L’Italia sale in cattedra ad Harvard e grazie a un giovane dottore porta all’attenzione dei luminari della medicina il caso di Roma, avanguardia mondiale nell’utilizzo della tecnologia in ambito medico.
Il professor Alessandro Napoli, specialista in scienze radiologiche, docente all’Università La Sapienza e già vincitore del premio Lodwick proprio ad Harvard, ha illustrato nel corso di una lectio magistralis i vantaggi degli High Intensity Focused Ultrasound (HIFU), tecnica con cui l’esperto cura i pazienti al centro Sa.Na di Aprilia e che rende meno invasiva la cura di diverse patologie, dal mal di schiena al fibroma uterino fino ad alcune fattispecie di tumore.
Le origini di questa nuova tecnica risalgono al 1940 ma solo oggi si acquisisce consapevolezza della sua importanza e della portata dei suoi effetti. Questo, spiega il prof. Napoli, grazie anche ad un significativo miglioramento della tecnologia che ha permesso agli ultrasuoni focalizzati di entrare pratica clinica, per trattare una varietà di malattie benigne e maligne, tra cui i fibromi uterini con ottimi risultati sulla fertilità nelle donne desiderose di gravidanza.
Ma il vero salto di qualità per questa tecnica è l’associazione della guida delle immagini di risonanza magnetica che è stata applicata per il monitoraggio durante il trattamento a ultrasuoni focalizzati e che aumenta in modo consistente la sicurezza e l’efficacia. L'uso della risonanza magnetica in tempo reale fornisce, ad esempio, la migliore localizzazione ed estensione possibile del tumore o del target ed un controllo dinamico della deposizione di energia utilizzando delle specifiche tecniche.
Questa particolare tecnologia permette inoltre di curare il dolore causato da metastasi ossee, il tumore del pancreas inoperabile, il tumore della prostata confinato, il tumore del fegato (in alcuni casi), lesioni pediatriche dell’osso come l’osteoma osteoide e le applicazioni si espandono man mano che la ricerca e lo sviluppo porteranno miglioramenti tecnologici. Una delle più promettenti applicazioni, di recente introduzione in Italia grazie ad un progetto di ricerca finanziato dal MIUR con fondi strutturali europei, è la possibilità di curare alcuni disturbi del movimento come il tremore (anche alcune forme di Parkinson) in modo del tutto non invasivo e con rapidi risultati.
Ma importanti progressi, sottolinea l’esperto, si hanno anche nella cura del mal di schiena legato alla presenza di un’ernia discale, una protrusione, una stenosi o una recidiva dopo intervento alla schiena. Gran parte delle lombalgie e delle sciatalgie (ed in generale il mal di schiena acuto o cronico) possono essere curate con una tecnologia di relativa recente introduzione che utilizza l’energia della radiofrequenza.
A differenza di altre metodiche soprattutto quelle chirurgiche tradizionali il vantaggio risiede nell’assenza di interventi cruenti (tagli o incisioni) permettendo quindi al corpo stesso di ripristinare lo stato generale di salute una volta risolto il problema del dolore da lombo-sciatalgia o da lombalgia.