Milano Design Week, aperta a tutti e che vede coinvolti l'artista Fred Ventura e la dj australiana Logic1000. Il 17 aprile dalle ore 11.30 si svolge ARCHIVIO Fashion meets ARCHIVIO Design, incontro dedicato alla riflessione sulle sfide dei materiali nel tempo, tra innovazione e sostenibilità; il 18 aprile alle 18.00 in teatro viene proiettato in anteprima WE THE OTHERS, film di Maria Cristina Didero e Francesca Molteni, che presenta la vita e le opere di Fernando e Humberto Campana. Infine, il 19 e 20 aprile prende vita DESIGN I CARE: ci prendiamo cura del grande design italiano, laboratorio di restauro temporaneo realizzato dalla Scuola di Restauro di Botticino e promosso da Valore Italia.

Tutti i premi e i numeri del 17° Pordenone Docs Fest

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C’era il mondo, quest’anno più di sempre, al Pordenone Docs Fest, il festival del documentario di Cinemazero.

La XVII edizione ha confermato una partecipazione straordinaria del pubblico, sempre numerosissimo e interessato nei tantissimi incontri con ospiti e registi. Oltre 3.000 i biglietti staccati e 6.000 le presenze totali, tra proiezioni, incontri, tavole rotonde, laboratori, convegni, masterclass. Ben 27 i Paesi rappresentati, dai cinque continenti, 24 i film in anteprima nazionale e più di trecento gli ospiti, tra registi, produttori, studiosi, esperti, addetti ai lavori del mondo Industry. Per cinque densissimi giorni, la cittadina friulana è stata ancora una volta “capitale del documentario”. Tra il pubblico, sessanta studenti di cinema da tutta Italia e i tanti giovani delle scuole del territorio sono la prova di quanto il festival sappia guardare e parlare al futuro. Ogni giorno, anche lo spazio VR di Piazzetta Cavour ha visto file di curiosi per provare l’esperienza di vedere un documentario in realtà virtuale tra i tanti selezionati per raccontare storie da ogni angolo del globo.

«Dietro a ogni film c’è un essere umano», dice Riccardo Costantini, curatore del festival. «Rimettere al centro i diritti umani significa pensare alle persone, ai loro bisogni più semplici, quali amare, essere felici, poter condurre una vita in sicurezza, sognare… Il nostro è un evento culturale con una forte impronta sociale, con la ferma volontà di rendere visibili storie e film che diversamente rimarrebbero fuori dai circuiti cinematografici e mediatici classici e con l’ambizione di contribuire con questo lavoro a cambiare almeno un po’ le cose».

 

Il Gran Jury Award è andato a Mediha di Hassan Oswald, che dopo aver emozionato il pubblico durante la serata di apertura quando è stato consegnato il premio Courage of Images alla giovane protagonista, conquista anche un premio squisitamente cinematografico.

Per i giurati «Mediha racconta una realtà che va oltre ogni finzione. Racconta l’atrocità dell’Isis attraverso un video diario che ha dato alla protagonista la forza di affrontare un trauma devastante e la forza di reagire. In Mediha il cinema è stato terapia ed è diventato autoguarigione». Hanno consegnato il premio il Maestro Marco Bellocchio, presidente di Giuria, assieme a Firouzeh Khosrovani e a Dario Zonta. Doppio premio anche per The Giants di Laurence Billiet e Rachael Antony, con protagonista Bob Brown (che ha raggiunto Pordenone dall’Australia), politico e attivista australiano intervenuto in sala per raccontare le lotte e i risultati di una vita dedicata alla protezione dell’ambiente, dei fiumi e delle foreste, che ottiene il Green Documentary Award, per il miglior film a tematica ecologica e anche lo Young Audience Award. La motivazione dei giovani del Cinemazero Young Club e degli studenti accorsi da tutta Italia è un’ottima presentazione per la lunga vita che il festival augura a questo film: «Il documentario evidenzia il valore della gentilezza, della non violenza e della tolleranza attraverso le battaglie di Bob Brown che, con il suo impegno, ci insegna cosa vuol dire salvaguardare il nostro pianeta trasmettendo la sua sincera speranza alle nuove generazioni. Ci emoziona la sua visione del mondo: una “casa per i gentili di cuore” che racchiude un pensiero di rispetto e inclusività in cui ci rispecchiamo». Grazie al film, moltissime persone, fuori dall’Australia, potranno conoscere la sua storia e il suo esempio, che va oltre ogni confine e il festival, così come si impegna a far conoscere al più ampio pubblico possibile i titoli che ospita, si è impegnato anche per diffondere un messaggio così importante anche al di là di Pordenone, organizzando alcuni incontri anche a Trieste e a Cortina per valorizzare la sua presenza in Italia. Il pubblico invece ha votato per lo sconvolgente Beyond Utopia, che quindi conquista l’Audience Award.

Anche l’apprezzata selezione VR a il suo vincitore e il Premio Virtual Realityè andato a GAWI di Myriam Hernandez, Isabel Monarca e Lorenzo Pajarito, ospiti eccezionali dal Messico a Pordenone per il festival: è stato questo il titolo più apprezzato dai moltissimi che hanno visitato lo spazio VR. Il documentario è un’immersione nello speciale rapporto del popolo Raramuri del nord del Messico con la terra, i boschi e i fiumi, un legame che portano avanti da millenni. Una richiesta d’aiuto perché la natura non venga distrutta in nome del profitto per pochi.

Il Premio della Critica (composta da Michela Manente, Roberto Baldassarre e Frèdèric Pascali), in collaborazione con l'Associazione Festival italiani di Cinema e il Sindacato nazionale Critici cinematografici italiani, è andato invece a Kabul Beauty di Margaux Benn e Soléne Chalvon Fioriti «perché permette di ritrovare una realtà scomparsa dalle nostre cronache quotidiane, quella afgana, nella quale la condizione femminile continua a essere relegata in una situazione tale per cui solo il coraggio, la volontà e la solidarietà riescono a ritagliare per le donne spazi di libertà ed emancipazione». I giurati hanno anche voluto dare una Menzione speciale a Copa 71 di Rachel Ramsay e James Erskine (che sarà distribuito dal festival in collaborazione con Fandango, CineAgenzia e Ultimo Uomo) «per il valore documentale di un avvenimento calcistico unico per la sua epoca, mai riconosciuto dalla Federazione Internazionale, emblema di un radicale cambiamento del costume e della solidarietà».

 

Il pubblico, oltre a seguire le proiezioni, anche per l’ultimo giorno ha chiuso l’edizione rispondendo in massa alla master class di Marco Bellocchio e Denis Brotto e con il sold out della produzione originale del festival (insieme a LUCE – Cinecittà), Acqua, porta via tutto: il cine-concerto con immagini dell’Istituto Luce con la regia di Roland Sejko, le musiche originali di Teho Teardo e i versi inediti di Gianmario Villalta. Tra le produzioni è stato anche dato l’annuncio della pubblicazione sulle maggiori piattaforme di ascolto del podcast Proibito!Cronache di Processo per stupro di Irene Tommasi.

 

Apple TV+ annuncia "Down Cemetery Road" il nuovo thriller con Emma Thompson e Ruth Wilson

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