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Turismo religioso, 330 milioni di persone all'anno nei luoghi della fede

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Sono numerosi i viaggiatori che, ogni anno, scelgono il turismo religioso per le proprie vacanze. Anche tra i più giovani cresce l’interesse per viaggi all’insegna della spiritualità, della cultura e dell’arte ed aumenta il numero di non credenti che si avvicinano a tali esperienze. La terza edizione della Borsa del Turismo Internazione, BTRI, si occupa proprio di tale aspetti, chiamando a raccolta i più importanti esponenti del settore, con tre giornate dedicate ad approfondimenti e workshop. Il servizio di Giulia Bedini: 

Seguire i passi degli antichi pellegrini: è questo che spinge gli oltre 300 milioni i turisti religiosi, secondo l’Organizzazione Mondiale del Commercio, a recarsi ogni anno a visitare i luoghi della fede. Da Città del Vaticano a Santiago de Compostela, da Assisi a Fatima, passando per Lourdes e la Terra Santa: sono solo alcune tra le mete più richieste da chi si mette in cammino. Il 41,4% di chi sceglie di mettersi lo zaino in spalla e partire ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni; credenti sì, ma non solo. Infatti, il turismo religioso attrae anche chi è più lontano dalla fede perché offre l’occasione di scoprirsi e conoscersi, di intraprendere un viaggio che possa realmente arricchire. Sono molti quelli che si rivolgono ad agenzie specializzate, ma c’è anche chi sceglie di organizzarsi autonomamente; poi c’è chi opta per percorsi culturali, storici e artistici e chi sceglie itinerari più mistici e spirituali. Non mancano sostegno ed aiuti per chi intraprende la via del silenzio e, proprio per questo, i viaggiatori possono spesso contare sull’ospitalità di numerose strutture religiose e non solo, che ogni anno aprono le porte all’accoglienza e alla condivisione.

Giorgio Saracino ha parlato con Nicola Ucci, direttore della Borsa del Turismo religioso Internazionale: 

R.  – La terza “Borsa del turismo religioso internazionale” è una manifestazione che punta da un lato a valorizzare l’offerta turistica delle località e dei luoghi di culto; dall’altro lato punta a far incontrare gli operatori dell’offerta e della domanda turistica durante un workshop in cui gli operatori stessi possono stabilire relazioni per il futuro della loro attività.

D. – È un turismo, quello religioso, che coinvolge sempre più persone…

R. – Indubbiamente il turismo religioso si articola in due tipologie differenti: una prima è quella classica del pellegrinaggio - che ha un’origine storica antica - e che in epoca attuale trova oltre alle destinazioni classiche anche una forte domanda per quanto riguarda i cammini e gli itinerari di fede. Penso al cammino della Via Francigena, come a Santiago de Compostela, Cirillo e Metodio per andare a Est; l’altra è quella tipologia di turismo religioso legato non solo a elementi di fede ma a elementi di cultura, di valore dell’arte, considerando che il grande patrimonio storico-artistico italiano - e non solo italiano - è concentrato prevalentemente in siti di carattere religioso.

D. -Quali sono le mete più richieste?

R. – Naturalmente per quanto riguarda il mondo cattolico, Roma è sicuramente la meta più richiesta. Ma non mancano mete diverse in Italia come Assisi, Pietrelcina con Padre Pio, Loreto, Padova. A livello internazionale oggi sta andando molto bene il Cammino di Santiago, ma anche Lourdes, Fatima, Cracovia, la Madonna Nera a Czestochowa, oppure gli itinerari legati a Cirillo e Metodio.

D. - Non solo gli anziani ma anche i più giovani scelgono il turismo religioso...

R. – Sì, proprio la forma nuova di vivere l’esperienza del cammino favorisce anche la presenza, la partecipazione di fasce giovanili nell’ambito della domanda turistica tra quelle che sono turisti tradizionali legati al mondo del pellegrinaggio, che sono gli anziani. Ma non necessariamente solo gli anziani.

D. - Voi dite che il turismo religioso è fondamentale per rilanciare l’economia delle zone terremotate...

R. – Il turismo può rappresentare un volano per dare fiato a un’economia che è stata colpita così pesantemente o anche per ridare una speranza alle popolazioni locali che attraverso il turismo possono recuperare una dimensione di relazioni con il mondo esterno che il terremoto ha colpito pesantemente. Giulia Bedini e Giorgio Saracino, Radio Vaticana, Radiogiornale del 18 giugno 2017.

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