Oggi, nella sede nazionale di Legambiente sono stati presentati i risultati del monitoraggio effettuato sulle acque del litorale italiano da "Goletta Verde", tra giugno ad agosto 2016. Il bilancio rileva una situazione critica per la maggior parte delle Regioni italiane, colpite dal problema dell’inquinamento cronico.
Le cause di questo sono la mancata depurazione e gli scarichi abusivi. Sardegna e Puglia si distinguono positivamente per la buona qualità delle acque. Maria Carnevali ha parlato della situazione dei mari e delle coste italiane con Serena Carpentieri, responsabile campagne di Legambiente.R. – Abbiamo appena concluso il nostro monitoraggio lungo tutte le coste italiane, campionando 265 luoghi e il bilancio non è positivo. Abbiamo infatti riscontrato delle cariche batteriche superiori a quelle consentite dalla legge sulla balneazione, nel 52% dei casi. C’è da dire che, di questo inquinamento microbiologico, la gran parte – l’88% – si concentra presso le foci di corsi d’acqua che scorrono sulle nostre spiagge e arrivano in acqua. E spesso questi luoghi sono anche frequentati dai bagnanti. “Goletta Verde” vuole denunciare i problemi che vive il nostro Paese sul fronte della mancata depurazione e degli scarichi illegali, che sono i principali imputati di questo tipo di inquinamento.
D. – Nel vostro Rapporto, si legge che c’è un punto inquinato ogni 50 kmi di costa. Quali sono le criticità? Si parla di mancata depurazione, scarichi abusivi… E cosa suggerite per far fronte a tali insufficienze?
R. – Batteri fecali nell’acqua si incontrano lì dove ci sono, evidentemente, carichi non sufficientemente depurati. La nostra è una denuncia che facciamo per tutta l’Italia. E di certo sono dati più che noti: nel nostro Paese, il 25% degli italiani non è sufficientemente coperto da un adeguato servizio di depurazione. Anche l’Unione Europea, ad esempio, ha già emesso due condanne a nostro carico, perché nonostante siano passati 11 anni dalla normativa sul trattamento dei reflui moltissimi agglomerati urbani del nostro Paese non si sono ancora adeguati. Quindi, la mancata depurazione in tutta Italia è uno dei principali nemici del nostro mare e dell’inquinamento. Bisogna, di conseguenza, mettere in campo tutte le soluzioni possibili che vadano a fare degli interventi mirati sul sistema della depurazione.
D. – La legge sugli eco reati può contribuire a migliorare la situazione?
R. – Certo, a partire dai reati che vengono dall’illegalità e che si consumano a danno del mare. Noi non ci fermiamo solo alla denuncia e sicuramente questa nuova legge consentirà non solo di incrementare i controlli, ma soprattutto di punire chi scarica illegalmente i liquami non depurati in maniera, speriamo, più che esemplare.
D. – Nel Rapporto, parlate di “inquinamento cronico”: cosa si intende con questa espressione e quali sono i siti in cui lo avete riscontrato?
R. – Parliamo di “inquinamento cronico” perché abbiamo fatto un’elaborazione dei nostri dati – di "Goletta Verde"– dal 2010 al 2016. Abbiamo visto che un punto su cinque tra quelli monitorati è risultato fuori i limiti di legge per almeno cinque volte. Tutte le Regioni hanno almeno un punto “malato cronico”, ma quelle che ne hanno di più sono sicuramente le Marche, la Liguria, il Lazio, la Campania e la Calabria.
D. – Funzionano le attività di controllo e monitoraggio dei Comuni?
R. – C’è da dire che quello che non funziona, e che i Comuni dovrebbero far funzionare meglio, è senz’altro l’informazione in spiaggia. Ad esempio, nelle aree che sono vietate alla balneazione per le autorità preposte ci dovrebbero essere dei cartelli di divieto di balneazione. I nostri tecnici, girando lungo le coste, hanno invece attestato che questi cartelli sono assenti nel 74% dei casi. A questi ultimi dovrebbero provvedere i Comuni, così come i Comuni dovrebbero provvedere ad apporre delle cartellonistiche sulla qualità delle spiagge balneabili. Quindi, quello che diciamo a tutti i Comuni costieri è, da un lato, di ottemperare all’obbligo di legge perché i cittadini hanno diritto ad essere informati, dall’altro lato il nostro appello va anche al Ministero della salute, perché esso deve in primis tutelare la salute dei bagnanti avviando una seria campagna informativa.
D. – Quali sono le eccellenze italiane che avete riscontrato?
R. – Quelle migliori – a nostro avviso – sono la Sardegna e la Puglia. Ovviamente, non riusciamo a fare una classifica omogenea, perché i punti di campionamento sono diversi, così come le caratteristiche delle coste sono profondamente diverse. Maria Carnevali, Radio Vaticana, Radiogiornale del 12 agosto 2016.