È online “OH, IL BUON VECCHIO CHARLIE BROWN!”, il video del primo singolo de Le Teorie di Copernico, la band nata dalla ricerca cantautorale di Francesco Chini.
Il video è disponibile sul canale ufficiale della band al link:
Il brano è il primo estratto dall'omonimo EP d'esordio della band, il cui rilascio è previsto tra novembre e dicembre e vede la produzione di Cristiano Lo Mele, chitarrista dei Perturbazione: “È un lavoro fatto di canzoni che cantano liberamente inquietudini e intrecci di ragioni emotive, raccontando e domandandosi la contemporaneità in modo ironico e amaro in odore d’indie folk rock” – racconta lo stesso autore dei testi, Francesco Chini.
I pezzi che compongono “OH, IL BUON VECCHIO CHARLIE BROWN!”, sono “lune di speranza e memoria” e intendono agganciarsi alla tradizione migliore del cantautorato italiano: da quello maggiormente percorso di fremiti elettrici (Perturbazione, Paolo Benvegnù, Cristina Donà, Elettrojoyce, Baustelle, Max Gazzè, Ivan Graziani, Edoardo Bennato ed Enrico Ruggeri) a quello più riflessivo (Ivano Fossati, Samuele Bersani, Niccolò Fabi, Fabio Concato).
Principio ispiratore della title-track è la storia della prima geniale striscia dei Peanuts, presentata nel 1950, il dialogo tra Patty e Shermy all’arrivo di Charlie Brown e il suo il puntuale intervento (Shermy a Patty “Ehi, arriva il vecchio Charlie Brown!” e Charlie si avvicina: “Il buon vecchio Charlie Brown... Sissignore!”e Shermy: “Quanto lo odio!”); ne viene fuori una divertita sciarada sugli effetti di quella piccola-grande ossessione di ciascuno di noi, ovvero la ricerca del consenso.
Il video, girato e montato da Giacomo Citro (bassista e già videomaker per Jacopo Ratini, Daniele Silvestri e Niccolò Fabi) e Valeria Loprieno, presso il “Cocuzzolo Dell'Incontrario”, narra di una sfida in costume e non, fra buoni, brutti e cattivi. Una festa di presentazione, un party di fine estate al tramonto su note festose folk n’roll.
Le più classiche suggestioni del genere western, da Leone a Tarantino, ma anche la "folgorazione" per “La banda Grossi”, il bel lungometraggio di Claudio Ripalti sulle vicende storiche della banda di briganti di Terenzio Grossi, sono state alla base della scelta del contesto. L'idea è stata quella di rileggere, in salsa spaghetti western, i cliché della narrazione folk americana utilizzandoli per esaltare il sotto-testo: lo scontro fra doppi ("il protagonista /l'altro") che si sovrappongono lungo tutto il brano.
A tale scopo ai due protagonisti (il "buono" Lucky Elvis e il "cattivo" PsychoBounty) si alternano i due narratori, tagliando in due la sceneggiatura e presentando la band (Damir Rapone nel ruolo del Fuggitivo, Manuele "Dean" Di Ascenzo nel ruolo di Wollo l'Indiano, Enrico Bertocci nel ruolo di Texas Old Ham e Riccardo Piergiovanni in quello de La Vera Donna De Roma Nord).
Menzione a parte merita il “Cocuzzolo dell'Incontrario”, ovvero casa di Francesco Chini e metaforicamente, il piccolo osservatorio copernicano dal quale l’autore elabora le sue Teorie. Un posto dove "incontrario" significa sia "opposto" sia "posto per incontrarsi", e che ricorrerà nelle vicende di Francesco e della band.
Proprio come Schulz che condensa un piccolo mondo in quattro tavole, Le Teorie Di Copernico trasforma le stesse in canzoni, con il medesimo obiettivo: quello di circoscrivere e raccontare un piccolo mondo. Un mondo fatto di relazioni, rapporti di forza, nascite e morti, illusioni e paracaduti. Un mondo osservato e studiato dall'eremo di una solitudine a cui non arrendersi, coltivando una sorpresa ancora bambina.