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Social network come medicina, per la psichiatra Sara Bertelli “è una necessità condividere le proprie storie sui social"

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Dopo il caso della giovane Hayley Harris, la 23enne britannica che ha sconfitto l’anoressia soprattutto grazie all’aiuto dei social network e dei propri followers, sostenendo che questo approccio abbia rappresentato una “terapia incredibile”, la psichiatra Sara Berselli, fondatrice dell’Associazione Nutrimente Onlus,che tratta nello specifico casi sui disturbi alimentari, ha esaltato questo tipo di approccio, evidenziando l’importanza delle campagne di sensibilizzazione sull’alimentazione tramite social:
Oggi i disturbi alimentari si presentano già a partire dagli 11 anni- affrema la dott.ssa Bertelli-, con un’incidenza per anoressia nervosa tra lo 0,2 e lo 0,8%, bulimia nervosa intorno al 3% e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (DCA-NAS) tra il 3,7 e il 6,4%. Questi disturbi sono la seconda causa di mortenegli adolescenti dopo gli incidenti stradali. È sempre più forte quindi la necessità di condividere queste storie e utilizzare i social network come strumenti per divulgare la possibilità di guarigione, utilizzando il linguaggio dei giovani che sono la popolazione a rischio. Nell'ultimo anno sono stati pubblicati diversi articoli come testimonianze di ragazze che si sono create un account Istagram con lo scopo di condividere il loro duro percorso di guarigione. Sotto le foto compaiono vere dichiarazioni di sofferenza, dubbi, ricerca di supporto o obiettivi raggiunti, che trovano risposta in una comunità di followers che partecipa commentando e incoraggiando le ragazze a continuare la loro risalita verso la guarigione”.


La prevenzione oggi non è legata solamente alle realtà di aggregazione dei giovanicome le scuole o i centri sportivi – aggiunge la dott.ssa Bertelli- ma anche alle campagne di sensibilizzazione attraverso l’utilizzo degli hasthag. Anche noi dell’Associazione Nutrimente Onlusabbiamo utilizzato Instagram come veicolo di una campagna di sensibilizzazione attraverso l’hashtag #guarireé,a cui hanno partecipato numerose pazienti e non solo. Il progetto consiste nel farsi una foto con un foglio bianco con su scritto che significato ha la guarigione. Lo scopo è quello di spostare l’attenzione sulla guarigione perché #guarireé possible.Nell'era di internet i disturbi alimentari si sono fatti strada attraverso i siti pro-ana e pro-mia, che inneggiano la malattia e suggeriscono strategie disfunzionaliper rimanere dentro il disturbo.Queste piattaforme sono state lungamente attaccate, con diversi tentativi di sradicamento dalla rete. Purtroppo questa battaglia non è finita, ma con l'arrivo dei social network, sono iniziati a comparire profili e account di persone che combattono i disturbi alimentari e mandano un messaggio di speranzae di guarigione, con tutta la fatica e sofferenza che il disturbo porta con sé

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