Chi di noi non si è sentito schiacciato dal dolore per un tradimento, un’offesa, un torto subito ingiustamente? La rabbia mette il cuore in tempesta, monta dentro di noi come una marea, creando dei conflitti che possono rimanere sottotraccia per anni e, in alcuni casi, anche per tutta la vita.
Ma i torti non si subiscono soltanto dagli altri, a volte ne siamo noi stessi protagonisti e, in quet casi, si è traditi ma anche traditori. Talvolta in queste problematiche sono coinvolte intere famiglie. In questo caso le dinamiche scatenano ferite che, se non curate, proprio per la loro intensità, ci portano ad escludere dalla nostra vita proprio le persone che prima erano oggetto d’amore.
Ci sono varie tappe per poter elaborare un torto ed interessano entrambe le parti: chi tradisce e chi è tradito.Subito dopo l’offesa, c’è la rabbia, poi la colpevolizzazione del destino e poi l’odio, che matura il desiderio di vendetta.
Il più delle volte quest’odio rimane dentro; e ci toglie il sorriso e il sonno. Il tempo passa e ci accorgiamo di stare sempre peggio, perché arriviamo ad avere la consapevolezza di soffrire una doppia pena: il torto subito dall’altra persona a cui si somma quello che ci infliggiamo noi. Sono situazioni che ci fanno vivere una pessima qualità di vita. La soluzione c’è ed ha un solo nome: Perdono.
Per poterlo esercitare dobbiamo considerarlo non un dimenticare o negare il torto subito, ma semplicemente rimandarlo al mittente, liberandocene.
E’ molto importante non aspettarsi nulla da quella persona, nel senso che si possono ingenerare delle aspettative, l’attesa di qualcosa che può non arrivare perché l’altra persona può anche non essersi resa conto di avere sbagliato.Tutte queste tappe richiedono tempo, sono processi lenti ma utili per non rimanere, a vita, vittime del rancore. E’ importante anche il dialogo, che bisogna affrontare al momento opportuno.
Il tempo giusto per noi, può non esserlo per l’altro, o perché non ancora pronto ad ascoltarci o semplicemente perché può non averne voglia. Il perdono più difficile da concedere è quello che riguarda i genitori. Da loro ci si aspetta sempre di essere capiti,amati e giustificati. Non è così!.I genitori non sono perfetti, come li consideravamo sempre da bambini. Essi hanno un compito che si esercita quotidianamente e, in questa frequentazione, si può sbagliare. Bisogna essere indulgenti, capire e perdonare. Si è veramente adulti quando si può dire ai propri genitori:”Sai, nonostante i tuoi difetti, ti voglio bene”.
Questo non deve accadere solo con gli altri, ma anche con noi stessi. Il torto subito lo misuriamo dall’intensità del dolore provato e più è intenso, più dovremmo cercare di deporlo.
Lasciatemi concludere con una frase estrapolata dal mio libro”Silenzi d’amore”.
“Il perdono non è la sconfitta dell’orgoglio ma la vittoria della maturità”.
Caterina Guttadauro La Brasca