Se si facesse un Califfato a Napoli, si vivrebbe sicuramente meglio.»
È l’opinione di uno dei convertiti all’islam nei quartieri popolari di Napoli.
Ma il suo «Califfato» ideale non è quello di al-Baghdadi, che anche lui considera empio e assassino. Sotto il nome di «Califfato» i convertiti sognano uno Stato che funziona, dove i politici non si fanno i fatti loro, dove esiste un’etica.
È una sorta di via sociale alla religione, quella che ricostruisce Ernesto Pagano in un racconto-reportage efficace, provocatorio, vitale che ci porta nei luoghi tradizionali dell’islam napoletano, come la famosa moschea di piazza Mercato, ma anche in quelli più inattesi, tra le case e i negozi dei «nuovi musulmani».
Che, spesso, si avvicinano all’islam per sfuggire a un’esistenza fatta di giri a vuoto in motorino e lavoretti per il «Sistema», ricca di consumismo e povera di valori. In Allah cercano il senso della vita. E lo trovano. Ma poi comincia la sfida dell’integrazione.
Per le vie di Napolislam incontriamo personaggi da romanzo: da Ciro il pizzaiolo, che «cercava Maradona e ha trovato Allah», a Maria la Musulmana, la più cattolica del quartiere, che cucina per la moschea durante il Ramadan. Entriamo nella pasticceria che fa le zeppole halal e nella realtà di complessa convivenza delle coppie miste. Scorci che disegnano il quadro di un singolare bricolage culturale: un metodo nuovo e insieme antico, per ora funzionante, di integrazione.
Che tuttavia ci interroga: «noi» chi siamo? Quale modello di giustizia, spiritualità, convivenza proponiamo? Forse proprio tra le contraddizioni di Napoli possiamo trovare il seme di una risposta.
Ernesto Pagano è giornalista, traduttore dall’arabo e autore televisivo. Vive al Cairo da dove ha collaborato come corrispondente e traduttore per varie testate, tra cui Internazionale. In Italia ha collaborato con Report e con il National Geographic Channel. E’ il regista dell’acclamato film documentario Napolislam, presentato in anteprima mondiale a Biografilm Festival 2015 e vincitore del Biografilm Italia Award 2015.
È l’opinione di uno dei convertiti all’islam nei quartieri popolari di Napoli.
Ma il suo «Califfato» ideale non è quello di al-Baghdadi, che anche lui considera empio e assassino. Sotto il nome di «Califfato» i convertiti sognano uno Stato che funziona, dove i politici non si fanno i fatti loro, dove esiste un’etica.
È una sorta di via sociale alla religione, quella che ricostruisce Ernesto Pagano in un racconto-reportage efficace, provocatorio, vitale che ci porta nei luoghi tradizionali dell’islam napoletano, come la famosa moschea di piazza Mercato, ma anche in quelli più inattesi, tra le case e i negozi dei «nuovi musulmani».
Che, spesso, si avvicinano all’islam per sfuggire a un’esistenza fatta di giri a vuoto in motorino e lavoretti per il «Sistema», ricca di consumismo e povera di valori. In Allah cercano il senso della vita. E lo trovano. Ma poi comincia la sfida dell’integrazione.
Per le vie di Napolislam incontriamo personaggi da romanzo: da Ciro il pizzaiolo, che «cercava Maradona e ha trovato Allah», a Maria la Musulmana, la più cattolica del quartiere, che cucina per la moschea durante il Ramadan. Entriamo nella pasticceria che fa le zeppole halal e nella realtà di complessa convivenza delle coppie miste. Scorci che disegnano il quadro di un singolare bricolage culturale: un metodo nuovo e insieme antico, per ora funzionante, di integrazione.
Che tuttavia ci interroga: «noi» chi siamo? Quale modello di giustizia, spiritualità, convivenza proponiamo? Forse proprio tra le contraddizioni di Napoli possiamo trovare il seme di una risposta.
Ernesto Pagano è giornalista, traduttore dall’arabo e autore televisivo. Vive al Cairo da dove ha collaborato come corrispondente e traduttore per varie testate, tra cui Internazionale. In Italia ha collaborato con Report e con il National Geographic Channel. E’ il regista dell’acclamato film documentario Napolislam, presentato in anteprima mondiale a Biografilm Festival 2015 e vincitore del Biografilm Italia Award 2015.