Una Desdemona intensa, delicata quella interpretata da Cinzia Forte all'Opera di Liegi, dove resterà in scena fino al prossimo 29 giugno "Otello" (intervista a José Cura). Ci sono dei momenti in cui, grazie proprio alla presenza e alla voce del soprano, teatro e pubblico sono invasi da un fortissimo sentimento, un misto di amore e struggimento, così come suggeriscono i movimenti, il canto e le parole che l'artista pronuncia. Palpabile l'intesa e la complicità instaurata con il tenore argentino, il che rende l'interazione e le fasi alterne della storia credibili e coinvolgenti. Fattitaliani ha intervistato Cinzia Forte.
Che cosa si impara a conoscere del personaggio di Desdemona mentre lo si porta in scena?
Desdemona è molto diversa dai numerosi ruoli femminili che ho interpretato nella mia carriera, soprattutto per la sua profonda purezza interiore e innocenza, che le conferiscono un’aura virginale e sacrale. Queste caratteristiche cerco di esprimerle attraverso un canto sempre morbido, legato e ricco di “mezze voci”. Desdemona è una giovane donna innamorata, che conserva una totale fiducia verso la vita e l’amore, al punto di non accorgersi della gelosia incalzante e ossessiva di Otello, che la porterà alla morte. Un tema purtroppo oggi molto attuale.
Ha dichiarato di averne imparato la parte velocemente. Da quali fattori dipende il fatto di imparare un ruolo in minor o maggior tempo?
La velocità di leggere uno spartito è in parte dovuta ai miei studi pianistici, che mi consentono di apprendere in autonomia e di memorizzare la parte anche in poche ore. È una base di partenza, cui segue però il grande lavoro di elaborazione dei contenuti espressivi della partitura e del testo. Ho cantato già due volte questo ruolo e quest’opportunità mi ha permesso di arricchire ulteriormente il personaggio, lavorando sugli aspetti più profondi della sua personalità e affrontandolo con una vocalità più matura, che oggi rappresenta meglio il mio modo di vedere Desdemona.
Quale passaggio/momento preferisce dell'opera?
Il duetto d’amore inziale del primo atto è uno dei momenti più alti e lirici dell’opera. È l’incontro tanto atteso dai due amanti, che finalmente si ritrovano e rievocano la nascita del loro amore. Un sentimento che resiste e si rafforza nonostante la tumultuosa e rocambolesca vita di Otello. È forse il momento supremo in cui prevalgono la bellezza e l’umanità dei personaggi, prima che il dolore e la follia si impadroniscano di loro.
Oggigiorno che cosa soprattutto si può ancora apprezzare e imparare dall'Otello?
I sentimenti e le vicende che animano i personaggi di Otello sono sempre attuali. Al centro di questa storia ci sono due uomini dominati dal desiderio sfrenato del potere, al quale si contrappongono la bellezza, l’onestà e la purezza dell’animo di Desdemona.
Jago infatti è un uomo capace di manipolare le persone. È invidioso della felicità altrui e incapace di provare sentimenti positivi. Per questo motivo gode nel distruggere i valori dell’essere umano, fino a deciderne la vita o la morte.
Otello invece ha tradito il mondo islamico da cui proviene, alleandosi con il nemico allo scopo di raggiungere i vertici della carriera militare veneziana.
Anche lui è mosso dalla sete di potere e teme a sua volta di subire il tradimento, persino dalla donna che lo ama incondizionatamente, fino al punto di ucciderla. Oggi diremmo che questa è una vicenda di femminicidio. È la vendetta di un uomo delirante, che non accetta l’eventuale indipendenza affettiva della propria donna e preferisce ucciderla piuttosto che cedere ad altri l’oggetto di sua proprietà.
Come sarà la sua estate: vacanze o altri impegni?
Da qualche anno ho iniziato ad insegnare. È un nuovo percorso che mi appassiona e e che mi sta dando molte soddisfazioni. Quando sono libera dagli impegni teatrali, mi dedico ai giovani cercando di trasmettere loro la mia esperienza e la passione per questo meraviglioso lavoro. Dopo Liegi infatti terrò due Masterclass di canto, una a Salsomaggiore e l’altra presso gli Amici della Musica di Foligno. Riuscirò a ritagliarmi un po’ di spazio per le vacanze soltanto ad agosto. Desidero tanto il mare per sdraiarmi finalmente sotto la luce del sole, che spesso manca a noi che trascorriamo molto tempo chiusi in teatro.
E la prossima stagione che cosa l'attende?
Ricomincerò in settembre con “Le Nozze di Figaro” nel ruolo della Contessa di Almaviva al Teatro Lirico di Cagliari, dove ho debuttato poco tempo fa come Alice nel Falstaff. Seguiranno l’Olimpiade di Pergolesi al Teatro San Carlo di Napoli, la Nona Sinfonia di Beethoven con La Verdi di Milano, recital solistici, concerti in formazione cameristica e numerosi altri impegni operistici in via di definizione, nell’attesa di tornare a cantare ancora una volta per il meraviglioso pubblico di Liegi. Giovanni Zambito.
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Foto: Lorraine Wauters Opéra Royal de Wallonie