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A Mathias Enard l'XI Premio Gregor von Rezzori per la migliore opera di narrativa straniera tradotta in Italia

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È Mathias Enard con Bussola pubblicato da e/o e tradotto da Yasmina Melaouah il vincitore dell’XI edizione del Premio Gregor von Rezzori per la migliore opera di narrativa straniera tradotta in Italia.
Lo scrittore francese è stato premiato alla presenza del Sindaco di Firenze Dario Nardella. Ad annunciare il vincitore, nel corso di una cerimonia che si è svolta nella Sala D’Arme di Palazzo Vecchio, la giuria composta da Ernesto Ferrero, Beatrice Monti della Corte, Paolo Giordano, Edmund White, Alberto Manguel e Andrea Bajani.
Questa la motivazione con cui la giuria ha assegnato il Premio a Mathias Enard:

Bussola, ottavo romanzo di Mathias Enard, vincitore del Prix Goncourt nel 2015, riporta i pensieri del narratore, Franz Ritter, nel corso di una notte insonne a Vienna. Ritter, musicologo specializzato in musica dell’Oriente, la cui mente sembra racchiudere un’intera storia culturale, si alterna tra febbri, ricordi e sogni d’oppio. Ritter rivive frammenti dei suoi numerosi viaggi a Istanbul, Aleppo, Damasco, Palmira e Teheran. L’opera celebra anche la sua storia d’amore con Sarah, una ricercatrice che studia l’attrazione esercitata dall’Oriente su vari avventurieri. Nella malinconia crepuscolare di questo romanzo (il narratore ha appena ricevuto una terribile diagnosi medica), Ritter mostra un’erudizione sbalorditiva. In effetti, il brillante lavoro di Enard è imbevuto di quella profonda conoscenza culturale a cui la maggior parte degli scrittori fa soltanto accenni o riferimenti generici; Enard, al contrario, suppone che i suoi lettori siano tanto intelligenti e informati quanto lui. La conoscenza febbrile rappresentata in Bussola abbraccia secoli di storia, un ampio cast di personaggi e una molteplicità di terre; è il fragile ponte tra due culture in pericolo. (Edmund White)

Gli altri finalisti erano: Édouard Louis (Storia della violenza, Bompiani - traduzione di Fabrizio Ascari), l’ungherese Làszló Krasznahorkai (Satantango, Bompiani – traduzione di Dóra Várnai), il tedesco Clemens Meyer (Eravamo dei grandissimi, Keller editore – traduzione di Roberta Gado e Riccardo Cravero) e la scrittrice messicana Valeria Luiselli (La storia dei miei denti, La Nuova Frontiera – traduzione di Elisa Tramontin).

Nel corso della cerimonia è stato conferito il premio per la migliore traduzione di opera straniera. La giuria composta da Ilide Carmignani, Susanna Basso e presieduta da Bruno Ventavoli, ha attribuito il premio per la traduzione a Anna D’Elia per Terminus radioso di Antoine Volodine, pubblicato da 66thand2nd. 

E’ stato anche assegnato il Premio Gregor von Rezzori Giovani Lettori alle cinque migliori recensioni fatte ai libri finalisti dagli studenti delle quarte superiori della provincia di Firenze. I vincitori sono: Maria Francesca Cortini (Liceo Scientifico Gramsci), Anna Moretti (Liceo Internazionale Machiavelli Capponi), Tommaso Menduni (Liceo Classico S. Maria degli Angeli), Aurora Romanelli (Liceo Classico Virgilio), Sara Banchi, Liceo Scientifico Rodolico).


BIOGRAFIA VINCITORI

Mathias Enard è nato nel 1972, dopo essersi formato in storia dell’arte all’École du Louvre, ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore. Fra le sue opere ricordiamo Breviario per Aspiranti terroristi (Nutrimenti), Zona (Rizzoli), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Rizzoli), Via dei ladri (Rizzoli).

BUSSOLA - e/o (trad. di Yasmina Mélaouah)
Con questo straordinario romanzo-fiume uno dei più prestigiosi e raffinati autori francesi ha vinto il Premio Goncourt nel 2016. È la storia d’amore tra Franz, uno specialista dell’Oriente, e Sarah, anch’essa studiosa delle civiltà orientali, un amore che dura anni e si snoda attraverso Europa, Iran, Siria e Turchia, attraverso timidezze, tradimenti, equivoci, passioni, rifiuti, incontri, partenze e ritrovamenti. Ma è anche la storia di un altro amore tormentato: quello tra l’occidente e l’oriente. Un amore raccontato attraverso le centinaia di storie di quelle donne e quei uomini europei che nel corso dei secoli hanno dedicato le loro vite (e spesso le hanno perse tragicamente) all’inseguimento di questa passione “impossibile”. Con un’erudizione impressionante che non offusca mai il piacere della lettura, Enard racconta le vite avventurose e appassionate di quanti hanno scelto di viaggiare in Oriente, immergersi in quelle culture, vivere tra palazzi da Mille e una notte e suk variopinti, perdersi nei fumi dell’oppio, innamorarsi di donne e uomini misteriosi. Scorrono sotto gli occhi del lettore le immagini di scrittori, avventurieri, musicisti e viaggiatrici che si sono lasciati ammaliare dall’esotismo e dalla sensualità di luoghi come la Persia, Costantinopoli, Palmira; luoghi di questa passione divisa tra miraggio e illusione da una parte, e vite reali e ben concrete dall’altra. Cos’è stato l’orientalismo? Un miraggio del deserto favorito dai fumi dell’oppio e dai profumi delle spezie, o un vero incontro tra culture diverse ma complementari, una bisognosa dell’altra, alla continua ricerca dell’Altro che ci completa? Si è parlato per questo romanzo-capolavoro di “erotismo della cultura”, la sbalorditiva erudizione che sorregge le sue cinquecento pagine è un piacere, il frutto di una sensualità da cui il lettore si lascia cullare come fosse in un magico palazzo.

Anna D’Elia è nata a Milano, vive e lavora a Roma. Dopo studi di Letteratura comparata condotti tra Italia e Francia, ha lavorato per oltre dieci anni nel campo dell’editoria universitaria che ha poi lasciato nel 2001 per dedicarsi esclusivamente alla traduzione letteraria dal francese. Da vent’anni collabora  con numerose case editrici italiane tra cui Bompiani, Rizzoli, Fazi, La Nuova Italia Scientifica, Carocci, Sossella, e ultimamente con 66thand2nd. Ha tradotto testi di Jean Hatzfeld, Eric Reinhardt, Antoine Volodine, Serge Halimi, e tra i classici, Antoine de Saint-Exupéry e Honoré de Balzac. Negli ultimi dodici anni si è dedicata alla traduzione e all’adattamento per le scene italiane di testi di drammaturghi francesi contemporanei, tra cui Philippe Minyana, Pierre Notte, Jean-Marie Besset, Eugène Durif, Rémy Devos, Guillaume Gallienne, Fabrice Melquiot, Xavier Duranger. Nel 2011 è stata nominata Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République française per la sua attività di traduttrice letteraria.

Nato dall’esperienza della Fondazione Santa Maddalena - presieduta da Beatrice Monti della Corte, moglie di Gregor von Rezzori, e diretta da quest’anno dallo scrittore Andrew Sean Greer - il Festival degli Scrittori è promosso e sostenuto dal Comune di Firenze nell’ambito delle attività del Gabinetto G.P. Vieusseux ed è realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Realizzato con il coordinamento artistico di Alba Donati, si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT, di Giunti Editore  e di Repubblica Firenze come media partner.

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