L'apertura verso il nuovo e l'accoglienza dell'altro sono temi vecchi quanto il mondo che trovano sempre eco nelle notizie di ogni giorno e che portano un po' di scompiglio nelle piccole e grandi comunità che si illudono di bastare a se stesse, di essere autosufficienti, di aver raggiunto un interiore e perfetto equilibrio che quindi rischia di saltare se contaminato da idee ed elementi estranei.
E se qualcuno, ben integrato nella comunità, prospetta nuovi orizzonti per il piacere di allargare il senso della vita e renderla più aperta e autentica, ecco che rischia di essere emarginato, socialmente ucciso, etichettato come strano, portatore di stravolgimenti, deriso.
Accade a Sadko, il personaggio leggendario russo delle byliny, un avventuriero, commerciante e suonatore di Gusli della città di Velikij Novgorod. La sua storia è attualmente in scena all'Opera di Gent con la regia di Daniel Kramer, la cui lettura vede la leggenda come un viaggio interiore tra una visione maschile, esplorativa e femminile, spirituale del mondo.
L'opera magica di Rimsky-Korsakov qui mantiene l'essenza della storia di Sadko (il tenore Zurab Zurabishvili) che, attraverso la sua arte, desidera convincere gli altri a sfuggire all'isolamento e alla scoperta di nuovi mondi: tuttavia, il suo sogno si scontra con l'ostilità dei suoi concittadini accecati e resi sordi da una vita che per loro basta così com'è con le comodità e i piccoli piaceri quotidiani: qui l'idea viene trasmessa grazie a delle immagini proiettate su un grande schermo su partite di calcio e televendite.
Solo Volkhova (Betsy Horne), figlia del re del mare (Anatoli Kotscherga), colpita dalla musica di Sadko, lo aiuta a realizzare le sue idee visionarie, che comunque alla fine sono incoraggiate dalla comunità solo perché Sadko promette nuove ricchezze materiali.
Ci è piaciuta particolarmente la direzione musicale del Maestro Dmitri Jurowski come anche la dolcezza del mezzo soprano Victoria Yarovaya nel ruolo di Lyubava, moglie del protagonista.
Eccezionale il coro dell'Opera di Anversa, molto bella l'idea dei diversi colori che si alternano sulla scena con divani e poltrone e la conclusione con tanto di festa collettiva per il ritorno dell'eroe in patria.
Giovanni Zambito.
Foto: © Annemie Augustijns