Nel suo intervento “When people meet beauty”, Cristina Favini ha spiegato che la bellezza è un ingrediente che può liberare l’immaginazione e innescare comportamenti positivi nelle persone coinvolte in progetti di trasformazione
Pensare alla bellezza come chiave di lettura per riprogettare il nostro quotidiano, elaborare nuovi modelli di vita e creare impatti sulle persone. E’ stato questo il tema dell’evento "RETHINK: Change perspective to promote beauty", organizzato dal TEDx Reggio Emilia lo scorso sabato 13 maggio al Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia. Un evento che ha visto, tra gli altri, anche la partecipazione di Cristina Favini Strategist e Manager of Design della service design company Logotel.
"La bellezza è un concetto chiave per interpretare il cambiamento perché è un bisogno che muove il fare – ha spiegato Cristina Favini nel corso del suo intervento - quando le persone incontrano e sperimentano la bellezza, si crea spiazzamento, si attivano attenzione, ascolto, predisposizione e si libera immaginazione, in sostanza si liberano nuovi comportamenti. Questo è quello che chiamiamo design del détournement, una ricerca di linguaggi estetici e di senso che devono far parte del progetto, ma anche della creazione di servizi, esperienze e trasformazioni. La bellezza è un bisogno primario dell’uomo, una vitale necessità, un incontro che cambia le cose. Diventa importante per le imprese educarsi e educare a questa sensibilità perché se la bellezza deve essere negli occhi di chi guarda, deve certamente essere anche nella mente di chi progetta, sviluppa e realizza”.
Una serie di riflessioni che sono iniziate in Logotel negli ultimi anni nell’ambito di sviluppo di progetti che accompagnano la trasformazione delle e nelle imprese e che l'anno scorso hanno trovato ulteriore sviluppo nell’esperienza di "Poetry - 21 words for...", la mostra che la service design company ha organizzato per la Milan Design Week 2016 con un focus specifico sulla ricerca sulla dimensione poetica dei progetti. “Come progettisti ci interroghiamo su questi temi e sui rischi che la globalizzazione comporta, con le sue certezze diffuse e livellanti – ha continuato Cristina Favini – la società contemporanea ci educa solamente a una visione delle cose, spesso funzionale, in cui l’unica sorpresa possibile è la rottura o addirittura il banale, il ripetitivo. Ma il livellamento delle aspettative causa anche il livellamento delle capacità. E induce a non portare avanti nessuna esplorazione, nessuna sperimentazione, nessun rischio, nessuna scoperta, cioè nessuna innovazione, ma anzi standardizzazione, appiattimento e impoverimento, perdita di originalità, analfabetismo culturale, creativo ed emotivo. Invece l’esperienza della bellezza è l’esperienza di un’attrazione, di uno spiazzamento che ci muove in una direzione. Ciò che è bello invita, attira, suggerisce, convoca, unisce, raccoglie. La bellezza spiazza, ci sposta improvvisamente in un luogo che non avevamo previsto. Un luogo sconosciuto ma familiare. Allarga il nostro concetto di ordine. O finalmente ce ne suggerisce uno. La bellezza cioè, è la vera ‘realtà aumentata’. L’espressione della bellezza passa da noi, dal nostro fare, dal nostro interpretare, dal nostro trasformare e trasformarci."
Conclude Cristina Favini "E’ difficile, non sempre ci riusciamo, ma c’è un impegno costante a sperimentare nuovi linguaggi per creare esperienze significative per le persone. In Logotel cerchiamo di attivare progetti che abbiano anche la bellezza tra le componenti del progetto: ad esempio, progettare la bellezza di spazi collaborativi per migliorare il nostro modo di lavorare , oppure progettare incontri inaspettati ad esempio portare manager, persone e famiglie in un museo di arte moderna per una immersione culturale inattesa e studiata appositamente per loro, o ancora quando progettiamo un servizio o un percorso formativo”