"In questa terribile prova, gli europei hanno dichiarato la loro unità nella lotta contro il terrorismo”. Lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nell'anniversario degli attentati di Bruxelles. Intanto aumentano le misure di sicurezza sui voli aerei. Massimiliano Menichetti:
Alle 7.58, per un minuto, il silenzio ha avvolto Bruxelles in memoria degli attentati che un anno fa devastarono la città. Due kamikaze si fecero esplodere all'aeroporto internazionale di Zaventem, morirono in sedici. Poco più tardi alle 9.11 un altro kamikaze ha colpito la metropolitana di Maalbeek uccidendo altre 16 persone. Oltre trecento i feriti delle stragi di matrice jihadista. Oggi tanti i momenti a cui hanno partecipato anche i reali del Belgio, in cui si è ricordato, riflettuto. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha ribadito che "i terroristi hanno fallito” perché l'Europa ha risposto “all'odio e alla violenza” mostrando “impegno a difendere la democrazia e la convivenza pacifica nella diversità”. Il timore degli attentati però nel sentire comune non abbandona i cittadini di un'Europa, che incrementa le misure per contrastare il terrorismo. Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa:
R. – Oggi credo si sia un po’ più sicuri: non dimentichiamoci che in questi due anni l’Unione Europea nel suo complesso e gli Stati che costituiscono l’Unione Europea su un piano più individuale hanno preso una serie di misure e hanno attuato una serie di politiche che hanno garantito l’incremento dei livelli di sicurezza e soprattutto hanno consentito di smantellare diverse cellule e strutture terroristiche attive nel continente. Questo non significa che la minaccia sia evaporata del tutto, ma significa che, rispetto a uno-due anni fa, la situazione della sicurezza è migliore, quantomeno perché c’è una maggiore attenzione nel contrasto del fenomeno terroristico o nel contrasto del fenomeno propagandistico ed estremistico che è pronubo del terrorismo.
D. - In questo contesto Gran Bretagna, Stati Uniti hanno vietato sui voli aerei pc, tablet e alcuni telefonini sulle tratte relative a Turchia, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia e Arabia Saudita. Il Canada starebbe valutando se aderire al provvedimento...
R. – Può essere una misura efficace considerando che in passato ci sono stati episodi riconducibili all’assemblamento di ordigni a partire da pc portatili: mi riferisco soprattutto a quanto avvenne l’anno scorso su un volo per la Somalia. Chiaramente, una misura da sola non basta a contrastare il fenomeno, a prevenire eventuali e possibili azioni terroristiche, ma tale misura va inserita in un quadro più ampio, in una strategia più ampia, onnicomprensiva di contrasto al fenomeno terroristico e alle sue modalità di azione. Sempre in passato vanno registrati episodi di miscele esplosive contenute in indumenti intimi o altro: mi riferisco a episodi avvenuti sia in Arabia Saudita, sia su aerei diretti negli Stati Uniti, nel 2010, per cui il fenomeno va visto in tutta la sua ampiezza.
D. - La lotta al terrorismo internazionale di matrice jihadista sembra non avere confini delineati, anche se Iraq e Siria continuano ad essere considerati centri nevralgici del sedicente Stato islamico...
R. – L’attuale situazione sul campo dimostra che lo Stato Islamico, così come lo conoscevamo fino a poco tempo fa, è un attore politico in fase di collasso; lo Stato Islamico sta continuando a perdere terreno sia in Iraq sia in Siria, Mosul è quasi caduta, Raqqa è in pratica sotto assedio, per cui ci sono tutti i presupposti per ritenere lo Stato Islamico una minaccia ormai riportata sotto controllo rispetto a come lo conoscevamo fino a due anni fa, ovvero come organizzazione territoriale di matrice terroristica. Questo non significa che lo Stato Islamico non costituisca un pericolo e magari più subdolo: è possibile che proprio questo collasso possa portare a colpi di coda sia nella stessa Siria, sia nello stesso Iraq, ma anche qua da noi, in Europa. Però, lo Stato Islamico di Baghdadi del 2015 oggi, fortunatamente, non c’è più. Massimiliano Menichetti, Radio Vaticana, Radiogiornale del 22 marzo 2017.