La felicità è una cosa semplice recita il titolo della nuova stagione teatrale 2016/2017 dell’Argot Studio (programmazione), storica sala nel cuore di Roma, a Trastevere, di soli cinquanta posti a sedere e che da più di trent’anni programma in sintonia con attori, registi, drammaturghi, spettacoli di drammaturgia contemporanea insieme a riscritture dei grandi classici. Fattitaliani ha intervistato i direttori artistici Tiziano Panici e Francesco Frangipane (rispettivamente nella prima e secondo foto sotto).
Bello lo slogan: com'è stato scelto?
Bello lo slogan: com'è stato scelto?
Lo slogan nasce alla fine della precedente stagione, in cui si sono celebrati i trent’anni di attività del teatro. Avevamo bisogno di un forte rilancio per un nuovo progetto. L’occasione nasce spontanea durante l’ultimo spettacolo in programma dentro la rassegna di teatro al femminile La Scen Sensibile: nei ‘Monologhi dell’Atomica’ l’attrice Elena Arvigo racconta le testimonianze di alcune sopravvissute a due terribili catastrofi nucleari: Nagasaki e Cernobyl. Nonostante la distanza geografica e temporale, le due protagoniste del racconto, a seguito della catastrofe che ha quasi annullato la loro vita pronunciano la stessa frase: la felicità è una cosa così semplice.
Ci sembrava il giusto modo di reagire al nostro tempo contemporaneo che vede tutto così negativamente. In momenti come questo l’arte ha il compito di saper lanciare il cuore oltre l’ostacolo e portare un messaggio di coraggio alle persone.
Il Calendario di questa stagione è composto da diversi percorsi: una stagione large, composta da sette spettacoli di lunga tenitura prodotti da solide compagnie che ospita nomi importanti legati anche al mondo del cinema quali: Vanessa Scalera, Piergiorgio Bellocchio, Francesco Zecca, Paolo Zuccari, Antonella Attili, Elodie Trecani, Marcello Cotugno, Paolo Giovannucci (e molti altri..). Una stagione small, per spettacoli che andranno in scena nel weekend, pensati per un pubblico di nuove generazioni: si tratta di compagnie e artisti provenienti da tutta Italia e programmati nei maggiori festival nazionali che portano in scena linguaggi differenti: danza, physical theatre, musica. Infine tre progetti speciali dedicati ad artisti giovanissimi, tra cui la quarta edizione del Festival Dominio Pubblico Under 25 e un programma di formazione che porterà grandi maestri del cinema e del teatro a insegnare al’Argot: Marco Risi, Ivano de Matteo, Filippo Dini, Armando Punzo, Pasquale Mari, Massimiliano Bruno (e molti altri). Avremo anche corsi di teatro in inglese.. diciamo che ce n’è per tutti i gusti!
Cosa si prefigge il teatro rispetto alla stagione scorsa?
Come dicevamo all’inizio abbiamo appena compiuto trent’anni di attività. Un traguardo importante se si pensa ad uno spazio di soli 50 posti all’interno di un condominio. Eppure l’Argot è per il teatro un luogo ormai imprescindibile e questo perché ogni stagione ha avuto la forza di rilanciare e rinnovarsi. Questo è il compito di un teatro che vuole parlare del tempo presente senza farsi intrappolare in stereotipi o mode di passaggio. Siamo una specie a rischio. Ma anche i panda lo sono. Eppure continuano ad essere delle creature uniche amate da tutti. Ecco il segreto del nostro lavoro, che svolgiamo ogni giorno con dignità, come se fosse il primo giorno (e l’ultimo).
Come dicevamo all’inizio abbiamo appena compiuto trent’anni di attività. Un traguardo importante se si pensa ad uno spazio di soli 50 posti all’interno di un condominio. Eppure l’Argot è per il teatro un luogo ormai imprescindibile e questo perché ogni stagione ha avuto la forza di rilanciare e rinnovarsi. Questo è il compito di un teatro che vuole parlare del tempo presente senza farsi intrappolare in stereotipi o mode di passaggio. Siamo una specie a rischio. Ma anche i panda lo sono. Eppure continuano ad essere delle creature uniche amate da tutti. Ecco il segreto del nostro lavoro, che svolgiamo ogni giorno con dignità, come se fosse il primo giorno (e l’ultimo).
È più semplice la felicità o la direzione artistica di un teatro?
Entrambe sono in realtà dei sistemi molto complessi. Essere direttore di un teatro privato, a Roma, nel 2016, non è affatto semplice. Ma neppure essere felici nel 2016 in questa città, per tutti i suoi abitanti. Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento, che come tutte le transizioni storiche si rivelerà molto doloroso. Il teatro non serve a distrarsi. Ma a riflettere su ciò che ci sta accadendo, come sta cambiando la società. Ci porta a chiederci cosa vogliamo essere e cosa dovremo fare di noi stessi nel futuro. Per questo il nostro compito di direttori artistici è quello di andare contro tendenza, non cedere all’intrattenimento e parlare concretamente di felicità, come scopo da costruire con fatica ogni giorno e non come una risata stereotipata.
Gli inglesi risponderebbero ‘both’ (ambedue): gli spettatori non sono mai sazi di novità. Allo stesso tempo cercano sempre anche la ‘sicurezza’: vogliono sapere che un teatro può essere una seconda casa, dove sentirsi accolti, riconosciuti, corteggiati, capiti. In questo le abitudini, la ritualità giocano un ruolo importante. L’Argot, nella sua collocazione del tutto particolare del condomino di via Natale del Grande, 27, gioca benissimo il suo ruolo da salotto, dove molti dei nostri aficionados amano venire a prescindere dalla novità programmata, che invece attira il nuovo pubblico. Ecco un altro piccolo segreto. L’ultimo che riveleremo all’interno di questa intervista. Il resto dovete scoprirlo. Venite a trovarci presto! Sapete qual è il citofono! Giovanni Zambito.
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direzione artistica
Tiziano Panici | Francesco Frangipane
Teatro Argot Studio
Via Natale Del Grande, 27 | 00153 Roma
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