Trump ha deciso di provare a fare gli interessi del proprio paese (o forse delle proprie lobby) prendendo decisioni che, ammesso che la frittata gli riesca bene nel breve termine, produrranno un enorme costo per gli USA in termini di ostilità e discredito internazionale, togliendogli definitivamente quel ruolo di “guida morale dell’Occidente” che - per la verità - era diventato sempre più difficile riconoscergli.
Una per tutte, il rifiuto di onorare gli impegni presi sul clima – una cosa gravissima, disonorevole e irresponsabile che, pur di non affrontare i costi di ammodernamento energetico delle industrie e delle utenze domestiche americane (l’emissione di CO2 pro capite in USA è quasi tre volte quella nella UE) mette a rischio il futuro dell’intero pianeta.
E allora perché Trump potrebbe essere il Padre dell’Europa? Ve lo dico subito.
L’Europa ha perso per strada la determinazione, la forza e la lungimiranza necessarie per costruire il proprio futuro, riducendosi a un’accozzaglia di stati curvi sul proprio ombelichetto e guidati da politicanti di piccolo cabotaggio interessati soprattutto alla continuazione di se stessi.
La storia insegna che un popolo diviso, di fronte a una seria minaccia esterna, spesso ritrova unità e reagisce.
E in effetti qualche segnale di ricompattazione si vede; se si tratta degli ultimi sussulti di agonia dell’UE o dell’inizio di un processo di vera aggregazione, si vedrà.
Certo che se non ci daremo da fare vorrà dire che siamo proprio degli imbecilli, visto che un primo svegliarino, ma anche un aiuto concreto, ce l’ha già dato la Gran Bretagna andandosene.
“Un aiuto concreto” perché la Brexit ci ha fatto un grosso favore, lasciando fuori uno stato membro che ha sempre remato contro gli Stati Uniti d’Europa, sulla scia del pensiero di Churchill che aveva dichiarato già nel ’53: “Noi siamo con l’Europa, ma non dell’Europa”. Un paese, l’UK, che storicamente si è sempre fatto i fatti propri anche quando farseli creava situazioni esplosive, basta pensare al Medio Oriente.
Insomma, con un po’ di fortuna potremmo vedere nascere finalmente una vera Europa. Colpendola al cuore, Mr. Trump e Mrs. May potrebbero avere agito da defibrillatore, salvandola.
E come ogni nascituro, anche l’Europa avrebbe due genitori: Papà Donald e mamma Theresa.
Carlo BarbieriCarlo Barbieri è uno scrittore nato a Palermo. Ha vissuto a Palermo, Catania, Teheran, il Cairo e adesso fa la spola fra Roma e la Sicilia. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Nisticò che piace a Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lo stesso Barbieri. Scrive su Fattitaliani, Ultima Voce e Malgrado Tutto, testata a cui hanno collaborato Sciascia, Bufalino e Camilleri. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”; "Uno sì e Uno no" (D. Flaccovio Editore); i gialli “La pietra al collo” (Todaro Editore, ripubblicato da IlSole24Ore) e “Il morto con la zebiba” (Todaro Editore, candidato al premio Scerbanenco 2015); "Il marchio sulle labbra" (premiato al Giallo Garda) e "Assassinio alla Targa Florio, ambedue con D. Flaccovio Editore. Suoi scritti sono stati premiati al Premio Internazionale Città di Cattolica, al Premio di letteratura umoristica Umberto Domina, al Premio Città di Sassari e al Premio Città di Torino. I suoi libri sono reperibili anche online, in cartaceo ed ebook, su LaFeltrinelli.it e altri store.